dalmazia - LaVoce

8
ISOLE DALMATE INVENDITA L’INTERESSE PER L’ACQUISTO NON MANCA, MA I «PAPERONI» NON APPENA S’ACCORGONO DEI VINCOLI IMPOSTI DALLA LEGISLAZIONE NAZIONALE FUGGONO A ROTTA DI COLLO ISTRUZIONE Pallacanestro. Sebenico una fucina di campioni Un relitto del primo secolo zeppo di «tegule» e «imbrex» A Gibilterra un Console della Repubblica di Ragusa SPORT ARCHEOLOGIA STORIA 2|3 4|5 6 7 Università. Spalato batte anche Zagabria e Fiume Nella classifica delle migliori Università al mondo l’Ateneo spalatino si piazza al 487.esimo posto. Non soltanto il campionissimo Dražen Petrović. Sebenico ha dato i natali a numerosi cestisti di primo piano. Scoperta nelle acque di Melada (Molat) una nave dell’epoca romana naufragata con un carico di mattoni e tegole. Diverse navi ragusee venivano dirottate su Gibilterra. Nell’enclave venne istituito un Consolato. dalmazia l a V oce del popolo www.lavoce.hr Anno 15 • n. 129 sabato, 4 maggio 2019

Transcript of dalmazia - LaVoce

Page 1: dalmazia - LaVoce

ISOLE DALMATE IN VENDITAL’INTERESSE PER L’ACQUISTO NON MANCA, MA I «PAPERONI» NON APPENA S’ACCORGONO DEI VINCOLI IMPOSTI DALLA LEGISLAZIONE NAZIONALE FUGGONO A ROTTA DI COLLO

ISTRUZIONEPallacanestro. Sebenico una fucina di campioni

Un relitto del primo secolo zeppo di «tegule» e «imbrex»

A Gibilterra un Console della Repubblica di Ragusa

SPORT ARChEOLOGIA STORIA

2|3 4|5 6 7Università. Spalato batte anche Zagabria e FiumeNella classifica delle migliori Università al mondo l’Ateneo spalatino si piazza al 487.esimo posto.

Non soltanto il campionissimo Dražen Petrović. Sebenico ha dato i natali a numerosi cestisti di primo piano.

Scoperta nelle acque di Melada (Molat) una nave dell’epoca romana naufragata con un carico di mattoni e tegole.

Diverse navi ragusee venivano dirottate su Gibilterra. Nell’enclave venne istituito un Consolato.

dalmazia

la Vocedel popolo

www.lavoce.hr Anno 15 • n. 129sabato, 4 maggio 2019

Page 2: dalmazia - LaVoce

dalmazia2 sabato, 4 maggio 2019 la Vocedel popolo

istruzione di Anastasia Michich

UNIVERSITÀ. sPALAto BAtte zAGABriA e FiuMe

neLLA CLAssiFiCA DeLLe MiGLiori istituzioni ACCADeMiCHe DeL MonDo, L’Ateneo DeL CAPoLuoGo DALMAtA si PiAzzA AL 487.esiMo Posto. si trAttA Di un risuLtAto Di inDuBBio PrestiGio. neLL’euroPA suDorientALe soLAMente LuBiAnA e BeLGrADo riesCono A FAre MeGLio

L’ultima classifica Best Global Universities Rankings, della U.S.News&World Report, ha posto

l’Università di Spalato al 523.esimo posto tra le migliori 1.250 negli Stati Uniti e in 80 altri Stati di tutto il mondo.Secondo gli statunitensi, dunque, l’Università di Spalato è la migliore in Croazia; a seguire quella di Zagabria (560.esima) e, staccata di molto, quella di Fiume (1.066.esima). Per quanto concerne il 2018, entrambe le Università avevano ottenuto risultati migliori di quello odierno: Spalato era al 487.esimo posto, mentre Zagabria era al 526.esimo posto.Sebbene tre delle nostre Università siano state inserite nelle liste delle migliori al mondo, bisogna riconoscere che risultano comunque essere più in basso nella scaletta rispetto a due Atenei che operano negli Stati confinanti. Infatti, l’Università di Lubiana si è classificata al 394.esimo posto, mentre quella di Belgrado occupa il 427.esimo. A rappresentare la Slovenia c’è anche l’Ateneo di Maribor (788.esimo), mentre le Università serbe di Novi Sad e Kragujevac occupano entrambe posizioni oltre la millesima. Nella graduatoria non ci sono altri Atenei presenti negli Stati dell’ex Jugoslavia.Per quanto concerne i Paesi che sono entrati tra gli ultimi nell’Unione europea, l’Università di Spalato è sicuramente ben piazzata: precede infatti quelle di Bulgaria, Romania, Lituania, Lettonia e Slovacchia.Come c’era da aspettarsi, gli Atenei migliori sono quelli statunitensi: al primo posto c’è Harvard, poi il MIT (Massachussets Institute of Technology) e Stanford. Tra le prime dieci Università le uniche due non statunitensi sono le britanniche Oxford (quinta) e Cambridge (settima). Tredici criteriNegli ultimi anni l’Università di Spalato precede quella di Zagabria anche in una delle classifiche mondiali più importanti,

