DIVOLO CON LE ZINNE CHIAVI DA...
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3558 DIVOLO CON LE ZINNE
CHIAVI DA RAMMENTARE
- Il demonio minore Satanasso Berlocco, viene
incaricato di prendere il corpo di un grande
giudice, duro, saggio, incorruttibile, che sta
mettendo "sossopra" lo Stato di centro.
- Il Berlocco, o Barlocco, è un diavolo di prima
gradiazione che aspira a divenire "maximo
Satanasso". Dovrà riuscire nell'impresa. La prima
lezione impartitagli è quella de "l'ingresso".
Se entrasse come fanno i dilettanti (demoni-
chierici aprossimati)... per la bocca...???
Realizzato attraverso un dialogo col maestro
Diavolo che gli sferra domande a calci, bastonate
e fiamme... uno sputafuoco.
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FARCIPANTE "Entrare per la bocca è grave
errore... per il naso ti ritrovi sempre nel
gargozzo..."
"Per l'orecchi?"
"Debi sfondargli il timpano... e l'assordi! No,
devi entrar per il deretano!"
"Come?"
"Per lo culo! È il modo più dolce... una sopposta
non fa vomitare, non rovescia lo stomaco... uno
manco s'accorge. Al contrario, una sopposta
ingoiata per la bocca mentre dormi, ti fa tossire,
irrita, ti fa strabuzzar gli occhi... e subito
sprigiona una crisi da indemoniato... Dev'essere
una invasione delicata, morbida, scivolosa... una
supposta di burro e miele...Tu ti allenerai a
questa bisogna!"
Gli consegna due recipienti.
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"Ecco, ungiti di continuo. Prima regola: non
scatenare l'invasato!"
Il maestro gli offre dei testi legali, processi in
corso, processi in gestazione.
"Questo giudice e podestà vuol distruggere ogni
ladroneria-corruzione... sta facendo scuola... è
appoggiato anche dal vescovo - è orrendo!... - e
dal capitano del popolo!
(Riprende la lezione) È il Demonio, non
preparato, che scatena la psiche dell'indemoniato.
Se il Demonio-inquilino si impossessa con grazia
del cervello e della volontà del visitato, nessuno
s'accorge della possessione.
Seconda regola: come sei nel corpo devi
assecondarlo e studiare gusti, atteggiamenti, vizi
e la sua forza di moralità e sicurezza. Per minare
la sua fede devi conoscerla e assecondarla.
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Avrai la possibilità di farlo assopire e, quindi, per
breve tempo, muovere quel corpo da totale
padrone. Saranno quelli i momenti in cui noi due
(col maestro) ci si potrà incontrare e studiare gli
sviluppi della situazione."
Il Diavolo Barlocco non può fallire. Se gli va
buca l'azione verrà eliminato, sciolto nello sterco
del calderone nell'inferno.
Arlecco Barlocco si studia immagini della sua
vittima. Ha il potere di proiettare in uno specchio
le immagini di tutti i personaggi. Scopre che il
giudice, oltre che incorruttibile, non ha alcun
parente prossimo in città, né amici fidati, soci...
non ha donne né avventure sentimentali... niente
puttane... niente sesso... Fosse almeno
omosessuale?!... Neanche! Fa schifo! Ma non è
misantropo: aiuta vedove, fanciulle traviate,
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orfani, vecchi. È religioso, senza strafare. Fosse
eretico?! No, non li perseguita ma nemmeno
parteggia per loro!
Non possiede case... se non quelle del suo paese
d'origine... di sua madre, ma li lascia gestire dai
fratelli.
Fra la poca gente che ha intorno c'è uno scrivano,
un ragazzo facchino, due sbirri che lo
proteggono, una donna matura che gli fa da
"perpetua", goffa, dalla camminata saltellante...
un po' rozza e ogni tanto sboccata ma spesso con
crisi mistiche da "betonica" baciapile. Recita
proverbi, luoghi comuni: "Tutte le donne son
puttane, tutti gli uomini sporcaccioni".
Il giorno avanti l'operazione d'innesto, il capo
Diavolo porta Barlocco a visitare la casa del
giudice. Conosciamo Pitocca, la perpetua del
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giudice Francesco Strambolo. La Pitocca blocca
duramente un "giudicato", un altro che chiede
udienza, una ragazza che vorrebbe intercedere
per suo marito, che dice innocente.
