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Cronaca Politica locale Pubblica Amministrazione Sanità, sociale, servizi per l'infanzia INDICE «Dorino, inarrestabile e amato da tutti» I funerali con tutta probabilità domani 24/01/13 Il Resto del Carlino Ravenna 2 Operaio morto Ifa e Adriatica patteggiano 24/01/13 La Voce di Romagna Ravenna 3 E’ Rossi il “Paperone” in Provincia 24/01/13 Corriere Romagna Ravenna 4 Paperon Rossi (Idv) è il più ricco Reddito zero per il leghista Berti 24/01/13 La Voce di Romagna Ravenna 5 Paperone Rossi, il più ricco in Provincia 24/01/13 La Voce di Romagna Ravenna 6 Pagamenti Pa, inclusi i lavori pubblici 24/01/13 Il Sole 24 Ore 7 Ma nel Lazio spunta la deroga ad hoc: fatture a 120 giorni 24/01/13 Il Sole 24 Ore 9 Gli sprechi della Pa nel mirino della Gdf 24/01/13 Il Sole 24 Ore 10 Ai dipendenti Pa regali da 100 euro 24/01/13 Il Sole 24 Ore 13 Arrivano le super-scadenze 24/01/13 Il Sole 24 Ore 14 Salario accessorio, accordo a Napoli 24/01/13 Il Sole 24 Ore 15 Immobili, maxiristrutturazione 24/01/13 Italia Oggi 16 Lo stato di salute non va online 24/01/13 Italia Oggi 17 Regole per (non) votare 24/01/13 Italia Oggi 18 Quote rosa al via nella pa 24/01/13 Italia Oggi 19 Dirigenti contro la mobilità 24/01/13 Italia Oggi 20 Le liberalizzazioni non limitano gli enti 24/01/13 Italia Oggi 21 Capodanno per l’Emilia 24/01/13 Corriere Romagna Ravenna 22 Pagina 1 di 22

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Cronaca

Politica locale

Pubblica Amministrazione

Sanità, sociale, servizi per l'infanzia

INDICE

«Dorino, inarrestabile e amato da tutti» I funerali con tutta probabilità domani24/01/13 Il Resto del Carlino Ravenna 2

Operaio morto Ifa e Adriatica patteggiano24/01/13 La Voce di Romagna Ravenna 3

E’ Rossi il “Paperone” in Provincia24/01/13 Corriere Romagna Ravenna 4

Paperon Rossi (Idv) è il più ricco Reddito zero per il leghista Berti24/01/13 La Voce di Romagna Ravenna 5

Paperone Rossi, il più ricco in Provincia24/01/13 La Voce di Romagna Ravenna 6

Pagamenti Pa, inclusi i lavori pubblici24/01/13 Il Sole 24 Ore 7

Ma nel Lazio spunta la deroga ad hoc: fatture a 120 giorni24/01/13 Il Sole 24 Ore 9

Gli sprechi della Pa nel mirino della Gdf24/01/13 Il Sole 24 Ore 10

Ai dipendenti Pa regali da 100 euro24/01/13 Il Sole 24 Ore 13

Arrivano le super-scadenze24/01/13 Il Sole 24 Ore 14

Salario accessorio, accordo a Napoli24/01/13 Il Sole 24 Ore 15

Immobili, maxiristrutturazione24/01/13 Italia Oggi 16

Lo stato di salute non va online24/01/13 Italia Oggi 17

Regole per (non) votare24/01/13 Italia Oggi 18

Quote rosa al via nella pa24/01/13 Italia Oggi 19

Dirigenti contro la mobilità24/01/13 Italia Oggi 20

Le liberalizzazioni non limitano gli enti24/01/13 Italia Oggi 21

Capodanno per l’Emilia24/01/13 Corriere Romagna Ravenna 22

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il Resto del Carlino

RAVENNA Direttore Responsabile: Giovanni Morandi

24/01/2013 press unE

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BUS L'AUTOPSIA DEVE STABILIRE SE L'UOMO È STATO COLPITO DA MALORE

«Daino, inarrestabile e amato da tutti» I funerali con tutta probabilità domani

Si SVOLGERANNO con ogni probabilità, domani mattina e in fi)r-- ma civile i litnerali di Dorino Casa--dio, l'uomo rimasto ucciso sabato po-meriggio in via Cacciaguerra. La sal-ma dovrebbe essere esposta da oggi po-meriggio nella camera ardente nenirea dell'ex ospedale, dove rimar-rà fin dopo le 11 di domani, alle 11,30 la sepoltura nel cimitero di Fos-solo. Ha suscitato projbnda camino-zone a Russi, la morte di Dorino Ca-sadio, sia perché era un uomo molto conosciuto e benvoluto, sia per le mo- dalità dell'incidente, che in-izialmen- te avevano _fatto pensare a un auto-mobilista pirata. L'automobilista della Micra Nissan coinvolta, un faentino di 65 anni in-vece avrebbe prestato i primi soccorsi alla vittima, probabilmente deceduta sul colpo, e si sarebbe allontanato sconvolto solo dopo l'arrivo dell'am-bulanza. E da accertare se ruscita di strada della Seicento di Casadio sia stata provocata da un malore improv-viso o dall'urto con la Micra Nissan: ieri pomeriggio è stata eseguita l'au-

topsia.

SABATO sera Dorino Casadio Sta-va tornando a Fossolo da Russi, ed è morto a meno di 2 chilometri da casa, dove lo attendeva la moglie Adriana. Con lei ha lasciato due figli Manne-la e Oriann, quest'ultimo è stato consi-gliere provinciale per tre legislature nelle file di Forza Italia e del .Pd1 e nell'ultima legislatura vicepresidente del consiglio provinciale. «Un fisico &ferro, un uomo inarrestabile, ave-va superato visita e esami per il rinno-vo della patente pochi giorni prima dell'incidente — ricorda il figlio Oria-no — quella strada mia o padre lafa-ceva almeno quattro volte al giorno per andare a Russi. giocava a carte nei bar e nei circoli, partecipava a tor-nei. Sapevo che era un uomo cono-sciuto, ma in questo frangente mi so-no reso conto che era proprio benvolu-to da tanta, tantissima gente. Fin dal 2000 in Provincia avevo segnalato la pericolosità della via Caccia guer-ra».

r.b.

CON I SUOI CARI Durino Casadka

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FOCE Direttore Responsabile: Stefano Andrini

24/01/2013

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press LinE DI ROMAGNA RAVENNA FAENZA LUGO & IMOLA

Nave al porto (fotorepertorio)

Pagina 13

Operaio morto tea eAdri patteggiano

Gioca e Vinci

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PORTO/1 Schiacciato da quintali di sacchi all'interno di un capannone di via Baiona Pene per un totale di 22 mesi di reclusione

Operaio morto Ifa e Adriatica patteggiano

ra morto il pomeriggio del primo dicembre 2010 schiacciato sotto alcuni sacchi di feldspato - una sorta di polvere per l'indu-

stria ceramica - del peso di circa 12 quintali l'uno. Per il decesso al porto del 51enne operaio senegalese Diop Ghougnao, ieri mattina i due accusati di fronte al gup Piervittorio Farinella hanno patteggiato, entrambi con pe-na sospesa. Si tratta di Alberto Fabbri, 38 anni, amministratore unico della "Ifa srl", il terminal operator all'inter-no del cui magazzino stava lavorando la vittima (per lui 10 mesi di reclusio-ne). E di Jessica Frantini, 27 anni, le-gale rappresentante della "Ap Adriati-ca Servizi", la srl per la quale lavorava il 51enne (per lei un anno di reclusio-ne). I due erano difesi rispettivamente dagli avvocati Carlo Benini e Riccardo Sabadini. Per quanto riguarda le due aziende, sulla base delle nuove nor-mative di settore, dopo avere risarcito ed essersi adeguate con tutti i proto-colli di settore, hanno potuto patteg-giare 29 mila euro a testa.

Ghougnao da anni abitava a San Pietro in Vincoli ed era alle dipenden-ze dell'Adriatica, azienda specializzata in movimentazione merci a terra con sede a di Godo. In Patria aveva lascia-to la moglie e due figli. l'incidente era accaduto attorno alle 14 in via Baiona. Sia il capannone che i mezzi usati per la movimentazione dei sacchi erano

stati sequestrati dopo il sopralluogo di medicina del Lavoro dell'Ausl, ca-rabinieri e pm di turno Roberto Cero-ni poi titolare del fascicolo.

Ad assistere all'accaduto, anche un paio di colleghi del 51enne. L'uomo quel pomeriggio era impegnato nello stoccaggio dei sacchi, ciascuno con dimensione di circa un metro cubo. Erano posizionati uno sopra l'altro, di-sposti in quattro pile di 16-17 unità l'una. Assieme ad altri due facchini, doveva assicurare di volta in volta o-gni sacco al muletto per trasportaroi in un secondo magazzino nel quale tagliarlo e svuotarlo dentro a un ca-mion.