la Times Higher Education. Entrambe le graduatorie sono leader mondiali per quanto riguarda la classificazione delle istituzioni. L’U.S.News&World Report si concentra soprattutto sugli istituti nel campo della ricerca e della medicina. Negli ultimi trent’anni l’U.S.News stila regolarmente la classifica delle migliori Università statunitensi e da qualche anno a questa parte, per il tramite della Best Global Universities Rankings, anche di quelle a livello mondiale, al fine di permettere agli Atenei statunitensi di confrontarsi con gli altri che primeggiano nelle varie parti del globo.

Le istituzioni universitarie, in tutto 1.250, sono state inserite nella scaletta in base ai risultati ottenuti richiamandosi a 13 criteri, che misurano i loro risultati accademici e scientifici, nonché la loro reputazione nel campo della ricerca a livello regionale e globale. Tra i criteri presi in esame ci sono le pubblicazioni di saggi scientifici e di libri, le conferenze, nonché le citazioni di lavori che sono entrati tra i primi dieci al mondo, la collaborazione internazionale e altri fattori rilevanti. Per gli studenti si tratta di informazioni preziose, perché sanno di

| La sede universitaria sulla strada di Poljica

avere l’opportunità di frequentare istituti universitari il cui “rating” oltrepassa i confini dello Stato di residenza e possono inoltre confrontare gli aspetti chiave delle diverse attività di ricerca svolte dalle varie istituzioni accademiche. Cooperazione internazionaleL’Università di Spalato ha conseguito un ottimo piazzamento soprattutto nella categoria della collaborazione internazionale (si trova tra le 80 migliori). A garantirle un posto lusinghiero nella classifica finale è stata anche l’alta percentuale di pubblicazioni edite nell’ambito della collaborazione internazionale con istituzioni estere. Inoltre l’Ateneo del capoluogo dalmata ha ottenuto risultati molto buoni per quanto riguarda la percentuale delle citazioni di lavori che sono stati inseriti tra il top dell’1 per cento per numero di citazioni. Infine, è ottima la percentuale delle pubblicazioni che si trovano tra il dieci per cento di quelle più citate. In questo campo l’Ateneo di Spalato è nettamente meglio piazzato di quello zagabrese, il quale però risulta più avanti di quello spalatino nel campo della ricerca. Infine, l’Università di Spalato si è distinta più di quella della capitale nel segmento della fisica.

Mir

AnDA

CiKo

tiC/

PiXs

eLL

iVAn

A iV

AnoV

iC/P

iXse

LL

iVo

CAGA

LJ/P

iXse

LL

Page 3: dalmazia - LaVoce

dalmazia 3sabato, 4 maggio 2019la Vocedel popolo

Fieri dei risultati conseguiti“Non possiamo che essere fieri del piazzamento al 523.esimo posto al mondo, tenendo conto delle possibilità e dei mezzi finanziari di cui disponiamo rispetto ad altre Università, soprattutto di quelle degli Stati più ricchi. Negli ultimi anni l’Ateneo di Spalato ha dimostrato di essere stabile per quanto concerne le sue posizioni nelle classifiche mondiali. Il fattore chiave è che offriamo possibilità e prospettiva ai professori e agli studenti, sia per quanto riguarda la mobilità, sia per quanto concerne la pubblicazione di studi e saggi scientifici. Un grande impegno è rivolto anche al miglioramento dell’insegnamento. Dunque, c’è la possibilità di continuare a migliorare. Secondo la scaletta mondiale, nella regione dell’Europa sudorientale a superarci sono solamente le Università di Lubiana e di Belgrado, due istituzioni con lunga tradizione alle spalle e decenni d’investimenti nel campo scientifico”, ha commentato il rettore dell’Università di Spalato, Dragan Ljutić, il quale ritiene positivo il fatto che il governo, unitamente al Ministero della Scienza e dell’Istruzione, abbia riconosciuto l’importanza di investire nel campo scientifico, “perché è proprio l’insufficienza degli investimenti in questo

