Ducato nr. 9 / 2005

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il Ducato Periodico dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino Quindicinale - 25 novembre 2005 - Anno 15 - Numero 9 Internet: “Ducato on line” - www.uniurb.it/giornalismo Distribuzione gratuita Spedizione in a.p. 45% art.2 comma 20/b legge 662/ 96 - Filiale di Urbino U rbino non regge alla prima nevicata che ha mandato in tilt il piano antineve del Comune: le ruspe non hanno impe- dito l’isolamento dalla città, con strade bloccate, scuole quasi vuote, bus ritardatari e un black out elettrico in serata. “Ma non è una nevicata da primato”, spiega il direttore dell’Osservatorio metereologico. Il Comune, intanto, raschia il fondo del barile: nelle casse restano solo 10 mila euro per l’emergenza. Famiglie, disabili e anziani sono le categorie più penalizzate dal- la Finanziaria 2006 e dalla de- curtazione del Fondo per le poli- tiche sociali. Per far fronte alla mancanza di risorse, l'assessore ai Servizi sociali Maria Clara Muci prevede una diminuzione delle ore di assistenza e un au- mento delle rette di asili e case di riposo. Desy d’Addario a pagina 5 Servizi sociali in arrivo nuovi tagli Economia Viaggio tra i consultori e gli ospedali dei 29 comuni del terri- torio. Stabili le interruzioni di gravidanza nel 2004. Gli opera- tori sanitari: “Aiutiamo a sceglie- re consapevolmente, senza giu- dizi”. Tra le giovanissime c’è po- ca informazione. La testimo- nianza di una ragazza alle prese con la pillola del giorno dopo. Cavadi e De Ieso alle pagine 6 e 7 Donne e aborto ecco i numeri Inchiesta Macerata va su Mtv e si propone come una bottiglia di acqua minerale, Urbino sbarca all’Aquafan di Riccione, Ancona riscopre il territorio e Camerino vola in Europa. La concorrenza tra i corsi di laurea si gioca ormai a colpi di slogan pubblicitari, affissi sui muri o trasmessi per radio. Costi quel che costi: in palio ci sono le nuove immatricolazioni. Francesco Magnani a pagina 10 La matricola si conquista con lo spot Università “I clienti sono pregati di munirsi di moneta contante”. L’azienda di trasporti di Urbino ha affisso sui suoi pullman que- sto cartello di servizio, tradu- cendolo in più lingue, arabo compreso. Ma qualcosa deve es- sere andato storto, visto che la dicitura araba riportata sugli au- tobus non ha alcun significato. “il Ducato” è andato a indagare. Salvatore Lussu a pagina 2 L’Ami e l’arabo a modo “suo” Città L’ uomo che fece dimettere un Presidente degli Stati Uniti, Bob Woodward, più volte Premio Pulitzer, considera- to un simbolo del giornalismo più autorevole e insieme più aggressivo, quello che non si piega ai compromessi, è caduto nella trappola del successo. Per non compromettere il libro che sta scrivendo sulla Casa Bianca, ha taciuto su notizie importanti. Dunque l'informazione è sul banco degli accusati, persino in America. Non è un male. Chi ha grandi responsabilità pubbliche dovrebbe essere sempre sotto esame: politici, giudici, giornali- sti, ma anche banchieri, sinda- calisti, industriali, finanzieri. E' la democrazia, ragazzi! Sbaglia chi se ne lamenta. L'informazione è sotto accusa perché spettegola e non indaga; perché non parla chiaro (non abbastanza); perché dà troppo spazio alla politica; perché dipende troppo dalla politica. Perché, se non è abbastanza libera (ma forse non siamo pro- prio al 77.esimo posto come dice Celentano) è colpa anche dei giornalisti, sempre a lamentarsi e sempre in cerca di protezioni. Cosicché tutto si riduce a un dibattito medio- cre: da una parte il premier, che controlla quasi tutte le testate radiotelevisive, e tuttavia protesta contro le prese in giro delle tra- smissioni di varietà; e dall'altra chi continua a piangere sull'esi- lio di Santoro, Biagi, Luttazzi, che è un sacrosanto problema di giustizia e una intollerabile pre- varicazione, ma - onestamente - non una violazione della Costituzione. Combattere sulla frontiera di una informazione completa e cor- retta è per molti inutile, perché - si dice - l'obietti- vità è impossibi- le; perché la con- correnza agisce a spese della quali- tà, perché i gior- nali dipendono sempre più dalla pubblicità, dalla politica, dagli interessi editoriali. Lo stesso sindacato dei giornalisti è per- corso da dubbi sul ruolo delle Scuole: sono davvero, come dicono, fabbriche di disoccupa- ti? La nostra certamente no. Chi è uscito da Urbino lavora e fa il giornalista. Qual è il segreto? La risposta è anche in questa nuova veste del Ducato. Che, rispettan- do il passato, vuole fare un passo avanti nella direzione verso cui si muove la grande stampa italiana e internaziona- le; una grafica più brillante e aggressiva, il colore in tutte le pagine, un formato più portabi- le e comodo. Vogliamo poi che il contenuto corrisponda sempre di più alla serietà del compito e che il giornale sia sempre più vicino e attento ai problemi della città e del territorio. Non perché negli anni passati si lavo- rasse meno o meno bene. Ma per- ché siamo convinti che sia sbaglia- to moraleggiare sui guai presenti senza aggredirli con idee e propo- ste. E perché chi smette di scom- mettere sul futuro ha già smesso di credere in quello che fa. Un giornale nuovo, più pagine, tutte a colori L’EDITORIALE Per fare informazione non servono Eroi Domenichini e Ratti a pagina 3 Impreparati contro la neve Mezzi di soccorso in ritardo. Scuole chiuse. Vigili e polizia in difficoltà Una coltre alta 50 centimetri. La città isolata per diverse ore

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A cura della redazione dell'istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino

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Quindicinale - 25 novembre 2005 - Anno 15 - Numero 9Internet: “Ducato on line” - www.uniurb.it/giornalismo

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Urbino non regge alla prima nevicata che ha mandato in tiltil piano antineve del Comune: le ruspe non hanno impe-

dito l’isolamento dalla città, con strade bloccate, scuolequasi vuote, bus ritardatari e un black out elettrico in serata.

“Ma non è una nevicata da primato”, spiega il direttoredell’Osservatorio metereologico. Il Comune, intanto, raschia ilfondo del barile: nelle casse restano solo 10 mila euro perl’emergenza.

Famiglie, disabili e anziani sonole categorie più penalizzate dal-la Finanziaria 2006 e dalla de-curtazione del Fondo per le poli-tiche sociali. Per far fronte allamancanza di risorse, l'assessoreai Servizi sociali Maria ClaraMuci prevede una diminuzionedelle ore di assistenza e un au-mento delle rette di asili e casedi riposo.

Desy d’Addario a pagina 5

Servizi socialiin arrivonuovi tagli

Economia

Viaggio tra i consultori e gliospedali dei 29 comuni del terri-torio. Stabili le interruzioni digravidanza nel 2004. Gli opera-tori sanitari: “Aiutiamo a sceglie-re consapevolmente, senza giu-dizi”. Tra le giovanissime c’è po-ca informazione. La testimo-nianza di una ragazza alle presecon la pillola del giorno dopo.

Cavadi e De Ieso alle pagine 6 e 7

Donne e abortoecco i numeri

Inchiesta

Macerata va su Mtv e si proponecome una bottiglia di acqua minerale, Urbino sbarca all’Aquafan di Riccione, Anconariscopre il territorio e Camerinovola in Europa. La concorrenzatra i corsi di laurea si gioca ormaia colpi di slogan pubblicitari, affissi sui muri o trasmessi perradio. Costi quel che costi: in palio ci sono le nuove immatricolazioni.

Francesco Magnani a pagina 10

La matricolasi conquistacon lo spot

Università

“I clienti sono pregati di munirsidi moneta contante”. L’azienda di trasporti di Urbinoha affisso sui suoi pullman que-sto cartello di servizio, tradu-cendolo in più lingue, arabocompreso. Ma qualcosa deve es-sere andato storto, visto che ladicitura araba riportata sugli au-tobus non ha alcun significato.“il Ducato” è andato a indagare.

Salvatore Lussu a pagina 2

L’Ami e l’araboa modo “suo”

Città

L’uomo che fece dimettereun Presidente degli StatiUniti, Bob Woodward, più

volte Premio Pulitzer, considera-to un simbolo del giornalismopiù autorevole e insieme piùaggressivo, quello che non sipiega ai compromessi, è cadutonella trappola del successo. Pernon compromettere il libro chesta scrivendo sulla Casa Bianca,ha taciuto su notizie importanti.Dunque l'informazione è sulbanco degli accusati, persino inAmerica. Non è un male. Chi hagrandi responsabilità pubblichedovrebbe essere sempre sottoesame: politici, giudici, giornali-sti, ma anche banchieri, sinda-calisti, industriali, finanzieri. E'la democrazia, ragazzi! Sbagliachi se ne lamenta.L'informazione è sotto accusaperché spettegola e non indaga;perché non parla chiaro (nonabbastanza); perché dà troppospazio alla politica; perchédipende troppo dalla politica.Perché, se non è abbastanzalibera (ma forse non siamo pro-

prio al 77.esimo posto comedice Celentano) è colpa anchedei giornalisti, sempre lì alamentarsi e sempre in cerca diprotezioni.Cosicché tutto siriduce a undibattito medio-cre: da una parteil premier, checontrolla quasitutte le testateradiotelevisive, etuttavia protestacontro le prese ingiro delle tra-smissioni di varietà; e dall'altrachi continua a piangere sull'esi-lio di Santoro, Biagi, Luttazzi,che è un sacrosanto problema di

giustizia e una intollerabile pre-varicazione, ma - onestamente -non una violazione dellaCostituzione.

Combattere sullafrontiera di unai n f o r m a z i o n ecompleta e cor-retta è per moltiinutile, perché -si dice - l'obietti-vità è impossibi-le; perché la con-correnza agisce aspese della quali-tà, perché i gior-

nali dipendono sempre più dallapubblicità, dalla politica, dagliinteressi editoriali. Lo stessosindacato dei giornalisti è per-

corso da dubbi sul ruolo delleScuole: sono davvero, comedicono, fabbriche di disoccupa-ti?La nostra certamente no. Chi èuscito da Urbino lavora e fa ilgiornalista. Qual è il segreto? Larisposta è anche in questa nuovaveste del Ducato. Che, rispettan-do il passato, vuole fare unpasso avanti nella direzioneverso cui si muove la grandestampa italiana e internaziona-le; una grafica più brillante eaggressiva, il colore in tutte lepagine, un formato più portabi-le e comodo. Vogliamo poi che ilcontenuto corrisponda sempredi più alla serietà del compito eche il giornale sia sempre piùvicino e attento ai problemidella città e del territorio. Nonperché negli anni passati si lavo-rasse meno o meno bene. Ma per-ché siamo convinti che sia sbaglia-to moraleggiare sui guai presentisenza aggredirli con idee e propo-ste. E perché chi smette di scom-mettere sul futuro ha già smesso dicredere in quello che fa.

Un giornalenuovo,

più pagine,tutte

a colori

L’EDITORIALE

Per fare informazionenon servono Eroi

Domenichini e Ratti a pagina 3

Impreparati contro la neveMezzi di soccorso in ritardo. Scuole chiuse. Vigili e polizia in difficoltà

Una coltre alta 50 centimetri. La città isolata per diverse ore

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il Ducato

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SALVATORE LUSSU

A sinistra,il cartellosulla portieradi una navetta.La frasein arabonon vuoldire nulla.In alto,un dettaglio

Fano-Urbinoper i turistiresta un sogno

Ferrovia

Il sogno resta un grande col-legamento Roma-Venezia:una tratta ferroviaria di por-

tata nazionale che cancelli l'i-solamento dell'entroterraumbro-marchigiano, Urbino eil Montefeltro compresi. Bando ai ricordi e ai sentimen-talismi, scordiamoci la Fano-Urbino: non basta una mozio-ne dei Comunisti italiani (vota-ta all'unanimità dal consiglioregionale) per la riapertura diuna tratta morta ormai da ven-t’anni: "Sarebbe importanteper il turismo e per la riscoper-ta del territorio - dice GinoTraversini, presidente dellacomunità montana del Catria eNerone - ma non risolverebbe iproblemi dell'economia locale.Ormai bisogna ragionare sularga scala". Ovvero un collega-mento moderno e attrezzatotra la Capitale e la città delDoge, "una linea che colleghiUrbino con Ferrara e apra alleaziende locali non solo la stra-da al commercio nazionale, maanche le vie di comunicazioneoltrefrontiera". "Il trasporto su ferrovia è l'uni-ca alternativa ai disagi creatidall'aumento incontrollato ditir e auto, - continua Traversini- ma non possiamo pensare chebasti solo la tratta della vecchiaferrovia e la sua continuazionefino a Fabriano, per risolvere iproblemi di viabilità di questezone. Se dobbiamo investire,tanto vale farlo bene e in modoaccurato". Non a caso il presi-dente della provincia Ucchielliultimamente ha occhi e orec-chie solo per la pedemontanaCagli-Fabriano, tre corsie ascorrimento veloce, primostralcio per un'autostrada del-l'entroterra marchigiano: "Ilprogetto è in fase avanzata -spiega Traversini - e rappresen-ta per ora la nostra priorità.Anche se mi sento di rilanciarel'idea del grande e modernocollegamento ferroviario". Un’idea, appunto, ma ancheuna strategia per guardare oltreil terriotrio locale e proiettarefinalmente il Montefletro aldilàdelle “dolci colline”.

