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Ragazzi a teatro Drammatico Vegetale/Ravenna Teatro · Accademia Perduta/Romagna Teatri Comune di Ravenna-Assessorato alla Cultura, Pubblica Istruzione e Infanzia·Ministero per i Beni e le Attività Culturali·Regione Emilia Romagna Teatro Rasi 2014-2015 Ma Mère l’Oye (Mamma Oca) è una suite di Maurice Ravel per pianoforte a quattro mani, trascritta poi dall’autore stesso per orchestra; è com- posta di cinque pezzi, ispirati da altrettante illustrazioni tratte da un libro di fiabe per l’infanzia. Come le immagini, così i pezzi illustrano momenti particolari di cinque fiabe: La bella addormentata nel bosco, Pollicino, Laideronnette, imperatrice delle pagode, La bella e la bestia, Il giardino fatato. Nel nostro I Racconti di Mamma Oca le immagini illustrate che hanno ispirato Ravel prendono vita e con loro i personaggi delle favole. Pollicino, la bella addormentata e gli altri piccoli protagonisti, dialogando con le note del pianoforte, evocano la poesia dell’infanzia. Le parole e le note, le figure animate e vaghe ombre cinesi, le mani leggere degli attori-animatori tessono una favola semplice e allo stesso tempo ricca di profonde emozioni. La trama: La principessina, a causa di un maleficio, all’età di quindici anni si punge la mano con un fuso e cade in un sonno fatato. Ed è nel sonno che la bella addormentata sogna di altre fiabe: uccellini ignari che cancellano le tracce di briciole di pane di Pollicino, la piccola imperatrice delle pagode con il serpentino verde che soffre per amore, la bella combattuta fra l’odio e l’amore per la bestia; infine il principe, nel giardino fatato, risveglia la principessina con la forza dell’amore. In sostanza assistiamo a un susseguirsi di sogni, uno dentro l’altro sempre più profondi, fino al risveglio finale. Le fonti: Maurice Ravel - Ma mère l’oie, Valses nobles et sentimentales (Epilogue), Gustave Dorè - Incisioni per Petit poucet, Charles Perrault - Ma mère l’oie, Marie C. D’Aulnoy - Le fate alla moda, J. M. Le Prince Beaumont - La bella e la bestia. Tema: rapporto tra fiaba e musica classica · www.drammaticovegetale.com · www.youtube.com/watch?v=8Ku-TbJdQlU teatro d’attore e di figura · 3 - 8 anni · 50 minuti martedì 13, mercoledì 14 gennaio - ore 10 Teatro Rasi Drammatico Vegetale I racconti di Mamma Oca Il grande viaggio è una storia comune, quella di uno straniero, un viaggiatore che, come spesso accade nelle fiabe, non ha nome, potrebbe essere Nessuno o chiunque e di chiunque potrebbero essere le avventure che vive, di chi si sia perso, almeno una volta, in una grande città, in un altro paese o in se stesso. È un giovane falegname che con la valigia carica di speranza e ricordi preziosi come tesori, parte dal suo paese, attraversa il mare e approda in una patria nuova e sconosciuta. Lascia a casa la povertà, ma anche il suo amore, si muove alla ricerca di un luogo migliore, per lui e per la sua famiglia e come nelle fiabe, il suo viaggio sarà un viaggio iniziatico: un percorso ricco di insidie, ma indispensabile a crescere, divenire, rinascere. In scena, quattro attori interagiscono in uno spazio vuoto, scolpito dalla luce che taglia, plasma le forme, nel quale gli oggetti acquistano vita, diventando protagonisti del racconto. Lo spettacolo ha un impianto magico, poetico, si affida spesso a un registro com- ico ispirato a Buster Keaton, che aiuta il protagonista a sconfiggere l’Ombra che perseguita la Grande Città. Per compiere tale impresa sarà aiutato da un compagno segreto, uno strano animale talmente cieco da riuscire a vedere nel buio più profondo. Tema: l’immigrazione come opportunità di crescita e percorso di conoscenza teatropersona.it/indexv.html · www.youtube.com/watch?v=7Lal4ElGR7I teatro d’attore, immagine, mimo corporeo · 6 - 10 anni · 1 ora mercoledì 21, giovedì 22 gennaio - ore 10 Teatro Rasi Teatropersona (Toscana) Il grande viaggio Primo movimento. E’ il legno che parla… Secondo movimento. Naso, nasino, nasone… Terzo movimento. La mia scuola è il teatro! Quarto movimento. Occhio Pinocchio a tutti quegli occhi!? Quinto movimento. La medicina non la voglio! Sesto movimento. Somaro che non sei altro! Settimo movimento. C’è una candela accesa là in fondo… Il Pin’occhio di Drammatico Vegetale non è uno spettacolo e non è un’esposizione interattiva. Cos’è allora? È un viaggio giocoso in sette movimenti lungo un naso, che gli artisti di Drammatico Vegetale vogliono fare assieme al pubblico dei bambini e degli adulti. È il naso di Pinocchio che si allunga nello spazio e nel tempo per toccare le corde più intime della nostra storia di quarant’anni dedicati all’infanzia. È la compagnia Drammatico Vegetale di collodiana memoria che ci ha accolto gentile e fertile per tanti anni, a rivivere attraverso un percorso fatto di materie e di segni. È il luogo dove possiamo riconoscere nel legno la forma e la sostanza di cui è fatto Pinocchio. Il suo naso a seconda dell’esigenza si allungherà o si accorcerà per guidarci (compagni di scuola e di avventura del burattino di legno), nel teatro di Mangiafuoco o nel Paese dei Balocchi o ancora, nel ventre del Pesce-cane. Il nostro Pinocchio sarà un po’ burattino e un po’ bambino in carne ed ossa, a metà strada fra realtà e fantasia, tra bugia e verità, a curiosare tra le gioie ed i dolori del mondo. Ancora una volta la magia del teatro si compie: tutto ciò che è finto è vero e viceversa. La vita è gioco, il teatro è gioco, il teatro è vita. dal 10 aprile al 10 maggio Biblioteca Classense Drammatico Vegetale in collaborazione con Istituzione Biblioteca Classense Pin’occhio. Viaggio giocoso in sette movimenti Mostra spettacolo in occasione dei 40 anni di attività di Drammatico Vegetale 3-10 anni · 45 minuti - Visite guidate per le scuole ore 9,30 e ore 10,45 APRILE martedì 14, mercoledì 15, giovedì 16, venerdì 17, martedì 21, mercoledì 22, giovedì 23, venerdì 24, martedì 28, mercoledì 29, giovedì 30 MAGGIO martedì 5, mercoledì 6, giovedì 7, venerdì 8 Dopo il grande successo riscosso nella passata edizione di Ragazzi a teatro con lo spettacolo Dentro gli spari, Giorgio Scaramuzzino torna a Ravenna con uno spettacolo che affronta temi di estrema attualità. C’era una volta una zebra, anzi: un asino dipinto a strisce. Lo spettaco- lo, scritto e interpretato da Giorgio Scaramuzzino e prodotto dal Teatro dell’Archivolto, racconta l’infanzia negata dei bambini che vivono nei territori di guerra. Il protagonista della storia, Talal, ha otto anni e sopravvive in quella che è ormai una terra devastata, la striscia di Gaza, dove manca tutto, le scuole, il cibo, l’acqua potabile, ma resiste la speranza di un futuro migliore. Talal studia come può, si muove tra i check-point e il massimo della felicità è quando riesce ad andare in un vecchio zoo ad ammirare una zebra, a cui si è molto affezionato, e ad ascoltare i racconti del guardiano Nidal. Finché l’ennesima bomba si porta via anche l’amica a strisce. Per evitare al bambino il dolore della perdita, Nidal dipinge un asino, così come fece davvero nel 2009 il direttore dello zoo di Gaza. “Nel 1989 l’Onu con una convenzione ha sancito