settore che finora ci distingueva dagli Stati più sviluppati. L’Università di Spalato ritiene che la scienza e la ricerca siano il fondamento per lo sviluppo e la crescita”. 45 anni di feconda attivitàL’Università di Spalato è stata fondata nel 1974. Oggi la frequentano oltre 22mila studenti suddivisi in undici Facoltà, un’Accademia delle Arti e quattro sezioni universitarie. Gli studenti possono scegliere tra 180 programmi di studio, che coprono praticamente tutti i campi delle scienze e delle arti.Tra gli studenti che hanno frequentato l’Università di Spalato e si sono poi imposti in diversi campi troviamo Ingrid Antičević-Marinović (politico, legale, ex ministro della Giustizia), Slaven Bilić (calciatore e allenatore), Ivo Baldasar (politico, ex sindaco di Spalato), Branko Grčić (politico, economista, ex ministro dello Sviluppo regionale), Ranko Ostojić (politico, legale, ex ministro degli Interni), Nadan Vidošević (politico, ex presidente della Camera nazionale d’Economia), Siniša Hajdaš Dončić (politico, economista, ex ministro della Marineria, del Traffico e delle Infrastrutture), Lovro Kuščević (politico, legale, ministro dell’Amministrazione).

| La sede universitaria sulla Strada di Poljica

| L’Accademia d’arte dell’Ateneo spalatino

| Il rettore Dragan Ljutić

| La Facoltà di Giurisprudenza

| Una mostra alla Facoltà d’Ingegneria

MIR

ANDA

CIKO

TIC/

PIXS

ELL

IVO

CAGA

LJ/P

IXSE

LLIV

O CA

GALJ

/PIX

SELL

VANJ

A ZUB

CIC/V

ECER

NJI L

IST

Page 4: dalmazia - LaVoce

la Vocedel popolo4 sabato, 4 maggio 2019 la Vocedel popolo

Dicono che i grandi sportivi abbiano un talento innato che li aiuta a ottenere risultati di rilievo.

Nascono con il talento e in seguito gli allenamenti non fanno altro che indirizzarli sempre di più nella direzione giusta, permettendo loro di affinare in primo luogo le tecniche e le tattiche dello sport prescelto. Non sono rari gli esempi di famiglie intere che hanno o hanno avuto grandi sportivi. Insomma anche la genetica ci mette lo zampino, a quanto sembra. A Sebenico il mondo della pallacanestro maschile ha registrato numerosi alti e bassi. Resta però il fatto incontrovertibile che la città ha dato i natali a tanti grandi cestisti. Essi se non altro hanno cominciato a giocare a pallacanestro in questa città, per poi dirigersi verso altri lidi più conosciuti, con maggiori disponibilità finanziarie, dove si sono imposti e sono diventati dei grandissimi campioni. Oggi la città di Sebenico può vantare tra i suoi cestisti di spicco dei nomi molto importanti pure a livello internazionale. Inevitabilmente la carrellata non può che partire dal grande Dražen Petrović. Una vera leggenda non soltanto a livello locale e nazionale. Accanto a lui come non menzionare suo fratello maggiore, Aleksandar. Un fratello che in qualche modo ha fatto avvicinare Dražen al mondo della pallacanestro, visto che da giovane lo seguiva agli allenamenti. Poi troviamo un’intera famiglia. È la famiglia Šarić. Il “precursore” fu il padre Predrag Šarić, stella degli anni ‘80. Poi ci fu la madre Veselinka, una delle prime cestiste di spicco in città, rimasta un po’ all’ombra della grande Danira Nakić. E poi ci sono i loro figli. Il maggiore, Dario, oggi è uno dei migliori cestisti croati ed in forza ai Minnesota Timberwolves che militano nel campionato NBA. E infine c’è la figlia minore, Dana. Per lei una carriera per adesso più modesta.La lista dei cestisti di rilievo può essere anche molto lunga. In ogni caso tra i giocatori nati a Sebenico e cresciuti dall’ottica sportiva nelle squadre locali vanno sicuramente menzionati Ivica Žurić, Nenad Slavica, Ivica Gulin, Željko Marelja, Branko Macura, Zoran Slavnić, Srećko Jarić, Miro Jurić, Bruno Petani, Živko Badžim, Zoran Kalpić, Fabijan Žurić, Nikola Jelavić, Živko Ljubojević, Sreten Đurić, Nikola Radulović, Srđan Dabić, ecc. Negli anni pure diversi allenatori di spicco hanno guidato le societa maschili sebenzane come Nikola Kessler, Zoran Slavnić, Vlado Đurović, Faruk Kulenović, Nenad Amanović, Dušan Ivković, Bora Đaković e Jeronimo Šarin.Grandi nomi pure tra le cestiste. Di sicuro la migliore e la più nota non soltanto in Croazia è Danira Nakić. Negli ultimi anni si è distinta, pure fuori dal parquet, Antonija Sandrić, meglio nota con il cognome Mišura. E tra le altre da registrare Luca Ivanković, Marta Čakić, Sandra Mandir, Emanuela Salopek, Vanda Baranović-Urukalo, Anđa Jelavić, Neda Lokas, Simona Šoda, Tina Periša. Molto noti pure i nomi degli allenatori che hanno guidato la squadra femminile: Danko Radić (futuro presidente della Federbasket), Neven Spahija e Stipe Bralić.