LUCA MORICONI

Urbino, si sa, ha unavocazione turisti-ca: soprattuttod'estate la città siriempie di visita-tori stranieri che

girano, fotografano e prendono imezzi pubblici. E così l'Ami hatradotto in più lingue un cartellodi servizio affisso sui suoi pull-man: inglese, francese, tedesco,giapponese. E arabo. L'azienda,infatti, si è preoccupata non solodei turisti ma anche degli immi-grati provenienti da Maghreb eMedio oriente. Peccato che lascritta sia sbagliata. La traduzio-ne in arabo non significa nulla: èsoltanto una serie di lettere,arabe certo, ma messe alla rinfu-sa. Che è successo? Chi conoscel'arabo è rimasto scandalizzato."I clienti sono pregati di munir-si di moneta contante", ammo-nisce il cartello e "È fatto obbli-go di mostrare il biglietto e/ol'abbonamento al conducen-te". E poi: "Passengers arekindly requested to pay incash", e così via. Ma quando si

arriva all'arabo, segni incom-prensibili.Ai passeggeri, magari annoiati,il cartello non provoca reazioni,se non quella positiva per tantaattenzione verso gli stranieri.Ma se il cronista conosce unpo' l'arabo, fa il suo mestiere econtrolla.Il Ducato è andato a verificare aFermignano: il call center vicinoalla piazza è frequentato soprat-tutto da immigrati, e gli arabi checi vanno per chiamare a casasono in tanti. Tre maghrebinihanno cominciato a passarsi ilfoglio di mano in mano con ariainterrogativa, parlando fitto traloro. Uno ha inforcato gli occhia-li per leggere meglio, ha avvici-nato il naso al pezzo di carta, poil'ha allontanato di nuovo:"Questa non è la nostra lingua.

Però chissà, potrebbe essere per-siano. Anche in Iran scrivonocon l'alfabeto arabo".Il cronista allora va al negoziodi tappeti persiani: Parsa tap-peti. Il padrone iraniano:"Questo per me è proprioarabo! Di certo non è persiano.Però potrebbe essere Urdu, lalingua parlata in Pakistan, oPashtun, una delle linguedell'Afghanistan. Anche lorousano l'alfabeto arabo".Afgani a Urbino non ce nesono e noi abbiamo preferitonon spingerci così lontano.Così abbiamo telefonatoall'Ami per chiedere una spie-gazione. "È stata una nostraidea quella dell'arabo - hannorisposto all'azienda - ma la tra-duzione non l'abbiamo fattanoi. Ci siamo affidati a un'a-

Cara Ami, ma che arabo parli?Sugli autobus circolano scritte che non significano niente

genzia di interpreti". L'Aminon ha voluto chiarire, però, sesi è occupata in prima personadella stampa o se si è affidata auna tipografia.A questo punto, una telefonataall'agenzia era d'obbligo. Iltitolare è caduto dalle nuvole:"Non è possibile che la frase siasbagliata! Noi ci affidiamo a uninterprete di madrelingua affi-dabilissimo, non abbiamo maiavuto problemi".E aveva ragione. Da un esamedella versione che l'agenzia hafornito all'Ami, e di cui ci hadato una copia, alla fine si sco-pre che l'agenzia non ha colpa:le frasi sono tradotte corretta-mente. Ma le scritte sul docu-mento sono molto diverse daquelle affisse sugli autobus.Di chi è l'errore quindi? L'Amisi è rifiutata di rispondere.Probabilmente la colpa è di uncomputer poco dotato per lelingue, che in fase di stampa hascombinato la scritta in arabo,mettendo tutti i caratteri allarinfusa. Quello che è certo èche l'Ami - hanno assicurato -sostituirà presto i cartelli.

Un cittadino marocchino:“Sono solo lettere senza senso”.

Forse l’errore di un computer

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CITTÀ

Con mezzo metrosubito in tiltil piano antineve

Una nevicata darecord? Non pro-prio. "Sono caduti,in due giorni, cin-quanta centimetridi neve", osserva il

direttore dell'Osservatorio meteoSerpieri, Michele Gianotti. "Unevento non eccezionale - spiega -ma solo un tantino poco frequen-te". Ma che è bastato per isolareUrbino dai collegamenti perPesaro, Fermignano e Gadana, e acausare un black-out di mezz'orain parte della città.Le strade sono rimaste chiuse pertutta la mattina di mercoledì. Leruspe e i trattori delle dodici ditteprivate attivate dal Comune perpulire le carreggiate hannocominciato a uscire all'alba. Gliautobus sono a partiti a singhioz-zo, con ritardi di mezz'ora, dapiazza Mercatale. Nelle scuole, anche se aperte, ilservizio pullman è stato attivatosolo in certi casi; e le aule sonorimaste comunque vuote per trequarti. Sulla strada panoramicache collega l'ospedale con larotonda che porta a Pesaro (dovec'è la scultura di Pomodoro),un'ambulanza è rimasta ferma alato della strada, a fianco delmuretto. E poi: i convegni orga-nizzati dalle associazioni culturalidi Urbino sono saltati. Due in par-ticolare: un ricordo del poeta-scrittore Paolo Volponi e unincontro per discutere sull'aboli-zione della pena di morte, orga-nizzato dalla comunità diSant'Egidio in collaborazione conAmnesty International."I ritardi sono stati evidenti atutti", osserva il consiglierecomunale del Gruppo misto,Augusto Calzini (opposizione)."Urbino è ritornata all'età dellapietra. Il piano anti-neve messoin piedi dalla giunta, e a noi sco-nosciuto, non ha evidentementetenuto alla prova dei fatti".Un'opinione diversa - ovviamen-te - da quella del vicesindaco eassessore ai Lavori pubblici LinoMechelli. "Il Comune è pronto adaffrontare forti nevicate - spiega-va lunedì scorso - e questo già dalprimo novembre. Abbiamo aller-tato undici ditte di operatori agri-coli e una ditta non agricola per-ché ripuliscano le strade con iloro trattori", adattati con specialilame spalaneve sul davanti."Inoltre, ci sono altre tre aziendeche interverranno a chiamata.Tutti sono pronti da venti giorni".Ma perché non ha funzionato la

Il Comune è già in difficoltà

"macchina"? Il servizio è statoorganizzato da Gabriele Gambini,Emilio Vedovi, Marco Manenti,Carlo Pagnanelli, la ditta Gua-Fo,Dino Damiani, Vasco Pandolfi,Bruno Perugini, UmbertoPaganelli, Giorgio Bonci, AssuntaMangani e Francesco Pretelli.Alcuni di loro (caso per caso non èstato possibile controllarlo) sonoscesi in strada tra le 5 e le 8 dimercoledì mattina, quando le trestrade principali che portano aUrbino erano già bloccate. La sta-tale per Fermignano è statariaperta a mezzogiorno, ma sullestrade delle frazioni vicine i disagisono proseguiti per tutta la gior-nata. "In paese è passato uno solodei tre autobus scolastici - spiegauna maestra delle elementariMazzaferro - e i bambini eranosolo 15 su 62 iscritti". Stessa situa-zione alle elementari di Gadana,dove c'erano solo 28 alunni su 82.In generale, le scuole di Pieve di

Cagna, Schieti, Trasanni, Gadana,Mazzaferro e Canavaccio hannoavuto le maggiori assenze. Gli asilinido, le scuole materne ed ele-mentari di Urbino centro, invece,hanno sofferto meno le conse-guenze della neve. "A parte lascuola media, dove sono venuti40 bambini su 200 - osserva lapreside dell'istituto comprensivoVolponi, Silvia Gelardi - nellescuole della città non abbiamoregistrato assenze significative.Né tra gli alunni, né tra il perso-nale docente. Per quanto miriguarda, io, insieme ad altreinsegnanti, sono venuta a piedi. Ipullman? Qui sono passati rego-larmente".Oltre ai mezzi privati, il Comuneha messo a disposizione duespargisale e tre mezzi per losgombero di grandi quantità dineve. Anche i pompieri sonointervenuti: solo ieri mattina,otto squadre hanno liberato le

carreggiate dalle auto bloccate,tagliato i rami pericolanti e spo-stato i tronchi d'albero caduti chebloccavano alcune strade d'ac-cesso alle mura. "Per sostenerequesta mole di lavoro - spiegano ivigili del fuoco - siamo staticostretti a richiamare una decinadi colleghi in riposo". Ma è stata davvero una nevicataeccezionale? Scorrendo i datidell'Osservatorio Serpieri, negliultimi 52 anni il record di nevecaduta a novembre spetta al '98,con 78 centimetri, seguito dal '93,33 centimetri, e dall'88, 30. "Tramartedì e mercoledì sono caduti50 centimetri di neve - spiega ildirettore Gianotti - e non è poco.Ma non si può certo parlare diuna precipitazione straordina-ria". Giovedì, in ogni caso, tutte lescuole sono rimaste chiuse e ilComune ha già ordinato una palameccanica da Ancona per leemergenze.

Strade bloccate, disagi, scuole chiuse

Nella fotoin alto a sinistra,piazza della Repubblicacoperta di neve.Gravi i disagi alla circo-lazione soprattutto peri molti mezzi pesantirimasti bloccati sullestrade.

LUCA DOMENICHINIMARCO RATTI

Molti problemi anche per i mezzi di soccorso. Un black out elettricoha lasciato al buio parte della città

Mechelli: “Spesala maggior parte

dei fondi”

La neve è leggera, ma pesa notevolmentesui bilanci di Comune, Provincia e Anas.Quanto costa ripulire Urbino da una

forte nevicata? Da questo punto di vista, "loscorso inverno è un anno da dimenticare"secondo il vicesindaco Lino Mechelli, e ilComune si sta ancora leccando le ferite. La spesa prevista dall'ultimo bilancio era di37mila euro, "uno stanziamento sufficienteda molti anni", spiegaMechelli. Ma per l'inverno2004-2005 è stato necessarioliquidare altri 98mila europer lo sgombero della neve,per il materiale utilizzato(250 quintali di sale e 1.700quintali di ghiaino pietrisco),e altri 20mila per le ore dilavoro straordinario. IlComune spera di essererisarcito attraverso un mutuoche sarà attivato dallaRegione: saranno ripartiti icirca 7 milioni di euro messi adisposizione dal Governo perle calamità naturali, ma i soldi"non dovrebbero arrivareprima di marzo o aprile". E ci sono altre spese impo-nenti: 5 milioni e 615milaeuro per danni alle stradecomunali e altri 4 milioni per sistemare lestrade di campagna. "Abbiamo già speso lamaggior parte dei soldi stanziati per que-st'anno - dice Mechelli - e per la fine del2005 ci sono ancora circa 10mila euro. Per il

2006 la spesa prevista sarà di circa 40milaeuro, ma di fronte all'emergenza siamopronti a prendere provvedimenti". Altredecisioni potrebbero essere prese nel corsodi una riunione operativa con forze dell'or-dine, Asur e servizi pubblici, che sarà con-vocata nei prossimi giorni.Ma Urbino non è attraversata solo da stradecomunali. Ci sono sei strade provinciali: la

423 Urbinate, la 51 Cesane, la4 Metaurense, la 56Montefabbri, la 3 bisMercatale e la 9 Urbinate-Feltresca. La Provincia ha adisposizione dieci mezzi perripulire le strade dalla neve,oltre a quelli spargisale e alleturbine della Protezione civilepronte a dare una mano.L'inverno scorso in tutta laprovincia, la spesa per la neveè stata di circa 1,8 milioni,contro i soliti 350-380mila.Infine, la città è attraversatadalla strada statale 73 bis.Dal chilometro 16 al 111della ss 73 bis, e per laPedemontana 687 Lunano-Sant'Angelo in Vado, l'Anas siè attrezzata con otto mezzisgombraneve, otto lame, cin-

que vomeri e nove spandigraniglia. Tre ditteprivate mettono a disposizione altri diecimezzi. Lo scorso anno, in questo tratto distrada, sono stati spesi 163mila euro per leforti nevicate. (m.r.)

