ffmagazine n° 13

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Rivista di Pesca a Mosca n°13 Rivista bimestrale a pubblicazione online registrata presso il Tribunale di Modena il 09/07/2009 prot. n°1963 Novembre - Dicembre 2011 LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLINE GRATUITA

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rivista online gratuita

Transcript of ffmagazine n° 13

Rivista di Pesca a Mosca

n°13

Rivista bimestrale a pubblicazione online registrata presso il Tribunale di Modena il 09/07/2009 prot. n°1963

Novembre - Dicembre 2011

LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLINE GRATUITA

Auguri e buone festeAuguri e buone feste

dalla Redazionedalla Redazione

Direttore

Responsabile

Baroni Franco

Direttore Editoriale

Mondini Alberto

Grafici

Mondini AlbertoBagagli DanieleGammelli Luca

Coordinatore

Redazionale

Magliocco Massimo

Collaboratori

Castellani LucaBorriero MorenoBailey Philip

Distribuzione WEB Pubblicazione Bimestrale Registrazione Presso il Tribunale di Modena n° 1963 del 09/07/2009

Rivista Gratuita - Pubblicità Alberto Mondini Tel. 3318626216 e-mai: [email protected]

Alaaska 2° parteAntonio Napolitano

pag.72

Torrente CordevoleMichele Malagugini

pag.60

Il ritorno del ReGaabriele Zingaro

pag.53

Le code in setaMassimo Magliocco

pag.43

I°Ascoli Fly MetingDalla Redazione

pag.8

la Lima LuccheseMoreno Boriero

pag-15

Lapland 2011Roberto Mazzali

pag.33

CHISSA’ FORSE QUESTA E’ LA VOLTA BUONA.E’ opinione diffusa che tra le scuole di pesca a mosca sia in atto una guerra all’ultimo sangue. Non è così. Ci puòessere una sana e naturale rivalità oppure tra alcuni dei componenti di queste possono esserci dei problemi perso-nali con altri di altre scuole, ma questa fantomatica guerra che molti vorrebbero far credere alla massa dei pescato-ri a mosca non esiste.Tant’è che da una iniziativa della FFM, dopo alcuni anni di rinvii, si sono finalmente riuniti, in occasione dell’ultimamanifestazione del Trofeo Bisenzio organizzata dal Prato Mosca Club, i presidenti delle maggiori scuole pam Italianeper cercare di creare una sorta di Albo Italiano delle scuole di pesca a mosca, al fine di regolamentare al meglioquesta attività che, a dire il vero, oggi è una vera e propria “giungla”.In effetti si sentiva il bisogno di qualificare questo nostro mondo della didattica pam nel quale dall’oggi al domanimolti si inventano istruttori senza nemmeno sapere come e cosa si deve insegnare ad un allievo. Infatti lo scopoprincipale è proprio quello di dare a chi lo merita, cioè a quelle scuole che hanno una organizzazione, una didatticastudiata e collaudata, una struttura nazionale, un numero di istruttori adeguato per dare un servizio che possa chia-marsi tale, la garanzia di mostrare attraverso dimostrazioni che quello che offre lo fa davvero e non ultimo, un’espe-rienza straordinaria in fatto di insegnamento della pam, la possibilità di essere presente su un albo, o chiamatelocome volete, che è garanzia di tutto quanto appena esposto ed altro ancora. Perché, amici miei, fino ad oggi le scuole sono state dipinte come qualcosa di astratto e di poco efficace. Quantevolte avete sentito dire che l’unico vero maestro è il fiume ? Ma quante volte avete visto come si muovono i pesca-tori nel fiume ? E quanti sono quelli che hanno la perseveranza di resistere sperando che il fiume prima o poi gliinsegni qualcosa ?Ma torniamo a noi e al nostro incontro. FFM, SIM, SLM, CIPM e UNPEM hanno dato vita ad un interessante dibatti-to e alla fine, hanno redatto un protocollo d’intesa con una serie interessante di punti che saranno poi le regole cheserviranno a selezionare quelle scuole che in futuro, oltre a quelle appena citate, potranno far parte di questo albo.Le scuole si sono date appuntamento alla fiera di Vicenza per siglare definitivamente la nascita dell’albo. Unico neol’assenza di altre scuole che non hanno ritenuto importante questo argomento e non hanno presenziato all’incontro.Con l’occasione volevo ringraziare il Prato Mosca Club per averci aiutato nella realizzazione di questo primo ma fon-damentale incontro.Massimo Magliocco

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Le speci autoctone sono i vitigni a bacca biancaOrtrugo e Malvasia di Candia aromatica da cui siottiene il Trebbianino Val Trebbia.Fu Anacleto Bonelli a fondare verso la metà delsecolo scorso le omonime cantine che ancoraoggi sono gestite direttamente dai figli e dai ni-poti. Consapevole di trovarsi in una zona a fortevocazione viticola intuì la potenzialità del settoree diede vita a un'azienda che in sessant'anni diattività ha saputo affermarsi e progredire.A lui si deve la creazione del Trebbianino ValTrebbia, vino bianco simbolo dell'azienda, rico-nosciuto D.o.c. Colli Piacentini nel 1975, uvaggiodi Ortrugo (60%) e Malvasia.

La nostra azienda è situata allo sbocco della Val Treb-bia, la via che attraverso l'Appennino collega la pia-nura Padana a Genova.La valle, oggi celebre soprattutto per il suo ambientepressochè intatto e diventato meta di escursioni siafluviali che campestri, ha un notevole valore storico.Già in epoca romana fu importante via di comunica-zione e nel 218 a.C. vi fu combattuta la battaglia delTrebbia contro l'invasore cartaginese Annibale.Nel Medio Evo la Val Trebbia assunse un ruolo fonda-mentale: i numerosi castelli e dimore storiche che an-cora impreziosiscono il territorio testimonianol'importanza che ebbe come via commerciale tra ilnord e il mare, da dove le merci si imbarcavano per ledestinazioni più lontane. Lodata da Hemingway che vi soggiornò, la media col-lina ha caratteristiche morfologiche e microclimaticheideali per l'allevamento della vite.

Grande per la due giorni dedicati alla pesca con la mosca artificiale del 1° Ascoli Fly Meesting organizzato dal Fly Fish-erman Club di Ascoli Piceno, sezione provinciale dell’U.N.P.E.M. (Unione Nazionale Pescatori a Mosca), in collaborazionecon l’assessore allo Sport del Comune di Ascoli Piceno dott. Massimiliano Brugni e la Provincia di Ascoli Piceno.

L’affluenza di pubblico si èrivelata oltre ogni aspetta-tiva sia per le dimostrazionidi lancio tecnico effettuatedalle principali quattroscuole italiane (U.N.Pe.M.,FFM, SLM, SIM) a Piazza Ar-ringo, sia per la bellissimamostra fotografica relativaalla vita sul fiume e per l’esi-bizione di costruttori dimosche artificiali e canne inbamboo, svoltesi al Palazzodei Capitani. Tale iniziativa èstata fortemente caldeggiatae voluta sia dal Fly Fisher-man Club che dal Sindacodel Comune di Ascoli Picenoe dal Presidente dellaProvincia, a compendio di unprogetto che il Club as-colano, in collaborazione conl’amministrazione provin-ciale, ha ormai in atto dacirca quattro anni, progettodi riqualificazione e valoriz-zazione del Fiume Tronto al-l’interno del centro abitato diAscoli.