Aleksandar, il fratello maggioreA parte Dražen, sicuramente Aleksandar Petrović è stato uno dei primi grandi cestisti ai quali Sebenico ha dato i natali. Aleksandar nasce il 16 febbraio 1959. Ben presto comincia a trascorrere sempre più tempo nella palestra del vicino Baldekin. Nel 1976 diventa giocatore della locale squadra juniores. Fin dall’inizio a seguirlo negli allenamenti e nelle partite c’è il fratello minore Dražen. Comunque Aleksadar si trattiene poco nella sua città natale. Già nel 1979 si trasferisce a Zagabria, dove comincia la sua grande carriera nello Cibona. Qui si trattiene per ben otto anni, fino al 1987. Non è un mistero che sia stato proprio lui l’artefice del trasferimento del fratello minore proprio allo Cibona qualche anno dopo. E proprio loro due porteranno la squadra zagabrese ai vertici europei dove rimarrà per anni. Nel 1987 Aleksandar firma per la grande Scavolini di Pesaro. Però rimane in Italia soltanto un anno per poi tornare di nuovo al suo Cibona. Nel finale di carriera gioca ancora per lo Zagreb e il Racing Luxembourg e disputa anche qualche partita tra le file del Postojna.Da giocatore ha conquistato tanti trofei. Con il Cibona ha vinto tre Campionati

della Jugoslavia (1981/82, 1983/84 e 1984/85), sei Coppe della Jugoslavia (1980, 81, 82, 83, 85 e 86), due Coppe dei campioni (1984/85 e 1985/86) e due Coppe della Coppe (1981/82 e 1986/87). E infine con la Scavolini ha vinto il Campionato italiano (1987/88).Per la nazionale dell’ex Jugoslavia ha giocato dal 1982 al 1987. E con la nazionale ha vinto due bronzi ai Campionati mondiali (1982 e 1986), un bronzo agli Europei (1987) e un bronzo olimpico (1984). Un allenatore di successoFinita la carriera di giocatore, Aleksandar inizia subito quella di allenatore. E dove se non nel suo Cibona. I primi passi da allenatore li compie nel 1991, nelle giovanili. Ben presto fa carriera, per cui nel 1992 è già il vice del selezionatore della Croazia, Petar Skansi. Per la prima volta nel 1995 diventa selezionatore della Croazia e si piazza al terzo posto, conquistando la medaglia di bronzo agli Europei. Guida la selezione croata pure dal 1999 al 2001 e ai Campionati europei del 2001 porta la Croazia a ottenere il settimo posto. L’ultima presenza alle redini della nazionale è quella

dal 2016 al 2017. In questo periodo un po’ a sorpresa porta la Croazia ai Giochi Olimpici di Rio del Janeiro dove la squadra esce di scena nei quarti di finale. E poi pure guida la nazionale agli Europei del 2017 dove la Croazia viene eliminata negli ottavi di finale.Aleksandar assume pure le redini della nazionale della Bosnia ed Erzegovina tra il 2012 e 2013. Alla fine del 2017 si ritrova alla guida della nazionale del Brasile. Tra le squadre di club oltre allo Cibona allena pure il Siviglia dal 1995 al 1997, l’Anwil Wloclawek (2001-2002), il Lleida Basquet (2004-2005), lo Scafati (2006), l’UNICS Kazan (2012) e il Lietuvos Rytas Vilnius (2013-2014). Inoltre tra una “trasferta” all’estero e un’altra, guida a più riprese lo Cedevita di Zagabria, come pure lo Zadar. Diversi i trofei conquistati. In primis con il suo Cibona con il quale vince ben sei titoli di campione della Croazia (1992, 1992/93, 1993/94, 1994/95, 1997/98, 1998/99). Poi nel carnet figura un titolo con lo Zadar (2007/08). Infine due Coppe della Croazia (1995 e 1999). Due i trofei individuali. Infatti nel 2011 è stato nominato allenatore dell’anno per la EuroCup e nel 2012 allenatore dell’anno in Bosnia ed Erzegovina. La famiglia ŠarićNon sono rari i casi dove una famiglia intera è tutta votata allo sport. Magari è più raro trovare un’intera famiglia che si sia distinta nello stesso sport e in particolare lo abbia fatto nella propria città natale. Ma non è certo impossibile. È questo indubbiamente il caso della famiglia Šarić, da sempre legata al mondo della pallacanestro. Avendo i vari componenti della famiglia giocato in tempi diversi, in periodi storici contrassegnati da situazioni diverse, è difficile dire quale sia l’esponente

