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Ambiente Economia e lavoro Infrastrutture, viabilità, trasporti Pubblica Amministrazione Sanità, sociale, servizi per l'infanzia INDICE L’Enel cerca gas sotto terra «Faremo un’ecografia al suolo» 10/01/13 Il Resto del Carlino Ravenna 2 Alla ricerca del gas del sottosuolo 10/01/13 Corriere Romagna Ravenna 3 Green economy nell’ex colonia di Cervia 10/01/13 Il Resto del Carlino Ravenna 5 Mettiamo su bottega 10/01/13 La Voce di Romagna Ravenna 6 “La centrale è vecchia prima di nascere” 10/01/13 La Voce di Romagna Ravenna 7 Uffici dei Servizi sociali inagibili 10/01/13 Corriere Romagna Ravenna 8 Un tesoro nella pancia della Bassa 10/01/13 La Voce di Romagna Ravenna 9 L'unica soluzione è la riforma del Catasto 10/01/13 Il Sole 24 Ore 10 Colpo di grazia sugli affitti concordati 10/01/13 Il Sole 24 Ore 11 Tasse da 44.2 miliardi sul mattone 10/01/13 Il Sole 24 Ore 12 Subito al via i controlli sui bilanci delle Regioni 10/01/13 Il Sole 24 Ore 14 Sei miliardi fermi per la burocrazia 10/01/13 Il Sole 24 Ore 15 La ricostruzione terminerà nel 2019 10/01/13 Il Sole 24 Ore 17 Le Pmi: finanziamenti col contagocce 10/01/13 Il Sole 24 Ore 19 In regione Lombardia buoni pasto a 9 euro 10/01/13 Italia Oggi 20 Default, il fondo rotativo vince 10/01/13 Italia Oggi 21 Sotto elezioni pa in silenzio 10/01/13 Italia Oggi 22 Imu, Monti ha chiesto chiarimenti a Bruxelles 10/01/13 La Stampa 23 QUA E LÀ PER LA BASSA ROMAGNA 10/01/13 La Voce di Romagna Ravenna 24 Pagina 1 di 24

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Ambiente

Economia e lavoro

Infrastrutture, viabilità, trasporti

Pubblica Amministrazione

Sanità, sociale, servizi per l'infanzia

INDICE

L’Enel cerca gas sotto terra «Faremo un’ecografia al suolo»10/01/13 Il Resto del Carlino Ravenna 2

Alla ricerca del gas del sottosuolo10/01/13 Corriere Romagna Ravenna 3

Green economy nell’ex colonia di Cervia10/01/13 Il Resto del Carlino Ravenna 5

Mettiamo su bottega10/01/13 La Voce di Romagna Ravenna 6

“La centrale è vecchia prima di nascere”10/01/13 La Voce di Romagna Ravenna 7

Uffici dei Servizi sociali inagibili10/01/13 Corriere Romagna Ravenna 8

Un tesoro nella pancia della Bassa10/01/13 La Voce di Romagna Ravenna 9

L'unica soluzione è la riforma del Catasto10/01/13 Il Sole 24 Ore 10

Colpo di grazia sugli affitti concordati10/01/13 Il Sole 24 Ore 11

Tasse da 44.2 miliardi sul mattone10/01/13 Il Sole 24 Ore 12

Subito al via i controlli sui bilanci delle Regioni10/01/13 Il Sole 24 Ore 14

Sei miliardi fermi per la burocrazia10/01/13 Il Sole 24 Ore 15

La ricostruzione terminerà nel 201910/01/13 Il Sole 24 Ore 17

Le Pmi: finanziamenti col contagocce10/01/13 Il Sole 24 Ore 19

In regione Lombardia buoni pasto a 9 euro10/01/13 Italia Oggi 20

Default, il fondo rotativo vince10/01/13 Italia Oggi 21

Sotto elezioni pa in silenzio10/01/13 Italia Oggi 22

Imu, Monti ha chiesto chiarimenti a Bruxelles10/01/13 La Stampa 23

QUA E LÀ PER LA BASSA ROMAGNA10/01/13 La Voce di Romagna Ravenna 24

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il Resto del Carlino

RAVENNA Direttore Responsabile: Giovanni Morandi

10/01/2013 press unE

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L'Enel cerca gas sotto terra «Faremo un'ecografia al suolo»

Incontro per spiegare i metodi del progetto UN'ASSEMBLEA per spiegare il progetto per la ricerca di gas nel sotto-suolo. E' in programma lunedì alle 21 presso la sala di Palazzo Vecchio in piazza della Libertà a Bagnacaval-lo, per illustrare finalità e modalità operative del progetto denominato 'San Marco', per l'analisi e la ricerca di giacimenti.

A PROMUOVERLA è la 'Enel Lon-ganesi Develop ments', società roma-na controllata da Enel Trade (a sua volta controllata da Enel), attiva nell'esplorazione, ricerca e coltivazio-ne di giacimenti di idrocarburi liqui-di e gassosi. Le indagini geofisiche, in programma in febbraio e marzo, ri-guarderanno un'area di una settanti-na di chilometri quadrati nei territo-ri dei comuni di Bagnacavallo, Coti-gnola, Russi, Ravenna, Faenza e Lu-go. Le indagini geofisiche sono larga-mente utilizzate nell'esplorazione

del sottosuolo per riconoscere l'asset-to dei corpi geologici e individuare potenziali giacimenti di idrocarburi. Si tratta di metodi non invasivi che non implicano la costruzione di strut-ture permanenti. La tecnologia si ha-

' A TECNOLOOL', i tecnici utilizzeranno onde per capire se d sono giacimenti nascosti

sa sul principio della propagazione nel sottosuolo di onde elastiche pro-dotte artificialmente in prossimità della superficie del terreno e sulla re-gistrazione dei segnali riflessi attra-verso appositi microfoni, chiamati ge-ofoni. In tal modo viene eseguita una sorta di ecografia del terreno. Enel ha già avviato una serie di incontri

con le istituzioni locali e nei prossi-mi giorni, attraverso contatti diretti da parte della ditta Geotec Spa (sede legale a Campobasso, specializzata in servizi di ricerca geofisica, geotecni-ca e giognostica) che eseguirà le inda-gini sul territorio, incontrerà tutti i soggetti direttamente interessati dall'attraversamento temporaneo dei terreni durante le fasi dì acquisizione e registrazione del responso geofis i-co.

IL PROGETTO è stato autorizzato dalla Regione in seguito a una proce-dura di verifica di compatibilità am-bientale. A rilasciare il permesso di ri-cerca San Marco è stato il Ministero dello Sviluppo Economico. Per ulte-riori informazioni è possibile consul-tare il sito internet www.geotecspa. coni, appartenente alla società che tra qualche settimana effettuerà le in-dagini sul territorio dei sei comuni interessati.

IL PRECEDENTE Le rilevazioni fatte dai tecnici della Geotee (che saranno all'opera anche in questa occasione) nel 2008 a Voltarla

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pressunE orriere di Ravenna Faenza-Lugo e Imola

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Strato roca

Bagnacavallo. Lunedì la presentazione del "Progetto San Marco" predisposto da Enel

Alla ricerca del gas del sottosuolo Indagini geofisiche in un'area di circa 70 chilometri quadrati BAG N ACAVAL LO. Enel organizza

per lunedì 14 gennaio alle 21 a Pa-lazzo Vecchio, in piazza della Libertà 5, un'assemblea per illustrare fina-lità e modalità operative del "Proget-to San Marco" per l'analisi e la ri-cerca di giacimenti di gas nel sotto-suolo.

Il tipo di

tecnologia

di indagine

che verrà

effettuata

nei mesi

di febbraio

e di marzo

Le indagini geofisiche riguarderanno un'area di ampiezza di circa 70 chilometri quadrati complessivamente, ri-compresa all'interno dei territori dei comuni di Bagnacavallo, Coti-gnola, Russi, Ravenna, Faenza e Lugo, e si svol-

geranno nei prossimi mesi di febbraio e di marzo.

Le indagini geofisiche sono metodologie larga-mente utilizzate nell'o-

pera di esplorazione del sottosuolo allo scopo ul-timo di riconoscere l'as-setto dei corpi geologici e di individuare poten-ziali giacimenti di idro-

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di Ravenna Faenza-Lupo e Imola Tiratura: n.d.