La Pitocca fa da buttafuori per ogniuno, fino ad
usare le maniere forti, minacce e insulti. Chiama
le guardie: uno dorme e l'altro se la fa con una
ragazza.
La Pitocca tratta duramente anche il vescovo che
è venuto (in segreto, quindi mascherato) a far
visita al giudice. Il vescovo è in grave crisi e
giunge dal giudice come dal confessore (egli è
l'unico uomo giusto e onesto che conosca). Il
vescovo si sente indegno: s'è lasciato
corrompere, ha elargito diritti di costruzione
(fabbrica), appalti della Curia e soprattutto ha
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ceduto nella carne... insomma s'è fatto qualche
amante!
Il giudice svela che a sua volta si sente debole
con le donne e che risolve prendendosi purghe
che lo costringono a correre in "camerella" e il
peggio, ritirarsi per i continui fiati fatulenti da
scorezze frastuonanti con botto.
La Pitocca ascolta nascosta, si segna, commenta,
snocciola il rosario, fa andare il turibolo con
sfumacchi.
Il giudice consiglia il vescovo di disdire ogni
favore.
Il vescovo teme i ricatti e la violenza per lo
sgarbo che i corruttori subirebbero. Anche il
giudice teme di essere ucciso. Sono in molti a
volerlo morto... o peggio "sputtanato".
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Il giudice esce col vescovo: sono entrambi
invitati a uno spettacolo (commedia) dal
principe.
Vien sera, il giudice tarda a tornare.
La Pitocca aspetta con la cena.
"Vuoi vedere che è andato a mangiare dopo lo
spettacolo da qualcuno?" Tornano le due
guardie. L'hanno perduto di vista. La Pitocca li
insulta e li rimanda alla ricerca del giudice. La
donna attende in camera da letto del giudice,
prepara lo scaldino, infila il prete sotto le
lenzuola. Ha freddo, si mette sulle spalle il
vestaglione del giudice (gualdrappa) e anche il
suo berretto. Si sdraia sul letto.
"Appena lo sento salto in piedi."
S'addormenta.
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Appaiono i due diavoli. Il capo lo incoraggia.
Anche i due demoni hanno freddo.
"Sei fortunato, vai al caldo! Il giudice dorme col
prete... con lo scaldino ricolmo di brace... infilati
nel suo pertugio e buona fortuna."
Il diavolo s'infila sotto le lenzuola. La Pitocca ha
qualche sussulto. Nel sogno geme: "Che mi
succede?... Oh signor, che fremito!". Sussulta,
sbuffa, ansima. Commenti del Demonio
nell'interno (voce affogata dal fondo).
Complimenti e saluti del capo Diavolo che dà gli
ultimi consigli al discepolo e se ne va.
Ritorna il giudice sorretto dalle due guardie. È un
po' brillo. Ride, fa battute. È la prima volta che
s'ubbriaca. L'hanno fregato. Lui non beve mai.
Gli hanno fatto mangiare frutta immersa nel
liquore, torta col rosoglio e di lì non ha tenuto
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più: ha tracannato anche del vino... e grappa... e
uno sciroppo fortissimo. È cascato anche da
cavallo. L'hanno trovato in un'osteria che cantava
con altri ubriachi. Per il vociare e gli sghignazzi
del giudice la Pitocca si ridesta, anzi è il demonio
che si ridesta e commenta. È la voce alonata e
intubata di Barlocco che emerge in primo piano...
si rassetta... si avvolge meglio nella gualdrappa.
"Chi sarà a quest'ora che fa 'sto baccano?"
Entra il giudice che barcolla. Ha licenziato le
guardie.
DIAVOLO BARLOCCO Ho le travegole o il
giudice sta davanti a me... gli sono entrato dentro
ma sto fuori... forse sto davanti a uno specchio!
GIUDICE Ma che straparli Pitocca? Che voce t'è
venuta? (Il Diavolo che è dentro Pitocca è
allocchito) Pitocca e che fai con addosso la mia
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palandrana e il mio cappello? Ti sei imbriacata
anche te?
Ad un certo punto si risveglia anche la Pitocca
che si scuote e si rende conto della situazione. È
impacciata. Usare l'espediente per cui, quando la
Pitocca riprende possesso del suo corpo, la luce è
normale, quando il demonio prevale, la luce è
rossastra con riflessi azzurri.
