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Ufficio stampa Rassegna stampa lunedì 2 settembre 2013 Pagina 1 di 77

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Ufficio stampa

Rassegna stampalunedì 2 settembre 2013

Pagina 1 di 77

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Il Resto del Carlino Ravenna

Corriere Romagna Ravenna

INDICE

CANE NEL BURRONE DA GIORNI: SALVATO (prima pagina)02/09/13 Prima pagina 5

CANE NEL BURRONE DA GIORNI: SALVATO (prima pagina)02/09/13 Prima pagina 6

Cane intrappolato in un crepaccio I vigili del fuoco si calano e lo salvano02/09/13 Cronaca 7

Sfilata a quattro zampe al parco per la festa di quartiere02/09/13 Cronaca 8

Controllati 130 cacciatori Sei multe per le ‘distanze’02/09/13 Ambiente 9

Controllati 130 cacciatori Sei multe per le ‘distanze’02/09/13 Ambiente 10

«Svuotata e riempita ogni anno»02/09/13 Ambiente 11

L’appello del Movimento 5 stelle «Cittadini, non bevete quell’acqua»02/09/13 Ambiente 12

La cassa integrazione rallenta Masi sono persi 3.332 posti02/09/13 Economia e Territorio, Lavoro 13

«Quel ragazzino dai capelli rossi e la carnagione più bianca del latte»02/09/13 Cronaca 14

Centro stampa unico: uno spreco02/09/13 Edilizia e Infrastrutture 15

«Serve il foglio di via»02/09/13 Cronaca 16

Sel sostiene la raccolta di firme per alcuni referendum radicali02/09/13 Politica 17

Svolta di Matteucci: «Renzi miglior interprete del rinnovamento»02/09/13 Politica 18

Al via i colloqui per la cooperativa02/09/13 Economia e Territorio, Lavoro 19

Dal Cer l’acqua per campi e frutteti Eda settembre via a nuovi lavori02/09/13 Politica, Ambiente 20

Musica d’organo, ultimo concerto02/09/13 Turismo, Cultura, Spettacoli 21

«E’ Renzi il cambiamento»02/09/13 Politica 22

Movida senza limiti, 14enne rischia coma etilico (prima pagina)02/09/13 Prima pagina 23

Questa sera sul palco il ministro Flavio Zanonato02/09/13 Politica 24

Matteucci: è Renzi la nuova forza del Pd02/09/13 Politica 25

Meningite, in tre sotto profilassi al rientro dall’estero02/09/13 Sanità e Politiche sociali 26

Concerto del Coro lirico Calamosca-Mariani dedicato a Giuseppe Verdi e Pietro Mascagni02/09/13 Turismo, Cultura, Spettacoli 27

Ravegnana, Ancisi: «Nessun impegno per la rotonda»02/09/13 Edilizia e Infrastrutture 28

«Acqua cattiva, decurtare la bolletta»02/09/13 Cronaca 29

«Caro Filippo mi ricordo quando ancora eri un batuffolo Ci mancherai»02/09/13 Cronaca 30

Aree di pineta in concessione ai privati «Bisogna discuterne nel consiglio di zona»02/09/13 Parchi 31

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La Voce di Romagna Ravenna

Corriere della Sera

Il Sole 24 Ore

La crisi non abbassa i prezzi ma così il mattone cola a picco02/09/13 Economia e Territorio 32

Bosco di Fusignano questo sconosciuto Visita guidata di Legambiente02/09/13 Parchi 33

Start Romagna, in arrivo altri tagli02/09/13 Edilizia e Infrastrutture 34

Start Romagna, in arrivo altri tagli (prima pagina)02/09/13 Prima pagina 35

“Il Comune deve chiedere a Hera la restituzione dei soldi”02/09/13 Edilizia e Infrastrutture 36

Ricordo di un ragazzino morto nel sonno a soli 14 anni02/09/13 Cronaca 37

Tutto dall’errata immissione Reno al potabilizzatore02/09/13 Edilizia e Infrastrutture 38

Forza Italia per i referendum02/09/13 Politica 39

“Costano 38 mila euro ma ne incassano appena 1.400”02/09/13 Edilizia e Infrastrutture 40

LA RIVINCITA DEL PARLAMENTO02/09/13 Politica Nazionale 42

UN BOND PER TAGLIARE LE BOLLETTE ELETTRICHE02/09/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 43

MA È GIUSTO PUNIRE LE CLASSI DOVE CI SONO PIÙ STUDENTI BRAVI?02/09/13 Istruzione 46

Se un solo ispettore controlla 2.076 scuole02/09/13 Istruzione 47

Il prelievo vira verso il modello francese02/09/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 49

Tasse distinte per i possessori e chi vive in affitto02/09/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 50

Allo studio la revisione delle rendite02/09/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 51

I fondi perl’edilizia non superano l’esame02/09/13 Istruzione, Pubblica Amministrazione 52

Sulla service tax mano libera ai sindaci02/09/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 54

Doppia scelta sull’imponibile02/09/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 55

Tra Stato e Regioni ricorsi al top02/09/13 Pubblica Amministrazione 56

NORME E TRIBUTI: La società «in house» che fa riscossione versa l’Iva02/09/13 Pubblica Amministrazione 57

NORME E TRIBUTI: L’anticipo di liquidità dalla Cdp è vincolato02/09/13 Pubblica Amministrazione 58

NORME E TRIBUTI: Commissario escluso, appalto ok02/09/13 Pubblica Amministrazione 59

NORME E TRIBUTI: Coni tagli, dipendenti in mobilità tra partecipate02/09/13 Pubblica Amministrazione 60

Per le società pubbliche la strada è ancora lunga02/09/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 61

NORME E TRIBUTI: L’accesso dei consiglieri aidocumenti vagarantito02/09/13 Pubblica Amministrazione 62

NORME E TRIBUTI: Privatizzazioni, consulenze libere02/09/13 Pubblica Amministrazione 63

Il Comune in dissesto non «paga»02/09/13 Pubblica Amministrazione 64

Doppio binario per i «precari»02/09/13 Pubblica Amministrazione 65

Concorsi, uno su 4 aspetta il posto02/09/13 Pubblica Amministrazione 66

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Italia Oggi

La Repubblica

Unità

Quel pasticciaccio dell’Imu02/09/13 Pubblica Amministrazione 67

Anziani e disabili, il comune decide sulla prima rata Imu02/09/13 Pubblica Amministrazione 68

Pagamento abolito per terreni non condotti02/09/13 Pubblica Amministrazione 71

Grazie a Europa ed enti locali il lavoro si sposta oltreconfine02/09/13 Pubblica Amministrazione 72

Con il giro di vite sulle polizze vita Irpef più cara per 6 milioni di italiani pagheranno 200 euro in piùall’anno02/09/13 Politica Nazionale 74

“Proveremo a correggere questo gioco delle tre carte”02/09/13 Politica Nazionale 76

La sfida dei musei02/09/13 Turismo, Cultura, Spettacoli 77

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WIEN CLOO

il Resto del Carlino

RAVENNA Direttore Responsabile: Giovanni Morandi

02/09/2013 press unE

Periodicità: Quotidiano

Tiratura: n.d.

Diffusione: n.d.

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Lunedì 2 settembre 2013

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Redazione: via SaLare 40,40121 Ravenna - Ed. 0544 249611 Fax 0544 39019 ta Pubblicità: S.P.E. - Ravenna - L.B. ARzerti, 60 - Tel. 0544 278065/ Fax 0544 270457

Con la crisi persi 3.300 posti di lavoro Analisi della Cgil sull'andamento della, cassa integrazione a fine agosto

Servizio N A pagina 5

Cinque stette Bi1sq heUa, ,drato: sa bene Servizio A pagina 2 i La festa deL Pd

«Acqua cattiva, ora sconti in bolletta>

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11E1i «11 nuovo è Renzi»

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Bar assaltato a Cervia

I rapinatori restano in carcere 0 A pagina 6

Via Poggi

Festa e sfilata a 4 zampe al Podium

ANAtN, , e A pagina 2

SoLaroto

Caccia, multe per le distanze ; Ecco i vincitori dasi 130 controlli nella giornata di preapertura del festival

Servizio a A pagina 3 i a A pagina 8

Un controllo sull'acqua del potabilizzatore

0 A pagina 3

IL ricordo del 14enne

'Quando Filippo si divertiva nella spiaggia, di Lido di Dante' N A pagina 4

LUN 2 SET ALESSANDRO RDTTOLN

IllaR9 SET k v #‘ L,L kok

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Cane intrappolato in un crepaccio I vigili del fuoco si calano e lo salvano

È successo a Brisighella. 'timore°, meticcio di dieci anni, era lì da nove giorni

SE ORA POSSONO nuovamen-te sentire abbaiare e vedere sco-dinzolare il loro Timoteo, i padro-ni lo devono a loro, ai vigili del fuoco di Faenza, che lo hanno re-cuperato da un burrone profondo più di 50 metri. Qui il cane, un meticcio di dieci anni, dalla note-vole stazzo di quaranta chili, c'è fi-nito chissà come ed è rimasto per nove lunghi giorni, perché non riusciva a ritrovare la via di casa. L'altro pomeriggio, dalle 17 fino alle 20, i pompieri hanno messo in piedi un'operazione di salvatag-gio in grande stile. L'animale si era allontanato da una decina di giorni da una casa, in località Rontana, tra i calanchi della vena del gesso di Brisighel-la, ma non aveva fatto ritorno. Ma i proprietari non si erano dati per vinti e lo hanno continuato a cer-care per giorni attorno a casa: «E sempre stato la nostra compagnia — continuavano a ripetere — e siamo sicuri che sia ancora vivo». Sabato pomeriggio, per fortune, qualcuno ha sentito dei guaiti pro-venire dal fondo di un calanco ed ha avvisato il proprietario dell'ani-male che da giorni aveva chiesto in giro se qualcuno avesse visto il suo adorato Timoteo.

A QUEL punto è stato lanciato l'allarme al comando provinciale dei vigili del fuoco e sul posto è stata inviata una squadra del di-staccamento di Faenza. Dopo aver individuato il punto esatto da cui provenivano i lamenti è sta-to approntato un paranco. Un pompiere esperto nella tecni-ca Saf, il Soccorso alpino e fluvia-le, si è calato per oltre 50 metri per riprendere l'animale che in ef-fetti era ancora vivo, malgrado non toccasse acqua e cibo da così tanto tempo, quasi una decina di giorni. Fortunatamente un cumu-lo di vegetazione ha attutito la ca-duta dell'animale, che è così scam-pato a morte certa. Il cane è stato imbragato e riporta-to in quota. Mentre attorno si era formato un gruppetto di persone tra cui i proprietari del cane, un applauso spontaneo è partito nel momento in cui il vigile del fuoco e il cane sono stati avvistati spun-tare fuori dalla fitta vegetazione. Dopo una visita dal veterinario, che ha evidenziato le sostanziali buone condizioni di salute dell'animale che pativa solo una forma di disidratazione e magrez-za per la dieta forzata di oltre die-ci giorni, il cane è potuto essere riabbracciato dai sui proprietari che mai si erano dati per vinti di averlo perso per sempre.

SY,‘',NITO NEL NULL'\ IL METICCIO ERA SCOMPARSO DA CASA DA CIRCA 9 GIORNI LO HANNO CERCATO A LUNGO

LE CONDIZIONI IL CANE ERA DISIDRATATO, MA NON SEMBRA AVER SUBITO TRAUMI

Uno dei pompieri coinvolti nell'operazione

Timoteo riabbraccia i suoi padroni

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TAGON2 V E\.ATOFUA IERI LA PREAPERTURA

Controllati 130 cacciatori Sei multe per le clistanze

NUMEROSI controlli sono stati condotti della Polizia provinciale e dalle guardie ecologiche volontarie in occasione della prima giornata di preapertura della stagione venatoria. Le pattuglie di piazza Caduti hanno verificato 70 cacciatori e riscontrato solo cinque irregolarità: quattro relative al mancato rispetto delle distanze di sicurezza e una per un carniere `oversize', in quanto il cacciatore aveva abbattuto un numero di tortore selvatiche superiore al consentito. In azione anche le guardie ecologiche volontarie che hanno controllato poco meno di sessanta cacciatori, registrando a fine giornata solo tre irregolarità, due relative alle distanze, una per non aver segnato la giornata sul tes-serino. «E' stato un avvio in sordina — ha commentato Lorenza Maz-zotti, comandante della Polizia provinciale — visto che di fatto il pre-lievo era limitato alle tortore selvatiche e, in deroga, agli storni, oltre che ai coroidi. Ma da noi non c'è una gran tradizione di caccia alle gazze. Così gran parte delle postazioni era concentrata attorno ai cam-pi di girasole, dato che le tortore sono ghiotte dei semi di quella pian-ta. Le catture sono andate abbastanza bene, perche l'andamento me-teo favorevole ha indotto le tortore a ritardare la mig,razione».

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MIRA§ SPARI Cacciateli in azione da un appostamento temporanee

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Controllati 130 cacciatori Sei multe per le clistanze

NUMEROSI controlli sono stati condotti della Polizia provinciale e dalle guardie ecologiche volontarie in occasione della prima giornata di preapertura della stagione venatoria. Le pattuglie di piazza Caduti hanno verificato 70 cacciatori e riscontrato solo cinque irregolarità: quattro relative al mancato rispetto delle distanze di sicurezza e una per un carniere `oversize', in quanto il cacciatore aveva abbattuto un numero di tortore selvatiche superiore al consentito. In azione anche le guardie ecologiche volontarie che hanno controllato poco meno di sessanta cacciatori, registrando a fine giornata solo tre irregolarità, due relative alle distanze, una per non aver segnato la giornata sul tes-serino. «E' stato un avvio in sordina — ha commentato Lorenza Maz-zotti, comandante della Polizia provinciale — visto che di fatto il pre-lievo era limitato alle tortore selvatiche e, in deroga, agli storni, oltre che ai coroidi. Ma da noi non c'è una gran tradizione di caccia alle gazze. Così gran parte delle postazioni era concentrata attorno ai cam-pi di girasole, dato che le tortore sono ghiotte dei semi di quella pian-ta. Le catture sono andate abbastanza bene, perche l'andamento me-teo favorevole ha indotto le tortore a ritardare la mig,razione».

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VALLE CANNA

«Svuotata e riempita ogni anno» «NEGLI anni recenti la Valle della Canna aveva presentato evidenti segni di sofferenza, con forte riduzione sia della vegetazione che delle specie tiunistiche presenti, ma oggi gode di ottima salute». Lo precisa l'assessore all'Ambiente Guido Guerrieri facendo seguito ad alcune segnalazioni che facevano riferimento a un ambiente in cattive condizioni e prosciugato. Il bacino di Valle della Canna, lungo la Romea, è una zona umida che ospita durante l'anno importanti popolazioni di avifauna acquatica. 11 sito costituisce un ambito naturale protetto ed incluso nel Parco del Delta del Po, ma la regolazione dell'acqua viene attuata artificialmente. «Per ripristinare condizioni buone — continua Guerrieri — si è reso necessario il prosciugamento estivo e successivo riallagamento del bacino allo scopo di avere un ricambio effettivo delle acque. Questa operazione è stata condotta nel 2011, 2012 e anche quest'anno e ha consentito di eseguire anche interventi di manutenzione del fondale, di riescavo dei canali sublagunari, di controllo della vegetazione. Il prosciugamento è di circa un mese, dai primi di agosto ai primi di settembre, dopo di che la valle viene riempita nuovamente».

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Da ormai una settimana dai rubinetto esce un'acqua dal sapore terroso

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L'appello del Mov ento 5 stelle «Cittadini, non bevete quell'acqua»

«Vogliamo le analisi». Richiesto anche uno sconto sulla bolletta CONTINUANO a intorbidirsi le acque per Hera: a una settima-na dall'erroneo versamento dell'acqua del Reno nella canali-na ex-Anic e quindi nei rubinetti della parte nord della città e del fo-rese, la situazione non è cambiata. Continuano infatti ad arrivare se-gnalazione da parte dei cittadini, esasperati dal sapore fangoso dell'acqua. «Non possiamo nean-che lavarci i denti, è disgustoso», scrive Patrizia, che vorrebbe addi-rittura chiedere un rimborso nel-la bolletta, «Siamo sicure che è davvero sicura? Perché non torna tutto alla normalità?», chiede in-vece Luca. Nonostante le rassicu-razioni di Fiera, Romagna Acque e successivamente dell'Ausi, an-che i consiglieri di opposizione si sono attivati per richiedere mag-giori spiegazioni. «La situazione perdura e quindi, come abbiamo sempre promosso il consumo di acqua pubblica, co-si si vuole lanciare un appello ai cittadini affinché si astengano, a scopo precauzionale, dal consu-mare acqua del rubinetto fino a che tutta la situazione sarà visibil-mente rientrata nella norma — scrivono la consigliera Francesca Santarella del Movimento 5 stelle

e il collega Paolo Cornacchione, consigliere territoriale Mare — e fino a che tutti i chiarimenti ri-chiesti abbiano ricevuto esaustive risposte. Non risulta che sia stata diffusa, ad esempio, alcuna comu-nicazione circa eventuali indagi-n i effettuate dall'Ausl, o riguar-

dante casi di ricoveri riconducibi-li al consumo di questa acqua dal-la qualità palesemente mutata. Si chiede quindi — concludono consiglieri — che le autorità com-petenti, sindaco in primis, si av-valgano anche in questo caso del principio di precauzione tino alla

completa risoluzione della situa-zione, e diffondano al più presto tutte le informazioni del caso». A tale proposito, il consigliere grilli-no Pietro Vandini ha chiesto all'ufficio Ambiente del Comune e ad Hera l'accesso formale agli at-ti e alle analisi effettuate. «Doma-ni (oggi per chi legge; adr) — avvi-sa il consigliere — presenterò un ordine del giorno per far interve-nire il Comune sulla prossima bol-letta Fiera. Sarebbe il caso di effet-tuare delle decurtazioni sul costo del servizio, visto che anche se po-tabile, l'acqua non è stata comun-que utilizzabile per il cattivo odo-re e sapore e ai cittadini è stato re-cato un disagio». A differenza dei colleghi, Vandi-ni non ritiene necessario «dare l'allarme prima che siano diffusi i dati relativi ai controlli chimici e battereologici dell'acqua». Intan-to Tiziano Mazzoni, direttore dell'Area territoriale di Ravenna per Hera, ribadisce quanto spiega-to nei giorni scorsi: «Da alcuni giorni ormai dalla canalina esce l'acqua del Lamone. occorre tem-po perché' sia smaltita l'acqua ri-masta in circolo, ma a breve la si-tuazione dovrebbe tornare alla normalità».

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«Nonostante le rassicurazioni sulla potabilità dell'acqua, per i cittadini l'alterazione del sapore ha rappresentato un disagio. Ho fatto richiesta per accedere agli atti e alle analisi effettuate»

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Al sapore diverso è dovuto alla presenza di un'alga monocellulare, presente nelle acque più stagnanti del Reno. i valori sono comunque nella norma, non c'è alcun rischio per la salute>

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E' L ico settore che determina un aumento della cassa integrazione: í dipendenti coinvolti sono più di mitteduecento in tutta la provincia

Rispetto a fine giugno ha dimezzato il numero di Lavoratori a orario ridotto. Stessa dinamica si registra anche per la

gistíca e i trasporti

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AL CAPOLINEA Dipendenti di Coern (ex ineos). L'azienda chiude

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N'C3' LE ULTIME RILEVAZIONI CG IL

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a cassa integrazione rallenta Ma si sono persi 3332 posti. Costantini: «Forte impegno su in rasitrutlure e turismo» MIGLIORA la situazione per quel che riguarda la metalmeccani-ca, resta critica per i settori produt-tivi legati alle costruzioni. Il rap-porto di fine agosto sulla cassa inte-grazione, elaborato dall'ufficio stu-di della Cgil ravennate, inette in evidenza ancora una volta quanto le imprese stiano soffrendo gli ef-fetti della crisi, pur se non modo meno omogeneo rispetto al passa-to. La rilevazione segnala come sia-no poco meno di seimila i lavorato-ri dipendenti a orario e busta paga ridotti. Ma, soprattutto, evidenzia come dall'inizio della crisi il nume-ro dei posti perso abbia raggiunto quota 3.332 con un incremento di quasi quattrocento unità rispetto alle rilevazione di fine giugno.

I DATI più confortanti, influenza-ti tuttavia dalla stagionalità, vengo-no dal commercio e dalla logistica. Nel primo caso il ricorso agli am-mortizzatori sociali si è dimezzato rispetto a giugno; si dovrà verifica-re l'evoluzione di settembre per ca-pire se l'area dei servizi è uscita dal periodo più cupo. Segnali positivi dalla logistica che è caratterizzata dallo stesso andamento: i dipen-

denti in cassa integrazione sono passati da 603 a 307. Sensibile

pur se in percentuale minore, nell'industria di trasfbrmazione dei prodotti agricoli.

L'ANALISI qualitativa non indu-ce però all'ottimismo. «Ci sono oscillazioni, ma il numero di perso-ne toccate dagli ammortizzatori so-ciali resta molto elevato» è l'osser-vazione dì Costantino Ricci, segre-

tario provinciale della Camera del lavoro. «E, soprattutto, continua-no a crescere — sottolinea — i po-sti di lavoro persi, senza alcuna ga-ranzia che, al momento della ripre-sa, potranno essere recuperati. Uno degli aspetti più preoccupati è il prolungarsi di questa fase con-giunturale negativa».

LE ASPETTATIVE sono per una ripresa dell'economia del Pae-se, ma anche per il rilancio di alcu-ni settori chiave del sistema pro-duttivo ravennate. «Occorre dare gambe al patto per lo sviluppo. In particolare spiega Costantini — auspichiamo un impegno degli enti locali sul fronte delle infra-strutture e del turismo. Ci sono i fondi a disposizione per avviare l'approfondimento da porto, dun-que bisogna superare gli ostacoli. E per quel che riguarda il turismo, non è pensabile che un territorio ricco come il. nostro generi reddito e posti di lavoro solo per due mesi all'anno. Occorre uno sforzo di progettualità delle nostre ammini-strazioni. E un impegno più forte su 3 tecnopol i, per sostenere l'inno-vazione delle nostre aziende».

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«Quel ragazzino dai capelli rossi e la carnagione più bianca del latte»

PUBBLICHIAMO un bel ricor-do di Filippo Marzola, 'Alleane di Ponte Nuovo morto nel sonno, scritto da Pasquale Minichini, consigliere comunale e amico del-la famiglia. «Si è tanto parlato in questi giorni dell'evento luttuoso che ha colpi-to la famiglia Marzola. Non era immaginabile che un ragazzo di appena quattordici anni, senza cause apparenti, si addormentas-se per non svegliarsi più. Conosco da data immemorabile la famiglia Marzola, specialmente il nonno Cesare che ho avuto il piacere di dirigere quando faceva parte dell'allora squadra di calcio di Li-do di Dante. Ho visto crescere tut-ti i suoi nipoti. Io ero per loro il 'nonno dispettoso', poiché al ma-re, appena entravano in acqua, ero solito indirizzargli spruzzi ad-dosso, così come facevo con i miei nipotini di appena qualche anno in più. Ricordo molto bene Filip-po quando, ancora un batuffolo, i genitori lo ricoprivano di crema per proteggere la pelle dal sole a

causa dell'eccessivo biancore. Co-me dimenticarlo nei primi mo-menti di voglia di nuotare, quan-do si dimenava subito di là dalla battigia, ma non riusciva. Occhia-lini per proteggere gli occhi dall'acqua del mare e via uno dei tuffi fra le onde, che sono solito fa-re i bambini alle prime armi. E che dire poi delle prime sfide con la coetanea cuginetta, Martina, per arrivare vicino alla nonna Pal-ma. Chi mai poteva credere che dopo pochi anni Filippo venisse a mancare all'affetto dei suoi cari. Ora mancherà anche a tutti gli ha-bitué di quel fazzoletto di spiag-gia libera, tra i bagni Smeraldo e Classe. Mancherà tantissimo an-che a me, quel ragazzino dai capel-li rossi e dalla carnagione più bianca del latte. Anche se l'autop-sia svelerà le cause del decesso, re-sterà sempre la tristezza che nessu-no più ci restituirà Filippo. Solo il tempo, galantuomo, come si è solito dire, riuscirà a rimarginare la profonda ferita infetta a tutti i suoi cari, a partire dai genitori».

TUFFO Filippo in un momento felice

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LA «DOVEVANO FARE UN PASSO INDIETRO PRIMA»

Centro s pa unico: uno spreco La Provincia recederà dalla convenzione col Comune nel 2014

TRA un anno il centro stampa unificato per Comune e Provincia di Ravenna non sarà più gestito da entrambi gli enti. La storia, fa notare il consigliere provinciale dell'i:3de Gianfranco Spadoni, «risale a parecchi anni fa ed è contrassegnata da uno spreco di risorse». L'ufficio associato fra la Provincia e il Comune di Ravenna, spiega Spadoni, «si è. costituito, con delibera di Consiglio provinciale del 2008, con l'obiettivo della gestione unificata del centro stampa dei due enti, svolta tuttora in locali presi in affitto dal Comune a un costo annuo di 33Omila curo. Il centro unico doveva consentire

risparmi sui costi e convenienza economica per le due istituzioni, ma alla luce dei fatti, per la Provincia tali obiettivi si sono rivelati del tutto virtuali. L'utilizzo della stamperia, infatti, è. da qualche anno assolutamente parziale e ciò è dovuto all'inadeguatezza delle macchine a disposizione». La Provincia ha chiesto il recesso dalla convenzione a partire dal 2014, «un alto tardivo, che anticipa di soli 9 mesi il termine dell'accordo e che non ha certo aiutato a risparmiare i 140 mila curo annui che la convenzione prevedeva a titolo di rimborso spese per la gestione associata del centro stampa».

