Dicembre 2012

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ANNO V DICEMBRE DICEMBRE 2012 2012 BUONE FESTE BUONE FESTE

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Edizione 'dicembre 2012' di mdarteRivista.

Transcript of Dicembre 2012

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ANNO V

DICEMBREDICEMBRE

20122012

B U O N E F E S T EB U O N E F E S T E

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VOTA ARTISTAVOTA ARTISTA Il concorso abbinato alle manifestazioni Il concorso abbinato alle manifestazioni

A n i s i a Tr i m i e s , v i n c i t o r e d e l l ’u l t i m a e d i z i o n eA n i s i a Tr i m i e s , v i n c i t o r e d e l l ’u l t i m a e d i z i o n e d i ‘ Vo t a A r t i s t a ’ i n e s p o s i z i o n e a l B r u n e l l e s c h id i ‘ Vo t a A r t i s t a ’ i n e s p o s i z i o n e a l B r u n e l l e s c h i

d i M i l a n o d a l 1 5 g e n n a i o 2 0 1 3 . d i M i l a n o d a l 1 5 g e n n a i o 2 0 1 3 .

ANISIAANISIA

TRIMIESTRIMIES

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LA F IERA DELLA CREATIVITA’LA F IERA DELLA CREATIVITA’

La creat iv i tà mi lanese in mostra

specia le appuntamento del

16 dicembre 16 dicembre dalle ore 10 alle ore 17

Video per formance Esposiz ione

Workshop l ivePerformances

Estraz ione concorso Creat iveBrunch

L'artista, nato ad Adrano, in Sicilia, nel 1945, si trasferì giovanissimo a

Torino, ove ha conseguito la laurea in Architettura e dove ha poi sempre

vissuto insegnando nelle scuole superiori.

Acuto osservatore della realtà circostante, sin da studente disegnava

ciò che si presentava ai suoi occhi, in particolare la vita tumultuosa e

disordinata di una città allora operaia e dai ritmi precisi ma convulsi.

Le sue opere hanno una base tecnica sopraffina ed un'esemplare viva-

cissima coloritura.

Circolo degli Artisti

Via Bogino 9, Torino

orari: da lunedì a venerdì 15.30 - 19.30

sabato su appuntamento

Informazioni: tel. 011.8128718

[email protected]

P I P P OP I P P O L E O C ATAL E O C ATA

In mostra fino al 6 dicembre

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In due giorni consecutivi la città di Torino ha vissuto una strana, particolare coincidenza. Lunedì 12 è stato inaugurato allo Stadio OLIMPICO (ex sta-dio Comunale, ex Stadio Mus-solini) il Museo dello Sport, con

reperti storici di tutte o quasi le di-scipline sportive. Frutto della pas-sione di un collezionista privato, che ha voluto donare il frutto delle sue ricerche alla collettività. Dai guanto-ni di Cassius Clay, al casco di Sen-na, dalla maglia iridata di Coppi alle foto di molte imprese sportive. Il giorno successivo allo Juventus stadium è stato presentato il proget-to che vede coinvolti oltre al Museo della società bianconera, il Museo Nazionale del Cinema (presieduto dal pittore Ugo Nespolo, tifoso ju-ventino) e la Reggia di Venaria. Lo stadium è proprio sul confine fra le due città e certamente esiste un effetto traino fra sport e Reggia. Interessante il coinvolgimento del MUSEO del CINEMA, il quale rap-presenta comunque un'arte molto apprezzata dai giovani che non di-sdegnano, è noto, il mondo pallona-ro. L'iniziativa è di sicuro una novità ed un volano turistico che la Regione sponsorizza e ben si inserisce nella politica dell'assessore Alberto CI-RIO rivolta ad incrementare le visite in Piemonte. Roberto Curione

In due giorni consecut iv i la c i t tà di Tor ino

ha vissuto una strana, part icolare

coincidenza.

LO SPORT VA AL MUSEO

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Vedute del regno di Sardegna L'artista visse uno dei periodi più turbolenti della nostra storia, la rivoluzione francese prima, la conquista napoleoni-

ca poi. Figlio di Vittorio Amedeo Cignaroli, già pittore di Corte nei primi anni di formazione del nuovo Regno, e certa-

mente più noto per le sue opere, in genere paesaggistiche, classicheggianti ed arcadiche allo stesso tempo, Angelo

seguì le orme del padre nel 1792, in piena tempesta rivoluzionaria, sotto il re Vittorio Amedeo terzo, ma non fu certo

un innovatore.