L’A.R.S. Tronto (Area di pesca a Regolamentazione Specifica) per l’appunto si prefigge, attraverso la pesca a mosca,di fornire il “la” per la realizzazione futura di un parco fluviale sul Tronto, valorizzazione che implicherebbe non pochibenefici per il turismo locale, in considerazione anche delle grandi possibilità di coniugare la vacanza alieutica con vis-ite culturali ed enogastronomiche che il piceno è in grado di offrire. E a tal proposito il comune di Ascoli Piceno ha giàstanziato duecentomila Euro per un progetto di bonifica e riqualificazione dell’area fluviale del Tronto compresa tra iltorrente Chiaro ed il torrente Castellano, progetto che ci auguriamo negli anni possa estendersi ad altre aree adiacentie valorizzare così questo nostro bellissimo habitat fluviale dalle potenzialità e valore che purtroppo oggi ancora pochiascolani conoscono.

Tipografia Maserati nasce nel 1950 , daprima come cartoleria e tipografia consede in Corso Vittorio Emanuele, poi con ilcambiamento delle esigenze del mercatosi è via via evoluta, acquisendo nuove tec-nologie e nuovi metodi produttivi, sempreal fine di soddisfare le esigenze di unaClientela più esigente e competente.Oggi, la Tipografia Maserati si propone allapropria Clientela in una veste totalmenterinnovata con al suo interno uno studiografico capace di sviluppare e proporreidee, macchinari per la stampa off-set di-gitale di ultima generazione, personale ca-pace di affiancare e consigliare il clientenel pre e post vendita;servizi di consegne effettuate direttamentee dunque in tempi più solleciti; personale addetto alla stampa sicuro e competente capace di utilizzare sia tecniche tipografiche per la-vori particolari come oro a caldo o stampa a rilievo, sia tecniche off-set e digitale per stampa commerciale.Tipografia Maserati annovera tra i propri clienti nomi illustri dell'economia piacentina e non solo come CONFINDUSTRIA PIACENZA,STEP spa, RDB spa, CONFAPI, BIFFI TYCO, PIACENZA EXPO e molte altre, non disdegnando il piccolo artigiano o commerciante.

Una conquista sudata La Lima Lucchese

Amo definire la Lima Lucch-ese come l’Università dellaPesca. Il motivo deriva dalfatto che non è molto facilepescarvi e quindi la bravuradel pescatore viene messaspesso a dura prova. Lecatture a volte sono moltosudate. Non perché man-cano le trote, ma perché laloro attività è governatadalla stagione, dall’orario equindi dalle schiuse. Ad in-izio stagione con i livelli alti,il greto fatto di ciottoli arro-tondati di varie misure, èpulito di alghe. Il colore del-l’acqua freddissima, nellebuche, è verde smeraldo.Non si vede un pesce nem-meno a morire, anche du-rante le schiuse imponentidi Baetis che si manifestanodurante le ore centrali.Questa situazione può per-durare anche fino a fineMarzo. Mi capita durante legiornate di vigilanza ditrovare pescatori che si

lamentano di non avere visto nemmeno una pinna, e mi chiedono: “Ma le trote ci sono?”. In questi momenti è assaidifficile riuscire a convincere un gruppo di PAM che hanno appena fatto cappotto, e che di trote ce ne sono … eccome!Talvolta trovo quelli più esperti con la ninfa che raccontano di qualche occasionale cattura sotto, ma queste si possonocontare sulle dita di una mano. La Lima ha sempre avuto questa caratteristica ad inizio stagione, e questo scoraggiai PAM a ritornare in momenti più favorevoli. Purtroppo e per favore non vorrei essere frainteso e lo dico senza alcunapolemica, i PAM moderni sono abituati a catturare, e la parola cappotto è un vocabolo ormai scomparso. Questo statodi affari dipende dal fatto che sono nate una miriade di ZRS in zone dove prima di pesci non se ne trovavano, ed ora,invece, con l’incremento della popolazione ittica aumentano anche le catture – e non sto parlando di trote pollo. Bastapensare che nella Provincia di Lucca c’è un rifiorire di ZRS ben gestite, che regalano bellissime catture anche ad in-izio stagione. Mi riferisco al Versilia e alla ZRS Alto Serchio. La Lima invece, mi perdonerete il confronto scontato edabusato, è come una bella donna, che se corteggiata è fredda e distaccata, e non si concederà facilmente. Occorreprima imparare a conoscerla,perderci tempo ed averepazienza e ottimismo. Miriferisco alla Lima, natural-mente.Tutto cambia man mano chepassano i mesi. Le nevi finis-cono, ed il colore cambia. Du-rante i mesi di Aprile e Maggio,gli insetti schiudono, come ènormale che sia, nelle ore cen-trali e si vedono bollare trote diogni misura. Ma non illudetevi.Non sono facili prede. Capitaspesso di trovarsi in una bucadove si contano quattro anchecinque trote che bollano, ma senon si indovina su cosa stanno Philip

Roberto

bollando, si potrà al massimo sperare di prenderne una, se tutto va bene. Ed ecco che in questi momenti funzionanobene le BWO in CDC, le mosche tipo Klinkhammar, e le imitazioni di effimera con montaggio parachute (code in Coqde leon, corpo in biot, toracino in pavone o dubbing di scoiattolo nero, post in Polywing e due o tre giri di gallo dunoppure grizzley bianco e nero). Sarà molto importante trovare la misura giusta di artificiale, altrimenti rischiamo divedere la classica scodata, oppure il rifiuto. Nella Lima le trote salgono sull’artificiale una volta. Se viene sbagliata o “ciccata” come dice il mio amico Vanni, quella trota ce la possiamo dimenticare fino alla prossimavolta. Spesso ci troviamo di fronte a bollate in assenza di insetti alati. Sono quei classici momenti in cui tra compagnici si chiede su che cavolo stanno bollando (mi sono risparmiato con le parole!!). Questi sono momenti difficili in qual-

Trota - Lima

siasi fiume o torrente. Ci trovi-amo probabilmente di fronte aninfe mature che stanno per schi-udere, e che purtroppo schiuder-anno a valle, dove vi trovate inquel momento, ma le trote gher-miscono ugualmente. Succedetalvolta che la nostra mosca an-neghi di pochi centimetri e inquel breve attimo, di solito ap-pena dopo quel fatidico momentoche ci spinge a rimuovere l’artifi-ciale dall’acqua per fare i classicifalsi lanci per rilanciare, la trotasalga a prenderla sotto il pelodell’acqua. Questa cosa lo sannomolto bene i PAM a ninfa chesolitamene usano una mosca pi-ombata e un’emergente sul brac-ciolo, che lavora appena sotto ilpelo dell’acqua. Questa tecnical’ho vista usare anche in cacciacon molto successo da un caroamico Roberto, che è un ottimopescatore a ninfa. Ed ecco che miviene spontaneo chiedermi comemai la tecnica del trenino di tresommerse sia sparita. Forse per-ché è diventato d’uopo pescare Acque limpide

