Farsi in quattro n 9 febbraio 2011

7
1 Farsi in Farsi in 4 4 PER ZONA Q UATTRO [email protected] N. 9 marzo 2011 NOTIZIE A CURA DEL PARTITO DEMOCRATICO DELLA ZONA 4 Il Partito Democratico è il partito del nuovo secolo. Il nostro compito è parla- re dell’Italia, delle idee che abbiamo per il nostro Paese e di come farle vivere in un rapporto reale con i territori e con i cittadini. Vogliamo dare un radicamento popolare al nostro partito, per convincere l’Italia a guardarsi con gli occhi delle nuove generazioni e realizzare un’idea di futuro per un’Italia migliore. Vogliamo essere il partito della Costitu- zione e della nuova unità nazionale. E mettiamo al centro della nostra proposta politica il lavoro, l’istruzione, la salute, l’ambiente, i diritti delle persone e il ri- spetto delle Istituzioni. È un messaggio profondo, chiaro e diretto: un messaggio Democratico. Per Costituzione. Pierluigi Bersani I l 2011 sarà un anno certamente in- tenso per la vita politica e democra- tica del nostro Paese, ancora attana- gliato da una crisi economica che non dà segno di voler mollare la presa, in cui sono grandi i segnali di disagio e di sofferenza, in cui le distanze tra ricchi e poveri peggiorano, in cui è sempre più difficile studiare, lavorare, produrre. Difficile immaginare oggi che cosa ac- cadrà al quadro politico nel corso dei prossimi mesi: ci attendono sicuramente le elezioni amministrative, ed un diffici- le periodo in cui sarà messa alla prova la capacità dell’attuale classe dirigente del Paese di ridare all’Italia un futuro, chiudendo l’esperienza di Berlusconi e del berlusconismo. È un periodo così incerto da rendere ne- cessaria ogni certezza di cui possiamo disporre. Una certezza potete metterla nel portafogli: la tessera del PD. La tessera del nostro partito “vale doppio”: primo, perché è una tessera “vera”, che da diritto a partecipare de- mocraticamente alle scelte del vostro circolo e del Partito. Secondo, perché è la tessera di una forza politica che, come dimostra l’attualità, è l’unica ad essere indispensabile per il cambiamen- to dell’Italia. Un partito organizzato su base democratica, senza un padrone, senza un nome proprio scritto nel logo non è, per noi, un’idea “antiquata” come qualcuno vorrebbe far credere. Difen- diamo la democrazia, non conosciamo un modo migliore per tenerla giovane ed in forma se non quello di dare a tutti i cittadini la possibilità di partecipare attivamente alla vita politica, così come prescrive la nostra Costituzione. Quante tessere abbiamo, oggi, nelle nostre tasche tra supermercati, abbona- menti, palestre, banche? Mettendole in fila probabilmente riveleremmo molto di noi. La tessera del PD vale più di tutte queste: avere la tessera del PD in tasca significa essere parte responsabile della vita collettiva, avere il merito di sapere da che parte stare, avere valori imprescindibile da difendere, avere un futuro da immaginare insieme. Iscrivetevi e fate iscrivere per il 2011: donne e giovani soprattutto, perché so- no coloro che oggi hanno più bisogno della buona politica e della sua capacità di dare diritti a tutti.

description

 

Transcript of Farsi in quattro n 9 febbraio 2011

Page 1: Farsi in quattro n 9 febbraio 2011

1

FarsiinFarsiin44PER ZONA QUATTRO

[email protected]

N. 9marzo 2011

NOTIZIE A CURA DEL PARTITO DEMOCRATICO DELLA ZONA 4

Il Partito Democratico è il partito del nuovo secolo. Il nostro compito è parla-re dell’Italia, delle idee che abbiamo per il nostro Paese e di come farle vivere in un rapporto reale con i territori e con i cittadini. Vogliamo dare un radicamento popolare al nostro partito, per convincere l’Italia a guardarsi con gli occhi delle nuove generazioni e realizzare un’idea di futuro per un’Italia migliore.Vogliamo essere il partito della Costitu-zione e della nuova unità nazionale. E mettiamo al centro della nostra proposta politica il lavoro, l’istruzione, la salute, l’ambiente, i diritti delle persone e il ri-spetto delle Istituzioni. È un messaggio profondo, chiaro e diretto: un messaggio Democratico. Per Costituzione.