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carburi. Si tratta di una serie di metodi di pro-spezione non invasivi che non implicano la co-struzione di strutture permanenti. Nello spe-cifico, tale tecnologia si basa sul principio della propagazione nel sotto-suolo di onde elastiche prodotte artificialmente in prossimità della su-perficie del terreno e sulla registrazione dei segnali riflessi attraver-so appositi microfoni, chiamati geofoni. In tal modo viene eseguita u-na sorta di ecografia del terreno.

Enel ha già avviato u-na serie di incontri con le istituzioni locali e nei prossimi giorni, attra-verso contatti diretti da parte della ditta Geotec spa che eseguirà le in-dagini sul territorio, in-contrerà tutti i soggetti direttamente interessa-ti dall'attraversamento temporaneo dei terreni durante le fasi di acqui-sizione e registrazione del responso geofisico.

Il permesso di ricerca "San Marco" è stato ri-lasciato dal ministero dello Sviluppo economi-co. L'area del rilievo è stata approfonditamen-te studiata nelle sue componenti ambientali e il progetto è stato au-torizzato dalla Regione Emilia-Romagna in se-guito a una procedura di verifica di compatibilità ambientale.

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LETTERE E COMMENII

Green economy nell'ex colonia di Cervia PASSATA l'ubriacatura del Capodanno è ora per la giunta di Cervia, di tornare con i piedi per terra. I dati delle presenze turistiche di novembre, eviden-ziano due comuni della provin-cia di Ravenna in calo: Cervia e Lugo. Sono 4.201 unita in me-no per noi. Solo 36 su 50, dello stesso periodo dell'anno scor-so, sono stati invece gli alber-ghi aperti (fonte Quotidiano, net 2932/121 L'assessore al tu-rismo Corsini corre ai ripari in-dicando il prolungarsi della chiusura della discoteca Pineta come causa del ribasso del com-puto. Però da una parte congra tularsi con se stessi, per la buo-na riuscita delle ultime festivi-tà, dove molto invece si deve all'imprenditoria locale, e dall'altra, additare proprio que-sta come causa di una tendenza al decremento di presenze in certi mesi, non è un esercizio che ci rassicura. A Cervia resta-te tutto l'anno non c'è; bisogna tentare qualcosa di diverso. Le iniziative per la piazzetta Pisa-cane dove si interpella la citta-dinanza in favore di qualche nuovo progetto, vanno bene, anche se mettono in evidenza forse che la cittadinanza è buo-na da interpellare solo in talu-ni settori, perché su Cervia d'Amare, ai cittadini nessuno ha mai chiesto nulla. Abbiamo avanzato urta proposta per tra-sformare il cinema teatro Euro-pa sul modello del teatro Socia-le di Piangipane, iniziativa che aveva riscontrato il placet dell'ex presidente del consiglio comunale Ercole Massari. Ma non ne abbiamo riscontrato vo-lontà tangibile di darvi segui-to. Sarebbe una buona opportu-nità per il rilancio del centro storico e rompere la barriera della stagione. In fine giudi-chiamo come sempre errato il progetto legato alla cordata Pentagramma, di trasformare l'ex colonia Montecatini in

PRONTO CRONACA DEGRADO E INCURIA IN crnrik Inviate le vostre segnalazioni a il Resto del Carlino

\ • • `-

una spa, dove noi vedremmo be- ne una facoltà di green eco- nomy, che potrebbe fungere da compari:o research and de velop- ment, per unità piccolo indu- striali che potrebbero sorgere invece nell'area di Montaletto.

Alessandro Marcoru portavoce M5S Cervia

A cosa serve l'autolettura

VORREI segnalare quello che a me sembra un grande sperpe-ro e sopratutto un abuso: mi so-no arrivate in una settimana quattro bollette di Hera per con-sumi presunti relativi alla forni-tura del gas e alla raccolta della nettezza urbana (rifiuti) per una casa che al momento è chiu-sa dal 30 di agosto a Lido di Sa-vio. Avendo correttamente for-nito l'autolettura (0 mc) nei ter-mini previsti dalla normativa del gestore, mi sono state adde-bitate ugualmente somme per un presunto consumo. Ma la co-sa che mi fa indignare di più è lo sperpero di carta che è stato usato: dodici fogli formato A4 con scritte su ciascuna facciata per un totale di 24 facciate e la somma che comunque non do-

vrei pagare, ma che è già stata. pagata dalla banca, è in totale di 28,01 euro. Grazie per aver-mi ascoltato

Lettera firmata

RUSSI

Centrale a inomasse progetto anacronistico

LE DICHIARAZIONI del sin-daco di Russi in merito al pro-getto Powercrop ci lasciano per-plessi in quanto le vicende di questi anni dovrebbero aver già dimostrato che un 'caminet-to a legna' da 301vIW, con la conseguente emissione di pol-veri, ma soprattutto con il note-vole traffico di mezzi pesanti che dovrebbero rifornire rim-pianto con tonnellate di mate-ria prima vegetale, non è com-patibile con la valorizzazione e la tutela del territorio. Secondo il sindaco non ci sarebbero al-tre possibilità di finanziamen-to all'orizzonte e che il C011111-

ne di Russi avrebbe impegnato Powercrop a investire un milio-ne e mezzo di curo per il recu-pero di Palazzo San Giacomo. Ecco il problema è proprio que-sto: ciò che si vuole realizzare a Russi è un progetto anacronisti-co, basato su di un modello di sviluppo superato, incentrato sullo sfruttamento del territo-rio. Non è sufficiente la pro-messa di un po' di fondi per il recupero di un palazzo storico per giustificare un intervento dal notevole impatto ambienta-le e che rischia di peggiorare sensibilmente la qualità della vita dei cittadini di Russi, oltre a rovinare un patrimonio stori-co e culturale che avrebbe biso-gno di interventi di restauro e di valorizzazione, con la crea-zione di percorsi guidati e ini-ziative di riscoperta, non certo di una centrale a pioppella ad appena una centinaio di metri di distanza.

Yuri Rambelli Legambiente

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IMPRESA

Mettiamo su bottega RUSSI La giunta comunale di Russi ha approvato l'iniziativa di sostegno delle piccole imprese commerciali operanti nelle loca-lità del Comune di Russi (San Pancrazio, Godo e Cortina, Pez-zolo, Chiesuola e Prada). Posso-no richiedere i contributi le im-prese commerciali con superficie utile ai fini del calcolo della Tia non superiore a 150 mq, eserci-tanti una delle seguenti attività: abbigliamento, calzature, libre-rie, cartolerie, ferramenta, beni durevoli, edicole, tabaccai, pluri-licenze, filatelia, tessuti, cappelli e ombrelli, antiquari, supermer-cati, pane e pasta, macellerie, a-limentari, plurilicenze alimentari e/o miste, frutta, pescherie, fiori e piante. Il bando completo con tutti i dettagli e il modulo di richiesta sono disponibili anche sul sito web del Comune (www.comu-ne.russi.ra.it). La domanda deve essere presentata entro le 13 del 28 febbraio al Comune di Russi. Per informazioni rivolgersi all'Uf-ficio Suap al numero 0544 587625.

AIs

FOCE Direttore Responsabile: Stefano Andrini

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Pagina 23 "u 9 centraleeveernia prinu9i nascere"

Als

"La centrale è vecchia prima di nascere" RUSSI Legambiente: l'economia del territorio può ripartire anche da Palazzo San San Giacomo

ei giorni scorsi il noto critico d'arte Philippe Daverio è intervenuto dalle pagine del setti- manale L'Espresso con-

tro la realizzazione della ormai nota centrale a biomasse in progetto di Powercrop a Russi, sostenendo, in pratica, che i Comuni non sono in-teressati all'arte, ma solamente ai soldi degli oneri di urbanizzazione, dimenticando in tal modo che così "rovinano la qualità della vita dei lo-ro cittadini". Con buona pace dello storico Palazzo San Giacomo di Rus-si.

Dichiarazioni a cui il sindaco di Russi, Sergio Retini, ha risposto, ri-battendo come "lo sviluppo possa realizzarsi di pari passo con la sal-vaguardia dell'immenso patrimonio culturale".

"Le dichiarazioni del sindaco di Russi, Retini, ci lasciano perplessi -ha commentato Yuri Rambelli, pre-sidente del circolo Legambiente del-la Bassa Romagna 'A Cederna' - in quanto le vicende di questi anni do-vrebbero aver già dimostrato che un `caminetto a legna' da 30mega watt, con la conseguente emissione di polveri, ma soprattutto con il note-vole traffico di mezzi pesanti che dovrebbero rifornire l'impianto con tonnellate di materia prima vegeta-le, non è compatibi- le con la valorizza- zione e la tutela del territorio".