La Pitocca, seppur intontita (ogni tanto fatica ad
articolare gambe, fianchi, collo e braccia) riesce a
mettere a letto il giudice.
Cambia scena. La Pitocca entra nella propria
stanza, le gira la testa, il corpo sgambetta e
sculetta come quello di un puledro. Si butta,
meglio, viene scaraventata, sul letto, sviene.
Ritorna la voce di Barlocco che chiede aiuto,
chiama il suo maestro.
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"Farcipante!"
Farcipante appare all'istante.
"Dove sei? Dove ti sei cacciato?"
"Qui dentro! Ma non so bene dove mi trovo!
"Disgraziato, sei dentro una femmina!"
Barlocco si palpa. Piange disperato. Farcipante lo
insulta.
"Sciagurato che t'infili senza farti ragione! Un
pertugio vale l'altro per un disgraziato incolto
come te."
Barlocco chiede d'essere aiutato ad uscire.
"Non si può! Solo un esorcista ti può cavar
fuori... e in chiesa con il coro che intona il
gregoriano!"
"Non m'importa, trovami un prete. Portami in
chiesa, in cattedrale... Voglio uscire da 'sta
femmina maledetta."
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"Attento, non è detto che un prete qualsiasi ci
possa riuscire. Bisognerà andare intorno per
cattedrali e basiliche in ginocchio, cantando
come forsennati e quando riuscirai a sortire... sai
cosa ti aspetta: demonio fallito è disciolto
fottuto!"
"E che devo fare?"
"Ci resti e cerchi di utilizzare quel corpo per
mandare a compimento il programma."
"Una serva sgraziata, allocca, baciapile che
induce alla corruzione più infame un giudice
spaventosamente onesto?"
"Ingegnati. Educa il tuo involucro. Fanne una
rufiana meravigliosa, insegnale a camminare,
ancheggiare, sculettare, parlare e ragionare.
Lasciva, suadente... anzi, tanto per cominciare,
impara a parlare con la sua voce e, innanzitutto,
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entra in possesso di questo corpaccione per gradi.
Devi lasciarle fiato, permetterle di agire... non
farti sentire... non prevaricare... invadila
dolcemente, con eleganza... Buona fortuna!"
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RICAPITOLANDO CON SINTESI
1) Maestro diavolo e il suo discepolo demonio
conversano. Il maestro ordina all'allievo di
introdursi nel corpo di un giudice di gran fama,
incorruttibile, e di possederlo (ingresso a tergo).
2) Il maestro offre "istruzioni per l'uso". Il
discepolo, manovrando il corpo e la mente del
giudice, deve combinare azioni immorali, tanto
da sputtanare il giudice stesso che è anche
podestà, così da far esplodere scandali rovinosi.
3) Il maestro conduce in gran segreto il discepolo
a visitare l'abitazione del giudice-podestà.
Nascosti, accovacciati sopra un grande armadio,
osservano azioni e personaggi. La fantesca,
perpetua del giudice, "Pizzocca", che riceve i
postulanti che vorrebbero intercedere favori dal
giudice: un testimone, un accusato-indagato, una
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ruffiana che vorrebbe spifferare di scandali, una
giovane donna avvenente che viene a supplicare
il giudice perché liberi il marito dalla galera.
Pizzocca caccia tutti con durezza, minaccia,
scalcia e schiaffeggia.
4) Entra in scena il vescovo travestito. Pizzocca
scaccia anche lui, lo insulta. Interviene giudice
che lo riconosce.
5) Confessione del vescovo che è in crisi: ha
tradito il suo mandato, s'è lasciato corrompere, va
a donne.
6) Anche il giudice si confessa debole e schiavo
del sesso... ricorso alle purghe... porta il cilicio...
nell'emergenza ingoia pozioni che gli procurano
fatulenze col botto.
7) La perpetua ascolta, a sua volta, nascosta, il
dialogo dei due. Ne resta scandalizzata, si segna,
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agita il turibolo, recita giaculatorie. Il giudice e il
vescovo vanno a teatro dal principe.
8) Pizzocca attende il ritorno a casa del giudice.
È tardi. Gli ha preparato il letto con lo scaldino.
Tornano i due sbirri: se lo sono perduto. La
Pizzocca ha freddo, si copre con la palandrana
del giudice e col suo cappello delle udienze,
s'avvolge il viso con la stola dorata,
s'addormenta.