Pierluigi Bersani

Il 2011 sarà un anno certamente in-tenso per la vita politica e democra-tica del nostro Paese, ancora attana-

gliato da una crisi economica che non dà segno di voler mollare la presa, in cui sono grandi i segnali di disagio e di sofferenza, in cui le distanze tra ricchi e poveri peggiorano, in cui è sempre più diffi cile studiare, lavorare, produrre.Diffi cile immaginare oggi che cosa ac-cadrà al quadro politico nel corso dei prossimi mesi: ci attendono sicuramente

le elezioni amministrative, ed un diffi ci-le periodo in cui sarà messa alla prova la capacità dell’attuale classe dirigente del Paese di ridare all’Italia un futuro, chiudendo l’esperienza di Berlusconi e del berlusconismo.È un periodo così incerto da rendere ne-cessaria ogni certezza di cui possiamo disporre. Una certezza potete metterla nel portafogli: la tessera del PD. La tessera del nostro partito “vale doppio”: primo, perché è una tessera “vera”, che da diritto a partecipare de-

mocraticamente alle scelte del vostro circolo e del Partito. Secondo, perché è la tessera di una forza politica che, come dimostra l’attualità, è l’unica ad essere indispensabile per il cambiamen-to dell’Italia. Un partito organizzato su base democratica, senza un padrone, senza un nome proprio scritto nel logo non è, per noi, un’idea “antiquata” come qualcuno vorrebbe far credere. Difen-diamo la democrazia, non conosciamo un modo migliore per tenerla giovane ed in forma se non quello di dare a tutti i cittadini la possibilità di partecipare attivamente alla vita politica, così come prescrive la nostra Costituzione.Quante tessere abbiamo, oggi, nelle nostre tasche tra supermercati, abbona-menti, palestre, banche? Mettendole in fi la probabilmente riveleremmo molto di noi. La tessera del PD vale più di tutte queste: avere la tessera del PD in tasca signifi ca essere parte responsabile della vita collettiva, avere il merito di sapere da che parte stare, avere valori imprescindibile da difendere, avere un futuro da immaginare insieme.Iscrivetevi e fate iscrivere per il 2011: donne e giovani soprattutto, perché so-no coloro che oggi hanno più bisogno della buona politica e della sua capacità di dare diritti a tutti.

Page 2: Farsi in quattro n 9 febbraio 2011

2

IL CENTRODESTRA a Palazzo Mari-no ha scelto la strada autoritaria della

cancellazione sostanziale delle osserva-zioni per imporre il Piano di Governo del Territorio.Lo ha fatto perchè altrimenti non avreb-be avuto la forza numerica e politica per entrare nel merito delle numerose rifl essioni giunte da cittadini, associa-zioni, società partecipate, enti.La cancellazione non ci ha messo nel-le condizioni di discutere, faccio solo questi esempi tra molti, delle critiche relative alla debole e ambigua pianifi -cazione dei servizi, portate avanti dalla ASL, delle richieste di ATM riguardanti le scelte relative ai trasporti e alla mo-bilità, o, ancora, delle proposte di FAI, Italia Nostra, Legambiente per un’idea di sviluppo ambientalmente sostenibile.In questo modo la Giunta Moratti ha mortifi cato il Piano di Governo del Ter-ritorio.Uno strumento utile, alla città, se ben utilizzato. Utile poiché il Piano Rego-latore in vigore dal 1980 va, andava, andrebbe superato senza alcun tenten-namento.Serve infatti una nuova politica che alimenti e, per l’appunto, “go-verni” la trasformazione urbana.Ciò aumenta e aggrava le responsabilità di PDL e Lega che, rifi utando il dialogo da noi proposto per migliorare nel nome dell’interesse generale il Piano, hanno utilizzato questa necessità “semplice-mente” per confezionare un provve-dimento “edilizio” che porterà magari

anche qualche piccolo benefi cio den-tro, però, la cornice della progressiva “de-regolamentazione” e una violenta e selvaggia cementifi cazione.178, ad esempio, sono i nuovi “Pirel-loni” che potranno sorgere, al di fuori di qualsiasi politica di dotazione delle infrastrutture e dei servizi, grazie al Pia-no in città.Un Piano che non prevede, come ab-biamo detto e scritto in più sedi ed oc-casioni dal dicembre del 2009, nessuna politica di sviluppo che si cimenti con l’area metropolitana, scarsissime (peral-tro ottenute grazie al contributo positivo delle opposizioni) occasioni per soste-nere le attività produttive e d’impresa, alcune ambiguità sul terreno dell’appli-cazione della perequazione che rischia-no di portare nella città “consolidata”, cioè dentro la cerchia ferroviaria, una colata di cemento al cui confronto le operazioni relative ai sottotetti di alcuni anni fa farebbero davvero sorridere.In altre parole la Giunta Moratti ha scelto con un gesto autoritario di assecondare la logica di alcuni immobiliaristi amici.Nonostante i passi avanti che il PGT ha conosciuto dopo gli otto mesi di azione dura delle opposizioni - i premi per il risparmio energetico, l’indebolimento dell’operazione del “Tunnel”, oggi su-bordinato ad un altro provvedimento, il raddoppio del verde negli scali ferroviari e soprattutto il vincolo a realizzare alcu-ne migliaia di alloggi destinati all’hou-sing sociale - siamo di fronte ad un provvedimento nato attraverso un’ope-