"Apprendiamo dai giornali che secon- do il sindaco di Rus- si, Retini, non ci sarebbero altre pos-sibilità di finanziamento all'orizzon-te - ha aggiunto il presidente di Le-gambiente Rambelli - e che il Co-mune di Russi avrebbe impegnato Powercrop a investire un milione e mezzo di euro per il recupero di Pa-

lazzo San Giacomo. Ecco il proble- ma è proprio questo: ciò che si vuo- le realizzare a Russi è un progetto a- nacronistico, basato su di un model- lo di sviluppo superato, incentrato sullo sfruttamento del territorio. Non è sufficiente la promessa di un po' di fondi per il recupero di un pa-

lazzo storico per giu- stificare un interven- to dal notevole im- patto ambientale e che rischia di peg- giorare sensibilmen- te la qualità della vi-

ta dei cittadini di Russi, oltre a rovi- nare un patrimonio storico e cultu- rale che avrebbe bisogno di inter- venti di restauro e di valorizzazione, con la creazione di percorsi guidati e iniziative di riscoperta, non certo di una centrale a pioppella ad appe-

na una centinaio di metri di distan-za"

In sostanza - conclude il presiden-te del circolo Legambiente della Bassa Romagna, Rambelli, "lo svi-luppo, quello vero, non può prescin-dere da un corretto rapporto con il territorio, da un'imprenditoria nuo-va che sappia coniugare occupazio-ne e tutela dell'ambiente. In questi anni si sono mobilitati esperti, as-sociazioni, comitati di cittadini per mostrare perché l'idea di sviluppo che sta dietro al progetto della cen-trale di Russi è sbagliata. Sarebbe auspicabile che anche l'amministra-zione comunale di Russi finalmente vedesse che insistere per la realizza-zione della centrale a biomasse è u-na strada che non porta da nessuna parte".

Palazzo San Giacomo Per il Comune la centrale è un'opportunità anche per la storica residenza. Per Daverio e Legambiente, no

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RUSSI Uffici dei Servizi sociali inagibili

• A causa dell'inagibilità de-gli uffici di via Trieste 1 gli operatori dei Servizi sociali territoriali di Russi sono stati temporaneamente distaccati nella sede della casa protetta Baccarini di via Faentina Nord 8. Per informazioni, ri-volgersi allo 0544 580000.

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Un tesoro nella pancia della Bassa A CACCIA DI METANO Scattano i rilievi di Enel alla ricerca di giacimenti tra Bagnacavallo e Lugo

caccia aperta a nuovi giacimenti di gas nella pancia della Bassa Romagna. Un sottosuolo che - co-

me hanno dimo-strato i pozzi a-perti negli ultimi anni - sembra particolarmente ricco di energia. Tanto che Enel Longanesi Deve-lopments organizza per lunedì 14 gennaio alle 21 presso la sala di Pa-lazzo Vecchio, in piazza della Li-bertà 5 a Bagnacavallo, un'assem-blea per illustrare finalità e modalità operative del progetto San Marco per l'analisi e la ricerca di giacimen-ti di gas nel sottosuolo.

Le indagini geofisiche riguarde-ranno un'area di circa 70 chilometri quadrati nei territori dei comuni di Bagnacavallo, Cotignola, Russi, Ra-venna, Faenza e Lugo e si svolge-ranno nei mesi di febbraio e marzo.

Le indagini geofisiche sono me-todologie largamente utilizzate nell'esplorazione del sottosuolo per riconoscere l'assetto dei corpi geo-logici e individuare potenziali gia-cimenti di idrocarburi. "Si tratta di metodi di prospezione non invasivi che non implicano la costruzione di strutture permanenti - sottolinea u-na nota dell'Unione dei Comuni della Bassa Romagna - Tale tecno-logia si basa sul principio della pro-pagazione nel sottosuolo di onde e-lastiche prodotte artificialmente in prossimità della superficie del ter-reno e sulla registrazione dei segnali riflessi attraverso appositi microfo-ni, chiamati geofoni. In tal modo viene eseguita una sorta di ecogra-fia del terreno".

Enel - ricorda ancora l'Unione dei Comuni - ha già avviato una serie di incontri con le istituzioni locali e nei prossimi giorni, attraverso con-tatti diretti da parte della ditta Geo-

tec spa che eseguirà le indagini sul territorio, incontrerà tutti i soggetti direttamente interessati dall'attra-versamento temporaneo dei terreni durante le fasi di acquisizione e re-gistrazione del responso geofisico.

Il permesso di ricerca San Mar-co è stato rila-sciato dal Mini-stero dello Svi-luppo Economi-co. L'area del ri-lievo è stata ap-

profonditamente studiata nelle sue componenti ambientali e il progetto è stato autorizzato dalla Regione E-milia-Romagna in seguito a una procedura di verifica di compatibi-lità ambientale.

LUGO Un tesoro nellapancia della Bassa

Progetto "San Marco" Sondaggi fino a marzo in un'area dli 70 km

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s'erld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

L'unica soluzione è la riforma del Catasto

a questione della progressività dell'Imu sollevata dalla Ue richiede qualche riflessione aggiuntiva a quelle un po' superficiali emerse nel confronto elettorale. Il primo problema è cosa significhi progressività per un'imposta patrimoniale come l'Imu. Negli immobili residenziali, l'Imu è progressiva rispetto alla base imponibile (i valori catastali) perché la sua componente abitazione principale è progressiva: prevede sì un'aliquota fissa ma anche una detrazione costante, che "premia" relativamente di più i valori catastali più bassi. La questione si complica per la progressività misurata rispetto al reddito, perché il proprietario potrebbe essere ricco in termini di valori immobiliari ma povero come reddito, o il contrario. Dal comporsi delle diverse situazioni di reddito/ricchezza, l'Imu risulta sostanzialmente proporzionale per tutti i contribuenti tranne i soggetti più poveri, su cui gravano aliquote effettive più elevate. Ma tra questi ci sono anche molti "falsi poveri": si pensi alla situazione di un partner in un nucleo familiare benestante che non lavori, ma a cui, per ragioni di convenienza fiscale, siano stati intestati gli immobili di famiglia.

Il secondo problema è se da un'imposta come l'Imu sia corretto pretendere che sia progressiva (rispetto al reddito o al patrimonio). L'Imu è un'imposta essenzialmente reale, cioè tassa distintamente i singoli immobili, e non un'imposta personale, applicata al complesso del patrimonio di ogni — contribuente (o, meglio, famiglia). È vero che anche

nell'Imu sono previsti elementi di personalizzazione: la distinzione tra aliquota per la prima casa e per le altre abitazioni, la detrazione fissa e gli sconti sui figli per la prima casa. Ma introdurre progressività in un'imposta reale può portare a esiti paradossali: si pensi a due contribuenti che abbiano un patrimonio pari, ma composto in modo differente: il primo è proprietario di una sola casa grande, il secondo di una prima casa piccola e una seconda casa piccola. Data la struttura attuale dell'Imu il primo finirà per pagare un'imposta minore del secondo. È giusto?

Tuttavia, se si trasformasse l'Imu, come richiederebbe un'applicazione coerente della progressività, in un'imposta patrimoniale personale, sarebbe il suo carattere di imposta locale, e il suo ruolo nel federalismo fiscale, a creare grosse difficoltà: come giustificare che un Comune incassi di più odi meno a seconda della posizione patrimoniale complessiva dei suoi contribuenti? Un'imposta locale dovrebbe essere reale e non personale.

Insomma, la questione della progressività, odi un suo eventuale rafforzamento, in un'imposta come l'Imu, che è locale e quindi fondamentalmente reale, va affrontata con le pinze. Questo non significa che non si debba lavorare, e con grande determinazione, su altri aspetti critici di equità di questa imposta. Il punto non è tanto la progressività quanto le iniquità orizzontali, cioè il fatto che la distanza tra valori catastali e valori di mercato è differente tra territori e tipologie di immobili. A servire è la revisione organica del Catasto.

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Colpo di grazia sugli affitti concordati A fare le spese dell'ultinia

stretta fiscale sugli immobili è proprio la Cenerentola del si-stema degli affitti: il canone concordato. Già messo forte-mente a repentaglio dall'arri-vo della cedolare secca, ora ha perso definitivamente l'ulti-mo brandello di convenienza, seppellendo la possibilità per tante famiglie di avere un affit-to più basso con agevolazioni fiscali per il proprietario che compensassero le perdite.