SPORT di Igor Kramarsich

PALLACANESTRO. SEBENICO FUCINA DI TANTISSIMI CAMPIONI

NON SOLTANTO DRAŽEN PETROVIĆ, CHE COMUNQUE RESTA UNICO E INIMITABILE. SONO TANTI I GIOCATORI DI SPICCO AI QUALI LA CITTÀ DALMATA HA DATO I NATALI E CHE SI SONO FATTI VALERE SIA A LIVELLO NAZIONALE CHE INTERNAZIONALE. NEL CASO DELLA FAMIGLIA ŠARIĆ, INOLTRE, TUTTI I COMPONENTI, OSSIA GENITORI E FIGLI, NON HANNO RESISTITO AL RICHIAMO DEL BASKET, CONSEGUENDO ANCHE RISULTATI DI OTTIMO RILIEVO

| L’allenatore Aleksandar Petrović

| Aleksandar e Dražen Petrović, campioni europei con lo Cibona nel 1985

Page 5: dalmazia - LaVoce

la Vocedel popolodalmazia 5sabato, 4 maggio 2019

della stessa che si sia fatto valere maggiormente.In qualche modo il tutto inizia con il padre, Predrag Šarić, nato il 20 novembre del 1959 a Sebenico. Predrag ben presto comincia a giocare per il principale club locale, lo Šibenka. Qui rimane per gran parte della sua carriera. Il suo periodo d’oro sono gli anni ‘80. In quel periodo lo Šibenka inizia la scalata che lo porterà nel giro di un paio d’anni da squadra di provincia fino al campionato di Prima lega della Jugoslavia. Predrag Šarić è uno degli indubbi protagonisti pure nella storica finale per lo scudetto contro il Bosna di Sarajevo disputata nel 1983. Finale vinta e poi persa a tavolino. Da rilevare inoltre che Predrag ha disputato con lo Šibenka pure due finali della Coppa Radivoj Korać, purtroppo entrambe perse contro il Limoges nel 1982 e 1983. Con l’avvento della Croazia indipendente e sovrana ha lasciato la sua Sebenico. Dapprima ha militato nelle file dello Zadar e negli ultimi anni è stato a Fiume e ha giocato per il Triglav osiguranje. Con entrambe le società ha avuto l’opportunità di disputare pure diverse partite nelle Coppe europee. Finita la carriera cestistica si è dedicato alla sua ditta di trasporti. Veselinka, ottima allenatriceSi è sposato con una cestista, Veselinka Šarić. Nata nel 1971, è stata una delle più grandi cestiste di Sebenico negli anni ‘90. Ha fatto grande l’Elemes. Però è pure rimasta sempre un po’ all’ombra della migliore cestista croata di tutti i tempi, Danira Nakić. Per l’Elemes ha giocato dal 1987 al 1994, ossia fino a quando è rimasta incinta dal primo figlio, Dario Šarić. Poi nel 2004 è tornata per un breve tempo a giocare per una squadra locale, il Vidici Dalmostan, dove ha mosso pure i primi passi da allenatrice.Però non per caso dicono che il suo miglior successo da allenatrice sia stato il suo figlio maggiore, Dario Šarić. Infatti anche se i genitori non hanno mai insistito acciocché i loro rampolli giocassero a pallacanestro, entrambi i

figli si sono affermati in questo sport. Dario Šarić è nato nel 1994 e Dana Šarić poco dopo. Dario deve tutto in primis alla madre che lo ha seguito negli anni iniziali della propria carriera. Già a cinque anni si è avvicinato a questo sport e il suo primo allenatore è stato Nino Jelavić, che ha pure allenato Dražen Petrović. Dario ha dimostrato molto presto le sue grandi potenzialità. Si è fatto notare negli svariati tornei ai quali ha partecipato anche all’estero. Dario, exploit negli StatesGià a 10 anni ha raggiunto un’altezza di 180 centimetri. Come dire, era praticamente predestinato per questo sport. Ben presto è stato notato da svariati scout. Tra i primi quelli spagnoli del Tau Ceramica. Per la prima volta lo hanno contattato quando aveva solo 11 anni. Hanno proposto svariati contatti e il trasferimento immediato in Spagna; però la famiglia ha resistito fino a quando Dario non ha ultimato la scuola elementare. Poi a più riprese è stato in Spagna; però il contratto non è stato mai firmato. Per comprendere quanto gli spagnoli fossero interessati a Dario basti ricordare che tra le altre cose offersero

a sua madre Veselinka, il contratto per giocare nella squadra femminile della società. Già in questi primi anni Dario vince il campionato per i ragazzi fino ai 12 anni e poi quello per i cestisti fino ai 15 anni. In entrambi i casi viene proclamato miglior giocatore.Fallita la trasferta in Spagna, la famiglia decide di accettare l’offerta dello Zagreb e si trasferisce nella capitale croata nel 2010. Dario rimane due anni allo Zagreb, senza però riuscire a emergere pienamente. Nel 2012 si trasferisce allo Cibona e qui la sua stella inizia subito a brillare. Con questo club blasonato Dario vince il Campionato e la Coppa della Croazia nel 2013, mentre nel 2014 s’impone pure nella Lega regionale, l’ABA. Nel 2014 la svolta. Il 24 giugno firma il suo primo contratto internazionale con la squadra turca dell’Anadolu Efes dove rimane per due stagioni vincendo due