razione illegittima e che proprio rispetto al merito delle politiche concernenti lo sviluppo di qualità in un’area vasta non sceglie il sostegno alle infrastrutture del trasporto pubblico, la politica del riu-so e della riqualifi cazione, ad esempio dei 5000 alloggi scandalosamente vuoti di proprietà pubblica, una pianifi cazione dei servizi al cittadino lungimirante.Per questo oltre alla battaglia sui prin-cipi che porteremo avanti nelle sedi appropriate legata alle modalità scan-dalose di discussione delle osservazioni controdedotte noi, dopo le elezioni di maggio, cambieremo radicalmente fac-cia alla politica urbanistica della città.Poteva essere un’occasione storica, per Milano, questa.Scrivere, maggioranza e opposizione in-sieme, nel confronto con i milanesi, una pagina condivisa di politica del governo del territorio.Invece avete imposto più che a noi, alla comunità, la parziale scrittura di un’operazione miope e dannosa.Lo avete fatto alimentati dalla cultura autoritaria che dimostrate in ben altre vicende. Dunque confesso di non essere assolutamente stupito, state facendo ben altro a questo Paese. Tuttavia non posso che dirvi che si è consumata davvero e lo ripeto, in questi giorni, rispetto ad un tema tanto rilevante la più brutta pagi-na della Giunta Moratti. Ma, come le opposizioni hanno detto, unitariamente, non fi nisce qui.

Pierfrancesco Majorino, Capogruppo PD Comune di Milano

un’OCCASIONE SPRECATAuna GESTIONE AUTORITARIAPGT

Il Presidente del Consiglio tra i vari progetti di riforma alla Costituzio-

ne ora dichiara di voler mettere mano all’articolo 41 che così recita: ”L’ini-ziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità uma-na. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività eco-nomica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fi ni sociali”.

Ecco, l’articolo è molto importante per la fi losofi a che esprime, e che richiama alla libertà dell’iniziativa economica privata, peraltro condivisibile da tutti, soprattutto nel paragrafo che segue dove emerge la fi nalità sociale dell’impresa, il suo valore sociale per la collettività, essere ricchezza per tutti, e poi di con-seguenza si stabilisce il concetto di con-trollo da parte delle Istituzioni preposte a salvaguardare tale fi nalità. È evidente, quindi, che riformare l’articolo 41 può

essere dannoso perché può intaccare il concetto proprio di libera impresa volta al fi ne sociale e indebolire gli strumenti di controllo consegnandolo a uno scel-lerato liberismo senza tutele e quindi stravolgendone il senso. Penso pertanto che sia inutile e danno-so questo continuo voler cambiare pezzi della nostra Costituzione in nome di una politica dichiarata moderna e innovativa gettando fumo negli occhi degli Italiani, piuttosto che agire veramente nel senso dello sviluppo economico e sociale della Nazione applicando veramente i principi sanciti dalla nostra carta Costituzionale.

Enrico Mattioli

I FALSI MODERNISMI

Page 3: Farsi in quattro n 9 febbraio 2011

3

IL COMPLETAMENTO del “Con-tratto di Quartiere” Mazzini (uno dei

cinque contratti della città) prevede lo spostamento dello storico mercato co-munale coperto, ora situato al centro di piazza Ferrara, e la risistemazione della piazza. Il mercato si gioverebbe di un edifi cio nuovo là vicino, a ridos-so del Polo Ferrara, all’angolo tra via Polesine e via Mincio, ma ci vorranno almeno tre anni. Intanto il Laboratorio di Quartiere, ente istituito dal Comune per la ge-stione del Contratto e per facilitare i rapporti con il territorio, ha organiz-zato più incontri per la progettazione partecipata della nuova piazza. Questo percorso è iniziato a maggio del 2010 con le interviste a una vasta gamma di gruppi di residenti: anziani, mamme, giovani, scuole, sindacati, commer-cianti, terzo settore, Forum Mazzini, Comitato di quartiere. Anche i bam-bini hanno contribuito con i loro di-segni.

Dalla elaborazione delle risposte sono emerse tre ipotesi che sono state presen-tate agli abitanti il 13 dicembre scorso:1. Verde per giocare : campo bocce, gio-

co scacchi, area per bambini2. Verde da guardare: fontana, piante e

verde non calpestabile 3. Struttura coperta da mantenere al-

meno in parte per ospitare “servizi rivolti al quartiere”.