Oggi, con il crollo dal 15% al 5% della deduzione forfetaria dall'Irpef, entrata in vigore per il periodo d'imposta 2013, si è alzata la base sulla quale calcolare lo sconto fiscale pre-visto per questo tipo di loca-zione: il 30 per cento.

In soldoni, su ioo euro di affit-to, la base imponibile dei cano-ni concordati era prima rappre-sentata dal 59,5 per cento, cioè da 59,5 euro. Il che consentiva, in concreto, di poter operare uno sconto sull'affitto di circa il 20 per cento senza perdite per il proprietario.

Nelle città dove una trattati-va lungimirante aveva condot-to a parametrare i canoni con-cordati con questo range di ri-

IL NODO Il taglio alle deduzioni aumenta la base imponibile e riduce ulteriormente la convenienza per i proprietari

duzione (risultato di un accor-do tra i sindacati inquilini e le associazioni della proprietà a livello comunale) rispetto a quelli di mercato, le cose ave-vano funzionato.

Molti Comuni avevano an-che ridotto o azzerato l'Ici per facilitare le cose, anche in città grandi come Bologna e Geno-va. Ora, con l'Imu, tra l'altro, la riduzione è risultata poco più che simbolica e assai meno dif-fusa: l'innalzamento della pa-trimoniale immobiliare ha re-so comunque molto più pesan-te il fisco sugli affitti, come illu-strato sul Sole 24 Ore di marte-dì, "mangiandosi" ogni tipo di agevolazione a favore di chi si impegnava a concedere cano-ni di locazione più ragionevoli

nei Comuni "ad alta tensione abitativa" (le grandi città e il re-lativo hinterland).

Adesso la base imponibile Ir-pef di quei Zoo euro è salita a 66,5 euro, rompendo i già fragi-li equilibri esistenti: conside-rando l'aliquota Irepf margina-le del 38 per cento, che accomu-na tutti i redditi lordi da 28mila a 55mila euro, con un canone di mille euro al mese la spesa fi-scale sale di 319 euro, e di 16o euro con un affitto da 5oo euro al mese. Non va dimenticato che la cedolare secca aveva già contribuito pesantemente a render poco appetibile il cano-ne concordato: l'aliquota del 19% prevista per queste tipolo-gie, rispetto al 21% dei cantImi di mercato, rendeva irrilevante lo

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sconto sull'affitto che il pro-prietario avesse voluto conce-dere: il 2% contro il 20% che era possibile con il sistema prece-dente. Quindi tutti i proprietari che hanno optato per la cedola-re hanno ovviamente scelto i contratti di mercato.

Il risultato finale è, da qua-lunque parti lo si guardi, la scomparsa dell'agevolazione, che consentiva a molte fami-glie in locazione di beneficiare di una riduzione dei canoni che spesso facevano la diffe-renza tra farcela o non farcela fine mese. Gli effetti sociali di questa scomparsa non sono sta-ti valutati, nonostante le prote-ste unanimi di proprietari e in-quilini, né all'atto di nascita del-la cedolare secca né al momen-to del taglio degli sconti sulla base imponibile Irpef dei cano-ni, deciso con la riforma del la-voro lo scorso giugno.

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Tasse da 44,2 miliardi sul mattone In un anno imposte sugli immobili cresciute del 36,8% - L'Economia Imu già progressiva

PAGINA A CURA DI

Saverio Fossati Gianni Trovati ea,,, Nel 2012 le imposte sul mat-tone hanno portato nelle casse dello Stato e dei Comuni circa 44,2 miliardi di euro, cioè una dote che supera del 36,8% quel-la raggranellata sulle stesse vo-ci l'anno prima. Protagonista ovvia di questa cavalcata è l'Imu, che oltre a gonfiare il con-to (vale a consuntivo più di 23 miliardi di euro, contro i 9,2 assi-curati dall'Ici), ha cambiato an-che i connotati al prelievo com-plessivo. Nel 2011 un quarto dei frutti fiscali del mattone nasce-vano dal reddito prodotto dagli immobili, che portava allo Sta-

LA PROTAGONISTA L'imposta municipale vale la metà del totale: un dossier del Governo rileva che il conto cresce insieme al reddito

to 8,2 miliardi in termini di Irpef o Ires, mentre nel2012 questo ca-pitolo si è fermato a quota 6,64 miliardi, e copre quindi poco più del 15% del gettito totale: un'evoluzione che si spiega con il fatto.che il debutto dell'Imu ha cancellato l'Irpef sui redditi fondiari pagata fino al 2011 dalle case sfitte, che di conseguenza hanno vissuto il passaggio dalla vecchia alla nuova imposta in un modo un po' più morbito ri-spetto a quelle affittate (soprat-tutto se a canone concordato, si veda l'articolo in basso).

La carta d'identità aggiorna-ta dell'imposta municipale sul mattone si legge in un dossier rilanciato ieri dal dipartimen-to Finanze, integrato con gli in-crementi di gettito prodotti dalle aliquote comunali (si ve-da anche «Il Sole 24 Ore» del 3

dicembre). Nel dossier, il di-partimento include anche le proiezioni sull'imposta media pagata nelle diverSe fasce di reddito, con una coppia di ta-belle che possono essere lette come una risposta alle osser-vazioni diffuse martedì dalla commissione Ue sui "vizi di progressività" dell'Imu.

L'analisi rilanciata da Via XX Settembre illustra infatti in una serie di slide la dinamica dell'im-posta, per mostrare che il conto cresce all'aumentare del reddito dichiarato dai contribuenti. I va-lori medi indicati nelle tabelle non sono quelli complessivi, per-ché si riferiscono solo ai contri-buenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi e non tengono conto degli aumenti co-munali. A consuntivo, tenendo conto del gettito reale complessi-vo e scontando la quota versata dalle imprese (circa il 30% del to-tale), si può calcolare che l'im-porto medio a carico di ognuno .

degli oltre 23 milioni di contri-buenti persone fisiche viaggi in-torno ai 7oo euro all'anno. Quel che conta nei numeri ministeria-li, però, è l'articolazione dei valo-ri per le diverse classi di reddito, che vede i contribuenti che di-chiarano oltre 75mila euro all'an-no pagare un'Imu media pari a quasi 7 volte quella a carico di chi dichiara meno di iomila euro.

Un'articolazione simile, ma molto più incerta, torna nell'Imu per le imprese, distinte questa volta per classi di volume d'affa-ri. Nel loro caso, però, la crescita

dell'imposta segue in modo assai meno fedele la scala dei fatturati, per cui le imprese con volume d'affari fra i so e i ioomila euro si vedono presentare un conto me- dio più leggero riSpetto mini- . aziende con dimensioni anche io volte inferiori. Diverso, ovvia-mente, il quadro dellé grandi im-prese, che hanno patrimoni im-mobiliari più consistenti e quin-di pagano un'Imu media più pe-sante. L'esame del dipartimento delle Finanze prova poi a mostra-re che per effetto delle detrazio-ni (20o euro di base e 5o euro per ogni figlio convivente) l'Imu sull'abitazione principale è leg-germente più progressiva della vecchia Ici applicata fino al 2007.

Anche nei grafici ministeria-li, comunque, torna il proble-ma principe dell'Imu, dovuto al rapporto spesso casuale fra i valori catastali e quelli di mer-cato. Certo, i moltiplicatori che hanno fatto crescere del 60% la base imponibile hanno ridotto, rispetto all'epoca Ici, la distanza fra i parametri cata-stali e le cifre pagate realmente nelle compravendite di immo-bili. Rimane però il fatto che in Trentino-Alto Adige, Toscana e Campania, dove la forbice fra i due dati rimane più elevata, i valori di mercato oscillano tra 2,7 e 3,2 volte quelli catastali, mentre in Molise e Friuli-Vene-zia Giulia, dove la distanza è mi-nore, il rapporto è di 1,7 volte.