Coppe nazionali. Però nella stessa estate nei draft dell’NBA gli Orlando Magic lo scelgono come il loro numero 12; però lo stesso giorno decidono di scambiarlo con il Philadelphia, ovvero con Elfrid Payton. Il 17 luglio del 2016 il grande passo avanti. A soli 22 anni Dario Šarić firma per la squadra del Philadelphia 76ers. Dopo due stagioni, dal 2018, è membro dei Minnesota Timberwolves. Dana, all’ombra del grande fratelloGrandi i risultati conseguiti anche nelle varie nazionali. Con la nazionale croata U16 nel 2010 agli Europei oltre a vincere il torneo Dario viene proclamato miglior giocatore. Inoltre è anche il miglior marcatore e il migliore nella classifica dei rimbalzi; è secondo negli assist. Nel 2012 porta la nazionale U18 all’oro: anche in questo caso è lui il miglior giocatore e il miglior marcatore nonché secondo nei rimbalzi. Poi arrivano le partite per l’U19, mentre dal 2013 è titolare della nazionale seniores. A differenza del “grande fratello”, Dana Šarić ha per ora al suo attivo una carriera tutto sommato modesta. Il suo maggior successo è stato la militanza nella nazionale croata U16.

| La famiglia Šarić

| Dario Šarić durante l’esperienza a Philadelphia

| Dario Šarić all’eta di 10 anni | Predrag Šarić accanto al monumento dedicato a Dražen Petrović, compagno di squadra allo Šibenka

| Veselinka e Predrag Šarić con il figlio Dario

Page 6: dalmazia - LaVoce

dalmazia6 sabato, 4 maggio 2019 la Vocedel popolo

UN RELITTO RISALENTE AL PRIMO SECOLO CON A BORDO «TEGULE» E «IMBREX»

A SOLI 20 METRI DI PROFONDITÀ AL LARGO DI MELADA SCOPERTA UNA NAVE DELL’EPOCA ROMANA CHE TRASPORTAVA MATTONI E TEGOLE. IL SITO È PRATICAMENTE INTATTO

Nelle acque dell’isola di Melada (Molat), a soli 20 metri di profondità, è stato scoperto il relitto

di una nave risalente al primo secolo, che trasportava mattoni e tegole. Secondo Dino Taras, responsabile del Dipartimento di archeologia sottomarina del Museo archeologico di Zara, il sito è intatto e non ha subito razzie; si trova a 20 metri di profondità e dunque è accessibile alla ricerca archeologica; si estende su una superficie di circa 75 metri quadrati. Vi sono state rinvenute antiche “tegule” (mattoni) e alcuni “imbrex” (coppi).Il relitto è stato scoperto da Damir Mlinarić nel 2003 ed è stato segnalato dai membri del club subacqueo ZG-SUB alla fine del 2017. Dopo la prima segnalazione di Mlinarić, sono entrati in azione i sommozzatori del Dipartimento di archeologia subacquea dell’Istituto di restauro di Zagabria, ma non sono riusciti a localizzare la nave affondata. Poi, due anni fa, Mlinarić e i collaboratori del Dipartimento, coadiuvati dai membri del club subacqueo ZG-SUB Zoran Delibašić e Dragutin Šimatović, sono riusciti finalmente a localizzare il relitto.Sul posto hanno rinvenuto alcune centinaia di “tegule” e alcuni esemplari di “imbrex”. I mattoni sono accatastati in verticale, proprio com’erano stati imballati all’epoca per il trasporto. A occhio nudo si protendono su un’area rettangolare di 12 per 6 metri, ma le dimensioni esatte di tutto il relitto si sapranno dopo aver realizzato il modello dello stesso in 3D.Nel sito sono stati scorti frammenti di recipienti di coccio (pentole, piatti), che