Una vecchia

solo a salire, seguendo gli inseg-namenti di Halford? A dire il veroquando trovo qualcuno che pescaa scendere venendomi incontro,posso anche arrabbiarmi. Ne saqualcosa il mio amico Angelo!!! Naturalmente le schiuse e l’attiv-ità delle trote in superficie dap-prima può durare unamezz’oretta, e allunarsi di giornoin giorno. Questo non significaperò andare a pescare esclusiva-mente nelle ore di attività. LaLima può sorprenderci anche inorari diversi da quelli canonici, conla cosiddetta pesca in caccia. Aivecchi tempi, ringraziavo il cieloper avermi rivelato l’esistenzadella Royal Wulff. Grande moscache all’inizio costruivo in manieraclassica ma che poi ho preferitomodificare in parachute. Non sose è la mia idea, ma almeno inquesta forma la potevo usareanche su trote più smaliziate nellecorrenti e rigiri più lenti. Ormai trovo la sua costruzione unpochino tediosa e quindi mi trovoad usarla meno e meno. In ogni

caso uso altre tipi di attractor. Una in particolare, con coda in cervo, corpo in dubbing nocciola, post in Polywing,qualche giro di gallo brown parachute (6/7), e un giro di pernice sotto al gallo. Sempre tedioso da costruire, ma menodella Royal, funzionando benissimo. Le fibre di pernice con le screziatura e l’effetto soft hackle la rendono molto at-traente e catturante. Anche se non è questo il luogo per descrivere la pesca in caccia con le attractor, lo faccio lo stessoperché è la pesca che insegna maggiormente a leggere il torrente, a scoprire dove si nascondono le trote. Si cercher-anno nei rigiri di corrente, dietro e davanti a sassi sommersi e emersi, si proverà a pescare in fondo alla schiuma diuna corrente e anche nella schiuma!! Si proverà ai lati della corrente e spesso saliranno poco prima che la nostramosca scenda da una cascatella. Si cercheranno sotto alle frasche e nei sottoriva opposti. Si possono passare delle

belle ore in questo modo, nonostante il pezzo grosso sifaccia sorprendere raramente in caccia sulla Lima. Nei mesi più caldi di Giugno e Luglio, mentre Agosto meritaun discorso a parte, la questione si fa ancora più interes-sante. Come da logica, i momenti migliori dovrebbero es-sere presto al mattino e nel tardo pomeriggio. Invece almattino presto, la Lima è povera di catture. Almeno nellezona medio alta. Forse perché le temperature sono basse.Qualche timida bollata si può verificare tra le 9 e le 11, edè quasi sempre difficile capire su cosa bollano. L’attività èabbastanza inconsistente. Di solito in questi momenti tentola fortuna con le sedge e non rimango deluso. Sulla Limaschiudono parecchie Cinnamon Sedge e Grey nella misura16 e 14, e merita averle sempre dietro. Nel Mese di Giugnosi trovano anche le Danika, anche se non ho mai avuto lafortuna di essere presente in schiusa. Ovvero, non credoche siano presenti in numero sufficiente per fare le chiusetanto ambite altrove. Di tratti con fondo fangoso idonei alleninfe scavatrici ce ne sono pochi, e quindi è probabile chece ne siano effettivamente. In ogni caso vigilerò su questacosa. A testimonianza delle qualità delle acque, quest’annonel mese di Giugno e Luglio ho notato la presenza di grandiStonefly, forse una Dinocras, ma non sono riuscito a cat-turarle per identificarle.Discorso a parte, merita la sera, quel fatidico momento cheva sotto il nome di Coup de Soir! Il torrente si anima. Gliinsetti schiudono a miriadi e le bollate fanno ribollire l’ac-qua. In questo momento c’è il rischio di catturare la grandeche perde le sue inibizioni e sale sulle emergenti di BWO.

Spesso e ancora prima del calare della sera, nei mesi diLuglio, Agosto e inizio Settembre si assiste al volo nunzialedelle Red Spinner. In questi momenti anche le grandisaltano fuori per catturale a mezz’aria. Anche questo è unmomento magico, ma molto difficile da interpretare. LeSpinner le prendono solo in aria, le emergenti ci sono giàstate e quindi non si può fare altro che tentare la sorte conqualche Dun, con la speranza che le trote le considerino laparte finale della schiusa. La sera in schiusa, e se si indi-vidua quale mosca prevale, o che le trote stanno man-giando, si cercherà l’imitazione esatta, ma spesso accadeche non si individui subito la mosca, e quando finalmentela troviamo è ora di salire in macchina per cambiarci e an-dare a farsi una pizza in uno dei ristoranti di Bagni diLucca. Devo dire che ho fatto alcune delle migliori pescatedella mia vita durante questi due mesi. I livelli negli ultimianni, grazie al rispetto del DMV (spero), non sono maimancati e, pur essendo bassi, sono pur sempre pesca-bilissimi. Alcuni tratti si fermano quasi, ma non sono maistagnanti. Nella zona di Scesta, c’è una buca che poi sitrasforma in una lama quasi ferma. Alla luce del sole sem-bra uno stagno da carpe, ma al calare del sole l’intera lamasi anima di bollate. Questa lama è difficile da affrontare asalire, perché le onde che si generano mentre si guadafanno fermare immediatamente qualsiasi attività. Talvoltase riesco a fare qualche bel lancio lungo (per me lungo sig-nifica 20 metri) riesco a sorprenderne una, ma il solo pas-saggio della coda e del finale le spaventairrimediabilmente. Meglio abbandonare i nostri buoni

propositi Halfordiani e lanciare dall’alto e scen-dere! Il mese d’Agosto lascia il tempo che trova. L’at-tività durante il giorno manca, così come gli in-setti. A sera si può sperare in un Coup de Soir,che talvolta è assente, altre volte è imponente.Ma godersi il fresco del tramonto dopo il caloredella giornata, ripaga dalla fatica. A Settembre il fiume esprime il meglio di sé. Disolito le piogge di fine estate riportano le tem-perature a livelli umani, livelli come quelli diMaggio. L’attività si manifesta durante tutto ilcorso della giornata e se le temperature sonoancora abbastanza alte, si hanno Coup de Soirveramente impressionanti! Io non vedo l’orache arrivi Settembre per godermi il cambia-mento. Valgono le regole indicate. Magari letrote sono più tolleranti verso mosche legger-mente più grandi, e si possono usare moscheche si vedano bene. Certamente il CDC ha sem-pre la parte del leone, ma anche mosche piùtradizionali possono funzionare. Dico questoper quei PAM che hanno la fissa della moscaben visibile in ogni momento! Il colpo di codaestivo di quest’anno ha permesso un notevolemiglioramento, ma purtroppo il fiume e le trotesi comportano come a Luglio! Saranno contentiquelli che hanno fatto un Last Minute al mare!In conclusione, la Lima va corteggiata con sapi-

ente delicatezza, e, attraverso la pazienza e l’ottimismo, ci donerà tutte le sue grazie. Moreno Borriero

www.mbrods.itPer informazioni sui tratti, regolamento, prenotazione e permessi si può visitare il sito www.zrslima.it dove troveretei miei recapiti e quelli del mio Vice Giacomo Del Grande.

