Corriereortofrutticolo Novembre 2012

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C orriere O rtofrutticolo 11 MENSILE DI ECONOMIA E ATTUALITÀ DI SETTORE THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET ANNO XXVI Nuova serie Novembre 2012 euro 6,00 PROTAGONISTI Gamberini, i segreti del grande buyer PAG.23 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR INFOMERCATI Riuscirà Borsa Telematica a tenerlo in vita? PAG. 29 ARTICOLO 62 Filiera in fibrillazione Dubbi e timori PAG. 33 FIERE Madrid, Fruit Attraction oltre le aspettative PAG. 61 PRODOTTI Kiwi, raccolto in picchiata I prezzi sorridono PAG. 70 www.greenmedforum.eu

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CorriereOrtofrutticolo11M E N S I L E D I E C O N O M I A

E ATTUALITÀ DI SETTORE

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

ANNO XXVI Nuova serie

Novembre 2012

euro 6,00

PROTAGONISTI Gamberini, i segreti del grande buyer PAG.23

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

• INFOMERCATIRiuscirà Borsa Telematicaa tenerlo in vita? PAG. 29

• ARTICOLO 62Filiera in fibrillazioneDubbi e timori PAG. 33

• FIEREMadrid, Fruit Attractionoltre le aspettative PAG. 61

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Si chiama Paola Visigalli, ha 34 anni, erauna consulente fiscale a Milano, adessoproduce fragole otto mesi all’anno nel-l’Oltrepo’ Pavese con tecnologie innovati-ve. E’ una delle tante storie di successo del-l’Italia agricola che il sito del Corriere Or-tofrutticolo (www.corriereortofrutticolo.it)ha raccontato il 18 ottobre scorso. Pare chela crisi spinga di nuovo i giovani verso lacampagna, ed è un bene perché il settore

stava invecchiando a ritmi irreversibili. Queste forze giovani,queste energie fresche scopriranno ben presto che l’agricol-tura italiana è come il personaggio del famoso racconto diStevenson, un po’ doctor Jekyll un po’ mister Hyde. Di gior-no tutti la blandiscono, fanno i complimenti, dicono che è“centrale per l’economia del paese”. Di notte si trasforma e viene bastonata, tra tasse, Imu e au-menti dei redditi agrari. Proprio nei giorni in cui la Coldi-retti riuniva a Cernobbio sul lago di Como politici, ex mini-stri, economisti a parlare dei massimi sistemi agroalimenta-ri del futuro, la legge di Stabilità con un colpo di spugna abro-gava le norme di vantaggio fiscale per le società agricole, ri-portate alla tassazione a bilancio anziché su base catastale.“Ci condannano a restare piccoli”, è insorto il presidente diConfagricoltura Mario Guidi. Insomma, mentre di giorno siinvoca crescita, sviluppo, sistema, aggregazione, internazio-nalizzazione, di notte si opera in senso contrario con aggravifiscali e burocratici. Tutto cambia ma in agricoltura si fannoun passo avanti e due indietro. La crisi sta portando profonde modificazioni nella stessastruttura distributiva. Nelle città ma anche nei centri mediopiccoli chiudono le piccole botteghe anonime e generaliste,aprono negozi specializzati e innovativi, in cui è la fornituradi servizi al consumatore che la fa da padrone. Per la Gdo siparla ormai di market di terza generazione. Sta tramontandol’era dei grandi Iper, è finita l’epoca della bulimia dell’acqui-sto: si compra meno e solo ciò che serve. I consumi si stannoridimensionando, i bisogni tornano ad essere più essenziali.Ma attenzione: è vero che cresce la quota dei discount , ma èanche vero che c’è una tendenza vincente ai consumi di qua-lità, al biologico, al territorio, alla ‘naturalità’, concetto unpo’ vago ma efficace. Trionfa il supermarket di quartiere, di dimensioni medie,con corner dedicati ai prodotti di qualità, magari biologici oetnici, con un’offerta allettante di prodotti freschi, di cui l’or-tofrutta è una componente essenziale. Insomma meno soldi,meno consumi ma non sempre questo significa consumi ‘vi-li’. Anzi. Per qualcosa di ‘speciale’, magari con un forte con-tenuto di servizio, si è disposti a pagare un po’ di più. La crisi c’è dappertutto in Europa e proprio da quanto acca-de nel mondo del retail inglese, francese o tedesco è possibi-le prendere nota di tendenze che domani saranno realtà an-che da noi. Produzione e commercio ortofrutticolo dovrannogiocoforza adeguarsi alle esigenze delle catene, che si strut-

turano per incrociare i nuovi gusti del consumatore “ai tem-pi della crisi”. Le nuove parole d’ordine sono sostenibilità, territorio, spe-cializzazione, biologico, fair trade. Le esperienze più avanza-te e innovative parlano di piattaforme di e-commerce, di spe-sa virtuale attraverso lo smartphone, di catene che si creanouna rete di fornitori in esclusiva con produzioni fatte su mi-sura e logistica ‘dedicate’. Non è troppo audace ipotizzare unfuturo in cui alcuni grandi retailer acquisiranno il controllodiretto della produzione con fattorie costruite su misura perla propria private label. Era il sogno di uno che guardava lon-tano, Raul Gardini, il Contadino: la chimica verde, la trasfor-mazione delle materie prime agricole e insieme la produzio-ne delle stesse. In questo quadro l’ortofrutta, il commercio or-tofrutticolo, saranno ‘schiavi’ della Gdo?, si chiederà qualcu-no. Forse. Forse è una domanda mal posta. Forse già adesso è così. Ma-gari è una domanda inutile. Sta di fatto che a fronte di unmercato in evoluzione, di un consumatore che cambia pelle,di una Gdo che deve far quadrare i bilanci quindi sempre piùaggressiva, il mondo produttivo non può più stare a cinci-schiare o a dibattere e litigare sulla catena del valore, ma de-ve organizzarsi in tempi rapidi per non essere sempre piùspiazzato, per non finire clamorosamente fuori gioco e fuoristrada. Un genio del marketing come Oscar Farinetti, ha det-to che Eataly “è il modello futuro di Gdo”. Una previsionetroppo audace? Chissà. Sta di fatto comunque che la primacatena nazionale (Coop) è già socia dell’impero di Farinettie le nuove superfici di vendita tendono ad ispirarsi al model-lo Eataly. All’incontro nazionale sulla patata che si è svoltoalla recente Eima il dibattito è finito - come sempre – sui so-liti discorsi: i prezzi volatili, la disorganizzazione commer-ciale, l’interprofessione che manca…Il numero 1 di Coop Italia, Vincenzo Tassinari, è sbottato:“Devo competere con catene straniere che vendono patatefrancesi o tedesche a prezzi stracciati. Vorrei poter lavorarecon chi, come me, ha a cuore il sistema paese”. Una volta fi-nito il braccio di ferro sull’art.62, chi ha a cuore il sistema-Paese sarà bene che venga allo scoperto.

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! Lorenzo Frassoldati

Schiavi della Gdo? ForseEEDITORIALE

CorriereOrtofrutticolo

3N o v e m b r e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

FRUTTA E VERDURA MIGLIORANO L’UMORE. DI CHI? Uno studio dell’università di Warwick avrebbe accertatoche non 5 ma 7-8 porzioni al giorno di frutta e verdura fan-no bene anche all’umore; in sostanza si è più allegri e feli-ci. Ma, ribatte il nutrizionista italiano Ghiselli “per avereuna riprova alla loro teoria gli scienziati inglesi dovrebberosomministrare frutta e verdura ad un gruppo di persone ar-rabbiate, per vedere se davvero il loro umore migliora”. Peril test, i migliori candidati sono gli stessi produttori e com-mercianti di frutta e verdura: la rabbia è garantita. *

PUNTASPILLI

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Valentina Piracci-ni vola ad Algeri,poi sarà con Do-menico Scarpelli-ni a Kiev. Macfrut,con la sua respon-sabile estero e conil suo indomitopresidente, puntasulla internaziona-

lizzazione. Giusto, non se ne puòfare a meno, oggi. Ma se dovessi-mo dire, a bocce ferme, dopo icommenti “a caldo” del mesescorso, dopo averli letti e con-frontati, qual è la sfida più im-portante dell’unica fiera italianadi settore dovremmo dire che èquella di essere più italiana, piùcompiutamente fiera della filierao, se si vuole, del sistema (ma esi-ste?) ortofrutticolo italiano. Ab-biamo visto cosa è successo inSpagna: Fruit Attraction ha prati-camente azzerato le fiere di setto-re regionali l’una contro l’altraarmate: Almeria contro Valenza,Lerida contro tutte e due: ma nes-suna che emergesse davvero. Og-gi c’è solo Madrid. Perchè? Per-ché così ha deciso il sistema orto-frutticolo spagnolo. A disposizione di Fruit Attractionci sono tutte le risorse che la Spa-gna poteva mettere in campo peruna fiera dell’ortofrutta. Risorse,soldi, milioni di euro per invitarecentinaia di buyers da tutto ilmondo e tutti i giornali che con-

tano nell’ortofrutta a livello in-ternazionale. In quattro anniFruit Attraction ha convinto tut-ti, anche gli italiani, al punto chequalcuno (spagnolo e latino-americano) già la preferisce aFruit Logistica proprio perchémeno grande, meno caotica, me-no cara e più... (è ancora prestoper dirlo). Sta di fatto che è stata un’opera-zione rapida perché fondata supresupposti solidi e chiari, un’o-perazione in due tempi: fiera de-cisamente nazionale, con la Spa-gna presente al completo (nonda subito, i recalcitranti hannofatto resistenza almeno per leprime due edizioni), quindi fierainternazionale, di crescente suc-cesso, perché dove c’è la Spagna -prima nell’export e da poco pri-ma anche nella produzione a li-vello europeo - gli altri non pos-sono mancare.Tutto questo per dire che Macfrut,pur non dovendosi confrontarecon fiere regionali concorrenti,al sud come al nord, deve riparti-re dalla conquista dell’Italia, ditutta l’Italia, anche quella più re-calcitrante e con la puzza al naso.C’è stato un segnale forte que-st’anno: il ministro dell’Agricol-tura è stato in fiera per due gior-ni consecutivi, non era mai suc-cesso. Ma non basta. Al Macfrut ilsistema Italia deve dare un ap-poggio più forte e incondiziona-

to. Ogni altro ragionamento: sul-la formula, sulla “location”, sul-l’internazionalizzazione, vienedopo. Il marchio è unico, ha unastoria, è il “parto” del più forte di-stretto ortofrutticolo italiano, undistretto dove convivono, in unfazzoletto di terra, le espressionipiù forti della filiera. Oggi unafiera si potrebbe fare anche in undeserto, se qualcuno fosse dispo-sto a investirci fino in fondo, epotrebbe essere una scelta origi-nale e vincente. Sappiamo cheCesena non è Madrid, né Berlinoo Mosca, ma non è il deserto. Laquestione di Cesena, inoltre, nonè la questione di Macfrut. Cesenanon è unica, Macfrut sì. Un’Italiaortofrutticola che non credessein Macfrut si farebbe semplice-mente del male. Nessun ragiona-mento è eterno, ma questo è vali-do per anni. L’Italia non è la Spagna. Se qual-cuno tentasse un’avventura nuo-va sarebbero anni e anni di dolo-ri e di ingenti perdite economi-che. Non auguriamo a nessunogli uni e le altre, tanto meno aDomenico Scarpellini e alla gio-vane Piraccini che meritano dipiù, un appoggio di sistema in-condizionato prima che dallapentola non si cada sulle braci diun’Italia in crisi ma sprecona,un’Italia, ancora una volta, divisae senza idee chiare.

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Macfrut riconquisti l’ItaliaontroeditorialeC CorriereOrtofrutticolo

www.corriereortofrutticolo.it4 N o v e m b r e 2012

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Direttore responsabile:Lorenzo Frassoldati

Redazione:Mirko Aldinucci (coordinatore)

Emanuele Zanini

Redazionevia Fiordiligi, 637135 Verona

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Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

ProfiloCorriere Ortofrutticolo si è affermatocome rivista “di filiera” del settore orto-frutticolo italiano. La rivista collega chiproduce, chi commercializza e chivende al pubblico, oltre ai settori con-nessi (dai macchinari ai trasporti).La diffusione è capillare in Italia, dovesi è allargata alla grande distribuzionealimentare e al dettaglio organizzato. IlCorriere Ortofrutticolo è un formida-bile, unico e specializzato strumento diraccordo e di informazione per l’interosettore. È presente a fiere in Italia e all’esterodove è diffuso a indirizzi specializzati dioltre 30 nazioni.

Diffusione6.000 copie. Ripartizione del mailing:Grossisti 29%, Dettaglianti 23%Produttori 22%, Supermercati 9%Import-export 6,5%, Servizi 5%Tecnologie e Trasformati 2,5%Altri 3%

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L’ELENCO DEGLI

CorriereM E N S I L E D I E C O N O M I AE ATTUALITÀ DI SETTORE

A N N O X X V I - N u o v a s e r i eN O V E M B R E 2 0 1 2

S O M M A R I O

Art.62 in vigore: cosa cambia? PAG.33 Focus sulle certificazioni PAG.44

RUBRICHE

THE FIRST ITALIAN

LOGISTICAIl contenitore riutilizzabile?Aiuta ad ammortizzare la crisi 51

Fruttital prepara l’addio ai magazzini di Albenga 55

Logistica flash 56

DISTRIBUZIONESos Federdistribuzione:La Gd rischia un bagno di sangue 58

La catena russa Magnit al Green Med Forum di Granada 59

BIOLOGICO NEWSFrutta “pulita” 60

In copertina - ProtagonistiGamberini, lo stratega di reparto 23

Primo Piano - “Battaglia” InfomercatiIl “buco” di Infomercati agitae divide il mondo dell’ingrosso 29

Articolo 62 in vigore tra le incognite,filiera perplessa 33

Il calo dei raccolti rilancia la patata 38

ATTUALITÀ

EDITORIALESchiavi della Gdo? Forse 3

CONTROEDITORIALEMacfrut riconquisti l’Italia 4

BORSINO DELL’ORTOFRUTTATassinari, Bruni, Ciardiello, Pisani 10

GENTE & FATTIVip offre un viaggio virtuale nella Val Venosta delle mele (e non solo) 12

Agrintesa conferma Drei e prosegue nei cambiamenti 13

Fini al mercato di Vittoriacaldeggia l’apertura di Comiso 14

La capitale tenta BattaglioMagazzino a Roma per il Centro Sud 15

NOTIZIARIOA Brescia nasce “Tuo”, marketin cui i clienti sono anche soci 17

Pomodoro trasformato,l’Italia rivendica 8,7 milioni di euro 18

Castagne: il Piemonte si salva,la Toscana no 18

Batteriosi del kiwi. L’Europa promettefondi per debellarla 19

I succhi di frutta Pfanneral Mercato di Policoro 19

Om Still investe in Toscana:a Prato una sede da 2.250 metri 20

Stoccaggio dell’energiatema clou di Intersolar Europe 20

L’ANALISIContratto scritto, pratiche sleali, termini di pagamento, sanzioni: l’articolo 62 nel dettaglio 36

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9N o v e m b r e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

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L’esplosione di Fruit Attraction PAG.61 Reportage Asia Fruit Logistica PAG.65

Ortofrutticolo

LA COSTIERA pagina 19MELAPIÙ pagina 16MELINDA copertinaIIIMONSANTO pagina 25MONTINI pagina 1NETPACK pagina 5NUNHEMS pagina 37OP NORDEST copertina IIRILEGNO pagina 57ROSARIA pagina 22SERMAC pagina 72SYNGENTA pagina 11UNITEC pagina 71VALFRUTTA FRESCO pagina 28

INSERZIONISTI

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NEL PROSSIMO NUMERO

! Mele e club di prodottoSono sempre di più e sempre più im-portanti: i club di prodotto tracciano lastrada per il successo produttivo e com-merciale delle mele. Sul Corriere di di-cembre Focus dedicato con analisi delfenomeno e interviste ai protagonisti.

! Il punto sui trasportiLogistica elemento chiave per il set-tore. La crisi però sta cambiando il pa-norama sia per i collegamenti stradaliche per il via mare in termini di inve-stimenti e di “rotte”. Scopriamo le ri-percussioni sul compartoortofrutticolo.

! AgrumiIl consueto approfondimento dellaScheda prodotto viene dedicato agliagrumi: primo bilancio della campa-gna di commercializzazione, proble-matiche, concorrenza. Il tutto, comesempre, attraverso le parole dei princi-pali operatori.

MONDO

SCHEDE PRODOTTOAGLIOMercato condizionato da Cina e Argentina, Europa in fase di “stallo” 67

KIWIRaccolto in picchiata, prezzi inizialiconfortanti. E la batteriosifa un po’ meno paura 70

MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

Consacrazione Fruit Attraction«È la vera rivale di Berlino» 61

Pma Fresh Summit finestra sul mondo 63

Asia Fruit Logistica specchiodi un continente che emerge 65

Non solo fiera: Interpoma fascoprire la “regione della mela” 39

Conserve Italia chiude in attivol’esercizio 2011-2012 40

Mercati - Art. 62 e limite all’uso dei contanti, i grossisti si mobilitano 41

Mercati Flash 41

Certificazioni - Certificazioni strategiche tra sicurezza, qualità e sostenibilità 44

Certificazioni - Nuove frontiere 44

Certificazioni - Certificazione ambientaledifficile da applicare e comunicare 47

Certificazioni - Dnv: passaportoindiscpensabile per la Gd 48

Certificazioni - GlobalGap cresce 49

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“+” e “-” dell’ortofrutta corriereOrtofrutticoloI

" Vincenzo TassinariPortare i prodotti a marchio Coop all’este-ro. E’ questo l’obiettivo del gruppo distri-butivo numero 1 in Italia. Lo ha detto Vin-cenzo Tassinari, presidente del Consigliodi gestione di Coop Italia, in un’intervistapubblicata da Affari & Finanza. L’interna-zionalizzazione, in questo caso, passa at-traverso la partnership con la rete distri-butiva delle cooperative europee. Il che si-gnifica 36mila punti vendita, per un fattu-rato complessivo di 74 miliardi di euro e 30 milioni disoci. Attualmente, in Coop Italia la marca commerciale

rappresenta il 27% del fatturato complessi-vo. E, nel 2011, il brand premium, Fior fio-re, ha registrato un incremento del 20%. Perquanto riguarda il mercato domestico,Coop Italia prevede di chiudere il 2012 conun fatturato di 13,2 miliardi di euro. "Quel-lo che è preoccupante è il calo dei volumi",ha detto, precisando: "Il consumatore è di-ventato uno scienziato della spesa, un acro-bata che opera una selezione precisa deiprodotti: limita gli sprechi, fa attenzione al-

le scadenza, prende confezioni più piccole e fa acquistipiù frequenti". Su

IL BORSINO

www.corriereortofrutticolo.it10 N o v e m b r e 2012

" Paolo BruniFruit Attraction, Salone del Gusto, Raiu-no. Passa il tempo, ma il cav. Paolo Bruniresta un mattatore o, meglio in questa se-de, un ambasciatore dell'ortofrutta, ungran comunicatore. Oltre all'apparenza, c'è anche la sostanza:il lancio a Madrid del nuovo marchio di fi-liera del Cso, di cui Bruni è il presidente,Ortofrutta d'Italia è andato bene e gli ope-ratori cominciano a pensare possa davvero essere utilea rappresentare il nostro Paese all'estero; a Torino, con

una grande operazione di immagine, in unabbraccio solidale ai 2.500 delegati di Ter-ra Madre, Ortofrutta d'Italia ha messo a di-sposizione oltre 400 mila kg di prodotti fre-schi, dalle pere Abate Fetel alle mele e su-sine alle verdure di stagione utilizzate daicuochi del Salone per preparare gustosipiatti per i delegati di tutto il mondo. E intanto il cavaliere continua a essere ri-chiesto in tv perché dice, sorridente e con-vincente, al grande pubblico, come ha fat-

to su Raiuno la mattina del 6 novembre: mangiate or-tofrutta, fa bene. Scusate se è poco. Su

" Pietro Paolo CiardielloÈ già stato in copertina tra i protagonisti diquesto 2012 ma merita un replay. Il 15 no-vembre 1962 veniva fondata a Parete, inprovincia di Caserta, la Cooperativa Sole.Lui ne è lo storico direttore. A distanza di50 anni e 1 giorno, il 16 novembre 2012,l’importante sodalizio ha celebrato il tra-guardo del mezzo secolo con un convegnodi livello nazionale. Il presidente della Re-

pubblica Giorgio Napolitano ha inviato untelegramma di auguri e congratulazioni.Del tutto meritate perché, come Pietro Pao-lo Ciardiello tiene a precisare: “restare sulmercato così a lungo è difficile ovunque, fi-guriamoci in una realtà complessa e riccadi problematiche come il Mezzogiorno”. Coop Sole ce l’ha fatta e ce la sta facendo, aritmi di crescita del 10% annuo, grazie allostretto legame con i 102 soci conferitori. Su

" Maurizio PisaniEccolo di nuovo. Ritorna con una sua nuo-va agenzia di consulenza e servizi marke-ting. Si chiama Pisani Fresh Marketing,nata su iniziativa appunto di Maurizio Pi-sani, manager conosciuto nel settore con20 anni di esperienza, già direttore marke-ting Chiquita e direttore commerciale DelMonte. “L’ortofrutta - spiega - ha un grande biso-gno di marketing di qualità se si voglionoincrementare i consumi ed uscire dalla logica del prez-

zo più basso. Ma attenzione: il marketingdei prodotti ortofrutticoli presenta caratte-ristiche peculiari, che rendono necessariauna forte esperienza maturata nel settore”.L’obiettivo di Pisani Fresh Marketing èquello di affiancare le aziende, i consorzi,le OP del mondo ortofrutticolo nelle loroattività di marketing & trade marketing.L’agenzia offre un servizio che va dallaconsulenza strategica agli aspetti più ope-rativi. Obiettivo: creare valore. In attesa di

giudizio Né su né giù

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FATTI

Nuovo sito web dedicato al mon-do Val Venosta e ai suoi innume-revoli prodotti. Digitandowww.vip.coop si può infatti acce-dere ad un portale semplice edintuitivo che offre ai visitatoriun’informazione completa, im-mediata e veloce. Ricco di immagini che evidenzia-no il rapporto imprescindibile

tra la valle e i suoi eccellenti pro-dotti, il sito internet si presentarinnovato anche nei contenuti.In basso, a dividere la paginaprincipale dal menu di naviga-zione, un prato verde su cui pog-gia una lucente Golden Deli-cious, mentre sullo sfondo le ci-me stilizzate dei monti venostanirievocano i bellissimi paesaggidella valle. Alle mele Val Venosta, il prodottoortofrutticolo più tipico e rappre-sentativo della Val Venosta, è ri-servata un’attenzione particolarecon dossier contenenti ricette,informazioni utili su concorsi epromozioni, curiosità, consigli dibellezza, studiati appositamenteper far conoscere al pubblico delweb le mille qualità di questo pre-giato frutto. Rispetto al sito pre-cedente, il nuovo www.vip.coopcontiene una maggiore quantitàdi informazioni: le pagine sonostate arricchite con nuove imma-gini e i testi sono stati rielaboratied ampliati, in modo da sopperi-re alle esigenze dei diversi targetdi visitatori. Il sito è stato divisoin una sezione per i consumatori,una per i clienti e un’altra riser-vata ai soci produttori. Mentre lasezione dedicata ai consumatoripunta sulla fruibilità e sull’intrat-tenimento, la parte per i clienti èstata arricchita con informazionie dati piuttosto tecnici.

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saggi, e gli utilizzatori di iPhone, iPod touch o iPad potranno divertir-si a inserire la “faccia” scelta su 12 esilaranti personaggi e scenari ispi-rati ai freschi frutti prodotti dalla Cooperativa Sant’Orsola. Una voltacompletata l’immagine, sarà possibile inviare via e-mail il risultatodel proprio lavoro agli amici. E per tutti quelli che ancora non utiliz-zano i dispositivi Apple, l’applicazione “Berry Faces!” è disponibile an-che nella versione per Facebook. Basta cliccare “Mi piace” sulla pagi-na di Sant’Orsola all’indirizzo www.facebook.com/CoopSantOrsolaper iniziare subito a creare i propri fotomontaggi e condividerli. Trauna schermata e l’altra, saranno proposte curiosità e preziosi consiglisui piccoli frutti e su come utilizzarli.

Berry Faces, curiosa“app” di Sant’Orsola

Selenella rinnova il look non solo attraverso il nuo-vo pack ma anche sul web. È da poco online il nuo-vo sito internet, www.selenella.it ricco di informa-zioni sul prodotto e sul Consorzio della Patata Ita-liana di Qualità. Il sito riprende graficamente lacampagna marketing di quest’anno, con una confe-zione studiata per esaltare la qualità e trasmettere iconcetti di naturalità e preziosità.“Un tesoro di patata” è il claim che descrive Sele-nella. La home page raffigura infatti un tesoro, la

patata, nascosto sottoterra che il Consorzio porta al-la luce attraverso una filiera produttiva il cui con-trollo garantisce genuinità e trasparenza.Il consumatore può facilmente ripercorrere tutte lefasi della filiera, dalla produzione della materia pri-ma fino alle fasi di confezionamento e distribuzio-ne, anche via internet: andando sul sito e digitandoil codice di rintracciabilità (C.R.) che si trova sul-l’involucro, si può risalire al luogo di produzionedelle patate Selenella acquistate.

Selenella rinnova “pack” e “web”Grafica coordinata e claim incisivo

www.corriereortofrutticolo.it12 N o v e m b r e 2012

&GE

NTE

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&GENTEa cura di M

irko Aldinucci

FATTI

www.corriereortofrutticolo.itN o v e m b r e 2012 13

Raffaele Drei confermato allapresidenza di Agrintesa; con luicontinueranno a lavorare anche idue vicepresidenti della coopera-tiva faentina, Maurizio Gardini ePier Giorgio Lenzarini.La decisione è scaturita nell’ulti-mo consiglio di amministrazionedopo l'assemblea sociale delloscorso 18 ottobre. Nell'occasionesono stati confermati “Nei prossimi tre anni - spiegaDrei - tre anni dovrà continuareil rinnovamento aziendale negliuomini e nelle strutture. Nel 2012abbiamo inaugurato il nuovo ma-gazzino di Bagnacavallo, stabili-mento all’avanguardia, ma c'èancora altro da fare. Nell’organi-gramma la società cambierà mol-to: è una necessità per continua-re ad essere protagonisti”.Nell’annata agricola 2011-2012,chiuso tra luci ed ombre il fattu-rato Agrintesa chiude a 240 mi-lioni di euro, in leggero aumento

rispetto all’esercizio precedente. “Una stagione complessa un po’per tutte le specie - l’ha definitaDrei alla stampa locale -: produr-re bene è stato difficile per lascarsa disponibilità di acqua inestate. Un mercato tra alti e bassiad eccezione delle nettarine pèerle quali abbiamo avuto delle quo-tazioni più remunerative rispettoal 2011, ma non sufficienti”. Pe-sante il calo nella produzioni au-tunno-invernali con pere e melein flessione anche del 50% a cau-sa del vento caldo da giugno adagosto, mentre i kiwi, in flessio-ne del 20/25% a livello nazionalemostrano una flessione molto

più contenuta per il sistemaAgrintesa: “Insieme ai vignetisalveranno i redditi di molte im-prese”, commenta Drei.“Martedì 16 ottobre il mondo deiproduttori di pere ha firmato unimportante accordo che ha datovita ad un'organizzazione inter-professionale che sarà impegnataa valorizzare prodotto - prosegueDrei -. Dobbiamo cercare mag-giore coesione anche per peschee nettarine, in modo da ritrovarela redditività che manca da trop-po tempo. Incentiveremo il pro-getto alta qualità Valfrutta frescoe il biologico rimane una nicchiastrategica, anche se lì non siamoleader di mercato. Tolti i prodottiindustriali, il fresco viene vendu-to per il 50% all’estero, soprattut-to in Europa anche se i kiwi cheesportiamo per l’80-85% è vendu-to in altri continenti. E l’exportdovrà crescere ancora, è strategi-co per la cooperativa”.

