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Ufficio stampa Rassegna stampa domenica 17 febbraio 2013 Pagina 1 di 92

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Ufficio stampa

Rassegna stampadomenica 17 febbraio 2013

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Il Resto del Carlino Ravenna

Corriere Romagna Ravenna

INDICE

Prima pagina17/02/13 Prima pagina 5

Viaggio nei capolavori nati al confine fra genio e pazzia17/02/13 Turismo, Cultura, Spettacoli 6

«Sono stata alle primarie Ma turandomi il naso»17/02/13 Politica 8

«La situazione è critica L’unica arma è votare»17/02/13 Politica 9

«I vecchi si facciano da parte Più spazio per i giovani»17/02/13 Politica 10

I diciottenni al voto. Delusi, curiosi. E anche indecisi17/02/13 Politica 11

«A scuola spesso si litiga Matutti meritano rispetto»17/02/13 Politica 12

Coop Adriatica appoggia Seaser E scoppia l’ira dei condòmini17/02/13 Economia e Territorio 13

Per la presenza all’estero ecco il temporary manager17/02/13 Economia e Territorio 14

Incontri, cene e mercati: tutto fa politica17/02/13 Politica 15

Pochi treni, meno coincidenze La rabbia dei pendolari17/02/13 Trasporti 16

Romea vecchia, la ciclabile promessa e mai realizzata17/02/13 Viabilità 17

Sicurezza sul lavoro: le nuove norme17/02/13 Economia e Territorio, Lavoro 18

Prima pagina17/02/13 Prima pagina 19

Professionali, “matricole” a rilento17/02/13 Istruzione 20

I genitori bocciano il trasferimento17/02/13 Istruzione 21

«Modificare il patto di stabilità dei Comuni»17/02/13 Politica 22

Bersani: «Vasco Errani è una risorsa per il Paese, si vedrà in che modo»17/02/13 Politica 23

La Cisl incontra i candidati locali alle elezioni politiche17/02/13 Politica 24

In breve17/02/13 Politica 25

Lavoro: la “ricetta” di Ridolfi, candidato al Senato17/02/13 Politica 26

«La recinzione anti piromani mette a rischio gli animali»17/02/13 Ambiente 27

«Sondaggi Enel, periti gratis»17/02/13 Ambiente 28

Due nuove reti irrigue in arrivo nel Faentino17/02/13 Agricoltura, Ambiente 29

Se la follia dona le ali alla chiaroveggenza17/02/13 Turismo, Cultura, Spettacoli 30

Claudio Spadoni: la straordinaria arte al margine del mondo17/02/13 Turismo, Cultura, Spettacoli 33

«Si deve investire per mostrare il nostro patrimonio al mondo»17/02/13 Turismo, Cultura, Spettacoli 35

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La Voce di Romagna Ravenna

Corriere della Sera

Il Resto del Carlino

Il Sole 24 Ore

Tra normalità e follia, ecco il genio17/02/13 Turismo, Cultura, Spettacoli 37

Prima pagina17/02/13 Prima pagina 38

Turismo in Romagna, Babbi è ottimista “Ma nessun molli”17/02/13 Economia e Territorio, Turismo, Cultura, Spettacoli 39

50&PIÙ - CONFCOMMERCIO17/02/13 Economia e Territorio 40

CISL E POLITICHE17/02/13 Politica 41

Alloggi ex Anic: un destino da dormitorio17/02/13 Cronaca 42

Italia Futura anche a Ravenna17/02/13 Politica 43

Pineta, spuntano le recinzioni (e i primi dubbi)17/02/13 Ambiente 44

Morigia, i genitori mettono le cose in chiaro17/02/13 Istruzione 45

NOBILI (FORESTALE) ‘RETI BEN COLLOCATE A PASQUA ARRIVANO I CANCELLI’17/02/13 Ambiente 46

Le Antiche carceri e la Galleria Dante17/02/13 Cronaca 47

Grandi invasi d’acqua per battere la siccità tra Villa Vezzano e Zattaglia, Tebano e Serra17/02/13 Agricoltura, Ambiente 49

Il ruolo dell’architettura contemporanea17/02/13 Edilizia e Infrastrutture 50

Domande17/02/13 Turismo, Cultura, Spettacoli 51

Scarso rispetto per chi voterà17/02/13 Politica Nazionale 52

I leader alla battaglia dei sondaggi17/02/13 Politica Nazionale 53

Napolitano: ingerenza? Parole gratuite e infondate E la Casa Bianca: neutrali17/02/13 Politica Nazionale 55

Monti e gli scandali: ho fatto saltare il tappo Duello tra Grillo e il Pd17/02/13 Politica Nazionale 56

Authority ed enti, i (troppi) incarichi ai magistrati17/02/13 Pubblica Amministrazione 57

Macroregione, partenza a passo lento17/02/13 Politica Nazionale 58

Follemente artisti17/02/13 Turismo, Cultura, Spettacoli 59

La guida17/02/13 Turismo, Cultura, Spettacoli 60

Una politica industriale per la cultura17/02/13 Turismo, Cultura, Spettacoli, Economia Nazionale 61

«In fumo lo stipendio di un mese E ora si risparmia anche sul cibo»17/02/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 62

Il saccheggio dell’Imu, imprese in ginocchio17/02/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 63

Per artigiani e commercianti aggravio di oltre 1.700 euro17/02/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 65

Nessuno compra più casa Il mattone ha perso 10 miliardi17/02/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 66

Bonaccini in pole per il dopo Errani17/02/13 Politica Nazionale 67

«Berlusconi europeista, lo dicono i fatti»17/02/13 Economia Nazionale, Politica Nazionale 69

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La Repubblica

La Stampa

Il Capitan Fracassa dell’antipolitica17/02/13 Politica Nazionale 71

RIUSCIRÀ A GUARIRE LA CHIESA FERITA?17/02/13 Politica Nazionale 73

Quirinale e Casa Bianca contro il Pdl “Polemiche infondate e gratuite nessuna ingerenza da parte Usa”17/02/13 Politica Nazionale 76

L’ultimo strappo tra Barack e Silvio “Non siamo ai tempi della guerra fredda”17/02/13 Politica Nazionale 77

Lo tsunami di Grillo invade Torino17/02/13 Politica Nazionale 79

Nuova Tangentopoli Monti: il tappo è saltato grazie al rinnovamento17/02/13 Politica Nazionale 80

Corruzione spa non conosce crisi il giro d’affari è di 60 miliardi17/02/13 Economia Nazionale, Politica Nazionale 81

RAVENNA17/02/13 Turismo, Cultura, Spettacoli 82

RECESSIONE MORALE PIAGA DELL’UE17/02/13 Economia Nazionale, Politica Nazionale 83

Il Colle irritato con il Pdl: accuse gratuite17/02/13 Politica Nazionale 85

Monti: le uniche novità siamo io e Grillo17/02/13 Politica Nazionale 86

Il ritorno di Berlusconi “Via al Ponte sullo Stretto”17/02/13 Politica Nazionale 88

Bersani non teme il recupero “Smacchieremo il giaguaro”17/02/13 Politica Nazionale 89

Grillo commosso in piazza a Torino “In tv? Solo Sky”17/02/13 Politica Nazionale 90

Maroni:un patto per la Macroregione17/02/13 Politica Nazionale 92

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Mentii al voto per la prima volta te Alle pagine 4•5

Protesta in stazione

I pendolari insistono «Più treni»

A pagina 11

Viabilità

A Classe sognano la ciclabile ce A pagina 11

11 4Ginannig

A pagina 14

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Il

• ‘t. Alleanza Seaser-Coop Adriatica

Marinara, assemblea incand.eseente

A panina 8

17/02/2013 press unE il Resto del Carlino

RAVENNA Direttore Responsabile: Giovanni Morandi

Periodicità: Quotidiano

Tiratura: n.d.

Diffusione: n.d.

I..utiarizt a 3ittriartix di Radia e Alessandra Grulsaninì

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Tutte Il mesa di Físbbrobs can le specialità: Baciala' e pesci in Perite

Bella ella Ferrari. Ma è taroccata

Domenica 17 febbraio 2013 www.itrestodeicartino.itiravenna

cronaca.ravennaCg)itcarlino.net [email protected]

Redazione: via Salare 'O, 48121 Ravenna - 'rei. 0544 249611 •- Fax 0544 39015 t Pubblicità: S.P.E. - Ravenna - L.B. Alberti, 60 - lel. 0544 278065/ Fax 0544 270457

IL COMMENTO di ANDREA DECIDI

Sequestrato dalla Polstrada un modello ricavato da -una vecchia Ford Cougar rrhlti:riale e a pagina 7

na U rata ta grande mostrade Mr onere d:nnn;t;nr. :«AUe pagine 2-3 i indecisi e speranzosi

LA PASSIONE SCOLORITA

ARA Perché il Porcellum' legge elettorale che ovvitnnente, solo ai

candidati blindati. Sarà perché fa gente non riesce a capire il motivo per cui non può scrivere 1.01 1(00 sulla scheda di chi vorrebbe matzdare negli scranni Parati romani. Sorci perché da anni, ogni giorno, te e

notidtani mostrano i due vo lti de/l7/ali quella che tira fa cinghia e quella che a bordo del Transatlantico difende i propri privilegi. Sarà anche per questo che ci siamo meritati lo spiacevole fenomeno dell'autipolitica. E il risultato e

fuori: un paese stremato e iuta campagna elettorale moscia. in casa, Pd lo slancio si è esaurito nelle fbcose primarie di dicembre, poi stop. Game 0/ '(7 tutto deciso, spazio alla roatine. .4,1a non con /a rpatirw che si riconquistano gli elettori, servono idee, passiorK giovani che venerdì hanno bruciato i 'atm/figli in piazza sbagliano, eppure il loro non è rii esto sott( ;valutare. Significa: non ne possiamo ph/

ariowa ditica. di e juolsiasí colore sia, delVesempio che 1.9oi grandi date a noi ragazzi. (bine a Pim. alzatevi da quella poltrona piena di privilegi, dimostrate di meitarvekr„ politici ravennati che andranno

Roma avranno ano grande responsabilità, Perché nessuno PI rdonerà a loro più nulla.

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DOVE E QUANDO

Tem i La mostra, inaugurata ieri at Museo d'arte della città di via di Roma, sarà ape a al pubbtico da oggi al 16 giugno. Info.: 8544 482356, 482477

4112351

k:13:9gl>"°

k\\\ A TU PER TU CON MORENI

' Perché L'arte ufficiale ad un certo punto attinge a queste fonti anomale?

CLAUDIO SPADONI, DIRETTORE SCIENTIFICO DEL MAR

Fino al 31 marzo

GU orari

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17/02/2013 press LinE il Resto del Carlino

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Periodicità: Quotidiano

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Viaggio nei capolavori nati al confine fra genio e pazzia Inaugurata la mostra del Mar. Un'esposizione insolita ma affascinante. Che ,farà parlare di sè

CHE SI TRATTI di una mo-stra insolita è evidente anche dai dettagli, come le targhette esplicative delle opere. Tradizio-nali quelle degli artisti ufficiali: nome, data di nascita e morte, ti-tolo. Poi ci sono le al Ire, quelle riferite ai 'folli', agli sconosciuti, a quelli che hanno vissuto nei. manicomi. E qui la faccenda cambia: c'è una piccola foto in bianco e nero e una biografia ri-dotta all'osso. Il necessario per provare a immaginare i percorsi di dolore, emarginazione e alie-nazione di questi uomini e don-ne. Perché è in questi due mon-

GLI ARTISTI Accanto agli artisti 'pazzi' e per Lo più sconosciuti, nomi come Bosch, Bacon, Dalì

di, dell'arte ufficiale e dell'arte che si muove Sorclerline.

Artisti tra normalità e follia. Da Bosch a Dalì, dall'Art Brut a Ba-squiat', la nuova grande mostra del Museo d'arte della città aper-ta da oggi al 16 giugno, Ieri all'inaugurazione sono in- terven tu ti i curatori: Claudio Spadoni, direttore scientifico

del Museo, Giorgio Bedoni, psi-chiatra e docente dell'Accade-mia di Brera e Gabriele Mazzot-ta. «Questa — sottolinea Bedoni — è una mostra di ricerca, ma è anche ricca di poesia, di emozio-ni e racconta storie del nostro tempo, di guerra, alienazioni».

ECCO allora all'inizio opere di Bosch, Bruegel, Gova, Max Klinger e Géricault. Il percorso prosegue attraverso sezioni te-matiche nelle quali artisti uffi-ciali e 'folli' si guardano. Ci so-no Dubuffet, Bacon, Klee, l'azio-nismo viennese. E ancora Enri-

co Baj, Basquiat, Pablo Echaur-reti, Ligabue, Sebastian Matta, Mattia Moreni. Per citarne alcu-ni. Ma l'occhio rimane colpito anche da altre opere: il grande disegno a inchiostro di Madge Gill, figlia illegittima dell'età vi l-toriana, vissuta in isolamento per gran parte dell'infanzia. O gli sgargianti lavori di Aloise Corbaz, fàtta internare nel 1918 dalla famiglia, incapace di accet-tare l'esaltazione con cui la don-na manifesta i suoi sentimenti religiosi, pacifisti e umanitari. E con-loro molti altri. Spadoni, ci-tando una riflessione di Argan

GLI OBIETTIVI Mazzotta: «Con questa mostra l'arte dei 'folti' è stata liberata»

su che cosa sia l'arte, se istinto o cultura, è convinto che lo studio-so abbia voluto ignorare la possi-bilità che queste due componen-ti possano convivere.

«ARGAN — dice — non si è mai occupato di Art Brut, farlo avrebbe voluto dire affrontare un problema. Perché infatti gli

artisti ufficiali sentono l'esigen-za, a un certo punto, di attingere a queste fonti anomale, chiaman-dole nei modi più disparati, co-me primitivismo o infantili-smo? Questa è una domanda a cui cercare di rispondere». Per Mazzotta cori questa mostra l'ar-te dei 'folli' e i suoi protagonisti sono stati liberati: «Il confine tra questi due mondi quasi non esiste più, siamo arrivati all'era Basaglia». La mostra è stata realizzata gra-zie al contributo della Fondazio-ne Cassa di Risparmio.

Annamaria Corrado

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martedì -venerdì 9-18, sabato, domenica 9-19. DaL I aprILc mart. giov. 9-13 venerdì 9-21, sabato, domenica 9-19

• Tutti i sabati e te .:.domeniche atte 16.30

sita guidata alta mostra •.at.rprenotazione. Ingresso e visita 12 euro. In fo. 044 482487

btato 9 euro, ridotto 7 curo. Studenti, accademia, università e insegnanti 4 euro. Vanerdì sera aperitivo e visita guidata 15 euro Pagina 2

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press unE Periodicità: Quotidiano

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17/02/2013 il Resto del Carlino

RAVENNA

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17/02/2013 press LinE il Resto del Carlino

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SCONCM7:T,*.

«Sono stata alle primarie Ma turandomi il naso»

Chiara D'Anzieri, faentina

studia in una scuola privata inglese

Leggere «Leggo soprattutto su internet col mio tablet quotidiani di destra e sinistra per farmi un'idea dette diverse opinioni»

CHIARA D'Anzieri è di Faenza e studia per diplomarsì in una scuola privata inglese. A 19 anni, si prepara a presentarsi per la pri-ma volta al voto.

L'Italia attraversa un momen-to delicato, e tu voti per la pri-ma volta: senti k responsabi-lità?

«Sì, e la dovrebbero sentire tutti. A dire il vero ho già votato alle pri-marie del centrosinistra, ma que-ste sono le mie prime elezioni 've-re'».

A questo punto è superfluo chiederti per chi voterai—

«Se gli italiani riflettessero meglio su quello che fanno quando è L'ora di votare l'Italia sarebbe un Paese diverso

«Per il Pd, anche se Bersani mi convince molto poco: diciamo che lo considero il minore dei ma-li. Anche alle primarie l'ho votato turandomi il naso».

Come stai vivendo questa «Impugna elettorale?

«Mi informo principalmente su Internet: con il mio tablet, leggo i giornali di destra e di sinistra, per fiumi un'idea delle diverse opinio-ni»,

Podi di politica con i tuoi coe-tanei?

«Poco, anche perché frequento so-prattutto persone più adulte: nel mio gruppo di amici siamo tutti più o meno d'accordo nel dire che questa situazione del paese ce la siamo andata a cercare».

In che senso? «Se gli italiani non si facessero 'in-finocchiare' quando è il momen-to di votare, se riflettessero me-glio su quello che fanno, credo l'Italia sarebbe un paese diverso da com'è oggi».

L'ANALISI

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Ez,,3ANSOSS

«La situazione è critica I :unica arma è votare»

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VaLentína Conti' Studentessa al liceo scientifico

Mi informo attraverso i giornali e internet Ma non seguo Le vicende Locali

VALENTINA Conti, faenti-na di 19 anni, frequenta l'ulti-mo anno del liceo scientifico.

Stai seguendo k campa-gna elettorale?

«Sì, mi sto interessando abba-stanza: mi informo attraverso i giornali, i siti Internet, in-somma sono in:lnnata sulle notizie principali».

Cosca pensi del futuro del

«Penso che la situazione sia cri-tica. L'unica cosa che possia-mo fare è dare il nostro contri-buto attraverso il voto. Non ci rimane altra arma».

E tu hai già deciso? «Sì, voterò per il Pd. Non cre-do alla classica propaganda 'Abbassiamo le tasse'».

Oltre dio politica naziaraa-le, segui anche quella loca-le?

«Non molto: più che altro mi informo sui temi nazionali».

Conosci candidati raven- nati e faentini in lizza?

«No. A dire il vero, so solo il nome del sindaco».

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ARRAfiATO

«I vecchi si facciano da parte Più spazio per i giovani»

HIRI Focaccia, studente di Ra-gioneria, è uno dei due raven-nati che compiranno gli anni proprio il 24 febbraio.

Andrai o votare il giorno del tuo compleanno?

«Voterò, ma probabilmente il 25».

Hai già fatto la tua scelta? «Sì, darò il mio voto ai grillini: tutti i partiti mostrano buoni propositi, ma loro, a differenza degli altri, stanno cercando di fare qualcosa di concreto».

Con i tuoi coetanei, o scuo-la, parli di politica?

«Con i miei compagni non molto, con i miei amici del li-ceo un po' di più».

Da quasi-diciottenne, cosa ti aspetti dal nuovo gover-no?

«Mi sembra che l'Italia sia un

iure Focaccia Studente di Ragioneria

Con miei compagni non ne parto motto Un po" di più con gti amici che vanno al Liceo

'mangia-mangia' generale: ba-sta guardare al caso Montepa-scii', una vera tragedia. L'uni-ca cosa che chiedo è che i vec-chi si facciano da parte: ci vuo-le più spazio per noi».

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I di,iottenhi ai voto Deuo

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Sono chiamati al vo in tutto 296.683 cit adiri Nel. 2008 erano 299,78

Ma Lo scarto sarà in parte colmato dai chi

compirà i 18 anni nei prossimi giorni

140 i nuovi elettori I maschi sono

in netta maggiora€ za. sono ben n

mentre te femmine 63

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Alle ultime elezioni politiche del 2008

L'affluenza fu relativamente

alta: alle urne si presentò l'86,73

per cento degli elettori

Nel comune di Ravenna sono

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I diciottenni al voto. Delusi, curiosi. E anche indecisi Venerdì alcuni ragazzi hanno bruciato i manifesti elettorali. Ma c'è chi crede ancora nella politica

dì FRANCESCO MONTI

SE UN CENTINAIO di studen-ti sfilano per la città gridando slo-gan contro tutti i partiti e dando fuoco ai manifesti elettorali, è au-tomatico chiedersi come gli stu-denti stiano vivendo questa cam-pagna elettorale. Al di là dell'indi-gnazione dei vertici del Poli, bersa-gliato dai manifestanti, I collettivi studenteschi scesi in strada due giorni fa incitavano al non voto, ma gli stessi partiti istitituzioni tutt'altro che popola-ri fra le fasce giovanili della popo-lazione sanno che la caccia al voto 'under 25' può essere decisi-va in un senso o nell'altro. Il Mo-vimento 5 stelle conta di spopola-re fra gli studenti del nostro terri-torio, i gruppi giovanili organizza-ti di Pd e Pdl cercano di fare nuo-vi proseliti, perfino la coalizione Monti (non proprio un'icona del giovanilismo) mette in campo, in Romagna, volti freschi.

NON pochi tra quelli che qualcu-no chiama «i giovani» — catego-ria nebulosa per la quale tutti i partiti e i candidati dichiarano di essere estremamente preoccupati — tra una settimana si presente-ranno alle urne per la prima vol-ta: sono infatti passati quasi due anni dall'ultimo turno elettorale

che ha coinvolto il territorio ra-vennate (a esclusione di Riolo Terme, unico comune in cui si è votato nel 2012). Nel solo capoluo-go, i cittadini che potranno vota-re per la prima volta sono 140: 77 maschi e 63 femmine. Tra loro, due compiranno 18 anni proprio il 24 febbraio, giorno in cui si apri-ranno le urne, e altri due il giorno prima.

INTANTO la Prefettura, come per ogni elezione, ha raccolto le ci-fre relative al corpo elettorale. Al momento gli aventi diritto al voto per la Camera in provincia di Ra-venna sono 296.683, di cui 142.172 maschi e 154.511 femmi-ne. Per il Senato, sono chiamati al-le urne 278.778 cittadini di alme-no 25 anni di età (133.078 uomini e 145.720 donne). Nelle elezioni legislative del 2008, gli elettori per la Camera erano 299.785, e al voto si presen-tò l'86,73 per cento degli aventi di-ritto. Per il Senato, gli aventi dirit-to erano 282,812. Il calo rispetto a cinque anni fa è però solo apparente: le cifre della Prefettura sono infatti aggiornate al quindicesimo giorno prima dell'apertura delle urne, e quindi sono destinati a essere ritoccati al rialzo, dato che un certo numero di cittadini compie i 18 anni pro-prio in queste due settimane.

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«A scuola spesso si litiga Ma tutti meritano rispetto» IIUNA Varesco, studentessa ravennate di 18 anni, ha già le idee chiare: voterà per il Movi-mento 5 stelle.

COSC4 ti piace della propo-sta politica dì Beppe Gril-lo?

«È un movimento nuovo. An-che loro non saranno così per-fetti, ma mi fido più di una pro-posta nuova che delle solite fac-ce».

Ce~ 'sparate' del comico non ti sembrano eccessi-ve?

«Non condivido tutto quello che dice Grillo, ma il movi-mento ha idee valide. Del re-sto, per chi altro potrei votare? Certamente non per la destra, ma anche la sinistra non ha idee, e il Partito democratico di Bersani si è coalizzato con Monti».

Quel è k tua opinione sul governo uscente?

«Trovo sbagliato dare tutte 12 colpe a Monti: troppi dimenti-cano che, prima di lui, ci sono stati altri, e per molto pii tem-po».

Discuti di politica con altri ragazzi della tua età?

«Molto spesso, soprattutto con chi non la pensa come me:

hlna Varesco Studentessa

Ho discussioni accese con chí ha idee diverse Ma con te mie amiche

dialogo è più tranquillo

spesso a scuola si litiga sui te-mi politici. Diverse mie ami-che hanno opinioni diverse dalle mie, ma con loro il dialo-go è più tranquillo».

Cosa pensi della manife-stazione di venerdì, in cui sono stati bruciati manife-sti dei partiti?

«Secondo me è stata eccessiva: anch'io sono in disaccordo con quelle parti politiche, ma se si vuole essere rispettati bisogna anche rispettare gli altri, parti-ti compresi. La politica fa già abbastanza schifo di suo, non peggioriamo ulteriormente le cose».

17/02/2013 press unE il Resto del Carlino

RAVENNA Direttore Responsabile: Giovanni Morandi

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IN ATTESA Due immagini di Marinara

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17/02/2013 press LinE il Resto del Carlino

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Coop Adriatica appoggia Seaser E scoppia l'ira dei condòmini. La strana alleanza ha acceso l'assemblea (li ieri

INFUOCATA assemblea ieri, a Marina, dei condòmini di Marina-ra, titolari dei diritti di superficie per quanto riguarda appartamenti ed esercizi commerciali. I presenti erano una settantina, fra cui anche un avvocato di un rinomato studio di Bologna delegato da Seaser, la so-cietà concessionaria.

A SCALDARE l'assemblea sono stati l'atteggiamento del delegato di Seaser, ma ancor di più quello di Coop Adriatica, condomino al pari di tanti altri cittadini. Il legale bolo-gnese ha svolto un intervento in premessa disconoscendo l'assem-blea e anche l'amministratore del condominio, Claudio Minguzzi

che pure è stato nominato dal tribu-nale nel giugno scorso e annuncian-do voto contrario su tutti i punti all'ordine del giorno, ovvero l'ap-provazione del bilancio preventivo e delle tabelle millesimali, la proro-ga dell'incarico a Minguzzi fino al 31 dicembre, la stipula della poliz-za assicurativa dei fabbricati, l'affi- damento dell'incarico ai manuten- tori, i rapporti con Seaser e l'appro-vazione del regolamento della pisci-na. I condomini, ad eccezione di Coop Adriatica, hanno contestato l'atteggiamento di Seaser e al rap-presentante è stato fatto notare che il disconoscimento dell'assemblea lo privava del diritto di voto e che il mancato riconoscimento dell'am-

IL NODO CHE FA DISCUTERE La cooperativa ha sostenuto Seaser, che contesta Lo scorporo fra concessioni

ministratore poteva costituire rea-to. Seaser ha anche sostenuto che la responsabilità dell'indebitamento (al 31 dicembre 2012 è di 61 milio-ni) è da attribuirsi «ai condòmini per il mancato pagamento delle spe-se di condominio». Gli è stato fatto notare quanto suonasse incredibile tale affermazione in considerazio-ne dell'esiguità delle spese condo-miniali rispetto al gigantesco inde-

bitamento. Il delegato Seaser ha poi cercato di ostacolare le votazio-ni sui vari punti all'ordine del gior-no, tanto che qualcuno dei presenti stava per chiamare i carabinieri. Sorpresi i condomini dal comporta-. mento di Seaser, ma non più di tan-to, essendo noto da tempo l'immo-bilismo della società concessiona-ria, anche a causa della conclamata insolvenza, che impedisce l'effetti-vo lancio dì Marinara; la sorpresa più grande per i condòmini è venu-ta invece da Coop Adriatica che si è allineata agli interventi di Seaser e ha annunciato l'astensione su tutte le delibere (comunque approvate a maggioranza con due voti contra-ri).

Coop adriatica ha sostenuto la posi-zione di Seaser che contesta la pos-sibilità dello scorporo fra la conces-sione a mare e quella a terra che è uno dei punti di forza dei condomi-ni che in tal modo puntano a una gestione autonoma della parte a ter-ra dì Marinara.

«INCREDIBILE questo atteggia-mento di Coop Adriatica che crede-vamo vicina a tutti noi piccoli pro-prietari. La scommessa di Marina-ra si può vincere stando uniti, ma se un colosso come Coop Adriatica sì schiera contro di noi, non sappia-mo quale potrà essere il futuro» hanno commentato i condomini.

Carlo Raggi

IL BUCO NERO

MILIONI DI DEBITO

La cifra risate aL dicembre 2012. Sease

dice che la lit e «del manca i

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Z.X.~T INIZIATIVA DELL'EUROSPORTELLO

Per la presenza all'estero ecco il tempora ry manager PARTE la nuova edizione del Temporary Export Manager. Gra-zie a questo progetto, l'Azienda Speciale Sidi Eurosportello, U nioncamere Emilia Romagna ed il sistema camerale regionale offrono uno strumento personaliz-zato alle imprese interessate ad av-viare o consolidare la propria pre-senza all'estero. Il progetto prevede l'inserimento temporaneo in azienda, attraver-so un tirocinio formativo, di una risorsa junior che opererà in coor-dinamento con i vertici dell'im-presa, l'assistenza di un funziona-rio camerale ed una risorsa senior consulente professionista este r-no. Il consulente, il cosiddetto

temporary export manager, mette-rà a fuoco e realizzerà, in accordo con il management aziendale, il piano di internazionalizzazione. «Nel 2012 il progetto è stato rivol-to a tre imprese della provincia di Ravenna -- spiega Giovanni Casa-dei Monti, direttore dell'Euro-sportello della Camera di Com-mercio di Ravenna — ed al termi-ne del percorso, che ha permesso alle imprese di sviluppare un ap-proccio specifico di penetrazione dei mercati prescelti due imprese hanno assunto la risorsa junior che durante i sei mesi aveva lavo-ralo in azienda». Informazioni: Eurosportello, Cinzia Bolognesi, tel. 0544-481415, cinzia. [email protected]

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VERSO LE SLEMON1 STAMATTINA I CANDIDATI DEL PDL A RUSSI

Incontii, cene e mercati: tutto a nolitica Oggifina giornata di incontri per Sefi idem e Alberto Pagani

INTENSA giornata ieri, per la campagna elettorale del Pd. A sa-la D'Attorre di Casa Melandri, si è tenuto un incontro con i capoli-sta del Pd in Emilia Romagna al-la Camera, Dario Fnineesehini, e al senato, Josefa Idem. Entram-bi hanno poi partecipato alla cena di autofinanziamen lo, organizza-ta dal circolo Pier Paolo D'Attor-re. Successivamente Franceschi-ni e Idem si. sono spostati. a Grana-roto Faentino, al circolo Arci di viale Donati 7, per portare il pro-prio saluto alla cena di autofinan-ziamento del Pd, «Più lavoro e più salario — ha in-vece sostenuto il candidato del Pdl, Rodoldo Ridolfi sono pos-sibili anche nelle condizioni diffi-cili del tempo presente. E lo si può fare anche dando particolare attenzione a giovani, donne, an-ziani, disabili e più in generale al-la dimensione umana nell'econo-mia. A partire dalla famiglia e dal-la cura dei figli. Dobbiamo libera-re i lavoratori e le imprese da ogni freno ideologico che produce soltanto rigidità e formalismi — e dal sovraccarico fiscale». Il Il-tentino Mauro Monti, candi-

LEGA A RUSSI Marabini e Monti

dato della Lega Nord al Senato, ie-ri mattina è stato in piazzetta Dan-te con un banchetto. Con lui, a in-contrare i cittadini di Russi, la se-gretaria locale del movimento Ma-ria Marabini e alcuni militanti. Lavoro, sicurezza e territorio i problemi di cui hanno discusso

coi cittadini, mentre distribuiva-no il libretto del loro programma 'Prima il Nord'.

OGGI SEFI IDEM sarà al cen-tro di un incontro pubblico che si terrà nella biblioteca Valginfigli di S.Stefàno (alle 11). La capolista

al senato sarà poi al pranzo propo-sto a Carraie (ore 12,30, via Cella 556). Altri incontri: il consigliere regionale Miro Fiamme- righi prenderà parte al pranzo di autofi-nanziamento organizzato dal cir-colo Pd di Sant'Alberto-Mandrio-le, in programma alle 12.30 nella sala Pd di via Nigrisoli 11, appun-to a Sant'Alberto. Nel pomeriggio il circolo di Pun-ta Marina Terme offre l'opportu-nità di incontrare i candidati Sei Idem e Alberto Pagani: ci si ritro-va alle 17, nella sala sopra al Bar Centrale, in viale dei Navigatori 33. Attorno alle 20 i due candida-ti e il consigliere regionale Fiam-menghi, saranno poi nel gazebo della parrocchia di Roncalceci, per un altro incontro con gli elet-tori, organizzato dal circolo delle Ville Disunite, Altra giornata di appuntamenti anche per i candidati del Pdl. Alle 11 Rodolfo Ridolfi, Alberto An-carani e Paolo Savelli saranno in piazza Dante a Russi per il tradi-zionale comizio. Alle 16 un gaze-bo sarà installato in piazza Costa per informare i cittadini sui pro-grammi e modalità di voto.

BANDIERE CONTRAPPOSTE Sopra Sefi Mero con Dario Fanceschini ieri a Casa Meiandri, A destra Ridolfi in piazza Sighinoifi

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REFERENTE Sirnona Sirnoriceiii rappresenta i pendoiari di RomBo

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17/02/2013 press une il Resto del Carlino

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FERRO'JM IERI LA MANIFESTAZIONE NELL'ATRIO DI PIAZZALE FARINI

Pochi treni, meno coincide La rabbia dei pendolari

Fari puntati sulla Rimini-Ravenna-Bologna e viceversa

IL TEMA del trasporto ferrovia-rio continua a tener banco. Dopo la soppressione del treno avvenu-ta giovedì scorso, in seguito al fur-to della valigetta del capotreno sul regionale Bologna-Rimini, i comitati dei pendolari hanno de-ciso di mobilitarsi contro i fre-quenti disagi e la carenza del servi-zio ferroviario in provincia di Ra-venna. Così ieri mattina alle 10 si sono da-ti appuntamento nell'atrio della stazione di Ravenna per manife-stare. A fronte di una scarsa pre-senza di pendolari, è stata invece molto massiccia quella della varie rappresentanze politiche. Hanno infatti preso parte all'iniziativa, spendendo anche alcune parole in merito all'odierna situazione ferroviaria, l'assessore provinciale ai Lavori pubblici Secondo Valgi-migli e il candidato alla camera per Sei Giovanni Paglia.

QUATTRO le tratte fondamenta-li su cui si è soffermata Simona Si-moncelli, referente ravennate del comitato di pendolari emiliano-romagnoli RomBo, per poter ini-ziare a migliorare la fruizione del trasporto ferroviario. Si parte con

WWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWW,

LE RICHIESTE

PIù • •

Si chiede di poter incrementare i servizi della tratta Rimini-Ravenna-Boiogna nette fasce orarie più critiche per pendolari

Viene sollecitata la erma di tutti i treni

da e per adesso, infatti, „

ta. lbtalita e coperta solo orari

a causa dell'esiguo scarto tempora-le tra i due treni. In aggiunta si suggerisce di far proseguire il tre-no 11561 in partenza da Bologna alle 17.52 e in arrivo a Ravenna al-le 18.51 fino alla stazione di Rimi-ni. Ma più di tutti, in questo mo-mento, il comitato chiede di poter inserire la fermata nella stazione di Classe di tutti i regionali da e per Ravenna.