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Dal 18 al 20 febbraio 2012 appuntamento in Fiera di Vicenza con l’universo della caccia e della pesca FREME L’ATTESA PER L’EDIZIONE 2012 DI HUNTING SHOW E PESCARE SHOW Si arricchisce di nuove proposte una manifestazione che in pochi anni ha moltiplicato espositori e visitatori, affer-mandosi tra i più qualificati appuntamenti internazionali del settore. Dal 18 al 20 febbraio prossimi Fiera di Vicenza torna a dare appuntamento ai tanti appassionati dell’ars venatoria episcatoria con HUNTING SHOW, 6^ edizione del Salone Internazionale della Caccia, della Natura e del Tiro Sportivo,e PESCARE SHOW, 12^ edizione del Salone Internazionale della Pesca Sportiva. Un’accoppiata di successo che nell’edizione precedente ha riunito 250 aziende espositrici catturando l’attenzione di27.000 visitatori in tre giorni. Merito anche di una formula che abbina un vasto e qualificato assortimento di esposi-tori, con nomi di primario prestigio tra cui diversi brand esteri, con molteplici occasioni di approfondimento culturalee di svago per quanti desiderano condividere e riscoprire la passione per la natura e l’ambiente. Anche per il 2012 sono attesi ad Hunting Show tutti i principali produttori e importatori italiani di armi e munizioni, leaziende che si occupano di ottiche, abbigliamento, calzature, accessori, articoli per cani e uccelli da richiamo, nonchéle principali testate di settore e le più dinamiche realtà attive sul fronte del turismo venatorio. La vocazione semprepiù internazionale della rassegna è confermata dalla presenza di alcune prestigiose case d’armi estere fra le quali ci-tiamo Browning, Sauer, Merkel, Mauser, Remington e dalla rinnovata partecipazione di una cospicua delegazione di ope-ratori specializzati da Paesi dell’Est Europa; previsto, per la prima volta, anche il coinvolgimento di un ‘country partner’volto ad assicurare la presenza di un importante distretto armiero estero. Sul fronte delle iniziative collaterali ricon-fermati gli eventi outdoor ‘Coppa Beretta’, gara di tiro che permetterà di testare le ultime novità del Gruppo Beretta,e ‘Ladies Cup’, gara di tiro al piattello tutta al femminile; ai quali si aggiunge da quest’anno una competizione che miraad avvicinare anche i più giovani al mondo del tiro sportivo, la ‘Junior Cup’. E dopo i consensi raccolti nel 2011, Fieradi Vicenza si appresta a varare per l’anno nuovo la ‘Soft Air Line Up’, un intero padiglione dedicato al tiro ad aria com-pressa, con seller di attrezzature ad hoc e un’apposita area di tiro che consentirà di cimentarsi con questa disciplinadi grande popolarità.

Ampio assortimento di prodotti e tecnologie d’avanguardia, workshop e presentazioni con i grandi nomi del mondo pi-scatorio, laboratori di costruzione e dimostrazioni di lanci su casting pool sono gli ingredienti di PESCARE SHOW, il piùimportante crocevia italiano per il mondo della pesca a mosca e dello spinning in acqua salata e dolce. Un salone chequest’anno intende spingere ancor più sul fronte della spettacolarizzazione, assicurandosi la presenza dei maggiori dea-ler di attrezzature tecniche, di circoli e associazioni attivi su tutto il territorio nazionale e dei più grandi campioni delsettore. Non mancheranno all’appuntamento di Hunting e Pescare Show anche la Regione del Veneto, ente patrocinatore dellamanifestazione, e la Provincia di Vicenza. Entrambi saranno presenti come di consueto con proprio stand istituzionaleper puntare i riflettori sulle tematiche attinenti la corretta gestione e valorizzazione del patrimonio faunistico, la pro-mozione di una condivisa etica venatoria e la valenza culturale di caccia e pesca. Maggiori informazioni: www.vicenzafiera.it hwww.huntingshow.it www.pescareshow.it

Info:

Meneghini&Associati Press Office Fiera Vicenza SpA

Italian Press P +39 0444 578817 M +39 347/1010498

Cinzia Di Rosa

[email protected]

Lapland 2011Lapland 2011

Roberto Mazzali

Per scelta e per possibilita’,bagno le mosche quasi semprein fiumi italiani. Parlando pero’con gli amici Baroni, Bo eBertolini della FFM, ci solleti-cava l’idea di regalarci ques’es-tate un viaggio di pesca “chene valesse la pena”.Dopo qualche riflessione, lameta battezzata e’ stata la Lap-ponia Svedese, presso il lodgedell’amico Aldo Silva e famiglia(Lapland Outdoor Events). Miero infatti prefissato l’obiettivodi fare massimo una settimana,luoghi selvaggi e non in-flazionati con pesci non ma-nipolati dall’uomo, avere unaguida competente e cordiale, iltutto con attenzione al budget.Bene, vi racconto come e’ an-data iniziando dall’elencare laparte organizzativa.Tutte le informazioni del caso,(preventivi , consigli ecc) facilis-sime da ottenere dal momentoche Aldo vive in Italia da otto-bre a maggio, quindi raggiungi-bile da telefono e mail.

Prenotazione volo viaInternet con Edreams,con varie possibilita’ discelta per costi e aero-porti.Il mio gruppo, formatoda 7 persone “nell’or-bita” FFM, ha optatoper un pacchetto fulloptional con serviziotrasporti (tranne il volo)e servizio guida dipesca, oltre alla mezzapensione.Silva offrono anche lapossibilita’ di personal-izzare la vacanza inbase alle proprie attitu-dini. I piu’ autonomi,competenti e avventur-osi, ad esempio si affit-tano l’auto all’aeroportodi Umea e arrivano suiluoghi di pesca pianifi-cati con Aldo, guidandonelle strade deserte egli sterrati lapponi,facendo campo base allodge per vitto e allog-

gio.In ogni caso per decidere al meglio vi consiglio di parlare con Aldo: troverete suggerimentisinceri e di buon senso che ai fini pratici si traducono in trote e temoli. Comunque mi sento di sconsigliare il fai da te all’italiana: io ad esempio senza guida misarei perso tot. volte, avrei capito dove sono i pesci e come mangiano dopo parecchiotempo e forse, avrei corso inutili rischi. La famiglia Silva poi e’ una vera e propria squadra, a partire da Moreno il figlio piu’ giovane

Disegnata espressamente da Massimo Magliocco per La Tecnica di Lancio Moderna La Magliocco 7.6 esprimein sè tutte le qualità che necessitano a chi desidera esprimere il massimo nei suoi lanci.Sviluppata dalla Atomsix di Steve Parkes questa canna utilizza per il blank un Carbonio di ultima generazionee l'innovativa tecnologia di "cottura in Autoclave" (utilizzata in fomula 1 e nell'ingegneria aerospaziale) cheesclude rischi di rottura del grezzo derivanti da un'errata compressione del nastro termorestringente, normal-mente utilizzato nelle produzioni classiche.La cottura del carbonio risulta cosi' omogenea e senza interruzioni, priva di difetti tipici delle prouzione tradi-zionale.Estremamente rapida e progressiva, l'azione della canna somma un pedone di buona potenza ed una vetta ingrado di esprimersi anche sui lanci a breve distanza.

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che e’ un jolly nell’affiancare le attivita’ di pesca e di accoglienza; Gabriele il primogenito, che a soli 19 anni e’ unaguida vera e propria, inesauribile nell’energia e nella voglia di portare a pescare gli ospiti. Aldo lo conosciamo ormaitutti come persona iper competente che offre tutta la sua esperienza: mi ha trasmesso molta passione per il suo la-voro insieme alla moglie Miki e son sicuro che la loro attivita’ fiorira’ sempre di piu’.Ora, cerchero’ di trasmettervi l’essenza del mio viaggio, trascrivendo le poche righe che ogni notte annotavo sultaccuino, prima che gli occhi si chiudessero dalla stanchezza.Lunedì 4/7/2011- Partiti: ci sarebbe da lavorare, ho un filo di senso di colpa, ma anche leggerezza. Arriviamo anotte ma c’e’ luce.