Le auto in Corso Garibaldisepolte dalle prime

nevicate della stagione

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Un milione per la risonanzaL’ospedale di Urbino è in corsa per l’acquisto della nuova strumentazione

Già in cassa la metà dell’importo necessario, si attende l’ok del Cipe per coprire il resto della spesa

L’impiantoutilizzatoper eseguirela risonanzamagneticaC

osta più un milionedi euro: è una mac-china per la riso-nanza magnetica,in grado di "foto-grafare" l'interno

del corpo. Si tratta di un esameutile per la diagnosi di unampio numero di patologie, daltumore al mal di testa, dallemalattie dell'addome all'erniadel disco. Un'attrezzatura atte-sissima non solo all'ospedaleSanta Maria della Misericordia:per avvalersi di questo servizio,gli urbinati non dovranno piùcorrere a Pesaro, Ancona o SanSepolcro.La risonanza magnetica (Rm) èpiù “sicura” della Tac: non uti-lizza i raggi x per visualizzarel'organismo umano, ma onderadio che, dun-que, non com-portano queirischi per la salu-te (seppur mini-mi) causati dauna ripetutaesposizione allaTac. E' anche piùaccurata: per imedici un po'come passaredagli occhiali almicroscopio.All'ospedale diPesaro risultache la risonanza magnetica è ilservizio "in cessione esterna"più richiesto dai sanitari diUrbino. Dunque, costituisce

una spesa per l'ospedale delMontefeltro, che comunqueviene rimborsata nell'ambitodel sistema di compensazione

regionale. "E' piùdi un anellonella diagnosticadelle immagini"osserva LucioLucchini, diri-gente dell'Asur 2Urbino.Per l'acquisto delmacchinario - hadetto inConsiglio comu-nale dell'asses-sore allePolitiche sociali,Maria Clara

Muci - cinquecentomila eurosono già stati messi a disposi-zione dalla Fondazione cassa dirisparmio di Pesaro, che si era

anche impegnata a garantire lacopertura dell'intera spesa neiprossimi tre anni. La regioneMarche, però, ha già approvatoil finanziamento dell'importorestante (più di 500mila euro)per l'acquisto della strumenta-zione. Ora manca soltanto unaformalità, l'approvazione aRoma da parte del Cipe, ilComitato interministeriale perla programmazione economi-ca. Martedi scorso GiuseppeZuccatelli, dirigente del servi-zio sanitario marchigiano, eranella capitale per discuteredegli interventi nelle Marchedurante una riunione prepara-toria al Cipe. Una delle que-stioni sul tavolo di trattativa,come hanno confermato dal-l'assessorato regionale per latutela della salute, era proprioquella dell'apparecchiatura

destinata a Urbino.Si tratta, però, di un serviziooneroso per il sistema sanita-rio. Secondo il tariffario delministero dellaSalute, un esamealla colonna ver-tebrale costa allacomunità 150euro. Con l'ag-giunta del"mezzo di con-trasto", unasostanza inietta-ta nel sangue chepermette unamaggiore accu-ratezza nell'a-nalisi, si arriva a230 euro perogni seduta. Pericolo di spre-chi? "C'è un incremento note-vole di richieste per questoesame nell'ultimo periodo.

Alcune sono riconducibili adun eccesso di scrupolo deimedici", ha osservato RobertoGrasso, della radiologia all'o-

spedale pesare-se.L'esigenza diuna strumenta-zione più poten-te è anche legataa l l ' a n z i a n i t àdella popolazio-ne nella Zonaterritoriale 2, chec o m p r e n d eUrbino e altri 28Comuni. Quasiun terzo degliabitanti ha più di60 anni e, secon-

do una ricerca promossadall'Asur locale, gli ultraottan-tenni sono aumentati del 16%negli ultimi nove anni.

LUCA DELLO IACOVO

Rispetto allaTac l’esameRm è meno

rischioso perla salute:

non ci sonoradiazioni

Per accederea questoservizio

oggi urbinaticostretti

ad andarefino a Pesaro

Dall’ernia al cancro,diagnosi piùaccurate grazieal macchinarioin arrivo

CITTÀ

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ECONOMIA

Donne: bella impresaCrescono in provincia le aziende al femminile

Si dividono tra casa elavoro, sono attenteagli affari ma anche aifigli, portano la gonnama non si fanno met-tere i piedi in testa

dagli uomini. E soprattuttosono in aumento. Le donneimprenditrici, ovvero titolari diaziende, nella provincia diPesaro e Urbino rappresentanol'unico segnale positivo nelpanorama imprenditoriale delterritorio. Secondo i dati fornitidalla Camera di commerciolocale le imprese con la gonnanella nostra provincia sono9.156 su un totale di circa40.435 aziende. Ciò significache il 22,7% di queste ha unadonna come titolare. In altri11000 casi le donne ricopronocariche sociali di varia natura,siano socie o membri del con-siglio di amministrazione. Hadunque almeno un segno rosala cabina di comando del 50%delle aziende della zona. Lasituazione è la stessa se si con-siderano i comuni di Urbino eFermignano. Su 1645 impresepresenti nella città ducale, 796sono "femmine". In 368 di que-ste la partecipazione femmini-le è pari al 100%. Le donnesono cioè le titolari nel caso disocietà individuali, l'unicosocio o amministratore nelcaso di società di persone o dicapitale. Dimezzati, ma presso-

ché identici quanto a propor-zioni, i dati per il comune diFermignano, con 156 impreseinteramente controllate dadonne su un totale di 742. "Lenostre donne sono preparate edinamiche - ha detto la respon-sabile del Comitato impresadonna della Cna di Pesaro,Camilla Fabbri - peccato chemanchino le agevolazioni. Lalegge 215/92 avrebbe potutoaiutare davvero la condizionedelle donne imprenditrici nellanostra regione, ma dal '98 ifondi sono sempre più dimi-nuiti". Pochi sussidi dunque,

ma tanta voglia di mettersi ingioco, soprattutto nei settoridel commercio, della manifat-tura e dell'agricoltura. Ma se aUrbino e a Fermignano ledonne guidano per lo più pic-coli esercizi come bar, lavande-rie, centri estetici, a Pesaro cisono signore che possonoavere anche più di 80 dipen-denti sotto di sé. I problemiperò sono gli stessi per tutte. "Avolte vorresti essere sia a casa -ha detto l'amministratore dele-gato della Isopak di PesaroAlessandra Baronciani - sia allavoro, vorresti avere duecuori''. La difficoltà maggioreriguarda la gestione dei tempi.Ci sono i figli da portare a scuo-la, i mariti che aspettano ilpranzo. La signora Antonella,titolare di un centro estetico aFermignano, e' stata fortunata."Ho potuto contare - ha detto -sulla collaborazione di miomarito". In generale il proble-ma della casa è ancora sullespalle della donna. "Anche seoggi c'è maggiore condivisionedi responsabilità, le donnedevono conciliare il doppioruolo di mamma e imprenditri-ce" ha detto il presidente delcomitato per l’imprenditoriali-tà femminile, Ilva Sartini.Esempi positivi comunque nonmancano. Un nome su tutti, ilpresidente di ConfindustriaMarche, Maria Paola Merloni,mamma di una bambina e figliadi uno dei più grandi produtto-ri italiani di elettrodomestici.

FRANCESCA PIATANESI

DESY D’ADDARIO

"Somma che è stata spesa perl'organizzazione degli intere-venti e che non verrà rimborsa-ta dallo Stato" precisa l'asses-sore Muci.Le Regione si è impegnata acoprire il 20% della sommadecurtata, ma i servizi socialiverranno comunque ridimen-sionati o chiusi. I settori arischio sono molti, ma il dannopiù pesante lo subirà l’assisten-za alle famiglie con anziani nonautosufficienti e disabili. "Lasituazione dei tagli è critica intutte le tipologie dei servizisociali - afferma Secchiaroli -ma a preoccuparmi è la decur-tazione dei fondi a sostegno dei

minori stra-nieri, rinvenu-ti in stato diabbandono edell’assistenzad o m i c i l i a r eassistita".Un altro setto-re che rischiadi perdererisorse è quel-lo della pre-venzione deldisagio giova-nile e delled i p e n d e n z e(alcool edroga), ma

saranno depotenziati tutti i ser-vizi."I Comuni - sottolineaSecchiaroli - stanno preparan-do il bilancio, da approvare agennaio, cercando di tampona-re i tagli della Finanziaria e ildimezzamento del Fondo per lepolitiche sociali. Per garantire iservizi dovranno aumentare letasse e spostare fondi". "Sono previsti dei tagli all'assi-stenza, un aumento delle rettedi asili e case di riposo e menofondi a sostegno delle famigliemeno abbienti", spiega MariaClara Muci. Salta anche il pro-getto di creare due centri diaggregazione per i giovani dellefrazioni più disagiate diUrbino. "Il Governo - commen-ta l'Assessore - dovrebbe foca-lizzare gli interventi sulla retedei servizi già esistente, invece,di elargire bonus a pioggia".

In provincia è rosa lametà delle impreseSu 40.000 aziende20.000 registrano pre-senze femminil. Di que-ste, 9.100 sono guida-te da donne. (Fonte:Cna e Camera di com-mercio)

Servizi sociali agli sgoc-cioli. La Finanziaria2006 metterà a duraprova i bilanci deiComuni, ma a dare ilcolpo di grazia ai ser-

vizi per famiglie, anziani, dis-abili e immigrati è stato il tagliodel 50% della quota del 2005del Fondo nazionale per le poli-tiche sociali. E questo accadràanche nel Montefeltro.Questo fondo è il principalestrumento di finanziamentodei servizi sociali e comprendeuna serie di interventi integraticon le politiche sanitarie esocio lavorative. Per il 2005 leMarche avevano a disposizionenel fondo perle politichesociali 26milioni di europer l'attuazio-ne di vari inter-venti. Di que-sto stanzia-mento, però, èstata versatasolo la metà."Due mesi fa -s p i e g aM a r c e l l oS e c c h i a r o l i ,c o o rd i n a t o red e l l ' A m b i t ot e r r i t o r i a l esociale di Urbino - il fondo èstato decurtato e l'ultima tran-che non arriverà ai Comunimarchigiani".Un provvedimento che avràconseguenze drastiche sull'or-ganizzazione dei servizi. Glienti locali avranno a disposi-zione la metà delle risorse delfondo dell'anno precedente edovranno fronteggiare il taglio,previsto dalla Finanziaria, del6% sui trasferimenti ordinari.Per le Marche il taglio corri-sponde a 13 milioni di euro inmeno."Una situazione preoccupante- commenta Maria Clara Muci,assessore alle Politiche Socialidel Comune di Urbino - chedanneggerà fortemente la retedei servizi". L'anno scorso ilComune aveva stanziato per iservizi sociali la stessa sommadel 2004, 338 mila euro.

Dimezzati i fondidei servizi sociali

I tagli della Finanziaria 2006

In più di 9000si dividono tracasa e lavoro

Nella foto a destraMarcelloSecchiaroli. Inbasso CamillaFabbri.

Imprese gestite da uomini

50%

23%

27%

Imprese gestite da donne

Imprese in cui le donne sono socie o parte del cda

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Vengono soprattuttoda fuori le donneche, nel 2004, hannofatto ricorso all'in-terruzione volonta-ria di gravidanza. A

dirlo i dati dell'ospedale dellaZona Territoriale n°2 di Urbinoche comprende i 29 comunidelle 3 comunità montane diCatria e Nerone, Montefeltro eAlto e Medio Metauro. Su 335interruzioni di gravidanza, 194sono infatti interruzioni volon-tarie, in base a quanto previstodalla legge 194 del 1978. Donnegiovani, di età compresa tra i 20e i 34 anni, studentesse ancoraiscritte alle Aziende sanitarielocali di origine (che approfitta-no, specie se del sud, di un siste-ma sanitario più efficiente) edonne che migrano verso la Asurdi Urbino per la buona fama deldipartimento di ginecologia.Sono poche le donne extraco-munitarie che abortiscono aUrbino, ma sono 6 su 7 quelleche scelgono l'interruzioneindotta legalmente. Segno che,forse, possono scegliere menodelle italiane.Il professor Eugenio Fusco, pri-mario del reparto di ginecolo-gia, esegue, insieme alla suaéquipe, circa 4 interventi a set-timana, di solito il lunedì."L'intervento di isterosuzione(è così che si chiama tecnica-mente, ndr) è del tutto gratuitoe a carico della Asur anche nelcaso di donne extracomunita-rie prive di permesso disoggiorno, e può essereeseguito in "day hospi-tal" cioè nell'arco dipoche ore: la donnaentra in ospedale alle 9del mattino ed esce alle13".Colpisce a prima vistal'età delle donne chericorrono all'abortoindotto legalmente: 19casi tra le giovanissime(dai 15 ai 19 anni) men-tre più del 65% del tota-le riguarda donne tra i20 e i 34 anni. Nel corsodegli anni, dopo ilpicco di interruzionivolontarie degli anni'80, il numero di abortinon è cresciuto. "Non siè verificato nessunaumento rispetto al2003 - conferma Fusco- la tendenza è stabileormai da anni, ma nelcaso delle giovanidonne tra i 15 e i 19, ilproblema grave è quel-lo della mancanza diinformazione sui meto-di contraccettivi:abbiamo incontratospesso in passato lescuole, soprattuttoquelle superiori. Gliincontri erano dedicati

soprattutto alla contraccezio-ne, ma evidentemente c'èancora molto lavoro da fare inquesta direzione". La conse-guenza? Superficialità nell'usodi pillole contraccettive e pre-servativi spingono molte ragaz-ze a fare ricorso alla cosiddettacontraccezione d'emergenza,più conosciuta come pillola delgiorno dopo.Molta confusio-ne sulla suanatura e i suoieffetti. "Non èuna pillola abor-tigena - spiegaFusco - dalmomento cheimpedisce l'im-pianto dell'ovulonell'utero delladonna, quindiagisce primadell'inizio dellagravidanza. Perquesta ragione ritengo che inquesto caso non si possa eserci-tare il diritto all'obiezione dicoscienza, previsto invece pergli interventi di interruzione digravidanza: ogni medico, anchequello generico o quello diturno al pronto soccorso,

dovrebbe prescriverla". Di natura abortiva è invece lapillola RU486 (Myfegyne), rico-nosciuta dal 1999 in tutti i paesidell'Unione europea comemetodo farmacologico per l'in-terruzione precoce di gravidan-za. Unici paesi dell'Unione afare eccezione Portogallo eItalia. Nelle ultime settimane

non si fa che par-larne: politici,uomini di chiesa,medici obiettori,medici nonobiettori, volon-tari. Chiunquedice la sua. Dopola scelta di alcuniospedali italianidi adottare la pil-lola, in virtù diun decreto mini-s t e r i a l e(11/2/97) cheregola l'importa-

zione di medicinali in commer-cio all'estero, anche nelleMarche presto arriverà il nuovofarmaco. "Abbiamo messo apunto la procedura - ha dettoPaolo Menichetti, Direttoregenerale degli ospedali Riunitidi Ancona - per consentire al

cisare Menichetti - la donnache intende far uso della pillolaabortiva deve restare in ospe-dale per tre giorni in modo dapoter essere seguita da vicinodal medico".A Urbino, per il momento, nes-

suna richiesta specificadi trattamento con laRU486, ma il primariodi ginecologia nonnasconde di esserefavorevole alla sua ado-zione. "Rientra nell'at-tività di aggiornamentodel personale previstadall'articolo 15 dellalegge 194. Non credoche sia necessaria alcu-na forma di sperimen-tazione: in Europa è giàin uso da molti anni". Il professor Fusco non èun obiettore di coscien-za, ma non ha dubbiquando afferma che nelsuo reparto si lavoramolto bene anche con imedici contrari all'a-borto e che scelgono dinon eseguire gli inter-venti di interruzione digravidanza. E all'ospe-dale di Urbino i mediciobiettori di coscienzanon sono pochi: 5 su 11ginecologi. "Siamocoordinati molto bene eriusciamo a seguiretutte le nostre paziential meglio, nel rispettodelle reciproche posi-zioni: basta organizzarei turni con un po’ diattenzione".