Dopo avere imbragato l'ennesimo sacco, Ghougnao era in attesa del mu-letto per continuare il lavoro. Ma è a quel punto che l'intera colonna gli era franata addosso. Due sacchi aveva centrato l'uomo al torace senza la-sciargli scampo. A nulla era valso l'in-tervento degli operatori del 118. Sul posto era arrivato anche il legale che assiste la Ifa, l'avvocato Benini, il qua-le aveva poi spiegato che, sulla base di un preciso protocollo, l'srl aveva subbappaltato il servizio di stoccaggio a terra alla ditta di Godo dato che quest'ultima disponeva di propri ope-rai, carrelli e supervisori.

l'incidente aveva creato molto scal-pore tanto che i tre maggiori sindacati di settore avevano proclamato due o-re di blocco.

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\ • 24/01/2013

orriere Periodicità: Quotidiano

di Ravenna Faenza-Lupo e Imola Tiratura: n.d.

Direttore responsabile: Pietro Caricato

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pressunE

RAVENNA. In cima il presidente del Consiglio Gabriele Rossi (Idv) con un reddito imponibile chiarato di 87mila euro, in coda il consigliere Ni-cola Staloni (Sel) con ap-pena 3mila euro: sono gli estremi della classifica dei redditi 2011 in consi-glio e giunta provinciali pubblicati questo mese dall'ente di piazza dei Ca-duti, come previsto per legge.

Il titolo di "Paperone", come detto, spetta a Rossi. Che nella dichiarazione depositata alla segreteria generale di Piazza Caduti dichiara anche la proprie-tà di una Mercedes Vaneo, di uno scooter, compro-prietà della casa in cui a-bita nel comune di Raven-na e la proprietà di un ru-dere inabitabile a Russi.

Il presidente dell'assise provinciale stacca di qua-si 20mila euro il collega Paolo Pirazzini (Pd) e il presidente della giunta Claudio Casadio, entram-bi fermi a 68mila euro. Il lughese Pirazzini, che è stato sindaco di Fusigna-no e ora è presidente di

Ravenna Farmacie, ag-giunge una Ford C max e un fabbricato a Fusigna-no. L'ex sindaco di Faenza invece lo si trova al volan-te di una Peugeot 4007.

Sul terzo gradino del po-dio un altro assessore, Lu-ciano Ronchini. Basso profilo su strada per il 66enne di Brisighella: una Clio del 2006 e una Panda del 2011. Nel portafoglio di Ronchini figurano anche diverse quote e partecipa-zioni in società: da Enel a Unicredit passando per Monte dei Paschi di Siena ma anche Btp italiani.

Ribaltando la graduato-ria si è già detto di Staloni con 3mila euro. Sopra c'è Marta Farolfi (consigliere Pdl): 6mila euro di reddi-to, una Mercedes Classe A e alcune proprietà di ter-reni a Brisighella, paese di origine della 5lenne.

A 10mila euro si ferma-no due ex consiglieri del Carroccio: Rudi Capucci (dimissionario dal 16 a-prile 2012) e Andrea Live-rani (dimissionario dal giorno successivo), per il primo una Fiat Croma, per il secondo un'auto di cui viene genericamente

indicata solo la targa. A llmila euro di reddito c'è ancora un altro leghista: Mauro Monti che possie-de il 66% dell'officina Fra-

dio e Ronchini, in elenco si passa al vicepresidente Gianni Bessi: 55mila euro di reddito e quote in tre realtà ravennati, Soges, Damper (di cui è anche amministratore unico) e Cassa di Risparmio.

Fanalino di coda nella classifica riservata alla giunta Mara Roncuzzi, re-centemente candidata al-le primarie per il Parla-mento con il Pd: 25mila euro. Il futuro deputato Alberto Pagani, oggi se-gretario provinciale dei democratici e consigliere provinciale, nel 2011 di-chiarava 56mila euro, una Mercedes Classe B e la comproprietà con la mo-glie dell'abitazione di Al-fonsine. (a.a.)

Il presidente dell'assise (Idv) al primo posto In fondo alla graduatoria, Staloni (Sel)

con appena 3mila euro dichiarati nel 2011

E' Rossi il "Paperone" in Provincia

telli Monti a Faenza. Tornando a buttare l'oc-

chio invece tra gli otto membri della giunta, do-po aver già detto di Casa-

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Con 87mila euro, il reddito più elevato in Provincia è quello di Gabriele Rossi

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press LinE DI ROMAGNA RAVENNA FAENZA LUGO & IMOLA

In carcere Nicola Femia, "boss" residente a SantAgata. Tra gli arrestati pure un militare di Lugo

Stop alle slot in odore di cosche veva messo in piedi un giro, tra slot ma- chine e gioco d'az- zardo, che fruttava incassi ingenti. Basti

pensare che tra immobili, auto e conti correnti si è arrivati a più di 90 milioni di beni seque- strati. Del resto per portare a- vanti i suoi affari, non si faceva scrupolo di rivolgersi a mano- valanza criminale proveniente da ambienti mafiosi. Gente che all'occorrenza minacciava e picchiava chi non pagava. Era accaduto anche a Giovanni Ti- zian, giornalista finito sotto scorta perché per i suoi articoli sulla criminalità organizzata era stato inserito nella lista dei ne- mici, di coloro che andavano zittiti per sempre, come risulta dalle intercettazioni, con un proiettile "in bocca". E' stato ar- restato poco prima dell'alba di ieri Nicola Femia, conosciuto come Rocco, originario di Ma- rina di Gioiosa Jonica, a Reggio Calabria, dove si era Tatto le os- sa" nella 'ndrangheta, ma fin dal 2002 residente a Sant'Agata sul Santerno. Insieme alla sua, so- no state recapitate altre 28 mi- sure restrittive di vario tenore.

A pagina 11

Pagina 1

EDIFICABILI -.,,

LA VOCE 1.1Ril.

:tifo') alle slot in oddre di cosche

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I REDDITI DEI CONSIGLIERI

Massimo Mazzolani

Alberto Pagani

Gianni Bessi

Sante Seganti

Daniele Bassi

Gianfranco Spadoni

Sauro Giorgini

Paolo Valenti

Secondo Valgimigli

Giorgio Benini

;Francesco Villa

Ermanno Tani

Gianluigi Forte

)1.387

r.10.033

Andrea Liverani 10.031

Marta Farolfi 5.808

Nicola Staloni 2.80-8L

IJacopo Berti I

CONSIGLIERE

Gabriele Rossi

Claudio Casadio

Paolo Pirazzini

Luciano Ronchini

REDDITO

87.477

67.605

67.510

67.272

56.693

56.212

55.483

52.977

51.456

48.249

47.656

44.554

43.029

40.463

39.764

39.531

36.651

35.631

34.657

34.313

31.951

31.541

30.638

27.390

4.871

r Eleonora Proni

' Eliseo Dalla Vecchia

Tiziano Bordoni

Tiziana Daniela Bandoli

Secondo Galassi

Francesco Rivola

Vincenzo Galassini

Mara Roncuzzi

Ivan Neri

Davide Coralli

Cristina Federici

Mauro Monti

Rudi Capucci

Paperone Rossi, il più ricco in Provincia I REDDITI DI PIAZZA CADUTI il presidente del consiglio provinciale in testa. Ultimo la new entry della Lega Jacopo Berti

ercedes, scooter, una casa in com- proprietà a Raven- na e un rudere i- nabitabile nel co-

mune di Russi. Non saranno i beni posseduti a fare la differenza, ma ci pensa il reddito che sfiora gli 87.500 euro (anche se al netto delle imposte si scende a 56.700 euro) a portare il presidente del consiglio provinciale, Gabriele Rossi, in te-sta alla classifica dei più ricchi dell'ente di piazza Caduti. Una conferma per l'esponente dell'Ita-lia dei Valori, "schedato" nel bollet-tino diffuso dalla Provincia relativo i redditi del 2011. All'estremo opposto della classifi-ca, con reddito ze-ro, il giovane leghi-sta castellano Jaco-po Berti, subentra-to il 19 aprile scor-so al collega dimis-sionario Rudi Ca-pucci. Tornando ai piani alti della classifica, il secondo posto va al presidente della Provincia, Claudio Casadio, che nel 2011 ha dichiarato 67.605 euro, oltre alle proprietà, un fabbricato situato a Faenza e una Peugeot 4007 del 2010. Proseguono il podio il consigliere del Pd Paolo Pirazzi-ni (67.510 euro), anche presidente del cda di Lugo Catering spa, che possiede inoltre un fabbricato in comproprietà a Fusignano e una Ford Cmax. Sono invece le azioni possedute, tra le quali Enel, Uni-credit, Monte dei Paschi di Siena, A2A, Sagas, Buoni del Tesoro a guarnire i 67.272 euro dichiarati dall'assessore al Bilancio e Patri-monio Luciano Ronchini. Scalzato dal secondo posto vantato

nel 2011 il pidiellino cervese Mas-simo Mazzolani. Per lui, presiden-te del Consorzio Carira-Cervia e le-gale rappresentante di Negozi Pri-mavera Sas, quasi 56.700 euro di-chiarati e numerose proprietà, tra terreni e fabbricati posseduti a Cervia e Bologna, proseguendo con azioni Termogas e Immobilia-re Tg. Gli tiene testa il consigliere Alberto Pagani (Pd) con 56.212 eu-ro, una Mercedes Classe B e una comproprietà di un'abitazione ad Alfonsine. Nel mezzo, tra Fiat Punto, Panda, un appartamento al mare e uno in montagna, spunta qualche parti-colarità. Come la Porche 912 im-matricolata nel '66 di Gianluigi

Forte (Lega Nord) e l'abitazione a Vene-zia (posseduta al 50% in multipro-prietà) di Vincenzo Galassini (Pdl). Scivolando invece verso il fondo della classifica troviamo, appena sopra Berti, il consigliere Nicola Staloni (Sel) con i

suoi 2.800 euro. Segue poi Marta Farolfi (Pdl), con 5.800 euro, ma con una casa e alcuni terreni pos-seduti a Brisighella, ai quali si ag-giunge la Mercedes Classe A acqui-stata nel 2007. Superano di poche decine di euro la soglia dei 10mila i due leghisti dimissionari dall'a-prile scorso, Andrea Liverani e Ru-di Capucci. Con la loro dipartita è un altro consigliere della Lega Nord, Mauro Monti, legale rappre-sentante dell'officina Fratelli Monti di Faenza e titolare del 66,67 per-cento delle quote societarie, a fini-re tra i "meno facoltosi" del palaz-zo della Provincia.