Martedì 5/7/2011- Fiume Vindel, pescato a ninfa, tanti temoli 25/45 più 3 trote piccole. Sensazioni: potere dellanatura, soggezione, studio, fiducia e rispetto, reso grazie.Mercoledì 6/7/2011 Torrente di Tundra, tecnico, a tratti impetuoso, viaggio da Camp Gauto al fiume in idrovolante;tante trote 20/35, 2 da 45/50, 2 strappate. Pescato a secca con ape e sedge. Gabriele fa numero da cinema, catturabig fario correndo su e giu per 50 mt di massi scivolosi. Sensazioni: sogno o realta’, purezza e semplicita’, faticanella natura.Giovedì 7/7/2011 Lago a lucci: prima volta a lucci con mosca. Pesca dalla barca con rana a galla. 8/10 attacchi, 2presi. Sensazioni:novita’ e curiosita’, ag-guato primordiale eprimitivo.Venerdi’ 8/7/2011Fiume Laisa: Fiumemeraviglioso, enormecon rapide impression-anti, pescato sempre asecca, la mattina congrosse emergenti suamo 12, poi parachutesu amo 12/14. Tanta at-tivita e gran numero dicatture anche temoliover 45. Trote fario30/35 cm che tiranocome treni; vento fas-tidioso e costante. Sen-sazioni: confinefrontiera, mai mollarecon la concentrazione,

chi si impasta con le energie in campo ottiene risultati.Sabato 9/7/2011 Fiume Juktan: fiume difficile, a fine periodo buono, pescato a secca in caccia e rare bollate.Qualche temolo medio piccolo e trotelle. Sensazioni: universita’, presenza umana tangibile, per catturare servonoidee fuori dagli schemi.Domenica 10/7/2011 Lago a Lucci: in cerca del big. Vari attacchi, catture medio piccole. Big slamato drizzando amodel 4/0!!! Sensazioni: Stanchezza mentale e fisica, ultima concentrazione in cerca di agguati, i dettagli fanno la dif-ferenza.

Lunedì 11/7/2011 Ritorno: ringrazio me stesso per il regalo che mi sono concesso, mi accorgo di aver rimesso inmoto risorse e sensi dimenticati.NOTE SPARSE (flash di tutto un po’)Fatto un sacco di chilometri per arrivare sui luoghi giusti. I Silva hanno tanta pazienza con i clienti. Il sole a mezzan-otte ….inutile descriverlo, va vissuto. Zanzare: se hai il repellente OK, se non ce l’hai KO. Bevuto quotidianamentelitri di acqua di fiume, molto buona. Spesso cucinato il pesce pescato, senza sensi di colpa. Che forza i temoli, se sibuttassero in corrente spaccherebbero spesso. Prima cosa da mettere in valigia: bastone da guado. Lascio alla vostra curiosita’ lo spazio per scoprire le informazioni che vi serviranno: troverete materiale in rete o sulsito www.loe-mfl.com. Buona avventura.

LE CODE IN SETAMateriale spesso snobbato, la seta può

invece regalare grandi soddisfazioni,

specie se queste sono made in Italy.

Massimo Magliocco

Un grande errore che ho commesso fino a un pò di tempo fa è stato quello di pensare che le code in seta fossero deglioggetti ormai da antiquariato, roba da storici insomma. …..Errore gravissimo. Ho la fortuna di essere amico di Terenzio Zandri che essendo di Roma, mi ha facilitato la conoscenza del mondo dellecode in seta., Terenzio è un personaggio semplice ma estremamente esperto ed ha creduto fin dall’inizio nella suaavventura,facendo ricredere prima o pio anche i più scettici nell’uso di tali code. Infatti io ero uno di questi e mi sono reso conto solo dopo delle grosse potenzialità che la seta offre.

Tornando a Terenzio, possodire che mai come in questocaso il proverbio “nessuno èprofeta in patria” gli calza apennello. Si, perché daquando abbiamo iniziato in-sieme ad andare in giro perl’Europa a fiere pam, in par-ticolar modo in Inghilterra,mi son reso conto delgrande successo che le codedi Terenzio hanno tra ipescatori anglosassoni.

Già l’Inghilterra…. Quando andai per la prima volta al BFFI, una importante fiera sulla pesca a mosca che si tiene inquel paese, mi sono accorto di quanto Terenzio sia considerato. In questi posti molti pescano con le code in seta e intanti sono alla ricerca di code nuove da poter provare. Tornando a qualche anno indietro, ricordo che per me la seta era un qualcosa di assolutamente negativo principalmenteper due motivi, la scarsa visibilità della coda, e la grande velocità che queste possedevano a causa di tapers es-tremamente corti.Quando dissi a Terenzio che se avesse modificato queste due cose forse avrei iniziato a pescarci, lui mi rispose cheper il colore non ci sarebbe stato problema mentre per i tapers aveva bisogno di me.Così, vista la vicinanza, ho iniziato a frequentare il suo laboratorio e abbiamo cominciato a vedere quali modelli di ta-pers si sarebbero potuti dare a queste nuove code.Per me, la soluzione stava nel triplicare le conicità che Terenzio di solito usava, tant’è che siamo passati da circa unmetro a due metri e mezzo. Molti si chiederanno il perché di questa profonda modifica e la risposta è semplice. La seta,di per se, anche se ingrassata bene tende ad assorbire acqua e questo aumenta di molto il suo peso. Se a questo ciaggiungiamo un taper corto, questa coda diventa estremamente veloce, quasi incontrollabile per coloro che lancianoin velocità. Ecco che, se non si può mettere un freno all’assorbimento dell’acqua specialmente quando la coda è nuova, si deve

intervenire sulle conicità rendendola più lunga ed è proprio quello che abbiamo fatto. Infatti sono nate le nuove code“Small Steram” destinate ad essere usate in ambienti come il torrente in cui deve essere privilegiata la posa special-mente se si lancia veloci. Il colore di queste nuove code è, finalmente, un giallo paglierino e per poter essere sempreseguite a dovere con la coda dell’occhio, ho fatto segmentare i primi due metri con una vernice nera, una “tacchet-tatura” gialla e nera che fa bene il suo dovere, quello di farci finalmente capire dove si sta indirizzando la coda du-

rante il nostro lancio.Un altro vantaggio della seta è la durata della coda. Partiamo dal principio che una seta nuova non è il massimo discorrevolezza e galleggiabilità, ma per assurdo, man mano che questa invecchia, attraverso lo sfregamento sugli anellie la continua applicazione del grasso, tutti i pori dei filamenti intrecciati vengono ad essere otturati definitivamente.Inoltre, lo sporco che si attacca alla coda mischiandosi con il grasso, completa il lavoro. Insomma, più la coda invec-chia più aumenta le sue prestazioni, un pò come il vino.