«QUELLO che chiediamo spiega la Simoncelli — è di poter avere un servizio ferroviario eco ed equo sostenibile. Eco perché treni efficienti vuoi dire meno mo-vimenti in auto ed equo perché de-vono essere alla portata di tutti. Basta investire denaro solo nelle grandi opere». Nell'intricata diatriba sulle ferro-vie interviene anche il consigliere provinciale dell'Udc Gianfranco Spadoni che dice: «Si tratta di una grave situazione di cui sono responsabili prima di tutto gli en-ti locali, ma allo stesso tempo non sono assolti nemmeno il sistema ferroviario regionale i cui compiti d'istituto dovevano essere, appun-to, la cura della propria rete SU ro-taia».

axic.

la tratta Rimini-Ravenna-Bolo-gna. La proposta è di far prosegui-re il treno 6541 fino a Bologna co-sì da incrementare le possibilità di raggiungere il capoluogo pro-prio nelle ore di punta. Chi provie-ne poi da Ravenna con il treno 6468 arriva a Castelbolognese alle 7.46 e dovrebbe poter usufruire della coincidenza con il treno di-retto per Piacenza. Purtroppo pe-rò questa coincidenza spesso salta

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Pagina 11 Pow ken, lueno cuncylen,

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CLASSE CITTADINI SUL PIEDE DI GUERRA

Romea vecchia, la ciclabile promessa

e mai realizzata LA GIUNTA annuncia la rea-lizzazione di nuovi percorsi ci-clabili, con fondi regionali, per mettere in sicurezza alcune stra-de. Ma a Classe ce n'è una, la Romea Vecchia, che da anni at-tende di essere sistemata. A sostegno di quella che per i residenti è da sempre una prio-rità nel 2008 fu portata in muni-cipio una petizione con 750 fir-me, Ma soprattutto il consiglio comunale votò all'unanimità un ordine del giorno che impe-gnava la giunta a intervenire con urgenza. Anche in quel ca-so si attendevano fondi della Regione, e l'assessore ai lavori pubblici Andrea Corsini (se-condo il quale oggi quei soldi non sarebbero mai arrivati) metteva nero su bianco la previ-sione di compiere i lavori «nei primi mesi del 2010» per una spesa stimata sui 350mila curo. Senza contare le parole spese dall'ex sindaco, oggi senatore Pd, Mercatali, che già a inizio anni Novanta, a detta dei citta-dini, assicurava che gli oneri di urbanizzazione derivati da nuo-ve lottizzazioni sarebbero stati investiti sulla Romea Vecchia.

INVECE quel progetto, che prevedeva un percorso ciclabi-le illuminato di 450 metri tra il borgo e Classe, da allora è sem-pre rimasto in un cassetto. Per questo ora i residenti del borgo dicono di aver perso la pazien-za, e annunciano iniziative cla-morose. Non ultima, quella di bloccare la strada. «La nostra fi-ducia nelle istituzioni sta preci-pitando accusa Ettore Seve-

LA PROTESTA L'attesa dura da vent'anni: residenti pronti a bloccare it traffico

ri, che fu tra i primi firmatati della petizione Da tempo la giunta dice che i fondi regiona-li promessi non ci sono, e ci sen-tiamo presi in giro». L'arrivo di cinque milioni dal-la Regione, per strade e piste ci-clabili di Ravenna, fu annuncia-to dal Pd regionale nell'ottobre 2010. Ma già all'epoca nell'elen-co di interventi e manutenzio-ni la Romea Vecchia, a Classe, non era citata.

LOGORA La strada presenta crepe e segni di degrada il progetto prevede una ciciabile illuminata di 450 metri

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RAVENNA

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inni esemp condotte da Giovani diton aver affrontato il tema del aarketing territoriale areo Gambi '-

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'Visti. da lacinn 20I3' m programma domani alle 20.30 alla Sala ikc Ravennate e Imolese, via Laghi 81 a FargalZa‹. L'appuntamento ara incentrato sul tema del ichetto sicurezza' ossia tutt

ve regole in tnatena ili sicur i sul lavoro introdotte, Relatore, 'esperto Paolo Dì Martirio

Lidi di hici oti. wuri. 51.10 i.

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orriere di Ravenna Faenza-Lupo e Imola

Direttore responsabile: Pietro Caricato

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REDAZIONE E PUBBLICITA:VIADEGASPER1.5-RAVENNA-TEL: 0544-218262 FAX: 0544-33793. SPEDIZIONE IN A.P.-D.L. 351'03 (CONV. IN L.27,'.0241, ART.1 COMMA1 -DCB FORLI'ALTRE SEDI: RIMINI (0541-354111), FORM (0543-3520), CESENA (0547-611900), IMOLA 5542-28780). OSO 5549-995147) - E-MAIL: RAVENNACORRIEREROMAGNAJT - IN ABBINAMENTO CON LA STAMPA

pressunE

euro 1,20 Anno XXI I N. 47

DOMENICA 17 FEBBRAIO 2013

Ieri l'inaugurazione (Foto Fiorentini). ALLE PAGINE 23-24-25-26 e 31

Iscrizioni on line, aiprofessionali ne manca metà La Uil Scuola invoca una proroga

vista la chiusura di alcuni plessi per i seggi RAVENNA. In provincia di Ra-

venna mancano all'appello il 50% circa delle iscrizioni poten-ziali alle prime classi degli isti-

La moglie Federica e il figlio maggiore di Vigor Bovo lenta (Foto M. Argnani)

Sotto il telaio una Ford ma con estetica da Ferrari

Auto sequestrata RAVENNA. La

polizia stradale ha sequestrato una falsa Ferrari. La vettura, con livrea del Cavallino ram-pante, era in real-tà una Ford Co-guar. Di proprietà La falsa Ferrari di un colombiano, era destinata in Romania.

• SERVIZIO a pagina 3

Arte e follia, apre "Borderline" Da oggi al Mar 'Da Bosch a Dalì, dall'Ari bruta Basquiat"

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RAVENNA. A Vigor Bo-volenta, il campione di volley morto improvvisa-mente il 24 marzo 2012 mentre stava giocando u-na partita, ex studente dell'Itc Ginnani, la scuola ha dedicato la palestra. Ieri l'istituto scuola ha voluto ricordarlo, davan-ti alla sua famiglia - la mo-glie, i due figli maggiori, i genitori - e a tanti amici di -Bovo".

• FERRANTI a pagina 8

Dario Franceschini a Ravenna con Sefi Idem per la campagna elettorale del Pd

«Basta patto di stabilità per i Comuni» Il capolista: «Troppo rigore in tempi di crisi crea recessione»

Pineta Ramazzotti polemiche

sulla recinzione • SERVIZIO a pagina 6

FAENZA

Nuove reti irrigue a disposizione degli agricoltori

CASTEL BOLOGNESE. Lo sviluppo dell'agricoltura passa anche attraverso l'uso sempre più oculato dell'acqua. Previste nuove aree irrigue per gli agricoltori.

• SERVIZIO a pagina 10

ENICEIREEIREEIR IMOLA

Gli agricoltori guidano il Tavolo delle imprese

IMOLA. Per la prima volta gli agricoltori guidano il Tavolo delle imprese. Giordano Zambrini (Cia) è il nuovo presidente. «Per noi è un'occasione» dice.

• SALOMONI a pagina 13

IMOLA

Crea Supercar che sono vere opere d'arte

IMOLA. Ha ricevuto i complimenti di Giorgio Squinzi e Philippe Daverio. Moreno Filandi ha portato la sua nuova Supercar, tutta fatta a mano, in fiera a Modena.

• SERVIZIO a pagina 15

Intitolata al campione ex allievo dall'Itc Ginanni Una palestra per "Bovo

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tuti professionali. Edera Fusco-ni (Uil): «Scuole chiuse per i seg-gi, prorogare le iscrizioni».

• SERVIZIO a pagina 5

RAVENNA. Dario Fran-ceschini a Ravenna con Sefi Idem per l'ultimo weekend di campagna e-lettorale: «Se vinciamo mettiamo mano al patto di stabilità dei Comuni per dare respiro alle no-stre imprese. Con la crisi troppo rigore è danno-so».

• SERVIZIO a pagina 7

DE

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RAVENNA -Via Faentina, 173 Tel. 0544.500850

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Professionali, "matricole" a rilento

Il sito del mini ero che raccoglie le iscrizioni on line alle prime classi

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\ \ • 17/02/2013

orriere Periodicità: Quotidiano

di Ravenna Faenza-Lupo e Imola Tiratura: n.d.

Direttore responsabile: Pietro Caricato

Diffusione: n.d.

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Professionali, "matricole" a rilento Mancherebbe all'appello ancora

metà degli studenti ipotizzati RAVENNA. In provincia di Ravenna mancano

all'appello il 50 per cento circa delle iscrizioni po-tenziali alle prime classi degli istituti professio-nali. Lo conferma il segretario provinciale della Uil Scuola Ravenna Edera Fusconi, che però cir-coscrive il problema solo alla fascia di studenti che dalla terza media devono passare agli istituti professionali.

«Dopo il black out del sito internet del ministe-ro, nei primissimi gior-ni dal lancio del mecca-nismo di iscrizione on li-ne - spiega Edera Fusco-ni - il sistema è stato po-tenziato, eliminando o-gni problema di connes-sione per le famiglie u-tenti. E' vero però che si tratta di un sistema ri- gido, nel quale tutti i campi de- vono essere compilati corretta- mente, al- trimenti la domanda non risulta completa- ta».

Gli istitu- ti professio- nali hanno però segna- lato che, ad oggi, man- cano anco- ra molte i- scrizioni degli alun- ni dell'ulti- mo anno della scuola se-condaria di primo grado (ex medie), stranieri ma anche italiani, mentre tutto sembra procedere regolarmente per le i-scrizioni alle classi pri-me delle scuole primarie e secondarie di primo grado, licei e negli isti-tuti tecnici.

«Nel caso degli indiriz-zi professionali profes-sionali, probabilmente si tratta di famiglie che non hanno ancora deci-so la scuola o che per lo-ro natura tendono ad a-spettare gli ultimi gior-ni disponibili - prosegue

Fusconi -. Il rischio in questo caso è quindi del sovraccarico del siste-ma se le domande doves-sero arrivare tutte in u-na volta».

C'è poi una terza fascia di studenti che, non pos- sedendo un computer a casa, sono a rischio di dispersione scolastica.

«E' fonda- mentale in questa fase che i diri- genti scola- stici delle secondarie di primo grado, e che hanno mo- do di verifi- care on line quanti dei loro stu- denti han- no già pre- sentato cor-

rettamente la doman-da, solleci-tino gli stu-denti e le lo-ro famiglie a presen-tarsi in se-

greteria, dove possono trovare tutto l'aiuto ne- cessario».

Mancano ancora una decina di giorni alla sca-denza dell'ultima data u-tile per iscrivere i pro-pri figli alle prime clas-si, ma in mezzo ci sono anche le elezioni politi-che, che costringeranno molte scuole a chiudere per qualche giorno per ospitare i seggi elettora-li. «A mio avviso il mi-nistero dovrebbe posti-cipare la data di scaden-za delle iscrizioni - au-spica Edera Fusconi -per non danneggiare

quelle famiglie che han-no bisogno di rivolgersi alle segreterie scolasti-che per poter iscrivere i propri figli». (s.l.)

Edera Fusconi (Uil Scuola): «Molte scuole saranno chiuse per alcuni giorni per i seggi, il ministero dovrebbe posticipare la data di scadenza delle iscrizioni per non danneggiare quelle famiglie che hanno bisogno di rivolgersi alle segreterie scolastiche per poter iscrivere i propri figli»

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I genitori bocciano il trasferimento «Senza laboratori perdiamo una fetta importante dell'offerta formativa» RAVENNA. La Provin-

cia di Ravenna ha riman-dato ogni decisione sulla fusione del Morigia e Per-disa con l'Iti al settembre 2014. Mercoledì i rappre-sentanti dell'istituto tec-nico per geometri Camillo Morigia hanno incontra-to i genitori per fare il punto della situazione. E le prospettive non sono state ben digerite da tutte le famiglie degli studenti: «La fusione è legata al nu-mero di iscritti, quello ri-chiesto per avere un pro-prio dirigente scolastico e amministrativo è di 600 a-lunni - commentano Enri-ca Fantinelli e Marco Zen-naro -. L'anno in corso conta 575 studenti e quin-di alla luce dell'esiguo nu-mero mancante e visto che questo limite potreb-be essere rivisto dalla Re-gione, l'assessore Proni ha deciso di attendere un anno per conoscere il nuo-vo dato ed eventualmente se ne parlerà nel 2014».

Per quanto riguarda in-vece il trasferimento del Morigia, «con 1' assessore Valgimigli è emerso che il problema verte sulla lo-calizzazione di tre aule del liceo Classico, ora si-tuate presso l'università,

e di altre cinque presenti all'Iti, il quale vorrebbe riaverle indietro per le proprie necessità - spie-gano -. La Provincia ha fatto vedere le piantine in maniera un po' approssi-mativa, ma quello che e-merge è che i laboratori sono sottodimensionati, troppo piccoli per conte-nere le nostre attrezzatu-re».

I laboratori infatti ospi-tano macchinari specifi-ci, come quello di costru-zioni, che non possono es-sere trasferiti, e le fonda-menta su cui poggiano so-no fatte apposta per sop-portare il loro peso, così come il Gps, integrato con la scuola, che permet-te di effettuare rilievi solo

in un contesto urbano e non in aperta campagna come al Perdisa. Per i ge-nitori questo significa che «trasferendo le aule ma non i laboratori, per-diamo una fetta impor-tante dell'offerta formati-va che noi abbiamo sotto-scritto al momento dell'i-scrizione dei nostri figli», perché «non trasferire in-teramente il laboratorio di costruzioni vuol dire u-na riduzione del 40-50 % del percorso formativo delle future classi terze e quarte», oltretutto «in questa scuola, così come negli altri istituti tecnici, il lavoro svolto in labora-torio è importante quan-to l'insegnamento teorico e noi non vogliamo che

venga tolta ai nostri ra-gazzi una fetta importate della loro preparazione. Ricordiamo che la secon-da prova dell'esame di maturità si può svolgere con l'utilizzo dei labora-tori; inoltre la riforma delle scuole superiori au-menta le ore in laborato-rio e l'intento della Pro-vincia andrebbe contro a questa legge e porterebbe un grave danno alla pre-parazione dei futuri geo-metri», ma soprattutto «ci sono otto classi del li-ceo che non hanno loca-lizzazione, ma loro non hanno esigenze particola-ri, laboratori complessi, quindi la logica dice che vadano loro al Perdisa».

Per questi genitori un altro motivo che gioca a sfavore del trasferimen-to, riguarda i costi, «450mila euro senza i la-boratori o con laboratori insoddisfacenti contro i 350mila del trasferimento del solo liceo. Quindi per-ché spendere ben 100mila euro dei contribuenti in un momento economico così difficile per trasferi-re due istituti e non tra-sferire solo quello che ha il problema dello spa-zio?».

L'istituto tecnico per Geometri Morigia

Professionali, "matricole" a rilento

\ \ • 17/02/2013

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Dario Franceschee e Seri mea„ ieri a Case Mela. .(roto Floreneini)

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«modificare il patto di stabilita dei Comuni,

.5> i\ \ • 17/02/2013

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Sefi Idem: «Serve una legge elettorale che dia stabilità». Il capolista alla Camera: «Noi voto utile? chiamiamolo intelligente»

«Modificare il patto di stabilità dei Comuni» Franceschini: «A Cervia ci sono 22 milioni, perchè non possiamo usarli per dall'Iato alle imprese?»

RAVENNA. «Una delle prime misure che il Pd prenderà in caso di vittoria sarà lo sblocco del patto di stabilità che impone ai Comuni di non poter spendere nemme-no i soldi che hanno saputo risparmiare. Parlavo prima con il sindaco di Cervia e mi diceva che lui, ad esempio, non può

utilizzare ben 22 milioni. Ma voi vi im-maginate cosa si potrebbe fare con quei soldi in un territorio come quello? Da un lato offrire servizi ai cittadini, dall'altro ossigeno alla imprese. Perchè sia chiara una cosa: se non si ridiamo lavoro alle no-stre imprese la crisi non passerà».

E' un Dario France-schini concreto quello che ieri sera ha fatto tappa a Ravenna per l'ultimo weekend di campagna e-lettorale. Con lui, capoli-sta alla camera del Pd in Emilia Romagna, anche Sefi Idem che invece sarà la numero uno al Senato. Incontro pacato e lontano dai toni esasperati tipici del rush finale che però ha regalato spunti interes-santi anche in ottica loca-le. Come quello, appunto, incentrato sul patto di sta-bilità. «La crisi dal 2008 in poi c'è stata per tutti - ha detto Franceschini -. Quel-lo che però è cambiato da Paese a Paese è stata la sua gestione. E se oggi ci ritro-viamo appena sopra alla Grecia il motivo è nella sciaguratezza di chi ci ha preceduto. Per aiutare le nostre imprese noi propo-niamo alcune ricette im-

mediate: l'emissione di 10 miliardi di titoli di Stato per favorire il credito, la rivisitazione dell'Irap in modo da non gravare così tanto su chi garantisce la-voro e lo sblocco del patto di stabilità; un patto impo-sto dall'Europa in tempi in cui era possibile farlo. Ma ora - ha aggiunto Fran-ceschini - le condizioni so-no cambiate: sommando il rigore alla crisi il risultato è quello della recessione e la ripresa non arriverà mai». Una ripresa che, nel caso italiano, dovrà però essere accompagnata da una maggiore stabilità po-litica: «Bisogna superare definitivamente il berlu-

sconismo e Berlusconi - ha dichiarato Sefi Idem -. Un uomo che non ci rappre-senta e che non ci può rap-presentare. Ma per farlo serve una legge elettorale che favorisca chi viene scelto dalle urne. Eppure chi aveva i numeri per far-la si è ben guardato da mo-dificare questa situazio-ne». Appello, allora al co-siddetto voto utile: «O vin-ciamo noi o vince il Pdl -ha concluso Franceschini - altre ipotesi non ne cono-sco. E in alcune regioni cruciali la differenza tra noi e loro è di appena mez-zo punto. Mi chiedo che senso abbia in quei casi a-vere Ingroia al 4%. Forse è antipatico definirlo voto utile, perchè ogni voto va rispettato, ma almeno chiamiamolo intelligen-te».

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Bersani: «Vasco Errani è una risorsa per il Paese,

si vedrà in che modo»

Vasco Errani e Pier Luigi Bersani

RAVENNA. «Che Vasco Errani sia una risorsa per l'Emilia Romagna e per il Paese non è in discussione. Si vedrà come». Adesso, dice Pier Luigi Bersani - forse un po' pentito di essersi sbilanciato sull'ingresso di Vasco Errani nel suo esecutivo («Ci sto pensando», ha detto venerdì a Mirandola), «non facciamo il toto-go-verno, che abbiamo altro a cui pensare. Bisogna ar-rivare alla scadenza elettorale concentrati». Il leader del Pd lo ha detto venerdì sera - come riporta l'agenzia Dire - nel corso di una breve intervista concessa a E'tv pochi istanti prima del comizio all'Europauditorium di Bologna e rilanciata ieri dal sito del Pd bolognese. «Credo che queste voci o queste pensate vengano fuori dal fatto che è ben conosciuta la stima che ho per Er-rani, poi non sono il solo a stimarlo no? Ho fatto un giro nella zona del terremoto, per esempio, e mi pare che la stima sia largamente condivisa». Un ipotetico voto an-ticipato in Regione costerebbe intorno ai 50 milioni di euro, nè - dopo quasi 15 anni di governo Errani in Re-gione - esiste un successore designato. Il presidente Anci Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia, po-trebbe essere chiamato al Governo. Il segretario re-gionale del Pd Stefano Bonaccini e l'europarlamentare Salvatore Caronna hanno un profilo più politico che amministrativo; tra gli assessori, oltre a Muzzarelli, si fanno i nomi di Simonetta Saliera e Alfredo Peri.

\ \ • 17/02/2013

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Il segretario Cinosi illustrerà le richieste del sindacato

La Cisl incontra i candidati locali alle elezioni politiche

RAVENNA. La Cisl orga-nizza per martedì mattina -dalle 9 nella Sala Pier Fran-co Ravaglia della sede di via Vulcano - un incontro con i candidati locali al Parlamento. Sul palco, il segretario provinciale del Pd e candidato alla Camera per il centrosinistra Alber-to Pagani, il candidato del centrodestra alla Camera Alberto Ancarani (Pdl), Al-varo Ancisi della coalizio-ne Scelta Civica con Monti

per l'Italia, che corre per l'Udc alla Camera, Michele Dotti per Rivoluzione Civi-le, Claudio Suprani per il Partito Repubblicano e un rappresentante del Movi-mento 5 stelle. Dopo l'in-troduzione del segretario provinciale Antonio Cino-si, che illustrerà le priorità e le richieste della Cisl al prossimo Parlamento, in-terverranno i candidati, poi ci sarà spazio per il di-battito e le domande del

pubblico. «Per noi è ormai una consuetudine quella dell'incontro con i candi-dati in occasione dei prin-cipali appuntamenti elet-torali - afferma Cinosi -. Sa-rà l'occasione per confron-tare le nostre priorità per lo sviluppo del territorio e le proposte dei candidati. Da loro mi aspetto soprat-tutto concretezza e poca de-magogia. Mi piacerebbe che emergessero non tanto i progetti ideali ma impe-gni concreti per lo svilup-po locale e che ognuno di loro delineasse il ruolo che intende giocare in Parla-mento per Ravenna».

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\ IN BREVE , POPOLO DELLE LIBERTA' • RIDOLFI: COMIZIO IN PIAZZA A RUSSI

Altra giornata di appuntamenti sul territorio per i candidati del Pdl. Alle 11 Rodolfo Ridolfi, Alberto Ancarani e Paolo Savelli saranno in piaz-za Dante a Russi per il tradizionale comizio. Alle 16 un gazebo sarà installato in piazza A.Costa a Ravenna per informare i cittadini su programmi e modalità di voto.

PARTITO DEMOCRATICO • GLI IMPEGNI DI PAGANI E IDEM

Sefi Idem sarà oggi al centro di un incontro pubblico che si terrà nella biblioteca Valgimigli di S.Stefano (alle 11). La capolista al senato sarà poi al pranzo a Carraie (ore 12.30, via Cella 556). Nel pomeriggio - alle 17, nella sala sopra al Bar Centrale, in viale dei Navigatori 33 - incontro con gli elettori al circolo di Punta Marina. Attorno alle 20 i due candidati e il consigliere regionale Fiammenghi saranno al gazebo della parrocchia di Roncalceci.

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Pdl. «Dobbiamo decidere senza subire il veto della Cgil»

Lavoro: la "ricetta" di Ridolfi, candidato al Senato

RAVENNA. Ha parlato di lavoro Rodolfo Ridolfi, candidato al Senato per il Pdl, incontrando gli elet-tori: «Più lavoro e più sa-lario si può - ha detto - an-che nelle condizioni diffi-cili del tempo presente. E lo si può fare anche dando particolare attenzione a giovani, donne, anziani, disabili e più in generale alla dimensione umana nell'economia. A partire dalla famiglia e dalla cura

dei figli. Dobbiamo libe-rare i lavoratori e le im-prese da ogni freno ideo-logico, che produce sol-tanto rigidità e formali-smi, e dal sovraccarico fi-scale. Dobbiamo investi-re meglio nelle competen-ze di tutti e nelle nuove tecnologie che consento-no un lavoro più coopera-tivo superando le logiche di gerarchia e di controllo del secolo scorso. Dobbia-mo decidere senza subire

il veto della Cgil, come ha invece fatto anche il Go-verno Monti».

Fra i meriti in questo campo del suo partito, Ri-dolfi elenca: «Abbiamo prodotto la legge Biagi con un aumento di un mi-lione e mezzo di posti di lavoro; liberalizzato il collocamento; rivalutato l'istruzione tecnica e pro-fessionale e il lavoro ma-nuale; riformato l'ap-prendistato per fare vera formazione in ambiente lavorativo; protetto i la-voratori con gli ammor-tizzatori sociali in dero-ga».

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L'accusa di Minichini: «Manca lo spazio sottostante per far

scappare la fauna»

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La replica della Forestale: «Problema inesistente, ci sono ettari per mettersi in salvo»

«La, recinzione anti piromani mette a rischio gli animali»

RAVENNA. «La nuova recinzione "anti piroma-ni" in via di ultimazione nella Pineta Ramazzotti non è appropriata e alcu-ne specie animali sareb-bero a rischio».

La dichiarazione allar-mistica arriva dall'espo-nente di Lista per Raven-na Pasquale Minichini, che solleva il caso alle-gando alla nota inviata ai giornali locali anche un paio di foto (scattate da lui stesso) con le quali vorrebbe documentare quello che, a suo persona-lissimo avviso, sarebbe un errore piuttosto ri-schioso per la fauna loca-le.

«Quello che desta stupo-re - scrive Minichini - è la posa in opera della rete metallica. Anche il più profano in materia si chiede perchè non è stato lasciato il dovuto spazio sotto di essa per consen-tire alla fauna selvatica di migrare da un punto all'altro della pineta libe-ramente. Perchè - si chie-de ancora Minichini - la rete tocca a terra e non c'è il benchè minimo spazio sotto affinchè la fauna possa attraversare la re-cinzione da una zona all'altra? In primavera

molte specie di volatili depongono le uova e non vorremmo che i piccoli, non potendo superare in volo la recinzione, resti-no in balia di specie pre-datorie. Restiamo in atte-sa di chiarimenti sulle

motivazioni, apparente-mente non comprensibi-li».

Domanda girata ieri dal Corriere direttamente al Corpo Forestale della Sta-to. «L'operazione di re-cinzione non è ancora sta-

ta ultimata, lo sarà solo a fine marzo se tutto va be-ne - dichiara il viceque-store aggiunto Giovanni Nobili -, ma nel tratto che ho potuto visionare io personalmente ieri (ve-nerdì per chi legge, ndr)

tale problema non esiste, gli spazi sufficienti per passare sotto la rete ci so-no. Detto questo, posso as-sicurare anche che al mo-mento ci sono ancora dei varchi aperti e quindi il problema non si pone. Co-

munque - specifica Nobili - vorrei ricordare che all'interno della recinzio-ne ci sono centinaia di et-tari per scappare».

Parole che lasciano sot-tintendere come il proble-ma sollevato da Minichi-ni sia in realtà più teorico che pratico.

«Se poi il signor Mini-chini - conclude Nobili -conosce un metodo mi-gliore per recintare una pineta preservandola dai piromani ce lo faccia sa-pere, siamo a disposizio-ne».

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«Sondaggi Enel , periti gratis» I grillini: «Il Comune fornisca anche l'assistenza legale»

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Ancora polemiche sulle

future perforazioni nel

nostro Comune

RAVENNA. «In merito al piano di sondaggi San Marco di Enel Longanesi per la ricerca di giaci-menti di idrocarburi (già autorizzato per oltre 70 km quadrati di nostro ter-ritorio), non possiamo non ricordare che la Re-gione ha approvato il 12 luglio 2011 una risoluzio-ne che impegna la Giunta regionale "a dare il pro-prio parere negativo a tutte le richieste di ricer-ca in aree colpite dalla subsidenza e da fenomeni franosi" e che è facoltà anche dei Comuni di e-sprimere la propria opi-nione su questi interven-

ti sul proprio territorio». Parte con questa premes-sa non da poco l'interven-to della consigliera Co-

munale del Movimento 5 Stelle Francesca Santa-rella sul tema scottante delle prossime esplora-

zioni nel nostro territo-rio.

«Nei prossimi giorni -scrive la Santarella - pre-senteremo due odg per ri-chiedere che l'Assessora-to si faccia garante della tutela del territorio sotto-posto alla sua ammini-strazione. Se però ritiene di dover concedere le e-splorazioni nonostante quanto previsto dalla ri-soluzione, il Comune si impegni a garantire fi-deiussioni o depositi a co-pertura dei danni e preve-da di tutelare i cittadini nella redazione delle peri-zie sugli immobili. Vista la situazione - continua la

Santarella - abbiamo ri-chiesto la convocazione urgentissima della Com-missione ambiente, che tuttavia non è stata con-cessa in modo forse, pen-seranno i più maligni, da allontanare questo argo-mento certamente non i-doneo ad una rassicuran-te campagna elettorale, quando invece, a nostro avviso, sarebbero pro-prio questi i momenti in cui esporre ai cittadini le questioni con la massima chiarezza e trasparenza. Del resto l'Assessore Guerrieri - conclude il Movimento - durante l'in-contro pubblico organiz-

zato dal Comune a Pian-gipane per tentare di pre-sentare molto tardiva-mente il progetto ai citta-dini ha parlato chiaro: "Che ci siano dei danni, dei possibili danni, credo, è innegabile, nessuno lo nasconde. Compito no-stro è far sì che i danni vi vengano riconosciuti"».

Anche per questo il Mo-vimento ha chiesto che il Comune offra gratuita-mente ai cittadini un pro-prio perito per valutare gli eventuali danni subi-ti, ma anche assistenza le-gale per chi volesse otte-nere risarcimenti in via extragiudiziale.

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Romagna Occidentale REDITO COOPE

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Due nuove reti irrioue arrivo nel Faentino

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Due nuove reti irri e in arrivo nel Faentino Banca di Credito Cooperativo della Romagna Occidentale

rigua che si interseca con quella più a valle asservita dal Cer.

Investimenti degli agricoltori. «Do- po una serie di annate difficili per la frutticoltura locale - ci tiene a sotto-lineare Massimiliano Pederzoli, presidente di Coldiretti - gli impren-ditori agricoli hanno difficoltà ogget-tive nell'affrontare questi nuovi in-vestimenti che possono raggiungere anche qualche decina di migliaia di euro. Per questo la notizia che ci pos-sono essere aiuti concreti dal sistema creditizio cooperativo locale per aiu-tare il comparto agricolo non può che rallegrarci».

Una linea di credito specifica. Da qui il ruolo della Bcc Romagna Occi-dentale. «La nostra Bcc - afferma il presidente dell'istituto castellano, Luigi Cimatti - da sempre opera af-finché il denaro sia uno strumento a servizio dell'economia reale. Per que-sto, grazie alla collaborazione con Coldiretti, abbiamo deciso di predi-sporre una linea di credito specifica. In concreto mettiamo a disposizione di tutte le aziende che ne faranno ri-chiesta la possibilità di usufruire di mutui chirografari, della durata mas-sima di 84 mesi, per l'acquisto delle quote d'acqua per un massimo di 100.000 euro. Inoltre offriamo tassi di favore (in diminuzione rispetto a pa-rametri regionali Agrifidi), con con-dizioni particolari per i soci Bcc. In questo modo vogliamo essere motore di sviluppo per le comunità agricole locali anche e soprattutto perché sia-mo consapevoli che non ci potrà mai essere un'agricoltura votata alla qua-lità se non utilizzando la preziosa ri-sorsa idrica».

Contributi della Regione. Finanziamenti dal

CASTEL BOLOGNESE. Lo sviluppo dell'agricoltura passa anche attra-verso l'uso sempre più oculato dell'acqua. Prassi promosse dal Pia-no di sviluppo rurale della Regione Emilia Romagna che ha messo a di-sposizione delle aziende agricole cir-ca 10 milioni di euro per la realizza-zione di invasi irrigui interazienda-li.

Opportunità per le imprese. Dopo diverse annate siccitose si è reso ne-cessario concentrare gli sforzi sulla sfida di riuscire a trattenere l'acqua durante l'inverno, rilasciandola du-rante il periodo estivo. Per dare con-cretezza all'intento le imprese agrico-le raggruppate in consorzi (numero minimo di 10 aziende), potranno rea-lizzare invasi con capienza da un mi-nimo di 50.000 a un massimo di 250.000 mq e con spese minime da 100.000 euro a un massimo di 1.000.000 euro. Il contributo in conto capitale deciso sarà del 70% e, quindi, il costo a carico delle imprese agricole sarà del 30%. Le domande dovranno esse-re presentate entro il 5 aprile.

Due nuove vaste reti irrigue. Da ol- tre 20 anni a questa parte si è cercato di utilizzare casse di espansione e o-ra, grazie alla dinamicità del Consor-zio di Bonifica della Romagna Occi-dentale, si sono create le condizioni su due vaste zone del territorio. Si tratta della possibilità di creare una rete irrigua nella zona compresa tra Villa Vezzano e Zattaglia ed una, di dimensioni più rilevanti, compresa tra i territori di Cuffiano, Tebano, Campiano, Biancanigo e Serra. In questo modo il territorio verrebbe in-teramente coperto da una fitta rete ir-

Luigi Cimatti e Massimiliano Pederzoli

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Se la follia dona le ali alla chiaroveggenza

Parla lo psichiatra Giorgio Bedoni, curatore dell'evento «Una mostra al confine, oltre i classici stereotipi su arte e follia»

di VERA BESSONE

RAVENNA. Giorgio Bedoni, psi- chiatra e psicoterapeuta, è tra i curatori della mostra Borderline al Mar. Ha pubblicato in volumi e riviste specializzate diversi saggi su arte e psicopatologia e arte te-rapia. Docente all'Accademia di Brera, è autore di Visionari. Arte, sogno, follia in Europa, Selene e-ditore, e curatore della mostra e del catalogo La lente di Freud. U-na galleria dell'inconscio, Maz-zotta editore, nonché coautore con Bianca Tosatti del volume Arte e psichiatria. Uno sguardo sottile.

Come nasce l'idea di una mo-stra come "Borderline"?