L'ambiente culturale sabaudo, all'epoca, era alquanto conservatore.

Ebbe l'incarico ufficiale di riprodurre luoghi del Regno (in specie le residenze reali e dintorni) e quelli in cui stava na-

scendo il turismo. Ampio spazio alla Valle d'Aosta, quindi, una delle prime mete di rilievo europeo, anche a livello

scientifico con la prima scalata al Monte Bianco.

Angelo Cignaroli fu una delle tante scoperte dell'antiquario ACCORSI, il padre del Museo e della Fondazione, orgo-

gliosamente di diritto privato.

Molti gli eventi collaterali, dedicati anche ai giovani ed ai bambini, per avvicinarli all'arte in un ambiente austero ma

ricco di autentiche chicche.

ANGELOANGELO CIGNAROLICIGNAROLI

Museo Accorsi - Ometto via Po 55, Torino

Orari: da martedì a domenica 10.00/13.00 - 14.00/18.00 lunedì chiuso Informazioni e prenotazioni:

tel. 011.837688 [email protected] www.fondazioneaccorsi-ometto.it

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R o d o l f o A r i c ò , F r a n c e s c o C a n d e l o r o , R o d o l f o A r i c ò , F r a n c e s c o C a n d e l o r o , N i c o l a C a r r i n o , E n r i c o C a s t e l l a n i , N i c o l a C a r r i n o , E n r i c o C a s t e l l a n i ,

A l a n C h a r l t o n , C a r l o C i u s s i , A l a n C h a r l t o n , C a r l o C i u s s i , G i a n n i C o l o m b o , D a d a m a i n o , G i a n n i C o l o m b o , D a d a m a i n o ,

R i c c a r d o D e M a r c h i , L e s l e y F o x c r o f t , R i c c a r d o D e M a r c h i , L e s l e y F o x c r o f t , S o l L e W i t t , J o h n M c C r a c k e n , S o l L e W i t t , J o h n M c C r a c k e n ,

F r a n ç o i s M o r e l l e t , M a r i o N i g r o , F r a n ç o i s M o r e l l e t , M a r i o N i g r o , B r u n o Q u e r c i , U l r i c h R ü c k r i e m , B r u n o Q u e r c i , U l r i c h R ü c k r i e m , N e l i o S o n e g o , M a u r o S t a c c i o l i , N e l i o S o n e g o , M a u r o S t a c c i o l i ,

N i e l e T o r o n i , D a v i d T r e m l e t t , N i e l e T o r o n i , D a v i d T r e m l e t t , G r a z i a V a r i s c o , M i c h e l V e r j u x .G r a z i a V a r i s c o , M i c h e l V e r j u x .

GENESI GENESI DEL FAREDEL FARE

La galleria A arte Studio Invernizzi inaugura martedì 11 dicembre 2012 alle ore 18.30 la mostra "Genesi del

fare" che ripercorre l'evoluzione di una direttrice dell'arte contemporanea che ha privilegiato la formazione di

una nuova grammatica espressiva, a partire dalla ricerca della sintesi tra colore, atto pittorico, materia e for-

ma.

Punto di partenza del percorso espositivo è l'opera "Spazio totale: progressioni ritmiche simultanee in varia-

zione vibratile" realizzata nel 1953 da Mario Nigro, artista che dalla fine degli anni Quaranta guarda alle origi-

ni di un'esperienza non oggettiva come mezzo per interrogarsi sull'essenza dell'esistenza umana.

Al piano superiore, opere di Enrico Castellani, Gianni Colombo, Dadamaino, François Morellet e Grazia Vari-

sco si propongono come ipotesi di attraversamento e superamento dell'immagine, come soglia che si apre

alla conoscenza del tutto oltre il confine della bidimensionalità, per ritrovare forza comunicativa con ancor

nuova energia. Questa ricerca, che affonda le proprie radici nel clima culturale degli anni Cinquanta in Euro-

pa ed a Milano, non si esaurisce nel tempo e trova nuove chiavi di lettura e di espressione nelle opere di Ro-

dolfo Aricò e Carlo Ciussi, realizzate tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta ed esposte

nella seconda sala dello stesso piano, pervase da una continua tensione progettuale che indaga forme e co-

lori in una sintesi che tende all'universale. Allo stesso modo le sculture di Nicola Carrino, strettamente legate

all'idea di costruzione e decostruzione, e di Mauro Staccioli, caratterizzate dall'essenzialità geometrica delle

strutture, si esplicitano come l'esito di una riflessione sull'idea stessa di scultura, riletta in una prospettiva che

guarda al divenire perdendo la propria entità autoreferenziale e divenendo un elemento specificatamente

pensato per lo spazio di destinazione, per rispondere a un'esigenza di compenetrazione e individualità.