Agrintesa conferma Drei e prosegue nei cambiamenti

Fresh Antalya non si farà. Al-meno per il momento. La fieraturca, che era in programma adAntalya dai 15 al 17 novembreè saltata: rimandata a “data dadestinarsi” la sesta edizionedella rassegna. Lo hanno co-municato gli stessi organizza-tori (Anfas) sul sito della fiera(freshantalya.com), in unoscarno comunicato in cui affer-mano che preferiscono postici-pare l’evento.Il motivo, non riportato in mo-do esplicito, potrebbe derivaredal fatto che molte imprese tur-che del settore non avrebberole possibilità di partecipare permotivi economici e “congiun-turali”.

La crisi fermaFresh Antalya

Giuseppe Giomaro (nella foto) è il nuovo presidente di Fedagro Vero-na. Per Giomaro, 65 anni, si tratta di un ritorno alla guida delle feda-razione dei grossisti del centro agroalimentare scaligero, che avevagià presieduto ininterrottamente per quasi 27 anni, dal 1983 al 2010.Al fianco di Giomaro ci sarà Andrea Saturnini, che è stato nominatovicepresidente. Succedono, rispettivamente, a Graziano Bruno e Mo-nica Zordan che non sono stati confermati nel direttivo.Soddisfatto Giomaro, eletto presidente quasi all’unanimitàdopo una votazione caratterizzata da un'alta affluenza. “Mifa particolarmente piacere la fiducia dimostratami dai rap-presentanti del nuovo consiglio direttivo, un bel gruppo digiovani determinati e capaci a cui servivano nuovi stimoliper rilanciare l'associazione”. Dei 72 grossisti presenti ne-gli stand di Veronamercato ben 67 sono iscritti a Fedagro.“In questi giorni tuttavia - rivela Giomaro - stanno arrivan-do nuovi ingressi nell’associazione, puntiamo ad avere latotalità degli operatori iscritti a Fedagro”. Giomaro ha le idee chiaresulle azioni da intraprendere. “Uno dei primi obiettivi sarà quello diincrementare i rapporti con i mercati dell'Est Europa; l’altro punto èla creazione di un vero e proprio sistema dei mercati veneti (Verona,Padova e Treviso) altamente competitivo”. (E.Zan.)

Fedagro Verona, Giomaro riconquista la presidenza

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FATTIGE

NTE

&

La campagna elettorale? Adessosi fa (anche) tra gli stand dell’in-grosso ortofrutta. Nei giorni scor-si il Mercato di Vittoria ha accol-to un ospite d'eccezione, il presi-dente della Camera GianfrancoFini. Insieme alle autorità localic'era anche il leader dei conces-sionari ortofrutticoli FilippoGiombarresi. Giombarresi haconsegnato a Fini un documentoredatto dai concessionari rappre-sentando poi di persona le istan-ze della categoria. Fini ha spiega-to che il mercato sconta il gravegap infrastrutturale della Sicilia,che oggi può essere colmato dal-l’apertura dell’aeroporto di Co-miso. “Il Mercato soffre per varimotivi - ha detto Fini - ma so-prattutto per la mancanza di in-frastrutture. Riteniamo che l’a-pertura, ormai prossima, dell’ae-roporto di Comiso, possa rappre-sentare uno strumento utile peril vostro commercio”.! Infine haparlato della necessità di rappre-sentare meglio le esigenze dellaSicilia in sede europea nel mo-mento in cui vengono varati ac-cordi importanti come quelli conil Marocco, che porterà in Italiafrutta nordafricana.

N o v e m b r e 201214 www.corriereortofrutticolo.it

Fini al Mercato di Vittoriacaldeggia l’apertura di Comiso

Mini-guerra trentino-veneta per Frutta nelle scuole. I produttori del-la regione autonoma erano inizialmente rimasti fuori dalla fornituradi mele, decisa conì gara d’appalto e gli istituti scolastici della pro-vincia erano stati formalmente invitati dall’assessore all’istruzione aritirarsi dall’iniziativa. Ma poi... “I produttori trentini sono rientrati dalla finestra e procureranno cir-ca il 70 per cento della fornitura locale; a scapito però dei nostri pro-duttori”, la denuncia dell’assessore all’agricoltura del Veneto FrancoManzato. “Il programma ministeriale richie-de probabilmente nuove regole di attuazione,per avvicinare ancor più anche fisicamente iragazzi alla frutta e verdura di stagione del lo-ro territorio. Voler cambiare le regole in cor-sa fa male ai produttori e al progetto stesso”. Manzato parla di “vittime di una guerra dellemele che non fa bene a nessuno a partire dairagazzi e dai responsabili scolastici, per finirecon le imprese agricole e i programmi di con-fezionamento e distribuzione”.!“Noi abbiamo voluto chiudere la questione subito, trovando un accor-do con la Provincia di Trento, perché sappiamo che l’obiettivo è il be-nessere dei ragazzi. Tuttavia aprire in corsa una diatriba per motivi dibottega non sta bene: i nostri produttori sono rimasti fuori da passatiappalti per “Frutta nelle scuole”, ma non abbiamo mai pensato dicambiare le carte in tavola danneggiando altri, nè di creare fumo opolemiche. Se le regole ci sono, vanno rispettate, al di là di quelle chepotevano essere le aspettative”. !

Frutta nelle scuole, polemicaveneto-trentina per le forniture

Grazie al lavoro della cooperativa agricola di Le-gnaia, ha aperto in Tanzania il primo negozio di or-tofrutta. Si trova all’interno dell’ospedale pediatricodi Itigi, la più grande struttura della zona. Un tra-guardo raggiunto nell'ambito del “Progetto Tanza-nia” promosso dalla storica realtà fiorentina checonsiste nell’aiutare la popolazione locale a lavora-re la terra creando opportunità.L’iniziativa di solidarietà è promossa dalla Coope-rativa in collaborazione con gli Amici dei Missio-nari del Preziosissimo Sangue e con la Facoltà diAgraria di Firenze. Tutta la frutta (tipica locale) e le verdure (pomodo-ri, cetrioli, bietola, zucchine, peperoni e melanza-

ne), vendute sia nel piccolo negozio che ai rivendi-tori dei mercati rionali, provengono dalla vicina sa-vana, che viene coltivata con tecniche sempre piùmoderne, grazie anche all’importante aiuto dell'a-gronomo fiorentino della Cooperativa Legnaia.E per ottimizzare il duro lavoro nei campi, il pros-simo passo sarà l’acquisto di un trattore per arare laterra, attività che fino ad oggi viene svolta solo conl’aiuto di animali. Con il Progetto Tanzania, partito nel dicembre2006, la Cooperativa Agricola di Legnaia si è impe-gnata a destinare l’uno per mille del suo fatturato alVillaggio della Speranza di Dodoma e all’ospedaledi Itigi, cifra che potrà essere incrementata da soci.

Tanzania, apre il primo negozio di ortofruttaMerito della cooperativa Legnaia

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FATTIGENTE &CorriereOrtofrutticolo

Il gruppo Battaglio sta trattandoper chiudere un accordo che pre-vede l’apertura di un nuovo ma-gazzino a Roma per la distribu-zione di ortofrutta. L’intesa non èancora stata ufficializzata sebbe-ne il progetto è ben avviato. Lanuova struttura potrebbe partireinfatti già nei prossimi mesi. Conla prospettata apertura del nuovomagazzino l’intento del gruppotorinese, uno dei colossi del mon-do ortofrutticolo italiano, è quel-lo di servire in maniera più orga-nizzata ed efficiente i clienti delCentro e del Sud dell’Italia.L’azienda ha annunciato che ver-ranno forniti maggiori dettaglisull’operazione al momento del-la chiusura dell’accordo, su cui ilpresidente del gruppo, Luca Bat-taglio, preferisce rimanere co-munque cauto. Battaglio, intervistato in occasio-ne della fiera spagnola Fruit At-traction, ha espresso alcuni com-menti personali sull’andamentodel settore della frutta esotica, inparticolare su quello di banane eananas, su cui Battaglio è uno deiprotagonisti a livello italiano edinternazionale), comparto chesta vivendo un’annata particolar-mente movimentata.“Nel settore si stanno creandonuovi equilibri. Nel prossimo fu-turo credo ci sarà sempre menospazio per realtà improvvisate. Cisarà un’ulteriore selezione natu-rale. Le imprese che vogliono“salvarsi” dovranno effettuareconsistenti sforzi per rimanere agalla. I fatti stanno inoltre dimo-strando come sia le imprese mi-nuscole, spesso costrette a chiu-dere, che i gruppi più grandi,sempre più obbligati a raziona-lizzare, stiano incontrando le dif-ficoltà maggiori per rimanerecompetitivi sul mercato. Le cartevincenti saranno sempre più l’of-ferta di alta qualità e servizi. Solocosì si potrà rimanere in corsa inuno scenario altamente competi-

tivo”, conclude Battaglio, la cuiazienda spa omonima specializ-zata nell’importazione e distribu-zione di banane e ananas, facen-te capo al gruppo, quest’annopunta a toccare i 110-115 milionidi euro di fatturato (160 milionicome gruppo Battaglio).

Emanuele Zanini

15N o v e m b r e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

La Capitale tenta BattaglioMagazzino a Roma per il Centro Sud?

La nuova Carmel-Agrexco, che raccoglie l’esperienza della storicaazienda di esportazione da Israele, ha siglato un accordo di distribu-zione in esclusiva per il mercato italiano con la Spreafico Spa. Lo an-nuncia una nota dell’azienda italiana, che mette a segno così un’im-portante collaborazione con una delle principali realtà mediterraneedel settore ortofurtticolo.“Le competenze sulla filiera ortofrutticola israeliana presenti nellaCarmel-Agrexco, insieme alle capacità distributive della Spreafico Spa- prosegue la breve comunicazione dell'impresa di Dolzago (Lecco) -consentiranno una relazione diretta ed efficiente tra l’ampia produ-zione israeliana ed il mercato italiano”.La Spreafico Spa, realtà leader nella filiera ortofrutticola nazionale,nel percorso di sviluppo delle proprie attività di distribuzione dellamigliore produzione italiana ed internazionale, si occuperà di pro-porre all’interno della propria rete commerciale la gamma di prodot-ti israeliani a marchio Carmel-Agrexco.

E Spreafico distribuirà in Italia le produzioni di Carmel-Agrexo

Il Gup di Bologna, Bruno Giangiacomo, ha assolto Vasco Errani al ter-mine del processo celebrato con il rito abbreviato nell’ambito dell'in-chiesta Terremerse in cui il presidente dell’Emilia Romagna era im-putato per falso ideologico. Si tratta di un’appendice della vicenda delfinanziamento di un milione di euro concesso alla cooperativa agri-cola guidata all’epoca dei fatti da suo fratello Giovanni. La sentenza diassoluzione è stata emessa con la formula “perché il fatto non sussi-ste”. Un’eventuale condanna avrebbe portato alle dimissioni di VascoErrani dalla carica di presidente della Regione Emilia Romagna. Losostiene il difensore del governatore, che ha commentato con soddi-sfazione la sentenza di assoluzione. “Credo che il presidente - ha spie-gato l’avvocato Gamberini - sia un uomo molto lineare. Un’eventualecondanna avrebbe provocato inevitabilmente le sue dimissini”. Stral-ciata, come richiesto, la posizione di Filomena Terzini e Valtiero Maz-zotti, i due dirigenti coinvolti nell’ipotesi di falso ideologico perchéautori della relazione sul caso Terremerse finita nel mirino dei Pm.

Caso Terremerse, assolto Errani«Il fatto non sussiste»

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Aprire una catena di supermer-cati in cui i clienti sono anche isoci del punto vendita. L’innova-tiva idea è venuta a Roberto To-masoni e Daniela Bariselli che aBrescia hanno creato “Tuo”, unacooperativa di consumo che hacome obiettivo quello di costrui-re un proprio supermercato “con-sentendo di fare la spesa a buonprezzo e portando utili”.“Il nostro progetto non vuole an-dare contro le multinazionali ole catene della rande distribuzio-ne - sottolinea Bariselli - ma in-tende dare la possibilità alle fa-miglie di risparmiare e addirittu-ra di guadagnare su un bene, laspesa, di cui non possono fare ameno”.Un progetto, è stato definito dagliideatori, a scopo sociale, a cuihanno già aderito, con l’acquistodelle relative quote, 200 persone(la quota di partecipazione è di500 euro, il ristorno sarà pari al10% delle somme spese in un an-no, con inevitabili vantaggi per inuclei numerosi, mentre l’utileverrà ogni anno reinvestito) eche può fare da apripista ad altreiniziative simili.L’obiettivo è arrivare a duemilasoci per poter aprire il primopunto vendita, previsto per ilprossimo giugno, a Brescia. Unanuova filosofia di fondo che se-condo i gestori della cooperativaconsentirà di avere un guada-gno a ogni famiglia sulla spesacon prezzi bassi tutto l’anno,prodotti a chilometri zero e sen-za l’utilizzo di promozioni. “Sa-ranno soldi veri, non buoni ac-quisto o altro. Chi aderisce nonè un mero possessore di tesseraper sconti”, ha spiega Tomasonial giornale Bresciaoggi. Una se-rie di servizi e convenzioni sonogià contemplati, spaziando neivari settori. Ma due opportunità- come spiegano i promotori del-

l'iniziativa - sono particolari. Aisoci verranno riservate ancheparticolari agevolazioni per lefamiglie e create anche opportu-nità di lavoro.Sul sito www.tuotuo.it esiste labacheca lavoro per mettere inrapporto la domanda con l’of-ferta. Quando il punto di distri-buzione sarà attivo, chi even-tualmente rimarrà senza un’oc-

cupazione potrà spendere 300euro al mese per cinque mesi afondo perduto. “Iniziative comequesta nascono proprio nei mo-menti difficili come quello at-tuale - sottolinea Bariselli -quando ci si ingegna per nonsoccombere. Il progetto potrà di-ventare un modello pilota. Lanostra cooperativa avrà una for-te connotazione sociale”.

A Brescia nasce“Tuo”, marketin cui i clientisono anche soci

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NNOTIZIARIONCorriereOrtofrutticolo

Soddisfatto per i risultati fin quiraggiunti in sede Ue per la va-lorizzazione degli alimentari diqualità ma non per i fondi(“servono nuove risorse finan-ziarie a sostegno di queste pro-duzioni nei futuri Programmidi sviluppo rurale”), TiberioRabboni, presidente Arepo, hachiuso l’assemblea annuale del-l'associazione Regioni europeeProdotti d’origine tenutasi a fi-ne ottobre a Bologna.“La valorizzazione è stata possi-bile - ha commentato Rabboni,assessore all’Agricoltura dell’E-milia-Romagna - grazie alle no-stre iniziative e a un impegnocostante che si è tradotto nel-l’accoglimento, nel Pacchettoqualità, delle proposte sulla lot-ta alla contraffazione e alla fal-sificazione dei prodotti a deno-minazione d’origine tutelata”.Alla vigilia della fase finale nel-la discussione sulla nuova Poli-tica agricola europea (Pac), perRabboni è ora “necessario in-tensificare questa capacità pro-positiva, cercando di coglierealtri importanti obiettivi e disensibilizzare l’Europa sulleistanze delle produzioni certifi-cate”.

Arepo: più fondi Ueper Dop e Igp

Ismea e France AgriMer, l’entefrancese di riferimento per l’a-gricoltura, hanno sottoscrittolo scorso 12 ottobre a Roma unprotocollo d’intesa in materiadi informazione economicanei settori agricoli. Tra gli obiettivi dell’accordo lavalorizzazione, attraverso il re-ciproco scambio di dati e lacondivisione di strumenti me-todologici, dei rispettivi patri-moni informativi nell’ottica diuna maggiore trasparenza deimercati agricoli comunitari, edi una conoscenza più accuratadelle dinamiche in atto.L’intesa, che avrà una duratatriennale, prevede nello specifi-co una collaborazione sui me-todi di rilevazione, trattamentoe diffusione dei dati e l’attiva-zione di un interscambio siste-matico delle informazioni suiprezzi agricoli, sulla scia diquanto già è in essere per alcu-ni prodotti ortofrutticoli.Ismea e FranceAgriMer orga-nizzeranno per fine anno inItalia una conferenza europeadegli organismi di rilevazione edi diffusione delle informazio-ni in agricoltura.

Prezzi e dati, Ismea sposa France AgriMer

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CorriereOrtofrutticoloNotiziario

L’Italia ha impugnato dinanzi alTribunale dell’Unione europea ladecisione della Commissione Uedel 2012 che esclude dal finanzia-mento europeo nel settore dellatrasformazione dei pomodori cir-ca 8,7 milioni di euro relativi aglianni 2006 (3,5 milioni), 2007 (2,7milioni) e 2008 (2,5 milioni, acausa di “controlli insufficientisul rendimento della produzionedi pomodori”.Sono interessate quattro Regioni:Puglia, Campania, Lombardia edEmilia-Romagna. La normativaeuropea del 2003 che regola gliaiuti nel settore dei prodotti tra-sformati imponeinfatti alle autoritàdegli Stati membri,al fine di prevenireil rischio che sianodichiarate dai pro-duttori materieprime fittizie, diassicurarsi della consistenza effet-tiva dei quantitativi consegnatialle industrie di trasformazione,attraverso controlli amministrati-vi e contabili su almeno il 5% deiproduttori interessati.Indagini della Commissione -scrive la Corte Ue - “hanno dimo-strato l’assenza di controllo dellaresa di produzione dei pomodorida parte dei controllori locali:quest’ultimi non prendono inesame né rese alla produzionemolto elevate, né rese basse, limi-tandosi a controllare la concor-danza tra le superfici dichiaratenell’ambito del sistema integratoe l’effettiva estensione del terre-no, senza interessarsi all’impattosulla produzione di pomodori”. Per questo la Commissione Unio-ne Europea ha decurtato circa 8,7milioni agli aiuti che avrebbe do-vuto versare all’Italia. Decisioneche ora Roma contesta davanti aigiudici europei. La sentenza è at-tesa nei prossimi mesi.

N o v e m b r e 201218 www.corriereortofrutticolo.it

Pomodorotrasformato, l’Italia rivendica8,7 milioni di euro

Castagne:il Piemontesi salva, la Toscana no

Megaton F1, l’ibrido Nunhems di porroprecoce, sta incontrando consensi sulmercato. Anche per la prossima campa-gna di vendite viene proposto come unadelle soluzioni migliori per garantirealta redditività al mondo della produ-zione orticola.Sviluppato esclusivamente attraversometodo di breeding tradizionale, Mega-ton F1 fa parte di un gruppo di varietà Porro Nunhems denominato“the Next Generation”, che crea sicurezza nelle produzioni e alti li-velli qualitativi in tutti i periodi dell’anno. Megaton F1, si legge in una nota, propone vari vantaggi: elevata pro-duttività, alto peso specifico, uniformità della pianta con un fustobianco medio lungo e non da ultimo, un periodo di raccolta partico-larmente esteso: da giugno fino alla fine di dicembre, permettendoquindi al produttore di coprire sei mesi con un’unica varietà.“Un altro aspetto molto importante di Megaton F1 - sottolinea Jaco-po Leggi, Sales Specialist Porro di Nunhems - è la facilità di pulizia,che è un punto molto importante per i produttori di porro, dal mo-mento che essa incide quasi per un 50% sul costo di produzione. An-che questa caratteristica contribuisce notevolmente ad aumentare laredditività della coltura di Megaton F1. Megaton F1 si adatta bene adiversi tipi di terreno, trovando comunque il suo areale di riferimen-to nel Triveneto e nel Piemonte, dove la coltura del porro rappresen-ta una delle storiche eccellenze del territorio”.

Megaton F1 di Nunhems,il porro del futuro

La castagna piemontese tiene inun periodo di “vacche magre”. Dapiù parti il 2012 è stato definito“annus horribilis” per la castani-coltura: la produzione italiana edeuropea è generalmente poca escadente, ma in Piemonte, nelleprovince vocate (Cuneo e Tori-no), pur con una raccolta mode-sta e a macchia di leopardo sulterritorio, si coglie una certa sod-disfazione fra gli agricoltori. Marco Bellone, castanicolture emembro del Gruppo di interesseeconomico frutta della Cia Pie-monte, e Italo Eliotropio, tecnicoCipat, hanno illustrato la situa-zione in una intervista apparsasul sito internet della Cia: “La

pur magrissima raccolta di casta-gne, comunque di ottima pezza-tura e con altissima percentualedi prodotto sano e gustoso, haconsentito di ricevere una remu-nerazione interessante”.In Toscana invece la siccità e ilcinipide galligeno mettono in gi-nocchio la castanicoltura: produ-zione crollata in tutta la regionedove si registrano perdite conpunte che toccano fino al 90%dello storico. Dove è andata me-glio la produzione si è dimezzatarispetto all’anno precedente.

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L’Europa dichiara “guerra” al“cancro” batterico dell'actinidiaed è pronta a dare assistenza fi-nanziaria agli Stati membri chevogliono attuare una campagnadi eradicazione della malattiache si sta espandendo a macchiad’olio. Una decisione importan-te, in quanto l’Italia è il maggioreproduttore mondiale di kiwi con416mila tonnellate raccolte nel2010.È stato il Comitato europeo per lasicurezza alimentare ed animale,che riunisce a livello tecnico irappresentanti dei 27 Stati mem-bri, a dare il via libera alle pro-poste della Commissione euro-pea per introdurre “misure diemergenza contro la presenza diquesto batterio nocivo, non origi-nario dell'Europa, che attacca lepiante di kiwi ma non ha un im-patto sulla salute pubblica”.Le nuove misure entreranno invigore subito dopo la loro pubbli-cazione sulla Gazzetta ufficialedella Ue. I 27 Stati membri hannoprevisto di limitare le importa-zioni di piante e di polline perl'impollinazione solo dai Paesidove non è presente il batterio,oltre a introdurre misure rigoro-se per evitare la diffusione dellamalattia. Le misure non si appli-cano al commercio del kiwi.

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NNOTIZIARIONCorriereOrtofrutticolo

Circa 32 mila metri quadri ven-duti a un milione e 370 mila eu-ro: i succhi di frutta della Pfan-ner saranno realizzati a Policoro(Matera). L’amministratore uni-co della società Jonica Juice,l’austriaco Hermann Pfanner(foto), ha firmato l’atto di com-pravendita dell’area dell’ex Mer-cato Ortofrutticolo di Policoro,per realizzare un grande impian-to di lavorazione e trasformazio-ne della frutta in succhi.Leader internazionale nel setto-re della trasformazione dellafrutta, la Pfanner, che ha la suasede principale in Austria e ben5 succursali nel re-sto d’Europa, siappresta ad aprirela seconda sedeitaliana (la primaè a Bolzano) a Po-licoro.Accompagnato daisuoi più stretti collaboratori, il redei succhi di frutta, HermanPfanner, ha commentato consoddisfazione l’esito raggiunto:“Un accordo la cui storia vieneda lontano: finalmente investia-mo a Policoro, che non solo hauna forte vocazione in agricoltu-ra, ma ha anche frutta eccezio-nale ed una collocazione territo-riale strategica e baricentrica”.

Batteriosi del kiwiL’Europa promettefondiper debellarla

I succhi di fruttaPfanner al Mercato di Policoro

C’è tempo fino al 23 novembreper candidarsi al Fruit Logisti-ca innovation award 2013, il cuivincitore verrà premiato l’8 feb-braio durante l’ultimo giornodella rassegna berlinese. Saran-no in lizza le innovazioni in-trodotte tra novembre 2011 e ot-tobre 2012.A decidere il vincitore sarannoi 55.000 visitatori professionaliattesi da 130 paesi nel quartierefieristico della capitale tedesca. Precedenti vincitori del Flia lalattuga “Salanova”prodotta daRijk Zwaan (2006), "Vitaminiedi spuntino vegetale” prodottoda FresQ / Rainbow GroupGrowers (2007), il pomodoro"Intense" firmato da NunhemsNetherlands BV (2008), il“Green Dolce Pepper”, EnzaZaden (2009), la tecnologiaArils (ART) di Mehadrin Tnu-port Export (2010), il" FingerLimeburst Limes" (2011) e infi-ne, quest’anno, “Angelo”, pepe-rone dolce in miniatura prodot-to da Syngenta Seeds BV (2012).

Fruit Logistica premial’innovazione

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Notiziario

Om Still, società leader nella pro-gettazione e produzione di carrel-li elevatori, macchine da magaz-zino, trattori, trasportatori e nel-l’offerta dei più moderni sistemiper la logistica integrata, inaugu-ra la nuova filiale Toscana, situa-ta a Prato nell’area industrialeMacrolotto; servirà le provinciedi Firenze, Prato, Pistoia, Siena,Arezzo e Grosseto.La filiale, uno stabile costruito exnovo, occupa una superficie co-perta di 2.250 metri quadri, quasidoppia rispetto alla vecchia sededi Campi Bisenzio. Ospita un’a-rea uffici di circa 350 metri qua-dri, una sala corsi, un deposito dicirca 1.300 metri quadri e un’offi-cina di oltre 600, dotata di un lo-cale per la ricarica delle batteria,lavaggio e carroponte. La nuovafiliale ha l’obiettivo di svilupparein modo sensibile il proprio fat-turato. “Gli eccellenti risultati ot-

tenuti in Toscana - ha dichiaratoEttore Zoboli, Ceo di Om Still - cihanno convinto ad investire inun progetto di crescita che preve-de la realizzazione di questa nuo-va e più ampia filiale con l’as-sunzione di nuove risorse profes-sionali”. Nonostante la negativacongiuntura economica, dal 2008la vecchia filiale di Campi Bisen-zio - inaugurata nel 1985 - regi-strava volumi di crescita ogni an-no. “Negli ultimi anni - spiega Fa-bio Caralvi, responsabile della fi-liale - abbiamo sviluppato consi-derevolmente il business, in par-ticolare il noleggio e il service,razionalizzando l’organiz-zazio-ne al fine di eliminare gli spre-chi. Grande impulso è giuntodalla fusione Om-Still”.

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Circa 66.000 visitatori da 160 na-zioni e 1.909 espositori da 49 na-zioni: sono questi i dati consun-tivi della Intersolar Europe 2012che testimoniano la dimensioneinternazionale raggiunta dallafiera in questa edizione. La paral-lela Intersolar Europe Conferen-ce e gli eventi connessi hanno vi-sto la partecipazione di 2.000persone provenienti da 60 nazio-ni. Visitatori ed espositori del-l’appuntamento bavarese hannodimostrato un particolare inte-resse ai temi legati all’immagaz-zinamento di energia e all’inte-grazione alla rete, illustrati tral’altro nell’esposizione specialePv Energy World. Complessiva-mente 140 espositori internazio-nali hanno potuto presentareprodotti e soluzioni innovativein questo segmento. Entrambe letematiche assumeranno in futu-ro valenza sempre maggiore.

Om Still investe in Toscana:a Prato una sede da2.250 metri quadri

Stoccaggiodell’energia tema clou diIntersolar Europe

Toyota lancia un innovativo sistema di sicurezzaper i magazzini: SpotMe. Progettato con sensori adinfrarossi sensibili alla direzione di marcia, rilevala presenza di carrelli elevatori e pedoni agli incro-ci e li allerta.Ogniqualvolta un potenziale pericolo di impattoviene identificato, un segnale comincia a lampeg-giare, contribuendo così a ridurre considerevol-mente il pericolo di collisione.SpotMe è stato specificatamente ideato per la prote-zione dei lavoratori e delle merci trasportate daiveicoli all’interno degli stabilimenti. I conducentidei carrelli elevatori eseguono frenate meno bru-sche, contribuendo anche in questo modo a ridurrei consumi di energia e a meglio preservare i veicolidurante le normali operazioni. L’unità può essereconnessa sia con una batteria indipendente che at-taccata alla corrente. “I magazzini sono ambienti di lavoro molto dina-mici e trafficati che richiedono un’attenzione par-ticolare non solo ai conducenti di carrelli elevatori,

ma anche ai pedoni. SpotMe utilizza luci lampeg-gianti alternate che sono molto più visibili dei tra-dizionali lampeggiatori o di altre tipologie di luci diemergenza. Oggi questo dispositivo ha dimostratola propria efficienza, sia nell’aumentare il livello disicurezza sia nell’abbattere i costi”, afferma HansLarsson, responsabile dell’area sistemi in ToyotaMaterial Handling Europe.SpotMe è una delle iniziative che Toyota MaterialHandling intraprende per aumentare la consapevo-lezza sui rischi nel corso della “Settimana Europeaper la Salute e la Sicurezza” che ha avuto luogo dal22 al 26 ottobre. Un evento sostenuto dall’AgenziaEuropea per la Salute e la Sicurezza nei luoghi di la-voro (EU-OSHA) nell’ambito della campagna 2012-2013 “Lavoriamo insieme per la prevenzione dei ri-schi” di cui Toyota è partner ufficiale.