"Salesi" l'acquisto della RU486.È comunque necessaria larichiesta nominativa di unmedico che intenda prescriver-la ad una sua paziente, ma finoad ora non ce n'è stata nessu-na. In ogni caso - ci tiene a pre-

“Così ho chiesto la pillola del giorno dopo”LA TESTIMONIANZA

PAOLA CAVADI

Legge 194, le donnescelgono Urbino

Le interruzioni di gravidanza, nel 2004, sono state 194. L’uso della contraccezione

I dati completi sugli aborti nei 29 comuni del distretto sanitario

Acqua sul fuoco degli operatoridi ginecologia e ostetricia: “La sanità qui funziona bene”

Quello che segue è il racconto di una ragazza urbi-nate che si è presentata al consultorio per farsiprescrivere la pillola del giorno dopo.Ore 17, 15. Nella sala di accoglienza del prontosoccorso. L'infermiere di turno mi chiede, con losguardo distratto, di cosa ho bisogno. "Belladomanda" pensi. Una frazione di secondo,ma è sufficiente a simulare, tra te e te,possibili domande: "Scusi, vorrei la pil-lola del giorno dopo" oppure "Ho avutoun problema, è possibile parlare in pri-vato con un medico?". Capisco subitodi non poter evitare parole come rappor-to sessuale, preservativo rotto e pillola delgiorno dopo. Spero solo che l'infermiere capi-sca al volo, e mi indichi subito qualcuno con cuiparlare. Mi decido, ma stavolta le parole esconofuori tutte insieme: preservativo rotto, pillola delgiorno dopo, rapporto non protetto. A questo puntoè fatta, capirebbe anche un bambino. "Guardi, cisono due emergenze in questo momento, i medicidi turno sono occupati. Provi al terzo piano, repar-to di ginecologia".

Ore 17,20. Al reparto di ginecologia. Stavolta ildottore capisce subito e mi fa cenno di aspettare.Mi accompagna in una sala, prende il blocco dellacarta intestata dell'ospedale. Mi guarda in faccia,ha un aspetto sereno e modi tranquillizzanti.

"Quando hai avuto l'ultimo ciclo? Quando ilrapporto non protetto? Mai sofferto di epa-

tite? Ok, ti prescrivo la pillola del giornodopo. Due pasticche, dopo i pasti.Qualche gonfiore ma funziona al 95%".E poi: "Dottore, sono molti i casi comequesto?". "Eh sì, direi proprio di sì".

Ore 17,40. Per strada, la ricetta inmano. Il problema adesso è trovare una

farmacia aperta. È sabato pomeriggio, equella di turno è a Piazza della Repubblica. Entro,allungo sul tavolo la ricetta. La farmacista, donna,mi ricorda di prendere le due pillole insieme.Levonelle, 750 grammi compresse, 11euro e 20centesimi. Le chiedo: "Sono molte le ragazze chearrivano con ricette come questa?". Lei mi guar-da, incredula, e risponde: "Moltissime".

(testo raccolto da paola cavadi)

Il primario:“Non sonocontrario

alla Ru486. La adotterei

se la pazientelo chiedesse”

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INCHIESTA

Il dottor Luciano Quintini, èuno dei 5 medici ginecologiobiettori di coscienza all'o-

spedale di Urbino. Secondo lalegge 194, i medici contrariall'aborto hanno il diritto dinon partecipare materialmenteagli interventi di interruzionevolontaria di gravidanza.Devono comunque assicurarel'assistenza precedente e suc-cessiva all'intervento.Dottor Quintini, perché hascelto la strada dell'obiezionedi coscienza?“È molto semplice: essendocattolico l’aborto è una praticacontraria alle mia convinzionireligiose”.Fa parte del Movimento per laVita, l'associazione di volonta-ri contro l'aborto?“No”.Come mai?“Perché non ho il tempo mate-riale di impegnarmi in attivitàesterne di alcun tipo. Il lavoroche ho è già tanto”.Secondo lei, a Urbino, la legge194 è applicata correttamente,in modo completo?“Direi proprio di sì. Anche laposizione di un obiettore nonesime un medico dall'obbligodi comprendere le ragioni delladonna, qualsiasi sia la sua scel-ta. La legge ci obbliga ad aspet-tare sette giorni prima di ese-guire l'intervento; è un inter-vallo di tempo che la donna siprende, con l'aiuto del suomedico, per decidere consape-volmente. Una donna che arri-va in ospedale, al 99 per centodei casi è già decisa ad abortire.Noi rispettiamo la sua sceltasalvo poi non partecipareall'intervento”.Come giudica i rapporti con isuoi colleghi non obiettori?“Buoni. Non ci sono stati maigrossi problemi. Ricordo chesolo una volta mi sono trovatoin disaccordo con gli altri.Assieme ad un altro collegagiudicammo impossibile,anche da un punto di vista tec-nico, intervenire su unapaziente in stato di gravidanzaavanzata. In quella occasionerimandammo la questione alprimario”. Un medico obiettore può nonprescrivere che ne facciarichiesta ad una paziente lacosiddetta pillola del giornodopo?“No, perché non è tecnicamen-te una pillola abortiva, ma unfarmaco che crea un ambientesfavorevole all'impianto dell'o-vulo nell'utero. Si tratta di pre-venzione e non di aborto. Fauna bella differenza”.Cosa pensa della Ru486, la pil-lola per l'interruzione precocedella gravidanza?“Non posso che ripetermi. Inquanto cattolico non posso cheessere contrario. La pillola pro-voca fra l’altro aborti incom-pleti: ha infatti la funzione diindurre delle contrazioni uteri-ne che portano all'espulsionedel feto. Tuttavia non c'è dub-bio che la procedura, oltre cherispettare pienamente la leggesull’interruzione volontariadella gravidanza, sia anchesicura. La Ru486 non può esse-re certo presa a casa: è infattisempre necessario il ricoverodi tre giorni in ospedale.

(l.d.i.)

Al consultorio: la parola alle operatrici “N

on siamo una fabbrica di aborti maaiutiamo le donne a fare una sceltaconsapevole". Si difendono così

psicologa, ostetrica e assistente sociale delconsultorio familiare di Urbino, dalle polemi-che sull'efficacia di queste strutture. Le tredonne lavorano in équipe perassistere chi chiede di abortire. Ilprimo passo è il colloquio conl'ostetrica che analizza le circo-stanze del concepimento e puòindividuare altri problemi darimandare alla psicologa o all'as-sistente sociale. "Io lavoro sull'e-laborazione del vissuto di questedonne. Molte sono colte di sor-presa altre non conoscono o nonutilizzano contraccettivi e quindibisogna educarle all'uso", dice lapsicologa Antonella Tinti. "Ledonne devono avere le idee chia-re, a prescindere dalla scelta. Enoi le sosteniamo in qualsiasiscelta fatta con consapevolezza.E' importante prendersi tutto iltempo necessario per rifletterema per fare questo è fondamen-tale che il contatto avvenga quan-to prima". Le pazienti possonocambiare idea fino alla fine e,dopo la visita in ospedale e il colloquio con ilginecologo, possono tornare in consultorio. Ecomunque possono rinunciare ad abortireanche poco prima dell'intervento. Le donneche arrivano in consultorio hanno tra i 25 e i

39 anni, sono studentesse, casalinghe, extra-comunitarie, laureate, operaie. "I casi sonovari, molte donne scelgono di abortire nonsolo per motivazioni economiche, ma ancheperché non vogliono avere altri figli.L'importante è far capire che nessuno le giu-dica, che di fronte a noi si può dire tutto",aggiunge la psicologa.

A proposito delle polemiche sulruolo dei consultori e l'applica-zione della 194, la legge sull'ap-plicazione dell'interruzionevolontaria di gravidanza, l'oste-trica non ha dubbi: "Si tratta distrumentalizzazioni. Lavoriamotutti i giorni con le donne, comefai a tornare a casa sapendo chehai spinto per una soluzionepiuttosto che per un'altra? Primadella 194 morivano. La legge c'è eva fatta rispettare. Io sono contra-ria all'aborto ma non antepongole mie idee durante il colloquio,faccio in modo che la personache ho di fronte sia onesta con sestessa". Doriana Litargirio, l'assi-stente sociale lavora spesso concoppie che hanno problemi eco-nomici. "Che alternativa possodare a chi mi chiede l'interruzio-ne volontaria di gravidanza?", sichiede. "Ai consultori nel corso

degli anni è stato tolto personale e si operacon poche risorse. Possiamo chiedere l'aiutodi associazioni come la Caritas che fannoquello che possono. Riusciamo comunque afare il nostro lavoro".

“Non giudicoma aiutoa decidere”

L’obiettore

Gli aborti nel 2004

ETÀ CASI SPONTANEI CASI VOLONTARI

15-19 4 1920-24 10 3125-29 30 4330-34 42 5335-39 43 3040-44 9 1845-49 3 0Totali 141 194

Interruzioni volontarie per area geografica

PROVENIENZA N° CASI PERCENTUALE

ZT 2 Urbino 86 44,3altri Comuni 102 52,6altri Paesi 6 3,1Totali 141 194

A sinistra donne in corteo nel1977, prima dell’approvazionedella legge 194. Le tabelle inbasso sono state elaborate efornite dall’ospedale di Urbino

d’emergenza diffuso tra le giovanissime, spesso poco informate

“L’importante è chesi sentano libere

di raccontarci tutto”

LUISIDA DE IESO

La psicologa AntonellaTinti a colloquio con una paziente

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Tappeto rosso all'Isiaper Gianluigi Tocca-fondo, il più illustre tragli ex-studenti dell'I-stituto d'Arte di Urbi-no. Grafico d'anima-

zione, noto in Italia e all'estero peri suoi cortometraggi e le animazio-ni cinematografiche, Toccafondo ètornato nella città ducale per in-contrare gli studenti dell'Isia. Ilcreativo, che ha raggiunto fama in-ternazionale grazie alle sue mostree alla pubblicità della Levi's, daqueste parti è noto soprattutto peril suo spot della Sambuca Molinari.Saluta professori e inservienti, simescola tra i ragazzi come fosseancora uno studente. Ha quaran-t'anni, ma sembra venuto per assi-stere a una lezione. Poi però si sie-de dall'altro lato della cattedra eparla della sua esperienza di crea-tivo e della sua collaborazione conDomenico Procacci e la Fandango.Mentre sul grande schermo scor-rono le sue opere di grafica cine-matografica, Toccafondo raccontala sua storia professionale, che par-te da Urbino e si snoda tra Parigi,

A lezione di creativitàA venticinque anni sbarca a Parigi. Ma la squadra

con cui preferisce lavorare è la Fandango di Procacci

Gianluigi Toccafondo da Urbino agli Usa: storia di un artista

Los Angeles, il Giappone e le colli-ne bolognesi, dove ha deciso di fer-marsi.Cosa distingue la formazione ne-gli istituti d'arteche si trovano aUrbino?"La disoccupazio-ne stimola la crea-tività ed è questoche rende unicaUrbino. La man-canza di possibili-tà lavorative è fon-damentale perchénon hai la premuradel ritorno econo-mico che c'è nelle altre scuole. Quisi pensa solo a sperimentare. Lascuola si distingue per l'eccellenzadella sua formazione artistica".

Ma la città è all’avanguardia?"La sperimentazione parte dal di-segno, dalla pittura e dalla fotogra-fia, i mezzi base della grafica, utiliz-

zati per sviluppareforme espressivein libertà. Il lavoroche si fa qui è tal-mente sperimen-tale che a volte siimprovvisa stimo-lando l'originalità.Quando studiavoqui, ho imparatol'Abc del mio me-stiere. Non realiz-zavamo prodotti

eccellenti, ma lavoravamo soprat-tutto sull'innovazione degli stili".Come cambia il mestiere di grafi-co con il digitale?

