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Ufficio stampa Rassegna stampa lunedì 10 giugno 2013 Pagina 1 di 91

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Ufficio stampa

Rassegna stampalunedì 10 giugno 2013

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Il Resto del Carlino Ravenna

Corriere Romagna Ravenna

La Voce di Romagna Ravenna

INDICE

Il bypass dei sospiri (prima pagina)10/06/13 Prima pagina 5

Beatrice e Sara, amiche per la pelle La tragedia dopo la serata alle Indie10/06/13 Cronaca 6

Lucia, passeggiata senza ritorno Travolta e uccisa sotto casa10/06/13 Cronaca 7

Sabato sera maledetto: tre vite spezzate dagli ubriachi al volante10/06/13 Cronaca 8

La nuova sede di Cmc all’Eire10/06/13 Edilizia e Infrastrutture 10

«Si sono persi dieci anni E il bypass resta un sogno»10/06/13 Economia e Territorio 11

È scomparso Renzo Gardini storico custode del PalaCosta10/06/13 Cronaca, Edilizia e Infrastrutture 13

Presidio e volantinaggio dei dipendenti Ghetti Auto10/06/13 Economia e Territorio, Lavoro 14

I Lettori juke box e la favola del gatto sull’albero10/06/13 Turismo, Cultura, Spettacoli 15

A Fashion night tanti applausi per i giochi di luce10/06/13 Economia e Territorio 16

Da oggi chiude per tre mesi il Ponte Lungo10/06/13 Edilizia e Infrastrutture 18

‘Ravenna screen project’ ricorda Vittorio Arrigoni10/06/13 Turismo, Cultura, Spettacoli 19

Strappate alla vita (prima pagina)10/06/13 Prima pagina 20

Investita e uccisa, c’è l’ombra dell’alcol10/06/13 Cronaca 21

«Noi siamo fatte per stare insieme»10/06/13 Cronaca 22

La festa finisce in tragedia10/06/13 Cronaca 24

La festa finisce in tragedia: muiono due ragazzine10/06/13 Cronaca 26

Genitori in causa per i figli, madre sfrattata10/06/13 Cronaca, Sanità e Politiche sociali 29

Altre due ragazze straziate sulla strada (prima pagina)10/06/13 Prima pagina 30

Altre due ragazze straziate sulla strada10/06/13 Cronaca 31

Quattro anni dopo Fatalità Perla e Giorgia morirono così10/06/13 Cronaca 32

Stragi del sabato sera: da inizio anno 5 morti e 19 feriti L’Asaps ripropone il reato di omicidio stradale10/06/13 Cronaca 33

Attraversa la strada ed è investita: 78enne muore davanti a casa10/06/13 Cronaca 34

La tragedia ha colpito al cuore il Classico10/06/13 Cronaca 35

Increduli Strazio dei tanti amici su Facebook10/06/13 Cronaca 36

Schianto sull’Adriatica Morte due ragazze10/06/13 Cronaca 37

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Corriere della Sera

Il Resto del Carlino

Il Sole 24 Ore

Italia Oggi

Nello stesso tratto, il 14 ottobre 2012 perse la vita la 32enne Serena Pilotti10/06/13 Cronaca 39

“La colpa di Francesca? Amare un altro”10/06/13 Cronaca 40

SERVIZI STRAORDINARI DELL’ARMA SUL TERRITORIO PROVINCIALE10/06/13 Edilizia e Infrastrutture 41

Barriere architettoniche sui pullman pubblici10/06/13 Edilizia e Infrastrutture, Trasporti 42

SE IL CARISMA NON BASTA10/06/13 Economia Nazionale 43

«Un tetto allo scudo antispread» Ma la Bce smentisce passi indietro10/06/13 Economia Nazionale 45

Le aziende e il record della burocrazia In cinque anni 288 nuove norme fiscali10/06/13 Economia Nazionale 46

Piano per l’Iva,meno incentivi alle imprese10/06/13 Economia Nazionale 48

Napolitano accelera sulle riforme «Partiti, basta con le bandiere»10/06/13 Politica Nazionale 50

Nuovi malumori del Pdl La mediazione di Berlusconi10/06/13 Politica Nazionale 52

Detenuti a casa sei mesi prima Piano per 10 mila posti nelle carceri10/06/13 Sanità e Politiche sociali 53

La frustata di Napolitano ai partiti «Fate le riforme, poi siete liberi»10/06/13 Politica Nazionale 55

NORME E TRIBUTI: Fabbricati e terreni agricoli esonerati con l’annotazione10/06/13 Pubblica Amministrazione 57

NORME E TRIBUTI: Al Comune l’Imu sulla seconda casa10/06/13 Pubblica Amministrazione 58

NORME E TRIBUTI: Lo stop all’acconto trova le regole giuste10/06/13 Pubblica Amministrazione 59

Il bottino incerto della caccia agli evasori10/06/13 Pubblica Amministrazione 60

Multe, nuovo buco sulla riscossione10/06/13 Pubblica Amministrazione 61

Nel caos delle regole pagano solo gli onesti10/06/13 Pubblica Amministrazione 62

Benefici da Sportello unico telematico10/06/13 Pubblica Amministrazione 63

NORME E TRIBUTI: Arriva l’Aua, da verificare i permessi in scadenza10/06/13 Pubblica Amministrazione 64

NORME E TRIBUTI: Piani urbanistici, Vas in formato locale10/06/13 Pubblica Amministrazione 65

NORME E TRIBUTI: Competenze affidate a Province e Comuni10/06/13 Pubblica Amministrazione 66

NORME E TRIBUTI: Le anticipazioni per l’Imu a rischio di costi «occulti»10/06/13 Pubblica Amministrazione 67

NORME E TRIBUTI: Online in settimana i dati sugli appalti10/06/13 Pubblica Amministrazione 68

NORME E TRIBUTI: Coni nuovi sindaci debutta finalmente l’«esame» dei conti10/06/13 Pubblica Amministrazione 69

NORME E TRIBUTI: Su 875 enti «non pervenuti» ora pende la maxi-sanzione10/06/13 Pubblica Amministrazione 70

NORME E TRIBUTI: Patto, incagliati anche i bonus10/06/13 Pubblica Amministrazione 71

NORME E TRIBUTI: Personale, la spesa può dribblare i tetti10/06/13 Pubblica Amministrazione 72

Bologna in testa nel creare valore10/06/13 Economia Nazionale 73

Enti locali, l'incarico non rende attivo il revisore10/06/13 Pubblica Amministrazione 76

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La Repubblica

La Stampa

“Subito data e regole del congresso poi deciderò se candidarmi stavolta non mi faccio fregare”10/06/13 Politica Nazionale 77

Epifani lo stoppa: “Esagerare non aiuta eleggeremo il segretario entro l’anno”10/06/13 Politica Nazionale 79

Napolitano, la mia vita dal Pci al Colle “Sì al bis per superare la paralisi ora riforme, poi ognuno per la suastrada”10/06/13 Politica Nazionale 80

Iva, ipotesi di aumento a metà l’Imu sarà pagata dai più ricchi10/06/13 Economia Nazionale 82

Corruzione, la stretta del governo10/06/13 Economia Nazionale, Politica Nazionale 84

D’Alia: ripristinare subito il falso inbilancio e le norme sui reati societari10/06/13 Economia Nazionale 85

Ora Merkel incoraggia l’Italia “Ridate tutti i soldi alle aziende”10/06/13 Economia Nazionale 86

Alla ricerca disperata di nuovi fondi il governo riscopre il piano Giavazzi10/06/13 Economia Nazionale 87

L’appello di Napolitano ai partiti “Basta bandiere, servono riforme”10/06/13 Politica Nazionale 88

“Fine pena:mai” Vivere senza speranza nelle carceri italiane10/06/13 Sanità e Politiche sociali 89

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10/06/2013 pressunE il Resto del Carlino

Direttore Responsabile: Giovanni Morandi

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RAVENNA An,

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venna - L.G. &berti, 60 - Tel. 0546 2780651 Fax 0544 270457

www.itrestodelcarlino.itiravenna e-mail: [email protected]

spe.ravenna@spewebit

Redazione: via Salata 40, 48121 Ravenna - Tel. 0544 249611 Fax 0544 39019 s Pubblicità: S.P.E. Ra

SABATO NERO A RUSSI UN'ALTRA VITTIMA DI UN AUTOMOBILISTA ALTICCIO

Schianto, morte due ragazze Arrestata guidatrice ubriaca s in Nazionale e alle pagine 2-3

Milano Marittima

La Fashion night accende il centro

s A pagina 7 s A pagina 5

VENDITA PROMOZONALE DAL 10 GIUGNO

Rione Giallo in festa

Bigorda, Beoni esalta Floriana

pagina 7

i ‘:•••,‘. Brisighetta

Ponte Lungo, tre mesi di stop al traffico

A

NNA

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ag241ROM

ii arammo

si A pagina 7

I funerali di Bragonzoni

Voltan.a si ferma per l'addio al medico

›s A pagina 6

Oggi i funerali

Sport in luto Morto Gardini, storico custode del PalaCosta

94,

»: A paglila 4 denuncia dtard e sperpen

Lunedì 10 ghigno 2013

SO Nuovo modo GING° -r—tti 54 - 1.41,41U cw-es ,e, -san ,Cen, stana em-.3 l 0:00

F3ES-FrVI o.r. 16,00 0,4,00

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Beatrice, 17 anni, e Sara, 8, di Forlirripopoli

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press unE il Resto del Carlino 10/06/2013

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Beatrice e Sara, ,55

che per la pelle La tragedia dopo la serata alle Indie Erano erano state a ballare. Poi il tremendo scontro, senza scampo IL PRIMO weekend senza scuo-la. Davanti, solo una lunga estate. Il gruppo si divide: metà airilfter school pam? alla Panighina di Ber-tinoro, meta alle Indie di Pinarel-la. Sara Valentini, Beatrice Casa-nova, Luca Maresi e Steve Casa-dio scelgono il mare. Sono passa-te da poco le 18. Inizia così l'ulti-ma sera delle due ragazze. Prima di partire, però, da parte di Sara c'è un messaggino per un amico, Alessandro Bazzocchi, liceo scien-tifico di Forlì: «Mi ha scritto che aveva finito il quarto anno del classico senza debiti e chiedeva a me come fosse andata». Sara e Beatrice: due grandi ami-che, non compagne di classe. En-trambe al quarto anno del liceo linguistico Morgagni. di Forlì, ri-spettivamente nelle sezioni A e C. Appena maggiorenne la prima, 17 anni la seconda. «Non chiama-tela Sara, per tutti era Dodo. Co-me fosse nato questo soprannome

riprende Alessandro nessu-no lo sa, ma lei era solo Dodo. La mia più cara amica, Era una perso-na tranquilla. In discoteca andava spesso, come tanti di noi. In inver-no al Vidia di Cesena, in estate al-le Indie di Pinarella». «So che l'ul-

BEs',TRICE Studiava inglese, francese e spagnolo; lascia genitori e una sorella

timo libro che stava leggendo, in chiave critica, era Cinquanta sjií-mature di grigio. Ma non la stava convincendo. Dodo aveva il dono dell'ascolto, sapeva tirarti fuori tutto per poi conservarlo come un segreto impenetrabile». Amava la musica e progettava di vivere all'estero. Per questo aveva scelto il liceo linguistico. Studiava ingie-

APÀ Figlia unica, Dodo' amava La musica e sognava un futuro all'estero

se, francese. e tedesco. «Sono fra-stornata, in questo momento il pensiero va alla sua famiglia e a quella di Beatrice», afferma Silvia Cenesi, insegnante di Sara sin dal-la prima.

ERA figlia unica, Sara. Invece Be- atrice Casanova, oltre ai genitori, lascia una sorella. «Era una ragaz-

za intelligente e molto aperta. Semplice, direi. Ma la sua — ricor-da l'amico Enrico Di Tella — era la semplicità propria delle perso-ne intelligenti». «Una ragazza se-ria, tranquilla e diligente — è il ri-cordo di Patrizia Leoni, insegnan-te di italiano e latino — non di-menticherò mai quando ascoltava le mie lezioni con concentrazione e mi guardava con i suoi occhio-ni. Di lei non posso che parlare be-ne. E stata con me dal primo an-no. E maturata passo dopo pas-so». Oltre all'inglese e al francese, Beatrice aveva scelto di studiare la lingua spagnola. Era una ragaz-za riservata e piena di sogni.

LA TREMENDA notizia della morte delle due ragazze, al ritor-no a casa dopo qualche ora di sva-go alle Indie di Pinarella, ha ful-minato Forlimpopoli. Il sindaco, Paolo Zoffoli, ha ordinato che og-gi le bandiere comunali siano esposte a mezz'asta. Ma sotto choc sono tutti quelli che conosce-vano Sara e Beatrice. Gli amici si sono 'sentiti' attraverso i sociai network, si sono telefonati e in-contrati. E oggi si vedranno pro-prio a scuola, al liceo Morgagni, per ricordarle tutti insieme.

P1NARELLA ...................

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Alte 3.45, sull'Adriatica, a Pinarella. Una Mercedes Classe A avrebbe invaso la corsia colpendo la Saxo (foto) dove viaggiavano 4 ragazzi

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Morte nello scontro due ragazze dì Forlimpopoli, Beatrice Casanova, 17 anni, e Sara Valentini, 18. Tornavano da una sera alta discoteca 'Le indie°

La Polstrada ha arrestato la 27enne ucraina che guidava la Mercedes e che si era allontanata subito dopo l'incidente: aveva 1,5 di alcolernia

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TEST li limite massimo di alcolernia per poter guidare è 0,5 (repertorio)

La cammnata

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L'anziana è stata investita da un'Pnelli Astra station wagon

guidata da un uomo 03:69u anni. Impatto violeritOp

Lucia è morta sul cOlige:

R conducente è risultato positivo all'alcoltest i1,14i e denunciato

per guida in stato di ebbrezza e omicidio

colposo aggravato

La denwda'

Lu iia, m.sse,k.pu:a ,ehza iterao Tr,olia 1,eci, n.sa

L'incidente di Russi è avvenuto sabato sera,

poco dopo le 23.30. Lucia Leo è uscita da casa, in

via Molinaccio 50/3, per una passeggiata

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Lucia, passeggiata senza ritorno Travolta e uccisa sotto casa

Russi, l'investimento in via Molinaccio. La vittima aveva 78 anni E' STATA travolta e uccisa prati-camente davanti a casa. Lucia Leo, 78 anni, abitava a Russi in via Molinaccio 50/3. Era uscita in tarda serata per fare due passi, quando un'auto in transito l'ha in-vestita: il conducente è poi risulta-to in stato di ebbrezza alcolica. Di-verse persone che conoscevano be-ne Lucia Leo hanno spiegalo che capitava spesso che lei uscisse, an-che di notte, perchè non riusciva a dormire e cercava così, canimi-nando un po' nei pressi di casa, di far tornare il sonno. Un problema comune a tante persone. E' stato così anche sabato. Nella prima se-rata, Lucia Leo aveva chiacchiera-to un p0' con una vicina di casa, poi si era ritirata per andare a let-to. Ma poi, una manciata di minu-ti prima delle 23.45, è usciti. Il ci-vico 50/3 si trova su un viottolo in-terno in cui prosegue la numera-zione della Molinaccio. Lungo la provinciale corre la pista ciclope-donale, con tanto di cordolo rial-zato, che ovviamente nell'incro-cio è interrotta per consentire ai veicoli di immettersi nel viottolo e di uscirne. L'investimento è av-venuto sulla sede stradale della Molinaccio, davanti al civico 52, secondo una dinamica poi rico-

struita dalla Polizia municipale di Russi. Un'Opel Astra station wagon, condotta da un uomo di 69 anni, procedeva da Russi verso San Pancrazio e ha travolto la donna. Un impatto molto violen-to: Lucia Leo, caricata sul cofano, ha rotto col capo il parabrezza e poi, quando l'auto si è fermata, è ricaduta al suolo. E' accorso il 118, ma la donna aveva già cessa-to di vivere. Il decesso era stato quasi sicuramente immediato. Co-me è prassi, l'automobilista è sta-to sottoposto alla prova dell'e:filo-metro, che ha dato esito positivo: 1,14 alla prima prova, 1,17 dopo una decina di minuti. Per l'uomo sono scattati il ritiro della patente ai fini della sospensione e la de-nuncia a piede libero per guida in stato di ebbrezza e omicidio colpo-so aggravato dalla guida in stato di ebbrezza. II traffico sulla Moli-naccio è rimasto completamente bloccato per oltre due ore: i Cara-binieri di Godo hanno provvedu-to a deviare i veicoli su itinerari al-ternativi.

LUCIA Leo, vedova, lascia due fi-gli, Adolfo e Luigi. Aveva lavora-to per molti anni in aziende di la-vorazione frutta di Russi.

RUSSI Limpallo

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Pagina 2 DEMMO

spezzate dagli vbriachi ai volute

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Sabato sera maledetto: tre vite spezzate dagli ubriachi al volante ETILOMETRO/1

INDAGATO

L'automobilista che ha travolto Lucia Leo è stato

sottoposto all'alcottest da parte della polizia

municipale di Russi: il SUO tasso era di 1 : 14

È STATA una notte terribile, quella di ieri, sulle strade ravenna-ti: due ragazze morte e tre fe.riti„ di cui due gravi, sull'Adriatica in territorio cervese; un'altra vitti-ma lungo la Molinaccio a Russi, La breve vita di Beatrice Casano-va, 17 anni, e di Sara Valentini, 18, entrambe residenti a Forlim-popoli, è finita tragicamente all'al-tezza di Pinarella nello schianto frontale dell'auto sulla quale viag-giavano, assieme a due amici, con una vettura finita contro mano. La conducente di questo veicolo, un'ucraina di 27 anni, si è allonta-nata a piedi e, rintracciata poco dopo, è risultata in stato di ebbrez-za, con tasso alcolernico di 1,5. La Polizia stradale di D'orli, interve-nuta per i rilievi dell'incidente, ha provveduto al suo arresto e al successivo trasporto al carcere. La sciagura è accaduta poco pri-ma delle 3.45. Una Mercedes clas-se A, guidata dall'ucraina e con a bordo due albanesi, percorreva l'Adriatica in direzione di Raven-

na quando ha invaso l'opposta cor-sia di marcia, scontrandosi con una Citroen Saxo su cui viaggiava-no Beatrice Casanova, Sara Valen-tini e i due ragazzi, Luca Maresi e Steve Casadio. L'incidente ha an-che coinvolto una Volks),vagen Golf. 11 118 — accorso con sei au-tomezzi, compresi quelli di due medici rianimatori — non ha po-tuto fare nulla per Beatrice e Sara. I ragazzi sono stati ricoverati in gravi condizioni, uno a Cesena e uno a Ravenna; lesioni non gravi ha riportato il conducente della Golf.

VERSO le 23,45, invece, a Russi ha perso la vita Lucia Leo di 78 anni, che abitava al civico 50/3 del-la Molinaccio. La tragedia è acca-duta praticamente davanti casa: la donna, a piedi, è stata travolta da un'auto e con tutta probabiliM è morta sul colpo. L'automobili-sta, risultato ebbro, è stato indaga-to a piede libero dalla Polizia mu-nicipale di Russi, intervenuta per i rilievi.

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ETILOMETRO/2

ARRESTATA

L'ucraina al volante dotta Mercedes che ha invaso la corsia, aveva un tasso

alcdtemico di 1,5 massimo è 0,51: è stata

arrestata

RUSSI

,;\

MOLINACCIO

A quest'ora lungo la via Molinaccio, a Russi, ha perso la vita Lucia Leo, di 78 armi

FERMDUE REUD A BORDO DELL'AUTO DOVE VIAGGIAVANO LE DUE GIOVANI DECEDUTE C'ERANO ANCHE DUE RAGAllI: SONO ENTRAMBI GRAVI

OUIDATRICE SOTTO CHOC LA POLIZIA STRADALE DI FORLÌ HA ARRESTATO LA DONNA CHE GUIDAVA LA MERCEDES, IN STATO DI CHOC SI ERA ALLONTANATA ED ERA UBRIACA

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RAVENNA

L'ULTIMO BALLO ALLE INDIE LE DUE GIOVANI VITTIME ABITAVANO A FORLIMPOPOLI ERANO ANDATE A FESTEGGIARE LA FINE DELLA SCUOLA ALLE 'INDIE DI PINARELLA

ADRIATICA L'incideltte in cui anns perso taMta le du rdga*,z;ek avvenuto su Lle.-

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ARRESTATA

L'ucraina aL volante delta Mercedes che ha imtaso la corsia, aveva un tasso

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arrestata

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ETTO di nqtr ifi- snistica Dell'area

Trieste è stato l'ambito del o n -

.011fiSITI fr'r Italy gettare per la figlia ifiett-

alrEire, importante o di incontro degli ope- , del mercato immobi-

aliano, Il progetto e miato nella sezione

r Overall. Insie iterti Andrea 13o-

' ndro Stroli-go di ellapinan Taylor che hanno ritirato il premio, era .resente per enie l'ingegner

arco l'incetta.'

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il nodo stazione

C'è chi La vorrebbe interrare, chi L'ha

immaginata invece sopraelevata. IL

pool di imprese che ha Lavorato at

progetto bypass fl sempUcemente trasferita più a nord

It ponte immobile

...................................

...................

Si è concluso nei giorni scorsi

L'intervento di manutenzione

straordinaria del ponte mobile dopo problemi rilevati ai

dispositivi di \ sollevamento

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«Si sono persi dieci anni E il bypass resta un sogno» Ancisi va all'attacco dell'amministrazione comunale

• AVEVO RAGIONE

Avevo chiesto che il bando sul bypass prevedesse anche un collegamento ferroviario. Mi hanno votato contro. E ora?

«SI SONO persi oltre dieci anni senza aver risolto nulla degli im-mensi problemi strategici della viabilità portuale che, a loro vol-ta, continuano a trascinarsi quel-li, a cui sono strettamente collega-ti, del porto stesso, della darsena, della Classicana, della viabilità di attraversamento e di comunica-zione della città», Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Raven-na, è durissimo nei confronti dell'amministrazione comunale, all'indomani della presentazione del progetto di tarsferimento del-la stazione e di realizzare un bypass stradale e ferroviario sotto il Candiano da parte di un pool privati.

I RITARDI a cui fa riferimento Ancisi prendono spunto dal fatto che Palazzo Merlato non aveva da-to alcuna comunicazione al consi-glio comunale sulla conclusione della procedura di scelta del pro-getto iniziata ormai cinque anni fa e conclusa a marzo. Ma affonda-no le radici soprattutto nelle re-sponsabilità politiche dell'ammi-nistrazione Mercatali e in parte in quelle della attuale giunta. L'espo-nente della lista civica ricostrui-sce puntigliosamente l'iter del progetto di bypass: ne emerge un quadro di 'sbandate' procedurali e di sperpero di risorse pubbliche non indifferente. «La volontà dell'allora sindaco Mercatali che il suo nome fosse ricordato dai po-steri non solo per le opere mirabo-lanti della nuova portualità turisti-ca di Marina di Ravenna e di Ca-salborsetti, ma soprattutto per 'la più grande infrastruttura che si sia mai costruita a Ravenna' (ipse dixit nel consiglio comunale del 14 gennaio 2005) ironizza

— prese corpo, coi primi atti

„ GIGANTISMO DI MERCATALI

L'allora sindaco avrebbe voluto che l. suo nome rimanesse legato alla più grande infrastruttura mai costruita a Ravenna

del Comune, nel 2002, sotto for-ma di un ponte faraonico di cin-que chilometri che, frapponendo-si alla vista dell'orizzonte Ira la cit-tà e il mare, avrebbe travolto pae-saggio, ambienti vincolati e strut-tura urbanistica di una smisurata parte del territorio». L'ipotesi veti-ne contestata da Lista per Raven-na, che subito sostenne che la so-luzione tecnica preferibile sareb-be stata un tunnel.

«DAL primo studio di lattibilità, il costo della costruzione del pon-te passò rapidamente da 65 a 151 milioni a carico del Comune, asse-standosi ai 162 del progetto preli-minare. La nostra battaglia con-tro il ponte ricorda il capogrup-po della civica — si concentrò al-lora sulle irregolarità delle proce-dure di appalto compiute dal Co-mune, con l'aggiudicazione ad una società di Modena, che infatti portarono il Tribunale ammini-strativo regionale ad annullare la gara. Nel 2007 il progetto venne

abbandonato, buttando nel cesti-no tre anni di lavoro e i 700 mila curo di carta che era costato. L'in-gegner Antolini presentò allora un progetto di tunnel da 160 mi-lioni. Si passò quindi ad un nuo-vo percorso, secondo cui il by pass sarebbe stato finanziato dal privato interessato a gestirlo, la-sciando che i privati stessi, trami-te un bando di gara, scegliessero la soluzione progettuale, che final-mente ammetteva anche il tun-nel. All'atto del voto in consiglio comunale, fu bocciato dalla mag-gioranza il mio emendamento che imponeva ai concorrenti di 'tener conto della prospettiva di un collegamento ferroviario'. Ci hanno però ascoltato i progettisti vincenti».

IERI E OGGI

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CON IL PROGETTISTA Ancisi (a sinistra) con Adriano Antolini che rappresenta il pool di aziende selezionate

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LA VISIONE Ricostruzione al computer dell'area di viale Farini e della darsena senza la stazione Fs

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IL MAX I PONTE

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MILIONI DI EURO

La stima del. progetto preliminare del

mastrodontico ponte sul Candiano. I costi però

sono quelli stimati oltre dieci anni fa

,ì'ì'ROFONDINENTI SUL 'Pee NELL'EX CRCOSCR21OOE IL percorso di partecipazione 'La darsena che vorrei' propone oggi alle 20 un incontro nella sala consiglio dell'ex circoscrizione terza in via Aquileia dedicato a riusi; archeologie industriali; acqua, banchine, stazione; verde e spazi aperti pubblici. Saranno presenti tecnici del Comune di Ravenna.

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LUT7CkAVEVA 88 ANNI. I FUNERALI SI SVOLGONO OGGI POMERIGGIO

E scomparso Renzo Gardini storico custode del PalaCosta

LO SPORT ravennate piange la scomparsa di un personaggio per alcuni versi unico che, per lunghi anni, ha accompagnato le gesta e l'attività di tante squadre e di tante discipline. All'età di 88 anni, pro-prio poche ore prima che il Porto Donati festeggias-se la promozione in A2, è infatti scomparso Renzo Gardini, lo storico custode del PalaCosta. 11 suo operare è andato quasi sempre al di là dell'inca-rico istituzionale (arrivò all'impianto della Darsena come dipendente comunale), diventando amico di numerosi atleti, tecnici e dirigenti che hanno fato anche la storia dello sport cittadino. Pallavolo e basket sono gli sport che ha prediletto, senza dimen-ticare la passione con cui seguiva il pugilato e la lot-

ta, Dai primi anni Ottanta non c'è stato chi, fra colo-ro che si allenavano quotidianamente, non abbia ri-cevuto parole di incoraggiamento o di conforto da Renzo che, anche quando andò in pensione, conti-nuò a seguire i suoi ragazzi e le sue ragazze. Si considerava e a ragione il custode di una casa, del tempio dello sport e, come tale, voleva che venisse utilizzato. 'Storiche' le sue sfuriate con chi sgarrava da questa linea di condotta. Renzo Gardini lascia tre figlie, Monica, Teresa e Marcella. Il feretro, fino alle 16.45 di oggi, resterà al-la camera mortuaria dove, dopo la benedizione, alle 17.15 partirà per il crematorio del cimitero cittadi-no.

Umberto Suprani

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FORNACE ZARATT:N: DOMATTINA LA PROTESTA

Presidio e volantina dei dipendenti Ghetti Auto

DOMANI, a partire dalle 10, i la-voratori della concessionaria auto Ghetti (che aveva sedi a Ravenna, Faenza, Digo e Cervia) scende-ranno in sciopero e daranno vita ad un presidio, davanti alla sede di Ravenna a Fornace Zarattini, durante il quale faranno volanti-naggio per spiegare le ragioni del-la loro protesta. «Il nostro disagio

affermano è divenuto insop-portabile a causa dell'aumento esponenziale dell'utilizzo della cassa integrazione e dell'assoluta mancanza di risposte da parte del Gruppo Volkswagen, il quale no-nostante i proclami fatti. anche a mezzo stampa non ha ancora dato alcuna risposta in merito alla vi-

cenda che coinvolge 93 lavoratori e le relative famiglie». Nel testo del volantino che verrà distribui-to domattina si invitano le istitu-zioni a continuare il loro appog-gio alla vertenza ricercando ogni. tipo di soluzione che possa scon-giurare i licenziamenti; si chiede alla Ghetti di attivati immediata-mente per richiedere le proroghe delle casse integrazioni che stan-no per scadere e di favorire il su-bentro di chi manifestasse in futu-ro il proprio interessamento; si sollecita infine il gruppo Volkswa-gen «ad impegnarsi concretamen-te nel ricercare una soluzione che salvi il più possibile i livelli occu-pazionali e le professionalità».

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I Lettori juke box e la favola

del gatto sull'albero PENULTIMO appunta-mento, oggi, con il ciclo di letture e visite gratuite per i bambini e le loro famiglie `Luoghi da favola', dedicato quest'anno al terna Ibccon-ti sono gli alberi: storie di città, di terra e di mare. Alle 17 al Vecchio tiro a segno,

resso da via Pag, U u gat-to sull'albero', lettura ani-mata tenuta dal gruppo vo-lontario Lettori juke Box. Al termine, Ivo Angelici il-1 ustrerà le caratteristiche de-gli alberi dei dintorni e l'As-sociazione sportiva tiro a se-gno offrirà una merenda.

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A ifias'iliori appiptisi 9,a luce

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È STATO un taglio del nastro in grande stile quello dell'estate 2013. Con la 'fashion night' di sa-bato sera, Milano Marittima ha dunque dato ufficialmente il via alla stagione estiva. Il centro della località cervese si è animato con shopping fino a mezzanotte, scon-ti, gadget, musica, spettacoli e di-vertimento. Il prologo e l'epilogo sono stati d'eccezione, e firmati dai Jutty Ranx. Il complesso statu-nitense • popolarissimo in Italia e al vertice delle classifiche col sin-golo di debutto 'I see you' che pe-

MUS1C Al Vìstamare e al Pineta A è esìhito it gruppo amerkano Jutty Ranx

raltro sta diventando la colonna sonora dell'estate dance 2013 —si è infatti esibito al Vistamare per un esclusivo aperitivo. Il clou della Fashion night è stato nella centralissima rotonda Primo Maggio dove, all'ombra della sug-gestiva fontana delle cinque co-lonne, allo scoccare della mezza-notte è andato in scena l'applaudi-tissimo spettacolo di fontane dan-zanti più grande d'Italia, organiz-

zato dall'amministrazione comu-nale e caratterizzato da giochi d'acqua, luci, colori e fuoco natu-rale. L'approccio &reale è stato il leit motivi della Fashion night, tant'è vero che, tutti i locali, si so-no attivati in tal senso. Il Cafè del-la Rotonda ad esempio ha studia-to il 'cocktail lashion red connec-tion', mentre l'annesso Fadiga Bi-strot ha proposto la Tartare fashion di gamberi Peanuts. La notte è proseguita poi in musica al Pineta by Visionnaire. L'evento registra numeri da capo-giro, e l'amministrazione comuna-le pensa a un bis per settembre. L'apertura serale dei negozi, con-tornata da vari eventi speciali e promozioni sui capi d'abbiglia-mento dei marchi di alta moda, ha attirato migliaia di presenze lungo viale Gramsci e le sue costo-le. «Siamo molto soddisfatti per il successo dell'iniziativa — com-menta l'assessore allo sviluppo economico Luca Coffari — che è partita dall'input dell'amministra-zione, ma che è stata accolta con entusiasmo dai commercianti di Milano Marittima che hanno or-ganizzato sfilate e spettacoli piro-tecnici. Stiamo già ragionando su una replica da organizzare per set-tembre».

Alex Giuzio Roberto Romin

ROTONDA I MAGGIO Apprezzatissimo lo spettacolo delle fontane danzanti

A Fashion night tanti applausi per i giochi di luce L'evento lancia la stagione estiva

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A MEZZANOTTE Folla a Milano Marittima

EVENTO I Jutty Ranx sì sono esibiti all'ora dell'aperitivo al Vistamare di Lido di Savio. Tante belle donne tra il pubblico. In serata il gruppo ha suonato al Pineta by Visionnaire di Milano Marittima

SHOPPING Boutique aperte fino a tardi

PASSEGGIO Tanti visitatori da fuori città

A Fas'iiieP git ani

I CCI c;i lire

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3:SAEa.S LA PROVINCIA HA PREDISPOSTO GLI ITINERARI ALTERNATIVI

Da oggi chiude per tre mesi il Ponte Lungo IL PONTE Lungo, posto lungo la provinciale 302 all'ingresso di Brisighella, sarà chiuso per circa tre mesi — a partire da oggi — per lavori di rifacimento dell'impalcato della struttura, af-fidati all'impresa Edilturci. Di conseguenza sa-rà chiuso il traffico sulla provinciale, fatta ecce-zione per i residenti, nel tratto interessato dal cantiere. La Provincia ha emesso un'ordinanza che modifica la viabilità. I veicoli provenienti da Firenze e diretti a Faenza dovranno svoltare a destra sulla provinciale Canaletta e di Sarna,

fino all'incrocio con la 57 Carla, svoltare a de-stra su queseultinria e proseguire fino all'incro-cio con la provinciale 16 Mai7erio, quindi svol-tare a sinistra. I mezzi provenienti da Faenza dovranno imboccare viale Diaz, proseguire drit-to lungo viale Piave, uscire in direzione Modi-gliana svoltando a destra e, al semaforo del Tonte Rosso', svoltare a destra lungo la provin-ciale Marzeno, proseguire fino all'incrocio con la Canaletta e di Sarna, svoltare a destra lungo quest'ultima e procedere fino a Brisighella.