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TOTALE 2012

44,18 Registro e bollo 0,80

Cedolare secca 0,97

ccessioni/donaziont 0,52

tecaria e catastale 1,63

TOTALE 2011

32,33 1,09 Registro e bollo

0,97 Cedolare secca

0,49 Successioni/donazioni

1,70 Ipotecaria e catastale

Imposte su trasferimenti

Imposte su locazioni

ARI Lombardia

2,1

Valle d'Aosta

2,5

3 Regioni

2,1

Friuli Venezia Giulia

Trentino Alto Adige

3,2

Imposte su trasferimenti

1,7

Emilia Romagna

2,3

Imposte di natura

"patrimoniale"

Piemonte i

2,1

Liguria

2,5

Toscana

2,7

Sardegna

2,2 2,3

Campania

2,7

Sicilia

2,1

Calabria

2,0

Basilicata

Marche

2,6

Abruzzo

1,9

Molise

1,7

Paglia

1,9

2,0

LA PROGRESSIVITÀ DI IMU E ICI SUI VALORI CATASTALI Incidenza ICI gt Incidenza IMU

Imposte di natura 0,4

"reddituale"

Imposte di natura

"patrimoniale"

Imposte di natura

"reddituale"

0,2

Imposte su locazioni

Veneto

DECILI DI RENDITA Fonte: Elaborazione delSole 24 Ore su dati del Dipartimento delle Finanze e dell'agenzia del Territorio (la stima del gettito Orni tiene conto anche degli aumenti delle aliquote decisi dai Comuni)

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L'aumento del gettito fra 2011 e 2012 e la geografia dei valori catasta li in rapporto a quelli di mercato

IL FISCO SUGLI IMMOBILI TRA IL 2011 E IL 2012 IL RAPPORTO TRA VALORI DI MERCATO (OMI) E BASI IMPONIBILI IMU Valori in miliardi •2,6 11112,4 - 2,6 92,2 - 2,4 2,0 - 2,2 t'<2,0

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Corte dei conti

Subito al via i controlli sui bilanci delle Regioni Gianni Trovati MILANO

'LPLE I giudizi di parificazione dei bilanci delle Regioni da parte della Corte dei conti par-tono già dai rendickinti 2012,

per cui le sezioni regionali av-vieranno subito le richieste di informazioni e la Sezione del-le Autonomie detterà a brevis-simo le linee guida. Le novità introdotte dal D1174/2012 co-stituiscono il piatto forte del programma dei controlli 2013 della Corte dei conti scritto dalle sezioni riunite (delibera 31/2012, diffusa ieri). In partico-lare, le nuove regole estendo-no a tutte le regioni le verifi-che sul modello del bilancio statale, e oltre al giudizio di pa-rificazione prevedono le rela-zioni semestrali sulle spese e le loro coperture. A questo ri-guardo, le Regioni sono chia-mate a preparare relazioni tec-niche ad hoc, modificando i re-golamenti consiliari per accre-scere i compiti delle commis-sioni bilancio.

Sotto l'esame dei magistrati contabili finisce anche l'attua-zione della spending review e il funzionamento dei nuovi con-trolli interni negli enti locali, la cui efficacia sarà soggetta a ve-rifiche semestrali insieme alla regolarità delle gestioni.

Sempre ieri, la Sezione Au-tonomie ha depositato la deli-bera (anticipata sul Sole 24 Ore del 5 gennaio) che preve-de la sospensione delle proce-dure di «dissesto guidato» già avviate 1'8 dicembre per gli en-ti locali che hanno chiesto l'adesione al fondo anti-de-fault previsto dal D1174. La so-spensione, che tra l'altro allon-tana il rischio di dissesto imme-diato del Comune di Reggio Calabria, non scatta se il disse-sto guidato è già arrivato all'ul-tima tappa, quella in cui la Cor-te accerta la mancata adozio-ne delle contromisure.

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EMILIA ROMAGNA

Ilaria Vesentini BOLOGNA

o, Doveva essere il grande gior-no, che a poco più di sette mesi dal sisma avrebbe fatto tintinnare nel-le tasche degli emilianiterremotal ti i primi veri soldi di contributo pubblico. Sei miliardi a fondo per-duto stanziati dalla Cassa depositi e prestiti, da oggi, io gennaio, di-sponibili. Così non sarà e non per-ché quei soldi non ci sono, ma per-ché privati e imprese danneggiati ancora non li hanno chiesti. Colpa della burocrazia delle procedure, di continue modifiche alle ordi-nanze e della paura dei tecnici che devono firmare le perizie, dicono le associazioni del cratere.

«La cosa importante è che si è avviata e oliata la macchina dei contributi, costruendo un iter tra-sparente, tracciabile, legale e per la prima volta - sottolinea l'asses-sore alle Attività produttive dell'Emilia-Romagna, Gian Carlo Muzzarelli-con il placet preventi-vo dell'Ue. In sette mesi, e giocan-do su sei diversi provvedimenti nazionali, abbiamo dovuto inven-

e

ricoptruzione territincrelliP

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&RIT~TAY"VeT~

erremoto in Emilio. Imprese e privati colpiti dal sisma non hanno presentato le richieste di finanziamento causa procedure complicate

Sei miliardi fermi per la burocrazia La Regione ribatte: iter trasparente e conforme alla Ue, la macchina dei contributi è oliata

ITER BLOCCATO Da oggi disponibile la somma a fondo perduto, ma solo due delle procedure destinate alle aziende risultano approvate

tare una legge sulla ricostruzione che in questo Paese manca.I1 mec-canismo non fmisce ora, oggi ini-zia. E lo dimostra il numero di do-mande di contributo che sta salen-do di ora in ora».

Di procedure Sfinge (le doman-de delle imprese), la Regione ne ha approvate finora solo due, an-che se sono 400 quelle inserite nel sistema elettronico: una da 3,5 mi-lioni eun'altra da u4mila euro. So-no invece quasi 900 (pari circa a 3mila abitazioni e quindi 3mila fa-miglie), le pratiche inviate dai pri-vati ai Comuni attraverso il Mude e 64 quelle già trasformate in "cambiali Errani" - nello slang del terremotese che ormai masticano tutti lungo la via Emilia - ossia in conti correnti dedicati ° dove pre-sentare lo stato avanzamento lavo-ri. Su questi conti la banca antici-perà via via 1'80% di contributo pubblico a fondo perduto per poi chiedere, allo scadere del io di ogni mese - fino a fine 2015 - alla Cdp la copertura per pari impor-to. La buona notizia arrivata ieri se-ra dal presidente della commissio-ne regionale dell'Abi, Luca Loren-

zi, è che in giornata sarà ufficializ-zata da Bankitalia la comunicazio-ne che i conti correntí pro ricostru-zione e le relative aperture di fido non andranno a intaccare il meri-to creditizio del cliente, ovvero non finiranno tra le segnalazioni alla centrale dei rischi.

Un passaggio tecnico molto at-teso dalle imprese, schiacciate non solo dai danni ma anche dai debiti, visto che quasi tutte si sono già mosse autonomamente per av-viare perizie e cantieri, senza aspettare l'aiuto pubblico. Loren-zi ha peraltro assicurato che an-che sul restante 20% dei lavori di ricostruzione che rimangono a ca-rico del danneggiato non manche-rà il sostegno bancario: «Sarebbe controintuitivo - afferma - far per-dere al nostro cliente 1'80% del va-lore dei lavori eseguiti perché non ha di tasca propria il 20% della somma»

Ma la preoccupazione tra gli prenditori resta alta, soprattutto tra i piccoli, scoraggiati da spese tecniche a quattro zeri e chili di carta. «Il fatto,che i fondi siano di-sponibili non 'significa che siano raggiungibili. Quanto costa rag-giungerli, considerando che l'85% delle nostre associate ha subìto danni di importi modestie di fron-te a burocrazia e preventivi dei professionisti lasciano perdere?», è la domanda che pone il segreta=

rio della Lapam di Mirandola, Ste-fano Fabbri, dove non è stata avvia-ta ancora alcuna procedura. «Lo scoglio più grosso rimane quello dei tecnici- aggiunge la responsa-bile delle Politiche finanziarie del-la Cna di Modena, Claudia Zagni, alle prese con 65o domande di assi-stenza da parte di imprese terre-motate associate -perché i profes-sionisti a fatica firmano le perizie giurate e non si muovono finché non è tutto formalizzato dalle isti-tuzioni. E si parla finora solo delle pratiche per i danni meno gravi».