Nel terzo ambiente del piano superiore David Tremlett crea, con il tratto del pastello su carta, delicati equilibri di verticalità e orizzontalità tra

forme geometriche elementari mentre Lesley Foxcroft indaga l'espressività artistica di materiali legati all'uso quotidiano, come carta, cartoncino

e MDF.

Al piano inferiore della galleria, i lavori di artisti europei e americani quali Alan Charlton, Sol Lewitt, John McCracken, Ulrich Rückriem, Niele

Toroni riflettono sulla possibilità di un gesto essenziale e sintetico che attraversi e percorra lo spazio espositivo. L'utilizzo di un elemento reite-

rativo di analisi, come le impronte di pennello di Niele Toroni, il colore grigio delle tele di Alan Charlton o il sezionare la pietra dolomitica in for-

me primarie di Ulrich Rückriem, diviene la cifra stilistica di una ricerca che si differenzia, per il legame che intercorre tra l'opera e la volontà di

creare dei singoli artisti, dalle strutture primarie della Minimal Art americana di Sol Lewitt e John McCracken.

In un'altra sezione dello stesso piano si trovano i risultati più recenti di questo percorso. Le opere degli anni Ottanta caratterizzate dalla rifles-

sione sullo spazio di Bruno Querci, che trasporta sulla tela un delicato equilibrio di campiture bianche e nere, e di Nelio Sonego, che trascrive

sul fondo bianco le vibrazioni energetiche attraverso le cromie accese di colori acrilici, e dagli éclairages di Michel Verjux, che indagano gli am-

bienti con le loro proiezioni, portano negli anni Novanta a una ulteriore riflessione che si esprime nel gesto della foratura compiuto da Riccardo

De Marchi su superfici in plexiglas e nella considerazione dell'architettura come parte fondante dell'opera di Francesco Candeloro. Queste

opere esprimono, infatti, altrettante possibilità di lettura e sviluppo di un percorso artistico continuamente "in fieri".

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R o d o l f o A r i c ò , F r a n c e s c o C a n d e l o r o , R o d o l f o A r i c ò , F r a n c e s c o C a n d e l o r o , N i c o l a C a r r i n o , E n r i c o C a s t e l l a n i , N i c o l a C a r r i n o , E n r i c o C a s t e l l a n i ,

A l a n C h a r l t o n , C a r l o C i u s s i , A l a n C h a r l t o n , C a r l o C i u s s i , G i a n n i C o l o m b o , D a d a m a i n o , G i a n n i C o l o m b o , D a d a m a i n o ,

R i c c a r d o D e M a r c h i , L e s l e y F o x c r o f t , R i c c a r d o D e M a r c h i , L e s l e y F o x c r o f t , S o l L e W i t t , J o h n M c C r a c k e n , S o l L e W i t t , J o h n M c C r a c k e n ,

F r a n ç o i s M o r e l l e t , M a r i o N i g r o , F r a n ç o i s M o r e l l e t , M a r i o N i g r o , B r u n o Q u e r c i , U l r i c h R ü c k r i e m , B r u n o Q u e r c i , U l r i c h R ü c k r i e m , N e l i o S o n e g o , M a u r o S t a c c i o l i , N e l i o S o n e g o , M a u r o S t a c c i o l i ,

N i e l e T o r o n i , D a v i d T r e m l e t t , N i e l e T o r o n i , D a v i d T r e m l e t t , G r a z i a V a r i s c o , M i c h e l V e r j u x .G r a z i a V a r i s c o , M i c h e l V e r j u x .

La galleria A arte Studio Invernizzi inaugura martedì 11 dicembre 2012 alle ore 18.30 la mostra "Genesi del

fare" che ripercorre l'evoluzione di una direttrice dell'arte contemporanea che ha privilegiato la formazione di

una nuova grammatica espressiva, a partire dalla ricerca della sintesi tra colore, atto pittorico, materia e for-

ma.

Punto di partenza del percorso espositivo è l'opera "Spazio totale: progressioni ritmiche simultanee in varia-

zione vibratile" realizzata nel 1953 da Mario Nigro, artista che dalla fine degli anni Quaranta guarda alle origi-

ni di un'esperienza non oggettiva come mezzo per interrogarsi sull'essenza dell'esistenza umana.