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VITTIMA Vittorio Arrigonl, fu ucciso a Gaza nell'aprile del 20 I

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C:NZ, ZA STASERA AL 'CORSO' IL FILM 'RESTIAMO UMANI'

Rave a screen project ricorda Vittorio A goni Alle 2030 l'opera ispirata al libro del paci ista

CONTINUANO le iniziative ci-nematografiche realizzate in con-venzione con il Comune di Raven-:n.a da Ravenna Scree:n. Project, in collaborazione con l'Ufficio Atti-vità cinematografiche. Per 'Con-trocinema il cinema indipen-dente' a cura di Alberto Bucci, sta-sera sarà proiettato alle ore 20.30, al Cinema Corso, di via di Roma 51, il film 'Restiamo umani—The read.ing movie' (2012) regia di Fulvio Renzi e Luca Incorvaia, lettura integrale del libro 'Gaza — Restiamo Umani' scritto da Vitto-rio Arrigoni. Il 'Reading movie' fu concepito il 15 aprile 2011, gior-no della scomparsa di Arrigoni e la prima lettura venne prodotta a due giorni dalla sua morte. Durante la registrazione delle 19 letture sono state realizzate le in-terviste ai lettori e le riprese del hackstage, oltre ai ritratti fotogra-fici. e alle foto di scena scattate du-rante le letture. Si consiglia la pre-notazione ai numero 340-9931784 (solo il mercoledì) o via e-mail all'indirizzo rave nnaci ne ma @gma il.com

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orriere di Ravenna Faenza-Lupo e Imola

Direttore responsabile: Pietro Caricato

\ \ • 10/06/2013

orhere del lunedì

'PONTE NOLEGGIO PONTEGGI gANNW‘k,‘

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euro 1,20 Anno XXI / N. 158

LUNEDÌ 10 GIUGNO 2013

REDAZIONE, 4151111111STRAA 01,JE E PUBBLIOITk. PIAllA TRE MARTIRI, 4311- 111511111 - TEL: 0511-354111 FAX: 0541-3E4199. SPEDI ACNE IN (12 D.L.363(O3 001 17111 L:271021041 ARI.1 COMMA 1 - DCB FARLE ALTRE SEDI: RAVENNA (0544-2162621, E01311 10542355201, CESENA (0547-6119001 RSM 10549-9951473 IMOLA (0542257101 E-MAIL RILTNWOORRIERERONIAGNAJT - 120 IN TANDEM CON LA STAMPA*

26 L'Acmar trionhi e fes a la promozione

Rimini ala íl tris

ti volar o infittale Marino ko con Bolo

Melandrì vince garantì al Gp di Portogallo

II I,IIII III

A Mordano i due killer

del pesarese Ferri • LANCELLOTTI a pagina 3

LA TRADEDÌA, Schianto a Pinarella al ritorno dalla festa in LE gNIANETTE5 A causare l'impatto mortale sarebbe stata discoteca. Muoiono due ragazze di 17 e 18 anni. Erano di For- una 26enne che dopo l'incidente si è allontanata a piedi. La limpopoli. Le lacrime degli amici su Facebook. Il dolore dei pro- polizia la ritrova: aveva bevuto. E' stata arrestata. fessori. Città sotto choc. Il sindaco dichiarerà lutto cittadino. • SERVIZI alle pagine 36, 37 e 38

A Russi, investe e uccide una donna

Aveva bevuto • SERVIZIO a pagina 38

e4&,C4a,kak

Ha volato poco più di uno su tre

Referendum bocciato Savignano vota sì

ma San Mauro dice no RUBICONE. Al referendum

sulla fusione ha votato poco più di un elettore su tre. A Savigna-no vince il sì, a San Mauro il no.

• FUSCON I a pagina 33

Riccione, dopo la rapina vendetta a bottigliate

RICCIONE. Un furto fallito a causa della reazione del com-merciante ha scatenato la vio-lenza di due ragazzi.

• SERVIZIO a pagina 5

L'assessore Melucci: la Cgil deprime i turisti

RIMINI. Turismo in crisi, col-pa della Cgil che deprime la gen-te. Lo dice l'assessore Melucci

• SERVIZIO a pagina 6

Forlì, guidava ubriaco e senza una ruota

FORLI. Guidava ubriaco e senza una ruota mentre tra-sportava un disabile. Denun-ciato autista 51enne.

• SERVIZIO a pagina 11

Imola in musica Festa con gli Stadio

IMOLA. Archiviata la 18' edizione di Imola in musica con la festa per i 30 anni di carriera degli Stadio.

• SERVIZIO a pagina 41

press unE

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Pagina 38 «Noi siamo fatte per stare insieme»

\ \ • 10/06/2013

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di Ravenna Faenza-Lupo e Imola Tiratura: n.d.

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L'incidente è avvenuto sabato alle 23.45 sulla Molinaccio. Inutili i soccorsi del 118

Investita e uccisa, c'è l'ombra dell'alcol Morta una 78enne. L'automobilista positivo all'etilometro

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RUSSI. Sembra esserci l'ombra dell'alcol anche dietro a un'altra tragedia consumatasi sulle strade ravennati sabato sera, po-che ore prima dell'inci-dente che ha spezzato la vita delle due ragazzine di Forlimpopoli di ritor-no a casa dopo una notta-ta in discoteca.

E' successo alle 23.45 sulla Molinaccio, la pro-vinciale 5 Roncalceci che collega Russi a San Pan-crazio, all'altezza del civi-co 52. A ricostruire com'è andata sono stati gli agen-ti della polizia municipa-le di Russi arrivati pochi minuti dopo l'incidente. La vittima è una signora di 78 anni, Lucia Leo. A-bitava a pochi metri dal punto dove è stata inve-stita e uccisa. A travol-gerla è stata una Opel A-stra station wagon con-dotta da un 69enne di Roncalceci.

L'impatto è avvenuto lungo la corsia di marcia della Opel che era diretta verso Roncalceci, segno quindi che la donna stava tentando di attraversare la provinciale. E' stata ca-ricata sul cofano della O-pel e ha sbattuto con forza sul parabrezza rompen-dolo. L'auto ha poi per-corso pochi metri prima di fermarsi. Non andava quindi a velocità elevata ma l'impatto è stato co-munque sufficiente a uc-cidere la pensionata. Dif-ficile dire perché la don-na, che era vedova e vive-va sola (i figli non abitano nelle vicinanze) stesse at-traversando la strada

Inutili i soccorsi da parte

degli infermieri e del

medico del 118

ha poi sottoposto l'auto-mobilista all'alcoltest che è risultato positivo. Alla prima rilevazione il 69en-ne aveva infatti un tasso di 1,14 (si misurano i grammi di alcol per litro di sangue) rispetto al tet-to massimo consentito di 0,50. Un livello cresciuto con la seconda misurazio-ne effettuata qualche mi-nuto dopo: 1,17.

Subito è stato avvisato il pubblico ministero di turno Luca Stargiotti, che ha disposto il sequestro del veicolo dopo aver dato il nulla osta a rimuovere la salma della donna. Il 69enne è ora indagato per omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza.

La donna viveva a pochi metri da dove è stata travolta proprio in quel punto vi-sto che dalla parte oppo-sta ci sono solo campi col-tivati.

Poco dopo l'incidente è arrivata l'ambulanza del

L'uomo denunciato per guida in stato di ebbrezza e omicidio colposo 118 e gli infermieri e il medico hanno tentato per molti minuti di rianimar-la ma non c'è stato nulla da fare.

La polizia municipale

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orriere Periodicità: Quotidiano

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pressunE

«Noi siamo fatte per stare insieme» Su Facebook le frasi delle due ragazzine e l'ondata di dolore degli amici

La professoressa: «Ho provato a chiamare i compagni, non riescono a parlare, piangono»

• • •

di PATRIZIA CUPO

FORLIMPOPOLI. «Siamo fatte per stare in- sieme», e tanti cuoricini disegnati. Insieme nella vita, insieme nella morte, Bea e Dodo (così si faceva chiamare Sara). Solari, diver- tenti, radiose, simpatiche, e conosciutissime tra gli amici di scuola: non appena tra For- limpopoli e Forlì s'è sparsa la voce della tra- gedia, le bacheche dei profili Facebook delle due ragazze sono state letteralmente prese d'assalto. Tanti i ricordi teneri di chi le ha vi- ste per l'ultima volta proprio insieme l'altra sera in discoteca, di chi le saluta straziato dal dolore, di chi non riesce nemmeno a scrivere, ma "posta" foto e faccine che piangono. Ma le parole più commoventi sono affidate proprio alle due giovani vittime: a riprenderle, nel giorno del dolore, è un loro amico comune che torna a pubblicare un vecchio scambio di sa-

luti tra Sara e Bea. «Più la guardo, più mi piace», scrive Sara. «E' amore», scherza Bea. «Siamo fatte per stare insieme», chiosa Sara. «Le parole sono inutili in mo- menti come questi - com- menta il loro amico comune su Facebook - ma il ricordo delle persone che ci sono sta- te care vivrà per sempre nei

nostri cuori. Più forte di qualsiasi abbraccio, più importante di qualsiasi parola. Siamo convinti che Sara e Beatrice staranno insieme per sempre, proprio come si auguravano».

Doveva essere una sera di festa, sabato. La scuola era appena finita e alle "Indie" «c'era mezza Forlì - spiega commossa Patrizia Leo-ni, professoressa di lettere di Beatrice che, al liceo classico "Morgagni", frequentava la quarta C dell'indirizzo linguistico -. Non ap-pena saputo dell'incidente, ho provato a con-tattare qualche compagno di classe di Bea-trice, ma non riuscivano nemmeno a parlare dal dolore. Ho chiamato una madre, piange-

va anche lei». Fatica a parlare anche l'inse- gnante: «Ho avuto Beatrice in classe per quattro anni: dopo tanto tempo, diventano come dei figli...». Non va oltre. Sia Beatrice che Sara erano brave a scuola: solari e ge- nerose come nella vita. «Sono choccato - ag- giunge l'insegnante di matematica e fisica, Donato Giano -. Alle "Indie", l'altra sera c'e- rano tutti: c'era anche mia figlia. Capirà che angoscia. Con Beatrice avevo parlato pro- prio l'ultimo giorno di scuola, abbiamo

scherzato in classe. Cono- scevo anche Sara, i ragazzi erano molto uniti». Più che unite, Sara e Beatrice sem- bravano vivere in simbiosi: non c'è foto, sul profilo Fa- cebook di una delle due ra- gazze, dove manchi l'altra. Negli scatti, si scambiano sguardi di intesa, scherzose complicità. E anche gli ami-

ci le ricordano come fossero inseparabili: «Il cielo piange per voi», scrive Gabriele. Incon-tenibile lo strazio di chi era con loro un at-timo prima dello schianto: «Ieri sera alle In-die ci siamo viste, abbracciate, salutate ci siamo fatte festa... e ora di tutto ciò resta solo il tuo ricordo: non è giusto», scrive Giusy. «Dodo, l'ultima volta che ti ho parlato è stato stanotte, prima di andartene, e stamattina la brutta notizia mi ha svegliata: non ci credo, mi sembra così irreale che te ne sei andata», aggiunge Nicole sulla bacheca di Sara. «Do-do: un nome, mille emozioni. Eri una ragaz-za fantastica. Ti ricorderò come mi hai la-sciata ieri pomeriggio, al parco, con la faccia da furbetta e il tuo bellissimo sorriso», chio-sa Ester. «Con il sorriso ti ho conosciuta quando eravamo in gita, con il sorriso ti ve-devo quando ci incontravamo per i corridoi e sempre con il sorriso ti ricordo», scrive A-lessia sul profilo Facebook di Beatrice.

L'insegnante «Ho avuto Beatrice in classe per quattro anni: dopo tanto tempo, diventano come dei figli. . »

Sul soda! network «Ieri sera alle Indie ci siamo abbracciate, salutate ci siamo fatte festa. .. e ora di tutto ciò resta solo il tuo ricordo»

Pagina 38 «Noi siamo fatte per stare insieme,

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Dramma sull'Adriatica. Lo scontro a Pinarella. Le giovani, di 17 e 18 anni, tornavano

La festa finisce in tragedia RAVENNA. Festeggiavano la vita. La

fine della scuola, un'estate di vacanze senza l'ansia di libri e interrogazioni. Se ne sono andate invece per sempre in un istante appena. A 17 e 18 anni, uccise nell'ennesima tragedia sulla statale Adriatica. I due ragazzi che e-rano con loro in macchina, di 21 e 22 anni, adesso sono in ospedale, uno lot-ta tra la vita e la morte. E dietro al san-gue e alle lacrime c'è l'ombra dell'al-col. La polizia ha arrestato una donna ucraina di 26 anni Guidava l'auto che pare abbia innescato lo schianto mor-tale. Era positiva all'alcoltest.

agenti della polizia stra-dale di Ravenna e Forlì e i carabinieri di Milano Ma-rittima. Tutti lì, chi per i rilievi, chi per fermare le auto e sbarrare l'Adriati-ca (rimasta chiusa finché non sono stati rimossi i

rottami dei veicoli). Ma anche per capire cosa fos-se successo quale fosse la dinamica di quel disastro. E subito gli agenti della Stradale hanno capito che da quel groviglio manca-va una persona: la donna

che era alla guida della Mercedes. Dopo l'impatto ha lasciato lì i due amici (uno con una brutta ferita a un occhio) e si è allon-tanata a piedi.

L'hanno ritrovata poco dopo i poliziotti. E non è

riuscita a sfuggire all'al-coltest. Aveva in corpo un tasso d'alcol superiore di due volte il limite consen-tito. E per lei è scattato l'arresto. E' accusata di o-micidio colposo plurimo aggravato dalla guida in

Le due vittime, Sara Va-lentini, 18 anni, e Beatrice Casanova, 17 appena, era-no entrambe di Forlimpo-poli, studentesse del Li-ceo Classico "Morgagni" di Forlì, indirizzo lingui-stico. Tornavano dalla di-scoteca Indie di Pinarella di Cervia. «C'era tutta Forlì», dice una professo-ressa della scuola con la voce spezzata come le vite dei suoi studenti. Erano in centinaia, tutti insieme per una notte liberatoria. Fine della scuola, fine dei compiti, dello studio, del-le ansie. Una notte di mu-sica e di ballo.

Sara e Beatrice erano assieme ai due amici, S. C., 21 anni, e L.M. di 22, anche loro di Forlimpopo-li, quando alle 3 passate sono salite in macchina dirette a casa. Hanno fatto sì e no un chilometro, stretti dentro una Citroen Saxo blu. Il 22enne al vo-lante, una delle ragazze

seduta di fianco a lui. Die-tro gli altri due. Pochi me-tri sull'Adriatica e poi l'impatto senza scampo. La polizia stradale di For-lì ieri stava ancora rico-struendo quei tremendi i-stanti. L'auto piena di ra-gazzi sembra si sia scon-trata con una Mercedes classe A che le è arrivata contro. Andava nella dire-zione opposta, pare verso Ravenna. Al volante c'era la 26enne ucraina, che a-bita a Ravenna. Con lei a bordo anche un ragazzo albanese e una connazio-nale. Dopo il primo impat-to la Citroen è stata spa-rata contro una Volkswa-gen Golf con un uomo al volante, che per miracolo ne è uscito quasi senza graffi. La macchina dei ragazzi di Forlimpopoli invece si è accartocciata finendo ribaltata sul bor-do della strada. Una delle ragazzine è stata sbalzata

fuori. Una scena di morte difficile da affrontare an-che per gli infermieri del 118 arrivati sull'Adriati-ca su quattro ambulanze spedite dalla centrale di Romagna soccorso. E pu-re per i vigili del fuoco, gli

La 26enne, un'ucraina residente a Ravenna, dopo lo schianto si era allontanata a piedi abbandonando l'auto

E' stata rintracciata poco dopo dagli agenti della polizia stradale che l'hanno sottoposta all'etilometro: aveva bevuto

A fianco un gruppo di ragazzi assiste incredulo ai soccorsi lungo la statale (Foto Fiorentini)

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A fianco l'auto dei ragazzi ribaltata e

distrutta dopo l'incidente

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La festa finisce in tragedia : muoiono due ragazzine

RAVENNA. Festeggiavano la vita. La fine della scuola, un'estate di vacanze senza l'ansia di libri e interrogazioni. Se ne sono andate invece per sempre in un istante appena. A 17 e 18 anni, uccise nell'ennesima tragedia sulla statale Adriatica. I due ragazzi che e-rano con loro in macchina, di 21 e 22 anni, adesso sono in ospedale, uno lot-ta tra la vita e la morte. E dietro al san-gue e alle lacrime c'è l'ombra dell'al-col. La polizia ha arrestato una donna ucraina di 26 anni Guidava l'auto che pare abbia innescato lo schianto mor-tale. Era positiva all'alcoltest.

Le due vittime, Sara Va-lentini, 18 anni, e Beatrice Casanova, 17 appena, era-no entrambe di Forlimpo-poli, studentesse del Li-ceo Classico "Morgagni" di Forlì, indirizzo lingui-stico. Tornavano dalla di-scoteca Indie di Pinarella di Cervia. «C'era tutta Forlì», dice una professo-ressa della scuola con la voce spezzata come le vite dei suoi studenti. Erano in centinaia, tutti insieme per una notte liberatoria. Fine della scuola, fine dei compiti, dello studio, del-le ansie. Una notte di mu-sica e di ballo.

Sara e Beatrice erano assieme ai due amici, S. C., 21 anni, e L.M. di 22, anche loro di Forlimpopo-li, quando alle 3 passate sono salite in macchina dirette a casa. Hanno fatto sì e no un chilometro, stretti dentro una Citroen Saxo blu. Il 22enne al vo-lante, una delle ragazze seduta di fianco a lui. Die-

tro gli altri due. Pochi me-tri sull'Adriatica e poi l'impatto senza scampo. La polizia stradale di For-lì ieri stava ancora rico-struendo quei tremendi i-stanti. L'auto piena di ra-gazzi sembra si sia scon-trata con una Mercedes classe A che le è arrivata contro. Andava nella dire-zione opposta, pare verso Ravenna. Al volante c'era la 26enne ucraina, che a-bita a Ravenna. Con lei a bordo anche un ragazzo albanese e una connazio-nale. Dopo il primo impat-to la Citroen è stata spa-rata contro una Volkswa-gen Golf con un uomo al volante, che per miracolo ne è uscito quasi senza graffi. La macchina dei ragazzi di Forlimpopoli invece si è accartocciata finendo ribaltata sul bor-do della strada. Una delle ragazzine è stata sbalzata

fuori. Una scena di morte difficile da affrontare an-che per gli infermieri del 118 arrivati sull'Adriati-ca su quattro ambulanze spedite dalla centrale di Romagna soccorso. E pu-re per i vigili del fuoco, gli

agenti della polizia stra-dale di Ravenna e Forlì e i carabinieri di Milano Ma-rittima. Tutti lì, chi per i rilievi, chi per fermare le auto e sbarrare l'Adriati-ca (rimasta chiusa finché non sono stati rimossi i

rottami dei veicoli). Ma anche per capire cosa fos-se successo quale fosse la dinamica di quel disastro. E subito gli agenti della Stradale hanno capito che da quel groviglio manca-va una persona: la donna

che era alla guida della Mercedes. Dopo l'impatto ha lasciato lì i due amici (uno con una brutta ferita a un occhio) e si è allon-tanata a piedi.

L'hanno ritrovata poco dopo i poliziotti. E non è

riuscita a sfuggire all'al-coltest. Aveva in corpo un tasso d'alcol superiore di due volte il limite consen-tito. E per lei è scattato l'arresto. E' accusata di o-micidio colposo plurimo aggravato dalla guida in

La 26enne, un'ucraina residente a Ravenna, dopo lo schianto si era allontanata a piedi abbandonando l'auto

E' stata rintracciata poco dopo dagli agenti della polizia stradale che l'hanno sottoposta all'etilometro: aveva bevuto

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A fianco un gruppo di ragazzi assiste incredulo ai soccorsi lungo la statale (Foto Fiorentini)

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stato di ebbrezza. E' in carcere a Forlì a fare i conti con un'accusa infer-nale. Con la vita distrutta di due ragazzine. Sara e Beatrice. amiche e allieve del Liceo Classico di For-lì. La prima, che aveva

compiuto 18 anni il giorno di San Valentino, aveva frequentato fino a sabato la 4' A. Beatrice, che nell'aprile scorso aveva fatto da madrina alla cre-sima della sorellina di 13 anni e sarebbe diventata

maggiorenne il prossimo 15 luglio, era studentezza della 4a. C. Brave ragazze, che studiavano, dicono i professori, qualcuno in lacrime, gli amici, le mamme dei compagni di scuola. Lo scorso anno

Beatrice era stata persino una delle migliori dell'i-stituto con una media su-periore all'8. La loro vita è finita ieri in un istante straziando le loro fami-glie. E con loro anche quelle degli altri due ra-

gazzi usciti feriti dai rot-tami della Citroen. Stan-no accanto ai loro ragazzi. ricoverati al "Bufalini" di Cesena e al "Santa Maria delle Croci" di Ravenna sperando di uscire prestc dall'incubo.

Beatrice Casanova e Sara Valentini abitavano a Forlimpopoli e frequentavano il liceo linguistico Morgagni di Forlì. Sabato sera erano uscite per festeggiare assieme agli amici la fine dell'anno scolastico nella discoteca di Pinarella. Poco dopo le 3 erano ripartite in auto assieme agli amici di 21 e 22 anni

I ragazzi che erano in auto con loro sono stati ricoverati uno all'ospedale Bufalini di Cesena e l'altro al Santa Maria delle Croci di Ravenna. Ore d'angoscia per i familiari informati dagli agenti della polizia di quanto era successo. La loro auto si è accartocciata dopo il tremendo impatto sulla statale

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A fianco la Mercedes classe A sulla quale viaggiava la 26enne ucraina poi arrestata dalla polizia

Il gruppo di ragazzi di Forlimpopoli era a bordo di una Citroen Saxo che si è ribaltata dopo l'urto

Del tutto inutili i soccorsi prestati dagli infermieri e dai medici del 118 rally ilio oinvani

«Quei ragazzi erano tutti nostri ti » Forlimpopoli, il sindaco proclamerà il lutto cittadino nel giorno dei funerali

FORLI M POPOLI. Per il giorno dei funerali delle due giovani vittime della strada il sindaco Paolo Zoffo-li, visibilmente scosso, è pronto a proclamare il lutto cittadino. An-che se già in queste ore sulla cit-tadina artusiana incombe la pesan-tezza di una notte drammatica.

«Quei ragazzi sono tutti nostri fi-gli - commenta, trattenendo a fatica la commozione -. Siamo una realtà molto piccola, ci conosciamo tutti e questa tragedia ha inevitabilmente

colpito e coinvolto tutta la città». Una notizia arrivata come una mazzata sul primo cittadino, impe-gnato - approfittando della giorna-ta di festa - in una escursione mat-tutina che non gli aveva permesso di essere rintracciabile al telefoni-no. «Appena il mio cellulare ha ri-preso a funzionare - ricorda - sono arrivate decine di messaggi, pensa-vo fosse scoppiata la fine del mondo e, forse, gli effetti sono proprio quelli di una tragedia immane».

Dalle prime ore della giornata, infatti, la notizia dell'incidente ha percorso in lungo e in largo la cit-tadina artusiana, dove le famiglie delle due ragazze e dei loro amici rimasti feriti nello schianto sono molto conosciute.

«Questo è un lutto - conclude Zof-foli - che ci accomuna tutti. Le fa-miglie e i ragazzi che conoscevano Beatrice e Sara. Faccio veramente fatica a trovare le parole, sono di-strutto». (gf)

«Fermiamo questa strage» LAsaps chiede omicidio stradale ed "ergastolo" della patente

RAVENNA. Questa lunga scia di morte deve essere fermata. A dirlo è l'Asaps, l'associazione dei sostenito-ri della polizia stradale che ieri ha commentato la tragica notizia della morte delle due ragazze e dell'arre-sto successivo della 26enne con l'ac-cusa di omicidio colposo plurimo ag-gravato dalla guida in stato di eb-brezza. E' il presidente dell'associa-zione Giordano Biserni a chiedere ancora una volta l'istituzione del reato di omicidio stradale nei casi di

incidente che coinvolga conducenti con valori alcolemeci elevati o sotto l'effetto di droga. «L'Asaps promotri-ce della raccolta firme per l'omicidio stradale e per l'ergastolo della paten-te (arrivate a oltre 70.000 adesioni) grida alla politica e al Parlamento la necessità di intervenire presto su questo versante per dare una rispo-sta di giustizia. Intanto nelle 3 pro-vince di Romagna nel 2013 alla data odierna, per le sole morti del sabato sera, siamo già a 5 vittime».

Sotto choc anche il sindaco di Forlimpopoli, Paolo Zoffoli

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Alla donna è stato chiesto di lasciare la casa già venerdì scorso, ma di fronte al rifiuto, oggi potrebbero intervenire le forze dell'ordine

Genitori in causa per i figli, madre sfrattata Affidamento condiviso ma lei deve andarsene. Protesta l'associazione "Seconda stella"

RAVENNA. Le tolgono i bam-bini, pur con una sentenza di af-fidamento condiviso: pronti a sfrattarla dalla casa dove vive coi due figli anche con l'inter-vento della polizia. La storia è quella di una quarantenne ra-vennate madre di due bimbi pic-coli (un maschio e una femmi-nuccia) in età scolare. Separata dal marito, ottiene prima l'affi-damento condiviso e la possibi-lità di vivere coi due piccini nel-la loro casa natale, poi qualcosa si rompe: l'ex ricorre ai giudici e chiede la revisione della prima sentenza. Così è e il tribunale ri-badisce la condivisione dell'af-fidamento, ma prevede che la donna non pos-sa vedere i bim-bi che una sola volta a settima-na, e non possa dormirci. Tra-dotto: deve es-sere sfrattata. La sentenza è resa esecutiva da subito, nonostante sia già stato fissato l'Appello per i primi di luglio. «Una violenza inaudita», commenta Alessandro Bongar-zone presidente dell'associazio-ne per l'affido famigliare "Se-conda stella".

La storia è di quelle che fanno star male, da qualsiasi parte la si voglia guardare. «Qual è la "colpa" della madre? S'è inna-morata - spiega Bongarzone -: si sta rifacendo una vita, dopo la separazione dal marito, ma non convive col nuovo compagno. Eppure, il suo ex, non appe-na ha saputo della nuova relazione della moglie, è tor-nato a chiedere la revisione della deci-sione sull'affidamento condivi-so. E i giudici gli danno ragione: questo, nonostante una perizia del tribunale descriva la donna

come una madre "e-semplare"». E co-munque, spiegano dall'associazione "Seconda stella", pur di fronte all'af-fidamento condivi-so, alla donna è con-

cesso di vedere i figli un solo giorno a settimana. «Una vio-lenza inaudita, messa in atto con una disposizione che, di fat-to, riporta il diritto di famiglia al "delitto d'onore"; ad una vi-sione del matrimonio e dei rap-porti tra i coniugi tutta interna

al "controllo sociale" delle don-ne - duro il commento del pre-sidente dell'associazione -. Una violenza ancora più grave per-ché messa in atto, a dispetto di testimonianze e perizie, in no-me e per conto dell'interesse

primario dei minori: ina-scoltata la più piccola; udito, il maggiore in una situazione non protetta e senza la presen-

za di specialisti», denuncia Bongarzone. Alla donna è stato chiesto di lasciare la casa già ve-nerdì scorso, ma di fronte al ri-fiuto, stamane verrà sfrattata in ogni modo, pur ricorrendo all'intervento delle forze dell'ordine. «A questa ennesi-ma forma di violenza su una donna, che reputiamo ancor più grave perché assunta in nome del popolo italiano, noi diciamo "no" - annuncia Bongarzone - e stamane saremo al suo fianco e invitiamo tutte le persone di co-scienza; i ravennati per bene che sono tante; le migliaia di donne che si sono mobilitate lo scorso 14 febbraio a darci un se-gno della loro presenza».

«Una perizia del tribunale descrive la donna come madre esemplare»

«La colp a della donna è che si sta rifacend o una vita»

Nelle liti tra genitori a rimetterci sono i piccoli

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press unE ROMAGNA RAVENNA FAENZA LUGO 84 IMOLA

Beatrice Casanova, 17 anni. In alto la 18enne Sara Valentini

OMICIDIO A PESARO

I due arrestati: a destra il calciatore dilettante marocchino, Karim Bari di 23 anni, che vive a Morciano

Uno degli assassini vive a Morciano Due persone sono state arrestate dai carabinieri di Pesaro per l'orni-cido dell'imprenditore Andrea Ferri, freddato il 3 giugno con 4 colpi di pistola alla testa mentre usciva da casa di un'amica. In manette un

occhino naturalizzato italiano residente a Mordono, calciatore

dilettante, e un macedone. L'imprenditore gestiva 4 distributori di carburante. L'obiettivo degli assassini era rubare l'incasso di uno di questi dopo aver preso le chiavi del caveau. Mannarino a pag. 7

IL VASUMETTO dAndreaVastrri

Contatore fagli; ' *tiratimi.

abbIlinto a lai -

LIMO I volta erdlimenn

STORIE DI ANZIANI

Russi Vecchina travolta davanti a casa perde la vita E' morta travolta da un'auto mentre si trovava in mezzo alla strada davanti a casa. La 78enne Lucia Leo abita-va sola e non si sa come mai si trovasse 0. Purtroppo è stata investita da una C-oal Astra station wagon condotta da un 69enne di Roncalceci. E' finita a 20 metri dal punto d'impatto.

A pag. 11

Forlimpopoli 64enne salvata dopo la caduta Una 64enne di Forlimpopoli è caduta e si è fratturata u-na gamba sul sentiero del-l'Acquacheta. Per sua fortu-na non era sola anche se non rivasciva a muoversi. Sono dovuti intervenire gli uomini del Soccorso Alpino che l'hanno tratta in salvo. Per la donna la frattura di u-na gamba e tanta paura.

A pag. 15

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LUNEDÌ

L AT C 10. GIUGNO 2013

A E GRANDE ROMAGNA

rro ANNO XVI

IIIIIIII €1 8

Schianto sulla Statale a Pinarella: le vittime avevano 17 e 18 anni. Arrestata un'ucraina ubriaca

Altre due ragazze straziate sulla strada DALLE REDAZIONI

Ravenna: sfrattata e perde i figli Stamattina Francesca sarà sfrattata dalla sua abitazione di Ravenna e perderà l'affido dei figli. Lo ha deciso il tri-bunale suscitando lo sdegno dell'associazion per l'affido familiare "Seconda Stella -Diritti fino al mattino" il cui presidente Bongarzone pro-testa vibratamente. Bacini a pag.14

Riccione: 7mila per Aquafan

Meglio di così non poteva cominciare la stagione di A-quafan a Piccione. Settemila per bagnare l'esordio del parco acquatico con una stagione tutta da vivere.

A 1.9.9

Fusione, San Mauro e Savignano divisi

Comuni del Rubicone spac-cati sulla fusione al voto del referendum consultivo. I dati ufficiali parlano di un 63% di no a San Mauro con il 41.70% dei votanti mentre i dati ufficiosi vedono a Savi-gnano i si in testa per 1888 voti contro 1504. Nel conto complessivo l'avrebbero co-munque spuntata i no. A pagina 17

D ue ragazze di 17 e 18 anni di Forlimpopoli hanno perso la vitali,. mi incidente stradale

ieri mattina, alle 3.30, sulla Stata-le Adriatica, a Pinarella di Cervia. Altre 4 persone sono coinvolte. Stando alle prima ricostruzione, il mezzo su cui viaggiavano è sta-to colpito da un'altra vettura, ima Mercedes, che ha invaso la car-reggiata opposta, forse in un sor-passo azzardato. La donna, una ucraina di 27 anni, che era alla guida, è stata arrestata. Nel suo sangue è stato riscontrato taitas-so alcolemico di t,5 granuni/li-tro. E' accusata di omicidio col-poso plurimo aggravato dalla guida in stato di ebbrezza. E' sta-ta portata nel carcere di Forn. In condizioni gravissime il ragazzo 21enne che guidava l'auto, una Citroen Sano. Meno grave il 22en-ne che era seduto dietro di lui. Per le due ragazze, centrate dan-na terza auto, non c'è stato nulla da fare.I1 mezzo le ha colpite sul-la parte destra dell'utilitaria dove le due si trovavano, una davanti e l'altra dietro.

Budini e Baldoni alle pagg. 12 e 13

IL CASO DENUNCIATO L'AUTISTA DEL MEZZO A FORLÌ. ORA RISCHIA IL POSTO

Guidava il pulmino con un disabile al seguito, ma lo scoprono ubriaco Guidava ubriaco fradicio il pulmino per il tra- ormai più lo pnerumnico e parecchio immmc-sporto dei disabili. Stava trasportando un pen- nata. Poi hanno rapito che l'autista, un 5Ienne sionato in carrozzella che aveva caricato in un di Forti, era ubriaco, alle 19, nel tardo pomerig-centro diurno per anziani quando è stato fer- gio di sabato. Infatti l'alcollesl Ira stabilito che mato da Mia pattuglia della Polizia Stradale di il tasso ma di 1,5 gli, pii) che positivo, cori un Farli del dis[accamento di Rocca San Casciano Vall)TI, superiore di tre volte il consentile. in via Firenze a Villa Rovere alle porte di Forlì, Gli autisti che lavorano del trasporto pubblico al chilometro 183 della statale 67. Gli agenti del- non possono avere altro che zero. L'uomo è sta-la poi taglia hanno nonno subito il Ford 'Iransi i. to denunciai° a piede libero. (noleggio con conducente) con una ruota senza

A pag. 15

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Beatrice Casanova, 17 anni. In alto la 18enne Sara Valentini

Schianto sulla Statale a Pinarella: le vittime avevano 17 e 18 anni. Arrestata un'ucraina ubriaca

Altre due ragazze straziate sulla strada D ue ragazze di 17 e 18

anni di Forlimpopoli hanno perso la vita in un incidente stradale

ieri mattina, alle 3.30, sulla Stata-le Adriatica, a Pinarella di Cervia. Altre 4 persone sono coinvolte. Stando alle prima ricostruzione, il mezzo su cui viaggiavano è sta-to colpito da un'altra vettura, una Mercedes, che ha invaso la car-reggiata opposta, forse in un sor-passo azzardato. La donna, una ucraina di 27 anni, che era alla guida, è stata arrestata. Nel suo sangue è stato riscontrato un tas-so alcolemico di 1,5 grammi/li-tro. E' accusata di omicidio col-poso plurimo aggravato dalla guida in stato di ebbrezza. E' sta-ta portata nel carcere di Forlì. In condizioni gravissime il ragazzo 21 enne che guidava l'auto, una Citroen Saxo. Meno grave il 22en-ne che era seduto dietro di lui. Per le due ragazze, centrate da u-na terza auto, non c'è stato nulla da fare. Il mezzo le ha colpite sul-la parte destra dell'utilitaria dove le due si trovavano, una davanti e l'altra dietro.

Budini e Baldoni alle pagg. 12 e 13

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COINCIDENZE

Quattro anni dopo Fatalità Perla e Giorgia morirono così Il tragico incidente dell'altra notte a Pineralla porta alla mente quello altrettanto drammatico e simile per tanti versi a quello accaduto nella notte tra il 14 e il 15 novem-bre del 2009. Giorgia Gagliardi, 18 anni e Perla Rubboli di 20 anni erano a bordo di una Lancia Y guidata da Perla. un'altra amica che si salverà, era seduta a fianco, Giorgia dietro. Erano dirette alle Indie una discoteca di Pinarella di Cervia e percorrevano la Cervese (Sara e Beatrice l'altra notte uscivano dalla stessa discoteca). Quella sera c'era u-na nebbia fitta. Giorgia intorno all'i e 10 aveva chiamato i suoi genitori dal telefonino: "Siamo quasi arrivate". E inve-ce qualche minuto dopo il terribile impatto. Una Bmw gui-data da un giovane modenese di ritorno dalla Riviera fa un sorpasso azzardato che si rivelerà fatale. Lo schianto è frontale e violentissimo: Giorgia e Perla muoiono sul col-po, l'altra ragazza sarà ricoverata d'urgenza in rianimazio-ne ma ce la farà.

Giorgia Gagliardi e Perla Rubboli Le altre due ragazze morte

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la tragedia ha colpi to al cuore il Classico

Andaco.froli:«Lutto cittadino" E il Comune di reali piange,. Deb,A.

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la tragedia ha colpito al cuore il Classico 1\1:3: • •

❑ Andaco.froli:«Lutto cittadino" E il Comune di reali piange,. Deb,A.