L'obiettivo che il commissario straordinario Vasco Errani aveva promesso di "burocrazia zero" pa-re smentito dai fatti e il timore è che si possa replicare anche per questi 6 miliardiper la ricostruzio-ne il flop dei primi 6 miliardi stan-ziati in conto interessi dalla Cdp per la moratoria fiscale: appena 750 milioni richiesti, 3.975 prati-che, contro le almeno iomila ipo-tizzate. A giorni la Regione ha pe-raltro garantito le norme attuative per aprire la misura anche a chi ha subito "consistenti danni econo-mici" (quindi danni indiretti), co-me previsto in extremis dalla leg-ge Stabilità. Ma di certo avanzerà qualche miliardo, che Errani non vuole farsi sfilare di mano per riu-scire così a coprire il più possibile del conto da 12 miliardi che il si-sma ha presentato all'Emilia

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IL VALORE DEI DANNI Media della stima dei danni tra chi ha subito danni indiretti. Dati in migliaia di euro

Danni ai beni merce

I DANNI SUBITI Equilibrio tra danni diretti ed indiretti. Dati in %

TIPOLOGIA DI DANNO Tra le imprese che hanno subito danni diretti Dati in %

Ha subito danni indietti

66%

Ha subito danni diretti

68%

Danni ai fabbricati

94%

-Danni ai beni strumentali

53%

Danni ai beni merci

46%

Danni ai fabbricati

Danni indiretti

Danni ai beni strumentali

La ricostruzione terrnincrell

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L'impatto e i sostegni

I principali centri dell'Emilia-Romagna colpiti e le stime dei danni diretti e indiretti al sistema produttivo

Fonte: elaborazioni Sole 24 Ore

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Le prospettive. Ervet-Prometeia: cinque anni per compleare il ripristino. La sfida di Errani: il cratere diventi incubatore d'innovazione

La ricostruzione terminerà nei 2019 Natascia Ronchetti BOLOGNA

La ricostruzione post-ter-remoto in Emilia sarà più velo-ce rispetto all'esperienza di al-tri territori, in Italia e all'este-ro, colpiti da un sisma, ma non potrà comunque considerarsi definitivamente conclusa fi-no al 2019. Questa l'ipotesi for-mulata da uno studio Ervet Prometeia commissionato da Regione e Unioncamere Emi-lia-Romagna, in base alla qua-le ci vorranno circa sette anni per archiviare la drammatica esperienza di un terremoto che ha provocato oltre 11,5 mi-liardi di danni, dei quali quasi tre alle sole imprese dell'indu-stria, del commercio e dei ser-vizi, altri 2,3 all'agricoltura e

al sistema agroindustriale. La squadra di Errani ha però

un obiettivo chiaro: trasforma-re questi anni di cantiere in un'occasione unica di innova-zione del tessuto produttivo e trasformare il cratere in una grande fucina di innovazione. Si muove in questa direzione il bando annunciato ieri dalla Regione da 4o milioni di euro all'interno del quale sono pre-visti nella "zona rossa" fmo a

IL CENTRO RICERCHE Allo studio di Viale Moro un polo high tech • all'avanguardia a Mirandola nel settore biomedicale aperto a partner privati

2oomila euro di contributo a fondo perduto per ogni prati-ca (il 45% dell'investimento complessivo) per innovazio-ne e adeguamento tecnologi-co, nuove ricollocazioni pro-duttive, efficienza ambienta-le. E sullo stesso solco va letto l'annuncio di un centro inno-vazione di riferimento euro-peo nel biomedicale, che avrà sede a Mirandola, previsto all'interno del bando sulla ri-cerca industriale e su cui la Re-gione ha già raccolto l'interes-samento dei privati.

Ricostruzione farà dunque rima con innovazione e tempi certi, ma questo implica, sotto-linea il commissario straordi-nario alla ricostruzione, l'im-pegno di tutti i soggetti istitu-

zionali coinvolti per far funzio-nare gli ingranaggi Anche per-ché da oggi, conia piena dispo-nibilità dei 6 miliardi previsti dalla legge sulla spending re-view per la ricostruzione, si apre il capitolo della liquidità e di una rimonta del Pil regio-nale che ha subìto un'emorra-gia pari al 3,1% a causa delle due scosse di fine maggio. A partire dal 2014 e fmo al 2016 le spese per la ricostruzione do-vrebbero incidere in modo si-gnificativo - dice lo studio Er-vet Prometeia - sull'incremen-to del valore aggiunto, con una quota stimata tra il 5o e il 70 per cento. Del resto anche la perdita di ricchezza, in ter-mini di mancata produzione, non esaurirà i suoi effetti nel

breve periodo. Secondo le sti-me nei 54 comuni emiliani del-le aree terremotate, questa perdita ammonta a 3,8 miliar-di di euro, con un picco del 4,5% nelle zone a baggiore densità produttiva. La perdita di ricchezza incide sul 2012 so-lo per un 40%, con strascichi pesanti durante l'anno appena iniziato (con un'altra quota del 40%) ma anche nel bien-nio successivo, fino al 2015. A pagare il prezzo più alto saran-no i 12 comuni del cratere, do-ve la perdita di reddito rag-giunge i136,1% (il resto è ripar-tito tra i restanti 42 comuni). In ogni caso, come ribadisce la Regione, una stima definitiva e aggiornata del Pil perso a causa del terremoto potrà es-

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8,3% Il peso dei danni diretti sul Pil È l'incidenza degli 11,53 miliardi di danni stimati lungo la via Emilia

3,8 miliardi Mancato reddito Nei 54 comuni terremotati è andato in fumo un valore della produzione pari al 3,1% del Pil regionale, con una punta del 4,5% nell'industria

40 milioni Il bando per l'innovazione La Giunta Errani presenterà a giorni misure per finanziare nel cratere innovazione high tech, ricollocazioni produttive, efficienza con contributi pari al 45% dell'investimento totale

sere realizzata solo a partire dalla prossima primavera.

Oggi per tutti gli interventi di ricostruzione e per far ripar-tire l'economia la regione può contare complessivamente su circa 9 miliardi di euro, tra cui i 6 miliardi di contributi a fon-do perduto della Cdp. Proprio ieri la Regione ha annunciato entro martedì prossimo l'ordi-nanza che metterà in pista al-tri 8o milioni di fondi Inail (ri-feriti al 2012), per eliminare le carenze strutturali e ottenere così l'agibilità provvisoria. Una cifra di analogo importo dovrebbe arrivare anche per quest'anno e sarà destinata a coprire le spese di adeguamen-to antisismico, due misure molto attese dalle imprese. Co-sì come è prevista per le azien-de agricole la riapertura a bre-ve del bando da 100 milioni, fi-nanziato dal Psr, per ripagare attrezzature e scorte.

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Accessoatcredito Osservatorio Unindustria: negato 35% delle richieste

Le Pmi: finanziamenti col contagocce BOLOGNA

M-N-, Richieste di rientro quasi raddoppiate negli ultimi due an-ni e finanzi amenti negati al 35% delle piccole aziende che ne avevano fatto domanda. Siva in-crinando sempre più il rappor-to banca-impresa, stando ai da-ti dell'Osservatorio Banche di Unindustria Bologna, che facen-do seguito a un'analoga indagi-ne del 2010, ha preso in esame i giudizi diun campione dii58 in-dustriali associati. Una sorta di rating a parti rovesciate che ve-de le banche raggiungere a ma-lapena la sufficienza in tema di qualità delle relazioni credito-manifattura sul territorio.

119% del campione industria-le ha ricevuto dalle banche ri-chieste di rientro negli ultimi sei mesi (contro il 5% del 2010),

percentuale che sale al 12% tra le piccole imprese sotto i 5 milio-ni di fatturato. Una situazione in netto peggioramento che va a braccetto con i crescenti casi di finanziamenti negati. Il 26% degli imprenditori intervistati ha richiesto nuovo credito agli istituti nell'ultimo semestre, ma i rifiuti a loro volta sono sta-ti il 26 per cento. Ciò significa che in media il 7% delle imprese (e si parla di sistema industriale strutturato, non di piccoli arti-

L'INDAGINE In due anni raddoppiate le richieste di rientro: la ricognizione effettuata su un campione di 158 ditte sul territorio

giani) ha ricevuto un niet da pa-re delle banche, quota che due anni fa era ferma al 4,6%; se poi si restringe il fuoco solo sulle piccole industrie (quelle sotto i 5 milioni di ricavi rappresenta-no i156% del campione), l'inci-denza dei rifiuti alle domande di nuovi finanziamenti sale a 1 35 per cento. «Questo è il segnale più chiaro del deterioramento del contesto economico - spie-gaD aniele Salati Chiodini, vice-presidente Unindustria Bolo-gna con delega al credito e alle politiche fiscali - e di come la percezione delle aziende sull'af-fidabilità del rapporto bancario stia peggiorando. Il voto dato dagli imprenditori alle banche supera appena la sufficienza e fra i singoli istituti non ci sono casi eclatanti in positivo, men-

35% I finanziamenti rifiutati Si registra un picco di domande di fido negate alte imprese sotto 15 milioni di ricavi

9% Le richieste di rientro Due anni fa le imprese costrette a rientrare dalle aperture di credito erano solo il 5%

3 It giudizio medio In una scala da 1-5 le imprese danno alte banche un voto di sufficienza scarsa

tre sono abbastanza ricorrenti un paio di giudizi insufficienti».