il diritto all’infanzia e all’adolescenza; questo spettacolo vuole essere un omaggio a quel documento, di cui leggeremo alcuni articoli ai bambini nel gioco teatrale.” (Giorgio Scaramuzzino) Tema: diritti dell’infanzia e dell’adolescenza · www.archivolto.it/categoria-produzioni/teatro-per-ragazzi/ giovedì 29 gennaio - ore 10 Teatro Rasi teatro di narrazione · 8 - 14 anni · 1 ora Fondazione Teatro dell’Archivolto (Liguria) Questa zebra non è un asino. La storia di una amicizia più forte della guerra Un omaggio alla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989 La storia di La bella e la bestia, tratta da una delle prime versioni originali della fiaba, quella scritta nel ‘700 da Jean-Marie Leprince de Beaumont viene raccontata utilizzando le tecniche del teatro di figura: la magia del teatro su nero, delle ombre e l’animazione con pupazzi a grandezza naturale. Una scenografia molto suggestiva che rimanda alle tecniche di ripresa cine- matografica, alternando primi piani a campi lunghi, accompagnata da una narrazione caratterizzata da frequenti flashback che vivacizza il ritmo e mantiene viva l’attenzione. È bastata una carezza e Bella ha rotto d’incanto quel maleficio che si chiama paura e pregiudizio. È bastato quel gesto perché la Bestia rivelasse d’un tratto tutta la sua umanità e la sua “bellezza” al di là delle apparenze. Un semplice ma importantissimo valore: accettare l’altro anche se ci appare diverso, estraneo, brutto o cattivo. “Oggi più che mai – spiega Lino Terra, Direttore Artistico del Canguro di fronte ai modelli imposti dalla società costruiti su rigidi canoni di bellezza ed efficienza, diventa quasi necessario ritrovare quella originaria predisposizione a superare le nostre sensazioni più superficiali. Per questo, nello spettacolo abbiamo cercato di sviluppare al massimo l’aspetto immaginifico e magico della storia, provando a raccontare l’esigenza di non fermarsi mai a ciò che si vede subito e solo con gli occhi”. Tema: pregiudizi e accettazione del diverso · www.teatrodelcanguro.it · http://vimeo.com/40574539 teatro d’attore e di figura · 5 - 10 anni · 50 minuti lunedì 2, martedì 3 febbraio - ore 10 Teatro Rasi Teatro del canguro (Marche) La bella e la bestia Vincitore del Festival Giocateatro 2013 di Torino, Il gioco del lupo prende lo spunto da una serie di riflessioni: quanto siamo consapevoli della nostra aggressività, chi sa insegnarci la misura con cui possiamo manifestarla? Proviamo a comprimerla e censurarla, sperando di non vederla mai esplodere, oppure scegliamo di esasperarla per difenderci e non avere paura? Attraverso il gioco, possiamo dare forma alla sua ombra; bus- sare alla sua porta per conoscerla e scoprire fino a che punto possiamo esprimerla, senza correre il rischio di restare soli. La scena rappresenta un’elegante sala da pranzo dove facciamo la conoscenza con un insolito principe e il suo maggiordomo: qui inizia il gioco del lupo. L’ambien- tazione fiabesca, anche solo accennata, è amplificata da un insieme di suoni e musica, utile a creare un fraseggio sonoro che colma l’assenza di parole. In questo spettacolo, che spazia dal teatro di figura al cinema muto, si formano sul palcoscenico direttrici ironiche ed esilaranti che partono dall’ottima mimica e arrivano ad un uso studiato del linguaggio del corpo. L’aggressività, motore scatenante dell’intera pièce, è trattata sotto forma di gioco: leggerezza che va a incuriosire i più piccoli e che sfocia in risate meditabonde sulle facce dei meno piccoli. Chi mai non ha provato l’ebbrezza di voler colpire il nemico alle spalle? Chi non ha goduto nel punire il più debole, sentendosi un lupo? In sostanza siamo tutti, prima o poi, vittime del fascino del cattivo. Tema: aggressività e sue implicazioni · www.teatrodistinto.it · www.teatrodistinto.it/video.htm lunedì 9, martedì 10 febbraio - ore 10 Teatro Rasi teatro corporeo con oggetti · 4 - 10 anni · 45 minuti Teatrodistinto (Piemonte) Il gioco del lupo Quella di H. C. Andersen è stata una vita spesa a scrivere e raccontare storie, a ritagliare strane e divertenti figurine nella carta, per animare il suo personale, onirico teatro della vita. Ci piace ricordare l’autore danese utilizzando gli ingredienti più significativi del suo mondo fantastico e combinarli in differenti maniere nel nostro teatro. Il teatro di narrazione dialoga con le figurine di un teatro delle ombre ricavato in un vecchio tamburo, che a sua volta si confonde con quel teatro di marionette tanto amato da Andersen. Così, nello spettacolo, fiabe note e meno note escono da una scatola di cartone piena di ricordi: un pisello rinsecchito, un vecchio soldatino, la scatola stessa trasformata in teatrino di figure, una forbice e poco altro, si mettono a raccontare. Poveri oggetti-ricordo, sufficienti ad alimentare il racconto di Olechiudigliocchi, La principessa sul pisello, delle due lumachine della Famiglia felice e del Tenace soldatino di stagno. Piccole cose apparentemente insignificanti, racchiuse in un semplice teatrino, che diventa per la magia del teatro, il microcosmo delle nostre paure e delle nostre gioie. Tema: le fiabe di Hans Christian Andersen · www.drammaticovegetale.com teatro di figura e narrazione · 3 - 7 anni · 40 minuti Drammatico Vegetale Quattro volte Andersen. Quattro anni dopo Tre volte Andersen martedì 2, mercoledì 3, giovedì 4, martedì 9, mercoledì 10, giovedì 11 dicembre 2014 - ore 10 Saletta Mandiaye N’Diaye - Teatro Rasi l rumore della pioggia scandisce il tempo come un ticchettio continuo di orologio che ci dà un senso di attesa. Lo spettacolo intreccia immagini, racconti e fiabe accompagnate da canzoni dal vivo. In scena tre personaggi dal forte valore simbolico. La cieca, ovvero la saggezza quasi profetica, che attraverso i suoi occhi di non vedente e la narrazione di racconti mitologici e fiabeschi, ci farà entrare in un mondo magico. Il ragazzo, ovvero la rabbia di vivere in un mondo che non ci appartiene, dove dobbiamo subire impotenti le scelte fatte da altri. Il tecnico, il pragmatismo che risolve i problemi nell’immediato, senza però programmare un futuro. I tre personaggi trovano riparo in un teatro, dove la pioggia, metafora delle crisi corrente, si è infiltrata attraverso il soffitto. Il teatro con le sue corde e i suoi tralicci, pensato come una grande nave capovolta, sarà metaforicamente la grande Arca di salvezza che aiuterà gli spettatori a superare il diluvio attraverso i racconti del mito greco di Pirra e Deucalione, del racconto biblico dell’Arca di Noè, dell’inedita storia di Palù e della fiaba di Esopo. Il tema del diluvio è di grande attualità e assume nuova verosimiglianza, in un mondo in cui il problema del riscaldamento globale porta a cam- biamenti meteorologici che provocano alluvioni, tifoni, terremoti, maremoti. Tema: natura e futuro generazionale · www.solaresonline.it/index.php?ling=1&pg=prod&id_eventi=1171&tipo=2&ling_prod= teatro d’attore, con musica dal vivo e proiezioni · 8 - 14 anni · 1 ora martedì 24 febbraio - ore 10 Teatro Rasi Teatro delle Briciole/Solares Fondazione delle Arti (Emilia Romagna) Diluvio rock. Racconto di parole e musica