Federico Spadoni

Tra i beni, Merce-des, scooter, una casa in compro-prietà a Ravenna e un rudere inabita-bile a Russi

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Paperone Roasi , il più ricco in Provincia . ,• „, „

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Giorgio Untati ROMA

«La nuova disciplina dei ri-tardati pagamenti introdotta in attuazione della normativa co-munitaria 7/2on si applica ai con-tratti pubblici relativi a tutti i set-tori produttivi, inclusi i lavori, stipulati a decorrere dal i ° genna-io 2013, ai sensi dell'articolo 3, comma i, del Dlgs n. 192 del 2012». È il passaggio chiave della circolare inviata dal capo di gabi-netto del ministero dello Svilup-po economico, Mario Torsello, alle principali associazioni delle imprese di costruzioni che ave-vano lamentato il rischio di un'esclusione del settore dei la-vori pubblici dalla nuova norma-tiva sui tempi di pagamento del-la Pa. Nel Dlgs 192, che ha recepi-to le norme Ue sui tempi di paga-mento nelle transazioni com-merciali, dettando nuove regole anche per il settore pubblico, non veniva citato espressamen-te il settore edile e dei lavori pub-blici: questo aveva messo in allar-me il presidente dell'Ance, Pao-lo Buzzetti, che si era rivolto al Governo per chiedere un chiari-mento e aveva minacciato il ri-corso a Bruxelles (si veda Il Sole 24 Ore del 15 novembre 2012).

Nel Governo era seguito un braccio di ferro tra il ministro del-lo Sviluppo economico, Corrado Passera, che subito si era pronun-ciato in favore di un inserimento esplicito dei lavori pubblici, e il ministero dell'Economia e in par-ticolare la Ragioneria generale, contrari all'inclusione dei lavori.

Nona caso Passera, che ha im-piegato due mesi per superare le resistenze nell'Esecutivo, ora chiama in causa Palazzo Chigi. «La Presidenza del Consiglio -afferma il documento dello Svi-luppo economico - ha precisato che, sebbene il provvedimento non lo menzioni espressamen-te, esso deve ritenersi applicabi-le anche al settore edile. Ciò è stato argomentato sia sotto il

profilo formale, rimarcando che l'espressione «prestazione di servizi» abbraccia inevitabil-mente anche i lavori, sia a livello sistematico, rilevando che la di-sciplina generale, di matrice so-vranazionale, in tema di ritarda-ti pagamenti, non può che preva-lere su regolamentazioni nazio-nali con essa eventualmente confliggenti».

Dopo aver risolto il nodo prin-cipale, la circolare fa una secon-da, importante operazione giuri-dica: rilegge il codice degli appal-ti (Dlgs 163/2006) e il regolamen-

WSSMNE CACCA-MCI:

Accordi in vista con l'Algeria per case e ferrovie

L'Italia delle infrastrut-ture guarda oltre i fatti di que-sti giorni e prova a stabilire con l'Algeria «una coopera-zione strategica, con conse-guenti sviluppi industriali» soprattutto nell'edilizia resi-denziale e nelle ferrovie. Lo ha detto il viceministro alle Infrastrutture, Mario Ciac-cia, al termine della missio-ne ad Algeri che ha coinvol-to una folta rappresentanza di imprenditori aderenti all'Ance. Ciaccia ha incontra-to i ministri algerini dell'Ha-bitat, dei Lavori pubblici e dei Trasporti. Ci sono «im-portanti accordi preliminari tra imprese italiane e algeri-ne in vista della realizzazio-ne di opere prioritarie per il Paese». Per il programma di edilizia residenziale è previ-sto un milione di alloggi nei prossimi 5 anni, di cui non meno di loomila saranno rea-lizzati dall'Italia.

to di settore (Dpr 207/2010) alla luce dei termini di pagamento (tempi e sanzioni) disposti dalla nuova disciplina. «Le disposizio-ne dettate dal codice dei contrat-ti pubblici e dal regolamento di attuazione giàvigenti per il setto-re dei lavori pubblici, relative ai termini di pagamento delle rate di acconto e di saldo nonché alla misura degli interessi da corri-spondere in caso di ritardato pa-gamento, devono essere inter-pretate e chiarite alla luce delle disposizioni del decreto legisla-tivo 192/2012, ritenendosi preva-lenti queste ultime sulle disposi-zioni di settore confliggenti, te-nendo conto anche dell'espres-sa clausola di salvezza, secondo cui restano "salve le vigenti di-sposizioni del codice civile e del-le leggi speciali che contengono una disciplina più favorevole per il creditore"».

L'inasprimento più severo delle sanzioni per i ritardati pa-gamenti della pubblica ammini-strazione nei lavori pubblici ri-guarda non tanto gli stati di avanzamento lavori (i cosiddet-ti Sal) quanto la liquidazione del saldo finale. In questo caso, in-fatti, il termine temporale di 90 giorni previsto oggi dal codice degli appalti è «incompatibile» con la disciplina europea e na-zionale che prevede il termine di trenta giorni dalla verifica del-la prestazione (cioè dal certifica-to di collaudo). In questo caso, in caso di mancato rispetto, scat-terebbe la corresponsione degli interessi semplici dimora su ba-se giornaliera a un tasso che è pa-ri al tasso di interesse applicato dalla Bce alle sue più recenti operazioni di rifinanziamento principali, in vigore all'inizio del semestre, maggiorato dell'8%, senza che sia necessa-ria la costituzione in mora».

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C

www.ediliziaeterritorio.

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Pagamenti Nimbi i lavora pubblici

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Pagamenti Pa, inclusi i lavori pubblici Circolare dello Sviluppo economico: tempi e sanzioni si applicano a tutti gli appalti

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Italia sempre in ritardo

I PAGAMENTI NEI LAVORI PUBBLICI IN ALCUNI PAESI EUROPEI

Termini di pagamento (numero di giorni

catendari)

Interessi in caso di ritardato pagamento

Indice del livello di sanzione In caso di ritardo della Pa (base Italia=1,0)

L Francia 30 giorni 8,00% 2,6

21 giorni (intermedio)

60 giorni (pagamento finale)

Germania 6,00% 2,0

8,00% 2,6 zgh.

Spagna 40 giorni

ENTI RESPONSABILI DEI RITARDI DI PAGAMENTO

Valori in percentuale

Comuni

CAUSE PREVALENTI CHE HANNO DETERMINATO I RITARDI DEI PAGAMENTI DA PARTE DELLA PA

Valori in percentuale

84 Patto di stabilità interno per Regioni ed Enti locali

43 Trasferimento dei fondi da altre amministrazioni alle stazioni appaltanti

32 Mancanza di risorse di cassa dell'ente

20 Tempi lunghi di emissione del mandato di pagamento da parte della stazione appaltante

17 Tempi lunghi di emissione del certificato di pagamento da parte della stazione appaltante

12 Dissesto finanziario dell'ente locale

11 Vischiosità burocratiche all'interno della stazione appaltante

10 Contenzioso

3 Perenzione dei fondi

Province

Regioni

Ministeri

Asl

Consorzi

Altri

Anas

Ferrovie dello Stato

Fonte: elaborazione Ance su documenti ufficiali

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ll'erld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

San -íta Bondi firma il decreto commissariale

Ma nel Lazio spunta la deroga ad hoc: fatture a 120 giorni Marzio Bartoloni

Per il 2013 le fatture ai for-nitori di beni e servizi di Asl e ospedali della Regione Lazio vanno liquidate entro 120 gior-ni e con la rinuncia da parte delle imprese degli interessi maturati: firmato Enrico Bon-di. Arriva dall'ex commissario alla spending review per il Go-verno oltre che ex commissa-rio alla Sanità del Lazio un chiaro esempio di come il ta-glio dei tempi nei pagamenti della Pa a 30-60 giorni rischia di essere ancora per lungo tempo un'utopia.