"Con le nuove tecniche tutti posso-no creare prodotti fatti in casa a co-sti contenuti. In termine di anima-zione però non cambia molto. Il la-voro più grosso è sempre la quanti-tà enorme di disegni che servonoper realizzare pochi secondi di pro-dotto. Solo i più appassionati e ca-parbi accettano uno sforzo chenon è commisurabile al risultato".Cosa consigli ai ragazzi che voglio-no intraprendere questo mestie-re?"Credo molto nel mio lavoro, ma inItalia la professione di grafico è so-pravvalutata. Nelle scuole si for-mano i cosiddetti creativi, una pa-rola insignificante, che spesso si ri-duce a schiere di artigiani al soldodel direttore artistico. Bisognereb-be avere maggiore rispetto per laprofessionalità dell'autore. I vec-chi caroselli erano un'ottima pale-stra, ci lavoravano artisti e registi.Oggi ci si limita a saccheggiare leidee in circolazione. Negli Usa co-me in Italia chi paga ha sempre ra-gione. La sfida è fare bene il propriomestiere nella massima libertàespressiva.Come viene considerato il graficoall'estero?"A 25 anni sono andato a Parigi e lìho capito che si poteva fare questolavoro per vivere, anche perché ilgoverno stanzia fondi a sostegnodelle opere artistiche. La cosa piùimportante è rinnovarsi in conti-nuazione perché un'immagine siidentifica immediatamente conun prodotto e per preservare l'ori-ginalità devi reinventarti". Uno dei tuoi lavori più noti è la si-gla della Fandango, che mescolagli elementi chiave del tuo stile:l'espressionismo cupo della Berli-no degli anni Trenta,con il graffiti-smo metropolitano. Come è natala collaborazione con DomenicoProcacci?"Nel mondo del cinema e dell'arte,è importante la voglia di collabora-zione e scambio. Con Procacci for-miamo un'ottima squadra perchéanche lui ha un approccio da "nonprofessionista". Facciamo cose di-vertenti e originali. Dove c'è pocointeresse si lavora con più libertà ein questo senso con la Fandangomi sento molto libero. Sono un ar-tista e mi hanno sempre chiestoprodotti miei, mai cose da catenadi montaggio. Ho il mio stile e lavo-ro seguendo la mia creatività”.

L’arte e l’impresa si tingono di rosaIn mostra i lavori delle ex studentesse degli istituti di Urbino

Giovani, creative e occupate. Sono ledieci ragazze di CreAttività: le donnel'arte e il lavoro. La mostra faparte dell'iniziativa “Mani inpasta”, giunta alla sua terzaedizione, organizzata dalcomitato per la promozionedell'imprenditorialità femmi-nile della Camera di commer-cio di Pesaro e Urbino in colla-borazione con le autorità locali. Leprotagoniste sono tutte ex-allieve degliistituti di Urbino che hanno trasformatoin impresa la loro arte. Tra loroRebecca Lisotta, scenografa di lungo-

metraggi animati come "Storia di unagabbianella e del gatto" e Simona

Bursi che ha realizzato i cartonidello Zecchino.L'edizione 2005 prevede, oltrealla mostra al Convento diSanta Chiara (tutti i giornidalle 15 alle 19, fino al 28

novembre), un seminario daltitolo "Quando l'arte diventa un

lavoro", sabato 26 novembre alle 9.30presso la Sala Serpieri del CollegioRaffaello. L'1 dicembre è previsto unincontro dal titolo "Pari Opportunità"presso il Centro Donna.

L’INIZIATIVA

Lo conosconotutti

per lo spotdella Sambuca

Molinari

Finestre sul mondo nella casa di RaffaelloEnzo Cappucci, giornalista di Rainews24, espone i suoi scatti

Un viaggio tra climi, colori e sensazioni diverse,dai panorami della Tunisia ai ghiacci dellaGroenlandia. È quello che si prova con "Spira-

gli", la mostra del giornalista di Rainews24 Enzo Cap-pucci, che sarà visitabile nelle sale della casa di Raf-faello fino al 30 novembre.Cappucci ha cominciato la sua attività di fotografo dabambino quando, come dice lui stesso, "giochicchia-va" con la Minolta del padre. La passione è cresciuta neltempo con i viaggi di lavoro che l'hanno portato in giroper il mondo. È approdato poi a Urbino, ospite dell'ac-cademia di Raffaello.Il mare di Sicilia, il viso di una bambina tunisina, unprato fiorito. Cappucci sembra non avere un soggettopreferito. "Quello che mi muove è la voglia di docu-mentare, quello che mi interessa è dare un taglio geo-metrico alle immagini. Fotografare un tramonto è ba-nale, cogliere la luce del tramonto negli occhi di una

bambina no: anzi, credo che sia l'essenza stessa dellafotografia". La Tunisia, i suoi suk, la sua gente, tornano più volte nelrepertorio del giornalista, che si confessa innamoratodel suo "clima dolce", ricordo di infanzia, di quando ciandava con la famiglia. Dal calore delle spiagge di Pantelleria Cappucci passaal sole freddo di Groenlandia: "È stato un viaggio av-venturoso. Eravamo a bordo di un Dc3, l'aereo che èstato utilizzato per lo sbarco in Normandia del '45. Ab-biamo fatto tappa obbligatoria in Groenlandia. Ce lasiamo vista brutta perché si è scatenata una burrascaimprovvisa". I soggetti a volte si fanno astratti, quasi metafisici: leincrespature dell'acqua creano giochi di luce e nuoveforme. Ma anche una finestra aperta su un notturnodel Golfo di Pantelleria diventa evocativa. "Bisognaessere distratti, poi d'improvviso ti svegli e fotografi -conclude Cappucci - sai quello che vuoi, ma non saicosa ti viene".

Sopra, una fotodi Cappucci. A destra, unaillustrazione di Toccafondo

ALESSIA GIZZI

PIER LUIGI CARA

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CULTURA

“Siccome il picco-lo dava ancorasegni di vitaquando i tede-schi stavanoper abbando-

nare la zona, uno di essi gli sparòun colpo di fucile alla testa fa-cendo saltare il cervello”. È il ver-bale dei carabinieri che raccon-ta la fine di Giuseppe Novelli, 18mesi appena, morto il 7 aprile1944 nella strage di Fragheto, lo-calità del piccolo paese di Ca-steldelci, al confine con la Ro-magna. Le vittime dell’eccidionazista furono trenta, ma i re-sponsabili non sono mai statiidentificati. I documenti secre-tati per decenni, le testimonian-ze raccolte con difficoltà. Ora, fi-nalmente, grazie a una ricercanegli archivi tedeschi e america-ni, i nomi ci sono. E la lista saràinviata alla procura militare diLa Spezia, incaricata di cercarequegli ex militari e valutare l’op-portunità di un processo. Per ac-certare le responsabilità del piùcruento massacro compiuto daitedeschi nel pesarese. “È stata la divisio-ne Her mannGoering”, si è det-to per anni. Seibambini, quindi-ci donne e ottouomini anziani,trucidati in po-che ore in un po-meriggio di pri-mavera. Alcunimitragliati in ca-sa, altri portati instrada per un’e-secuzione dimassa. Solo i cor-pi speciali dell’e-sercito tedesco,la Goering ap-punto, avrebberopotuto commet-tere un massacrodel genere. Per-ché erano i piùi d e o l o g i z z a t i ,specialisti delleazioni violente, inazisti più nazi-sti. E la Goering,proprio in queigiorni, colpivacon efferatezzasul fronte tosca-no. “Sono stati ireparti speciali”, si pensava. Manon c’erano né prove né docu-menti. A lungo, le ricerche negliarchivi nazionali non hanno da-to conferme. Bisognava cercarein un’altra direzione. Nel settembre 2002, la Provinciadi Pesaro e Urbino incarica l’av-vocato Lorenzo Valenti di recu-perare, nel cosiddetto “armadiodella vergogna”, i documenti re-lativi al nostro territorio. L’arma-dio della vergogna è un mobile,nascosto fino al 1994 nello scan-tinato della Procura generalemilitare di Roma. Nei suoi scaf-fali, nel 1960, erano stati archi-viati “in via provvisoria” 695 fa-scicoli contenenti i crimini com-piuti dai nazi-fascisti durantel’occupazione. Settanta di queifascicoli riguardano i reati nellaprovincia pesarese. Sono carteimportanti, che si aggiungono allavoro di ricerca compiuto da

anni dall’Istituto di storia con-temporanea della provincia(Iscop). Nel maggio 2003, poi, il presi-dente della Provincia, PalmiroUcchielli, promuove una ricercaapprofondita sulla strage. Nascecosì il progetto triennale “Sulletracce della libertà - Per dare unfuturo alla memoria della Resi-stenza”, coordinato da AndreaBianchini, direttore dell’Iscop.Bianchini ha l’intuizione giusta.Chiama in Germania il ricerca-tore Carlo Gentile, esperto dellarepressione tedesca in Italia econsulente in alcuni tra i mag-giori processi penali per criminidi guerra (Marzabotto, Sant’An-na di Stazzema, Cefalonia). Gentile va a caccia di carte negliarchivi di Friburgo, Berlino eWashington. La ricerca dura po-co più di un anno e dà ottimifrutti. Gli assassini di Casteldelci furo-no gli uomini del capitano Hans-Achim Borchert, un militare na-to a Hannover nel 1916, coman-dante dello Sturm-Bataillon OBSüdwest. Un reparto regolare

del la Wehr-macht, dunque,non i sanguinaricorpi speciali. Il 7aprile 1944, uncentinaio di que-sti soldati, con al-cune truppe re-pubblichine, eraimpegnato in unrastrellamentoantipartigianonella vicina zonadi Calanco. Nelloscontro armato, itedeschi subiro-no alcune perdi-te, documentatenegli archivi mili-tari. Così, unapattuglia di alcu-ne decine di uni-tà fu distaccata aFragheto, e lì nel-l’arco di un po-meriggio si con-sumò la strage.Gentile fa una li-sta di 19 ufficialidel battaglioned’assalto, uominiche nel 1944 ave-vano circa tren-t’anni. Alcuni,

forse, hanno anche partecipatoall’eccidio. La procura militaredi La Spezia, con l’aiuto dell’In-terpol, dovrà valutare se riaprirele indagini per valutare “l’ogget-tivo coinvolgimento” nell'ecci-dio. In caso di apertura di unprocesso, la Provincia, la comu-nità montana dell’Alta Val Ma-recchia e il comune di Castel-delci potrebbero costituirsiparte civile. Per ottenere unaqualche forma di “risarcimentomorale”, in collaborazione conle autorità tedesche. Intanto sa-ranno realizzate una pubblica-zione e una mostra dedicate aCasteldelci. I documenti inviatial tribunale di La Spezia saran-no così a disposizione di tutti icittadini. “Per aiutarli a riflette-re e comprendere - spiega Uc-chielli - quel che è stato, quelche è avvenuto e quel che non sidovrà mai più ripetere”.

Ecco gli autoridella strage nazista

Fragheto di Casteldelci

GIANVITO LO VECCHIO

Il dossierdegli storicisarà presto

inviato alla procura

militare di La Spezia

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il Ducato

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Tutte promosse all'e-same di marketing.Almeno per l'impe-gno, visto che nel2005 le universitàitaliane, nessuna

esclusa, si sono gettate a capo-fitto nel mare della pubblicità.Questa estate lungo le stradedelle località balneari sonospuntati manifesti 6 metri per 3con un solo messaggio di fondo'Iscriviti da noi'; le réclame perradio e in televisione e i pieghe-voli sui giornali hanno fatto ilresto. Un fenomeno limitato fino aqualche anno fa a pochi pio-nieri, che oggi ha assunto unadiffusione di massa. Si è calco-lato che nel 2004 il giro d'affaricomplessivo delle 77 universitàitaliane per il marketing pro-mozionale abbia sfondato iltetto dei 10 milioni di euro. Laconcorrenza tra atenei costrin-ge tutti a uno sforzo di visibili-tà. Costi quel che costi. Ne sanno qualcosa le universi-tà marchigiane. Ben quattro inuna regione che è la sesta piùpiccola d'Italia, schiacciate anord dal colosso bolognese e asud dalla galassia degli ateneimeridionali: sono 9 nella solacostiera basso-adriatica.Urbino, Camerino, Ancona eMacerata hanno trovato cia-scuna il proprio angolo nelmoderno carosello delle uni-versità. Sperimentando lin-guaggi e formule comunicative.A discapito di quelle più tradi-zionali. È finito in soffitta l'au-stero manifesto degli studi,quel cartellone bianco conscritte in nero che sembravatanto un avviso di chiamataalle armi. Ancora se ne stampa-no - è vero - ma sfigurano

davanti alle gigantografie infull color e a nuovi slogan pub-blicitari che rispondono a tuttii requisiti dell'informazione dimarketing. Primo: essere origi-nali. Secondo (se ci si riesce):non tradire la propria mission.Il giovane diplomato sa di nonrisolvere i propriproblemi di diu-resi se decideràdi iscriversiall'università diMacerata, mamagari sogneràper un attimo diessere come quelcampione delpallone che cor-teggia la miss eparla agli uccelli-ni. La bottiglia diacqua minerale èla metafora dellatrasparenza edell'effervescenza dell'ambien-te accademico, precisanoall'ufficio orientamento dell'a-teneo di Macerata, che già l'an-no scorso fece molto parlare disé per la scelta di raffigurareboccacce e gesti dell'ombrellonei propri manifesti.A tutto c'è un limite. "Io nonproporrei mai la mia Universitàcome un fustino di detersivi -commenta Fulvio Esposito, ret-tore dell'ateneo di Camerino -perché per ottenere visibilitàbisogna sapere comunicare deicontenuti". Tutta la pubblicitàdell'ateneo del Piceno, quellamurale come quella via etere,ha puntato sul proprio caratte-

re internazionale, forte del pri-mato nel numero di stranieritra gli iscritti. Mentre l'univer-sità politecnica delle Marcheha privilegiato messaggi prag-matici all'estetica. Tutti i 6x3delle facoltà di Ancona hannoun riferimento esplicito ai poli

produttivi delterritorio. Comea dire: "Con noihai più chance ditrovare lavoro"."Il nostro obiet-tivo - spiegainvece MauroMagnani, proret-tore dell'uni-versità di Urbino- è stato didimostrare chela nostra è unarealtà concreta enon virtuale,evitando di fare

rumore". Reduce da un annodi polemiche in cui era statamessa in dubbio persino la suasopravvivenza, la Carlo Bo haoptato per una campagna pub-blicitaria in punta di piedi. Uncentinaio di 6x3 nel litoraleadriatico, spot nelle radiolocali e un gazebo nel parcoacquatico di Aquafan. Con loslogan 'Voi siete qui' ha volutoinnanzitutto lanciare unsegnale di buona salute. "Sel'obiettivo iniziale - diceMagnani - era mantenere ilnumero degli immatricolatidell'anno scorso, siamo andatiben oltre alle aspettative:siamo cresciuti del 12%".