Toyota lancia SpotMe, dispositivoche riduce i rischi nei magazzini

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* Varietà in corso di iscrizione con APV. Denominazione in corso di convalida.

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ROSARIA

Rosaria è l'arancia rossa coltivata alle pendici dell'Etna da un gruppo di produttori associati secondo rigorose tecnichedi produzione integrata. Fresca, succosa, profumata e con la caratteristica pigmentazione “rossa”: infatti, grazie allaforte escursione termica tra il giorno e la notte, si accelera il processo di pigmentazione che fa diventarerosse le arance e che dà loro un'inconfondibile ricchezza organolettica.

Oggi Rosaria è anche una spremuta 100% di arance rosse,sempre fresca e disponibile tutto l’anno.

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Finanziato con i contributi della Comunità Europea.Regg. CE 1234/2007 - 543/2011. Programma Operativo2009/2013. Programma Esecutivo 2012. Azione n. 3

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CorriereOrtofrutticoloPROTAGONISTI

COPERTINA C

! Lorenzo Frassoldati

È uno dei 10 uomini d’oro del-l’ortofrutta italiana. ClaudioGamberini, 59 anni, bolognesedoc, è il “Group category mana-ger” per l’ortofrutta di Conad , se-conda colosso distributivo nazio-nale di matrice cooperativa, pre-sente in tutta Italia, con un girodi vendite al consumo di circa 10miliardi di euro. Una vita passataa contatto col mondo dell’orto-frutta, prima come direttorecommerciale di Conor (oggiAgribologna) poi dal 1994 nellasede centrale Conad a coordinaregli acquisti. Sotto la sua gestionenumeri da primato: acquista or-tofrutta (compresa frutta e legu-mi secchi) per oltre 500 milionidi euro (dati 2011) per circa419.000 tonnellate di prodotto.L’ortofrutta è il suo mestiere maanche la sua passione: il compar-to vale il 10% delle vendite totaliConad. “Questo settore per noi èstrategico: vendiamo più prodot-to fresco della nostra quota dimercato in virtù del dna dei no-stri soci che nascono appunto co-me dettaglianti e perché siamonati e cresciuti proprio nelle areegeografiche dove l’ortofrutta c’èda sempre. Consideriamo il re-

parto ortofrutta il nostro miglio-re biglietto da visita, anche se c’ètanta strada da fare. Lavoriamosulla formazione dei nostri capi-reparto e continuiamo a fare co-municazione al consumatoreperché l’ortofrutta è un parame-tro di scelta che distingue i nostripunti vendita”.

Come chiuderà il 2012 per l’orto-frutta Conad? “A parità di rete faremo gli stessi

volumi del 2011, il che è un granrisultato visti i tempi”

E a proposito di tempi, il presiden-te di Federdistribuzione Cobolli Gi-gli ha detto che in cinque anni i ri-cavi della Gdo sono calati del 5%,che i margini delle catene si sonoquasi azzerati e che “o dal 2013 ini-zia la ripresa o la grande distribu-zione sarà in grande difficoltà”.“C’è uno scenario di grandissimadifficoltà per il Paese e la Gdoinevitabilmente ne risente e stasoffrendo. Poi l’introduzione del-l’art. 62 sottrae cash flow alleaziende. Comunque Conad si di-fende bene, ogni anno siamo cre-sciuti e anche il 2012 si chiuderàcol segno positivo”.

A proposito di art.62 voi come vistate muovendo?“Ci siamo attrezzati per rispettarela legge e partiremo coi contrattinuovi entro fine anno. Saremo ri-gorosi e intransigenti anche coinostri fornitori perché non si ve-rifichino episodi di concorrenza

23N o v e m b r e 2 0 1 2 www.corriereortofrutticolo.it

Claudio Gamberini - group category manager di Conad e uomo di punta dell’ortofrutta italiana - a ruota libera:

consumi, articolo 62, competitor. E una stoccata ai Mercati

LLoo ssttrraatteeggaa ddii rreeppaarrttoo

Claudio Gamberini, 59 anni

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CorriereOrtofrutticoloPR

OTAG

ONIS

TI

sleale. Sulla vicenda del sottoco-sto, adotteremo una linea di tra-sparenza: chi mi vende prodottosottocosto me lo deve dire, deverisultare in fattura”.

Il ministro Catania dice che con laGdo prima si sono fatte le barrica-te poi il clima è migliorato…“Sull’art. 62 abbiamo respinto iltentativo di un’interpretazionepunitiva nei nostri confronti.Quanto all’Interprofessione sia-mo rientrati (assieme a Coop eFederdistribuzione) nell’OI na-zionale su sollecitazione del mi-nistro perché questo è il momen-to di dare una mano alla filieraagricola, di lavorare assieme pertrovare nuove regole. Nell’OI Perasiamo tra i promotori dell’accor-do perché la riteniamo una svol-ta utile per rilanciare questo no-stro grande prodotto. Piuttosto sideve lavorare perché l’OI Peracollabori strettamente con l’OInazionale perché c’è bisogno diuna razionalizzazione e di sfolti-re tutti questi organismi”.

Coi cugini della Coop come sono irapporti?“Ottimi, ma siamo concorrentisul mercato anche se al bisognosi lavora assieme sui grandi temi,ad esempio l’art. 62. Poi la com-petizione fa bene, stimola a cre-scere ed innovare. Noi da 5-6 an-ni cresciamo più di Coop e ab-biamo un sogno: diventare leaderdi mercato in Italia tra le catenenazionali”.

L’organizzazione della nostra agri-

Copertina

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Conad compie 50 anni. Infatti nasce nel 1962 a Bologna, con l’ob-biettivo di creare una cooperativa fra esercenti dettaglianti in gra-do di affrontare il mercato che negli anni ‘60 stava subendo unaforte trasformazione della rete commerciale. “Quella sfida si puòaffermare che stata vinta - dice Gamberini - Conad oggi è un siste-ma che raggruppa 8 grandi cooperative con una presenza di puntidi vendita in tutte le provincie d’Italia. Sono più di 3.000 i punti divendita Conad gestiti da soci in Italia divisi tra prossimità, super-mercati, superstore e Ipermercati. Oggi Conad è la secondainsegna in Italia per quote di mercato, dal febbraio 2006 fa partedi Coopernic assieme a Colruyt Belgio, Coop suisse Svizzera,Leclerc Francia e Rewe Germania. Coopernic è la prima Coopera-tiva europea con un giro di affari di oltre 120 miliardi di euro ed èpresente in 18 paesi”.Le ragioni di questo successo? “La visione e la forte capacità di fa-re squadra e questo succede anche nel settore ortofrutta. La colla-borazione tra i responsabili di settore delle cooperative e la centra-le sono in perfetta sintonia e le decisioni che vengono presevengono prima discusse e velocemente implementate. Siamo for-temente convinti che le aziende vincenti sono quelle che lavoranoin team e nella squadra si mette al centro l’obbiettivo da raggiun-gere valorizzando le doti e i meriti delle persone. Siamo una coo-perativa e il ruolo dei nostri soci-imprenditori che gestiscono i no-stri punti di vendita sono determinanti. La nostra capacità di ana-lisi del mercato è quasi in tempo reale: le decisioni sono veloci enello scenario di crisi economica attuale questo diventa un fattorestrategico di competitività”. (L.Frass.)

I 50 anni di Conad, una sfida vinta:«Merito di visione e capacità di fare squadra»

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CorriereOrtofrutticoloPR

OTAG

ONIS

TI

coltura - e l’ortofrutta non fa ecce-zione - è molto carente. Voi conquali filiere lavorate meglio?“La risposta è banale: con quellemeglio organizzate, in primo luo-go le mele. Pochi marchi, territo-ri di provenienza ben organizza-ti, merce certificata e innovazio-ne di prodotto. Un esempio di ef-ficienza che consente anche anoi di pianificare per tempo co-sti, logistica, marketing. Nel me-se di ottobre- novembre abbiamopianificato tutta la campagnamele del 2013. Diverso è invece ilcaso, per esempio, della filieraagrumicola, molto parcellizzata econ la quale si fa più fatica a pia-nificare un programma commer-ciale. In sintesi: l’efficienza, l’or-ganizzazione a monte del mondoproduttivo è fattore competitivoanche per noi a valle”.

Ortofrutta bio e quarta gamma: ungiudizio su questi business innova-tivi.“Il bio per noi è una nicchia. Adifferenza di altri abbiamo ri-nunciato a farci una nostra mar-ca privata a favore di accordi coiprincipali brand del settore peruna questione di credibilità versoil consumatore. La quarta gam-ma invece è il tipico prodotto diservizio e qui Conad gioca da lea-der. Abbiamo investito su un no-stro brand (“Conad percorso qua-

lità”) e cresciamo a due cifre ognianno con 75 milioni di vendite.Continueremo ad investire per-ché questi prodotti rappresenta-no uno stile di vita e sono ricchidi valore”.

Filiera corta, lunga o cosa?“Banalità, falsi problemi. Com-priamo il 95% dell’ortofrutta daiproduttori associati in coop/Op oda imprese private. In pochi gior-ni i prodotti sono sui nostri ban-chi. Più corta di così…per noil’intermediazione non esiste. Seinvece filiera corta o km zero si-gnifica vendere solo in Italia onelle aree di produzione, siamoall’autolesionismo. Piuttosto ilproblema vero è un altro: trovareaziende singole o associate effi-cienti, forti, organizzate”.

Qual è il vostro fornitore ideale?“Un fornitore che si rispetti deveessere ben strutturato, in grado diportare sul mercato idee, novità,innovazioni di prodotto. La pre-messa, però, è che le aziende pro-duttive siano anche in grado difare utili, altrimenti ricerca e in-novazione rimangono parolevuote. Noi, da parte nostra, siamoriusciti a portare la comunicazio-ne del valore salutistico di fruttae verdura in tv, cercando di rag-giungere una platea quanto piùvasta possibile. Ma non possiamo

fare anche il lavoro degli altri”.

Sull’italianità del prodotto…“Non prendiamo lezioni da nes-suno. Tranne ananas e banane il92% dei nostri acquisti è produ-zione nazionale, quindi siamo iprimi alleati del mondo produtti-vo”.

Le catene della Gdo si sono createle loro piattaforme logistiche by-passando i Mercati all’ingrosso.Questa concorrenza continuerà op-pure è possibile in futuro un’inte-grazione coi mercati che voglionodiventare fornitori non solo di ma-teria prima ma di servizi vari,principalmente la logistica?“Rispetto all’evoluzione organiz-zativa che c’è stata nel mondo delretail ortofrutticolo, i Mercati al-l’ingrosso hanno segnato un ri-tardo. Questo non significa chenon sia possibile collaborare. Ab-biamo avuto proposte da alcunimercati generali per darci alcuniservizi e in alcuni casi abbiamomesso in moto una collaborazio-ne. Però il ritardo accumulato neltempo si fa sentire perché con 50anni di storia, abbiamo consoli-dato una serie di fornitori di ser-vizi che ci affiancano nell’affron-tare tutte le problematiche di unmercato evoluto. Restiamo co-munque aperti a tutte le formeinnovative di collaborazione”. !

Copertina

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CorriereOrtofrutticolo PRIMO PIANO P

! Antonio Felice

Annibale Feroldi, direttore di Bor-sa Merci Telematica, precisa sere-namente: “Nel mese di maggioBorsa Merci Telematica ItalianaS.c.p.a. (BMTI) è entrata nellacompagine sociale del ConsorzioInfomercati con l’acquisizione del47% del fondo consortile e conl’assunzione della qualifica di ge-store del Consorzio tramite la sot-toscrizione di un contratto d’affit-to di ramo d’azienda. BMTI rivesteun ruolo neutrale e terzo nell’am-bito del Consorzio occupandosiesclusivamente della sua gestioneal fine di conseguire i seguentidue obiettivi: 1) contribuire al ri-sanamento economico: nel 2012sono stati, infatti, dimezzati i costia carico dei mercati consorziati e,come risulta dal bilancio previsio-nale 2013 presentato ad ottobre inassemblea, nel prossimo anno ilconsorzio Infomercati si troveràin pareggio economico e, di con-seguenza, i consorziati non do-vranno versare nessun contributorelativo all’anno 2013; 2) valoriz-zare al massimo il patrimonioinformativo in modo da assicurarela trasparenza dei prezzi all’in-grosso, fornendo i primi serviziinformativi che verranno erogatimensilmente e gratuitamente aiconsorziati già da dicembre 2012.Siamo soddisfatti degli importantirisultati raggiunti finora e credia-mo che, grazie alle sinergie traBMTI e il Consorzio Infomercati,ancora molto si possa fare per va-lorizzare il prezioso patrimonioinformativo sui prezzi dei prodottiortofrutticoli”.Ma il clima non è così sereno. Trai Mercati all’ingrosso italiani,Infomercati è diventato il pomodella discordia. Restano i buchidel passato da ripianare. E non so-no “noccioline”. All’assemblea del15 ottobre a Roma, i mercati di Ve-rona (Veronamercato) e Padova

(Maap) hanno presentato un do-cumento unitario a sostegno dellachiusura di una esperienza giudi-cata estremamente negativa a li-vello gestionale ed economico. ll'buco' che i 33 soci sono chiamatia ripianare è infatti di un milione292 mila euro a cui vanno aggiun-ti i 170 mila euro della gestione2012. Il documento dei veneti, fir-mato dal presidente di Verona Er-minia Perbellini e dall'a.d. di Pa-dova, Giancarlo Daniele, è statoletto in assemblea dal direttore delMaap Francesco Cera.Ecco il testo integrale: “Maap e Ve-rona Mercato intendono nuova-mente sottoporre all’attenzionedell’assemblea di Infomercati leproprie contestazioni in ordine al-la gestione commissariale delConsorzio, laddove quest’ultimaha intrapreso la strada della rico-stituzione degli organi sociali purin presenza della ferma contra-rietà in tal senso espressa da partedi tutti i mercati consorziati, adeccezione di Roma e Milano. 1) Si evidenzia, in primo luogo,che la ricostituzione degli organisociali del Consorzio è avvenutadurante l’ultima Assemblea del 19luglio 2012 con il voto determi-

nante di BMTI S.p.c.A. (Borsa Mer-ci Telematica Italiana), già presen-te con una quota del 47% del valo-re del fondo consortile. Nel corsodella suddetta assemblea, pur afronte di specifica richiesta, nonsono state precisate le modalità ditale ingresso, in relazione al qualenon è stata addotta alcuna specifi-ca determinazione. In particolare,non risulta richiamata alcuna pre-cedente determinazione del Com-missario straordinario tale daescludere l’ordinaria competenzadell’Assemblea ai sensi dell’art. 11,lettera h, laddove stabilisce che“l’Assemblea delibera sull’ammis-sione dei nuovi consorziati, sullerichieste di recesso e sulle conse-guenti modifiche delle quote con-sortili e l’aumento del fondo con-sortile ai sensi dell’art. 4 del pre-sente Statuto”. Non è quindi datodi capire per quale ragione l’am-missione di BMTI non sia stata ri-messa all’Assemblea dei consor-ziati, ma sia stata prospettata allastessa come già consolidata. Siprecisa che tale circostanza è stataoggetto di una tempestiva azionegiudiziaria intrapresa da Maap da-vanti al Tribunale di Roma.2) In secondo luogo, la contrarietàdi Maap e Verona Mercato - non-ché della quasi totalità dei Mercaticonsorziati - alla prosecuzione delConsorzio è dovuta al fatto che leperdite maturate da Infomercatinon possono e non debbono esse-re assunte dai mercati consorziatianche per la parte di competenzadei mercati inadempienti all’ob-bligo legislativo di far parte delConsorzio. La quota di tali merca-ti deve essere necessariamente as-sunta dai medesimi ovvero dal Mi-nistero che non ha avviato - né di-rettamente né tramite i Commis-sari straordinari dallo stesso no-minati - alcuna iniziativa per im-porre l’adesione dei mercati ina-dempienti ovvero per il pagamen-to da parte di questi ultimi delle

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“BATTAGLIA” INFOMERCATIIl “buco” di Infomercati agita e divide il mondo dell’ingrosso

Nostra inchiesta esclusivatra i protagonisti con tutte

le tappe della vicenda

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CorriereOrtofrutticolo

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INFO

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Primo piano

somme che sarebbero stati tenutia corrispondere. Non è quindi ac-cettabile che si perpetui tale ina-dempienza dei mercati interessatie tale omissione del Consorzio edel Ministero in danno dei merca-ti consorziati.La prosecuzione del Consorzio ri-chiede quindi prioritariamente laregolarizzazione della compagineconsortile e comunque la correttaattribuzione delle spese pregressemediante accertamento dell’ina-dempimento dei Mercati rimastiestranei al Consorzio e risarci-mento del relativo danno, costitui-to per l’appunto dalla mancatacorresponsione delle spese in que-stione oltre che di ogni ulteriorepregiudizio arrecato al Consorzio.Si chiede quindi che Infomercatisi astenga da qualsiasi forma diazione di recupero nei confrontidel mercati consorziati e attivi im-mediatamente ogni possibile pro-cedura giudiziaria nei confrontidei mercati non consorziati.

3) In terzo luogo, si richiama l’at-tenzione ancora una volta sulla so-stanziale inutilità e non remune-ratività delle attività cui Infomer-cati, a seguito della propria “rico-stituzione”, intenderebbe dare cor-so. Tale circostanza richiede unaspecifica presa d’atto da parte ditutti i soggetti interessati, ivi com-presi il Ministero e Infomercatimedesimo. Si segnala, sotto taleprofilo, come le attività di rileva-zione svolte dai Mercati consorzia-ti non possano considerarsi rese atitolo gratuito e le spese a tal finesostenute debbano essere necessa-riamente rifuse dal Consorzio, cir-costanza che rende ancora più in-sostenibile l’attività del medesi-mo. Maap e Verona Mercato - con-clude il documento - non possonodunque che richiamare gli attualivertici del Consorzio e con essi tut-ti i consorziati alla doverosa presad'atto di quanto sopra esposto echiedono conseguentemente chevenga rimessa in discussione la

validità delle delibere assembleariassunte il 19/07/2012 e con essal'opportunità ed anzi la stessa ne-cessità della prosecuzione delConsorzio”.Sia il presidente di InfomercatiStefano Zani (Milano) che il viceFabio Massimo Pallottini (Roma)hanno cercato di ricucire soste-nendo che quella del passaggio aBMTI è la strada più conveniente.Zani ha fatto alcune precisazionisui costi attuali di gestione: il cdain carica non percepisce nulla fat-ta eccezione per i rimborsi spese;è stata chiusa la sede di Milano(stop all'affitto locali); è stato te-stato un nuovo sistema con disdet-ta del contratto Cyborg; i servizisaranno gratuiti per i consorziati;l'attività di fornitura dei dati daparte dei mercati è obbligatoria,non gestibile in altro modo; l'in-gresso di BMTI consente di abbat-tere i costi di gestione per il 2012 edi affrontare il 2013 a costo zero.E il 'buco' da ripianare? Le posi-

INFIA

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CorriereOrtofrutticolo“BATTAGLIA” INFOMERCATI

PRIMO PIANO Pzioni tra i mercati aderenti sonodiverse. Hanno versato la loro quo-ta Bolzano, Piacenza, San Benedet-to, Bergamo, Trieste, Forlì, Rimini,Treviso, Firenze e Cagliari; hannoriconosciuto il debito e sottoscrit-to il piano di rientro Roma, Tori-no, Napoli, Parma, Catanzaro, Mi-lano e Bologna; hanno riconosciu-to il debito Novara e Vittoria. PerMercati Associati ci sarà una par-tita di compensazione; FedagroMercati nel prossimo direttivo de-ciderà che posizione assumere. Pa-dova e Verona non versano la loroquota dal 2008. Per Udine, Siracu-sa, Genova, Cesena e Catania, i le-gali stanno discutendo Ie relativeposizioni. Chi avrebbe potuto co-stituire l'ago della bilancia, il pre-sidente di Mercati Associati (l'as-sociazione degli enti gestori deiCentri agro-alimentari italiani)Giuseppe Pavan, non ha potuto es-sere presente all'assemblea roma-na per motivi personali. La posi-zione di Mercati Associati - ha fat-to comunque sapere Pavan - èchiara: Infomercati è da chiuderenei modi consentiti dalla legge nelpiù breve tempo possibile.Chi invece era presente a Roma èil presidente nazionale dei grossi-sti (Fedagro), Ottavio Guala, unuomo-chiave nella storia del Con-sorzio Infomercati, che tuttavia ri-fiuta il ruolo di capro espiatorio:“Mi assumo - ha dichiarato inesclusiva al Corriere Ortofruttico-lo - tutte le responsabilità che micompetono. Si poteva fare di me-glio. Quando si lavora, si può sem-pre far meglio. Ma non accetto sivada oltre. I verbali ci sono, la con-tabilità c'è e sono a disposizionedi tutti”.Ma come è nato e perché il Con-sorzio Infomercati? Bisogna parti-re da qui per fare luce nel polvero-ne. All'origine c'è la legge 421 del1996 che prevede finanziamentiper creare una rete informaticatra i mercati costruiti con i soldidella legge 41 del 1986. Il Consor-zio viene costituito il 10 luglio1997 con una legge che stabilisceche obbligatoriamente ne entrinoa far parte tutti i mercati che han-no beneficiato della 41/86. I bene-

fici della famosa 41/86 sono noti:nella costruzione dei nuovi merca-ti il 40% del contributo è stato da-to a fondo perduto dallo Stato, il35% a tasso agevolato mentre è ri-masto a carico dei proprietari deimercati il restante 25%. Grazie aquesta legge, l'Italia si ritrova oggicon alcuni dei più moderni mer-cati all'ingrosso d'Europa e delmondo. E con Informercati.A Milano nel 1999 - è Ottavio Gua-la a ricordare questa storia - vienepresentato il progetto che attribui-sce al Consorzio le sue funzioni. Ilprogetto viene valutato 6 miliardidi lire e riceve un finanziamento afondo perduto pari all'80% (4,8miliardi) mentre a carico dei socirestano un miliardo e 200 milioni.Ai soci entrati per legge, si ag-giungono nuovi soci, a partire dal-la società che gestisce l'Ortomer-cato di Milano, la Sogemi. E' pro-prio il direttore generale di Soge-mi di allora, Giuseppe Bonizzi, adiventare il primo presidente diInfomercati. L'anno dopo gli su-bentra il presidente di lungo corso(2000-2009) Claudio Sassi, bolo-gnese, nel 2000 presidente anchedi Mercati Associati. Tutti i big deimercati italiani - ricorda Guala - apartire da Roma e da Milano, se-devano nel consiglio di Infomer-cati. Guala, presidente di Fedagroininterrottamente dal 1997, entrain Informercati nel 2000, con Sas-si, e ne diventa uno dei due vice-presidenti; l'altro era Vittorio Boc-ca di Roma. Il consiglio di Fedagroè così ampio che nelle sedute si fa-tica a raggiungere il numero lega-le: viene così costituito nel 2002un Comitato esecutivo che prendein mano la situazione. Ne fannoparte il presidente, i due vice equattro consiglieri.Quando, all'inizio del 2002, la liraviene commutata in euro, il 'fa-moso' miliardo 200 milioni a cari-co dei soci diventa un importo di600 mila euro, ma non una bricio-la di questi soldi entra nelle cassedi Infomercati, che intanto comin-cia a operare e a spendere. Allasua funzione statistica credono inpochi, forse nessuno. Il Consorzioriceve i prezzi rilevati quotidiana-

mente dai singoli mercati, li ela-bora e li fornisce al settore pubbli-co e a qualche cliente: dov'è l'uti-lità e, soprattutto, dov'è il busi-ness? Difficile rispondere, anchese Infomercati assume personalevalido, specializzato, statistici chesanno il fatto loro. Dal 2002 finoalmeno al 2005 il Comitato esecu-tivo crede in un'altra funzionedel Consorzio. Dice Ottavio Gualain proposito: "Il Consorzio è ser-vito molto ai mercati nella batta-glia politica e sindacale a difesadei grossisti e dei mercati stessisulla trasparenza dei prezzi. Il set-tore dell'ingrosso era periodica-mente sotto accusa non solo daparte dell'opinione pubblica maanche di parte della filiera. Conla trasparenza sui prezzi abbiamosuperato le prevenzioni contro dinoi e la cabina di regia di questoè stata Infomercati. Abbiamo cer-cato veramente di fare chiarezzanella filiera portando in luce idue passaggi principali attraversola rilevazione dei prezzi all'in-grosso e quella al dettaglio. La ri-levazione all'ingrosso ci ha difesoda accuse infondate. Quella aldettaglio è stata ritenuta inutile oforse, direi, scomoda. Per questola funzione statistica del Consor-zio ha perso il significato che po-teva avere".Il ragionamento fila ma è la 'tom-ba' per Infomercati, che econo-micamente non sta in piedi; vie-ne a nudo il 'carrozzone' che infondo è sempre stato. Nel 2009 ilpresidente Sassi si dimette e Gua-la è tra coloro che portano il Con-sorzio verso il commissariamen-to. Il problema è che Infomercatinasce con legge dello Stato e soloun provvedimento analogo puòfarlo morire. Entra così in unostato pre-agonico. Resuscitarlo,chiuderlo?La risposta sta nelle prossimepuntate, rese incerte da un climadalle tonalità diverse: la serenitàdi Feroldi, la rabbia dei veneti, lamalinconia di Guala, la modera-zione di Zani e Pallottini. E dauna crisi che rende improbabilela via d'uscita a carico dello Stato.