Il decreto commissariale, firmato da Bondi, è stato pub-blicato sul bollettino della Re-gione Lazio il 27 novembre del 2012, quindici giorni esatti do-po la pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale» del Dlgs 192/2012 con il quale il Gover-no ha deciso di recepire le re-gole europee sui tempi di paga-mento. La direttiva Ue (2011/7/Ue) poi recepita dal Dlgs sul punto è chiara: dal i° gennaio tutte le Pa devono pa-gare in 3o giorni o al massimo in 6o nel caso di Asl e ospeda-li. Chi sgarra è costretto a paga-re gli interessi di mora calcola-ti con una maggiorazione di 8 punti percentuali sul tasso fis-sato dalla Banca centrale euro-pea (quindi oggi intorno al 9%). Una "sanzione" che nel provvedimento firmato da Bondi è più che annacquata: chi aderisce all'accordo paga-menti del Lazio può pretende-re interessi di qualche sostan-za solo dal 361° giorno di ritar-do (l'Euribor a un mese mag-giorato di 3 punti). Una clauso-la, questa, che contrasta con il Dlgs 192/2012 dove si prevede espressamente l'esclusione automatica di clausole vessa-torie che puntino ad aggirare i

tempi massimi, il pagamento degli interessi e l'eventuale ri-sarcimento per i costi che so-no necessari per recuperare i crediti. «I tempi sono tassativi per tutti e senza scappatoie», aveva tuonato nelle settimane scorse più volte il vice-presi-dente della Commissione Ue, Antonio Tajani, che sta se-guendo in Europa il recepi-mento della direttiva.

Certo nessuno sperava che

LE REGOLE EUROPEE

Dati. °gennaio i pagamenti delle amministrazioni devono essere completati entro 30 giorni, che diventano 60 in alcuni casi

le cose cambiassero tanto in fretta, soprattutto dopo i tagli ripetuti della spending review e i vincoli del patto di stabilità che pesano soprattutto sugli entilocali che devono pagare i fornitori. L'anno scorso i tem-pi medi di attesa per farsi sal-dare una fattura dalla Pa erano superiori ai 180 giorni con pun-te oltre i 500 per la sanità. Do-ve la situazione è aggravata dal fatto che anche per quest'anno resiste il blocco dei pignoramenti da parte dei creditori nelle Regioni sotto piano di rientro (Campania, Lazio, Molise, Basilicata, Cala-bria, Sicilia, Piemonte). «Stia-mo monitorando la situazione - avverte Giuseppe Gherardel-li, coordinatore del Taiis (le imprese dei servizi) che la-menta 34 miliardi di stock di debito con la Pa -, ma è indub-bio che il prossimo Governo dovrà affrontare di petto que-sto problema».

ompRonnoumsuwATA

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Le azioni e le prospettive

LOTTA ALL'EVASIONE

I I ricavi non dichiarati/costi non deducibili connessi a fenomeni di evasione internazionale.

' 7 , • ' z_hq.'(h

I ricavi non dichiarati/costi non deducibili connessi a fenomeni di economia sommersa.

O , rnibar(b L'ammontare dei rilievi oggetto di adesione ai

verbali di constatazione della Guardia di Finanza.

11 0 4 2 I soggetti denunciati per reati tributari.

A . inugu•.‘u

Ilvalore dei beni sequestrati ai responsabili di reati tributari.

i

Sono gli evasori totali scoperti.

TUTELA DELLA SPESA PUBBLICA

I soggetti denunciati per aver percepito indebitamente agevolazionie indennità.

\\,

L'ammontare dei finanziamenti comunitari e nazionali illecitamente percepiti/richiesti.

L'importo dei danni erariali accertati.

LINEE D'AZIONE PER IL 2013

Prosecuzione dell'azione a tutela dell'economia legale del corretto funzionamento delle regole di mercato, puntando a recuperare le risorse sottratte a l bilancio dello Stato, della Ue e degli enti locali. Miglioramento della qualità della lotta a evasione, sprechi e criminalità economica, anche con l'analisi delle differenti connotazioni de [tessuto socio-economico locale e una sistematica e calibrata aggressione ai patrimoni illeciti accumulati. Le priorità operative: contrasto alle frodi ai sistemi previdenzia li e assistenzia li, ai

finanziamenti pubblici ed alla spesa sanitaria; lotta ai fenomeni di evasione fisca le più gravi; aggressione dei patrimoni accumulati dalla criminalità organizzata e contrasto al riciclaggio dei capitali illeciti, anche con lo sviluppo delle segnalazioni di operazioni sospette. Le linee d'azione: maggiore flessibilità dell'azione ispettiva, per contrastare i fenomeni illeciti in relazione alle diverse modalità di manifestazione sul territorio; approccio trasversale per colpire nella loro globalità tutti i fenomeni connotati dalla capacità di mettere a rischio contemporaneamente più interessi economici e fina nzia ri.

CONTRASTO ALLA CRIMINALITÀ

int:arm

È il valore dei beni sequestrati; quello dei beni confiscati è di 1,18 miliardi. Sono 2,63 miliardi gli importi oggetto di riciclaggio.

< $ A

I sequestri di valuta e titoli per violazione alla normativa sulla circolazione transfrontaliera dei capitali; sono 294,5 le tonnellate di sigarette e prodotti da fumo sequestrate.

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Gli sprechi della Pa nel mirino della Gdf Nel 2012 danni erariali per 5 miliardi - In corso 160 indagini su enti locali, Regioni e partecipate

Fonte: Guardia di Finanza

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Gli sprechi della Pa nel mirino della Gdf

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di Fabrizio Forquet e Marco Mobili

ltre 5 miliardi di danni erariali e Mo indagini in corso su input dell'auto- rità giudiziaria o della Corte dei con-

\ ti. La Guardia di Finanza ha acceso più di un faro nei confronti di enti, Regioni, Comuni, associazioni e società partecipate su casi di mala-politica per lo spreco e la distra-zione di denaro pubblico. È questa l'altra fac-cia della stessa medaglia, dove da una parte c'è la lotta all'evasione e dall'altra la tutela del-la spesa, che nel 2013 sarà al centro dell'attività di controllo delle Fiamme Gialle. «Nel 2012 ab-biamo fatto convergere tutti gli sforzi per re-cuperare le risorse sottratte al bilancio dello Stato, sia sulversante delle entrate sia su quel-lo delle uscite, e per tutelare i mercati finanzia-ri e l'economia legale contro le infiltrazioni della criminalità», sottolinea il nuovo Coman-dante generale della Guardia di Finanza, Save-rio Capolupo. Che al Sole 240re indicale prio-rità del 2013 e fornisce il bilancio dell'anno ap-pena concluso.

Ma in Italia chi evade o sottrae denaro pubblico è ancora il furbo da imitare?

C'è un cambio culturale in corso. I primi se-gnali ci sono e li vediamo. L'efficacia e la con-cretezza dei risultati conseguiti, ad esempio, sono testimoniate proprio dal sostegno e dalla vicinanza dell'opinione pubblica, sempre più consapevole che l'evasione fiscale, le frodi e l'illecito utilizzo di fondi pubblici minano alle radici le regole della convivenza civile e altera-no il corretto funzionamento del mercato.

In questo senso servono davvero i blitz "mediatici" come quelli di Cortina?

Resto dell'avviso che occorra sempre lavo-rare in silenzio e a fari spenti, anche per tutela-re i contribuenti e l'economia. La Guardia di Finanza in questo senso si deve porre come tutore dell'economia legale: siamo dalla parte degli imprenditori onesti. Occorre collabora-re, sviluppare sinergie con enti locali, associa-zioni di categoria, aziende sanitarie e universi-tà, significa unire le forze in un comune impe-gno contro la cultura dell'illegalità. Fare rete: ad esempio, nel solo settore della lotta agli sprechi sono attualmente in vigore oltre 500 protocolli di collaborazione con enti gestori ed erogatori.

Come si è chiuso i12012? Sul fronte della lotta all'evasione ci siamo

concentrati su fenomeni come l'evasione in-ternazionale e l'economia sommersa, con la denuncia di quasi rmila soggetti per reati tri-butari. Nell'azione a tutela della spesa pubbli-ca, abbiamo scoperto frodi su finanziamenti pubblici per oltre un miliardo di euro e de-nunciato quasi 15mila falsi poveri che hanno ricevuto indebite forme di assistenza socia-le. Nel contrasto patrimoniale al crimine or-

ganizzato sono stati operati sequestri per 3,8 miliardi di euro, confiscati patrimoni per 1,2

miliardi e sequestrate oltre 3o tonnellate di stupefacenti.

Dai falsi invalidi agli appalti truccati. Non c'è allora solo l'emergenza evasione fiscale in Italia. Quali i comparti della spesa che po-tranno finire nel mirino?