Stragi del sabato sera: da inizio anno 5 morti e 19 feriti L'Asaps ripropone il reato di omicidio stradale SICUREZZA Giordano Biserni dell'Associazione degli amici della Polizia stradale rilancia l'idea di infliggere pene severissime per i conducenti che guidano ubriachi o drogati e l'"ergastolo" della patente

Il drammatico incidente di sabato notte a Pinarella di Cervia nel quale hanno perso la vita una 17enne e unal8enne, di Forlimpopoli e dove sono rimasti gravemen-te feriti i due ragazzi di 21 e 22 anni. Per l'Asaps si ripro-pone quasi "improvvisamen-te" il gravissimo fenomeno delle stragi del sabato sera. "Diciamo improvvisamente -sostiene il presidente dell'A-sap Giordano Biserni - per-ché, come già documentato,

dall'Asaps, nelle strade di Ro-magna lo stragismo delle not-ti del fine settimana negli ul-timi anni aveva subito un ri-dimensionamento. Tanto che l'Osservatorio il Centauro-A-saps che prende in conside-razione gli incidenti delle due notti del fine settimana dove sia coinvolto almeno uno dei conducenti con meno di 30 anni aveva registrato nel 2012, nelle tre province roma-gnole di Forlì-Cesena, Raven-na e Rimini 'solo' 22 incidenti

gravi che avevano causato 5 vittime e 43 feriti. Negli anni `80 e '90 si contava quel nu-mero di vittime qualche volta in un solo fine settimana, poi le campagne anti alcol e di informazione, i decuplicati controlli avevano contribuito all'inversione della tendenza. Ora questo drammatico scontro ci riporta alla cruda realtà e ci provoca un ango-sciante paragone con la triste scomparsa delle giovanissime Giorgia e Perla che a loro vol-

ta persero la vita sulla Cerve-se nel 2009. Il conducente dell'altro veicolo che aveva un valore alcolemico superio-re alla norma venne condan-nato dopo due anni a una lie-ve pena di 20 mesi di reclu-sione".

Intanto nelle 3 province di Romagna nel 2013 alla data odierna, per le sole stragi del sabato sera, siamo già a 5 vit-time (3 a Ravenna, 1 a Forlì e 1 a Rimini) lo stesso numero di tutto il 2012".

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FMIZA - LUGO - IMOLA

Bigorda tinta tre volte di Giallo

RUSSI: INCIDENTE NELLA NOTTE

Attraversa la strada ed è investita: 78enne muore davanti a casa

morta travolta da un'auto mentre si trovava in mezzo al- la strada davanti a

casa. A rendere inspiegabile l'in- cidente che ha visto vittima la 78enne Lucia Leo sono il fatto che la strada è la Provinciale 5 "Roncalceci", nota come "Moli- naccio", che congiunge Russi alla frazione San Pancrazio, e l'orario: le 23.40 circa di sabato. Lucia Leo, nata a Copertino in provincia di Lecce il 18 ottobre 1935, era ve- dova con figli e abitava sola al ci- vico 50/3 della strada, illuminata con lampade al mercurio, dove ha perso la vita. Dall'altra parte del nastro d'asfalto non c'è un cassonetto dei rifiuti, ma solo la fermata dell'autobus che a quell'ora non passa; in quel tratto non ci sono neppure le strisce pedonali. Quando da Russi è so- praggiunta la vecchia Opel Astra station wagon condotta dal 69en-

L'automobilista aveva bevuto

ne I.E. che era stato alla Festa de' Mutor di Pezzolo e stava tornan-do a casa a Roncalceci, per l'an-ziana non c'è stato scampo. Lei, piccolina e minuta, era sulla stra-da per ragioni che al momento sono ignote e l'auto l'ha investita in pieno, sbalzandola sull'asfalto a una ventina di metri. Il condu-cente ha frenato immediatamen-

te ma tardi, si è fermato ed sceso, sotto schock. Un automobilista che seguiva la Opel ha chiamato il 118, che ha inviato subito un'ambulanza: il personale me-dico ha potuto solo constatare il decesso della donna, che era ri-masta colpita al capo già al mo-mento dell'investimento. Il cada-vere è stato poi trasportato all'o-bitorio di Ravenna. I rilievi sono stati eseguiti dalla polizia muni-cipale di Russi (coadiuvata per la viabilità da una pattuglia di cara-binieri, visto che la Molinetto è rimasta chiusa per circa tre ore): il 69enne è stato sottoposto alla prova dell'etilometro, che ha ri-levato la prima volta un tasso di 1,14 e la seconda di 1,17, quando il massimo consentito è 0,50. Informato il magistrato di turno Stefano Stargiotti, i vigili hanno denunciato l'uomo per omicidio colposo e per guida in stato d'eb-brezza; l'auto è stata sequestrata.

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Il Liceo Classico Morgagni E' precipitato in un grande dolore

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Ihindaccdotroli:«Lutto cittadino" 1, il Comune di Folli piange,. Debom

DOLORE Sabato, Sara e Beatrice, avevano fatto festa con tutto l'istituto per l'ultimo giorno di scuola La vice preside Roberti: E' stato così improvviso, così ingiusto, erano le ragazze della nostra famiglia"

La tr edia ha colpito al cuore il Classico

N eanche 20 ore pri-ma avevano fatto festa. Sabato, l'ulti-mo giorno di scuo-

la, era stato uno spasso. Lì, al Liceo Classico Morgagni di Forlì si conoscono tutti. E an-cor più tutti conoscevano Sara e Beatrice, talmente allegre e vivaci, sempre insieme, che si distinguevano. Inseparabili. Solo gli indirizzi al Linguistico che avevano scelto le aveva di-vise: Sara Valentini frequenta-va la 4°A con la lingua tedesca, Beatrice Casanova, la 4°C con la lingua spagnola. Alcune classi, sabato, sono andate al parco urbano e come ormai si usa, pochi minuti dopo, le classica foto, della 4°A, era già su Facebook con l'insegnante di tedesco. Poi via a casa per dare inizio alle lunghe vacanze estive. Il quarto anno è sempre il più bello, si è già un po' grandi e non c'è il peso dell'e-same. Allora si pensa solo al divertimento. E infatti Sara e Beatrice avevano organizzato la serata alla Indie di Pinarella dove hanno trascorso la notta-ta fino poco dopo le tre. Poi in auto coi due amici sono ripar-tite alla volta di Forlimpopoli. Pochi minuti dopo, il tragico destino le ha portate via insie-me, morte nello stesso istante. "Erano le ragazze della fami-glia del Classico - dice la vice preside dell'istituto Morgagni, Vera Roberti, affranta dal do-

lore -. E' stato tutto così im-provviso, così ingiusto che so-no senza parole. Doveva esse-re un giorno di festa per loro per la fine dell'anno scolastico dove si sono sempre distinte per l'impegno. Ora si è rotto

qualcosa. Non sarà più come prima. Il nostro istituto ha subìto un lutto terribile, una disgrazia troppo grande che non si può nemmeno descri-vere". Parole struggenti quelle della vicepreside che torna a

dire che "erano le ragazze della famiglia del Liceo Classico". "Fin da questa mattina presto, appena appreso la notizia frammentaria e ancora non confermata esattamente sono partite decine di chiamate. Ci siamo telefonati in tanti, dai professori agli studenti. Nes-suno voleva crederci. Poi a mano a mano che passavano i minuti la tragedia prendeva la forma della gigantesca dimen-sione". Ognuno ha voluto dire, e anche qui succede sempre

"E ora al Liceo Morgagni non sarà più come prima"

così, qual è stato l'ultimo i-stante che ha parlato con Sara o Beatrice. Allora un'amica mi-norenne racconta che si sono sono salutate dicendo: "Scrivi-mi su Facebook Dodo". Dodo, così voleva essere chiamata Sara. Tutti la chiamavano Do-do e a volte si arrabbiava quando gli amici dicevano il suo nome. Sara e Beatrice si conoscevano da tempo ed e-rano sempre state amiche. In-sieme hanno trascorso parte della breve vita fianco a fianco. "C'era un patto tra loro - dice una compagna di scuola di Beatrice - avrebbero dovuto stare sempre unite, lo sapeva-no tutti".

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DECINE DI MESSAGGI

Increduli Strazio dei tanti amici su Facebook Migliaia gli amici su Facebook di Sara e Beatrice (Dodo e Bea) che ieri ininterrottamen-te non hanno continuano a scrivere dei messaggi sulle bacheche delle due ragazze di Forlimpopoli: ognuno ha voluto lasciare un saluto, un ricordo, un bel momento pas-sato inseme. Leggerli fa veni-re i brividi, ma fa anche capi-re che queste due ragazze a-vevano una carica speciale. Qualcosa che attirava tutti, non soltanto perché queste due ragazze erano bellissime, ma per la loro gioia che tra-smettevano, con una foto, con un post, con un link. Nessuno credeva a questa tragedia. Infatti i primi timidi messaggi so-no arrivati in tarda mattinata. Il primo è un cuore. Forse l'a-mica che l'ha messo non si è azzardata a scrivere nulla, spe-rando che ciò che aveva saputo fosse una chiacchiera ma-ledetta, anche se quel cuore diceva tutto. Poi è stato un fiu-me di parole: "Ricordo i pomeriggi passati a ridere e scher-zare..nessuno - dicono a Sara - dimenticherà mai il tuo sor-riso, nessuno potrà mai dimenticarsi di te..proteggici da las-sù, sono sicura che sei diventata un angelo bellissimo...ciao Sarina". "Anche il cielo piange per voi! Ciao Sara e ciao Bea", dice Gabriele per la giornata triste e dolorosa di pioggia. "Ancora non riesco a rendermene conto - scrive Giusy - ieri sera alle Indie ci siamo viste abbracciate salutate ci siamo fatte festa..e ora di tutto cio resta solo il tuo ricordo non e giusto.. se ne vanno sempre i migliori". E una compagna di classe "Dodo. Un nome (dico cosi perchè ti presentavi cosi a tutti!), mille emozioni. Eri una ragazza fantastica. Ti ricorderò come mi hai lasciata ieri pomeriggio, al parco, con la faccia da furbetta e il tuo bellissimo sorriso. Rip piccolo angelo". Poi ancora "Con te era bellissimo parlare e scherzare. Migliori amici di sedile (capiremo solo io e te) ciao Dodo". Tantissimi cuori e messaggi inviati poi a Beatrice, ragazza "dolcissima è buo-na", Qualcuno scrive anche sotto alla sua foto. Impossibile stare dietro a alla fila di parole che ognuno vuole lasciare nelle due bacheche. Due bacheche divenute uno strazio.

Una foto su Facebook di Sara

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Schianto suladriatie, Morte due ragazze

Schianto sull'Adriatica Morte due ragazze

D ue vite spezzate sulla Sta-tale Adriatica. Un 2lenne in gravissime condizioni e un arresto per omicidio

colposo plurimo, aggravato dallo sta-to di ubriachezza. Questo il tragico e-pilogo della carambola mortale, avve-nuta intorno alle 3.30 di ieri mattina sulla Statale Adriatica, all'altezza del-l'incrocio con via Lazio a Pinarella di Cervia. Beatrice Casanova di 17 anni e Sara Valentini di 18 anni, entrambe di For-limpopoli e studentesse al liceo clas-sico Morgagni di Forlì, hanno perso la vita nel terribile schianto, che ha vi-sto coinvolte tre auto. La dinamica. Sulla Citroen Saxò di co-lore blu viaggiavano le due ragazze in-sieme a due amici di Forlimpopoli, i quattro giovani avevano trascorso la serata nella discoteca Indie di Pina-rella e stavano ritornando verso casa. La piccola utilitaria infatti stava per-correndo la Statale Adriatica in dire-zione Rimini-Ravenna, quando è sta-ta urtata frontalmente da una Merce-des Classe A di colore grigio, per cau-se ancora al vaglio della Polizia Stra-dale di Forlì, che non conferma al momento che vi fosse in atto un sor-passo. Dopo l'urto, la Saxò ha perso il con-trollo finendo nella corsia opposta, colpendo violentemente l'auto che seguiva la Classe A, una Volkswagen Golf di colore nero. Nella carambola la Saxò si è rovinosamente capottata, perdendo anche un pneumatico. Le indagini sulla Mercedes Classe A. A bordo della Classe A, guidata da una 27enne ucraina, c'erano anche un uo-mo e una donna albanesi, entrambi di 29 anni. Proprio sulla Mercedes -che avrebbe causato l'incidente mor-tale - si stanno concentrando le inda-gini delle forze dell'ordine. La donna à volante è stata rintracciata poco do-po dalla Polizia Stradale, infatti si era allontanata a piedi dal luogo dell'in-cidente - probabilmente sotto choc. Inoltre la donna albanese, passeggera della Classe A, era stata colpita da un foglio di via obbligatorio dà Comune di Cervia per prostituzione. Quindi le forze dell'ordine - che già conoscono i tre stranieri - stanno cercando di ca-pire cosa ci facesse sulla Statale Adria-

tica quell'auto e da dove provenisse. Da segnalare che entrambe le donne si sono rifiutate di essere sottoposte a trattamenti medici, mentre l'alba-nese non ha riportato ferite. L'arresto. Nel tardo pomeriggio di ieri l'ucraina I.F. (queste le iniziali della donna), che era alla guida della Mer-cedes è stata arrestata. Nel suo sangue è stato riscontrato un tasso alcolemi-co superiore a 1.5 grammi/litro. La donna è accusata di omicidio colposo plurimo, aggravato dalla guida in sta-to di ebbrezza. La donna si trova ora nel carcere di Forlì. I feriti. Ferite lievi per il conducente della Golf, un forlivese di 42 anni. I due amici della vittime invece ver-sano in gravi condizioni. Alla guida della Citroen Saxò, c'era C.S. 2lenne di Forlimpopoli, trasportato in gravis-sime condizioni all'ospedale Bufalini di Cesena, al suo fianco era seduta la 18enne deceduta sul colpo e rimasta incastrata tra le lamiere. Sui sedili po-steriori invece c'era la 17enne, che nell'urto è stata sbalzata fuori dall'a-bitacolo per poi morire sul colpo e un altro ragazzo di Forlimpopoli di 22 anni, trasportato all'ospedale di Ra-venna. Le condizioni di quest'ultimo giovane sono migliorate nel corso del-la giornata di ieri, ma rimane ancora ricoverato in rianimazione, come il 2lenne. Entrambi sono in prognosi riservata. Le ricerche. Le forze dell'ordine sono state impegnate anche in ricerche con dispositivi speciali per la rilevazione di fonti di calore, alla ricerca di un'e-ventuale persona che poteva essere stata sbalzata nelle sterpaglie circo-stanti. Il sospetto nasceva dal fatto che in una delle auto coinvolte nel-l'incidente è stata rinvenuta una bor-sa non riferibile a nessuna delle gio-vani coinvolte. Sul posto sono intervenuti numerosi mezzi del 118, la Polizia Stradale di Forlì, la Compagnia dei carabinieri di Cervia-Milano Marittima e i vigili del fuoco. Il traffico, molto intenso a quell'ora della notte lungo la Statale Adriatica, è rimasto paralizzato per alcune ore per effettuare i rilievi di rito, con de-viazione sulle strade laterali. Anna Budini

In manette la conducente della Classe A La donna aveva un tasso alcolemico superiore a 1.5 Nella stessa auto albanese colpita da foglio di via obbligatorio

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Schianto suladriatie, Morte due ragazze

Le due giovani vittime A sinistra Sara Valentini di 18 anni; a destra Beatrice Casanova 17enne

Le immagini del tragico schianto sulla Statale Adriatica, all'altezza di via Lazio a Pinarella di Cervia Foto da Tg regionale Rai Emilia Romagna

LA TRAGICA CARAMBOLA Hanno perso la vita Sara Valentini di 18 anni e Beatrice Casanova 17enne entrambe di Forlimpopoli 2lenne in gravissime condizioni

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Il precedente Nello stesso tratto, i114 ottobre 2012 perse la vita la 32enne Serena Pilotti

F ra il 13 ottobre 2012 quando, nello stesso punto in cui hanno perso la vita Sara Valentini e Beatrice Casanova, morì Serena Pilotti, 32enne e residente a Castiglione di Ravenna. Un altro

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tragico incidente, un'altra vita spezzata in uno schianto fatale, sulla Statale Adriatica, all'altezza di via Lazio a Pinarella. Morì sul colpo Serena Pilotti, mentre viaggiava sulla sua Citroen C3 ne-ra. Erano le 5 della mattina quando la sua auto, sulla quale viaggiava da sola e in direzione Rimini-Ravenna, invase la corsia opposta (pro-babilmente per un colpo di sonno) andandosi a schiantare contro un camion di raccolta rifiuti di Hera, il cui conducente non riportò lesio-ni. La giovane 32enne rimase incastrata tra le lamiere dell'auto e per lei non ci fu nulla da fare. Sul posto intervenne la Compagnia dei carabi-nieri di Cervia-Milano Marittima e i vigili del fuoco di Ravenna. Serena, la sera del 13 ottobre, prima dello schianto fatale in Statale, l'a-veva trascorsa con alcuni amici ed ex colleghi. Prima aveva cenato alla pizzeria El Paso a Valverde, poi aveva deciso di andare a divertirsi alla discoteca Energy di Cesenatico. Sulla strada per ritornare a casa lo schianto mortale.

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Schianto sulrldriatica Morte due ragazze Ite

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LA VOCE"—

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"La colpa (li Francesca? Amare. altro"

LA STORIA Questa mattina lo sfratto e l'affido dei figli al padre. L'associazione "Seconda Stella" "Si tratta di una violenza inaudita su una madre"

"La colpa di Francesca? Amare un altro" U

na "Guerra dei Roses" in chia-ve romagnola. O meglio anco-ra una delle tante violenze sul-le donne.

E' questa la storia di Francesca, mam-ma e professionista quotata in città, che questa mattina potrebbe rischiare di es-sere buttata fuori casa, sfrattata dalle forze pubbliche, a seguito di una sentenza del tribunale di Ravenna che affida figli e casa coniugale al padre.

Ma come inizia la storia di Francesca? Quando decide di separarsi dal marito l'affidamento dei figli è condiviso, senza particolari obblighi o divieti per il padre, visto che i bambini abitano insieme alla madre. "I problemi nascono quando Francesca incontra un altro uomo - spiega Alessandro Bongarzone, presidente del-l'associazione per l'affido familiare "Se-conda Stella - Diritti fino al mattino" - In quel momento il marito chiede l'affida-mento dei figli. E il tribunale di Ravenna gli dà ragione, così questa mattina Fran-cesca verrà sbattuta fuori di casa, da quel-la casa in cui abitava con i suoi figli. E li potrà vedere solo una volta a settimana. Si tratta di una sentenza - immediatamen-te esecutiva anche se i primi di luglio è in programma l'appello - che di fatto rove-scia la prima decisione del Presidente del tribunale di Ravenna - continua Alessan-dro Bongarzone - Un appello richiesto per ricondurre a normalità e a ragionevolezza una sentenza a nostra avviso ingiusta per la quale Francesca potrà accudire i propri figli un giorno a settimana (non si speci-

fica a chi spetterà l'onere della scelta del giorno) senza poterli tenere con sé nep-pure una notte per dormire insieme".

E il presidente dell'associazione va giù duro: "Si tratta solo dell'intento di un uo-mo di punire la voglia d'amore di una donna, che non ha mai cessato di essere un'ottima madre - anche secondo quanto previsto dalla perizia tecnica degli psichia-tri - che sta tentando, dopo il fallimento del suo matrimonio, di ricostruirsi un fu-turo accanto a un'altra persona".

Insomma Francesca "secondo il colle-gio ravennate è colpevole di essersi legata a un altro uomo e per questo deve essere punita con il divieto ad essere madre -continua Bongarzone - Una violenza i-naudita, messa in atto con una disposi-zione che, di fatto, riporta il diritto di fa-miglia al 'delitto d'onore; ad una visione del matrimonio e dei rapporti tra i coniugi tutta interna al 'controllo sociale delle donne; della loro sessualità, del loro stesso essere persona. Una violenza ancora più grave e subdola perché messa in atto, mentendo e negando testimonianze e pe-rizie, in nome e per conto dell'interesse primario dei minori".

Un'ingiustizia secondo l'associazione, che questa mattina sarà al fianco di Fran-cesca: "Noi diciamo no a questa sentenza e saremo al fianco di Francesca - conclude Bongarzone - Invitiamo tutte le persone di coscienza, i ravennati e le donne a darci un segno della loro presenza, un segno di solidarietà per Francesca".

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RAVENX■

"lp colpa (li Francesca? Ammr un altro"

SERVIZI STRAORDINARI DELL'ARMA SUL TERRITORIO PROVINCIALE

In riferimento all'articolo pubblicato 1'8 giu-gno dal titolo "Guardia alta a tutti gli edifici con bandiera", precisiamo che, a seguito de-gli eventi incendiari che si sono verificati nel faentino e nel cervese, il Comandante della Compagnia provinciale dei carabinieri, Guido De Masi, non ha "lanciato l'allarme" sicurez-za sul territorio, ma ha disposto tramite per-sonale delle Compagnie di Faenza, Lugo, Ravenna e Cervia Milano-Marittima, l'attua-zione di una serie di servizi straordinari per il controllo del territorio nella città di Faenza finalizzati alla prevenzione e al contrasto dei reati contro il patrimonio, per contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti, della pro-stituzione e dell' immigrazione clandestina.

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RAVENX■

"lp colpa di Francesca? Ainmr un altro"

LA VOCE"—

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TRASPORTI IL CONSIGLIERE SPADONI METTE SOTTO LA LENTE D'INGRANDIMENTO START ROMAGNA

Barriere architettoniche sui pullman pubblici "Se Sparta piange, Atene non ride", con queste parole Gianfranco Spa-doni, consigliere provinciale UdC, interviene sul trasporto pubblico. "Se il trasporto ferroviario locale è a livelli da dopoguerra, quello su gomma si presenta con seri problemi. Sull'argomento e dalle relazioni ufficiali emergono dati incredibili - spiega il consigliere Spadoni - Il parco mezzi del sistema dei trasporti su gomma della Provincia è co-stituito da 200 mezzi con un'età media di 11,85 anni, e solo 52 ali-mentati a metano e ancora 150 a gasolio. Il numero di viaggiatori non aumentata e prevale l'uso dell'auto privata". Infatti (fonte Istat) nella Provincia di Ravenna, gli spostamenti casa-lavoro delle persone occupate sono pari al 78,2% con l'auto privata e, quasi esclusivamente, con una sola persona a bordo. "Nonostante questo - continua Spadoni - non si disconosce la funzione essenziale del servizio pubblico. L'argomento mi consente di richiamare l'at-tenzione della Giunta su un problema che affligge i disabili. Tutti gli autobus delle linee extra urbane non sono dotati di apposita pedana per facilitare l'accesso del disabile su carrozzina, questo costringe le persone a non muoversi liberamente. Start Romagna deve rendere fruibili almeno un paio di corse al giorno con autobus attrezzati".

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LI MM E CRISI DEL MOVIMENTO 5 STELLE

SE IL C_WSNI CAN BASTA

di ERNESTO GA A LOGGIA

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i sono alcune cose interessanti in co- mune tra la nascita del Movimento 5

Stelle e la nascita della Le-ga Nord (a parte l'assai maggiore velocità con cui si sta consumando la para-bola del primo). Cosi come è interessante un aspetto della situazione italiana che le loro comuni difficol-tà ci dicono.

M5S e Lega nascono en-trambi per impulso di due figure carismatiche, Beppe Grillo e Umberto Bossi, pri-ve di qualunque back-ground o cuniculum di ti-po politico. Sono lOTO due che s'inventano tutto, si creano un seguito persona:- le e trascinano al successo la loro creatura. E lo fanno tutti e due attraverso una campagna di agitazione nelle piazze in cui mettono in campo un fortissimo e accattivante (a suo modo) elemento di fisicità perso-nate: troppo forte per esse-re contenuto in qualsiasi schermo televisivo o per sopportare un qualunque «dibattito» (e infatti en-trambi sostanzialmente di-sertano l'uno e l'altro). L'as-senza nella loro immagine e nel loro discorso di qua-lunque tratto politico tradi-zionale li avvantaggia enor-memente (così come all'ini-zio avvantaggia Renzi che però, obbligato a interlo-quire sempre di pin con un organismo super politico come il Pd, riuscirà con sempre maggiore fatica a mantenere questo tratto e a non perdersi nella chiac-chiera e nelle, ritualità «po- litichesi»). E così infatti che essi riescono a intercet-tare la sacrosanta protesta dal basso — confusa, amo-rale, spesso violenta e vol-gare di un'opinione pub-blica stanca principalmen-te proprio delle forze politi-che tradizionali e della loro enorme inadeguatezza. Nel-l'interpretare questa. prote-sta li unisce ancora un ele-mento comune. Entrambi le danno uno sfondo u

co: Bossi il separatis tuo del Nord-nazione, Grillo li mi-raggio della Rete e della de-mocrazia diretta all'inse-gna della trasparenza uni-versale, CZiti però iniziano per tutti e due i problemi: l'utopia, infatti, va bene per mobilitare, per spinge-re ad andare oltre l'oggi; ma se poi hai successo, è al-l'oggi, alla politica attuale, che in qualche modo devi inevitabilmente tornare.

Un ritorno per il quale la Lega è comunque in un cer-to senso attrezzata. l'ele-mento territoriale della sua utopia di partenza le ha consentito in modo ab-bastanza naturale, infatti, di trasformarsi in un parti-to detti interessi locali, in un partito di sindaci e as-sessori, accettando a livel- lo nazionale un molo pur;mente gregario: importan- te stia pur sempre gregario. È sul Movimento 5 Stelle, invece, che le contraddizio-ni mordono con maggiore f uria.

Quella certamente sii: evidente è la contraddizio-ne tra carisma e leader-ship. Agitare una folla ed emozionare nei comizi è una cosa, guidare un grup-po di eletti al Parlamento in base a qualche strategia un'altra. Grillo ha mostrato di avere il carisma, ma sta mostrando di non sapere come trasformarlo in una leadership. Cioè in qualco-sa che ha bisogno di alme-no tre elementi: un'idea di fondo sufficientemente re-adistica delle cose da fare, riuscire a inventarsi una struttura organizzativa, e infine la capacità non già di farsi obbedire ma di con-vincere. Il passo dal cari-sma leadership non gli riesce probabilmente per un'insicurezza personale di fondo. Infatti, mentre egli ha assoluta padronan-za del primo, per quanto ri-guarda la seconda, invece, è consapevole di non sape-re neppure da dove si co-mincia.

CONTItal

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PLRCI-IL IL CARISMA NON BASTA CHE COSA MANCA AL MOVIMEN

SEGUE DALLA PRIMA

Nella difficoltà — oggi per il Movimento 5 Stelle e il suo capo, ieri per la Lega di Bos-si di trasformare un successo elettorale in una leadership in grado di animare una vera presenza politica capace di ulteriori s‘d-luppi si scorge in realtà un dato rilevante della situazione italiana. E cioè che da de-cenni ciò che nasce dal basso come genui-no movimento di protesta e di rinnovamen-to della politica non riesce in alcun modo a liberarsi del connotato intellettualmente elementare e ingenuamente protestatario, antropologica mente plebeo-piccolo bor-ghese, con cui vede ogni volta la luce. Non a caso elegge rappresentanti (vedi i parla-mentui attuali o tanti della Lega) i quali brillano quasi tutti per pochezza con-cettuale mista a insulsa prosopopea, sicché alla fine ciò che nasce dal basso come qual-cosa di «nuovo» e «contro», e magari ha un iniziale successo, è però fatalmente con-dannato a un tramonto più o meno rapido nelle :mani di un padre-padrone carismati-co desideroso di restare tale per sempre, an-che se ormai inutile.

Si sconta coi il fatto che da questo «nuo-vo» le éiites socio-culturali della Penisola so-no ogni volta assenti. Ma non già solo per-ché tenute lontano dalla vohmtà del pa-

dre-padrone dì cui sopra o dai meccanismi di consenso che egli produce. Sono assenti anche perché le élites pur se criti-che, criticissime, delle condizioni del Paese e della qualità della sua classe politica accre-ditata — come da esse si ascolta sempre quando si sentono libere di esprimersi tuttavia preferiscono l'immobilità. Hanno ereditato una sorta di timore atavico a schie-rarsi davvero all'opposizione del «sistema» nel suo complesso, a diventare fautrici di un vero rinnovamento, stanno sempre timo-re di «esporsi», di mettersi in gioco senza paracadute, senza avere qualche forma di garanzia, come minimo un posto assicurato in Parlamento, Miche per questo in Italia è sempre così difficile mettere termine a ciò che non ha più ragione d'essere, spalancare le finestre, tentare strade diverse, inventare procedure inedite, chiamare gente nuova. Perché le élites del Paese, pure se a parole lo negano, in realtà sono come ostriche attac-cate al passato, e le uniche novità che gradi-scono sono quelle che vengono dall'alto: che però, come si sa, almeno qui da noi trop-po spesso sono quelle famose novità che non cambiano nulla. Mentre ciò che ha in sé qualcosa davvero di nuovo finisce per av-vizzire nella sua solitaria autoreferenzialità.

Ernesto Galli della Loggia C9) RPRW,17;ONE RI! -,ERVAM

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Un tetto al o \ft h• Bee.leuti,

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«Un tetto allo scudo antispread» Ma la Bce smentisce passi indietro La precisazione dopo le indiscrezioni riportate dalla «Faz» Da domani la Corte tedesca esamina i ricorsi Bundesbank

ROMA — Per fortuna ieri era domenica e i mercati erano chiu-si. Altrimenti la notizia diffusa dal quotidiano tedesco «Frankfurter Allgemeine Zei-tung » (Faz), subito smentita dalla Ecc, avrebbe potuto rialza-n: la tensione sui titoli del debito sovrano e far ripartire gli spread.

L'articolo in questione, dal ti-tolo «La Bce fa di nuovo marcia indietro» riferiva della decisione prospettata da Eurotower di mettere un tetto allo scudo anti-spread, di limitare cioè ad un massimo di 524 miliardi di curo l'acquisto di bond dei paesi co-siddetti periferici da Portogallo e Irlanda a Spagna e Italia. Non si tratta di un dettaglio tecnico. Prevedere un tetto laddove era stato esplicitamente escluso al momento dell'annuncio, nel set-tembre scorso, delle misure non convenzionali di acquisto di tito-li (Omt) varate dalla Banca cen-trale europea per mettere in si-curezza l'euro, vuoi dire annul-lare l'efficacia delle misure stesse e minare la credibilità dell'azio-ne dell'istituto guidato da Mario Draghi. Da qui l'immediata smentita.

«La ricostruzione della Paz non L corretta: non ci sono limiti ex ante all'ammontare degli ac-quisti che possono essere effet-tuati nell'ambito del programma Onit», ha precisato un portavoce della Bce ricordando che «l'am-montare sarà adeguato al rag-giungimento degli obiettivi del programma». Nel comunicato diffuso da Francoforte al termine del consiglio difettivo che aveva dato via libera all'acquisto di bond con scadenza tra uno e tre anni, condizionato peraltro al--l'accettazione di una serie di vincoli da parte del paese inte-ressato all'aiuto, si precisava che non erano fissati limiti quantita-tivi all'ammontare degli acqui-sti. L'annuncio dello scudo della. Ece, del resto aveva bloccato gli attacchi contro la moneta unica dando concretezza all'avverti-mento fatto due mesi prima dal-lo stesso Draghi: «La Bce farà di tutto per difendere l'euro». Lo stesso Draghi al termine del con-siglio di giovedì scorso ha affer-

mato che il programma Omt «è probabilmente la misura di poli-tica monetaria di maggior sue cesso dei tempi recenti». Tanto più che è bastato annunciarla perché avesse effetto facendo ca-lare le tensioni sui mercati dei ti-toli di Stato e che comunque non è stata mai applicata e difficil-mente lo sarà, visto che i paesi

potenzialmente interessati, tra cui l'Italia, non hanno mai espresso l'idea di richiederla. Perché allora andare a tirare fuo-ri l'ipotesi della modifica di una misura che funziona, rischiando dí tar ripiombare nel caos dei tassi e dei differenziali di rendi-mento?

L'uscita della Faz, che tira in ballo una perizia della stessa Eu-rotower, si spiega allora col ner-vosismo in aumento in vista del-la due giorni di dibattito presso la Corte Costituzionale di Karl-sruhe proprio sulla compatibili-. tà del programma Omt con la le-

laummum il quotidiano tedesco

La Frankfurter Allgemeine Sotto i titolo «La Bce limita acquisto di bond>›, la

« rankturter Aligemeine Zeturig>i (sorto) ieri ha parlalo

un «tetto» al programma

gislazione tedesca. Una questio-ne che vede contrapposte le ra-gioni della Bundeshank e della Bce ma che oltre alle banche centrali, divide e fa discutere an-che l'opinione pubblica e la poli-tica tedesca ormai proiettate alle elezioni di settembre. .

A testimoniare a favore e con-tro le misure saranno all'udienza della Corte di domani e dopodo-mani rispettivamente Joerg Asmussen, del comitato esecuti-ve della Bce che sostituirà Dra-ghi e Jens Weidmann, presidente della Bundesbank che era stato l'unico a votare contro la misura il 6 settembre scorso.

Due banchieri tedeschi per giudici costituzionali tedeschi. Asmussen ha anticipato ieri, in un'intervista al settimanale «Bi-ld», il suo slogan principale. Il programma Units messo sotto accusa, anche se non ancora mai attivato,e«economicamente ne-cessario, legalmente permesso e

Titoli di Stato li Tesoro italiano torna sul mercato questa settimana con le aste di Bot e Blp per 15 miliardi

efficiente nel suo impatto». La Bce, ha ricordato ribaden-

do che non esistono tetti agli ac-quisti, «lo scorso anno era la so-lo istituzione europea in grado di agire» durante la fase più acu-ta della crisi con l'eurozona «vi-cina al collasso incontrollato» e mercati «hanno compreso il messaggio» senza che 'Muro-tower abbia avuto la necessità di comprare concretamente i titoli, ha detto ancora Asmussen, E in effetti le tensioni da allora sono calate: lo spread fra Btp e Bund in un anno. è sceso di quasi 300 punti percentuali ma la situazio-ne non si può certo dire tran-quilla. C'è attesa per le due aste di Bot e Etp di questa settimana in cui il Tesoro offrirà titoli per circa 15 miliardi di euro.

Stefania Tamburello POPP,DUZPAIE PISEPVAIA

notrariattiente a quanto sempre -tenuto (tal presidente della, ece Mario Draghi (saprai, quantíficato dal quotidiano tedesco in 524 miliardi di euro, pari alla somma dei bond (con scadenza 1-3 acini) di Spagna, Irlanda, Italia e Portoga llo. La Bce ha invece difeso lo scucio arti-spread

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Il confronto Anni 1995-2013, tax burden in %dei Pii Pressione fiscale delle amministrazioni pubbliche e della Unione europea

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Un ventennio perduto oh sui PII dove non indicato

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Le aziende e il record della burocrazia In cinque anni 288 nuove norme fiscali Pressione tributaria ai 68,3° Allo Stato 1 milioni al minuto di tasse

ROMA — «Semplificare»: non c'è politico o governante che non abbia pronunciato almeno una volta questa parola. L'ex ministro leghista Roberto Calderoli, per rafforzare il concetto, si fece immortalare nel cortile di una caserma dei pompieri mentre dava fuoco con un lanciafiamme a 375 mi-la leggi inutili. Nemmeno troppo tempo fa: il 24 marzo del 2010. Poi è toccato al governo Mario Monti, per bocca del ministro Corrado Passera, lanciare un «urto di More» per le complicazioni della burocrazia, invo-cando «semplificazioni» al più presto (8 novembre 2012). E ora è la volta del ministro del Lavoro, Enrico Gio-vannini, annunciare che l'esecutivo di Enrico Letta «sta lavorando a un'operazione di semplificazione molto forte che dovrebbe vedere la luce a brevissimo» (4 giugno 2013).