«Nasce dall'incontro con Ga-briele Mazzotta e Claudio Spado-ni: l'idea era di fare una mostra nuova, innovativa, su un tema storico sia in ambito cultura-le-letterario che in ambito scien-tifico. Un tema che ha una lunga tradizione in Italia e in Europa. Volevamo affrontare l'arte follia in chiave contemporanea».

"Borderline" definisce una patologia, ma nel senso comu-ne del termine significa "esse-re al limite". Chi è il folle? E qual è il confine tra follia e nor-malità?

«"Borderline" è una sorta di pa-rola chiave che ci ha permesso di superare anche i classici stereo-tipi sull'arte e follia, individuan-

do il tema del confine; è un ter-mine che ha trovato una sua iden-tità più precisa negli anni Sessan-ta e Settanta in campo psichiatri-co e psicoanalitico. È una defini-zione che individua una condizio-

ne della modernità, uno stato li- mite, di "confine". In seguito il suo uso è diventato comune e si è diffuso: pensiamo alla sua dimen-sione antropologica prima anco-ra che clinica o culturale, dimen-sione che diventa anche artistica. In questa mostra abbiamo voluto creare un'area di fruizione arti-stica in cui avvicinare artisti co-siddetti "ufficiali", appartenenti alla storia dell'arte, da Géricault, Bosch e Goya fino alle avanguar-die del Novecento, con tutta quell'arte proveniente dal margi-ne - tra cui gli ospedali psichia-trici - che ha visto nascere autori oggi riconosciuti da un più largo pubblico e dalla critica. L'intento era di accostare sul margine due mondi che possono benissimo dialogare».

Qual è il valore della follia nell'arte?

«È un valore che ha trovato la sua piena affermazione tra Otto e Novecento, tuttavia rischia di es-sere anche uno stereotipo quando l'artista viene riconosciuto per via della sua "follia". Nel corso del Novecento, autodidatti e mar-ginali dell'arte furono scoperti e riconosciuti come artisti da gran

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«Vogliamo s uperare i confini tra a rte ufciale e arte "outsi der"»

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parte delle avanguardie. Si pensi ad esempio al grande interesse per l'arte prodotta negli ospedali psichiatrici da parte di André Breton e del movimento surrea-lista».

Citando il manifesto del mo-vimento: Surrealismo è quel «dettato del pensiero, in assen-za di qualsiasi controllo eser-citato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccu-pazione estetica o morale...».

Ma c'è la follia intesa come pato-logia, e la "follia" intesa come rifiu-to delle regole, coraggio, spirito di indipendenza, intraprendenza... Per dirla alla Steve Jobs: "Stay hungy, stay foolish". Oggi "fol-lia" ha assunto una connota-zione positiva, quasi sinonimo di creatività. In fondo l'essere artisti - cioè fuori dalle regole -non comporta implicitamente essere un po' folli? Ed è ancora possibile definire una certa ar-te "borderline" o i confini tra normalità e follia si sono sfu-mati?

«È un mito forte che appartiene alla storia dell'arte e che ha attra-versato la storia della cultura: la leggenda dell'artista che dev'es-sere folle. Un mito che ha radici lonta-ne: si pensi ad e-sempio al concetto di malinconia di cui già parla hlarsi-lio Ficino fin dal Quattrocento, e quell'opera mani-festo che è stata La melanconia di Albrecht Diirer. Noi siamo ancora eredi di un mi-to romantico dell'artista, un'idea che arriva fino alle avanguardie del primo Novecento. In fondo è un mito necessario, che contiene una sua verità, perché se nell'ar-te c'è metodo, tuttavia ci dev'es-sere anche una grande quota di imprevisto. Jean Dubuffet, a cui si deve la nozione di Art brut e la nascita della grande collezione di Losanna, diceva che "la follia do-na le ali alla chiaroveggenza", ov-

Giorgio

Bedoni

e Paul Klee

"Espressioni

di un volto"

1939

vero non può esistere arte senza follia, portando così alle e-streme conseguenze il paradigma romantico dell'artista. Qui si trat- ta di una follia lirica, poetica, di-versa dalla malattia che in sé non dà talento».

Ma l'arte può invece curare la malattia?

«L'arte può prendersi cura del- la persona malata, ci sono esempi illustri come Francis Bacon, che ebbe una esistenza tormentata in cui la vicenda artistica era neces-

saria, un bisogno, la sua stessa vita. L'arte, con il suo linguaggio a volte così potente, a guar- dare l'esistenza dell'uomo e la sua interiorità, è un lin- guaggio straordina- rio, è arte necessa-

ria alla vita. Prendiamo il caso di Carlo Zinelli, artista autodidatta ricoverato in un ospedale psi- chiatrico che a un certo punto, negli anni Cinquanta, si mette a dipingere. La cosa sorprendente, ma fino a un certo punto, è che l'esperienza di Zinelli conferma come l'arte sia un bisogno prima- rio, quasi come il pane. Infatti Zi- nelli inizia la sua attività artisti- ca graffiando le sue prime figure sulle pareti delle stanze manico- miali, quasi fossero le pareti delle

grotte di Lascaux». Viene in mente l'esempio del-

la grandissima poetessa Alda Merini... In mostra ci saranno quindi anche opere di pittori non ancora riconosciuti come tali dalla storiografia ufficia-le?

«Ci sarà un'intera sala dedicata a un autore vivente dalla grande forza espressiva: Umberto Ger-vasi, ex operaio, che sarà presen-te all'inaugurazione, e la cui ope-ra è dotata di un realismo visio-nario e di un linguaggio lirico po-tentissimo. La sua pittura prende spunto da temi della realtà - il lavoro, le disu-guaglianze, le vite mar- ginali - e al contempo riprende la memoria di riti antichi e popo- lari , ne è un esempio la Via Cru-cis in mostra. La sua è un'arte senza trucco e senza inganno, diretta e immediata. Altrettan-to potente è l'opera in mostra di Cesare Inzerillo, una scultura di grandi dimensioni che rap-presenta personaggi di strada e che per certi versi potrebbe es-sere quasi l'emblema di "Bor-derline"».

Qual è l'intento che vi pre-figgete con questa esposizio-ne?

«Che il pubblico esca pensan-do, ma al contempo che le opere in mostra riescano a sollecitare parti creative, magari nascoste da tempo. Ma non solo pensiero: l'intenzione è di fornire una fruizione diretta. Sono opere che colpiscono. Tuttavia questa è anche una mostra di ricerca, pensata per superare i confini storici tra arte ufficiale e arte "outsider". Su quel confine, dove abbiamo idealmente posto le opere, esiste uno spazio ad alta intensità creativa, dove si incontra-no gli artisti. In fondo, il rapporto tra le opere in mo stra non è costruito sulla base di una follia generica, di un mito, ma in base alle qualità e alla forza dei lin-guaggi espressivi, alla ca-pacità di interpretare pro-blemi e temi del quotidia-no, di rappresentare disagi del nostro tempo».

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orriere di Ravenna Faenza-Lugo e Imola

Direttore responsabile: Pietro Caricato

17/02/2013

Periodicità: Quotidiano

Tiratura: n.d.

Diffusione: n.d.

press LinE

A lato:

Arnulf Rainer

"Bacio", 1972

Sopra:

Max Ernst

"Danzatore

sotto il

cielo

stellato"

1951

• t •;. :k■ s̀

, • - • S'

goaounsrvE!..9-11 ET9iT2eMke

Pagina 24

• "Borderline. Artisti tra normalità

e follia. Da Bosch a Dalì, dall'Art brut a Basquiat" al Museo d'arte della città di Ravenna dal 17 al 16 giugno 2013. Curatori: Giorgio Bedoni, Gabriele Mazzotta e Claudio Spadoni. Catalogo: Mazzotta (33.00 euro durante la mostra, 38.00 euro fuori mostra).

Orari: fino al 31 marzo: martedì-venerdì 9-18, sabato e domenica 9-19, chiuso lunedì. Dal 1° aprile: martedì-giovedì 9-18; venerdì 9-21; sabato e domenica 9-19 , chiuso

lunedì. Aperture festive: Pasqua, Lunedì dell'Angelo, 25 Aprile, 1° maggio e 2 giugno. Ingresso: 9-4 euro. Visite guidate: 0544 482487. www.museocitta.ra.it.

; NFOMAZO

Fino al 16 giugno al Museo d'arte

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.5> i\L \ • 17/02/2013

orriere Periodicità: Quotidiano

di Ravenna Faenza-Lupo e Imola Tiratura: n.d.

Direttore responsabile: Pietro Caricato

Diffusione: n.d.

press unE

Claudio Spadoni: la straordinaria arte

al margine del mondo (segue da pagina 23)

Ne parliamo con il curatore, nonché direttore scien-"fico del Mar, Claudio Spadoni.

Spadoni, com'è nata l'idea di una mostra dedi-cata al borderline?

«Da molto tempo mi interessano situazioni e aspetti dell'arte per così dire borderline. Mi ha sempre af- fascinato, ad esempio, l'opera di Bosch che chiude nella più straordinaria visionarietà il medioevo; o ancor più Peter Bruegel il vecchio, che ha scara- ventato giù dal piedistallo l'uomo rinascimentale,

rappresentandolo come un povero essere con tut- ti i suoi vizi, le sue brutture, la sua animalità.

Per quanto Bruegel sia stato subito accolto nel consesso ufficiale dell'arte al punto

che dopo la sua morte il figlio mag- giore, Peter il giovane, fu subis-

sato di richieste di repliche dei dipinti paterni. Ma in parti-

colare mi interessavano al- cuni casi di anticipazioni

di esiti che hanno fatto la gloria di certe avan- guardie, ad opera di a- lienati ancora prima del Novecento. Poi, naturalmente, i lavori a volte sorprendenti di personaggi del tut- to anomali, sconosciu- ti, ai margini del mon- do dell'arte. Mi inte- ressavano ancor più dei casi come Van Go-

gh, che certo soffriva di notevoli turbe, ma che poi è diventato famosissi- mo anche più per il mito letterario che lo ha celebra- o, che non per le opere traordinarie dipinte in u-

na manciata d'anni. E ancora i temi dei vari pri-mitivismi, esotismi, infantilismi che hanno ali-mentato alcune avanguardie del primo Novecen-to. Motivi ed esiti espressivi che singolarmente trovano diversi riscontri nell'arte degli emargi-nati di cui si diceva».

Probabilmente molti più artisti di quello che pensiamo si possono definire borderline. Lei come ha costruito il suo percorso espositivo?

«Non c'è dubbio che questa mostra offra uno spaccato parziale di tutto questo, con una campionatura inevitabil-mente ristretta di artisti. Ad e-sempio, in molte manifesta-zioni dell'arte contempora- nea si potrebbero trovare singolari vicinanze, maga-ri anche imbarazzanti, con l'opera di artisti borderli-ne del tutto ignari di quan-to era accaduto o stava ac-cadendo nel mondo dell'arte ufficiale. Ma una mostra non può che offrire una campiona-tura il più possibile significati-va» _

Bosch, Bruegel, Goya, Géricault, Da- lì, Rainer, Basquiat, Ernst, Dubuffet, si ha la sensazione che riunire tutti questi nomi sia stato ancor più difficile che nelle precedenti grandi mostre.

«In realtà non è stato molto difficile avere pre-stiti anche di artisti famosi, grazie ai rapporti con musei, raccolte pubbliche o private, gallerie im-portanti, e grazie anche alla reputazione che il Mar si è guadagnato in un decennio di mostre molto apprezzate da pubblico e critica. Più dif-ficile è stato semmai fare una scelta fra i molti artisti importanti che avrebbero potuto figurare in questo percorso».

C'è un messaggio sotteso alla mostra? Ad e-sempio che spesso ciò che si ritiene folle in realtà è il frutto di una mente più aperta, vi-sionaria?

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Antonio Ligabue,

"Autoritratto", 1954

Banca Popolare di Bergamo

.5> i\ \ • 17/02/2013

orriere Periodicità: Quotidiano

di Ravenna Faenza-Lupo e Imola Tiratura: n.d.

Direttore responsabile: Pietro Caricato

Diffusione: n.d.

press unE

«Credo, e spero, che la mostra susciti interro-gativi e offra motivi di riflessione sul mondo dell'arte, sulle convenzioni che lo governano, e insomma su ciò che rientra in una storia e un'attualità omologata, uf-ficialmente riconosciuta, e su quanto invece resta sepolto, scono-sciuto non solo al grande pubblico ma anche a storici e critici. Que-stioni che investono la ricerca da parte di diversi grandi protagoni-sti, del primitivo, dell'ancestrale, dell'infantile, che ha caratterizza- to parte delle avanguardie e che per certi aspetti si ritrova anche in buona parte degli alienati, degli emarginati con turbe più o meno evidenti,

e in qualche caso anche in artisti affermati ma anch'essi vittime di disturbi psichici, di rovinose ossessioni. Resta comunque la domanda sul mol-

Salvador Dalì, "Personnages dans le désert", 1965

gouache su tavola, cm 142 x 52, Collezione privata

Nel tondo: il curatore Claudio Spadoni

to problematico confine tra normalità e follia, fra impulso creativo privo di consapevolezza artisti-ca e una pratica dell'arte fondata su conoscenza, progettualità, e appunto piena consapevolezza».

Di tutte le opere presenti ce n'è qualcuna che le ha dato particolare soddisfazione riu-scire a portare in mostra?

«Avere un prestito di oltre 40 opere dalla Col- lezione dell'Art brut di Losanna è certamente un motivo di soddisfazione, perché è stato la confer- ma del pieno apprezzamento del tema della mo- stra. Basti aggiungere che abbiamo potuto alle-

stire un'intera sala dedicata ad A-

loise, l'artista brut più famosa. Poi, certo, l'Elefante" di ambito Bosch

del polo museale fiorentino, credo mai prestato: e ancora, un capola-voro strepitoso di Dubuffet, assie-me ad altre sue opere, e tre grandi tele di Tancredi, pupillo di Peggy Guggenheim, ormai preso dal tra-gico delirio che lo portò al suicidio.

E non ultimo il Dalì dei Musei Vaticani, oltre a lavori sorprendenti di artisti borderline scono- sciuti, a cominciare dalla "Via Crucis" in cotto di Gervasi, quasi un Bruegel inconsapevole e popo- laresco del nostro tempo».

Alessandro Fogli

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«Lo sforzo per promuovere Rat città d'arte e m

tutti è ,enna come eta turistica»

Pagina 26 «Si deve investire

-.)er mostrare nostro patrimonio

al mondo»

BORDERLINE.

.5> i\ \ • 17/02/2013

orriere Periodicità: Quotidiano

di Ravenna Faenza-Lupo e Imola Tiratura: n.d.

Direttore responsabile: Pietro Caricato

Diffusione: n.d.

pressunE

La Fondazione Cassa di Risparmio. Parla il presidente Gualtieri

«Si deve investire per mostrare il nostro patrimonio

al mondo» di CHIARA BISSI

RAVENNA. L'inaugurazione della mo-stra Bonachline Ar tìgti fta, nonnalìtà e foh' -

lks, promossa dal Mar e sponsorizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, è l'occasione per il presidente dell'istituzione ravennate Lanfranco Gualtieri di fare il punto sugli inter-venti necessari per sostenere le at-tività culturali.

In un momento di profonda cri-si economica come si sostiene la cultura?

«La cultura ha un valore particolare per Ravenna, in virtù del patrimo-nio artistico e archeologico che la città conserva, ma an-che per l'offerta di ini-ziative ed eventi. Lo sforzo che deve coin-volgere tutti è quello teso a una program-mazione capace di promuovere Raven-na come città d'arte e di cultura ma an-che come meta turi-stica. Recentemente l'omaggio a Verdi ideato da Ravenna fe-stival ha portato al teatro Alighieri due-mila persone. Allora proprio in questo momento di crisi ciò che conta è mettere in rete iniziative e risorse per promuo-vere l'intero territorio, dal patrimonio monumentale al litorale, all'ambiente naturale fatto di pinete e zone umide, fino all'enogastronomia. Si deve investire per mostrare il nostro patrimonio al mondo».

Molte aspettative sono riposte sulla candidatura di Ravenna capitale del-la cultura 2019.

«Si tratta di un'opportunità straordina-ria di promozione, indipendentemente da come andrà a finire. La città è stata sti-molata a mettersi in gioco, e al di là dei contenuti culturali proposti sarà un oc-casione per mostrare e far conoscere Ra-venna».

In termini economici com'è cambia-to il sostegno alla cultura da parte del-la Fondazione Cassa di Risparmio?

«La nostra attenzione è immutata, ma è stato necessario ridurre le risorse, anche per continuare a sostenere e potenziare progetti nell'ambito sociale e della forma-

zione scolastica e universitaria. Siamo fortemente impegnati nella realizzazione del museo archeologico di Classe in vista dell'apertura prevista nel 2015. Con il mu- seo e il parco si amplierà l'offerta turi- stica in modo tale da allungare la perma- nenza in città dei turisti. È necessario in-

sistere sulle eccellenze e mettere in rete tutti i monumenti per

arrivare a una card e un bi -

glietto unico che comprenda anche i siti di proprietà del- la Curia, quali la basilica di

San Vitale e mausoleo di Galla Placidia».

Che cosa pensa della nuova mostra del Mar?

«Si tratta di un per- corso significativo, che indaga l'opera di pittori molti noti, visti in una chiave nuova e originale, che pone al centro della riflessione la produzione di arti- sti ritenuti appunto borderline. La mo- stra permetterà di

approfondire la conoscenza dell'arte del Novecento».

Si parla insistentemente in queste settimane di una riforma del sistema delle fondazioni bancarie: è una stra- da percorribile?

«Riteniamo che laddove il sistema è stato gestito nel rispetto delle competen- ze si è dimostrato virtuoso, producendo vantaggi per il territorio. Quando la ban- ca affianca e sostiene imprese e famiglie, distribuisce dividendi, che la Fondazio- ne è in grado di tradurre in interventi a favore del territorio, siamo di fronte ap- punto a un circolo virtuoso, che sarebbe un errore distruggere. Siamo tranquilli, la nostra è una Fondazione di tipo pri- vato, agiamo in piena autonomia e tenia- mo buoni rapporti di collaborazione con le istituzioni locali. Il nostro è un ruolo positivo, di attenzione verso i problemi emergenti e le categorie disagiate. Siamo disponibili a sostenere i servizi sociali e a finanziare le proposte progettuali di enti e soggetti preposti, così come da tempo facciamo nell'ambito della formazione per la scuola, le biblioteche e l'universi- tà».

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Periodicità: Quotidiano

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orriere di Ravenna Faenza-Lupo e Imola

Direttore responsabile: Pietro Caricato

.5> A_A • 17/02/2013

Salvador Dalì, "Mostro molle in un paesaggio

angelico", 1977, olio su tela, cm 76x101

Musei Vaticani. Sotto: Mattia Moreni

"Autoritratto n. 5", 1988, olio su tela

cm 200x I 90, Galleria Stoppion i, Santa Sofia

Carlo Zinelli, "Pretini incappucciati su

sfondo bruno", 1964, tempera su carta

cm 70x50. Sotto: Tancredi Parmeggian i "Peccato carnale e il rosso cardinale", 1962

Sotto: Jean Dubuffet, "Site avec 8

personnages", 1981, china su carta

Sebastian Matta, "Le Prophéteur", 1954

olio su tela, cm 200x298x3

Fondazione Echaurren Salaris, Roma

Jean Dubuffet, "Arabe au palmier", 1948

pittura alla colla su carta, cm 44x55

Sotto: Pablo Echaurren, "Tutto & niente" 1991, acrilico su tela, cm I 40x140x3

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press LinE

Pagina 26 «Si dere investire

-.)er mostrare ' nostro patrimonio

al mondo»

BORDERLINE

(M" Pagina 36 di 92

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Pagina 29

Tra noriadtaelliiii.eeco il genio

\ \ • 17/02/2013

orriere Periodicità: Quotidiano

di Ravenna Faenza-Lupo e Imola Tiratura: n.d.

Direttore responsabile: Pietro Caricato

Diffusione: n.d.

pressunE

Al CONFINI DELL'ARTE

Un'esposizione dal potenziale raro, in grado di stupire realmente lo spettatore. Spadoni: «Uno sguardo rivolto là dove le acque si intorbidano»

Tra normalità e follia, ecco il genio È stata inaugurata ieri a Ravenna la nuova mostra del Mar: 93orderline"

Ecco perché siamo con- vinti che Borderline. Ar-

tisti tra normalità e follia. Da Bosch a Dalì, dall'Art brut a Basquiat, la grande mostra inaugurata ieri al Museo d'arte della città di Ravenna, abbia, al di là del titolo azzeccato, un potenzia-le raro, in grado di stu-pire real-mente lo spettatore, in un momento storico in cui le mostre d'arte si affidano sempre più a formule quantomeno standard.

«Si tratta di una mostra ricca di emozioni, poetica - illustra uno dei curato-ri, lo psicoterapeuta e do-cente dell'Accademia di Brera Giorgio Bedoni - , u- na mostra pensata per stanze tematiche, dove le opere e gli autori si acco-stano non già per relazio-ni patografiche o per di-scutibili rimandi a follie d'artista, ma assecondan-do, piuttosto, l'affinità dei motivi e sensibilità vici-ne nell'affrontare vicen-de storiche e disagi del nostro tempo, siano essi del corpo e della realtà».

Nella cultura europea del XX secolo diversi pro-tagonisti delle avanguar-die e psichiatri innovato-ri guardarono in luce

nuova le esperienze arti-stiche nate nei luoghi di cura per malati mentali. Le ricerche di quegli anni avevano avviato una re-visione radicale di termi-ni quali "arte dei folli" e

"arte psicopatologica", prendendo in esame que-ste produzioni sia come sorgenti stesse della crea-tività quanto come una modalità propria di esse-re nel mondo, da com-prendere al di là del lin-guaggio formale. Oggi il termine borderline indi-vidua una condizione cri-tica della modernità, an-tropologica prima ancora che clinica e culturale. In questo senso la mostra in-tende esplorare gli incer-ti confini dell'esperienza artistica al di là di cate-gorie stabilite nel corso del XX secolo, indivi-duando così un'area della creatività dai confini mo-bili, dove trovano espres-sione artisti ufficiali ma anche quegli autori rite-nuti "folli", "alienati" o, detto in un linguaggio na-to negli anni Settanta, "outsiders".

«"Borderline", termine di traduzione ostica, è u-no sguardo rivolto là dove i confini sembrano sfran-giarsi - spiega il curatore della mostra Claudio Spa-doni - , confondersi, dove le acque si intorbidano solo a sospendere le pre-sunte certezze di una sto-ria dell'arte che critica-mente - proprio nell'acce-zione etimologica della parola - separa la luce dell'ufficialità dalla pe-

nombra o dal buio dell'e-marginazione, del silen-zio, della dannazione mo-rale».

Dopo un'ampia "Intro-duzione introspettiva", con opere di Bosch, Brue-gel, Goya, Klinger e Géri-cault, nel Disagio della realtà vengono presenta-te importanti opere di protagonisti riconosciu-ti, tra cui Pierre Alechin-sky, Karel Appel, Jean Dubuffet, Gaston Chais-

Il disagio del corpo com-prende invece una serie di lavori dove è protago-nista il corpo, che diviene l'estensione della superfi-cie pittorica e talvolta o-pera stessa nelle sue più sorprendenti trasforma-zioni, descritte in toni lu-dici, poetici, talvolta vio-lenti. In questa sezione troviamo anche Victor Brauner, Corneille, Cesa-re Inzerillo, André Mas-son, Arnulf Rainer, e pro-tagonisti del Wiener A-ktionismus come Her-mann Nitsch e Giinter Brus.

All'interno dei Ritratti dell'anima ampio spazio viene dedicato a una se-quenza di ritratti e so-prattutto autoritratti, con opere di Bacon, Baj, Basquiat, Ligabue, More-ni, Rainer, Viani, tra i tanti.

La mostra prosegue con una sezione dedicata alla scultura - Terza dimen-sione del mondo - e infine, nel Sogno rivela la natura delle cose, viene definito l'onirico come fantasma del borderline, con una selezione di dipinti di sur-realisti come Salvador Dalì, Max Ernst, André Masson, Victor Brauner, oltre alla presenza di Paul Klee, grande estimatore dell'arte infantile e degli alienati.

Orari di visita: marte-dì-venerdì 9-18, sabato e domenica 9-19, chiuso lu-nedì. Ingresso intero 9 eu-ro, ridotto 7 euro.

• Info: 0544 482477

di ALESSANDRO FOGLI

RAVENNA. Il concetto di soglia, di limite estre-mo, che ci affascina a prescindere, se applicato all'arte diventa praticamente irresistibile.

Si sospendono le presunte certezze di una storia dell'arte che separa la luce dal buio

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LMTOCE Direttore Responsabile: Stefano Andrini

17/02/2013

Periodicità: Quotidiano Tiratura: n.d.

Diffusione: n.d.

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Un urlo muto nel deserto Appestati Quarantena. Parola più du-ra di "Quaresima", il tempo (di digiuno, di pensiero, di ispirazione abissale) che ci separa alla Pasqua. Quaran-tena ha a che fare con la malattia, con l'isolamento forzato per impedirne la diffusione. ratto mistico di Benedetto XVI (lo scranno penino è vuoto come un urlo muto, come una vora-gine) mette l'uomo in qua-rantena. Siamo appestati, appesantiti dal male, morsi dal nulla. Ed egli, il Papa, ci getta nel deserto. Non esi-stono più le nostre belle ca-se, la beatificazione dello stipendio, il salubre confor-to della "posizione". La ri-nuncia del l'apa è così gran-de che da oggi non esiste Ravenna o Roma, Rimini o New York: la tena è un de-serto. Un immenso ricovero di appestati. Ma cos'è il de-serto?I.o dice lui, il Papa più trasgressivo della storia: è il luogo delle "domande fon-damentali», dove “è più fa-cile incontrare Dio, Ma è pure "il luogo della morte, perché dove non c'è acqua non c'è neppure vita, Non c'è guida in questa quaran-tena nel deserto. Ciascuno ha la scorta dei propri idoh, ha in tasca la propria fede. I reduci di questa quarantena fonderanno la nuova uma-nità. F voi ancora a parlare di elezioni...

Davide Brullo

I vu' cumprà del cocco Al grido di"Coccobeeeeeello" per anni hanno fatto il bello e il cattivo tempo in Riviera. Ma quando il gioco si è fatto più duro sono arrivate minacce e tentativi di estorsione.

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LA V 17. FEBBRAIO 2013

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ANNO XVI

1,11 417 Dentro l'edificio di via Baiona tornato a essere il rifugio di senzatetto ed extracomunitari

ExAnic, l'hotel dei clandestini

In quattro ore strage di multe 40 verbali, 89 punti e 4 patenti

uaranta verbali in quattro ore n poco più. Multe a mitraglia, una strage. Ac-cade in via Granarolo, postazione dei Vigili ]urgo la strada otre conduce al

case I'Aln, giornata dedicala al la 'Si(7111,.a

dell'autotrasporto': nel mirino dei controlli ci so-no camion, furgoni, veicoli commerciali e auto-carri in genere. Il ma lena le non manca, come sa bene chi? costretto a usare l'auto tutti i giorni. La pattuglia parcheggia a lato della strada quan-

FAENZA CAMION E FURGONI NEL MIRINO DELLA POLIZIA MUNICIPALE

do le lancette dell'orologio segnano le otto e un quarto di mattina. Sotto esame i cronotachigrafi, le scalale nere dei camion, quelle che devano essere un diario di bordo. Guai a chi le nnunpala. Quando l'orologio scandisce mezzogiorno, la pattuglia fa fagotto e toglie il disturbo con molta carta nella faretra.Lllspettore scandisce i niunert scrini 40 verbali, Inni R9 [Multi, ritimn,1 patemi. In quattro ore, se non e record poco ci manca.

A pagina 18

L'ultimo sgombero delle forze dell'ordine risale giusto al 21 agosto scor-so. In quell'occasione

poco dopo l'alba erano stati i- dentificati 20 tunisini che aveva- no trovato rifugio nei fatiscenti locali dell'edificio privi di luce e acqua, e come tali caratterizzati da gravissimi problemi igienico- sanitari. All'interno del labirinti- co complesso di via Baiona, in passato sede degli alloggi per i dipendenti dell'ex Anic, erano state inoltre recuperate decine di biciclette, alcune in ottime condizioni. 1.a proprietà dello stabile si era subito attivata per murare tutti gli accessi assicu- rando porte e finestre con calce- struzzo; e per ripristinare i can- celli e le reti di confine segnate da parecchi buchi.A distanza di sei mesi, l'edificio si conferma essere uno dei più grandi dormi- tori per extracomunitari del ter- ritorio con alcuni maghrebini che ancoravi accedono grazie a un nuovo buco sulla recinzione esterna. E vi dormono grazie a camere da letto allestite con tan- to di materassi e coperte di lana.

A pagina 13

IL CAVALLINO 'TAROCCO'

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Polstrada sequestra Sotto quella scocca che sembrava realtà il cuore di una Ford Cougar sfuggito all'occhio attento della tita da quel bolide caricaro su rea di servizio "Santerno" dell'A14.

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falsa Ferrari 430 nata a Maranello, batteva in modificata. L'inganno non è

Polstrada di Ravenna. insospet- di una bisarca posteggiata nell'a-

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X-= Non vedo l'ora di scaricarti. , RiminiApp, tutta la città sul tuo smartphone.

IL VASUMETTO i Andreagasuni

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IMOLA E CIRCONDARIO

Incidente Auto contro camion parcheggiato Incidente stradale sabato mattina, 40 minuti dopo la mezzanotte, quando sulla Montanara, in località Pe-dagna, una Peugeot uscen-do di strada si è schiantata frontalmente contro un ca-mion parcheggiato a lato carreggiata. Ferite lievi per il conducente dell'utilitaria ma automobile da buttare.

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Supercar Ever.s: il gioiello fatto a mano E' stata svelata a Modena "Ever.s", la supercar co-struita nell'officina Moderna di Fontanelice da Moreno Handl. 340 cavalli di po-tenza per una supercar da 5.000 cc di cilindrata. Gli applausi di Squinzi, numero uno di Confindustria, e di Philippe Daverio, noto criti-co d'arte.

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Turismo in Romagna, Babbi è ottimista

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Turismo in Romagna, Babbi è ottimista "Ma nessun molli" BIT Alla Borsa di Milano che si conclude oggi il

direttore generale di Enit ha registrato segnali positivi

uali chance e opportunità sono emerse per l'Emilia Romagna dalla Bit (Borsa italiana del turismo) che si

concll oggi a Milano? Lo abbiamo chiesto ad Andrea Babbi, direttore generale dell'Enit. "L'Emilia Roma-gna l'ho vista bene!" spiega. "E' stata la Bit un'occasione straordinaria per dare risalto alla Campagna del Sorriso che l'A-zienda di Pro-mozione Turisti-ca ha lanciato per il 2013, ma anche per pro-muovere le ini-ziative in occa-sione del Bicen-tenario Verdia-no, le citta e le terme e la notte rosa e Beach ga-me per l'estate. Ho visto molta animazione e volti, appunto, sorridenti e commenti positivi. Biso-gna crederci perché il 2013 sarà certo difficile, ma nessuno deve mollare".

Il Piano turistico prevede un ri-lancio di Enit. In quale direzione?

Col Piano Turismo 2020 il ministro Gnudi ha proposto che la Nuova A-genzia Nazionale del Turismo -Enit, sia coinvolta in prima linea nella rea-lizzazione di molte delle 61 azioni previste in un legame e un dialogo più serrato con le Regioni, le Asso-ciazioni e i privati, in una logica di razionalizzazione degli interventi e dei costi. Fondamentale poi il ruolo dell'Agenzia come soggetto attivo e autorevole nella nuova cabina di re-gia assieme a Ministero degli Esteri, le Regioni,Unioncamere, gli altri Mi-nisteri e l'ICE, per presidiare con-giuntamente i mercati esteri, fonda-mentali per il rilancio turistico del Paese. All'Enit servono le giuste ri-sorse per svolgere questi nuovi com-piti, e Gnudi ha annunciato cha dai 20 milioni circa dello scorso anno ci dovrebbero essere ulteriori 20 milio-ni di risorse per la pura promozione. Poi l'impegno sull'innovazione verso il web, verso nuovi mercati, verso la fabbrica di prodotto. Una bella sfida!

In questo settore l'Italia non ha

più una politica e un coordinamen-to centrale. Un bene o un male?

Negli anni passati ci è sicuramente mancata una cabina di regia autore- vole che tenesse conto dei rapidi cambiamenti in atto nel settore delle vacanze e questo ci ha fatto perdere posizioni nelle classifiche internazio- nali e quote di mercato. Certo che un

centro che coor- dini è importan- te, ma è altret- tanto essenziale che tale centro sia un pezzo di una rete che coinvolga tutte le Regioni che han- no le competen-

dr ze in tema turi-smo, i territori, e i privati che de-vono vendere le loro offerte nel-l'ottica di un ve-ro sistema-turi-smo-Italia. La riforma del titolo

V, che tanto ha fatto discutere in que-sti mesi, vedremo se e come andrà a finire. Noi già parliamo coi fatti!

Nell'individuazione dei poli prio-ritari su cui puntare che ricadute può avere la Romagna?

Ne discuterà la Regione col nuovo ministro; certamente le linee propo-ste dal Piano riguardanti gli interven-ti di riqualificazione delle strutture ricettive e gli interventi sulle infra-strutture possono rendere ancora più competitiva una realtà come quella romagnola. Certo che occorre un ve-ro e proprio piano industriale con leggi e risorse adeguate che veda i comuni in primo piano e il sistema bancario generoso verso quei privati e quei comuni col coraggio di inve-stire in progetti nuovi.

Un altro dei problemi è sicura-mente la burocrazia che di certo non aiuta lo sviluppo del turismo. Ci sono speranze di ridurla a zero?