Un altro elemento a favoreè l’assoluta mancanza dimemoria che una coda inPVC tende ad avere.Qualche lato negativo lecode in seta ce l’hannocome ad esempio una con-tinua manutenzione. Es-sendo un materialenaturale, la seta se lasciataper lungo tempo inumiditapuò ammuffire, quindiperdere le sue qualità. Nonè che in fondo ci siabisogno di chissà qualemanutenzione dopo una

pescata ma, tornati a casa, è fondamentale assicurarsi di toglierla dal mulinello e avvolgerla intorno a qualcosa che ledia la possibilità di asciugarsi . Molti la avvolgono intorno a qualcosa di cilindrico ma c’è la seria possibilità che questapossa ingarbugliarsi, anche se questi aggrovigliamenti non sono mai difficili da districare. L’ideale è avvolgere la codadopo la pescata intorno ad una sorta di telaio che non solo da un’ottima areazione anche dalla parte interna ma ri-esce a distribuire al meglio le spire su di esso come in un mulinello vero e proprio.

Altro piccolo inconveniente è il rumore che la coda genera durante il lancio. Questo è dovuto allo sfregamento dellastessa sugli anelli ma con il passare del tempo e l’addizionarsi delle pescate, tende a scomparire.Per concludere, di code in circolazione ce ne sono diverse, francesi, inglesi e cinesi, ma le italiane, quelle di TerenzioZandri sono senza dubbio le migliori.Sarebbe opportuno che prima o poi si usasse la seta in pesca e non si commettesse l’errore che ho commesso io, cioèdare per scontato quello che non è, e sono convinto che qualcuno di voi ne sarà entusiasta.

IL RITORNO DELIL RITORNO DEL

RERE

Gabriele Zingaro - www.pamgea.com

Quando penso al percorso della

mia formazione alieutica da fly-

fisherman, non posso evitare di

pensare a Giuseppe Re, in ami-

cizia "peppe" o "The King", e a

quanto gli devo della

conoscenza che ho sulla ninfa.

L'ultima volta che ci incon-

trammo furono circa 5 anni or-

sono, durante una bella

giornata di sole sul Volturno; poi

per diverso tempo il silenzio.

Uno dei sovrani indiscussi della

pesca a ninfa in Italia sembrava

essere sparito nel nulla, e come

spesso accade le voci si rincor-

revano, alcune veritiere altre

risultate poi semplici racconti di

paese.

Nato a Cassino nel 195-- Giuseppe Re dopo trascorsi agonistici si è dedicato completamente all'arte del fly fishing e fly tying, al punto di farne unaprofessione avviando al commercio la "Innovative Flies", vendendo mosche di sua produzione ed importando materiale dall'estero. Nella fermaconvinzione della bontà della pesca a ninfa, ha deciso di dedicare praticamente la sua vita a questa tecnica, migliorandola e diffondendola cercandodi sfatare la perenne diatriba secca-ninfa tipicamente italiana. Inseguendo questo obbiettivo, oltre a numerosi articoli sulle riviste del settore, pub-blica due libri, il primo nel 1998 "Pescare a ninfa, tecniche e strategie" il secondo poco più tardi nel 2004 "Ninfe tecniche di costruzione", entrambidi successo soprattutto per la semplicità di spiegazione e la velocità di apprendimento dei lettori.

Tutto questo, tuttavia all'im-provviso fu interrotto, anni di silen-zio, assenza quasi inspiegabile,dopo essere passato anche attra-verso delle Tv tematiche dove illus-trava i suoi dressings nellatrasmissione "Per un pugno diMosche" con Matteo De Falco; sudi lui solo racconti, che aumenta-vano quell'alone di mistero che siportava dietro ormai dal 2006. De-cisi così di cercarlo, forse per undebito di riconoscenza, forse percuriosità di sapere cosa realmentelo aveva fatto allontanare da unmondo che ormai lo vedeva al cen-tro del ciclone. Non nego il piacereimmenso che ho provato nell' in-contrarlo di nuovo, laddove sierano interrotti i nostri rapporti enelle stesse condizioni dell'ultimavolta, un pomeriggio assolato sulVolturno, per quello che è stato unvero e proprio flash-back.Una volta riallacciati i rapporti ciòche mi ha colpito subito è stata lagrande voglia di rimettersi in dis-cussione, ma soprattutto ladisponibilità e la semplicità che lohanno caratterizzato da sempre;abbiamo trascorso molto tempo in-sieme progettando il futuro e so-prattutto andando a pesca. Hoproposto quindi a Peppe di metterea tacere le voci circolanti e dareuna risposta a tutti coloro che,

come me, vogliono sapere il passato, presente e futuro diquesto straordinario innovatore della vera pesca a ninfa; di se-guito le risposte definitive a tutti gli interrogativi.Gabriele Z. (D): "Allora Giuseppe, a cosa è dovuta la tua as-senza in questi ultimi anni?"Giuseppe Re (R): “Ad una serie di eventi che nel loro in-sieme hanno fatto si che la mia attenzione fosse purtroppodirottata verso altre cose. Prima fra tutti una grave patologiaoculare che dura ormai da 5 anni e con la quale ho dovuto im-parare a convivere. Ho rischiato di non riuscire più a pescarema la forza di volontà e la passione per la pesca hanno fattosi che riuscissi a superare quel brutto momento ed ora eccomidi nuovo qui.”D: "Come mai hai deciso poi di riavvicinarti in maniera cosìsignificativa? Quali fattori sono intervenuti?"R: “Di certo, come ho detto prima, la grande passione ricopreuna parte importante. Dopo un lungo periodo dove avevo ad-

dirittura pensato di abbandonare la pesca a mosca, proprio a cause di tutte le problematiche di cui abbiamo parlato prima, ho conosciuto dapprimaPiergiorgio ed Alessandro e poi Salvatore, amici che mi hanno contattato per conoscermi di persona e che grazie alla loro passione e alla loro fre-quentazione mi hanno restituito la voglia di ricominciare.”D: "Durante la tua assenza hai potuto osservare dall'esterno il mondo della pesca a mosca in Italia, che idea ti sei fatto?"R: “La cosa principale che ha caratterizzato questo ultimo decennio è stato il continuo degrado delle nostre acque, dovuto alla mancanza di con-trollo ma sicuramente ad un costante abbandono degli stessi, causando carenza di pesci e un conseguente allontanamento dei pescatori.”D: "Quali progetti hai per il futuro? Stai lavorando a qualcosa?"

R: “Certamente. Sto lavorando allacreazione di una scuola di pesca ecostruzione mosche, ed a questo propos-ito, con i miei nuovi amici stiamo cercandodi ottenere la concessione di un tratto difiume. Sto cercando di organizzare nuovistage di costruzione e di pesca in giro perl’Italia”D: "E' vero che sta per essere ristampatoun restyling tuo primo libro?"R: “Si è vero e sarà presto disponibile unaedizione rinnovata e riveduta del mio primosuccesso editoriale, si chiamerà“L’evoluzione della Pesca a Ninfa” “D: "Dal punto di vista didattico-multimedi-ale stai lavorando a qualcosa?"R: ”Sto ultimando la preparazione del mionuovo sito web GiuseppeRe.com dove in-serirò nuovi contenuti multimediali e trailerche conterranno in video molte delle mieesperienze di Flytier, le tecniche dicostruzione, l’utilizzo dei materiali e la pre-sentazione del prodotto.” Il Re è tornato, più agguerrito che mai edè pronto a riprendersi il suo regno; intempi ricchi di tante parole, metaforica-mente la sua arma migliore saranno i fattied il suo campo di battaglia sarà il fiume,staremo a vedere.