Al piano superiore, opere di Enrico Castellani, Gianni Colombo, Dadamaino, François Morellet e Grazia Vari-

sco si propongono come ipotesi di attraversamento e superamento dell'immagine, come soglia che si apre

alla conoscenza del tutto oltre il confine della bidimensionalità, per ritrovare forza comunicativa con ancor

nuova energia. Questa ricerca, che affonda le proprie radici nel clima culturale degli anni Cinquanta in Euro-

pa ed a Milano, non si esaurisce nel tempo e trova nuove chiavi di lettura e di espressione nelle opere di Ro-

dolfo Aricò e Carlo Ciussi, realizzate tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta ed esposte

nella seconda sala dello stesso piano, pervase da una continua tensione progettuale che indaga forme e co-

lori in una sintesi che tende all'universale. Allo stesso modo le sculture di Nicola Carrino, strettamente legate

all'idea di costruzione e decostruzione, e di Mauro Staccioli, caratterizzate dall'essenzialità geometrica delle

strutture, si esplicitano come l'esito di una riflessione sull'idea stessa di scultura, riletta in una prospettiva che

guarda al divenire perdendo la propria entità autoreferenziale e divenendo un elemento specificatamente

pensato per lo spazio di destinazione, per rispondere a un'esigenza di compenetrazione e individualità.

Nel terzo ambiente del piano superiore David Tremlett crea, con il tratto del pastello su carta, delicati equilibri di verticalità e orizzontalità tra

forme geometriche elementari mentre Lesley Foxcroft indaga l'espressività artistica di materiali legati all'uso quotidiano, come carta, cartoncino

e MDF.

Al piano inferiore della galleria, i lavori di artisti europei e americani quali Alan Charlton, Sol Lewitt, John McCracken, Ulrich Rückriem, Niele

Toroni riflettono sulla possibilità di un gesto essenziale e sintetico che attraversi e percorra lo spazio espositivo. L'utilizzo di un elemento reite-

rativo di analisi, come le impronte di pennello di Niele Toroni, il colore grigio delle tele di Alan Charlton o il sezionare la pietra dolomitica in for-

me primarie di Ulrich Rückriem, diviene la cifra stilistica di una ricerca che si differenzia, per il legame che intercorre tra l'opera e la volontà di

creare dei singoli artisti, dalle strutture primarie della Minimal Art americana di Sol Lewitt e John McCracken.

In un'altra sezione dello stesso piano si trovano i risultati più recenti di questo percorso. Le opere degli anni Ottanta caratterizzate dalla rifles-

sione sullo spazio di Bruno Querci, che trasporta sulla tela un delicato equilibrio di campiture bianche e nere, e di Nelio Sonego, che trascrive

sul fondo bianco le vibrazioni energetiche attraverso le cromie accese di colori acrilici, e dagli éclairages di Michel Verjux, che indagano gli am-

bienti con le loro proiezioni, portano negli anni Novanta a una ulteriore riflessione che si esprime nel gesto della foratura compiuto da Riccardo

De Marchi su superfici in plexiglas e nella considerazione dell'architettura come parte fondante dell'opera di Francesco Candeloro. Queste

opere esprimono, infatti, altrettante possibilità di lettura e sviluppo di un percorso artistico continuamente "in fieri".

In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo bilingue con la riproduzione delle opere esposte, un saggio introduttivo di Daria Ghiradini, una poesia di Carlo Invernizzi e un apparato biografico.

1 1 d i c e m b r e 2 0 1 2 / 3 0 g e n n a i o 2 0 1 31 1 d i c e m b r e 2 0 1 2 / 3 0 g e n n a i o 2 0 1 3

Galleria: A arte Studio Invernizzi Via Domenico Scarlatti 12, Milano

orari: da lunedì a venerdì 10.00/13.00 - 15.00/19.00 sabato su appuntamento

Informazioni: tel. 02.29402855

[email protected] www.aarteinvernizzi.it

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Mi sono sempre detto di non andare al supermercato il sabato pomeriggio, ma anche ieri ci sono ricaduto. Le

code sono lunghe, così lunghe da darti tempo di pianificare l'intera settimana. Ero assorto nel pensiero delle

recensioni da scrivere per “Musica”, quando dalla corsia bancone-frigo mi si materializza dinnanzi Charles

Burney, forse il più famoso storico della musica di tutti i tempi, che fra il 1776 e il 1789 pubblicò la monumen-

tale “History of music” in quattro volumi. Ho pensato che fosse un'allucinazione, ma era proprio lui. Ne abbia-

mo viste tante - ho pensato -, vediamo anche questa.