Tra i parametri analizzati dall'Osservatorio Unindustria c'è la capacità delle banche di comprendere il business speci-fico dell'azienda, che raccoglie - in una scala di voto da 1 a 5 - un giudizio medio di 3, appena suf-ficiente; le banche vanno me-glio sul fronte della loro prepa-razione tecnica (voto 3,3) e del-la correttezza formale (3,5), me-no bene invece quando si parla di affidabilità sostanziale del rapporto bancario (3,2).

Si vanno anche razionalizzan-do i rapporti col sistema crediti-zio, con una restrizione nel nu-mero di interlocutori: oggi il 42% delle industrie bolognesi intervistate lavora con non più di tre istituti (era il 28% nel 2010) e solo il 27% con oltre sei partner bancari, contro il 39% di due anni prima.

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Lombardia

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I giudici contabili bacchettano il bilancio preventivo 2013

In regione Lombardia buoni pasto a 9 euro DI FRANCESCO CERISANO

AeMilano, si sa, la vita costa cara. E a mangiar sempre fuori si rischia di spendere una fortuna. Per questo, 7 uro di buoni pasto al giorno per la

pausa pranzo dei dipendenti non sono stati ri-tenuti sufficienti dalla regione Lombardia che ha previsto un bonus di ulte-riori 2 euro per i non dirigen-ti. Con buona pace di Mario Monti, Enrico Bondi e della spending review. «Abbiamo le risorse», si è giustificata la regione, «i buoni pasto a 9 euro saranno finanziati dai risparmi sulla spesa e dalle riduzioni di personale». Pec-cato però che la Corte conti Lombardia non sia dello stes-so avviso perché le regioni non possono fare da sé sulle retribuzioni dei dipendenti, di cui i buoni pasto costitui-scono una importante voce.

Con la delibera n.501/2012, i giidici contabili lombardi hamìo preso le distanze dal bilancio di previsione 2013 approvato il 26 ottobre scor-so dalla giunta di emergenza che sta guidando palazzo Lombardia dopo lo scioglimento del consiglio deciso dal governa-tore uscente Roberto Formigoni.

La pronuncia è emblematica perché dimo-stra le potenzialità del controllo contabile sui bilanci delle regioni assegnato alle sezioni

regionali di controllo dal decreto salva-enti locali (dl 174/2012).

Ai giudici erariali non poteva infatti sfug-gire l'anomalia contenuta nella Finanziaria lombarda per i12013 che, incurante di quanto previsto dall'art.5 comma 7 del dl 95/2012, dal 1° gennaio 2013 elevava a 9 euro il valore nominale del buono pasto giornaliero attribu-

ito al personale, mentre quello dei dirigenti restava fisso a 7 euro.

Per la regione era tutto ok. Nessuna illegittimità, nessuna violazione dei principi e degli equilibri di finanza pubblica, nessuna invasione di campo sul terreno delle prerogative statali. I risparmi sarebbero arrivati dalla revisione strut-turale della pianta organica. Una tesi che però non ha con-vinto la Corte.

Il collegio presieduto da Nicola Mastropasqua ha con chiarezza affermato che la di-sciplina dei buoni pasto è «un aspetto fondamentale del trat-tamento economico dei dipen-denti regionali il cui rapporto d'impiego è stato privatizza-to». E in quanto tale «rientra

nella competenza esclusiva statale in materia di ordinamento civile». Ne consegue, ha con-cluso il collegio, «che è esclusa la possibilità di interventi legislativi regionali derogatori, a prescindere da eventuali forme di autoqua-lificazione normativa».

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La sezione autonomie della Corte conti sulla sovrapposizione delle due procedure

Default, il fondo rotativo vince La presentazione della delibera sospende il dissesto guidato

DI ANTONIO G. PALADINO

per gli enti locali, la presentazione della deliberazione di ricorso alla procedura di rie-

quilibrio ex articolo 243 bis del Tuel, sospende la procedura di «dissesto guidato» prevista dal dlgs n.149/2011, tranne nel il caso in cui, alla data di presen-tazione della stessa, la Corte dei conti abbia già adottato la deliberazione con cui accerta il perdurare dell'inadempimento da parte dell'ente locale sulle misure correttive da porre in essere. È quanto ha messo nero su bianco la sezione autonomie della Corte dei conti, nel testo della deliberazione n.1 pubbli-cata ieri, che sgombra il campo su alcuni aspetti procedurali in merito alla presunta o meno sovrapposizione (ed eventuale interferenza) delle disposizioni sopra richiamate. La questione di massima, infatti, è stata sol-levata dalla sezione regionale di controllo della magistratura cantabile calabra soprattutto in relazione al caso Reggio Ca-labria, per il quale, con delibe-

razione n.309 del 21.12.2012, è stato dichiarato il perduran-te inadempimento dell'ente all'adozione delle misure cor-rettive necessarie a ripristina-re gli equilibri di bilancio e a risanare la situazione finan-ziaria. Il capoluogo calabro, infatti, nonostante gli esiti dell'accertamento effettuato e non appena entrata in vigore la legge n. 213/2012, (di con-versione del dl n. 174/2012), adottava la delibera di ricorso alla procedura di riequilibrio decennale ex art. 243 bis, com-ma 1, del Tuel.

Il «casus belli» su cui si è pronunciata la sezione autono-mie, è riconducibile al raccor-do tra la procedura di riequi-librio finanziario pluriennale, introdotta dal decreto legge <>salva enti» (il dl n.174/2012), con quella concernente l'ac-certamento delle condizioni presumibilmente idonee a provocare il dissesto, attivata ai sensi dell'articolo 6, comma 2 del dlgs n.149/2011, prima della conversione in legge del citato dl n.174. In particolare, l'articolo 243 bis di quest'ulti-

mo, sancisce che «la procedura di riequilibrio non può essere iniziata, qualora la sezione re-gionale della Corte dei conti provveda, ai sensi dell'articolo 6 del dlgs n.149/2011, ad as-

segnare un termine per l'ado-zione delle misure correttive». In poche parole, la questione sottesa all'esame della sezione autonomie, verte sulla possibi-lità che la presentazione del piano di riequilibrio finanzia-rio possa paralizzare o meno l'intero procedimento del dis-sesto guidato ponendolo in una «posizione di quiescenza». Come noto, nella procedura di dissesto guidato, la sezione regionale della Corte assegna all'ente un termine per l'ado-zione delle misure corretti-ve, termine che costituisce

un obbligo a provvedervi e a qualificare giuridicamente l'eventuale inadempimento. A questa fase, poi, seguono altre verifiche che portano la Corte, in extrema ratio, anche a deliberare il «definitivo ed irreversibile» accertamento del persistere di tale inadem-pimento.

A questo sistema, si legge nel testo in esame, si può affianca-re la procedura di riequilibrio finanziario, in quanto, pur pre-supponendo una situazione di evidente deficitarietà strut-turale «prossima al dissesto», questa tende a valorizzare le responsabilità degli organi ordinari dell'ente con l'assun-zione delle iniziative per il ri-sanamento dei conti. A conti fatti, uno dei principi cardini del federalismo fiscale, ovve-ro il rafforzamento concreto della responsabilità di man-dato degli amministratori. E in tale ottica possono leggersi le previsioni di ampiezza del piano (massimo decennale) e il ricorso all'anticipazione dal fondo anti-default. A questo sistema non è estranea la Cor-

te, in quanto è l'articolazione regionale della magistratura contabile che deve approvare il piano, sia nella sua fase di sviluppo che in quella attuati-va. Da ciò, ne consegue che il «limite naturale» della proce-dura di riequilibrio ex art.243 bis del Tuel, rispetto a quella di dissesto guidato, è rappre-sentato dalla «completa» con-clusione della procedura ex dlgs n.149/2011, ovvero dalla delibera di accertamento del perdurare dell'inadempimen-to, da parte dell'ente locale, delle misure correttive e della sussistenza delle condizioni previste dall'art.244 del Tuel.