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Sei sostiene la raccolta di firme per alcuni referendum radicali SEL partecipa alla raccolta di firme per alcuni dei referendum proposti dai radicali. «Appoggiamo con convinzione i quesiti su lavoro e immi-grazione spiega il segretario Andrea Mengozzi perché riteniamo fondamentale abrogare il reato di clandestinità e regolarizzare quel mezzo milione di migranti che lavorano in nero e in condizioni spesso schiaviste. Così come è importante svuotare le carceri e mettere fine al fallimento del proibizionismo in materia di droghe. Infine due quesiti sulla libertà di scelta delle persone: per arrivare presto al divorzio breve e per fare in modo che chi non esprime una preferenza alla destinazio-ne dell% x 1000 veda la propria quota destinata allo Stato». Si firma a Ravenna, piazza del mercato, mercoledì e sabato mattina; a Lugo in largo Repubblica mercoledì 4 e 11 settembre; a Faenza in piazza del Popolo sabato 7 e 14. A Cervia davanti alla Coop giovedì 5 e 12.

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FESTA DEL PD IL DBA FI 1TO

Svolta di Matteucci: «Rertzi miglior interprete

del rinnovamento» «NON mi pento di aver soste-nuto Bersani alle primarie, ma oggi il Partito democratico ha bisogno di una forte innovazio-ne. E non c'è dubbio che Renzi sia colui che interpreta nel mo-do più ampio la domanda di cambiamento». Il sindaco Fa-brizio Matteucci, dal palco del-la Festa del Pd, sposa, almeno in parte, le ragioni del crottama-tore'. Sabato sera, davanti a un pubblico tutt'altro che oceani-co (tante le sedie vuote, non più di 70-80 persone in platea), Matteucci, assieme al presiden-te della Provincia Claudio Casa-dio, ha risposto alle domande dei giornalisti su temi ravenna-ti e nazionali.

giunta: «I voti li danno i cittadi-ni, e nel mio caso l'hanno già fatto due volte. Ricordo che questa amministrazione è tra le poche in Italia ad aver abbassa-to l'Imu sulle attività produtti-ve, Ma è normale che le associa-zioni di categoria facciano sen-tire la propria pressione sulle istituzioni». Matteucci — che ribadisce di non puntare a incarichi politici di primo piano dopo la fine del mandato nel 2016 — mostra ot-

L&'ZZA KENNEDY Con it restyling saranno instaLlati anche servizi igienici a pagamento

SE il sindaco apre a Renzi, Ca-sadio si scaglia invece contro Pippo Civati, il deputato che contesta apertamente l'accordo di governo con il Pdl: «C'è chi punta a farsi vedere parlando male del Pd: io non lo accetto. Se Civati non vota la fiducia al governo, che è la scelta più im-portante per la politica di un partito, non può essere un diri-gente del Pd». Non può manca-re un accenno al caso Idem: «Mi sono occupato della vicen-da come sindaco, senza guarda- re in faccia a nessuno dice Matteucci, Se la riprenderei in giunta? No, non si torna sul luogo del delitto». Casadio, in-vece, non avrebbe problemi a nominare assessore l'ex mini-stro.

RIGUARDO al governo della città, il sindaco replica alle ac-cuse del presidente di Confcom-mercio Graziano Parenti che, interpellato dal Carlino, ha da-to un voto molto basso alla

timismo sulla corsa a capitale della cultura nel 2019 («So che se perdiamo la colpa sarà attri-buita interamente a me, ma so-no convinto che possiamo vin-cere») e sul turismo («I dati del 2013 sono positivi, e non è vero che manca la programmazio-ne»). E non risparmia una frec-ciata a Vidmer Mercatali, che non ha escluso la possibilità di mettersi alla guida di una lista civica alle prossime ammini-strative: «E stato un ottimo sin-daco, ma chi parla di elezioni tre anni prima della scadenza del mandato forse dovrebbe ri-posarsi». Infine, un annuncio su un tema annoso: «Con la ri-qualificazione di piazza Kenne-dy, finalmente installeremo i bagni pubblici in centro stori-co. Saranno a pagamento, custo-diti e gestiti da privati». Intanto stasera proseguono i di-battiti: ospite della Festa del Pd sarà il ministro per lo Svi-luppo economico Flavio Zano-nato (alle 21),

Francesco Monti

UN ANNO FA ll sindaco Matteucci con Matteo Renzi poco Prima del comizio del 'rottarnatore> alla festa dei democratici

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BONRCA RRIGAZIONE, PRELEVATI 37MILIONI DI METRI CUBI. NEL LUGHESE ALTRE OPERE

Dal Cer l'acqua per pi e frutteti E da settembre via a nuovi lavori

L'ESTATE è sempre un periodo che mette alla prova la capacità del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale di rispon-dere alle esigenze irrigue di un ter-ritorio. Sono stati finora 36,5 mi-lioni i metri cubi di acqua preleva-ti dal Canale emiliano-romagnolo (Cer) e distribuiti attraverso la fit-ta rete irrigua del Consorzio (furo-no 39 milioni nel 2012). Il Consor-zio può contare su una rete di di-stribuzione irrigua che ha uno svi-luppo di circa mille chilometri, costituita per circa la metà da con-dotte interrate in pressione e per l'altra metà da canali vettori a cie-lo aperto. :(Recenti statistiche dif-fuse dall'Istat — commenta il pre-sidente del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale, Al-

berto Asioli — hanno indicato l'agricoltura come uno dei pochi settori con andamento economi-co positivo. E' dunque evidente come il ruolo del Consorzio sia stato fondamentale per evitare una grave crisi di produzione e i conseguenti effetti negativi sull'indotto».

PER TUFFI i motivi citati risul-tano quanto mai fondamentali le attività di progettazione e realizza-zione di nuove opere a completa-mento della rete di distribuzione irrigua a monte del Ger. Nell'area tra il Santerno e il Seni° sono ini-ziati i lavori di completamento del terzo stralcio delle opere, dell'importo di progetto di 7335.000 curo, per la diStribuzio-

ne nei distretti irrigui Borello e Casanola nei Comuni di Castelbo-lognese e Solarolo. Nell'area tra il Senio e il Lamone è stato da poco stipulato il contratto d'appalto con l'impresa esecutrice dei lavo-ri per l'ampliamento della distri-buzione nei distretti irrigui San Severo, Granarolo, Cassanigo e Formellino, nei Comuni di Faen-za e Cotignola. Il cantiere di que-ste opere avrà inizio nel mese di settembre. Entrambi i progetti so-no stati finanziati in massima par-te dallo Stato, attraverso il Mini-stero delle Politiche Agricole e Fo-restali, con il cofinanziamento delle ditte beneficiarie. La proget-tazione è stata curata interamente dal Consorzio di bonifica che si occuperà anche della direzione dei lavori.

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orriere Periodicità: Quotidiano

di Ravenna Faenza-Lupo e Imola Tiratura: n.d.

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«E' Renzi il cambiamento» Anche il bersaniano Matteucci lancia il "rottamatore"

Fabrizio Matteucci e Matteo

Renzi alla Festa

del Pd di Ravenna un anno fa

RAVENNA. Non rinnega la scelta di campo a favore di Bersani alle primarie, ma per il presente e il fu-turo, il sindaco di Raven-na Fabrizio Matteucci non ha dubbi: «E' Renzi in que-sto momento il leader del Pd che meglio rappresen-ta il desiderio di cambia-mento. La sconfitta prin-cipale è stata la nostra ed è chiaro che il partito ha bi-sogno di innovazione».

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OijtA.(:)_1\1:- 411 orriere di Ravenna Faenza-Lupo e Imola

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2 Doppio podio per melandri

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Marino la finale

imitali Santarcangi lle ko: da 2-0 a 2-

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Il Borgo Fiorentino ha vinto un Palio incerto. SERVIZIO a pagina 12

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REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE E PUBBLICITÀ'. PI7EZZ7( TRE MARTIRE 4315 - RINI1N1- TEL 0541-354111 WC 0541-364199. SPEDIZIONE IN A.P. D.T.353(O0100167.11 ,1 L.271021041 ART. 1 COMMA 1 - DCB ENTI . ALTRE SEDE. RAVENNA (0544-2122624 FORLI 10542355201, 025200 10547-6119001 115N1 10545-9951479 IMOLA (0542-25730) E-MAIL RINDNROORRIERERONIAGNAJT - 120 IN TANDEM CON LA STAMPA*

II O II III orhere

del lunedì euro 1,20 Anno XXI I N. 242

LUNEDÌ 2 SETTEMBRE 2013

3 I2

Movida senza limiti, 14enne rischia conia etilico «Dopo il malore, buttata fuori da locale»

Al Marano era stata prima notte tranquilla Al Borgo Fiorentino il 50° Palio

Terra del Sole, vittoria col brivido all'ultima freccia RICCIONE. Si è spaventata per-

ché l'amica, mezza svenuta sul marciapiede, teneva gli occhi chiusi e respirava a fatica. Poco

Fabrizio Matteucci e Matteo

Ronzi alla Festa

del Pd di Ravenna un anno fa

Forlì, Caritas e cibo Emporio solidale per l'emergenza

FORLÌ. Sarà il nuovo emporio solidale a racco-gliere e distribui-re i prodotti ali-mentari per i bi-sognosi. Il pro-getto della Cari- tas diocesana do- Emergenza cibo vrebbe vedere la luce entro l'anno in corso.

• GHETTI a pagina 11

RAVENNA. Non rinnega la scelta di campo a favore di Bersani alle primarie, ma per il presente e il fu-turo, il sindaco di Raven-na Fabrizio Matteucci non ha dubbi: «E' Renzi in que-sto momento il leader del Pd che meglio rappresen-ta il desiderio di cambia-mento. La sconfitta prin-cipale è stata la nostra ed è chiaro che il partito ha bi-sogno di innovazione».

• SERVIZIO a pagina 43

RIMINI. Prognosi riservata, ma non è in pericolo di vita: naso fratturato e taglio alla testa

Bimbo investito dall'auto: in ospedale Il piccolo di due anni esce dall'albergo e picchia contro vettura in transito

RIMINI. Il primo giorno di vacanza per una fami- glia di Brescia rischia di

Politica in lutto trasformarsi in un incu-

addio alla pasionaria bo. Il terzogenito della coppia di neppure due an- ni di età, infatti, è sfuggi- Melelia Mattoni to per un istante al con-trollo di mamma e papà, ed è finito addosso a un'auto. •CUPO a pagina 6 • CHIAVEGATTI a pagina 5

CESENA

Viaggi in Egitto saltati peri disordini Lotta peri rimborsi

CESENA. Rimborsi solo parziali per i viaggi in Egitto saltati: centinaia di turisti del Cesenate chiedono aiuto alle associazioni dei consumatori, che sono pronte ad azioni legali.

• SERVIZIO a pagina 15

EINIERNMEEIREEM RAVENNA

Meningococco In tre finiscono sotto profilassi

RAVENNA. Profilassi per tre persone che si sono rivolte all'Ausl .

Erano venute in contatto con una 24enne ricoverata in Veneto per meningite .

• SERVIZIO a pagina 44

IMOLA

All'ex cinema Astoria arrivano gli ambulatori

I MOLA. Pronti gli ambulatori medici nella struttura appena completata sulle ceneri dell'ex cinema Astoria. Al piano terra troveranno spazio negozi.

• SERVIZIO a pagina 47

Anche il bersanianoMatteucci lancia il "rottamatore" «E' Renzi il cambiamento»

prima, in preda a un'euforia al-trettanto preoccupante, gridava frasi sconnesse.

• ROSSINI a pagina 3

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\ \ • 02/09/2013

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di Ravenna Faenza-Lupo e Imola Tiratura: n.d.

Direttore responsabile: Pietro Caricato

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pressunE

Questa sera sul palco il ministro Flavio Zanonato Alla festa del Pd al Pala De Andrè anche l'assessore regionale Muzzarelli

RAVENNA. Alla festa del Pd pro-seguono gli incontri con i maggio-ri politici italiani; dopo l'apertura con Pierluigi Bersani, questa sera, alle 21 nello spazio dibattiti, sarà la volta di Flavio Zanonato, mini-stro per lo Sviluppo economico. All'incontro interverranno anche

Gian Carlo Muzzarelli, assessore alle Attività

produttive della Regione, Marco Venturelli, direttore di Confcoo-perative Emilia Romagna e Co-stantino Ricci, segretario genera-le Cgil Ravenna.

Ancora atmosfere rock, ma tornando

anche agli anni Cinquanta, con il con-certo in programma sul palco centrale, sempre alle 21. Arriverà infatti Ales-sandro Ristori. Nuovo incontro con l'autore, poi, alla libreria. La scrittrice Nicoletta Timoncini presenterà il suo ultimo romanzo, Golfo mistico, edito da Caosfera (collana Riflessioni).

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Pagina 43

Matteucci: è Renzi la nuova forza del Pd

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.5i\L \ • 02/09/2013

orriere Periodicità: Quotidiano

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Il sindaco di

Ravenna

Fabrizio

Matteucci

durante

l'incontro alla

festa del Pd

Di fianco a lui il

presidente

della

Provincia

Claudio

Casadio

(Foto

Massimo

Fiorentini)

Il sindaco ha

detto la sua

anche sul

turismo:

«Le

ordinanze

sono le

stesse dal

2009 e che

le presenze

di

quest'anno

siano in

crescita lo

dicono i

dati, non è

un'opinione»

MatteucckeRerailanuovaforzadelPd

Pagina 43 R spii

pressunE

Casadio: prima i congressi locali poi la scelta del segretario nazionale. Il sindaco su pinza Kennedy: il progetto si farà e ci saranno anche i bagni pubblici

Matteucci: è Renzi la nuova forza del Pd L'annuncio: «Finito il mandato andrò in

ione. Almeno da rilevanti incarichi amministrativi»

RAVENNA. Non rinnega la scelta di campo a favore di Bersani quale leader e candidato premier del Pd per le ulti-me amministrative, ma per il presente e il futuro, il sindaco di Ravenna Fabri-zio Matteucci non ha dubbi: «E' Renzi in questo momento il leader del Pd che meglio rappresenta il desiderio di cam-biamento. La sconfitta politica princi-pale è stata la nostra ed è chiaro che il partito ha bisogno di innovazione».

L'appuntamento, dive-nuto ormai tradizionale, dell'intervista a più voci al sindaco e al presidente della Provincia alla Festa provinciale del Pd in cor-so al Pala De Andrè, non ha brillato quest'anno per partecipazione.

I due amministratori so-no stati sollecitati dai giornalisti Andrea Co-lombari e Francesco Mon-ti sui grandi rivolgimenti della politica e sui temi caldi a livello locale, sen-za tralasciare ovviamente qualche punzecchiatura a posteriori sul caso-Idem, abilmente liquidata da Matteucci e Casadio con formule diplomatiche già ampiamente collaudate all'insegna del fair play.

Passando alla scena po-litica locale, Matteucci non ritiene verosimili rimpasti alla luce di una maggioranza che sul pia-no nazionale non esiste più e include partiti ormai scomparsi dalla scena: «Abbiamo vinto le elezio-ni con questa coalizione, e questa maggioranza a Ra-venna è ancora unita e coesa», assicura. Matteuc-ci guarda al futuro del suo partito con ottimismo gra-zie «ai tanti giovani, pre-senti anche nel nostro gruppo consiliare». Quan-to a lui stesso, a fine man-dato assicura che andrà «in pensione», perlomen-

to da «rilevanti incarichi amministrativi», mentre non intende ritirarsi da «militante attivo del Pd». Quanto a Casadio, posto che l'obiettivo è di «onora-

re al meglio l'incarico in Provincia fin dove si arri-verà», al termine tornerà al suo lavoro in banca.

Nessuno dei due si sbi-lancia ufficialmente

nell'investitura del futu-ro segretario provinciale del Pd: «Lo decidono gli i-scritti e gli elettori», glis-sa il sindaco; «l'importan-te è che si facciano prima i

congressi locali, per evita-re che anzichè scegliere u-na persona, si opti per chi sostiene uno schieramen-to o un altro», tiene a ri-marcare Casadio.

Passando ai nodi del di-battito cittadino, «il pro-getto di piazza Kennedy si farà», nonostante le resi-stenze da parte delle asso-ciazioni di categoria a tra-sformarla «da un orribile parcheggio in una bella piazza». E ci saranno an-che i bagni pubblici, per i quali però, per mantenerli efficienti e in buone con-dizioni, si pensa di affidar-ne la custodia e pulizia.

Alle imprese però an-nuncia che vorrebbe «da-re anche nei prossimi an-ni il segnale della riduzio-ne delle tasse», per quanto possano consentirlo «le incertezze della Service tax» e fermi restando «i servizi da garantire per gli anziani, i bambini e i portatori di handicap».

Sul fronte del turismo Matteucci respinge reci-samente le accuse di man-canza di programmazio-ne: «Le ordinanze sono le stesse dal 2009 e che le pre-senze di quest'anno siano in crescita lo dicono i dati, non è un'opinione». Casa-dio sottolinea l'esigenza di «dare modernità alle nostre strutture ricetti-ve», ma anche l'obiettivo di «catturare turisti da po-sti più lontani», rispetto al quale, però, bisogna la-vorare per «creare un si-stema logistico adeguato» nei collegamenti con gli aeroporti. (e.d.m.)

Un altro addio alla scena Per il presidente della Provincia Claudio Casadio l'obiettivo è di «onorare al meglio l'incarico in Provincia fin dove si arriverà» al termine del quale tornerà al suo lavoro in banca

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.5i\ \ • 02/09/2013

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Meningite, in tre sotto profilassi

al rientro dalretitero

pressunE

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Meningite, in tre sotto profilassi

al rientro dall'estero RAVENNA. Tre perso-

ne residenti a Ravenna sottoposte a profilassi per meningococco. Rien-travano dalla Macedo-nia assieme a un nutrito gruppo di persone che abitano nel Trevi-giano. E tutti aveva-no viaggia-to con una 24enne macedone resi-dente in Valdobbiadene che è stata ricoverata nel reparto di Rianima-zione dell'ospedale di Feltre (in provincia di Belluno) per una menin-gite di origine batteri-ca.

Per tutti è scattata

quindi la profilassi. La giovane, di origine ma- cedone di ritorno dal suo Paese dove aveva tra- scorso le ferie qualche settimana fa, si era pre-

sentata in pronto soc- corso con u- na sintoma- tologia che ha lasciato pochi dubbi ai sanitari.

Sono scattate quindi le procedure, di prassi in questi casi, per rintrac- ciare tutte le persone che erano venute in con- tatto con la giovane e si è risaliti fino ai tre resi- denti a Ravenna, che a- vevano viaggiato su un pullman della Balkan ar-

rivato in Italia domeni-ca 25 agosto. I tre sono stati seguiti dal Servizio di igiene pubblica dell'Ausl ravennate che li ha sottoposti a terapia di profilassi.

«In questo modo - spie-ga Loris Bevilacqua, re-ferente profilassi delle

malattie infettive dell'Ausl - si evita che le persone interessate di-ventino portatrici dell'infezione ma non che contraggano la ma-lattia. Per poter dichia-rare che non corrono più rischi devono passare al-meno dieci giorni».

Viaggiavano 24enne che contratto la

con una ha malattia

Pagina 44 Un medico al lavoro in un laboratorio analisi

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02/09/2013

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pressunE orriere di Ravenna Faenza-Lupo e Imola

Direttore responsabile: Pietro Caricato

Esibizione nell'anfiteatro della Banca Popolare domani sera

Concerto del Coro lirico Calamosca-Mariani dedicato a Giuseppe Verdi e Pietro Mascagni

RAVENNA. Serata musicale, domani sera alle 21, nell'Anfiteatro della Banca Popolare: il Coro Lirico Calamosca-Ma-riani, grazie al contributo dello stesso istituto di credito, eseguirà un concerto gratuito e altre manifestazioni, per ce-lebrare il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi e il 150° dalla nascita di Pietro Mascagni.

Saranno eseguiti brani da alcune delle più celebri opere: Tace il vento da "I due Foscari" di Verdi; O signore dal tetto na-tio da "I Lombardi alla prima crociata" di Verdi; Assiria da "Nabucco" di Verdi, Va pensiero da "Nabucco" di Verdi; Una donna a quindici anni da "Così fan tut-

te" di Mozart; Coro delle acquajole da "Silvano" di Mascagni; Ave Maria da "Otello" di Verdi; Vedi, le fosche da "Il Trovatore" di Verdi; La Vergine degli Angeli da "la Forza del Destino" di Ver-di; Gli arredi festivi, da "Nabucco" di Verdi; Gli aranci olezzano da "la Caval-leria Rusticana" di Mascagni. Insieme al coro, diretto dal maestro Carlo Ar-gelli, soprano, solista Cinzia Ricci, al pianoforte Mirko Maltoni.

Attivo dal 1994, l'attuale coro scaturi-sce dalla fusione dei due cori nel 2004. Da allora ha svolto una intensa e pro-ficua attività concertistica a Ravenna e in tutta Italia.

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.9_1Th .(:)> J\L \ • 02/09/2013

orriere Periodicità: Quotidiano

di Ravenna Faenza-Lupo e Imola Tiratura: n.d.

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pressunE

Ravegnana, Ancisi: «Nessun impegno per la rotonda» RAVENNA. Nessuna cer-

tezza sui tempi della roton-da che dovrebbe mettere in sicurezza l'incrocio tra l'Adriatica e la Ravegna-na. A dirlo è il capogruppo di Lista per Ravenna, Al-varo Ancisi che a metà di agosto ha inoltrato alla di-rigente del servizio Strade del Comune, Anna Ferri, che ha l'intera competenza in materia di opere strada-li, la seguente richiesta di accesso agli atti e alle in-formazioni: "Il protocollo d'intesa è stato approvato dalla giunta comunale? è stato protocollato dal Suo servizio e/o dal protocollo generale? è stato almeno firmato da amministratori del Comune di Ravenna?».

«Lunedì 25 agosto - raccon-ta Ancisi - mi è pervenuta la seguente risposta: "...Non vi sono atti approvati dalla giunta comunale, atti e/o do-cumenti protocollati, atti fir-mati da amministratori, i-noltre non abbiamo a dispo-sizione bozze in quanto... so-no tuttora in fase di elabora-zione da parte di Anas spa"». Peraltro Ancisi riporta una circolare dell'Anas di 26 an-ni fa mai abrogata. «Incroci od immissioni fra strade sta-tali di norma devono essere previsti a livelli sfalsati - è previsto -. Solo laddove la circolazione veicolare sia ta-le da comportare una ridotta importanza dell'incrocio, la sistemazione potrà avvenire a raso». «La "ridotta impor-tanza dell'incrocio" Adriati-ca/Ravegnana è vistosa-mente esclusa - dice Ancisi -dai traffici giornalieri medi, rispettivamente pari a 40mi-la e 7mila passaggi».

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Non si ferma la polemica sull'acqua sgradevole dai rubinetti

.9_1Th .5> i\L \ • 02/09/2013

orriere Periodicità: Quotidiano

di Ravenna Faenza-Lupo e Imola Tiratura: n.d.

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pressunE

«Acqua cattiva, decurtare la bolletta» Lo chiede il M5S: «Non bevetelafinchè non torna nella norma»

RAVENNA. Una mozio-ne per chiedere che dalla bolletta di Hera per il ser-vizio idrico venga decur-tata una quota per il dis-servizio degli ultimi gior-ni. La presenterà oggi in consiglio comunale il ca-pogruppo del Movimento 5 stelle Pietro Vandini, che sottolinea come l'ac-qua sia talmente disgusto-sa e maleodorante non so-lo da essere imbevibile, ma inutilizabile anche per fare il caffè e il bucato.

Vandini ha inoltre avan-zato ieri una richiesta di accesso agli atti sia all'Amministrazione co-munale che a Hera per po-ter prendere visione nel dettaglio delle analisi fisi-co-chimiche e microbiolo-giche: sulla base di queste si riserva di far le proprie valutazioni. «Il servizio comunque non è adeguato

indipendentemente dal ri-spetto dei parametri: a li-vello di odore e sapore pro-prio non ci siamo». Il con-sigliere "grillino" bac-chetta poi sia il Comune che Hera, che «avrebbero dovuto divulgare i para-metri e i valori non appe-na disponibili».

Dal fronte del M5s anche

il consigliere comunale Francesca Santarella, e quello territoriale (del Mare) Paolo Cornacchio-ne sottolineano che «par-rebbe ancora non del tutto chiarita la situazione dell'acqua potabile resa maleodorante dall'immis-sione delle acque del Reno dentro al potabilizzatore

Nip». Dinanzi al perdurare del

fenomeno, Santarella e Cornacchione lanciano un appello ai cittadini «af-finché si astengano, a sco-po precauzionale, dal con-sumare acqua del rubinet-to fino a che tutta la situa-zione sarà rientrata nella norma e tutti i chiarimen-ti richiesti abbiano rice-vuto esaustive risposte».

«Non risulta che sia sta-ta diffusa, ad esempio, al-cuna comunicazione circa eventuali indagini effet-tuate dall'Ausl», mettono in luce i grillini. Chiedono quindi «che le autorità competenti, sindaco in pri-mis, si avvalgano anche in questo caso del principio di precauzione fino alla completa risoluzione della situazione, e diffondano al più presto tutte le informa-zioni del caso».

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02/09/2013

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Direttore responsabile: Pietro Caricato

«Caro Filippo mi ricordo

quando ancora eri un batuffolo Ci mancherai»

Riceviamo e pub-blichiamo.