Torrente Cordevole

Mala

Una piccola ninfa chesi è rivelata micidiale

Quando penso alla montagna, nel senso piùconcreto del termine, nella mia mente si fo-calizza istantaneamente un’immagine: quelladel Monte Civetta, sulle Dolomiti orientali.Per chi non lo sapesse, questa meravigliosamontagna è considerata da tutti gli alpinistiuna delle più ardite roccaforti dell’arrampi-cata estrema.Lungo le sue pareti sono stati tracciati itiner-ari audaci e di difficoltà continua.La parete Nord Ovest del Civetta, in partico-lare, rappresenta “cruccio e delizia” per qual-siasi alpinista, essendo proprio qui che,nell’oramai lontano 1925, fu tracciata laprima via di sesto grado al mondo: la famo-sissima Solleder - Lattembauer.Ai piedi di questa magnifica parete verticale,alta ben 1200 metri, si stende l’abitato di Al-leghe (838 s.l.m.), che insieme al suo omon-imo lago, danno luogo ad un panorama unicoed assai suggestivo.L’itinerario che desidero proporvi con questomio nuovo articolo si snoda proprio lungo lependici del Monte Civetta, sul torrente Corde-vole, nel tratto NK ubicato immediatamentea monte del lago di Alleghe (Provincia di Bel-luno).Si tratta di un itinerario che definirei “facile”,da vacanza con la famiglia, poiché non pre-

senta alcun genere di difficoltà sia perquanto riguarda gli accessi all’acqua(entrambe le sponde sono percorseda due comode piste ciclabili, mentrel’alveo del fiume è guadabile pres-soché ovunque), sia per la pesca.L’unica specie di salmonide che vivein questo tratto del Cordevole è latrota fario, alla quale ci potremo dedi-care con successo pescando a secca,a ninfa e, perché no, anche astreamer.Per gli amanti della “secca” consiglioi periodi estivo e autunnale, durante iquali la massiccia presenza di tricot-teri, plecotteri ed effimere, unita-mente alle immancabili formiche alatesarà capace di smuovere dal fondo emettere in attività anche i pesci piùapatici o selettivi. Grosse imitazioni in pelo di cervo ofoam, dunque, saranno in grado di re-galarvi grandi soddisfazioni durantetutto l’arco della giornata, conprevalenza naturalmente verso leprime ore del mattino o quelle deltardo pomeriggio.Per coloro che preferiscono pescare“sotto”, invece, consiglio l’utilizzo

L’autore in azione

La foto di rito prima del eilascio

delle classiche phesant tail o di qualunque ninfa dai colori scuri come il marrone ed il nero, nelle misure dall’otto aldodici, poco o per nulla piombate in relazione al luogo in cui starete pescando. Tenete presente, infatti, che la pro-fondità massima del Cordevole, nel tratto NK, non supera mai il metro/metro e venti, mentre la corrente solo in alcunipunti potrà risultare leggermente sostenuta. Questo per farvi capire che normalmente non serve utilizzare artificiali pe-santi come “ferri da stiro”, privilegiando, con la leggerezza delle vostre imitazioni, elementi che sapranno fare la dif-ferenza come la dinamicità ed il movimento.

Naturalmente nel caso incui vi capitasse di trovare ilCordevole “altino” esporco, a causa di fortitemporali o, nel periodotardo primaverile, dell’ac-qua di neve, il consiglio èquello di approcciarsi co-munque al fiume, utiliz-zando grossi streamer daicolori scuri (wolly buggersu tutti) da far lavorare aridosso delle rive, dovesolitamente l’acqua as-sume un aspetto menotorbido rispetto alle zonecentrali, per effetto dellaminor turbolenza.Sempre con acqua velatao torbida, micidiale risultal’impiego del San JuanWorm in micro cinigliarossa, abbinato ad un pic-colo strike per la seg-nalazione delle abboccate.Lo so, lo so, non è il mas-simo come sistema dipesca, però il mio doveredi articolista è quello di ri-

portare fedelmente i fatti, i quali dimostrano che, in determinate condizioni, il San Juan è l’imitazione che fa la dif-ferenza.In merito all’attrezzatura da pesca, normalmente in Cordevole impiego una nove piedi per coda quattro, sulla qualemonto una DT 3 galleggiante, per pescare indifferentemente sia sopra che sotto. Misure più corte o più lunghe andranno bene comunque, ma non preoccupatevi di portarvi dietro fasci di canne. Comedicevo all’inizio, il tratto di fiume in questione è molto facile da affrontare, non presentando difficoltà oggettive e/o situ-azioni tali da richiedere approcci particolari sia per quanto riguarda il lancio che gli avvicinamenti.

Con la medesima “leggerezza” affronterei anche il discorso finali: personalmente uso un finale conico da 12 piedi alquale lego un tip di lunghezza variabile da un metro a un metro e mezzo del 14 (mai inferiore); in nylon se pesco asecca o in fluorocarbon se pesco sotto. Tutto qui.Sì, insomma, quando decido di recarmi in Cordevole è perché sento il bisogno di trascorrere una giornata spensier-ata, a “cervello spento”, con il naso ogni tanto rivolto all’insù ad ammirare il magnifico monte Civetta e ripercorrendocon la mente le gesta eroiche di coloro che per primi osarono sfidarne l’imponenza delle pareti.

Neno impegnato a ninfa

Regolamento: per esercitare la pesca sul tratto NK del Cordevole ad Alleghe, occorre essere in possesso, oltre alla solitaricevuta di versamento della tassa governativa per l’esercizio della pesca, anche del tesserino regionale per la Zona Adel Veneto e del permesso (valido per mezza giornata di pesca: mattino o pomeriggio) del costo di 9 €, che potreteacquistare presso l’Azienda di Promozione del Turismo di Alleghe, in Piazza Kennedy, 17 (Telefono 0437 523333 – Fax723881. Indirizzo mail: [email protected]). La Domenica gli uffici dell’APT sono chiusi, per cui i permessi vengonorilasciati presso il Bar La Caminada, che si trova sul lungo lago, in corrispondenza dell’unico distributore AGIP.Il tratto NK è lungo circa un chilometro e mezzo ed è delimitato a Sud dal lago di Alleghe e a Nord dal ponte che at-traversa il fiume in corrispondenza della località “Le Grazie”

Neno e SErgio si godono una meritatabirra ghiaggiata

Il consiglio è quello di prenotare i permessi con un poco di anticipo, poiché la pesca nel tratto NK è a numero chiuso,ovvero è aperta a 6 pescatori per ogni turno della durata di mezza giornata (max 12 pescatori al giorno). Nel caso incui vi capitasse di trovare tutto occupato, potrete comunque recarvi a pescare nel tratto di riserva aperto a tutte letecniche, ubicato immediatamente a monte del tratto NK ed ugualmente molto divertente ed il cui permesso è co-munque reperibile presso l’APT di Alleghe.Relativamente alla dimensione e alla tipologia dei pesci presenti, come dicevo all’inizio dell’articolo, fario, fario ed an-cora fario.La loro taglia media si attesta sui 30 ÷ 35 cm con punte NON occasionali di 40 cm ed oltre.Un ultimo breve consiglio: anche in piena estate, nonostante la possibilità di parcheggiare l’auto nelle vicinanze dellezone di pesca, non trascurate mai di portarvi appresso un K-Way ed un leggero micropile, per far fronte al classico edimprovviso temporale di montagna, piuttosto che alle temperature decisamente più freddine dell’imbrunire, soprattuttose avete intenzione di non perdervi i fantastici “coup de soire” del Cordevole.E adesso andate a divertirvi. Ciao.

