Dr. Franco Parola Agronomo Responsabile Servizio Ambiente e Territorio Coldiretti Piemonte
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Dr. Franco ParolaAgronomoResponsabile Servizio Ambiente e Territorio Coldiretti [email protected]
Bioenergie: minaccia o opportunità
per il mondo agricolo?
Convegno :
“La filiera corta e la produzione di energia rinnovabile da biomasse”
Torino Venerdì 12 novembre 2010
La produzione di energia elettrica e/o termica da biomasse legnose di provenienza agricola e forestale
Qui..?…. Perché?
Chi ci guadagna?
Ma quanto sarà grande?
Cosa ci bruceranno?
Ma inquina?
Potrebbe far male alla salute?
Un’opportunità che ancora non si è riusciti a cogliere t/anno MWtotali MWe
Biomassa agricola da potatura ed espianti di frutteti, vigneti e noccioleti
317.000 100 21
Biomassa proveniente dalla filiera del pioppo
60.000 19 4
Biomassa forestale (solo materiale da triturazione)
964.899 306 64
totale 1.341.899 425 89
Si è considerato necessario l’utilizzo di 15.000 t/anno di biomassa legnosa per la produzione di 1MWe ed un rendimento elettrico pari a circa il 21%
Fonte: dati IPLA rielaborazione Coldiretti
Province
Paglie Potenziali t/anno_ss
PotaturePotenziali t/anno_ss
Lolla Riso
t/anno
Gusci Frutta t/anno_ss
Vinaccia t/anno_
ss
Totale residui agricoli
t/anno_ss
Torino 764.493 5.571 298 54 2.088 772.504Vercelli 488.597 1.200 122.020 0 179 611.996Novara 279.259 1.362 54.162 0 461 335.243Cuneo 474.281 47.018 280 3.967 15.295 540.841Asti 114.460 29.959 0 1.904 16.475 162.798Alessandria303.592 23.839 13.393 143 13.721 354.688Biella 52.727 1.165 5.340 0 230 59.462Verbania-Cusio-Ossola1.226 98 0 0 25 1.348
2.478.634 110.212 195.492 6.068 48.474 2.838.880Fonte: ENEA Atlante Nazionale Biomasse
Provincia
Boschi latifoglie
ton/anno_s.s
Boschi conifere ton/anno
s.sArboricolturaton/anno_s.s
Totale ton/anno
_s.s.ALESSANDRIA 29997 415 2283 32695ASTI 30687 44 0 30731BIELLA 23899 81 0 23980CUNEO 53942 838 2312 57092NOVARA 25257 225 0 25482TORINO 54625 724 6106 61454VERBANIA-CUSIO-OSSOLA9933 525 0 10458VERCELLI 14414 58 206 14677TOTALE 242753 2910 10907 256570
Fonte: ENEA Atlante Nazionale Biomasse
L’inserimento sul territorio di una centrale a biomassa va prima verificato sotto il profilo:
•della pianificazione
occorre verificare se e quali interazioni sussistono tra il progetto ed eventuali altri piani e progetti .
In particolare occorre evitare che più progetti insistano sulla stessa area o bacino d’utenza con conseguente impossibilità di garantire la continuità di rifornimento del combustibile
•del quadro ambientale “ante operam” ovvero dello stato di fatto del luogo prima dell’inserimento dell’impianto. Occorrerà approfondire il quadro delle conoscenze relative alle diverse matrici ambientali e tra esse in particolare l’impatto sulla componente atmosferica (clima, qualità dell’aria, …)
Non si dovrà trascurare di considerare la vocazione del territorio e le eventuali interferenze che l’impianto potrebbe determinare.
• delle caratteristiche della centrale che sono strettamente correlate con le “dimensioni” dell’impianto.
A questo proposito di particolare interesse sono:
1. gli imput necessari (biomassa)La “taglia” della centrale dovrà essere commisurata al reale potenziale produttivo dell’area (filiera corta). Dovranno altresì essere previste procedure di tracciabilità e controllo (filiera corta certificata).Il potenziale produttivo del luogo dovrà essere stimato in un’ottica di sostenibilità .
2. Si dovrà valutare preventivamente l’effettiva possibilità di un adeguato utilizzo dell’energia termica
3. Gli output (ceneri, emissioni…)
Si dovranno prevedere meccanismi di controllo (partecipato) delle emissioni ovvero di monitoraggio e registrazione.
E’ imprescindibile disporre di una stima attendibile della biomassa realmente producibile con continuità e nel lungo periodo (non meno di 20 anni) in un’area circostante il luogo in cui verrà realizzata la centrale (resa energetica del 90%?) che tenga conto di:
1. tipologia dei boschi esistenti e loro provvigione media annua al fine di valutare quanta biomassa è destinabile a materiale da triturazione (dal comparto vanno esclusi i boschi di protezione, porta seme, assortimenti da lavoro…);
2. le reali possibilità di esbosco (viabilità) tenuto conto degli aspetti economici (macchiatico positivo);
3. tipologia di proprietà (privata o pubblica);4. presenza o meno di strumenti di pianificazione forestale;5. esistenza o possibilità effettiva di creare una filiera produttiva e
di far fronte alle necessità logistiche .
Cosa si deve intendere per filiera corta?
Un raggio di 70 Km equivale ad una superficie di 15.386 Km²,
Vale a dire 1.538.600 ha.
La prov. di Cuneo occupa una superficie di 6.903 Km²
(2,2 volte più piccola)
Il Piemonte ha una superficie di 25.400 Km²
(1,6 volte più grande)
Si tratta di dimensioni accettabili?
Altri aspetti da considerare sono:
•La compatibilità paesaggistica
•La sicurezza del sito
•I flussi di traffico previsti
•L’impatto sulle altre matrici ambientali
•L’inquinamento acustico
•Gli impatti in fase di cantiere
E’ necessario comunque attuare un confronto trasparente, corretto ed obiettivo
con la comunità locale, i portatori di interessi, le autorità, non per convincerli
della bontà del progetto attraverso iniziative propagandistiche, ma per definire
in un’ottica realmente concertativa se e quale impianto può essere realizzato.
Occorre minimizzare l’impatto ambientale e massimizzare l’utilità sociale dell’impianto
i meccanismi di incentivazione adottati dallo Stato per la produzione di energia elettrica ottenuta da
biomassa sono rilevanti ma tutti indirizzati esclusivamente a favore di chi produce l’energia;
condizione necessaria é che vi sia anche una positiva ricaduta economica sulla comunità locale (contratti
di filiera).
Grazie per l’attenzione