Ma non è finita qui: Burney mi si avvicina e mi sussurra qualcosa all'orecchio. “Hai dimenticato le uova!”.

Effettivamente era vero.

Non ho voglia di tornare indietro, ma Burney mi prende per un braccio e mi tira fuori dalla coda. Mi porta, a

forza, fino al banco-frigo, davanti alle uova.

“Lo sai perché ti sei dimenticato le uova, vero?” - mi dice con tono sibillino.

“No, perché?”.

“E' il pulcino Pio”.

A questo punto ho un nuovo mancamento: passi che Charles Burney mi si presenti davanti nel 2012, ma che

parli del Pulcino Pio, no.

“Mr Burney, lei è morto nel 1814, anche se non sembrerebbe. Ma soprattutto, lei è vissuto nell'epoca aurea

della musica classica, ha scritto di Bach e di Mozart, e ora mi parla del Pulcino Pio?”.

“Signore, io ho impiegato ben tredici anni per scrivere quei quattro volumi di storia della musica! E' mio dove-

re tenermi aggiornato, e l'ho fatto in tutti questi anni, per quanto strano le possa sembrare. Altrimenti sarebbe

fatica buttata, capisce?

Avevo detto che avrei fatto un lavoro completo, e così sia. Ma non mi svii dal suo caso: le stavo or ora dicen-

do che lei si è dimenticato le uova perché il suo inconscio collega l'idea delle uova all'idea del pulcino Pio.

Lei lo sa che non può ignorare ancora per molto il pulcino. Lo sa vero?”

“Sì. Devo scrivere una recensione per Musica. Mi aiuti, la prego”.

“Sono qui per questo. Affrontiamo la questione obiettivamente, senza pregiudizi. Innanzitutto abbiamo l'a-

scendente popolare. “Il pulcino pio” nasce come citazione di una canzone brasiliana...”

“Più che una citazione una scopiazzat...”

“Mi lasci finire! Dicevo: una citazione in cui il profilo melodico e armonico non cambia, ma muta il testo e il

timbro. Una musica, diciamo, piuttosto vicina al samba. Lei sa quanta gente vorrebbe prendere un aereo per

ballare il samba al Carnevale di Rio e non può permetterselo, vero?”

“Sì, ma...”

“Allora fanno così: ballano il pulcino pio. Ta-tà ta-rà ta-tà. Ma procediamo con l'analisi. Se il ritmo è brasiliano,

l'iterazione del ritmo stesso e del profilo melodico-armonico richiama gli stati di trance della musica indiana e,

dunque, dei minimalisti. Qui legittimamente possiamo affermare che con il

Pulcino Pio ascoltiamo cose che Philip Glass non può neanche immagina-

re...”

“Ora non mi tiri in ballo Glass: quello è minimalismo con un senso!”

“Ma è questo il problema, ragazzo mio! I minimalisti credevano nel far ta-

bula zero, nel tornare al grado zero, e giustamente! Ma c'è un ma: non

avevano calcolato il grado sottozero. Il pulcino pio inizia ritmicamente con

l'evocare agli italiani i ritmi brasileiri e conseguentemente i glutei danzanti

del Sudamerica. Una volta motivati gli ormoni, procede verso il cervello

con l'iterazione ossessiva di un motivo così elementare da poter essere in-

ghiottito perfino dai timpani dell'essere più antimusicale che esista.”

L ' a l t r a m u s i c a v i s t a d a i c r i t i c i d i " M U S I C A "

IL PULCINO PIOIL PULCINO PIO

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“Ho capito: quindi, da recensore classico, potrei parlare del Pulcino Pio come di un pronipote al grado sotto-

zero delle “Saudades do Brasil” di Milhaud e del minimalismo strong delle origini, ovvero quei brani di La

Monte Young in cui se ti immedesimi in un guru indiano puoi non addormentarti e addirittura andare in estasi”

“Certo, ma nella recensione deve rientrare anche l'elemento che in fin dei conti risulta necessario per la re-

gressione infantile dell'ascoltatore, nel cui cervello si è già peraltro installato il motivetto con la sua azione

erosiva: l'elemento drammaturgico! Gli animaletti...”