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Ragazzi a teatroDrammatico Vegetale/Ravenna Teatro · Accademia Perduta/Romagna TeatriComune di Ravenna-Assessorato alla Cultura, Pubblica Istruzione e Infanzia·Ministero per i Beni e le Attività Culturali·Regione Emilia Romagna

Teatro Rasi 2014-2015

Ma Mère l’Oye (Mamma Oca) è una suite di Maurice Ravel per pianoforte a quattro mani, trascritta poi dall’autore stesso per orchestra; è com-posta di cinque pezzi, ispirati da altrettante illustrazioni tratte da un libro di fiabe per l’infanzia. Come le immagini, così i pezzi illustrano momenti particolari di cinque fiabe: La bella addormentata nel bosco, Pollicino, Laideronnette, imperatrice delle pagode, La bella e la bestia, Il giardino fatato. Nel nostro I Racconti di Mamma Oca le immagini illustrate che hanno ispirato Ravel prendono vita e con loro i personaggi delle favole. Pollicino, la bella addormentata e gli altri piccoli protagonisti, dialogando con le note del pianoforte, evocano la poesia dell’infanzia.Le parole e le note, le figure animate e vaghe ombre cinesi, le mani leggere degli attori-animatori tessono una favola semplice e allo stesso tempo ricca di profonde emozioni. La trama: La principessina, a causa di un maleficio, all’età di quindici anni si punge la mano con un fuso e cade in un sonno fatato. Ed è nel sonno che la bella addormentata sogna di altre fiabe: uccellini ignari che cancellano le tracce di briciole di pane di Pollicino, la piccola imperatrice delle pagode con il serpentino verde che soffre per amore, la bella combattuta fra l’odio e l’amore per la bestia; infine il principe, nel giardino fatato, risveglia la principessina con la forza dell’amore. In sostanza assistiamo a un susseguirsi di sogni, uno dentro l’altro sempre più profondi, fino al risveglio finale. Le fonti: Maurice Ravel - Ma mère l’oie, Valses nobles et sentimentales (Epilogue), Gustave Dorè - Incisioni per Petit poucet, Charles Perrault - Ma mère l’oie, Marie C. D’Aulnoy - Le fate alla moda, J. M. Le Prince Beaumont - La bella e la bestia.Tema: rapporto tra fiaba e musica classica · www.drammaticovegetale.com · www.youtube.com/watch?v=8Ku-TbJdQlU

teatro d’attore e di figura · 3 - 8 anni · 50 minuti

martedì 13, mercoledì 14 gennaio - ore 10Teatro Rasi

Drammatico VegetaleI racconti di Mamma Oca

Il grande viaggio è una storia comune, quella di uno straniero, un viaggiatore che, come spesso accade nelle fiabe, non ha nome, potrebbe essere Nessuno o chiunque e di chiunque potrebbero essere le avventure che vive, di chi si sia perso, almeno una volta, in una grande città, in un altro paese o in se stesso. È un giovane falegname che con la valigia carica di speranza e ricordi preziosi come tesori, parte dal suo paese, attraversa il mare e approda in una patria nuova e sconosciuta. Lascia a casa la povertà, ma anche il suo amore, si muove alla ricerca di un luogo migliore, per lui e per la sua famiglia e come nelle fiabe, il suo viaggio sarà un viaggio iniziatico: un percorso ricco di insidie, ma indispensabile a crescere, divenire, rinascere. In scena, quattro attori interagiscono in uno spazio vuoto, scolpito dalla luce che taglia, plasma le forme, nel quale gli oggetti acquistano vita, diventando protagonisti del racconto. Lo spettacolo ha un impianto magico, poetico, si affida spesso a un registro com-ico ispirato a Buster Keaton, che aiuta il protagonista a sconfiggere l’Ombra che perseguita la Grande Città. Per compiere tale impresa sarà aiutato da un compagno segreto, uno strano animale talmente cieco da riuscire a vedere nel buio più profondo. Tema: l’immigrazione come opportunità di crescita e percorso di conoscenzateatropersona.it/indexv.html · www.youtube.com/watch?v=7Lal4ElGR7I

teatro d’attore, immagine, mimo corporeo · 6 - 10 anni · 1 ora

mercoledì 21, giovedì 22 gennaio - ore 10Teatro Rasi

Teatropersona (Toscana)