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CorriereOrtofrutticoloARTICOLO 62

ATTUALITÀ P

! Mirko Aldinucci

Sarà vera “rivoluzione”? E riu-scirà realmente a migliorare irapporti di filiera? Le perplessitànon mancano. A pochi giornidall’entrata in vigore dell’artico-lo 62, che punta a garantire unamaggiore trasparenza dei rappor-ti attraverso l’obbligo della formascritta per i contratti di cessionedi beni agricoli e alimentari, laprecisa fissazione di limiti per ipagamenti (60 giorni per i pro-dotti non deperibili, 30 per i de-peribili), divieti e sanzioni per icomportamenti sleali, le incogni-te restano tante. E non solo tra i player della gran-de distribuzione, critica da sem-pre sul provvedimento. E così, il 24 ottobre, giorno dell’“ora X”, Coldiretti si affrettava ascrivere che “vigilerà su eventua-li ribassi dei compensi che spet-tano ai produttori” mentre la Ciaparlava di provvedimento positi-vo “che presenta tuttavia alcuniaspetti critici sui quali occorreintervenire con opportune modi-fiche evitando che vi siano pro-blemi di condizionamenti di su-balternità o di debolezza dei sog-getti fornitori”. Confagricoltura valuta l’art. 62utile per gli agricoltori ma ritie-ne andrà rivisto perché “non te-nendo conto del ciclo produttivoagricolo e degli acquisti interniai settori, crea problemi ad alcu-ni comparti importanti della’gri-coltura: un produttore che acqui-sta una piantina, o del mangime,e fa crescere la pianta o l'anima-le, si troverà nella situazione didover pagare a 60 giorni ma poia rivendere a distanza di mesi”.Perentorio il presidente di Feda-gri-Confcooperative MaurizioGardini, portavoce dell’Alleanzadelle Cooperative agroalimenta-ri: “un intervento normativo cheintroduce elementi che vanno a

mutare profondamente prassi ra-dicate negli scambi commerciali.Sono fin troppo evidenti, e di cer-to anche a noi non sfuggono, tut-te le difficoltà e i problemi ope-rativi derivanti dall’applicazionedi una riforma di tale portata”.Pollice verso da Confindustria eConfcommercio: “l’obbligo di pa-gamento entro 30 giorni per lemerci deperibili e di 60 giorniper tutte le altre avrà pesanti einevitabili conseguenze per leimprese del settore produttivo edistributivo incidendo sull’equi-librio finanziario a causa del ve-nir meno importanti flussi di li-quidità e determinando, di fatto,un sostanziale blocco degli inve-stimenti in nuovi punti vendita.Tutto questo in un momento incui le imprese registrano ancoraforti difficoltà per l'accesso alcredito bancario”. I presidenti delle due organiz-zazioni, Giorgio Squinzi e CarloSangalli, hanno inviato una let-tera al presidente del ConsiglioMario Monti e ai ministri Ma-rio Catania (Politiche agricole)e Corrado Passera (Sviluppoeconomico) ottenendo un in-contro con il titolare del Mi-paaf. Secondo le due organizza-zioni, “si rischia una moltipli-cazione degli oneri ammini-strativi con conseguente lievi-tazione dei costi per tutte le im-prese”. Giudizio totalmente positivo,invece, da parte di Confeuro,secondo cui l’articolo 62 è unagaranzia per tutti gli attori del-la supply chain. Staremo a vedere. [email protected]

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Articolo 62 in vigore tra le incognite, filiera perplessa

Difficoltà operative e zoned’ombra preoccupano

produttori e commercianti

Catania, Cesena, Verona, Bari.Ovunque, un fiume di domande.Da parte di operatori in fibrilla-zione per le tante novità che l’ar-ticolo 62 sta introducendo neirapporti commerciali all’internodella filiera. Produttori, grossisti,dettaglianti ed esportatori vivo-no al momento in un limbo d’in-certezza; sulle spine anche e so-prattutto gli operatori che hannorapporti con l’estero, come èemerso nel ciclo di incontri pro-mossi da Fruitimprese che, nellequattro città, ha cercato di spie-gare ad associati e non comestanno cambiando le cose con lanorma introdotta dal Decreto li-beralizzazioni.Corriere Ortofrutticolo ha assistitoalla terza tappa, il seminario or-ganizzato nella città veneta, al-l’interno della sala convegni diVeronamercato: un incontro ca-ratterizzato, ancora una volta,dal fuoco di fila di domande dirappresentanti delle aziende ve-nete, incerti e dubbiosi su moltiaspetti della normativa, di cui si

Questiontime

Seminari Fruitimprese peresportatori e importatori:tanti i punti di domanda

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CorriereOrtofrutticoloAR

TICO

LO 6

2Attualità

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attende il decreto interministe-riale applicativo.E così al tavolo dei relatori - lapresidente di Fruitimprese Vene-to Danila Bragantini, il coordina-tore Carlo Bianchi e il funziona-rio Pietro Mauro, che è entratonel dettaglio dell’art.62 coadiuva-to da una serie di slides - sonopiovuti quesiti su quesiti: compo-sizione dei contratti; modificadegli accordi già presi; modalitàdi fatturazione, di consegna e dipagamento; rapporti con i forni-tori; controlli; assicurazioni; san-zioni; adempimenti necessarinelle vendite all’estero dove l’ar-ticolo 62 non esiste.“Questi seminari stanno riscuo-tendo davvero grande interesse,ieri erano presenti tutte le azien-de associate a Fruitimprese delVeneto tranne una a testimo-nianza di quanto sia sentito l'ar-gomento”, il commento di DanilaBragantini. “Il messaggio di Frui-timprese è che le cose cambie-ranno e che le aziende dovrannoadeguarsi anche se ci sono aspet-ti tecnici di difficile gestione, co-me l'adeguamento dei software

di gestione di contratti e moduli-stica; auspichiamo quindi ci siatolleranza nei primi tempi e icontrolli non siano troppo severitenuto conto che non c'è ancorail decreto applicativo e le lineeguida sono state comunicate dapoco”."Molte aziende hanno crediti as-sicurati, quindi c'è la volontà daparte delle imprese di applicarecorrettamente le nuove normeanche per non rischiare di perde-re la copertura assicurativa", pro-segue la Bragantini. "Attraversoquesti incontri, aperti anche ainon soci, stiamo cercando di af-frontare in maniera unitaria lediverse problematiche: un segna-le importante da parte della no-stra associazione".“Seminario dopo seminario - ag-giunge Carlo Bianchi - abbiamorecepito le istanze delle impresecerchando di fornire le rispostenecessarie; i temi sono moltosentiti ma più che preoccupazio-ne direi c'è grande voglia di ade-guarsi nel minor tempo possibi-le".

M.Ald.

L’entrata in vigore dell'artico-lo 62 rischia di avere un ef-fetto boomerang per laproduzione. A sostenerlo so-no diversi agricoltori sicilia-ni preoccupati per le consu-guenze del “contratto scritto”.Secondo alcuni operatori in-fatti se da un lato è vero chespesso finora dalla grande di-stribuzione si aspettavano ipagamenti sino a 120 giorni,è anche vero che ora si correun doppio rischio. Il primo èche la Gdo decida di rivolger-si a produttori e fornitori dialtri Paesi che hanno norma-tive meno rigide, il secondo èche anche i produttoridovranno rispettare questeregole. Dice il produttoreagricolo Corrado Vigo comeriporta La Sicilia: “A fronte diuna esigenza reale da partedei produttori e degli opera-tori commerciali, ovvero del-la esigenza di pagamenti cer-ti nei tempi e negli importi,il legislatore norma il tuttocon approssimazione e con-fusione. Buona l’intenzione,difficile e rischiosa l’attuazio-ne”. Ma il pericolo più gran-de, che anche in Siciliamigliaia di imprese hannolanciato in queste ore è lega-to ai già complessi rapporticon i colossi della grande di-stribuzione organizzata.“L’applicazione di questo arti-colo - lamenta ancora Vigo -farà sì che la Gdo vada sem-pre più ad acquistare in altriPaesi i prodotti che intenderivendere. Perché il fatto didovere pagare in quei tempie in quei termini rischia discoraggiare. E poi non è giu-sto che si debba far sì che gliagricoltori divengano degli007 al fine di vigilare suicontratti ed al fine di evitaredi pagare loro stessi pesantisanzioni”.

«Il produttore rischial’effetto boomerang»

Due momenti del seminario Fruitimprese organizzato a Verona

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L’art. 62 del d.L. 24 gennaio 2012n.1 recante la “Disciplina delle re-lazioni commerciali in materia diprodotti agricoli e agroalimentari,entrato in vigore lo scorso 24 otto-bre, ad oggi stabilisce che: le com-pravendite di prodotti agricoli eper l’alimentazione necessitano diun contratto in forma scritta (concontenuto minimo obbligatorio),sono vietate condotte commercia-li sleali, il pagamento del corri-spettivo deve avvenire entro il ter-mine inderogabile di 30 o 60 gior-ni, il mancato rispetto delle varieprescrizioni, salvo che il fatto noncostituisca reato, comporta l’irro-gazione di pesanti sanzioni pecu-niarie.L’ambito di applicazione dell’arti-colo riguarda gli operatori econo-mici che pongono in essere cessio-ni di prodotti agricoli e alimenta-ri nel territorio della Repubblica.Dal tenore della norma si evincepertanto che sono escluse le ope-razioni di cessione con i consuma-tori finali, le cessioni con paga-mento immediato, i conferimentieffettuati dai soci alle cooperativeo alle organizzazioni di produttoridi appartenenza, le cessioni conconsegna dei prodotti al di fuoridell’Italia.Diciamo subito che la nuova nor-ma non incide sulla cosiddettaprocedura monitoria (riscossionecoattiva dei propri crediti) ma im-pone un termine massimo di pa-gamento: 30 giorni per i prodottideteriorabili e 60 giorni per quellinon deteriorabili e stabilisce, incaso di mancato rispetto dei ter-mini, una sanzione pecuniaria,che va’ da un minimo di 500,00 adun massimo di 500.000,00 euro.I termini di pagamento decorronodal mese successivo a quello di ri-cevimento della fattura; ciò signi-fica che se una fattura viene con-

segnata e ricevuta dal debitore il31.10, questi avrà tempo fino al30.11 per effettuare il pagamento,se invece la stessa fattura viene ri-cevuta il giorno 1.11, il termine ul-timo per il pagamento scadrà il30.12. Tutto finito? No, la data diricevimento della fattura deve es-sere attestata in modo certo (fattu-ra che deve essere consegna a ma-no con sottoscrizione, inviata perraccomandata AR o via PEC, tra-smissione EDI) poiché, diversa-mente, la norma presume che ladata di ricevimento della fatturacoincida con quella di consegnadella merce.Ma c’è dell’altro, l’art. 62 imponeche per ciascuna compravenditavenga stipulato un contratto informa scritta, in cui siano indica-ti, a pena di nullità, “… la durata,le quantità e le caratteristiche delprodotto venduto, il prezzo, le mo-dalità di consegna e di pagamen-to”. Elementi, questi, che devonoessere esplicitati anteriormentealla consegna dei prodotti.Si tratta di un adempimento chein taluni casi (si pensi alle opera-zioni di vendita presso i mercatiall’ingrosso) potrebbe risultare“impossibile”. Fortunatamente sulpunto interviene la circolare

emanata dal MIPAF e dal Ministe-ro per lo sviluppo economico indata 19.10.12, in cui si precisa cheper contratto, oltre a quello pro-priamente detto, è da intendersiqualsiasi forma di comunicazionescritta ivi inclusi il documento ditrasporto (ddt), la fattura, gli ordi-ni di acquisto opportunamente“…integrati con gli elementi ri-chiesti dall’art. 62…”. La mancanza del contratto (e si hamancanza del contratto anche nelcaso in cui, pur in presenza dicontratto, questi sia privo deglielementi necessari) fa scattareuna sanzione, in capo ad entram-bi i contraenti, che va’ da un mi-nimo di 516,00 ad un massimo di20.000,00 euro.L’art. 62 e la citata circolare attua-tiva disciplinano anche altriaspetti: pratiche commerciali slea-li, interessi di mora, funzioni del-l’Autorità garante della concorren-za e del mercato, supporto operati-vo prestato dalla Guardia di finan-za; argomenti tutti che meritereb-bero un ulteriore specifico ap-profondimento e ciò anche alla lu-ce del parere espresso dal Consi-glio di Stato in data 8.10.2012.

*direttore Consorzio Groced (Padova)

! Alberto Filippino*

Contratto scritto, pratiche sleali,termini di pagamento, sanzioni:

l’articolo 62 nel dettaglio

L’analisi

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

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La produzione di patate da con-servazione mostra, a livello euro-peo, una diminuzione generalelegata principalmente all’anda-mento climatico registrato nelleultime settimane ed alla riduzio-ne delle superfici coltivate.È quanto emerge dai dati aggior-nati dall’Organizzazione che rag-gruppa i principali paesi produt-tori del Nord Europa (Nepg) ossiaFrancia, Germania, Gran Breta-gna, Belgio e Olanda; qui, secon-do le stime ufficiali ilraccolto 2012 dovrebberaggiungere complessi-vamente i 23 milioni ditonnellate, con una di-minuzione del 14,5% ri-spetto all’anno scorso.La sola Germania fa se-gnare una contrazioneproduttiva di circa 14milioni di quintali, parialla quasi totalità della produzio-ne italiana. I Paesi del Nepg rap-presentano da soli il 60% dellaproduzione di Patata dell’UnioneEuropea e sono i principaliesportatori all’interno del merca-to comune con una quota pari al90% del volume degli scambi ef-fettuati tra i paesi comunitari.“La contrazione della produzioneregistrata in Europa, unitamentealle incertezze sul livello qualita-tivo del raccolto nord europeo -sottolinea Augusto Renella (fotosopra), coordinatore della BorsaPatata di Bologna - ha determina-to il rialzo delle quotazioni delprodotto in tutti i mercati e latendenza è destinata a proseguireanche nei prossimi mesi per ef-fetto di una offerta in equilibriorispetto alla domanda”.

Nel corso della fiera Macfrut si ètenuta una riunione a “porteaperte” della Borsa Patata di Bolo-gna cui hanno partecipato rap-presentanti del mondo del com-mercio e della produzione di di-verse regioni italiane. Il quadroemerso evidenzia un calo del rac-colto di quest’anno rispetto allaprecedente stagione con una qua-lità del prodotto generalmentebuona. Le quotazioni all’originesi mantengono su valori superio-

ri rispetto a quelli dellapassata stagione; que-st’anno il prezzo medioper una patata di buonaqualità registra una cre-scita, in alcune zone delpaese, di circa il 50% ri-spetto allo stesso perio-do del 2011 e gli indica-tori in Italia ed Europasuggeriscono che il

trend al rialzo si manterrà anchenei prossimi mesi in tutte le fasidella filiera.Alla luce della situazione produt-tiva e dell’andamento di mercatoin Europa, si prevede infatti cheil prezzo del prodotto venduto al-l’ingrosso in Italia farà segnare abreve un rialzo di almeno 5 cen-tesimi di euro al chilogrammo ri-spetto ai valori medi attuali.Complessivamente, il mercatoitaliano assorbe quasi 2,1 milionidi tonnellate di patate l’anno conun consumo medio pari a circa40 chilogrammi; una quota diprodotto viene importata dall’e-stero e in particolare da Francia eGermania per quanto concernele patate comuni, da Israele, Egit-to e Marocco per le patate novel-le. !

Il calo dei raccoltirilancia la patata

Prezzi in aumento in tutta Europa - Italia compresa -rispetto alla scorsa stagione grazie alla minor produzione:

trend positivo dai dati Nepg e dalla “Borsa” di Bologna

Un prezzo unitario di produ-zione: questa la proposta lan-ciata nei giorni scorsi dal Di-stretto Agroalimentare di Si-bari unitamente alle associa-zioni professionali di catego-ria, ai produttori e alle coope-rative.È stato il presidente delDistretto, Antonio Schiavelli(nella foto), ad illustrare lemotivazioni che inducono iproduttori di clementine adavviare questa “ipotesi di ra-gionamento”: si tratta del pri-mo tentativo serio di propor-re alla grande distribuzioneun prezzo alla produzione,fissato a 45 centesimi al chi-lo, che dovrebbe essereuniforme per tutti i produtto-ri di clementine della Pianadi Sibari.“È giunto il momento - affer-ma Schiavelli - diintraprendere questa strada,tenendo conto del fatto che ilsettore sta attraversando unperiodo abbastanza difficile ela crisi sta mettendo i produt-tori in condizioni che potreb-bero minare il loro futuro la-vorativo. Natale Gallo,rappresentante della Cia, haillustrato come si è giunti afissare il prezzo minimo di 45centesimi al chilo: “Abbiamotenuto conto dei costi che ilproduttore deve sostenere perprodurre un chilo di clemen-tine; indubbiamente 45 cental produttore è un prezzo al-tamente competitivo, il restoappartiene e fa riferimentoad altri fattori”.

Prezzo garantito perle clementine di Sibari

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Due visite di gruppo a moderniimpianti melicoli e a cooperati-ve frutticole altoatesine, con laguida di esperti del settore in lin-gua inglese, italiana e tedesca, incollaborazione con il ConsorzioMela Alto Adige e Fiera Bolzano:questa una delle principali no-vità proposte da Interpoma, ras-segna di punta del settore meli-colo ospitata dalla fiera di Bolza-no dal 15 al 17 novembre.La prima visita, mercoledì 14 no-vembre alle 14 alla CooperativaFruchthof Überetsch, a moderniimpianti melicoli nella Valle del-l’Adige e alla Casa della mela diTerlano. Venerdì 16 novembre,sempre ore 14, la seconda visita:ancora la Casa della mela di Ter-lano, quindi moderni impiantimelicoli nella zona di Terlano eil Consorzio ortofrutticolo Cafadi Merano.L'Alto Adige detiene il 12% delmercato europeo e il 50% delmercato italiano delle mele, conuna produzione pari a 950.000tonnellate, la metà delle qualidestinata ai mercati dell’Europacentrale ed orientale. Il maggio-re importatore è la Germania,con un terzo della quantità rac-colta.“Fiera Bolzano ha il grande van-taggio di costituire una piattafor-ma informativa su scala interna-zionale del know-how del setto-re”, spiega Reinhold Marsoner,direttore di Fiera Bolzano, sotto-lineando come l’area sia all’a-vanguardia nel settore della com-mercializzazione, della conserva-zione automatizzata e nelle co-noscenze tecniche. “Da decennivi sono numerosi visitatori cheseguono con passione la nostraInterpoma e la sfruttano per ap-profondire la conoscenza del “fe-nomeno” Alto Adige quale Paesedella mela. Per soddisfare al me-glio le richieste dei nostri clientidi gettare uno sguardo anche die-

tro le quinte della fiera, abbiamopensato di arricchire la già am-pia offerta informativa e forma-tiva con visite guidate a moderniimpianti melicoli e a cooperati-ve frutticole altoatesine".

E non è tutto: la mela potrebbeinoltre rivelarsi in grado di atti-rare un tipo di turismo “tecnolo-gico”, un segmento, questo, chevale la pena di essere seguito conmolta attenzione. !

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Non solo fiera: Interpoma fascoprire la “regione della mela”

Alla tradizionale rassegna espositiva, ospitata nel quartierefieristico di Bolzano, gli organizzatori aggiungono

la proposta di tour negli impianti e nelle principali aziende

Le principali problematiche legate alla filiera del frutto perantonomasia al centro del congresso internazionale “La mela nelmondo”, nell’ambito di Interpoma. Nel centro congressi di Fiera Bolzano i temi affrontati il primogiorno sono produzione, commercio e consumo; malattie da reim-pianto il secondo; novità della ricerca e del miglioramento geneti-co il terzo. In programma, nella giornata di esordio, una tavola rotonda con irappresentanti delle otto più significative aree melicole europeeovvero Alto Adige, Trentino, Altes Land, Lago di Costanza, Benelux,Francia, Polonia e Stiria. Obiettivo: confrontarsi sulla situazioneeconomica delle aziende produttrici e sull’organizzazione dellestrutture commerciali, sullo stato di salute della frutticoltura e del-le aziende, sulla loro organizzazione, sulle prospettive nei prossimicinque anni. “Se esaminiamo la commercializzazione delle mele altoatesine, no-tiamo che l’area nordafricana ha acquistato notevole importanzamentre le vendite in Italia e in Germania sono calate”, spiega il cu-ratore del congresso Kurt Werth. “A livello produttivo invece moltecose stanno cambiando: nel sud della Russia, in Georgia, nel Cau-caso, in Azerbaijan sono sorte nuove aree di coltivazione”.

Ricerca, consumo, miglioramento geneticoEsperti delle aree più vocate a confronto

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Bilancio positivo per ConserveItalia, che ha chiuso l’esercizio2011-2012 con un fatturato aggre-gato di oltre 1.000 milioni di eu-ro, in aumento del 2,3% rispettoalla campagna precedente. Sulfronte dell’indebitamento, dopoaver consolidato la durata delproprio debito, trasformandoloda breve a medio-lungo terminenegli ultimi anni, il Gruppo hachiuso l’esercizio con una posi-zione finanziaria netta di circa273 milioni di euro, in diminu-zione del 3% rispetto agli oltre282 milioni dell’esercizio prece-dente; di questi 273 milioni, 231riguardano l’Italia, in calo del7%.Il patrimonio netto si mantienestabile sui 223 milioni di euro,mentre il rapporto debi-ti/patrimonio mostra un miglio-ramento attestandosi a quota 1,2. Soddisfacente anche la redditi-vità, sostanzialmente stazionariasui valori dell’anno precedentecon l’Ebitda sui 60,6 milioni dieuro, pari al 6,1% del fatturatolordo.Gli investimenti del Gruppo si at-testano complessivamente sui 65milioni di euro, di cui 40 destina-ti al settore tecnico e 25 indiriz-zati all’area marke-ting/commerciale.Buoni i risultati dell’eserciziodella capofila Conserve Italia,chiuso con un utile netto di 2,3milioni di euro, in netto aumen-to rispetto all’utile dell’esercizioprecedente, attestatosi a 1,1 mi-lioni.“Nonostante la generale tendenzaalla contrazione dei consumi ali-mentari provocata dalla pesantecrisi economica globale - affermail direttore generale Angel San-chez - nella campagna 2011-2012Conserve Italia ha mantenuto undiscreto livello di redditività. Unrisultato ottenuto grazie ancheall’importante azione di com-

pressione dei costi fissi, diminui-ti da 114 a 107 milioni di euro (-6%) a livello di Gruppo e da 69 a67 milioni (-3%) per la capofila”.“Contemporaneamente – prose-gue Sanchez – abbiamo registratoanche un aumento del fatturato,in particolare nel canale fresco(+20%) e nell’export (+14%),cresciuto sia in Europa che fuoridai confini del Vecchio Conti-nente. Nell’esercizio 2011-2012 ilGruppo ha esportato in 91 paesiregistrando un importante svi-luppo in mercati strategici qualiGiappone, Stati Uniti, Australia eGran Bretagna. Per ciò che con-cerne i diversi marchi, poi, è em-blematico il caso di Cirio: daquando Conserve Italia ha acqui-sito l’azienda, nel 2004, infatti, laquota estera di questo brand èpassata dal 18,2 a 27,1 milioni dieuro, aumentando in particolarein Gran Bretagna, Francia, Belgioe Svizzera”.“L’annata chiusa il 30 giugno - di-

chiara il presidente delGruppo, Maurizio Gardi-ni (foto), da poco confer-mato per acclamazioneal vertice - è stata davve-ro impegnativo ma sia-mo comunque riusciti amantenere fede alla no-stra mission: garantireai soci le risposte piùidonee valorizzando al

massimo il loro prodotto. A taleproposito, Conserve Italia non so-lo ha remunerato la produzionedei soci a condizioni economichepiù vantaggiose, ma ha ritirato lamateria prima anche quando ilmercato non assorbiva prodotto,trasformando complessivamentecirca 605.000 tonnellate di orto-frutta fresca (45.000 in più rispet-to all’esercizio precedente). Benl’85% di questa produzione è sta-ta conferita dai soci garantendoquindi una provenienza esclusi-vamente italiana”. !

N o v e m b r e 201240 www.corriereortofrutticolo.it

Conserve Italia chiude in attivol’esercizio 2011-2012

Fatturato su del 2,3%.Maurizio Gardini

confermato alla presidenza

Novità organizzativa per ilgruppo Conserve Italiache ha tenuto a battesimo re-centemente la nuova divisio-ne Fresco di Valfrutta che hain programma una serie diimportanti azioni per accre-scere il peso e la penetrazio-ne del marchio nei mercatidi riferimento.La nuova business unit si oc-cupa infatti della promozio-ne e delle vendite delle refe-renze di IV gamma amarchio Valfrutta (insalatein busta), dei frullati di purafrutta e delle polpe difrutta.La presentazione allaforza vendite della di-visione FrescoValfrutta - avvenutanei giorni scorsi - haanalizzato le prospet-tive del settorealimentare fresco cheha registrato nel 2011un’evoluzione positiva nellevendite sia in volume che invalore, con un trend favorevo-le che sta proseguendo anchenel 2012.Per alcuni segmenti di mer-cato essenziali per Valfrutta,sia per aumento delle venditeche in termini di business,sono state annunciate impor-tanti novità in termini dipack, di immagine e di pro-dotti che a breve saranno lan-ciati sul mercato.

Nuova divisione Fresco di Valfrutta

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CorriereOrtofrutticolo A

41N o v e m b r e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

ATTUALITÀ

“Se fino a qualche anno fa la coo-perazione era per molti un mo-dello obsoleto rispetto a formed’impresa giudicate più moder-ne, oggi la crisi mette in luce ladiversità del modello cooperativocome elemento di valore, poichéproprio nei momenti di maggio-re criticità, la cooperazione rie-sce ad esprimere al meglio le pro-prie potenzialità ed il proprio va-lore, dimostrando nei fatti di po-ter costituire una valida alterna-tiva al modello economico tradi-zionale, basato sull’impresa di ca-pitali e sul profitto”.Lo ha sostenuto con forza il pre-sidente dell’Alleanza delle Coope-rative Agroalimentari MaurizioGardini nel corso del suo inter-vento all’Assemblea dal titolo “Ilmodello cooperativo forza distin-tiva in agricoltura”. Un interven-to che ha posto l’accento sulla ri-levanza economica rappresentatadall’Alleanza: 5.100 cooperativeagricole, 720.000 soci produttori,94.000 addetti, il 56% assunti atempo indeterminato, per 34,3miliardi di euro complessivi difatturato, il 24% del valore dellaproduzione agroalimentare ita-liana.Accanto ai numeri, c’è poi il si-stema valoriale che rende la coo-perazione diversa da altri model-li di impresa. “La nostra è una di-stintività che si declina in fatticoncreti. Il primo dei quali è che

le cooperative trasformano ecommercializzano materie pri-me agricole che per l’86% pro-vengono dai soci. Gli approvvi-gionamenti della cooperazioneavvengono in un ambito quasiesclusivamente italiano (71% lo-cale e 26% nazionale) e solo una

quota limitata di materia prima(3%) è di provenienza estera eserve per lo più al completamen-to della gamma per produzioniche non esistono in Italia. In unmomento di crisi, quindi, la coo-perazione agricola si rileva unarisorsa straordinaria per il tessu-to produttivo agricolo, per garan-tire ai soci continuità di colloca-mento della produzione e sicu-rezza nei pagamenti”.“A differenza di quanto avvienein altri tipi di imprese - ha prose-guito Gardini - anche nella con-tingenza di una fase economicafortemente critica, le cooperativenon hanno percorso strade diver-se da quella della valorizzazionedel territorio e delle produzionilocali, non hanno delocalizzatola produzione ma hanno al con-trario continuato ad investireprevalentemente, se non esclusi-vamente, sul territorio dove sirealizzano le attività dei soci”.“La cooperazione agricola - haconcluso Gardini - è riuscita inquesti anni di grandi difficoltà asalvaguardare livelli occupazio-nali stabili nel tempo e di qualitànei suoi aspetti normativi. Ciò èstato fatto a volte penalizzandoanche i conti economici delle no-stre imprese, rinunciando, a dif-ferenza di altri, ad approfittaredella crisi per effettuare opera-zioni di ristrutturazione selvag-gia”. !

“La gran parte dei marchi più notidell’agroalimentare italiano sono di proprietà dicooperative”: lo ha ricordato Giuliano Poletti (fotoa destra), presidente di Legacoop nazionale, con-cludendo i lavori della seconda assemblea nazio-nale dell’Alleanza Cooperative agroalimentariche si è svolta il 7 novembre a Roma. Unpatrimonio rilevante, quello della cooperazioneagroalimentare, sia in termini di volumi e di fat-turati, sia dal punto di vista culturale.“Le agricolture sono tante - ha sottolineato il pre-sidente di Alleanza Cooperative nazionale, LuigiMarino - e tutte da rispettare, ma vanno fatte scel-te politiche anche guardando ai numeri. Va bene

il chilometro zero, dove,peraltro, la cooperazioneagroalimentare produce2 miliardi di euro all’anno, ma va valorizzata l’a-gricoltura che modernizza, che esporta, che com-pete nei mercati internazionali e garantisce cosìil reddito dei produttori”. “Il processo di unifica-zione - ha concluso Poletti - non può riguardaresolo le rappresentanze: adesso tocca alle coopera-tive unirsi e rafforzarsi”.Ai lavori sono intervenuti il ministro delle Politi-che agricole Mario Catania, il rappresentante del-la Fao per la cooperazione Nora Ourabah Haddade il presidente della Cogeca Cristian Pees.