Infatti, dopo tale provve-dimento, la Corte procede la trasmissione della delibera al prefetto, così da avviare la fase esecutiva del dissesto.

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Sotto elo.ioni

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Palazzo Chigi: solo spot indispensabili

Sotto elezioni p.a. in silenzio

DI FRANCESCO CERISANO

C on lo scioglimento delle camere e la convocazione dei comizi elettorali è

fatto divieto alle pubbliche amministrazioni di svolge-re attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma imper-sonale e indi-spensabili per lo svolgimento delle proprie funzioni. Lo ha chiarito il dipartimento per l'informazione e l'editoria della presidenza del consiglio dei mi-nistri nella nota n.183/2012 firmata dal sot-tosegretario Paolo Peluffo il 24 dicembre scorso.

La missiva fissa il bon ton istituzionale che i ministeri e tutte le amministrazioni centrali dello stato dovran-no usare nella comunicazio-ne all'esterno fino alla data delle prossime elezioni poli-tiche del 24 e 25 febbraio.

Fino al momento del voto la p.a. centrali, per svolgere le attività di comunicazione

ritenute indispensabili, do-vranno chiedere un parere preventivo all'Agcom. E in ogni caso dovrà trattarsi di forme di comunicazione «effettuate in forma im-personale». Usando, per esempio, solo l'emblema della Repubblica, oltre a

eventuali informazioni di servizio (numero verde, sito internet) necessarie a diffondere l'iniziativa pres-so il pubblico.

Infine, le amministrazio-ni che, sempre nel periodo pre-elettorale, vorranno trasmettere i propri spot pubblicitari sulle reti Rai, dovranno allegare il parere positivo espresso dall'Au-torità per le garanzie nelle comunicazioni.

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10/01/2013 press unE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

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Imu, Monti ha chiesto chiarimenti a Bruxelles Così Palazzo Chigi ha ottenuto la nota: non è una bocciatura

n un primo momento Mario Monti ci è rimasto perplesso. Quando ha letto, due giorni fa, quegli apprezzamenti sull'Imu in un Rapporto della Commis-

sione europea il presidente del Con-siglio ha espresso il suo riservatissi-mo fastidio e nulla più. Ma poi, da-vanti al montare della polemica do-mestica per alcune osservazioni marginali - pur evitando di occu-parsene in prima persona e seguen-do le vie più rispettose possibili - il Professore ha fatto chiedere qual-che chiarimento a Bruxelles. E suc-cessivamente, a fronte delle deluci-dazioni ottenute, pare sia stata gar-batamente sollecitata una nota di chiarimento che puntualmente è arrivata in serata. Certo, ben cono-scendo i riti della Commissione, Monti ha capito subito che quelle osservazioni sull'Imu non avevano alcun valore prescrittivo e tanto-meno politico ma poi, col passare delle ore, si è reso conto che poteva-no averne agli occhi della opinione pubblica domestica, resa più emo-tiva dalla propaganda elettorale.

Naturalmente Bruxelles non è un monolite che risponde ad impulsi provenienti da una unica "centrale"

LA TELEFONATA A BRUXELLES L'obiettivo del professore

era smorzare le polemiche italiane sul rapporto

DOCUMENTO La richiesta è di mi9iorare

l'imposta rendendo l'applicazione più progressiva

e dunque nessun governo, anche quello più apprezzato, è impermea-bile a rilievi ed osservazioni, anche marginali. Rapporti come quella prodotto l'altro ieri su occupazione e sviluppo sociali, tra l'altro, hanno un iter e una istruttoria molto lunghe, che durano mesi e nelle quali posso-no interferire più mani. E prima del-

la loro stesura e pubblicazione, i Rap-porti passano al vaglio dei Capi gabi-netti dei vari Commissari. E' possibile che nella lunga istruttoria che ha ri-guardato anche l'Italia, ci siano state "interferenze" politiche che hanno in-teressato i rappresentanti Pdl e Pd presenti a Bruxelles e nella Commis-sione? Domande all' "italiana", desti-

nate a restare senza risposta, così co-me quella che ieri rimbalzava da Ro-ma a Bruxelles: forse il governo cono-sceva in anticipo il contenuto del Rap-porto? E se lo conosceva, è da mettere in relazione a questo preventiva infor-mazione, il fatto che domenica Mario Monti abbia iniziato a riflettere pub-blicamente sulla riformabilità del-

l'Imu? Quesiti molto dietrologici, che ieri circolavano nel Palazzo, ma privi di una logica elementare: se anche il governo conosceva la sostanza del Rapporto - che oltretutto non ha il ca-rattere riservato di quello semestrale sui conti pubblici - evidentemente non ha fatto nulla per edulcorarlo.

Diverso invece l'atteggiamento di

palazzo Chigi una volta conosciuto il Rapporto prodotto sotto la responsa-bilità di Laszlo Andor, Commissario europeo per l'Occupazione, gli affari sociali e l'integrazione. Quarantasei anni, ungherese, Andor appartiene al Pse, il partito al quale sono legati i lea-der del Pd di ascendenza post-comu-nista. Nel Rapporto, valutando l'im-patto sociale dell'Imu, si osservava co-me alcuni aspetti di questa tassa «po-trebbero essere ulteriormente miglio-rati per rafforzare la sua progressivi-tà». Osservazioni prive della prescrit-tività delle Direttive o della Racco-mandazione sui conti pubblici, ma che hanno suscitato un incendio polemico. Palazzo Chigi si è mosso, ottenendo, mercoledì sera, una precisazione del commissario agli Affari sociali. Che pur facendo diversi riferimenti alla vecchia Ici, alla fine confermava la so-stanza delle osservazioni contenute nel Rapporto, sia pure edulcorandole.

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FOCE Direttore Responsabile: Stefano Andrini

10/01/2013

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press LinE ROMAGNA RAVENNA FAENZA LUGO & IMOLA

QUA E LÀ PER LA BASSA ROMAGNA

Servizi sociali in via Faentina RUSSI Gli operatori dei Servizi sociali territoriali di Russi, a causa dell'inagibi-lità degli uffici di via Trieste 1, sono temporaneamente presenti presso la sede del-la Casa protetta Baccarini sita a Russi in via Faentina Nord 8 (ingresso via Gari-baldi). Per informazioni: 0544.580000.

Hera: occhio ai falsi

LUGO In seguito a segnala-zioni pervenute, il Gruppo Hera desidera informare tutti i cittadini della pre-senza di operatori che, e-sponendo volantini presso le bacheche dei condomini o recandosi presso le sin-gole abitazioni dei cittadi-ni, affermano di agire in "collaborazione" con Hera per proporre l'acquisto di un dispositivo di sicurezza per il controllo delle fughe di gas. A tal proposito, He-ra precisa e ribadisce "di non aver in alcun modo condiviso tale iniziativa e che nessun operatore Hera è stato incaricato di effet-tuare questo tipo di atti-vità. L'azienda autorizza u-nicamente a recarsi presso le abitazioni dei cittadini,

agenti addetti alla vendita di offerte luce e gas di He-ra Comm appartenenti alle agenzie autorizzate e mu-niti di apposito tesserino di riconoscimento indicante detta qualifica". Hera evi-denzia inoltre come "l'in-stallazione di dispositivi di questo genere non è obbli-gatoria e pertanto non verrà effettuato alcun con-trollo per verificare se i cit-tadini hanno dotato le pro-prie abitazioni di tale ap-parecchiatura, né tantome-no saranno applicate even-tuali sanzioni".

Incontri sulla salute

LUGO Con il 2013 parte u-na nuova offerta culturale dal circolo Villa Bolis di Lu-go che ha allestito una se-rie di interessanti incontri, tutti con inizio alle ore 20.45. Il primo appunta-mento in collaborazione con Salus Medical Center di Lugo, è in programma pro-prio questa sera. Relatore sarà il dottor Francesco Cellini che parlerà sul tema "Le allergie respiratorie", concentrando il suo inter-vento su cause e preven-zione di rinite ed asma, due patologie spesso con-nesse ed in rapidissimo au-mento.

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"La centrale vecchia inima di nascere"

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