Noi non stiamo nel "palazzo" senza guarda-re fuori dalla finestra. L'attuale periodo di crisi ci ha obbligato a innalzare il livello di attenzio-ne sui temi della tutela delle risorse dello Sta-to, sia nelle istituzioni, molto più impegnate a individuare le migliori pratiche per ridurre sprechi e inefficienze, quanto nell'opinione pubblica, più attenta di fronte agli episodi di mala-gestione o di sperpero delle risorse. La

LOTTA ALL'EVASIONE «Shhiame stanato 8,617 soggetti che non hanno maí wesentato

e 5 miliardi di Iva evasa»

REDDITOMETRO E RICCOMETRO «Non vannd demoniazatL Sono strumenti che sì rtveígene

g k'ee .̀.e.~ C k\'‘'N•,"

di dipendenti e pensionati onesti»

strategia elaborata a livello centrale si articola su più fronti. Da un lato, continueranno a esse-re aggrediti fenomeni come le frodi ai sistemi previdenziali e assistenziali e dall'altro inten-diamo mantenere alta l'attenzione sulle frodi di maggiore spessore e sui settori che l'espe-rienza operativa individua come più remune-rativi, quali gli incentivi per le energie rinnova-bili, la spesa sanitaria convenzionata e le misu-re finanziate con i fondi dell'Unione europea

Ma è possibile spostare la lente e control-lare a monte chi eroga e gestisce i fondipub-blici?

Fino a qualche anno fa il controllo era effet-tuato avalle e i recuperi risultavano impossibi-li o erano inesistenti. Ora l'attività di verifica si fa amonte. Sono cambiati i presupposti: occor-re impedire che una buona parte delle risorse fmiscanelbuco nero dello spreco. Attualmen-te sono in corso 16o indagini nei confronti di enti pubblici, Regioni, amministrazioni locali minori e società/enti partecipati, che riguarda-no sia casi di spreco di denaro, sia più articolati artifici e raggiri posti in essere per giustificare rimborsi, iniziative o finanziamendinfrode al-la vigente normativa.

E sul contrasto all'evasione? La lotta agli evasori continua a essere la prio-

rità dell'azione della Guardia di Finanza. Il fe-

nomeno non solo sottrae risorse alle casse era-riali ma genera gravi distorsioni di mercato e iniquità sociale, costituendo un freno allo svi-luppo del Paese e all'adozione delle misure re-distributive. I nostri piani d'azione si sono svi-luppati adottando moduli ispettivi snelli, cali-brati in funzione delle caratteristiche dei feno-meni illeciti.

Resta la sensazione che il sommerso sia un fenomeno diffuso...

Abbiamo scoperto 8.617 soggetti che non hanno mai presentato le dichiarazioni dei red-diti per 22,7 miliardi e circa 5 miliardi di Iva evasa con frodi carosello e manovre fraudo-lente, individuate anche grazie alle sinergie operative realizzate con le agenzie delle En-trate e delle Dogane.

Afronte di recuperi miliardari nonc'è pe-rò sempre il problema dell'effettivo incasso delle risorse sottratte all'Erario?

Puntiamo alla qualità dei nostri rilievi, sele-zionando i contribuenti da sottoporre averifi-ca in base al maggiore rischio di evasione, de-sunto dall'attività di intelligence, dall'analisi di rischio e dal controllo economico del terri-torio, ed assicurando il preventivo coordina-mento con l'agenzia delle Entrate, nel quadro di una piena collaborazione. In questo modo nello scorso anno i contribuenti hanno aderi-to integralmente ai nostri verbali di constata-zione con proposte di recupero a tassazione per 6,2 miliardi e l'Agenzia ha già accertato maggiori imponibili, collegati ai processi ver-bali di constatazione redatti dalla Guardia di Finanza, per altri 15 miliardi A ciò si aggiunge la sistematica aggressione ai patrimoni degli evasori, che nel 2012 ha portato al sequestro di beni per i miliardo di euro nei confronti dei re-sponsabili di reati tributari.

Cosa c'è da aspettarsi per il 2013? La tutela dell'economia legale e il corretto

funzionamento delle regole di mercato. Sarà necessario recuperare le risorse sottratte albi-lancio dello Stato, dell'Unione europea e degli enti locali. Occorre assicurare una sempre maggiore concretezza dei risultati conseguiti, anche attraverso una sistematica aggressione ai patrimoni illeciti accumulati. Tutto ciò adot-tando le tecniche d'indagine proprie diunafor-za di polizia: maggiore flessibilità dell'azione ispettiva, per contrastare i fenomeni illeciti in relazione alle diverse modalità di manifesta-zione sul territorio, e approccio trasversale per colpire nella loro globalità tutti i fenomeni connotati dalla capacità di mettere a rischio contemporaneamente più interessi economi-ci e finanziari

E per stanare gli evasori fiscali? Saranno affinate le strategie operative per

la lotta ai "grandi fenomeni evasivi", quali l'economia sommersa, le frodi Iva e l'e . a ne fiscale internazionale. In parallelo, nuerà l'azione di prevenzione dell'ev

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GlisprechidellaPandmirinodellaGdf

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Saverio Capolupo. Comandante generale della Guardia di Finanza dal 23 giugno 2012

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Chi è Saverio Capolupo, sposato, due figli, è stato

nominato Comandante generale della Guardia di Finanza il23 giugno 2012. Nato in provincia di Avellino 61 anni fa, è entrato in Accademia nel 1971.

La carriera e gli incarichi Nella sua lunga carriera ha ricoperto tutti gli

incarichi più importanti,tra l'altro, a Roma, Napoli, Milano, Firenze e Palermo ed è stato mem bro di numerosi comitati e commissioni ministeriali, tra cui quella perii riordino del reddito d'impresa e l'istituzione della Dual IncomeTax,ilgruppo di lavoro per lo scambio di informazioni e quello sulla tassazione delle società di capitali , membro della commissione per gli studi di settore. Per diversi anni ha coordinato l'attività operativa del Corpo sull'interoterritorio nazionale.

Gli studi Quattro lauree e un master in Bocconi, ha

collaborato con le più importanti riviste in materia fiscale e vanta numerosissime pubblicazioni, tra lequali alcuni manuali di riferimento in materia di diritto tributario, disciplina che insegna da numerosi anni in ambito universitario.

di massa, pianificando l'azione di controllo economico del territorio per tutelare non so-lo gli interessi erariali, ma anche l'economia "sana" dalla concorrenza sleale, come l'abusi-vismo commerciale, lo sfruttamento del lavo-ro irregolare e le false organizzazioni non-profit che nascondono attività imprenditoria-li. Saranno rafforzati l'utilizzo delle indagini finanziarie e l'uso mirato delle banche dati, continuando a investire sulla specializzazio-ne dei nostri investigatori, che costituiscono la risorsa più pregiata.

Redditometro e riccometro sono così "diabolici" come vengono percepiti dall'opinione pubblica?

Nonvarmo demonizzati ma allo stesso tem-po vanno utilizzati con attenzione. La verità è come sempre nel mezzo. I dati ufficiali ci dico-no che ci sono milioni di italiani che vivono ai limiti dell'indigenza. Ma allo stesso tempo ci sono anche manifestazioni di capacità contri-butiva che troppo spesso non trovano alcun ri-scontro nelle dichiarazioni dei redditi presen-tate. Sono strumenti che si rivolgono aunmon-do che non è certo quello dei dipendenti e dei pensionati onesti, ma piuttosto a quello dei contribuenti che sono soliti vivere ai margini della legalità. Uno strumento come il reddito-metro non è risolutivo ma allo stesso tempo non è così diabolico. Ma come è stato già sotto-lineato, occorre buon senso nel suo utilizzo

Questo è ciò che accadrà: come ha giàprecisa-to l'Agenzia delle Entrate, con il redditometro saranno individuate le situazioni patologiche e la grande evasione.

È innegabile che però in Italia ci sia un problema di certezza del diritto...

Datempo siamo i primi a sostenere laneces-sità dell'introduzione di una norma antielusi-va di carattere generale. Non vogliamo pena-lizzare le imprese ma allo stesso tempo non è possibile vedersi vanificare anni di indagine, il più delle volte condotte all'estero con tanto di richieste di rogatorie internazionali, perché tutto poggia su presunzioni.

A proposito di estero la crisi finanziaria ha spinto la "fuga" dei capitali?

Gli oltre 17,1 miliardi di evasione internazio-nale e i circa 5o milioni di denaro e titoli seque-strati nel corso dei nostri controlli alla frontie-ra nel 2012 evidenziano come lo spostamento di capitali all'estero costituisca una criticità da non sottovalutare.

Il Fondo monetario internazionale ha evi-denziato che un'ulteriore "piaga" per il no-stro Paese è il riciclaggio di denaro che con i 150 miliardi annui è ben al di sopra della me-dia europea...

Qui operiamo con un duplice approccio: in-dagini di polizia giudiziaria per contrastare i fenomeni più articolati con approfondimen-to delle segnalazioni sospette e ispezioni per prevenire che capitali sporchi inquinino il si-stema finanziario. Nel 2012, abbiamo intercet-tato flussi di riciclaggio per circa 2,5 miliardi, con il sequestro di beni e disponibilità finan-ziarie per circa go milioni di euro. Per suppor-tare l'azione di contrasto ritengo quanto mai necessario introdurre, anche nel nostro Pae-se, lapunibilità della condotta di auto-riciclag-gio, mutuando le migliori esperienze adottate a livello internazionale, così come prevedere forme di "tracciabilità" dei flussi di denaro contante più stringenti rispetto ai settori più a rischio di riciclaggio.