La seconda ipotesi è quella che ha avuto meno voti; la terza, la più pratica, è la più condivisa. La mano passa adesso al Comune di Milano che dovrà preparare un progetto sulla base delle richieste dei cittadini.Il nostro circolo PD Corvetto, (siamo

La nuova PIAZZA FERRARA NEL PROGETTO DEI CITTADINI

LA RESIDENZA SANITARIA per Anziani non autosuffi cienti

“Gerosa Brichetto” è stata costrui-ta dal Comune di Milano e aperta all’utenza nell’anno 2000.La gestione della struttura è stata appaltata alla Società Cooperativa KCS che nel 2009 ha nuovamente vinto il bando per il rinnovo di tale concessione.La realizzazione della struttura è av-venuta tra il 1998 e il 2000, ma la fretta di concludere i lavori in tempi rapidi ha comportato tre sostanziali problemi.Non è stata realizzato il Nucleo Al-zheimer originariamente previsto dal progetto defi nitivo della RSA, e la cosa impedisce al gestore di poter accogliere i casi di questa malattia giunti allo stadio nel quale non è più possibile mantenere l’anziano

al proprio domicilio.Si sono verifi cati dei vizi costruttivi rappresentati da problemi di infi l-trazioni nella copertura al 4° piano dell’edifi cio, e dalla pavimentazio-ne in linoleum che in molti punti dell’edifi cio ha mostrato da subito molte criticità sensibilmente peggio-rate nel corso degli anni.Fin dal mio primo mandato in Con-siglio Comunale ho sollecitato la Giunta ad intervenire per risolvere questi problemi, ma questioni di ca-rattere burocratico e inerzie ammi-nistrative hanno prodotto il risultato che soltanto alla fi ne dello scorso an-no è stato risolto almeno il problema delle infi ltrazioni eliminando i disagi patiti dagli ospiti del 4° piano.La pavimentazione, invece, è an-cora tal quale, e soltanto nel 2010 la Giunta si è decisa a mettere nel

piano delle opere pubbliche un inve-stimento di circa un milione di euro per il rinnovo della pavimentazione di tutta la RSA.Peccato che sinora non sia stato fi -nanziato, e proprio per questo mo-tivo ho depositato un ordine del giorno collegato al Bilancio di Pre-visione 2011 perché fi nalmente tale opera sia considerata prioritaria in maniera da avviare i lavori entro la fi ne dell’anno.. Stupisce il fatto che Sindaci, come Albertini e Moratti che hanno sem-pre dichiarato di essere molto attenti ai bisogni della popolazione anziana non siano stati in grado in 10 anni di risolvere questo problema che tante diffi coltà crea ad ospiti e operatori ogni giorno.

Marco CormioConsigliere Comunale PD

La Residenza per Anziani di via MecenateAttende da anni la manutenzione

continua alla pagina seguente

Page 4: Farsi in quattro n 9 febbraio 2011

4

È FOLLIA è fare sempre la stessa co-sa, aspettandosi risultati diversi. Un

motto che si adatta perfettamente alle politiche ambientali e alla lotta all’in-quinamento delle varie giunte di centro destra che si sono succedute a Milano negli ultimi venti anni:far pagare du-rante la settimana e andare a piedi la domenica. Sperando nella pioggia. La storia delle domeniche a piedi è as-sai lunga: la prima fu il 2 dicembre 1973 causa un aumento repentino dei prezzi del petrolio per la chiusura del canale di Suez e dell’embargo petrolifero a dan-no di Stati Uniti ed Europa come ritor-sione del mondo arabo per l’appoggio dato ad Israele durante la guerra dello Yom Kippur. Iniziò il periodo meglio conosciuto come “austerity”. Da quella domenica fu imposto il divieto assoluto di circolazione dei mezzi privati, pena

pesanti sanzioni amministrative fi no ad un milione di lire. Dall’aprile del 1974 si allentano le misure con l’autorizza-zione domenicale del traffi co privato a targhe alterne, pari e dispari, altro prov-vedimento diventata popolare.Milano, 21 gennaio 2011 - “È stata ap-provata un’informativa alla Giunta – ha comunicato il vice sindaco di Milano e assessore al Traffi co Riccardo De Corato - sugli indirizzi per l’adozione di misure emergenziali per il contenimento dell’in-quinamento atmosferico nel Comune di Milano. Il provvedimento, che è stato proposto dal settore Mobilità e condivi-so con il settore Ambiente, verrà tradotto in un’ordinanza, che il sindaco Letizia Moratti fi rmerà nei prossimi giorni”. Risultato: per due domeniche, 38 anni dopo, ancora a piedi. Sperando nella pioggia!