“Ma certo! Lei mi sta suggerendo dunque un raffronto con pagine operistiche che richiamino le tenerezze del

mondo animale:

“La piccola volpe astuta” di Janacek o “L'elefantino Babar” di Poulenc.

Del resto il novecento ha pienamente sdoganato l'uso dell'onomatopea, e già ai suoi tempi Rameau imitava il

coccodé della gallina in un brano per clavicembalo!

Poi, c'è il precedente di un cantastorie di classe come Angelo Branduardi: “il pulcino Pio” non è in fondo an-

che un omaggio alla Fiera dell'est, o alla Vecchia Fattoria del Quartetto Cetra?”

“Calma, calma, lei vola troppo in alto! Siamo o non siamo al grado sottozero? Lei usa facebook?”

“Signore, se c'è una cosa che io ho mai sperato, quella è che non fosse mai venuto il giorno in cui avrei par-

lato di facebook con Charles Burney redivivo”.

“Oh, quante storie! Io ho un mio profilo sa, ma uso un altro nome.

Per andare avanti coi miei volumi devo informarmi. Ma procediamo. Non vede che su facebook proliferano le

immagini di graziosi animaletti di ogni tipo?

E' più il tempo che la gente impiega per cercare le immagini di questi animali che quello che passa su you-

porn, e quindi...”

“Mr Burney, lei è inglese, si dia un contegno!”

“Signore, io sono obiettivo, sono uno storico prima di tutto. Guardo i dati, le statistiche, e traggo le mie con-

clusioni, se lei me lo consente.

Tornando a bomba, come dite voi, la drammaturgia del Pulcino Pio si basa su un iniziale intenerimento per

questa bestiola e per tutti i suoi compagnucci; successivamente, l'iterazione iper-minimalista del motivetto

acquisito dal cervello produce un progressivo fastidio nell'ascoltatore, che inizia a odiare quel pronipote di

Calimero come un tossicomane può odiare la droga di cui ha però un bisogno assoluto. Questo fastidio cre-

sce, fino al momento in cui il pulcino muore schiacciato dal trattore. E qui lo spettatore-ascoltatore gode! Go-

de della morte del pulcino come di una liberazione da quel grado sottozero che si era impossessato della

sua psiche per quasi tre minuti. Godendo si sente in colpa, come se avesse ucciso lui stesso il pulcino. Que-

sta crudeltà avviene però solo nel mondo della finzione, cosicché il finale produce la catarsi, come vorrebbe

il buon vecchio Aristotele”.

“Ma certo! La tragedia, mediante un caso che suscita pietà e terrore, ha per effetto di sollevare e purificare

l'animo da siffatte passioni!”

“E' come nella maggiorparte delle opere liriche che recensisci, ragazzo mio. Anche Violetta Valery, morendo,

fa sentire in colpa lo spettatore moraleggiante dell'epoca che giudicava negativamente la sua vita dissoluta.”

“Non mi allargherei così tanto. Ma da questa prospettiva catartica, dunque, dovremmo dare almeno quattro

stelle nella nostra recensione...”

“Eh no, caro mio, la vita è una cosa, l'arte un'altra. Qui, l'abbiamo detto, siamo sottozero, musicalmente par-

lando. Al pulcino pio daremo una stella come premio per la funzione catartica, per il resto ci occuperemo di

tornare almeno al grado zero della musica, per godere nuovamente della nostra meravigliosa arte.”

“Mr Burney, non so come ringraziarla, lei mi ha tolto da un bell'impiccio! Ora però si è fatto tardi...”

Neanche il tempo di girarmi verso le casse e Charles Burney era scomparso. Prendo le uova, ancora un po'

titubante, e mi avvio alla cassa, ormai vuota per l'ora tarda. La cassiera è impaziente.

“Scusi -le faccio- ma non è che rischia di saltarmi fuori un pulcino dall'uovo?”

“Non si preoccupi, le uova che compra al supermercato non sono fecondate”.

“Ah, bene”.

Luca Ciammarughi

In collaborazione con 'MUSICA'. Rivista di cultura musicale e discografica. Italy's leading classical music magazine since 1977.