Auguri. Perché da quando è co-minciata la precedente legislatura, nella primavera del 2008, sono state varate qualcosa come 288 nonne fi-scali che hanno avuto come conse-guenza quella dí complicare la vita al-le imprese. E' un numero pari al 58,7 per cento di tutte le disposizioni di natura tributaria (491) introdotte at-traverso 29 differenti provvedimenti. Oltre quattro volte superiore a quello delle 67 «semplificazioni» fatte nello stesso periodo: ogni norma approva-ta per snellire la burocrazia ne ha quindi portate con sé 4,3 capaci di ri-versare altra sabbia negli ingranaggi.

E forse non è un caso, sottolinea l'ultimo rapporto della Confartigia-nato che contiene questo dato scioc-cante, che «la pressione burocratica abbia lo stesso ritmo di crescita della pressione fiscale». I-la raggiunto il 44,6 per cento, livello mai visto dal 1990, anno d'inizio della serie storica . Con un picco negli ultimi tre mesi 2012, durante i quali per ogni minuto che trascorreva il Fisco incassava un milione 731.416 euro. L'ufficio studi della Confartigianato ricorda che tra il 2005 e il 2013, secondo le stime Lie, le entrate fiscali sono salite del 21,2

per cento, pari a 132,1 miliardi: cifra esattamente corrispondente all'au-mento nominale del Pil, diminuito però in termini reali. Per ogni curo di crescita, apparente, dunque, l'Erario ha intascato un euro in più: è l'eredità di quello che nel rapporto viene defi-nito «il ventennio perduto», iniziato nel 1993 e proseguito con 12 diffe-renti governi. Senza che nemmeno

gli esecutivi tecnici siano riusciti a invertire la rotta.

Negli ultimi 60o giorni, 53o dei quali governati da Monti, il numero delle imprese è calato dell'uno per cento, il Pil è diminuito del 3,4 per cento, il credito al sistema produttivo ha subito una fiessione di 65 miliardi, il debito pubblico è aumentato di 122

miliardi, la pressione fiscale è ere-

sciuta dell' i,8 per cento, la disoccu-pazione giovanile si è ingigantita del-l' 8,5 per cento. Il numero delle per-- sone senza lavoro è lievitato di 728 mila unità. La pressione fiscale sulle imprese risulta ben più elevata di quella per le famiglie: è arrivata al 68,3 per cento. Misura che vale il pri-mato europeo e la quindicesima piaz-za mondiale. in Francia, dove pure

n scherzano, il total tax rate sulle imprese è del 65,7 per cento. Ma in Germania scende al 46,8 per cento, per calare ancora in Spagna al 38,7 e planare nel Regno Unito al 35,5 per cento.

«In Italia sembra si faccia apposta per penalizzare il patrimonio produt-tivo. Non possiamo sempre cercare

scuse o alibi. Chi governa deve assu-mersi le proprie responsabilità. Ci vuole meno fisco, meno burocrazia, più credito, servizi pubblici efficienti. Se muoiono le imprese, muore il Pae-se», dice Giorgio Merletti. Ma se l'Ita-lia, a sentire il presidente della Con-fartigianato, è un Paese fiscalmente e burocraticamente ostile all'impresa, non lo è certo meno rispetto al lavo-ro. Lo dicono chiaramente le tasse. Le imposte sul lavoro sono pari media-mente al 42,3 per cento, sono 4,6 punti al di sopra della media dell'ai-rozona. Ancora. Il rapporto sottolinea come a una crescita del 4,5 per cento registrata in Italia a partire dal 1995, ha fatto riscontro un calo europeo di un punto. Risultato è un ulteriore ampliamento della forbice per il co-siddetto cuneo fiscale e contributivo, salito qui al 47,6 per cento per un di-pendente a medio reddito senza figli, contro il 35,6 per cento della media Ocse. Non bastasse, dobbiamo fare i

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Piano p, l'Ira, meno incentivi

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conti anche con un curioso contro- senso: l'aumento inarrestabile delle Bortoli tariffe dei servizi pubblici locali per famiglie e imprese, cominciato pro-prio dalla seconda metà degli anni Novanta, in coincidenza con l'avvio delle liberalizzazioni. Fatto sta che dal 1997 al 2012 si è assistito a una crescita del 66,4 per cento, 26,7 punti in più dell'inflazione.

La tassa sui rifiuti, per esempio, re-centemente inasprita con l'introdu-zione della Tares alla fine del 2011 con il decreto «salva Italia»: negli ul-timi dodici anni le imposte sulla spazzatura hanno mostrato una pro gressione del 76,3 per cento. Su alcu-ne categorie di imprese, poi, l'impat-to della Tares è pesantissimo, con au-menti dell'imposta sui rifiuti che ar-rivano fino al 301,1 per cento.

E di nuovo è avvilente il paragone con la Germania, dove dalla fine del. 2007 all'inizio di quest'anno quella tassa è calata mediamente dello 0,2 per cento, mentre in Italia saliva del 22,9 per cento. Ma si capisce il perché confrontando l'andamento della spe- sa pubblica nei due Paesi. Mentre. in

Germania, considerando il periodo che va dal 2001 al 2011, diminui- va di 1,7 punti di Prodotto in- terno lordo, qui al contrario

cresceva di 4 punti. Se la spesa pubblica italiana avesse

seguito l'andamento tedesco, avrem-mo potuto risparmiare in un decen-nio 93,9 miliardi, quasi 9,4 Perché non ci siamo riusciti? Si dice che la nostra spesa pubblica sia in larga misura «incomprimibile». Sarà. Resta però «incomprensibile» il fatto che nelle venti Regioni, le cui uscite incidono per oltre un quarto sul tota-le, ci siano livelli tanto differenti. Ec-co allora che allineando semplice-mente i livelli di spesa per le retribu-zioni dei dipendenti e le forniture a quelli degli enti più virtuosi si po-trebbero ottenere risparmi rilevantis-simi. L'ufficio studi della Confartigia-nato li cifra in 20 miliardi 193 milio-ni. Ovvero, l'intero gettito previsto lo scorso anno per l'Imu dal governo Monti.

Sergio Rizzo RIMODUZOliE RISERVA,

Direttore

press unE 10/06/2013

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Piano per l Iva, meno incentivi alle imprese Il governo al lavoro sul pacchetto per l'occupazione. L'ipotesi del «sanilometro»

19_

L Iva e le agevolaziorii fiscah

Economia li ministro Fabrizio Saccomanni punta a tagliare le tasse su lavoro e imprese

ROMA — Le ipotesi di base rilesse a punto dai tecnici sono quasi pronte, ed il momento delle scelte politiche si avvici-na. Già in settimana il premier Enrico Letta e il ministro del-l'Economia Fabrizio Sacco-manni avranno davanti un primo quadro delle risorse che possono essere recuperate in. tempi brevi per finanziare il rilancio della crescita, e avvie ranno il confronto coti i parti-ti. La prima tappa sarà il pa.c-the fio per l'occupazione gio-vanile, a cui Letta tiene mol-tissimo e per il quale, in attesa dei fondi Ue che il premier chiederà a Bruxelles a fine me-se, sono stati individuati 3 - io° milioni di euro (che con i fondi Ue potrebbero salire a 1,5 miliardi). Per .l.mu e Iva, però, nel bilancio non ci sono fondi e si dovrà tagliare altro-ve. L'operazione, insomma, non sarà indolore.

Escluso il ricorso a nuove tasse, i tecnici dell'esecutivo hanno suggerito diverse pos-

sibili strade, a prescindere dalla loro percorribilità politi-ca. Una è la revisione delle agevolazioni fiscali, un teso-retto da 25o miliardi l'anno. L'altra è la prosecuzione della spending review sui consumi intermedi della pubblica am-ministrazione e l'attuazione dei precedenti progetti per ta-gliare i contributi alle imprese come il piano Giavazzi. Un'al-tra, ancora, punta sull'accele-razione dei costi standard nel-

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la sanità e la riforma de' ticket con il «sanitornetro», cioè la compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini in fun-zione del reddito e delle pato-logie.

Il confronto con Pd e RIL che inizierà in settimana ser-vi/7a a chiarire i reali margini di manovra del governo, e dunque le concrete possibilità che ci sono sia di evitare, o al-lontanare, l'aumento dell'Iva, che di ridurre, o abolire, l'Imu

sulla prima casa. Lena e Sac-comanni sanno bene che sen-za scelte politiche coraggiose non sarà possibile risolvere sia il problema dell'Iva che quello dell'Imu. E con il qua-dro delle esigenze finanziarie davanti, chiederanno al Pd, al Pdl e a Lista Civica di uscire una volta per tutte allo scoper-to.

La manovra sulle agevola-zioni porterebbe soldi imme-diati: un taglio del IO farebbe

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risparmiare 25 miliardi in un anno. Ma tagliare le «grandi» detrazioni e deduzioni, quelle sul casa, lavoro, pensione e spese mediche, è stato finora impossibile. Ed abolire la mi-riade di regimi speciali parti-colari è garanzia di scontro con le categorie interessate.

Si potrebbe affondare la spending review sulla pubbli-ca amministrazione, ma í de-biti fuori bilancio dei ministe-ri fanno temere anche la Corte dei Conti che la spesa non sia più molto comprimibile. Mentre dal piano Giavazzi sui contributi alle imprese, tolte quelle pubbliche, si potrebbe-ro ricavare 300 milioni que-st'anno e Go° il prossimo (ma tagliando í fondi per le univer-sità private, quelli alle emit-tenti locali, quelli per l'edito-ria). Poi c'è la sanità. Sul 2014 pende la minaccia (li nuovi ti-cket per 2 miliardi ed il gover-no sta seriamente consideran-do l'ipotesi di una riforma più ampia, legando le prestazioni al reddito dei cittadini, da ac-compagnare all'accelerazione dei costi standard.

Mario Sensinì RIPPICIDUZONE RISERVATA

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Napolitano accelera sulle riforme «Partiti basta con le bandiere» «Esecutivo nato in situazione eccezionale, l'alleanza è a termine»

DAL NOSTRO INVIATO

FIRENZE Sopravviven- za». «Impotenza». «Incu-bo». Usa termini forti il pre-sidente Giorgio Napolitano nel ricordare gli impazzi-menti e le contorsioni della vita politica e istituzionale di questi ultimi quattro me-si. Un modo per cercare di far capire a chi troppo spes-so non ha voluto capire qua-le abisso e quali rischi il Pae-se ha sfiorato. Ma anche un modo per riempire di ossige-no e fiducia quella bolla, esposta a mille spifferi, en-tro la quale galleggia il go-verno delle larghe intese: non un esecutivo qualsiasi, ma ultima frontiera per ga-rantire, parole del capo del-

lo Stato, «un'esigenza mini-ma di stabilità istituzionale e, direi quasi, di sopravvi-venza istituzionale». Un ese-cutivo nato in condizioni ec-cezionali, nel senso più drammatico della parola, che mette insieme forze e culture da sempre in concor-renza, ma che non ha e non può avere. l'ambizione di di-venire norma: «Ognuno, a un certo momento, ripren-

Il bls La scelta di accettare la riconferma al Colle è stata presa «per salvaguardare la continuità istituzionale» 11

derà la sua strada» tiene a precisare Napolitano, quasi a voler rassicurare chi ora ve-de nel governo Letta uno stravolgimento della norma-le dialettica tra partiti. Spie-ga, puntiglioso: «Un'allean-za politica è sempre un'alle-anza a termine, in modo par-ticolare quando è un'allean-za eccezionale, come quella. attuale». In questo senso, non hanno quindi ragione

L'Incubo Sulla legge elettorale «non sono intenzionato a rivivere l'incubo di quei mesi nei quali si è pestata l'acqua nei mortaio»

d'essere timori e voci, ali-mentati più o meno stru-mentalmente, tendenti a di-pingere l'attuale situazione come qualcosa d'immutabi-le, se non peggio. Napolita-no su questo è categorico: «A circa 40 giorni dall'inve-stitura dell'esecutivo, vedo serpeggiare la preoccupazio-ne die questa alleanza possa durare troppo, anzi, per l'eternità: francamente sono un,po' sbalordito».

E un Napolitano a tutto campo quello che si raccon-ta in un video colloquio di un'ora con Eugenio Scalfari, trasmesso ieri nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vec-chio nel corso de «La Repub-blica delle idee». Gli esordi nel Guf all'università di Na-

poli. L'adesione al Pci, «il partito che più si mescolava con il popolo». I legami con Amendola, Ingrao e Di Vitto-rio. Il giudizio su Togliatti: «Non si distaccò mai dalla guida sovietica che poi, fino

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alla sua morte, fu la guida di Stalin. Quindi lui era dentro quell'universo con le sue de-generazioni, da cui, più o meno, poteva tenersi lonta-no». L'autocritica per l'inva sione sovietica dell'Unghe-ria nel '56: «A Giolitti dissi: tu avevi ragione e io torto. Mi sembrava un debito da pagare». E ancora: le diver-genze con Enrico Berlinguer sul rapporto con la Dc. Gli anni del Parlamento. La pre-sidenza della Camera.

Una vita intensa, divenuta ancora più intensa in questi me- giudo su Togliatti si di corto circuito post elettorale. Na- «Non si distaccò mai dava politano non nascon- guida sovietica che poi, fino alla de i rischi corsi: «Ab- sua morte, fu la guida di Stalin, biamo vissuto un momento terribil Era dentro quell'universo e. Non si è mai avuto il con le sue degenerazioni» senso dell'imPoten - 1 1 za parlamentare e istituzionale come in quei rischio che potrebbe torna-giorni in cui si sono tumul- re, «se ogni partito si mette tuosamente succedute le vo- a sventolare la sua bandie-tazioni per il Colle». E se alla ra». Occorre discrezione, ag-fine ha deciso di tornare sul- giunge. Niente urla o grida le sue decisioni, accettando sui giornali. Un lavoro ad la riconferma, «è stato — af- ampio raggio, «indipenden-renna per salvaguardare temente dai correttivi urgen-la continuità istituzionale, ti che possono giungere dal-lo posso affermare senza al- la Corte costituzionale». cuna presunzione». Ora pe- Francesco Metti rò è il momento di compie-

re il passo successivo: «Con-tinuità istituzionale e stabili-tà politica sono valori che non significano conservare l'esistente». Riforme, quin-di, «il più possibile concor-date». Il capo dello Stato ci crede. Di più, le pretende. A cominciare da quella eletto-rale: «Non sono intenziona-to a rivivere l'incubo di quei mesi durante i quali nella commissione Affari costitu-zionali del Senato si è pesta-ta l'acqua nel mortaio». Un

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Nuovi malumori del Pdl La mediazione di Berlusconi i fiducia al governo anche in caso di sconfina alle urne

ROMA Le punzecchiatu- re ci sono, perché la conviven-za resta difficile e ogni giorno ha la sua pena. Ieri nel Pdl l'obiettivo polemico era un En-rico Letta apparso un po' trop-po duro agli occhi dei berlusco-[limi («Stia attento a non cade-re nella trappola dello scontro proprio nel momento in cui re-sponsabilmente dovrebbe eser-citare con equilibrio il suo ruo-lo di capo di un governo di lar-ghe intese», gli consiglia Anna. Maria Bernini), ma anche quel Matteo Renzi che secondo Re-nato Brunetta si sta comportan-do in modo «irresponsabile e banale». Segnali che il disagio provato e dichiarato a sinistra per la camicia di forza delle lar-ghe intese è sentito anche a de-stra, anche se meno esplicita-mente.

Ma in questo momento ri- badiscono tutti nel centrode-stra ---- non c'è spazio né logica per colpi di testa. Non c'è per-ché Silvio Berlusconi — ieri al matrimonio a Milano dei figli del suo collaboratore Ermolli e di Pellegrini vuole ancora valutare per bene i prossimi eventi politici prima di decide-re davvero l'atteggiamento da. tenere rispetto al governo. E non saranno le polemiche del giorno e forse nemmeno il te-

muto ma in qualche modo pre-visto difficile risultato elettora-le delle amministrative a pro-vocare sconquassi.

A dominare insomma in questi giorni è l'attesa, su due versanti, che restano quelli cru-ciali. per la vita del governo: gli sviluppi giudiziari delle vicen-de che coinvolgono Berlusconi e lo «scatto di reni» che si pre-tende dal governo sull'econo-mia. Rispetto a questi due pas-saggi, al di là delle diverse sen-

All'attacco Bernini: «Letta non cada nella trappola»: E Brunetta: «Renzi irresponsabile e banale»

sibilità e aree, falchi e colombe stanno marciando da giorni nella stessa direzione: attenti a. mostrarsi uniti e a non restare con l'eventuale cerino in mano nel caso in cui la situazione precipitasse,

Sì perché, al di là delle rassi-curazioni sostanziali dello stes-so Berlusconi che il governo non ha nulla. da temere da sue eventuali condanne, nel Pdl l'attesa per la sentenza della. Consulta del 19 giugno, e la set-

limarla dopo per quelle Ruby e De Benedetti, è grande e carica. di tensione. cè in verità un certo ottimismo, alimentato in-direttamente anche dalle paro-le del capo dello Stato (al quale vanno i complimenti di Fabri-zio Cicchitto) che giudicando il governo praticamente come un argine alla fine delle istitu-zioni a qualcuno è sembrato mandare un segnale politico anche alla magistratura. Ma il rischio che invece le cose vada-no male c'è, e lo si capisce an-che dall'avvertimento di Mauri-zio Gasparri: se Berlusconi fos-se espulso dal Parlamento «ci dimetteremmo tutti e si an-drebbe a votare».

Magari non servirà arrivare a tanto, perché pur con toni più cauti di quelli iniziali di Berlusconi., il Pdl continua a condizionare il suo appoggio al governo alla realizzazione di una rivoluzione da attuare in Europa: il passaggio dalla linea del rigore allo sviluppo. Impre-sa difficile, e di difficile valuta-zione. Ma sarà il clima genera-le, a partire dalla giustizia, a far dire al Pdl se e quando — l'esame verrà passato o se l'esperienza delle larghe intese andrà chiusa al più presto.

Paola Dì Caro RIPRODUZIONE RISERVA- FA

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Detenuti a casa sei mesi prima Piano per 10 mila posti nelle carceri La strategia di Cancellieri: progetto per Pianosa, raddoppia Gorgona

ROMA — Un decreto legge per limita-re gli ingressi in carcere e favorire le usci-te di chi sta scontando l'ultima parte del-la pena. Apertura di nuove strutture per poter contare su 4.000 posti entro la fine dell'anno. Il piano carceri messo a punto dal ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri entra nella fase operativa per fronteggiare una situazione drammatica che con l'arrivo del caldo può soltanto peggiorare. E mira a recuperare in totale almeno to.000 posti. Sono i dati forniti dalla stessa Guardasigilli durante la sua audizione al Senato e aggiornati al 15 maggio scorso, a dimostrarlo: quasi 65.891 detenuti, vale a dire circa 20 mila in più rispetto alla capienza, anche se l'associazione Antigone ne calcola alme-no :3o mila. In particolare 24.697 sono in attesa di giudizio, 40.118 condannati e 1.176 internati. Un buon terzo (circa 23 mila) sono stranieri.

Il provvedimento del governo potreb- be alleggerire i penitenziari, ma non sarà sufficiente. Per questo si sta valutando anche la riapertura di alcune strutture or- mai in disuso. E in cima alla lista è stata inserita Pianosa, che può ospitare 500 persone, Già la prossima settimana Can- cellieri potrebbe incontrare il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi per sondarne la disponibilità e per discutere il raddoppio della capienza di Gorgona.

non si tratta di migliorare le condi- zioni — ha ripetuto due giorni fa il mini- stro durante la festa della polizia peniten-

Magri read Si renderà obbligatorio il ricorso alle misure alternative: detenzione domiciliare oppure affidamento in prova, a seconda dei casi

24 giugno in Parlamento comincerà la discussione sui provvedimento di Severino

ziaria ma di cambiare il sistema, riu- scendo a dare piena concretezza al princi-pio secondo cui la pena detentiva deve costituire l'extrema ratio. Il rimedio cui ricorrere quando si rivela impraticabile ogni altra sanzione. La reclusione potreb-be essere limitata ai reati più gravi, men-tre per gli altri si dovrebbe fare più am-pio ricorso alla detenzione domiciliare e al lavoro di pubblica utilità».

l nuovo decreto «svuotacarceri»

Sono proprio queste le linee guida del provvedimento che sarà portato in consi-glio dei ministri entro la fine del mese. L'obiettivo è evitare il meccanismo delle cosiddette «porte girevoli» con i detenuti che entrano ed escono e, dicono gli esper-ti, determinano una presenza media in cella di 20 mila persone per soli tre gior-ni. Il decreto riguarderà i reati minori, cioè quelli che non destano allarme socia-le. E si muoverà sul doppio binario. Per quanto riguarda gli ingressi, si

renderà obbligatorio il ricorso alle Migli-

re alternative: detenzione domiciliare op-pure affidamento in prova, a seconda dei casi. Per chi invece attende di uscire la scelta è portare da 12 a 18 mesi il resi-duo pena che i condannati in via definiti-va potranno scontare a casa. Calcoli esat-ti non sono stati ancora completati, ma i tecnici di via Arenula. stimano che nei primi mesi saranno migliaia i posti che potranno essere resi disponibili grazie a. questo meccanismo. il resto dovrà arri-vare con misure specifiche che sono allo studio di due commissioni appena costi-tuite. Una, guidata dal professor France-scoPalazzo, ordinario di diritto penale presso l'Università dì Firenze, dovrà met-tere a punto le modifiche alla legge in te-ma di depenalizzazione. L'altra, affidata a Glauco Giostra, componente laico del Csm, si concentrerà invece sulle misure alternative.

Nuove strutture e padiglioni

Tra due settimane sarà inaugurato il nuovo carcere di Reggio Calabria che po-trà ospitare fino a 318 detenuti. A metà luglio sarà invece la volta di Sassari con una stimi:tura da 465 posti. Entro la fine dell'anno si interverrà poi in altre città: Biella con 200 posti, Pavia con 300, Aria-no irpino con altri 300 e Piacenza con 200. Nei giorni scorsi era stato il capo dello Stato Giorgio Napolitano a ribadire la necessità di arrivare a un «comune ri-conoscimento obiettivo della gravità ed estrema urgenza della questione carcera-ria, che rientra tra le priorità di azione del nuovo governo. Si richiedono ora de-cisioni non più procrastinabili per il su-- peramento di una realtà degradante per i detenuti e per la stessa Polizia Peniten-ziaria». 11 piano messo a punto dall'Italia nella risposta alle sollecitazioni dell'Eu-ropa, prevede che entro il 2015 si trovi-- no almeno 12mila nuovi posti per i reclu-

si, ma anche questo non può bastare. 11 24 giugno in Parlamento comincerà.

la discussione sul provvedimento firma-to dall'ex ministro Paola Severino la di-scussione sulle misure alternative al car-cere e la messa alla prova — che sospen-de il processo per chi rischia condanne inferiori ai quattro anni e opta per un percorso di rieducazione — ma la Lega ha già ufficializzato il suo ostruzionismo di fronte a quello che definisce «un in-dulto mascherato» e dunque appare dif-ficile che l'approvazione definitiva pos-sa arrivare in tempi brevi.

Pianosa e le colonie sarde

Ecco perché al ministero della Giusti-zia hanno deciso di intervenire con un decreto che consenta di «regolare» subi-to entrate e uscite dalle carceri, ma han-no già avviato le istruttoria per rimette-re in funzione strutture che finora erano

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rimaste inutilizzate. Su Lianosa ci sono svariati nodi da sciogliere, tenuto conto che il Sappe, il maggior sindacato di poli-zia penitenziaria, ha già espresso la pro-pria contrarietà, eppure il progetto appa-re già in fase avanzata. Del resto la strut-tura è in buone condizioni, quindi po-trebbe essere resa agibile senza spese ec-cessive. Interventi sono stati program-mati anche per Gorgona, che già ospita detenuti -lavoratori.

Quello di incentivare le possibilità di lavoro per chi si trova dietro le sbarre è uno dei punti chiave per Cancellieri che ha chiesto ai suoi uffici di valutare an-che la possibilità di utilizzare le colonie che si trovano in Sardegna. il problema. riguarda però gli stariziamenti, visto che già adesso in molti penitenziari sono sta-ti sospesi i programmi di impiego per-ché non ci sono i fondi sufficienti.

Fiorenza Sarzanìnl [email protected]

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GRAND TOUR A BOLOGNA Giorgio Napolitario, ieri, in visita sotto k

Due Torri, dove ha assistito al concerto del maestro Abbado. Sopra, firrn ha un libro a un ragazzo. A destra, il Presidente con la

moglie Clio e Fabio Roversi Monaco, presidente di Banca Imi

(Schicchi) . ,

CONCERTO E CENA COL MAESTRO ABBADO

IL Presidente e La moglie ieri erano a Bologna: una visita accompagnata dagli applausi della gente e conclusa con il concerto del maestro Abbado

L. fissata di Nanolano ai natii rale l ri:ohrk toi

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La frustata di Napolitano ai partiti «Fate le nfo e, poi siete liberi» li Capo dello Stato: «Le alleanze ? A termine. Intesa per sopravvivere»

BOLOGNA NAPOLITANO appena arriva a Bo-logna in treno viene accolto dalle autorità cittadine. Un'esclamazio-ne ammirata per la nuova stazione ad alta velocità, poi un pranzo con alcuni amici di vecchia data con un menu a base di tortellini, taglia-telle al ragia e .mortatiella, e infine in serata, il concerto per gli ottanta anni del maestro Claudio Abbado, dove Napolitano ha fatto il pieno di applausi. Alla fine del concerto dell'orchestra Mozai7t, al Teatro Manzoni, il Presidente ha cenato assieme al maestro e altre autorità a Palazzo Pepoli, degna conclusio-ne del tour bolognese. Ma la giornata di Giorgio Napoli-tano è stata scandita soprattutto da-gli echi di una video intervista con-cessa il giorno precedente e diffusa in mattinata. Un'ora di colloquio per un lungo bilancio sulla sua atti-vità politica e una serie di conside-razioni sull'attualità, «Io sono per le riforme, riforme nella maggior misura possibile concordate». Que-sta, se ci fosse ancora bisogno di ri-badirlo, è la `inission' del governo Letta e il presidente della Repub-blica ha ricorda, nella video-inter-vista, mettendo alcuni punti fer-mi.

IL PRI MO è essenziale: innanzitut-to «far vivere questo governo». So-lo così, rispettando «un'esigenza minima di stabilità istituzionale, si potrà garantire la sopravvivenza delle istituzioni e del Paese, poi ognuno riprenderà la sua strada». Secondo punto, Come ha ribadito nettamente nei giorni scorsi è «fal-so» che il Quirinale abbia imposto uu tem ine alla durata del governo di larghe intese. Piuttosto, osserva

il presidente, «un'alleanza politica è sempre un'alleanza a termine, in modo particolare quando è un'alle-anza eccezionale carne lo è quella attuale». Per questo è necessario raggiungere gli obiettivi necessari al Paese, a cominciare dalla modifi-ca della legge elettorale.

Su questo Napolitano è perento-rio, non è intenzionato, spiega chiaramente, «a rivivere l'incubo di quei mesi durante i guaii la com-missione Affini costituzionali del Senato si è pestata l'acqua nel mor-taio e non si è stati capaci di parto-rire nessuna riforma elettorale

avendo giurato tutti i partiti che bi-sognava farla». E allora «bisogna creare le condizioni anche con Urla certa discrezione per trovare un'in-tesa», un accordo che, chiaramen-te, vada oltre le modifiche chieste dalla Consulta. Poi, nell'ora di colloquio, Napolita- no arriva alla questione del manda-

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Napolitano ha ricordato it si. o passato nel Pci, citando ToqUatth «Non si distaccò mai dalla guida di Sta lim Ma al Leader Urss . nosci a dire un no'»

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to bis. Il presidente racconta di es-sere stato ((quasi costretto ad accet-tare una nuova candidatura al Col-le» dopo due giorni di fumate nere davanti «al senso dell'impotenza parlamentare e istituzionale». Dunque, nonostante fosse «profon-dan-fente convinto» di dover cede-re il passo ha accettato «per sensc delle istituzioni perché ho ritenu-to che si dovesse salvaguardare la con t in LI i tà istit uzionale)).

C'È ANCHE un po' del Napolitanc privato, del presidente 'comunista e liberale', nella lunga chiacchiera-ta: l'entrata nel Pci attraverso il viatico del 'servizio d'ordine' al congresso regionale, l'avvio di una lunghissima attività parlamentare che lo ha portato al Quirinale, il ri-cordo di Togliatti che «non si di-staccò mai dalla guida sovietica che poi, fino alla sua morte, fu Sta-lin. Lui era dentro quell'universc con le sue degenerazioni».

Veronica Passeri

.14. I— uswt.di Nanolliara, ai natii ‹<Fak k. 1 ,ie e acri,

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Fabbricati e terreni agricoli esonerati con l'annotazione Il dato catastale è decisivo per la sospensione del pagamento Gian Paolo Tosoni

Il mondo agricolo beneficia della sospensione dell'acconto Imu stabilita dal Dl 54/2013. In par-ticolare, lo stop al pagamento scatta:

per i terreni agricoli - compre-si gli incolti - diversi da quelli già esentati perché situati in zo-ne collinari e montane (circola-re 9/1993);

per i fabbricati rurali diversi dai rurali strumentali già esentati per-ché situati in Comuni montani e parzialmente montani (elenco Istat).

Bisogna fare attenzione, però, ai casiin cui l'imposta resta da ver-sare entro il 17 giugno.

Zone edificabili e «orticelli» In primo luogo, l'Imu va pagata per le aree edificabiliin base al va-lore venale in comune commer-cio al i° gennaio 2013. General-mente, i Comuni deliberano valo-ri indicativi che, se adottati, met-tono il contribuente al riparo da accertamenti.

Non devono invece versare l'Imu sulle aree edificabili i colti-vatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali (Iap), iscrit-ti nella gestione previdenziale, ti-tolari di diritti reali sulle stesse, se le coltivano direttamente. Que-sto beneficio è esteso alle società agricole in possesso della stessa qualifica di Iap, a condizione che il socio (perle società di persone) oppure l'amministratore (per quelle di capitali) siano iscritti nella gestione previdenziale

Inoltre, sono esonerati dal ver-samento della prima rata dell'Imu anche i comproprietari di terreni edificabili, se almeno uno degli intestatari è coltivatore diretto o Iap, iscritto all'Inps, e conduce direttamente il terreno oggetto della comunione (circola-re 3/DF/2012).

Anche i terreni incolti, se nello strumento urbanistico generale sono compresi nella zona «E» o equipollente, non pagano la pri-ma rata dell'Imu, perché usufrui-scono della sospensione prevista per i terreni agricoli. Allo stesso modo, i cosiddetti "orticelli" so-no rilevanti per il pagamento del-la prima rata solo se sono situati in aree edificabili.

Aree pertinenziali I Comuni spesso chiedono il paga-mento dell'imposta comunale (ora municipale) per le aree perti-nenziali di fabbricati, quando ec-cedono i limiti della accessorietà e sono portatrici di nuova cubatu-ra. In questo caso, l'imposta è do-vuta anche se il fabbricato rappre-senta l'abitazione principale, a condizione che l'area circostante il fabbricato non sia graffata co-me pertinenza e sia effettivamen-te suscettibile di nuova utilizza-zione edificatoria.

I fabbricati I fabbricati rurali sono esclusi dal versamento della prima rata dell'Imu, ma non sempre le co-struzioni situate nell'ambito di una impresa agricola hanno la na-

DENTRO E FUORI

QUANDO SCATTA L'ESONERO L'esonero dall'acconto IimImu scatta se il fabbricato ha requisiti fissati dall'articolo 9 del Dl 557/93 ed è stato dichiarato rurale al Territorio.

PER QUALI IMMOBILI • Abitazione del conduttore del

fondo, proprietario o in affitto; • abitazione del pensionato da

una gestione agricola; • abitazione dei familiari

coinvolti nella conduzione del fondo;

• dipendenti dell'azienda agricola per più di 100 giornate all'anno;

• fabbricati strumentali all'attività agricola.

QUANDO SI DEVE PAGARE • Abitazione agricola usata da

persone non addette alla coltivazione del fondo;

• abitazione in A/3, sfitta e inutilizzata, per cui il proprietario non ha comunicato la natura di fabbricato rurale in catasto;

• locali per deposito di prodotti agricoli locati a commercianti

• impianto fotovoltaico concesso in diritto di superficie a un imprendi commerciale, fabbricato in D/7, per cui non e stata presentata variazione catastale.

tura di fabbricati rurali. Certa-mente la prima rata è sospesa per le abitazioni usate dalle persone addette alla coltivazione del fon-do, o dalle persone che hanno con-seguito il trattamento pensionisti-co in agricoltura. Sono escluse an-che le abitazioni usate dai familia-ri che aiutano nella conduzione dell'azienda agricola e dai lavora-tori dipendenti.

Sono inoltre esclusi da Imu tutti i fabbricati strumentali all'eserci-zio dell'attività agricola. Per questi edifici i proprietari devono aver comunicato agli uffici provinciali del Territorio la condizione di ru-ralità. Sono rurali, quindi, quelli classificati nella categoria D/io per i fabbricati strumentali e A/6 per quelli abitativi, oppure quelli che sono contraddistinti dalla let-tera «R», e comunque quelli per i quali il proprietario ha trasmesso la richiesta di variazione catastale, attestando la ruralità.

Inutilizzo e cambio d'uso Si deve poi valutare attentamente il diritto all'esonero per due cate-gorie di costruzioni: quelle inutiliz-zate, e quelle che hanno cambiato destinazione. Nel primo caso, se un fabbricato è classificato come rurale in catasto ed è momentanea-mente inutilizzato, ad avviso di chi scrive non perde la sua natura e la prima rata dell'Imu può essere dunque omessa. Se ilfabbricato,in-vece, ha cambiato destinazione, anche se accatastato in D/io, la pri-ma rata deve essere versata.

e RIPRODUZIONE RISERVATA

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10/06/2013

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Al Comune l'Imu sulla seconda casa La quota statale conteggiata con lo 0,76% resta solo per gli immobili produttivi in categoria D

Pasquale Mirto

Accantonata l'Imu per abi-tazioni principali, terreni agri-coli e fabbricati rurali strumen-tali, il problema del corretto cal-colo dell'acconto si pone per gli altri oggetti imponibili, come se-conde case, capannoni, negozi e aree fabbricabili.

Per determinare l'imposta do-vuta, bisogna conoscere l'ali-quota e - in base alle novità det-tate con la conversione in legge del D135/2013 - fare riferimento alle aliquote vigenti nel 2012 e pubblicate sul sito del diparti-mento delle Finanze, salvo poi effettuare il conguaglio a dicem-bre con le aliquote approvate

per il 2013. Se sul sito non è pub-blicata la delibera delle aliquote 2012, allora il contribuente do-vrà calcolare il saldo facendo ri-ferimento alle aliquote di base previste dalla normativa. Peral-tro, fino alla conversione in leg-ge del decreto, la circolare 2/DF/2013 consentiva di usare anche l'eventuale aliquota deci-sa per il 2013, se più favorevole.