Poletti: necessarie unificazioni anche nella baseI marchi più noti? Quelli della cooperazione

«Numerie valori»L’Alleanza delle coop

agroalimentari rivendicail “peso” nel sistema Italia

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

L’articolo 62 rischia di avere ef-fetti dirompenti sul mondo deiMercati all’ingrosso. La federa-zione dei grossisti Fedagro-Conf-commercio ha iniziato ad affron-tare la scottante questione pertempo, cercando di disinnescarequella che si sarebbe potuta rive-lare una bomba ad orologeria.“Ci siamo mossi già un anno fanei confronti del Mipaaf, ove ab-biamo trovato grande disponibi-lità - dice il presidente della Fe-derazione Ottavio Guala - per farcapire la difficoltà di calare unasimile normativa all’interno del-le strutture mercatali. Abbiamoinoltre inviato recentemente unalettera al Ministro Catania sotto-lineando la difficoltà di quantifi-care e rispettare il costo minimo,stante la natura “borsistica” delmercato agroalimentare e le di-verse variabili da tenere in consi-derazione nel ciclo di vita di unprodotto”.“A nostro avviso - scrive Gualanella lettera inviata al Ministero -per un operatore dei Mercati or-tofrutticoli dovrà essere conside-rato pratica commerciale slealeunicamente l’acquisto ripetitivoe continuativo dai produttori aquotazioni significativamente in-feriori a quelle giornalmente de-terminate dal mercato in cui ope-ra e rilevabili dai mercuriali”.Il giudizio sul provvedimento tut-tavia non è negativo: l’articolo 62- secondo i vertici di Fedagro - se-gna una svolta epocale per tuttigli operatori della filiera agroali-mentare perché “è vero che deter-mina un certo incremento di bu-rocrazia, ma finalizzato a miglio-rare la competitività di un mer-cato strutturalmente squilibratoe debole, facendo in modo checomportamenti leali e trasparen-ti diventino prassi quotidiana.Oltre ad una maggior trasparen-za nella filiera, questa legge invi-ta ad attuare nuovi comporta-

menti di collaborazionetra gli attori della filieraagroalimentare: è venutoil momento di uscire dal-l’individualismo per co-struire reti di imprese, con il co-mune obiettivo di collaborare percompetere”.“Sicuramente - afferma Guala - visarà un forte impatto sugli aspet-ti finanziari delle aziende, deitempi di pagamento obbligatoriintrodotti, che vanno a stravolge-re vecchie e consolidate, nonchéin taluni casi dannose, abitudini:abbiamo scritto agli associati Fe-dagro sensibilizzandoli in tal sen-so. E abbiamo anche predispostobozze di contratto tipo”. E c’è anche un altro fronte chevede in prima linea il sindacatodei grossisti, quello dell’uso delcontante: “l’Italia - dice ancora illeader dei grossisti Fedagro - è l’u-nico Paese europeo nel quale,con la Manovra Monti del 6 di-cembre scorso, è stata abbassatala soglia limite sui pagamenti incontanti a meno di mille euro;pagamenti superiori ai 999,99euro devono essere fatti utilizzan-

do sistemi di pagamentotracciabili; allo stesso mo-do, i libretti di deposito alportatore, non possonosuperare la cifra indicata”.

“Risulta facile capire come taledisposizione stia penalizzandogli operatori dei Mercati - aggiun-ge Guala - in particolare quelliche hanno clienti esteri, soprat-tuto dell’Est europeo, che si vedo-no costretti a restare in un rangedi spesa in contante limitato. Fe-dagro, sollecitata dai Centriagroalimentari di Verona e Pado-va e in team con Confcommer-cio, ha insaturato un dialogo conil Ministero del Tesoro, referentedi questa norma antiriciclaggio,oltre che con l’Agenzia delle En-trate. La soluzione suggerita èquella di estendere la deroga pre-vista per le operazioni legate alturismo nei confronti di personefisiche aventi cittadinanza al difuori dell’Italia e dell’Unione eu-ropea: in questo caso infatti il li-mite in alcuni casi sale a 15.000euro, soglia che darebbe sicura-mente ossigeno alla nostra cate-goria”. (M.Ald.)

N o v e m b r e 201242 www.corriereortofrutticolo.it

MERC

ATI Art.62 e limite all’uso di contanti,

i grossisti si mobilitanoAste, quantificazione dei costi di produzione, acquisti

sopra i mille euro nei Mercati: Fedagro dialoga con Mipaafe ministero del Tesoro, cercando e proponendo soluzioni

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CorriereOrtofrutticoloMERCATI FLASH

ATTUALITÀ A

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Un piano di manutenzionestraordinario per mettere in sicu-rezza i luoghi di lavoro, gli acces-si al mercato e chi lavora all’in-terno del complesso commercia-le: lo prevede una delibera di ge-stione e ridefinizione dell’areaMercato ortofrutticolo di Paler-mo approvata dalla Giunta del ca-poluogo siciliano. Prevista ancheuna rivisitazione del Regolamen-to, fermo da oltre 42 anni. Gli interventi in programma: in-stallazione di sistemi di videosor-veglianza, ridefinizione deglispazi interni attualmente adibitia parcheggio, ripristino del man-to stradale, ancoraggio di dissua-sori, ripristino del muro perime-trale, dotazione di segnaleticastradale e orizzontale, rifacimen-to dei servizi igienico sanitari.

PALERMO

Lavori straordinari di manutenzione

Nessuna speranza per il mercatoortofrutticolo di Modena. Chiu-derà i battenti a fine 2012. Magrossisti, commercianti, lavora-tori e produttori non ci stanno.Raccolgono firme e promettonodi non arrendersi.“In caso di cessazione dell’atti-vità mercatale si perderanno po-sti di lavoro, aumenteranno ledifficoltà per i piccoli imprendi-tori che qui si riforniscono emancherà un servizio essenzialein periodo di crisi”, la denunciadi Confesercenti Modena nel cor-so di una conferenza stampa.Nel mirino la decisione dell’Am-ministrazione Comunale di de-cretare la chiusura del Mercato al31 dicembre 2012, senza al mo-mento alcuna alternativa concre-ta per un nuovo Moi.

MODENA

Chiude a dicembretra le polemiche

Una struttura multifunzionale aridosso della più grande città pu-gliese, Bari, e le sue direttrici delnord, sud e ovest della Puglia. Èquesto il futuro del Maab - il mer-cato agroalimentare di Mungi-vacca in parte già realizzato maancora non operativo - rielabora-to da un team di esperti del Di-partimento di studi aziendali del-la Facoltà di Economia dell’Uni-versità di Bari. !L’obiettivo, oltread offrire agli operatori uno spa-zio moderno ed efficiente, anchenei collegamenti, per la conser-vazione e lo smistamento dellemerci, è quello di revisionare erazionalizzare il secondo lotto dilavori che prevede la costruzionedi ulteriori 32 box, dopo aver ve-rificato le esigenze dei grossisti,favorendo economie di scala”.

BARI

Il Maab diventamultifunzionale

APO SCALIGERA

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Sostenibilità, qualità, sicurezza.Attorno a questi asset (ma nonsolo) ruota il “pianeta certifica-zioni” nel settore ortofrutticolo,in cui le aziende ricevono inputsia dalla politica agricola comu-nitaria, sia dal mercato, sia dallecatene distributive. Ne parliamocon Mariachiara Ferrarese (nellafoto a pagina 45), responsabile di-visione food Csqa.

Cosa prevede la normativa comu-nitaria vigente per il settore orto-frutticolo?La normativa europea in materiaagricola da diversi anni è orien-tata alla salvaguardia ambientalee più in generale alla sostenibi-lità. A partire dal 1985 - con il li-bro verde - la Comunità Europeainizia ad affrontare il tema dellasostenibilità in ambito agricolo;successivamente, nel 2008, sonostate definite quattro nuove lineeprioritarie: mitigazione dei cam-biamenti climatici, produzionedi energie rinnovabili, gestionedelle risorse idriche e lotta al de-clino della biodiversità. La politi-ca agricola comunitaria degli an-

ni ’90 ha incentivato la diffusio-ne di sistemi produttivi a bassoimpatto ambientale quali biolo-gico e produzione Integrata. L’applicazione del regolamentoCee n. 2078/92, e dei successiviregolamenti sullo sviluppo rura-le, in relazione alla produzioneintegrata ha portato alla defini-zione di un quadro normativo dibuone pratiche - principalmenteper la lotta fitosanitaria e il di-serbo - basate sull’utilizzo inte-grato di metodi di difesa e tecni-che agronomiche finalizzate a ri-durre il ricorso a prodotti chimi-ci di sintesi (fitofarmaci, diser-banti, concimi, ecc.) a maggiorsalvaguardia dell’ambiente e del-la salute di operatori e consuma-tori. Con “Europa 2020”, l’Unio-ne Europea, abbracciando piena-mente il concetto di “sostenibi-lità economica, sociale ed am-bientale”, ha stabilito tre priorità:crescita intelligente, crescita, so-stenibile e crescita inclusiva.Questo approccio alla sostenibi-lità viene confermato anche dal-la nuova Pac viene che, dal 2014,chiederà agli agricoltori europei

comportamenti sempre più vir-tuosi sotto il profilo della tutelaambientale e della sostenibilitàdelle tecniche di coltivazione eche si concentrerà sui temi delleemissioni di gas a effetto serra,degradazione dei terreni agricoli,qualità dell’acqua e dell’aria, ha-bitat e biodiversità.

Cosa offre il panorama delle nor-me volontarie al settore ortofrutti-colo?Parallelamente alle politiche co-munitarie su questi aspetti si so-no sviluppate, sulla spinta soprat-tutto delle catene distributive,iniziative volontarie volte a for-nire garanzie in materia di foodsafety e/o in materia di sosteni-bilità. Le norme volontarie rap-presentano uno strumento che leimprese hanno a disposizioneper differenziarsi, per creare omantenere posizioni di leader-ship. Per le aziende agricole sonostati applicati in gran parte stan-dard specifici per il compartoagricolo, nati per rispondere con-temporaneamente alle esigenzedelle catene distributive in mate-

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CERT

IFIC

AZIO

NI Certificazioni strategiche trasicurezza, qualità e sostenibilità

Nuovefrontiere

Intervista a tutto campocon Mariachiara Ferrarese della divisione food di Csqa

! Mirko Aldinucci

Il variegato e diamico comparto delle certificazioniha un ruolo strategico anche nella filiera dell’orto-frutta. L’Italia è tra i primi Paesi al mondo per nu-mero di imprese certificate, sia in valore assoluto siain percentuale sul numero di aziende attive; le cer-tificazioni di qualità hanno registrato una crescita

esponenziale negli ultimi 20 anni. Il principio dellaterzietà, di cui l’accreditamento si fa garante e che èalla base dell’affidabilità del sistema, sempre piùspesso riesce a intercettare il bisogno di fiducia diproduttori, distributori, utenti e consumatori. In queste pagine, Corriere Ortofrutticolo fa il puntodella situazione, attraverso le parole e i commentidei certificatori.

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CorriereOrtofrutticoloCERTIFICAZIONI

ATTUALITÀ Aria di food safety e di tutela del-l’ambiente. Da diversi anni leaziende agricole in Italia e all’e-stero applicano lo standard Glo-balGap - riconosciuto a livellomondiale - che viene richiesto danumerose catene distributive eu-ropee e che anche in Italia vedecoinvolte quasi 16.000 aziendeagricole. Oltre a GlobalGap tutta-via, da qualche anno, si sono af-facciati al mercato anche stan-dard come Qs e Leaf Marque checominciano ad essere richiesti ri-spettivamente dal mercato Tede-sco e dal mercato Inglese.Il sistema QS (acronimo di “Qua-lität & Sicherheit”, ovvero Qua-lità & Sicurezza) è un sistema chegarantisce la qualità del prodottoal consumatore finale, assicuran-do un controllo di tutta la filiera:dal campo (fase agricola o alleva-mento) al banco del negozio. Sitratta di un tipo di certificazioneche viene comunicata al consu-matore attraverso l'uso di un logo

riportato direttamente in etichet-ta. In Germania attualmente il si-stema Qs rappresenta uno dei piùsignificativi sistemi di assicura-zione qualità volontario. Ad oggile catene della Gdo tedesca stan-no richiedendo la certificazionea operatori del settoreortofrutticolo, soprat-tutto a quelle organiz-zazioni coinvolte nel-la commercializzazio-ne. Leaf è l’acronimodi Linking Environ-ment And Farmingtraducibile in italianocome “collegamentotra ambiente e agricol-tura”. Questo standarddi produzione è stato creato nel1991 ed è rivolto al settore prima-rio, delinea, cioè un metodo perfare agricoltura nel rispetto del-l’ambiente. È stato creato per svi-luppare e promuovere la produ-zione integrata o IntegratedFarm Management (Ifm) nelle

aziende agricole, unendo il me-glio dei metodi tradizionali conla tecnologia moderna, e la con-sapevolezza dei coltivatori. Sitratta di una certificazione diprodotto comunicabile nell’eti-chetta del prodotto finito. Il logo

può essere posto an-che su prodotti confe-zionati e/o trasfor-mati. Accanto a que-sti standard nel 2007è stata pubblicata daUni - Ente nazionaleitaliano di unificazio-ne - la norma Uni11233 relativa allaproduzione integrata.La norma definisce la

Produzione Integrata come “Unsistema di produzione agricolache privilegia l’utilizzo delle ri-sorse e dei meccanismi di regola-zione naturali in parziale sostitu-zione delle sostanze chimiche, as-sicurando una agricoltura soste-nibile.

45N o v e m b r e 2 0 1 2 www.corriereortofrutticolo.it

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

N o v e m b r e 201246 www.corriereortofrutticolo.it

CERT

IFIC

AZIO

NI Quali sono le novità in ambito dicertificazione volontaria?Il tema della sostenibilità è sem-pre più oggetto di attenzione daparte del mercato. Si stanno svi-luppando molte iniziative su que-sto argomento: proliferano stan-dard privati e i capitolati di for-nitura della Gdo, oltre che glistandard aziendali, si arricchisco-no di requisiti di sostenibilità.Inoltre, anche gli enti normatori,le associazioni professionali e gliorganismi di certificazione stan-no sviluppando vere e proprienorme volontarie aventi per og-getto la produzione sostenibile.La sostenibilità ambientale è sen-za dubbio il tema del futuro e leaziende stanno lavorando moltoper innovare e proporre prodotti“verdi” e per comunicare in ma-teria di sostenibilità ambientalesia a livello di prodotto sia a li-vello istituzionale. In questo con-testo anche la certificazione assu-me un ruolo di grande importan-za perchè rappresenta lo stru-mento per avvalorare la comuni-cazione aziendale in materia disostenibilità ambientale, serveper supportarla in modo robustoe per evitare il fenomeno del“green washing”. Esistono diversistrumenti che le aziende possonoapplicare a supporto della comu-nicazione “verde”: oltre all’Lcagià applicato da qualche tempo,anche la carbon footprint e la wa-ter footprint.La logica Lca (Valutazione del Ci-clo di Vita) è fortemente sostenu-ta a livello europeo come stru-mento idoneo per identificare estimare gli aspetti ambientali si-gnificativi. A livello internazio-nale però si sta affermando mol-to anche la carbon footprint cheinsieme alla water footprint rive-stiranno una grande importanzanel settore agroalimentare. La carbon footprint permette divalutare l’impatto in termini diemissioni di gas serra in atmosfe-ra legati alla produzione di undato prodotto/processo/serviziolungo la filiera produttiva mentrecon la water footprint si valutanoi consumi idrici connessi alla sua

produzione, sempre in ottica diciclo di vita. In entrambi i casinon si tratta di una fotografia sta-tica dell’impatto in materia dianidride carbonica e idrica maviene richiesto alle aziende di de-finire dei piani di miglioramentovolti a garantire nel tempo unariduzione dei loro impatti. Men-tre nel caso della carbon foot-print esistono degli standard diriferimento, anche a livello Iso,nel caso della water footprint esi-ste solo un protocollo predispostodal Water Footprint Network chepuò essere utilizzato a riferimen-to e prossimamente sarà pubbli-cata anche la relativa norma Iso.Sul fronte delle energie rinnova-bili e del risparmio energeticopreme ricordare la norma Iso50001 che prevede la possibilità

di certificare il proprio sistemadi gestione dell’energia. Oltre al-la certificazione a livello di siste-ma di gestione, sottoscrivendol’“Ener-gy Saving Code” di Csqa leaziende possono utilizzare un ul-teriore strumento di garanzia e didifferenziazione: il marchio Csqa“Energy Saving Company”, utiliz-zabile sul prodotto. La sostenibi-lità ambientale e i “green claims”rappresentano quindi una gran-de opportunità per le imprese.Da un lato in accordo alla politi-ca comunitaria che, come detto,spinge verso i temi della sosteni-bilità e della gestione delle risor-se e dall’altro perchè gli impegniche l'azienda assume in modo se-rio possono essere comunicati al

consumatore che è sempre piùsensibile verso questi temi. Alcu-ne imprese si stanno impegnan-do anche rispetto alla sostenibi-lità economica. Lo strumento dicertificazione che in questo casoè stato adottato è “Valore condivi-so” uno standard di proprietà diCsqa che permette di definire ivalori e gli impegni in materia disostenibilità, di condividerli coni propri stakeholder e di sottopor-li a verifica da parte dell’organi-smo di certificazione.

Quali, infine, le novità in materiadi certificazioni regolamentate?Anche sul fronte delle normeprodotte dalle istituzioni pubbli-che ci sono delle importanti no-vità. Il Reg. Ce 1974/2006 e il Reg.Ce 1698/2005 prevedono la possi-bilità per gli Stati membri di ri-conoscere dei “Sistemi di Qua-lità” a fronte dei quali possono es-sere previsti contributi pubbliciper le aziende agricole aderenti. Isistemi di qualità riconosciuti,nazionali o regionali, devono ga-rantire che la specificità del pro-dotto finale tutelato da tali siste-mi derivi da obblighi tassativiconcernenti i metodi di otteni-mento. Per il settore ortofruttico-lo l’Italia ha riconosciuto conLegge 3 febbraio 2011 n. 4 pubbli-cato in Gazzetta Ufficiale n. 41del 19 febbraio 2011 il sistema diqualità nazionale di produzioneintegrata (Sqnpi) che però non èancora attivo. Molte regioni peròhanno implementato un proprioSistema di qualità Regionale enel caso del settore ortofrutticoloil requisito principale è costituitodalla “produzione integrata”. La Regione Toscana e la RegioneEmilia Romagna sono state forsefra le prime con il marchio ri-spettivamente Agriqualità e Qc(Qualità Controllata); anche altreregioni si sono attivate come adesempio a Regione Veneto con ilmarchio Qv (Qualità verificata),la Puglia con “prodotti di QualitàPuglia”, le Marche con Qm (Qua-lità Marche), il Piemonte e altresi stanno organizzando coi rispet-tivi marchi regionali. !

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CorriereOrtofrutticoloCERTIFICAZIONI

ATTUALITÀ A

Certificazione ambientale: in Ita-lia sono solo sette le aziendeagroalimentari che l’hanno adot-tata ma mancano standard legi-slativi e il cammino per comuni-care la sostenibilità in chiavemarketing è ancora agli inizi. Èquanto emerso a Macfrut nelconvegno “Il futuro della redditi-vità in frutticoltura passa attra-verso la sostenibilità” organizzatoda L’Informatore Agrario.“L’Unione Europea formula nor-mative fortemente orientate allasostenibilità e il frutticoltore èsempre più chiamato a fare l’im-prenditore - ha esordito AntonioBoschetti, direttore del settima-nale -. Per questo sia tecnicheagronomiche a impatto ambien-tale ridotto sia la loro valorizza-zione in chiave etica possono aiu-tare le aziende ortofrutticole oggiin crisi per la forbice troppostretta tra costi di produzione eprezzi di vendita”. “Negli ultimi 25 anni la frutticol-tura italiana ha raddoppiato lerese produttive”, ha detto AlbertoDorigoni, ricercatore della Fon-dazione E. Mach di San Micheleall’Adige. “Ora la vera sfida è au-mentare la sostenibilità mante-nendo le rese e la qualità”. “I presupposti per vincere la sfidaalimentare globale ci sono, sfrut-tando anche gli aiuti diretti pre-visti dalla nuova Pac, che dovreb-be entrare in vigore dal 2014”, haspiegato Ermanno Comegna,consulente e collaboratore deL’Informatore Agrario. Quanto alla certificazione am-bientale se il “mercato” è in fer-mento, soprattutto all’estero, inItalia siamo all’anno zero: pochele aziende impegnate.“Nel nostro Paese esiste un FarWest di tentativi perché cresce laconsapevolezza del valore ag-giunto della certificazione, mamanca una normativa univoca euna adeguata valorizzazione di

questo strumento sulle etichettedei prodotti”, ha chiarito Alessan-dro Cerutti, ricercatore al Dipar-timento di colture arboree del-l’Università di Torino.Il convegno si è concluso con le

testimonianza di AnnamariaMinguzzi, dell’azienda consortileMinguzzi, da 20 anni impegnatanella lotta integrata. Da lei un primo bilancio positi-vo: “Oggi la potatura del fruttetocosta circa 4.000 euro/ettari, conle nuove tecniche sostenibili pos-siamo risparmiare fino al 70%spendendo appena 1.200 eurol’ettaro”. !

47N o v e m b r e 2 0 1 2 www.corriereortofrutticolo.it

“Nell’ultimo anno il trend delle nostre certifica-zione nell’ortofrutticolo, nonostante la partico-lare situazione economica, è sicuramente posi-tivo”, dice Glauco Toscani (nella foto), agricultu-ral Services Sales Manager di Sgs Italia.“Malgrado defezioni legate a rinunce di certifi-cazioni soprattutto per motivi economici dipiccole aziende agricole, abbiamo registrato un incremento nelledomande di certificazione di aziende più strutturate. L’aspetto ne-gativo invece è che ormai il criterio di scelta predominantedell’ente di certificazione è il prezzo”. “Lo standard che va per la maggiore nel nostro mercato è ancoralo standard Global Gap con un incremento delle richieste del pro-tocollo Grasp. Nuove richieste nell’ambito ortofrutticolo che stan-no prendendo piede sono la certificazione a fronte del LeafMarque e soprattutto dello standard Qs che per la grande distribu-zione tedesca sta diventando sempre una richiesta contrattualesoppiantando o per meglio dire andando ad integrare le richiestein tema di Global Gap. Sgs Italia come organismo di certificazioneche intende posizionarsi con ruolo predominante in tutti i settoridi mercato in cui opera è in grado di offrire servizi di certificazio-ne secondo tutti gli standard legati alla sicurezza alimentare, alla

gestione ambientale, allaresponsabilità sociale ed allaproduzione sostenibile per con-sentire alle aziende di risponde-re alle richieste dei clienti chesi identificano sempre di piùnella grande distribuzione”.

Sgs Italia: anche in questo ambito fattore prezzo determinante

Certificazione ambientaledifficile da applicare e comunicare

Mancano standard legisltativi e il “marketing” è ancora carente. Per questo, come è emerso in un convegno a

Cesena, solo sette aziende agroalimentari l’hanno adottata

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

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CERT

IFIC

AZIO

NI

Marco Omodei Salè, Sales Mana-ger Food & Beverage North Areadi Dnv Business Assurance forni-sce un quadro con più luci cheombre: nonostante la crisi, le cer-tificazioni “business to business”,quelle richieste da grossisti egrande distribuzione, manten-gono un “trend” stabile. Oltre a Global Gap, standardcompleto che attiene la salute diconsumatori ma anche la parteagronomica, gli schemi Brc, Ifs eFssc 2200 sono ormai passaportiindispensabili, puntualizza Omo-dei Salè, soprattutto se si dialogacon i retailer del Centro e NordEuropa.C’è poi uno standard molto inte-ressante che però non è decolla-to, forse perché non richiesto dal-la Gdo ed ha riconoscimento soloitaliano: lo norma Uni 11233, “Si-stemi di produzione integratanelle filiere Agroalimentari”, chedetta principi generali per la pro-gettazione e l’attuazione nelle fi-liere vegetali per la lotta integra-ta e che, per Omodei Salè, può es-sere considerata piattaforma co-mune su cui dialogare.Altro standard interessante per lalogistica del fresco è l’Fs Standardlogistic.“I nostri servizi di certificazioneaiutano le imprese a rafforzare ilrapporto di fiducia con glistakeholder e a lavorare nell’otti-ca di un business sostenibile”, di-ce ancora Omodei Salè. “Con ol-tre 70mila certificati rilasciatiemessi in tutto il mondo, DnvBusiness Assurance significa im-pegno totale verso la sicurezza, laqualità e l'attenzione per l'am-biente.!DNV Business Assurance in Italiaè presente con 10 sedi operative(Torino, Milano, Venezia, Geno-va, Bologna, Firenze, Roma, Bari,Napoli, Catania) e 250 dipenden-ti; la quota di mercato, in Italia, èpari al 14%. !

Dnv: passaporto indispensabile per la Gd

Marco Omodei Salè fornisceun quadro con più luci che ombre.«Ecco le certificazioni emergenti»

La crisi non distrae le aziende del settore alimentare dalla Respon-sabilità Sociale. È quanto emerge dai dati, diffusi in occasione del-la 16ma edizione del salone internazionale dell’alimentazione, diuna ricerca sviluppata da Dnv Business Assurance e CReSV - Cen-tro di Ricerche su Sostenibilità e Valore dell’Università Bocconi -che ha coinvolto circa 1.400 imprese italiane di diversi settori.In controtendenza rispetto al calo d’interesse registrato a livellogenerale in Italia, dove i manager che considerano la Responsabi-lità Sociale come parte integrante della strategia aziendale sono di-minuti del 30% rispetto alla prima edizione della ricerca condottanel 2009, le aziende del settore food mantengono alta l’attenzione.Per ben il 60% delle società food interpellate, Responsabilità Socia-le e strategia d’impresa si coniugano, infatti, in maniera sinergica.Solo il 13% percepisce la Responsabilità Sociale semplicemente co-me un costo e il 3% come “una moda passeggera”. Si attesta intornoal 26% la percentuale di aziende alimentari che, invece, la vede co-me un modo per migliorare l’immagine.

Il 59% degli intervistati, inoltre, affermadi possedere familiarità con le tematichedi Responsabilità Sociale. !Invariatol’orientamento alla responsabilità d’im-presa anche in termini di budget e dipriorità per quasi il 70% dei manager,mentre il 23% ha manifestato addirittural’intenzione di voler incrementare gliinvestimenti. !Governance d’impresa, tu-tela ambientale e politiche per i dipen-denti risultano essere le attività di

Responsibilità Sociale più gettonate. Emerge interesse anche perper i sistemi di gestione “etica” della catena dei fornitori e per lecertificazioni di prodotto e marchi socio-ambientali.Il 40% delle aziende food riconosce che le strategie di Responsabi-lità Sociale determinano benefici per la clientela. In quest’ottica lacertificazione da parte di un ente terzo rappresenta un elementodi garanzia forte. La ricerca rivela, inoltre, che il settore alimenta-re sta muovendo passi interessanti anche per quanto riguarda ilruolo delle aziende come parte attiva nella diffusione dellaResponsabilità Sociale lungo la filiera produttiva. Il 50% delle im-prese ha, infatti, dichiarato di svolgere un ruolo attivo verso la pro-pria filiera e il 46% ritiene di poter influenzare le dinamiche e lepratiche di fornitori e distributori.