forse appartenevano alla cucina di bordo, come pure un collo di anfora. In base a un’analisi preliminare delle forme in terracotta note agli archeologi, è stato stimato che si tratta di un’anfora di tipo Dressel 6A, relativa al primo secolo.Per poter analizzare i frammenti, per prima cosa si deve sottoporli alla desalinizzazione, che dura dai due ai tre mesi. Poi si potrà passare a togliere le incrostazioni, per scoprire se vi via impresso qualche marchio da cui risalire all’epoca in cui il coccio è stato prodotto; dunque anche datare il naufragio con più esattezza.Nel frattempo, l’Istituto per la conservazione di Zara ha avviato le pratiche per tutelare dall’ottica giuridica il sito del ritrovamento e presentare al Ministero della Cultura il piano di ricerche.Gli archeologi di Zara hanno scoperto tracce di naufragi anche nei pressi di Melada, ovvero nelle acque delle isole di Silba e Premuda. Siccome l’analisi del collo dell’anfora recuperata nell’ambito dell’ultimo ritrovamento ha permesso di appurare che la stessa risale al primo secolo, è forte la probabilità che entrambi gli affondamenti siano avvenuti nello stesso periodo storico.Una curiosità è quella relativa al ritrovamento di un altro relitto tempo addietro nella baia Paržine: l’imbarcazione si trova su un fondale basso, su un rettangolo di 12 metri per 14 metri; le “tegule” sono accatastate alla stessa maniera di quelle scoperte più di recente. Per gli archeologi è curioso il fatto che i naufragi di due navi con lo stesso carico siano avvenuti in località tanto vicine e a distanza di relativamente pochi anni.

ARCHEOLOGIA di Giovanna Herzeg

| Un frammento recuperato dai fondali | I sommozzatori perlustrano il sito

| Il carico a bordo della nave naufragata è ancora intatto

| Il relitto scoperto nelle acque di Melada è in buono stato

| Un tesoro subacqueo per la gioia degli archeologi zaratini

Marchio impresso con un sigilloLa tegula utilizzata dall’esercito romano nella costruzione di opere di edilizia militare (come i castra stativa) era un mattone d’argilla cotto, sul quale era impresso il marchio con un sigillo (un bollo laterizio), sia della legione o dell’unità ausiliaria di appartenenza, sia del magister (responsabile) del laboratorio/fabrica del relativo castrum, o anche del legatus legionis. Il breve testo inciso serviva a identificare l’autore della costruzione di un determinato edificio militare in epoca romana (l’unità militare, il suo comandante o il magister fabricae).

L’anfora Dressel 6AL’anfora da vino di tipo Dressel 6A è caratterizzata da un lungo collo cilindrico, spalla leggermente carenata su cui si innestano due anse verticali a sezione ovale e corpo ovoidale terminante con un puntale. Sull’orlo un bollo di fabbrica veniva impresso in un cartiglio rettangolare con lettere a rilievo.

Page 7: dalmazia - LaVoce

dalmazia 7sabato, 4 maggio 2019la Vocedel popolo

UN CONSOLE RAGUSEO A GIBILTERRAPER SALVARE LE NAVI DELLA REPUBBLICA

L’ENCLAVE BRITANNICA AVEVA GIÀ NEL SETTECENTO E ALL’INIZIO DELL’OTTOCENTO UN RUOLO IMPORTANTE DI CONTROLLO DELLE ROTTE MARITTIME. ANCHE I VELIERI DALMATI DOVEVANO FARE I CONTI CON LE IMPOSIZIONI DELLA MARINA MILITARE DI SUA MAESTÀ

Gibilterra, un piccolo territorio britannico legato da un istmo alla Spagna, è un’affascinante

incongruità geografica e storica. Gli inglesi s’impossessarono della rocca nel 1704, durante la Guerra di successione spagnola, uno dei numerosi conflitti insorti in passato tra la Francia e l’Inghilterra per il predominio in Europa. I Trattati di Utrecht (1713) accordarono al Regno Unito la sovranità perpetua su Gibilterra. Il possesso di questa fortezza naturale consente ai britannici di controllare l’accesso al Mare Mediterraneo. L’importanza geografica di questo luogo è evidente: dalla cima della rocca s’intravede la costa dell’Africa e si domina lo stretto di Gibilterra.Attraverso questo varco tra il Mare Mediterraneo e l’Oceano Atlantico un tempo transitavano numerose pure le navi della Repubblica di Ragusa. Proprio come accadeva con Lissa (Vis) nel Mare Adriatico e con Malta nel Mare Mediterraneo, ai tempi delle Guerre napoleoniche, gli inglesi erano soliti far dirigere verso Gibilterra le navi della Repubblica di Ragusa confiscate (al largo delle coste iberiche) dalla loro Marina militare. Una situazione della quale gli armatori e i capitani marittimi di Ragusa (Dubrovnik), si lamentavano

ripetutamente con i loro governanti. Stando allo studioso Vinko Ivančević, il primo episodio documentato di questo tipo risale al 1759 e riguarda la confisca della nave “Ancilla Domini e San Biagio”, al comando del capitano Frano Suljačić. Console. Diversi candidatiNel 1763 e nel 1795, un certo Bartolomej Danino, presentandosi nella veste di Console della Repubblica di Venezia e dell’isola di Malta a Gibilterra, si offrì di assumere lo stesso incarico anche per conto della Repubblica ragusea. La sua richiesta non