9) Entrano in scena i due diavoli. sono convinti
che chi dorme sdraiato sul letto sia il giudice:
"Che fanatico, si tiene l'addobbo del mestiere
anche a letto!".
Il maestro dà gli ultimi consigli al discepolo che
copre il presunto giudice con le lenzuola cascate
(scivolate) ai piedi del letto e si infila a sua volta
sotto il "manto" per fargli visita intima.
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10) Sussulti, fremiti e gemiti della Pizzocca.
11) Il maestro se n'è appena uscito. Rientra il
giudice accompagnato (sorretto) dai due sbirri, è
ubriaco, caduto da cavallo, trovato in una osteria.
La Pizzocca, o meglio, il diavolo che la possiede,
si desta e leva in piedi il corpo del suo involucro.
Pizzocca parla con la voce del diavolo. Il giudice,
ubriaco com'è, non si capacita. Anche il diavolo
non capisce che ci faccia il giudice fuori del suo
corpo. Forse sta rispecchiandosi nella lastra d'uno
specchio.
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MAESTRO Tu potrai anche plasmare il tuo
involucro.
BERLOCCO Tu me canzoni? Spiritualmente...
nel carattere, il gusto.
MAESTRO No, anche nell'aspetto fisico...
plasmare il corpo, come fosse una scoltura di
cera o creta morbida.
BERLOCCO E come?
MAESTRO Dal di dentro come sei, tu te poi
rimpicciolire, allungare, strignere, come fossi un
bimbo, una creatura nel ventre di sua madre, solo
con maggior movimenti. Tu può infilare un tuo
braccio dentro il suo braccio...
BERLOCCO Come calzassi un guanto?
MAESTRO L'hai detto, e così... le gambe, dai
fianchi, ginocchio, a discendere. Fai conto di
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calzare uno stivale lungo dai piedi su, su, fino
alle cosce.
BERLOCCO Compresa la parpallia?
MAESTRO Anco quella... ma ell'è meglio che
in quel luogo tu non metta mano, che all'è un
punto di molto delicato e ce vuole gran sapienza.
Accontentati di rimodellare zinne, cosce e
fianchi.
BERLOCCO Ma io non ne so nulla di come è
fatto il corpo di una femmina. M'ero preparato
solo sul maschio.
MAESTRO Beh, prenditi (acchiappati) un
modello di bella fattura, una bella femmina,
osservala d'appresso e copiatela. Quella che sta
montando (salendo) in casa è un magnifico
esemplare, studiatelo con garbo.
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RIMONTARE IL FATTO CHE BERLOCCO SI
POSSA INFILARE NEL CORPO COME
DENTRO I GUANTI E GLI STIVALI.
La ragazza di belle forme viene a chiedere
udienza al giudice. È testimone. È emozionata.
La Pizzocca cerca di metterla a suo agio e le fa
togliere il mantello... la palpa... con il pretesto di
verificare che non abbia armi. La testimone si
risente. Pretende che lei si spogli. Inventa il
pretesto che l'abito che indossa darebbe
irritazione al giudice che non sopporta
l'esibizione sfacciata delle curve: è un abito
scollato, mette troppo in risalto le poppe, i
fianchi, cosce, chiappe. Così dicendo indica e
palpa con aria di valutare con distacco. La
ragazza si sente a disagio per tanta libertà di
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"tastata", reagisce insofferente alla
"toccaccionata".
"Ma tra femmine non c'è lascivia, io potrei essere
tua madre."
"Mia madre non mi ha mai palpignata!
"Amorale, che scostumata! È un grave torto non
spalpignare le figlie. La madre spalpignosa
forgia, costruisce, la figliola, la fa montare come
pasta di pane, torta, che lievita, altrimenti non
coce, non monta, secca rimane, non fiorisce né
matura. Arida come zucca secca, friggida. E
quando giunge l'uomo sposo suo, voglioso de
l'amplesso, non respira, non ha fremito alcuno,
assente al piacere, inerte sta."
Ha scovato nel ripostiglio un abito della madre
del giudice, molto più sfarzoso di quello appena
tolto, con frange, sottogonne, due specie d'ali.
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In quel momento entra il giudice che rimane
attonito dinanzi alla ragazza a mezzo spogliata.
La Pizzocca inventa ragioni assurde tipo:
"Poverina l'è rimasta vedova!" - "Come vedova?