La crisi non “distrae” le aziende del fooddalla responsabilità sociale

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CorriereOrtofrutticoloCERTIFICAZIONI

ATTUALITÀ ACome sta andando l’attività dicertificazione nel 2012 e quali so-no gli standard più richiesti dalmercato? Lo abbiamo chiesto aFrancesco Lengua (foto sotto), re-sponsabile commerciale emarketing di Check Fruit Cmi.“Anche per il 2012 gli standard“proprietari” dominano il pano-rama delle certificazioni relativeal settore agroalimentare. In par-ticolare GlobalGap consolida lasua posizione di standard di cer-tificazione più diffuso nel settoreortofrutticolo. Registriamo, inparticolare, una crescita nelladiffusione di “Grasp” (GlobalGapRisk Assessment on Social Practi-ces). Trattasi di modulo comple-mentare alla certificazione Glo-balGap fortemente orientato allavalutazione degli indicatori baserelativi ai potenziali rischi socia-li nell’azienda agricola (sicurez-za, welfare e salute). Il modulo èstato sviluppato in collaborazio-ne con rappresentanti della gran-

de distribuzione. Dal sito di Glo-balGap (www.globalgap.org) nel-la sezione Grasp è possibile scari-care un kit informativo che for-

nisce interessanti linee guida perpromuovere le buone prassi so-ciali in agricoltura”. “Si conferma inoltre - aggiungeLengua - l’interessante trend dicrescita relativo alle certificazio-ni che coinvolgono agenzie (IfsBroker) e logistica (Ifs Logistic eBrc Storage & Distribution). Con-siderata la buona diffusione giàraggiunta dalla certificazione Brc(Global Standard for Food Safetyin vigore la recente versione 6) el’incremento di richieste legate aIfs Food, gestiamo sempre piùfrequentemente richieste per au-dit congiunti Brc-Ifs che consen-tono l’ottimizzazione di tempi ecosti”.

Quali sono le novità relative a Ifs?“Come anticipato la diffusione diIfs Broker è ormai realtà consoli-data in considerazione del fattoche il principale obiettivo dellostandard è di valutare come ibrokers selezionano i propri for-

49N o v e m b r e 2 0 1 2 www.corriereortofrutticolo.it

GlobalGapcresceFrancesco Lengua

di Check Fruit Cmi parla di trend e prospettive

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ICAZ

IONI nitori al fine di garantire compa-

rabilità e trasparenza lungo l’in-tera catena di fornitura. I requisi-ti dello standard coincidono inlarga misura con quelli di un si-stema di gestione per la qualità eper la sicurezza alimentare tro-vando un ottimale applicazionein organizzazioni conformi allaIso 9001”.Segnaliamo inoltre che dal pri-mo luglio tutti gli audit Ifs Foodvengono condotti con la versione6 dello standard. La nuova ver-

sione è disponibile per il down-load gratuito direttamente dal si-to ufficiale www.ifs-certifica-tion.com”.

Altri standard proprietari di inte-resse per il settore ortofrutticolo?“La certificazione secondo lostandard Leaf Marque, nel corsodell’ultimo triennio, ha ormairaggiunto una situazione stabilee consolidata. Ricordiamo che ilprotocollo è fortemente orientatoall'applicazione di un sistema digestione ambientale e lega le atti-vità di Buone Pratiche Agricolealla implementazione di aspettiambientali applicabili. In Italiaha avuto riscontro prevalente-mente nel settore della IV Gam-ma e per produzioni destinate aretailer inglesi. È possibile con-sultare la versione 10 applicabileda Gennaio 2013 dal sitowww.leafuk.org. Segnaliamo infi-ne un incremento di richiesteper la certificazione Qs che foca-lizza la propria attenzione suipiani di monitoraggio residuidelle organizzazioni ortofruttico-le in ottemperanza ai requisiti eregolamenti del mercato tede-sco”. !

Attualità

N o v e m b r e 2 0 1 250 www.corriereortofrutticolo.it

Q-S è lo schema di assicurazione qualità per prodotti freschi cheinvolve tutti i partecipanti della filiera (dall’azienda agricola alnegozio) più grande del mondo.Attraverso l’integrazione e l’ispezione di tutta la filiera la certifica-zione Q-S crea le basi per aumentare la sicurezza alimentare e da-re fiducia ai consumatori.Lo schema inizia con il monitoraggio dei prodotti: della raccoltain campo e attraverso il grossista arriva fino al controllo deiprodotti nel negozio del supermercato.Solo derrate ispezionate secondo lo schema Q-S a tutti i livelli

sono autorizzate a riportare in etichetta il marchio Q-S. Ilmarchio Q-S blu indica al consumatore che la qualità è ga-rantita senza interruzioni nella filiera. Il componente es-senziale dell’assicurazione qualità per i vegetali è ilprogramma di monitoraggio dei pesticidi. Tutti ipartecipanti allo schema sono obbligati a partecipare aimonitoraggi e a mantenere i prodotti entro specifiche bendefinite. I risultati vengono registrati nel database Q-S e va-lutati. Q-S ha stabilito accordi di mutuo riconoscimentocon altri standards internazionali (es. Globalgap) che perla maggior parte però non si occupano di tutta la filiera.Lo standard Q-S è sostenuto dalla maggioranza dei retailers

tedeschi (Lidl, Aldi, Rewe).Le aziende agricole certificate Globagap opz.1 possono chiederel’omologazione del proprio certificato nel sistema QS attraverso ilcoordinatore (che è il rappresentante Q-S nei confronti della stes-sa). L’azienda non otterrà un certificato Q-Sgap ma sarà rintraccia-bile nel server QS (attraverso il public search).Su richiesta dell’azienda e previa accettazione dell’assoggettamen-to al coordinatore può essere avviata la pratica di inserimento nel-la filera Q-S. L’azienda può decidere di inserire nel sistema Q-S tut-te oppure solo alcune delle colture certificate Globalgap.Periodicamente Q-S invia al coordinatore la richiesta di effettuareanalisi sui prodotti dell'azienda da far eseguire esclusivamente alaboratori certificato Q-S.Il prodotto deve essere sempre identificato come prodotto Q-Ssecondo i dettami di una specifica linea guida; in mancanza diidentificazione certa il prodotto perde lo status di prodotto Q-S.Anche se il prodotto viene ceduto a soggetti non Q-S la filiera siinterrompe e il prodotto perde lo status Q-S. Questo caso si presen-ta frequentemente quando l’A.A. cede il prodotto a una “commer-ciale” o a una OP che poi cede il prodotto al retailer Q-S (es. Lidl oRewe). Per mantenere l'integrità della filiera è necessario in que-sto caso che anche la “commerciale” o la Op si certifichino; la“commerciale” o la Op non dipendono dal coordinatore e seguonoun iter certificativo simile a quello di altri standards.I “grossisti”, come vengono definite dallo standard Q-S tutte leaziende non agricole e non retailer, non dipendono dal coordina-tore ma hanno relazioni direttamente con Q-S in Germania.

4Company srl (www.4companysrl.it) è una società di consulenza atti-va in tutta Italia certificata per svolgere l’attività di coordinatore; perinformazioni scrivere a [email protected] o telefonare al+39 0458673074

«Q-S pone le basi per aumentare la sicurezzaalimentare e la fiducia dei consumatori»

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CorriereOrtofrutticolo LOGISTICAL

! Mirko Aldinucci

Non sono tutte rose e fiori, anzi,ma il contenitore riutilizzabilecontinua a conquistare estimato-ri nella filiera ortofrutticola. Soddisfazione, in casa Euro PoolSystem, per l’andamento del2012: “Sta per andare in archivioun anno sicuramente positivoche, a dispetto della crisi, fa regi-strare un bel più 15% a livello Ita-lia e un più 5% per l’Europa”, di-ce Emanuele Timpanaro, diret-tore di Eps Italia. “Gli obiettividell’azienda sono ancora più am-biziosi per il 2013 in quanto ciaspettiamo l’entrata di nuovi di-stributori nel nostro circuito in-ternazionale che andranno adutilizzare sia i contenitori riuti-lizzabili che i pooling pallet LPR-La Pallette Rouge”.“Sicuramente il nostro compartoè fortemente influenzato dall’an-damento dei consumi di ortofrut-ta che ultimamente registranodei cali importanti”, puntualizzaTimpanaro. “Per questo motivoavvertiamo il clima di crisi deinostri clienti che di conseguenzaimpatta anche sui nostri fattura-ti. A noi però piace anche evi-denziare il fatto che il tasso distandardizzazione in Italia è an-cora basso rispetto ad altri Paesi,ovvero la crescita dei nostri volu-mi di asset è da vedere in funzio-ne del numero di colli di frutta everdura che si riesce a far viag-giare su RPC rispetto al one-way.Su questo versante c’è ancora unmargine di crescita importanteche però in pochi hanno decisodi cogliere. Meno imballaggi aperdere significa anche minoriinvestimenti nella raccolta e nel-lo smaltimento dei rifiuti che in-vece il monouso crea”. Giudizio positivo sull’articolo 62:“va nella direzione giusta inquanto dovrebbe aiutare le azien-de ad incassare prima i propri

compensi”, commenta Timpana-ro. “La riduzione dei termini dipagamento dovrebbe abbassarecomplessivamente le esposizioniche oggi sono il vero problemadelle aziende in difficoltà. Sicura-mente un ruolo determinante logiocheranno i grandi gruppi del-la distribuzione che notoriamen-te hanno tempi di pagamentomolto lunghi. Potrebbero dare unforte contributo offrendo un po’di ossigeno alle aziende di produ-zione. Rimango dell’opinioneche il mercato farà pulizia, facen-do selezione tra le aziende sane equelle che hanno gestioni piu omeno critiche”.Eps sta proponendo il serviziocompleto che comprende sia ilnoleggio delle casse che dei pal-let rossi LPR: “I nostri clienti - af-ferma Timpanaro - oggi possonospedire le casse sopra al nostropallet. Questo li svincola dalla ge-stione dei resi e soprattutto risol-ve definitivamente il problemadei contenziosi con le piattafor-me logistiche. Praticamente ilproduttore si può dimenticare to-talmente della gestione dei resi edegli scambi pallet tipo Epal, inquanto noi ci occupiamo di tut-to”. La filiale italiana italiana di Eps

continua a crescere: “L’incremen-to del 15% è frutto anche dell’ex-port verso la Germania, locomo-tiva trainante con i suoi oltre 30milioni di movimenti, seguiti daaltri 5 verso altri paesi del Nord.Il mercato del retailer nazionalecresce anche di più in virtù delfatto che stiamo iniziando a lavo-rare anche nel comparto dellacarne rossa, vera novità del 2013”.Alberto Lucchese, sales and bu-siness development manager diPolymer Logistics spiega che “il2012 è stato un anno non esaltan-te a causa delle contrazioni dimercato. Ciononostante possia-mo dire che Polymer Logistics haottenuto risultati positivi impor-tanti lanciando nuovi prodotti-servizi ed ampliando l’offerta aipropri clienti, aprendo le frontie-re a un positivo 2013”.“Contiamo su un 2013 positivograzie soprattutto al consolida-mento del lancio di nuovi servizi,già avviato nel 2012, ed alla con-vinta determinazione di approc-ciare nuovi utilizzatori”, prose-gue Lucchese.“A differenza di tutti gli altri poo-ler operanti sul mercato italiano,la nostra è una società che pro-duce in casa il che ci permette disviluppare progetti con una fles-

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«Il contenitore riutilizzabile?Aiuta ad ammortizzare la crisi»

Non un imballaggio, ma una filosofia: gli operatori del settore tengono a rimarcare le differenze col packaginga perdere. Il 2012 è stato anno difficile, con delle eccezioni

Da sinistra Emanuele Timpanaro, Alberto Lucchese e Paola Artosi

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Logistica CorriereOrtofrutticolo

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sibilità unica nel suo genere. Lematerie prime impattano note-volmente su questo settore ma lacapacità di gestire l’intera supplychain sia inboud (interna allasupply chain di Polymer) cheoutbound (logistica e servizio alcliente utilizzatore) ci permettedi sopperire a fatti contingenti eindipendenti dalla nostra stuttu-ra e mantenere elevato il rappor-to qualità-prezzo”.E l’articolo 62 potrà creare pro-blemi? “Il problema principale èdato dalla mancanza di un siste-ma o dall’incapacità delle azien-de di fare sistema: l’impatto del-l’articolo sembra più pesante nel-la teoria che nella pratica. Rite-niamo che una migliore regola-mentazione garantirà tutto ilmercato, di conseguenza anchechi oggi ha guidato il mercatostesso. Si tratta di guardare posi-tivamente al futuro e di adeguar-si modificando alcuni assetti. Ilnostro settore è velocissimo euna certezza dei tempi di paga-mento non può che solo agevola-re tutti gli operatori e garantireeconomie di scala reali”.Sul fronte dei prodotti, la mag-giore novità di Polymer Logisticsè l’introduzione del pallet in pla-stica a tara fissa che, commentaLucchese sta garantendo riscon-tri importanti a tutti gli attoridella filiera che lo utilizzano:“Igienicità, sicurezza, (tara) pesocostante costituiscono il maggio-re punto di forza di questo pro-dotto. Inoltre abbiamo a catalogoaltri prodotti che al momentosembrano troppo innovativi peril mercato italiano, per esempio imini bins a piano dinamico o lecassette trasparenti crystal-clear,che però sono già consolidate neimercati Nord Europeo e Spagno-lo”.Eleonora Gemini di Ifco spiegache “il comparto dei contenitoririutilizzabili nel 2012 continua lasua inesorabile crescita, nono-stante la non favorevole situazio-ne di mercato. Ifco ha aumentatola sua penetrazione in distributo-ri già partner e convinto nuovipartner italiani a passare dallo

storico sistema con imballaggi aperdere ad un concetto più am-pio e complesso di “sistema logi-stico di ritorno” piuttosto che usodi un semplice contenitore riuti-lizzabile”.Le prospettive per il 2013 sono“cautamente positive, e legateprincipalmente alla tenuta delsegmento dei discount, le cuiprincipali catene beneficiano diun aumento di acquisti per i pro-blemi economici delel famiglie”.“L’aumentare dei costi di materiaprima e dei trasporti hanno sicu-ramente un effetto negativo sulsettore - prosegue Gemini - mal’abilità di ricercare costante-mente sinergie logistiche riescead alleviarne il peso e non si ri-percuote sui prezzi di noleggio,stabili ormai da alcuni anni. Irapporti con la Gdo tendono arafforzarsi, in quanto si ricerca-no sempre partner affidabili edurevoli negli anni. Piuttosto, laprincipale problematica ed il ri-schio che minaccia il sistema deicontenitori riutilizzabili oggi èquello di venire scambiati perimballaggi generici. Un messag-gio fuorviante che sembra prove-nire da fonti esterne quali i siste-mi lobbistici che tendono eviden-temente a difendere tutto quantolegato al tradizionale sistema aperdere in plastica, legno o carto-ne”. L’articolo 62, invece, “non potràavere che influenza positiva sututto il settore dove; da parte deipoolers viene fornito un serviziojust in time, che ha a sua voltatempi di pagamento di imposte,trasporti, energia e manodoperasicuri e inderogabili da sempre”.

“Nel nostro mercato - concludeGemini parlando di novità diprodotto - non vi è un movimen-to velocissimo in termini di pro-poste di prodotti alternative; lanostra cassa per le banana, lan-ciata in Europa lo scorso anno,fatica a trovare un reale interesseda parte dei clienti e degli utiliz-zatori italiani. Sembra che al mo-mento tutti i bisogni/desideri intermini di prodotti siano statiesauditi, mentre la ricerca di so-luzioni sempre nuove e “tailoriz-zate” per il cliente è e rimane unpunto forte di Ifco”.“Le performance di Cprsystemnel 2012 - esordisce il direttoreMonica Artosi - risentono delledifficolta ma ritengo che in que-sto particolare momento di con-giuntura economica sfavorevoleil sistema Cpr possa offrire rispo-ste e soluzioni altamente vantag-giose per i soci. La nostra è unasocietà cooperativa che gestisceper conto dei propri associati lemovimentazioni ed il circuito deicontenitori riutilizzabili; la ge-stione genera risparmio, docu-mentato da ricerche indipenden-ti e tale risparmio ha ricadute po-sitive su tutti gli attori della filie-ra, dal produttore al consumato-re”. Il futuro? Un’incognita, secondoArtosi: “Non è facile, al momen-to, fare previsioni, sono tante leincognite di questo periodo; cre-diamo tuttavia fermamente cheil nostro modello possa rappre-sentare una risposta concreta intermini di riduzione dei costi co-sì come di risparmio energeticoe salvaguardia ambientale e si-curamente sarà una soluzionepremiante, nonostante la crisi”.Il processo di innovazione nelsettore, nota Artosi, è abba-stanza lento e tuttavia, pun-tualizza, “Cpr sta avvicinando-si al grande passo dell’amplia-mento del modello anche alsettore carni e si tratta di unpasso molto importante, per ilresto cerchiamo di risponderecon la massima efficienza ecompetitività alle esigenze deisoci”. !

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Euro Pool System, scopri i vantaggi

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Ogni giorno, 1,8 milioni di imballaggi riutilizzabili portano al consumatore prodotti quali frutta, verdura, patate, pesce, carne e pane. Ogni giorno,

i distributori europei possono contare su un sistema logistico affidabile e innovativo. Per scoprire come, ti invitiamo a visitare il nostro sito.

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Un impianto all’avanguardia, sotto molti punti divista, quello che AWETA ha recentemente rea-lizzato e installato nello stabilimento di Termeno(Bolzano) della Cooperativa EOFRUT PrimoConsorzio. Un impianto che, come spiega KarlUngerer (foto sopra), Presidente della Coop al-toatesina, si distingue per innovazione, efficien-za, versatilità e affidabilità garantendo un realevalore aggiunto nella lavorazione delle mele.“L'impianto da noi acquistato nel 2011 rispondepienamente alle esigenze della nostra coopera-tiva e cioè di lavorare un quantitativo di 21 ton-nellate di mele mediamente ogni ora. Il settag-gio della calibratrice è di un’estrema semplicitàper il nostro personale, grazie anche dall’ottimoaddestramento che ha ricevuto dai tecnici AWE-TA”.“Una più dettagliata descrizione dell’impiantoAWETA - puntualizza Ungerer - aiuta meglio acapire come semplicità d’uso, potenzialità, pre-cisione di selezione e silenziosità siano stati i

punti a favore di Aweta: Calibratrice "Calistar"con selezione di qualità automatica “PowerVi-sion” , nuovo riempitore in acqua "Aquafeel"estremamente delicato e ad alte prestazioni einfine un robot “FlashBins” di nuova generazio-ne per l’accatastamento e l’etichettatura di binspieni con nuovo sistema di barriere fotoelettri-che di sicurezza”.Uno strumento che soddisfa in pieno, dunque,le richieste di Eofrut, anche in virtù della versa-tilità dimostrata e dell’assistenza garantita dallasocietà Aweta.Ungerer è esplicito nell’esprimere questi con-cetti: “Concludo dicendo che la nostra decisio-ne di avvalerci di AWETA come partner per lanostra attività è stata motivata dalla serietà, dal-la disponibilità a personalizzare l’impianto se-condo le nostre necessità, dai materiali e com-ponenti impiegati, dalla tecnologia utilizzata,dall’affidabilità e comunque da un ottimo servi-zio ricambi ed assistenza”.

Aziende informano

Impianto all!avanguardia AWETAper la cooperativa altoatesina Eofrut

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CorriereOrtofrutticolo

Ha fatto rumore, nel settore, lanotizia secondo cui Fruttital sa-rebbe pronta a lasciare i magazzi-ni di Albenga (Savona). Con uncomunicato stampa la Srl liguresottolinea di aver avviato uno stu-dio per un nuovo assetto organiz-zativo “nell’ambito di un più am-pio processo di razionalizzazionedelle attività distributive in corsoda anni da parte dell’azienda”.L’azienda, si legge nella nota, si èadeguata alle nuove esigenze dimercato, semplificando i proces-si ed eliminando movimentazio-ni e stoccaggi superflui, con l’a-pertura di piattaforme distributi-ve su tutto il territorio nazionale.Lo spostamento delle attività di-stributive ha permesso a Fruttitaldi crescere e mantenere la suaposizione di leader. Quando l’at-tività operativa era localizzata sulsolo magazzino di Albenga, il suofatturato era un terzo di quello at-tuale.Oggi, per difendere e consolidarei risultati ottenuti, prosegue il co-municato è necessario ridimen-sionare l’attività operativa svoltanel magazzino di Albenga, conti-nuando invece a mantenere, oaddirittura potenziando, le atti-vità amministrative e commer-ciali centralizzate nello stesso si-to. Fruttital, a fronte di alcunenotizie in tal senso, precisa inol-tre che non ha mai avuto rappor-ti di fornitura diretti con FreshDel Monte Produce Inc, per cui larottura della partnership tra GFGroup e Fresh Del Monte Produ-ce Inc, non ha avuto alcun effettosull’attività del magazzino alben-ganese. Leader nel settore dell’importa-zione di ortofrutticoli freschi ematurazione di banane, nono-stante il perdurare della crisi eco-nomica generale Fruttital, si leg-ge ancora nel comunicato, conti-nua a mantenere costanti i volu-mi di vendita e di fatturato. !

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Fruttital ridimensiona l’attività dei magazzini di Albenga

La Srl ligure ha deciso di ridurre l’attività operativa nello stabilimento albenganese

«nell’ottica di un nuovo assetto organizzativo»

LOGISTICAL

Porti, la Spagna vince il duello contro l’Italia. Secondo gli ultimidati ufficiali spagnoli riguardanti i primi sette mesi 2012, fornitida Puertos del Estado (l’organismo del governo che coordina la po-litica portuale), e quelli ufficiosi dei porti italiani, elaborati dalterminalista privato Contship Italia e pubblicati dal quotidiano “IlSole 24 ore” il Paese iberico ha la meglio sullo Stivale.In Spagna da gennaio a luglio la movimentazione di container ècresciuta del 4,73%, da 7,751 milioni di teu a 8,118 milioni. In Ita-lia invece, dove nei primi sette mesi di quest’anno sono stati movi-mentati 5,626 milioni di teu, con una tendenza al ribasso. SecondoContship c’è stata una flessione del 2,1% rispetto allo stesso perio-do del 2011.E se i due scali principali crescono, Genova del 14,2% e Gioia Tau-ro, specializzato nel trasbordo, del 5%, assieme a Trieste (+16,8%)

e Napoli (+9,2%), i dati degli altri scali fanno pensare che si trattisemplicemente di uno spostamento e di una concentrazione ditraffici all’interno del sistema italiano. Vicino a Genova, calano LaSpezia (-6%), Livorno (-17,4%) e Savona (-45,4%), sempre secondo idati Contship. Napoli e Salerno sono storicamente in altalena:quando un porto aumenta i traffici l’altro li perde. Quest’anno èSalerno a perdere il 18,4%. In Adriatico alla crescita di Trieste cor-rispondono le perdite di Venezia (-5,4%) e Ravenna (-5,2%).In Spagna, nei primi sette mesi del 2012 sono in difficoltà gli scalicatalani di Barcellona (-18,02%) e di Tarragona (-11,86%). Valencia,che nel 2010 e 2011 ha superato, primo nel Mediterraneo, i 4 milio-ni di teu, quest’anno resta stabile (+1,76%). Crescono invece i por-ti di transhipment di Algeciras (+22,32%, ma dopo anni di fortedifficoltà) e Las Palmas (+6,34%) e quelli regionali di Bilbao(+9,33%) e Malaga (+27,69%).

Container: nei primi sette mesi del 2012 cala la movimentazione in Italia. E la Spagna ci batte

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CorriereOrtofrutticolo

N o v e m b r e 201256 www.corriereortofrutticolo.it

Logistica flash

Corea del Sud e Norvegia hannofirmato una lettera d’intesa perla realizzazione di una rotta pola-re. Una volta aperta la nuova rot-ta, la tratta Busan-Rotterdam saràaccorciata e si passerà dagli at-tuali 20,100 Km (24 giorni) - cheprevedono l’attraversamento delCanale di Suez - a 12.700 Km (14giorni). Di conseguenza il centrodella rotta per l’Europa si spo-sterà da Singapore a Busan. Larotta polare è indispensabile an-che per il trasporto delle materieprovenienti dal Circolo polare ar-tico. L’apertura della rotta polarepotrebbe essere una nuova forzamotrice anche per l’industriacantieristica: STX Shipbuilding eSamsung Heavy Industries han-no realizzato per la prima voltaal mondo un portacontainersrompighiaccio.

NORVEGIA

Una rotta polarecon la Corea

Il Brasile cresce a ritmo del 4% e, con i sui 200 milioni di abitanti, of-fre un mercato di consumatori con grandi opportunità per tutta la lo-gistica portuale e interportuale. Anche per quella italiana. Per questo,i porti della Penisola debbono essere pronti a cogliere queste opportu-nità. Questa la conclusione del convegno “Porti, nautica, logistica ecultura tra Italia e Brasile” che si è tenuto nella sede dell’Autorità Por-tuale di Genova.L’occasione per l’incontro è giunta a poche settimane dalla missionegovernativa che ha portato alla firma di un accordo tra l’associazionedei porti liguri, Ligurian Ports e il porto di Santos. “Il Brasile è un Pae-se in forte sviluppo - ha sottolineato Luigi Merlo, presidente di AutoritàPortuale di Genova - noi abbiamo siglato e ampliato l’intesa con Santosper agevolare gli scambi con i nostri Paesi e ci auguriamo che si pos-sano creare le condizioni in Sud America, come è stato per il Nord Afri-ca, per un incremento e uno sviluppo reciproco sia dell’export che del-l’import”.Il presidente della associazione Italia-Brasile, Fabio Porta ha ricordatoche il Brasile in questo momento investe molto in infrastrutture, in tec-nologia applicata alla logistica dei trasporti e in tutta quella semplifi-cazione delle operazioni di import oggi necessaria più che mai per unfunzionamento moderno delle attività portuali. “Genova - ha detto - èun punto di riferimento naturale, si tratta solo di mantenere e conso-lidare rapporti che già esistono”.

BRASILE

Ligurian Ports, accordo con Santos: sempre più scambi

Il Mercato comune per l’Africaorientale e meridionale, attra-verso il Programma Portuale Re-gionale del Mozambico (Mozam-bique Regional Gateway Pro-gram), sta promuovendo un pro-getto per lo sviluppo di una stra-tegia legata al corridoio di pas-saggio col porto di Maputo e larealizzazione di una rete di col-legamento per il traffico merci.Il programma intende migliora-re la politica dei trasporti, raffor-zando i collegamenti principalicon i corridoi di Beira e Nacala.

MOZAMBICO

Corridoio per l’Africa occidentale

L’Autorità per le autostrade turca,nel tentativo di ridurre le spese edil tempo degli utenti negli sposta-menti, ha reso noto ai primi disettembre, attraverso la stampa lo-cale, che in questo momento è inprogramma la realizzazione di 24nuovi progetti autostradali, perun totale di 5.500 Km. Fra i progetti più importanti è da citare ilNorthern Marmara, un piano di ampio respiro che include un terzoponte sul Bosforo ad Istanbul e che consentirà un risparmio di 1.8 mi-liardi di dollari in energia e forza lavoro, secondo i calcoli dell’Autorità.Una joint venture della locale IC Ictas Insaat e dell’italiana Astaldi hagià vinto la gara per il progetto. un altro grande progetto è quello del-l’autostrada Gebze-Orhangazi-Izmir, che metterà in contatto tre distret-ti industriali e ridurrà del 30 per cento il traffico fra Gebze, nei pressidi Istanbul e la città egea di Izmir. Una volta completata, la nuova autostrada promette di collegare in unasola ora di auto Istanbul a Bursa. Il progetto include un grande pontesospeso fra le due sponde del Golfo di Izmit. Un altro ambizioso pro-getto sta per collegare le province vicine di Izmir e Manisa con un tun-nel. Una autostrada fra la capitale, Ankara e la provincia del Mar Nerodi Samsun consentirà inoltre un accesso più semplice in Russia.