Il grande viaggio

Primo movimento. E’ il legno che parla…Secondo movimento. Naso, nasino, nasone…Terzo movimento. La mia scuola è il teatro!Quarto movimento. Occhio Pinocchio a tutti quegli occhi!?Quinto movimento. La medicina non la voglio!Sesto movimento. Somaro che non sei altro!Settimo movimento. C’è una candela accesa là in fondo…

Il Pin’occhio di Drammatico Vegetale non è uno spettacolo e non è un’esposizione interattiva. Cos’è allora? È un viaggio giocoso in sette movimenti lungo un naso, che gli artisti di Drammatico Vegetale vogliono fare assieme al pubblico dei bambini e degli adulti. È il naso di Pinocchio che si allunga nello spazio e nel tempo per toccare le corde più intime della nostra storia di quarant’anni dedicati all’infanzia. È la compagnia Drammatico Vegetale di collodiana memoria che ci ha accolto gentile e fertile per tanti anni, a rivivere attraverso un percorso fatto di materie e di segni. È il luogo dove possiamo riconoscere nel legno la forma e la sostanza di cui è fatto Pinocchio. Il suo naso a seconda dell’esigenza si allungherà o si accorcerà per guidarci (compagni di scuola e di avventura del burattino di legno), nel teatro di Mangiafuoco o nel Paese dei Balocchi o ancora, nel ventre del Pesce-cane. Il nostro Pinocchio sarà un po’ burattino e un po’ bambino in carne ed ossa, a metà strada fra realtà e fantasia, tra bugia e verità, a curiosare tra le gioie ed i dolori del mondo. Ancora una volta la magia del teatro si compie: tutto ciò che è finto è vero e viceversa. La vita è gioco, il teatro è gioco, il teatro è vita.

dal 10 aprile al 10 maggio Biblioteca Classense

Drammatico Vegetale in collaborazione con Istituzione Biblioteca Classense

Pin’occhio. Viaggio giocoso in sette movimentiMostra spettacolo in occasione dei 40 anni di attività di Drammatico Vegetale

3-10 anni · 45 minuti - Visite guidate per le scuole ore 9,30 e ore 10,45APRILE martedì 14, mercoledì 15, giovedì 16, venerdì 17, martedì 21, mercoledì 22, giovedì 23, venerdì 24, martedì 28, mercoledì 29, giovedì 30

MAGGIO martedì 5, mercoledì 6, giovedì 7, venerdì 8

Dopo il grande successo riscosso nella passata edizione di Ragazzi a teatro con lo spettacolo Dentro gli spari, Giorgio Scaramuzzino torna a Ravenna con uno spettacolo che affronta temi di estrema attualità. C’era una volta una zebra, anzi: un asino dipinto a strisce. Lo spettaco-lo, scritto e interpretato da Giorgio Scaramuzzino e prodotto dal Teatro dell’Archivolto, racconta l’infanzia negata dei bambini che vivono nei territori di guerra. Il protagonista della storia, Talal, ha otto anni e sopravvive in quella che è ormai una terra devastata, la striscia di Gaza, dove manca tutto, le scuole, il cibo, l’acqua potabile, ma resiste la speranza di un futuro migliore. Talal studia come può, si muove tra i check-point e il massimo della felicità è quando riesce ad andare in un vecchio zoo ad ammirare una zebra, a cui si è molto affezionato, e ad ascoltare i racconti del guardiano Nidal. Finché l’ennesima bomba si porta via anche l’amica a strisce. Per evitare al bambino il dolore della perdita, Nidal dipinge un asino, così come fece davvero nel 2009 il direttore dello zoo di Gaza.“Nel 1989 l’Onu con una convenzione ha sancito il diritto all’infanzia e all’adolescenza; questo spettacolo vuole essere un omaggio a quel documento, di cui leggeremo alcuni articoli ai bambini nel gioco teatrale.” (Giorgio Scaramuzzino)Tema: diritti dell’infanzia e dell’adolescenza · www.archivolto.it/categoria-produzioni/teatro-per-ragazzi/

giovedì 29 gennaio - ore 10Teatro Rasi

teatro di narrazione · 8 - 14 anni · 1 ora

Fondazione Teatro dell’Archivolto (Liguria)

Questa zebra non è un asino. La storia di una amicizia più forte della guerraUn omaggio alla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989

La storia di La bella e la bestia, tratta da una delle prime versioni originali della fiaba, quella scritta nel ‘700 da Jean-Marie Leprince de Beaumont viene raccontata utilizzando le tecniche del teatro di figura: la magia del teatro su nero, delle ombre e l’animazione con pupazzi a grandezza naturale. Una scenografia molto suggestiva che rimanda alle tecniche di ripresa cine-matografica, alternando primi piani a campi lunghi, accompagnata da una narrazione caratterizzata da frequenti flashback che vivacizza il ritmo e mantiene viva l’attenzione. È bastata una carezza e Bella ha rotto d’incanto quel maleficio che si chiama paura e pregiudizio. È bastato quel gesto perché la Bestia rivelasse d’un tratto tutta la sua umanità e la sua “bellezza” al di là delle apparenze. Un semplice ma importantissimo valore: accettare l’altro anche se ci appare diverso, estraneo, brutto o cattivo. “Oggi più che mai – spiega Lino Terra, Direttore Artistico del Canguro di fronte ai modelli imposti dalla società costruiti su rigidi canoni di bellezza ed efficienza, diventa quasi necessario ritrovare quella originaria predisposizione a superare le nostre sensazioni più superficiali. Per questo, nello spettacolo abbiamo cercato di sviluppare al massimo l’aspetto immaginifico e magico della storia, provando a raccontare l’esigenza di non fermarsi mai a ciò che si vede subito e solo con gli occhi”. Tema: pregiudizi e accettazione del diverso · www.teatrodelcanguro.it · http://vimeo.com/40574539

teatro d’attore e di figura · 5 - 10 anni · 50 minuti

lunedì 2, martedì 3 febbraio - ore 10Teatro Rasi

Teatro del canguro (Marche)