Ma prevenire non è meglio che curare? Non solo repressione, lotta alle frodi e ai

traffici illeciti, ma anche prevenzione basata sulla sensibilizzazione alla legalità economi-co-finanziaria quale condizione essenziale per la crescita e lo sviluppo del paese. Occorre far comprendere soprattutto ai giovani, e per questo stiamo andando nelle scuole, che "con-viene" al singolo ed è patrimonio indispensabi-le per l'esistenza stessa e la crescita della collet-tività. Scommettere sui giovani significa inve-stire nel loro futuro, creando i presupposti per un formidabile effetto moltiplicatore. A tutti, main particolare a loro, dico: la legalità, alla lì-ne, vince; chi è dallaparte giusta, vince; aiutate-ci a restituire alla società civile ciò che le è sta-to illecitamente sottratto, per consegnare alle nuove generazioni una società migliore.

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Ai dipendenti Pa regali da 100 euro

Roberto Turno

Nessun regalo o sconto che superi i 100 euro, che però po-trebbero essere anche meno o sa-lire (nelle amministrazioni che ne avranno il coraggio) fino a 150. Ma non un cent di più. Come il possesso della «modica quanti-tà» per un consumatore di hashish, anche i regali e gli sconti ai dipendenti pubblici avranno presto una precisa tariffa: il «mo-dico valore». Superato il quale,

se c'è interesse in atti d'ufficio, per impiegati e dirigenti infedeli scatterà il licenziamento con pre-avviso. E attenzione: «Regali e al-tre utilità» sopra soglia non si po-tranno ricevere dai sottoposti né offrire al capo.

Lotta alla corruzione, atto se-condo. Dopo le regole per i politi-ci ecco il decalogo per la pubblica amministrazione. Proprio in omaggio alla legge (190/2012) di novembre, arriva un «Codice di

DIVIETO DI "DD:MED I dipendenti delle amministrazioni non potranno usare a fini privati le informazioni di cui dispongono per lavoro

comportamento dei dipendenti pubblici» anti-corruzione nuovo di zecca che detta gli obblighi di «diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta» che dovrà ispi-rare, dentro e fuori l'ufficio, i 3,3 milioni di dipendenti della Pa. Lo schema di Dpr (per il testo si veda www.24oresanita.com), oggi al-l'esame della Conferenza Gover-no-autonomie, irrobustisce il «Co-dice» del contratto 2006-2009 e quello del 2001. Entrando a piedi uniti contro comportamenti po-tenzialmente corruttivi: dal con-flitto d'interessi all'insider ai rap-porti coi privati. Passando per il dovere di non parlare male del proprio ufficio. Che per i dirigen-ti diventa l'obbligo di difenderne pubblicamente l'immagine. Fos-se sempre possibile.

Le regole su «regali, compensi e altre utilità» occupano uno dei primissimi articoli del Dpr. Il principio: mai chiedere né accet-tare regali «salvo quelli di modi-co valore» e solo se «effettuati occasionalmente nell'ambito delle normali relazioni di corte-sia». Va da sé che nessun omag-gio, di qualsiasi valore, potrà es-sere chiesto come corrispettivo di un'attività d'ufficio. E che non potranno essere accettati regali non «modici» dai sottoposti né offerti ai capi, «né ai suoi parenti o conviventi». Chi poi riceva co-munque il regalo proibito, deve subito restituirlo.

Ma quant'è il «modico valo-re»? Finora non ci si era mai av-venturati su questa strada. Il «Codice» tenta di farlo chiaren-

do a suo modo che - siano rega-li, utilità o sconti per acquisti -arriva «in via orientativa, a eu-ro 100». Ma attenzione: i piani di prevenzione anti-corruzione potranno modulare la cifra: per ridurla e anche per aumentarla fino a «un importo massimo non superiore a euro 150». Ma non basta: fatte salve le respon-sabilità già perseguibili di tipo civile, amministrativo e conta-bile, ricevere regali fuori ordi-nanza potrà portare fino al li-cenziamento con preavviso se si dimostra la «correlazione» con il compimento di atti d'uffi-cio o nel caso di recidiva.

Il buon dipendente pubblico non potrà poi fare l'insider: usa-re, cioè, a fini privati le informa-zioni di cui dispone per lavoro. E dovrà comunicare qualsiasi con-flitto d'interesse per i rapporti avuti negli ultimi tre anni con soggetti privati: il precedente «Codice» però scendeva indie-

tro di 5 anni e fino ai parenti di quarto grado, mentre ora si fer-ma al secondo grado.

Riservatezza, oculatezza nell'uso delle risorse, del mate-riale e dei mezzi della Pa (auto e telefono d'ufficio off limit da usi personali, se non per «urgen-ze»), cortesia col pubblico, ri-spetto delle pratiche senza favo-ritismi, nessun razzismo, silen-zio con la stampa: il travet fuori «Codice» perderà qualsiasi pre-mio ancora possibile. Mentre per i dirigenti, per i quali è confer-mato il dovere di comunicare in anticipo il possesso (fino ai pa-renti di secondo grado) di azioni e interessi finanziari in potenzia-le conflitto d'interessi col nuovo ruolo, scatta un altro obbligo di trasparenza: rendere nota la pro-pria situazione patrimoniale e tri-butaria. Prima poteva avvenire solo su «motivata richiesta», ora diventa un obbligo. Chissà.

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Adempimend Il rinvio della prima rata sui rifiuti non cambia il peso del tributo ma penalizza le imprese

Arrivano le super-scadenze A luglio e dicembre pagamenti ravvicinati per Tares, Imu, Irpef e Ires

Gianni Trovati MILANO

Una raffica di richieste fi-scali prima delle vacanze estive e nei giorni di Natale, cioè pro-prio nei periodi più delicati nel-la difficile impresa di rilanciare i consumi, e una serie di impre-se in forte crisi di liquidità e a ri-schio default.

È il doppio risultato ottenuto con il calendario della Tares modificato dalla prima proroga contenuta nella legge di stabili-tà e dalla seconda rilanciata dal-la legge di conversione sul de-creto per l'emergenza rifiuti (si veda anche Il Sole 24 Ore di ie-ri). In pratica, nel cadenzare il nuovo tributo chiamato a finan-ziare la raccolta e lo smaltimen-to dei rifiuti e i «servizi indivisi-bili» i Comuni potranno fissare le rate che preferiscono, ma sen-za chiedere nulla prima di lu-glio. Le rate, insomma, nella maggior parte dei casi non po-tranno essere più di un paio, la prima a luglio (o anche a settem-bre, se lo decide il sindaco) e la seconda a dicembre.

Il calendario nasce da esigen-ze elettorali più che tecniche: la Tares, che oltre a coprire inte-gralmente i costi dell'igiene ur-bana (a differenza della Tarsu) dovrà appunto finanziare i «ser-vizi indivisibili» (un ventaglio amplissimo, dall'anagrafe all'il-luminazione pubblica, e in atte-sa di migliori codificazioni) con una maggiorazione da 3o cente-simi al metro quadrato, costerà più delle attuali tasse o tariffe sui rifiuti. La prima rata era pre-vista a gennaio, a poche settima-ne delle elezioni, ed è stata spo-stata prima ad aprile e poi a lu-glio, "incaricando" il nuovo Go-verno di rivedere i meccanismi del prelievo; sempre che un ordi-ne del giorno come quello appro-vato ieri, che raramente dispie-ga effetti concreti, possa essere considerato vincolante addirit-

tura con un salto di legislatura. Il primo effetto del nuovo ca-

lendario, comunque, sarà quello di far coincidere i pagamenti del-la Tares con i periodi più "caldi" dell'anno fiscale. La prima rata arriverà infatti pochi giorni do-po l'acconto Imu (più pesante di quello 2012 perché sarà articola-to in base alle aliquote comunali e non a quelle standard fissate dalla legge nazionale) e l'accon-to Irpef e Ires di giugno dei lavo-ratori autonomi. Un affollamen-to ancora più intenso si verifiche-rà, invece, a dicembre: in quel mese arriverà il saldo Imu, il se-

ALTERNATIVE GIFFI:CILI Cancellare la maggiorazione per i «servizi indivisibili» costerebbe un miliardo Sulla quota per l'immondizia c'è il rischio di costi scoperti

bem123 ìnumbìmú

I «servizi indivisibili» sono le attività dei Comuni che non vengono offerte «a domanda individuale», come accade per esempio nel caso degli asili nido o del trasporto scolastico. Si tratta, quindi, di una serie di servizi molto ampia, come per esempio l'illuminazione pubblica, la sicurezza, l'anagrafe, la manutenzione delle strade ecc. Le norme non specificano quali servizi saranno finanziati dalla maggiorazione Tares (30 centesimi al metro quadrato, elevabile a 40 dai Comuni)

condo acconto Irpef dei lavorato-ri autonomi e i conguagli per i di-pendenti. Il tutto nelle prime tre settimane del mese.