Ci sarebbe da ridere se non fosse che, secondo uno studio dell’Università Statale coordinato dal prof. Mannucci e dal prof. Baccarelli, muoiono a Mila-no per inquinamento, causato all’80% dalle auto, 160 persone all’anno, una ogni due giorni a cui si affi ancano le affezioni e complicazioni polmonari e, come risulta da recenti studi, per ogni10 microgrammi di PM10 per metro cubo d’aria, si ha un incremento del 70% del rischio di trombosi.Come è noto a tutti, l’inquinamento da polveri sottili e da gas di scarico non è una condanna biblica, ma il prodotto di una gestione sciagurata della mobilità in una zona a sfavorevoli condizioni geo ambientali. Su cui il blocco del traffi co, specie se domenicale ha un effetto mi-nimo. Il problema va affrontato in ma-niera strutturale, con un piano integrato della mobilità, come è stato fatto, con la volontà di risolvere i problemi, in tutte quelle aree affl itte da problemi analoghi. Ma per la giunta di destra che da troppi anni comanda a Milano, l’ambiente è solo un pretesto per fare cassa in no-me della ben collaudata logica “paga e stai” secondo cui basta pagare e far pagare per risolvere tutto, con Provin-cia e Regione che stanno a guardare: che siano già i primi risultati visibili del federalismo?E intanto in gennaio sono stati ben 30 i giorni (di cui 27 consecutivi) in cui il PM10 ha superato i limiti come do-cumentato dalla centralina dell’Arpa in Via Senato.

Antonio Zaopo

LE SOLITE MISURE EMERGENZIALIper il contenimento dell’inquinamento

in via Mompiani 10, quindi anche noi al Mazzini) ha partecipato al giro di in-contri di progettazione; poi tra di noi abbiamo rifl ettuto sull’esito della con-sultazione e su come appoggiarlo. Sono emerse tre istanze.- Per prima cosa bisognerà assicurarsi che il progetto del Comune rispecchi la scelta dei cittadini e non lo cambi in corso d’opera nei prossimi anni, magari approfi ttando del cambio di giunta. - La seconda questione è la gestione

della struttura, sempre che il progetto fi nale la preveda.Riteniamo che dovrebbero essere i giovani i principali fruitori, perché, a parte il campetto di calcio dell’oratorio, mancano assolutamente spazi organiz-zati per loro nel quartiere. Occorre un posto dove poter coltivare anche altri interessi giovanili, come la musica o altre espressioni artistiche. Non sarebbe quindi accettabile che l’eventuale nuova struttura venga data ad associazioni esterne che di volta in volta l’affi ttino secondo le loro pre-giudiziali (come già accade al Polo Ferrara), ma chiediamo che sia un

Comitato Locale a prendersi carico della cosa.- Infi ne ci sono ulteriori modifi che da tenere sotto controllo, su cui il Comune non si è ancora espresso: la viabilità at-torno alla piazza (che interessa l’intera zona Corvetto), l’attraversamento di via Polesine, ritenuto pericoloso dagli an-ziani, e i parcheggi. Quindi è opportuno che se ne parli nei Comitati di Quartiere, nel Forum Mazzini e fra la gente del Corvetto anche al di fuori del quartiere Mazzini.

Roberto Poli

La nuova PIAZZA FERRARA

Page 5: Farsi in quattro n 9 febbraio 2011

5

Per la prima volta esco, per così dire, allo scoperto e lo faccio con la vo-

lontà e lo spirito di critica che anima la mia coscienza. Credo sia un preambolo necessario perché l’argomento è molto delicato e sinceramente non essendo nello specifi co un tecnico, o meglio un insegnante,Il mio giudizio avrà comunque una sua collocazione.Il MIUR ha in questi giorni promosso due progetti sperimentali sul merito con l’obiettivo di creare un modello per la valutazione delle istituzioni scolastiche e dei docenti.1. Progetto sperimentale per premia-

re i docenti che si distinguono per un generale apprezzamento all’in-terno della scuola.

2. Progetto sperimentale per un si-stema di valutazione fi nalizzato all’erogazione di premi e di azioni di supporto agli istituti scolastici.

Mi soffermerò sul primo perché è senza ombra di dubbio quello che ha dato vi-ta alle maggiori discussioni all’interno delle scuole.Un progetto di legare aumenti retribu-tivi alla valutazione del corpo docente nel 2000 costò il posto all’allora Mini-stro dell’Istruzione Luigi Berlinguer. “Premiando il merito si introdurrebbe-ro delle differenze di retribuzione fra chi svolge le stesse mansioni, si cree-rebbero delle fasce meritevoli ed altre di non-meritevoli, con il rischio di li-