Manifesti e pubblicità per radio:le nuove frontiere

della concorrenza tra università

La caccia allo studentesi gioca a colpi di spot

Macerata ha scelto Mtv, Ancona il territorio, Camerino l’Europa

L’ateneo di Urbino ha speso 60 mila euro per la promozione puntando sulla concretezza

I vistosi manifesti delleUniversità marchigiane che questa estate hanno occupato le stradedelle località turistiche.La strada del marketing promozionale è ormai unacostante di tutti gli ateneiitaliani

Fulvio Esposito,

rettore di Camerino:

“Bisognacomunicarecontenuti”

FRANCESCO MAGNANI Al momento di tirare le somme,tutti e quattro gli atenei mar-chigiani assicurano di avercentrato il risultati della cam-pagna. Incrementi delle imma-tricolazioni: 2% in più rispettoall'anno scorso ad Ancona, 9%in più a Camerino. A cui si deveaggiungere il ritorno di imma-gine come realtà radicate nelterritorio. Ma a che prezzo? Il politecnicodel capoluogo ha sborsato nel2005 oltre 170mila euro, pocopiù di 11 euro per ogni suoiscritto. Ha speso un po' menol'università di Camerino (quasi150mila euro), ma il costo procapite per l'advertisement salea 16 euro. Se la scure non si fosse abbat-tuta su tutte le voci di bilancio,anche la Carlo Bo avrebbespeso altrettanto, ma si è dovu-ta accontentare di 60mila euro,con un costo di poco superioreai 3 euro per ognuno dei suoiquasi 20mila studenti.Un modo per fare tutto alrisparmio lo insegna la vicinauniversità di Teramo. L'ateneoabruzzese, che quest'anno harispolverato il repertorio dellasaggezza proverbiale per i suoislogan pubblicitari, affida datempo le sue campagne al pro-prio ufficio stampa. Un verolaboratorio di comunicazioneattivo da dieci anni dove lavo-rano professionisti e studenti eche dal 2004 realizza ogni gior-no un tgweb. Nel 2005 l'ateneodi Teramo ha investito 60 milaeuro per il marketing, tenendotesta, in fatto di visibilitàmediatica, a molti concorrenti.L'università di Macerata, cheha affidato tutta la campagnadi marketing a una ditta ester-na di comunicazione e ha sfon-dato persino gli schermi di Mtv,ha preferito non diffondere isuoi costi.

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UNIVERSITÀ

Mai come quest'anno. L'università diUrbino ha già conferito nove laureehonoris causa contro le due del

2004, quasi un quarto di quelle date negliultimi dieci anni. La laurea ad honorem è forse diventata lacontinuazione del marketing con altri mezzi?Il prorettore Mauro Magnani nega:"Quest'anno ricorre il quintocentenario dalla fondazionedell'Ateneo e noi abbiamo volutooffrire un riconoscimento al valo-re di persone che si sono distintenella cultura, nella scienza e nellosport". Fra i laureati ad honoremc’è un campione di motociclismocome Valentino Rossi, il registaVittorio Storaro, l'ex allenatoredel Milan Arrigo Sacchi, lo scrit-tore Luis Sepulveda, la stilistaAnna Molinari e il politologoGiovanni Sartori. Qualche mugu-gno, però, si è sentito e continuaa circolare. Ai tempi dei papiandavano di moda le pasquinate:chiunque poteva prendere in giroi potenti lasciando messaggi ano-nimi sulle statue della capitale.Oggi lo si fa con i bagni pubblici ein quelli del Magistero si può leg-gere: "Dopo Rossi, adesso una laurea anchealle veline?". Antonio Tedesco, rappresentan-te della facoltà di Sociologia per la lista"Studenti in Movimento" riassume così que-

sto stato d'animo: "Mi auguro che l'Ateneonon persegua questa strategia per cui l'uni-versità è un'azienda e la laurea un prodottoda vendere". Ma la campagna sulle lauree honoris causa,in qualche modo, è servita anche per resti-tuire un'immagine positiva all'Ateneo dopoche, l'anno scorso, sembrava potesse chiu-

dere da un minuto all'altro. "Inquesto momento la situazione èdifficile - riconosce la presiden-te del Corso di Laurea in Linguee Civiltà Orientali, Paola Catolfi- e le lauree honoris causa sonoanche un modo per tenere vival'attenzione pubblica sul pro-blema che sta vivendo l'univer-sità di Urbino". Parlando con ipresidi delle varie facoltà, però,questo aspetto non emerge. Tutti difendono le loro lauree adhonorem, spiegano che "cosìfan tutte" le università in Italia.E il fenomeno non è nemmenorecente. L’ex preside di Lettere,Giorgio Cerboni Boiardi ricorda:"Nel 1965 Carlo Bo diede unalaurea honoris causa a unimprenditore perché si adope-rasse per far accendere un

mutuo all'università di Urbino". Con queisoldi allora si costruirono i collegi. Conl'immagine di Valentino Rossi si vedrà.

(gu. m.)

Quanti nuovi iscritti èriuscita ad attirareUrbino? Abbastanza,secondo i dati prov-visori forniti dal pro-rettore Mauro

Magnani: 3667 nuove matrico-le, con un incremento del 12%rispetto all'anno scorso. Ma frauna Facoltà e l'altra ci sono dif-ferenze e alcune potrebberoindurre a decisioni nuove.Una facoltà in calo è Scienzedell'ambiente: "Purtroppoabbiamo avuto una diminuzio-ne del 50% nelle due laureetriennali" ha detto il presideFilippo Mangani. Motivo, laconcorrenza delle università diBologna e Ancona, che hannoattivato sedi distaccate rispetti-vamente a Rimini e aFalconara, "vicine a Urbino, malogisticamente favorite”, haspiegato il preside. SecondoMangani c'è comunque untrend nazionale "che vede uncalo nelle Facoltà scientifiche,perché i giovani evitano corsi dilaurea difficili". Anche se le iscrizioni sonoaperte fino alla fine di dicem-bre, la Facoltà è già chiamata adecidere se accettare o meno laproposta di fusione lanciata daScienze matematiche, fisiche enaturali. "Se non riuniamo icorsi l'anno prossimo potrem-mo trovarci senza la coperturadi docenti richiesta comerequisito minimo dal ministerodell'Istruzione", ha spiegato

Stefano Papa, nuovo presidedella Facoltà, il cui consiglio haapprovato all'unanimità ladelibera per la proposta difusione tra i due istituti.Secondo Papa, la laurea trien-nale in Informatica ha subitoun calo nelle iscrizioni ("da 84a 45 per il corso in sede; da 45 a30 per il corso on-line") proba-bilmente per la mancanza del-l'indirizzo specialistico.Proprio le lauree specialistichestanno andando benissimo:Tecnologie applicate alla dia-gnostica biomedica, per esem-pio, ha raggiunto il numeromassimo previsto di ottantaiscritti. E per rispondere allerichieste che giungono da tuttaItalia si pensa alla fusione. Sipotrebbero trasferire docentidalle lauree triennali alle spe-cialistiche. Dai vertici dell'Ateneo giungo-no conferme: "Ci stiamo lavo-rando da qualche tempo - hadetto il prorettore Magnani -ma dobbiamo essere tutti d'ac-cordo. L'idea è di fare unanuova Facoltà che incorpori ledue". Il prorettore estende ildiscorso all'Ateneo in generale:"Tutte le Facoltà stanno stu-diando come utilizzare meglio icorsi e ottimizzare le compe-tenze per offrire una didatticapiù funzionale". E il rettoreGiovanni Bogliolo: "Stiamoredigendo un piano di raziona-lizzazione e di sviluppo.Quindi, se le due Facoltà sonod'accordo non vedo perchénon dare l'assenso". Ma come vanno le altre ? Un no comment arriva dal pre-side di Sociologia, BernardoValli, perché "tutti gli anni lanostra Facoltà ha avuto iscrittialla fine di dicembre, quindibisogna aspettare dati piùcerti”. Si sono immatricolati in500 fino ad ora, mentre per loscorso anno accademico, agennaio 2005 se ne contavano600. Stabili o in crescita sonoScienze motorie, Farmacia,Scienze politiche, Lettere e filo-sofia, Scienze della formazioneed Economia, secondo il pro-rettore. Giurisprudenza si trovaa quota 250 iscritti, vicina ai268 dell'anno scorso. Va beneLingue e letterature straniere,con un 13% in più. Ma i datisono ancora da tenere sottocontrollo, perché con gli iscrittidell'ultimo minuto potrebberoesserci delle variazioni. Se da una parte aumentano leimmatricolazioni, dall'altra lapopolazione studentesca dimi-nuisce: "Negli ultimi cinqueanni c'è stata una flessione. Ilnumero totale degli iscritti èdiminuito sia grazie a misure disostegno come quella dei tutor,sia grazie alla riforma del '3+2'.Adesso abbiamo oltre il 20%degli studenti fuori corso inmeno", ha spiegato il proretto-re Magnani. La previsione dell'Ateneo per iprossimi anni è di un’ulterioreriduzione del numero degli stu-denti, fino ad arrivare ad unacifra compresa tra i 18 e i20mila.

CONCITA MINUTOLA e GUIDO MAURINO

Il prorettore Magnani:“Sono riconoscimentiper il V centenario”

Giovanni Boglioloproclama dottore

il campione Valentino Rossi

Record delle lauree ad honorem, ma non tutti sono d’accordo

“Dopo Rossi toccherà alle veline?”

Più matricole ma meno iscritti

Fusione in vista per le Facoltà di scienze

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Calendario ridottoma di alta qualità

Sul palcoscenico del teatro Sanzio arriva per la prima volta il balletto classico

La stagione inaugurata a ottobre riprenderà il prossimo gennaio

carte

llone

TEATRO

LA PECORA NERAFanoTeatro della Fortuna 24 novembreAscanio Celestini, esponen-te del teatro di narrazionetra i più apprezzati, torna aFano con il suo ultimo spet-tacolo frutto di un lavoro di

ricerca iniziatonel 2002,quando ebbeinizio la rac-colta di "sto-rie" all'interno

delle istituzioni manicomiali.Uno spettacolo della com-

pagnia del Teatro Stabiledell’Umbria. Regia: AscanioCelestini.

ARGONAUTIPesaroTeatro Rossini 2, 3 e 4 dicembrePerizie acrobatiche e vocali,immagini video e musicadal vivo (con un cast checomprende attori di teatro eartisti del circo) accompa-gnano il grande viaggiodegli Argonauti attraversoluoghi sconosciuti (ambien-tato nei nostri giorni).Uno spettacolo della com-pagnia “Fattore K.”. Regia:

Giorgio Barberio Corsetti.

MOSTRE

FRA' CARNEVALE E GLI ARTISTI DEL PALAZZOUrbinoPalazzo Ducalefino all’8 gennaio 2006

Il mondo figu-rativo degliartisti dellacorte diFederico daMontefeltro è

protagonista di questaesposizione che si affrontale tematiche più strettamen-

te legate alla permanenzaurbinate di Fra' Carnevale.Costo: biglietto intero 8euro, ridotto 4 euro, gratui-to under 18 e over 65.

IMPERFETTOUrbinoSala del Maniscalcofino al 7 dicembre 2005L'elogio dell'imperfezionedeclinato attraverso leopere dei ragazzidell'Accademia di belle arti.Ingresso gratuito.

CONFERENZE

CONTRO LA CRIMINALITA’

La poesia dovràattendere La compagnia “I Poliedrici” reciteràVolponi per le vie del centro

Doveva essere il primo “Viaggio Sentimentale”attraverso i borghi di Urbino e invece, per la neve,bisognerà aspettare un'altra settimana. Lo spettacolo itinerante dal titolo "La città sospe-sa", ispirato ai racconti dello scrittore PaoloVolponi, ha come obiettivo la riscoperta di unaUrbino diversa, quella che tanto emozionò lo scritto-re nelle sue opere. A narrarla attori e cantastorieche reciteranno i racconti dello scrittore in alcunidei luoghi più suggestivi della città: il Palazzo duca-le, la Piazzetta degli Ubaldini, l'Ex convento di SantaChiara e la Piola di San Bartolo.

TEATRO ITINERANTE

Pochi ma buoni. Alteatro Sanzio la sta-gione 2005/2006sarà di qualitàanche se sarannosolo cinque i titoli in

cartellone, quattro in menorispetto alla passata program-mazione. Una decisione resaobbligatoria dai lavori di ade-guamento dell'impianto antin-cendio, iniziati lo scorso set-tembre.