La bella e la bestia

Vincitore del Festival Giocateatro 2013 di Torino, Il gioco del lupo prende lo spunto da una serie di riflessioni: quanto siamo consapevoli della nostra aggressività, chi sa insegnarci la misura con cui possiamo manifestarla? Proviamo a comprimerla e censurarla, sperando di non vederla mai esplodere, oppure scegliamo di esasperarla per difenderci e non avere paura? Attraverso il gioco, possiamo dare forma alla sua ombra; bus-sare alla sua porta per conoscerla e scoprire fino a che punto possiamo esprimerla, senza correre il rischio di restare soli. La scena rappresenta un’elegante sala da pranzo dove facciamo la conoscenza con un insolito principe e il suo maggiordomo: qui inizia il gioco del lupo. L’ambien-tazione fiabesca, anche solo accennata, è amplificata da un insieme di suoni e musica, utile a creare un fraseggio sonoro che colma l’assenza di parole. In questo spettacolo, che spazia dal teatro di figura al cinema muto, si formano sul palcoscenico direttrici ironiche ed esilaranti che partono dall’ottima mimica e arrivano ad un uso studiato del linguaggio del corpo. L’aggressività, motore scatenante dell’intera pièce, è trattata sotto forma di gioco: leggerezza che va a incuriosire i più piccoli e che sfocia in risate meditabonde sulle facce dei meno piccoli.Chi mai non ha provato l’ebbrezza di voler colpire il nemico alle spalle? Chi non ha goduto nel punire il più debole, sentendosi un lupo? In sostanza siamo tutti, prima o poi, vittime del fascino del cattivo. Tema: aggressività e sue implicazioni · www.teatrodistinto.it · www.teatrodistinto.it/video.htm

lunedì 9, martedì 10 febbraio - ore 10Teatro Rasi

teatro corporeo con oggetti · 4 - 10 anni · 45 minuti

Teatrodistinto (Piemonte)

Il gioco del lupo

Quella di H. C. Andersen è stata una vita spesa a scrivere e raccontare storie, a ritagliare strane e divertenti figurine nella carta, per animare il suo personale, onirico teatro della vita. Ci piace ricordare l’autore danese utilizzando gli ingredienti più significativi del suo mondo fantastico e combinarli in differenti maniere nel nostro teatro. Il teatro di narrazione dialoga con le figurine di un teatro delle ombre ricavato in un vecchio tamburo, che a sua volta si confonde con quel teatro di marionette tanto amato da Andersen. Così, nello spettacolo, fiabe note e meno note escono da una scatola di cartone piena di ricordi: un pisello rinsecchito, un vecchio soldatino, la scatola stessa trasformata in teatrino di figure, una forbice e poco altro, si mettono a raccontare. Poveri oggetti-ricordo, sufficienti ad alimentare il racconto di Olechiudigliocchi, La principessa sul pisello, delle due lumachine della Famiglia felice e del Tenace soldatino di stagno. Piccole cose apparentemente insignificanti, racchiuse in un semplice teatrino, che diventa per la magia del teatro, il microcosmo delle nostre paure e delle nostre gioie. Tema: le fiabe di Hans Christian Andersen · www.drammaticovegetale.com

teatro di figura e narrazione · 3 - 7 anni · 40 minuti

Drammatico VegetaleQuattro volte Andersen. Quattro anni dopo Tre volte Andersen

martedì 2, mercoledì 3, giovedì 4, martedì 9, mercoledì 10, giovedì 11 dicembre 2014 - ore 10Saletta Mandiaye N’Diaye - Teatro Rasi

l rumore della pioggia scandisce il tempo come un ticchettio continuo di orologio che ci dà un senso di attesa. Lo spettacolo intreccia immagini, racconti e fiabe accompagnate da canzoni dal vivo. In scena tre personaggi dal forte valore simbolico. La cieca, ovvero la saggezza quasi profetica, che attraverso i suoi occhi di non vedente e la narrazione di racconti mitologici e fiabeschi, ci farà entrare in un mondo magico. Il ragazzo, ovvero la rabbia di vivere in un mondo che non ci appartiene, dove dobbiamo subire impotenti le scelte fatte da altri. Il tecnico, il pragmatismo che risolve i problemi nell’immediato, senza però programmare un futuro. I tre personaggi trovano riparo in un teatro, dove la pioggia, metafora delle crisi corrente, si è infiltrata attraverso il soffitto. Il teatro con le sue corde e i suoi tralicci, pensato come una grande nave capovolta, sarà metaforicamente la grande Arca di salvezza che aiuterà gli spettatori a superare il diluvio attraverso i racconti del mito greco di Pirra e Deucalione, del racconto biblico dell’Arca di Noè, dell’inedita storia di Palù e della fiaba di Esopo. Il tema del diluvio è di grande attualità e assume nuova verosimiglianza, in un mondo in cui il problema del riscaldamento globale porta a cam-biamenti meteorologici che provocano alluvioni, tifoni, terremoti, maremoti.Tema: natura e futuro generazionale · www.solaresonline.it/index.php?ling=1&pg=prod&id_eventi=1171&tipo=2&ling_prod=

teatro d’attore, con musica dal vivo e proiezioni · 8 - 14 anni · 1 ora

martedì 24 febbraio - ore 10Teatro Rasi

Teatro delle Briciole/Solares Fondazione delle Arti (Emilia Romagna)

Diluvio rock. Racconto di parole e musica

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Prenotazioni · Da martedì 30 settembre a giovedì 30 ottobre 2014 al numero 0544 30227, il martedì, il mercoledì, il giovedì dalle 9,30 alle 12; da martedì 4 novembre, fino al termine della rassegna, al numero 0544 36239 (martedì e mercoledì stessi orari, se c’è spettacolo, sarete richiamati). La prenotazione telefonica deve essere convalidata entro tre giorni, inviando via fax (0544 33303) il modulo di conferma. Le disdette dovranno essere comunicate telefonicamente e successivamente via fax entro e non oltre i 30 giorni precedenti la data dello spettacolo prenotato. In caso contrario si dovrà versare una penale di € 3 per ogni prenotato pagante presso gli uffici di Ravenna Teatro (via di Roma 39, Ravenna). Il pullman giunge presso le scuole di Ravenna circa 30 minuti prima dell’inizio dello spettacolo e 45 minuti presso le scuole del forese; si consiglia l’utilizzo dei mezzi pubblici per le scuole della città.Gli spettacoli di Drammatico Vegetale segnalati con l’asterisco (*) saranno rappresentati all’interno degli edifici scolastici, le classi interessate devono farne richiesta e concordare con l’organizzazione il giorno di spettacolo.