Si è tanto parla- to in questi giorni dell'e-

vento luttuoso che ha colpito la famiglia Marzola. Non era immaginabile che un ragazzo di appena quattordici anni, senza cause apparen-ti, si addormentasse per non svegliarsi più. Conosco da data immemorabile la fa-miglia Marzola, spe-cialmente il nonno Cesare che ho avuto il piacere di dirigere quando faceva parte dell'allora squadra di calcio di Lido di Dante. Ho visto cre-scere tutti i suoi nipo-ti. Io ero per loro il "nonno dispettoso", poiché al mare, appe-na entravano in ac-qua, ero solito indi-rizzargli spruzzi ad-dosso, così come face-vo con i miei nipotini di appena qualche anno in più. Ricordo molto bene Filippo quando, ancora un batuffolo, i genitori lo ricoprivano di cre-

ma per proteggere la pelle dal sole a causa dell'eccessivo bianco-re. Come dimenticar-lo nei primi momenti di voglia di nuotare, quando si dimenava subito di là dalla bat-tigia, ma non riusci-va. Occhialini per proteggere gli occhi dall'acqua del mare e via uno dei tuffi fra le onde, che sono soliti fare i bambini alle prime armi. E che di-re poi delle prime sfi-de con la coetanea cu-ginetta, Martina, per arrivare vicino alla nonna Palma. Chi mai poteva credere che dopo pochi anni Filippo venisse a mancare all'affetto dei suoi cari. Ora mancherà anche a tutti gli habituée di quel fazzoletto di spiaggia libera, tra i bagni Smeraldo e Classe. Mancherà tantissimo anche a me, quel ragazzino dai capelli rossi e dal-la carnagione più bianca del latte. An-che se l'autopsia sve-lerà le cause del de-cesso, resterà sempre la tristezza che nes-suno più ci restituirà Filippo. Solo il tem-po, galantuomo, co-me si è solito dire, riu-scirà a rimarginare la profonda ferita in-ferta a tutti i suoi ca-ri, a partire dai geni-tori. Pasquale Minichini

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pressunE

Aree di pineta in concessione ai privati «Bisogna discuterne nel consiglio di zona» CERVIA. Il consigliere di

zona Antonio Antonelli chie-de una discussione pubblica sulla pineta. «Le preoccupa-zioni di molti concittadini sulla notizia della cessione di parti anche piccole della no-stra pineta ai privati - affer-ma -, a quanto pare per sa-nare abusi di lunga data, ma spero di sbagliare, richiedo-no la convocazione di una pubblica assemblea del Con-siglio di zona.I cittadini de-vono conoscere le delibere i-nerenti queste cessioni o

concessioni, i contratti già stipulati con gli stessi o che la Amministrazione si ap-presterebbe a stipulare. E con quali criteri vengono de-terminati prezzi, canoni e durata delle concessioni? Quali opere possono essere realizzate all'interno di que-sti appezzamenti, in che mi-sura ne è tutelato il verde, quali diritti può eventual-mente maturare il concessio-nario privato allo scadere del contratto? Ma occorre inda-gare anche sulla occupazio-

ne o sull'utilizzo abusivo del-le areepinetali, visibili da qualunque cittadino faccia unapasseggiataa ridosso dei centri abitati. In passato, poi, quante situazioni di abu-so sono state sanate? Quale è il confine tra pineta pubblica e abitazioni, nella zona delle traverse di Viale Matteotti? Ma vorremmo pure conosce-re le regole e le procedure con le quali il cittadino può richiedere a sua volta in con-cessione una parte di pine-ta».

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A Milano Marittima ancora appartamenti a 5mila euro al metro quadro

La crisi non abbassa prezzi ma così

il mattone cola a picco Tiene l'enogastronomia mai turisti

risparmiano e comprano la piadina vuota di MASSIMO PREVIATO

CERVIA. L'artigianato termi-na l'estate con il segno meno, complice anche il settore im-mobiliare, dove i prezzi resta-no sempre troppo alti. A Mi-

lano Marittima occorrono an-cora 5.000 euro al metro qua-drato per acquistare una casa nuova, e gli investitori batto-no in ritirata.

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Sono tanti i

cantieri

fermi anche

a Cervia e

Milano

Marittima

Pagina 45 CmroT

Lacrisi non abbassa i prezzimacosi

il mattone colaapieco

ne.•

,dipinetiuncessioneaighti ormlisuernenelem,gliodizon.

riflessi negativi di que-sta situazione si senti-ranno a breve - avverte il direttore -, e prevedo che alcune attività sa-ranno costrette a chiu-dere. Ad ogni modo, maggio e giugno non li recuperiamo più, e lavo-rare due soli mesi quan-do l'affitto è spalmato su tutti e 12 risulta troppo poco».

«Le vendite di alberghi

e stabilimenti balneari è bloccata - aggiunge Mor-denti -, per ragioni lega-te ai prezzi nel primo ca-so, e alla Bolkestein nel secondo. Chi cerca l'af-fare, rimane deluso». E a mani vuote restano an-cora una vola gli artigia-ni che, se l'industria del-le vacanze limita gli in-vestimenti, devono spe-rare nelle ristruttura-zioni familiari.

\ \ • 02/09/2013

orriere Periodicità: Quotidiano

di Ravenna Faenza-Lupo e Imola Tiratura: n.d.

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pressunE

Così, il mondo delle co-struzioni resta al palo, con tutto il suo indotto che vale la sopravviven-za di molte piccole im-prese. «Per l'artigianato questo settore vale il 40 percento di tutto il fat-turato - fa presente il di-rettore Confartigianato Stefano Venturi -, quin-di quando ci sono molti appartamenti invenduti come in questo momen-to, l'economia va a pic-co. Difficile, se non si fanno affari, che riapra-no i cantieri».

«Sul fronte delle vendi-te si sta muovendo qual-cosa - ribatte il titolare della agenzia Quadrifo-glio Roberto Mordenti -, ma sono ancora segnali timidi, che riguardano per lo più richieste di ca-se usate. Cercano l'occa-sione, guardando so-prattutto al prezzo». Ma l'artigianato soffre an-che per il calo dei con-sumi, che penalizza set-tori strategici per il tu-rismo come i panifici e le piadine. Qualcuno rac-conta che, ai tempi della crisi, i vacanzieri più parsimoniosi abbiano da tempo optato per la piadina semplice. A far-cirla ci pensano i prodot-ti comprati al supermer-cato. Come pure non c'è più la corsa ai prodotti

sfiziosi appena usciti dal forno. Ma se la enoga-stronomia complessiva-mente tiene, e certe ge-laterie come la Jolly di viale Oriani vengono prese d'assalto, i prezzi degli affitti rimangono sempre troppo alti ri-spetto ai fatturati. Chi non ha una redditività soddisfacente, quindi, rischia grosso; è il caso caso dei servizi alla per-sona, i primi a essere ta-gliati quando i bilanci famigliari vanno giù. «I

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02/09/2013

Periodicità: Quotidiano

Tiratura: n.d.

Diffusione: n.d.

pressunE orriere di Ravenna Faenza-Lupo e Imola

Direttore responsabile: Pietro Caricato

Trionfa un giovane cantautore bolognese

Bene i romagnoli

L'associazione ha realizzato pannelli per indicare la strada

Bosco di Fusignano questo sconosciuto Visita guidata di Legambiente

FUSIGNANO. I volontari di Legambiente hanno rea-lizzato dei pannelli infor-mativi per indicare il per-corso per raggiungere il "Bosco di Fusignano", l'a-rea di riequilibrio ecologi-co realizzata negli anni '90 per ricreare l'antico "Bo-sco del Marchese" distrut-to durante la guerra. Han-no anche organizzato per domenica 22 settembre una visita guidata all'area, nell'ambito delle iniziative della campagna internazio-nale "Clean up the world".

«È con un po' di sorpresa -spiega Yuri Rambelli, presi-dente del circolo A. Cederna - che abbiamo scoperto nel corso delle iniziative realiz-zate in questi mesi per va-lorizzare il "Bosco di Fusi-gnano" che molti cittadini i-gnoravano la presenza e la collocazione del bosco».

L'area, un querceto mi-sto con prevalenza di far-nia, ma con presenza di

molte altre specie arboree e arbustive (frassini, carpi-ni, ligustri, biancospini, "berrette da prete"), nono-stante le dimensioni limi-tate si presenta come un vero e proprio "bosco di pianura", un tempo molto diffusi nella nostra regio-ne. Durante la visita guida-ta, i volontari racconteran-no la storia dell'antico bo-sco di Fusignano e insegne-ranno ai visitatori come ri-conoscere gli esemplari ar-borei presenti nell'area, dalle piante tipiche delle zone di pianura, fino ad al-cune piante di origine prei-storica presenti nel bosco.

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ficlomestic_ Rimini

LA VOCER's. Start Roma.la,inanivo altri tao

I •

Da ottobre l'azienda potrebbe eliminare alcune corse nelle linee extraurbane e suburbane

Start Romagna, in arrivo altri

In arrivo nuovi tagli alle corse degli autobus. Se-condo indiscrezioni, il 30 settembre la Regione do-

vrà segnalare a Start Romagna, la società di trasporto pubbli-co fresca di fusione tra i bacini di Rimini, Ravenna e Forlì Ce-sena, il numero dei chilometri destinati al taglio di scure.

Da ottobre, quindi, l'azienda potrebbe già eliminare alcune corse riferite, sembrerebbe, in particolare alle linee extraur-bane e suburbane. Mentre re-sta ancora sconosciuto il nu-mero dei chilometri da elimi-nare, è già comunque certo che dalla lista nera delle corse in forse sono escluse quelle per il trasporto scolastico degli studenti. Queste, in sostanza, non dovrebbero essere tocca-te. Tempo fa la Regione Emi-lia-Romagna, secondo ben informati, ha chiesto alla Start Romagna di stilare un Piano Industriale anche al fine di in-dividuare gli eventuali sprechi e di ridurre le corse, laddove è ancora possibile.

Pletto a pagina 14

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Forlì Donne della politica a favore delle case chiuse Si accende il dibattito sulla proposta di abolizione della legge Merlin. Contrarie le esponenti del Pd

A pagina 13

L'EDITORIALE

Mi chiamo Pd "Anch'io mi chiamo Pd" Hanno ragione, hanno ra-gione cantava Roberto Vec-chioni nella sua celebre "Lu-ci a san Sito". Eh già, hanno ragione i Violante quando dicono che Berlusconi ha il diritto di difendersi davanti alla Giunta del Senato come qualunque altro parlamen-tare. O quando dicono di non essere favorevoli a tra-sformare Berlusconi in una vittima perché la ricerca co-stante del nemico è segno di debolezza. Ma hanno ragio-ne anche i Renzi quando, stilando il certificato di mor-te del partito cui apparten-gono e di cui paradossal-mente vogliono farei segre-tari, dicono che se il Pd par-la del Pd perde (roba che neanche Brunetta si azzar-derebbe...). Hanno ragioni Renzi quando dicono che se alle ultime elezioni si pensa-va di più ai giovani e meno al giaguaro forse si sarebbe-ro vinte. Hanno ragione, dunque. Ma l'altro Pd con-tinuerà a parlare del Pd, a smacchiare il giaguaro, a pensare che non solo Berlu-sconi ma anche la sua di-scendenza non dovrà avere mai più diritti civili. E quindi continuerà, nonostante i Violante e i Renzi, a perdere. O a non vincere. Parafrasan-do Gaber oli chiamo Pd. Anchio mi chiamo Pd". Qual è quello vero?

Stefano Andrini

RAVENNA

ti

Caro Caro vespasiano, quanto mi costi Un'attività a perdere. Termine più che mai azzeccato visto l'ar-gomento. Perché i vespasiani a Ravenna ci costano di manuten-zione e pulizia circa 38 mila curo l'anno a fronte di incassi che nel 2012 si sono attestati a cavallo dei 1.400 cum.

Colombari a pagina 11

CORIANO

Lutto Scomparsa Melelia Maltoni fondatrice di "Rompi il silenzio"

"La sua è stata una vita spesa per una società migliore, in cui le pari opportunità sono una realtà quotidiana". Con queste parole Emma Petitti, segretario provin-ciale del Pd, ricorda Melelia Mal-toni, ex assessore comunale di Coriano, co-fondatrice dell'asso-ciazione Rompi il Silenzio.

A pagina 8

LUGO

Zero sponsor Comune, il piatto piange Venerdì scorso, all'apertu- ra delle offerte di sparso- rizzazione privata per realizzare opere pubbli- che, negli uffici del Co- mune son rimasti spiaz- zati. C'era solo un'offerta, poi esclusa per un vizio formale. Finale: il bando è andato deserto. E le ope- re pubbliche aspettano.

A pagina 12

Andomestic MIPPLI EtHP PAR FIAS

Rimini Via Flaminia 175/a c/o Flaminio

Tel. 0541-381799

LUNEDÌ

LA V 2. SETTEMBRE 2013 c E GRANDE

ROMAGNA

ORI ANNO XVI

Da ottobre l'azienda potrebbe eliminare alcune corse nelle linee extraurbane e suburbane

Start Romagna, in arrivo altri tagli

VISERBELLA SCAPPA IN STRADA: INVESTITO

Sabato davanti a un hotel di Viserbella un incidente che ha visto coinvolto un bambino di un anno e mezzo

Facciotto a pagina 9

In arrivo nuovi tagli alle corse degli autobus. Se-condo indiscrezioni. il 30 settembre la Regione do-

vrà segnalare a Start Romagna, la società di trasporto pubbli-co fresca di fusione ira i bacini di Rimini, Ravenna e Farli Ce-sena, il numero dei chilometri destinati al taglio di S(711Te.

Da ottobre, quindi, l'azienda potrebbe già eliminare alcune corse riferite, sembrerebbe, in particolare alle linee extraur-bane c suburbane. Men ire re-sta ancora sconosciuto il nu-mero dei chilometri da elimi-nare, già coninn que certo che dalla lista nera delle corse in forse sono escluse quelle ['ce il trasporto scolastico degli stridenti. Queste, in sostanza, non dovrebbero essere tocca-te. Tempo fa la Regione Emi-lia-Romagna, secondo ben

ha chiesto alla Slavi . Romagna di stilare un Piano _industriale anche al fine di in-dividuare gli eventuali sprechi e di ridurre le corse, laddove ancora possibile.

Pletto a pagina 14

SPORT San Marino da record... negativo

Sorride solo il Forli Harakiri Rimini Buona la prima? Solo a Forti e a Bellaria. il battesimo delle ro-rnagn ol e nei campionati professionistici 2013-2014 non è in-fatti da circoletto rosso sul calendario. Colletti a parte, che hanno sbancalo Sanlarcangelo in rimonta, sono arrivali il gran pareggio del Rellaria nella tana della (7171,I,Hia Man Cova (3-3), il più pesanlci ko della storia professionisliea del San Marino (0-5 con la Carrarese) e il suicidio perfetto del Rimini: da 2-0 con doppietta di Nicastro a 2-3 col Rossano. Davvero da di-men ticare.

Nello sport

Viaggio a Monaco di Baviera

A TUTTA BIRRA!!! OKTOBERFEST 2013 30 settembre 01-02 OTTOBRE Hotel centralissimo a Monaco - 3 stelle - Pullman Granturismo € 295,00 Per informazione do Rose&Crown tel. 0541 391398 - Organizzazione tecnica: Morgana Promotion

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ACQUA MALEODORANTE Mozione M5s per il risarcimento. Chiesto l'accesso ai dati

"Il Comune deve chiedere a Hera la restituzione dei soldi" Una mozione per farsi sì che il Comune chieda ad Hera di scalare dalla bolletta i soldi relativi ai disagi arrecati dall'ingres-so nel potabilizzatore delle acque del fiu-me Reno. E' quanto inoltrerà in giornata il capogruppo consiliare grillino Pietro Vandini che ha anche spiegato di avere già chiesto un accesso agli atti per le a-nalisi compiute. "Fino a quel punto - ha aggiunto - non mi addentrerò in giudizi tecnici sulla questione". Ma è chiaro sin da subito che "l'acqua così com'è, non è inutilizzabile per via di sapore e odore". Nessun uso escluso, che sia "da bere, da cucinarci la pasta o da lavarci i panni. Mi domando come i locali pubblici possano ad esempio preparare i caffè: ed è per questo che la mia richiesta, oltre che per

"Così com'è, non è utiliz-zabile, nessun uso fa ec-cezione, caffè compresi"

i cittadini, è anche a tutela dei ristorato-ri". Nel merito, "se Comune ed Hera, in-vece che limitarsi a rassicurare gli utenti, avessero anche divulgato i risultati delle analisi, avrebbero magari evitato la dif-fusione di certi timori tra gli utenti". Sul tema Francesca Santarella e Paolo Cor-nacchione, rispettivamente consigliere

M5s e consigliere territoriale Mare, in u-na nota congiunta, alla luce del fatto che "la situazione perdura" hanno prsopet-tato il lancio di "un appello ai cittadini affinché si astengano, a scopo precau-zionale, dal consumare acqua del rubi-netto fino a che la situazione sarà rien-trata". Si chiede quindi che le autorità competenti, sindaco in primis, si avval-gano dello stesso principio "fino alla ri-soluzione della situazione e diffondano tutte le informazioni del caso".

Anche il gatto sembra un po' perplesso...

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"Costano 38 mila curo ma ne incassano appena 1.400" LT`

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LE LETTERA

Ricordo di un ragazzino morto nel sonno a soli 14 anni "Si è tanto parlato in questi giorni dell'evento luttuoso che ha colpito la famiglia Marzola. Non era immaginabile che Filippo di appena 14 anni, senza cause ap- parenti, si addormentasse per non svegliarsi più. Conosco da data immemo- rabile la famiglia Marzola, specialmente il nonno Cesare che ho avuto il piacere di dirigere quando faceva parte dell'allora squadra di calcio di Lido di Dante. Ho visto crescere tutti i suoi nipoti. Io ero per loro il 'nonno dispettoso, poiché al mare, appena entravano in acqua, ero solito indirizzargli spruzzi addosso, così come facevo con i miei nipotini. Ricordo molto bene Filippo quando, an- cora un batuffolo, i genitori lo ricoprivano di crema per proteggere la pelle dal sole a causa dell'eccessivo biancore. Come dimenticarlo nei primi momenti di voglia di nuotare, quando si dimenava subito di là dalla battigia, ma non riu- sciva. Occhialini per proteggere gli occhi dall'acqua del mare e via uno dei tuffi fra le onde, che sono solito fare i bambini alle prime armi. Chi mai poteva cre- dere che dopo pochi anni Filippo venisse a mancare all'affetto dei suoi cari".

Pasquale Minichini

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"Costano 38 mila curo ma ne incassano appena 1.400" LT`

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• 11Conone de‘ la.sehtzionedeisokU

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RAVENNA

"Costano 38 mila curo ma ne incassano appena 1.400" LT`

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• 11Conone deverLìede la.sehtzionedeisokhe

IL PUNTO SI PENSAVA A SOLUZIONE ENTRO 48 ORE

Tutto dall'errata immissione Reno al potabilizzatore "Eodore e il sapore sgradevoli che carat-terizzano l'acqua potabile, sono ricon-ducibili all'erronea immissione dal fiu-me Reno nella canaletta denominata `ex-Anic' che alimenta l'impianto di po-tabilizzazione della città. L'inconvenien-te si è verificato durante operazioni idri-che realizzate da un'azienda privata nel-laValle della Canna, a nord di Ravenna". E' quanto nei giorni scorsi aveva comu-nicato in una nota Hera chiarendo di es-sersi subito attivata, in qualità di distri-butore dell'acqua, assieme a Romagna Acque-Società delle Fonti Spa, gestore degli impianti e quindi del potabilizza-tore (Nip), per capire la causa del feno-meno lamentato da diversi utenti, per valutarne l'entità e per mettere in atto le contromisure adeguate. E sottolineando che "la situazione dovrebbe trovare so-luzione entro le prossime 24-48 ore". He-ra aveva comunque precisato che "l'ac-qua prodotta e distribuita ha sempre a-vuto le caratteristiche chimico-fisiche e microbiologiche conformi alla legge. Ciò è confermato dall'esito dei numerosi controlli effettuati".

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Forza Italia per i referendum

Sabato Silvio Berlusconi ha firmato a Roma per i referendum proposti da Pannella, la riforma "per la giustizia giusta"; tra i que-siti anche quello della se-parazione delle carriere di pm e giudici. Analoga l'ini-ziativa nel Ravennate, a cominciare da Faenza do-ve i forzisti hanno firmato e raccolto le firme comin-ciando dai consiglieri Gianguido Bazzoni (Re-gione), Vincenzo Galassini (Provincia) e Raffaella Ri-dolfi (Comune), dal diri-gente Rodolfo Ridolfi e da tanti cittadini. La raccolta delle firme ai mercati con-tinuerà mercoledì a Lugo e Ravenna, giovedì di nuovo a Faenza e venerdi a Mas-sa Lombarda e Ravenna. Chi non può andare ai ta-voli può recarsi agli uffici comunali dell'anagrafe dell'intera provincia di Ra-venna, dove si trovano i moduli per firmare.

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MEM. - LIMO - IMOLA i M3 E

›Cia2Il Comune incassail no

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• 11Conone deverLìedei la.sehtzionedeisokU

"Costano 38 mila euro ma ne incassano appena 1.400 99 VESPASIANI AI via il piano tagli sulle strutture a gettoniera.

Presto nuovi bagli custoditi in piazza Kennedy e Resistenza

Un'attività a perdere. Termine più che mai azzeccato visto l'argomento. Perché

i vespasiani a Ravenna ci costa-no di manutenzione e pulizia circa 38 mila euro l'anno, a fronte di incassi che nel 2012 si sono attestati a cavallo dei 1.400 euro. Il che a colpi di 25 centesimi restituisce circa 5.600 attimi mingenti, in media poco più di 15 al giorno a fron-te della ventina di toilette di-stribuite sul territorio comuna-le. Scenario che sotto il profilo matematico configura meno di un accesso al giorno per ogni bagno. Ma gli incassi non sono distribuiti alla stessa maniera, come precisato dall'assessore ai Lavori Pubblici Andrea Cor-sini che ci ha fornito i dati in questione. Ed ecco all'orizzon-te le due novità. La prima, una razionalizzazione dei bagni pubblici esistenti con l'ammo-dernamento di quelli più get-tonati e la chiusura di quelli che per mesi non vedono un cliente. La seconda, l'apertura di due nuovi bagni pubblici. U-na novità quest'ultima antici-pata sabato sera nella scintil-lante cornice della Festa del Pd dal sindaco Fabrizio Matteucci. Una rivoluzione copernicana nel mondo delle urgenze on the road, perché la strategia delle toilette a gettoniera, da molti scartate per paura che al-le fine magari non si riaprano, verrà abbandonata a favore del vecchio modello dei bagni cu-stoditi. Si parte dalla centralis-sima piazza Kennedy: nel pro-getto della sua riqualificazione, rientrano anche tre nuovi chio-schi con vespasiano. Si tratterà - ha anticipato Corsini - di una struttura omogenea con il resto degli arredi urbani della piazza

per la cui gestione si sta pen-sando ad Azimut spa. Ovvero allo stesso soggetto che ora, ol-tre ai servizi cimiteriali, già si occupa delle altre toilette pub-bliche. Azimut potrebbe quindi avvalersi di una cooperativa sociale per la gestione diretta dello spazio in questione. Il tut-to potrebbe pure essere affida-to a terzi, come invece ha pa-ventato il sindaco parlando in tono scherzoso di "project fi-nancing per i vespasiani". Ci sarà un orario di apertura e u-no di chiusura, oltre il quale bi-sognerà riparare nel più vicino bar (o sotto al più vicino albe-ro).

L'altro punto nel quale l'am-ministrazione comunale pensa di collocare la nuova toilette è

piazza della Resistenza, area appena fuori dal centro desti-nata a diventare piattaforma di accoglienza per gli autobus tu-ristici. Del resto è in quella zo-na che si trovano i vecchi bagni pubblici da tempo chiusi. Per quelli nuovi, si attende che due operatori del mercato coperto presentino un progetto per col-locare un paio di chioschi del tutto simili a quelli installati in piazza Mameli: è a fianco di tali strutture che sorgeranno le nuove toilette. "Anche in que-sto caso, presidiate e a norma - ha puntualizzato l'assessore -con bagni per donne, uomini e diversamente abili". Per la ge-stione, il percorso sarà del tutto simile a quella ipotizzata per piazza Kennedy con Azimut

candidata in prima fila. La so-cietà è stata intanto già coin-volta nel progetto di razionaliz-zazione delle toilette esistenti nell'ambito del quale presen-terà a breve un piano a palazzo Merlato. Ma è già possibile af-fermare che i vespasiani più gettonati sono quelli di piazza Baracca, di via Pasolini e del parco pubblico di Punta Mari-na Terme. Quelli invece meno battuti, per via della vicinanza di toilette di locali pubblici, si trovano nei pressi della basilica di Classe e all'interno del parco della rocca Brancaleone: en-trambi rischiano cioè di scom-parire presto. Ciò permetterà di dirottare parte dei 38 mila euro in altre situazioni. Un'ur-genza maturata nel 2013 spe-

cialmente nel centro storico a causa di una nuova situazione venutasi a creare con l'accesso diretto a San Vitale e Galla Pla-cidia da via Argentario. E così i turisti si sono ritrovati senza le toilette del precedente percor-so, quello che passava nell'area che ospita il museo Nazionale. Una situazione che ha finito per riversarsi anche nei com-menti di taluni siti di informa-zione turistica. Possibile che la città di Teodorico abbia trascu-rato Vespasiano? Forse sì. Cor-sini, titolare anche della delega al Turismo, ha una data pronta: tutto a posto entro la fine del 2014. Nel frattempo, due le so-luzioni: caffè al bar o resistere a oltranza.