Ridurre la burocrazia a zero è un sogno ma è 1' obiettivo a cui però bi-sogna tendere per snellire le proce-dure agevolando gli imprenditori ne-gli investimenti e nel miglioramento della loro offerta. Ma anche i comuni hanno bisogno, per loro, di meno burocrazia dello stato, meno vincoli

di finanza pubblica. Ci vuole una riforma complessiva amministrativa, tributaria, insomma il turismo che è trasversale a tutto, risente anche del-le inefficienze complessive del pae-se.

La questione dei trasporti: l'aero-porto di Rimini non funziona eppu-re potrebbe essere un forte volano per il rilancio della riviera. Una partnership con San Marino po-trebbe essere la strada giusta?

Se la Russia è diventato il quarto mercato di riferimento per la riviera, il merito è anche del Fellini, che è di-ventato la prima porta dell'Europa dell'Est in Italia. E di questo va dato giusto merito a chi l'ha gestito in questi anni. Le potenzialità ci sono, San Marino può giocare un ruolo im-portante. Ma senza soldi veri, italiani o sammarinesi, si va poco lontano.

L'entroterra romagnolo stenta ad entrare nei pacchetti turistici. Come invertire il trend?

Ci vuole tempo. Sicuramente ini-ziative come quella delle Vedute Ri-nascimentali del Montefeltro posso-

no esercitare una forte attrattiva, of-frendo un approccio nuovo e coin-volgente alla scoperta dell'entroterra. Tonino Guerra e la sua Pennabilli de-vono essere tenuti presenti. E l'of-ferta di altri piccoli borghi e luoghi suggestivi, unita ad una tavola ricca di tradizioni e tipicità a km zero, è si-curamente una carta da giocare so-prattutto con gli stranieri. Certamen-te il web può offrire in tal senso più visibilità.

Meglio Rimini o Roma? Aver servito Rimini e la mia regio-

ne per 6 anni mi dato molto in ter-mini umani, è stato un grande onore, mi impegnava ma mi divertiva mol-to; la chiamata romana, inaspettata e non cercata, mi ha insegnato che quando ti viene chiesto di dare di più di quello che tu avevi deciso di dare agli altri o al bene comune, allo Stato, ecco quel "sacrificio" ora è innanzi-tutto un atto di carità verso di me. Servire bene "Roma" mi farà servire bene anche la mia terra a cui devo molto.

Stefano Andrini

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50&PIÙ - CONFCOMMERCIO

Nuovi salassi per gli anziani "Sos pensionati, chiamati a sopportare carichi insostenibili per il risanamento del paese". E' questo l'appello lanciato alle forze politiche, alla vigilia delle elezioni, dal Cupla (Coordina-mento unitario dei lavoratori autonomi) al quale aderiscono Fipac Confesercenti, 50&Più Confcommercio, Cna Pensiona-ti, Anap Confartigianato, Fnpa Casartigiani, Snp Confagricol-tura, Federpensionati Coldiretti e Associazione Pensionai Cia. I pensionati e gli anziani - per il Cupla - sono chiamati a sop-portare sacrifici enormi per il risanamento del Paese, un prezzo con forti sperequazioni e carichi assai distanti dalle lo-ro effettive capacità contributi-ve. E' necessario dunque, se-condo Cupla, intervenire con misure orientate all'equità ed alla salvaguardia delle catego-rie meno abbienti. Cupla for-mula alcune proposte politiche:

salvaguardia del potere di ac-quisto delle pensioni attraverso la revisione del paniere Istat

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per la rivalutazione dei tratta-menti, adattandolo alle pecu-liarità del pensionato-consu-matore; equità tra categorie at-traverso l'eliminazione di tutte le discriminazioni tra lavoro di-pendente e autonomo, assegni familiari, accesso al pensiona-mento, etc; misure di carattere fiscale, con l'emersione delle tasse evase (circa 160 miliardi). E ancora detassazione delle tredicesime, riducendo la pres-

sione fiscale sui redditi fissi, ampliando la no-tax area per gli anziani. Per l'Imu sulla prima casa, vanno distinti i possessori di una sola casa ed i multipro-prietari, escludendo dall'impo-sta i pensionati a basso reddito o ricoverati in case di riposo. Per il servizio sanitario, razio-nalizzare la spesa basata, se necessario, anche su una revi-sione del titolo V della Costitu-zione. In materia socio-assi-stenziale occorre il rifinanzia-mento dei fondi nazionali di carattere sociale, una completa applicazione della legge 328/2000, la definizione dei li-velli essenziali di assistenza so-ciale ed il sostegno alle fami-glie che assistono in casa i non autosufficienti. Il Cupla ha un suo ufficio pres-so 50&Più che si trova nelle A-scom di Ravenna, Lugo, Faenza e Cervia. Qui ci si può rivolgere, gratuitamente, per tutte le informazioni che riguardano pensionati attuali e futuri. Ottavio Righini

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L'Istituto Verdi rilegge il barbiere di Sh iglia

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IL TUO NEGOZIO A MARINARA

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CISL E POLITICHE

Martedì l'incontro con i candidati

In occasione delle elezioni politi-che del 24 e 25 febbraio, la Cisl ha organizzato un incontro con i can-didati locali al Parlamento. L'ap-puntamento, ormai una tradizione per il sindacato di via Vulcano, è stato fissato per martedì a partire dalle 9 alla sala Pier Franco Rava-glia della sede sindacale di Raven-na. Sul palco, il segretario provin-ciale del Pd e candidato alla Ca-mera per il centrosinistra Alberto Pagani, un candidato del centro-destra alla Camera, Alberto Anca-rani (Pdl), Alvaro Ancisi, della coa-lizione Scelta Civica con Monti per l'Italia, che corre per l'Udc alla Ca-mera, Michele Dotti per Rivoluzio-ne Civile, Claudio Suprani per il Pri e un rappresentante del Movimen-to a 5 stelle, partito che ancora non ha confermato la propria pre-senza. Dopo l'introduzione del se-gretario provinciale Antonio Cino-si, che illustrerà le priorità e le ri-chieste della Cisl al prossimo Par-lamento, interverranno i candidati e poi ci sarà spazio per il dibattito e le domande del pubblico. "Sarà l'occasione per confrontare le no-stre priorità per lo sviluppo del territorio e le proposte dei candi-dati. Da loro mi aspetto soprattut-to concretezza e poca demago-gia", ha sottolineato Cinosi.

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;Moggi ex Inie: un destino da dormitorio

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Nei fatiscenti locali dormono a decine dentro a stanze allestite con tanto di materassi e coperte di lana

L'interno degli ex alloggi dei dipendenti Anic oggi d ivenuti dormitorio per senzatetto

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IL TUO NEGOZIO A MARINARA

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Alloggi ex Anic: un destino da dormitorio IL CASO A sei mesi dallo sgombero, l'edificio di via Baiona è tornato a essere il rifugio clandestino degli extracomunitari

L 'ultimo sgombero delle forze dell'ordine risale giusto al 21 agosto scorso. In quell'occa-sione poco dopo l'alba erano

stati identificati 28 tunisini che aveva-no trovato rifugio nei fatiscenti locali dell'edificio privi di luce e acqua, e co-me tali caratterizzati da gravissimi pro-blemi igienico-sanitari. All'interno del labirintico complesso di via Baiona, in passato sede degli alloggi per i dipen-denti dell'ex Anic, erano state inoltre recuperate decine di biciclette, alcune in ottime condizioni. La proprietà del-lo stabile si era subito attivata per mu-rare tutti gli accessi assicurando porte e finestre con calcestruzzo; e per ripri-stinare i cancelli e le reti di confine se-gnate da parecchi buchi.

A distanza di sei mesi, l'edificio si conferma essere uno dei più grandi dormitori per extracomunitari del ter-ritorio con alcuni maghrebini che an-cora vi accedono grazie a un nuovo buco sulla recinzione esterna. E vi dor-mono grazie a camere da letto allestite con tanto di materassi e coperte di la-na. Da confermare anche la presenza di biciclette, alcune in ottimo stato. U-na conferma pure per le pessime con-dizioni igieniche interne: i rifiuti sono disseminati su tutti i piani, in taluni punti perfino a cataste. Si tratta di e-scrementi, resti di cibo, vestiti usati e immondizia di varia natura. Ma ci so-no pure tantissime bottiglie di urina appoggiate su tavoli: un tentativo forse di non peggiorare le condizioni igieni-che fatto da chi là dentro ancora ci a-bita nonostante si tratti di un riparo non così buono durante l'inverno. La guaina del tetto è stata infatti perforata dalle piante: la pioggia filtra e, conge-lando, arriva a sfondare i soffitti.

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Italia Futura anche a Ravenna Si è appena formato, ma il gruppo Italia Futura Ra-venna ha già le idee ben chiare: riunire persone della società civile e di qualsiasi provenienza so-ciale, che possano mette-re le proprie professiona-lità e capacità e buon senso a disposizione del-la città. L'idea è nata ad i-nizio gennaio, quando il referente regionale di Ita-lia Futura Massimo Bucci ha avuto i primi contatti con alcune delle persone che ora compongono il gruppo ravennate: Ma-nuela Fantinelli (docente e consulente nell'ambito dell'alta formazione uni-versitaria), Davide Ron-cuzzi (imprenditore), Ce-sare Cervellati (dirigente). Dopo vari incontri infor-mali tutti hanno accon-sentito a formare Italia Futura Ravenna, con l'in-tento di dare seguito a questo nuovo percorso anche dopo le elezioni. Al momento sono una ven-tina le adesioni, tra stu-denti, imprenditori, im-piegati, dirigenti e profes-sionisti vari. Chunque vo-glia far parte del gruppo dovrà rispondere a quat-tro requisiti indispensa-bili: non provenire da in-carichi politici preceden-ti, avere la fedina penale "pulita", una dichiarazio-ne dei redditi congruente con il tenore di vita, e co-me intento principale quello dell'impegno etico per il bene comune, e non il fine privato. Al mo-mento il neonato gruppo sostiene i propri candida-ti nelle liste di Scelta Ci-vica (Lista Monti). In par-ticolare Irene Tinagli e Bruno Molea, rispettiva-mente prima e secondo nella lista per la Camera.

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;Moggi ex Inie: un destino da dormitorio

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`Sotto la rete poco spazio, po-trebbe rivelarsi trappola per la fauna'

Pineta, spuntano reradoni

lei primi dubbi) . .

LIDO DI DANTE Recintata l'area della Ramazzotti devastata nel luglio scorso dai piromani Minichini (LpRa): 'Errori nella collocazione'

Pineta, spuntano le recinzioni (e i primi dubbi) C

hi in questi giorni deciderà di fare una passeggiata nella parte della pineta Ramazzotti data alle fiamme nel luglio

scorso da piromani tuttora ricercati, potrà notare che sono iniziati i lavori che dovranno tutela-re l'intera area nella fase delicata della ri-naturalizzazione. Con l'avvio delle o-pere, sono spuntate anche le prime re-cinzioni che dovran-no impedire l'acces-so alla pineta. Pa-squale Minichini, e-sponente di Lista per Ravenna residente a Lido di Dante il 14 febbraio ha svolto un primo sopralluo-go dell'area notando alcune stranezze: "Innanzitutto - affer-ma Minichini - dalla planimetria presente nell'atto di indirizzo

del civico è la posa della rete metallica: "Anche il più profano in materia - af-ferma allibito Minichini - si chiede per-ché non sia stato lasciato il dovuto spa-zio sotto la rete al fine di consentire alla fauna selvatica di migrare liberamente

da un punto all'altro della pineta". Dalle immagini scattate dal civico si può no-tare infatti come la rete sia stata colloca-ta a filo con il terre-no. "Non c'è il ben-ché minimo spazio affinché la fauna possa attraversare la recinzione da una zona all'altra - riba-disce Minichini - a questo punto resto in attesa di chiari-menti da parte della Forestale perché se questo è un errore, che non sarebbe di poco conto, occorre

che vi si ponga rimedio quanto prima dato che in primavera molte specie di volatili depongono le uova e non vor-remmo che i piccoli, non potendo su-perare in volo la recinzione, restino di balia di specie predatorie".

approvato all'u-nanimità da tutte le forze politiche rap-presentate in Consiglio comunale, la recinzione dovrebbe essere collocata circa 400 metri più a nord". Ma quello che in particolare ha destato lo stupore

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Pineta, spuntano le retivioni (e i primi dubbi)

IPOTESI TRASFERIMENTO I RAPPRESENTANTI D'ISTITUTO "NON CI SPOSTIAMO SENZA GARANZIE"

Morigia, i genitori mettono le cose in chiaro In una riunione convocata lo scorso 13 febbraio i genitori rappre-sentanti dell'Istituto per geometri Morigia hanno informato le fa-miglie degli studenti sull'evoluzione relativa alle ipotesi accorpa-mento e trasferimento. "Dopo diversi incontri con le istituzioni - af-fermano in una nota i rappresentanti dei genitori Enrica Fantinelli e Marzo Zennaro - la situazione è questa. Relativamente alla fusione tra Morigia e Perdisa con l'Iti l'assessore provinciale ha deciso di rin-viare tutto al 2014. La seconda questione - proseguono i rappresen-tanti - è quella del trasferimento del Morigia al Perdisd. Ipotesi, que-sta, che nasce dalla necessità di accorpare le varie aule che il liceo Classico ha disseminate sul territorio: "Il Classico dovrebbe prendere il nostro posto - affermano i genitori - ma il liceo non ha laboratori complessi da collocare". Al Perdisa, infatti, gli spazi sarebbero troppo piccoli per contenere le attrezzature dei Geometri: "Trasferendo le aule ma non i laboratori - affermano i genitori - andremmo a perdere una fetta importante dell'offerta formativa che abbiamo sottoscritto al momento dell'iscrizione dei nostri figli". La nota dei genitori si conclude quindi con un deciso ultimatum: "Noi non ci spostiamo per avere meno di quello che abbiamo qui al Morigia".

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Pineta, spuntano le retivioni (e i primi dubbi)

NOBILI (FORESTALE) `RETI BEN COLLOCATE A PASQUA ARRIVANO I CANCELLI'

Giovanni Nobili, dirigente della sezione Biodiversità del Corpo Forestale, è colui che ha studiato e progettato l'interven-to a tutela della pineta Ramazzotti. Alle critiche sollevate per la collocazione delle reti il dirigente risponde così: "Ab-biamo lasciato 20 cm da terra per con-sentire a ricci, volpi e faine, è possibile che in alcuni punti, a causa della confor-mazione del terreno, lo spazio sia mino-re. Nel caso gli animali avessero diffi-coltà siamo pronti ad intervenire realiz-zando finestrelle nella rete". Nel frat-tempo la ditta incaricata di liberare la pineta dal legno bruciato continua a la-vorare: "Dovrebbe finire entro fine mar-zo, poi intorno a Pasqua chiuderemo l'a-rea al pubblico con cancelli".

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In prim avera via al se tondo stralcio dei la- vori app rovati dal Co m une

LeAntiche carceri cla Galleria Dante

IL PROGETTO DIMENTICATO

Le Antiche carceri e la Galleria Dante LA CITTÀ CHE MANGIA SE STESSA Nel 1907 il Comune compra l'area per 8mila lire e approva l'opera dell'ingegner Maioli nel 1923. Poi tutto va in fumo. Intanto, oggi i costi della riqualificazione salgono

"Ravenna vecchia sì, anche troppo; magari laboriosa ma purtroppo tenace nel rallentare ogni buona idea, nel rin-viare, non concludere mai" (Gregorio Caravita, storico)

naugurate le nuove carceri nel maggio del 1900, le vecchie di- vennero inservibili e vennero dismesse. Al posto delle carce- ri, situate nel cortile del Palaz- zo della Prefettura, il Munici-

pio avanzò l'idea di costruire un Ar-chivio di Stato che doveva essere in comunicazione col portico della Piazza. A tal fine il Comune ac-quistò dal Governo il vecchio carcere per il prezzo di 8.000 lire. L'immobile fu fatto immediatamente de-molire. Era l'inverno del 1907. La Coopera-tiva Muratori, società addetta alla demoli-zione, vendette alla spicciolata tutto il materiale ricavato a diversi acquirenti. Al-tri comprarono tutto il ferrame consistente in grandi quantità di cancelli, inferriate, porte di ferro e un grande numero di chiavi, alcune delle quali assai volumino-se ed antiche. Le memorie più vec-chie del carcere giudi-ziario rimandano al XIV secolo quan-do, a seguito della demolizione, si venne a scoprire un altro fabbricato con grossi muri a scarpata, i muri del carcere più antico, probabilmente ri-salente ai tempi di Dante, dei Da Po-lenta. Nel 1920, abbandonato il progetto dell'Archivio di Stato, il Comune pen-

sò alla realizzazione di una nuova o- pera, ossia la 'Galleria Dante'. Il piano finanziario del progetto, redatto dal comitato promotore della Società a- nonima edile ravennate, affermava che 'non si tratta del grosso affare, il quale consenta largheggiamenti ca- pricciosi e scempio, che qualcuno in- fine dovrà ben pagare... ma dalla ese- cuzione stessa non dovrà venire a nes- suno un interesse particolare'. L'area era progettata dall'ingegnere Maioli, con una soluzione meraviglio- sa a galleria, con accesso anche dal-

l'attuale Piazza del Popolo, galleria che a- vrebbe arredato il cuore della città ospi- tando un centro affari e spazi di ritrovo. L'idea del comitato promotore era quella di inaugurare la Gal- leria per il 6° centena- rio dantesco, nel 1921, ma il Consiglio comunale approvò il progetto solo nel '23 poi, senza che ci sia- no memorie storiche, tutto l'affare andò in fumo. Nuovi progetti si sono poi appoggiati al da- vanzale della storia cittadina, di quella città che troppo spes- so dimentica veloce- mente e lascia all'o- blio le proprie tracce. Vi saranno presto

nuovi pavimenti in prestigiosa pietra di luserna e conci di selce a coprire col proprio costo quanto ormai resta e forse resterà per sempre celato, come i cubicoli delle 'carceri polentane' che sono ancora lì sotto. L'accesso dovreb- be trovarsi proprio sotto i lastroni del marciapiede tra il negozio 'Alla bene- ficenza' e la tabaccheria di via Gordi-

ni. Il Comune aveva comperato tutta l'a-rea per 8.000 lire, la galleria Dante sa-rebbe costata, tutto compreso, 1.500.000 lire. All'oggi, con un proget-to approvato nel 1923, sarebbe di cer-to occorsa una revisione dei prezzi, ma forse quell'opera del Maioli avreb-be donato lustro al grigiore cittadino, più dei 430mila euro che finiranno, nonostante le penurie delle casse co-munali, nella pavimentazione di un bar e poco altro. Ecco cosa manca alla città: un bar e una piazzetta pavimen-tata con pietra di luserna. Un'opera

che, senza dubbio, incrementerà l'af-flusso turistico e, grazie al bagno del bar, coprirà la carenza di servizi igie-nici di cui soffre il centro storico ra-vennate. Proprio in questi giorni la giunta ha comunicato infatti l'inten-zione di partire entro la primavera con il secondo stralcio dei lavori di ri-qualificazione della piazza. L'interven-to riguarda l'esecuzione di tutti i sot-toservizi che insistono sull'area della corte, in prosecuzione di quelli posati lungo via della Tesoreria Vecchia e, ap-punto, la realizzazione della pavimen-tazione. In particolare nella parte pro-

spiciente il nuovo fabbricato bar, la pavimentazione sarà posata in modo da evidenziare il tracciato del vecchio sedime delle mura delle ex carceri (il tutto al costo di 430mila euro). Gli in-terventi previsti dal primo stralcio, consistenti nella realizzazione dei sot-toservizi in via della Tesoreria Vecchia e dell'impianto di teleriscalda sono costati invece 130mila eu Pagina 16

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Pagina 16 La demolizione delle vecchie carceri e la facciata della Galleria Dante Foto concesse da Biblioteca Classense e Libreria antiquaria Tonini

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LeAniidie carceri cla Galleria Dante

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Cc Bcc Cimatti e Pederzoli

Caccia al camion: strage di multe r:',2

AGRICOLTURA LA BANCA CREDITO COOPERATIVO ROMAGNA OCCIDENTALE DI CASTEL BOLOGNESE SCENDE IN CAMPO PER SOSTENERE LA REALIZZAZIONE DI ALCUNE OPERE IRRIGUE

Grandi invasi d'acqua per battere la siccità tra Villa Vezzano e Zattagli a, Tebano e Serra CASTEL BOLOGNESE Il Piano regionale di Sviluppo Rurale ha messo a disposi-zione delle aziende agricole 10 milioni di euro per rea-lizzare invasi irrigui intera-ziendali. Perchè lo sviluppo dell'agricoltura passa attra-verso l'uso sempre più o-culato dell'acqua. Dopo annate di siccità l'obiettivo è trattenere l'acqua in in-verno e rilasciarla in estate. Le imprese agricole rag-gruppate in consorzi (mi-nimo 10 aziende) potranno realizzare invasi capienti da 50 a 250mila mq., con spe-se da 100mila a 1 milione di euro. Il contributo sarà

del 70%; le domande entro il 5 aprile. Sarà possibile creare una rete irrigua nella zona tra Villa Vezzano e Zattaglia; e un'altra tra i ter-ritori di Cuffiano, Tebano, Campiano, Biancanigo e Serra. "Dopo una serie di annate difficili per la frutti-coltura - dice Massimiliano Pederzoli presidente Coldi-retti Ravenna - gli impren-ditori agricoli fan fatica ad affrontare nuovi investi-menti da decine di migliaia di euro; per

cui la notizia di aiuti concreti dal sistema credi-tizio cooperativo per il comparto agricolo non può

che rallegrarci". "La Bcc o-pera affinché il denaro sia uno strumento a servizio dell'economia reale - spie-ga Luigi Cimatti presidente dell'Istituto -; noi abbiamo predisposto una linea di

credito specifica: alle azien-de che ne fanno richiesta diamo la possibilità di usu-fruire di mutui chirografari (durata max 84 mesi) per l'acquisto di quote d'acqua fino a 100mila euro. E of-friamo tassi di favore. La Bcc vuol essere motore di sviluppo per le comunità a-gricole locali anche perché non ci potrà mai essere un'agricoltura votata alla qualità se non utilizzando la preziosa risorsa idrica".

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In vetrina le esperienze di Siviglia Venezia, Lon-dra e Madrid

Il ruolo dell'architettura contemporanea RAVENNA Dal 21 febbraio otto conferenze a Palazzo Rava con i migliori studi di progettazione d'Europa e d'Italia

L 'architettura contemporanea come non si era mai vista - e sentita raccontare - a Ravenna. Si chiama "Il ruolo dell'archi-

tettura contemporanea" il ciclo di con-ferenze organizzato da Gruppo Ravimm nelle Cantine di Palazzo Rava. Otto in-contri (tutti alle ore 21) con qualificati progettisti ed esperti di rilievo nazionale e internazionale che si terranno a par-tire dal 21 febbraio fino a novembre 2013. L'ideazione e la cura degli incontri è dell'architetto Emilio Rambelli di Nuovostu-dio. Gli appuntamenti, vedranno protagonisti architetti e ingegneri di prestigiosi studi di progettazione che hanno sede a Siviglia, a Venezia, a Madrid, a Londra, oltre che a Ra-venna e Faenza, e si terranno negli spazi suggestivi del palazzo di via di Roma a Ra-venna, location che il Gruppo Ravimm met-te a disposizione della rassegna patrocinando e collaborando alla sua realizzazione. La serie organizzata e promossa dalla rivista Trovacasa Premium che da anni si oc-cupa di informazione e divulgazione della cultura dell'abitare sul nostro ter-ritorio, sostenendo l'attività immobilia-re e dando visibilità ai numerosi opera-tori del settore. Si tratta quindi di una occasione unica, di incontro, per riflet-tere non solo sul ruolo, oggi, dell'archi-tettura contemporanea, ma anche delle sue prerogative e prospettive future, in una fase difficile dell'economia, che ve-de il settore delle costruzioni colpito da

mancanza di risorse e di progettualità i-stituzionale. Un momento di grandi cambiamenti dove si rende necessario rispondere a una emergente domanda di sostenibilità ambientale e urbana e ripensare al consumo di territorio e a nuovi modi e stili del costruire e dell'a-bitare. Rappresenta infine un'opportu-nità di confronto e condivisione sul "fare bene" e con qualità, di conoscenza e scambio per il proprio business, per una

platea di operatori e tecnici del mondo im-mobiliare, che intendo-no riqualificare e dare un futuro alla propria attività, assieme a un vasto pubblico sempre più interessato a questi temi. La rassegna si aprirà giovedì 21 febbraio con Filippo Panbianco dello Studio G.V. Consuegra di Siviglia. Il 21 marzo Michele Tarroni pre-senterà l'esperienza dello Studio Stanton Williams di Londra. Il 18 aprile si torna in Ro-magna con Gabriele Lelli dello Studio Lelli e

Associati di Faenza. Nuovo viaggio in Spagna il 16 maggio con Alfredo Borghi e l'Estudio di Madrid. I120 giugno Ennio Nonni racconterà invece il caso di stu-dio del quartiere San Rocco di Faenza. Dopo la pausa estiva, il 3 ottobre, Gian-luca Bonini riaprirà la rassegna giocan-do in casa e presentando l'attività del Nuovostudio di Ravenna. Ultimi due ap-puntamenti, il 31 ottobre con la Soprin-tendente Antonella Ranaldi e il restauro contemporaneo e, il 21 novembre con Daniela Moderini e il paesaggio urbano di Venezia.

di conferenze è

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na mostra che squar-

cia i confini dell'ovvio e getta luce su quelle zone torbide e am- bigue della psi- che in cui l'alie-

nazione fa rima con l'ispirazione

e il genio scaturisce come un'onda anomala

dalle turbolenze della follia: Borderline. Artisti fra normalità e follia. Da Bosch a Dalì, dall'Art Brut a Basquiat, che si è inaugurata ieri al Mar di Ravenna e durerà fino al 16 giugno, si pone come un prezioso faro sui chiaroscuri della coscienza riflessi nell'opera di artisti esuli, outsider e fieramente trickster ri-spetto all'ufficialità accademica che hanno tracciato percorsi di grande o-riginalità spesso rasentando tragedie personali come il ricovero manicomia-le, l'emarginazione sociale e il disagio psichico. Artisti di grande fama come Francis Bacon vengono accostati ad al-tri che hanno vissuto al margine della società seguendo vie personalissime in una ricerca estrema e feroce della bellezza. Abolire i confini è dunque il motto della mostra perché la grande arte è una sola, anche se viene perce-pita diversamente nel corso del tempo e troppo spesso certi artisti sono stati fraintesi e misconosciuti vivendo da i-solati una carriera che poteva essere splendida ed esemplare se fosse stata riconosciuta dai contemporanei. Sono tante le opere esposte che colpiscono per la loro clamorosa imponenza e per l'insolenza dei colori o per l'intensità dei soggetti che rimandano a perce-zioni del mondo trascolorate da un'in-

tensità fanatica e allucinata: gli sgar-gianti felini dai denti digrignati di An-tonio Ligabue o i suoi autoritratti di ac-cecante presenza psichica, l'impres-sionante e surreale elefante da batta-glia di Bosch e i ritratti irriverenti e ru-tilanti di policromo disfacimento di Mattia Moreni. Molto apprezzabile è stata anche la scelta dei curatori di al-legare opere extraeuropee provenienti da contesti tribali come dalla Melane-sia, dove l'approccio alla creazione di manufatti artistici ha qualcosa che ri-chiama la fondazione mitica di una nuova realtà simile a quella degli artisti più devianti del mondo occidentale, perennemente alla ricerca di uno stile primitivo che coincida con una supe-riore autenticità, una prossimità alle fonti primarie e selvagge del pensiero creatore. Come sostiene uno dei cura-tori della mostra, nonché direttore scientifico del Mar, Claudio Spadoni: "I due saperi, quello della critica d'arte e quello dell'antropologia e della psi-chiatria, quello dell'arte ufficiale e ac-cademica e quello di ricerche più in-quiete di singolari e liberi pensatori fa-

ticano ad incontrarsi, se non per effi-mere illuminazioni reciproche: la mo-stra vuole riavvicinare questi diversi ambiti esponendo opere che suscitano domande piuttosto che dare risposte perché la vera arte tende ad essere du-bitativa e interrogativa più che asser-tiva". Anche il co-curatore della mostra, lo psichiatra Giorgio Bedoni, presenta il profilo di un'esposizione che coniuga visibile e invisibile, il tenebroso disagio psichico e il baluginio della creatività, gli squilibri del corpo e della psiche e le rivelazioni del sogno: "si tratta di una mostra di ricerca, non arida bensì poe-tica e in fondo anche ludica e diver-tente che per accostamenti analogici si sviluppa sulla proficua polarità tra follia e creatività, sulla divina mania come demonica propensione che in-duce al delirio poetico e pittorico. L'as-sessore alla Cultura del Comune di Ra-venna Ouidad Bakkali elogia la ric-chezza di un percorso culturale di ec-cellenza reso possibile dalla collabo-razione tra vari soggetti e sottolinea con amara ironia l'attualità di una mo-stra che delinea un'età di estrema in-

certezza, una liminalità che rispecchia l'attuale situazio-ne storica, in bilico su una crisi di cui non si intravedo-no i confini. D'altronde la vita, secondo la definizione nicciana, è un pericoloso andare e un altrettanto pe-ricoloso sostare su un filo teso sopra l'abisso e gli arti-sti hanno scrutato meglio di altri quelle nebulose profondità donando al no-stro cadere quotidiano una grazia e un senso di cui pri-ma eravamo ignari.

Emanuele Palli

L'arte è interrogante e dubitativa piuttosto che assertiva: la mostra avvicina le vie dell'arte ufficiale e le ricerche di spiriti liberi Claudio Spadon i

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L. FT RSA. DEE SONDAGGI «PROIBITI»

SCARSO RISPEII0 PER CHI -MURI-- di ANGELO PANEBTANCO

\•, osa succede quan- do le autorità proi- biscono la vendita di un bene del qua-

le c'è una forte domanda? Si formerà un mercato ne-ro. Una conseguenza è che si accentuerà il peso delle disuguaglianze. Sul merca-to nero, infatti, il bene proi-bito costa molto di più di quanto non costasse nel mercato libero, prima che intervenisse il divieto. Chi possiede più risorse può permettersi l'acquisto del bene proibito, tanti altri no. Qualcosa di simile accade quando, come in Italia, si vieta la diffusione di son-daggi nelle due settimane che precedono il voto, I son-daggi continuano ad essere fatti, naturalmente. Ma da] momento in cui scatta il di-vieto di pubblicazione, solo una frazione della popola-zione verrà a conoscenza dei risultati delle nuove rile-vazioni dernoscopiche: so-no coloro che hanno acces-so ai canali di informazione riservati alle élite. Le infor ,- orazioni sugli orientamenti di voto spariscono dai me-dia e entrano in un altro eh-culto, più ristretto, compo-sto da coloro che godono del vantaggio sociale di po-ter accedere a canali perso-nali e riservati. In questo modo, l'asimmetria infor-mativa, il divario fra chi sa e chi non sa, fra i pochi che hanno accesso ai sondaggi e la maggioranza che ne è esclusa, si accentua.

Perché in certi Paesi si proibisce, da un certo mo-mento in poi, la pubblicazio-ne dei sondaggi (pur sapen-do che quel divieto provo-cherà la formazione di un circuito informale domina-to dal chiacchiericcio fra i bene informati, una sorta di campagna elettorale nasco-sta e parallela) mentre in al-

tri Paesi (come gli Stati Uni-ti) quella proibizione non c'è? La risposta plausibile è una soltanto. il divieto di pubblicazione dei sondaggi è possibile dove non si ha paura di stabilire per legge che l'elettore è un bambino-ne immaturo, che va protet-to dalle (supposte) cattive influenze dei sondaggi.

Thtti noi siamo continua-mente influenzati da tante cose. E le ragioni che spin-gono ciascun singolo eletto-re a votare in un modo o nell'altro (o a non votare) possono essere le più varie. Ma se si decide per legge che l'elettore è un immatu-ro suggestionabile il rischio è che qualcuno, tira giorno, faccia anche il passo succes-sivo, quello che discende lo-gicamente dal primo: se l'elettore è un bambinone, perché mai dovremmo la-- sciargli il diritto di voto?

Sullo sfondo si intravve-de la cattiva coscienza di éli-te che non hanno mai sapu-to fare ben i conti con il suf-fragio universale e le conse-guenze che ne discendono. Elite che hanno paura del popolo. E c'è la predilezio-ne per i circuiti ristretti ove gli ottimati qu alcuno pensoso del bene comune, :i più pensosi delle future di-stribuzioni di cariche possano occuparsene al ri-paro dalla pressione popola-re. La politica è solo una fac-cia della società. C'è una connessione fra l'ideale di una democrazia sotto tutela (che va difesa dal suo princi-pale nemico: il popolo) e la pratica dei mercati protetti che impedisce la libera competizione.

In queste condizioni, non fa meraviglia l'insor-genza di potenti movimenti di protesta. Meraviglia che qualcuno si meravigli,

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i leader alla N IrlIhn,

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I leader alla battaglia do. sondaggi Le norme sulla par condicio proibiscono (invano) la diffusione dei dati Berlusconi e i numeri sul premier: è al 10%, non entraj in Parlamento

ROMA La legge 28 dei 2000 stabilisce il divieto di ren-dere pubblici e comunque dif-fondere «i risultati dei sondag-gi demoscopici sull'esito delle elezioni e sugli orientamenti politici e di voto degli eletto-ri». 11 «black out» informativo previsto dall'articolo 8 di quel testo è imposto per i 15 giorni che precedono il voto e riguar-da anche i sondaggi effettuati in periodi precedenti. Il divie-to, però, viene facilmente aggi-rato con un risultato parados-sale: i sondaggi circolano ovun-que nei palazzi della politica e della finanza e gli unici a non averne conoscenza nella loro completezza sono gli elettori.