Spazi · Biblioteca Classense, via Baccarini 3, Ravenna · Teatro Rasi, via di Roma 39, Ravenna

Informazioni Ravenna Teatro (Sara Maioli) Teatro Rasi via di Roma 39 Ravenna, tel. 0544 36239, [email protected] · www.drammaticovegetale.com/schedeTR.html

Biglietti · Ingresso spettacoli al teatro Rasi e nelle scuole € 4,50. Ingresso Pin’occhio presso la Biblioteca Classense € 3,00. Trasporto € 3,50. Insegnanti e accompagnatori ingresso gratuito. Se si effettua il pagamento tramite bonifico bancario, andrà effettuato con una settimana di anticipo rispetto alla data dello spettacolo e non verranno rimborsati i soldi di eventuali bambini assenti.

Un piccolo uomo dal passo da pinguino entra in sala, si aggira nello spazio, è un po’ confuso, ha una valigia recuperata chissà dove, tenuta insieme da spago, è emozionato: vorrebbe parlare, arrivato sul proscenio, racconta di nuvole perdute, cieli e montagne, ma soprattutto di un grande uomo, piccolo giardiniere di Dio, della sua poetica resistenza e della sua ostinata generosità. Racconta dell’uomo che piantava gli alberi. Narrazione piccola piccola, ma di grande poesia con oggetti, è tratta dal libro di Jean Giono L’uo-mo che piantava gli alberi. Lo spettacolo è un piccolo gioiello narrativo in difesa della natura e dell’impegno civile, un messaggio d’amore per l’albero e il suo valore universale. Protagonista della storia è un angelo che protegge prima un clown, poi un pastore ed infine un barbone. Ma è il pastore e la sua meravigliosa occupazione ad essere al centro dello spettacolo, il suo nome è Elzeard Bouffier, pianta querce in una terra brulla e inospitale. Lentamente il mondo intorno a lui cambia, Elzeard ci insegna che basta un poco d’attenzione a ciò che ci sta intorno, per fare in modo che il mondo possa diventare anche se di poco migliore. Lo spettacolo, è diventato anche un progetto di forestazione Un Bosco in Paradiso che prende il nome dal quartiere Paradiso di Brindisi. L’impegno sociale per Thalassia significa anche chiedere a ciascuno di coltivare almeno un albero, la compagnia per questo darà ai bambini una ghianda e un foglietto con le istruzioni per farlo germogliare. Tema: natura, educazione ambientale, impegno civile · www.cooperativa-thalassia.it/ · http://www.youtube.com/watch?v=w4HN-L5aB5bA (promo) · http://www.youtube.com/watch?v=MZW6tFfgMMA (integrale)

teatro d’attore e oggetti · 6 - 10 anni · 1 ora

giovedì 26, venerdì 27 febbraio - ore 10Teatro Rasi

Thalassia (Puglia)Storia d’amore e alberi

I raggi sono le mie gambe. I pedali sono i miei piedi. Una volta raggiunta la velocità giusta mi trasporta come una corrente invisibile che non si ferma più. È bello andare in bicicletta tutto il giorno. Ma la notte? La notte, basta accendere la luce! Di notte, per vedere, nella mia stanza basta collegare la spina della lampada alla presa elettrica del muro e… clic! Con l’in-terruttore si accende la lampadina. Tre personaggi su due ruote intraprendono un viaggio surreale per illuminare il mondo in modo diverso: mettersi in sella e pedalare per accendere un’abat-jour, una strada, una stazione da cui parte un treno. Indossare un vestito che cambia colore e attraversare il vento e la pioggia. Uno spettacolo basato su una drammaturgia luminosa in cui, per accendere la luce, bisogna trasformare la propria energia pedalando su biciclette-generatori. Dopo aver raccontato storie con lampadine, fari e interruttori, il percorso di ricerca La Luce e il teatro de La Baracca - Testoni Ragazzi compie un nuovo passo: quello verso l’energia sostenibile. Un’occasione per sensibilizzare anche i più piccoli al tema del risparmio energetico. La Compagnia ha pubblicato La Carta dei diritti dei bambini all’arte e alla cultura premiata con la Medaglia dal Presidente della Repubblica italiana, adottata dal Comune di Ravenna in occasione del Festival Artebebè 2012.Tema: energia sostenibile · www.testoniragazzi.it · http://vimeo.com/user13958003/review/90235545/11a62530ff (password: Raggi)

teatro d’attore · 4 - 10 anni · 50 minuti

mercoledì 25, giovedì 26 marzo - ore 10 Teatro Rasi

La Baracca - Testoni Ragazzi (Emilia Romagna)Raggi di luce. Dinamo energia in movimento

In questo spettacolo alle teste di legno nella baracca classica, che raccontano fedelmente la favola di Perrault, si accosta una figura discreta di attore umano, poetica e non invadente, per leggere con semplicità la filosofia tra le righe della fiaba. In un racconto delle metamorfosi in cui un gatto si rizza sulle gambe e calza stivali, in cui un orco si trasforma in topo, può l’umile figlio di un mugnaio sposare la figlia del Re e diventare un gran signore? E il suo piccolo e spelacchiato gatto è destinato a essere un manicotto per l’inverno o, anche lui, all’improvviso può diventare… Può, può. Con questo spettacolo Cà luogo d’arte propone di fare il punto su un teatro non da bambini o per bambini, non da adulti o per gli adulti, ma un teatro infantile e popolare che possa essere recitato in teatro, sotto una statua al centro di una piazza, ai piedi di una montagna, in una fabbrica abbandonata. Uno scambio di sguardi e di attenzione. Un pensiero, un’isola galleggiante sulla rotta dell’artificio. Un teatro che non chieda silenzio, ma lo meriti.Tema: il riscatto della povertà nella fiaba · www.caluogodarte.com

teatro d’attore e di burattini · 3 - 8 anni · 1 ora

mercoledì 15, giovedì 16 aprile - ore 10 Teatro Rasi

Ca’ luogo d’arte (Emilia Romagna)Il gatto con gli stivali. O della povertà che si riscatta