Ma che ci faccio io quiMa che ci faccio io quiseconda parte

Antonio - Massimo - Graziano

MASSIMO : a distanza di qualche mese dal rientro il ricordo è ancora vivo e almeno una volta al giorno basta poco, losfondo desktop del mio PC o le tante immagini presenti sul telefono, per riaccendere il ricordo di quella che è statauna avventura unica. Oggi , ripensando a quei dodici giorni mi capita di riviverli in maniera talmente intensa da sembrare ininterrotti , senzanotti e senza soste intermedie : “è come aver vissuto un giorno durato 12 giorni”.

Abbiamo pianificato tutto nei minimi dettagli ,ho iniziato a prendere contatti e scambiare email con le persone localidal mese di Ottobre, ho raccolto informazioni sui livelli, risalite,clima ecc.ma nonostante fosse tutto ben organizzatoal momento della partenza le emozioni che pensavo di poter controllare hanno avuto il sopravvento . Come ha accennato Antonio, le condizioni climatiche che abbiamo affrontato sono state difficili, per chi non è abitu-ato a quelle latitudini, diventa dunque determinante l'equipaggiamento tecnico e una buona preparazione sia mentaleche fisica, stare tutto il giorno in un ambiente sconosciuto e incontaminato , con la pioggia che cade ininterrottamenteci ha messo a dura prova.

E' pur vero che queste condizioni climatiche difficili, hanno consentito un ottima risalita di Steelhead , tanto che il pro-prietario del Fly Shop di Yakutat , ci ha confermato essere una delle migliori degli ultimi anni. Ed è prorpio per questo , per le tante catture , considerando anche il rapporto 2:1 dei pesci allamati e rilasciati checontinuo a ripetere a Graziano e Antonio che non abbiamo conosciuto le vere difficoltà della pesca alla steelhead, mispiego meglio. Da quello che avevo letto negli anni sulla pesca di questo splendido salmonide, mi aspettavo di in-contrare difficoltà maggiori nell'azione di pesca , invece abbiamo subito individuato la tecnica e il giusto approccio anchenella scelta della preda.

Gli americani a differenza nostra praticavano una pesca più essenziale, fatta di nylon dello 0,80 e pesci presi letteralmentea strappo, ci tengo a precisare che le nostre catture sono state fatte grazie alla buona scelta degli artificiali e soprattutto,secondo me , ad una giusta presentazione delle imitazioni. Vi racconto un episodio simpatico: dopo una giornata di pesca, tornando a valle verso la macchina, abbiamo visto un gruppo di pescatori di Juneau, che stavano insistendo su una Steel-head ferma al margine di una correntina, mi avvicino e osservo, dopo molti lanci loro decidono di abbandonare la pool equel punto chiedo loro : “ can i try ?” e loro, sorridenti mi offrono la possibilità di provarci ed io a quel punto decido di gio-carmi la reputazione rispondendo in inglese : “ quanti lanci ho a disposizione ?” uno di loro con sarcasmo Americano risponde

: “ 10 !!!” ed io rispondo :”no.....non più di tre !” volete sapere come è andata ? Bhè ...non considerando il primo lan-cio che era per prendere le misure, al secondo lancio il mio ovetto in yarn color arancio è scomparso in quell'enormebocca bianca !!! Tra le facce stupite e divertite dei nostri amici americani e le urla mie , di Antonio e Graziano ( “ Weare Italian, we are the champion”) riesco a portare a riva una splendido maschio di Steelhead di circa 90 cm che ancheloro hanno potuto finalmente ammirare :-) Questo è solo uno dei tanti episodi che terrò a mente e per quello che ho

visto e vissuto in Alaska per la pesca,il contesto assolutamente selvaggio e per l'affiatamento creato con i miei amici, di sicuro il mio discorso, e credo di parlare anche per loro, con le Steelhead non finisce qui. DA GRAZIANO :Uno degli aspetti di questo viaggio, che più mi ha colpito, è lo stile di vita che gli abitanti diYakutat .

Una località ai confini del mondo, conuna densità di popolazione di 0,03abitanti per km², basti pensare cheYakutat è abitata da circa 600 animesu un territorio vasto quanto l' Italiacentrale.La quasi totale assenza del superfuoporta queste persone a vivere inmodo vero , genuino solo con i fruttiche la loro terra offre.Noi non rinunciamo al cellulare, allatecnologia avanzata, ai centri com-merciali e tutti i confort che negli ul-timi anni ci costringono ad unconsumismo frenetico, invece avervissuto in una casetta spartana di 50mq , realizzata in legno e attrezzatacon il minimo indespensabile mi haportato a riflettere sulla reale neces-sità e ricerca della vera qualità dellavita. Anche quando mi trovavo sulfiume avvertivo questo senso di ig-noto e la vicina presenza degli animaliselvatici mi inseriva pienamente in

questo contesto di cui ormai misento parte.Tutto questo , però, non ha dis-tolto l'attenzione sul vero obiet-tivo, quel pesce che ammiro damolti anni sulle riviste, i docu-mentari di pesca e che finalmenteposso vedere, li a pochi metri dame.Abbiamo catturato davvero molto,ogni Steelhead è stata bella edemozionante per icombattimenti, l'adrenalina masoprattutto il piacere che ti ri-mane addosso dopo averla liber-ata, ma per quello che mi halasciato la prima Steelhead non lodimenticherò mai e provo a rac-contarvi:Mi trovavo ai margini di una bucacon Massimo a una decina dimetri da me e Antonio alle presecon un Alce di dimensioni impres-sionanti, dopo alcuni lanci pes-cando l'acqua ho individuato unombra rossa di circa un metro chesi faceva largo avanzando fino aritrovarsi in scia con il mioartificiale, uno streamer di color

viola e nero. A quel punto con un maending leggero a monte lascio ondeggiare l'artificiale nella corrente fino a po-sizionarlo vicino al “mio” pesce …... ho il cuore in gola.... la Steelhead scarta ….. prende lo streamer …... ferro inmodo deciso e lei parte verso valle liberando tutta la coda , fino al backing in pochi secondi e nel momento in cui provoa frenare quella pazza fuga effettua un salto fuori dall'acqua a conferma della sua potenza e mostrandosi in tutta lasua bellezza. Mi viene naturale chiedere aiuto ai miei amici ma, Antonio braccato dall'alce non può muoversi e Mas-simo mi affianca per vivere con me quel momento unico. Cerco di sincronizzare i recuperi brevi con il mulinello allacanna tenuta alta ma all'improvviso ho avvertito una strana sensazone, un blocco allo stomaco quasi mi impedisce direspirare ….. Massimo che continua a darmi consigli ma io... non vedevo e sentivo nessuno...ero letteralmente intrance ! Non so dire quanto tempo è passato ma alla fine riesco a portarla in acqua bassa e a quel punto grazie a Mas-simo che l'afferra per la coda e Antonio che riesce a raggiungerci mi conquisto la meritata foto con la mia prima Steel-

head . Il momento piùbello, è stato il rilascio ,mentre tornava nel suo ele-mento e la tenevo per lacoda, ho potuto assaporarela gioia di un sogno che sirealizza.E' il caso di dire che “laprima steelhead non siscorda mai “ rifarei centovolte questo viaggio, vi assi-curo , non solo per la pescaper aver scoperto luoghi in-credibili, persone autentichee il piacere di vivere tutto ciòcon gli amici.