Così congegnato, il rinvio non modifica per nulla il conto com-plessivo della Tares, e nemme-no un ipotetico intervento cor-rettivo da parte del Governo che uscirà dalle elezioni di febbraio potrà fare molto. Togliere la «maggiorazione» locale per fi-nanziare i «servizi indivisibili», tanto per cominciare, costereb-be un miliardo tondo, che è la ci-fra trattenuta dal Governo dai fondi destinati agli enti locali proprio per l'ingresso in campo della nuova maggiorazione. Nemmeno rimodulare la quota rifiuti sembra semplice: il proble-ma in questo caso è la copertura integrale dei costi del servizio, un obiettivo già previsto dalla ta-riffa istituita fin dal 1997 e rag-giunto anche in una parte dei Co-muni ancora legati alla vecchia tassa. Per alleggerire il conto ai contribuenti bisognerebbe can-cellare quest'obbligo, in un qua-dro di finanza locale che però è ormai interamente sulle spalle dei cittadini dopo il sostanziale azzeramento dei fondi statali.

Con un pesantissimo effetto collaterale, il rinvio mette in gi-nocchio le imprese attive nel set-tore rifiuti, che fatturando a lu-glio riusciranno a incassare le pri-me entrate non prima di ottobre. Per 10 mesi, insomma, le imprese dovrebbero svolgere gratis un servizio pubblico essenziale.Il ri-sultato? Secondo le parole con-cordi di aziende (sia Fise-Confin-dustria sia Federambiente) e dei sindacati del settore sarà la mes-sa a rischio «della sopravviven-za stessa delle imprese» e «una completa paralisi a livello nazio-nale della raccolta e dello smalti-mento dei rifiuti».

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PIÙ POTENTE I PIO INTELLIGENTE

24/01/2013

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pressunE

ll'erldOIS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

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NEN DEg COMUNALI

Salario accessorio, accordo a Napoli È stata raggiunta un'intesa fra il Comune di Napoli, rappresentato dal vice sindaco Tommaso S odano e dal direttore generale Attilio Auricchio, e il sindacato, che ha portato alla firma di un accordo relativo al salario accessorio per i dipendenti comunali. «Sì tratta di un passaggio - si legge in una nota del Comune di Napoli - che conferma l'impegno a garantire i livelli occupazionali e gli stipendi di tutti i dipendenti. Questa amministrazione ha sempre visto nel personal del Comune e delle partecipate una risorsa preziosa sulla quale investire,

i così come sempre

si mpegnata a garantire a tutti i lavoratori gli stipendi e

gli! integrativi salariali, pur in un momento di grave crisi e, soprattutto, nonostante i tagli nei trasferimenti imposti dai governi. L'adesione al piano di riequilibrio finanziario è stata una scelta inevitabile perché l'unica alternativa era quella del dissesto finanziario».

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pressunE t

9 ECIIMISLII:0.1:1111.11MICII 11: POUTICO

Direttore Responsabile: Pierluigi Magnaschi

24/01/2013

Periodicità: Quotidiano

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Tl Demanio lancia un piatto di manutenzione ordinaria e straordinaria del mattone di stato

Immobili, maxiristrutturazione Interventi su 30.500 complessi. Costo di partenza: 280 mln

DI STEFANO SANSONETIl

M axiristruttura- zione di Stato, verrebbe da dire. Perché quello che

sta per prendere il via è un piano di manutenzione ordinaria e straordina-ria di circa 23.500 im-mobili pubblici, a cui si aggiungono quasi 7 mila complessi privati, ma in uso alla pubblica amministrazione. Tutti, chi più chi meno, hanno bisogno di una serie di in-terventi che non può essere rinviata. E che presenta un costo di partenza di 280 milioni di euro. At-tenzione, però, per-ché si tratta solo di una prima tranche di manutenzioni, alle quali segui-ranno altre nel corso del 2013. Con un conto che, quindi, è verosimilmente destinato ad au-mentare.

L'operazione viene porta- ta avanti in questi giorni dal ministero dell'economia retto da Vittorio Grilli, in particolare dall'Agenzia

del demanio. Nei pros- simi mesi l'obietti- vo della struttu- ra gui- data da Stefano Scalera è quello di firma-

re qualcosa come 63 accordi quadro al fine di individuare gli operatori, in sostanza le aziende, che effettueranno i vari interventi sugli edifici pubblici. La mole di lavoro non è certo uno scherzo. Sul-la base della documentazio-ne predisposta dal Demanio è in gioco la manutenzione di 30.427 immobili. Di que-sti 23.505 sono di proprie-tà pubblica e comprendono anche una parte di cespiti che rientrano nel dema-nio storico-artistico. Poi ci sono 6.922 immobili priva-ti ma concessi in locazione passiva alla pubblica am-

ministrazione. Alcuni interventi, quindi, ri-guarderanno anche questo pacchetto.

Ma che cosa rien-tra nella dicitura «manutenzione or-dinaria e straordi-naria»? Qui viene il bello, perché le carte indicano una lista di una quarantina di voci nella quale

rientra un po' di tutto: in-dagini sulla struttura degli edifici, scavi, demolizioni, bonifiche, opere murarie, impermeabilizzazioni, opere di protezione termica e acu-stica, consolidamenti, into-naci, controsoffitti e così via. Ora, per raggiungere i suoi obiettivi, l'Agenzja guidata da Scalera ha predisposto 15 bandi di gara regionali,

tutti divisi in lotti, il cui va-lore base complessivo è ap-punto di 280 milioni e 798 mila euro.

Lo scopo, naturalmente, è quello di cavarsela alla fine con una cifra inferiore. Ad ogni modo, avvertono i documenti, i valori dei sin-goli bandi sono basati «su una parametrizzazione con interventi manutentivi rea-lizzati nell'ultimo anno».

Facendo un'analisi disag-gregata dei bandi territoria-li, si scopre che quello più costoso e più complesso in assoluto riguarda la regione Lazio. Qui c'è in ballo la ri-strutturazione di 5.020 im-mobili di proprietà pubblica e di 804 asset in locazione passiva. Il valore base di tutti e 9 i lotti in cui è stata suddivisa la relativa gara è di 99 milioni e 410 mila euro. A seguire troviamo il bando di Toscana e Umbria, con i suoi 27 milioni e 832 mila euro, e quello di Puglia e Basilicata con 21 milioni e 800 mila.

--Olirproduzione riservata--al

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24/01/2013

Periodicità: Quotidiano

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Pagina a cura DI ANTONIO CICCIA

Vietato mettere online informazioni sullo stato di salute, patolo-gie o handicap di una

persona. Il divieto vale anche per le pubbliche amministra-zioni. E in caso di violazione il Garante privacy può inter-venire per bloccare l'ulteriore diffusione in internet dei dati sulla salute rispettivamente di cittadini disabili e di per-sone che hanno beneficiato di rimborsi per spese sanitarie. Come è successo a un comu-ne (provvedimento 369/2012) e ad una Asl (provvedimento 362/2012). Tra l'altro il divie-to, oltre che prescritto dal codice della privacy (artico-lo 22), è anche ribadito dalle Linee guida del garante sulla pubblicazione online di atti e documenti del 2 marzo 2011. Le norme prevedono, nel det-taglio, il divieto assoluto di diffusione di dati sulla salu-te. Nei provvedimenti in esa-me il Garante ha dichiarato illecito il trattamento di dati effettuato dal Comune e dal-la AsI perché in contrasto con la norma che vieta ai soggetti pubblici di diffondere i dati da cui si possano desumere malattie, patologie e qualsia-si riferimento a invalidità, disabilità o handicap fisici o psichici.

Dagli accertamenti è emerso infatti che sul sito del comune era liberamente consultabile un allegato al Piano comunale di protezio-ne civile contenente l'elenco delle persone non autosuffi-cienti che abitano da sole o con altri inabili. Nell'allega-to erano riportati in chiaro il nome e cognome, la sigla della disabilità oppure la sua indicazione per esteso (ad esempio non vedente) e in alcuni casi anche la data di nascita o l'indirizzo della persona non autosufficiente. Sul sito della Asl, nella se-zione dedicata all'albo preto-rio, era presenti le determi-nazioni con le liquidazioni degli indennizzi per pato-logie contratte per cause di servizio, rimborsi per spese sanitarie (anche a favore di trapiantati o di persone affette da determinate pa-tologie), che riportavano in chiaro il nominativo o il co-dice fiscale degli interessati o dei familiari che avevano beneficiato dei rimborsi. Co-mune e Asl rischiano anche una eventuale sanzione am-ministrativa. Con riferimen-to all'albo pretorio sarebbe, tuttavia, utile un approfon-dimento considerato che, per gli enti locali, in base all'ar-ticolo 124 del dl 267/2000, sussiste l'obbligo di pubbli-care tutte le deliberazioni e che, secondo il Consiglio di

stato (sentenza n.1370 del 15/03/2006) la pubblicazio-ne deve riguardare anche le determinazioni. Ma se la pubblicazione è obbligatoria, questa non potrebbe avveni-re con omissis.

Adozioni Con altro provvedimento

(n. 329/2012) il garante si è occupata di adozioni e ha sta-

bilito che qualunque attesta-zione di stato civile riferita a una persona adottata deve essere rilasciata con la sola indicazione del nuovo cogno-me e senza l'annotazione del-la sentenza di adozione.