Andrea Colombari

PECUNIA NON OLET

Chissà se l'imperatore ro-mano Tito Flavio Vespa-siano immaginava che il suo nome sarebbe rimasto per sempre legato agli ori-natoi pubblici. Ma in fondo la colpa fu proprio sua. Al-meno secondo Svetonio che attribuì al Vespasiano l'iniziativa di sottoporre gli orinatoi a tassazione.

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"Costano 38 nlila curo ma ne incassano appena1.400"

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R.b

Pagina 11 "Costano 38 mila curo ma ne ineas.no appenal.400"

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• 11Conone deverLìedei la.sehtzionedeisokU

Due delle toilette pubbliche più gettonate: quella di via Pasolini e, a destra, quella di piazza Baracca

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02/09/2013 press unE CORRIERE DELLA SERA Fondato ne11876 I Emo www.coniere.it.

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LONDRA, WASHINGTON E I 'LEADER MORBIDI

LA RIVINCITA DEL PARLAMENTO

1 O\ 10 POLITO

\"' due più antichi Pczl a- menti del mondo si so- no presi una storica ri- vincita. in Gran Breta-

gna e negli Stati Uniti il go-verno ha dovuto riconsegna-re nelle loro mani il più so- erano dei poteri, quello sulla pace e stilla guerra.

Né Cameron né Obama vi erano obbligati. Londra di-chiarò ,guerra alla Germania nazista dopo l'invasione del-la Polonia senza consultare la Camera dei Comuni. La guerra di Corea (Truman) e quella del Kosovo (Clinton) non furono mai autorizzate dal Congresso. Ci troviamo dunque di fronte a una svol-ta. La democrazia parlamen-tare, una delle più grandi in-venzioni della civilizzazione anglosassone, sembrava or-mai sopraffatta dall'emerge-re di un inondo nuovo, fatto di decisioni globalizzate e sovranazionall, o dettate dai sondaggi e incarnate da lea-der che ne rispondono solo al popolo. E invece, tra il po-polo e il leader, ecco rispun-tare il Parlamento.

E una lezione che parla an-che a noi italiani, che il Parla-mento l'abbiamo degradato oltre misura, trasformandolo in un sinedrio di nominati cui qualcuno vorrebbe ora to-gliere perfino la libertà dal vincolo di mandato. Demo-crazia vuoi dire «governo del popolo, eletto dal popolo, per i I popolo», come ha scan-dito Obama citando un cele-bre passo di ',incolti. Ma è un popolo ascoltato attraver-so i suoi rappresentanti, se-condo la legge, e non mani-polato come M oracolo me-diatico, nelle piazze o in te.

Questa novità apre però anche enormi problemi. li primo è l'indebolimento del potere esecutivo perfino li dove è più forte. La democra-zia americana non è infatti parlamentare, ma presiden-ziale; assegna al presidente il cuoio di «comandante in capo» delle forze armate proprio per permettergli di difendere la sicurezza nazio-nale con la rapidità e l'effica-cia necessarie. L'affidarsi di

Obama al Congresso lo si capisce dai festeggiamenti dei carnefici siriani — è quindi anche segno di un tentennamento, di un'inde-cisione. Che cosa accadreb-be se si ripetesse in una crisi più grave? Che ne sarebbe della forza e della credibilità degli Usa, la «nazione indi-spensabile»? Una potenza smette di essere tale se su-bordina gli impegni interna-zionali assunti dal suo gover-no alle dinamiche del con-flitto politico interno. Per questo Westminster da più di duecento anni non votava contro il premier in materia di guerra, e quasi sempre con l'accordo dell'opposizio-ne: perché il Parlamento «apeaks for Britain».

La decisione politica sta certamente rimpatriando interno della sfera naziona-le, l'unica dove possa eserci-tarsi 11 controllo democrati-co dei Parlamenti. Ma resta da vedere quanto questo processo sia compatibile con gli obblighi di una co-munità globale sempre più interdipendente. Non è un caso se la crisi finanziaria, prima in America e poi in Europa, sia stata gestita dai governi, e più ancora dalle banche centrali, tenendo le decisioni il più possibile lon-tane dai Parlamenti. La stes-sa Unione Europea, così co-me è organizzata oggi, po-trebbe non sopravvivere a una revanche della democra-zia nazionale. Sappiamo tut-ti che fine farebbe l'erro se

Bundestag tedesco, appel-landosi alla Corte costituzio-nale su ogni decisione euro-pea, rendesse un po' alla vol-ta i Trattati carta straccia.

Festeggiando il ritorno dei Parlamenti, sarà dun-que bene non dimenticare che nella forza della demo-crazia risiedono anche le sue debolezze, e che su quel-- le hanno sempre contato ti-ranni come Assad e autocra-ti come Putin. Anche per-ché una democrazia indeci-sa e imbelle smette presto di essere una democrazia.

12912000ZIONE RISERVA -1A

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Gli oneri di sistema valori in eu ro

Incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate 89

2,9

2,7 Promozione dell'efficienza energetica

2,2 Regimi tariffari speciali per le Ferrovie dello Stato

Oneri per la messa in sicurezza del nucleare

e compensazioni territoriali

Compensazioni per m 0,9 le imprese elettriche minori

Sostegno alla ricerca i 0,3 di sistema

Copertura del bonus n n elettrico E `-',`

3 MILIARDI DI CURO

Il possibile risparmio sulle bollette elettriche

previsto dal decreto del Fare bis

Servizi di vendita 270 eurolanno

33,88% Costi di rete

e misure 75 eurolanno

Imposte 68 muro/anno

Servizi di rete 173 eurolanno

Le voci della bolletta

Bond Il decreto del

Fare prevede la possibilità che anche le compagnie assicurative investano nei cosiddetti mini-bond, i prestiti emessi dalle piccole società non quotate in Borsa

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BO\D PER TAGLIARE LE BOLLETTE ELETTRICHE

I costi segreti dell'elettricità

Fonte. Autorità per l'energia elettrica e il gas

Incentivi finanziati con un prestito Arriva il tutor anti-burocrazia

ROMA — Energia meno ca-ra per le imprese. Un nuovo in-tervento sul costo della luce, con l'emissione di obbligazio-ni per 3 miliardi che consenti-ranno di coprire una parte de-gli incentivi alle fonti rinnova-bili finora caricati sulle bollet-te. L'operazione si tradurrà quindi in uno sconto di tre mi-liardi l'anno sull'energia elet-trica, che dovrebbe andare, se-condo gli orientamenti che stanno maturando a livello tecnico, per il 6o-70% alle im-prese e per il resto alle famiglie che, però, hanno beneficiato del precedente sgravio di 500 milioni contenuto nel decreto del Fare i. E questa la misura più importante del decreto del Fare bis che dovrebbe essere approvato dal consiglio dei

ministri entro la metà di set-tembre. Non un provvedimen-to ampio, come quello varato prima dell'estate. Ma un testo più mirato, diretto alle azien-de, in particolare alle piccole e medie imprese.

Ci saranno anche nuove re-gole per le cosiddette confe-renze dei servizi, spesso collo di bottiglia per gli interventi sulle infrastrutture del nostro Paese. E poi il ritorno ad una vera e propria politica indu-striale, che decida su quali set-tori concentrare gli interventi di sostegno alle imprese, con una grande attenzione a tutto ciò che rientra nella categoria della green economy. I lavori sono ancora in corso, altri ca-pitoli potrebbero aggiungersi nei prossimi giorni, ma alcuni

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Le misure

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E È I\ RITARDO? \E PALAZZO CHILI

IL COVILE hTERVIE

ROMA - Sta prendendo forma «De-stinazione Italia», il piano allo studio del governo per attirare gli investimen-ti esteri, uno dei punti dolenti per il nostro Paese visto che siamo al 78/mo posto della classifica Ocse.

Il piano dovrebbe essere presentato nelle prossime settimane, poi aperto ad una consultazione pubblica, cioè messo su internet per sollecitare sug-gerimenti e critiche. E infine approvato entro la metà di ottobre. Un capi-tolo importante riguarda il Fisco, uno degli aspetti che spaventa di più gli imprenditori che voglio-no venire nel nostro Pae-se.

Non ci saranno solo uffici dedicati agli investitori esteri all'interno dell'Agenzia delle entrate. Ma, a chi decide di puntare al di sopra di una certa somma, saranno riservati i cosiddetti «cooperative compliance programme», con un piano certo per almeno 5 anni su livello delle tasse e adempimenti fiscali. Stesso principio per la giustizia, altro incubo per chi arriva fuori dall'Italia: l'ipotesi è quella

di avere tre tribunali (Milano, Roma, Napoli) destinati alle controversie degli imprenditori stranieri. Ed anche sulle concessioni delle licenze, con l'ipotesi che sia direttamente la presidenza del consiglio a provvedere con poteri sosti-tutivi quando gli enti locali superano i tempi previsti.

Una parte importante riguarderà il turismo: sia con la semplificazione

delle procedure per il cambio di destinazione d'uso di alcu-ni immobili sia con l'apertu-ra alla gestione pubblico-pri-vata di alcuni beni culturali. Nel piano ci saranno misure per attrarre anche un altro tipo di capitale estero, quello umano. Saranno previste una serie di semplificazioni per la

concessione dei visti e anche la garan-zia di ottenere la residenza permanente per i grandi investitori. Altra ipotesi quella di inserire all'interno delle no-stre ambasciate nuove figure professio-nali che abbiano il compito di trovare investitori, stringendo rapporti con fondi sovrani e fondi pensione.

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Dall'estero Il piano per attrarre gli investimenti dall'estero

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Elettricità Verranno tolti dalle bollette oneri per 3 miliardi di euro

punti sembrano ormai fermi. È il caso dell'intervento sui mini bond, che serviranno a facili-tare l'accesso al credito da par-te delle piccole e medie impre-se. Previsti dal decreto crescita del governo Monti, le emissio-ni hanno raggiunto finora quota un miliardo di euro. Ma per aumentare la diffusione di

Mini-bond Regole più semplici per emettere mini-bond

questi titoli nei portafogli de-gli investitori istituzionali, la bozza allo studio del ministero dello Sviluppo economico in-troduce alcune modifiche alle procedure per la cartolarizza-zione, che diventerà possibile anche per i titoli obbligaziona-ri, e apre la strada a nuovi inve-stitori finora tagliati fuori co-

Burocrazia Arriva il tutor aziendale per semplificare i documenti

me le compagnie di assicura-zione e i fondi previdenziali.

Per spingere sulle bonifiche e la riconversione dei terreni inquinati ci saranno una serie di agevolazione fiscali. A patto che la bonifica sia fatta però da un soggetto terzo. Il capitolo ambiente dovrebbe avere un peso importante nel nuovo

provvedimento annunciato nei giorni scorsi dal ministro Flavio Zanonato.

Anche se si tratta solo di una misura programmatica, cioè senza lo stanziamento di nuovi soldi, viene prevista l'attuazio- ne di un programma di politi- ca industriale nazionale. Una strategia che sarà legata alle li- nee guida di Bruxelles e al suo piano «L'innovazione per una crescita sostenibile: una bio- economia per l'Europa». E che vedrà, periodicamente, la defi- nizione di una serie di inter- venti e la valutazione successi- va dei loro effetti. Ancora da definire, invece, le misure per incentivare le attività di ricerca e sviluppo. Si lavora ad un fon- do di garanzia che consenti- rebbe ai progetti migliori di accedere con una convenzione ai prestiti della Bei, la Banca europea per gli investimenti.

Lorenzo Salvia [email protected]

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Investimenti

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ARRIVA LA GUIDA PERSO\ALE PER RIDURRE I DOCUME\ TI

ROMA - Un tutor che faccia da guida nei meandri della pubblica ammini-strazione italiana. E che aiuti l'impren-ditore che decide di aprire una nuova attività, intervenendo non solo nella fase di realizzazione della struttura ma già in quella di progettazione. La mi-sura è ancora allo studio nei suoi det-tagli da parte dei tecnici del ministero dello Sviluppo economico. Ma si tratta di una delle novità più importanti contenute nel cosiddetto decreto del Fare bis, che do-vrebbe essere approva-to dal consiglio dei ministri entro la metà di settembre.

L'idea è quella di semplificare le proce- dure che portano all'apertura di una nuova attività economica. E, per i pro-getti più grandi, rivoluzionare la co-siddetta conferenza dei servizi. Si trat-ta di una procedura introdotta una ventina di anni fa proprio con l'obiet-tivo di semplificare l'iter burocratico per il rilascio di autorizzazioni, per-messi e licenze, mettendo attorno allo stesso tavolo tutti gli enti locali e i sog-

getti interessati. Ma che nella pratica si è spesso trasformata in un collo di bottiglia che blocca le nuove iniziative economiche, che di tutto hanno biso-gno meno che di essere scoraggiate in un momento di recessione come que-sto.

Il decreto del Fare bis prevede che le conferenze dei servizi, devono essere se possibile «telematiche» e «asincro-

ne». Non una riunione dal vivo, cioè, che costa di più alla pubblica amministrazio-ne in caso di trasferte e che spesso rallenta i tempi del procedimento per la difficoltà di incastrare le agende di tutti i soggetti coinvolti. Ma una riunione «virtuale» che, con l'aiuto di una piattaforma

telematica, consenta a tutti i soggetti coinvolti di esaminare la pratica a di-stanza leggendo le osservazioni degli altri e aggiungendo le proprie. Una novità che dovrebbe avere vantaggi in termini di tempi e di costi per la pub-blica amministrazione, per le imprese e anche per i cittadini.

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H i tech Le Conferenze dei servizi potranno essere telematiche

Imprese

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il periodo di tempo nel e lo Stato punta a ga-re la stabilità delle nor-

fiscali nazionali. Con iettivo di attrarre inve-

stimenti esteri spesso rin-viati per i timori di variazioni nelle imposte

per cento il calo del Prodot-to interno lordo italiano nel secondo trimestre 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012. Il decre-mento è stato registrato per otto trimestri consecutivi

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1MA È GIUSTO PUNIRE LE CLASSI DOVE CI SONO PIÙ STUDENTI BRAVr? di ELENA UGOLINI

/ e polemiche sorte dopo la pubblicazione sul sito del

J Ministero dei bonus per le ammissioni alle facoltà a nume-ro chiuso, fa capire perché in. questi anni molte università ab-biano deciso di introdurre i test d'ingresso. Nel nostro Paese i vo-ti dell'esame di Stato al termine delle scuole superiori non sono comparabili perché ognuna del-le 12.144 commissioni usa crite-ri diversi. Esiste una grande va-rianza di risultati tra Nord Sud e ci sono differenze anche all'in-terno delle stesse scuole.

La mappa dei risultati pubbli-cata due giorni fa ricalca quella delle indagini Invalsi e Pisa, an-che se disegna un'Italia capovol-ta: i voti piu alti sono al Sud e i voti più bassi sono al Nord. A chi credere? IL ministro del-l'Istruzione Maria Chiara Carroz-za ha cercato, in extremis, di sta-bilire un criterio per non favori-re gli studenti che frequentano scuole di «manica larga», e per evitare l'ingiustizia derivata da una situazione in cui si usano 12.144 parametri diversi. Ma, in. presenza del valore legale del ti-tolo di studio, è molto difficile giustificare il fatto che con lo

stesso voto, ad esempio go, si possa prendere il bonus oppure no. Siamo davanti all'assurdo di studenti eccellenti che si trova-no penalizzati perché vengono da classi molto buone dove la percentuale di ragazzi bravi era «troppo» alta!

Penso sia arrivato il momento

Pesi cilvers1 È molto difficile giustificare il fatto che lo stesso voto possa pesare diversamente nei punteggio del test universitario

di ripensare a come è costruito l'esame di maturità. Non possia-mo continuare ad essere schizo-frenici. Esiste un unico ministe-ro dell'Istruzione e dell'Universi-tà, ma sembra ne esistano due. Ai nostri studenti chiediamo di prepararsi al meglio per la matu-rità e, al contempo, imponiamo

CrIterl unlel Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna esistono ad esempio delle prove standardizzate come il Sat o gli e--levels

loro di studiare materie diverse per superare i test di ammissio-ne. Diamo loro un voto di matu-rità con una commissione ester-na che costa ogni anno i8o mi-lioni di euro e poi ne ripararne-triamo il valore ex post. In alcu-ni Paesi è l'università che fa gli esami di maturità, negli Usa e in Gran Bretagna esistono delle prove standardizzate come il Sat o gli e-levels, in altre Nazioni co-me la Francia, la selezione per l'ammissione alla facoltà di Me-dicina avviene dopo il primo an-no di università e un breve tiro-cinio in ospedale.

Scegliamo una strada sensata.

che sappia valutare e quindi va-lorizzare la preparazione dei no-stri ragazzi, senza disorientarli. Sarebbe sbagliato perdere, ad eseppio, la parte legata all'ora-le. E un tratto distintivo della no-stra preparazione che molti Pae-si ci invidiano perché chiede la maturazione della capacità di ar-gomentare e di comunicare in modo efficace. Sarebbe assurdo, tuttavia, non valorizzare i risul-tati di prove esterne standardiz-zate che potrebbero contribuire a costruire il curriculum in usci-ta di uno studente e ad avere esi-ti comparabili.

C M PRODUZ,), E RiSERVA

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documento Ecco la sintesi delle propúste fatte nei doss:er di «TuttoscLrola» ddl ffic,10 «sei Lio per rilancrarp Ia 'E'E

contribuire alia crescita del Paese»:

ottimizzare le risorse. scuole serripre aperte e

SerVili; Abbatwre Li

díSpPrSiOnP, h, txdature,

3) Valorizzale gli insegnant i ,

.aggiorriarnerno obbligatorio e ;.-arriera.

ulla vera auiorionaa: scude sudgm. 30

docenti P controlli; 5) Eliminare gl: sOrecni: sopprimere le

, ....mic.roscuole» pere (.0stario doOplo: 6) Scuola «•2.0» per tutti, da 1Nt)rd a Sud

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Le sei proposte d Mttoscuola dalle attività pomeridiane affidate ai privati ala chiusura per chi non rispetta determinati standard

11 rapl)orto

Se un solo ispettore controlla 2.076 scuole Lo spreco di 10mila istituii con meno di 30 alunni

SEGUE DALLA PRIMA

Che l'autonomia sia una cosa seria. non si discute. Anzi, gli esperti con-cordano nel ritenere che proprio un'ampia autonomia dovrebbe spin-gere le scuole a assumersi più respon-sabilità. Fino a. essere costrette a mi-gliorare la loro offerta agli studenti e alle famiglie per poter essere «compe-titive» in un mondo in cui il «pezzo di carta» di per sè è sempre meno im-portante.

Il guaio è che la concessione di un'autonomia sempre più larga a par-tire da 2000 col riconoscimento an-che della parità alle «non statali», de-nuncia Tuttoscuoia, doveva essere parallela a un aumento dei controlli. E successo il contrario. «Prima» c'era.- no in organico 695 «ispettori», oggi 301. Solo sulla carta, però. In realtà, a causa di circa 200 vuoti, sono solo un centinaio: «In intere regioni, con cen-tinaia di istituzioni scolastiche e mi-gliaia di insegnami, opera a volte un solo ispettore».

Come nel Lazio, appunto, dove il poveretto, contando non solo gli isti-tuti centrali ma anche le «dependan-ce», dovrebbe vigilare su 4.603 scuo-

le. E poi ci sono due ispettori a dispo-sizione dell'ufficio scolastico regiona-le in Piemonte, uno in Liguria., uno nelle Marche, neppure uno in Tosca-na. Zero carbonella. C'è chi dirà che si possono sempre inviare per un'ispezione dei dirigenti scolastici investiti volta per volta del ruolo. Sa-rà...

Restano i buchi, però. Aggravati dai tempi biblici con cui è stato avvia-to il rammendo: «Il concorso per re-clutare nuovi dirigenti tecnici (con funzioni ispettive) è stato bandito quasi sei anni fa per coprire 144 po-sti vacanti, ma si è concluso solo nel-la primavera di quest'anno con circa 70 vincitori, che però non sono stati ancora nominati Si parla della prossi-ma primavera... E nel frattempo so-. no diventati vacanti per pensiona-mento altre decine di posti». Non ba-stasse, quel concorso ha avuto una grandinata di ricorsi per il sospetto che abbiano vinto «amici degli ami-ci». Auguri.

Una domanda emerge angosciante dalla lettura del dossier, che ricorda storture inaccettabili sui deficit di qualità e di equità («come spiegare che a Milano solo un maturando su

381 è valutato meritevole di lode, e a Crotone uno ogni 35?») e la necessità di una dura lotta all'abbandono scola-stico. Quanto potremo resistere tra i Grandi con il 65% degli italiani tra i 16 e i 65 anni con livelli di «compe-tenze funzionali effettive» valutate «fragili» o addirittura «debolissi-me»?

Mentre sta rimettendosi a girare il pianeta scolastico, al quale Corrie-re.it dedicherà un «Canale Scuola» quotidiano, la rivista di Giovanni Viri-ciguerra lancia, accanto alle denun-ce, sei idee «un po' rivoluzionarie» per cambiare «una scuola dove si è sballottati da una sede a un'altra, do-ve è riservato lo stesso trattamento a chi lavora duro e con passione e a chi ha. la. testa altrove, dove si guadagna tutti una miseria» e «dove la carta igienica e quella per le fotocopie le portano i genitori».

Primo: basta con le scuole «chiuse agli studenti per molte ore al giorno durante i periodi di lezione e per me -

si interi al di fuori». E uno «spreco enorme». Gli spazi scolastici potreb-bero restare aperti al pomeriggio e anche fino a fine luglio per offrire agli studenti «servizi aggiuntivi» che oggi le famiglie pagano ai privati: dal-

DIsperIU nelle locil Come è possibile che a Milano solo un maturando su 381 sia valutato meritevole di lode, mentre a Crotone uno ogni 35?

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Emilia Romagna

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Lombardia Veneto

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■:Lazio 638 Campania Basílicata

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Sardegna Sicilia • CaCalabria\ 560 1.(}12 1.237

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‘4 ° GLI STu D rNTI LA DISTRIDUZIONE 1.4 DEGLI ALL1Evl E LA PERCENTUALE SJI.,TOT;ALE 1 Nord Est 582 0,93%

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02/09/2013 press unE CORRIERE DELLA SERA Fondato nel 1876 • • m www.coniere.it

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le lezioni di musica ai «summer camp», dai corsi di lingue alla ginna-stica artistica. Organizzandoli in pro-prio, grazie ai dipendenti che ne rica-verebbero più soldi in busta paga, o affidandoli a privati dietro precise ga-ranzie. Certo, occorrono elasticità e fantasia, ma non solo le scuole po-trebbero ricavarne fondi da reinvesti-re ma «si sbroglierebbe anche l'inac-cettabile matassa dei precari».

Secondo: per recuperare risorse servono tagli «chirurgici». Esempio? Ci sono iomila «microscuole» prima-rie con meno di 5o alunni, «che costa-no in termini di personale il doppio delle altre (fino a 8 mila curo per alunno, contro i 3.500 euro di una scuola standard con ioo alunni)» Guai a toccare quelle in montagna e nelle piccole isole: sono sacre, anche a costo di rimetterci. Ma tantissime «sono lì spesso per motivi di campa-nile». I risparmi sarebbero «reinvesti-ti in spesa "buona', a partire da edili-zia, banda larga, laboratori, pale-stre».

Terzo: occorre «liberare e premia-re le energie degli insegnanti. Sono loro che "fanno" la scuola. Certo, gua-dagnano poco. Il lo-15% in meno del-la media dei colleghi europei. Ma rial-lineare la retribuzione per tutti coste-rebbe oltre 3 miliardi di euro Troppo per l'Italia di questi anni» Ma «allora concentriamo le risorse e gli sforzi per premiare chi vuole dare di più» rompendo con «la carriera dei docenti legata solo all'anzianità di servizio».

Quarto: guerra agli abbandoni con «corsi di recupero obbligatori e siste-mi di incentivi e disincentivi d'intesa con le famiglie. Per esempio: se non

Nuove risorse Con gli accorpamenti si potrebbero investire risorse in spesa «buona», a partire da edilizia, banda larga, laboratori

hai concluso l'obbligo scolastico non puoi comprare/guidare il motorino o partecipare a programmi sportivi del Coni». Perché non possiamo più per-metterci di avere «il 20% dei nostri 18-24enni in possesso al massimo della licenza media».

Quinto: più autonomia, ma anche più controlli, più trasparenza nei con-ti e «urta rigorosa valutazione dei ri-sultati» che premino le scuole virtuo-se e si spingano con quelle che non raggiungono determinati standard «fino alla chiusura», come accade in America.

Sesto: «digitalizzazione delle scuo-le (per tutti)». Non è accettabile che l'Italia abbia in totale solo t' scuole statali «2.0», cioè digitalizzate, su ol-tre 9.000. Né che ci siano soltanto, ci-tiamo il Rapporto «Review of the Ita-lian Strategy for Digital Schools» vo-luto da Francesco Profumo, 6 Pc ogni 100 studenti contro i 16 europei e il 6% delle scuole altamente digitalizza-te contro il 37% del resto d'Europa. Insomma, «la scuola digitale può of-frire un grande contributo al cambia-mento del Paese, ed è un treno che non può essere perso».