"Siamo stati costretti a farequesta scelta - ha spiegato l'as-sessore alla cultura del comu-

ne di Urbino Graziella Mazzoli- però stiamo puntando sullaqualità. Su cinque spettacoli inprogramma tre sono primeassolute e sarà finalmente rea-lizzato il sogno di mettere inscena il balletto classico". A novembre e a dicembre ilteatro resterà chiuso ma i lavo-ri sono stati sospesi per qual-che giorno per consentirecomunque l'apertura dellanuova stagione, inaugurataappunto lo scorso 11 e 12 otto-bre con una prima assoluta:"Le intellettuali" di Molièresecondo Arturo Cirillo. Il pros-simo spettacolo è previsto il 24

gennaio 2006 e sarà la voltadella grande danza, un genereche rappresenta la novità nelcartellone di questa stagione.L'argentino Iñaki Urlezagainterpreterà il "DonChisciotte", nella versione delcoreografo Marius Petipa. Nel frattempo l'assessore ailavori pubblici del comune,Lino Mechelli, prevede di con-cludere i lavori. "Consistononel trattare la moquette e lestrutture in legno con prodottiignifughi perché un sistemabase di rilevazione e spegni-mento di fumi era già esisten-te. Negli ultimi anni - ha preci-sato l'assessore - il teatro èstato aperto in regime di agibi-lità provvisoria e gli spettacolisono stati autorizzati in derogadalla commissione regionaledei vigili del fuoco, che ha pre-scritto la presenza di unasquadra di vigili ad ogni spet-tacolo e ha ridotto il numero dispettatori, chiudendo due pal-chi per ogni piano e tutto illoggione". Quando i lavorisaranno terminati il comunechiederà la verifica alla com-missione per ottenere l'agibili-tà definitiva e poter così utiliz-zare il teatro al 100% per irimanenti spettacoli in pro-gramma. Dopo il balletto classico di finegennaio si continuerà il 7 e 8febbraio con la prima assoluta"La forza dell'abitudine" diThomas Bernhard, per l'inter-pretazione e la regia diAlessandro Gassman. A marzo,il 7 e 8, Ferdinando Bruni met-terà in scena "Il giardino deiciliegi" di Cechov. Chiuderà lastagione Valerio Binasco ne"La notte canta" di Jon Fosse il5 e 6 aprile. Anche questa sarà

una prima assoluta. Già dallascorsa stagione il Sanzio hadiversificato la sua offerta, unatendenza confermata per il2005/2006. "Negli anni cisiamo permessi di sperimenta-

re perché il pubblico che cisegue è intelligente e colto", havoluto sottolineare il direttoredel teatro Gilberto Santini."Quest'anno abbiamo pro-grammato uno spettacolo di

STEFANIA LA MALFA

Una scena della commedia di Molière “Le Intellettuali”.

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SPETTACOLI

Una scelta che compensa la chiusura per lavori

balletto perché pensiamo chela danza possa vivere a Urbino:è una novità per aprire un per-corso diverso, una stagioneeterogenea. Aprire alla danza èstato un desiderio dell'asses-

sore alla cultura, desiderio checondivido". Sarà dunque il bal-letto il titolo di punta della sta-gione in corso, una novità conla quale l'assessorato alla cul-tura cerca di compensare la

ve e sperimentali capaci di fon-dere influenze jazz e pop conrumori e improvvisazioni.Nacquero così gli album storicidel gruppo come "Under TripleMoons"," All The King's men" e"The Whispering Wall" e insiemea loro un consenso sempre mag-giore."Siamo molto contenti di venirein Italia - dice il vocalist Edward

Ka Spel al Ducato - il vostropaese è dolce, passiona-

le, ha una cultura pro-fonda. Nessun paesesoddisfa i sensicome l’Italia".Paese di cui il can-tante apprezzaanche la musica:

"Adoro FrancoBattiato, la sua musi-

ca è stata importantis-sima per me. Mi piaccio-

no anche Claudio Rocchi e labanda del Mutuo Soccorso." Ci sono i ricordi e gli aneddotilegati ai concerti in Italia: "Ognivolta che veniamo qui il pubbli-co è talmente caloroso che nonriusciamo mai a suonare comevorremmo. All’inizio ci arrabbia-vamo, ora abbiamo capito chesiete fatti così”.Poi una battuta su Urbino: "Nonla conosco, ma ho visto sulla car-tina stradale che tutte le stradeche la raggiungono sono con-trassegnate in verde. Il che misembra un buon segno. Spero dirimanere sorpreso".Una sorpresa che sarà soddi-sfatta a metà, dato che il grupposi fermerà a Urbino solo perdormire."Abbiamo avuto grossi problemi- interviene Stefano Mauro, diTerritorio Musicale - ma speria-mo di trovare una soluzione chenon pregiudichi il concerto. IPink Dots sono un gruppo diriferimento per i cultori dellamusica wave. Il loro è un reper-torio di qualità, di sostanza. Nonpossiamo permetterci di perderel’esibizione. Almeno cerchiamodi farla rimanere vicino aUrbino".

ORGANIZZATAUrbinoAula Magna, facoltà diGiurisprudenza24 novembre, ore 16.30Interverranno: il rettore Giovanni Bogliolo e il sena-tore Roberto Centaro,Presidente CommissioneAntimafia.

CINEMA

“E RIDENDO L’UCCISE”Urbino, Nuova Luce Orari: 21.0024 novembreTrama: Ferrara, inizi del1500, Corte Estense. Pochi

mesi dopo la morte delduca Ercole I, si scatenanole gelosie e i rancori sopititra i quattro figli.Di Florestano Vancini, conManlio Dovi, Sabrina Colle,Ruben Rigillo (drammatico,2005).

“LA MARCIADEI PINGUINI”Urbino, Ducale Orari: Feriali 20.30/22.30Festivi16.30/18.30/20.30/22.30fino al 1 dicembreTrama: Luc Jacquet, giovanebiologo di Lione, accetta ditrascorrere 14 mesi nel gelo

dell'Antartide per studiare leabitudini dei pinguini impe-

ratore. Tornatoa casa, realiz-za un docu-mentario sullaloro vitamescolando

amore, coraggio, dramma eavventura.Di Luc Jacquet (documenta-rio, 2005).

“THE INTERPRETER”Urbino, DucaleOrari: 20.30/22.3024 novembreTrama: Intrighi politici einganni si rivelano all'inter-

no delle Nazioni Unite, dovel'agente dell'FBI Tobin Kellerviene assegnato per proteg-gere l'interprete delleNazioni Unite Silvia Broomeche è a conoscenza di uncomplotto per assassinareun importante leader africa-no.Di Sydney Pollack. ConNicole Kidman, Sean Penn(thriller, 2005).

“HARRY POTTER E ILCALICE DI FUOCO”Urbino, DucaleFeriali 20.30/22.30Festivi16.30/18.30/20.30/22.30

Dal 25 novembreTrama: Il piccolo Harry nonvede l'ora di rincontrare isuoi amici Ron e Hermionee di rituffarsi con loro nel

suo fantasticomondo, ma lasorte gli riser-va non pochesorprese.Harry si trova,

suo malgrado, a dover com-petere in un pericolosissimotorneo internazionale traScuole di Magia.Di Mike Newell. Con DanielRadcliffe, Rupert Grint,Emma Watson, GaryOldman (fantastico, 2005).

La data rimarrà la stes-sa, ma ad ospitarlinon sarà più Urbino. ILegendary Pink Dots,gruppo cult dellamusica newave anni

'80, cercano "casa", o meglio, unluogo dove esibirsi. La città li aveva annunciati contanto di cartellone e pubblicità,eppure, a poco più di una setti-mana dall'appuntamento,previsto per il primodicembre, il concerto èsaltato. Per un motivo:nessun locale ha l'a-gibilità. Il Teatro delM a n i s c a l c o , i lCinema Ducale, ilCollegio La Vela - fra ipochi spazi dove sipossano fare spettacolidal vivo - secondo ilComune non sono a normadi legge. Risultato: nessuna pos-sibilità di far esibire i LeggendariPuntini Rosa - così vuole impie-tosamente la traduzione italiana- a Urbino.Per salvare l'esibizione, che inteoria dovrebbe chiudere la ras-segna musicale urbinate 'Waitingfor the Sun', si vagliano altre ipo-tesi, e soprattutto si guarda aUrbania, al suo teatro , che per ilmomento sembra essere l'unicaalternativa plausibile. Intanto, a un anno di distanzadall’ultimo concerto a Milano, iLegendary Pink Dots si prepara-no a sbarcare in Italia. Il tour, chenel nostro paese prevede 6 date,partirà da Roma il 30 novembre,per poi proseguire - con unpunto interrogativo - nelleMarche, a Venezia, Brescia eRovereto. Un appuntamento importanteper gli amanti della musica'industrial' (definita dal gruppocome musica oscura e camaleon-tica ) perché proprio nel 2005 laband, inglese di nascita e olande-se di adozione, compie 25 anni.I membri storici, Edward Ka Spele Phil Knight si incontrarono nel1980 affacciandosi sulla scenamusicale con melodie innovati-

ILARIA IACOVIELLO

Per i Pink Dotsniente Urbino

Nei locali non c’è posto per il concerto

chiusura forzata del teatro.Non è tuttavia escluso, antici-pa l'assessore Mazzoli, ancheun fuori programma: uno spet-tacolo musicale da inserire incartellone in primavera.

A destra in alto: il cantante dei Legendary Pink Dots Edward Ka Spel

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Il club punta sui giovani per dare inizio a un ciclo e risparmiare sugli ingaggi

Obiettivo salvezza, ma l’università ha tagliato i fondi del 40%

Affrontare un cam-pionato di serie C2con scarsi fondi ad i s p o s i z i o n e .Questa è la sfidadel Cus Urbino di

pallacanestro, che si è guada-gnato il diritto a giocare in C2nello scorso campionato diserie D, dopo gli spareggi. Laricetta per vincere questa sfidaè stata quella di puntare suragazzi giovani e motivati, conl'obiettivo di salvarsi quest'an-no e aprire un ciclo che duri 4 o5 anni. "Lavorare suigiovani - spiegal'allenatore delCus, SauroPaolucci - è statauna scelta delladirigenza, per ilservizio che que-sta squadra puòdare all'universi-tà. Abbiamomolti universita-ri e alcuni urbi-nati, con la spe-ranza di potercontare su unorganico simile per alcunianni". Quella dei giovani non èstata però solo una scelta "tec-nica": i giocatori più esperti,come anche gli stranieri, costa-no e le casse del Centro univer-sitario sportivo non hanno lastessa capienza di altri clubdella categoria. "In C2 - conti-nua l'allenatore Sauro Paolucci- ogni squadra ha almeno duestranieri, argentini, slavi, chehanno un futuro in serie B mache per qualche motivo nonhanno un ingaggio. E questigiocatori devono essere paga-ti". E invece al Cus Urbino il massi-

mo che si riceve è un rimborsospese per chi gli spostamenti."Quest'anno - racconta il diret-tore sportivo del Cus, IdoZazzeroni - le difficoltà nonsono indifferenti: ci hannotagliato i fondi del 40%".Infatti, come fanno sapere dal-l'università, nel 2004 Zazzeronipoteva organizzare le attivitàsportive del Cus (che non com-prendono solo il basket, maanche calcetto, nuoto e altri)amministrando 22.736 euro,mentre nel 2005 ha potuto con-tare solo su 13.550 euro. "Seimila euro ogni anno - con-tinua Zazzeroni - se ne vannoper l'affitto degli impianti e poi

ci sono tutte lealtre discipline.Ci hanno anchechiesto di orga-nizzare i cam-pionati interfa-coltà, ma nonsappiamo pro-prio come fare".Come mai non siè deciso di ven-dere il titolosportivo, cioè lapossibilità dipartecipare allaserie C2, per fare

un po' di cassa? "Ci abbiamopensato - conclude Zazzeroni -ma ci hanno offerto solo 4 milaeuro. E allora mi sono detto:no, meglio fare la C2 e puntarealla salvezza". Il meccanismo della C2 preve-de tre retrocessioni: oltre all'ul-tima classificata, dalla penulti-ma alla quintultima giocheran-no i playout, scontri diretti perdecidere quali saranno le duesquadre a rimanere in C2. La squadra quest'anno ha ini-ziato male il campionato: 5sconfitte consecutive all'inizio,poi una vittoria (contro il PortoSan Giorgio, col risultato di 57 a

43) e ancora una sconfitta.Quando abbiamo incontratol'allenatore, poco prima delmatch con l'Ulissi Macerata disabato sera, gli abbiamo chie-sto il perché di questi risultati:"Purtroppo abbiamo iniziato lapreparazione a meno di unmese dall'inizio del campiona-to - ci spiega Paolucci - e anco-ra a inizio settembre non miavevano chiamato. Quindisiamo in ritardo". Nel frattem-po la squadra ha cercatocomunque rinforzi, possibil-mente a costo zero: "Questasquadra è un cantiere aperto, cisono mancati un po' di punti inqueste prime partite. Oraabbiamo recuperato 2 o 3 gio-catori importanti e speriamoche arrivino i risultati". Contro l'Ulissi Macerata lasquadra ha mostrato la sua fac-cia migliore: ha vinto 77 a 75,conquistando due puntiimportanti nella lunga sfida-salvezza contro una dellemigliori squadre della catego-ria e in una partita mozzafiatodecisa negli ultimi secondi. "Ci voleva questa vittoria - hadetto a caldo Paolucci - per ilmorale e per i punti. Abbiamogiocato il primo tempo al disopra delle nostre possibilità(la squadra era in vantaggioanche di 20 punti, ndr) e ilsecondo tempo molto al disotto, ma alla fine il risultato èarrivato". Per Paolucci c'èancora molto lavoro da fare, dalpunto di vista del gioco masoprattutto della concentrazio-ne. E bisogna mantenere i nervisaldi. Ma la squadra ha dimo-strato di esserci, nonostantel'assenza di grandi nomi o gio-catori ben pagati. Sperandoche eventuali buoni risultatispingano l'università adaumentare i fondi per il Centrouniversitario sportivo.