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Misurare l’intelligenza è una faccenda intricata. Lo è anche misurare la creatività. Intelligenza e creatività sono fenomeni complessi, difficili da sezionare e testare in una situazione astratta di laboratorio. Ciascuno pensa di sapere intuitivamente di che si trat-ta, ma perfino per gli studiosi accordarsi su definizioni univoche, esaurienti e condivise non è facile. E si potrebbe, non così paradossalmente, arrivare ad affermare che si definisce intelli-genza ciò che i diversi test d’intelligenza sono in grado di misurare: abilità verbali, logico matematiche, sociali… insomma, come diceva Einstein, è la teoria a decidere ciò che possiamo osservare. Se volete cimentarvi con un test che misura il vostro IQ (Quoziente d’Intelligenza), pun-tate alto e provate con il test d’ingresso del Mensa, il club internazionale degli intelligen-toni. C’è una differenza sostanziale tra test di intelligenza e test di creatività, dei quali l’uni-versità dell’Indiana vi offre una buona panoramica, e diversi esempi. Il più noto è il Test del pensiero creativo di Torrance (TTCT, Torrance Test of Creative Thinking), che non indaga, come fanno i test d’intelligenza, la capacità di dare la risposta “giusta”, ma quel-la, per certi versi opposta, di fornire molte risposte (Fluency), non scontate (Originality), traendo spunto da elementi diversi (Flexibility), e fornendo un buon grado di dettaglio (Elaboration). Newsweek segnala che il TTCT predice il successo creativo tre volte meglio dei test d’intelligenza. I bambini che conseguono buoni risultati diventano «imprenditori, inven-tori, presidi di college, scrittori, dottori, diplomatici, sviluppatori di software». Se volete capire meglio di che si tratta, guardate le soluzioni, commentate, che bambini e adulti forniscono ad alcuni disegni del TTCT, completando semplici tratti di base (e… la numero 11 è davvero straordinaria). C’è una relazione tra intelligenza, così come la misurano i test, e creatività? Sì, ma è meno biunivoca di quanto si possa pensare. Di certo le persone creative tendono ad avere un IQ sopra la media, intorno a 120 per lo psicologo Robert Sternberg. Mentre non è vero il contrario: persone anche molto intelligenti non sempre sono creative.

INTELLIGENZA E CREATIVITA'. NON PROPRIO LA STESSA COSA

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Ogni prospettiva è frutto della relazione tra un soggetto che osserva (e il punto di vista da cui osserva) e tutto quanto viene osservato. Prospettiva: al di là dell’ovvia importanza sotto il profilo pittorico e figurativo, e del tribu-to che tutti dobbiamo riconoscere a Filippo Brunelleschi che ne intuisce le regole (e a Piero della Francesca che la celebra, e a Picasso che la scardina…) è l’idea in sé ad appassionami. Adesso vi dico come mai e, magari, riesco a trasmettervi la mia passione. È il senso della prospettiva a mettere ordine, gerarchie e senso nel rapporto (materiale, mentale, culturale, affettivo) tra ciascuno di noi e l’intera realtà. E tra ciascuno di noi e il suo immaginario. Ma non solo: l’ordine è netto, ma fluido. Scegliamo una direzione e muoviamo un passo, e riusciamo a modificare l’universo. O, grazie a un repentino cambio di prospettiva, possiamo scoprire un universo del tutto differente. Meraviglioso, no? Ed è il senso della prospettiva a metterci in rapporto sia con il passato sia con il futuro. Anche questo è un paesaggio mutevole, non solo perché fatalmente ci muoviamo lungo la freccia del tempo, ma perché, immaginando, o leggendo storie, o grazie a un film, o ricordando, possiamo forzare i limiti. Meravigliosissimo. Basta. Torno al punto sennò esagero, e vi propongo subito alcune prospettive sulla prospettiva.

IL SENSO DELLA PROSPETTIVA. CIOE' IL SENSO DI TUTTO

Test i e immagin i t ra t t i da ‘Nuovo e u t i le ’ Fonte: www.nuovoeut i le . i t Concess ione ‘Nuovo e Ut i le ’ - redaz ione@nuovoeut i le . i t .

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"Il Museo Nazionale Giuseppe Verdi di Busseto" (Parma) presenta in anteprima mondiale il grande evento artistico e cul-turale dal titolo: "Spirito Verdiano". L'artista parmense Vittorio Rainieri ed il museo Giuseppe Verdi di Busseto portano in visione esclusiva al grande pubblico amante dell'arte e della lirica la collezione completa della rivisitazione pittorica di tutte le 27 opere così come edite dal grande maestro Giuseppe Verdi. I sentimenti come: L'amore, il dolore, la sconfitta, il tradimento e la burla vengono riportati dall'artista nei personaggi dei drammi verdiani.