Glan Antonio Stella C PPRODUZIONE R ■ SERVATA

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Il confronto

k3,42

Grundsteuer Taxe d'habitation e taxe foncière

Impu esto sobre bienes inmuebles (Ihi)

Ilvalore catastale (voleur cadastrale) è stato calcolato nel 1970 partendo dalle locazioni figurative, rivisto nell'80 e attualizzato con moltiplicatori annuali. Ai fini della taxe d'habitation, oltre alvalore catastale rilevano il reddito e i componenti del nucleo familiare, le aliquote locali e iltipo di immobile (abitazione principale o secondaria). La taxe foncière si applica al 50% delvalore catastale Per gli immobili strumentali il valeur cadastroteè calcolato con riferimento a edifici sin -ilari

II valore imponibile della Grundsteuersi basa sulla rendita catastale(Einheitswer0 rivalutata con coefficienti statali.fivalore catastale è basatomi rendite risalenti agli anni 40 per cui in genere risulta pari in media al 13% del valore di mercato attuale. II valore catastale viene ulteriormente rivalutato in base alle percentuali determinate localmente dalle autorità municipali, variabili da 280%a 810% (Berlino). Per i fabbricati strumentali valgono regole analoghe

La Counciltaxè un'imposta comunale sugli immobili in Inghilterra, Galles e Scozia.I parametri (incluse esenzioni e/o riduzioni) sono decisi a livello locale. In Inghilterra e Scozia, gli immobili sono divisi in otto gruppi, in base alvalore dell'immobile ali ° aprile 1991. In Gallesi gruppi sono nove con i valori dell'aprile 2003. Le imprese che usano gli immobili strumentali (oil proprieta rio, se sfitti) pagano una quota (oggi 0,458%) delvalore della locazione figurativa dello stesso tipo di immobile. I valori sono rivisti ogni 5 anni, la prossima volta nel 2015

L'Ibi si calcola sulvalorecatastale dell'immobile che sino a qualche anno fa era inferiore a quello di mercato; negli ultimi due anni in molti casi ha superato il valore di mercato (provocando contenziosi fiscali). Le aliquote e i valori catastali sono definiti a livello municipale nell'a mbito delle regole generali; introiti e decisioni rilevanti sono prese a livello locale. Le aliquote possono variare da 0,4 a 1,1 per cento. Agli immobili strumentali si applicano le medesime regole

La taxe d'habitation, più cara, è

La Grundsteuer è dovuta dal

La Counciltax è dovuta da chi usa

L'Ibi è dovuta da chi vanta diritti dovuta da chi abita l'immobile

proprietario dell'immobile ma è

l'immobile (inq uni no o

reali sull'immobile ma è prassi (proprietarioo inquilino). La taxe prassi che questi la addebiti al

proprietario), anche se soggetto

che il proprietario la addebiti

foncière è dovuta dal proprietario

locatario non residente nel Regno Unito all'inquilino

9. p

Spesso la taxe foncière è ridotta a

Sono previste a lcune esenzioni, ad

La tax scende del 25% per Le case

Si ha una detrazione in funzione a I livello locale per nuovi edifici, esempio per gli immobili

principali dei singoli e fino a150%

numero dei figli componenti il

canoni sociali e uso di rinnovabili. residenziali pubblici, e riduzioni

per Le sfitte. Esenti gli immobili usati

nucleo familiare (fino al 00% Niente sconti alle seconde case (1)

per quelli di valore storico-artistico

da persone disagiate o da religiosi

dell'imposta)

Le taxes sono deducibili dal

La Grundsteuer è deducibile dal

La Council tax è onere deducibile

L'Ibi è onere deducibile dal reddito d'impresa oda Ila

reddito di imprese, professionisti

dai redditi

reddito locazione in caso di persona fisica e privati locatori

La taxe fonciere comprende anche le tasse sui rifiuti

i La tassa-rifiuti si paga a parte La Counciltax comprende anche la i La tassa per i rifiuti si paga a parte (Abfallbeseitigungsgebithr) tassa rifiuti ; rispetto a quella sugli (2)

Notar (1) CI alloggi non arredati vuoti da oltre 5 anni possono essere soggetti su decisione del consiglio locale a taxe d'habitation (non alla taxe foncière) solo qualora non si

applichi la taxe sor les togeinents vacantsr (2) Oltie a [Cibi è dovuta anche l'Impuesto Extraordinario sobre el Patrimonio che è una patiiinoniate definita autonomamente a

livello Regionale (esiste ad esempio in Catalogna ma non a Aladlid). L'imposta straoldinalia grava sui patrimoni anche immobiliari con aliquote crescenti (dallo 0,2 a l

2,5%). Sono previste alcune limitate esenzioni. Fonte: elaborazione DIA Piper

02/09/2013

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press unE

S°Ierld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

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Il prelievo vira verso il modello francese Il presupposto dell'imposta oltre alla proprietà dell'immobile guarda anche al suo utilizzo

A CURA DI

Roberta Moscaroli Maricla Pennesi

Un'imposta simile a quella che si applica in Germania e in Spagna ma che presto somiglie-rà di più al modello francese. È questo l'identikit della nuova Imu, alla luce delle modifiche ve-icolate dal decreto legge appro-vato il 28 agosto dal Consiglio dei ministri, messa a confronto con il prelievo sugli immobili operativo nei Paesi europei.

L'imposta italiana, infatti, per sua natura, è nata con forti simi-litudini con le imposizioni dei Paesi europei, come Germania e Spagna, il cui presupposto si fonda principalmente sulla pro-

IL RIORDIO

Il sistema di computo deve diventare flessibile Necessario prevedere la deducibilità per allinearsi alla prassi europea

prietà immobiliare più che sulla sua disponibilità, anche ad altro titolo, come invece accade in Francia con la taxe d'habitation o in Gran Bretagna con la Coun-cil tax, pagate anche dai locatari degli immobili.

In particolare, l'Imu è un'im-posta patrimoniale immobilia-re che, diversamente da quanto accade in altri Paesi, come la Francia o l'Olanda, non si cumu-la, per le persone fisiche, ad al-tre forme di prelievo sul patri-monio complessivamente inte-so. Per le imprese e i professioni-sti - come accadeva per l'Ici, da cui l'Imu deriva - l'imposta è in-deducibile; al contrario, ne i Pae-si europei esaminati, il prelievo immobiliare è considerato rela-tivo alla produzione del reddito e, come tale, onere deducibile.

La riforma dell'imposizione immobiliare, delineata nel de-creto legge e da attuare con la prossima legge di stabilità, pre-senta delle importanti analogie con il sistema francese. In Fran-cia, infatti, la tassazione immo-biliare è articolata nelle seguen-

ti due tasse: la taxe d'habitation e la taxe foncière, entrambe ba-sate sui valori catastali, ma la prima - più elevata - è a carico di chi abita l'immobile (proprie-tario o inquilino che sia), men-tre la seconda è a carico di chi ha dritti reali su di esso. In In-ghilterra la Council tax è versa-ta da chi abita l'immobile (non importa se proprietario o inqui-lino in locazione), mentre in Germania e in Spagna la Grund-steuer e l'Impuesto sobre bienes inmuebles (Ibi), rispettivamen-te, hanno come presupposto il possesso di diritti reali sull'im-mobile (e sono quindi a carico del proprietario), ma costitui-scono spesso oggetto di riadde-bito all'inquilino in locazione.

L'evoluzione dell'Imu verso la service tax, con un conse-guente e auspicabile riordino delle tasse che direttamente o indirettamente gravano il pos-sesso di un immobile (una per tutte la Tares), non dovrebbe prescindere da una rivisitazio-ne del sistema anche alla luce delle esperienze maturate all'estero in questi anni con rife-rimento alla medesima forma d'imposizione.

In questo caso, per garantire attraverso la service tax un effi-cace strumento di finanza an-che a livello locale, occorrereb-be agire sul sistema di compu-to dell'imposta rendendolo flessibile e adeguato, in funzio-ne delle diverse situazioni sia personali (ad esempio, catego-rie disagiate) sia oggettive dell'immobile. E sarebbe neces-sario superare i parametri a cui oggi il sistema è vincolato, spes-so fuori mercato in uno scena-rio immobiliare ancora in crisi (a provare l'iniquità del siste-ma basato su valori catastali non allineati a quelli reali c'è il crescente contenzioso in Spa-gna, Germania e Gran Breta-gna), e abbandonare definitiva-mente i presupposti e soprat-tutto i limiti della vecchia Ici. Infine, occorrerebbe prevede-re la deducibilità dell'imposta per avvicinare il sistema italia-no alla prassi europea.

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Oktrakpe Taxe foncière e taxe d'ha bitation

Tasse distinte per i possessori e chi vive in affitto Frederic Lubczinski

In Francia il sistema di tas-sazione degli immobili è modu-lato in maniera tale da distin-guere la proprietàe i diritti reali di godimento sull'immobile dal suo semplice possesso o utiliz-zo. Il proprietario paga infatti la taxe foncière, mentre chi occu-pa l'immobile a un titolo diver-so versa la taxe d'habitation. In caso di affitto, è prassi di merca-to che il locatore addebiti in tut-to o in parte al locatario l'onere della taxe fiincière.

La taxe foncière è dovuta il i° gennaio per l'intero anno solare. Include anche la tassa rifiuti e al-tre imposte minori che gravano sugli immobili. Sono previste al-cune esenzioni permanenti in funzione della tipologia (ad esempio, per le fattorie) e della destinazione a funzioni pubbli-che; sono anche possibili esen-zioni temporanee, variabili da 2

a 35 anni, per incentivare alcune zone di sviluppo rurale o l'avvio di attività utili alla municipalità, o nel caso di utilizzo da parte di persone disagiate.

La taxe foncière e quella d'ha-bitation rappresentano uno strumento efficace di finanza lo-cale. Per questo la definizione dell'importo dovuto, nel rispet-to delle regole fissate dallo Sta-to, è completamente demanda-ta ai Comuni dove si trovano gli immobili. Secondo le statisti-che ufficiali rilasciate dall'am-ministrazione fiscale francese, la tassa di proprietà ha fruttato alle casse comunali più di 838 milioni di euro nel 2012.

In particolare, le aliquote dell'imposta sono stabilite dalle assemblee governative locali al momento della definizione an-nuale del budget, in funzione delle entrate attese e necessarie alla copertura del fabbisogno de-terminato su base preventiva. Le aliquote possono variare a se-conda della zona geografica, ma non possono superare i limiti fis-sati dal governo francese, che stabilisce anche i parametri per determinare la base imponibile alla quale applicare la percen-tuale d'imposta.

La taxe foncière, di fatto, è una delle principali misure destinate a finanziare i servizi e degli inve-stimentilocali, ma viene calcola-ta e riscossa dallo Stato per con-to delle autorità municipali.

Ilvalore della proprietà impo-nibile comprende ogni pertinen-

za o costruzione accessoria che abbia carattere di permanenza e fissità al terreno, sia per le abita-zioni, sia per gli immobili stru-mentali all'attività d'impresa. La base imponibile è pari al valo-re della locazione definita su ba-se amministrativa del bene (va-leur cadastrale) come stabilito e periodicamente aggiornato da parte delle autorità fiscali. In ge-nere, è uguale all'affitto figurati-vo che la proprietà potrebbe ra-gionevolmente ottenere sullibe-ro mercato, tenendo conto della condizione e della posizione (re-sa teorica) dell'immobile. Que-sto valore viene poi scontato del 50% per tenere conto dei co-sti di gestione sostenuti dal pro-prietario, come la costruzione, le riparazioni, la manutenzione e l'assicurazione.

Il valeur cadastrale del bene è determinato in modo differente a seconda della natura e della de-stinazione della costruzione. Per gli immobili industriali e commerciali, si usa il metodo di comparabilità, con riferimento a immobili simili nella medesima città. L'importo pagato a titolo di taxe foncière è deducibile dal red-dito d'impresa.

Occorre precisare che, anche se la base dell'imposta non si discosta in modo significativo da parametri oggettivi di mercato, l'affitto figura-tivo non ha alcuna relazione diretta con la rendita corrente; si riferisce infatti alla locazione teorica che po-trebbe essere pagata sullaproprietà inbase a unvalore nozionale di affit-to definito nel1970 e aggiornato nel 1980. Poi, i valeurs cadastrales sono aggiornati ogni anno da parte dell'amministrazione fiscalelocale.

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È la base imponibile della taxe foncière ed è pari al valore della locazione del bene definita su base amministrativa (nozionale). In via generare, corrisponde all'affitto figurativo che la proprietà potrebbe ragionevolmente ottenere sul libero mercato

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In Gemmffia Dalla Gru ndsteuer 20% delle entrate dei Comuni

Allo studio la revisione delle rendite Martin Heinsius

L'imposizione sugli immobi-li che si trovano in Germania (Grundsteuer) genera più del 20% delle entrate finanziarie dei Comuni te des chi. La tassa è in ge-nere dovuta dal proprietario dell'immobile, sia industriale o commerciale, sia di civile abita-zione. Se ci sono più proprietari, tutti sono responsabili in solido per gli accertamenti per evitare

che frazionando la proprietà si di-sperda il gettito. In alcuni casi, è anche prevista una responsabili-tà sussidiaria dell'usufruttuario. In caso di accertamento, il Comu-ne dove si trova l'immobile può scegliere discrezionalmente a quale proprietario rivolgersi per riscuotere l'imposta.

Il pagamento della tassa è de-ducibile come costo correlato a ricavi sia per le persone fisiche

che locano l'immobile che per le imprese.

Per definire la base di calcolo (Grundsteuer-Messbetrag), spet-ta alle autorità fiscali tedesche de-terminare il valore stimato (Einheitswert) della proprietà sul-la base della quale computare l'imposta per effetto dell'applica-zione di una serie di moltiplicato-ri (Steuermeftzahl). In generale, il valore stimato rappresenta circa

il 13% del valore di mercato della proprietà e il moltiplicatore di-pende dal tipo di immobile, va-riando da un 2,6% (casa unifami-liare fino a 38.346,89 euro) a un 6% (proprietà agricole). In alcu-ne circostanze eccezionali, relati-ve alla situazione oggettiva dell'immobile, la tassa può non es-sere richiesta (ad esempio per l'importanza storico-culturale dell'edificio o se cala in modo

strutturale la produttività agrico-la). Sono previste poche esenzio-ni: ad esempio, per gli anziani e le persone a basso reddito e per gli immobili degli enti pubblici.

Si sta ora parlando di riformare la tassa sugli immobili. In partico-lare, si discute del metodo di com-puto dell'imposta basato sul valo-re stimato, che rappresenta un va-lore di mercato risalente a più di 4o anni fa e crea, quindi, forti spe-requazioni dato che in alcune zo-ne della Germania il valore degli immobili è aumentato molto ne-gli ultimi 5o anni, mentre in altre il

mercato immobiliare ha preso la direzione opposta. Si stanno ipo-tizzando due diversi modelli di tassa sugli immobili: un'imposta direttamente subordinata al fair marketvalue (sostenuto dallo Sta-to federale di Brema); o una calco-lata in relazione alle dimensioni del settore immobiliare (sostenu-to dagli Stati federali di Assia, Ba-viera, Baden-Wiirttemberg). Ma il dibattito politico si è bloccato a causa delle elezioni regionali del-lo scorso anno e delle prossime elezioni federali del 22 settembre.

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Previsti stanziamenti per 1,4 miliardi ma finora speso solo l'8%: pesa l'iter burocratico lento e tortuoso

I fondi per l'edilizia non superano l'esame Valeria Uva

Prima ancora del suono della campanella che questa settimana sancirà (giovedì 5 la prima sarà la Provincia di Bolzano) l'avvio dell'anno scolastico 2013-2014 nelle 43mila scuole italiane iboccia-ti ci sono già: sono i piani di edilizia scolastica, sei negli ul-timi dieci anni, che non hanno centrato l'obiettivo che si era-no dati dopo le tragedie di Ri-voli e San Giuliano di Puglia.

La bocciatura è innanzitut-to nei numeri, compresi quel-li snocciolati dall'indagine co-noscitiva sull'edilizia scolasti-ca avviata dalla commissione Cultura della Camera a luglio: mettendo insieme le tante ini-ziative (per contare solo le principali), avviate proprio a partire dal tragico crollo di San Giuliano in cui morirono 27 bambini e una maestra, si ar-riva a un miliardo e mezzo di risorse stanziate per mettere in sicurezza gli edifici. A fron-te di un fabbisogno di13 miliar-di. Attenzione: si tratta di una stima, perché in materia di edi-lizia scolastica non sono solo i fondi a ritardare, visto che -come scrivono i parlamentari stessi - «dopo 17 anni dalla leg-ge 23 de11996 l'Anagrafe sten-ta non solo a partire, ma an-che a essere completata».

Tredici miliardi sono quelli che servirebbero, secondo il ministero delle Infrastrutture sulla base della classificazio-ne sismica del nostro territo-rio, per mettere in sicurezza le scuole:1,6 miliardi solo nel-la zona sismica i, la più a ri-schio-terremoti.

In realtà ne sono stati stan-ziati solo 1,4 dal 2004. Una ci-

fra minima, peraltro dimezza-la rispetto al passato. Dal 199 6 al 2001, infatti, in soli sei anni furono finanziati 12mila interventi per un totale di tre miliardi. Grazie alle legge 23/1996, che a detta della stes-sa commissione Cultura «ha ben funzionato» con un siste-ma di pianificazione che par-tiva dal basso, dalle richieste degli enti locali, filtrate tra-mite graduatorie regionali e poi finanziate con contributi statali.

Ma a sancire la bocciatura di questa strategia degli ulti-

ABBISOGNI) Più ELEVOI)

Secondo il Mit, in base alla classificazione sismica del territorio, servirebbero 13 miliardi per mettere in sicurezza gli edifici

mi dieci anni c'è anche il risul-tato finale: su 1,4 miliardi pro-grammati a oggi soltanto 120 milioni si sono trasformati in scuole ammodernate e sicure. In pratica, solo 1'8,3% del tota-le, anche se - va detto - il dato non tiene conto dei 226 milio-ni stanziati per l'Abruzzo, sui quali la Camera ha chiesto una rendicontazione precisa. Sommando poi la dettagliata fotografia di ogni piano forni-ta dai tecnici delle Infrastrut-ture, si scopre che altri 63o mi-lioni sono in via di utilizzo: si va dal cantiere già aperto alla semplice firma della conven-zione che permette di accen-dere il mutuo. C'è, infine, la non trascurabile somma di 467,9 milioni bloccata. Per

esempio, dal 2006 restano an-cora da spendere quasi 8o mi-lioni su 295. Ovviamente il più indietro è l'ultimo stanzia-mento, il secondo piano stral-cio varato nel 2012 e dedicato al Sud (fondi Fas, peraltro ta-gliati in corsa). Il perché lo ha ben spiegato ai parlamentari Maria Pia Pallavicini, diretto-re edilizia statale del Mit: «Le risorse sono state rese dispo-nibili solo nel giugno 2013». Ovvero un anno dopo. E nean-che tutte: la ''cassa", cioè la di-sponibilità effettiva, è al 45 per cento.

I punti critici di questa stra-tegia sono tanti. Innanzitutto, i percorsi burocratici. Dal 2002, da quando il filone "dal basso" della legge 23/1996 si è andato prosciugando, l'ottica è diventata "centralistica", con interventi approvati dal Cipe, e non potrebbe essere al-trimenti visto che i soldi arri-vano da una costola del piano grandi opere della legge obiet-tivo. Ma la procedura di spesa è - sempre a detta dei parla-mentari- «lunga, tortuosa e di-screzionale» e si sta dimo-strando «insostenibile rispet-to all'urgenza degli interven-ti».

Prendiamo il primo piano, datato dicembre 2004, vec-chio di nove anni. Tra le criti-cità indicate dal Mit figura la tegola del mutuo: un intero an-no si è perso da quando (Fi-nanziaria 2007) è stata impo-sta agli enti locali l'autorizza-zione per accendere i mutui. Il via libera per Comuni e Pro-vince a spendere è arrivato quindi a dicembre 2007, a tre anni dall'assegnazione dei contributi.

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Miliardi di euro Tredici miliardi sono quelli che servirebbero, secondo il ministero delle Infrastrutture sulla base della classificazione sismica del nostro territorio, per mettere in sicurezza le scuole: 1,6 miliardi solo nella zona sismica 1, la più a rischio-terremoti

Risorse stanziate Le risorse stanziate, in realtà, ammontano solo a 1,4 miliardi da12004. Una cifra minima, peraltro dimezzata rispetto al passato. Dal 1996 al 2001, infatti, in soli sei anni furono finanziati 12mila interventi per un totale di 3 miliardi

Milioni di euro bloccati Dal 2006 restano ancora da spendere quasi 80 milioni su 295. Ovviamente il più indietro è l'ultimo stanziamento, il secondo piano stralcio varato nel 2012 e dedicato al Sud (fondi Fas, peraltro tagliati in corsa)

Fondi delle Province Le Province per quest'anno avevano programmato di investire nelle scuole 727,8 milioni.In base a dati dell'Upi, per effetto del Patto di stabilità ne potranno spendere alla fine solo 212 milioni: un taglio del7l per cento

Altro tempo si perde per «carente o assente progetta-zione delle opere programma-te» (il giudizio è del Mit).

A frenare i cantieri nell'ulti-mo miglio ci pensa, poi, il soli-to Patto di stabilità interno: le Province per quest'anno ave-vano programmato di investi-re nelle scuole 727,8 milioni. Come spiega l'Upi, per effetto del Patto ne potranno spende-re alla fine solo 212 milioni. Un taglio del 71 per cento.

L'indagine appena avviata lascia intravedere una via d'uscita: senza attendere le conclusioni si ipotizza di «pre-disporre una bozza di Piano decennale», insomma qualco-sa che vada oltre l'emergenza. Va in questo senso anche l'ul-tima mossa del Governo: nel decreto del fare (Dl 69/2013) ci sono 450 milioni per l'edili-zia scolastica. Confluiranno nel Fondo unico per l'edilizia scolastica, che appunto, do-vrebbe almeno riunificare il contenitore. Per spenderlil'in-tesa firmala nella Conferenza unificata del 1 1' agosto preve-de, di fatto, un ritorno al passa-to: programmazione congiun-ta con le Regioni, ascoltando le esigenze degli enti locali. Più il commissariamento per gli enti ritardatari.

Spera di voltare pagina an-che il ministro Maria Chiara Carrozza: «Puntiamo a supe-rare un modello di governan-ce - ha ammesso dopo la firma - che negli ultimi anni si è rive-lato inefficace per i tempi troppo lunghi, non più soste-nibili, per rendere spendibili le risorse stanziate e per apri-re i cantieri».

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226,4

o ►

I fondi degli ultimi dieci anni

Importi in milioni di euro

PRIMO STRALCIO 2004 % sul ,,,,...:5n , .Zn ....:Tn totale tUks-,-,.... ,.-.-..:,,,.:\:..-,. ....Z.\\'‘ :,.,,"‘.:.:..■. ■ o s \ ■ .%, ,

SECONDO STRALCIO 2006

L4t

LI TERREMOTO ABRUZZO 2009

295,1

SECONDO STRALCIO 2012

259,0

RISOLUZIONE CAMERA 2011. In attesa di un parere del Consiglio di Stato

spnse

193,8

PRIMO STRALCIO 2010

o ►

N

358,3

02/09/2013

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ll'erld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

(*) verificate 940 convenzioni pari al 50% del totale,ma nessuna giunta al decreto di pagamento

TOTALE

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Fonte: elaborazione II Sole 24 Ore su dati ministero delle infrastrutture

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IL nuovo tributo Sul Sole 24 Ore di sabato

scorso, a pagina 4, sono state presentate le prime linee applicative della service tax.

02/09/2013

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Sulla service tax mano libera ai sindaci I Comuni potranno decidere esenzioni e base imponibile, ma resta l'incognita dei rincari

Cristiano Dell'Oste

Marco Mobili

Saranno i sindaci- o meglio i consiglieri comunali- ad avere l'ultima parola sulla service tax, la nuova imposta che dal 2014 permetterà di superare l'Imu sull'abitazione principale.

Partendo dai piani del Gover-no, si può stimare che il nuovo tributo sui servizi indivisibili andrà da un importo minimo di 16,60 euro per immobile fino a un massimo di 257,20 euro. Un range molto grande, dunque, all'interno del quale i singoli Co-muni potranno prevedere tutta una serie di regole particolari: dall'esenzione della prima casa agli sconti per le famiglie nume-rose, fmo alle riduzioni per gli edifici delle imprese.

Il nuovo tributo

Secondo il progetto dell'Esecu-tivo - anticipato dal Sole 24 Ore di sabato 31 agosto - la nuova ser-vice tax avrà due componenti. La prima, denominata Tari, ser-virà a finanziare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiu-ti e prenderà il posto - in pratica - della Tares. La seconda, inve-ce, si chiamerà Tasi e andrà a fi-nanziare i cosiddetti servizi in-divisibili, come l'illuminazione, la polizia municipale, l'arredo urbano e la manutenzione dei giardini pubblici.

Oggi la copertura dei servizi indivisibili è garantita con una maggiorazione della Tares, che quest'anno è pari a 3o centesimi al metro quadrato e frutta ai Co-muni circa un miliardo di euro. Dal 2014, invece, la maggiorazio-ne sarà scorporata dalla tassa sui rifiuti e confluirà nella Tasi.

È probabile, però, che il getti-to complessivo della Tasi sia ben superiore a un miliardo. An-che perché la nuova tassa sui servizi indivisibili dovrà contri-buire al «superamento» dell'Imu sull'abitazione princi-

pale. Detto diversamente: con la cancellazione dell'Imu sulla prima casa, i Comuni perderan-no circa 4 miliardi. E se non li ot-terranno con altre fonti di entra-ta, potrebbero recuperarne al-meno una parte con la Tasi.