Eppure la norma è semplice e sufficientemente chiara. Ma. come spesso accade basta dare uno sguardo alla sanzione pre-vista in caso di violazioni (arti-

colo io) per comprendere che la regola può essere disattesa. senza conseguenze drammati-che per i trasgressori. In ogni caso, ricevuta la segnalazione

«anche a mezzo telefax», c'è scritto nel testo del 2000 — l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni «in caso di vio-lazione dell'articolo 8 ordina al-l'emittente o all'editore interes-sato di dichiarare tale circo-stanza sul mezzo di comunica-zione che ha diffuso il sondag-gio...».

Può succedere dunque che il divieto di diffondere i son-daggi venga aggirato dai parti-ti per scopi di tornaconto elet-torale. Di solito si agitano di più i leader del partito che inse-gue e, infatti, negli ultimi gior-ni Silvio Berlusconi e Angelino Alfano si sono lasciati andare fornendo ai media numeri e

percentuali formalmente non diffondibili. «La sinistra è pre-occupata e noi stiamo sopra-vanzando...», ha detto il Cava-liere lasciando poi ad Alfano il compito di fare due conti: «C'è un avvicinamento alla sinistra che ora è intorno ai due punti di distanza, anche un po' me-no. Mancano meno di due pun-ti , Poi l'ex premier è passa-to ad occuparsi in termini nu-merici del suo competitor, Ma-rio Monti, cercando di danneg-giarne l'immagine agli occhi dell'elettorato moderato: «Nei

Le metafore Da Alfano a Renzi, per parlare agli elettori si fanno allusioni: dal «sorpasso» ai «prefissi»

sondaggi la coalizione di Mon-ti è vicina la 10. Non entre-ranno in Parlamento. Fini è ri-dotto a un prefisso telefonico. Lo 0,4%».

Dunque, in alcuni casi bran-delli di sondaggi — che tutti i partiti (ma anche le banche, i gruppi industriali e finanziari) continuano legittimamente a commissionare anche in perio-do di «coprifuoco informati-vo» — vengono utilizzati con disinvoltura dai committenti. Va molto la metafora autostra-dale tanto che Matteo Renzi.

li messaggle Gli schieramenti provano a giocare la carta: «Votaci, saremo noi a vincere»

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i leader alla hal iaidin H N IrlIhn,

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(Pd) l'ha utilizzata per tirare la volata al centrosinistra in Vene-to: «Se il Pd e il centrosinistra si vanno a prendere i voti dei delusi, la possibilità del sorpas-so è tutta nostra». Ma Berlusco-ni che pensa soprattutto al sor-passo del Pd1 sul Pd. su scala na-zionale ha strizzato l'occhio agli automobilisti: «Il Pd è sul-la corsia di emergenza, noi su quella cli sorpasso». Renzi, pe-rò, ha sempre la battuta pron-ta: «In autostrada, la corsia cli sorpasso sta a sinistra, mentre quella di emergenza sta a de-stra». Poi Mara Carfagna (Pdl) ha voluto seguire la rotta trac-ciata dal Cavaliere: «I sondaggi. che noi abbiamo dicono che il partito è assolutamente in gio-co e che abbiamo superato il Pd», Mentre Alfano si è concen-trato sulla sua regione, la Sici-lia, dove ha constatato «un sor-

passo» sui centrosinistra do- po la rovinosa sconfitta del centrodestra. alle regionali del 2012.

Con un'affluenza stimata in-torno al 78% (due punti in me-no del 2008 seguendo il calo fi-siologico dei votanti in atto inesorabilmente dal 19,16, se-condo le stime dell'istituto Pie-poli), i partiti stanno giocando le ultime carte in loro posses-so. In particolare fanno gola i voti degli elettori ancora inde-cisi che alla fine andranno co-munque al seggio (sono il lo% d.eifelettorato, circa cinque mi-lioni di italiani, secondo le sti-me di Renato Mannheipner) e che potrebbero essere sensibili a un messaggio semplice quan-to efficace: «Vota per noi per-ché saremo noi a vincere».

Dino Mardrano R ,RODUZinNE RiSERYZA

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DAL NOSTRO INVIATO Napolitano: ingerenza? Parole gratuite e infondate E la Casa Bianca: neutrali La nota del Quirinale dopo le accuse del Pdi

WASHINGTON — Senza an-nullare le valutazioni di giove-dì scorso sulla necessità di non rinunciare alla «spinta» al cambiamento delineato dal governo di Mario Monti, la Ca-sa Bianca ha pubblicamente escluso di volersi intromette-re in una campagna elettorale all'estero. «Gli Stati Uniti non si schierano né appoggiano partiti in occasione delle ele-zioni in altri Paesi. Sulle ele-zioni in 'Italia decide il popolo italiano», ha sostenuto Caitlin Hayden, la stessa portavoce della presidenza degli Stati Uniti che si era pronunciata al-la vigilia dell'incontro di ve-nerdì tra Barack Obama e Giorgio Napolitano. Questa. autocertificazione di imparzia-lità è stata diffusa mentre il ca-po dello Stato italiano ha fatto diffondere una nota per con-futare l'accusa di essersi sbi-lanciato al di là dei suoi dove-ri, addebito rivoltogli dal Pdl nonché da formazioni risenti-te da sue parole sul «populi-smo».

«E palesemente infondato e del tutto gratuito parlare — a proposito della visita del presidente della Repubblica a Washington — di "ingerenza" nella campagna elettorale», è stato scritto nel foglio diffuso a Washington prima della par-tenza di Napolitano per Ro-ma. Dopo aver ricordato di aver fatto presente a ()barna. gli sforzi che hanno permesso all'Italia si mettersi alle spalle il rischio di un «vero collas-so» finanziario, in una confe-renza stampa di venerdì Napo-litano aveva affermato: «Ho un po' deplorato il fatto che in questa situazione si finisce, anche da parte di qualche par-tito che ha sostenuto per 13 mesi tutte le decisioni del go-verno Monti, per dare dei giu-dizi liquidatori su quelle stes-se scelte e sui loro risultati». Le reazioni negative del Pdl, il partito più riconoscibile in. quella descrizione, ieri sono proseguite. Maria Stella Gel-

mini ha attribuito a Napolita-no un'«ingerenza indebita», Maurizio Bianconi è arrivato a dichiarare che se sarà rielet-to chiederà la sua «messa in stato d'accusa».

Ecco il resto della nota del Quirinale: «L'incontro con il presidente Obama si è aperto con brevi dichiarazioni dinan-zi a stampa e tv: il presidente degli Usa ha ribadito il suo ben noto apprezzamento per i progressi compiuti dall'Italia, e a Napolitano è sembrato giu-

sto sottolineare che essi era-no stati possibili grazie al so-stegno parlamentare di diver-se e opposte forze politiche. Più tardi, in conferenza stam-pa con i giornalisti italiani, il capo dello Stato ha rilevato co-me da qualche parte si sia pas-sati dal sostegno ai provvedi-menti del governo a giudizi li-quidatori. Rispetto alle forze in campo nella competizione elettorale in Italia, ()barna si è astenuto da qualsiasi apprez-zamento nei confronti di

condotta di Napolitano, defi-nito da ()barna «un leader straordinario, non soltanto in Italia, ma anche in Europa», il Quirinale ha messo su www.quirinale.it quanto det-to alla Casa Bianca davanti a giornalisti e tv, «L'Italia ha fat-to notevoli progressi negli ul-timi 14 mesi. il governo italia-no li ha realizzati con il soste-gno parlamentare di diverse, e persino opposte, forze politi-che, e con la comprensione dei diversi gruppi sociali e di tutti i cittadini. Questo pro-gresso deve continuare e con-tinuerà perché l'Italia ne ha bi-sogno, l'Europa ne ha biso-gno», aveva osservato Napoli-tano. In serata, poi, si è espres-so così nell'ambasciata d'Ita-lia: «Dall'Amministrazione statunitense c'è stato un gran-dissimo rispetto, mantenen-do un doveroso distacco dalle vicende elettorali che domina-no la scena politica italiana e un po' la alterano, come sem-pre accade nel fuoco della po Ilemica elettorale».

M. Ca. RPRODUZIOOE RISSRVATA

chiunque. Non solo in pubbli-co, ma anche nel colloquio a porte chiuse, si sono tenuti comportamenti assolutamen-te impeccabili».

Per rispaimiarsi gialli sulla

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dia i e gyi reandali, l'a, ratto salta tapp, Narla tra Grilk, e il 1,1

rr,

Aglarch ed ni i ;11,ppi, iack,hi. ai [11,10...i

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Monti e gli scandali: ho fatto saltare il tappo Duello tra Grillo e il Pd Berlusconi: introdurre la cauzione

ROMA «Con la crisi eco- nomica e il vento di rinnova-mento che abbiamo portato è saltato il tappo che aveva te-nuto coperta a lungo una si-tuazione sempre insostenibi-le», dice Mario Monti con un linguaggio molto aspro nei confronti dei competitor. «Dietro — prosegue Monti — la virulenta avversione dei partiti che volevano distrug-gersi l'un l'altro, ha prolifera-to un sistema di incompeten-za diffusa, di gestione ineffi-ciente, di relazioni pervasive tra gruppi di potere, di corru-zione e spreco nelle ammini-strazioni regionali, di zone d'ombra nella gestione delle grandi imprese di Stato, di commistione tra politica e banche». A giudizio del Pro-fessore, «dietro Malia efferve-scente del confronto politico c'è l'Italia stantia dei gruppi di interesse consolidati, dei gruppi di potere politico, del-le cordate di interessi partico-lari», ecco perché, insiste, «non possiamo lasciare il campo al populismo o all'illu-sionismo dei pifferai magici». Non solo. Monti difende il suo impegno politico e l'attivi-tà del suo governo. E nel farlo non esita a ripetere espressio-ni assai dure, alludendo alle critiche che giungono dal Pdl, «Cialtrone argomenta. era una parola usata non nei confronti di un partito ma di una posizione particolare te-nuta da esponenti di quel par-

filo che non rende giustizia al fatto che gli italiani hanno una memoria».

Monti? Un politicante Silvio Berlusconi liquida.

gli attacchi di Monti con un «quando ha parlato di "cial-troni" è stato il momento più basso: questo signore si è fai-to nominare senatore a vita e io ho controfirmato; aveva.

L'affondo dei corrile° «inchiesta sui vertici Pd per il caso Mps». Bersani replica: si vede la voglia di galera

promesso che non avrebbe approfittato della pubblicità del suo ruolo di premier per candidarsi e invece ora fa il politicante, è una delle mie più grandi delusioni». Il Cava-liere è altresì convinto che «Monti e Bersani abbiano già fissato le nozze per il dopo vo-to con la benedizione della Germania e della Merkel», an-che se pronostica che «il cen-trino del signor Monti non ce la farà mai a entrare nelle Ca-mere». L'ex premier defini-sce, ancora una volta, «una. mascalzonata» e nega di ave-re portato il Paese sull'orlo del baratro. Oltre alla «restitu-zione dell'Imu entro mag-gio», il Cavaliere pensa anche «a introdurre lo strumento della cauzione per evitare che

i cittadini che non hanno su-bito una sentenza definitiva possano finire in carcere» e ri-lancia «l'amnistia e il condo-no: per liberare le carceri e renderle meno disumane per-ché fanno schifo».

Grillo e l'indagine sul Pd Un invito a guardare nelle

zone d'ombra tra politica e istituti di credito giunge an-che da Beppe Grillo, che pro-pone «di mettere sotto inchie-sta tutti i vertici del Pd dal 1995 ad oggi per il caso Mps». Immediata replica di Pier Luigi Bersani: «Si vede la voglia di mandare in galera, come facevano i fascisti. At-tenzione, che noi non ci im-pressioniamo, sappiamo che il populismo può nascere da qualsiasi parte, anche da otti-

ingrola e Intercettazioni «Le intercettazioni con Mancino nel mio archivio mentale: anche la mia memoria le distruggerà»

me motivazioni, ma poi arri-va sempre a destra».

La memoria di Ingroia «Non mi stupisco del soste-

gno di Napolitano a Monti. Ha sbagliato ancora una volta dopo il ricorso alla Consulta sulle intercettazioni», dice l'ex pm di Palermo Antonio Ingroia, leder di Rivoluzione civile. Ingroia sostiene che «le intercettazioni con Manci-no sono nel mio archivio mentale e nello stesso mo-mento in cui verranno di-strutte, verranno distrutte an-che dalla mia memoria. In ca-so di distruzione, ci sarà l'au-todistruzione anche nel mio cervello»,

Lorenzo Fiaccar° ' (0) Lo re rtzoFu ei: aro

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» Pubblica amministrazione L'elenco nella legge anticorruzione: così lo Stato si consegna ai giudici

Authorlliy ed enti, i (troppi) incarichi ai magistr < Le norme .previste per le toghe, ecco Lune le possibili mansioni.

ROMA — Perché una norma su-gli incarichi dei magistrati sia fini-la nella martoriata e lacunosissi-ma legge anticorruzione, non è ben chiaro. Ma poche letture, co-me quella della bozza di un decre-to legislativo stornato pochi gior-ni fa dal governo e che riguarda proprio quel passaggio, Chiarisco-no invece in quale surreale mecca-nismo sia finito lo Stato italiano. Si tratta del provvedimento che con il previsto parere delle Came-re dovrebbe dare attuazione pro-prio a quella disposizione della legge anticorruzione, entrando co-sì in vigore prima che l'esecutivo tecnico di Mario Monti esali

respiro. Due articoli in tutto, per certifi-

care nei fatti come la nostra pub-blica amministrazione si sia conse-gnata del tutto alle varie magistra-Cure. Quattro almeno. Lì dentro c'è l'elenco degli incarichi che comportano per giudici «ordinari, amministrativi, contabili e milita-ri», nonché per gli. «avvocati e pro-curatori dello Stato» il collocamen-to obbligatorio fuori ruolo. Cioè una specie di sterilizzazione del ruolo di magistrato per tutta la du-rata dell'incarico, con la possibili-tà di conservare il 25 per cento del-lo stipendio, e salvo poi tornare a fare il mestiere di provenienza

una volta terminato il mandato. Giustissimo. Se non tosse per il fatto che l'elenco di cui stiamo per dare conto farebbe ribollire il san-gue a Charles-Louis d.e Secondat barone di Montesquieu, ritenuto il padre della moderna teoria della separazione dei poteri, principio fondamentale negli ordinamenti di tutti i Paesi democratici.

Dunque eccoli, gli incarichi isti-tuzionali che possono essere affi-dati ai magistrati, Apre l'elenco quello di «presidente e componen-te delle autorità indipendenti»: in-cipit singolare, se si considera che i magistrati amministrativi, ormai di casa nelle authority, sono com-petenti a giudicare proprio i ricor-si contro le stesse authority. Se-guono quelli di «segretario genera-

le della presidenza della Repubbli-ca, consigliere del presidente del-la Repubblica, segretario e vicese-gretario generale della Corte costi-tuzionale, segretario generale e vi-ce segretario generale della presi-denza del Consiglio dei ministri e dei ministri, capo dell'ufficio del presidente emerito della Repubbli-ca, segretario generale del Cnei, se-gretario generale e vice segretario generale delle autorità indipen-denti, capo di gabinetto e segreta-rio generale presso enti territoriali e locali, capo di gabinetto dei mini-steri, capo di gabinetto di un mem-bro della Commissione europea, presidente delle scuole pubbliChe di formazione, direttore e vice di-rettore delle agenzie, capo diparti-mento della presidenza del Consi-glio dei ministri e dei ministeri». Ancora: «Capo della. segreteria tec-nica di ministri, vice ministri e sot-tosegretari, capo dell'ufficio legi-slativo dei ministeri, direttore e vi-ce direttore delle scuole pubbliche

di formazione, capo dipartimento o direttore generale di ente pubbli-co con economico, dirigente gene-rale presso i ministeri e le agen-zie». Non é finita qui, perché, sep-pure «in aspettativa senza asse-

.. , i magistrati possono ricopri-re «cariche apicali»„ ma anche «se-

due articoli Per i magistrati possibiie anche, «in aspettativa senza assegni», ricoprire cariche di vertice in organi controllati dallo Stato

miapicali», in «organi o enti parte-cipati o controllati dallo Stato». l primi che ci vengono in mente? Cose tipo il Cnr, o l'Ente teatrale, oppure l'istituto di geofisica, la Treccani... Chissà che poi il con-cetto di «organi o enti» non si pos-sa estendere alle società per azio-ni, ed ecco allora il Poligrafico del-

lo Stato e le Poste Italiane„ o addi-rittura l'Eni e la Finmeccanica. 'Rit-to, insomma.

Ma perché la pubblica ammini strazione ritiene di doversi poter affidare per ogni cosa a un magi-strato, pure in presenza di concia - moti conflitti d'interessi? Si po-trebbe argomentare che pian pia-no è venuto meno il principio di responsabilità: mettere un giudice al vertice dell'apparato ammini - strati -ve> di una. Regione o di Co-mune, quando non di un ministe-ro, può essere una garanzia di lega-lità. Ma anche un comodo sistema per lavarsi le mani dalle rogne. Senza però considerare che una co-sa del genere, estesa all'infinito, fi-nisce per alterare il sano equili-brio dei poteri. Bisogna ricordare come lo stesso governo tecnico di Monti abbia. sentito il bisogno di collocare in caselle decisive alcuni magistrati amministrativi, quali i sottosegretari alla presidenza An-tonio Catricalà e Antonio Mala-schini nonché il ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi, tutti consiglieri di Stato. Ap-partenenti dunque a una ma gistra-tuia competente a giudicare i ri-corsi sugli atti dello stesso esecuti-vo, al pari di tanti loro colleghi che continuano a occupare ruoli chiave all'interno deí ministeri. Dove scrivono anche le leggi, Com-preso il decreto del quale si è appe-na parlato: ci mettiamo la mano sul fuoco,

Sergio Rizzo ,1.01 ■1,1171.

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La firma I presidenti ci Piemonte, Veneto e Friuli e il cancidato in Lombardia: violare il patto di Stabilità per cambiarlo

Macroregione, partenza a passo lento Maroni: Roma farà i conti con noi E Zaia: basta Sud, ci trascina nell'abisso

DAL NOSTRO INVIATO

SIRMIONE (Brescia) ---- La «ri-voluzione» parte piano, senza scossoni. Lontanissima dai so-lenni giuramenti pronunciati sotto ai cieli drammatici di Ponti-da. Ieri i governatori di Piemon-te, Veneto e Friuli hanno firmato al Grand Hotel Terme di Siimici-ne l'annunciatissimo accordo «in vista» della macroregione al-pina. Un'alleanza tra le Regioni del Nord «per rendere competiti - vi — parola di Roberto Maroni i nostri territori nei negoziati con Roma e con Bruxelles». In ef-fetti, con sprezzo della scaraman-

zia, l'unica firma non presiden-ziale in calce al documento è pro-prio quella del suo architetto, il segretario leghista. Che gioca di autoironia: «Ora dovrò darmi da fare davvero».

Resta il fatto che chi sperava in una messa a fuoco della ma-croregione, archivolto delle stra-tegie maroniane, è uscito un po' deluso. Nel patto firmato non si coglie ancora l'incedere della sto-ria che pure ha emozionato qual-che volenteroso. Il documento si apre con una serie di riferimenti normativi, per poi annunciare un futuro «documento di strate-gia» e un secondo accordo anco-

ra da scrivere su una serie di competenze regionali. Inoltre, i firmatari si impegnano a richie-dere l'ormai famoso manteni-mento del 75% del gettito fiscale sui rispettivi territori e a «indivi-duare forme comuni e integrate per dare voce alle iniziative so-vraregionali presso le istituzioni statali e comunitarie».

Margini spiega che il significa- to del futuro soggetto è quello di un «sindacato di territorio» capa- ce di picchiare i pugni sul tavo- lo: «A Roma, per decidere sulle cose che ci interessano, dovran- no fare i conti con noi». Il proget- to, prosegue il leader leghista è

«aperto» ad altre Re- gioni, dalla Liguria a Trento e Bolzano fi- no all'Emilia- Roma- gna.. Inoltre, Maroni rivendica per la ma- croregione la presi- denza della Confe-

renza delle Regioni e chiede che il presidente «partecipi al Consi- glio dei ministri con il rango di ministro». Il primo nemico resta il patto di Stabilità interno, e Ma- roni ne ipotizza la violazione: «Se c'è un sindaco che lo viola è un conto, se lo fanno centinaia di sindaci dietro ai governatori, si cambia il patto di Stabilità». Eppure, al progetto manca anco- ra il sangue. Chi pare accorgerse- ne è il veneto Luca Zaia: «Il sotto- titolo dell'accordo dovrebbe es- sere "Basta Sud, basta Roma". Perché quest'accordo è, allo stes- so tempo, un patto di attacco e una legittima difesa. Facciamo

sempre più fatica a spiegare che le nostre regioni hanno il rating della Baviera ma vengono trasci-nate nell'abisso da chi non ha vo-glia di produrre e di lavorare». Zaia. torna ai costi standard previ-sti nell'evaporata riforma federa-lista: «Se fossero applicati, ci sa-rebbe un risparmio di 28 miliar-di. I pasti nei nostri ospedali co-

stano 6,5 euro, al Sud si arriva a 6o 0 70. Con questi numeri, io che cosa racconto ai nostri disoc-cupati?».

All'altro estremo della scala si ritrova il presidente friulano Tondo (P(11), l'unico non leghi-sta. Niente «basta Sud», lui dice la cosa opposta: «Stiamo facen-do un servizio a tutto il Paese: se

il Nord non riparte, si .fertna l'Ita-lia intera». La giornata si conclu-de con due testimoniai eccellen-ti sempre del Pdl. Il sindaco di Pavia, il «formattatore» Alessan-dro Cattaneo, che riceve da Ma-roni l'investitura a «responsabi-le dei rapporti con gli enti loca-li» nell'ambito della nascitura macroregione. E poi, l'ex mini-

stro Mariastella Gelmini, che ba-da al sodo. Anche a lei, per amor del cielo, piace la Lega tra le Re-gioni. Ma soprattutto invita i sin-daci presenti a ricordarsi «che tra una settimana si vota». Per-ché la grande paura resta il disa-more degli elettori.

Marco Cremonesi i-IPPODUZI ON E R ■ SERVATA

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L'esposWone Al Mar le fi tema L'ispirazione come opere di chi ha studiato o impulso grimalvo: quanto ha vissuto il disagio mentale sostenevano Idee e Dubuffet

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envenuti nel regno delle ombre. Negli sce-

\'s nari infernali raccolt-e...e-. -iati da Hieronyrnus Bosch e Pieter Bruegel il Vec-chio, dove l'uomo, perenne-mente preda o signore del male, è dipinto nei suoi aspet-ti più sconci e corrotti. I due maestri introducono in stile tardo gotico nel paesaggio del fantastico e del visionario che fa da fondale alla mostra «Borderline. Artisti tra nor-malità e follia. Da Bosch a

dall'Art Brut a Ba - squiat», aperta da oggi al Mu-seo d'Arte di Ravenna. Brue-gel colpisce duro nelle incisio-ni dei Vizi e delle Virtù, Bo-sch, nel suo «Elefante da bat-taglia», mette alla berlina un'umanità grottesca, oscena-mente ridicola.

Il sonno della ragione gene-ra mostri, c'è anche Goya coi suoi magistrali quadretti sul-la Follia, e Théodore Géri cauh, sublime pittore di de-moni in salsa romantica. Mo-stra affascinante e pericolosa. Non una passeggiata tra rasse-renanti capolavori, ma un per-corso su filo di lama, sospesi su abissi senza fondo. E non c'è via d'uscita: delle duecen-to opere in mostra, non una che ti riporterà finalmente a casa. Nessun ponte teso tra re-altà e immaginario. L'artista ti consegna al caos, al nessun luogo. Il viaggio si conclude, quindi, in quella zona d'ora - bra dove i confini tra giorno e notte, vero e falso, reale e so-gnato, sono instabili per defi-nizione. Del resto, l'intento dei curatori (il direttore del Mar Claudio Spadoni, l'edito-re Gabriele Mazzetta e lo psi-chiatra Giorgio Bedoni) era proprio questo: superare confini.

Ecco allora perché, tra gli artisti «ufficiali» della storia dell'arte, dai fiamminghi del XVI secolo ai giorni nostri, troviamo un elenco di outsi - der che, con poche eccezioni, non hanno posto nei manuali dell'arte. Sono gli autodidat-ti, i solitari che hanno prodot-to per lo più nel silenzio e nel-l'emarginazione dei ricoveri psichiatrici e, comunque, al di fuori di ogni possibile ma-nipolazione culturale. Sono i produttori irregolari della co-sidetta arte «folle», gli autori brut, dove il termine sta per «brutale», ma anche «primiti-vo», infantile, reclutati dal pit-tore francese Jean Dubuffet nel suo viaggio (cominciato nel 1945) lungo gli ospedali

infantile è accostabile anche quella dei primitivi, non anco-ra manipolati da un sistema culturale, dì cui proponiamo in mostra qualche manufat-to», A questo tipo di creativi-tà incolta e non omologata si ispirerà, sul finire degli anni '40, il gruppo CoBrA (acroni-mo delle città da cui proven-gono i suoi artisti: Copenha-gen, Bruxelles e Amsterdam) In mostra, le opere di Jorn, Appel, Alechinsky, Corneille aggrediscono le pareti del mii - seo con una colata di colori aggressivi, materici, ma ag-gregati sul filo di un'astrazio-ne formale. Nessuna imposi-zione da fuori, ma soltanto la voce del proprio tormento controlla, invece, il flusso convulso di colori che sangui-nano dalle pitture di Madge Gill, Voiisla.v Jakic, August Walla, Gaston 'l'euscher, Ga-ston Chaissac e altri artisti esclusi per problemi psichia-trici. Producono a ritmi esage-rati, disegnano e dipingono

su fogli, tele e ogni superficie tracciabile, ossessionati da. un incontrollabile hon -or va-cui. È soprattutto nella resa del corpo che esprimono il di-sagio maggiore. Gino Sandri, Federico Saracini, il primo in-ternato a Mornbello, il secon-do al San Lazzaro di Reggio Emilia, sempre lo stesso vol-to, lo stesso sguardo; Euge-nio Santoro, scultore-operaio emigrato in Svizzera, passa una vita intera a scolpire albe-ri da frutto con forme di mo-struosi volti umani. Sì, lo face-va anche Francis Bacon: «Io voglio deformare la cosa al di là dell'apparenza, ma allo stesso tempo voglio che la de-formazione registri l'apparen-za...». Ecco la differenza, spie-ga Spadoni: «Bacon usava la. consapevolezza e aveva il con-trollo della proprie pulsioni, là dove l'artista brutale, alie-nato, metteva in gioco tutto e soltanto se stesso».

Mehsa Garzonio O RI0000110000 00100010

psichiatrici della Svizzera. I big, gli autori storici, si chia-mano Adolf 'Nani e Scottie Wilson, ma tra le prime e più toccanti scoperte c'è Aldfse Corbaz, oggi considerata una star dell'Alt Brut. Nata a Lo-sanna nel 1886, rimasta orfa-na, è costretta a emigrare in Germania, a Lipsia. Ha una bella voce, e viene convocata nella cappella privata del Kai - ser, Guglielmo IL Da qui scat - la un innamoramento che sfo-

cerà in un devastante delirio passionale. Internata con dia-gnosi di schizofrenia, nel se-greto dei bagni dell'ospedale comincerà a dipingere le im-magini infantili della passio-ne: bocche di fuoco, re, princi-pesse, storie d'amore, balli a corte. Le opere dei «folli» og-gi appartengono alla Collec-tion de l'Ari Brut di Losanna, che ne ha prestate una qua-rantina. Dalle prime battute, la mostra solleva una doman -

da: che cos'è l'arte? Un pro-dotto naturale, innato, biolo-gico il cui campo d'indagine è affidato alla scienza, oppure è fenomeno culturale, appre-so, di pertinenza degli stori-ci?

«Le due ipotesi non sono in contrasto — spiega Clau-dio Spadoni l'arte è all'ori-gine un impulso creativo e na-sce analfabeta nel senso tota-le del termine, Paul Klee ne era convinto. Alla creatività

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La guida Si apre oggi al Mar Museo d'Arte della Città di Ravenna, la mostra «Borderline, Misti tra normalità e follia. Da Bosch a DM, dall'Art Brut a Basquiat». Realizzata con il sostegno della Fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna : l'esposizione curata da Giorgio Bedoni, Gabriele Mazzotta e Claudio Spadoni, resterà aperta fino al 16 giugno. Catalogo: Edizioni Gabriele Mazzotta. Orari: fino al 31 marzo, dal martedì al venerdì 9-18; sabato e domenica 9-19; chiuso lunedì. Dal 1 aprile: dal martedì al giovedì 9-18; venerdì 9-21; sabato e domenica 9-19, chiuso lunedì. Biglietti: 9 euro, Prenotazioni, tel. 0544 482487. Sito: www,museocitta,rait.

museo A Losanna, la Collection de l'Art Brut, fondata dal pittore francese Jean Dubuffet (1901-1985), raccoglie in un museo 60 mila opere dì circa 400 autori non professionisti, esponenti di un'arte grezza», spesso nata dal disagio psichico. A coniare l'espressione «Art Brut» fu lo stesso Dubuffet che con la donazione della sua collezione alla Svizzera (Paese che lo ha sempre sostenuto in questa ricerca spesso difficile) ha permesso la fondazione del museo, inaugurato nel 1976. Negli anni 50 le opere si trovavano nel Musee di 127 rue de Sèvrès a Parigi. Tra i sostenitori del movimento, il surrealista André Breton. Sito: untiwartbrutch.

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INTERVENTI

Una politica industriale per la cultura di RICCARDO TOZZI e MARCO POLILLO

—\\r" n ventennio di degrado di tutti gli aspetti della vita sociale ha condotto l'Italia alla depressione economica e psicologica. La cui-

\̀ ‘„,„,i tura è la principale risorsa poten-ziale per risollevare le energie del Paese. La sola in grado di generare al tempo stesso crescita economica e civile; di creare lavoro qualificante per i giovani; di rendere miglio-re la qualità della vita dei cittadini; di pro-porre all'estero un'immagine dell'Italia più giusta di quella canagliesca che la nostra cronaca ci ha incollato addosso.

Le attività culturali nella modernità si in-carnano nella vita delle imprese. Una politi-ca per lo sviluppo della produzione di cultu-ra è prima di tutto una politica industriale.

L'industria culturale italiana a partire da--gli anni 8o ha vissuto una forte crescita. Cm-nologicanlente, prima con la televisi-va, poi con la musica, il romanzo e infine il cinema, i prodotti culturali italiani hanno ri-conquistato il mercato interno e si sono af-facciati su quello internazionale. Le classifi-che degli incassi, degli ascolti e delle vendi-te non hanno mai visto tanti titoli italiani nei primi dieci come in questi anni Duemi-la. Si tratta dunque di una grande risorsa che può costituire un motore di sviluppo per il Paese.

La crescita delle quote di mercato interno

dei prodotti culturali italiani non si è però tradotta in una crescita complessiva dei mercato e delle sue strutture, soprattutto per la totale assenza di visione e azione poli-tica. La fetta italiana della torta è cresciuta, ma la torta (i consumatori di cultura) è rima-sta la stessa. In queste condizioni di fragilità strutturale, l'impatto dell'attuale crisi econo-mica è dirompente, ha arrestato la crescita e innescato una pericolosa recessione dell'in-tero settore.

Per rilanciare la produzione di cultura ser-vono interventi generali e interventi specifi-ci. Le associazioni che rappresentano l'indu-stria culturale italiana (editoria, cinema, mu-sica, fiction) hanno elaborato programmi precisi di intervento peri loro settori e, per cinema e fiction, lo hanno fatto anche gli au-tori (rappresentati dall'associazione «loo au-tori»). Molte delle azioni necessarie sono a costo zero. Questo patrimonio di conoscen-za ed elaborazione, certamente il più denso di competenza, é a disposizione delle parti politiche. Ma nessuno ha minimamente pensato a interpellarlo. Peggio: nessun poli-tico italiano in questa campagna ha pronun-ciato le parole «industria culturale». Di fron-te alle contestazioni, rispondono: «Ci peno siamo noi». Ma quando? E con quale retro-- terra di esperienza, studio ed elaborazione?

Quanto alle questioni generali, ce n'è una

dominante: l'istruzione. Se nella scuola ita-liana non si introdurranno la frequentazio-ne, la conoscenza e l'uso di oggetti culturali (libro, musica, cinema), non aumenterà mai il «circolo dei cinque milioni»: tanti so-- no (meno del io% della popolazione) gli ita-liani che in un anno hanno un'abitudine al-la fruizione dei prodotti culturali. Se non si creeranno centri di formazione di eccellen-za, la diffusa creatività dei giovani italiani non diventerà, se non eccezionalmente, pro-fessione. Due soli esempi: in Israele, Paese ci sette milioni di abitanti, ci sono mq 5 scuole di cinema e 260 licei con corsi strutturati di cinema, In Italia di scuole ce n'è una sola esterna al perimetro di competenza del mi-nistero dell'Istruzione e finanziata dal Fon-do unico per lo spettacolo e di corsi strut-turati di cinema non abbiamo notizia. Il go-verno brasiliano ha appena stanziato 35 mi-lioni di dollari per la diffusione all'estero della conoscenza della loro letteratura, men-tre da noi le risorse messe a disposizione vengono continuamente ridotte e ammonta-no ormai a poche centinaia di migliaia di cu-ro.

Presidenti di Anica (Associazione nazionale industrie cinematografiche,

audiovisive, multimediali) e „Aie (Associazione italiana editori)

C RIPRODUZIOIIE RISERVATA.