Se suo marito è sano e vispo in carcere... L'ho
veduto che è un'ora!"
"No, non è rimasta vedova lei, ma la sua
madre!"
"Quando?"
"Beh, sarà due anni..."
"E cosa c'entra col fatto che si sia venuta a
spogliare a mezzo nuda nel mio studio?"
"Appunto perché ha smesso il lutto!"
"Ah, e una smette il lutto e si spoglia?"
"Sì, per rimettersi un abito normale."
"E quello sarebbe normale?"
"Sì, un'abito normale da festa!"
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"Perché da festa?"
"Festa di carnevale!"
"Ma che carnevale, siamo in quaresima!"
"Beh, una è meglio che si prepari in tempo!"
"Insomma, fai che si sbrighi, anzi licenziala che
non ho tempo di ascoltarla."
Durante la svestizione della ragazza la Pizzocca
s'è procurata un nastro e prende misure.
Inserire attimi in cui la vera perpetua si ridesta e
si guarda intorno allocchita, specie davanti alla
ragazza discinta e anche all'apparizione del
giudice scandalizzato.
La Pizzocca ad ogni risveglio si esprime in
dialetto lombardo. Il demonio al contrario, in
italiano arcaico (ha studiato il linguaggio sui testi
classici antichi: il Decamerone, il Pecorone...)
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La Pizzocca, con fatica, cerca di gestire i
movimenti di mani, braccia, piedi e cosce che gli
si ribellano, litiga con se stessa, si colpisce sul
capo con una mazza per stordirsi, per eliminare.
La Pizzocca alfine sviene. Il diavolo riprende in
mano la gestione del corpo.
Il variare delle opposte personalità che prendono
possesso del corpo è sottolineato da suoni,
compreso quello di un gong o l'accordo di
strumenti a fiato spernacchianti.
La Pizzocca in uno dei suoi risvegli ha il dubbio
di ritrovarsi in un incantamento. Qualcuno l'ha
fatturata. Dovrà andare alla festa della
tarantolate. Ne prova alcuni passi, costringendo
le due guardie, che sono anche musici per diletto,
ad accompagnarla. Il diavolo che è in lei si eccita
e la trascina in una danza forsennata (si userà una
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controfigura, un acrobata con viso a maschera
simile alla Pizzocca, che si sostituirà nelle
evoluzioni eseguendo salti mortali, evoluzioni
anche su un'altalena che si traduce in trapezio).
(Possono usarsi anche due acrobati)
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SITUAZIONI DA RIMONTARE
1) Nella casa del giudice-podestà c'è una
scimmia minuta, interpretata da una mima o
mimo di piccola statura. La scimmia babbuino è
molto vivace, curiosa e sospettosa. Si accorge
subito della presenza dei due diavoli nascosti
sull'armadio della scena in cui Pizzocca riceve e
caccia i vari postulanti, cerca di montare a sua
volta sull'armadio, ne viene cacciata. Il diavolo
Berlocco è costretto, pur di farsela amica, a
regalarle la sua colazione: formaggio, piada,
frutta, cotechino, vino.
La scimmia gli rilancia le bucce e sbroffa il vino
(non le piace)
2) Rimontare il fatto che il diavolo Berlocco (una
specie di Arlecchino) si prepara una sporta con il
cibo (colazione). Deve abituarsi ad assaporare il
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mangiare degli uomini, apprezzare, conoscere,
per non vomitare.
3) Rimontare il comportamento della scimmietta,
a volte petulante e sbeffeggiante, che s'intromette
curiosa in ogni situazione. Partecipa divertita alla
cacciata dei postulanti, sbeffeggia la rufiana,
partecipa allo spogliarello della moglie del
carcerato, s'infila a sua volta gli abiti, fa il verso
alla ragazza.
4) È fra i piedi del vescovo e commenta
inorridita le sue confessioni doppiando le
reazioni della Pizzocca che ascolta nascosta alla
vista dei due (Giudice e Vescovo), raccoglie e
riproduce anche i commenti mimati dei due
diavoli appollaiati sull'armadio.
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5) È lei che tira a sè il lenzuolo e lo trascina giù
dal letto sul quale dorme la pizzocca coperta
dalla palandrana e dal cappello del giudice.
6) Ancora la scimmia infila la testa sotto il
lenzuolo al momento in cui il diavolo Berlocco si
sta introducendo per il deretano nella Pizzocca
(Pitocca) dormiente.