TURCHIA

Grandi investimenti sulle infrastrutture

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CorriereOrtofrutticoloDistribuzione

N o v e m b r e 201258 www.corriereortofrutticolo.it

“O dal 2013 inizia la ripresa o lagrande distribuzione sarà inestrema difficoltà”. A dichiararloè Franco Cobolli Gigli (nella fo-to), presidente di Federdistribu-zione in un’intervista rilasciata aL’Avvenire, dove sottolinea come imargini nella Gdo italiana si sia-no quasi azzerati. “La media delrapporto tra utili e fatturati nel2007 era attorno all’1%, nel 2010 èscesa allo 0,7%”.I dati ufficiali del 2011, non anco-ra disponibili saranno comunqueancora peggio. Secondo CobolliGigli in questi ultimi anni i su-permercati hanno tenuto prezzibassi e incrementato le promo-zioni, “sostenendo un comporta-mento virtuoso che ha consentitodi aiutare i cittadini”.“Solo sui prodotti alimentari trail 2008 e oggi i nostri associati -sottolinea il leader di Federdistri-buzione - hanno permesso ai cit-tadini risparmi da oltre 30 mi-liardi di euro: 21,8 miliardi congli sconti, fatti in collaborazionecon i produttori, e altri 8,8 mi-liardi con i prodotti a marchio”.Ma Cobolli Gigli ammette che

“oggi molte delle nostre aziendesono già in perdita”. In cinqueanni i ricavi della Gdo sono cala-ti del 5%. Per Federalimentareserve invertire questo trend, oc-corre una svolta. !

L’Indicatore dei Consumi Confcommercio, registra a settembre una dimi-nuzione del 4,2% su base annua ed una flessione dello 0,8% rispetto al me-se precedente. La progressiva contrazione del reddito disponibile, legata alpermanere di una situazione economica negativa, appesantita daicontinui inasprimenti fiscali, ha presumibilmente riportato le famiglie,dopo il periodo estivo, ad adottare modelli di spesa estremamente pruden-ti. Le incertezze sull'impatto dei provvedimenti della Legge di Stabilitànon aiutano la pianificazione degli acquisti. Nel complesso del periodogennaio-settembre 2012 l’Icc segnala una riduzione del 2,7% rispetto ai primi nove mesi del 2011. Questevalutazioni confermano che il 2012 risulterà caratterizzato da una eccezionale caduta dei consumi reali.L’andamento annuo dell’Icc di settembre riflette una diminuzione dell’1,8% della domanda relativa aiservizi e del 5,1% della spesa per i beni. In un contesto che ha registrato per molti beni e servizi una pe-sante riduzione delle quantità acquistate dalle famiglie, rispetto all’analogo mese del 2011, i dati più ne-gativi si registrano per la mobilità (-20,5%), gli alimentari le bevande e i tabacchi (-5,7%) e i beni e servi-zi per la casa (-5,3%). Gli unici segmenti che mostrano ancora variazioni positive sono quelli relativiagli acquisti di beni e servizi per le comunicazioni (+3,4%).

Settembre nero per i consumiConfcommercio: sarà pesante il bilancio del 2012

Sos Federdistribuzione:La Gd rischia un bagno di sangue

Cobolli Gigli: se nel 2013non inizia la ripresa, moltecatene finiranno in apnea

Crescono in molti settori lemarche commerciali inItalia, ma l’ortofrutta fa ecce-zionw: sulla base di elabora-zione Fedagri-Confcooperati-ve su dati Symphony IriGroup, infatti, la marca com-merciale è cresciuta del 42%in sette anni passando dal12,6% al 17,9% delle venditecomplessive in Gdo.A trainare questa crescitahanno inciso maggiormentei prodotti appartenenti allacategoria del freddo (che rap-presentano il 26,4% delpaniere), i prodotti freschi(22,4%) e la drogheriaalimentare (15,6%). Buono anche il trend nei pri-mi otto mesi del 2012. Le pri-vate label hanno fattoregistrare incrementi nellevendite in tutti i settori, fattaeccezione per quello dell'or-tofrutta.

Vola la private labelma non in ortofrutta

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CorriereOrtofrutticolo DISTRIBUZIONED

Anche Magnit, la seconda catenadi supermercati in Russia per fat-turato e la prima per numero dipunti vendita, sarà presente conl’import buyer Serguey Kotivetsal Green Med Forum di Granadache si svolgerà nella splendidacittà andalusa, a partire da mer-coledì 21 novembre.La presenza di Magnit si aggiun-ge alle già numerose adesionigiunte al Forum dalla Russia a be-neficio dei meeting b2b (a cuiparteciperanno anche aziendeitaliane) e del seminario sui rap-porti tra il bacino di produzionemediterraneo e i mercati di sboc-co dell’Europa dell’Est e dellaRussia che è il momento più im-portante della parte convegnisti-ca del Forum 2012.La storia di Magnit è molto inte-ressante e si arricchisce di conti-nui sviluppi che la potrebberoportare al sorpasso della rivaleX5 in tempi brevi. E’ una catenain forte espansione, soprattuttofuori da Mosca e San Pietroburgo.Serguey Galitsky, il miliardariorusso fondatore di Magnit, haprogrammato nei mesi scorsi diinvestire 350 milioni di euro perla costruzione di un impiantoagricolo di proprietà nel Territo-rio di Krasnodar destinato allacoltivazione di ortaggi.Nonostante ciò, oggi e per i pros-simi anni, le importazioni resta-no fondamentali per l’approvvi-gionamento di ortofrutta ai pun-ti vendita. Infatti Galitsky sta cor-rendo ad aprire il numero più al-to possibile di punti vendita pri-ma che i colossi della distribuzio-ne alimentare mondiale si raffor-zino in Russia, dove Walmart nonè ancora entrata mentre Car-refour, a causa di alcuni errori, siè già ritirata dopo un’esperienzarussa avviata solo nel 2009.Così Magnit ha aperto nel girodi due anni 1400 nuovi puntivendita raggiungendo un totale

di 5.700 e registrando unacrescita delle vendite del30% nello stesso periodo.Forse nessuna catena almondo può registrare untale balzo in avanti negliultimi anni, segnati inEuropa da una crisi deiconsumi che ha messo indifficoltà seria catene co-me Carrefour. Anche allaluce di questi dati, la pre-senza di Magnit a Grana-da è particolarmente im-portante. !

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Quattro punti vendita di dimensioni notevoli entrano nel sistemaSisa. Tutti superstore, dai 2.800 ai 3.000 metri quadri che si conge-dano dall’universo Carrefour, di cui facevano parte in precedenza.Di proprietà della Famiglia Lupi, i layout dei nuovi pdv si apronosu uno spazio di quasi 300 mq dedicato all’ortofrutta a libero servi-zio.Nella parte perimetrale, sempre a libero servizio, i freschi confezio-nati, la IV gamma, i surgelati, la macelleria ecc… Ai formaggi invece è dedicata una vasta isola centrale take away, do-ve vengono giornalmente proposte strategiche operazioni di crossmkt, abbinandone la vendita, per esempio, a vini particolari. Un’area, nella prima parte dello store, “non assistita”, pensata per velo-cizzare la spesa senza dimenticare il focus continuo sui prodotti ti-pici, vera vocazione degli store laziali.Ma i superstore sono ancora più dinamici: in virtù della promozio-ne a km 0, infatti, molti sono i fornitori locali che, a rotazione, pre-sentano i propri prodotti, facendoli degustare con momenti miratidi didattica.Superata la prima parte, il percorso si apre sul cuore pulsante deipdv, i banchi assistiti dei freschi, dotati di lavorazione a vista: la ga-stronomia, la panetteria, la pescheria e la macelleria, corredati dacreative gigantografie di prodotti.I quattro supermercati, collocati nella parte nord ovest di Roma,danno occupazione ognuno a 40 addetti e dispongono di parcheggidi, mediamente, 300 posti auto. Previsto un fatturato a scontrinocomplessivo di 70 milioni di euro.

Sisa “ruba” a Carrefourquattro superstore della capitale

La catena russa Magnital Green Med Forum di Granada

La presenza del secondo retailer del Paese si aggiunge alle numerose adesioni giunte a beneficio dei meeting b2b

in programma dal 21 novembre in Andalusia

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CorriereOrtofrutticoloB iologico news

Il 64% della frutta e verdura ana-lizzata nel 2011 non presenta re-sidui chimici (diserbanti, insetti-cidi, fungicidi), mentre i campio-ni fuorilegge sono fermi allo0,6%. Anche le mele e le arancecon multi-residuo sono in calo(dal 18,5% al al 17,1%), ma au-mentano tuttavia i campioni darecord: fino a 9 diverse sostanzenell’uva, 8 nel vino, 6 nelle mele,5 nelle arance.Il risultato complessivo di “Pesti-cidi nel piatto 2012”, il rapportoannuale di Legambiente sui resi-dui di fitofarmaci nei prodotti or-tofrutticoli e derivati commercia-lizzati in Italia (elaborato sullabase dei dati ufficiali forniti daArpa, Asl e uffici pubblici regio-nali competenti), ad una primalettura, offre un quadro “abba-stanza rassicurante e in linea conil trend degli ultimi anni che ve-de diminuire, seppur lentamente,l’uso delle molecole chimicheper la produzione agroalimenta-re”.Purtroppo però, insieme all’au-mento in percentuale dei cam-pioni in regola, aumenta pure ilnumero delle diverse sostanzechimiche presenti contempora-neamente su uno stesso campio-ne. E “manca ancora una regola-mentazione specifica rispetto alsimultaneo impiego di più prin-cipi attivi, come pure sulla rin-tracciabilità di più residui in unsingolo prodotto alimentare”, la-menta Legambiente che chiedeuna legge che si esprima ancherispetto al cosiddetto multi resi-duo, cioé, al quantitativo di resi-dui diversi che si possono ritrova-re negli alimenti.“Non possiamo nascondere lasoddisfazione per una progressi-va riduzione dei residui di fito-farmaci nei prodotti alimentari”,dice Fabrizio Piva, amministrato-re delegato di CCPB srl commen-tando il recente rapporto di Le-gambiente. “La tematica dellapresenza di campioni con più re-sidui, seppure entro gli Lmr (imi-ti massimi di residuo consenti-to), è un tema delicato da affron-tare con molta attenzione”.

“Come enti di certificazione econtrollo, non possiamo perònon notare un'assenza: in tutto ilrapporto Legambiente non citamai che l'agricoltura biologica èl'unico settore produttivo in cui èpossibile trovare la soluzione delproblema”, continua Piva.

La fotografia del biologicoIl Sud d'Italia, e in particolare laSicilia, per le produzioni biologi-che; il Nord, con il Veneto in te-sta, per quelle che hanno ottenu-to un riconoscimento comunita-rio Dop o Igp. Sono i primati ter-ritoriali per i prodotti agroali-mentari di qualità evidenziati daun focus, pubblicato dall’Istat,che trae spunto dal sesto censi-

mento generale dell'agricoltura.Un approfondimento di “partico-lare importanza”, sottolinea l’I-stituto nazionale di statistica, siaperché le aziende produttrici"contribuiscono alla diffusione diforme di conduzione di terreni edi allevamenti compatibili con latutela dell'ambiente, del suolo edella diversità genetica, sia per-ché consentono di promuovere lamigliore qualità dei prodotti".Il rapporto, che scatta una "foto-grafia" al 24 ottobre 2010, indicache sono 45.167 le aziende ope-ranti con il metodo biologico, pa-ri al 2,8% delle aziende agricoletotali. Di queste, 43.367 aziendeapplicano il bio sulle coltivazio-ni, 8.416 lo adottano per l'alleva-mento del bestiame. Mentre 6.616aziende utilizzano metodi di pro-duzione biologica sia per le colti-vazioni, sia per gli allevamenti.Al Sud oltre il 62% delle aziendeIl 62,5% delle aziende è attivo nelSud e nelle Isole, dove si concen-tra anche il 70,9% della superficiebiologica complessiva. In parti-colare, la Sicilia è la regione dovesi conta il maggior numero diaziende (7.873 unità), seguita daCalabria (6.769)e Puglia (5.295).Un aspetto particolarmente inte-ressante è dato dalla dimensionemedia della superficie biologicadelle aziende, pari a 18 ettari,che è oltre il doppio di quelladelle aziende agricole in genera-le, per le quali il valore medio èpari a 7,9 ettari. A livello regio-nale, la Sardegna raggiunge addi-rittura un picco medio di 43,8 et-tari di superficie biologica perazienda; la Basilicata tocca unamedia di 23,7 ettari, la Puglia di22,8 ettari.Il punto su Dop e Igp Il focus del-l'Istat indica poi in 180.947, pariall'11,2% del totale, il numero diaziende con coltivazioni o alleva-menti certificati a Dop o a Igp .Oltre un terzo delle aziende Dop-Igp (35,5%) è localizzato nelNord-Est. In particolare in Vene-to, dove questa tipologia raggiun-ge 24.524 unità, seguito da Tosca-na (16.672), Emilia Romagna(15.413) e Piemonte (15.322). !

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Frutta“pulita”

Legambiente: fuorileggesolo lo 0,6% dei campioni.

Soddisfatto il Ccpb

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! Emanuele Zanini

Per Fruit Attraction l’edizione2012 è stata quella della consacra-zione. La fiera internazionale de-dicata all'ortofrutta che si è tenu-ta per il quarto anno consecutivoalla fiera di Madrid dal 24 al 26ottobre scorsi ha mantenuto lepromesse, superando forse addi-rittura le aspettative degli orga-nizzatori, Ifema e Fepex, l'asso-ciazione degli esportatori orto-frutticoli spagnoli.L'affluenza alla kermesse infattiè stata molto ampia e non solo daparte degli operatori spagnoli,che già negli anni scorsi eranostati i protagonisti del buon suc-cesso della manifestazione. Que-st'anno a Madrid è stata partico-larmente nutrita la presenzaestera: 97 le aziende internazio-nai presenti, provenienti da Bel-gio, Brasile, Francia, Italia, Porto-gallo, Regno Unito e, per la pri-ma volta, Olanda. Alla fiera han-no partecipato ben 597 esposito-ri, il 6,5% in più rispetto al 2011.La rassegna è stata organizzatasfruttando gli spazi di tre padi-glioni, su un'area di 16.900 metriquadrati (+16% rispetto all'annoscorso). Le imprese di produzio-ne hanno rappresentato la mag-giore parte delle organizzazioniespositrici (76%), seguite da quel-le legate all'industria (18%).Già dalle prime ore del primogiorno i padiglioni di Fruit At-traction, che è stata inauguratadal ministro spagnolo dell'Agri-coltura Miguel Arias Cañete era-no traboccanti di persone, traoperatori, buyer e professionistie visitatori, che hanno affollatogli stand presenti. Ancora piùimpressionante l'affluenza nellaseconda giornata che ha raggiun-to il picco massimo.Gli stessi operatori giunti a Ma-drid hanno dato giudizi più chepositivi alla fiera spagnola con-

fermandone l'escalation. A parti-re da Paolo Bruni, presidente delCso, Centro Servizi Ortofrutticolidi Ferrara presente assieme ad al-cuni associati in uno stand carat-terizzato dal nuovo logo "Italy thebeauty of quality". “Nonostante ilperiodo di crisi che si sta attra-versando - ha dichiarato Bruni -la fiera di Madrid cresce con unanutrita presenza di visitatori e dioperatori. Bisogna però registra-re - ha sottolineato il presidentedel Cso - l'atavico problema, an-cora irrisolto, della polverizzazio-ne delle posizioni degli stand ita-liani, sparsi in tutti i tre padiglio-ni della fiera. Questo a differenzadi altri Paesi, europei ed extra eu-ropei, ben più organizzati e uniti.La triste realtà è che l'Italia nonha un sistema unito. Diventa per-ciò necessario trovare una “cen-tralità” italiana che crei maggio-re affiatamento e unione tra leparti. Qui un ruolo fondamentaledovrà giocarlo la politica che do-vrà discutere del problema nellaconferenza Stato–Regioni”.Giudizi positivi anche da LucaBattaglio, presidente dell'omoni-mo gruppo torinese, non presen-te fisicamente con uno stand alla

fiera spagnola ma in visita giàdalla prima edizione del 2009.“La rassegna cresce di anno inanno - afferma Battaglio - e si staaffermando come un appunta-mento di riferimento per il setto-re. Si sta confermando come con-traltare di Fruit Logistica”.Soddisfatti pure Fabio Zanesco eMichael Grasser, rispettivamentedirettore commerciale e marke-ting di Vi.P Val Venosta, che han-no sottolineato la grande e cre-scente affluenza alla manifesta-zione madrilena e hanno rimar-cato l’importanza della Spagnaall’interno del business dell’asso-ciazione, specializzata nella pro-duzione e vendita di mele dellaVal Venosta. Per Vi.P il mercatoiberico rappresenta il 7% dellevendite. Nel mercato spagnolo lagran parte del venduto si concen-tra sulla varietà Golden, “anchese nei prossimi anni ci sono buo-ne posibilita di sviluppo ancheper le varietà rosse”, hanno affer-mato Zanesco e Grasser. “Nono-stante quest’anno si sia registratoun consistente calo produttivo -spiega Zanesco - stiamo mante-nendo inalterati i nostri pro-grammi, sia a livello commercia-

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Consacrazione Fruit Attraction«È la rivale di Berlino»

La fiera di Madrid supera le aspettative della vigiliaregistrando un’affluenza record sin dal primo giorno.Gli espositori italiani: «È quasi come Fruit Logistica»

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le che di marketing”. In questi an-ni l’associazione di produttori al-toatesini ha puntato molto sullacomunicazione, attraverso cam-pagne su stampa e tv nazionali einternazionali, Spagna compre-sa.“Fruit Attraction rappresenta or-mai un appuntamento fisso dellanostra agenda espositiva” ha di-chiarato Gerhard Dichgans, Di-rettore del Consorzio VOG di Ter-lano (Bolzano). “Fin dal primoanno abbiamo creduto in questamanifestazione, che rappresentaun importante crocevia fra l’Eu-ropa Continentale, i mercati delMediterraneo e quelli del NordAfrica”.Anche Agricola Gloria 2, aziendadi Uzzano (Pistoia), presente allafiera madrilena con un propriostand promuove a pieni voti lamanifestazione. "Quest'annoFruit Attraction è letteralmenteesplosa", affermano Alessandra eSimone Magrini. "Da una parteabbiamo incontrato clienti stori-ci dall'altra abbiamo creato nuo-vi contatti e concluso affari". "Ri-tengo inoltre - aggiunge Simone -che la data scelta, a fine ottobre,sia quella giusta. Perfetta per gliesportatori spagnoli con cui (manon solo con loro) abbiamo chiu-so diversi accordi che sono parti-ti immediatamente, con fornitu-re di prodotto subito dopo la fie-ra. Un appuntamento insommamolto concreto in cui non solo cisi incontra ma si fanno anche af-

fari". Tuttavia secondo Magrini cisono dei punti da migliorare."Abbiamo avuto buoni riscontrinonostante la posizione infelicedel nostro stand, troppo periferi-co. La nota dolente, forse a causaanche dell'inaspettato boom dipresenze probabilmente non pre-ventivabile nemmeno dagli orga-nizzatori, è stato il traffico per lestrade limitrofe all'uscita dallafiera, andato letteralmente intilt. In questo forse l'organizza-zione ha avuto delle lacune". Commenti entusiastici pure daparte di Francesco Cera, direttoredel Maap, mercato agroalimenta-re di Padova (primo mercatoagroalimentare italiano nell’ex-port, capace di sviluppare un fat-turato annuo di 400 milioni dieuro di cui il 45% attraverso leesportazioni, focalizzate sui mer-cati dell’Est Europa e della Rus-sia), presente a Fruit Attractionnello stand del Veneto, assiemeai Mercati di Verona e Treviso.“Questa fiera continua a cresceredi anno in anno”, ha spiegato Ce-ra. “Si sta confermando un ap-puntamento molto importante incui i nostri grossisti (cinque leditte di grossisti padovani delMaap presenti alla rassegna)hanno la possibilità di incontra-re fornitori provenienti da tuttoil mondo e creare nuovi contattiper le esportazioni”. Non è man-cata tuttavia da parte di Cera unabacchettata al comparto italiano.“Fruit Attraction - ha dichiarato il

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A Fruit AttractionVeronamercato, presente nel-lo stand del Veneto, assiemeai mercati di Padova e Trevi-so, ha presentato un nuovoservizio. Ora infatti è possibi-le scaricare gratuitamentel’applicazione di Veronamer-cato sui cellulari Smartpho-ne, disponibile sia su AppleStore per i Phone che su Goo-gle Play per Android.La nuo-va applicazione, come hannospiegato il presidente diVeronamercatoErminia Perbelli-ni (foto) e ildirettore PaoloMerci, contienele principaliinformazioni sul-le ditte presential Centro scaligero con datilegati anche ai prezzi di ven-dita dei prodotti ortofruttico-li, aggiornati quotidianamen-te. “Con l’occasione di FruitAttraction - aggiunge Perbel-lini - abbiamo pensato dipromuovere anche ilcentenario del festival liricodell’Arena di Verona, che ca-drà il prossimo anno,attraverso anche un messag-gio benaugurante di PlacidoDomingo”.

E Veronamercatopresenta un’“app”

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! Steven Maxwell

Definito dagli organizzatori co-me il più grande evento degli Sta-ti Uniti per quanto riguarda l’in-dustria dei prodotti freschi, ilPMA Fresh Summit che quest’an-no si è svolto dal 26 al 28 Ottobread Anaheim, California, ha di-mostrato ancora una volta di es-sere l’attrazione principale per leaziende ortofrutticole internazio-nali, attirando anche aziende dalsud dell’Europa.Certamente la maggior parte deiprevisti 20 mila visitatori dellafiera veniva dall’America, ma ungran numero di europei ha fattosentire la sua presenza, anche seil numero dei loro stand era rela-tivamente basso.Tra gli espositori c’era Compa-gnia Italiana della Frutta, unadelle aziende ad aver raggiunto ilmaggior successo nell’affermarela propria presenza negli StatiUniti ed in Canada.Fondata da Apofruit e dal GruppoMazzoni, ha nove membri asso-ciati specializzati nel commerciodi frutta di qualità premium - conil marchio “Made in Blu” - nel

nord America come in Cina, aTaiwan, a Singapore e, in misuraminore, in Europa.Come spiega l’amministratoredelegato, Furio Mazzotti, il grup-po è nato nel 2003 per commer-cializzare la frutta della migliorqualità prodotta ogni anno dalleorganizzazioni e cooperative fa-centi parte della Compagnia Ita-liana della Frutta fuori dall’Italia(include più di 10 mila membri).Nonostante il gruppo possa con-tare, secondo i vertici, su circa il9% della produzione totale italia-na e sul 15% di tutte le esporta-zioni, il volume della frutta sceltaper il programma Made in Blu èpiccolo, comprendendo tra il 3ed il 5 per cento.Per esempio, la produzione totaledel prodotto di punta Made in Blufatta dalla Compagnia Italianadella Frutta, il kiwi, raggiungeogni anno circa 120.000 tonnella-te, ma solitamente solo il 4-5%del totale è selezionato per esserecommercializzato con la marcapremium. Il consorzio ha inizia-to ad esportare kiwi in Canada enegli Stati Uniti cinque anni faed ha gradualmente allargato la

Pma Fresh Summitfinestra sul mondo

Ampia partecipazione internazionale alla rassegna svoltasia fine ottobre ad Anaheim, in California.

Made in Blu e Oranfrizer i portabandiera dell’Italia

direttore del Maap - è la sconfittadell’autoreferenzialità dell’Italia,ancora troppo legata a campani-lismi che ci stanno facendo per-dere posizioni in Europa e nelmondo”.Favorevolmente impressionatodalla fiera pure Alessandro Cana-lella, amministratore delegato diSimba spa, società del gruppo GfGroup incaricata tra l’altro dellacommercializzazione del nuovomarchio “F.lli Orsero”, che è statopresentato alla fiera di Madrid aiclienti e ai vari operatori. “FruitAttraction si sta confermando co-me un importante appuntamen-to fieristico internazionale. L’oc-casione giusta per encontrare inostri clienti e rafforzare le si-nergie create durante quest’an-no. Come nei primi sei mesi diquest’anno, anche nel secondosemestre del prossimo anno con-tinueremo a investire in Spagna,uno dei nostri mercali di riferi-mento”.Positivi anche se meno euforicii commenti sulla fiera da partedi Roberto Gorza, export mana-ger di Melinda, azienda presen-te per il secondo anno con unostand a Madrid. “È evidente cheFruit Attraction sta progressiva-mente crescendo - spiega Gorza- dimostrandosi un valido puntodi incontro con clienti storici enuovi. Mi sembra comunque ri-manga una fiera legata soprat-tutto alla produzione spagnola,nonostante ci sia stato un im-portante sforzo per dare mag-giore spazio alla internaziona-lizzazione”.Assofruit, associazione di pro-duttori ortofrutticoli di Basilica-ta, Puglia e Calabria, che contauna sessantina di soci, ha parte-cipato per la prima volta a FruitAttraction. “Quest’anno abbia-mo deciso di essere protagonitiattivi alla manifestazione dopoil successo che ha riscontratonegli anni scorsi - spiega AndreaBadursi, vicepresidente di Asso-fruit. Si sta demostrando ben fat-ta e molto partecipata, non solodagli operatori spagnoli”[email protected]

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sua offerta includen-do drupacee, frutti dibosco, uva e frutta daalbero, tutte vendutecon l’etichetta Madein Blue. Nonostanteciò, Mazzotti rimar-ca come quello cherende la marca diver-sa dalle altre sia ilfatto che abbia uncontratto esclusivodi fornitura con ogni singolocliente del Paese.“Non vendiamo a tutti - stipulia-mo accordi esclusivi con un soloimportatore di ogni singolo Paesecosì non entriamo in competizio-ne con noi stessi”, dichiara Maz-zotti.“Controlliamo la qualità ed ilmarchio e tutti sono soddisfattidato che possiamo ricevere abuon prezzo ed i nostri importa-tori possono stare certi che nelPaese o nel mercato nel qualeoperiamo, loro siano gli unici adavere questo marchio.Nonostante il successo di Madein Blu, il compito di entrare nelmercato del nord America puòspesso essere scoraggiante per gliesportatori europei, alla luce del-le distanze contemplate e vista lacompetizione dei coltivatori sta-tunitensi e di quelli dell’AmericaLatina.Per questo risulta forsa più sem-plice capire perchè il coltivatoreitaliano di agrumi Oranfrinzer -conosciuto in Europa per le suearance rosse di Sicilia - abbia ri-volto la sua attenzione al merca-to dei succhi di frutta.L’azienda quest’anno celebra ilsuo 50esimo anniversario: “ven-dere su questo mercato non è fa-cile perchè c’è molta competizio-ne, ma io credo che ci sia anchemolto potenziale”, dichiara il di-rettore delle vendite export diOranfrinzer, Sara Grasso.“È complicato per quanto riguar-da la frutta fresca perchè se vo-lessimo spedire i nostri agrumiqui, dovremmo trattarli e ciò po-trebbe intaccare la qualità”, so-stiene. “Noi produciamo agrumidi qualità con amore, ma per spe-

dirli negli Stati Uniti bisognereb-be mettere in pratica il tratta-mento di raffreddamento e laspedizione di tre settimane vianave, cosa che non giova alla qua-lità del frutto”. Invece, la Grassodichiara che Oranfrinzer ha deci-so di concentrarsi nell’esporta-zione di succo di frutta in nordAmerica, dove sta costruendosiuna solida base di vendita. “Stia-mo spremendo molto succo e ladomanda è molto alta vista la dif-fusione del consumo”, spiega.Grasso dice anche che l’aziendaha beneficiato dei mesi di recu-pero dopo la controversia attornoal succo brasiliano importato ne-gli Stati Uniti che lei sostiene ab-bia dato una spinta ai produttoriitaliani.“Questa è una nuova opportunitàper l’Italia e spero che noi sapre-mo coglierla dato che abbiamoricevuto molte richieste”, dice.Certamente le aziende esportatri-ci non erano le uniche presential PMA di quest’anno vista la pre-senza di un numero importantedi importatori, inclusa la spagno-la Fruits CMR. Carles Marti, il direttore dell’im-port-export del gruppo con sede aBarcellona, spiega che anche segli Stati Uniti ed il Canada nonsono importanti per il giro d’af-fari di CMR, l’evento ha comun-que fornito all’azienda l’opportu-nità di incontrare tutti i suoi for-nitori americani in un solo luo-go.“Il PMA offre l’ opportunità di in-contrare tutte le persone con lequali lavoriamo in un unico po-sto, ed inoltre ci da la possibilitàdi vedere cosa stanno facendo gliUsa per quanto riguarda il

marketing, il packa-ging e le novità vistoche hanno semprenuove idee”, ha di-chiarato. La CMRimporta una gran va-rietà di prodotti dall’America Latina, in-clusa Argentina, Pe-ru, Costa Rica, Guate-mala e Messico. Que-st’ultima si è distin-

ta particolarmente per la sua pre-senza alla fiera che ha potutocontare su aziende che occupava-no uno spazio importante all’in-terno delle sale espositive.Da unpunto di vista messicano, il mer-cato europeo resta una risorsaimportante dato che offre unaforte alternativa al nord Ameri-ca, in particolare per prodotti co-me i frutti di bosco, gli avocado ei mango.Comunque, nonostante l’interes-se delle aziende messicane in Eu-ropa, l’attrazione del VecchioContinente è diminuita da quan-do l’impatto della crisi economi-ca in molti dei 27 Stati dell’UE hacolpito i consumatori.Un caso particolare è quello delmaggior produttore messicano diprodotti freschi, Coliman.L’azienda, che ha sede nel picco-lo stato di Colima, esporta ad og-gi grandi quantità di avocado, co-sì come volumi più piccoli di ba-nane, in Europa - principalmentein Francia ed in Spagna (avoca-do) e in Inghilterra, nei PaesiBassi e nel Belgio (banane).Nonostante il marchio si debbaconfrontare con una forte com-petizione proveniente dall’ Ecua-dor per quanto riguarda le bana-ne nel mercato europeo, Coli-man afferma che ha fatto pro-gressi nel Continente dopo averiniziato le esportazioni, quattroanni fa.“Le nostre banane sono state ac-colte bene in Europa grazie allaloro qualità e speriamo di conti-nuare ad aumentare la nostraquota di mercato” spiega AudéeRìos Canobbio del dipartimentovendite dell’azienda internazio-nale. !