Nella partitacon il

Macerata,la squadra

ha dimostratomolti

progressi

ALESSIO SGHERZA

Palla a duedella partita

fra CusUrbino e

UlissiMacerata

Basket, assalto alla C2per il Cus dei poveri

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SPORT

Sopra: il tracciatodella VII tappa delgiro d’Italia, Cesena-Saltara. A destra:Gian FrancoFedrigucci, duranteuna gara

Sulle Cesane con la maglia rosaLa tappa più lunga del giro

d’Italia passerà nel MontefeltroDa Cesena a Saltara,

ecco le difficoltà del percorso

Centinaia fra scalato-ri, velocisti, gregarie passisti, torneran-no a sfidarsi nellestrade vicino aUrbino per poter

indossare la mitica maglia rosadel giro d'Italia o, magari , perstrappare un minuto di celebri-tà in una fuga sui Monti delleCesane. Quel che conta è che,dopo anni di assenza, il grandeciclismo tornerà nel cuore delMontefeltro per la settimatappa della più importantecorsa ciclistica nazionale, laCesena-Saltara, prevista persabato 13 Maggio. Gian Franco Fedrigucci, ciclistaprofessionista negli anni ‘80 eoggi presidente dellaCommissione sport e politichegiovanili del comune di Urbino,ci ha illustrato in anteprima ilpercorso della tappa. "In questa gara potrebberoesserci già i primi distacchidecisivi per la classifica finaledel Giro - spiega Fedrigucci -visto che il percorso è il piùlungo dell'intera corsa (230km), e il continuo ripetersi disalite e discese può farsi moltosentire sulle gambe dei ciclisti". La tappa parte da Cesena in

direzione San Marino, dove cisarà una prima salita, con pen-denze basse. Poi il gruppo sidirigerà verso il Montefeltro,con continui strappi e piccoleascese, sino ad arrivare allatemibile salita del Monte Catria(1460 metri con una pendenzadel 7-8%). "La scalata del Monte Catria -spiega il corridore urbinate- èun inedito assoluto per il girod'Italia, ed è anche una vettapoco conosciuta dagli appas-sionati. Se la tappa sarà partitasubito molto forte, come disolito accade nelle tappeappenniniche, molti corridoripotrebbero arrivare già stanchia questa ascesa".Dopo il Monte Catria, gli atletisi dirigeranno verso la Gola delFurlo sino ad entrare aFossombrone, dove li attende il

punto più temibile dell'interatappa: la salita della cittadella,3 km con pendenze intorno al12-13%, che arriveranno dopoben 190 km di gara, in una stra-da stretta che lascerà pochissi-mo spazio alle consuete mano-vre delle squadre. La fuga di qualche scalatorepotrebbe essere agevolata dalfatto che molti atleti potrebbe-ro prendere sottogamba questatappa e si potrebbero creare deidistacchi importanti. Spiega Fedrigucci: "Raramentei ciclisti riescono a testare tuttele nuove salite del giro d'Italiadurante la stagione d'allena-mento. Un Cunego molto pro-babilmente la proverà, maciclisti stranieri come Ullrich siconcentreranno di più sullecime alpine, e potrebbero tro-varsi sorpresi da queste pen-

denze". Dopo la cittadella i ciclisti sitroveranno immersi nei boschidelle Cesane, e dopo aver per-corso alcuni chilometri gire-ranno verso l'Isola del piano,da dove scenderanno poi versoSaltara per concludere la tappa. Un pronostico è d'obbligo;azzarda Fedrigucci: "Per questatappa io punterei su un uomocome Bettini, o sulla voglia diriscatto di un campione comeCunego, ma anche atleti comeSella e Di Luca meritano diessere presi in considerazioneper la vittoria". La Cesena-Saltara passerà den-tro il territorio urbinate, manon entrerà dentro la cittàducale, come accaduto in pas-sato. Nel 2007 le cose potrebbe-ro però cambiare, come spiegaFedrigucci: "Come Comune diUrbino abbiamo avviato i con-tatti con la Gazzetta dello Sport(che organizza ogni anno il girod'Italia) per diventare la sede diuna delle tappe della corsa2007. Abbiamo ricevuto unanotevole disponibilità, ma civorranno ancora parecchi mesiperché si arrivi ad una rispostadefinitiva".

(g.t.)

Tutte le gare:dalla Gabiccealla straducale

Calendario 2006

GIANLUIGI TORCHIANI

Non solo girod’Italia. Il 2006sarà un annoricco d'iniziativeper il ciclismourbinate, grazie

ad una serie di manifestazioniper le due ruote organizzatedall'associazione sportivaCicloducale. Per gennaio, in occasione dellapresentazione della terza edi-zione della straducale, ci saràun incontro pubblico con ilcommissario tecnico dellanazionale ciclistica, FrancoBallerini, e il commentatore RaiDavide Cassani, in cui si parle-rà anche delle prospettive delciclismo giovanile nel territo-rio. Per quanto riguarda l'a-spetto più propriamente spor-tivo, il primo appuntamentocon le competizioni è previstoper il 14 aprile con la cicloturi-stica di Gabicce. Quest'anno, per la prima voltain trentacinque edizioni, laGabicce partirà da Urbino: lanota passeggiata ciclistica per iterritori del Montefeltro saràaperta a tutti gli appassionati esi attende una numerosa pre-senza di atleti stranieri. Il 16 giugno sarà invece la voltadel campionato italiano deidipendenti universitari, realiz-zato in collaborazione conl'Università. Ancora incerto ilpercorso: la scelta è tra unacronometro individuale e unpercorso cittadino intorno allemura di Urbino. Ma l'appunta-mento più atteso è quello del30 luglio, con la terza edizionedella Straducale. La corsa pre-vede la scalata del MonteNerone, una delle più difficilisalite italiane, e si articolerà indue diverse competizioni (unada 160 km e una da 100), inse-rite all'interno del Campionatoitaliano di medio e gran fondo. L'VIII edizione della cronosca-lata per cicloamatori "I muri diUrbino" è invece prevista perl'ultima domenica di agosto: lacorsa prenderà il via dalla vec-chia stazione ferroviaria e risa-lirà sino a dentro le mura diUrbino, per concludersi davan-ti al monumento di Raffaello.

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il Ducato

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MASS MEDIA

’’È

come fare un puzzle.Ci vuole tempo,pazienza, scrupolosaricerca dei pezzi eattenzione a dove sicollocano. Il primo

tassello dell'inchiesta diSigfrido Ranucci, giornalista diRainews 24, sull'utilizzo difosforo bianco da parte dell'e-sercito americano a Fallujah èuna domanda: "Cosa è accadu-to dall'8 al 20 novembre 2004,quando le truppe americanesono entrate nella città irache-na?".Non c'è stato modo di saperloallora. Difficile per i reporterdocumentare l'accaduto, com-plicato far uscire la voce deitestimoni che quella battaglial'avevano combattuta o subita.I mesi passano. Fallujah è libe-ra, l'Iraq è in fase di ricostru-zione. Ma non tutto si dimenti-ca. A gennaio l'Onu pubblicaun rapporto sullo stato dellacittà, che definisce scioccantein quanto a distruzione. I gior-nalisti tornano a Fallujah e par-lano con i superstiti."Non ho scoperto nulla dinuovo - dice Ranucci al Ducato- c'era già tutto. Andava cercatoe collegato. La stampa britan-nica aveva pubblicato notiziesul presunto uso del fosforo inIraq. Così come on line si pote-va trovare la rivista dell'esercitoamericano, Field ArtilleryMagazine, che ad aprile pubbli-cava un articolo in cui ammet-teva l'uso di fosforo bianco,non solo per nascondere letruppe ma anche per stanare iribelli". Ranucci comincia amettere insieme i pezzi. Primadi lui lo fanno due giornalisti diDiario che il 3 giugno 2005pubblicano sul settimanaleun'inchiesta che ricostruisce lapresa di Fallujah e intervistanoMohamad Tareq al-Deraji,direttore del Centro studi per idiritti umani di Fallujah. Tra iprimi ad entrare nella città ira-chena dopo i bombardamentidel novembre scorso, Tareq al-Deraji mostra ai cronisti alcunivideo e decine di foto scattatenei giorni successivi all'attacco.Saranno le stesse che mostreràa Ranucci. Sempre le stesse chefarà vedere ad una seduta delParlamento europeo. Deserta.Decide allora di affidarsi aigiornalisti per raccontare quel-lo che era successo. E Ranucci

“Vi racconto la mia Fallujah”Come Sigfrido Ranucci, giornalista di Rainews 24, ha ricostruito l’attacco Usa

Un anno dopo i bombardamenti sulla città sunnita esce un filmato che mostra cadaveri bruciati dal fosforo

La fonte principale, un medicoiracheno che ha fornito le foto ei video trasmessi dall’emittente

ALESSANDRA BRAVI

L’inchiesta è il mio mestiereDal Tg3 a Rainews 24, una carriera costellata di premi

Sigfrido Ranucci, inviato di Rainews 24, canale satellitare all-news direttoda Roberto Morrione, lavora in Rai dal 1989. Come inviato di Rainews 24ha realizzato numerose inchieste sulle stragi di mafia tra le quali L'ultimaintervista al giudice Paolo Borsellino. Nel 2004 ha ricevuto una menzionespeciale nel concorso Ilaria Alpi con l'inchiesta Veleni di Stato che denun-ciava il traffico di rifiuti tra Italia e Somalia.

IL GIORNALISTA

Le immagini del bombardamento al fosforo bianco erano alla

portata di tutti. Io le ho trovate sul circuito internazionale.E’ bastato saperle cercare’’

racconta: "Ho avuto in manoqueste fotografie raccapric-cianti. Cadaveri di combatten-ti, ma anche di donne e bambi-ni. Bruciati, consumati fino alleossa. Le immagini portano ladata del 18 novembre 2004 esono state riprese dagli stessiamericani per identificare icorpi. Le foto, copiate su un cddai medici che si trovavano aFallujah, sono raccolte da Tareqal-Deraji". Un gruppo di peritiche analizza le immagini portaRanucci a ipotizzare l'uso delfosforo bianco, anche se gliesperti rifiutano di stilare undocumento perché ritengononecessaria un'autopsia.Il giornalista, immagini allamano, raccoglie poi le testimo-nianze di due soldati america-ni che hanno partecipato allabattaglia. "Già i colleghi diDiario ci erano riusciti - rac-conta il cronista di Rainews 24 -Jeff Engleart, l'ex reduce, ha inrete un blog in cui ha racconta-to la battaglia di Fallujah. E aDiario, con identità nascosta,aveva detto che era stato fattolargo uso di bombe al fosforo.Si trattava di farselo ripeteredavanti ad una telecamera, aviso scoperto". Ci ha impiega-to un mese Ranucci, 40 contat-ti, tra telefono ed email per vin-cere la diffidenza. "Alla fine aconvincerlo è stato il fatto cheio fossi in possesso di foto eimmagini. Lui doveva solo con-fermare". E allora via, inColorado. Dove Engleart parladel fosforo, dice di aver sentitoil comando che ordinava diusarlo. Spiega che è stato utiliz-zato non solo come tracciantema anche contro le persone."Sono andato a ripescare - diceRanucci - i filmati che giravanosui circuiti internazionali, l'an-no scorso. Immagini alla porta-ta di tutti. Che mostrano unapioggia bianca nel cuore dellanotte. Esattamente come ripor-tava il soldato e come sottoli-neano le testimonianze dei cit-tadini di Fallujah". IlPentagono ammette l'uso delfosforo bianco. L'ultima cartadi Ranucci è un'intervista adun giornalista embedded dellaBbc che conferma l'uso delfosforo bianco anche nella bat-taglia di Nassiriya del 2003."Ilgiornalismo investigativo sipuò fare - conclude Ranucci -ma non senza un direttore cheti appoggi e che creda in quelloche fai".

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ASSOCIAZIONE PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO, fondata da Carlo Bo. Presidente: GIOVANNI BOGLIOLO, Rettore dell'Università di Urbino "Carlo Bo".Vice: GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI, Presidente dell'Ordine dei Giornalisti delle Marche. Consiglieri: per l'Università: BRUNO BRUSCIOTTI, LELLA MAZZOLI, GIU-SEPPE PAIONI; per l'Ordine: STEFANO FABRIZI, DARIO GATTAFONI, CLAUDIO SARGENTI; per la Regione Marche: PAOLA DE CRESCENTINI, SAURO BRANDONI; perla Fnsi: GIOVANNI GIACOMINI, GIANCARLO TARTAGLIA. ISTITUTO PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO: Direttore: LELLA MAZZOLI, Direttore emerito: ENRICOMASCILLI MIGLIORINI. SCUOLA DI GIORNALISMO: Direttore: GIOVANNI MANTOVANI Coordinatori: VITTORIO ROIDI, GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI

IL DUCATO Periodico dell'Ifg di Urbino Via della Stazione, 61029 - Urbino - 0722350581 - fax 0722328336 www.uniurb.it/giornalismo; e-mail: [email protected] Direttore responsabile: GIOVANNI MANTOVANI Stampa: Arti Grafiche STIBU - Urbania (PU) - 0722319431 RegistrazioneTribunale Urbino n. 154 del 31 gennaio 1991