Un colore che sporca una carta, una mano che fruga nella sabbia, un pezzo di legno che cade per terra e poche semplici parole. I si e i no attorno ai quali ruota l’eterno presente dell’infanzia: questo è bello questo è brutto, mi piace non mi piace, lo voglio non lo voglio. Il bambino guarda, ascolta, tocca tutto quello che ha attorno a sé e, facendo delle semplici scelte, scopre e interpreta il mondo; intanto cresce. Da un apparente banale “sì-no” costruisce, passo dopo passo, un mondo complesso di relazioni con le persone e le cose. Di questo parla Che si che no, cercando la sostanza o l’essenza delle cose, trascurando gli orpelli che rischiano di sommergere il bambino e trasformarlo da soggetto attivo della società in oggetto di consumo.Lo spettacolo racchiude il tema della scelta e della crescita attraverso di essa nella poesia e nella semplicità di acqua, sabbia, giochi di luce e coriandoli colorati.Che sì che no ha partecipato a numerosi festival in Spagna, Polonia e Italia, riscuotendo grande successo.www.drammaticovegetale.com · www.youtube.com/watch?v=zNadHGQj8g0

teatro di figura · 2 - 6 anni · 35 minuti

date da definire Saletta Mandiaye N’Diaye - Teatro Rasi

Drammatico Vegetale Che sì che no

“Brum. Cosa hai detto? Brum. Ah... brum... a dir la verità, non ho capito bene cosa volesse dire... anzi, non ho capito un bel niente”. Brum è una specie di parola, un oggetto, un colore, una luce, insomma... è. Brum è quella cosa che c’è prima della parola e che di essa ha già tutta la sostanza. E allora, questa specie di parola, per capirla bisogna in-terpretarla, guardando al di là dell’abitudine. Esiste un mondo del non detto, che per il bambino è il mondo del non visto, del non toccato, del non masticato, del non ancora scoperto che comincia a due passi dalle braccia della mamma e si dispiega al di là del buio della notte, quando con la coda dell’occhio, il bambino guarda indietro, sorride e butta il cuore oltre l’ostacolo. E’ in questi territori che si sviluppa il viaggio dello spettacolo, tra i colori delle emozioni e il cielo che piange e ride. Cose concrete da vedere, toccare, masticare, scoprire. Cose che fanno rumore, che fanno male, che prendono vita, che muoiono. Cose che raccontano una storia fatta di tante storie più piccole, curiose ed emozionanti. Mario Bianchi sulla rivista Eolo scrive: “Brum è uno spettacolo di assoluta poesia. Partendo dalle suggestioni visive dell’acqua che si riverber-ano su una tela bianca, i due animatori, accompagnati da una serie di musiche che vanno da Satie a Cage, alla compositrice Koro Izutegui, reinventano una specie di mondo immaginario dove l’infanzia regna sovrana e che si esprime con una sola parola brum, moto incomprensibile ma che racchiude spazi interpretativi immensi che il teatro rende visibili”. Lo spettacolo è stato rappresentato nei festival di teatro per la prima infanzia in Russia, Francia, Spagna, Svizzera, Italia.www.drammaticovegetale.com · www.youtube.com/watch?v=w17d_hOwSfM

teatro di figura · 2 - 6 anni · 35 minuti

all’interno degli edifici scolastici * - ore 10 Drammatico Vegetale Brum

Il nuovo spettacolo di Fabrizio Montecchi è stato tratto da Il cielo degli orsi di Dolf Verroen e Wolf Erlbruch. Il cielo degli orsi si compone di due storie. La prima ci racconta di un orso che svegliatosi da un lungo letargo, e soddisfatta la fame, si mette a pensare a come sarebbe bello essere un papà. Così, con tutto il coraggio di cui è capace, si mette a gridare in direzione del bosco: “Qualcuno sa dirmi come si fa ad avere un cucciolo?” Dopo un lungo cercare sembra che la soluzione stia in cielo... La seconda ci racconta invece di un orsetto, che è molto triste per la morte del nonno. Quando la mamma gli spiega che il nonno era molto stanco e ora è felice nel cielo degli orsi, dice: “Ci voglio andare anch’io”. E parte per il mondo alla sua ricerca... Per entrambi i nostri protagonisti, l’infinità del cielo sembra essere l’unico luogo in cui le loro domande possono essere soddisfatte, per poi accorgersi, alla fine del loro cercare, che è sulla terra, vicino a loro, che si trova la risposta. Infatti l’orso la trova in una bella orsa che gli compare al fianco e che indovina in un attimo i suoi pensieri. Insieme si pensa sempre meglio che da soli e così, all’approssimarsi della primavera, una soluzione la troveranno. Piccolo Orso invece la risposta la trova nelle rassicuranti certezze rappresentate dagli affetti familiari: nei genitori che si prendono cura di lui affinché superi il suo dolore e si convinca che la vita è, davvero, il suo più bel cielo. Il cielo degli orsi affronta temi delicati e profondi quali la nascita, la vita e la morte, con leggerezza e una grande capacità di sintesi. In scena Deniz Azhar Azari e Andrea Coppone, con le sagome di Federica Ferrari e Nicoletta Garioni e le coreografie di Valerio Longo.Tema: esistenza umana e il ciclo della vita · www.teatrogiocovita.it/ · https://vimeo.com/93981220 (integrale, password: TGVcielo_orsi)