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! Eugenio Felice

Si è svolta a Hong Kong da 5 al 7settembre la più importante fierad’oriente del settore, Asia FruitLogistica. I dati ufficiali parlanodi oltre 5.700 visitatori prove-nienti da 64 Paesi e di 341 esposi-tori. La rassegna, che per la pri-ma volta si è tenuta nel nuovo po-lo fieristico adiacente all’aero-porto progettato da Renzo Piano,ha mantenuto l’orario pomeri-diano, dalle 13.00 alle 18.00, perlasciare spazio alla mattina alcongresso internazionale, l’Asia-fruit Congress, che ha richiamatooltre 500 delegati da 38 Paesi.

The rise of Asia. Così era intito-lata la relazione di Patrick Vizzo-ne, responsabile della filiale diHong Kong di Rabobank Interna-tional, che ha aperto mercoledì 5settembre il congresso interna-zionale. Una buona notizia, quin-di. Se l’Europa si trova in ginoc-chio sotto il peso della crisi, l’A-sia continua ad essere il motoredella crescita mondiale. Prenden-do in esame il periodo 2006-2011,l’economia cinese è cresciuta aun tasso medio annuo superioreal 10%, l’economia indiana a untasso dell’8%, quella indonesianadel 6%, quella malesiana di quasiil 5%, quella coreana del 3,5%.Nello stesso periodo l’Asia ha vi-sto una crescita del 17% nellaproduzione di frutta e ortaggi, del117% nelle esportazioni e del 98%nelle importazioni. Ciò significache in cinque anni l’Asia ha rad-doppiato sia le esportazioni chele importazioni di frutta e ortag-gi.Cosa succederà nei prossimi an-ni? La popolazione indiana supe-rerà quella cinese nel 2020, supe-rando gli 1,4 miliardi di persone.Crescerà molto anche la popola-zione dell’Indonesia, che nel2020 avrà già abbondantemente

superato i 250 milioni di abitanti.Il fenomeno però più importanteè l’urbanizzazione della popola-zione asiatica, un fenomeno chesta letteralmente esplodendo eche comporta nuovi e mutati sti-li di vita e di consumo, ma ancheuna progressiva crescita dei red-diti medi. In alcuni Paesi come laCorea del Sud e Taiwan il reddito

pro capite è già pari al 70% diquello statunitense. Redditi piùalti significano anche costo dellavoro più elevato, e infatti dal2000 al 2010 in Cina è cresciutodel 155%, in India dell’83%, inVietnam dell’80%, in Indonesiadel 48%. “In Cina - ha commenta-to Patrick Vizzone - si sta dram-maticamente riducendo il van-

Asia Fruit Logistica specchio di un continente che emerge

La principale rassegna orientale di settore “testimonia”lo sviluppo dei consumi e dei redditi medi dei Paesi asiatici.

Folta, ma piuttosto frammentata, la pattuglia italiana

Federico Milanese nello stand collettivo del Cso ad Asia Fruit Logistica a fianco del nuovo marchio pensato per le fiere estere, sotto il quale vi e l’elencodi tutte le aziende italiane partecipanti

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taggio competitivo legato ai costidi manodopera più bassi”.In generale nei prossimi anni au-menterà la spesa per alimenti difascia premium e di importazio-ne. Nel settore ortofrutticolo,continueranno ad essere uva datavola, ciliegie, mele e agrumi iprodotti di importazione più ri-chiesti. Altri Paesi che importano e im-porteranno in modo crescentefrutta e ortaggi sono l’India el’Indonesia. In quest’ultimo Pae-se, dal 2006 al 2011, le importa-zioni sono quasi triplicate, men-tre in India sono raddoppiate.Kafi Kurnia, relatore di Peka Con-sult, ha sottolineato come ormaiproprio in Indonesia i prezzi difrutta e ortaggi nei supermercatinon differiscano di molto daquelli europei. La cosiddetta classe media stacrescendo rapidamente e nel2014 sarà già di 150 milioni diabitanti. Per quanto riguarda l’or-tofrutta, Kurnia ha ricordato co-me in Asia gli ortaggi siano parteintegrante della dieta quotidiana,si trovano praticamente in ognipietanza, mentre la frutta rivesteun ruolo più marginale. Tra i pro-dotti frutticoli maggiormente im-portati in Indonesia nel 2011 cisono le mele (per 154 milioni didollari), le arance (150 milioni),l’uva da tavola (100 milioni) e lepere (92 milioni), con tassi dicrescita anno su anno importan-ti. Ad esempio le mele importatesono state 212 mila tonnellate nel

2011, l’8% in più rispetto al 2010.L’uva da tavola invece è cresciutaaddirittura del 35% a 56 mila ton-nellate. Performance record peril kiwi, con un +80%, anche se suquantitativi ancora insignifican-ti (3.600 tonnellate importate nel2011). “Il potenziale - ha dichiara-to Kurnia - in Indonesia è incre-dibile”. I maggiori Paesi fornitoridi frutta sono, nell’ordine, Cina,Thailandia, Stati Uniti, Cile e Au-stralia. Per le mele, un prodottosu cui l’Italia potrebbe dire lasua, i Paesi fornitori sono, nel-l’ordine, Cina (73% di marketshare), Stati Uniti (23%), NuovaZelanda (2%) e Sud Africa (1%);agli altri rimangono le briciole.

La presenza italiana. Il nostroPaese non figura in nessuna sta-tistica relativa all’import di frut-ta in Asia. Si manda qualchecontainer di kiwi, poche mele,via aerea qualche prodotto dinicchia come erbe aromatiche omeloni. Ma nella sostanza, an-dando nei supermercati o neimercatini lungo le strade, anchein una megalopoli come HongKong, praticamente non esistia-mo. Peccato, perché il made inItaly anche in quest’area va mol-to, con bar, ristoranti, negozi neicentri commerciali che hannol’italian sounding nelle insegnepur non avendo nulla di italia-no. Nei fatti il maggiore merca-to, quello cinese, è stato chiusofino a pochi anni fa ed ora èaperto solo per i kiwi. Oltre alle

barriere fitosanitarie c’è il pro-blema della distanza, che ci pe-nalizza rispetto ad altre prove-nienze, a partire dagli Stati Uni-ti, che in Asia dominano per lemele e per l’uva da tavola. Man-ca poi l’organizzazione la pro-grammazione, per approcciarecome si deve un mercato che hale sue peculiarità. In fiera co-munque la presenza italiana eraimportante, maggiore rispettoallo scorso anno. Purtroppo an-cora una volta in ordine sparso.Ci ha provato la fiera a mettereinsieme un po’ di espositori ita-liani, proponendo l’Italy Pavil-lion. Peccato che hanno parteci-pato solo quattro aziende. Benpiù numerosa e qualificata lapresenza invece nello stand delCso, che portava a battesimo ilnuovo logo “Italy the Beauty ofQuality”, che probabilmenteprenderà il posto di “Piazza Ita-lia”. Tante agenzie o società ditrading, poi, ma anche aziendedi produzione. Per la prima vol-ta si sono viste le cassette dellaFrom, nello stand di Assomela.Si è notata poi una maggiorepresenza dei piemontesi, con RKGrowers, Gullino e LagnascoGroup presenti per la prima vol-ta con stand. Il mercato europeoè in affanno, le aziende italianecercano giustamente di spingeresu nuovi mercati. Si sente peròla mancanza di una regia chepromuova il made in Italy dellafrutta e che coordini lo sviluppocommerciale nell’area. !

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! Emanuele Zanini

Sul mercato europeo dell’aglio ècalma piatta. Nel vecchio conti-nente, almeno fino a metà no-vembre le vendite sono state fer-me. I prezzi del prodotto si sonoattestati su valori medio alti mala tendenza sarà a un generale ul-teriore rialzo delle quotazioni.Nei mesi scorsi la produzione ci-nese ha influenzato per prima ilmercato, segnando prezzi alti do-vuti principalmente al calo deivolumi, attorno a un -30%, a cuisi sono aggiunti calibri di prodot-to generalmente piccoli e co-munque inferiori alla media. Ta-

le situazione ha a sua volta con-dizionato il mercato argentino,che sta ricoprendo un ruolo sem-pre più importante nello scena-rio mondiale. “L’Argentina - spie-ga Donato Palmieri, a capo del-

l’omonima azienda di Afragola(Napoli) - quest’anno presentaun prodotto di buona qualità macon volumi inferiori. Le quota-zioni sono alte, visto che la mer-ce è venduta a 28-30 dollari al chi-lo. I prezzi del prodotto argenti-no, che in America viene impor-tato in maniera massiccia dalBrasile, aumenteranno ulterior-mente quando arriveranno inEuropa, presumibilmente a di-cembre. Al momento si sta viven-do un momento di attesa, speciein Spagna, che registra un bloccodelle esportazioni. Si tratta peròdi uno stop “forzato”. Gli esporta-tori spagnoli - sottolinea Palmie-

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Aglio: mercato condizionatoda Cina e Argentina,

Europa in fase di “stallo”

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ri - infatti vogliono aspettare l’ar-rivo del prodotto argentino percapire quale sarà il prezzo (certa-mente alto) e a loro volta propor-re il loro prodotto a valori ade-guati e sicuramente sostenuti”.Molto attenti all’evoluzione deiprezzi in Argentina sarà la Fran-cia, che per il Paese sudamercia-no rimane di gran lunga il primomercato europeo di riferimento.Tuttavia le performances di Cina,Argentina e Spagna secondo l’im-prenditore campano influenze-ranno in misura minore l’Italia.Nel Belpaese secondo Palmieri leprospettive non sono così buie.“L’Italia da alcuni anni sta pro-gressivamente tornando a pro-durre. C’è un abisso rispetto a so-li cinque anni fa quando la pro-duzione era pressoché ferma. Nel2011 e nel 2012 i quantitativi sisono stabilizzati segnando in me-dia un raccolto tra le 30 e le 33mila tonnellate. Nei prossimi me-si inoltre sono convinto che lequotazioni riprenderanno vigo-re”.Punto di vista in parte differenteinvece quello di Federica Cerva-ti, dell’omonima azienda veneta.L’imprenditrice conferma l’an-nata molto particolare, “segnatada un insolito prezzo alto dell’a-glio cinese, che sta segnando quo-tazioni superiori anche a quelledel prodotto spagnolo. Una situa-zione che non si era mai verifica-ta prima – precisa Cervati – e im-pensabile fino a un paio di annifa”. Per Cervati tuttavia la situazionestatica del mercato difficilmentepotrà modificarsi. “Stiamo assi-stendo a un persistente momentodi stasi. I consumi quest’anno so-no particolarmente bassi. Si sonoregistrate delle sovrastime pro-duttive che tenevano conto deiconsumi degli anni passati. Cosìstiamo assistendo a una sovrap-produzione che sta condizionan-do il mercato, in cui si registranoprezzi insoddisfacenti”.Di tutt’altro umore FrancescoDelfanti, responsabile commer-ciale della Delfanti Trade, diMonticelli d’Ongina (Piacenza),

specializzata da oltre 40 anni nel-la lavorazione e nel commerciodi aglio, cipolle e scalogno, cheguarda alla stagione 2012/2013 inmaniera piuttosto ottimista.“Quest’anno possiamo contare suun prodotto di qualità media-mente elevata, ed il mercato ap-pare stabile su buoni livelli. Ve-dremo cosa ci riserverà nei pros-simi mesi”. “In questo periodo(novembre, ndr) - prosegue Del-fanti - stiamo distribuendo ai no-stri clienti aglio di produzionenazionale oltre a quello di prove-nienza europea, soprattutto spa-gnolo. Proprio negli ultimi gior-ni, inoltre, abbiamo ricevuto iprimi resoconti sulla nuova pro-duzione argentina che, pur limi-tata nelle quantità disponibili,sembra offrire buone garanzie intermini qualitativi”.Nel piacentino c’è inoltre grandesoddisfazione per la recente iscri-zione nel registro nazionale diuna nuova varietà di aglio biancopiacentino, denominata “Pallavi-cino”, frutto di un attento lavorodi selezione operato dal Consor-zio A.Bi.Pi. di Monticelli d’Ongi-na a partire dall’aglio tradiziona-le della zona.“Riteniamo che questo riconosci-mento sarà utile per la crescitadel nostro territorio”, spiegano lostesso Delfanti, consigliere delconsorzio e Davide Cattadori,presidente dell’A.Bi.Pi..Di altro avviso Francesco Rastel-li, presidente del Consorzio di va-lorizzazione e promozione dell’a-glio bianco piacentino e vicepre-sidente della Copap di Monticelli

d’Ongina. Rastelli al giornale IlPiacenza ha sottolineato come ilriconoscimento IGP è ancora, do-po anni, ancora in alto mare; tut-to tace da Bruxelles e, ancora peg-gio, anche da Roma; da mesi cisiamo attivati al Ministero peravere precise risposte sull'iter.Ancora una volta - chiarisce Ra-stelli - la burocrazia sembra vani-ficare gli sforzi per garantire il ri-conoscimento di un prodotto diqualità certificata. L'annata è an-data bene ma, il resto - commen-ta - ci lascia ancora l’amaro inbocca”. Dalle dichiarazioni di Ra-stelli si evidenzia come non si siaancora conclusa la querelle conil consorzio A.Bi.Pi (costituito dacirca due anni) che secondo ilpresidente del consorzio di valo-rizzazione dell’agli piacentino haaccusato di regime di monopoliola Copap.Per quanto riguarda la neonatavarietà Pallavicino, Rastelli speci-fica ancora come “si tratti inrealtà di una varietà non ancoradefinita tale, perché iscritta nelregistro B dell'Ensi e deve avereancora ad un anno di sperimen-tazione, prima delle registrazio-ne ufficiale. Si tratta di una va-rietà di aglio generico e non delterritorio piacentino, come difatto se ne può trovare in tuttaEuropa. Questo è bene chiarirloperché l'ecotipo (ovvero l'origi-nale) è, con ogni probabilità,scomparso. Le due varietà, Ottoli-ni e Serena, hanno invece già an-ni di selezione e qualità e non te-mono confronti”[email protected]

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! Emanuele Zanini

Le previsioni sono state confer-mate. Quest’anno il raccolto ita-liano di kiwi sarà decisamenteinferiore rispetto al 2011. A livel-lo nazionale si assisterà infatti aun calo produttivo del 25%: dallequasi 472 mila tonnellate del2011 quest’anno si supereranno amalapena le 352 mila tonnellate(dati Cso). A condizionare tale dato è statasoprattutto l’area produttiva delPiemonte, in cui le gelate delloscorso inverno hanno falcidiatole piantagioni causando una di-minuzione dei volumi del 75%.Dalle oltre 129 mila tonnellatedel 2011 in questa stagione siscenderà ad appena 31 mila.Domenico Sacchetto, presidentedi Asprofrut, consorzio coopera-tivo di produttori ortofrutticolipiemontesi, liguri e valdostaniche raggruppa 480 soci, confer-ma la difficile situazione nel Cu-neese e aggiunge: “Alle gelate diquest’inverno si sono aggiunte leripetute grandinate di quest’esta-te che hanno flagellato diversearee produttive. Il sommarsi deidue fenomeni atmosferici in al-cuni areali ha compromesso qua-si del tutto la produzione di acti-nidia, con riduzioni che sono ar-rivate anche al 90%”.Secondo Sacchetto “a subire icontraccolpi maggiori sono statii piccoli produttori. I grandigruppi invece sono riusciti a sop-perire ai forti cali produttivi ac-quistando merce da altre zone,come nel Veronese e nel Lazio”.Per quanto riguarda Asprofrut sisono registrati riduzioni del 70%rispetto ai 500 mila chilogrammidi kiwi mediamente prodotti. Se-condo il presidente del consorziopiemontese alla produzione que-

st’anno “mancheranno almeno40-50 milioni di euro di ricavi,senza considerare l’indotto”.La stagione, tuttavia, in Piemon-te è partita con prezzi sostenuti evalori medi attorno ai 70 centesi-mi al chilo. “La speranza è che lequotazioni rimangano buone an-che nel prosieguo dell’annata.Dall’altra parte speriamo che leistituzioni riescano a sostenere ilcomparto, così fortemente pena-lizzato, con aiuti economici”.Meno marcata la flessione inEmilia Romagna, dove sono pre-visti cali attorno al 20%. “Le pro-spettive dal punto di vista com-merciale sono buone”, affermaAlessandro Fornari, direttore delconsorzio Kiwigold. “Siamo parti-ti con le varietà precoci, in attesadi entrare a pieno regime conl’Hayward. Sul mercato ci sonoancora le ultime partite del pro-dotto proveniente dall’emisferoSud ma in quantitativi limitati eche pertanto non stanno creandopreoccupanti sovrapposizioni”.

Più che soddisfacente l’andamen-to della varietà gialla a marchioJingold, di cui il consorzio Kiwi-gold detiene il brevetto. La pro-duzione di Jingold è in contro-tendenza rispetto al mercato na-zionale visto che i quantitativisono aumentati, segnando un+10% rispetto al 2011 e arrivandoa quota 6 mila tonnellate. “Siamosoddisfatti - conferma Fornari. Ladomanda sul giallo è buona econtinua a superare nettamentel’offerta. Rispetto alla scorsa an-nata tra l’altro i calibri sono su-periori. I prezzi di tale varietànon subisce le fluttuazioni delmercato e pertanto rimane co-stante. Il top di gamma di primacategoria è venduto all’ingrossotra i 2 e i 3 euro al chilo a secon-da del calibro”. Dal punto di vistacommerciale per la varietà amarchio Jingold il consorzio consede a Cesena intende concen-trarsi soprattutto sul mercato eu-ropeo e asiatico.Fornari, oltre a dirigere il consor-

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Kiwi: raccolti in picchiata, prezzi iniziali confortanti.

E la batteriosi fa un po’ meno paura

Da sinistra Domenico Sacchetto, Alessandro Fornari e Fausto Bertaiola

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SCHEDA PRODOTTO Szio Kiwigold, da pochi mesi pre-siede pure il neonato consorzioKiwifruit of Italy, che raggruppanove importanti aziende produt-tive italiane (Spreafico, Naturita-lia, Salvi-Unacoa, Granfrutta Za-ni, Frutta C2, Orogel Fresco, Pem-paCorer-Terremerse, Minguzzi, elo stesso consorzio Kiwigold, mal’intenzione è allargare il gruppoattraverso l’adesione di altre im-prese italiane del settore) e rap-presenta oltre un milione diquintali di kiwi Hayward, cioè ol-tre il 20% della produzione nazio-nale. Uno degli obiettivi del nuo-vo organismo è la definizione diregole minime di qualità comuniper la produzione e vendita delkiwi migliorando l’immagine delprodotto italiano affiancata dacampagne commerciali e promo-zionali coordinate. Scopo finale:dare maggior valore al kiwi ita-liano. “Attraverso questa nuovarealtà - spiega Fornari - siamoconvinti di poter contribuire acreare le basi per un coordina-mento in fase di raccolta e dicommercializzazione, soprattut-to nell’esportazione verso Oltreo-ceano e verso l’Asia, dove andareuniti, con un unico marchio. Per-seguire insomma una forte poli-tica di marca che sappia “esporta-re” in maniera efficace il kiwimade in Italy”.A livello produttivo del tutto dif-ferente è la situazione in Veneto,in particolare nel Veronese, im-portante area di produzione, dovequest’anno i volumi dovrebberoaumentare in maniera significa-tiva e almeno del 20%. La contro-tendenza espressa da Verona èconfermata da Fausto Bertaiola,presidente dell’Op Cop, Consor-

zio ortofrutticolo padano. “Nono-stante le quantità in aumento lequotazioni iniziali sono moltointeressanti, con prezzi alla pro-duzione che si aggirano tra i 60 ei 65 centesimi al chilo, cioè il40% in più rispetto al 2011. Laqualità dei frutti è medio-buona eanche la “tenuta” della merce ap-pare più che sufficiente”. Bertaio-la conferma inoltre come diversiquantitativi stiano prendendo ladirezione del Piemonte, dove perla consistente mancanza di pro-dotto le richieste di kiwi si sonomoltiplicate.Per quanto riguarda il semprepiù fondamentale “fattore ex-port”, il presidente dell’Op Copsottolinea come “ci siano ottimeprospettive sui Paesi d’Oltremaree in Asia, dove stiamo assistendoa un trend in crescita. Ci sonobuone prospettive soprattutto inCorea del Sud (Paese con cui lascorsa primavera il ministero dellePolitiche Agricole ha stretto un ac-

cordo per l’ingresso del kiwi italia-no nel mercato sudcoreano, ndr).Tuttavia - precisa Bertaiola - lastrada da compiere è ancora lun-ga, c’è molto da fare. Purtroppol’Italia palesa ancora un’incapa-cità di fare sistema specialmentesull’export. È uno dei talloni d’A-chille del settore. I progetti di ag-gregazione sono positivi ma cre-do serva lavorare ancora di più,unire gli sforzi e fare sintesi. Al-trimenti si rischia di creare tanticontenitori che alla fine non ri-solvono il problema della disgre-gazione e scarsa organizzazionedel comparto”.In calo anche la produzione la-ziale con una previsione sotto le130 mila tonnellate, circa il 20%in meno rispetto al 2011. “La qua-lità del prodotto quest’anno è ele-vata - dichiara Gianni Cosmi,presidente del Consorzio di Tute-la del Kiwi di Latina -. Anche lapezzatura è di ottimo livello. A li-vello commerciale, nonostante ilcalo produttivo, non ci sono stateconseguenze sulle vendite che sistanno mantenendo su buoni li-velli, comprese quelle verso l’Eu-ropa e quelle indirizzate a Paesidi altri continenti. Sui consumitutto sommato stiamo registran-do un andamento soddisfacente,considerando il periodo di crisiche stiamo vivendo. I prezzi sonobuoni. Per quanto riguarda il ca-lendario di commercializzazio-ne, vista la prevista buona tenutadel prodotto, quest’anno ci sonobuone possibilità di prolungarele vendite di un mese e prosegui-re fino a luglio”.Per quanto riguarda il fenomenodella batteriosi Cosmi afferma diessere cautamente ottimista. “I

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pericoli non sono passati ma lasituazione sembra essere gradual-mente sotto controllo”. Secondole segnalazioni fornite dal Centroservizi ortofrutticoli rimane co-munque alta la percentuale diaziende colpite dal cancro batte-rico tra le zone di Latina, Aprilia,Cisterna e Velletri. Per alcuneimprese il batterio Psa, Pseudo-monas syringae pv actinidiae, hacolpito la totalità degli appezza-menti. La malattia, tra l’altro, ri-spetto alle scorse annate in cuiaveva attecchito principalmentesulle foglie delle piante, quest’an-no ha intaccato anche fiori e frut-ti.Nelle altre aree le problematichelegate alla batteriosi si sono gra-dualmente ridotte, anche se nonsono scomparse. Il fenomeno, do-po l’esplosione tra il 2009 e il2010 e parte del 2011, rimane adogni modo costantemente moni-torato grazie anche alla maggioreattenzione e controllo da partedei produttori e dei vivaisti.Dando uno sguardo alla situazio-ne fuori dall’Italia, uno dei prin-cipali competitor del Belpaese ri-mane la Grecia, dove sono in au-mento le superfici dedicate allacoltivazione dell’actinidia (da4.500 a 6.700 ettari nel 2011). Fe-nomeno che va di pari passo conl’aumento progressivo della pro-duzione, passata in quattro anni,dal 2007 al 2011, da 30 mila a 100mila tonnellate. Il Paese ellenico,l’unico quest’anno nell’emisferonord assieme alla California adaumentare i volumi prodotti, staconfermando la sua forte propen-

sione all’export, indirizzato prin-cipalmente verso Germania ePaesi dell’Est, come Romania,Bulgaria e Russia.Soprattutto a inizio campagnacommerciale il prodotto greco,commercializzato a prezzi netta-mente inferiori rispetto a quelloitaliano, sta creando qualche pro-blema al kiwi italiano, che tutta-via rimane superiore a livelloqualitativo. “Qualche difficoltà intal senso non manca - ammetteFornari - ma dobbiamo esserebravi nel far comunicare e perce-pire che il prodotto “made inItaly” è superiore e anche perquesto ha una quotazione supe-riore. Le catene europee su que-sto aspetto stanno sempre piùpuntando sull’innalzamento del-la qualità dei prodotti e per que-sto iniziano a prediligere il kiwiitaliano”.Tuttavia in diversi Paesi, come laRussia, che si conferma come ilprincipale mercato extraeuropeoper il kiwi italiano, la maggiorparte delle catene prediligono,specie a inizio campagna, l’acti-nidia greca perché più a buonmercato. Solo nella seconda par-

te della stagione ci si rivolge alprodotto italiano, riconosciutocome migliore dal punto di vistaqualitativo. Il fattore prezzo in-somma appare ancora spesso co-me variabile principale.Volgendo lo sguardo all’emisferoSud, la Nuova Zelanda è semprepiù alle prese con l’epidemia dibatteriosi che sta flagellando learee produttive del Paese, doveormai oltre il 60% del frutteti so-no stati colpiti dal batterio. Il fe-nomeno ha avuto e avrà in futuroinevitabili ripercussioni non soloproduttive ma anche commercia-li sul mercato. Anche in Cile ilbatterio Psa ha iniziato a diffon-dersi, anche se in maniera limi-tata visto che si parla di una tren-tina di frutteti colpiti. Il Paese su-damericano nonostante ciò staaumentando la produzione di ac-tinidia. L’obiettivo è raggiungerele 200 mila tonnellate e pertantoincrementare la produzione del10-15%. Le esportazioni cileneguardano il mercato a 360 gradi,sebbene le destinazioni versol'Europa, dove è prevista una con-trazione della produzione attor-no al 15-20%, siano in calo. Il Ci-le sta puntando perciò su aree al-ternative come il Medio Orientee soprattutto l'Asia, dove peraltrole esportazioni sono in costanteaumento negli ultimi tre anni. Insole tre stagioni infatti gli inviiverso i Paesi asiatici sono quasiraddoppiati passando dalle 12mila tonnellate del 2010 alle pre-viste 20 mila di quest’anno. Cina,Hong Kong, Corea e Giappone ledestinazioni principali.

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