L'uso delle aliquote 2012 po-trebbe indurre il contribuente a credere che sia sufficiente versa-re lo stesso importo versato per l'acconto 2012, ma così non è. In-fatti, l'acconto 2012 è stato quan-tificato facendo riferimento alle aliquote dibase e nona quelle de-

liberate dal Comune. Individuata l'aliquota, occor-

re determinare la base imponi-bile ed effettuare l'eventuale ri-parto tra Stato e Comune, tenen-do conto però che le regole so-no cambiate. Occorrerà, infatti, ricordarsi che per tutti gli im-mobili soggetti all'acconto 2013 l'anno scorso è stato versato al-lo Stato un acconto pari alla me-tà dell'imposta dovuta nell'an-no calcolata con l'aliquota stan-dard dello 0,76 per cento. Il ri-parto 2013 è invece diverso e al-lo Stato andrà versato solo l'ac-conto per i fabbricati di catego-ria D, pari al 50% dell'imposta dovuta nell'anno calcolata con

l'aliquota base dello 0,76%, ol-tre alla eventuale quota di spet-tanza comunale, se l'aliquota de-liberata dal Comune è superio-re allo 0,76 per cento.

L'ultima novità è l'aumento del moltiplicatore dei fabbrica-ti accatastati nel gruppo catasta-le D, che passa da 6o a 65, a ecce-zione dei D/5, il cui moltiplica-tore pari a 8o rimane invariato. Vediamo ora alcuni esempi.

Seconda casa

Per la seconda casa, l'Imu andrà versata solo al Comune, usando il codice tributo 3918.Ipotizzan-do una rendita catastale di 750 euro e un'aliquota pari a 0,98%,

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'acconto da versare sarà pari a 517,40 euro e deriva dai seguen-i calcoli: rendita rivalutata del 5'0/0 (787,50) x moltiplicatore 160 = base imponibile (126.000,00)

aliquota (0,98%) = imposta innua (1.234,80) / 2 = acconto

617,40 euro, arrotondata a 517 euro.

Capannone

Per i fabbricati del gruppo D 'Imu va divisa tra Stato (codi-e 3925) e Comune (co-

lice tributo 393o). Se si consi-lera un fabbricato di categoria D/8 con rendita di umila euro, a rendita rivalutata sarà pari a [5.750 euro e moltiplicando que-

sta per 65 si otterrà la base im-ponibile di 1.023.750 euro. Ipo-tizzando che l'aliquota 2012 sia pari a 0,98%, l'acconto per lo Stato sarà pari 3.890,25 euro (1.023.750,00 x 0,76% / 2) e quel-lo per il Comune sarà di 1.126,13 (1.023.750 X 0,22% / 2).

Area fabbricabile

L'Imu dovuta per l'area fabbrica-bile andrà versata interamente al Comune, usando il codice tri-buto 3916. La base imponibile è rappresentata dal valore venale in comune commercio. I Comu-ni possono aver deliberato dei valori di riferimento cui il contri-buente deve attenersi. Se il Co-

mune ha deliberato dei valori per il 2013, occorre rifarsi a que-sti e non a quelli del 2012.

Se l'area fabbricabile è posse-duta e condotta da un coltivato-re diretto o imprenditore agrico-lo professionale, iscritto nella previdenza agricola, allora ope-ra la finzione giuridica per cui l'area si considera terreno agri-colo e, in quanto tale, l'acconto è sospeso.

Ipotizzando un valore del-l'area fabbricabile pari a 320mi-la euro e un'aliquota pari a 0,98%, l'acconto da versare sarà pari a (320.000 x 0,98%) / 2 =

1.568 euro. C) RIPRODUZIONE RISERVATA

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i • Lo stop all'acconto trova le regole giuste Pagamento del 17 giugno sospeso per abitazioni principali, pertinenze e «assimilazioni» locali

Luigi Lovecchio

Stop per molti, ma non per tutti. L'articolo 1 del D154/2013 ha sospeso la prima rata dell'Imu sull'abitazione princi-pale, sui terreni e sui fabbricati rurali (per questi ultimi, si veda la pagina seguente).

La norma varata dal Governo, però, impone ai proprietari di in-dividuare con attenzione il peri-metro della sospensione. L'ambi-to oggettivo comprende innanzi-tutto la nozione di abitazione principale e relative pertinenze, accolta nella disciplina del tribu-to comunale. Si tratta dell'unità immobiliare, posseduta dal con-tribuente, nella quale risiede e di-mora. Non c'è coincidenza con il concetto di prima o unica casa.

Questo significa, ad esempio, che l'unico immobile posseduto dal genitore, concesso in como-dato gratuito al figlio, non b enefi-cia delle agevolazioni. Al contra-rio, è considerato per intero abi-tazione principale l'immobile che costituiva la dimora familia-re, caduto in successione, sul qua-le compete il diritto di abitazione del coniuge superstite. In questa eventualità, l'unic o soggetto pas-sivo è il coniuge superstite e non contano le quote eventualmente di proprietà dei figli, come eredi legittimi.

Le assimilazioni

Rientrano nella sospensione an- che gli immobili assimilati all'abi- tazione principale. Si tratta delle

unità non affittate, possedute da cittadini italiani residenti all'estero, o da anziani o disabili residenti in istituti di ricovero. I Comuni hanno il potere di equi-parare queste situazioni all'abita-zione principale, con una delibe-ra consiliare. In linea di princi-pio, sono efficaci sia le assimila-zioni deliberate nel 2012 e non re-vocate, sia quelle decise nel 2013 (ovviamente in tempo per il pa-gamento dell'acconto). Bisogna tuttavia considerare la possibili-tà che l'assimilazione adottata l'anno scorso sia stata espressa-mente limitata a quella annuali-tà. In questo caso, il contribuente dovrà versare l'Imu dovuta in se-de di prima rata.

Richiede attenzione anche il

caso delle residenze disgiunte di coniugi non separati. Se i due im-mobili in cui risiedono i coniugi sono situati nella stessa città, so-lo uno dei due, a scelta degli inte-ressati, potrà fruire dei benefici di legge. In caso di unità situate invece in Comuni diversi, in li-nea di principio, le agevolazioni raddoppiano. Infine, è bene ri-cordare che la sospensione ri-guarda anche gli immobili delle cooperative edilizie a proprietà indivisa, assegnati ai soci, e quel-li degli Iacp.

Le pertinenze

Quanto alle pertinenze, invece, nelle regole Imu questa nozione comprende solo una unità immo-biliare per ciascuna categoria ca-

tastale C/2, C/6 e C/7. Il Comune non ha alcun potere regolamenta-re in materia. Le pertinenze acca-tastate insieme all'abitazione principale devono essere priori-tariamente qualificate come tali. Ne deriva che, con riferimento al-le categorie catastali già "occupa-te" dalle pertinenze unite all'abi-tazione, non sarà possibile appli-care le agevolazioni per altre uni-tà immobiliari. La circolare 3/DF/2012, inoltre, ammette ai be-nefici anche l'ipotesi in cui vi sia-no due unità di uguale categoria catastale (ad esempio, due box di categoria C/6) accatastate insie-me all'abitazione principale. In questa eventualità, la difficoltà di scorporare una delle due unità ha indotto le Finanze a riconosce-

re a entrambe i favori di legge.

Il cambio di requisiti

Non è chiaro come impatti la so-spensione per l'abitazione princi-pale sul calcolo dell'acconto, lad-dove ci siano mutamenti della si-tuazione immobiliare avvenuti nel primo semestre del 2013. Nel-la circolare 2/DF/2013, il Mefpre-cisa che l'acconto deve conside-rare la situazione esistente nell'anno in corso. Si ipotizzi allo-ra che un'abitazione principale smetta di essere tale ai primi di aprile. In questo caso, non è certo che l'acconto debba essere com-misurato solo atre mesi di posses-so, anziché a sei mesi, con con-guaglio in sede di saldo. Sembra invece corretto affermare che -

nel caso contrario - in cui una se-conda casa diventi abitazione principale nei primi di aprile, l'ac-conto debba riguardare solo tre mesi. Si tratta infatti di una ipote-si assimilabile a quella di perdita della soggettività passiva nei pri-mi mesi dell'anno, esaminata nel-la stessa circolare 2/DF/2013.

Va ricordato, infine, che quel-la prevista dal D154/2013 è una temporanea moratoria dei versa-menti, in attesa della riforma dell'imposizione immobiliare, che dovrebbe essere attuata en-tro la fine di agosto.

Se la riforma non dovesse ve-dere la luce, gli importi dovuti do-vranno essere versati entro il 16 settembre.

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SMdad: M campo, Da Aosta a Palermo i piani delle amministrazioni

Il bottino incerto della caccia agli evasori Barbara Bisazza Anna Del Freo Enrico Netti Rosalba Reggio

Non sarà il recupero dell'evasione tariffaria a dare os-sigeno ai bilanci dei Comuni, sotto stress per i sacrifici impo-sti dallo Stato anche quest'an-no. Al netto delle grandi città. Milano, per esempio, che ha va-rato un piano da45o milioni, per il recupero di tasse e tariffe non pagate, e Roma che stima incas-si per 65 milioni dalla lotta all'evasione. Non che gli altri ca-poluoghi stiano fermi, male ope-razioni, approvate o stimate, dalle città non sembrano desti-nate a portare in cassa somme considerevoli. Somme, tutta-via, necessarie in questa fase di scarse risorse, ma di certo non sufficienti a risolvere i mille pro-blemi finanziari dei sindaci.

Ad Aosta lavoro di routine

«Il Comune di Aosta - spiega Mauro Baccega, assessore al Bilancio - ha fatto un grande lavoro di recupero crediti ne-gli anni scorsi, per esempio sull'Ici. Ma non solo. Dal 2006 è stata avviato un'azione di ve-rifica sui classamenti catastali con grandi risultati: un recupe-ro da 1,5 milioni di euro solo per la Tarsu. Oggi, dunque, possiamo dire di avere una percentuale fisiologica di non riscosso intorno all'8 per cen-to». Importo abbastanza stabi-le anche per il Comune di Ge-nova. «Ricordo precedenti operazioni di recupero della vecchia Ici che avevano porta-to nelle casse del Comune an-che 10-12 milioni in un anno. Oggi il recupero dei crediti è un lavoro di routine, anche se si avverte un leggero rallenta-

mento del pagamento sponta-neo, legato alla congiuntura economica».

Punta a recuperare vecchi crediti legati alle multe, attra-verso un'operazione straordi-naria, il Comune di Torino. «Si tratta di contravvenzioni a ruolo dal 2008 - spiega l'as-sessore al Bilancio, Giangui-do Passoni - per le quali sti-miamo di incassare più di 7mi-lioni di euro. Il resto del recu-pero, però,viene svolto secon-do un'attività pianificata ne-gli anni. Non potremmo certo compensare il taglio di 45 mi-lioni subìto dalla città di Tori-no andando a scovare gli eva-sori: si tratterebbe di un'ope-razione non ripetibile nel tem-po, che porterebbe uno squili-brio finanziario al bilancio del Comune».

A Venezia il recupero delle multe vale circa 2 milioni di eu-ro l'anno. Nel 2012 sono stati anche emessi avvisi di paga-mento per 1,35 milioni di Co-sap non riscossa e per 7oomila euro di imposta sulla pubblici-tà (Cimp). «Nel bilancio di previsione 2013 - dice il vice-sindaco, con delega al Bilan-cio, Sandro Simionat o - inseri-remo circa 3 milioni di entrate da recupero dell'evasione Ici degli anni precedenti».

Non punta su somme eleva-te Trieste, perché il grosso è stato già fatto. «Piuttosto -spiega l'assessore al Bilancio, Matteo Montesano - il Comu-ne nel 2012 ha istituito un uffi-cio dedicato alla lotta all'eva-sione ai tributi erariali, avvian-do un'intensa collaborazione con l'agenzia delle Entrate e con la Guardia di finanza».

Evasione tariffaria fisiologi-ca a Bolzano, dove però non

viene pagato il 50% di Cosap, e a Trento, dove la sola voce consistente è quella delle mul-te stradali. Scendendo oltre il Po, il Comu-ne di Bologna ha 25 milioni di euro l'anno di entrate previste e non riscosse. Essendo dal 2012 tra gli enti sperimentatori della nuova contabilità, ha in bilancio un fondo di svaluta-zione crediti di pari importo. Dall'anno scorso Equitalia è stata sostituita con una gestio-ne diretta della riscossione co-attiva delle multe: l'evasione viaggia sui 22 milioni l'anno, di cui viene recuperato circa il 40 per cento. Dopo le forti azioni avviate già dal 2002, og-gi «per la Tarsu recuperiamo mediamente 7 milioni l'anno e per l'Ici 3 milioni su un accerta-to che è di circa il 30% in più» spiega Mauro Cammarata, di-rettore del settore entrate, fi-nanza e bilancio del Comune.

A Perugia non sono stati av-viati piani di recupero specifi-ci dell'evasione tariffaria, vi-sto che «il margine di evasio-ne è molto basso, attorno al

e non strutturale», spiega l'assessore al Bilancio, Livia Mercati. La Tia è in bilancio dal 2010. «Sono state avviate già nel 2011 azioni di recupero delle somme non pagate e dell'evasione, che vale circa 4 milioni - prosegue -. I,'ipotesi di introito annuale a riduzio-ne dei residui attivi, sebbene molto difficile da stimare, è di circa 2 milioni perle multe e di un milione per i tributi».

Ad Ancona buoni risultati

Ancona è uno dei Comuni più virtuosi nella lotta all'evasione. Nel 2006 ha creato una società, Ancona Entrate, per la riscos-

sione e nel periodo 2006-2012 è riuscita a recuperare quesi lo milioni di euro di Ici (37,3%),

12,1 milioni di Tarsu (45,4%) e 4,6 milioni di Tosap (17,3%). È stato anche stipulato un proto-collo d'intesa tra il comando del-la Gdf delle Marche e Ancona Entrate proprio per lavorare in-sieme su Ici e Tarsu. E presto sa-rà la stessa Ancona Entrate ad attuare direttamente anche la ri-scossione, oggi effettuata da Equitalia.

Pescara da quattro anni ha un regime che l'assessore ai Tribu-ti, Massimo Filippello, defini-sce «perfettamente collauda-to» e che ha consentito di chiu-dere migliaia di posizioni pre-gresse sospese. Quest'anno il re-cupero dell'evasione relativa all'anno 2012 dovrebbe portare al recupero di 30 omila euro per l'evasione tariffaria (servizi a domanda individuale, tipo asili nido, mense eccetera), 3 milio-ni per Tosap e Tarsu, mentre un milione di euro sono i ruoli coattivi già emessi sulle multe non pagate. Per Nei la previsio-ne di recupero è 2 milioni.

A Roma l'amministrazione si avvale di una società partecipa-ta, istituita nel 2005, che oggi si chiama Acqua Roma. Nel nuo-vo bilancio di previsione ogget-to di una memoria di giunta in previsione dell'insediamento della nuova amministrazione si stima di ricavare dalla lotta all'evasione 65 milioni di curo.

A Campobasso l'ufficio tri-buti non ha piani per il recupe-ro: viene svolta l'attività ordi-naria. Nel 2012 sono stati emes-si atti di accertamento lei per 700mila euro e Tarsu per 26ornila. E Firenze? Malgrado l'insistenza delle domande del «Sole 24 Ore» il Comune non

ha ritenuto di rispondere. A Napoli si punta a recuperare Tarsu, Cosap e altre voci (ac-qua), è stato varato un tavolo tecnico con agenzia delle En-trate, GdF ed Equitalia, men-tre è in corso, dice l'assessore al Bilancio, Salvatore Palma, la mappatura dei contribuenti. Controlli incrociati e un proto-collo d'intesa con Regione, En-trate e Gdf per una lotta inte-grata all'evasione Tarsu e Ici anche a Palermo e Potenza (sa-rà firmato nei prossimi gior-ni). «Ci sono persone, grandi enti e aziende sanitarie che non pagano da anni e hanno de-biti per milioni», ricorda Lucia-no Abbonato, assessore al Bi-lancio di Palermo

A Bari il nodo dell'aggio

Francesco Ficarella, direttore della ripartizione tributi del Co-mune di Bari, sottolinea come «nel 2011 e 2012 il personale in-terno ha accertato tributi evasi per circa 31 milioni in parte in-cassati a fronte di una spesa di circa 7oomila euro per gli in-centivi - spiega -. In futuro si fa-rà ricorso a una società di ri-scossione esterna e sul recupe-rato graverà un aggio del 20%,

cioè 6 milioni». A Potenza la gestione dei ser-

vizi di riscossione è in house, ag-giunge Federico Pace, assesso-re alla Programmazione econo-mica e finanziaria. Qui è caccia anche agli "smemorati" di tribu-ti minori (occupazione suolo pubblico e passo carrabile) ol-tre ai "furbetti" dell'Isee. Negli ultimi anni il recuperato «è pas-sato dai 700mila euro del 2007 ai 4 milioni incassati nel 2012,

mentre quest'anno non saran-no meno di 3,5 milioni».

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Multe, nuovo buco sulla riscossione Proroga di sei mesi a Equitalia solo per i «tributi» - Già nel 2012 incassi locali crollati del 10%

Gianni Trovati

Dopo lungo penare, nell'ulti-mo passaggio parlamentare utile è rispuntata la quarta proroga della riscossione condotta nei Comuni da Equitalia, che avreb-be dovuto lasciare i sindaci fin dal dicembre del 2011. Gli enti lo-cali, si legge nell'emendamento approvato al decreto «sblocca-debiti», potranno continuare a utilizzare l'agente nazionale fino al 31 dicembre «per la riscossio-ne dei tributi». E per le multe, i canoni, e insomma tutte le entra-te che non siano «tributi» come

l'Imu o la Tarsu? Non è dato sapere: l'emendamento non ne parla, per Equitalia dovrebbe smettere di occuparsene a parti-re dal i° di luglio.

Una dimenticanza o un errore «voluto? Difficile dirlo, perché nessuno finora si è dedicato a spiegazioni ufficiali: il dato certo è che la nuova proroga non è sta-ta festeggiata a Equitalia, il cui presidente Attilio Befera (che è anche direttore dell'agenzia del-le Entrate) sottolinea da tempo l'estrema «frammentarietà» del-le entrate locali, che si traducono in cartelle singole caratterizzate da «esiguità» degli importi e, vi-ste anche le difficoltà di gestione in parecchi Comuni, comporta-no spesso più problemi che risul-tati a chi deve trasformarle in in-c assi.La proroga dimezzata è for-se figlia di questo clima di incer-tezza costante, che però apre ora una questione cruciale: se un con-tribuente non paga spontanea-mente la multa che si è ritrovato sul cruscotto, chi gliene chiederà conto? In Emilia Romagna la Re-gione ha già messo in campo una struttura in grado di sostituire l'agente nazionale della Riscos-sione, a Roma il Campidoglio ha annunciato l'intenzione di affida-re il tutto a AequaRoma, società in house del Comune, ma in tanti degli altri 6mila enti che lavora-no con Equitalia il problema aspetta una soluzione.

La nuova «proroga» ha trascura-to anche le società private di riscos-

sione (lavorano in4mila enti, spes-so occupandosi di alcune entrate mentre Equitalia lavora su altre), e quindi costringerebbe i Comuni a bandire in fretta le selezioni per rinnovare i contratti scaduti: le re-gole per le nuove gare, però, non ci sono, e il progetto di riforma del settore è scritto nella delega fisca-le che il Parlamento deve ancora esaminare.

Gli emendamenti allo sblocca-debiti rappresentano comunque solo l'ultimo capitolo (per ora) dei travagli di un settore che vive da anni senza regole definite. In un'attività cruciale per i bilanci pubblici come la riscossione del-le entrate dai contribuenti che

ENNE Lo stop alle azioni esecutive ha colpito quasi esclusivamente le cartelle dei Comuni che nel 95% dei casi sono sotto i mille euro

non pagano spontaneamente, questa situazione apre buchi pre-occupanti nei conti. L'allarme emerge anche dalle tabelle realiz-zate dalle sezioni riunite della Corte dei conti nell'ultimo Rap-porto sul coordinamento della fi-nanza pubblica, dove si legge che i risultati della riscossione coatti-va effettuata da Equitalia peri sin-daci sono in picchiata. Nel 2012 la voce «non erario» (quindi in pra-tica i tributi locali) si è fermata sotto quota 1,3 miliardi, cioè il 9,8% in meno del 2011 quando gli incassi erano stati in linea con quelli dell'anno prima: i super-au-menti delle performance come il +14,4% registrato fra 2008 e 2009 sono ricordi del passato.

Per spiegare questi numeri, la Corte richiama il «susseguirsi delle novità normative che han-no finito per indebolire oggetti-vamente l'azione» di chi deve raccogliere le entrate. «Novità normative» spesso decise in fret-ta, come risposte non troppo me-

ditate alle polemiche del momen-to. Nella primavera del 2011, per esempio, si era riacceso il dibatti-to sull'eccessiva "cattiveria" di Equitalia, e il Governo Berlusco-ni sostanzialmente bloccò le azioni esecutive per i debiti sot-to i 2mila euro: la polemica era nata sul Fisco statale, ma gli effet-ti si scatenarono su quello dei Co-muni perché le loro cartelle, se-condo le cifre fornite dallo stes-so Befera alla commissione bica-merale sull'anagrafe tributaria, nel 70% dei casi non arrivano a 25o euro, e in un altro 25% Si collo-cano fra 251 e 1.000 euro. In un quadro come questo anche l'ulti-ma legge di stabilità ha ricono-sciuto il problema ma mancato la soluzione, perché l'abbassa-mento del limite da 2mila a mille euro continua a escludere il 65% delle cartelle locali: le nuove re-gole hanno anche accorciato un po' i termini, che continuano co-munque a prevedere un interval-lo di almeno sei mesi fra l'invio di una «comunicazione detta-gliata sul debito» e l'avvio delle azioni esecutive.

Per la stessa ragione anche l'ul-tima "mini-sanatoria" fiscale ha colpito in modo privilegiato le partite comunali. A introdurla è stata la legge di stabilità dell'an-no scorso, che ha deciso di "rotta-mare" tutte le piccole cartelle iscritte a ruolo fino al 31 dicem-bre 2009 e non ancora incassate: anche in questo caso, il limite per la rottamazione è stato fissato a 2mila euro.

Le chance di ripresa del setto-re puntano ora sulla riforma scritta nella delega fiscale lascia-ta dal Governo Monti, che deve introdurre nuove regole su affi-damenti e incassi del Fisco loca-le. Nella scorsa legislatura il pro-getto è stato esaminato distrat-tamente da un Parlamento or-mai invaso dalle emergenze elettorali, ma ora si è deciso di riprendere in fretta il lavoro. Sa-rà la volta buona?

gianni trovati©Ilsole24ore com

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Nel caos delle regole pagano solo gli onesti

erve una «riscossione dal volto umano» contrapposta alla

presunta «cattiveria» di Equitalia o bisogna moltiplicare i «blitz» più o meno spettacolari da Cortina a Forte dei Marmi per «stanare i furbetti» nei tanti luoghi della movida? Le società private di riscossione, ammesso e non concesso che siano un insieme indistinto di soggetti tutti uguali, sono un fattore di concorrenza o una «banda di malfattori» intenta solo a spuntare aggi più cari in combutta con amministratori locali distratti o compiacenti?

Finché le domande e le parole delle polemiche ricorrenti sul Fisco rimarranno queste, l'efficienza delle diverse macchine delle entrate e l'ordine del sistema non faranno un passo in avanti. La politica si è troppo spesso dedicata a questo tema delicato, fatto di meccanismi delicati quanto essenziali per la vita dei contribuenti e la salute dei bilanci pubblici, con la fretta facilona di chi cerca un titolo di giornale più che la soluzione a un problema. Esemplare da questo punto di vista è stata la risposta data nel 2011 alle polemiche scatenate dalle proteste eclatanti (e talvolta tragiche) messe in campo da alcuni contribuenti che si dicevano esasperati dalla pressione di Equitalia. Nessuno si lamentava per le multe stradali o la Tarsu, il problema nasceva sempre

da crediti erariali assai più consistenti, ma la contromisura per «spuntare le unghie» di Equitalia ha colpito in modo quasi esclusivo i tributi locali. Con Monti a Palazzo Chigi, il Parlamento non si è comportato meglio, e dopo aver giudicato essenziale la delega fiscale scritta dall'Esecutivo dei tecnici l'ha in fretta abbandonata nei cassetti perché la campagna elettorale era evidentemente ritenuta più urgente. Nel frattempo, in modo più o meno sotterraneo, è andato avanti unbraccio di ferro tra i sindaci ansiosi di liberarsi di Equitalia ma impreparati a farlo e un'amministrazione centrale altrettanto desiderosa di abbandonare la riscossione locale ma parecchio distratta nel costruire le alternative.

Nascono da questo disordine gli inciampi normativi come la proroga dimezzata, che permette ai Comuni di utilizzare ancora per sei mesi Equitalia per i tributi ma si dimentica delle multe e delle società private di riscossione. I verbali che i Vigili lasciano sul parabrezza valgono ogni anno 1,4 miliardi di euro, già in tempi normali hanno tassi di pagamento spesso medio-bassi e il buco della riscossione coattiva darà certo una mano a dissuadere una parte dei cittadini che pagavano senza aspettare il ruolo per paura di conseguenze più pesanti. Sugli onesti, invece, l'ennesimo infortunio normativo non avrà alcun effetto: continueranno a pagare spontaneamente, come hanno sempre fatto per senso civico o semplice abitudine. Come accade sempre, per tutti i capitoli delle entrate di cui le multe sono solo una voce.

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Miernaziende in ritardo sulla Pee

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Comunt La digitalizzazione potrebbe portare tagli alle spese per 270 milioni

Benefici da Sportello unico telematico Enrico Netti

Efficienza, minori costi di gestione e servizi di migliore qualità. È quanto promette l'eGovernment, ma nel nostro Paese la sua avanzata trova di-versi ostacoli, tra cui le scarse ri-sorse da investire e la frammen-tazione dei compiti. Investi-menti che si ripagano come nel caso della digitalizzazione del-le attività gestite dallo Sportel-lo unico attività produttive (Suap) verso gli enti terzi coin-volti che offrirebbero un pac-chetto di risparmi da circa 270 milioni l'anno. Altri 105 milioni i Comuni li potrebbero invece ottenere con una migliore ge-stione delle multe. Lo rileva «eGovernment & Pa: l'Italia fa squadra!», promosso dalla School ofManagement del Poli-tecnico di Milano, che verrà pre-sentato giovedì a Roma.

«Questi risparmi fanno riferi-

mento alle sole attività gestite dal Suap comunale - dice Miche-le Benedetti, responsabile della ricerca -. Non tengono conto dello snellimento che potrebbe-ro avere tutti gli altri enti coin-volti nella fase istruttoria, a vol-te più diventi». In un caso come questo i risparmi si propagano come cerchi concentrici.

Nel caso dello sportello uni-co, oltre i due terzi degli enti lo-cali dispone di una piattaforma telematica per interagire con le imprese che di fatto coesiste con uno sportello "fisico", il 37% dispone di soluzioni per la conservazione sostitutiva e po-co più di un terzo gestisce il back office in digitale. «È più basso il livello di digitalizzazio-ne delle interazioni con gli enti terzi- aggiunge Benedetti- e so-lo l'1% dei Comuni afferma di aver completamente informa-tizzato l'intero processo».

Più ricettive si mostrano le imprese favorevoli al nuovo canale di comunicazione, sot-tolinea l'indagine - condotta in collaborazione con Reteca-mere -, se corrisponde a un mi-glioramento delle prestazioni della Pa. Solo un quarto delle imprese che usano servizi onli-ne afferma invece che la Pa è in grado di garantire online lo stesso servizio offerto allo sportello.

Diversa è la situazione nella gestione delle multe perché non tutti i Comuni, soprattutto quelli con un minore stock di sanzioni, potrebbero ottenere gli stessi vantaggi. In questi casi i piccoli Comuni potrebbero percorrere la strada delle for-me di gestione associata delle funzioni per ridurre l'investi-mento iniziale. Che ci sia molto da fare lo conferma la ricerca: tra i Comuni con oltre umila

abitanti oltre la metà non ha rea-lizzato servizi digitali per il pa-gamento di tasse e multe e oltre il 3o% dichiara di non avere nemmeno preso in considera-zione il problema. Un deficit di-gitale su cui ha finora pesato la mancanza di una cabina di re-gia, ma con l'Agenzia per l'Italia digitale la situazione dovrebbe migliorare.

«Il nostro Paese si attesta al penultimo posto nella classifi-ca europea per la quota di utiliz-zo dei servizi di eGov con una penetrazione pari al 20% - ag-giunge Benedetti -. Ciò che pre-occupa è che il trend non sem-bra mutare: mentre in altri Pae-si come il Portogallo o la Repub-blica ceca si sono registrati in un anno incrementi del 10°k-20%, in Italia il valore è ri-masto pressoché invariato».

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Dal 13 giugno

Arriva l'Aua, da verificare i permessi in scadenza Paola Ficco

Si chiama Aua (autoriz-zazione unica ambientale) il nuovo strumento ammini-strativo nato per semplifica-re i rapporti tra le imprese e la Pubblica amministrazio-ne in materia ambientale.

Oggetto del Dpr 59/2013, la disciplina entra in vigore giovedì 13 giugno. L'autorità competente è la Provincia o quella indicata dalla Regio-ne, ma le imprese dovranno presentare la domanda di au-torizzazione esclusivamen-te al Suap (Sportello unico attività produttive) il quale si interfaccia con l'autorità competente.

L'avvio

Come primo effetto della nuova normativa, occorre chiedersi come dovranno comportarsi le Pmi che da giovedì 13 giugno si troveran-no nella condizione di dover richiedere o gestire le auto-rizzazioni per le numerose aree d'intervento dell'Aua.

L'articolo lo del Dpr 59/ 2013 dispone che i procedi-menti avviati prima della sua entrata in vigore siano conclu-si in base alle norme vigenti al momento dell'avvio. Pertan-to, la nuova disciplina non toc-ca le imprese (Pmi) che han-no presentato la domanda per uno degli atti sostituiti pri-ma del 13 giugno 2013.

Il Dpr 59/2013 chiarisce che l'Aua dura 15 anni e che il rin-novo va richiesto almeno sei mesi prima della scadenza; pe-rò, non chiarisce quanto tem-po prima della scadenza del primo titolo abilitativo sosti-tuito vada richiesta l'Aua.

È ragionevole ritenere che il termine semestrale si appli-chi anche alla prima richie-sta di Aua; pertanto, è consi-gliabile che dal 13 giugno le Pmi soggette ad Aua inizino a contare i mesi che manca-no alla scadenza del primo tra i titoli abilitativi possedu-

ti e, se del caso, si affrettino a chiederne il rinnovo, tramite Aua presentata al Suap. In questa occasione, l'Aua (in quanto unica) va richiesta per tutti i titoli anche se non tutti sono in scadenza.

In attesa che il ministero dell'Ambiente adotti lo sche-ma unificato per la domanda di Aua, le imprese dovranno presentarla corredata da do-cumenti, dichiarazioni e in-formazioni previste dalle norme di settore relative agli atti abilitativi sostituiti, indi-cando gli atti per i quali si chiede l'Aua.

Se la Pa non interviene en-tro il tempo di vigenza dei titoli abilitativi sostituiti, si ritiene che questi continui-no a espletare la loro effica-cia (escluso lo scarico di so-stanze pericolose, come già previsto dall'articolo 124, Dl-gs 152/2006).

I contenuti

L'Aua sostituisce i seguenti sette titoli abilitativi:

autorizzazione agli scari-chi idrici;

comunicazione preventi-va di cui all'articolo 112, Dlgs 152/2006 per l'uso agronomi-co di effluenti di allevamen-to, acque di vegetazione dei frantoi oleari e acque reflue provenienti dalle aziende ivi indicate;

autorizzazione alle emis-sioni in atmosfera;

autorizzazione generale in deroga per gli impianti a emissioni in atmosfera scar-samente rilevanti;

comunicazione o nulla osta per le emissioni sonore delle attività produttive o edilizie;

autorizzazione all'uso agri-colo dei fanghi di depurazione;

comunicazioni e autorizza-zioni per autosmaltimento e recupero agevolato di rifiuti.

Destinatarie della nuova disciplina sono solo le Pmi di cui all'articolo 2, Dpr 18 apri-le 2005. Sono esclusi dall'Aua gli impianti soggetti ad Aia (autorizzazione integrata ambientale). Il gestore può scegliere di non richiedere l'Aua se l'attività è soggetta solo a comunicazione oppu-re ad autorizzazione genera-le per l'atmosfera.

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ll'erldOIS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Procedure, Norme regionali sulla valutazione ambientale strategica - Solo Sicilia e Basilicata hanno regole precedenti la direttiva Ue

Piani urbanistici, Vas in formato locale Puglia e Marche esonerano dall'esame di impatto le varianti con scambio di cubature

A CURA DI Raffaele Lungarella

È un cantiere aperto quel-lo delle leggi con cuile Regioni recepiscono le norme europee e nazionali sulla valutazione ambientale strategica (Vas) di piani e programmi di inter-vento. Di recente l'Associazio-ne dei costruttori (Ance) ha fat-to il punto con un monitorag-gio delle disposizioni delle sin-gole Regioni.

Di fatto solo Sicilia e Basilica-ta non si sono ancora dotate di una propria regolamentazione della Vas e continuano ad ap-plicare la legge statale oppure norme regionali approvate pri-ma della direttiva europea. Mentre, sul fronte degli aggior-namenti, le ultime novità arri-vano dalla Liguria che ha appe-na fornito le linee guida per ap-plicare la propria legge del 2012 e dalla Puglia che ha indivi-duato a fine 2012 gli ambiti di esclusione dalla Vas. Diverse altre Regioni, comunque, han-no rivisto con aggiornamenti la propria disciplina (si veda la tabella a fianco).

Gli obiettivi

Tra le diverse procedure pub-bliche poste a salvaguardia dell'ambiente, gli esiti della Vas offrono un quadro diriferi-mento per le valutazioni am-bientali più di dettaglio.

La Vas deve «garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e contribuire all'integrazione di considera-zioni ambientali all'atto del-l'elaborazione, dell'adozione e approvazione dei piani e pro-grammi assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile». Lo svolgimento della procedura è disciplinata dal decreto legislativo 152/ 2006, che ha recepito la diretti-va 2001/42/Ce, con la quale la salvaguardia e la tutela ambien-tale sono state anticipate già al-

la fase di programmazione e pianificazione.

Le Regioni

C on la delibera della Giunta re-gionale 331 del 28 marzo 20131a Liguria ha fornito gli indirizzi operativi per l'applicazione della Lr 10 agosto 2012, n. 32.

Sulla scia dell'orientamento di altre Regioni, la Liguria indi-vidua l'ambito di applicazione delle norme nei piani e pro-grammi che - per le modifica-zioni diffuse che possono ap-portare al territorio - sono su-scettibili di produrre impatti ri-levanti sull'ambiente. La lista comprende quelli con i quali si interviene nei settori dell'agri-coltura, della foresta, della pe-sca, dell'energia, del turismo, della pianificazione territoria-le o della destinazione dei suo-li; nel settore dei trasporti, so-no compresi anche i pianirego-latori dei porti di interesse in-ternazionale.