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Angelo De Santis, responsabile della sezione laziale dell'Associazione Famdglie numerose

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17/02/2013

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pressunE

C..501 LA FAMIGLIA

«In fumo lo stipendio di un mese E ora si risparmia anche sul cibo»

NUCCìO Natoti ROMA

«NO ALLE SCARPE nuove, niente vestiti, libri e giocat-toli e cancellata qualsiasi idea di vacanze, si rispaiinia su tutto. Questo è quanto mi e costata l'Imu sulla prima casa». Angelo [)e Santis (sei figli di cui 5 conviventi), responsabile della sezione laziale dell'Associazione Fa-miglie numerose, dice di «comprendere le esigenze dei conti pubblici», ma non «le ingiustizie che sono state fat-te con l'imu».

Lime sullo prima casa è stata uno botto anche per chi ho pochi figli.

«Vero, ma chi ha molti figli ha necessità di case più gran-di e, quindi, con un valore catastale maggiore. Aggiun-giamoci che, come nel mio caso, avendola acquistata nuova nel 1995 il valore catastale equivale a quello di mercato, il colpo è stato davvero forte»,

Quanto forte?

«L'equivalente di un mese di stipendio. Per la mia fami-glia, di Lino, il reddito di un anno è stato tagliato del 12%. Per chi vive di stipendio è stata una mazzata che obbliga a rispaiuiiare su tutto, persino sul mangiare».

Però c'è k detraziorse di 50 euro per ogni figlio. «Anche questo è vero. Nel mio caso sono stati 250 cu-ro».

,Ritiene che vado aumentata? «E il minimo che andrebbe fatto. Il vero punto, però, è la necessità di un trattamento complessivo di sostegno alle famiglie numerose. Ad esempio, per chi ha più di 3 figli l'Imu sulla prima casa andrebbe abolita del tutto».

Che nelle pensa delle promesse che si stanno fa-cendo in campagna elettorale?

«Che sono promesse e chiedo: i nostri logorroici politici con i loro lauti stipendi, con le loro pensioni d'oro, bari-no un'idea di che cosa costi mantenere decorosamente uno o più figli? Si rendono conto che non sostenere le famiglie significa uccidere il futuro di questo paese?».

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17/02/2013 press unE

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Il sacche Hanno sborsato i 54% in più rispetto Alci Dai bilanri delle jamiglie prelievo di 12 miliardi

o dell hnu, pr in ginocchio

Matteo Palo ROMA

DOPO UN ANNO di polemiche, è possibile tirare le somme. L'imu, l'imposta municipale sugli immobili, è costata agli italiani esattamente 23,7 mi-liardi di curo, secondo i dati del ministero dell'Economia e delle Finanze. Ma non solo. Grazie alle elaborazioni della Cgia di Mestre e di Confeser-centi, abbiamo scoperto che metà di questo fardello è stato sopportato dalle imprese, in buona parte piccole e medie. Che le famiglie hanno dovuto sborsare, in media, 663 curo per le seconde case e 330 curo per le prime. E che le città più colpite sono state quelle turisti-che e con grandi insediamenti produttivi. Insomma, dopo mesi di ipotesi e stime, finalmente le cifre so-

LE ENTRATE IL gettito 'brute dett'Imposta è stato clì 3,6 mItIardi pigia atto rispetto atte stalle

no a disposizione di tutti. Il pri-mo elemento macroscopico è quello del gettito. Secondo la Cgia di Mestre, questo è più al-to rispetto alle previsioni di 3,6; miliardi. Il riferimento è il D(5. cumento di economia e finan-za dello scorso luglio, dove ve-niva indicato un risultato possi-bile di 20,1 miliardi. La diffe-renza vale grossomodo l'impor-to dell'imposta sulla prima ca-sa. Un quarto di questi soldi è arrivato da cinque grandi città: Roma, Milano, Torino, Geno-va e Napoli. Grazie ai dati della Cgia di Me-stre, è possibile anche capire la distribuzione di questo carico fiscale, analizzando gli importi medi dei versamenti effettuati

dalle varie categorie. Gli alber-gatori hanno pagato 11.429 cu-ro; la grande distribuzione 7.325 euro, il settore industria-le 5.786 curo, i piccoli impren-ditori 3.352 curo, i liberi profes-sionisti 1.835 curo, i commer-cianti 894 euro, gli artigiani 700 curo. E le famiglie hanno versato 663 curo per la seconda casa e 330 curo per la prima, pertinenze incluse. Insomma, la stangata è stata diffusa ma ha colpito con più forza gli ope-ratori economici,

che hanno subito un aumento medio del 154% rispetto alla vecchia Ici.

SUL PUNTO, i numeri di Con-fesercenti danno qualche altro elemento. Secondo l'associazio-ne, le imprese hanno versato 11,7 miliardi di euro mentre le famiglie hanno messo sul piat-to 12 miliardi. Una larga parte dell'Imu, quindi, è stata a cari-co delle imprese: «Circa 6,5 mi-liardi — spiegano da Confeser-centi — provengono dagli im-

mobili strumentali di proprie-tà di imprese costituite come società, mentre altri 5,2 miliar-di sono stati versati per immo-bili strumentali di proprietà di ditte individuali». L'aumento, rispetto al passato, è impressionante. «Il prelievo aggiuntivo è di circa 5,1 miliar-di di euro, 1.798 euro per cia-scun immobile aziendale: un'imposizione aggiuntiva net-ta del 90,4%, superiore a quan-to sarebbe stato versato con la. vecchia Ici». Considerando il prelievo registrato dalle impre-se di minori dimensioni, il con-tributo dell'intero comparto produttivo al gettito Imu è del 49,4 per cento.

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Z,CASOI: PICCOLE E MEDIE IMPRESE per artigiani e commercianti

aggravio di oltre 1.700 euro ROMA

UN COLPO durissimo. Se l'effetto lmu sulle grandi imprese si è concentrato so-prattutto su alcuni comparti, le piccole hanno tutte dovuto fare i conti con una mazzata quasi fatale. Lo dicono i dati di Con feserce E'( i pubblicati ieri: le imprese hanno pagato, complessivamente, 11,7 miliardi all'Erario. E, in larga parte que-sti soldi sono arrivati da imprenditori pic-coli e piccolissimi. Secondo l'associazio-ne 5,2 miliardi del gettito Imu provengo-no da ditte individuali Si tratta di artigia-ni, commercianti e piccoli imprenditori, che nel nostro paese sono circa 2,5 milio-nt, Gli altri 6,5 miliardi provengono da imprese costituite in società. Che, in buo-na parte, sono anch'esse Pini: secondo le

statistiche Istat, oltre alle ditte irtdividua-li ci sono almeno altri due milioni di pic-cole imprese. Tatti hanno pagato l'hnu sui loro immobili strumentali, come uffi-ci, depositi e capannoni. Non a caso il get-tito maggiore è stato rilevato nelle aree ad alta densità di imprese.

L'ESATTA misura di questo salasso vie-ne data dalla Cgia di Mestre, che quantifi-ca il prelievo medio per piccolo imprendi-tore in 3.352 euro. Un po' meglio sono an-dati i commercianti (894 euro) e gli arti-giani (700 euro). In generale, comunque, si tratta di cifre piu elevate dell'Ici. Secon-do Confesercenti, le imprese hanno versa-to mediamente 1.798 euro in più rispetto all'imposta comunale sugli itrintolyilì.

m. p.

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OJ2 INDUSTFklA ED ED LIZ1A

Nessuno compra più casa ji mattone ha perso 10 miliardi

ROMA ESATTAMENTE 5.786 EURO. Secondo la Cgia di Mestre, è quanto hanno versa-to mediamente gli imprenditori impe-gnati in attività industriali per l'Imu nel 2012. Un carico che, tra tutte le categorie costrette a versare questo obolo, li mette al terzo posto, dietro soltanto ai titolari di alberghi e alla grande distribuzione. Insomma, l'impoverimento del Paese a causa della nuova imposta è diffuso e par-te dalle aziende più capitalizzate. Non a caso Confindustria ha inserito tra le sue proposte al nuovo Governo l'abbattimen-to dell'imposizione sugli immobili. E non l'ha fatto solo per le tasche dei suoi associati. Ma anche per arrestare l'effetto domino della tassa sul sistema econorni-

co italiano. L'Imu ha impoverito Findu-stria in generale, ma ha messo in ginoc-chio l'edilizia in particolare. L'appesanti-mento del carico fiscale non ha colpito solo i piccoli artigiani impegnati in ri-struffurazioni, ma tutte le grandi impre-se attive nella costruzione di immobili.

NESSUNO compra più, così i prezzi del-le abitazioni sono calati del 12% nel solo 2012, secondo gli ultimi dati della Fede-razione degli agenti immobiliari. Le compravendite, nell'ultimo anno, sono crollate del 30% e questo ha avio to un ef-fetto sul volume degli affari, sceso di die-ci miliardi, secondo i numeri di Confeci], lizia. Insomma, l'assetto fiscale dell'Ita-lia ammazza un intero settore.

m. p. ...... ........ ...... ........ ......

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Bonacein pole per il dopo EIT il fitturo del governatore dell' &lilla è a Roma: mezzo Pd pensa alle elezioni anticipate

Andrea nulli BOLOGNA

SONO ore concitate dentro il Pd. L'accele-razione di Pier Luigi Bersani per un ruolo di Vasco Errani in un governo di centrosi-nistra ha creato <perplessità e tensioni tra i democratici, nonché diversi malumori all'interno della giunta regionale. E se uffi-cialmente tutti cercano di buttare acqua sul fuoco (ieri lo stesso Bersani ha corretto il tiro dicendo: «Non facciamo il toto-go-verno che abbiamo altro a cui pensare. Si vedrà come utilizzare la risorsa Errani»), dietro le quinte la fibrillazione è alta, Che Errani sia destinato a un incarico a Roma, nel caso il centrosinistra vinca 'alla gran-de', è ormai sicuro: il problema — ed è qui che si sta giocando, e si giocherà nelle pros-sime settimane, la vera partita politica — è come.

L'IPOTESI del 'lodo Zingaretti', come anti-cipato dal carlino, sarebbe quella ideale perché permetterebbe a Errarti di volare a Roma senza dover lasciare nessun incarico in Emilia Romagna, compreso quello di commissario per la ricostruzione post-ter-remoto. E in più eviterebbe costose (50 mi-lioni di curo la stima ufficiosa) elezioni an-ticipate. Le dimissioni non possono co-munque essere escluse a priori. Perciò in queste ore è tornato prepotentemente alla ribalta il toto-candidati per l'eventuale suc-cessione. In corsa ci sono tre nomi impor-tanti: il segretario regionale del Pd, Stefa-no Bonaccini; l'assessore regionale alle At-tività Produttive, Gian Carlo Muzzarelli; il sindaco di Reggio Emilia e presidente dell'Anci, Graziano Delrio.

TRE NOMI di spessore, tra i quali, si doves-se scegliere oggi, dovrebbe spuntarla Bo-naccini, l'unico in grado di rappresentare il territorio regionale in maniera unitaria (i democratici emiliani sono schierati per Muzzarelli, quelli romagnoli per Delrio). Nel caso di elezioni anticipate, comunque, una cosa è certa: per scegliere il nuovo can-

didato del centrosinistra alla Regione si fa-ranno le primarie. «Mi sembra un percor-so già scritto e tracciato» ha detto ieri il ca-pogruppo democratico in viale Aldo Mo-ro, Marco Monari, che ha poi aggiunto: «La discussione su un tema così delicato va fatta in Emilia Romagna e merita tutte le valutazioni del caso. E non ho dubbi che queste verranno messe in campo dal Pd re-gionale».

UN PARTITO , però, preda in questi giorni a sentimenti e direzioni molto contrastan-ti. Il grosso dei consiglieri regionali demo-cratici preferirebbe una continuazione del-la legislatura, tifando quindi per il `lodo Zin.garetti', appoggiati da tutti i partiti e i colleghi della maggioranza in Regione (tra i più convinti c'è Franco Grillini, di Dirit-ti e Libertà). Altri dirigenti democratici, invece, non vedono come un ostacolo in-sormontabile una chiamata anticipata alle

SCENARI In molti puntano però ancora sul lodo Zingaretti: Vasco resta a Bologna e fa L ministro ombra" di Bersani

urne , tanto che starebbero già circolando le prime ipotesi organizzative: primarie in estate e voto in autunno, indicativamente a novembre.

POI, ci sono quelli che stanno alla finestra. Se davvero passasse il 'lodo Zin.garetti.' au-tomaticamente la giunta regionale vedreb-be crescere l'influenza di assessori già con deleghe di peso: lo stesso Muzzarelli, il sot-tosegretario Alfredo Bertelli, la vice presi-dente Simonetta Saliera, l'assessore ai Tra-sporti Alfredo Peri. Tutti scenari possibili e, allo stesso tempo, fragilissimi. A scrivere il futuro saranno, come sempre accade, le urne. E se il centro-sinistra non vincerà con un grande margi-ne gli scenari potrebbero ribaltarsi nell'ar-co di poche ore.

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LUI SORRIDE A sinistra, nella foto grande, Stefano Bonaccini in mezzo a Pier Luigi Bersani e Vasco Errani, Sopra, Gian Carlo Muzzareill. Sotto, Graziano Deirio

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ll'erld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Tajani: Berlusconi europeista promesse Pdl mantenibili

di Dino Pesole

a vera svolta in Europa è tor-, _..mare a fare della politica indu-striale l'asse strategico per la cre-scita. Dopo il «Fiscal compact» ora è il tempo dell'«Industrial compact». Antonio Tajani, vice-presidente della Commissione Ue e commissario per l'Industria e l'Imprenditoria, invita a guarda-

re al di là delle polemiche della campagna elettorale e sposta il ti-ro sui punti nodali con i quali do-vrà misurarsi il prossimo gover-no, qualsiasi sia la sua composi-zione. Serve più Europa e più poli-tica industriale, anche per contra-stare i populismi di varia natura.

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17/02/2013

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press unE

S°Ierld CAS

Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

«Berlusconi europeista, lo dicono i fatti» Tajani: serve una svolta per la crescita, le promesse del Pdl si possono mantenere con i tagli di spesa

Vicepresidente delta Commissione Ue. Antonio Tajani, commissario per l'Industria e L'Imprenditoria

di Dino Pesole

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-n" dati appena resi noti da Eurostat se- gnalano una situazione di perdurante

,crisi congiunturale. E l'effetto del ri- gore a senso unico, con prospettive assai poco incoraggianti sul fronte della cresci-ta e dell'occupazione. Vi sono margini concreti perché l'«Industrial compact» veda effettivamente la luce?

Se si chiedono sacrifici ai cittadini e al-le imprese per far fronte alla crisi dei debi-ti sovrani e risanare i conti pubblici, sen-za che al rigore si accompagnino politi-che attive in direzione della crescita, que-gli stessi sacrifici rischiano di risultare inutili. Non è certo l'Europa della finanza che può far emergere la Ue dalle secche della recessione. Dobbiamo renderci con-to tutti che senza l'economia reale non si esce da questa spirale. La Commissione europea c il presidente Barroso ne sono perfettamente consapevoli, tanto che ci sia-mo posti l'obiettivo di incrementare tutto il settore manifatturiero del 20% entro il

I PAGAMENTI DELLA PA direfflva è un successo

Ucto che CltaUa rahWe attuate anche se restane aniWg . •

LA SIDERURGIA possbrao fine a meno

deU9ndeettla deN'acebía, deWaute deU'aereshaúe Non nos ,3keme

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202o. Occorre agire in fretta, invertire la tendenza, puntare a una vera, profonda reindustrializzazione dell'Europa. L'ho det-to più volte in queste settimane. Attenzio-ne, non possiamo fare a meno dell'indu-stria dell'acciaio, dell'auto, dell'industria aerospaziale, dell'industria della difesa. Non possiamo fare ameno di 23mila picco-le e medie imprese. Per questo ho proposto di dar vita all'Industriai compact.

Il recupero di competitività dell'inte-ra economia europea è del resto una via obbligata anche per far fronte agli effet-ti di quella che è stata definita la guerra delle valute.

Certamente, nella constatazione che non stiamo immaginando una reindustria-lizzazione a livello europeo sul modello de-gli anni Cinquanta. Orale sfide occorre gio-carle anche sul terreno della green eco-nomy, della riduzione delle emissioni in-quinanti e su quello delle energie rinnova-bili. È l'impegno che sto cercando di porre in essere nei miei cinque anni di mandato. Rendere l'industria e uropea più competiti-va è la strada maestra per immettere carb u-rante nel motore della crescita. Nella Com-missione europea c'è un'ampia convergen- za e consapevolezza su questi temi, così co- me su quello della ricerca e dell'innovazio-ne, asse t strategici finalizzati alla nuova po-litica industriale. È significativo al riguar-do che martedì scorso la Commissione eu-ropea abbia riunito a Bruxelles i rappresen-tanti imprenditoriali e sindacali della side-rurgia, cui hanno partecipato tredici paesi produttori di acciaio. Così come appare di grande rilevanza strategica il settore della cantieristica navale. Lo ribadisco: o faccia-mo politica industriale o perderemo la sfi-

da con i nostri competitori internazionali. E allora perché non istituzionalizzare un Consiglio Industria di tutti i ministri?

Nella campagna elettorale italiana ora ha fatto il suo ingresso il tema del ritardo dei pagamenti da parte delle amministra-zioni pubbliche nei confronti soprattut-to delle piccole e medie imprese. A che punto è l'istruttoria a livello europeo sul recepimento della direttiva?

C'è stata nelle scorse settimane a Bru-xelles una spinta decisiva per il pieno re-cepimento della direttiva sul ritardo dei pagamenti. A mio avviso va interpretato come un successo dell'Europa non buro-cratica, che prova a dare certezza giuridi-ca agli investitori. Ne ho parlato nei gior-ni scorsi con l'amministratore delegato della Borsa di Londra, Xavier Rollet: il problema - mi ha confermato - non è la carenza di liquidità ma la certezza dell'in-vestimento. L'attuazione della direttiva è fondamentale nella strategia per uscire dalla crisi. Per q uesto - sebbene il termine ultimo per recepirla sia il i6 marzo - la Commissione ha chiesto agli Stati di anti-ciparne l'attuazione. Sono lieto che l'Ita-lia lo abbia fatto, anche se restano alcune ambiguità da chiarire sui contenuti della direttiva, che dovrà riguardare tutti i set-tori, compresa l'edilizia, con un termine ultimo di trenta giorni per tutti, fatta ecce-zione per la sanità e alcuni appalti pubbli-ci per i quali può essere fissato un termine massimo di sessanta giorni. Poi sto impo-stando un lavoro ad hoc con il commissa-rio agli Affari economici, 011i Rehn per quel che riguarda il pregresso.

Per quel che ci compete, si tratta dei cir-ca 70 miliardi di crediti commerciali del-lo Stato. Perché non creare per queste partite una contabilità parallela evitan-do in tal modo di entrare in rotta di colli-sione con i vincoli del Patto di stabilità e del Fiscal compact?

Con la situazione attuale il danno per l'economia reale è evidente. Abbiamo atti-vato una task force mista con Rehn e stia-mo valutando nel dettaglio tutte le opzioni per risolvere la questione. ()l'ella del bilan-cio parallelo è una possibilità. Si possono altresì prevedere meccanismi di compen-sazione sul pregresso. Mi sembra un segna-le di una certa importanza che il guardiano dei conti, il commissario Rehn, abbia accet-tato di discuterne nel dettaglio. Un'apertu-ra che spero possa condurre in breve a risul-tati concreti. Poi c'è l'altra grande questio-ne del «Made In». Abbiamo approvato due regolamenti per i consumatori e per il mer-cato, rispondendo anche alle esigenze se-gnalate dall'organizzazione mondiale per il commercio. Confido che il Parlamento europeo li approvi nel 2014, prima della sca-denza della legislatura. È di particolare im-portanza il regolamento sul coordinamen-to e il rafforzamento della politica di con-trollo anticontraffazione.

Veniamo alle vicende di casa nostra. Il ritorno sulla scena di Silvio Berlusconi haprovocato reazioni non proprio lusin-ghiere in Europa.

Guardi, io sono stato indicato dal gover-no Berlusconi. La scelta è caduta su un uo-mo politico che da quindici anni lavora in Europa. Mi pare una scelta pienamente eu-ropeista e decisamente a favore dell'econo-mia reale. Ricordo quel che mi disse Berlu-sconi: dai il meglio di te, lavora per l'Euro-pa e per il tuo Paese. Se Berlusconi non fos-se un europeista convinto, non starei nel Pdl.E poi ricordo che è stato lo stesso Berlu-sconi a indicare come commissari Emma

Bonino, Mario Monti e Franco Frattini. Ho fatto il capogruppo del Pdl al Parlamento europeo e non ho mai ricevuto alcuna indi-cazione interpretabile come antieuropei-sta. Gianni Letta è da sempre ultrasensibil e alle tematiche europee. Cosa diversa è vo-ler partecipare alla costruzione europea portando avanti le proprie convinzioni. Non è da oggi che sostengo che la Bce do-vrebbe avere gli stessi poteri della l'ed, e che occorre ima politica comune di difesa. Le sembra ima posizione antieuropeista? Lo sostiene anche Barroso. Lasciamo per-dere le polemiche della campagna elettora-le e guardiamo ai fatti.

I fatti dicono però che nella coalizio-

Venne nominata commissario Ue nel gennaio 1995 con all'appoggio del primo governo Berlusconi Restò in carica fino a marzo 1999

Nominato nel novembre 2004 grazie all'appoggio del governo Berlusconi II (dopo un rimpasto), resta in carica fino all'aprile 2008

ne di centro-destra convivono spinte fortemente antieuropeiste.

Spingere per gli Stati Uniti d'Europa vuol dire per me battersi per più Europa. Seguo la linea della Commissione. Mai avu-to imbarazzi di sorta. Mi fa piacere che sia Berlusconi che Bersani e Giannino ponga-no con forza il tema del pregresso nei paga-menti della Pa.

Il vento in Europa e anche nel nostro Paese vira però verso una montante in-sofferenza verso Bruxelles, per le politi-che di rigore a senso unico imposte dalla Germania e i ritardi nella messa a punto di una risposta sistemica alla crisi. La cri-si morde e il lavoro non c'è. La risposta è anche nei populismi di varia matrice.

Intanto non condivido la tesi di quanti so-stengono che Berlusconi e il Pdl siano defi-nibili come populisti. Il problema esiste, ri-guarda non solo l'Italia e il movimento dei grillini, ma la Germania, la Finlandia, la Francia e anche altriPaesi. La risposta ai po-pulismi è tagliare l'erba sotto i piedi di chi li cavalca. Ed eccoci nuovamente al tema del-la crescita, della drastica riduzione dellabu-rocrazia, della piena affermazione dell'eco-nomia sociale di mercato.

Si sta per chiudere una campagna elet-torale rissosa, povera di contenuti e all'insegna delle miracolistiche promes-se di riduzione delle tasse. Anche le false promesse possono alimentare la disaffe-zione dei cittadini e i populismi.

Le promesse devono essere mantenu-te, così come è accaduto per l'abolizione dell'ki. Gli insulti servono a poco. Che poi si discuta di tasse, di Pmi e di riforma del lavoro mi sembra del tutto normale e condivisibile. Se si guarda alla fa tlibilità concreta, mi sembra che le opportune co-perture possano essere individuate, così come illustrato nel programma del Pdl, nella cura dimagrante dello Stato, nella ri-duzione degli sperperi di denaro pubbli-co e del numero dei parlamentari.

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Ernme Bomìne Commissario europeo da11995 a11999

Franco RaffiCommissario Ge da12004 (112008

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Il Capitan Fracassa dell' antipolitica PIERO IGNAZI

ir A CRISI continua, e non si intravede uno sbocco, una

fine. L'insicurezza e la fru-strazione che ne derivano produ-cono uno stato d'ansia sociale. Il crollo del ceto medio, sia in ter-mini di reddito reale che, soprat-tutto, di percezione di status (co-loro che oggi si considerano di ce-to medio sono crollati rispetto a 5 annifa) sbriciolale certezze di mi-lioni di persone. Non deve stupi-re che nell'autunno scorso quasi la metà degli intervistati fosse fa-vorevole ad un cambiamento ri-voluzionario rispetto al cammi-no delle riforme (dati Swg).

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IL CAPITAN FRACASSA PIERO IGNAZI

(segue dalla prima pagina)

Il clima sociale oscilla tra paura ed esasperazione, due sentimenti che favoriscono reazioni emotive e in-controllabili. La storia d'Italia è co-

stellata da queste esplosioni di irrazio-nalismo, con fughe in avantiverso il nul-la o la catastrofe. Il lento declino di que-sti vent'anni di egemonia berlusconia-na e forzaleghista rappresenta una ver-sione soft, rispetto ai disastri dell'anteguerra, di cupio dissolvi. La so-cietà italiana si è adagiata tranquilla-mente su questo dissipamento istitu-zionale, economico e morale. Anzi, per molto tempo lo ha allegramente soste-nuto. Quando arrivammo alla fine del ciclo, allorché Mario Monti sostituì quel «governo di cialtroni», come giusta-mente e finalmente ha definito il comi-tato d'affari di Berlusconi & Co., circola-va la speranza di uno scatto collettivo d'orgoglio. Riforma delle pensioni, lot-ta all'evasione fiscale, riforma del lavo-ro, indicavano un'inversione radicale rispetto alla spensieratezza con cui era stato condotto il governo precedente. Tuttavia, con il passare dei mesi, com-plice una neghittosità assoluta dei mag-giori partiti nell'affrontare il tema dei costi della p olitica, sono riemerse sfidu-cia e rassegnazione. Esaurita la spinta riformatrice, la delusione si è mescola-ta con le crescenti ansietà per la crisi. Il Cavaliere ha cercato ancora una volta di interpretare questo sentimento ma il suo gioco si è rivelato logoro: tutto visto e rivisto, sentito e risentito. Nemmeno i suoi elettori credono alla restituzione dell'Imu.

Di questo impasto rabbioso e ango-sciato di sentimenti è diventato inter-prete privilegiato Beppe Grillo. È lui il nuovo tribuno che dà vo ce a tutti coloro che non si sentono più rappresentati. L'antipolitica, rovesciata a piene mani anche dai più autorevoli e compassati opinion leader, alla fine, ha trovato uno sbocco "politico". Grillo urla alle piazze stracolme tutto il loro umore nero verso i politici. E come in una reazione p avlo-

viana la piazza risponde con un boato. Il capro espiatorio della paura e della rabbia — la classe politica — è ormai in ceppi. Ma non b asta, perché non ci si ac-contenta mai di una sola vittima sacrifi-cale. Ecco quindi aggiungersi, le b anche e l'Europa, i francesi che bombardano e il Quirinale, e domani magari anche la Chiesa. Questa furia iconoclasta travol-ge la pars construens del Movimento 5 Stelle, quello indicato nei cinque punti fondamentali del programma: obiettivi minimi, puntuali e condivisibili, ispira-ti ad un riformismo ecologista e post-materialista. Lo tsunami della campa-gna elettorale di Grillo mette tra paren-tesi la serietà e il pragmatismo ricono-sciuti a tanti suoi consiglieri comunali. Sembra si stia aprendo una distanza tra lo stile politico adattivo e non provoca-torio dei rappresentanti Cinque Stelle (anche in Sicilia) e le rodomontate da Capitan Fracassa del leader. Quindi il vero interrogativo non riguarda più la dimensione del successo del M5S —forse superiore anche al risultato del Pdl — quanto il post-elezioni, il comporta-mento dei parlamentari. Certo, se il pro-getto rimane quello del "fuori tutti" e "tutti ladri", allora la carica di rinnova-mento e di pulizia della politica di cui i grillini si vogliono portatori si esaurisce subito. E anzi, rischia di finire in braccio alla destra. Ma non è un esito scontato. Poiché i rappresentanti del M5S si con-siderano — anche loro... — al di là della destra e della sinistra, invece di cavalca-re una opposizione irresponsabile e "populista", diventando alleati oggetti-vi di Berlusconi e Maroni, possono an-che adottare un approccio non pregiu-diziale nei confronti del governo, alter-nando critiche a consensi sulla base delle proposte in agenda. Questa evolu-zione "ottimistica" contrasta con le in-vettive demagogiche e i furori antieuro-pei e anti-istituzionali del leader ma, molto spesso, i partiti nelle assemblee rappresentative seguono percorsi di istituzionalizzazione ben diversi da quelli prefigurati in precedenza.

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RIUSCIRÀ A GUARIRE LA CHIESA FERITA?

EUGENIO SCALFARI

TORNO oggi ad esaminare la rinuncia (o abdicazio-ne) del Papa. Non perché

non vi siano altri fatti di grande importanza come la corruzio-ne sempre più diffusa nel corpo ammalato del nostro Paese o le elezioni politiche ormai in-combenti o la recessione che morde con denti sempre più acuminati e infine l'Europa e il drammatico oblio della sua co-struzione di Stato federale sen-za il quale tutti gli Stati nazio-nali che la compongono fini-rebbero nella totale irrilevanza.

Ma la rinuncia di Benedetto XVI questi fatti li supera tutti perché segna una svolta decisi-va nell'essenza della massima religione dell'Occidente e le in-fligge una ferita dalla quale è molto difficile che possa riaver-si.

Le conseguenze saranno enormi nella storia delle idee, dell'etica, della politica, della convivenza sociale e riguarde-ranno sia i credenti sia i non credenti.

La decisione di papa Ratzin-ger è stata giudicata in vario modo e con vari aggettivi: rivo-luzionaria, epocale, storica, ec-cezionale nella sua grandezza, ma anche conforme a quanto previsto dal canone ecclesiasti-co e comunque liberamente decisa nell'interesse della Chiesa.

Vedo che ora si discute mol-to sul dogma dell'infallibilità del Pontefice ed anche dell'op-portunità sostenuta da alcuni ma avversata da altri di porre un termine obbligatorio, come già vige peri cardinali e peri ve-scovi, oppure di mantenerlo come opzione.

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RIUSCIRÀ A GUARIRE LA CHIESA FERITA? (segue dalla prima pagina) D

escussioni, tutte, interessanti ma irrilevanti. Resta, ed è ovvio che così avvenga, la diver-sa visione tra credenti e non credenti con una zona grigia interposta tra gli uni e gli al-

tri di quelli che relegano la loro fede in una zona mar- ginale della mente.

Ho letto con interesse la lettera inviata al nostro di-rettore da Julian Carrón, presidente di Comunione e Liberazione. Stando alle sue parole l'evento è certa-mente eccezionale e accresceràmoltissimo ilprestigio dellaChiesa, il suo messaggio ecumenico e laforza del-la fede nel mondo. Benedetto XVI è stato sicuramente ispirato dallo Spirito Santo, tutto il popolo di Dio l'ha compreso e si è stretto ancor più attorno a lui. Questa, scrive Carrón, è la verità; tutte le altre sono interpreta-zioni.

Purtroppo per lui, anche questa di Carrón è un'in-terpretazione, come pure è un'interpretazione il fatto che la decisione del Papa sia stata da lui presa in piena libertà, come il canone prescrive.

Che cosa vuol dire «in piena libertà»? Non esiste al-cuna magistratura che possa riscontrare l'esistenza di questo elemento e infatti non sitratta di dimissioni che possono essere accettate o respinte. Chi può dire se le divisioni all'interno della Curia e il devastante feno-meno della pedofilia o la fragilità del corpo e dell'ani-ma di Joseph Ratzinger non abbiano condizionato la sua libertà?

Carrón afferma che lo Spirito Santo è quello che de-termina la scelta dei cardinali e non abbandona l'ani-ma e l'intelletto del Capo della Chiesa.

Questa è laverità della Chiesa che si scontra tuttavia con moltissimi Pontefici che dettero di sé esempio de-vastante di cupidigia del potere, fornicazione, simo-nia. Dovremmo allo ra pensare che anche le loro male-fatte furono volute nell'alto dei cieli affinché provo-cassero un risveglio delle coscienze e in tal modo con-tribuissero al bene della Chiesa? Del resto, questo sin-golare rapporto che congiunge il bene con il male lo troviamo anche nel tradimento di Giuda da fedele di-scepolo ad abietto denunciatore del suo Maestro.

Ma non era previsto e deciso — nell'alto dei cieli —che Gesù fo sse tradito e poi suppliziato e crocifisso? Se tutto è stato disegnato e se l'esercizio del libero arbi-

trio mette chilo esercita fuori dal popolo di Dio qualo-ra quella lib ertà sia trasgressiva, allora la colpevolezza diventa impossibile da concepire.

Mi viene in mente quel sonetto del Belli dove un ebreo respinge l' accusa di deicidio lanciata dai cristia-ni contro il suo popolo, con questi versi: «Se Cristo era venuto pe' morì / quarcheduno l'aveva da ammazzà».

Se tutto è disegnato la scelta non è mai libera a me-no che non vi sia trasgressione.

***

Nel mio articolo di lunedì scorso posi il problema dello scontro tra la Chiesa-istituzione e la pastoralità della Chiesa povera e missionaria.

L'istituzione — così ho scritto — doveva fornire al-la pastoralità i mezzi per esercitare pienamente il suo mandato d'amore del prossimo.

È accaduto invece che la storia della Chiesa sia sta-ta quelladell'istituzione che soffocalapastoralità, cioè della gerarchia che reclama la sua «temporalità» su-bordinando la pastoralità.

Conosco la risposta di molti storici: l'istituzione avrà pure compiuto o consentito molti peccati ma senza di essa il Cristianesimo non sarebbe durato due millenni, si sarebb e rapidamente disperso in tante set-te e infine avrebbe cessato di esistere. E poi non fu Cri-sto a dire a Simone: tu sei Pietro e su questa pietra edi-ficherò la mia chiesa? È vero, così recitano le Scritture del Nuovo Testamento.

Ci sono tuttavia due altre religioni monoteiste com-pletamente prive di gerarchia, che sono durate fino ad oggi e dureranno ancora: l'Ebraismo ha giàtremila an-ni di storia e non ha gerarchia né sacerdozio, i rabbini sono soltanto maestri della legge. La medesima strut-tura ha l'Islam. Non ha sacerdoti ma solo dottori del Corano e Imam che insegnano nelle università islami-che. L'Islam ha una storia di millecinquecento anni e durerà ancora, nel bene e nel male.