cenziamenti per alcuni, si smantellereb-be un modello di scuola che è stato di grande qualità, non vi sono garanzie per il diritto di libertà dell’insegnamen-to. La sperimentazione è troppo vaga e poco chiara e verrebbe a costituirsi un ambiente fatto di favoritismi e carrieri-smo che non favorirebbe la didattica e l’apprendimento”.Queste sono solo alcune delle motiva-zioni con le quali i collegi docenti di tutta Italia stanno respingendo la pro-posta del ministero.Se poi aggiungiamo l’aspetto economi-co molti hanno denunciato che le scuo-le devono ricevere dallo Stato ancora crediti di centinaia di migliaia di euro per progetti e aggiornamenti già spesi.Mi sembra chiaro che se questa è la ba-se di partenza la proposta del Miur ri-schia di essere minata alle fondamenta.Tutto ciò mi lascia fare alcune conside-razioni: la necessità di una corretta va-lutazione delle performance si sta affer-mando sia nel privato che nel pubblico, ed ha ormai raggiunto un ampio livello di condivisibilità che passa anche attra-verso i sindacati e i cittadini.Allora perché una categoria che valuta per mestiere e che non ha mai avuto nessun riconoscimento del merito non debba aprire ad un confronto speri-mentale?Ho la sensazione che nella scuola si sia radicato un ambiente che pone tutti sul-lo stesso livello, sia chi profonde un

grande impegno e sforzo, sia chi faccia il minimo indispensabile e l’adattamen-to a questo stato di cose limita di fatto qualsiasi apertura costituendo spesso uno stato conservatore.È altresì vero che per accettare proces-si di valutazione, non solo serve com-prenderne le necessità, ma bisogna ave-re una grande capacità di fi ducia.Il governo attuale e quelli passati, non hanno mai messo la scuola tra le loro priorità e gli anni di trascuratezza, la dif-fi coltà a sviluppare progetti per le risor-se umane il fatto di aver lasciato la scuo-la un po’ al suo destino,incluse le diffi coltà giornaliere (portiamo la carta igienica da casa) hanno di fatto creato un clima di sfi ducia diffi cile da rimuovere.Molto è da rivedere in questi progetti e tantissime sono le considerazioni che mi piacerebbe fare, però di una cosa sono certo, dalle diffi coltà spesso si ri-parte con più forza.Spetta a noi cercare di accendere quella scintilla che faccia rinascere dalla scuo-la un grande movimento di pensiero fatto di fi ducia e di confronto per co-struire le basi per un paese veramente democratico e lo diventeremo davvero quando tutti faremo un piccolo passo indietro per fare un grande salto in avanti.

Massimiliano CamilliPresidente Consiglio d’Istituto

Madre Teresa di CalcuttaReferente scuola PD Zona 4

Scuola la sperimentazione sul merito:

opportunità o rischio?

Sabato 12 febbraio, presso il Circolo ARCI “5 Giornate” di via Mecena-

te, si è svolta un’interessante iniziativa promossa dalla sezione “Osvaldo Brio-schi” dell’A.N.P.I. dal titolo “PARTITI PER BERGAMO”. Si è trattato di una ricostruzione storica con testimonianze dirette e fi lmati eseguiti con le moderne tecniche delle fi ction , della fucilazio-ne di quindici partigiani e antifascisti avvenuta il 10 agosto 1944 in piazzale Loreto, come rappresaglia a fronte di un attentato avvenuto nei giorni precedenti

contro le forze di occupazione naziste. Possiamo dire che il fi lmato è stato mol-to bello, coinvolgente e a tratti toccante, meritevole di una platea più numerosa. Alla fi ne è scattato un applauso indiriz-zato alla memoria dei martiri e al relato-re Sergio Fogagnolo, fi glio di una delle vittime. Si è parlato poi dell’idea di por-tare il fi lmato all’attenzione dei giovani, magari organizzando delle proiezioni nelle scuole, perche è proprio sulla sen-sibilità dei giovani che dobbiamo con-tare, per raccontare quanto accaduto nel

nostro recente passato. Per non dimenti-care quanti hanno sacrifi cato la vita per la Libertà del nostro Paese. Sapendo che senza memoria non c’è futuro.

Enrico Mattioli

Il ricordo di un valore da trasmettere

Page 6: Farsi in quattro n 9 febbraio 2011

6

LA LINEA 27 è il principale mezzo di trasporto utilizzato dai residenti

lungo l’asse Mecenate/Ungheria per raggiungere il centro della città, e rap-presenta anche il mezzo di trasporto uti-lizzato da molti lavoratori per raggiun-gere le aziende che sono attive nell’area tra via Fantoli e via Quintiliano.Da molti anni questa linea presenta una serie di disfunzioni e di disservi-

zi sui quali ho sempre cercato di lavorare per contribuire a dare un servizio migliore ai cittadini e nel contem-po favorire una politica di maggior utilizzo del trasporto pubblico.I risultati purtroppo so-no stati fi nora inferiori alle attese e al lavoro svolto, ma di positivo vi è che dal 2009 si è finalmente riusciti ad aprire un confronto se-rio e periodico con la presidenza ATM.Le sofferenze del 27