Orario estivo (1 mar/31 ott): da martedì a domenica 10.00 - 18.30 Orario invernale (1 novembre - 28 febbraio): da martedì a domenica 10.00 - 17.30 Aperture straordinarie: 26 dicembre 10.00 - 17.30 31 dicembre 10.00 - 16.00 1 gennaio 13.30 - 17.30 24/25 Dicembre chiuso

National Museum Giuseppe Verdi Viale Ziliani 1, ang. Via F.Provesi 35, Busseto (Parma)

Per informazioni: tel. 0524.931002

[email protected] www.museogiuseppeverdi.it

GUIDO BERTELLOGUIDO BERTELLO U n m a e s t r oU n m a e s t r o

A quasi vent'anni dalla scomparsa dell'artista, la Tori-no art gallery '56 diretta da Vito Tibollo propone una mostra dedicata a lui ed alla sua scuola. Con una sorta di pudore ovvero poiché il ricordo è ancora vivo, l'artista sembra ancora presente, nel bel catalogo del Prof. Gian Giorgio MASSARA non viene citato l'anno della morte di Bertello, prematuramen-te scomparso. Nato nel 1929, trascorre la giovinezza a Pinerolo, per arrivare a Torino nel terribile anno 1944. Incontra il pittore-restauratore Ernesto Gilio che lo avvia al mondo dell'arte. Frequenta la Libera Accademia di Belle Arti e fonda con altri il gruppo "Bianco e nero".

Soggiorna all'estero, in praticare a Parigi ed Amsterdam. Al rientro a Torino si parteci-pa con Alessandri, Calandri, Boglione, Fico, Lisa e Morbelli alla Collettiva del gruppo sopra citato. Inizia a collaborare con le più importanti case editrici italiane e straniere. Fra cui Collins di Londra e la Mc Graw Hill di New York, famigerata "madre" di una nota agenzia di rating. Anche dopo la morte l'artista è stato omaggiato di molte personali. Attorno a lui si era formata una vera e propria scuola, i cui allievi attorniano ancora il Maestro in questa rassegna. Pittore capace di esprimere un grande ma soffusa poesia, con dipinti dall'impianto intimo e malinconico, fu abilissimo acquarellista dal tocco figurativo eccellente. Roberto Curione

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Gianfranco Schialvino/Gianni Verna - doppia personale 28 nov/11 gen Fondazione 'Il Bisonte', Firenze Anna Seccia - personale 29 nov/12 dic Ambasciata Araba d'Egitto, Roma Luciano Ventrone - personale 29 nov/6 gen Musei Villa Torlonia/Casino dei Principi, Roma Shane Guffogg - personale 29 nov/6 gen Villa di Donato, Napoli Caterina Tosoni - personale 29 nov/6 gen Spazio Oberdan, Milano Contemporary Art Jewels - collettiva 29 nov/18 gen Officine Saffi/Ceramic Arts Gallery, Milano Luca Coser - personale 29 nov/27 feb Galleria Effearte, Milano Riccardo Pocci - serata-evento 30 nov D'ARC, Roma Artistar Exhibition - collettiva 30 nov/7 dic N.O.A., Milano Spettri - collettiva 30 nov/9 dic Galleria L'Arte Club, Catania Frames of life - collettiva 30 nov/14 dic Galleria Rossocinabro, Roma Gastone Cecconello - mostra arte moderna 30 nov/6 gen Museo del Territorio, Biella

Intuizione/espressione - finissage e premiazione 1 dic La Casa delle culture del Mondo, Milano Celeste Prize 2012 - mostra e premiazione 1/9 dic Centrale Montemartini, Roma Emanuela Rodegher - personale 1/16 dic Spazio zero, Gallarate (Va) 50s through 70s - collettiva 1/30 dic Mercurio Arte Contemporanea, Viareggio openARTmarket - mostra d'arte contemporanea 1 dic/15 gen Fonderia della Arti, Roma Angela Viola - personale 1 dic/23 gen Galleria Marelia, Bergamo Wundercamera - collettiva 1 dic/26 gen Metronom, Modena JapanArt - collettiva 4/7 dic Chie Art Gallery, Milano Maurizio Boscheri - personale 4/14 dic Galleria Spazio Museale Sabrina Falzone, Milano Simone Bortolotti - personale 7/29 dic Merlino Bottega d'Arte, Firenze Collettiva #1 Garage con Vista - mostra d'arte fotografica 7 dic/6 gen Garage Bonci, Pietrasanta Fine Art Week Roma 2012 - Festa dell'Arte Antica 9/15 dic Dieci gallerie antiquariato, Roma

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