teatro d’ombre, attore e danza · 3 - 7 anni · 50 minuti

giovedì 5, venerdì 6 marzo - ore 10Teatro Rasi

Teatro Gioco Vita (Emilia Romagna) Il cielo degli orsi

Sulla scena, una piccola e colorata aiuola: è quel che resta del parco. I personaggi che lo abitano sono eroi comuni che con piccole azioni cercano di salvarlo. Lottano per il parco e per i loro bambini ma soprattutto per un bisogno di natura che non deve essere negato a nessuno. Non hanno armi ma terra e semi. Note sulla trama: “...uno dei personaggi della nostra storia entra con una sedia, si siede e lascia che il vento, con dolcezza, lo accarezzi. Respira aria buona, quasi da mangiare. Possiamo immaginare davanti a lui delle montagne, il mare, un prato pieno di fiori. A volte noi abbiamo la for-tuna di essere come quel signore. E guardiamo le stelle, saltiamo in un prato, scomparendo nella natura. ...un altro personaggio entra cercando un tesoro: il tesoro del parco. Ma quali sono i tesori nascosti nei parchi? I bambini nascondono dei sassi, dei legni bruciati per disegnare, una pigna, una piuma, una bacca rossa, della corda... lui cosa troverà? ...poi c’è Flora... Flora ha così tanta immaginazione che riesce a immaginare un elefante nel parco. E anche una giraffa. Potevamo chiamarla Fauna. ...infine ci voleva il cattivo. Non l’abbiamo trovato. Abbiamo trovato l’egoista. L’egoista è entrato nella storia, si è preso un pezzo di parco e se ne è andato. Ma poi è tornato e si è preso un altro pezzo di parco. E così per tante volte, tanto che siamo rimasti senza fiori, senza tesori e senza più, nemmeno, il parco. Ma... abbiamo trovato dei semi... e c’era ancora vento... e la terra era ancora lì e... la storia è ricominciata.  E questa volta, abbiamo vinto noi!”.Lo spettacolo nasce grazie anche ai laboratori teatrali La natura è uno spettacolo promossi dal Teatro del Giglio e curati da Coquelìcot Teatro, nei quali  sono stati coinvolti gli alunni e le alunne di alcune Scuole della Provincia di Lucca. Dobbiamo a loro alcune suggestioni che si  tro-vano all’interno dello spettacolo: al loro modo di vedere il mondo e di intendere la natura. E di volerla proteggere.Tema: natura e rispetto dell’ambiente · www.coquelicoteatro.it · www.youtube.com/watch?v=XHEmwWGtr2E&feature=youtu.be

teatro d’attore · 6 - 10 anni · 50 minuti

giovedì 9 aprile - ore 10 Teatro Rasi

Coquelìcot Teatro / Teatro del Giglio (Toscana) Semi

Il pifferaio magico è una delle fiabe più conosciute dei fratelli Grimm e ci aiuta a riflettere sull’importanza dell’onestà di chi governa un Paese. I topi, son tanti, son troppi e arrivano a branchi e son dappertutto: nei letti e sui soffitti, nei cassetti e sui piatti; il cuoco li trova in cima alla torta, le lavandaie in mezzo al bucato. Pare che si siano dati convegno nel regno di Hamelin governato da gente avida e corrotta, pronta a sacrificare la città per arricchirsi. E il Re ha un segreto. Una grande e terribile invasione, la città è in rovina, la peste dilaga. La figlia del Re, ignara di tutto, supplica il padre di trovare una soluzione: si affiggono bandi e giungono, come in una fiera, imbonitori, inventori, ammazzaratti, ma tutto è inutile. Solo il suono del flauto fatato del pifferaio magico può riportare la speranza: con l’aiuto di sette bambini, sette come le note del flauto, la città sarà liberata per sempre, dai topi e dalle persone che ne usurpavano il potere. Alla fine, nella gabbia da circo, resterà l’esemplare più raro di tutta la razza topesca che i tre attori girovaghi condurranno sulle piazze, narrando ogni volta, al suono della fisarmonica, l’antica e affascinante leggenda del Pifferaio di Hamelin. Non solo una fiaba, dunque, ma un gioco di rime, di musica e di teatro e di sorprese scenografiche che coinvolge gli spettatori come avveniva un tempo su tutte le piazze dove la realtà si mescolava alla fantasia. Tema: fiaba e sviluppo del senso civico · www.accademiaperduta.it

teatro d’attore e musica dal vivo · 4 - 10 anni · 1 ora

mercoledì 29, giovedì 30 aprile - ore 10Teatro Rasi

Accademia Perduta / Romagna Teatri (Emilia Romagna) Un topo… due topi… tre topi. Un treno per Hamelin

Uno spettacolo per vivere l’emozione della paura, per misurare il coraggio e l’astuzia o trovare sollievo nella magia, sciogliendosi in una catar-tica risata. Il lupo nelle fiabe rappresenta l’ignoto, lo sconosciuto, è il simbolo di tutte le nostre paure. In questo racconto animato con pupazzi ed el-ementi scenografici di pezza, si ripercorrono alcune fiabe della nostra tradizione per raccontare la figura del lupo e le sue conseguenze nelle storie che attraversa. Starà a noi immedesimarci nelle avventure dei tre porcellini, i sette caprettini e fare tutti insieme il tifo per Cappuccetto Rosso. www.drammaticovegetale.com

teatro di figura e narrazione · 3 - 7 anni · 45 minuti

all’interno degli edifici scolastici * - ore 10 Drammatico Vegetale Cappuccetto, il lupo e altre storie

Uno, due, tre, cinque, dieci, trentatrè… In principio, in mezzo al nero c’è il bianco, poi viene il rosso e a seguire il blu. Infine appare il giallo. Questa è una semplice storia di colori che sembra ricavata da un quadro di Piet Mondrian. Sì, è vero, ma c’è dell’altro. Uno, due, tre..., non è proprio un quadro… forse lo possiamo definire un affresco a tre dimensioni raccontato da due attori di poche, anzi pochissime parole. Senza parole… loro parlano di cielo e mare, di cose della vita e della meraviglia di sorprendersi per il volo di un uccello, per un pesce che guizza nell’acqua, per una palla che rotola. E dire che tutto comincia con un tizio che sbuccia una mela e alla fine si accorge che la luna è una lam-padina. www.drammaticovegetale.com · http://www.youtube.com/watch?v=VSenKTNHHho

teatro di figura · 2 - 6 anni · 40 minuti

all’interno degli edifici scolastici * - ore 10 Drammatico Vegetale Uno, due, tre...

Per insegnanti e operatori della scuolagennaio - febbraio, ore 15.30

Saletta Mandiaye N’Diaye - Teatro RasiSiamo asini o maestri? 4 Incontri formativi

lunedì 19 gennaio

lunedì 9 febbraio

lunedì 2 febbraio

giovedì 26 febbraio

Paolo Valli e Katarina Janoskova - L’asina sull’isola Niente paura, sono solo ombre

Daniel Gol e Alessandro Nosotti - Teatrodistinto La voce del corpoGiacomo Verde Teleracconto il racconto

Luigi D’Elia - Thalassia Teatro Il teatro della natura