Le notizie sullo stato di adozione di una persona, in-fatti, possono essere fornite da un ufficiale pubblico solo su espressa autorizzazione dell'autorità giudiziaria.

Nel caso specifico una persona ha contestato al Comune di aver rilasciato ai parenti la copia integrale del suo atto di nascita con incluse le informazioni sul provvedimento giudiziario riguardante la sua adozio-ne. I funzionari comunali ri-tenevano che la consegna del documento recante le infor-mazioni sull'adozione fosse giustificata dalla necessità degli eventuali eredi di po-ter difendere i propri diritti in sede giudiziaria.

Il Garante ha spiegato che la normativa vigente prevede che le indicazioni sul rappor-to di adozione possano esse-re fornite solo su espressa autorizzazione dell'autorità giudiziaria L'ufficiale di sta-to civile del Comune commet-terebbe una illecita comuni-cazione di dati personali a soggetti diversi dal diretto interessato.

Il Garante ha vietato ai parenti dell'uomo l'ulteriore utilizzo delle informazioni sull'adozione contenute nella copia dell'atto di nascita. Al Comune è stato prescritto di fornire al proprio personale di stato civile adeguate istru-zioni per evitare che si com-mettano ulteriori violazioni sui dati relativi alle persone adottate.

Anche perchè c'è il rischio di pesanti sanzioni pecunia-rie amministrative.

PRIVACY/Il Garante: in caso di violazione scatta il blocco dell'ulteriore diffusione

Lo stato di salute non va online Il divieto vale anche per le pubbliche amministrazioni

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Regole per (non) votare

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Direttore Responsabile: Pierluigi Magnaschi

24/01/2013

Periodicità: Quotidiano

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Pronta circolare del Viminale su un tormentone che nasce dal web

Regole per (non) votare Istruzioni ai seggi sull'astensione attiva

DI FRANCESCO CERISANO

na circolare con le istruzioni ai presi- denti di seggio su come comportarsi

davanti a un elettore che, dopo essere stato registra-to al seggio, rifiuti la sche-da chiedendo di mettere a verbale le ragioni del non-voto. Si chiama «astensione attiva», un ossimoro che però inizia a creare qualche preoccupazione nelle stanze del Viminale. Tanto che nei prossimi giorni una nota del ministro Anna Maria Can-cellieri dovrebbe chiarire de-finitivamente se e in quali termini una condotta del genere può definirsi o meno legittima.

Tutto trae origine dalle rete. E da un tormentone che nell'ultimo periodo im-pazza sui social network per assecondare la platea di in-decisi, indignati e «irriduci-bili del non voto» sempre più convinti a recarsi alle urne il 'prossimo 24-25 febbraio senza ritirare la scheda che,

anzi, avvertono, non dovrà essere nemmeno toccata. A quel punto, consigliano le istruzioni che circolano sul web, si dovrà pronunciare la fatidica frase: «rifiuto la sche-da e chiedo che sia verbalizzato» e pretendere che questo sia messo a verbale assieme alle ragioni della protesta.

In questo modo, dicono, si trasmet-te un messaggio «ben più forte del-la semplice asten-sione passiva» o del votare scheda bianca o nulla. Una scelta, quest'ul-tima, che avrebbe lo stesso effetto di non esprimere nes-suna preferenza elettorale, ma nasconderebbe l'identità dell'elettore. E soprattutto non rischierebbe di far sbal-lare e rallentare i conti dello spoglio che probabilmente, come effetto non voluto, non dispiace ai contestatori. Con

l'«astensione attiva», inve-ce, si esce allo scoperto e si guadagna una menzione nei verbali elettorali.

Le istruzioni per l'«asten-

sione attiva», infine, consi-gliano di evitare di farsi coin-volgere in discussioni con i componenti del seggio (si ri-schia di incorrere nelle san-zioni previste per chi turba il regolare svolgimento delle operazioni di voto) e chiede-re direttamente l'intervento della forza pubblica.

L' «astensione attiva», da pratica sporadica (per ef-fetto della costante opera di dissuasione da parte dei presidenti di seggio) sta però

accumulando sem-pre più proseliti. Complice anche una normativa non molto chiara in ma-teria. Le istruzioni ministeriali ai pre-sidenti sono infatti lacunose sul pun-to. Tanto che, già in occasione delle elezioni regionali in. Sicilia dello scor-so mese di ottobre, il ministero dell'in-terno attraverso le questure ha dispo-sto la diffusione

di una circolare consegnata brevi manu dai carabinieri ai presidenti dei seggi sparsi nell'Isola, con le direttive di comportamento per i com-ponenti del seggio nel caso in cui si fossero presentati cittadini intenziowati a non votare. ©Riproduzione riservata

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24/01/2013 press unE

Periodicità: Quotidiano

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24/01/2013

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VIA

D trigent . i contro Spett le redazione, si parla tanto di mobilità in-

terna (dentro i diversi settori dell'ente di appartenenza) ed esterna (da un ente all'altro) dei dipendenti pubblici adducendo la Gentile redazione,

atto pubblico o quantomeno per rebbe la denuncia per falso in sta è una calunnia che morite- 22 aio d

sp l.. a

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mobilità serve a meno l l'assenso preposto non aveva pro

un funzionario come la legge prevede che per la r*o tecnologico che il f di e

del dirigente di arrivo. Come? segnalare ai responsabili del

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rimediare a tale immobilismo- servizio. L'immedi4to intervento , la leggelto- dei tecnici ha g ià risolto l'ano Semplice, riformare à * nia -

glienclo ai dirigenti la possibilità lia riscontrata, che, si ribadisce, di dare un parere alla mobilità è stata causata esclusivamente es. terna/interna, così i dnpenden-d bl un a ii pro ema di natura infor-

mente servono! ti pubblici vanno dove effettiva- matiea, pur sempre possibile in

un sistema mloderno ormai domi - lla te 2 così complicato capire il mec- nato da em atica.

canismo signor ministro della funzionepubblica? Cordiali saluti Grazie per l'attenzione.

Giuliano Quattr9ne Lettera firmata direttore regionale

I lettori possono inviare le segnalazioni sui quotidiani disservizi riscontrati nel rapporto con gli uffici della pubblica

amministrazione a: [email protected]

la mobilità LE FACCINE IN BRUNETTA

NON FUNZIONAVANO PER RAGIONI TECNICHE

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Regole per (non) vo ore

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24/01/2013

Periodicità: Quotidiano

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La Consulta respinge il ricorso delle regioni

Le liberalizzazioni non limitano gli enti

DI MARILISA BOMBI

L'obbligo per le regioni e ' gli enti locali di adegua-

re i propri ordinamenti ai principi di liberalizzazio-

ne stabiliti dal governo non limita, ma valorizza, l'iniziativa normati-va della p.a. E «non è irragionevo-le, quindi, che il legislatore abbia previsto un trattamento premiale differenziato fra enti che decidono di perseguire un maggiore sviluppo economico attraverso politiche di ri-regolazione dei mercati ed enti che, al contrario, non lo fanno». Scaduto il termine del 31 dicembre entro il quale regioni, comuni e province dovevano adeguare leggi e regolamenti ai crite-ri stabiliti dall'art. 1, comma 1, 2 e 3 del dl 1/2012, la Corte costituzionale ha depositato ieri la sentenza n. 8 con la quale è stata dichiarata inam-missibile la questione di legittimità costituzionale della norma contenuta al comma 4 del suddetto art. 1 del dl 1/2012 che qualifica «virtuosi», ai fini del patto di stabilità, quegli enti che hanno rispettato il termine di fine anno

Secondo il giudice delle leggi, intro-durre un regime finanziario più fa-vorevole per gli enti che, sviluppano adeguate politiche di crescita econo-mica costituisce, dunque, una misura premiale non incoerente rispetto alle politiche economiche che si intendono, in tal modo, incentivare.

Del resto, l'impostazione di fondo

della normativa dei provvedimenti di questi ultimi due anni, è stata tutta ispirata a quelle evidenze eco-nomiche empiriche che individuano una significativa relazione fra libe-ralizzazioni e crescita economica, su cui poggiano anche molti interventi delle istituzioni europee. Ed è, quin-di, grazie alla tecnica normativa pre-scelta, che le regioni seguiteranno a esercitare le proprie competenze in materia di regolazione delle attività economiche, essendo anzi richiesto che tutti gli enti territoriali diano attuazione ai principi dettati dal legislatore statale. Le regioni, in sostanza, contrariamente a quanto hanno ritenuto Toscana e Veneto, non risultano menomate né tanto meno private delle competenze legislative e amministrative loro spettanti. Ma sono orientate ad esercitarle in base ai principi indicati dal legislatore statale, che ha agito nell'esercizio della sua competenza in materia di concorrenza.

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na del dono al concorso dell'Avis

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orriere Periodicità: Quotidiano

di Ravenna Faenza-Lupo e Imola Tiratura: n.d.

Direttore responsabile: Pietro Caricato

Diffusione: n.d.

pressunE

COMUNE DI RUSSI Capodanno per l'Emilia Il ricavato della festa di Capodanno di Russi, 4.322 euro, è stato destinato ol-tre che alla scuola ma-terna e alla Protezione ci-vile di Russi, anche ai terremotati dell'Emilia.

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