Non è corretto, però, affer-mare che il debutto del nuovo tributo si risolverà in una parti-ta di giro (né tantomeno in un semplice cambio di denomina-zione), perché la Tasi in linea di principio verrà pagata da tut-ti gli immobili - compresi uffi-ci, negozi e capannoni - e non sono dalle prime case. E per-ché il Comune potrà addirittu-ra decidere di non applicarla sulle abitazioni principali, "sca-ricandola" sugli immobili non residenziali, oltre che sulle se-conde case e sugli alloggi affit-tati. Eventualmente addossan-done dal io al 30% all'inquilino, anche se venerdì scorso il pre-mier Enrico Letta ha smentito quest'ultima ipotesi.

Nei piani del Governo, la Ta-si avrà un'aliquota base dello 0,3 per mille calcolato sul valo-re catastale (o di 3o centesimi al metro quadrato), ma potrà essere aumentata dai Comuni fino a a un livello tale da incas-

sare - al limite - la stessa som-ma che sarebbe entrata nelle casse locali portando l'Imu sul-la prima casa ad aliquota massi-ma (6 per mille).

Secondo questo meccani-smo, una città come Parma -che ha già applicato l'aliquota più alta sull'abitazione principa-le - potrebbe ricavare dalla Ta-si non più dei 21,5 milioni di eu-ro incassati nel 2012 dall'Imu pri-ma casa. Le città che avevano scelto aliquote Imu più basse, invece, potrebbero alzare il li-vello della tassazione. E pro-prio in questa clausola si annida il rischio di ulteriori rincari, dal momento che il grosso dei Co-muni ha mantenuto l'aliquota Imu sulla prima casa ben al di sotto del livello massimo, con-centrando gli aumenti sugli al-tri fabbricati.

Le cifre in gioco

Anche se il progetto del Gover-no sarà definito nei dettagli so-lo nelle prossime settimane, si può ipotizzare qualche stima, partendo dagli incassi Imu e dal-le statistiche catastali. Se le cit-tà italiane decidessero di recu-perare con la Tasi lo stesso get-tito ottenuto dall'Imu prima ca-sa nel 2012, il nuovo tributo arri-verebbe a 84,4o euro per immo-bile, e salirebbe a 181,60 euro se tutte le prime case fossero esen-tate. E le cifre diventerebbero ancora più alte se i sindaci si alli-neassero in massa al livello mas-simo. Ma i tecnici di Palazzo Chigi e dell'Economia sono al lavoro per mettere a punto un meccanismo che scongiuri ulte-riori rincari.

Di certo, la nuova Tasi pare molto più flessibile dell'Imu. I Comuni, tra l'altro, potranno an-che scegliere se applicarla sul valore catastale o sui metri qua-drati, con riflessi tutt'altro che trascurabili per i contribuenti.

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02/09/2013

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ll'erld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

L'attnzUme Prelievo applicato su metri quadrati o valore catasta le

Doppia scelta sull'imponibile Metri quadrati o valore cata-

stale? Nel progetto delineato dal Governo, la scelta spetta ai Co-muni, che potranno decidere se applicare dal 20141a tassa sui ser-vizi indivisibili (Tasi) in base al valore catastale o alla superficie degli immobili.

La scelta è tutto sommato neu-trale in termini di gettito com-plessivo: basta quantificare cor-rettamente la base imponibile e fissare il prelievo - sotto forma di aliquota o centesimi per me-tro quadrato - a un livello suffi-ciente a garantire le risorse ne-cessarie al Comune. Oltretutto, l'obbligo di usare la stessa super-

ficie già utilizzata per il tributo sui rifiuti non crea complicazio-ni di calcolo.

Quello che cambia - e non po-co - è la distribuzione del prelie-vo tra i contribuenti. A Latina, ad esempio, un alloggio di caratteri-stiche medie pagherebbe una Ta-si minima di di 38,6o euro con la tassazione sulla superficie e di 20,80 euro con quella su base cata-stale. A Padova, invece, il rappor-to è invertito e la tassazione cata-stale costerebbe 48,4o euro.

Dove le rendite catastali sono più elevate, in altri termini, con-viene essere tassati per metri qua-drati, ovviamente a parità di pre s-

sione fiscale. Ma il punto è che ci sono grandi differenze anche all'interno della stessa città, tra un quartiere e l'altro, o anche tra un edificio e l'altro.

Oltre alla sperequazione delle rendite, infatti, incide anche il nu-mero dei vani catastali, che dipen-de tra l'altro dalla distribuzione degli spazi all'interno dell'unità immobiliare (a parità di metratu-ra gli edifici più vecchi tendono ad avere meno vani). D'altra par-te, la superficie, senza altri corret-tivi, non tiene conto del valore di mercato né dell'utilizzo effettivo dei diversi fabbricati.

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Conz cadturì5nal Cresce il contenzioso sui poteri

Antonello Cherchi Marta Paris

Nell'attesa di capire se l'affa-re Berlusconi arriverà sui tavoli della Corte costituzionale sotto forma di ricorso per l'interpreta-zione della norma contenuta nel-la legge anticorruzione (la 190/2012) con la quale è stata in-trodotta l'incandidabilità a parla-mentare di chi ha subìto una con-danna superiore a due anni di re-clusione, la Consulta ha comun-que il suo bel daffare.

A dimostrarlo basta il conten-zioso tra lo Stato e le Regioni, che negli ultimi anni ha registrato un aumento significativo. In partico-lare, tra il zom e il 2011le cause so-no cresciute di quasi il 36% e l'an-no scorso hanno continuato a lie-vitare (+11%), raggiungendo con quasi zoo atti di promuovimento, il picco massimo di litigiosità dal varo, dodici anni fa, della riforma del Titolo V della Costituzione, che ha ridefinito le competenze le-

gislative di centro e periferia. E questo nonostante il tema del

federalismo - che aveva fornito ossigeno ai contrasti tra Roma e le autonomie - sia scomparso dai tavoli della politica. Lo scontro sui poteri si è ora trasferito su al-tri versanti. A mantenere viva la differenza di vedute tra Stato e Re-gioni ci hanno, infatti, pensato le manovre degli ultimi anni, che hanno cercato di contenere le spe-se dell'apparato pubblico. Soprat-tutto gli interventi di spending re-view e di taglio ai costi dellapoliti ca hanno indotto le Regioni a pun-tare più di una volta i piedi riven-dicando la propria autonomia fi-nanziaria e sottoporre il loro di-sappunto davanti ai giudici costi-tuzionali.

Già la manovra di Ferragosto di due anni fa varata dal Governo Berlusconi (il D1138/2011) aveva generato decine di ricorsi alla Consulta da parte delle Regioni, contrarie al modo in cui era stato

Il picco

Dopo la riforma del Titolo V della Costituzione, dodici anni di contenzioso Stato-Regioni davanti alla Consulta

N i orsi rl

2008

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179

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Anno

2002

2003

2004

2005

2006

2007 SI 2013*

N. n orsi

(*) Dati aggiornati al 28 agosto

Fonte: banca dati della Regione

Emilia Romagna

pensato lo sfoltimento dei consi-glieri regionali. In quell'occasio-ne fu il Governo centrale ad ave-re la meglio, mentre così non è stato - per rimanere sempre alla questione dei costi della politica - con la causa per la riorganizza-zione e poi la cancellazione delle province, innescata da due rifor-me Monti (il decreto legge salva-Italia e quello sulla spending re-view): in questo caso la Corte, con una sentenza di luglio scor-so, ha dato ragione alle ammini-strazioni regionali. Salvando, pe-rò, al contempo la nuova geogra-fia dei tribunalini, sempre previ-sta dal Governo Monti. Così co-me la Consulta ha mantenuto l'impianto del decreto legge 174 del 2012 (sempre del precedente Esecutivo), che imprimeva un gi-ro di vite sui bilanci di Regioni ed enti locali.

Unapartita di oltre cento ricor-si all'anno che ha assegnato punti a una parte e all'altra. Come dimo-

strano i numeri generali, che asse-gnano una leggera prevalenza al-le cause intentate dallo Stato: quelle aperte da Roma (quasi zoo in più rispetto al contenzioso ge-nerato dalle autonomie), infatti, hanno trovato il favore dei giudi-ci nel 56% dei casi, mentre i ricor-si delle Regioni sono riusciti a far dichiarare l'illegittimità delle nor-me impugnate il 50% delle volte.

La Regione più combattiva con-tinua a essere la Toscana, con 81 ricorsi in tutto, seguita dalla Pro-vincia di Trento e dall'Emilia Ro-magna. Le amministrazioni che però hanno ottenuto più volte "giustizia" dai giudici delle leggi sono state Molise e Lazio, che pur con un numero minore di ricorsi rispetto ad altre, hanno avuto ra-gione più di due volte su tre.

Le leggi regionali più tartassate dallo Stato sono state invece quel-le di Abruzzo e Puglia con, rispet-tivamente, 61 e 75 impugnazioni da parte della Presidenza del con-siglio. La più censurata è stata in-vece la Campania, nei confronti della quale la Consulta ha ricono-sciuto valide le argomentazioni del Governo nell'8" dei casi.

o RIPRODUZIONE RIS EPUTA

Tra Stato e Regioni ricorsi al top

02/09/2013

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press unE

lls'erldOIS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Il nodo delle competenze

L'andamento del contenzioso tra Stato e Regioni davanti alla Corte costituzionale

Conflitto Stato-Regioni Conf itto Regioni-

Ricorsi '. Sentenze . di cui di illegitt im ità ',

Ricorsi Sentenze

Abruzzo 61 53 32 9 12 Basilicata 33 31 20 14 22 Calabria 48 49 30 14 19 Campania 46 41 32 28 43 Emilia R. 28 29 12 45 160 Friuli V. G. 48 44 21 22 43 Lazio 23 21 9 15 19 Liguria 43 37 19 14 37 Lombardia 28 29 22 18 26 Marche 40 40 18 25 42 Molise 30 24 17 6 6 P. A. Bolzano 42 35 20 32 26 P. A. Trento 25 20 10 53 58 Piemonte 25 26 17 23 35 Puglia 55 49 31 25 32 Sardegna 39 32 18 17 28 Sicilia 19 18 3 35 31 Toscana 50 47 21 81 126 Trentino A. A. 5 6 4 11 8 Umbria 27 21 8 21 43 Valle d'Aosta 23 17 7 24 37 Veneto 42 36 21 34 89

tato di cui di

illegittimità 8

11

8 24

75 22 14 18 13 22

5 12

26 21

17 15 12

63 4

24

19 37

Nota: il numero di sentenze può risultare superiore a quello dei ricorsi perché a un ricorso possono corrispondere più sentenze

od ordinanze Fonte: banca dati della Regione Emilia Romagna

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ll'erld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

IL parere nem tnuaL. Non è organismo di diritto pubblico

La società «in house» che fa riscossione versa l'Iva Domenico Luddeni

Una società in house che svolge attività di riscossione dei tributi non rientra tra gli or-ganismi di diritto pubblico e, di conseguenza, è soggetta a Iva anche quando svolge attività di pubblica autorità, non potendo beneficiare dell'esclusione sog-gettiva prevista dal nuovo arti-colo 4 del Dpr 633/1972. Sono queste, in sintesi, le conclusioni contenute nella risposta a un in-terpello proposto da un comu-ne. L'ente sosteneva che, in ap-plicazione dell'articolo 4 del Dpr 633/1972, così come modifi-cato dall'articolo 38, comma 2,

del D1179/2012,1a propria socie-tà in house, in quanto organi-smo di diritto pubblico che si oc-cupa di riscossione tributi, quin-di attività di pubblica autorità, potesse godere dell'esclusione soggettiva prevista dall'artico-lo 4, risparmiando quindi i1 21%

di Iva, dal momento che l'impo-sta, nel caso specifico, non è de-traibile per l'ente. L' Agenzia ri-sponde che «la qualifica di so-cietà comunale in house non as-sume rilevanza in ordine all'in-dividuazione dei presupposti impositivi Iva, nell'ambito dei rapporti giuridici che si instau-rano tra ente e società» e che «la qualificazione giuridica del-

la società in house richiede un'indagine di natura extratri-butaria e, come tale, non ascrivi-bile alle prerogative esercitabi-li dall'agenzia delle Entrate in sede di trattazione dell'interpel-lo», precisando comunque che «come già chiarito dalla risolu-zione 129/20061a nozione di or-ganismo di diritto pubblico, mu-tuata dalla giurisprudenza e dal-la normativa in materia di appal-

LA CONSEGUENZA I corrispettivi spettanti per i servizi sono assoggettati all'imposta con l'aliquota del 21%

ti pubblici in base alla quale la società in house potrebbero es-sere assimilate a enti pubblici, non può ritenersi applicabile al-le questioni relative alla mate-ria tributaria». L'Agenzia con-clude che nel caso specifico, po-sto che tra le parti intercorre un rapporto giuridico sinallagma-tico, i corrispettivi spettanti al-la società, anche se la stessa ope-ra nella veste di società comu-nale in house, devono essere as-soggettati a Iva al 21 per cento.

Se la defmizione di organismo di diritto pubblico mutuata da giurisprudenza e normativa su-gli appalti, però, non può appli-carsi, è indispensabile trovare una definizione positiva che consenta di stabilire che cosa si intenda per ente/organismo di diritto pubblico ai fini fiscali. A maggior ragione oggi, che que-sta defmizione è stata inserita nell'articolo 4 del Dpr 633/1972, che definisce il requisito sogget-tivo ai fmi Iva, presupposto indi-spensabile, insieme a quello og-gettivo e territoriale, per l'as-soggettamento a Iva di una qual-siasiprestazione di servizi o ces-sione di beni. È utile ricordare che l'Agenzia si è già pronuncia-ta in un altro caso, con la risolu-zione 89/2008, affermando che le aziende speciali sono enti pubblici riconducibili nella no-zione generale di organismi di diritto pubblico e che, nella ri-sposta a una interrogazione par-lamentare del 17 novembre 2010, richiedente l'esenzione per alcune attività svolte dalle società inhouse, l'Agenzia ha co-munque sottolineato, in termi-ni di perdita di gettito, «l'ogget-tivo grado di problematicità sot-teso all'auspicio formulato con l'interrogazione».

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S°Ierld CAS

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dei conit Se non è utilizzato, dev'essere restituito

L'anticipo di liquidità dalla Cdp è vincolato Patrizia Ruffini

L'ente locale che, per la co-pertura integrale dei debiti cer-ti liquidi ed esigibili a131 dicem-bre 2012, ha ricevuto l'anticipa-zione di liquidità dalla Cassa depositi e prestiti, a erogazio-ne effettiva differita nel 2014, deve indirizzare le eventuali di-sponibilità liquide realizzate nel frattempo prioritariamen-te al pagamento dei debiti 2012,

con eventuale restituzione del-la somma anticipata che diven-tasse a questo punto superflua. Gli enti non possono quindi destinare eventuali ulteriori risorse di cassa alla copertura di spese successive maturate nell'esercizio 2013, basandosi sul presupposto (giudicato er-rato) che i debiti 2012 dovreb-bero essere saldati con la se-conda tranche dell'anticipa-zione di liquidità che sarà ero-gata nel 2014.

La posizione è espressa dal-la Corte dei conti per la Liguria (deliberazione n. 65/2013) in ri-sposta a un quesito sul decreto legge 35/2013, il cosiddetto sbocca-debiti.

I magistrati contabili sotto-lineano il carattere di antici-pazione di scopo delle som-me ricevute dalla Cassa depo-siti e prestiti, per cui, se l'ero-gazione della somma destina-ta a una determinata finalità, perde la sua causa giuridica originaria, bisogna restituire la somma eccedente a saldo parziale dell'anticipazione, analogamente a quanto av-

viene per i mutui di scopo. Non solo.I1 parere della Cor-

te dei conti si sofferma anche sulla questione della corretta contabilizzazione in bilancio dell'anticipazione di liquidità e, in particolare, su come deb-ba essere iscritta la voce fra le spese nell'anno di erogazione, poiché risulta chiara la contabi-lizzazione dell'entrata al titolo V SIOPE 5311 «Mutui e prestiti da enti del settore pubblico».

La posizione dei magistrati liguri sulla registrazione delle

■?,

In base al decreto «sblocca-debiti» (Dl 35/2013), gli enti locali che non possono far fronte ai pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili maturati al31 dicembre 2012, o dei debiti peri quali è stata emessa fattura o richiesta di pagamento entro lo stesso termine, per carenza di liquidità, possono chiedere alla Cassa depositi e prestiti, in deroga agli articoli 42,203 e 204 del Dlgs 267/2000, l'anticipazione della liquidità necessaria. Queste anticipazioni possono essere usate per pagare debiti di parte corrente e di parte capitale.

spese sembra essere a favore dell'intera contabilizzazione, sin dal primo esercizio, tra i rimborsi di prestiti SIOPE 3311 «Rimborso mutui e prestiti ad enti del settore pubblico», con una conseguente genera-zione di residuo passivo plu-riennale al titolo III.

Su questo tema probabil-mente si tornerà a parlare, vi-sto che nelle settimane scorse la sezione Autonomie (delibe-razione 14/2013), in merito al-l'operazione analoga dell'anti-cipazione ottenuta sul fondo di rotazione, aveva stabilito una diversa modalità di regi-strazione: cioè che gli enti de-vono iscrivere, nei fondivinco-lati dell'esercizio in cui è accer-tata e riscossa l'anticipazione, una somma pari al totale asse-gnato, come «Fondo destinato alla restituzione dell'anticipa-zione ottenuta dal fondo di ro-tazione per assicurare la stabi-lità finanziaria dell'ente». Dal-l'anno successivo, con l'inizio del rimborso, il fondo sarà pro-gressivamente ridotto dell'im-porto pari alle somme restitui-te che saranno impegnate di an-no in anno nel bilancio in cui vanno in scadenza.

Trattandosi di operazioni similari, la modalità di regi-strazione dovrebbe essere la stessa. È auspicabile, dunque, che arrivino al più presto indi-cazioni chiare e univoche: ad attenderle è una platea di ol-tre 1.50o enti.

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ll'erld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Tar Lombardia, Prevale il principio di conservazione degli atti

Commissario escluso, appalto ok Vittorio Italia

Uno dei componenti di una commissione giudicatrice di un appalto pubblico aveva svolto consulenze per la redazione del capitolato e degli atti di una ga-ra, in violazione dell'articolo 84, commi 4 e m del Codice dei contratti pubblici. In seguito a questo fatto, con sentenza del giudice amministrativo, la sua nomina è stata annullata. È sor-to il problema se, per conclude-re la gara, fosse necessario rin-novare l'intero procedimento o fosse sufficiente sostituire il componente della commissio-ne. Secondo l'ordinanza 246 del Tar Lombardia-Brescia, de131u-glio 2013, è possibile rinnovare soltanto l'atto viziato. I giudici hanno seguìto l'orientamento dell'Adunanza plenaria del Consiglio di Stato n. 12/2012,

che - su un caso simile - aveva valorizzato il principio di con-

servazione e di economicità de-gli atti pubblici, e aveva sostenu-to che la rinnovazione dell'inte-ro procedimento avrebbe alte-rato la concorrenza, perché le nuove offerte «sarebbero state formulate da concorrenti che erano a conoscenza delle origi-

LA MMIVAnOn Il rinnovo

dell'intero procedimento

comprometterebbe

la concorrenza

tra i partecipanti

nane offerte degli altri parteci-panti alla gara». Non hanno se-guìto, invece, l'orientamento di un'altra e più recente pronun-cia dell'Adunanza Plenaria n. 13/2013, che ha ritenuto necessa-rio rinnovare l'intero procedi-

mento. L'ordinanza del Tar del-la Lombardia-Brescia è da con-dividere. Il vizio di un segmen-to di un procedimento ammini-strativo comporta conseguen-ze diverse dal vizio di un ele-mento essenziale di un contrat-to privato, e, nel caso considera-to, è determinante il principio di conservazione degli atti. Il problema del rinnovo totale o parziale di un procedimento vi-ziato in un solo punto presenta diverse sfaccettature, e questo giustifica i diversi orientamenti dell'Adunanza plenaria.

Sarebbe opportuno, comun-que, che questi orientamenti confluissero in una soluzione unitaria, perché - in tempi di in-certezze legislative - la giuri-sprudenza rappresenta una ve-ra e propria bussola, sul piano giuridico, per gli operatori ne-gli appalti pubblici.

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I punti chiave

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ono, sulla base di un accordo tra di esse e senza necessità d"

l

acquisire il consenso del realizzare processi di m obilità di personale anche .0 in servizio aíla data di entrata in vigore

informare i sindacati, mobilità non può comunque avvenire tra le società partecipate e la pubblica amministrazione

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M p ipleg3s Verso l'addio alle aziende nei Comuni sotto 30mila abitanti

Con i tagli, dipendenti in mobilità tra partecipate Addetti trasferibili senza che occorra il loro consenso

Alberto Barbiero

La prima scadenza per inter-venire sulle società partecipa-tesi avvicina, ma il decreto legge sul pubblico impiego, approvato 1126 agosto dal Consiglio dei mi-nistri, offre agli enti soci hanno nuovi strumenti per salvaguar-dare il personale.

Entro i130 settembre i Comu-ni con meno di 3omila abitanti devono liquidare le società costi-tuite o cederne le partecipazio-ni, secondo quanto previsto dal-l'articolo 14, comma 32, della leg-ge 122/2010 in combinazione con l'ultima norma di proroga (arti-colo 29, comma n-bis, del decre-to legge 216/2011)M termine non è stato oggetto di nessuna ulte-riore dilazione, quindi le ammi-nistrazioni che non possono frui-re delle deroghe stabilite dalla norma (vale a dire, il raggiungi-mento del limite dimensionale con altri Comuni soci oppure l'avere gli ultimi tre bilanci inuti-le) devono attivarsi tempestiva-mente per almeno avviare la pro-cedura di liquidazione o di ces-sione delle partecipazioni.

Per dar corso all'obbligo può essere sufficiente la delibera-zione del consiglio comunale di avvio della procedura di liqui-

dazione (che andrà a costituire atto di indirizzo ineludibile per l'assemblea della società) oppu-re del percorso di dismissione delle quote o delle azioni (con la precisa specificazione che, se non si conclude positivamente, l'ente si impegna a procedere a conseguente e immediata liqui-dazione).

Il mancato rispetto dell'obbli-go comporta un intervento dive-rifica ed eventualmente sostitu-tivo da parte del prefetto. Quest'ultimo, infatti, in base all'articolo 16, comma 28 della legge 148/2011, accerta che i Co-muni interessati abbiano attua-to, entro il termine stabilito, quanto previsto dall'articolo 14, comma 32, della legge 122/2010.

Se accerta la mancata attuazio-ne dell'adempimento, il prefetto assegna agli enti inadempienti un termine perentorio entro il quale provvedere e, qualora de-corra inutilmente anche tale ter-mine, esercita il potere sostituti-vo. Se invece sussistono le condi-zioni per consentire il manteni-mento della società partecipata, è necessario che il consiglio co-munale formalizzi con un atto ri-cognitivo la situazione, in modo tale da evidenziarla anche di fronte all'organo di controllo.

In relazione ai procedimenti di liquidazione delle società par-tecipate, i problemi di maggior ri-lievo riguardano la situazione de-bitoria e la gestione delle risorse umane. Se il primo aspetto può trovare soluzione nell'attivo li-quidatorio (soprattutto quando la società è ben patrimonializza-

ta), per il personale è ora disponi-bile una nuova via, data da alcu-ne disposizioni del decreto leg-ge sul pubblico impiego.

L'articolo 3, infatti, prevede che le società controllate diretta-mente o indirettamente dalle pubbliche amministrazioni pos-sono, sulla base di un accordo tra di esse e senza necessità del con-senso del lavoratore, realizzare processi di mobilità di persona-le, anche in servizio alla data di entrata in vigore del decreto, in relazione al proprio fabbisogno e per fmalità di riorganizzazione dei servizi, di razionalizzazione delle spese o di risanamento eco-nomico. Questo percorso com-porta l'informativa alle rappre-sentanze sindacali operanti pres-so la società e alle organizzazio-ni sindacali firmatarie del con-tratto collettivo e si applica l'arti-colo 2112, commi l e 3, del Codice civile (che disciplina il manteni-mento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d'azien-da), mentre non può essere attua-to tra le società partecipate e le pubbliche amministrazioni.

È possibile utilizzare il nuovo strumento anche nei processi di razionalizzazione delle parteci-pazioni che i Comuni con popo-lazione tra 3omila e 5omila abi-tanti devono realizzare entro il 31 dicembre di quest'anno, non-ché nelle operazioni di totale pri-vatizzazione o di scioglimento perle società che gestiscono ser-vizi strumentali, che devono es-sere poste in essere sempre en-tro lo stesso termine.

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Per le società pubbliche la strada è ancora lunga

Se tra le società quotate la norma sulle quote rosa è stata applicata quasi perfettamente in tutti i rinnovi degli organi di controllo, diversa è la situazio-ne delle società pubbliche o con-trollate da enti locali. Una con-ferma arriva anche da una verifi-ca sul campo effettuata dal Sole 24 Ore del Lunedì su una venti-na di municipalizzate di sei grandi città (Milano, Roma, Ba-ri, Palermo, Napoli, Verona), i cui risultati ribadiscono sostan-zialmente quanto già rilevato dalla Fondazione Bellisario: «per queste aziende è rilevabile una significativa minore presen-

za femminile» Guardando i dati del campio-

ne, dall'applicazione della nuo-va norma a oggi sono stati rinno-vatili cda o collegi. Il risultato di questi cambiamenti, però, non è positivo: in nove organi di con-trollo, infatti, la quota del 20%

non è stata rispettata. In base al-la legge 120, chiunque potrebbe comunicare l'irregolarità al mi-nistero delle Pari opportunità, il quale - verificata la veridicità dell'informazione - mandereb-be una comunicazione all'azien-da, determinando lo scioglimen-to del cda o collegio dopo 6o giorni. Al di là delle situazioni

"fuori norma", però, non sono poche le realtà che, pur legitti-mate da cda e collegi insediati prima della legge (quindi tenuti all'adeguamento solo a scaden-za) non rispettano le quote di ge-nere. Delle 20 società del cam-pione (che contano 20 cda e 17 collegi), gli organi dove la pre-senza femminile è nulla o infe-riore al 20% sono sette. In linea generale, le grandi municipaliz-zate del campione registrano or-gani a norma di legge, mentre le loro controllate hanno percen-tuali di irregolarità maggiori (si veda Atm e Agsm).