7) Si diverte rifacendo il verso al Giudice che
torna ubriaco, si rotola a terra fingendosi sbronza
a sua volta, con capriole e barcollate clownesche.
Tenta di accoccolarsi sulle spalle del giudice.
8) Si spaventa quando alla Pizzocca si
gonfieranno seni e glutei, ne imiterà la
camminata.
9) Danzerà con la Pizzocca il ballo della tarantola
10) Rimontare l'impaccio del giudice nella scena
in cui il vescovo confessa di essersi fatto
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corrompere: sfruttato i lasciti per l'ospedale degli
innocenti (abbandonati) ha permesso, senza
denunciare, che si appiccasse il fuoco alla "Santa
Maria del Popolo", l'antica cattedrale, per giocare
sulla commozione e solidarietà popolare. Indire
una raccolta di fondi.
Il giudice, all'inizio, si dice contrario ad ascoltare
(se non lo denuncia diventa complice) poi, su
insistenza, con sparate drammatiche e pianti, il
giudice ascolta, senza commentare. Alla fine
svela al vescovo di essersi ficcato due palle di
cera nelle orecchie.
11) Il cambio di gestione del corpo della
Pizzocca è determinato principalmente dai
rintocchi della campana, specie quando
s'annuncia il vespro o il mattutino. Quel suono
annulla il potere del diavolo che letteralmente
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perde ogni forza, si annulla, e cade in un trans da
svenuto, in catalessi (di ciò l'avverte fin dal
principio il maestro demonio)
12) Il paradosso comico esplode al momento in
cui le campane sbattacchino a festa. Il
quell'occasione la Pizzocca freme e, saltellando
come invasata, danza come un burattino
impazzito, poi crolla a terra. Poi rinviene. Ma è la
vera Pizzocca che si risveglia del letargo e fa
sentire la propria parlata in dialetto lombardo.
Continua a chiedersi cosa stia succedendo.
13) Ogni tanto il diavolo maestro interviene
suonando un flauto tipo "Satiro-Pan". Quel suono
addormenta gradualmente la Pizzocca che
slanguidisce flessuosa poi, all'istante, spalanca
braccia e gambe come fulminata.
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Dialogo fra il capo diavolo e la Pizzocca
posseduta da Berlocco.
- Il maestro avverte che i ............. della città
stanno muovendosi per far fuori il giudice, per
poi consegnare la città al duca Razzo che preme
per prendere il potere. "La Repubblica dev'essere
seppellita!"
Sputtanare il podestà e dimostrare che è a sua
volta corrotto, che stava tramando per
consegnare la città all'imperatore, che ha ricattato
la moglie di un prigioniero per portarsela a letto,
che è in combutta col vescovo e coi suoi
intrallazzi se la fa con gli eretici e organizza riti
satanici. Tant'è vero che la sua perpetua è una
strega.
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"Come, io una strega?... E che prove avrebbero?
A parte che la Pizzocca... che io... lo sanno tutti...
è una baciapile pizzoggola..."
"Sì, ma dal momento che tu testimonierai e
confesserai sotto tortura..."
"Sotto tortura?... Ma perché dovrei lasciarmi
torturare? Io confesso subito come mi fermano.
Anzi vado io al tribunale dell'inquisizione e
confesso tutto!"
"Cosa confessi?"
"Tutto quello che vogliono!"
"E cosa ne sai di quello che vogliono? Bisogna
che tu aspetti che te lo chiedano. E perché poi
abbia perso e credibilità quello che tu ammetti,
prima deve negare, poi ammettere in parte
quando ti minacciano... e crollare solo quando ti
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torturano. Ma per gradi... non subito. Devi
soffrire e resistere!"
"Ma io non voglio soffrire!"
"Che t'importa, tanto 'sto corpo che flagellano e
storcono, mica è tuo!"
"No, ma io sento male lo stesso, un dolore boia!"
"Senti, allora scegli: io ti mando in trans con una
gran scapanellata (faccio io da sacrestano),
quindi sulla ruota della tortura ci mandiamo la
Pizzocca. Tu sei dentro ma in catalessi. Lei urla,
la tirano, la arrotano, ma attaccata, fedele, com'è
al giudice non parla. La bruciano lo stesso come
strega... Ma anche tu bruci... nel senso che sei
spacciato, hai fallito! Il giudice è liberato e tu
fottuto!