come quelle di tante linee ATM nasco-no dal traffi co intenso che condiziona la velocità di marcia, dal transito per il centro cittadino che comporta forti ral-lentamenti, e da disfunzioni logistiche, come ad esempio i guasti delle vetture, che comportano attese alle fermate an-che oltre la mezzora.Dopo l’ultimo incontro con la Presiden-za ATM a fi ne gennaio, ho presentato un ordine del giorno collegato al Bilancio di Previsione 2011 in cui impegno la Giun-

ta ad avviare un progetto specifi co sulla linea 27 che preveda la completa tutela della corsia riservata nel tratto da viale Corsica a Piazza Cinque Giornate, e la messa in opera di un progetto di asser-vimento semaforico dedicato alla linea soprattutto nel tratto tra Piazza Cinque Giornate e Piazza VI Febbraio.Tutto que-sto nell’intento di garantire maggior effi -cienza e rispetto delle frequenze di tabella.Da ultimo va sottolineato che la col-laborazione con ATM di quest’ultimo periodo ha portato ad alcuni migliora-menti del servizio di trasporto pubblico nella nostra zona, a cominciare dall’isti-tuzione dall’estate scorsa della nuova linea 88 che collega la Stazione FS/MM di Rogoredo con l’area Ungheria/Mece-nate e per la quale abbiamo già chiesto di ragionare su un futuro prolungamen-to verso piazza Ovidio.In tempi più recenti abbiamo ottenuto che ATM tornasse a consentire la salita e la discesa dalle vetture del 27 limitate all’anello di Ovidio per motivi di servizio. Si ricorda che fi no alla settimana scorsa i passeggeri dovevano scendere in via Mar-co Bruto e la salita in Ovidio era preclusa.

Marco Cormio Consigliere Comunale PD

IN PIAZZA DELLA SCALA il 29 gennaio scorso molte di noi hanno

partecipato alla mobilitazione promossa da donne appartenenti alla società ci-vile, ad associazioni e organizzazioni sindacali e di partito. Le nostre sciarpe bianche, simbolo del lutto per lo stato in cui versa il paese, hanno dato visibilità alla crescente indignazione e insoffe-renza per il modo in cui dell’immagine e del corpo delle donne si parla, si usa e si abusa. Oltre 10.000 donne hanno lanciato la sfi da di chi rifi uta di assistere passivamente alle sistematiche offese alla dignità personale, al decoro istitu-zionale e alla speranza in un futuro mi-gliore, e rivendica quindi che “Un’altra storia italiana è possibile”. Siamo tornate ancor più numerose a ma-nifestare il 13 febbraio in piazza Castel-lo per dire a gran voce “ora basta!” con un milione di altre donne che come noi hanno riempito le strade e le piazze di 230 città. Donne di ogni età, professione e condizione sociale, che accompagna-te da amici, compagni, mariti, padri e fi gli, hanno risposto con entusiasmo e determinazione all’appello di uno schie-

ramento ampio e trasversale per rilan-ciare le parole di Primo Levi “Se non ora, quando?”.Anche nella città malgovernata nella quale viviamo ci chiediamo quando, se non ora, è il momento di dire basta. Nu-merosi segnali indicano che la speran-za e la volontà di cambiamento sono in crescita, che con Pisapia possiamo far-cela, è possibile riconquistare Milano. Nell’intero paese, da troppo tempo ostaggio di un centrodestra autoritario e cortigiano, incapace di dare risposte alla crisi socioeconomica che ci soffo-ca, indifferente ai bisogni e alle legittime aspetta-tive dei cittadini, impersonato da governanti che offendono gli ita-liani e insidiano la solidità ed effi -cacia delle istitu-zioni provocando in ogni parte del mondo disprezzo ed irrisione, stan-

no fi nalmente emergendo signifi cativi fermenti critici, una nuova volontà e ca-pacità di protagonismo delle parti sane della società italiana che consentono di amplifi care gli spazi d’intervento delle forze progressiste e fanno intravedere la possibilità di battere un governo che non ci rappresenta. In occasione della ricorrenza dell’8 marzo ci piace sottolineare che i primi forti richiami alla lotta per il riscatto del paese e la salvaguardia delle istituzioni sono partiti da Milano. Dalle donne.

Silvana Ravasio

problemi...prospettive

TRAM 27

DONNE di sana e robusta costituzione

Page 7: Farsi in quattro n 9 febbraio 2011

7

UNO DEI TEMI inerenti le politiche ambientali è relativo al risanamento

acustico ambientale. La legge 447 del 1995 obbliga i grandi Comuni a dotarsi di un Piano di Risanamento acustico avente per obiettivo di monitorare e li-mitare le fonti di inquinamento acustico.Preliminare al Piano è la mappatura acustica, che suddivide in cinque cate-gorie (dalla I alla V in ordine crescente di impatto ambientale) l’area comunale. Nel caso specifi co di Milano l’Agenzia Mobilità Ambiente Territorio ha redatto un piano di zonizzazione acustica in sin-tonia con il Piano Urbano del Traffi co.La Mappatura è stata adottata dal Co-mune di Milano nel luglio 2009, ed è stata sottoposta all’attenzione dei citta-dini, dell’ARPA, dei Consigli di Zona, dei Comuni dell’hinterland e di altri soggetti e comitati interessati alle even-tuali osservazioni del caso.Ad oggi (febbraio 2011) Milano si tro-