Dunque non è l'istituzione la custodia della religio - ne. Lo stesso Benedetto XVI se l'è lasciato sfuggire quando, parlando ai fedeli mercoledì scorso e ai preti romani giovedì ha detto che la sua rinuncia è dovuta anche alle divisioni e agli scandali che hanno turbato la Curia ammettendo che questi accadimenti hanno imbrattato il volto della Chiesa e che lui non ha avuto la forza di fare le pur necessarie riforme, augurandosi

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che saràil suo successore a compiere ciò che egli lascia incompiuto.

***

La Curia ha sempre adottato il metodo della coop-tazione e ha sempre tentato di far trionfare al Concla-ve uno dei suoi. Spesso è riuscita nel suo intento, tal-volta no, ma in ogni caso la dialettica tra Curia e Papa si è manifestata determinando anche rotture trauma-tiche.

In tempi a noi vicini ce n'è stata una soltanto, quel-la di papa Giovanni.

Alla morte di Pio XII la Curia, che era ancor più con-servatrice del Papa, puntò sull'arcivescovo di Genova, Giuseppe Siri, mentre settori più pro gressisti del Sacro Collegio preferivano Giacomo Lercaro, arcivescovo di Bologna.

Alla fine fu scelto Roncalli, patriarca di Venezia. Fu scelto perché era vecchio e malandato in salute, sa-rebbe durato poco e non avrebbe comunque messo in discussione i poteri e le strutture curiali a quell'epoca guidate dai cardinali Canali, Pizzardo, Micara e Otta-viani.

Roncalli durò poco, ma determinò un terremoto: dopo meno di novant'anni dal Vaticano I indisse il Concilio ecumenico Vaticano II al quale dette il com-pito di rinnovare la liturgia e la teologia e di confron-tarsi con il mondo moderno. Una rivoluzione.

Wojtyla ereditò questo lascito ma delegò la Curia ad occuparsene. Lui aveva ben altri problemi: la lotta contro il comunismo che soffocava la libertà e i diritti della Chiesa, e poi gli ideali della pastoralità anticapi-talistica concentrati nella sua predicazione. Fu ferito in un attentato, viaggiò nel mondo, sconfessò la teolo - gia della liberazione ma chiamò attorno a sé i giovani, i poveri, gli esclusi. Trionfò in America Latina e inAfri-ca, riconobbe gli ebrei come fratelli maggiori.

Era un grande attore papa Woj tyla e morì da grande attore, atrocemente sulla scenafino all'ultimo respiro.

***

Joseph Ratzinger, non dimentichiamolo, era uno dei principali esponenti della Curia quando Wojtyla morì.

Assunse con impeto la guida del Sacro Collegio, of-ficiò la messa di apertura del Conclave e fu il solo de-

stinatario d'una trentina di suffragi alla prima vota-zione. Nel frattempo il cardinal Martini comunicò ai suoi sostenitori di non votarlo, il suo Parkinson era già molto avanzato e non gli avrebbe consentito di soste-nere il molo pontificale. Suggerì anche che concen-trassero i loro voti su Ratzinger per scongiurare un'i-potesi di Camillo Ruini sul soglio pontificio. Così av-venne, alla seconda votazione Ratzinger superò i cin-quanta suffragi, la terza fu fumata bianca.

Ma otto anni dopo è arrivata l'epocale abdicazione. Sono stati otto anni di vera e propria rissa all'interno della Curia, con il Papa che tentava di dare pienezza al suo ruolo di governo non solo religioso ma temporale, senza tuttavia riuscirvi; tensioni crescenti tra Sodano, Bertone, Ruini e poi Bagnasco; scoppio dello scanda-lo della pedofilia; crollo delle vocazioni soprattutto in Europa; pressioni in tutti i settori e soprattutto sulle strutture e sulle organizzazioni tradizionali da parte delle Comunità: Comunione e Liberazione, Sant'Egi-dio, Opus Dei, focolarini, salesiani, gesuiti, una feno - menologia del tutto nuova, già presente ai tempi di Giovanni Paolo II ma al culmine con Benedetto XVI.

Infine il pro cesso di secolarizzazione di tutto l'Occi-dente e in particolare in Europa e nel Nord America.

Nessuno di questi problemi è stato risolto da Bene-detto ed è questa la vera ragione che l'ha indotto alla sua clamorosa rinuncia.

Questa decisione ha rotto la sacralità, ha messo a nudo la natura lobbistica della gerarchia, ha indeboli-to il ruolo delPapainnalzando quello della Chiesa con-ciliare. Il Concilio sarà d'ora in poi un'istanza supre-ma, il colloquio con la mo dernità risveglierà probabil-mente una Chiesa minoritaria e depositaria di un'eti-ca meno ingessata dai dogmi.

La Curia dovrà essere inevitabilmente riformata. Ci vorrebbe un Gregorio VII per riuscirci e forse lo trove-ranno. Lo scontro è ancora e sempre trail popolo diDio e la gerarchia. Ma chi c'è dietro Dio? La risposta (bla-sfema?) dei non credenti è che dietro Dio ci siamo noi uomini che l' abbiamo inventato come esorcismo con-tro la morte. Ma è un esorcismo che comporta co-munque un altissimo senso di responsabilità indivi-duale. Da questo punto di vista la predicazione di Ge-sù di Nazaret, figlio di Giuseppe e Maria, è un lascito prezioso cui attingere.

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Quirinale e Casa Bianca contro ilPd1 "Polem iche infondate e gatuite nessuna ingerenza da pute Usa"

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Quirinale e Casa Bianca contro il Pdl "Polemiche infondate e gratuite nessuna ingerenza da parte Usa" La portavoce di Obama: non appoggiamo alcun partito

DAL NOSTRO INVIATO UMBERTO ROSSO

WASHINGTON — Finisce con una coda di polemiche e insi-nuazioni piovute dal Pdl che ir-ritano il Quirinale. E spingono perfino la Casa Bianca a scen-dere in campo per smentire «qualunque ingerenza» nel col-loquio fra Napolitano e Obama rispetto alle elezioni italiane. Sono accuse, puntualizza il ca-po dello Stato, «palesemente infondate e del tutto gratuite». Affidala sua risposta aduna no-ta ufficiale, che diffonde prima di salire sull'aereo presidenzia-le che alle nove del mattino la-scia la capitale americana per far rientro a Roma.

Ma già in serata, incontran-do in ambasciata il personale italiano che vuol salutare no-nostante la scaletta fitta di in-contri, Giorgio Napolitano ave-va percepito l'aria di strumen-talizzazione in arrivo dal cen-trodestra sul suo viaggio ameri-cano. Che forse qualcuno sta provando ad oscurare. «Ilfuoco della polemica elettorale-met-te in evidenza perciò nel suo di-scorso in ambasciata - domina sulla situazione italiana, e un po ' la altera». Obama «ha mani-festato grande comprensione per gli sforzi compiuti in Italia per rilanciare l'economia, mantenendo sempre un dove-roso distacco rispetto alle vi-cende elettorali». Come a dire: le accuse di interferenze, al pre-sidente della Repubblica Na-politano come allo stesso capo

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dell'amministrazione Usa, so-no solo il prodotto di una lettu-ra distorta dettata dal clima in-candescente dello scontro ad una settimana dal voto. E sono polemiche che sorprendono la stessa Casa Bianca.

Così, ai giornalisti chevoglio - no conoscere la reazione della White House sul caso improv-visamente esploso, la portavo-ce Caitlin Hayden quasi incre-dula chiede prima i dettagli, sollecita informazioni sulla po-lemica in corso in Italia. Poi, ar-riva la secca presa di posizione ufficiale: «Gli Stati Uniti non scelgono nè appoggiano partiti nelle elezioni di altre nazioni. È il popolo italiano a decidere nelle elezioni italiane».

Nella nota del Quirinale si spiega che è del tutto infondato parlare di ingerenza nella cam-pagna elettorale. E ricostruisce i fatti. L'incontro con il presi-dente Obama si è aperto con brevi dichiarazioni dinanzi a stampa e tv, «il presidente degli

Usa ha ribadito il suo ben noto apprezzamento per i progressi compiuti dall'Italia, e al presi-dente Napolitano é sembrato giusto sottolineare che essi era-no stati possibili grazie al soste-gno parlamentare di diverse e opposte forze politiche». Poi, in conferenza stampa con i gior-nalisti italiani, il capo dello Sta-to «ha rilevato come da qualche parte si sia passati dal sostegno ai provvedimenti del governo a giudizi liquidatori». L'atteggia-

mento di Obama? Rispetto alle forze in campo nella competi-zione elettorale in Italia, il pre-sidente americano «si è astenu-to da qualsiasi apprezzamento nei confronti di chiunque». Non solo in pubblico, «ma an-che nel colloquio a porte chiu-se, si sono tenuti comporta-menti assolutamente impec-cabili».

Ma non saranno gli attacchi di Pdl e Lega a guastare quella che, tracciandone un bilancio

in ambasciata, Napolitano de-finisce «una bellissima visita». Un ampio «giro di orizzonte» fra nuovi e vecchi inquilini del-l' amministrazione Usa. Culmi-nato con l'incontro con Oba-ma. «Al di là dell'emozione, del-la gratificazione alla mia perso-na, rappresenta la testimo-nianza dei profondi legami fra i due paesi, la volontà del presi-dente Usa di sviluppare al mas-simo le nostre relazioni».

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La borsa di Wall Street a New York

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ultù shuppo traBaLacke Silvio "Non siamo ai tempi della guerra fredda"

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Ma l'allarme degli americani riguarda soprattutto l'economia: una crisi italiana bloccherebbe di nuovo la ripresa

L'ultimo strappo tra Barack e Silvio "Non siamo ai tempi della guerra fredda"

DAL NOSTRO INVIATO FEDERICO RAMPINI

WASHINGTON — Niente inge-renze dalla Casa Bianca sul voto italiano. «Non siamo più all' epoca della guerra fredda, queste cose non si fanno, e tra l'altro si ritorce-rebbero contro di noi», confida un consigliere dell'Amministrazione Obama. Che Barack Ob ama non si sogni neppure di dare «indicazio-ni di voto», o anche solo di espri-mere generiche simpatie, qui vie-ne dato per scontato. E su richiesta italiana, che la portavoce Caitlin Hayden ha dovuto emettere uno speciale comunicato di sabato

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mattina, mentre il suo presidente era a Chicago a occuparsi di eco-nomia e lavoro. «Gli Stati Uniti non parteggiano o appoggiano al-cun partito politico nelle elezioni di altre nazioni.Alle elezioni italia-ne tocca al popolo italiano decide - re». Si fa notare che perfino un lea-der molto disinvolto e ormai lon-tano da ogni carica istituzionale come l'ex presidente Bill Clinton, ha declinato un invito ad apparire nella campagna elettorale italiana afavore delPd.L'epocaincuilasu-perpotenza leader aveva la "mano pesante" verso i propri alleati, spesso con conseguenze indesi-derate, ha insegnato qualcosa.

Escluse le interferenze, il caso italiano resta al centro di un'atten-zione elevata da parte degli esta-blishment Usa. Il plurale è d'ob-bligo, e la Casa Bianca ci indica il perché. Nel blog ufficiale della

presidenza Usa compare questa affermazione sul colloquio di ve-nerdì tra Obama e Giorgio Napoli-tano: «Il focus primario della con-servazione è stata l'economia». Percorrendo a ritroso il denso ca-lendario di quest'ultima settima-na nelle relazioni Italia-Usa, tutto appare più chiaro. A dare il "la" è l'evento di lunedì a New York: un appuntamento affollato dalla bu-siness community, finanza diWall Street e anche grande industria. È un luogo dove la massima atten-

zione verso il caso italiano trova le spiegazioni.

Tra i grandi investitori che ac-corrono ad ascoltare quel lunedì l'ambasciatore Usa in Italia (Da-vid Thorne auspica «una maggio-ranza netta, un governo stabile», commentando le previsioni sulla vittoria del centro-sinistra) tutti hanno letto due rapporti allar-manti. Sono tutti e due opera di grandi banche americane. JP Mor-gan Chase è la fonte del primo, in-titolato "Che cosa succede se Ber- Pagina 3

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Pil degli Stati Uniti In miliardi di dollari

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estera democratica (nonché ex se-gretari di Stato) Madeleine Albri-ght e Zbigniew Brzezinski. Le preoccupazioni dell'establish-ment economico rimbalzano su quello istituzionale di Washing-ton. Obama ricorda che per ben due volte la crisi dell' eurozona fe-ce quasi deragliare la ripresa ame-ricana. La prima volta (2010) il ca-so Grecia fu il detonatore, mala se-conda crisi (2011) fu ancora più grave perché coinvolse l'Italia (e la Spagna) nei timori di un default. Questa è la sostanza della preoc-

lusconi vince". Lo scenario illu-strato in quel rapporto è dramma-tico per i mercati globali, oltre che perlatenuta dell'Unione europea: «Scatterebbero pesanti pressioni dei mercati sull'Italia, le fughe di capitali costringerebbero Roma a chiedere un salvataggio. Gli elet-tori tedeschi si troverebbero nella difficile posizione di dover finan-ziare un maxi-salvataggio di un paese governato da Berlusconi».

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Conclusione di JP Morgan Chase: «È questo il risultato che tutte le cancellerie vogliono evitare».I1 se-condo studio, di Morgan Stanely, è quello che denuncia l'impossi-bilitàperlindustriaitaliana di reg-gere la competizione globale con questo euro sopravvalutato. Le al-ternative com'è ovvio sono solo due: una svalutazione dell'euro che la Germania non accetta, op-pure riforme strutturali che rilan-ciano la produttività e la competi-tività. Ma c'è un terzo sbocco, il

riaccendersi di spinte centrifu-ghe, verso una disintegrazione dell'euro. Il tamtam su questi sce-nari a Wall Street cresce di giorno in giorno. Non appena Napolita-no lascia Washington, su Barron's che è la testata di approfondimen-to del Wall Street Journal, esce un'analisi intitolata "La nube Ber-lusconi sopra l'Italia". Inizia così: «Il risultato più probabile è la vit-toria del centro-sinistra, ma...». Reuters rilancia con questo com-mento: «Una rimonta di B erlusco - ni agita gli investitori, temono che il centro-destra blocchi le riforme di cui habisogno l'Italia. L'instabi-lità post-elettorale sarebbe l'ini-zio di un'altra crisi dell' eurozona». Uno dei blog più diffusi tra i ma-nager di fondi d'investimento, The Big Picture, aggiunge Beppe Grillo nello scenario: «Se il risulta-to del Movimento 5 Stelle sarà tale da far mancare un maggioranza, si va verso il panico sui mercati».

Questo è lo sfondo su cui ve-nerdì si è svolto il lungo colloquio Obama-Napolitano. Preceduto dagli incontri con il vicepresiden-te Joe Biden, la numero uno de-mocratica alla Camera Nancy Pe-losi. Seguito da una colazione con il nuovo capo della diplomazia Usa, John Kerry, poi da una cena con due teste d'uovo della politica

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cupazione americana. Nessuna ingerenza nel voto italiano, dun-que, ma una chiara idea delle poli-tiche auspicabili. Da una parte l'I-talia deve rimanere saldamente ancorata al progetto europeo, per-ché ogni "scarto" dall'eurozona avrebbe conseguenze micidiali per l'economia mondiale, Ameri-ca inclusa. D'altra parte, come Obama ha ribadito a Napolitano, «non si esce dalla recessione a for-za di tagli». L'America attende un riequilibrio europeo in favore di politiche meno rigoriste, più favo-revoli alla crescita.

Per il resto, le diffidenze verso Berlusconi non sono nuove e nep-pure di parte: le rivelazioni di WikiLeaks sui dispacci dell'amba-sciata Usa a Roma fornirono am-pie prove che giàl'Amministrazio - ne repubblicana di George Bush diffidava di Berlusconi per i suoi rapporti con Vladimir Putin sul dossier energetico.

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Lo tsunami di Grillo invade Torino In 20 mila a piazza Castello. L'ex comico attacca il Pd: su Mps una commissione d'inchiesta

ANNALISA CUZZOCREA

TORINO — Il camper di Beppe Grillo si fa strada sotto al palco mentre piazza Castello è già pie-na. Sono tantissimi, a Torino, al comizio-spettacolo del leader 5 stelle. Persone ditutte le età, bam-bini sulle spalle dei genitori, ra-gazzi con telefonini e iPad alzati a riprendere tutto per poi postarlo su Facebook e dire: «Io c'ero». Qualcuno non sa bene cosa aspettarsi: «Parlano di Sanremo. Forse è Crozza». Oppure, quando annunciano la consigliera comu-nale Chiara Appendino: «Ah, sì, quella di X Factor». C'è però chi è lì da prima, chi è venuto per una ragione: Beppe Grillo.

E una fredda giornata di sole con poche bandiere: due no Tav, qualche logo del Movimento, un vecchio drappello arcobaleno. La gente urla «Fuori, fuori», «Beppe, Beppe». Lui tarda, mentre a scal-dare gli animi si alternano gli atti-visti cittadini. Denunciano scan-

no: comk-lo cm:R. e,- m ntìN -anti, can.

suUn esta\ z3 vece Ni ban-CAni

dali di destra e sinistra, dalla piaz-za arrivano fischi e buu per il sin-daco Piero Fassino, per il gover-natore Roberto Gota. Un trio di ragazze canta una canzone anti-casta. Grillo scende dal camper mettendo su la faccia sorpresa di chi non crede ai suoi occhi. Era chiuso a fare un'intervista con dei reporter della Bbc, gli unici cui è stato donato un cartellino stam-pa e che non devono battagliare mezz'ora per stare sotto palco. Sale di corsa, prende la parola, è un boato. Parte col repertorio de-gli ultimi giorni: «Il camper ce lo prestano, ci regalano salumi, for-maggi, paghiamo il gasolio col b a-ratto, questi ragazzi che lavorano con me fanno tutto gratis». Non parla della raccolta fondi sul sito, non invita a donare come fanno i banner sul blog. Vuole far risalta-re la differenza tra i suoi, e gli altri: «Le facce di culo che vediamo in

tv», urla subito prima dell' ovazio-ne della folla. Poi se la prende con la Rai: «Basta un canale, gli altri li vendiamo» Con i giornali: «Met-tono le foto di me che urlo, poil'E-spresso scrive: "Affideresti il Pae-se a uno così?"». Chiama Repub-blica «il Postal Market del Pd». «Hanno scritto che invito Al Q ae-da a bombardare il Parlamento. Ho ricevuto 252mi1a e-mail che mi dicevano: "Sì, ti prego, convin-cili"». Poi tocca alla Fiat, a De Be-nedetti, a Bersani-Gargamella, a Monti-l' e sorcista.

Parla di un mondo in cui la pa-ga diun adnonpotràsuperare più di 12 volte quella di un operaio, in cui basta fare una legge che co-

IN TOUR Beppe Grillo ieri in piazza Castello a Torino A destra, una protesta contro il canone Rai

stringa i produttori di frigoriferi a smaltirli, in cui tutti avranno un reddito di cittadinanza. Ma non tralascia ricette economiche care alla destra, come la possibilità di uscire dall'euro («Bisogna deci-derlo con un referendum») men-tre accarezza il popolo delle par-tite Iva e dei piccoli imprenditori con l'ormai collaudato program-ma anti-tasse. Batte su Monte Pa-schi: «Serve una commissione d'inchiesta per i vertici del Pd dal '95 a oggi», grida a granvoce . «Il Pd non è andato a votare in massa perché lo scudo fiscale conveniva anche a loro, per ripulirsi le tan-genti». Una ragazza col caschetto rosso e la sciarpa a righe annui-

sce: «Fanno tutti schifo». Continua con Napolitano:

«Avessimo avuto un presidente vero avrebbe detto: "Fuori i no-mi", invece ha accarezzato la scri-vania e dichiarato: "Privacy"». Col Papa: «Ha fatto due twitter e si è accorto che la Chiesa era ferma a mille anni fa, che i preti devono potersi sposare e fare figli». Con la giustizia, la buro crazia, i costi del-la politica: «I soldi li troviamo fa-cendoci restituire un miliardo e mezzo di rimborsi elettorali». La faccia cattiva la usa anche coi ca-meraman: «Questo è del Tgcom, non riprende la piazza, girala, gi-rala. Ecco, hanno mandato la pubblicità!». Urla, fischi, buuu.

La faccia buona la mostra inve-ce ai candidati che parlano dopo dilui. E a chilo aspetta di sotto. Un uomo invalido gli racconta le pe-ripezie e iproblemi conl'Inps: «Ci penso io, facciamo un videino, ti aiutiamo noi». Accarezza le ra-

REPUBBUCA.IT Sul sito, video-confronto Monti- Berlusconi

gazze, le nonne, i malati, le teste dei bambini. Si ferma con i croni-sti per dire che non c'è una nuova Tangentopoli, è peggio: «Quelli al confronto erano dilettanti. I par-titi hanno smembrato tutto. Sia-mo pieni di macerie». Gli lasciano biglietti sotto al tergicristallo: «Beppe, salvaci tu». Lui confessa: «Tutti mi chiedono qualcosa, ogni giorno staffilate al cuore». Poi va via, destinazione Alessan-dria, terza tappa in un giorno. Su Twitter mette una foto e scrive: «La piazza che le tvnon vi faranno vedere». Continua col vittimismo della stampa che lo oscura, quan-do è tutta lì, tenuta a debita di-stanza da staffe servizio d'ordine. Restiamo con chi smonta il palco: «2000 euro per l'impianto audio, noi candidati abbiamo messo 150 euro ciascuno». Davide Bono spara alto: «Ci dicono che siamo al 21 per cento, ma vogliamo su-perare il 30. Di limiti, non ne ve-diamo più».

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Nuova Tangentopoli Monti: il tappo è saltato grazie al rinnovamento

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17/02/2013 pressunE

Periodicità: Quotidiano Tiratura: 509.141

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Nuova Tangentopoli Monti: il tappo è saltato grazie al rinnovamento Berlusconi: scandali creati ad arte dai giudici ALBERTO D'ARGENIO

ROMA — Mario Monti ipotizza che «forse con la crisi economica e il vento di rinnovamento porta-to da noi è saltato il tappo che aveva coperto una situazione sempre più insostenibile». Il pre-mier uscente parla degli scanda-li e degli arresti, da Mps a Fin-meccanica, di questi ultimi gior-ni di campagna elettorale. Li pa-ragona a una nuova Tangento-poli. E di fronte al «moltiplicarsi delle incriminazione di politici ed esponenti della finanza e del-l'economia» dice di provare «smarrimento». «C'è l'idea della disgregazione di un tessuto poli-tico e sociale che fa emergere il parallelo con un'altra epoca: Tangentopoli». Non solo per le dimensioni del fenomeno, ma perché le vicende giudiziarie alla ribalta delle cronache «forse se-gnano lafine di un'epo ca». LaSe-conda Repubblica. E a maggior ragione in questo passaggio e di fronte alle sfide che attendono l'Italia «non possiamo lasciare il campo al populismo o all'illusio-nismo dei pifferai magici».

Il tema della giornata dunque diventa Tangentopoli sì, Tan-gentopoli no. Ed è chiaro che il

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bersaglio dell'ex rettore della Bocconi - colui al quale non ri-consegnare il Paese - è innanzi-tutto Silvio Berlusconi. Che prontamente risponde con una sua ricostruzione dei fatti. Il Ca-valiere non crede che il Paese sia di fronte a una nuova Tangento-poli perché, a suo modo di vede-re, l'unico vero scandalo è quello del Monte dei Paschi. Gli altri «piccoli» scandali usciti succes-sivamente, «da Finmeccanica al-la condanna di Fitto» sono stati creati ad arte dai pm per coprire il Pd esposto sul fronte Mps. «Hanno trasformato San Valen-tino in San Vitto re e questo mi ha dato fastidio perché sono un ro-mantico», scherza Berlusconi. Come lui anche il già "ramazza-tore" Roberto Maroni non crede che il Paese sia di fronte a una nuova Tangentopoli: «È tutto da dimostrare - afferma il leader della Lega - queste sono inchie-ste giudiziarie che per ora hanno solo prodotto danni all'industria italiana».

Il Partito democratico rispon-de con il candidato alla Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Per lui il «"miliardario ridens" che torna in televisione per dire che le tan-genti sono normali si deve vergo - gnare». Per il responsabile eco-nomico dei democratici, Stefano

Fassina, «siamo di fro nte auna si-tuazione gravissima e inaccetta-bile da combattere con le leggi e se il Pdl non si fosse messo di tra-verso oggi quelle leggi le avrem-mo e potremmo farlo». Un riferi-mento alla legge anticorruzione annacquata dai parlamentari di Berlusconi. Per Antonio Di Pie-tro, invece, la situazione odierna è «più difficile» di Tangentopoli visto che «dietro le monetine lan-ciate a Craxi c'era la speranza di uscirne mentre dietro a quelle di Mussari c'è solo la disperazione di doverci convivere». E oltretut-to, dice il leader Idv protagonista in toga di quella stagione, oggi il lavoro dei pm è più complicato

perché «penetrare i nuovi scher-mi finanziari è difficile». E se per Ingroia, leader di Rivoluzione ci-vile, «Monti non dovrebbe esse-re smarrito perché è politica-mente responsabile di quanto sta avvenendo », Gianfranco Fini, alleato delProfessore, risponde a Berlusconi: «Solo una mente malata può pensare a una regia occulta sugli arresti e sulle in-chieste di queste ultime settima-ne». Il presidente della Camera non sa se siamo di fronte a una nuova Tangentopoli, ma di cer-to, dice, la situazione «è molto preoccupante, siamo in un ma-leodorante mare di illegalità».

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Corruzione spa non conosce crisi il giro d'affari è di 60 miliardi Investimenti stranieri a picco : a Roma un crollo del 53%

ROMA — Su Twitter ha sbeffeggiato il premier: «Monti si vanta di aver fatto sal-tare lui il tappo alla corruzione italiana. La nomina di Orsi a Finmeccanica era per segnalarlo ai pm?». Al telefono il lea-der di "Fermare il declino" Oscar Gian-nino è ancora più duro: «Lo Stato azioni-sta doveva intervenire, altrimenti a che serve? Invece si è girato dall' altraparte. E così stiamo rottamando Finmeccanica».

Già "ad" con Berlusconi, Giuseppe Orsi diventa Presidente con Monti: un errore?

«Erano uscite notizie di indagini. In questi casi lo Stato ha l'obbligo di chia-mare il management e fare in 72 ore una ricognizione precisa. Poi se ritiene che le notizie siano infondate, riconferma il management. Altrimenti lo manda a casa».

E invece cos'è accaduto? «In settori così delicati è fondamenta-

le agire tempestivamente. Purtroppo

ETTORE LMNI

MILANO — Stop all' autolesioni-smo. Basta piangersi addosso. E' vero che il pil dell'Italia è calato ne12012 de12,2%. Ma le eccellen-ze nazionali tirano ancora. Un esempio? I brillantissimi risulta-ti della Tangenti Spa: il business della bustarella tricolore — cal-cola il Servizio arti-corruzione e trasparenza del ministero alla Funzione pubblica—muove or-mai un giro d'affari da 60 miliar-di l'anno, cifra con cui in Borsa si possono comprare Fiat, Enel e Unicredit messe assieme. E, so-prattutto, viaggia con il vento in poppa: nel 2011 Roma era al 69esimo po sto (su 179 paesi) nel-la classifica di Transparency In-temational sulla percezione del malaffare nella pubblica ammi-nistrazione. Alla fine dello scorso anno siamo riusciti a far peggio, scivolando al 72esimo posto. Dietro Ruanda, Lesotho e persi-no alle spalle di Cuba.

VRKURRRIUR ~MI Finmeccanicae Saipem, gli ul -

timi casi agli onori della cronaca, sono solo la punta dell'iceberg. Mani Pulite è servita apoco.Tan-gentopoli è ancora qui e l'Italia—ha ricordato pochi giorni fa agli smemorati il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaoli-no — deve fare i conti con un giro di bustarelle «gigantesco e siste-mico, una piaga che si annida ovunque e che danneggia l'eco-nomia». Quanto? I pochi numeri a disposizione mettono i brividi. Il 19% delle imprese della peni-sola– secondo un'analisi di Kroll Intemational – è stato colpito in qualche modo ne12011 dalla cor-ruzione. Come dire una società su cinque, il doppio dell'anno precedente. E i ricavi di un'a-zienda costretta a lavorare in queste condizioni, calcola la Banca Mondiale, crescono in media il 25% in meno della stes-sa realtàimpiantatain una situa-zione dove l'unica stella polare è la competitività. Forbice che, purtroppo per noi, si allarga al 40% quando di mezzo ci sono le Pmi, la spina dorsale dell'indu-stria di casa nostra.

i` Ti KR IR RAM Pagano le imprese e paga pure

– carissimo –lo Stato. Le mazzet-te necessarie per oliare i mecca-

nismi bizantini della burocrazia tricolore, dicono i giudici conta-bili, generano un sovrapprezzo medio del 40% sulle opere pub - bliche. Pallottoliere alla mano, significa che sui 225 miliardi di spesa previsti dal governo Monti nel piano diinfrastrutture strate-giche 2013-2015 si devono met-tere inpreventivo una novantina di miliardi in più, da contabiliz-zare alla voce "tangenti". È un circolo vizioso che tende diabo-licamente ad auto-alimentarsi

TOMMASO CIRIACO

IN CAMPO Oscar Giannino,

leader di Fare per fermare

il declino

visto che ogni punto perso nella classifica di Trasparency Inter-national si traduce, secondo l' a-genzianongovernativa, inun ca-lo del 16% degli investimenti esteri nel paese interessato. E, sarà un caso, ma Roma negli ulti-mi due anni ha visto crollare del 53% i flussi di capitali stranieri nella nostra economia contro il —7% del resto della Ue. La sfidu-cia degli investitori esteri tral' al-tro rischia di trasformarsi in un boomerang micidiale per un

paese costretto a collocare ogni anno 400 miliardi di titoli di stato sui mercati.

PRLgiCA SMUCZA Le cifre, naturalmente, sono

opinabili. Qualcuno ne contesta l'abnormità, sottolineando che in base a questi dati l'Italia ga-rantirebbe — e c'è poco da van-tarsi—i150% del giro d' affari del-la corruzione made in Europe, stimato dalla Ue a 120 miliardi Di sicuro però nel campo abbia-mo pochi avversari. Le rilevazio-ni di Transparency — che ieri apriva il sito con una tirata d'o-recchi a Silvio Berlusconi per lo "sdoganamento" delle bustarel-leinternazionali—parlano chia-ro: il 69% degli italiani si conside-rapiliesposto allaco rruzione de-gli altri europei. L'89% pensa che il malaffare permei l'economia nazionale, un dato inferiore nel-laUe solo a quello di Cipro e ben oltre la media europea del 67%. I colpevoli? La politica nazionale (67%) regionale (57%) e locale (53%), mentre si salvano forze dell'ordine (34%) e i magistrati (38%).

MEM Il B elpaese, naturalmente, rie-

sce sempre tafazzianamente a metterci del suo. Lano stra politi-ca ha p assato qualchelustro a de-penalizzare i reati finanziari, va-rare indulti e sconti di pena sen-za muovere un dito per riforma-re una giustizia civile da terzo mondo. Approvando solo in zo-na Cesarini cinque mesi fa una legge anti-corruzione annac-quata dalle resistenze del Pdl. Una retromarcia fotografata senza pietà dal Rating of control of corruption— il "Trasp arento-metro" messo a punto dallaBan-ca Mondiale — dove il nostro punteggio è sceso dagli 82 punti del 2000 ai 59 de12009, ultimo da-to disponibile. A fame le spese, alla fine, è il Pil. Una nazione che combatte davvero il malvezzo delle tangenti ha un vantaggio competitivo di 2,4 punti di cre-scita economica ogni anno gra-zie a una concorrenza più sana, secondo laWorldBank. Tradotto in soldoni significa 38 miliardi di ricavi in più ogni dodici mesi per l'Italia Spa. Più o meno la metà della cifra necessaria per pagare gli interessi sul nostro debito.

RIPRODUZIONE OISERVATA

Il leader di "Fermare il declino": doveva intervenire, invece si è girato dall' altraparte

Finmeccanica, Giannino contro il premier "Ha nominato lui Orsi presidente"

questo non è successo né con Tremonti, che è stato a guardare la vicenda Guar-guaglini, né con Monti, che ha scelto Or-si. Dov'è la discontinuità? Tutti batteva-no le mani. Questo non significa che Monti è corrivo, mache non c'è statauna svolta».

Il premier rivendica: "Ho fatto salta-re il tapp o".

«Ma dove, quando, in che modo ? Il tappo l'hanno fatto saltare i magistrati. Lo Stato invece ha tenuto lo stesso tap-po...».

C'è chi sostiene:Finmeccanica opera in contesti complessi.

«Quando un gruppo agisce in mercati così delicati, dove esistono le mediazio-ni e spesso non ci sono regimi democra-tici, è obbligo dell'azionista dire ai ma-nager cosa si può fare e cosa è proibito».

Una nuova Tangentopoli è alle por-te?

«Anche stavolta i magistrati interven-gono di fronte all'immobilismo».

R PRODUZIONE OISERVA,

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CAMMINO 'PIETRO

la Repubblica Direttore Responsabile: Ezio Mauro

17/02/2013 press unE

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RAVENNA I

Artisti tra normalità e follia, da Bosch a Dalí, dall'Art Brut aBasquiat. Nel 1912 Klee individua nelle culture primitive, nei disegni infantili e dei malati mentali le fonti della creatività. Nel 1922 il saggio dello psichiatra Prinzhorn segna la fine dello sguardo positivista sull'arte degli alienati. Bordeline Mar Da oggi

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17/02/2013 press LinE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

Periodicità: Quotidiano

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CRISI NON SOLO ECONOMICA

RECESSIONE MORALE

PIAGA DELL'UE MARIO DEAGLIO

economia glo- bale non è «fuo- ri dal bosco», per usare una classica espres-

sione inglese che significa fuori dalle difficoltà. Lo di-ce il rapporto dell'Ocse -forse il più autorevole cen-tro di previsioni economi-che del mondo - reso noto venerdì, a coronamento di una settimana di notizie non certo allegre. Conti-nuando nella metafora, sul-la base di questo rapporto si può concludere che l'Eu-ropa è ancora nel fitto della boscaglia; e in questa bo-scaglia l'Italia sta cercando, con molta buona volontà (fi-nora) di venir fuori da un cespuglio spinoso.