Niente Vas, invece, per i pia-ni di protezione civile per sal-vaguardare l'incolumità pub-blica, i progetti di piano-stral-cio per la tutela dal rischio idro-geologico e quelli operativi dei

La valutazione ambientale strategica (Vas) analizza l'impatto sull'ambiente e sul territorio di piani infrastrutturali e urbanistici. In pratica, con la Vas si anticipa lo studio dell'impatto ambientale degli interventi alla fase iniziale della programmazione. Rispetto alla Via (valutazione di impatto ambientale), la Vas non si limita allo studio di un singolo intervento o di una singola infrastruttura. La direttiva europea sulla Vas è la 2001/42/Ce, recepita in Italia attraverso il decreto legislativo 152 de12006.

piani urbanistici comunali. Con la legge regionale 14 di-

cembre 2012, n.44 anche la Pu-glia si è dotata di una propria disciplina di Vas. Nell'indivi-duare gli ambiti di esclusione da questo livello di valutazio-ne ambientale, il legislatore pugliese ha riservato una par-ticolare attenzione ai piani ur-banistici.

Sono escluse le varianti ur-banistiche assunte per l'ap-provazione dei piani di aliena-zione e valorizzazione immo-biliari che riguardano picco-le aree locali o modificano marginalmente quelli già sot-toposti a Vas.

Non necessitano della valu-tazione anche gli strumenti at-tuativi di piani urbanistici già sottoposti a Vas, purché la pia-nificazione generale defini-sca già l'assetto localizzativo delle nuove previsioni e delle dotazioni territoriali, gli indi-ci di edificabilità, gli usi am-messi e i contenuti planovolu-metrici, tipologici e costrutti-vi degli interventi.

Anche le Marche sottopon-gono a condizioni l'esonero dalla Vas delle varianti ai Prg e ai loro strumenti di attuazione. Non devono, tra l'altro, com-portare incrementi del carico urbanistico, né prevedere ope-re per le quali è richiesta la va-lutazione di impatto ambienta-le o di incidenza.

Sono escluse anche le va-rianti che comportano il tra-sferimento di capacità e difica-toria in siti diversi da quelli originari, purché l'incremen-to della stessa capacità edifica-toria per uso residenziale non ecceda il 20% del volume esi-stente entro il tetto di 200 mc,

o la stessa percentuale ma en-tro il limite dei 400 mq per gli usi non residenziali.

Di recente anche la Regione Veneto (articolo 4o della Lr 13/2012; Dgr 1646 del 7 agosto 2012) è intervenuta per detta-gliare l'applicazione della Vas ai piani urbanistici.

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APPROFONDIMENTO ONLINE

La mappa delle norme regionali wystildsofe24oEeLo3 ploEmeidocumerd

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nieDRilE eglioIVnEi Lhlainno suddivisole competenze sulla vas tra Regione stessa e provincia. Tra

queste Emilia Romagna, Sardegna, Marche, Umbria e Liguria, Campania, Ruglia e Friuli Venezia Giulia le hanno ripartite tra Regione e Comuni

I L'ACCENTRAMENTO Nel Lazioeio Provincia di Bolza no la competenza rgueni icoa na e al ffidata all ' ente

e o provin Altre Regioni hanneO af 1 A

41e. ato la Vas allo stesso

ente che elabora pianoo il programma

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le se&te, Riparto in base al principio di sussidiarietà verticale

Competenze affidate a Province e Comuni

Nella distribuzione, tra i di-versi livelli istituzionali, delle competenze in materia di Vas, le Regioni si sono mosse in pre-valenza inbase al principio della sussidiarietà verticale, ovvero cercando di affidare la compe-tenza all'ente più direttamente interessato al piano da valutare.

Alcune (Emilia-Romagna, Marche, Sardegna, Umbria) condividono la competenza so-lo con le Province. A questo schema si è adeguata anche la Liguria con la Lr 32/2012, di re-golamentazione della materia, mentre nel Lazio l'autorità competente è individuata, per i piani e programmi relativi a tutti i livelli di governo del terri-torio, nella struttura regionale dell'assessorato all'Ambiente.

In via generale viene indivi-duato il livello regionale per i piani e programmi la cui pater-nità è interamente attribuita al-la Regione, ma in alcuni casi es-sa è autorità competente an-che per quelli sui quali è tenuta a esprimere anche solo un pare-re obbligatorio. Per lo svolgi-mento della valutazione le Re-gioni si avvalgono delle pro-prie strutture interne oppure delle agenzie regionali per l'ambiente; la Toscana fa ricor-so al nucleo di valutazione de-gli investimenti pubblici.

Le Province si occupano dei propri piani e programmi o di quelli promossi dagli enti isti-tuzionalmente sotto ordinati: a esse compete quindi la Vas sui piani territoriali di coordi-namento territoriale e sui pia-ni urbanistici dei Comuni.

In alcune Regioni (tra le qua-li Abruzzo, Piemonte e Tosca-na) i piani regolatori generali

vengono sottoposti a Vas dagli stessi Comuni, sulla base del criterio generale che della valu-tazione debba essere responsa-bile lo stesso livello istituziona-le al quale compete l'approva-zione dello strumento di piani-ficazione o programmazione oggetto di Vas. Questa è la ri-partizione delle competenze che opera anche in Lombardia.

Molte Regioni hanno istitui-to degli uffici tecnici di suppor-to ai piccoli Comuni. La norma-tiva della Campania (la quale con la delibera n. 63 del 7 mar-zo 2013 ha modificato il discipli-nare organizzativo della valu-tazione) specifica che l'ufficio dell'ente preposto alla valuta-zione ambientale strategica de-ve obbligatoriamente essere

Le leggi

diverso da quello al quale sono attribuite le funzioni in mate-ria urbanistica ed edilizia.

La preoccupazione, di ordi-ne più generale, di evitare che controllato e controllore coin-cidano è anche di altre Regio-ni. Lombardia e Toscana disci-plinano l'argomento con nor-me identiche, le quali prevedo-no che l'autorità competente per la Vas sia individuata sulla base di questi requisiti:

separazione rispetto all'au-torità procedente;

adeguato grado di auto-nomia;

competenza in materia di tu-tela, protezione e valorizzazio-ne ambientale e di sviluppo so-stenibile.

L'autorità alla quale la norma-tiva regionale attribuisce il com-pito di svolgere la valutazione sull'approvazione dei documen-ti originari di programmazione, è, ovviamente, la stessa che si oc-cuperà della Vas nel caso ai pia-ni vengano apportate varianti non esenti dalla valutazione.

Le normative regionali han-no posto attenzione a evitare o a contenere l'accavallarsi di va-lutazioni. Il principio ricorren-te è quello di non sottoporre a Vas - o a verifica di assoggetta-bilità a Vas - i piani e i program-mi di rango inferiore a quelli nei cui contesti si sviluppano, a condizione che i piani di ran-go superiori siano già stati og-getto di valutazione.

La regola non vale, natural mente, se i piani attuativi pre-vedono interventi e iniziative che non sono già state ogget-to di valutazione nei piani so-vraordinati.

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L'& pmvvedúnento, L'i ncognita

Le anticipazioni per l'Imu a rischio di costi «occulti» Anna Guiducci

Il decreto «blocca-Imu» (articolo i del D154/2013) sta-bilisce la sospensione del ver-samento della prima rata dell'imposta per abitazioni principali, edilizia sociale e rurali, e per fronteggiare la crisi di liquidità dei Comuni dispone, sino al 30 settembre 2013, un ulteriore incremento del limite massimo dell'anti-cipazione di tesoreria (artico-lo 222 del Tuel, modificato dall'articolo 1, comma 9, Dl 35/2013). Gli importi che ogni Comune può chiedere al pro-prio tesoriere in aggiunta ri-spetto ai limiti massimi di leg-ge sono stabiliti nell'allegato A al decreto.

Gli oneri per interessi rela-tivi alle maggiori anticipa-zioni di tesoreria saranno rimborsati a ciascun Comu-ne dal ministero dell'Inter-no, con modalità' e termini che dovranno essere fissati con provvedimento da adot-tare entro i 20 giorni succes-sivi all'entrata in vigore del D1 54/13.

Il richiamo alla «maggio-re» anticipazione lascerebbe

intendere un impegno a cari-co del bilancio statale solo in riferimento alle eventuali somme che il tesoriere doves-se accordare in aggiunta al li-mite dei cinque dodicesimi delle entrate del penultimo bi-lancio precedente.

Il decreto sblocca-debiti

IL PROBLEMA

La compensazione prevede interessi a carico dello Stato solo per le quote «maggiori» rispetto ai cinque dodicesimi già previsti dalla normativa

aveva infatti aumentato, fino al 3o settembre 2013, il limite di ricorso all'anticipazione di tesoreria da tre a cinque dodi-cesimi, disponendo, per i Co-muni, un vincolo sul gettito Imu di competenza dell'eser-cizio in corrispondenza delle maggiori somme ricevute.

L'interpretazione letterale della norma non appare tutta-via in linea con l'analisi dei motivi che hanno condotto al-la sua stesura. L'eventuale ri-

corso all'anticipazione straor-dinaria entro i limiti di cui all'allegato A deriverebbe so-lo dallo sfasamento nei tempi di riscossione del tributo, quindi non si giustifichereb-be l'assunzione di oneri finan-ziari a carico del bilancio co-munale.

In altre parole, gli interessi passivi dovrebbero essere po-sti a carico dello Stato, fino a concorrenza di una esposizio-ne debitoria pari al mancato gettito Imu, a prescindere dall'eventuale precedente uti-lizzo di anticipazioni.

È opportuno che nel decre-to attuativo, o in sede di legge di conversione, si provveda a chiarire questi aspetti, e che vengano disciplinate anche le condizioni per l'accesso al prestito, tra le quali il tasso applicabile (alcuni istituti bancari stanno chiedendo la revisione delle clausole pre-viste in convenzione di teso-reria) e gli obblighi delle par-ti in funzione delle dinami-che finanziarie connesse all'utilizzo delle somme ed al loro reintegro.

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La sc-Aanza Le istruzioni dell'Avcp

Online in settimana i dati sugli appalti Alberto Barbiero

Le Pa, le partecipate e con-trollate devono entro il 15 giu-gno pubblicare i dati di sintesi su tutti gli appalti del 2012 e co-municare l'avvenuto adempi-mento all'Autorità sui contratti.

L'Autorità ha definito con la deliberazione 26/2013 le infor-mazioni essenziali che ogni sta-zione appaltante pubblica do-vrà pubblicare sulla sezione «amministrazione trasparen-te» del proprio sito (articolo i, comma 32 della legge 190/2012). L'operazione andrà effettuata a regime entro il 31 gennaio di ogni anno per gli ap-palti dell'anno precedente (fer-ma restando la pubblicazione progressiva delle informazioni relative a ciascun appalto).

La tabella riassuntiva indivi-dua per ogni affidamento, indi-pendentemente dal valore, gli elementi che lo identificano (facendo leva sul Cig) e che ne delineano il percorso di aggiu-dicazione (procedura, elenco concorrenti, aggiudicatario, importo appalto, ecc.). Nella tabella vanno indicati anche i tempi di completamento del-l'appalto e l'importo pagato. La pubblicazione deve essere in XML e la licenza d'uso non potrà prevedere limitazioni ri-spetto a quanto stabilito dalla legge 190/2012: per i fruitori, quindi, dovrà esservi la possi-bilità si scaricare liberamente i documenti e di rielaborare i

dati. L'Autorità effettuerà veri-fiche-test tra il i° gennaio e il 3o aprile di ogni anno con ac-cessi a breve distanza. Qualo-ra gli accessi non consentano la disponibilità dei dati, la sta-zione appaltante sarà conside-rata inadempiente, con conse-guente segnalazione alla Cor-te dei conti.

Insieme alla pubblicazione sul sito, le amministrazioni de-vono comunicare le informa-zioni alla stessa Autorità, ma l'adempimento è assolto con le comunicazioni obbligatorie all'Osservatorio previste dal-l'articolo 7 del Codice contrat-ti per gli affidamenti sopra 4omila euro. Per quelli inferio-ri, la comunicazione è assolta con la pubblicazione sul profi-lo di committente e i dati per l'acquisizione del Cig. Per assi-curare l'effettività dell'adempi-mento, le stazioni appaltanti dovranno inviare via Pec all'Autorità, sempre entro il 15 giugno, un'attestato della pub-blicazione delle schede sugli affidamenti, comprensiva del-l'indicazione dell'url del sito, inoltrandola mediante posta elettronica certificata.

L'Autorità precisa come i sog-getti che abbiano già effettuato comunicazioni finalizzate a da-re esecuzione alle norme della legge anticorruzione debbano adeguarsi alle nuove modalità sempre entro il 15 giugno.

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IìMÀ19111.1

Boa 3rit.0.. ■ hina

Cornuti-t al voto senza relworte di fine mandato

Sul Sole 24 Oré del 20 ma io è stato sottolinea il fatto che le amministrazioni sono

l'ennesima volta al voto senza l'obbligo di redigere lairelazione di fine mandato, prevista dal

federatismofiscute ma mal attuata.11 provvedimento attuMivo è andato in «Gazzetta Ufficiale» 11 '29 maggio, giorno del voto

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Federathmo, Entro 90 giorni dal via

Con i nuovi sindaci debutta finalmente 1'«esame» dei conti

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Ettore Jorio 11 2013 sarà ricordato per il

primo vero esame per sindaci. Gli eletti nella tornata elettora-le del 26/27 maggio e quelli usciti dal ballottaggio di ieri e oggi saranno infatti tenuti, en-tro 99 giorni dalla formalizza-zione dell'incarico, a redigere la relazione di inizio mandato.

In tutta Italia sono stati in 719 a votare. Record in Sicilia (im). Meno di tutti in Trentino Alto Adige (i). Non scherzano la Lombardia (95), la Campa-nia (89) c il Piemonte (50). Ma pure Calabria, Lazio, Puglia e Veneto con oltre m) ciascuna.

Tanti (39) i Comuni al voto interessati dallo scioglimento per mafia. È viva la speranza che i cittadini abbiano saputo scegliere meglio di come han-no fatto ieri. I risultati che so-no usciti dalle urne misureran-no il grado di civiltà raggiunto dai Comuni afflitti da questo fenomeno nel fare abortire ogni tentativo della "mafia" di reimpossessarsi delle istitu-zioni.

Cos'è la relazione di inizio mandato? E' uno strumento, introdotto nell'ordinamento con l'articolo 2, comma 3, del 01174/2012.

Ogni sindaco eletto deve dar conto ditutto ciò che tro-va, così come quello uscen-te deve dare conto di quanto lascia.

Più esattamente, il suben-trante - a tre mesi dal suo inse-diamento - dovrà sottoscrive-re larclazione di inizio manda-to, predisposta dal responsabi-le del servizio finanziario o dal segretario generale.Da un tale documento dovrà emergere l'intervenuta verifica della si-tuazione fmanziaria e patrimo-niale, nonché la misura dell'in-debitamento dell'ente, rappre-sentato nella sua specificità.

Un atto di particolare im-portanza, dal momento che dai suoi esiti dipenderanno le sorti della gestione del nuovo sindaco, anche in relazione al-la scelta di ricorrere o meno al-le procedure anti-default. Co-stituirà lo strumento giuridico-contabile con il quale doversi misurare a fine sindac Mura ma anche middle term.

Dunque, un appuntamento importante per i sindaci. Ma anche per i cittadini che avran-no, finalmente, la possibilità di conoscere lo stato di salute dei conti del loro comune, in rapporto al quale dovranno o

meno pagare le fiscalità più elevate possibili.

«Peccato non averlo saputo prima del voto», è ciò che esclameranno in tanti.

Certo, perché la quasi totali-tà dei sindaci uscenti non ha adempiuto a redigere, entro i 90 giorni antecedentile elezio-ni, la relazione di fine del man-dato perché graziatila una rei-terata " disattenzione" nel pre-disporre il relativo schema (II Sole 24 Ore del 2o maggio scor-so). Un adempimento pensato

VOLTA I politici usciti vincenti

dalle urne dovranno

mettere nero su bianco

situazione finanziaria

e patrimonio

per due ordini dimotivi: a) ave-re modo di conoscere le male-fatte gestionali dei sindaci uscenti e perseguirli "secondo (de)merito"; b) garantire la consapevolezza ai cittadini, utile a votare meglio e a sce-gliere chi più merita. I ritardi nel perfezionare il relativo schema, oggi in Gazzetta Uffi-ciale (llSolez4Ore dell'i giu-gno scorso), hanno fatto sì che ciò non succedesse sia nel 2012 che nel 2013.

On. ZIDK ERVA,

La prima puntata

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TemAgA scadutt Le mancate iscrizioni alla piattaforma di certificazione

Su 875 enti «non pervenuti» ora pende la mai-sanzione Valeria Uva

La partita del decreto «sblocca-debiti» n. 35/2013 non è ancora chiusa. Neanche per quanto riguarda gli adempi-menti già scaduti.

Mentre infatti il provvedi-mento ha concluso l'iter norma-tivo con la defmitiva conversio-ne in legge la scorsa settimana, ci sono ancora enti locali che a più di un mese dalla scadenza del termine per registrarsi alla piattaforma di certificazione del credito mancano all'appel-lo. Enti che sembrano resistere a qualsiasi minaccia di sanzioni.

Gli assenti non sono pochissi-mi: secondo le cifre contenute in una nota riservata della Ra-gioneria dello Stato (che il Sole 24 Ore è in grado di anticipare) sono 875 le amministrazioni mancanti, su un totale di 6.247 che avevano la possibilità di iscriversi alla piattaforma e pre-notare spazi finanziari per l'al-lentamento del patto di stabili-tà interno. Gli assenti valgono quindi il 14% del totale degli en-ti interessati.

Al contrario, si sono iscritti al-la piattaforma del Tesoro 5.265 Comuni e 107 Province. A man-

care ancora all'appello sono so-prattutto gli enti più piccoli: ben 717 sul totale di 875 sono i Comuni tra i mille e i 5mila abi-tanti, come prevedibile i più in difficoltà anche perché coinvol-ti solo da quest'anno nei vincoli del patto di stabilità interno. Pe-raltro, sulle cifre non c'è ancora

COgS.EGUENZE

Peri dirigenti responsabili multa da 100 euro per ogni giorno di ritardo e taglio fino a[1'80% della retribuzione di risultato

uniformità: secondo il monito-raggio dell'Associazione dei co-struttori (Ance) gli assenti sa-rebbero un po di più, circa 1.30o, con un 50% delle realtà del Trentino Alto Adige e un 34% della Sardegna non ancora iscritte. La discordanza potreb-be essere però imputabile an-che alla lentezza con cui si com-pleta il processo di accredita-mento: passano infatti diversi giorni dalla richiesta della pas-sword all'arrivo all'amministra-

zione, passaggio che sancisce il perfezionamento del processo. Ma, in questo caso, la Ragione-ria ha già precisato che per evi-tare le sanzioni previste per i ri-tardatari fa fede il messaggio di posta elettronica rilasciato in automatico dal sistema che atte-sta la corretta acquisizione del-la richiesta di accreditamento da parte dell'ente.

Per tutti gli altri, quelli che, al contrario, non hanno ancora av-viato la registrazione sta giran-do senza sosta nel frattempo il contatore delle sanzioni: il D135 prevede un taglio da 100 euro per ogni giorno di ritardo a cari-co dei responsabili finanziari che non hanno accreditato il proprio ente entro il 29 aprile (articolo 7, comma 2 del decre-to). Non solo: sia il mancato ac-creditamento che la "dimenti-canza" relativa all'iscrizione di qualche credito pesano sulla va-lutazione della performance in-dividuale dei dirigenti e fanno scattare una responsabilità che in base alla legge Brunetta (arti-colo 21 del Dlgs 165/2001) può ta-gliare fino alE8 o% della loro re-tribuzione di risultato.

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Bonus inutilizzati So n o d gli spazi finanziari ottenuti

pattote . ai Comuni con il

gQ

ale che non si sono tradotti in pagamenti

La spinta ks l'incremento dei

pagamenti effettivi

Iirecord E l'«eccesso di risparmio rispetto agli obiettivi di Patto 2012 negli enti del Piemonte

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Sblocca-debfti, I numeri della Corte conti sugli effetti ottenuti dagli incentivi «verticali» che il 1135 ha ampliato per quest'anno

Patto, incagliati anche ibonus Nel 2012 solo il 46% degli aiuti regionali si è tradotto in pagamenti alle imprese

Gianni Trovati

Accanto ai «bonus» da chie-dere al ministero dell'Economia, il decreto «sblocca-debiti» del-la Pubblica amministrazione ap-pena approvato in via definitiva dal Parlamento gioca la carta del «Patto regionale incentivato». Si tratta dello strumento che ha de-buttato l'anno scorso con il decre-to di luglio sulla revisione di spe-sa, che chiede alle Regioni di con-cedere spazi finanziari ai Comu-ni in cambio di un "premio" stata-le, e che quest'anno cresce in mo-do drastico proprio grazie al Dl sblocca-debiti: l'articolo i-bis fa crescere la dote da 800 milioni a 1,27 miliardi, la estende al 2014 e dà tempo fino al 3o giugno per ri-partire le risorse.

Lo strumento moltiplica il pro-prio impatto grazie all'effetto leva, perché le Regioni ricevono sul pro-prio Patto uno sconto pari

all'83,33% degli spazi fmanziari ce-duti ai Comuni del territorio, per cui gli 1,27 miliardi messi sul piatto dal decreto possono produrre scon-ti complessivi da 1,52 miliardi: tutti da utilizzare per il pagamento dei vecchi debiti in conto capitale nei confronti delle imprese.

Sulla carta, insomma, il mecca-nismo è potente, ma alla sua pri-ma prova sul campo sembra aver mancato proprio il suo obiettivo-principe, cioè lo sblocco consi-stente dei pagamenti incagliati. L'inghippo si scopre spulciando le tante tabelle prodotte dalle se-

nR

L'anno scorso i sindaci hanno bloccato 677 milioni che per la finanza pubblica potevano essere spesi per liquidare le fatture

zioni riunite della Corte dei conti nell'ultimo Rapporto di coordina-mento sulla finanza pubblica. Nel 2012, scrivono i magistrati conta-bili, i Comuni hanno accumulato un avanzo di competenza mista intorno ai 2,5 miliardi, superando di slancio gli obiettivi di finanza pubblica che chiedevano di arri-vare a i,8 miliardi. un «eccesso di risparmio» di 70o milioni (671,6, per la precisione) che natural-mente indica pagamenti resi pos-sibili dalle regole di finanza pub-blica ma non effettuati dalle am-ministrazioni.

La Corte dice di più, e spiega che gran parte di questo surplus si è accumulato proprio nelle pie-ghe del Patto regionale, che ha avuto un successo enorme fra i sindaci ma un effetto decisamen-te più tenue del dovuto. Secon-do i calcoli della Corte è rimasto inutilizzato il 54% delle risorse

I dati

mosse dall'incentivo, che avreb-be potuto far crescere i pagamen-ti effettivi di ben oltre il 50% e in-vece si è limitato a gonfiarli del 27,9%: non è poco, ma è la metà scarsa del potenziale. La media nazionale nasconde ovviamen-te casi reali ancora più gravi, a partire dal Piemonte (una delle Regioni storicamente più attive nei patti territoriali fin da prima degli incentivi statali) dove il sur-plus ha raggiunto addirittura il 136% dell'obiettivo di Patto: in Puglia il risparmio in eccesso è stato pari all'81% dell'obiettivo, in Veneto al 73% e in Toscana al 67 per cento. Guardando la me-daglia dall'altro lato, si scopre poi che in Lombardia i risultati concreti della "solidarietà" terri-toriale sono stati minimi, con un aumento dei pagamenti di solo il 6%, mentre solo i Comuni del La-zio sono riusciti a raddoppiarli

abbondantemente (+136,4%). Come si spiegano questi nu-

meri? La prima ragione è rappre-sentata dal consueto diluvio nor-mativo, che cambia più volte in un anno gli obiettivi finanziari assegnati a ogni Comune ren-dendo impossibile la program-mazione. Su un terreno così acci-dentato, inciampa la gestione dei Comuni, che ha problemi di suo come mostra anche il sostan-ziale fallimento dell'altro Patto regionale, quello orizzontale (in cui i Comuni si scambiano spazi finanziari fra di loro) oggi sospe-so: è ancora la Corte a rilevare che il 19,8% dei sindaci che han-no chiesto "aiuti" ai colleghi ha poi sforato comunque il Patto, e si trova ora a dover affrontare le sanzioni e in contemporanea a rimborsare i bonus ricevuti.

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O RIPRODUZIO

Patto, incagliati anche i bonus

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Core dei tonti, Sempre più eccezioni

Personale, la spesa può dribblare i tetti Giantuca Bertagna

Gli enti locali devono anco-ra ridurre le spese di persona-le? Diversi interventi interpreta-tivi stanno rivedendo le regole, creando di eccezioni legittiman-ti lo sforamento dei tetti. L'arti-colo i, comma 557, della legge 296/2006, costringe gli enti sog-getti al Patto a ridurre le spese di personale rispetto all'anno cor-rente; il comma 562 chiede agli enti non soggetti al Patto di non superare le spese 2008.

La Corte dei conti del Veneto, con la deliberazione 139/2013, ha ritenuto che se la violazione del tetto di spesa è conseguente a scelte non discrezionali un ente non può ritenersi inadempien-te, e quindi ricevere sanzioni. È un caso particolare, ma che avrà una risonanza ampia sui conte-sti in cui il principio potrebbe es-sere esportato. A causare il man-cato rispetto della norma è stata la modifica legislativa sull'anno da prendere a riferimento - per gli enti non soggetti a Patto - con spostamento dal 2004 al 2008; ciò è avvenuto nel 2012, compro-mettendo le scelte precedenti dell'amministrazione.

La Corte non ha dubbi nel rite-nere "giustificato" l'ente, per avere concesso una trasforma-zione del rapporto di lavoro da tempo parziale a tempo pieno di un dipendente sforando il tetto di spesa. Non è dato però sapere se davvero non fosse possibile nessun'altra azione sui compen-

si (trattamento accessorio del personale, riduzioni del fondo di parte variabile, revisione del-le posizioni organizzative, retri-buzione di risultato, ecc.), ma il dato è chiaro: la Corte dei conti del Veneto "salva" dalle sanzio-ni il piccolo ente.

Ed è successa, più o meno, la stessa cosa in Campania, laddo-ve la Procura della Corte dei conti ha ritenuto non sussisten-ti i presupposti dell'azione di responsabilità di un ente che aveva assunto nonostante il rapporto tra spese di personale e spese correnti fosse superio-re al 50% (si veda Il Sole 24 Ore del 31 maggio).

In questo caso, la Corte ha af-fermato che le norme sul conte-nimento della spesa di persona-le non possono comprimere di-ritti infungibili e funzioni fonda-mentali come l'istruzione pub-blica. Il giudizio prende lo spun-to dalla delibera46/2on delle Se-zioni riunite della Corte, che ave-va introdotto «eccezioni» evi-denziando che si potessero su-perare i limiti in presenza di in-terventi di somma urgenza e lo svolgimento di servizi essenzia-li. L'apertura della Procura con-tabile della Campania si estende però alle "funzioni fondamenta-li" che, come noto, sono undici. Non è così impossibile ipotizza-re, ora, i tentativi dei Comuni nell'individuare ulteriori spazi di manovra.

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Indestrà manifatturiera. Una ricerca di K Finance prende in esame La performance di 25mila società sulla base dei bilanci dal 2009 al 2011

Bologna in testa nel creare valore Varese e Parma ultime, Torino batte Milano - Ferrara è al top tra le province «emergenti»

Chiara Bussi

Il credit crunch, la produzio-ne ai minimi termini, l'impenna-ta dei fallimenti. Se la crisi non concede tregua e dilaga anche al Nord c'è un'Italia che viaggia controvento e crea valore in tem-pi difficili. Lo rivela una ricerca realizzata da K Finance per Bor-sa Italiana che ha passato ai raggi X oltre 25mila società di capitali con un fatturato superiore ai 5 milioni di euro. Pmi e imprese più grandi sul territorio, dove Bo-logna brilla tra le 25 province con il maggiore fatturato, seguita da Brescia, mentre la maglia nera va a Varese e Parma. Ferrara e Chieti sono invece le più promet-tenti nei territori a minore densi-tà di aziende e di ricavi. Un po' come succede con i Paesi emer-genti, sono loro le migliori dei "Next io" da tenere d'occhio nei prossimi anni.

Le due classifiche sono il risul-tato di un mix tra indicatori di bi-lancio classici e altri ingredienti che misurano la capacità di rea-zione, come la dimensione, il tas-so di crescita, marchi, brevetti, know how e vantaggio competiti-vo. Il capoluogo emiliano guida la Serie A del fatturato perché più di tutte ha saputo creare valore dal 2009 al 2011. Un risultato, spie-ga l'amministratore delegato di K Finance Filippo Guicciardi, re-so possibile «grazie all'ottima performance delle aziende mec-caniche trainate dall'export. In generale, comunque, vince chi sa innovare, punta sull'internazio-nalizzazione e riesce a ritagliarsi una nicchia di mercato. Prova evi-dente che sarà proprio la capaci-tà manifatturiera a salvare il no-

stro Peae se». Massimo Cavazza, presidente

della Piccola industria di Bolo-gna e vicepresidente dei "picco-li" di Confindustria non è sorpre-so dal buon voto ottenuto dalla sua città. «La crisi si fa sentire an-che qui - ammette -, ma il nostro tessuto produttivo sta cercando di reagire. Nel settore meccanico contiamo oltre 6o associati, dei quali la maggioranza ha meno di 5o dipendenti e abbiamo saputo creare una filiera altamente com-petitiva, dove l'export, soprattut-to in Europa, è ormai la strada ob-

CINQUE RICETTE Per fronteggiare la crisi vince chi punta su export, innovazione, ricerca, gioco di squadra e si ritaglia una nicchia di mercato

bligata anche per i più piccoli». Un altro asso nella manica è la ca-pacità di fare gioco di squadra. «Nel nostro territorio - spiega Cavazza - c'è una grande volontà di collaborazione. Lo dimostra il fatto che proprio a Bologna è na-ta la prima rete di imprese». Quel-la emiliana è però una performan-ce a due facce. Se il capoluogo di regione brilla, la creazione di va-lore si assottiglia a Reggio Emilia, mentre Parma arranca. «La pri-ma - spiega Guicciardi - paga la forte esposizione del mondo coo-perativo al settore dell'edilizia, tra i più colpiti dalla crisi. La se-conda continua a risentire della contrazione dei consumi privati che ha toccato per la prima volta

anche il settore alimentare». Brescia e Bergamo, situate in

una delle aree più dinamiche del Paese, guadagnano rispettiva-mente il secondo e quarto posto sulla spinta di alcune Pmi del comparto metalmeccanico, della chimica e della plastica. Il leitmo-tiv delle esportazioni è conferma-to dalla performance delle pro-vince venete, in particolare nel condizionamento e della refrige-razione industriale, che hanno retto bene alla crisi. Ben quattro province venete (Verona, Pado-va, Vicenza, Venezia) si trovano infatti nei primi dieci posti della classifica. Prima per fatturato e numero di imprese, a conti fatti Milano deve però accontentarsi della iqesima posizione, a sorpre-sa subito dopo Torino, dove la cri-si è cominciata prima del 2009 e le imprese sono riuscite a recupe-rare valore. Non è successo inve-ce aVarese, dove la crisi ha colpi-to al cuore alcuni comparti del settore tessile, che deve accon-tentarsi dell'ultimo posto.

L'altra classifica sposta il focus sulle dieci province che hanno creato più valore tra le 85 con mi-nore fatturato del campione. Una sorta di "campionato primavera" che conta 718 aziende, pari a circa il 2,3% del fatturato considerato. Qui il primato è ancora emiliano, con Ferrara in testa. Il dato sor-prende Roberto Bonora, diretto-re del l'associazione delle impre-se locali: «La situazione - dice - è negativa da molti anni e il terre-moto del maggio 2012 ha inferto un altro duro colpo. Ci sono però aziende del settore automotive che viaggiano controccorrente e ci auspichiamo che possano pre-

sto agire da traino. Abbiamo poi delle potenzialità e intendiamo coglierle nei prossimi anni». E ci-ta, ad esempio, la realizzazione della prima autostrada regionale dell'Emilia-Romagna, dalla città estense fino alla provincia di Par-ma «che dovrebbe consentire un'alternativa alla Ai e renderà strategica la provincia di Ferrara per i collegamenti con l'Adriati-co». I lavori, assicura, dovrebbe-ro partire tra un paio d'anni. Non solo. Il riscatto passa anche per i «tecnopoli», per portare la ricer-ca dall'Università alle aziende.

Al secondo posto c'è Chieti, che scommette sulla sua punta di diamante, l'automotive, per fron-teggiare i venti contrari. «Due an-ni fa - spiega il presidente di Unindustria Paolo Primavera - è nato un polo dell'innovazione e quest'anno partità il bando di ga-ra per realizzare un campus, un centro sperimentale di tecnolo-gie innovative». Per la realizza-zione la Regione Abruzzo ha già messo in campo circa 33 milioni di euro.

«Anche in tempi difficili- con-clude Barba Lunghi, responsabi-le mercati Pmi per Borsa Italiana - ci sono imprese che contribui-scono a creare valore per il terri-torio che le ospita, con filiere che possono contribuire a generare occupazione. È a loro che guar-diamo come potenziali candida-te per il nostro progetto Elite, par-tito nell'aprile 2012, per accompa-gnarle in un percorso di crescita. Abbiamo già raggiunto il traguar-do di ioo imprese e ci stiamo at-trezzando per accogliere 50-6o società all'anno».

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25.300 936 mld Società di capitali

Fatturato 2011 totale

del campione (in euro)

5 milioni Fatturato minimo

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Bolo«na m testa nel creare valore

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10/06/2013

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lls°1dOIS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Economie dinamiche ai raggi X

La classifica della creazione di valore dal 2009 al 2011 nelle 25 province a maggiore fatturato e delle prime 10 più promettenti nelle rimanenti 85

RANKING PER CREAZIONE DI VALORE Variazione % della creazione di valore

LE "NEXT TEN" dal 2009 al 2011

1 Bologna +67,5 1 Ferrara

2 Brescia +66,6 2 Chieti

3 Genova +59,7 3 Massa-Carrara

4 Bergamo +50,3 4 Palermo

5 Verona +45,2 5 Biella

21 Trento -7,2 6 Foggia

22 Mantova -11,2 7 Trieste

23 Cuneo -19,3 8 Crotone

24 Parma -34,2 9 Imperia

25 Varese -40,6 10 Vercelli

Fonte: K Finance

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Sta rtu Ore 14.30

Presentazione nell'Auditorium di via Monte Rosa, 91 a Milano

Ore 14.45 Spunti per la rinascita

Ore 15,15-19,30 Visita ai 170 "baracchini"

delle sta rtup e ai tavoli del "Qua lcosatori delle Startup"

Ore 15,30-16,30 Investire in piccole imprese:

qua li rischi, quali opportunità

Ore 16,30 -18,30 L'Europa delle Startup L'Esperto risponde - Cosa è

cambiato con il decreto sviluppo

10/06/20/3

Periodicità: Quotidiano

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Evend, A Milano lunedì 17 giugno

Fiera delle start up in scena al «Sole» Barbara Bisazza

Non solo app. Attorno alle applicazioni per fornire servizi su tablet e smartphone, in mobi-lità, fiorisce una parte rilevante delle start up innovative. Ma ol-tre all'Ict le startup trovano am-biente fertile in molti altri setto-ri, tra cui turismo, fashion, food o sport.