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Il monitoraggio

Presenza femminile in alcuni Cda e collegi in base alla legge 120/12 sulle quote rosa

(*) Collegio sindacale quasi conforme Fonte: elaborazioni del Sole 24 Ore su dati delle società e di Unioncamenre e Infocamere

Cda O Collegio sind. 5 Insediamento dopo l'approvazione della norma

Ama Roma Spa

Amiu Spa (BA)

Amg Energia Spa (PA)

Asia Napoli Spa

Agsm Verona Spa

Agsm Energia Spa (VR)

Agsm Distribuz. Spa (VR)

Amia (VR)

Cons. Can. Camuzzoni Scarl (VR)

Sea Sua

(M»

Atm Spa (MI)

Norciest Tra (MI)

orti Sr Perot (MI)

ípark Sri (MI )

Inmet (MI)

Da adeguare a fine mandato Conforme , Non conforme

02/09/20/3

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s'erld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

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'N A

L'accesso dei consiglieri ai documenti va garantito

Un sindaco aveva ordina-to ai responsabili dei servizi e al segretario comunale di con-sentire ai consiglieri di entra-re negli uffici comunali solo il lunedì (dalle 9 alle 13) e il mer-coledì (dalle i6 alle i8) per ac-cedere agli atti, esclusi gli ar-gomenti all'ordine del giorno delle sedute del Consiglio.A1- cuni consiglieri hanno impu-gnato l'ordine al Tar, soste-nendo che non era motivato e che contrastava con l'articolo 43, comma 2 del Testo unico degli enti locali, con lo statuto e con il regolamento comuna-le. Il Tar ha accolto il ricorso, considerando che: l'articolo 43, comma 2 del Testo unico riconosce ai consiglieri, sen-za limitazioni, il diritto di ac-cedere e prendere visione de-gli atti del Comune; l' ampiez-za del diritto di accesso dei consiglieri è confermato dal-lo statuto e dal regolamento comunale; solo il Consiglio potrebbe disciplinare in via generale l'accesso dei consi-glieri; il provvedimento del sindaco è quindi viziato per in-competenza, e deve essere an-nullato. Il sindaco, dunque, non può comprimere l'eserci-zio del diritto dei consiglieri di accedere agli atti.

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Incarkht Fissato un nuovo tetto che però esclude le operazioni positive per i municipi

Privatizzazioni, consulenze libere Le consulenze relative a

processi di privatizzazione so-no escluse dai limiti di spesa previsti per gli incarichi. Gli enti locali le possono quindi utilizzare per razionalizzare le proprie società partecipate. L'articolo 1, comma 5, del Dl sul pubblico impiego ha infat-ti ridotto la spesa annua per studi e incarichi di consulenza (inclusi quelli conferiti a pub-blici dipendenti) sostenuta dalle amministrazioni pubbli-che, ma ha contestualmente escluso dal limite gli incarichi connessi ai processi di priva-tizzazione e alla regolamenta-

zione del settore finanziario. La disposizione si pone in

stretta correlazione con l'artico-lo 6, comma 7, della legge 122/2010, di cui replica i contenu-ti e che richiama, stabilendo che la riduzione va computata appli-cando la vecchia norma. Tutta-via, è evidente il rafforzamento della previsione rispetto al 2010.

La nuova disposizione esclude in modo esplicito dalla riduzio-ne siate consulenze alle universi-tà e alle istituzioni di ricerca sia quelle affidate per sviluppare i processi di privatizzazione. La ratio della norma è chiara: le ri-sorse orientate su incarichi fina-

lizzati a facilitare le particolari operazioni permettono alle am-ministrazioni di conseguire ri-sultati che potenzialmente inci-dono in modo positivo sulle pro-prie dinamiche economico-fi-nanziarie.

Ma l'esclusione dal limite di spesa non determina altre dero-ghe alla disciplina delle consu-lenze. Pertanto, le amministra-zioni locali dovranno conferire gli incarichi nel rispetto dei pre-supposti e degli elementi proce-durali stabiliti dall'articolo 7, comma 6, del Dlgs 165/2001 e del proprio regolamento sulle collaborazioni autonome. Inol-

tre, la spesa deve essere ricon-dotta al programma annuale de-gli incarichi.

Rientrano nella deroga dispo-sta dalla Dl sul pubblico impiego le consulenze relative a processi perla cessione totale delle parte-cipazioni, per la costituzione di società miste con socio privato operativo o per la cessione a pri-vati di quote societarie con fina-lizzazioni diverse. In termini estensivi, la disposizione può es-sere riferita a tutti i percorsi fina-lizzati a concretizzare forme di partenariato pubblico-privato di lunga durata, come le gare per l'affidamento di servizi pubblici locali che comportino una trasla-zione della titolarità al gestore.

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ll'erldOIS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

EM E RG ESSA D E BITO

Il Comune in dissesto non «paga» Sanzioni spuntate e manca un progetto di riforma della finanza locale di Massimo Bordignon

-- e organizzazioni che funzionano sono quelle in cui c'è qualcuno che decide e questo qualcuno è

„.2poi punito o premiato per quello chc fa. Quando questo meccanismo non funziona, anche l'organizzazione non funziona. Questo è vero sia per le impre-se private che per le amministrazioni pubbliche. Ma in quest'ultimo caso le co-se sono ancora più complesse perché non c'è in genere un sistema di mercato che almeno in qualche misura discipli-na gli amministratori inefficienti. E i de-cisori finali nell'ambito pubblico sono i politici, i cui obiettivi sono spesso dibre-vissimo termine, mentre l'impatto delle loro decisioni è di lunghissimo periodo. I politici italiani degli anni 8o, per esem-pio, sono stati bravissimi nel prendere decisioni che hanno massimizzato il lo-ro consenso nell'immediato, scarican-do, tramite l'accumulo di un enorme de-bito pubblico, gli oneri sulle generazio-ni future.

Per gli enti locali il problema è ancora più complesso. Se gli elettori italiani de-gnarmi 8o avessero capito le conseguen-ze dilungo periodo delle scelte dei poli-tici dell'epoca, forse sarebbero stati me-no propensi a votarli. Nel caso delle am-ministrazioni locali, però, anche scelte finanziariamente irresponsabili posso-no essere sostenute dagli elettori, se il sindaco o il presidente di regione riesce a scaricarne l'onere sulla collettività na-zionale. Perché prendersela con il pro-prio amministratore locale se poi sono comunque gli altri a pagarne le conse-guenze?

Ci sono due modifondamentali per af-frontare questo problema. Il primo è quello di lasciare che gli enti locali subi-scano interamente le conseguenze del-le proprie azioni. È in buona misura la scelta americana.Detroit fallisce, icredi-tori della città ci rimettono i soldi, i di-pendenti pubblici vengono licenziati e le loro pensioni decurtate, i servizi non vengono più offerti, i cittadini che posso-no farlo scappano e si trasferiscono al-trove, quelli che restano ne pagano le conseguenze.

L'altro sistema, più in linea con la no-

NFAL [MENTO POLITICO

La Consulta ha dichiarato questo istituto incostituzionale così come i controlli varati dal governo Monti con la spending review

stra tradizione giuridica e culturale, è quello di aiutare comunque anche gli en-ti dissestati, indipendentemente dalle ragioni che hanno condotto al disastro. La ragione è chc esistono servizi indi-spensabili a cui comunque tutti i cittadi-ni hanno diritto, indipendentemente dalle condizioni finanziarie delle ammi-nistrazioni locali che questi servizi de-vono offrire. I rifiuti devono essere ra c-colti, le strade illuminate, la scuola aper-ta, il pronto soccorso deve funzionare comunque. Tutto giusto, ma è chiaro che se l'aiuto finanziario necessario per-ché questi servizi funzionino comun-que non è accompagnato anche da san-

zioni efficaci, l'effetto può essere disa-stroso, favorendo i comportamenti più irresponsabili.

questala ragione perché lanostra di-sciplina del dissesto per le municipalità accompagna gli aiuti finanziari con san-zioni nei confronti di tutti gli agcnticoin-volti, dai cittadini ai creditori agli ammi-nistratori. Quando un Comune dichiara il dissesto, la capacità decisionale passa ai commissari governativi, tasse e tariffe comunali vengono poste ai massimi li-velli, i creditori non possono più rivol-gersi alla magistratura, le assunzioni so-no bloccate, la pianta organica del Comu-ne viene rivista, con la possibilità di mo-bilità obbligatoria per i dipendenti pub-blici, i servizi non indispensabili non più elargiti.I commissari poi procedono alla liquidazione del patrimonio disponibile e contrattano con i creditori la ristruttu-razione del debito. Magari, all'atto prati-co, il sistema non funziona come dovreb-be, ma è chiaro che i princìpi di fondo so-no quelli corretti. A fronte della crisi fi-nanziaria del paese e dei vincoli sempre più stringenti di fmanza pubblica, rivor-rebbe anzi che questo meccanismo san-zionatorio venisse rafforzato ed esteso agli altri enti territoriali.

Sta avvenendo il contrario. Per esem-pio, con i decreti attuativi sul federali-smo fiscale era stato introdotto l'istituto del "fallimento politico" per i politici lo-cali rei di aver violato l'equilibrio di bilan-cio. La Consulta l'ha dichiarato incostitu-zionale, come ha appena dichiarato inco-stituzionali una serie di controlli sugli en-ti intermedi e le società delle regioni che il governo Monti aveva cercato di intro-durre con la spendingreview. Come con-

seguenza, si tornerà probabilmente alla situazione paradossale in cui in presen-za del conunissariamento di una regio-ne, sarà lo stesso presidente a essere no-minato commissario di se stesso.

C'è di più. Nel gennaio 2013 è stata defi-nitivamente approvata la disciplina del cosiddetto pre-dissesto (riequilibrio fi-nanziario pluriennale), voluta da tutti i partiti, il cui scopo principale sembra es-sere quello di consentire a un certo nu-mero di Comuni, in specie del Sud, di po-ter accedere a fondi addizionali, senza doversi sottoporre alla perdita di sovra-nità e alle sanzioni previste dalla discipli-na del dissesto Infine, l'accelerazione dei pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione decisa dal governo, di per sé cosa buona e giusta, avrà anche l'effetto di garantire il pagamento di nu-merosi impegni presi da amministratori locali, in spregio a vincoli contabili e ob-blighi legislativi. È vero che in entrambi i casi si dovrebbe trattare di prestiti dello Stato all'ente locale, decennali nel caso del pre-dissesto e trentennali nel caso dei debiti, che dunque il Comune o la Re-gione dovrebbero restituire, ma il ri-schio che questo non succeda, inpresen-za di situazioni finanziarie che perman-gono insostenibili, è elevata.

Si tratta di segnali preoccupanti, an-che perché non s'inseriscono in un pro-getto organico di riforma della finanza regionale e municipale.Paradossalm en-te, mentre a livello nazionale sembra che siparli solo di risanamento finanzia-rio, a livello locale si rischia di aprire la strada al più clamoroso esempio di hai-ling out della nostra storia recente.

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Nuove regole sulle stabilizzazioni

Doppio binario per i «precari» Giampiero Falasca

Un doppio binario per stabilizzare i "precari" della Pa. Lo prevede il decreto leg-ge approvato dal Governo la scorsa settimana per gestire la flessibilità nel pubblico im-piego. L'obiettivo è far usci-re dalla flessibilità quelle per-sone che hanno maturato nel pubblico impiego una de-terminata anzianità lavorati-va. Al riguardo, il Governo ipotizza due strade. Fino al 31 dicembre 2015, tutti i con-corsi che saranno banditi dal-la pubblica amministrazio-ne dovranno riservare alme-no il sodo dei posti disponibi-li a lavoratori che hanno ma-turato, presso l'ente che assu-me, almeno tre armi di lavo-ro negli ultimi cinque, anche non consecutivi, sulla base di uno o più contratti di lavo-ro subordinato a tempo de-terminato.

Dopo questa data, la rego-la resterebbe in vita, ma con una platea di possibili benefi-ciari più ampia, in quanto vi rientrerebbero anche i lavo-ratori somministrati e i colla-boratori a progetto.

La prima regola è già vi-gente, in quanto trova posto nel decreto legge del Gover-no, mentre la seconda è solo una proposta contenuta un disegno di legge in corso di presentazione.

Il significato di questo meccanismo è ambivalente: da un lato, il datore di lavoro pubblico, cosciente di aver abusato della flessibilità, in qualche modo prova a ripara-re il danno. Da un altro lato, però, il rimedio rischio di es-sere peggiore del male, in quanto il requisito dell'anzia-nità di servizio diventa prio-ritario rispetto al merito e al-la competenza, con buona pace del principio costituzio-nale di efficienza della Pub-blica amministrazione.

Il provvedimento preve-de poi un rafforzamento, seppur timido, l'aggiunta dell'avverbio «esclusiva-mente», alla norma che già vietata di usare i contratti di-versi dal lavoro subordinato a tempo indeterminato, a meno che non ci fossero esi-genze di carattere tempora-neo ed eccezionale. Il cam-biamento è sostanzialmente irrilevante, nel senso che l'avverbio si inserisce in un divieto che era già sufficien-temente chiaro ed esausti-vo. Poco significative anche le norme del decreto che do-vrebbero restringere lo spa-

LA RISERVA

Fino al 31 dicembre 2015 dal 50% del posti in su assegnato ai «precari» che hanno maturato almeno tre anni di lavoro

zio di utilizzo del contratto a termine. Viene ribadito un concetto ampiamente pacifi-co - il contratto a termine sti-pulato in violazione delle re-gole di utilizzo del lavoro flessibile nella Pa è nullo -, anche se da tale nullità non deriva la trasformazione del rapporto ma solo il diritto al risarcimento del danno. An-che la norma che stabilisce la responsabilità erariale del dirigente che firma con-tratti in violazione delle nuo-ve regole e preclude il suo di-ritto alla retribuzione di ri-sultato non fa altro che ripe-tere concetti già noti. L'uni-ca vera innovazione di carat-tere restrittivo riguarda il contratto a termine acausa-le; viene precisato, infatti, che tale contratto non può essere usato dalla Pubblica amministrazione.

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press unE llsIld CAS

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PubbNco ào Oltre 70mila persone non hanno ancora l'immissione in ruolo: i tempi d'ingresso arrivano fino a tre anni

Concorsi, uno su 4 aspetta il posto Nelle Regioni risultano ancora in lista d'attesa 600 «vincitori» dal 2006 al 2012

A CURA DI

Andrea Curiat Eleonora Della Ratta

In attesa dei nuovi concor-si della pubblica amministra-zione, con le regole previste dal decreto legge varato dal Governo il 26 agosto scorso, dalla ricognizione dei posti messi a bando dalle Regioni dal 2006 al 2012 risulta che un posto su quattro non è ancora stato effettivamente occupa-to dai vincitori. Negli ultimi sette anni sono state realizza-te circa 2.300 assunzioni a tem-po indeterminato, nonostante i patti di stabilità e le restrizio-ni sul budget, ma al tempo stes-so si è allungata la lista di chi aspetta di entrare in ruolo: un esercito di oltre 70mila perso-ne in tutta la pubblica ammini-strazione, con la validità delle graduatorie prorogata dal mi-nistro perla Pubblica ammini-strazione e la Semplificazio-ne, Gianpiero D'Alia, al 31 di-cembre 2015. E, prima di dare il via a nuovi concorsi, è d'ob-bligo l'esaurimento delle gra-duatorie ancora aperte: «La nuova normativa prevede che l'amministrazione centrale non possa aprire nuove gra-duatorie senza l'autorizzazio-ne del dipartimento della Fun-zione pubblica e del ministero dell'Economia - spiega Maria Barilà, direttore generale del dipartimento della Funzione pubblica -, mentre questo ob-bligo non c'è per le Regioni. In ogni caso, prima di dare il via a

nuovi concorsi, devono esse-re esaurite le graduatorie già aperte».

A livello territoriale, il re-cord per il maggior numero di assunzioni va alla Sarde-gna, che ha inserito 657 dipen-denti con 21 diversi concorsi. Di questi, soltanto uno è anco-ra aperto, con 42 posti ancora da assegnare. Anche la Puglia ha adottato una decisa politi-ca di crescita dell'organico, con 225 assunzioni a tempo in-determinato distribuite su sei concorsi (una media di 56 posti per bando). Non sono

IL PRMATO

Il record va alla Sardegna, che ha inserito quasi 700 dipendenti attraverso 21 diverse selezioni

solo le regioni del Sud ad assu-mere. Nel Nord Italia spicca la Lombardia, con quasi 400 posti a concorso, tutti già as-segnati. La Valle d'Aosta, il Veneto e l'Umbria nel Centro Italia hanno inserito tra i 120 e i 160 impiegati.

Tra il 2000 e il 2006, soltan-to la Puglia non aveva indetto alcun concorso. Nei? armi suc-cessivi, sono la Sicilia e la Cam-pania ad azzerare le assunzio-ni, mentre in Campania l'ulti-mo concorso risale al2002. Di-scorso a parte per il Lazio: pur con diverse settimane di tem-po a disposizione, l'ammini-strazione locale non è stata in grado di estrapolare i dati sui bandi di concorsi.

Partecipare ai concorsi pub-blici è una vera e propria odis-sea: nella gran parte dei casi, si ha a che fare con una platea di migliaia di candidati per una manciata di posti disponibili.

E dopo aver sostenuto la pro-va, bisogna aspettare a lungo prima che i posti vengano ef-fettivamente assegnati. L'iter per l'inserimento dei vincito-ri, infatti, va da un mese (nel migliore dei casi) fino a rag-giungere anche i tre anni. In Lombardia, le graduatorie re-stano valide per 36 mesi dalla loro data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale (Buri). In caso di scorrimento della gra-duatoria, l'assunzione si perfe-ziona in circa 20 giorni dalla data di pubblicazione del de-creto di scorrimento sul Burl.

Ci sono poi dei casi in cui le graduatorie possono essere prorogate oltre i limiti norma-li. In Sardegna le leggi regiona-li hanno fatto sì che una lista di candidati restasse valida per 5 anni. E in Toscana il blocco del turnover ha di fatto sospe-so il contatore delle graduato-rie, allungandone la validità. Certo, tutti i posti messi a ban-do sono stati occupati, ma se il blocco venisse a cadere e la Re-gione avesse necessità di nuo-vo personale, potrebbe attin-gere agli elenchi pre-esistenti dei candidati.

Chi non viene inserito im-mediatamente dopo un con-corso, ma rientra comunque in graduatoria, non deve per-dere le speranze. A volte, infat-ti, i posti messi a concorso so-no effettivamente molto limi-tati, ma l'amministrazione de-cide poi di attingere regolar-mente agli elenchi ufficiali dei candidati per nuovi inseri-menti. Così, in Veneto, su 162 assunzioni effettuate tra il 2006 e i12012, solo 23 erano sta-te pianificate espressamente nei bandi di concorso. Anche in Toscana sono stati messi a concorso 19 posti in 7 anni, e altri 82 neoassunti sono stati attinti alle graduatorie.

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gta.b#9ggi Quel pasticciaccio dell'Imu

oratorio avi un. i m tutto gus =D.=

pressunE t

9 ECIINUM11:0.1:111.1111111C11 11: POUTICO

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Quel pasticciami() dell'Imu La sbandierata abolizione dell'Imu rischia di trasformarsi in un boomerang per i proprietari della prima casa e per le famiglie più numerose. Ecco chi ci guadagna

DI MARINO LONGONI

mlongorzilass.it

a vicenda dell'abolizione dell'Imu sulla Liprima casa sta mettendo in evidenza uno stato di confusione mentale ai vertici del go-verno. A farne le spese, naturalmente, saran-no i contribuenti italiani. Sono mesi infatti che il Pdl, guarda caso lo stesso partito che ha inventato l'Imu, combatte per mantene-re la più importante promessa fatta ai pro-pri elettori. Quindi il governo aveva tutto il tempo per arrivare preparato alla scadenza di fine agosto (oltre la quale i contribuenti avrebbero dovuto pagare la prima rata Imu sulla prima casa, fino ad allora momentanea-mente sospesa). Dopo il consiglio dei ministri del 28 agosto, il presidente del consiglio En-rico Letta e il ministro dell'interno Angelino Alfano annunciano con toni trionfanti l'abo-lizione dell'Imu e la sua sostituzione con la Service tax: in sostanza un corrispettivo per il costo dei servizi erogati dai comuni a pro-prietari e inquilini, sostitutiva anche della Tares. Il governo rivendica il grande successo di aver cancellato un'imposta senza sostituir-la con nessun'altra gabella.

Poi si scopre che le cose non stanno proprio così. Manca la copertura. Il governo è riusci-to, al massimo, a trovare 2 miliardi. Quindi il decreto legge approvato dal consiglio dei ministri si limita a cancellare la prima rata dell'Imu sulle prime case (e neanche tutte, perché rimangono fuori quelle che in catasto sono considerate case di lusso). La seconda rata, quella di dicembre, sarà cancellata con

ta tegge ai smaltita, nove si spera ai trovare gli altri 2 miliardi che per ora non ci sono. Ma anche per la prima rata la maggior parte dei fondi necessari è stata trovata con una nuova tassa, cioè reintroducendo l'Irpef sulle case sfitte. Scoppiano le polemiche e il governo fa marcia indietro, dando la colpa ai giornali, che si sono fidati delle bozze di un testo che

venerai ou agosto non era ancora aisponmi-le nella sua versione definitiva (ma il consi-glio dei ministri non l'aveva approvato due giorni prima?). Marcia indietro anche sulla struttura della Service tax. Dal comunicato ufficiale di Palazzo Chigi risulta infatti che la maggior parte dell'imposta sarà a carico di chi abita l'immobile. Due giorni dopo Letta

cambia versione e assicura che gli inquilini non la pagheranno.

Anche sull'abolizione dell'Imu (che uscirà dal vocabolario degli italiani, aveva detto Al-fano) e sulla sua sostituzione, dal 2014, con la Service tax sembra di essere nel mondo dei sogni. Se così fosse, infatti, i 20 miliardi di gettito dell'Imu sulle seconde case, più i 7 miliardi della Tares, dovrebbero essere ripar-titi in funzione del costo dei servizi comuna-li. Cioè si avrebbe uno spostamento di gran parte del carico tributario sui proprietari di prima casa e sulle famiglie numerose: dalla padella dell'Imu alla brace della Service tax.

Altri dubbi: la copertura dei 2 miliardi necessari all'abolizione della prima rata ri-chiama genericamente entrate una tantum, che non si ripeteranno nel 2014. Siccome il governo ha promesso ai comuni che non sarà loro tolto nemmeno un euro, questo significa che dall'anno prossimo questi miliardi saran-no in qualche modo versati dai contribuenti, magari sotto forma di Service tax. E la sban-dierata abolizione dell'Imu sulla prima casa si trasformerà in qualcosa che assomiglia al gioco delle tre tavolette: una presa per i fon-delli.

PS Per cercare comunque di fare un minimo

di chiarezza ItaliaOggi Sette ha cercato di mettere a fuoco le conseguenze del decreto sull'Imu in alcuni dei casi più frequenti. Le risposte alle pagine 3 e 4.

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Anziani e disabili, il comune decide sulla prima rata Imu

pressunE t

9 ECIINUSLIED.1:111.11MICII 11: POUTICO

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02/09/2013

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Stop al versamento se gli enti non hanno revocato il trattamento agevolato del 2012

Anziani e disabili, il comune decide sulla prima rata Imu

Pagine a cura DI SERGIO TROVATO

An

bolita la prima rata Imu anche per anzia-

i, disabili e residenti ll'estero se i comuni

non hanno revocato per l'anno in corso il trattamento agevo-lato riconosciuto nel 2012 per gli immobili da loro destinati ad abitazione principale o in-tendono concederlo per il 2103. Il nuovo dl sull'imposizione im-mobiliare e la finanza locale, infatti, prevedono l'abolizione della prima rata Imu per tutti gli immobili per i quali a giugno era stata disposta la sospensio-ne del pagamento dell'acconto. Quindi, la cancellazione del pagamento si estende agli im-mobili assimilati all'abitazione principale. Tuttavia, è escluso che il beneficio possa essere applicato a due o più immobi-li, anche se utilizzati di fatto come abitazione principale, se non accorpati catastalmente. Così come non è consentito che, quantomeno nello stesso comu-ne, uno dei coniugi trasferisca la propria residenza o dimora abituale per non pagare l'impo-sta. Le agevolazioni sono rivol-te al nucleo familiare.

Anziani, disabili e resi-denti all'estero. Chi fruisce del trattamento agevolato, anche se a seguito dell'assimi-lazione degli immobili all'abi-

tazione principale operata dai comuni, non è tenuto a pagare l'Imu. E gli immobili posseduti da anziani, disabili e residenti all'estero possono essere assi-milati. Per il dipartimento delle finanze del ministero dell'eco-nomia (circolare 2/2013), consi-derata la finalità del legislatore di assicurare un regime di favo-re per l'abitazione principale e relative pertinenze, sia nel caso che l'assimilazione venga dispo-sta per il 2013 «sia in quello in cui la stessa è stata effettuata nel 2012 e non è stata modifica-ta nel 2013, l'assimilazione in questione determina l'applica-zione delle agevolazioni». Com-presa l'abolizione del pagamen-to della prima rata Imu.