Tutta presa dal Festival di Sanremo e da una cam-pagna elettorale condotta assai più a base di battute che di programmi, que-st'Italia non ha tempo di oc-cuparsi dell'Europa. Eppu-re dovrebbe farlo perché qualunque maggioranza esca dalle elezioni dovrà prima di tutto vedersela con Bruxelles per gli impe-gni che obbligano i paesi membri a coordinare le po-litiche economiche e leghe-rebbero le mani ai demago-ghi della spesa facile. Esat-tamente come è successo in Grecia e, in misura molto minore, in Portogallo.

> > CONTINUA A PAGINA 31

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Pagina 31 URCESSIO \ E

\ 1011. AI E PIA( \ DEIEI T

Illustrazione di Dariush Radpour

17/02/2013 pressunE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

Periodicità: Quotidiano

Tiratura: 350.297

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SSIO\ MORALE

PIAGA DELEUE MARIO DEAGLIO SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

ccorre invece pren-dere atto che la con-valescente econo-mia europea sta spe-rimentando una

brutta ricaduta in un'economia mondiale che sta rallentando vi-stosamente l'andatura. Nel quarto trimestre del 2012, Ger-mania, Francia e Regno Unito hanno raggiunto Spagna e Italia nel club della crescita negativa come mostrano le statistiche diffuse questa settimana. Nel-l'Unione Europea, la disoccupa-zione sfiora i 26 milioni di perso-ne, due in più di un anno fa e la scarsa mobilità sociale ne accen-tua l'effetto di frantumazione della società. E anche se per l'Italia si può pensare a un rim-balzo produttivo nei prossimi mesi, tale rimbalzo risulterebbe breve e di scarsa entità se l'an-damento delle economie di Ger-mania e Francia (i nostri due mi-gliori clienti) virasse decisamen-te in negativo.

Più ancora dei dati complessi-vi, fanno impressione quelli dei singoli settori. L'auto, finora nu-cleo centrale delle riprese pro-duttive europee, ha posto in luce un'impressionante flessione del-la domanda che si è tradotta, per la maggioranza dei produttori, in riduzione di utili, aumento di perdite, chiusura di stabilimenti (i risultati finanziari della Fiat fanno eccezione proprio perché i dati europei sono compensati da un'ottima presenza extra-euro-pea e hanno consentito la messa a punto di un piano di rilancio). Nell'industria aeronautica, l'Air-bus dovrà vedersela tra breve non solo con gli americani ma anche con i cinesi che stanno co-struendo il loro jumbo-jet. Uno studio recente mostra che l'in-dustria farmaceutica si prepara a trasferire nei paesi emergenti una parte dei suoi laboratori di ricerca. E l'elenco potrebbe con-tinuare a lungo.

Quest'Europa che si impove-risce di industrie è anche povera di programmi. Nessuno, e non solo nella campagna elettorale italiana, sembra proporre qual-cosa di diverso da un liberismo sempre più stinto o da una so-cialdemocrazia tendenzialmen-te immobile e grigia. Per contro, l'Europa è ricca di scandali. Pro-babilmente nessuno batte l'Ita-lia a questo riguardo, ma tutti devono ricordare i propri: dalle tesi di laurea copiate dei politici tedeschi ai tassi manipolati dalle banche inglesi, dalla carne di ca-vallo nelle lasagne francesi alla più banale corruzione dei partiti

spagnoli, alle partite di calcio truccate a livello continentale.

La recessione europea sembra così uscire dal campo puramente economico e trasformarsi in una «recessione morale», di cui la vio-lenza verbale della campagna elettorale italiana, spesso associa-ta a un notevole grado di volgarità e a una forte povertà di contenuti, rappresenta un esempio di prima grandezza.

E' proprio la «recessione mo-rale» che rende difficile uscire dalla recessione economica. Per far politica, e in particolare per far politica economica, non ba-stano ricette tecnicamente credi-bili (che molti vorrebbero anche ingannevolmente semplici) ci vo-gliono valori, in quanto nessuna azione di politica economica può mai dirsi priva di rischi e di effet-ti collaterali. Al di là di tempora-nee soluzioni tecniche, ammissi-bili solo in periodi di emergenza, la politica economica richiede convinzione e coraggio che solo i valori possono dare.

Ebbene, nessuno in Europa sembra avere davvero il coraggio di riavviare il motore della cresci-ta, per paura che il motore scoppi e invece che di crescita si raccolga

inflazione. La mancanza di corag-gio nello stampare moneta si tra-duce in un assurdo aumento del cambio dell'euro, il che conduce a un ulteriore indebolimento delle esportazioni europee e a nuove pressioni negative sull'occupazio-ne. Caso mai non bastassero le crescenti debolezze industriali.

Un simbolo appropriato dell'in-certezza attuale può derivare dalla notizia-chiave di questa settimana epocale: le dimissioni di Papa Be-nedetto XVI, sicuramente il più eu-ropeo dei pontefici recenti. Nel 2004, quando era ancora - come tornerà a essere - semplicemente il Cardinal Ratzinger scrisse, in contradditorio con l'allora presi-dente del Senato, Marcello Pera, un saggio dal titolo «Senza radici». Gli autori avevano in mente la cre-scente carenza di radici culturali dell'Europa ma con questa crisi che continua a incombere e non riesce a passare, l'Europa corre anche il rischio di perdere le pro-prie radici economiche. E forse in nessuna parte d'Europa il rischio è forte come in un'Italia che, se i son-daggi sono corretti, sta incollata ai televisori di Sanremo e si prepara a disertare in massa le urne.

ma rio.dea [email protected]

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II. Colle imitato con il Pdl: accuse gratuite

\ fonti: le tmiche noxità siamo io e (+

17/02/2013 press LinE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

Periodicità: Quotidiano

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Il Colle irritato con il Pdl: accuse gratuite 11 Quirinale: "Nessuna ingerenza sul voto". ln campo anche la Casa Bianca: non parteggiamo per nessuno

ANTO NELLA RAMPINO INVIATA A WASHINGTON

«Il presidente Obama e i suoi collaboratori hanno mostrato grande intelligenza anche nel seguire con grandissimo ri-spetto e doveroso distacco le vicende elettorali che in que-sto momento dominano e al-terano la scena politica italia-na, come spesso accade nel fuoco delle polemiche eletto-rali...». Scandisce queste pa-role di buon mattino, Giorgio Napolitano, mentre poco pri-ma di lasciare Washington, saluta in ambasciata tutto il

personale che, dall'ambasciato-re Bisognero in giù, ha curato la sua visita. Un po' costernato per le baruffe che intanto im-perversano in Italia, ripete e precisa quel che aveva già det-to, il giorno prima, ai giornali-sti: Barack Obama è stato «im-peccabile», nessuna domanda diretta su questo o quel partito, su questo o quel leader. Come è ovvio, la comunità internazio-nale, e anche gli Stati Uniti, so-no interessati - e forse, certo, anche preoccupati - per la sta-bilità di un Paese cruciale nella crisi dell'eurozona. Ma, come

dirà di lì a poco una portavoce dalla Casa Bianca, Caitlin Hayden, «gli Stati Uniti non si schierano e non appoggiano partiti in occasione delle elezio-ni in altri Paesi», e come è ovvio «sulle elezioni in Italia è il popo-lo italiano che decide».

Il Quirinale prima con una nota ufficiale, e la Casa Bianca poi («Gli Stati Uniti non appog-giano alcun partito politico nel-le elezioni di altre nazioni»), so-no dunque stati costretti a in-tervenire per le reazioni di esponenti del centrodestra ita-liano che, da Roma, hanno accu-

sato l'amministrazione statuni-tense di ingerenza, e duramente criticato Napolitano per aver semplicemente illustrato che i progressi che l'Italia ha compiu-to con il governo Monti, interve-nuto risolvendo una crisi non solo di governo dato che l'Italia era (notoriamente) sull'orlo del collasso, «devono continuare». E, aveva aggiunto Napolitano, è «deplorevole» che «chi ha soste-nuto per un anno le riforme di quel governo adesso lo critichi».

Il Quirinale respinge con fermezza le accuse mosse da Pdl e Lega, e fa notare che «è

palesemente infondato e del tutto gratuito parlare di "inge-renza" nella campagna eletto-rale». La nota ricostruisce la scansione degli avvenimenti, invitando implicitamente a non valutare frasi estrapolate dal contesto. «L'incontro con Oba-ma si è aperto con brevi dichia-razioni dinanzi a stampa e tv: il presidente degli Usa ha ribadi-to il suo ben noto apprezza-mento per i progressi compiuti dall'Italia, e al presidente Na-politano è sembrato giusto sot-tolineare che essi erano stati possibili grazie al sostegno

parlamentare di diverse e op-poste forze politiche».

Solo più tardi, in conferenza stampa, «il capo dello Stato ha rilevato come da qualche parte si sia passati dal sostegno ai provvedimenti del governo a giudizi liquidatori. Rispetto al-le forze in campo nella compe-tizione elettorale in Italia, il presidente Obama si è astenu-to da qualsiasi apprezzamento nei confronti di chiunque. Non solo in pubblico, ma anche nel colloquio a porte chiuse, si sono tenuti comportamenti assolu-tamente impeccabili».

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onti: le uniche novità siamo io e Grillo

11 premier insiste sugli scandali: "Abbiamo fatto saltare il tappo"

delle cose insoddisfacenti del passa-to, ma che ha anche un po' di credibi-lità sulle soluzioni, derivante dal-l'aver governato in un anno difficile». E con queste premesse, la frase chia-

ve - persino più di altre - pronunciata da Monti in chiave Grillo è questa: «Con il vento di rinnovamento che abbiamo portato quest'anno forse è saltato il tappo che aveva tenuto co-

perto a lungo una situazione sempre più insostenibile». Tesi hard quella di un'influenza del governo nell'esplo-sione della "nuova" Tangentopoli. Co-munque Monti ci prova.

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11 Colle irritalo con il Pdl: accuse gratuite '

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17/02/2013 press LinE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

Periodicità: Quotidiano

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el suo discorso mattutino al Sermig di Torino Mario Monti parla a braccio, ma a

un certo punto si mette a leggere da un foglio, segno che il messaggio es-senziale è lì: «Mi smarrisco di fronte al moltiplicarsi degli scandali», «certe notizie lasciano l'impressio-ne che forse siamo arrivati alla fine di un'epoca», «c'è l'idea della disgre-gazione di un tessuto politico e so-ciale che fa emergere il parallelo con un'altra epoca: Tangentopoli». Da due giorni il presidente del Consi-glio batte sullo stesso tasto, il siste-ma è marcio, può salvarlo soltanto chi ne è fuori e per marcare il punto, sta usando espressioni hard: «Una nuova Tangentopoli», «Siamo alla partito-razzia». Una insistenza che è anche una "prenotazione": nell'ul-tima settimana di campagna eletto-rale Mario Monti intende andare al-la caccia degli elettori border line, disgustati o comunque stanchi della partitocrazia, ma ancora sensibili ad una proposta di governo.

La scommessa è su quel bacino -largo e in buona parte inavvicinabi-le a Pd e Pdl - e invece sensibile alla sirena di Beppe Grillo. Tanto è vero che Monti è arrivato a concettualiz-zare la sua mission, a dirlo chiaro e tondo: «Se uno vuole cambiare pa-gina rispetto alla politica tradizio-nale ha due possibilità: una è votare per Grillo, che rende massimo il se-gnale di protesta e minima la possi-bilità di avere soluzioni, un'altra è dare il voto a Scelta Civica, forza co-struita non solo per tenere conto

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17/02/2013 press LinE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

Periodicità: Quotidiano

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L'altra scommessa del Professore in vista del rush finale è quella del confronto televisivo a tre, con Bersa-ni e Berlusconi. Sin dall'inizio della campagna elettorale, Monti ha pun-tato su questa chance, scontrandosi però con i veti contrapposti, ma alla fine convergenti, di Bersani e Berlu-sconi: il primo dice di essere sì pronto ad un confronto, ma soltanto a sei, mentre il Cavaliere ripete che l'unico match al quale è disponibile è quello a due, con il leader del Pd. Risultato: la paralisi. Si sono candidati a «gover-nare» il match tv almeno in tre - Enri-co Mentana, Sky, Tg5 - ma poiché l'unico che lo vuole è Monti, è proba-bile che non se ne faccia nulla. In atte-sa che la «pratica» si sblocchi in un senso o nell'altro, negli ultimi giorni di campagna, Monti si dividerà tra di-scorsi nelle regioni ancora non visita-te (Sicilia e Sardegna in primis) e tan-ti assoli in tv. Venerdì 22, su Raidue, il ciclo delle Tribune elettorali si chiu-derà con tre interviste ai leader delle coalizioni, Berlusconi, Bersani, Monti e proprio al presidente del Consiglio, toccherà chiudere: l'ultima parola, tra le 22 e le 22,40, sarà la sua. Nelle ultime ore si sono moltiplicate le voci (interessate?) che la coalizione-Monti sarebbe a rischio quorum alla Came-ra, dove serve il 10% nazionale per eleggere deputati. Ancora una setti-mana fa, quando i sondaggi erano an-cora pubblicabili, la coalizione Monti-Casini-Fini era quotata dai principali istituti sopra la fatidica soglia. Per Euromedia era al 12,3%, per Tecné al 13,1, per Swg e Lorien al 13,4, per Emg al 14,6, per Ipsos al 15. Naturalmente Monti non può allentare la presa sul-l'altro bacino al quale punta, quello di centrodestra guidato da Berlusconi: «Di fronte alle notizie di questi giorni, alle sfide di lungo periodo che il paese deve affrontare, non possiamo lascia-re il campo al populismo o all'illusio-nismo dei pifferai magici».

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Al Papa sono serviti otto anni per capire

di aver fallito, a Monti bastano altri otto giorni.

lena @la stampa.it

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Sprint finale per Fullima sellimana — —

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17/02/2013 pressunE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

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Il ritorno di Berlusconi "Via al Ponte sullo Stretto"

AMEDEO LA MATTINA

Chiama un indeciso, contatta un indeciso, scrivi a un indeci-so, porta con te un indeciso a sentire Berlusconi che lo con-vincerà a votare Pdl. Il mes-saggio corre on line, viene ri-petuto ai militanti, ai candida-ti, ai parenti e agli amici dei candidati come un mantra. L'ossessione del Cavaliere è scongelare quella marea di in-decisi che maturano il voto so-lo nell'ultima settima di cam-pagna elettorale. In certi casi nelle ventiquattro ore. L'ex premier sa benissimo che la maggior parte di questo mag-ma indeciso votava Pdl e cen-trodestra fino nel 2008. Con la prova di governo e la brutta ca-duta nel 2011, milioni di eletto-ri si sono volatilizzati in attesa di approdare su nuovi lidi.

Grillo ha le fauci aperte e ne sta inghiottendo un bel po' a destra. Monti sta erodendo al-cuni punti al partito berlusco-niano. Ora Berlusconi deve evitare che altra linfa elettora-le vada verso queste liste. De-ve consolidare e accelerare il forte recupero fatto in queste settimane di exploit televisivo e mediatico. Ma nell'ultimo miglio, quello decisivo in cui sta montando lo sdegno per la politica tradizionale e il senti-mento anti-partito, il Cavalie-re ha bisogno di rendere credi-bile le promesse fatte e aggan-ciare gli incerti. E allora il motto è quello ben sintetizza-to da Mara Carfagna: «Adotta un indeciso», fagli capire che il voto non va sprecato. Ce l'hai con l'Europa, la Germania, l'euro, le banche? Berlusconi è la tua punta di lancia. Hai un odio viscerale per Equitalia? Chi meglio del Cavaliere può aiutarti a eludere i gravami che impone Equitalia, pigno-rare la prima casa e i macchi-nari se hai un'impresa.

Voto utile e indecisi sono i chiodi su cui battere con il mar-tello della riduzione della pres-sione fiscale, la restituzione del-l'Imu e l'assunzione dei giovani nelle aziende che non dovranno pagare i contributi. «Adesso -spiega Berlusconi - è il momen-to di tirare le fila del lavoro fat-to in queste settimane, di ap-profondire e specificare le pro-poste fatte, ricordando agli ita-liani che io sono l'unico prota-gonista credibile per il voto. Non il "professorino mutante Monti" che di economia non ca-pisce un fico secco. Non l'urla-tore Grillo che non ha soluzioni credibili e nasconde nelle sue li-ste estremisti di sinistra e No Tav. Quando ho promesso di

LA CONVINZIONE

La maggior parte votava il Pdl fino al 2008: evitiamo

che scelgano Grillo o Monti

cancellare l'Ici, l'ho fatto al pri-mo Consiglio dei ministri».

Dopo la puntata di ieri a Paler-mo, in un'isola in bilico con un ghiotto premio di maggioranza regionale, l'ex premier spiega che il rush finale deve servire a far ca-pire che «le nostre proposte sono serissime e fattibilissime». Sono gli altri a rincorrere come è suc-cesso sulla restituzione dell'Imu che gli avversari hanno declinato in vario modo ma sempre sulla stessa scia. Mentre quando tirò fuori l'asso dalla manica venne bollata come «un'eresia».

In canna l'ex premier non ha altre proposte choc. Quelle che doveva fare le ha fatte. «Adesso -spiega Paolo Bonaiuti - si tratta di declinare i dettagli su fisco, la-voro, Equitalia». Poi ci sono le promesse che in alcune Regioni si pensa facciano ancora presa, come quella rilanciata ieri nel-l'affollato teatro Politeama di Palermo. «Prima di morire ho un sogno: attraversare il Ponte

sullo Stretto. C'erano voluti 32 consigli dei ministri, avevamo firmato l'appalto con imprese italiane, poi Monti ha fermato tutto, ma con la nostra vittoria si aprirà subito il cantiere».

Berlusconi chiuderà venerdì a Napoli, ma nei prossimi giorni si concentrerà sul Nord. Oggi a Torino, domani a Monza (incon-tro in Confindustria) e a Milano. «Farà i fuochi d'artificio», pre-vede Maroni, che finalmente comparirà al suo fianco. Forse il leader leghista e candidato go-vernatore del centrodestra sarà presente alla manifestazione del Pdl alla Fiera, smentendo le voci di chi ironizzava sul fatto che i due non si sarebbero incrociati, che non avrebbero fatto una photo opportunity. E invece que-sto accadrà nei due giorni che Berlusconi dedicherà a Milano per convincere i lombardi a non sprecare il loro voto con Oscar Giannino («con quei vestiti, se esce da uno studio televisivo e passa un circo lo prende come clown»). A non votare quel «mu-tante di Monti che si è rivelato la persona più inaffidabile del mondo e che ha ormai confessa-to di volersi alleare con Bersani, Vendola e la Camusso».

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Sprint finale per Fullima sellimana — —

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Bersani non teme il recupero "Smacchieremo il giaguaro"

FEDERICO GEREMICCA

La sintesi migliore delle diffi-coltà in cui naviga il Pd in que-sta poco esaltante campagna elettorale l'ha forse trovata ie-ri Rosy Bindi, ricorrendo a un'immagine assai efficace: «C'è chi attraversa lo stretto di Messina a nuoto e chi sogna di attraversarlo sul Ponte: ec-co, l'Italia è in mezzo a questi due populismi...». Non solo l'Italia, però: perché in mezzo, inevitabilmente, c'è stato (e ci resta) anche Pier Luigi Bersa-ni, stretto tra la propaganda di Grillo e quella di Berlusco-ni, e tallonato - come se non bastasse - dal tecnicismo au-torevole di Mario Monti.

Per intendere le insidie di quest'ultima settimana di campagna elettorale, bisogna innanzitutto ricordare che Pier Luigi Bersani era pronto - fino a Natale: e cioè non un secolo fa - a combatterne una del tutto diversa, con un cam-po di battaglia libero dalla presenza di Berlusconi e Mon-ti. Quella che gli si prospetta-va, insomma, era una campa-gna decisamente in discesa: come giocare per lo scudetto senza avere Juve e Milan tra i piedi. Nel giro di una settima-na o poco più, invece, lo scena-rio gli è radicalmente mutato di fronte: il leader Pd se ne è preoccupato, naturalmente, ma non spaventato.

Chi ha faticato di più, forse, a cogliere l'insidia delle novi-tà intercorse, è stato il grup-po dirigente dei democrats, oggetto - è storia di una setti-mana fa - di una preoccupata reprimenda da parte di Mas-simo D'Alema (impegnatissi-mo nella campagna anche se non candidato): siamo partiti col piede sbagliato - ha accu-sato l'ex premier - e mentre noi parliamo già di ministri e sottosegretari, Berlusconi ha

recuperato otto punti percen-tuali. Morale: «Diamoci una mossa, oppure si mette male». Il messaggio è stato recepito, ed è giorni - ormai - che l'intero stato maggiore del Pd è in giro per l'Italia a combattere una battaglia diventata più difficile di quanto previsto.

Quest'ultima settimana, Pier Luigi Bersani la attraver-serà senza cambiare una vir-gola nello stile e nel messaggio da lanciare. Una ironia tran-quilla, non cattiva: «Tra qual-che giorno smacchieremo il giaguaro», ha ripetuto ieri, ri-proponendo una delle metafo-re tanto amate dal popolo Pd. E poi il profilo basso e la preoc-cupazione di chi sa che chi vin-

LA STRIGLIATA

Una settimana fa D'Alema ha intimato: diamoci una

mossa, se no si mette male

IL SEGRETARIO

«E inutile che mi dicano "con Vendola no", perché

vuol dire "con Bersani no"»

ce la partita del governo trove-rà bruttissime gatte da pelare: «Siamo nella crisi più profon-da del dopoguerra - ha detto ie-ri da Lecce - dovevamo dire agli italiani come ne veniamo fuori: e non se ne viene fuori sparando stupidaggini».

Non che la tentazione non abbia fatto breccia, natural-mente: «A me mi hanno tirato per la giacca in queste settima-ne - ha confessato Bersani - di-cendomi "sparane qualcuna anche tu"... Ma invece penso che dobbiamo tenere il profilo da forza seria: abbiamo sempre fatto quello che abbiamo detto. Favole non ne racconteremo». Ed è una scommessa, natural-mente, far leva sul senso di re-sponsabilità (e sulla memoria)

degli italiani mentre la crisi erode i bilanci familiari e tutto intorno è una tripudio di ridu-zione delle tasse, milioni di nuovi posti di lavoro, il ritorno della mistica del Ponte sullo Stretto e via dicendo...

Un'ultima settimana ventre a terra con la chiusura in una piazza della periferia romana e qualche appuntamento sugge-stivo. Quello di Palermo, per esempio (capoluogo di una delle regioni più in bilico): mercoledì tutti in piazza assieme a Matteo Renzi, che sarà pure uno che strizza l'occhio all'elettorato del centrodestra ma adesso è pre-cisamente quel che serve. E an-che lì che occorre drenare voti per sfuggire all'incombente ri-schio di una vittoria di Pirro: e cioè, Pd primo partito d'Italia, centrosinistra coalizione vin-cente ma senza numeri suffi-cienti per governare il Senato e dunque costretto a stipulare al-leanze con Monti, sempre che il Professore riesca ad eleggere senatori a sufficienza.

Anche questo infatti è a ri-schio in un finale di campagna che si sta caratterizzando per la vera e propria esplosione di consensi per Beppe Grillo. Co-me arginarla? Bersani insiste: dicendo quel che abbiamo det-to fino a ora, che è la verità. Ma anche indurendo i toni su un te-ma a lui caro eppure diventato un caso: l'alleanza con Nichi Vendola, attaccato da destra, da centro e perfino da sinistra. «È inutile che mi indicano "con Vendola no", perché vuol dire con Bersani no. Esiste una coa-lizione, è quella lì e tutti devono rispettarla. Poi, se vinciamo, gli altri vedranno cosa intendono fare, se vogliono rispondere al-la nostra disponibilità al dialo-go o hanno delle preclusioni». Il dado, anche l'ultimo, è tratto: non è un prendere ma ci va vici-no. E decidano gli altri, appun-to, cosa fare...

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Grillo commosso in piazza a. Torino "In 1■2 Solo Sky"

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17/02/2013 pressunE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

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JACOPO IACOBONI TORINO

La chiave di tutto - queste fol-le, questa campagna elettora-le da uomo-solo-contro-il-si-stema, la comparsa sulla sce-na di gente che gli attribuisce tratti salvifici - ecco, la chiave di tutto la dà lui conversando cinque minuti, a tu per tu, sulla scaletta del camper: «Mi chiedi se sono emoziona-to, se sento il peso? Questa è, penso, la più grande manife-stazione torinese recente, an-che più grande del secondo V-day in San Carlo, ma le piazze sono piene dappertutto, in questo nostro viaggio, no, non è quello che mi colpisce. Mi colpisce - confida Beppe Grillo, e qui quasi sospira, non sta scherzando - il senti-mento. Non c'è solo una pro-testa o un ragionamento, una scommessa perso per perso o la voglia di cambiare, in que-sta gente; c'è un sentimento».

E' questo, sostiene, che fa la profonda differenza tra lui e gli altri. Che questa è una politica che ha messo il cor-po, gli umori, e appunto, «il sentimento», al centro. E il sentimento, naturalmente, è un rischio, in politica. Può

Pacifisti, femministe, no Tav; ma sul tronco di sinistra, anche facce

mai viste ai cortei

produrre qualunque cosa, lo ammette lui stesso, «prende-tevi questo rischio con me». Grillo, unico in giro in Italia con questo freddo boia, si of-fre alla sua «comunità», altra parola chiave assai significa-tiva: non parla più di movi-mento, «siamo diventati una comunità». Non se ne sta lontano, lui che è stato il pro-feta prima della tv anni ot-tanta e ora di Internet. Cer-to, stasera va in tv su Skytg, la sola che rispetti, «ma sarà l'unica cosa in tv», fa sapere, smentendo i sapienti che hanno previsto una sua lun-ga passerella; non ce n'è né il tempo né la voglia, forse ne-anche il bisogno.

No, Grillo è qui, in una piazza Castello stracolma, gremita da venticinque, tren-tamila persone - poco impor-ta la contabilità, guardate le foto. Il «sentimento» si coglie dal fatto che mentre sul palco - in quello che resta uno show - lui arringa, spesso roco, e ha un testo sul quale innesta le sue invettive, appena scende si commuove se il disabile lo ferma e gli racconta «sono stato abbandonato da tutti, mi ero rivolto anche al Pd, mi hanno ignorato». E lui gli prende la faccia tra le mani e lo bacia, con gli occhi umidi. «E' così ovunque, mi chiedo-no aiutaci, fai qualcosa per

A Torino, la città di Gramsci, di Gobetti, dell'azionismo, la culla della resistenza partigia-na, c'è lontana eco di tutto questo anche nella folla che ascolta il comico. Ci sono ban-diere dei pacifisti arcobaleno.

«Metteremo sotto inchiesta il Pd» Tangentopoli? «Siamo

oltre, erano dilettanti»

Insegne rosa del Torino gay Pride. Ci sono le femministe (Grillo dice «con noi avrete il 60 per cento di donne in Parla-mento, e non donne con le ro-be di polistirolo e i culi di gom-ma»). I no Tav, naturalmente.

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Grillo commosso in piazza a Torino "In tv? Solo Sky" In trentamila a sentirlo: "Siamo una comunità, qui c'è un sentimento". 1-1: il disabile lo intenerisce

noi; a tutti rispondo "non chie-detemi cosa posso fare io per voi, ma cosa potete fare voi per la nostra comunità, per l'Italia"». Vi rendete conto? Parafrasa Kennedy. E cita Carmelo Bene, suo vecchio amico, quando dice: «Il lavoro, sì, tutti mi chiedono il lavoro; il lavoro è importante, ma non è tutta la vita! Riprendiamoci la vita!». Insomma, un Bene ibridato con gli slogan del ri-voluzionario che lui non è sta-to, negli anni settanta. «Ci ru-bano la vita, ci rubano il futu-ro», urlavano quelli nel '77.

C'è una cosa caratteristica del fenomeno-Grillo: che la co-munità è un franchising, cam-bia molto formandosi plasti-camente in rapporto ai luoghi.

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Grillo commosso in piazza a. Torino "In 1■2 Solo Sky"

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Piazza Castello a Torino, gremita ieri di trentamila persone a sentire Beppe Grillo

Ma tutto in versione fusion, mescolata, e allora senti au-tentici boati quando parla di defiscalizzazioni alle piccole imprese, o di dazi protezioni-stici («se serviranno li mette-remo, per tornare a vivere»), o di Equitalia da chiudere; e ci sono tantissimi volti - un oc-chio allenato coglie al volo -che non sono mai andati a una

manifestazione, gente uscita da salotti con le serrande soc-chiuse, italiani soli che si era-no ritirati in casa, forse amari, e che Grillo ha ritirato fuori, aprendogli le finestre. Che at-tacchi Bersani («inchiesta su tutto il Pd, per Montepaschi, dal '95. Siamo oltre Tangento-poli, quelli erano dilettanti»), o il sindaco di Torino (arriva

un elicottero e lui fa «è Fassino che scappa, hanno cominciato a scappare»), o irrida Monti («dio, Monti, che surgelato... che nostalgia di Mastella»), a questa gente deve sembrare qualcosa di simile a una libe-razione. Il grido che il re è nu-do, e qualcuno lo sta anche spaventando un po'.

twitter @jacopo_iacoboni

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Maroni: un patto per la Macroregione Vertice con Cota e Zaia ma anche con Tondo, friulano del Pdl: se ripartiamo noi, riparte l'Italia

FABIO POLETTI INVIATO A SIRMIONE

L'han firmato, si son visti a Sirmione convenuti dal mon-te e dal piano. Assai svapora-ti gli umori del pratone di Pontida cantato dal poeta Giovanni Berchet e urlato da Umberto Bossi, la Lega ripie-ga sull'hotel Terme in faccia al lago di Garda per un'altra roba delle sue. Si chiama «Impegno delle regioni alpi-ne del Nord per la macrore-gione alpina». Che poi non sa-rebbe altro che un patto tra tutti i Governatori del Nord, da Torino a Trieste, più l'aspirante Governatore Ro-berto Maroni che domenica prossima se la gioca in Lom-bardia contro Umberto Am-brosoli e Gabriele Albertini, «per avere più forza negozia-le con il governo di Roma, qualunque governo ci sia».

In sala dove si vedono in pompa magna il Governatore del Piemonte Roberto Cota, del Veneto Luca Zaia, del Friuli Renzo Tondo - l'unico non leghista - spicca il verde padano tra qualche bandiera del Pdl. Gli onori di casa li fa Roberto Maroni, segretario della Lega, aspirante Gover-natore, tutto o niente tra set-te giorni: «Questo è un accor-do di lavoro, di governo, di so-lidarietà del Nord che guarda all'Europa dei popoli». Di qualcosa di simile se ne di-scute a Bruxelles da anni, ma si capisce che questa cosa tutta targata centrodestra ha lo scopo di mettere le mani avanti se a Roma cambia il vento e di cercare di dare un po' di ossigeno alla campagna elettorale. Per dirla con le pa-role del Veneto Luca Zaia: «Basta Sud, basta Roma...».

Roberto Maroni, a parte qualche scontata puntura di spillo contro Monti, Bersani e il presidente Napolitano -«Stia fuori dalla campagna

Il segretario leghista torna a ribadire che il 75% delle tasse deve restare alle regioni

elettorale...» - picchia so-prattutto sul 75% delle tasse che devono rimanere al Nord. Poi propone che da questo tavolo esca la guida della conferenza delle Regio-ni e che il rappresentante partecipi alle riunioni del consiglio dei Ministri con le stesse funzioni di ministro. Fallito il federalismo fiscale -«Il governo Monti ha blocca-to tutti i decreti attuativi», accusa Roberto Cota - la Le-ga ripiega su questa nuova strategia. Il Governatore del Piemonte sogna di percorre-re nuove strade: «Questo patto di solidarietà può fi-nalmente far sentire la no-stra voce e risolvere il pro-blema della pressione fisca-le. Ma non vogliamo dividere il Paese. Il 25% del nostro gettito rimarrà a quelle re-gioni che non riescono a ri-partire con le loro risorse».

Ma quello che c'è sotto si capsice bene dalle parole del Governatore veneto Luca Zaia: «Questo patto è una le-gittima difesa contro la cial-tronaggine romana. Abbia-mo il rating della Baviera e ci trascinano nell'abisso di chi non ha voglia di lavorare».

Sul piatto - a sentire loro - c'è la forza di questo agglomera-to regionale che da solo vale il 39,2% della popolazione con il Pil del 47,5%. E allora va bene che per giocarsela fino in fon-do in questa giornata dove la

parola Padania sparisce dal vocabolario, il presidente pi-diellino del Friuli Renzo Ton-do assicura che se va bene al Nord va bene a tutti: «Se ri-parte l'economia del Nord Est riparte tutto il Paese».

Applausi dalla sala. Applausi dall'ex ministro Maria Stella Gelmini, qui per conto del fe-dele alleato Silvio Berlusco-ni: «Il Pdl è qui convinto a so-stenere Roberto Maroni in Lombardia e la Macoregione.

Se non riparte il Nord per l'Italia non c'è speranza. Ma è chiaro che se poi vince Um-berto Ambrosoli per il cen-trosinistra in Lombardia, di tutto questo non se ne farà niente».

Pagina 5 Maroni: un patto per la Macroregione

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