Mentre per le startup innova-tive si attendono i provvedi-menti attuativi del decreto cre-scita 2.0, convertito a dicembre con la legge 221/12 (dal varo defi-nitivo degli sgravi fiscali per le società e le persone fisiche che vi investono, al regolamento C onsob per la raccolta di capita-li di rischio via web), nel Regi-stro delle startup si contano or-mai oltre ottocento imprese.

Ma per quanto tempo un'im-presa rimane una startup? Nel giro di qualche anno deve con-solidarsi, trovare nuovi soci, sviluppare il business.

Anche per questo è impor-tante la Fiera delle Startup, che per il secondo anno raduna a Milano, il prossimo lunedì 17 giugno nella sede del Sole 24 Ore (via Monte Rosa, T), oltre loo startupper, in una gara di creatività nel corso della quale le giovani imprese potranno presentare le proprie iniziative in spazi dedicati e attrezzati tec-nologicamente.

Sarà l'occasione per entrare in contatto con potenziali inve-stitori e con realtà come accele-ratori e incubatori, che offrono servizi utili a chi vuole creare una propria impresa. Interver-ranno anche i principali fondi di venture capitai e associazio-ni di business angels.

Chi desidera partecipare può caricare unvideo di presen-tazione della propria startup -della durata massima di 3 minu-ti - sul sito www.fieradelle-startup.com. I video potranno essere visualizzati e votati tra-mite i "like" di Facebook.

Il programma della giorna-ta prevede la presentazione di nuovi progetti a sostegno dell'imprenditoria ("Adotta

una Startup" di Confindustria e "Back to Work" del Gruppo 24 Ore) e la segnalazione di op-portunità a livello europeo, ma anche momenti di appro-fondimento e confronto su te-mi al centro della costituzione e gestione di una startup, con la partecipazione di studi lega-li che chiariranno molti aspet-ti tecnici.

L'evento è realizzato con la collaborazione di Nòva24, Ra-dio24, StartupBusiness, Star-tupp ami, Expo Milano, Camera di commercio di Milano, Regio-ne Lombardia, European Inno-vation & Technology ICT Labs e Create.Net, Eppela, Nuvolab, LambdaGo, 240RE Cloud, Backto Work24, 240RE Forma-zione ed Eventi. Il programma completo è sul sito www.fiera-startup.ilso1e24ore.com.

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?FE GRILLO

pressunE t

9 ECIINUSLIED.1:111.11MICII 11: POUTICO

Direttore Responsabile: Pierluigi Magnaschi

10/06/2013

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Enti locali , l'incarico non rende attivo il revisore 11 dlgs 39/2010 e i decreti attuativi

sinora emanati hanno lasciato alcuni dubbi su aspetti che impattano sulla operatività dei revisori: un primo di- lemma è se l'incarico di revisione in un ente locale possa essere utilmente speso per iscriversi nella sezione dei revisori attivi. In attesa di una rispo- sta ufficiale, la soluzione positiva non sembra percorribile in quanto tratta si di revisione disciplinata dal Tuel avente una propria tipizzazione che

non coincide con la revisione dei conti nell'ambi- to delle società commerciali. Al riguardo basti pensare che un dottore com- mercialista non iscritto al re- gistro del revi- sori può essere legittimamente nominato revi- sore di un ente locale. Inter- pretazione con-

fermata dal Tar del Lazio che, con la sentenza n. 3092/2013, ha chiarito come la normativa introdotta dalla direttiva 2006/43/Ce recepita in Ita- lia dal dlgs 39/2010, si applichi «allo svolgimento delle funzioni di reviso- re contabile presso i soggetti di di- ritto privato, nonché enti di diritto pubblico, e non anche espressamente presso enti locali» e che per questi ultimi il legislatore «in ragione della diversa natura e ambito di attività,

ha coerentemente stabilito una spe-cifica ed autonoma previsione legi-slativa di rango primario».

Altro dubbio rilevante è quello re-lativo alla definizione del triennio entro il quale verificare se i «vecchi» revisori, già iscritti nel registro alla data del 13/9/2012, abbiano ricoperto almeno un incarico di revisione lega-le dei conti o una collaborazione con una società di revisione. Non è chia-ro, infatti, se il computo del triennio vada effettuato partendo dalla data di comunicazione della iscrizione al nuovo registro ai sensi del dm 145/2012 e tornando indietro, oppu-re se il triennio sotto esame debba essere quello a partire dalla data di comunicazione.

Una soluzione razionale farebbe propendere per una iniziale iscrizio-ne di tutti i revisori nella sezione degli attivi salvo procedere all'iscri-zione d'ufficio nella sezione inattivi, terminato il primo triennio, di coloro i quali non avessero assunto alcun incarico di revisione legale dei con-ti o di collaborazione con società di revisione. Se passasse tale interpre-tazione occorrerebbe precisare uffi-cialmente che l'opzione prevista per i «vecchi» revisori dall'art. 17 del dm 145/2012, di comunicare all'atto della prima formazione del registro la scelta della sezione inattivi, è di tipo volon-taria e non vincolata dalla presenza o meno di incarichi in corso. La scelta interpretativa non è di poco conto: se un iscritto al registro dei revisori al 13/9/2012 non avesse avuto incarichi nel triennio precedente alla comunica-

zione della propria iscrizione al nuo-vo registro si troverebbe a transitare immediatamente nella sezione inattivi con la materiale impossibilità, di assu-mere eventuali incarichi futuri se non previa dimostrazione di aver svolto un corso di «riqualificazione» di almeno 60 ore e non potrebbe neppure essere dominus nei confronti di tirocinanti re-visori. L'auspicio è che su questi temi al più presto si pronunci ufficialmente il Mef.

Anche in materia di formazione ob-bligatoria si è tra «coloro che sono sospesi»: il regolamento attuativo del Mef non è stato ancora pubblicato per cui gli obblighi previsti sia per i reviso-ri attivi che per gli inattivi di fatto non sono applicabili. In più c'è da sottoli-neare come la bozza di regolamento per la consultazione pubblica, all'art. 3 prevede che il ciclo formativo è trien-nale e che il primo triennio decorre dal 1° gennaio successivo all'entrata in vigore del regolamento. A tale ultimo proposito l'art. 15 della bozza di re-golamento prevede l'entrata in vigore dello stesso decorsi 180 giorni dalla pubblicazione. Logica conclusione è che se il regolamento sulla formazio-ne non venisse pubblicato a strettissi-mo giro gli obblighi formativi specifici non sarebbero applicabili dal 1° gen-naio 2014 ma slitterebbero al 2015. Nel mentre il revisore iscritto nella sezione inattivi che dovesse ricevere una proposta di incarico non dovreb-be avere impedimenti all'accettazione senza assolvere agli onerosi obblighi formativi previsti dalla norma.

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Modulo ad hoc per gli inattivi

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Il premier Enrico Letta

Il leader del Pdl Silvio Berlusconi

Il magistrato Anton io Ingroia

Se Letta cambia il paese io sto con Letta, se questo significa che sta al governo per 20 anni, va bene. Non ho ambizioni personali, ma per il paese

Non voterei l'ineleggibilità di Berlusconi: sono 19 anni che viene eletto, non è che perché viene eletto ci si inventa il giochino dell 'ineleggibilità

Ingroia che va in Guatemala, torna in Italia e si candida, perde le elezioni, lo mandano ad Aosta e si mette in ferie Uno spot per Berlusconi

"L'allarme della Cgil che dice che l'Italia ripai tirà solo nel 2076, quando si tornerà agli stessi livelli di occupazione pre-cris .

terrorismo psicologi Pagina 2

la Repubblica Direttore Responsabile: Ezio Mauro

10/06/2013 press unE

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"Subito data e regole del congresso poi deciderò se candidarmi stavolta non mi faccio fregare" Renzi a Firenze: il P d non chieda garanzie a Berlusconi

FIRENZE — «Epifani fissi la data del congresso». Niente scherzi però: «Stavoltanon mifaccio fregare, prima le re-gole». Intervistato nel giorno di chiusura della "Repub-blica delle Idee" dalvicedirettore M assimo Giannini e da Claudio Tito, in un salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio stracolmo, il sindaco di Firenze Matteo Renzi parla della sua ormai vicina candidatura alla guida del Pd. Parla del governo Letta. E di cosa è e dovrebbe essere oggi la sinistra.

Sindaco Renzi, se il governo dura lei può rischiare di perdere il treno per Palazzo Chigi. Che intende fare?

«Perdo il treno? No, perché io faccio il sindaco un me-stiere bellissimo che non cambierei mai, se nonper cam-biare l'Italia. Oggi si è riaperta la partita e la chiave è il Pd: caro Epifani, devi fissare la datadel congresso. Leggo che forse si fa a febbraio, forse si cambiano le regole. Non scherziamo. Per statuto entro il 7 novembre devono es-serci assemblea e segretario nuovo. Ci sono due date: i13 novembre oppure i127 ottobre. Epifani decida: noi ci te-niamo liberi e poi vediamo. Stavoltanon mi faccio frega-re, prima si fanno le regole e poi dico se mi candido».

Lei dice primale regole. «Sì, pare che vogliono mettere Vico Stumpo a decide-

re le regole. Spero sia una battuta, sarebbe come mette-re Dracula presidente dell'Avis. Le regole le abbiamo fat-te l'altra volta».

Ma se le regole fossero condivisibili, lei si candide-rebbe?

«La discussione è su che partito vogliamo. Se il Pd con-cepisce se stesso come strumento burocratico a servizio di una classe dirigente, che è quella che già c'è, o se inve-ce riesce a risvegliare la speranza p er gli italiani».

Non lo può fare un segretario di transizione? «Il segretario fissi la data, le regole e io poi dico cosa

faccio. Io ho fatto una battagliacon le primarie per smuo-vere le acque, stavoltaperò non faccio battaglia in solita-rio, io contro tutti. Non voglio questo adesso: se nel Pd montala richiestadi cambiare davvero l'Italia allora cid-fletteremo».

Resta l'impressione di un dualismo tra lei e "loro", che il Pd sia per lei unasorta di taxi. È così?

«Un pezzo di Pd aveva chiesto che nella rosa dei nomi da portare a Napolitano ci fosse anche il mio nome. Poi è andata in altro modo, è arrivato il veto di Berlusconi e in quel momento ho sentito un Pd meno ostile di prima. Se è ancora ostile lo vedremo al congresso. Ma ora il Pd già sta cambiando: i sindaci che vincono in Veneto e anche in Lombardia...».

E aRoma? «Ho fatto campagna per Marino. Il punto è capire se il

Pd vuole essere un partito di correnti o dei nativi demo-cratici.Vorrei discutere di cos'è oggi la sinistra, senza che ci si scandalizzi del pranzo con Briatore o del giubbotto di pelle».

Lei ha ascoltato Letta qui aFirenze, cosa non le è pia-ciuto?

»Sono amico personale di Letta e lo stimo molto. En-rico è proprio bravo. Poi, poveretto, deve governare con Brunetta e Schifani, io non sarei bravo come lui, io non ne sarei capace. Miconvince moltissimo quando parladi

Susanna Camusso, segretario della Cgil

Europa: il semestre di presidenza italiana è una grande occasione per la nuova Europa. È meno convincente sul modello di riforma dello Stato. Ha spiegato perché fare la commissione dei 40 per superare il bicameralismo perfetto ma vedo il rischio di una commissionite. C'è bi-sogno di fare una commissione per fare legge elettora-le?».

Lei e Letta avete due prospettive divergenti, lei habi-sogno ditornare presto al voto, Letta di durare. Come si conciliano?

«Non è che c'è bisogno di andare a votare... governo dove tutti stanno insieme non aiutai;: _; smo. Anche Letta dice che non è il governo pei lavorato. È necessario riformare le regole del il governo fa le cose, va avanti. Se no va a casay.

Quanto tempo serve per fare le cose? «Non si deve pensare altempo e poi metter

cose. C'era bisogno di fare una commissione mare laburocrazia? Continuiamo conte Provi: plifichiamo? Il governo deve dare una prospE

EpffMilostoppa:"Esagerarenonaiuta cln,i4ermoilsegretariocatrol'anno"

MASSIMO VANNI

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EpffMilostoppa:"Esagerarenonaiuta cln,i4ermoilsegretariocatrol'anno"

la Repubblica Direttore Responsabile: Ezio Mauro

10/06/2013 press LinE

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cose dafare. Se Letta cambiail Pae se io sto con Letta. Non ho un'ambizione che passa sopra l'ambizione di cam-biare le cose».

Letta dice che Berlusconi non detta l'agenda, è d'ac-cordo? E il governo sta vivacchiando?

«Se il Pd si mette in moto, dà energia e stimoli, il go-verno non vivacchia. Sull'Imu è evidente che ha vinto Berlusconi. In campagna elettorale tutti nel Pd erano contrari. Ma se sei in un governo di larghe intese devi fa-re contento anche l'altro. Il Pd però rilanci su qualcosa di nostro. Leggo invece che Epifani chiede a Berlusconi due anni di vita per il governo. Ma il Pd non deve chie-dere 2 anni per piacere a Berlusconi. Letta è la persona più indicata, il Pd gli dia una mano».

Il Pd è atrazione democristiana?Cambierebbe nome al Pd?

«Nel modo più assoluto non cambierei nome. Per me ilPd è quello dei Kennedy e di Clinton. Quando alPd atra-zione democristiana, toglierei la parola "trazione" per-ché vedo il rischio di un immobilismo democristiano».

Che significa per lei essere di sinistra? Con quali va-lori?

«I valori sono quelli tradizionali. Ilpunto è come li per-segui. L'eguaglianza, in un mondo sempre più disegua-le, è un grande principio. L'egualitarismo ha però a vol-te messo fuori il merito. Mentre invece l'eguaglianza de-ve essere il punto di partenza, non il punto d'arrivo. Una parte del sindacato in Italia è più orientata ad ascoltare privilegio dei pochi che le esigenze di tutti. È una parte del sindacato che deve essere cambiata».

Ma la sinistra non può stare con i lavoratori dell'Ilva e andare a cena con David Serra o aprano da Briatore? Cosa poteva mai suggerirle uno come Briatore?

«Qui si gioca uno dei temi di fondo per capire se la si-nistra vincerà le elezioni. La sinistra deve esserci a Ta-ranto, ma cosa ha fatto in tutti questi anni? La sinistra è quella che va a dire ai lavoratori del Sulcis siamo con voi o che vi daremo futuro ma il carbone di Mussolini non ha più senso? La finanza? Se non si vendono i prodotti fi-nanziari non si pagano gli stipendi pubblici. La finanza di per sé non è né buona né cattiva».

Però quella era cattiva, era la finanza delle società off-shore.

«Bisogna conoscerlo Davide Serra (il finanziere che organizzò la cena milanese per Renzi, ndr), con i soldi della finanza ha creato un orfanatrofio in Tanzania. So-no stato dipinto come ungolden- boydellafinanza, io che sono uno scout cattolico di Rignano. C'è una certa sini-stra che pensa che non si deve andare a pranzo con Bria-tore o adArcore. Ma ci si deve immischiare nella politica, come dice Papa Francesco, basta essere coerenti con i propri valori. Con la logica del nemico, il nemico ci ha

sempre fregato». Lei dice di voler mandare Berlusconi in pensione e

non in galera. Ma Berlusconi impersona anche un co-lossale conflitto d'interessi,nonritiene di esseresu que-sto più incisivo?

«Volete chiedere conto a me perché in 20 anni quelli di prima non l'hanno fatta? Vogliamo dire il 99% dei magi-strati sono persone perbene ma que199 è sconfessato da-gli atteggiamenti alla Ingroia che va in Guatemala, torna, si candidae prende lo zerovirgola, p oivaadAosta e si met-te in ferie. È uno degli spot a favore di Berlusconi. La vera domanda è come è stato possibile, di fronte al fallimento di Berlusconi, che la sinistra non sia riuscita a vincere».

Se lei fosse in Senato voterebbe l'ineleggibilità di Berlusconi?

«No, perché dovevamo farlo subito. Non è che dopo 19 anni che ti batte ti inventi il giochino per tenerlo fuori dal parlamento. Noi vinceremo quando vinceremo le elezioni, non quando squalificheremo gli altri».

Berlusconi senatore avita? «No, sarebbe incomprensibile. Il senatore a vita è

quello che rende il Paese più unito». C RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il segretario del Pd Guglielmo Epifani

Egli lo ctopp'Esagmrenonaluta elennuoll nrettnomnranno"

Nico Stumpo

la Repubblica Direttore Responsabile: Ezio Mauro

10/06/2013 press unE

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Epifani lo stoppa: "Esagerare non aiuta eleggeremo il segretario entro l'amo" Orfini: "Sì aprimarie aperte. Matteo? Vuole la pace con irottamati" GIOVANNA CASADIO

ROMA — «La data del congresso resta fissata entro fine anno. Di certo non si andrà oltre, è fuori di-scussione. Però inviterei a con-centrarsi sui ballottaggi, e a non esagerare». Guglielmo Epifani non lascia molti spiragli. Non so-lo non era lui, quando un telefo-nino è squillato sul palco di Fi-renze e Renzi ha ironizzato: «Se è Epifani che ha fissato la data, pa-go da bere...». Ma il neo segreta-rio del Pd chiude a ogni accelera-zione. «C'è un percorso indicato dalla direzione del partito dimar-tedì scorso - dice - e c'è una com-missione che lavorerà e fisserà le regole». Proprio quelle che il sin-daco fiorentino teme, sospettan-do uno sgambetto per penaliz-zarlo nella corsa alla segreteria. Epifani nega: «Nella commissio-ne per il congresso ci sono rap-presentanti di tutte le anime del Pd, sono 19 persone, davvero non esageriamo... e poi un parti-to ha delle sedi formali in cui si di-scute e si decide».

Stoppa ognipolemica, ilsegre-tario: «Nico Stumpo come Dra-cula? Ma non scherziamo!». Però nel Pd, l'uscita di Renzi agitamo l-to le acque. Non è solo il "rotta-matore" a chiedere che sia fissa-ta subito una data del congresso, non oltre ottobre, e che ai gazebo possano andare i militanti ma anche i simpatizzanti del centro-sinistra, senza ingessare la parte-cipazione, bensì mantenendo le primarie "aperte". A sorpresa so-no i "giovani turchi", cioè la sini-stra del Pd, a correre in soccorso di Renzi. «Io credo che Matteo si candiderà e il suo obiettivo è di avere regole consone alla sua corsa - ragiona Matteo Orfini - Su alcune cose di metodo siamo d'accordo: anche noi siamo per le primarie aperte davvero, e non con il trucco. Non si cambia quanto è scritto nello statuto del partito, ovvero che tutti quelli che si presentano ai gazebo la mattina delle primarie, votano. E dico sì all'accelerazione entro ot-tobre del congresso». Sui temi politici la distanza però è grande. «Non ci interessano i posiziona-menti, Renzi finora ha sempre detto cose molte diverse da quel-le che diciamo noi della sinistra, ma magari ha cambiato idea.

E Stumpo replica al sindaco "Piangere paga, però la smetta" ROMA —Stumpo, lei si sente Draculaallaguidadell'Avis?

«lo mi sento un dirigente che lavora per il Pd». Però è nella commissione per il congresso e vuole

cambiare le regole per intralciare la candidatura di Ren-zi alla segreteria?

«Cosa dia fastidio a Matteo non lo so, pensa di guada-gnarci facendo il piagnisteo rispetto alle regole, perché pian-

gere paga sempre. Ma non è all'altezza di Ren-zi questa battuta. Lui non è solo un piagnone, ma anche un politico che pretende le cose. Sta facendo il piagnone per posizionarsi».

Si è offeso per la battuta su Dracula? «Ha usato una battuta già utilizzata in passa-

to dal centrodestra e da Berlusconi rispetto alfi-sco e a Visco. Tra le tante virtù di Renzi, manca quella d i fare battute nuove. E poi questo acco-stamento tra Berluscon Vfisco e Renzi/regole segnala pessimi binomi della politica italiana».

E per primarie ristrette agli iscritti? «lo penso ci sia una relazione bi-univoca tra

due questioni: se si distingue la premiership dalla leadership del partito, allora va cambiata anche la base elettorale. Se in-vece si pensa a primarie aperte, le cose restano così come sono: il segretario del Pd èautomaticamente il candidato pre-mier.

Sarà lei il presidente della commissione per il con-gresso?

«Penso che a guidarladovrebbeessere il responsabiledel-l'organ izzazione, cioè Davide Zoggia»

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Sembra più che altro preoccupa- to di fare pace con quelli che vo- leva "rottamare"», attacca Orfini.

In effetti sono in corso le gran-di manovre democratiche. Su una candidatura diRenzip otreb-b ero convergere i lettiani e Dario Franceschini conia sua corrente, oltre a Walter Veltroni. E D Ale-ma? Per ora appoggia Gianni Cu-p erlo, ma è una candidatura che impallidisce giorno dopo giorno. Bersani poi, deve vedersela con gli stessi bersaniani convinti dal-le ragioni di Renzi. Stefano Bo-naccini ad esempio, il segretario regionale emiliano, uno molto concreto e diretto, spiega: «Pri-marie riservate agli iscritti per eleggere il segretario nazionale sarebbero il segnale peggiore per i cittadini. E i congressi non van-no rinviati oltre l'autunno». Pur non essendo una renziana, Lau-ra Puppato rende onore al corag-gio del sindaco di Firenze: «Pen-so che per guidare un partito ci vogliono consenso e idee. Il co-raggio come al solito è indispen-sabile, e lui per la verità ha dimo-strato di averne, per cui si pro-ponga e si costruisca un percorso politico. Le regole che si devono riscrivere dovranno tendere alla massima apertura ed essere il più possibile condivise. Dubito che qualcuno sano di mente pensi a furberie». Per Pippo Civati è «un errore rinviare il congresso».

Stamani un antipasto di di-scussione ci sarà nella prima riu-nione della segreteria dell'era Epifani. Nei prossimi giorni, la commissione congresso s'inse-dia e dovrà eleggere ilpresidente. e qui si apre la battaglia. I bersa-niani vorrebbero Nico Stumpo,

ex responsabile dell'organizza-zione. Per Renzi è come mettere «Dracula a capo dell'Avis». «È in-genero so, perché Nico halavora-to a modificare lo Statuto che ha permesso a Renzi di sfidare Ber-sani alle primarie per la p remier-ship», ricorda Davide Zo ggia. Che, da bersaniano di ferro e nuovo responsabile dell'orga-nizzazione, rilancia: «No a un congresso affrettato e emotivo. Partiamo con i congressi nei cir-coli fino a quello nazionale. Mat-teo stia tranquillo, nessuno met-te i bastoni tra le ruote a nessu-no». Ma Renzi tranquillo non è.

RIPR3CUZIONE RISERUTA

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Sbalordisco quando, dopo soli 40 giorni di vita del governo, sento serpeggiare lapreoccupazione che questa alleanza duri troppo

Giorgio Napolitano con Enrico Berlinguer

la Repubblica Direttore Responsabile: Ezio Mauro

10/06/2013 press LinE

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SIMONETTA BORI

FIRENZE— “Oravi rivelo unretroscena, ha detto ie-ri a Firenze Eugenio Scalfari nel presentare la video-intervista con Giorgio Napolitano. «Poco prima della scadenza del suo mandato, andai a trovarlo al Quiri-nale per proporgli divenire a Repubblica delle Idee, e lui accettò, nella convinzione che non sarebbe stato più presidente». Ma in quello stesso incontro, Scalfa-ri gli chiese la disponibilità a farsi rieleggere. ',Ero la-tore di un messaggio che proveniva da due alte cari-che del partito democratico, dunque aggiunsi: am-basciatore non porta pena. Il presidente mi lasciò parlare e poi mi disse: no, tu la pena ce l'hai, perché non sei un ambasciatore neutrale. E mi spiegò detta-gliatamente le ragioni per cui non voleva essere rie-letto, Poi le cose sono andate diversamente e nel-l'intervista Napolitano ripercorre i passaggi più deli-cati.I1 dramma di unParlamento <dmpotente» e lasua scelta di accettare il bis. Fino ad arrivare aduna fase, quelladellelarghe intese,incuileriforme «devono es-sere fatte>', a partire dalla legge elettorale. Poi ,cia-scuno riprenderà la sua stradzp.

Un gremito Salone dei Cinquecento ha accolto ie-ri Scalfari con una standing ovation. «Beh, i vecchi si applaudono”, sorride il fondatore di Repubblica. «Non tutti», chiosa al suo fianco Claudio Tito nel pre-sentare l'intervista. Ecco ampia parte del dialogo tra Napolitano e Scalfari, tratto dal video proiettato alla festa di Repubblica.

Presidente Napolitano, mi piacerebbe riper-correrela suabiografiapolitica eintellettuale: da di-rigente del Pci a uomo delle istituzioni, fino a rico-prire la più alta carica. E vorrei cominciare da una frase che lei, parafrasando Benedetto Croce, pro-nunciò nel '95 al Gabinetto Vieusseux: <<Perché non possiamo non dirci liberali».

<<Sì, suivalori delliberalismo sifonda qualsiasi pro-spettiva di trasformazione di una società. Ma prima devo raccontarle il mio lento avvicinamento al Pci, a cui m'iscrissi nel dicembre del 1945, dopo un percor-sononprivo di dubbi.ANapoli, all'Università, ero en-trato incontatto conungruppodistudentimolto bril-lanti, che poi avrebbero lasciato un segno in campo letterario e artistico, da Raffaele La Capria a France-sco Rosi, da Giuseppe Patroni Griffi a Luigi Compa-gnone. Frequentavamo il Guf, ossial'organizzazione universitaria fascista dove si formarono anche molti antifascisti e molti comunisti».

Anche io frequentavo il Guf, da cui fui espulso. Mi consideravo un giovane fascista, ma il fatto che ad espellermi fosse stato uno dei capi del Pnf, ilvicese-gretario Carlo Sforza, mi fece venire dei dubbi. E lì cominciò lindo viaggio attraverso il fascismo.

»Qualcuno tra gli studenti aveva un interesse più spiccatamente politico, così cominciò a circolare il _Manifesto d eicomunisti, pubblicato in calce alla Con-cezione materialistica della storia di Antonio Labrio-la, nell'edizioneLaterza conlacelebre aggiuntadiBe-nedetto Croce sullacriticadelmarxismo inItalia.Nel-le nostre accese discussioni avevamo bisogno di un antagonista e quindi aprimmo le porte a un giovane fascista di cui ci fidavamo. Si chiamava Ruggiero Ro-mano e sarebbe diventato uno storico importante. Questo per dirle come mi avvicinavo a quelle idee, molto dalontano. Quanto ai liberali, mio padre è sta-to liberale prima del fascismo. Sotto il regime visse appartato, esercitando la professione fino alla fine degli anni Trenta senza iscriversi Pnf. Poi finì per prendere la tessera. Era un importante avvocato pe-nale della generazione di Enrico De Nicola, di cui era molto amico».

Nel marzo del 1944, dopo un lungo viaggio dal-l'Unione Sovietica, Palmiro Togliatti arriva aNapo-li. E a sorpresa annuncia a un esterrefatto Caccia-

Ero profondamente convinto di dover

lasciare. Poi c'è stato quel momento terribile, quel senso di impotenza

del Parlamento mai avvertito in passato

LA VIDEO INTERVISTA Una immagine della

video-intervista di Scalfari a Napolitano curata da Luca Fraiol i

Non voglio rivivere l'incubo di quei mesi in cui al Senato si è pestata acqua nel mortaio senza partorire nessuna riforma elettorale

puoti, segretario della federazione, di voler fare un accordo con Badoglio.

'<Naturalmente anche io ne ebbi notizia - al cine-ma Modernissimo ci fu una grande manifestazione -ma ero ancora distaccato dal partito. Nel gennaio di quell'anno avevo cominciato a scrivere su unarivisti-sia, Latitudine, che venne subito bocciata dalla fede-razione comunista per le citazioni eretiche di Gide e Malraux. Una parte di noi ne rimase sconcertata. Co-simiritirainel mio guscio, andando a lavorare per sei mesi a Capri presso l'American Red Cross, la Croce

Rossa americana. In autunno, presi a collaborare al quotidiano social-comunista La voce, ma al partito mi sarei iscritto un anno più tardi. Avevo ancoramol-ti dubbi. La scelta arrivò alla fine del 1945, dopo aver sentito Giorgio Amendola al congresso provinciale. Una scelta dettata non da maturazione ideologica, piuttosto da un imp ulso morale. Napoli era mia città stravolta dalla guerra, dalla occupazione, dalla mise-ria e dal degrado. Qual era il partito che più aveva combattuto controilfascismo e ora si schieravaperla liberazione del resto d'Italia? E qual era il partito che

più simescolava conilpopolo? Solo pllitardi avrei co-minciato ad avvertire le prime contraddizioni».

Qual è il suo giudizio storico su Togliatti? 'Aveva profondamente dentro di sé l'idea di un

partito nazionale, dal profilo autonomo, maallo stes-so tempo non si staccò mai dalla guida di Stalin. Era dentro quell'universo, anche conle sue degenerazio-ni, da cui più o meno poteva tenersi lontano - non aveva nessuna funzione di direzione in Unione So-vietica-però quella fu la sua storia>.

Una figura a lei vicina fu quella di Giorgio Amen-

Napolitano, la mia vita dal Pci al Colle "Sì al bis per superare la paralisi ora riforme, poi ognuno per la sua strada" Il dialogo con Scalfari: "Togliatti non si staccò mai da Stalin"

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dota. Com'erano i vostri rapporti? «Era un personaggio di grandissima umanità, ca-

pace di forte dissenso da Togliatti e allo stesso capace di rigorosa intransigenza in difesa del partito. Lo ri-cordo nel famoso Cinquantasei, quando i carri arma-ti sovietici invasero l'Ungheria. Ci furono diverse ma-nifestazioni contro le sedi del Pci, ma lui sapeva fron-teggiare la protesta, con grandissimo coraggio anche fisico».

Un anno dopo Antonio Giolitti, altro suo grande amico, lascerà il partito perché non ne condivideva le scelte sui fatti d'Ungheria.

«Sì, ma la sua grandezza morale fu che uscì dal Pci senza mai diventare anticomunista. Fece un meravi-glioso racconto del suo rientro dal congresso che ave-va sancito ufficialmente la solidarietà con l'Urss. In-sieme a lui, c'era Giuseppe Di Vittorio, profonda-mente ferito p er come l'avevano trattato. Giolittilo ri-trasse singhiozzante, in predaauna crisi emotiva. Na-turalmente avevano ragione Giolitti e Di Vittorio. E tanti anni dopo io ho avvertito il bisogno di dirlo ad Antonio pubblicamente: avevi ragione tu, io ero in torto. Mi sembrò un debito da pagare».

Questo le fa molto onore. Oravorrei chiederle del suo rapporto con Enrico Berlinguer.

«Eravamo amici, legati anche da un rapporto per-sonale, che includeva le famiglie. C'erano però delle differenze. Berlinguer era un uomo forte del partito, là convogliavatutte le sue energie politiche e intellet-tuali. Cominciò lavita parlamentare tardi, nel 1968, e secondo lo stile proprio del partito, ossia in mo do ab-bastanza distaccato. Io invece arrivai alla Camera da giovane - nel 1953 avevo 28 anni - e subito mi immer-si nel lavoro delle commissioni. Questo forse aiuta a capire anche ilmio particolare percorso dentro le isti-tuzioni».

Quando nacque Repubblica, nel gennaio del 1976, noi ci mostrammo contrari al compromesso storico, favorevoli invece alla linea dell'alternativa democratica.

«Nel 1973, dopo il colpo di Stato in Cile, io fui soli-dale con Berlinguer nella sua proposta politica. E tre anni più tardi partecipai alla delegazione che incon-trò Aldo Moro. Ma già in quel periodo cominciò a de-linearsi tranoi una diversità di vedute. Io ero dell'idea che l'accordo con la Democrazia Cristiana fosse ne-cessario per farfronte alle due minacce maggiori, l'in-flazione galoppante e il terrorismo. Le condizioni era-no per noi molto impervie: non si trattava di guidare un governo in cui ci fosse anche l'avversario. No, si trattava invece di accettare la guida dell'avversario e di restare fuori. L'obiettivo era superare la con ventio ad excludendum. Ma bisognava dirlo con chiarezza, senza dissimulare tutto questo dentro un involucro ideologico che teorizzava l'introduzione di elementi di socialismo dentro la società italiana. In sostanza, quella politica fu caricata di elementi un po' mitici».

Presidente, ora una domandasulla Costituzione. La Carta stabilisce che il presidente della Repubbli-ca nomina il presidente del Consiglio e, su sua pro-posta, nomina i ministri. Ma non parla di consulta-zioni. Il presidente può fare tutte le consultazioni che vuole, ma non è obbligato dalla Carta. Lei inve-ce le ha sempre fatte.

«Le consultazioni sono una prassi che deriva dalla Costituzione. Non c'è stato presidente che non vi ab-bia fatto ricorso. Il primo fu Luigi Einaudi».

Nell'agosto del '53, Einaudi nominò Giuseppe Pella presidentedel Consiglio, ma senza alcuna con-sultazione.

«Successivamente però ci sarebbe stato un inci-dente sulla nomina del ministro dell'Agricoltura e Pella fu costretto alle dimissioni. Al Quirinale ho tro-vato il commento diEinaudi su quellavicenda, che di-ce più o meno così: è dovere del Presidente non per-mettere che i poteri assegnatigli dalla Costituzione vengano trasmessi ai successori con incrinature. L'ho fatto incorniciare nel mio scrittoio».

Quando mancavano pochi giorni alla scadenza del suo primo settennato, io venni a trovarla e le chiesi di rimanere. Ma leimi spiegò le ragioni del suo rifiuto.P erò p oisono accadutidegli eventi chel'han-no costretta a restare.

«Ero profondamente convinto di dover lasciare,

ma poi non ho potuto dire di no. E' stato un momen-to terribile.Abbiamo assistito a qualcosa che non ave - vamo mai visto in passato. Io ho partecipato a diver-se elezioni presidenziali, e ce ne sono state alcune as-sai combattute. P ertini fu eletto a schiacciante mag-gioranza, ma al sedicesimo scrutinio. Per Leone-con un Parlamento spaccato in due- arrivammo al venti-

treesimo scrutinio. Però non avevamo mai avvertito quel senso di impotenza del Parlamento che abbia-mo vissuto nel tumultuoso succedersi delle ultime elezioni. E allora ho detto sì per senso delle istituzio-ni».

Il Paese era diviso, si avvertiva la necessità di una continuità istituzionale.

«Continuità istituzionale non significa conservare l'esistente. Io sono un tenace assertore della neces-sità che, sul terreno delle regole e delle riforme istitu-zionali, gli opposti schieramentiriescano atrovareun impegno comune. Ma le riforme devono essere fatte. Naturalmente un'alleanza politica è sempre un'al-leanza a termine, in particolare quando è un'allean-za eccezionale, come fu quellatra il '76 e il '79, e come è quella attuale. Ma rimango sbalordito quando, do-po appena quaranta giorni dalla formazione del go-verno, sento serpeggiare la preo ccupazione che que-staalleanzap ossadurare troppo. Ora il problema è far vivere il governo per un'esigenza minima di stabilità istituzionale e di sopravvivenza del paese. Poi ciascu-no riprenderà la propria strada. Ma sulle riforme bi-sogna trovare il consenso più largo».