I comuni, in effetti, posso-no estendere o ampliare i be-nefici per la prima casa. Non scontano l'Imu come seconda casa gli immobili posseduti da anziani o disabili e residenti all'estero se il comune li ha assimilati o li assimila all'abi-tazione principale. L'articolo 13 del dl 201/2011 prevede che il trattamento agevolato possa essere concesso per le unità immobiliari possedute, a titolo di proprietà o usufrutto, da an-ziani o disabili che spostano la residenza in istituti di ricovero o sanitari a seguito di ricovero permanente, nonché per quelle possedute, a titolo di proprietà o usufrutto, in Italia dai citta-

dini italiani non residenti nel territorio dello stato, a condi-zione che non risultino locate. Va posto in rilievo che, come per l'Ici, il nudo proprietario non è tenuto a pagare l'Imu. Soggetti passivi sono sempre l'usufrut-tuario, i titolari dei diritti di uso, abitazione e così via.

Esenzione solo per un im-mobile. Secondo il dipartimen-to delle finanze del ministero dell'economia (circolare 3/2012) l'abolizione del pagamento vale solo per un immobile, in quan-to per abitazione principale s'intende l'immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edili-zio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il pos-sessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente. Il contribuente può fruire delle agevolazioni «prima casa» per un solo immobile, anche se utilizzi di fatto più unità im-mobiliari distintamente iscrit-te in catasto, a meno che non

abbia provveduto al loro acca-tastamento unitario. I singoli fabbricati vanno assoggettati separatamente a imposizione, ciascuno per la propria rendi-ta. È il contribuente a sceglie-re quale destinare a abitazione principale.

Si ritiene non corretta la tesi ministeriale, poiché anche per l'Imu, come per l'Ici, il contri-buente dovrebbe avere dirit-to al trattamento agevolato qualora utilizzi contempora-neamente diversi fabbricati come abitazione principale, visto che l'articolo 13 richiede che si tratti di un'unica unità immobiliare iscritta o «iscri-vibile» come tale in catasto. Dovrebbero essere sufficienti due requisiti: uno soggettivo e l'altro oggettivo. Nello specifi-co, le diverse unità immobiliari devono essere possedute da un unico titolare e devono essere contigue. Del resto, la Cassa-zione più volte ha affermato

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t gQINUTIOUNO ECIINUSLIED.1:111.11MICII 11: POUTICO

che ciò che conta è l'effettiva utilizzazione come abitazione principale dell'immobile com-plessivamente considerato, a prescindere dal numero delle unità catastali. Peraltro, per i giudici di legittimità, gli im-mobili distintamente iscritti in catasto non importa che siano di proprietà di un solo coniuge o di ciascuno dei due in regime di separazione dei beni. A patto che il derivato complesso abita-tivo utilizzato non trascenda la categoria catastale delle unità che lo compongono. Secondo la Cassazione, una interpre-tazione contraria non sarebbe rispettosa della finalità legisla-tiva di ridurre il carico fiscale sugli immobili adibiti a «prima casa». La tesi della Cassazione, però, si pone in contrasto con quanto affermato anche in pas-sato dal ministero delle finanze (risoluzione 6/2002) sui presup-posti richiesti per usufruire del trattamento agevolato Ici. Il

ministero ha infatti precisato che due o più unità immobiliari vanno singolarmente e separa-tamente soggette a imposizio-ne, «ciascuna per la propria rendita». Solo una dovrebbe essere considerata anche per l'Imu come abitazione principa-le. Il contribuente, per usufru-ire dell'agevolazione, dovrebbe richiedere l'accatastamento unitario degli immobili, per i quali è attribuita in catasto una distinta rendita, presen-tando all'ente una denuncia di variazione.

Agevolazioni per il nucleo familiare. L'esenzione Ici per l'abitazione principale spettava per l'immobile adibito a dimo-ra abituale del contribuente e dei suoi familiari. Non a caso la Corte di cassazione, con la sentenza 14389 del 15 giugno 2010, aveva affermato che nel caso in cui un coniuge avesse

continua a pag, 4

Anziani e disabili, il comune decide sulla prima rata Imu

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SEGUE DA PAG. 3

trasferito la propria residenza in un altro immobile non avreb-be avuto più diritto all'agevolazione fiscale, a meno che non avesse dimostrato di essersi separato legalmente.

In realtà, anche se la questione del comportamento elusivo eventualmente posto in essere da uno dei coniugi ha formato oggetto di contrastanti pronunce giurisprudenziali, l'articolo 8 del decreto legislativo 504/1992 limitava il beneficio fiscale alla dimora abituale della famiglia. Secondo la Cassazione, infatti, l'ubicazione della casa coniugale «individua presuntivamente la residenza di tutti i componenti della famiglia», «salvo che» (si aggiunge opportunamente) «tale presunzione sia superata dalla prova» che lo «dello spostamento... della propria dimora abituale» sia stata causata dal «verificarsi di una frattura del rapporto di convivenza». Lo stesso concetto di «nucleo familia-re» viene riproposto per l'Imu, anche se le modifiche apportate alla norma istitutiva dell'imposta suscitano dei dubbi sugli effetti antielusivi che la Cassazione aveva riconosciuto alla disciplina Ici. L'articolo 13 del dl Monti (201/2011) stabilisce che per abitazione principale si intende l'immobile «nel quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente». Nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano fissato la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nello stesso territorio comunale, le agevolazioni per l'abitazione principale, e relative pertinenze, si applicano per un solo immobile. La formulazione un po' contorta di questa disposizione lascia aperta la porta a possibili comportamenti elusivi, in quan-to esclude che due coniugi possano fruire di una doppia esenzione solo se gli immobili sono ubicati nello stesso comune. Quindi, se il trasferimento formale della residenza da parte di uno dei coniugi avviene in una seconda casa, ubicata in una località di mare o di montagna diversa da quella di residenza dell'altro coniuge, non vi sarebbe al-cun impedimento a fruire due volte dello stesso beneficio fiscale: entrambi non pagherebbero la prima rata Imu. In questo caso i comuni potrebbero contestare la sussistenza di uno dei requisiti richiesti dalla legge, qualora possano dimostrare che la seconda casa non viene utilizzata di fatto come dimora abituale.

°Riproduzione rzseruata—.

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Anziani e disabili, il comune decide sulla prima rata Imu

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Caso per caso Anziani, disabili

e residenti all'estero

Anziani o disabili che spostano la residenza in istituti di ricovero o

sanitari

Abolizione per un solo immobile

Utilizzo di più unità immobiliari

Imposizione autonoma dei fabbricati

in base alla rendita

Vale la scelta del contribuente

Dimora e residenza dei coniugi nello stesso

comune

Doppia esenzione per immobili ubicati

in comuni diversi

Potere di accertamento dei comuni

Esonero pagamento terreni agricoli

Nozione di terreno agricolo

Benefici estesi alle società agricole

Pagamento terreni incolti

Anziani, disabili e residenti all'estero non pagano l' lmu se i comuni hanno assimilato o intendono assimilare i loro immobili all'abitazione principale

Possono fruire dell'abolizione della prima rata Imu le unità immobiliari possedute, a titolo di proprietà o usufrutto, da anziani o disabili che spostano la residenza in istituti di ricovero o sanitari a seguito di ricovero permanente, e quelle possedute, a titolo di proprietà o usufrutto, in Italia dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello stato, a condizione che non risultino locate

L'abolizione del pagamento vale solo per un immobile, in quanto per abitazione principale s'intende l'immobile, «iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano» co-me unica unità immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente

Il contribuente può fruire delle agevolazioni «prima casa» per un solo immobile, anche se utilizzi di fatto più unità immobiliari distintamente iscritte in catasto, a meno che non proweda al loro accatastamento unitario

I singoli fabbricati vanno assoggettati separatamente a imposizione, ciascuno per la propria rendita

La scelta dell'immobile da non assoggettare al pagamento spetta all'interessato

Nel caso in cui i componenti del nucleo familiare fissino la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nello stesso territorio comunale, le agevolazioni per l'abitazione principale, e relative pertinenze, si applicano per un solo immobile

I coniugi possono fruire di una doppia esenzione solo se gli immobili non sono ubicati nello stesso comune

I comuni possono contestare l'agevolazione se la seconda casa non viene utilizzata di fatto come dimora abituale

Sono esonerati dal pagamento i terreni agricoli anche se non condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali

È ricompreso nella nozione di terreno agricolo anche quello che non viene condotto direttamente da un coltivatore o imprenditore agricolo professionale

i benefici fiscali sui terreni agricoli non sono più limitati alle persone fisiche, ma si applicano anche alle società agricole (società di persone, cooperative e di capitali, anche a scopo consortile)

Sono tenuti al pagamento i titolari di terreni incolti

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Pagamento abolito per terreni non condotti Non sono sogget ti al pagamento della prima rata Imu i terreni agri-coli anche se non condotti da col-tivatori diretti e imprenditori agri-coli professionali. Il dl sull'imposi-zione immobiliare esclude il paga-mento per tutti gli immobili per i quali a giugno era stata conces-sa la sospensione. L'articolo 1 del dl 54/2013, infatti, aveva concesso la sospensione ri-chiamando l'arti-colo 13, comma 5 del dl «salva-Ita-lia» (201/2011), che ric o mpre nde nella nozione di terreno agricolo anche quello che non viene condotto diretta-mente da un coltivatore o imprenditore agricolo professionale. La norma si li-mitava però a concedere la sospensione dal pagamento dell'imposta solo per i terreni agricoli. Quindi, sono tenuti a passare alla cassa i titolari di terreni incolti, a meno che non siano posseduti da un agricoltore. Va ricordato che i benefici fiscali sui ter-reni agricoli non sono più limitati alle persone fisiche, ma si estendono anche alle società agricole. Per la qualificazio-

ne di coltivatore diretto o imprendito-re agricolo professionale occorre fare riferimento all'articolo 1 del decreto legislativo 99/2004 e non più, come avve-niva per l'Ici, all'articolo 58 del decreto legislativo 446/1997. Quest'ultima disposizione qualificava coltivatori diretti e imprenditori agri-coli solo le persone fisiche iscritte negli elenchi comunali e soggette alla con-tribuzione obbligatoria per invalidità, vecchiaia e malattia. Dunque, escludeva le aziende agricole (società di persone, cooperative e di capitali, anche a scopo consortile).

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02/09/2013

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9 ECIINUSLIED.1:111.11MICII 11: POUTICO

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02/09/2013

Periodicità: Quotidiano

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I bandi degli enti offrono ai giovani la possibilità di un impiego o un tirocinio all'estero

Grazie a Europa ed enti locali il lavoro si sposta oltreconfine

Pagine a cura DI SIBILLA DI PALMA

e non troviamo niente di molto piacevole, alme-

« • no troveremo qualcosa di nuovo», diceva Voltaire. Una massima che sembra quanto mai attuale per

S

l'Italia dove la crisi e il problema della disoccupa-zione, nonostante i ripetuti annunci di ripresa, continuano a rappresentare una realtà con cui fare i conti quotidianamen-te. Una delle conseguenze è che la Penisola rappresenta un paese sempre meno attrattivo non solo per gli immigrati, ma anche per i giovani che, dopo le scuole superiori o l'università, preferiscono sempre più spesso espatriare alla ricerca di mi-gliori opportunità di lavoro. Un aiuto concreto in questo senso arriva dai bandi offerti da enti pubblici e privati che offrono la possibilità di lavorare o effettuare tirocini all'estero.

La Ue lancia l'Erasmus del lavoro. A sostegno dei gio-vani che intendono fare esperienza al di fuori dei confini na-zionali, l'Italia e l'Unione europea hanno annunciato il lancio dell'Erasmus del lavoro, una sorta di grande ufficio di collo-camento europeo che mira a mettere in contatto chi cerca e chi offre lavoro in Europa. Il progetto, che sarà finanziato con 19 miliardi di euro, si chiamerà Erasmus for all e permetterà ai partecipanti, tra cui giovani appena diplomati, laureati e startupper, di lavorare oltre confine per un periodo di sei mesi con rimborsi di 300 euro per chi fa colloqui all'estero e fino a 1.200 euro per i trasferimenti. Il programma è ancora in via di definizione e la Commissione europea stima circa cinque milioni di potenziali beneficiari.

Le opportunità di lavoro. Mcz Group, azienda spe-cializzata nel settore del riscaldamento domestico e della cottura da esterni, ha lanciato in collaborazione con Eu-res, il servizio della Commissione europea per la mobilità professionale, un concorso per assegnare dieci contributi a giovani disoccupati che intendano vivere un'esperienza di lavoro all'estero. Le sovvenzioni ammontano a 2.500 euro l'una e i destinatari sono giovani disoccupati, diplomati o laureati, tra i 18 e i 30 anni, residenti in uno dei 28 paesi dell'Unione europea o in Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera. Per partecipare è necessario essere alla prima

esperienza di lavoro all'estero e aver ricevuto un'offerta di lavoro da parte di un'azienda europea o extra-europea. Per candidarsi è necessario inoltrare la domanda di partecipa-zione entro il prossimo 31 ottobre.

Le opportunità di lavoro all'estero riguardano anche i giovani infermieri: la Bpl, agenzia di reclutamento specia-lizzata nel settore sanitario, è alla ricerca di 50 infermieri professionali (con o senza esperienza) da impiegare presso strutture sanitarie private in Irlanda. I requisiti richiesti sono la cittadinanza comunitaria, la conoscenza dell'inglese (almeno livello B2), il possesso del titolo di studio abilitante all'esercizio della professione di infermiere e l'iscrizione al relativo collegio professionale, la registrazione iniziata o conclusa all'Aba (collegio degli infermieri irlandese) ed esperienza pregressa di almeno due anni per coloro che si propongono per ruoli di vertice. La tipologia di contratto è full time (a tempo determinato o indeterminato) con retri-buzioni tra i 32 mila e i 40 mila euro annui. Per candidarsi è necessario inviare il proprio curriculum, modello europass, in inglese e in italiano, al servizio Eures della propria re-gione/provincia/città entro il prossimo 6 ottobre.

Il bando Working Holiday promosso dai governi italiano e canadese è invece rivolto a tutti i giovani della Penisola tra i 18 e i 35 anni che desiderano vivere fino a un anno nel paese nordamericano e lavorare legalmente per i primi sei mesi (al termine dei quali si può chiedere di rimanere nel paese nordamericano fino ad altri sei mesi da turisti). Oltre ai limiti d'età, i requisiti richiesti sono la cittadinanza italiana e il non aver mai partecipato prima a questa espe-rienza. Per partecipare al bando, occorre presentare alcuni documenti (tutti elencati sul sito dell'ambasciata canadese): le domande vengono esaminate in ordine di arrivo e il ban-do verrà chiuso solo quando verranno coperti tutti i posti a disposizione. Se la domanda viene accolta, l'ambasciata procede a inviare via e-mail una lettera di introduzione valida 12 mesi dalla data di emissione. A partire dalla data riportata sulla lettera, il beneficiario ha un anno di tempo per entrare in Canada e cercare lavoro a patto di aver sti-pulato un'assicurazione sanitaria valida per tutto il periodo

continua a pag. 41

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Gli ingegneri tra i più geftonati

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02/09/2013

Periodicità: Quotidiano

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SEGUE DA PAG. 40

di tempo che si intende trascorrere nel paese.

Le borse di studio della regione Lombardia. La re-gione Lombardia ha infine lanciato il progetto Mip: «Move, Improve, Prove» con cui intende finanziare l'assegnazione di venti borse di studio per giovani disoccupati per lo svol-gimento di uno stage, di quattro o sei mesi, in Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Malta e Spagna. Per parteci-pare (la scadenza è fissata per il prossimo 20 settembre) bisogna presentare un'idea da sviluppare negli ambiti delle arti visive, spettacolo, patrimonio culturale, editoria, design e fotografia. Sono richieste inoltre un'età minima di 18 anni e una conoscenza di livello B1 dell'inglese o del francese. Per partecipare al bando è necessario inoltrare (alla e-mail [email protected]) il proprio cv europeo, una lettera di autopresentazione in lingua italiana e inglese o francese e la presentazione dell'idea di progetto, anche questa in duplice versione linguistica.

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Gli ingegneri tra i più geftonati

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Contribuenti 505.935

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in migliaia di euro

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Totale oritribueriti 6285;923 h ll613 1607,395

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Contribuenti 612.263

Contribuenti 2.298 532

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Da 71000 a 120000

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Fonte: Elaborazioni da Dipartimento Finanze, Dichiarazioni 2012

Contribuenti

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Tutti gli effetti del dimezzamento della detrazione sulle assicurazioni

L'aggravio fiscale riguarderà in particolare i redditi fino a 55mila euro lordi

Con il giro di vite sulle polizze vita. Irpefpiù cara per 6 milioni di italiani pagheranno 200 euro in più all'amo usa)• il calo del debito non impone tagli perenni ai conti

9114íZial1911111"1111 9,13 IZZSMAGlarliZA

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la Repubblica Direttore Responsabile: Ezio Mauro

02/09/2013 press unE

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VALENTI NA CONTE E ROBERTO MANIA

ROMA - Meno Imu, più Irpef. Per cancellare l'impo sta sulla ca-sa (per ora solo la prima rata), il governo farà salire quella sui redditi. Almeno per 6 milioni e 300 mila italiani che pagheranno 125 euro in più di Irpef sul 2013. E ben 201 euro sul 2014. Un sa-lasso inatteso che sconfessa la fi-losofia "tax free", sbandierata in conferenza stampa da Letta e Al-fano. «La copertura del decreto Imu è stata gestita senza alzare le tasse», aveva detto il premier. «È un provvedimento tax free che non porta altre tasse», si esaltava il suo vice. Così non è. Purtrop-po. E a rimetterci sarà soprattut-to il ceto medio, visto che lamag-gior parte di questi italiani, tar-tassati a sorpresa, ovvero il 90% di quei 6,3 milioni di contribuen-ti, è sotto i 55 mila euro lordi an-nui. E il 54% sotto i 26 mila euro. Tra loro, quattro milioni di lavo-ratori dipendenti e un milione e 300 mila pensionati.

UAnCM Il guaio è nascosto nell'artico-

lo 12 del decreto Imu, invigore da sabato scorso. Lì si dimezza per quest'anno «il limite massimo di fruizione» per detrarre dall'Irpef il 19% dei premi di assicurazione sulla vita, contro gli infortuni e la non autosufficienza. Se fino ad oggi quel tetto era di 1.291 euro, peri12013 diventa 630 euro. E ad-dirittura 230 euro da12014 in poi. Appena un quinto. Trai' altro l' o-perazione è ancora una volta re-troattiva e dunque in violazione dello Statuto del Contribuente, unalegge dello Stato che impone la valenza solo per il futuro delle norme fiscali. Che cosa significa in concreto? Se fino a pochi mesi fa- nella dichiarazione dei reddi-ti di maggio - al rigo El2 de1730 si poteva "scalare" dall'imposta sui redditiun mas simo di245 eu-ro (il 19% del vecchio tetto), dal prossimo maggio quel rigo potrà contenere al più 120 euro. E dal 2015 appena44 euro. Conlacon-seguente impennata dell'Irpef.

aUW.IU Secondo gli ultimi dati dispo-

nibili, quelli delle dichiarazioni 2012 (dunque riferite ai redditi 2011), oltre sei milioni di italiani usufruiscono di questo vantag-gio fiscale che costa allo Stato 685 milioni l'anno. Per di più vi-vono al Centro-Nord, oltre un

milione nella sola Lombardia, mezzo milione ciascuno in Pie-monte e Lazio. Un bonus che Vieri Ceriani - ex sottosegretario all'Economia con Monti e ora ascoltatissimo consigliere di Saccomanni - ins eriva tra le "mi-

sure a rilevanza sociale" nell'or-mai famoso Rapporto sull'ero-sione fiscale del 2011. «L'agevo-lazione esiste perché riduce l'in-tervento del welfare pubblico», conferma Dario Focarelli, diret-tore generale dell'Ania (assicu-razioni). «Un domani, dovesse succederti qualcosa, peserai di meno sulle casse pubbliche. Ma l'effetto di questa norma, che giudichiamo estremamente ne-gativa, si abbatterà soprattutto su chi vuole assicurarsi, sui citta-dini». Su 65 miliardi totale di pre-mi, il ramo della protezione ne vale 4. E chi vi ricorre lo fa non tanto come opzione di risparmio (in pas sato era così), quanto pro - prio per lasciare un capitale ai propri cari in caso di morte, infortunio o handicap grave. È vero che spesso questi prodotti sono abbinati alla previdenza integrativa. Ma ne sono del tutto svincolati e scelti a prescindere.

WMCDPffinM Il problema ora è tutto politi-

co. Il bilancio dello Stato è vera-mente al limite. Lo si è visto nel ti-ra e molla dei giorni scorsi sulle coperture al decreto Imu. Alla fi-ne, per non spaventare Bruxelles e assicurare che i13% del rappor-to tra deficit e Pil non saràvalica-to ancora, il governo ha pure messo una clausola di salva-guardia conil p ossibile aumento di acconti delle imprese (Ires e Irap) e delle accise (benzina in-clusa). Il taglio alle detrazioni sulle polizze vale moltissimo: 458 milioni ne12014, 661 milioni nel 2015, 490 milioni dal 2016. Un'enormità. Non facile da rim-piazzare. Se ne riparlerà durante l'iter di conversione parlamen-tare del decreto. Ieri il governa-tore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha ammesso che i tagli ai conti pubblici sono recessivi, eppure hanno «contribuito a evitare scenari peggiori, a contenere e ridurre gli spread e a scongiura-re nuove crisi di liquidità». Ma p oi ha aggiunto che non saranno «permanentemente restrittivi». Non saranno cioè perenni.

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Dove vivono gli assicurati Assicurazioni sulla vita e contro infortuni

TOTALE

6.285.923 3.807-334

Vallo Aosta 1 9.225 11.133 69.573 95.394 Friuli V.G.

Contribuenti

Premi in migliaia di euro

Piemonte 534.752 323.525

Lombardia 1.334.949 761.511

Liguria 174.930 117.241

goifioR.::::, 621. 362.067

Toscana 478.01 3 290 214

Sardegna 120.532 61.544

Umbria 62.944

Lazio 510.465 279 268

Campania 275.871 178.360

Fonte: Dipartimento Finanze, Dichiarazioni 2012

93.267 56.605 ►Izan 85.433 47112 :37:r

640307 362.287 Veneto

82.026 106.639 Marche

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154.055

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IL DEPUTATO Enrico Zanetti (Scelta civica) è vicepre-sidente della Commissione Finanze della Camera

la Repubblica Direttore Responsabile: Ezio Mauro

02/09/2013 press unE

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L'articolo del decreto assicura parte delle coperture al taglio Imu e per gli esodati

Enrico Zanetti, vicepresidente della Commissione Finanze della Camera

"Proveremo a correggere questo gioco delle tre carte"

ROMA — Enrico Zanetti, com-mercialista di professione, depu-tato di Scelta civica, vicepresi-dente della Commissione Finan-ze della Camera, quando Angeli-noAlfano ha presentato il decreto sull'Imu ha detto che era un prov-vedimento "tax free", lei invece sostiene il contrario. Perché?

«L'impressione è che quando il governo ha illustrato il provvedi-mento, il testo del decreto fosse ancoramobile. I conti, d' altrapar-te, devono quadrare, e il decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale introduce almeno due misure no fax free: l'una di salvaguardia con la possibilità che scattino gli au-menti degli acconti Ires-Irap e del-le accise; l'altra di riduzione delle detrazioni per le polizze vita che per tutti i contribuenti interessati (e sono moltissimi) si tradurrà in unamaggiore Irp ef. E questo, vari - cordato, riguardala copertura per l'abrogazione della prima rata dell'Imu. Per la seconda c'è solo

Si elimina un' imposta per finalità mediatiche e

propagandistiche, ma poi c'è 1' incremento

surrettizio di altre tasse

un impegno politico declamato. Mi pare davvero che non si possa parlare di un provvedimento "tax free"».

Cercherete di cambiarlo in Parlamento?

«Guardi, noi non siamo contro la riduzione della pressione fisca-le, siamo contro il gioco delle tre carte fiscali».

Il governo starebbe facendo il gioco delle tre carte sull'Imu?

«Una cosa è spostare il carico fi-scale all'interno di un disegno di politicafiscale per esempio per un obiettivo di equità sociale, ben al-

tra è l'eliminazione di un'imposta con finalità mediatiche e propa-gandistiche accompagnata da un incremento surrettizio di altre tas-se. Questa non è politica fiscale: è, appunto, il gioco delle tre carte».

A questo punto ci saranno le ri-sorse per congelare l'incremento dell'Iva da121 a122 %?

«A questo punto ci devono esse-re le risorse! Non si può non repe-rire un miliardo dopo che si è deci-so di impegnarne più di due per togliere l'Imu sulla prima casa pu-re sul 10% di proprietari delle abi-tazioni a maggiore valore catasta-le».

C'è il rischio che la prossima service tax si traduca in maggior prelievo peri contribuenti?

«C'è, eccome. L'ultimo com-pattamento di più tasse, come do-vrebbe essere la service tax, con il vincolo dell'invarianza del gettito ha partorito un mostro: l'Irap».

(r. ma.) C RIPRODUZIONE RISERVATA

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02/09/20/3 press unE rUnità Direttore Responsabile: Claudio Sardo

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