va nella fase di recepimento o respingi-mento (con le controdeduzioni del caso) delle suddette osservazioni. Il passo successivo sarà la stesura del-le Linee guida del Piano di Risana-mento Acustico e di conseguenza del Piano di Risanamento Acustico vero e proprio (fi nanziato con il 7% dei fon-di di Bilancio del Comune) avente per obiettivo primario il contenimento sotto i 10 decibel (e sino a 5 decibel) del differenziale acustico fra zone adiacen-ti e di diversa classifi cazione nonchè il monitoraggio acustico delle zone stesse.Nel caso specifi co della Zona Quattro è meritorio ricordare la partecipazione democratica alle Osservazioni da parte di alcuni esponenti del Partito Demo-cratico di Zona (Rossi, De Biaggi, Co-minelli, Liguori) che ha permesso di conseguire alcuni obiettivi non trascu-rabili relativi al quartiere Ponte Lambro, Forlanini e Taliedo:

Spostamento dalla classe III alla II dell’area compresa fra le vie Monte-cassino, Oliveto, Vittorini e CamaldoliSpostamento dalla classe III alla II dell’area compresa fra le vie Uccelli di Nemi, Umiliati e CamaldoliSpostamento dalla classe IV alla II dell’area centrale del Parco Forlanini (in quanto adiacente a Tangenziale, Fer-rovia e Aeroporto) per le distanze inter-ne eccedenti i 100 metri dal perimetro dello stesso Parco.Spostamento dalla classe V alla IV dell’area compresa fra le vie Salomo-ne, Dione e Prudenzio da zona V a zona IV.Con questa nuova classifi cazione, adot-tata dalla Amministrazione Comunale grazie alle osservazioni presentate, i quartieri interessati avranno un minore impatto acustico, salvaguardando così anche la salute dei cittadini residenti.

Stefano Margiotti

È terminato il ciclo di lezioni organiz-zato in occasione del 150° dell’Uni-

tà d’Italia nell’ambito dell’attività di formazione del Partito Democratico regionale, rivolto ad inquadrare sia dal punto di vista storico sia negli aspetti politici e istituzionali la crisi che la so-cietà italiana attraversa. Si è trattato di lezioni di alto profi lo, affi date a docenti universitari (i professori B. Beccalli, L. Fasano, G. Pasquino, W. Barberis, A. Schiavone), precedute da una rifl essione di Valerio Onida sui rapporti tra Costi-tuzione, società e valori nell’ Italia di oggi.Non è certo possibile percorrere in queste poche righe la complessità delle argomentazioni svolte; ciò nonostante, è utile indicare almeno uno spunto di rifl essione che ne riassuma il senso.In questi 150 anni nella società italiana si sono prodotte diverse divisioni mai superate, divisioni che le impediscono di concepirsi come una comunità unita. Nella prospettiva della globalizzazione, dove la competizione si svolge sempre più tra sistemi-nazione, questo determi-na una debolezza strutturale che frena lo

sviluppo economico, sociale e culturale del paese. Occorrerebbe, infatti, riuscire a delineare un progetto condiviso, alme-no nelle sue linee essenziali, verso cui mobilitare le – poche – risorse: il per-sistere delle divisioni, però, polarizza la discussione pubblica su temi ormai superati dai fatti. Un esempio per tutti: il modello di sviluppo basato sull’indu-stria ad alta intensità di manodopera non è più sostenibile, dato che la concor-renza dei paesi emergenti – determinata anche dal costo della vita incomparabil-mente più basso - non può essere retta. Occorrerebbe costruire una prospettiva ad alta intensità di “conoscenza” dove – a tutti i livelli - è il contenuto profes-sionale a giocare un ruolo chiave, dato che solo in questo modo si riesce a pro-durre un livello di reddito che garantisce il mantenimento del tenore di vita cui siamo abituati. Questa direzione richie-de, però, di concepire un modello dove da un lato l’apprendimento continuo, e dall’altro la durata misurabile in anni dei posti di lavoro sono tra gli aspetti necessari. Non sembra, però, che questo sia tra i temi all’ordine del giorno.

Nel corso del 2011 sono previste altre iniziative di formazione, aperte agli iscritti e ai cittadini interessati.

Riccardo Papa

150 anni dopo

POLITICHE AMBIENTALI E RISANAMENTO ACUSTICO

LA TUTELA DELLA SALUTE DEI CITTADINI