A cominciare dalla legge elettorale. «Non ho alcuna intenzione di rivivere, da presi-

dente della Repubblica, l'incubo di quei mesi duran-te i quali, nella commissione Affari Costituzionali del Senato, si è pestata l'acqua nel mortaio e non si è sta-ti capaci di partorire alcuna riforma elettorale. Rifor-ma che pure tutti i p artiti giuravano di voler fare... Bi-sogna quindi mettersi a lavoro, possibilmente con di-screzione, evitando ciascuno di sventolare la propria bandiera».

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Iva, ipotesi di aumento amerà rlinu sarà pagata dai più ticchi

la Repubblica Direttore Responsabile: Ezio Mauro

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Iva, ipotesi di aumento a metà l'Imu sarà pagata dai più ricchi Subito le semplificazioni. La Cei: il lavoro è lapriorità VALENTINA CONTE

ROMA—Alzare l'Iva, ma di mez-zo punto anziché uno. E nel frat-tempo riordinare l'imposta, con-figurando in modo diverso i pa-nieri, così che alcuni b eni di largo consumo sfuggano al mini-rin-caro estivo. È solo una delle ipo-tesi, considerata con favore dai tecnici del Tesoro, purché sia a

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IVA Quattro le ipotesi: su di un punto, di mezzo punto, ferma fino ad ottobre o fino a gennaio 2014

k`‘ IMU Si va verso la rimodulazione, esentando la maggior parte di prime case con detrazioni più elevate

..... ....... ' CRESCITA Possibile un provvedimento con semplifica- zioni e libera- lizzazioni per stimolare la crescita

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LAVORO Il pacchetto per i giovani conterrà incentivi e modificherà in parte la legge Fornero

Rncen3vìz. :kassmulone dR unCtu'30.':don:m

parità di gettito. Perché nessuno a Palazzo Chigi nasconde ormai che impedire l'aumento dell'Iva dal primo luglio è arduo. Troppi dossier sul tavolo, scarse le risor-se. E quelle poche, da irrobustire con innesti europ ei, tutte dirotta-te sul lavoro che non c'è. Ecco

perché anche la soluzione invista per l'Imu è la «rimodulazione» non la cancellazione, come spie-gava qualche giorno fa il ministro dell'Economia Saccomanni. Ov-vero, esentare la maggior parte dei proprietari di prime case, ma far pagare i più benestanti.

Nella settimana che si apre og-gi, gli occhi sono tuttavia puntati sul quadrangolare di venerdì a Roma trai ministri di economia e lavoro di Italia, Francia, Germa-nia e Spagna, per fare un primo punto sullavera emergenza, l'oc-cupazione dei giovani, invista del

Consiglio europeo del 27-28 giu-gno. Il ministro Giovannini si è impegnato a presentare entro quella data il pacchetto italiano, forte anche dell' efficacia che ib o - nus giovani e donne dell'era Monti-Fomero hanno nel frat-tempo registrato. Oggi saranno presentati i dati Inps definitivi (232 milioni stanziati per sconti di 12 mila euro a chi assumeva a tempo indeterminato under 30 o donne) . A quanto pare, questi in-centivi "stanno funzionando". Tra oggi e domani poi, anche il ministro per la Coesione territo-

riale Triglia diffonderà il moni-toraggio sui fondi europei e re-gionali, rivelando quanti denari non spesi si possono rimettere in pista, riconvertendoli (con l'as-senso di Bruxelles) alla causa del lavoro. Cifre chiave p er capire co-me giocare la partita dei 650 mila giovani italiani disposti a lavora-re, ma senza occasioni. L'ha ri-cordato ieri anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani (Cei): «Il lavoro vecchio o nuovo che sia è sicura-mente la priorità per l'intero Pae-se» perché «brucia nella carne

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Iva, ipotesi di aumento amerà rlinu sarà pagata dai più ticchi

la Repubblica Direttore Responsabile: Ezio Mauro

10/06/2013 press LinE

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IL MINISTERO DEL TESORO Tasse, lavoro, Imprese, Imu e Iva: ecco gli argomenti sui quali sta lavorando il Ministero del Tesoro

della gente». Nel Consiglio dei ministri di

metà settimana potrebbe poi ar-rivare il pacchetto semplificazio-ni (è il ddlPatroni Griffi della scor-sa legislatura: dichiarazione ini-zio attività, D urc, etc), condito da qualche novità per disboscare inutili complicazioni che vessa-no le imprese.E forse inserito nel-la cornice più ampia di un "de-creto crescita" (a costo zero), con annesse liberalizzazioni dell'era Passera da implementare come Rc auto (contratto base, contras-segno digitale, plurimandato) ed

s, • ss̀ ti:hs:: •

FOTO: IMAGOECONOMIA

energia (si punta ad abbassare la bolletta del gas del 6-7% da qui a fine anno). Sullo sfondo, il pas-saggio più difficile di questo me-se di giugno: l'Iva. Quattro le ipo-tesi, tutte ancora possibili. Pri-mo, lasciarla andare il primo lu-glio dal 21 al 22% (che il governo vorrebbe evitare). Secondo, farla salire solo della metà (con revi-sione del paniere, a favore delle aliquote del 4 e del 10%). Terzo, sterilizzarla fino ad ottobre (co-sto un miliardo). Quarto, fino a gennaio (due miliardi).

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10/06/2013 pressunE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

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Corruzione, la stretta, del governo La commissione voluta da Letta proporrà il reato cli autoriciclaggio ed estenderà quello cli voto cli scambio

GUIDO RUOTOLO ROMA

La prima riunione si terrà in settimana, a Roma. Sono cin-que i componenti della com-missione voluta dal presiden-te del Consiglio, Enrico Letta, che dovranno produrre, entro 90 giorni, un pacchetto di proposte per rendere piú «stringenti» ed «efficaci» le norme anticorruzione e per sveltire i processi.

Uno dei pm di Gomorra, Raffaele Cantone, la memoria storica della Procura di Reg-gio Calabria nella lotta alla 'ndrangheta, Nicola Gratteri, e poi il giudice di Cassazione Elisabetta Rosi, esperta di le-gislazione sulla criminalità transnazionale, il segretario generale di Palazzo Chigi e magistrato del Consiglio di Stato, Roberto Garofoli. E infi-

ne il docente di Procedura Pe-nale, Giorgio Spangher, già componente laico, quota cen-trodestra, del Csm.

«Dobbiamo elaborare un nu-cleo ristretto di norme molto concrete e incisive - annunciano Cantone e Gratteri - nel contra-sto alle mafie e di accelerazione e snellimento dei processi». No-vanta giorni di tempo, che non significa che la commissione non potrà non consegnare mate-riali intermedi alla Presidenza del Consiglio per l'immediata calendarizzazione legislativa.

L'altro giorno, a Firenze, il presidente Letta al forum di «Repubblica» era stato chiaro: «Ho chiesto a un gruppo di giu-risti di individuare priorità nelle norme di contrasto alla crimina-lità organizzata, tra cui l'autori-ciclaggio e il voto di scambio».

Cominciamo dall'autorici-

claggio. «Se un mafioso viene in-dividuato come trafficante di droga - precisa Nicola Gratteri -viene per questo condannato, il reinvestimento del profitto di quel traffico non rappresenta oggi un reato in sè. Noi dobbia-mo riscrivere la norma perché

Sarà possibile sciogliere d'autorità i consigli regionali infiltrati dalla mafia

contempli l'esistenza di un reato se quel trafficante reinveste o ri-pulisce quei capitali illeciti». Spiega Raffaele Cantone: «Biso-gna punire i comportamenti di riciclaggio di chi ha commesso il reato presupposto. Oggi se con-segno a una terza persona un ca-pitale frutto di un'attività illeci-

ta, la terza persona risponde del reato di riciclaggio. Noi voglia-mo elaborare una norma che pu-nisce anche chi ha commesso il reato presupposto».

Il presidente del Consiglio ha accennato anche al reato di voto di scambio. «Occorre modifica-re il 416 ter e non fermarsi più -suggerisce Gratteri - allo scam-bio voto-denaro, bisogna allar-gare il ventaglio alle promesse di un posto di lavoro, di un appalto, subappalto, di una licenza». Raf-faele Cantone invita a riflettere: «E' ridicola, l'idea che l'organiz-zazione mafiosa chieda e riceva soldi in cambio dei voti, così co-me prevede l'attuale norma. Semmai è il contrario; le mafie danno denaro ai politici per fi-nanziare le loro campagne elet-torali». Ci sono poi altri aspetti della legislazione antimafia che verranno analizzati dalla com-

missione dei 5. Sapendo bene che alcuni sono materia di con-fronto e scontro tra gli schiera-menti. Come il concorso esterno all'associazione mafiosa che quasi certamente non sarà ma-teria di discussione.

Altri aspetti che invece sa-ranno discussi, anticipa Canto-ne, «riguardano la riforma dello scioglimento dei consigli comu-nali, una legge che ha ormai quasi un quarto di secolo di esperienza alle spalle; che è sta-ta già riscritta nel 2009 in modo non ancora sufficiente e che va sicuramente migliorata; biso-gna prevedere la possibilità di sciogliere i consorzi o le parteci-pate dei comuni e, perché no, prevedere un meccanismo che possa portare a sciogliere anche i consigli regionali, che le inda-gini più recenti hanno dimostra-to essere uno dei maggiori cen-

tri di interesse delle mafie». «E poi - aggiunge Gratteri - si

potrebbe provare a snellire al-cuni snodi del processo penale, quantomeno per i reati di mafia; se si consentisse di notificare gli avvisi di conclusione delle inda-gini a mezzo telematico si ri-sparmierebbero soldi e tempo; e si potrebbe anche pensare di so-stituire le voluminose copie de-gli atti processuali, con un unico cd, che sgraverebbe le segrete-rie da tantissimo lavoro». Infine, per Cantone, «si potrebbe ren-dere del tutto uniformi le regole applicabili alle confische dispo-ste nei processi penali e in quelli di prevenzione e provare a mi-gliorare ancor di più il funziona-mento dell'Agenzia per i beni confiscati, che, entrata a regime, potrebbe portare a risultati ec-cezionali nel reimpiego produt-tivo di questi beni .

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Corruzione, la stretta del governo

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99 ROMA

L a legislazione antimafia e anti-, corruzione rappresentano si-curamente una delle priorità

che questo governo intende affronta-re in tempi rapidi. Già entro l'estate la commissione nominata dal presiden-te Letta produrrà proposte legislati-ve di modifica della normativa pro-cessuale e antimafia. Anche la legge sulla corruzione diventerà operativa nei prossimi due mesi». Il ministro per la Pubblica amministrazione e la semplificazione, Gianpiero D'Alia, ha le idee molto chiare. Intanto fa sape-re che intende sollevare il problema di «ripristinare l'efficacia della vec-chia legislazione sul falso in bilancio e sulla disciplina dei reati societari, va-nificata da un ripetersi di colpi di spugna oggi non più necessari».

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D'Alia: ripristinare subito il falso in bilancio

e le norme sui reati societari Ministro D'Alia, questa proposta non

rischia di mettere in fibrillazione la

maggioranza?

«Non lo credo, anche perché è evidente il nesso che c'è tra il complesso di nor-me sulla corruzione, che dobbiamo ap-plicare nella sua parte amministrativa, e i reati più specifici che attengono alla sfera delle società e delle imprese. Poi, è chiaro che i processi che in passato sono stati "graziati" dalle modifiche le-gislative sono superati, archiviati, pas-sati in giudicato».

Senta D'Alia, la riforma dell'anticorru-

zione è stata appena varata, • del

2012, e già mostra delle crepe. La pre-

scrizione per l'ex presidente della Pro-vincia di Milano, Filippo Penati, è un

pugno nello stomaco della credibilità

della legge.

«Se c'è qualcosa da modificare, che si proceda. Per quanto mi riguarda, e per le competenze proprie del mio ministe-ro, intendo marciare spedito nell'at-tuazione dell'Anticorruzione. Questo comporta un impulso nella program-mazione a livello locale e nazionale. Provvederò a breve alla nomina del nuovo presidente della Civit con fun-zione di Alto commissario per la lotta alla corruzione».

Molto suggestiva questa figura. Quale

deve essere il suo identikit?

«Sarà una persona di indiscutibile prestigio e con esperienze professio-nali tutte mirate alla lotta agli sper-peri e alla corruzione nella pubblica amministrazione».

Che dovrà fare?

«Garantire l'applicazione della legge,

verificare lo stato dell'arte, segnalare le eventuali patologie che dovessero emergere. Noi dobbiamo attuare la nuova normativa sulla trasparenza amministrativa, sulla incandidabilità e inconferibilità degli incarichi. Ela-borare, infine, il nuovo codice etico e comportamentale del dipendente pubblico».

Ministro, un bel programma di lavoro

che ci porterà alle Calende greche...

«La fase di attuazione della nuova leg-ge ci impegnerà per i prossimi mesi e per questo sto organizzando una task force di magistrati amministrativi, contabili e ordinari e di professionisti esperti della materia per garantire ce-lerità nell'attuazione della legge».

A monte della repressione c'é la pre-

venzione...

«Ed è esattamente ciò di cui mi devo occupare. Entro fine giugno trasmet-terò alla Civit il piano nazionale anti-corruzione per la sua definitiva appro-vazione. Particolare attenzione dedi-cheremo all'attuazione dei tre decreti legislativi adottati in attuazione ci al-cune deleghe della legge anticorruzio-ne che riguardano l'implementazione delle politiche di trasparenza nella pubblica amministrazione». [G.RU.]

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Ora Merkci wagda 'fticlate tuffi i soldi de aziende"

Alla l;aria ,:punt. di nuovi fondi llovern dscopreilphno-Giavazzd

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Ora Merkel incoraggia l'Italia "Ridate tutti i soldi alle aziende"

La cancelliera: dovete 70 miliardi, con i tassi ai minimi è il momento giusto

i secondo problema di Frau Merkel, oltre le elezioni fede- rali settembrine dall'esito in- certo, è la crescita frenata

dalla bassa competitività eu-ropea, soprattutto quella dei part-ner più pesanti. Vorrebbe che Francia e Italia, tanto per comin-ciare, avanzassero decisamente con le riforme, anche perché «i tas-si sono nella fase attuale tenuti ar-tificialmente più bassi di quanto dovrebbero e bisogna sfruttare l'attimo». La paura di Berlino, am-mettono ai piani alti del governo tedesco, è che quando il denaro sa-rà più caro «non si saprà come agi-re sull'economia e mantenere allo stesso tempo il deficit sotto il 3 per cento del pil».

Il momento è adesso, ragiona la cancelliera, che guarda con inte-resse alla strategia su cui lavora il nuovo governo italiano, come ai piani di riscossa promessi del pre-sidente Hollande. Un alto funzio-nario tedesco riferisce ad esempio che, «da un anno e mezzo», la Me- rIncd crire-rna a nacrana crli arretrati

nefici in termini di crescita poten-ziale; invita ad attuarlo con rapidi-tà, cosa sui cui il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, ha ammesso timori di natura burocra-tica; suggerisce di ragionare se non sia il caso, d'intesa con i partner eu-ropei, di andare oltre i 40 miliardi per ora stanziati.

La nuova strategia È l'ennesima conferma del tentativo di Berlino di cambiare la sua retori-ca europea, citando ripresa e svilup-po prima del rigore. Al termine del-l'incontro del 30 maggio all'Eliseo, la cancelliera e il presidente francese hanno (finalmente) parlato diffusa-mente e con convinzione apparente di occupazione e competitività da ri-trovare. Insieme tentano di supera-re le manifeste difficoltà bilaterali per dare impulso alla cura promessa per il summit Ue di fine mese, con la palese consapevolezza che stavolta

si deve andare oltre i giochi di pre-stigio. Nell'impeto, e non senza con-siderare la campagna elettorale, Frau Merkel ha convocato a Berlino per il 3 luglio un vertice dei ministri del Welfare Ue, tre giorni prima di una riunione analoga messa in ca-lendario dalla presidenza di turno li-tuana. È un'incontro che sulla carta non serviva, ma che dice molte co-se. La cancelliera vuole riaccendere il motore antire-cessivo e vuole es-sere in prima fila nel farlo.

«Abbiamo bisogno d'una Francia competitiva», dicono negli uffici sul-la Sprea. La Merkel crede che, «sep-pure Grecia, Spagna e Portogallo dovessero restare indietro, in qual-che modo possiamo farcela». Tutta-via «senza l'Italia sarebbe molto dif-ficile e senza Parigi impossibile»,

poiché «l'euro non sopravvivrebbe se la Francia non avesse la volontà di intraprendere la strada di una maggiore competitività». Riforme, insomma. Con l'occhio al rigore. Il che riporta a Roma e a un episodio accaduto la scorsa settimana in una riunione tecnica fra Commissione, governi e banche centrali.

Alcuni nordici, più gli inglesi, erano perplessi sulla correttezza dell'uscita di Ro- ma dalla proce- dura di deficit ec-

cessivo. Anche la Bce si è schierata con loro, aveva dubbi sulla sostenibi- lità. Bankitalia e Commissione han- no fatto fronte unico in difesa e il problema è rientrato. Con una sor- presa: «I tedeschi - sussurra una fonte - non hanno preso posizione». Come dire che l'approccio è cambia- to. Senza esagerare, ma è cambiato.

Il 3 luglio i mini si vedram per dise

IL SUMMIT

stri del welfare lo in Germania

etere di sviluppo

alle imprese, ne ha parlato sia con Mario Monti che con Enrico Letta. «Sono 70 miliardi che dovete a pic-cole e medie aziende, è una que-stione di credibilità», ha fatto nota-re la numero uno del governo fede-rale: «Non è possibile convincere le imprese a essere oneste con l'era-rio quando lo Stato stesso non ono-ra i propri arretrati».

I due premier I due premier, racconta la fonte, le hanno risposto che «sì, è necessa-rio e si deve fare, però crea proble-mi col deficit». Al che Frau Merkel risulta aver insistito nell'incorag-giamento, sottolineando che in ogni caso «si tratta si una spesa una tantum e possiamo spiegarla ai mercati globali». Passaggio chiave. Indica che Berlino, come la Commissione Ue, condivide lo spi-rito del decreto che il Parlamento ha appena finalizzato, ne vede i be-

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Orallerkel corag,gia Malia Ridate tutti i soldi alle aziende .'

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Alla ricerca disperata di nuovi fondi il governo riscopre il piano Giavazzi Nel mirino sussidi alle imprese e sgravi per dare priorità alle misure sul lavoro

ROMA

Alla ricerca di risorse il governo vuole rivedere il sistema delle agevolazioni fiscali, un mare magnum di norme e cavilli che vale circa 250 miliardi all'anno, e si prepara a riaprire il dossier dei sussidi alle imprese. Per que-sto ha anche rispolverato, a un anno di distanza dalla sua pre-sentazione (22 giugno 2012), il Rapporto Giavazzi, cioè il docu-mento commissionato al profes-sore milanese dall'allora presi-

dente del Consiglio Mario Mon-ti, per rivedere tutto il sistema dei contributi erogati dallo Sta-to. La cosa restò, a suo tempo, sostanzialmente lettera morta, anche perché toccare quei fondi in un momento di forte recessio-ne sembrava come soffocare un morente. Ma adesso che il mini-stro Saccomanni deve trovare risorse per il pacchetto lavoro -priorità assoluta del governo -ma anche per altre questioni aperte, a quel documento si tor-na a fare riferimento.

Il professor Giavazzi, metico-loso analista di questa giungla, individuò una serie di tagli pos-sibili, per un ammontare che oscillava tra i 9 miliardi e mezzo e i 10,7 a seconda che si fosse usata una forbice severa o meno. Lo studio - secondo il governo -merita ora di essere preso in Il ministro Saccomanni

Acquisti ch bond Botta e risposta

tra la Faz e la Bce II giornale tedesco

Frankfurter Allgemeine Zeitung ha diffuso una vo- ce (subito smentita dalla Bce) secondo cui »Mario Draghi avrebbe deciso di limitare a un massimo di 524 miliardi di euro l'ac- quisto di bond dei Paesi in crisi come Spagna, Italia, Irlanda e Portogallo. La Banca centrale europea nega tutto: «Non ci sono limiti ex ante all'ammon-tare degli acquisti col pro-gramma Omt».

considerazione, dato che sul ta-volo dell'esecutivo da qui a fine anno ci sono promesse assai im-portanti da vagliare in materia di Imu (rinviata ma data per schivata dai contribuenti, alme-no nella sua formulazione attua-le) e di Iva (avversata da tutta l'immensa rete del commercio e del turismo).

La cifra di 10 miliardi circa in-dividuata da Giavazzi a suo tem-po sarebbe congrua per il pac-chetto di misure cui il governo intende puntare, ma bisogna considerare che molte delle sov-venzioni da tagliare riguarde-rebbero comparti estremamen-te delicati come il trasporto pub-blico locale, le scuole non statali (che sono spesso non private ma comunali), il fondo unico per lo spettacolo. Insomma: questi sol-di si possono trovare ma ci vuole un consenso politico forte. Mol-to forte. E invece si è già aperta una disputa sulle priorità: per il Cgia di Mestre quelle risorse do-vrebbero andare prioritaria-mente ad un taglio di Imu e Iva, mentre per l'ex ministro Cesare Damiano è alla riduzione del cu-neo fiscale che si deve puntare.

Però, si diceva, la priorità del-le priorità è il lavoro. L'esecutivo sta stringendo su questa mate-ria e ci sarebbe già la disponibili-tà di un plafond di 500 milioni per le prime misure. Il presiden-te del Consiglio intende presen-tarsi a Bruxelles il 27 giugno prossimo con una proposta di merito previamente concordata con Francia, Germania e Spa-gna, i cui ministri del Lavoro si vedranno a Roma.

Una delle misure con cui si intende partire è quella annun-ciata da tempo e nota come you-th guarantee: si tratta di un pro-gramma comunitario di inseri-mento dei giovani nel mercato del lavoro che potrebbe portare all'Italia una cifra tra i 400 e i 500 milioni (su una dotazione di 6 miliardi per tutti i paesi Ue) e dovrebbe servire a potenziare la rete dei centri per l'impiego i quali - prevede il piano - dovreb-bero far incontrare domanda e offerta e presentare entro un tempo dato una proposta di la-voro ad un giovane. Una sorta di avviamento, di primo step per spezzare l'assedio della disoc- cupazione. [R. MAS,]

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Nap,liin, aipartiù "Basta bandiere. ser, Irme"

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L'appello di Napolitano ai partiti Basta bandiere, servono riforme

Per il Presidente urgente la nuova legge elettorale, non sufficienti i ritocchi a quella in vigore

41/4 la storia di una vita. Quella

P:1 di un dirigente comunista che diventa il volto stesso delle istituzioni e le incar-na ormai al punto da accet-

tare quel che non vuole e che nelle isti-tuzioni non è mai accaduto, la rielezio-ne a capo dello Stato. In quei non lon-tani giorni in cui siamo stati - come di-ce lo stesso Napolitano - «nell'impo-tenza parlamentare e istituzionale». All'uomo delle istituzioni si rivolge Eugenio Scalfari in una lunga intervi-sta videoregistrata, e lungamente ap-plaudita ieri a Firenze.

La conversazione tra due coetanei che non possono non dirsi liberali, ap-proda, con la naturalezza di una piu-ma che deve volteggiare a lungo pri-ma di depositarsi, in un punto esatto: Napolitano ha teso per tutta la vita a una condizione nella quale in Italia si potesse tessere anche tra gli opposti il dialogo, specie nello scrivere le regole comuni. «Sono per le riforme, e non sono intenzionato a rivivere da presi-dente l'incubo di quei giorni in cui, in commissione Affari Costituzionali, si è pestato l'acqua nel mortaio», dice al-

la fine. Sono per le riforme, a comin-ciare da una legge elettorale nuova, «indipendentemente da correttivi ur-genti che possano essere indicati dal-la Corte Costituzionale»: come dire, non bastano certo ritocchi al Porcel-lum. E quanto agli strattonamenti cui l'attuale governo è sottoposto, Napoli-tano si dice «sbalordito», sono «appe-na 40 giorni» che il governo c'è, e l'esi-genza «è di farlo vivere per far soprav-vivere il Paese». Cosa che non può ac-cadere «se ognuno sventola la sua bandiera...». Quando invece, e le paro-le gli scorrono fluide con la serenità del buonsenso, in politica «tutte le al-leanze sono a termine». E lo sono pro-prio e soprattutto per i governi nati «in una condizione eccezionale, come fu quella della solidarietà nazionale».

E questo il punto esatto in cui la piuma plana, la storia politica dell'og-gi e lo straordinario valore documen-tale dell'intervista. Napolitano si iscrive ragazzo al partito non perchè comunista, «ma per impulso morale, perché il Pci era il partito che più ave-va combattuto il fascismo e che più si mescolava col popolo di Napoli». E so-lo dopo «aver ascoltato Giorgio Amendola si sciolsero i miei dubbi ideologici». Togliatti però, gli ricorda Scalfari citando un episodio contenu-to nella biografia di Napolitano scritta

da Paolo Franchi, nel '44 progetta un'al-leanza addirittura con Badoglio. To-gliatti che invece mi colpì -risponde Na-politano- perchè già nel '45 parlava di unità nazionale, citando Turati...

In una conversazione piena di episo-di e ricordi, dall'Ingrao poeta e co-sce-neggiatore di "Ossessione" di Visconti alle riunioni tra ragazzi - La Capria, Patroni-Griffi, Rosi - a palazzo Don-n'Anna, da Terracini «gran bastian contrario», al non aver mai pensato al-la tessera del Partito d'azione perché «non particolarmente presente a Na-poli», Scalfari a un certo punto cerca la svolta, «arriviamo a Berlinguer». Se me lo consente, fa Napolitano, «arri-viamo al mio impegno in Parlamento». Perchè, a soli 28 anni, è lì la sua "gavet-ta", «mi faccio le ossa, alla Camera non

si lavorava solo uno o due giorni, ma dal lunedì al venerdì».

Berlinguer - che la spuntò sull'uomo delle istituzioni come segretario Pci - è «l'uomo del partito, centro di tutti i suoi pensieri». Ma insieme, «eravamo molto

L'ESMENZA

«Fare vivere il governo per far sopravvivere

il Paese»

amici» dice commuovendosi, varano la solidarietà nazionale: «Sostenni forte-mente la sua linea, ed ero nella delega-zione che nel 1976 incontrò Moro». Però «avevo una certa differenza di vedute, quella per me era una politica di allean-za di governo per far fronte all'inflazio-

ne galoppante e al terrorismo». Tutto invece «fu dissimulato in un involucro ideologico, il compromesso storico». E passati due anni, finì: per Napolitano, fu un errore. Ma all'epoca si trattava «di una condizione impervia, sostenere da fuori un governo guidato dall'avversa-rio», Andreotti e la Dc, «per superare la conventio ad excludendum e fare il pri-mo passo per vedersi riconosciuta una funzione di governo». Oggi invece, è il sottinteso e la realtà, il governo è a gui-da Pd. La solidità istituzionale e la go-vernabilità, poi, non sono valori che contrastino con il cambiamento, chiosa Napolitano. Perché il cambiamento non può non passare per le istituzioni, ed essere largamente condiviso. Per l'uo-mo delle istituzioni, il cambiamento ha un sinonimo: riforme.

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Detenuti presenti per Posizione Giuridica Imputati in attesa della sentenza d'appello

10,6°f° ° In attesa di giudizio

1 9,0k Da impostare

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Misto. con e; 1,0% carico più fatti

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"Fine pena: mai" Vivere senza speranza

nelle carceri italiane Sono 1500 i detenuti condannati all'ergastolo più duro che non prevede permessi né sconti. Come resistono?

MICHELE BRAMBILLA

S ui certificati di alcuni detenuti c'è una scrit- ta che dice così: «Fine pena: mai».

La leggono, accanto al proprio nome, uo- mini e donne che hanno commesso crimini terribili: spesso, che hanno ucciso. In Italia è

aperto da tempo un dibattito. C'è chi dice che l'erga-stolo è giusto perché se certi colpevoli sono condan-nati a stare in carcere tutta la vita, le loro vittime sono già sotto terra. Altri obiettano che l'erga-stolo è contrario ai principi stessi della Co-stituzione, la quale prevede la rieducazione del reo e il suo reinserimento nella società.

In Italia esistono due tipi di ergastoli. C'è quello cosiddetto semplice, che dà la

possibilità al condannato di uscire, se ha mostrato di meritarlo, dopo trent'anni; e dopo quindici, a metà pe-na, per qualche permesso. Millequattrocento nostri detenuti hanno invece l'ergastolo «ostativo»: il più du-ro, quello che non prevede, fino alla morte, né per-messi né semilibertà.

Ho incontrato tre ergastolani nel carcere di mas-sima sicurezza Due Palazzi di Padova. Due di loro,

Musumeci e Cataneo, hanno l'ergastolo ostativo; Dinja quello semplice. Ho chie-sto loro se si può vivere anche così, appa-rentemente senza speranza. Ecco le loro testimonianze.

(3-continua)

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a matoso

"Se penso al suicidio? Tutti i giorni" I armelo Musumeci, 58 anni,

nato ad Aci Sant'Antonio in provincia di Catania, è stato

condannato all'ergastolo ostativo-per associazione mafiosa e omici-dio. Ha avuto un solo permesso, di undici ore, nel 2011, quando si è lau-reato in legge con una tesi intitolata «La pena di morte viva». Su un braccio ha tatuato i nomi dei due ni-poti. Mi riceve appoggiando sul ta-volo un quaderno rosso con l'effigie di Che Guevara.

«Sono dentro da 23 anni. Da qualche tempo partecipo al proget-to con le scuole di Ristretti Orizzon-ti e per me è stato come aprire una finestra sul mondo. Incontrare i ra-gazzi fa fare i conti con la propria coscienza, ed è molto doloroso. I primi giorni non ce la facevo. Avevo perso l'abitudine a confrontarmi».

«Stare a marcire in cella ti fa sen-tire innocente di essere colpevole. Dici: anche chi mi ha messo dentro non rispetta le leggi. Così, ti auto-giustifichi. Il carcere in Italia è una fabbrica di delinquenti.

«Avevamo il privilegio, noi del-l'alta sicurezza, di stare in celle sin-gole. Mi ero costruito, in quello spa-zio, il mio mondo. Chi ha l'ergastolo si attacca a certe piccole cose. Adesso mi hanno messo in cella un altro cadavere».

«Non sono uno stinco di santo. Ai miei figli dico sempre che ho sba-gliato. Un giorno uno di loro due -aveva quindici anni - fu trovato dal-la mamma con uno spinello. Allora io gli dissi, per la prima volta nella vita perché non lo sapeva, che stavo scontando un ergastolo. Gli spiegai che anch'io avevo cominciato con piccoli reati. Lui si mise a piangere e mi abbracciò. Se sono stato un buon padre, è perché non ho nasco-sto le mie responsabilità».

«Se penso mai al suicidio? Tut-te le sere e tutte le mattine. Nella mia condizione, sarebbe da pazzi non pensarci. Chi si uccide qui dentro, è perché ama così tanto la vita che non sopporta di vederla appassire».

"Dentro da 20 anni La vita fuori ormai mi fa solo paura"

ella piccola mensa del carce-re - mangiare in compagnia è il privilegio concesso ai de-

tenuti che lavorano, qui a Padova 120 su 920 - incontro un altro sici-liano condannato all'ergastolo ostativo per omicidio. Si chiama Emanuele Cataneo, compirà 45 an-ni in novembre, è nato a Noto in provincia di Siracusa.

«Sono stato arrestato ventidue anni fa, quando ero un ragazzo. A volte mi viene da dire che chi sta scontando la pena è un'altra perso-na rispetto a quella che è stata con-dannata».

«Ho l'ergastolo ostativo perché al processo mi sono rifiutato di par-lare. Se avessi parlato, sarei uscito il giorno dopo, con un premio di mezzo milione di euro e la protezio-ne. Mi sono detto estraneo al reato che mi veniva contestato e ho deci-so di non collaborare. La conse-guenza è stata l'ergastolo».

«La mia scelta di ventidue anni fa ha provocato una condanna che si rinnova ogni giorno. Tutte le volte che chiedo un permesso, mi viene ne-gato perché ventidue anni fa mi sono rifiutato di parlare. Che cosa vorreb-bero da me oggi? Che parlassi per raccontare che cosa? Sono dentro da metà della mia vita e ormai, fuori, non conosco più nessuno. A Noto so-no cambiate due generazioni».

«Mi sono sempre professato in-nocente, ma dopo tanti anni qua dentro si ripensa agli errori che si sono fatti. Credo che quando una persona riflette veramente, difficil-mente poi ripeterà gli stessi errori che ha commesso».

«Da otto mesi lavoro all'interno del carcere, ed è una grande fortuna. Ma mi manca la speranza. Il pensie-ro di un domani fuori. Con l'ergastolo ostativo non ci saranno mai permes-si né semilibertà. Mi dicono che devo pensare e vivere il presente, ma il presente è fatto anche di progetti, e io non posso averne».

«Però ogni tanto guardo al di là della finestra e penso che la vita fuori mi fa paura, più di quella dentro».

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10/06/2013 press unE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

Periodicità: Quotidiano

Tiratura: 350.297

Diffusione: 253.971

"Sono in un buco nero, ma ho scelto una via bianca"

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questa è la storia di Bledar Dinja, 38 anni, albanese. Fu ar- restato la prima volta nel suo

Paese a 15 anni. Nel 2002 gli è stato inflitto l'ergastolo in Italia per omici-dio, nel 2003 è stato catturato. Dicono che era un pericoloso capobanda, e chi lo ha conosciuto qui in carcere racconta che fino a qualche anno fa faceva paura solo a guardarlo. Ades-so i suoi occhi comunicano tutt'altro.

Mi chiede di chiamarlo Giovanni: è il nome che ha scelto due anni fa,

quando è stato battezzato qui all'in-terno del Due Palazzi. Il giorno del battesimo c'erano anche i suoi genito-ri, musulmani. Dissero: «Questo figlio era la nostra vergogna e ora è il no-stro orgoglio perché ha trovato Dio. Non importa se è il Dio cristiano».

Bledar Giovanni lavora nella cuci-na e nella pasticceria con la Coopera-tiva Giotto. Siede di fronte a me a pranzo, nella piccola mensa. Si alza la bandana e mi fa notare che l'orecchio destro non c'è più: «Come vedi, non

ho avuto una vita facile», dice. «Per tanti anni qui dentro non ho

voluto vedere nessuno. Questi della cooperativa che fanno lavorare in carcere mi prestavano molte atten-zioni, ma io diffidavo. E poi mi chiede-vo: perché si interessano proprio a me? Io sono uno che ha fatto molto male, non merito niente, non sono de-gno di niente».

«Con il passare del tempo ho capi-to che questi uomini non mi chiede-vano nulla, e neanche si interessava-

no a quello che ho fatto. Per loro ero semplicemente una persona, e per loro ogni persona vale. Ho comincia-to a lavorare al reparto biciclette, poi alla pasticceria. Ho cominciato anche a leggere la Bibbia, e i libri di don Giussani».

«Non so se uscirò mai dal carcere, ma ho capito che nella vita si può fini-re in un buco nero o su una via bianca. E anche se sei chiuso dentro con un ergastolo hai sempre la possibilità di prendere la via bianca».

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