trovò riscontro a Ragusa (Dubrovnik). Nel 1794 Antun Pušić propose alla Repubblica di San Biagio di nominare suo Console a Gibilterra Emanuel Vial. La nomina di Vial naufragò l’anno successivo, dopo che tal Nikola Ivan Đurian ebbe informato la Repubblica che il candidato suggerito da Pušić era un ragazzo di 18 anni, che aveva già tentato di spacciarsi per agente della Repubblica di Ragusa all’Ammiragliato di Gibilterra nel tentativo di trarne un profitto personale. Nella lettera inviata al Senato di Ragusa (Dubrovnik), Đurian propose di affidare l’incarico a Giovanni (Ivan) Gazza, affermando che il suo candidato ricopriva a Gibilterra il ruolo di Console sia della Repubblica di Genova sia dell’Imperatore austriaco. Nel 1796 e nel 1797 al Palazzo dei Rettori giunse anche la candidatura a Console presentata da Emanuele Rafo Delmare. Nel proporsi costui segnalò che molti malviventi provenienti dalle “terre

STORIA di Krsto Babić

| Un’immagine di Gibilterra

| La Prince Edwards Gate a Gibilterra

| Un cannone britannico sull’antica rocca

illiriche” erano soliti spacciarsi a Gibilterra per cittadini della Repubblica ragusea, pur non essendolo. L’inaugurazione nel 1803Il Consolato di Ragusa (Dubrovnik) a Gibilterra fu inaugurato nel 1803. L’incarico fu assegnato a Giovanni (Ivan) Arengo, al quale la Repubblica conferì pure lo status di Capitano della Milizia. Arengo non ebbe un compito facile, soprattutto in seguito all’ingresso delle truppe francesi a Ragusa (Dubrovnik). Dopo il 1806 gli inglesi cessarono di riconoscere la neutralità della Repubblica ragusea.Della corrispondenza che Arengo inviò a Ragusa (Dubrovnik) nel corso del suo mandato rimane oggi ben poco. Tuttavia, dai documenti disponibili è evidente che fece il possibile per promuovere gli interessi della Repubblica. Si premurò di far rientrare a Ragusa (Dubrovnik) le salme (e i beni)

dei marittimi ragusei giunte per varie vie a Gibilterra, come pure quelle dei cittadini ragusei residenti nell’enclave britannica dopo la loro morte. Fornì a Ragusa un elenco dettagliato con i nomi dei cittadini di Ragusa che abitavano a Gibilterra o che nel possedimento britannico avevano interessi d’affari. Si stima che all’epoca la comunità ragusea stanziata a Gibilterra includesse una ventina di persone. Nei resoconti stilati da Arengo e conservati nell’Archivio storico di Ragusa (Dubrovnik) figurano i nomi di Mato Pavlović dei fratelli Marin e Božo Lepri, di Petar Albić (forse un corsaro), di Jakov Kristofor Simatović, di Andrija Golma e di Marko Rakidžija. Inoltre, Arengo s’impegnò a informare i capitani delle navi provenienti o dirette a Ragusa in merito alle disposizioni della Repubblica e a segnalare a Ragusa (Dubrovnik) il nome di tutte le sue navi dirottate (confiscate) a Gibilterra. A lui i capitani di Ragusa (Dubrovnik) si rivolgevano per informarsi in merito alle misure stabilite dagli inglesi, ad esempio sul blocco navale imposto a Genova e a La Spezia dall’ammiraglio Orazio Nelson. Arengo esonerato nel 1808La documentazione indirizzata dalle autorità ragusee ad Arengo viaggiava in duplice copia. La medesima cautela era stata adottata anche dal Console per quanto concerne i documenti che a sua volta voleva far giungere a Ragusa (Dubrovnik). Quando ciò era possibile la documentazione viaggiava a bordo di navi della Repubblica. In alternativa veniva utilizzato un tramite a Livorno (forse la città natale del Console). Arengo fu esonerato dall’incarico nel 1808, quando la Repubblica ragusea fu formalmente soppressa dal maresciallo francese, Auguste Frédéric Louis Viesse de Marmont, al quale lo stesso anno venne conferito il titolo di Duca di Ragusa/Dubrovnik (Duc de Raguse).

PRES

S ASS

OCIAT

ION/

PIXS

ELL

PRES

S ASS

OCIAT

ION/

PIXS

ELL

Page 8: dalmazia - LaVoce

dalmazia8 sabato, 4 maggio 2019 la Vocedel popolo

Anno 15 / n. 129 / sabato, 4 maggio 2019

Caporedattore responsabileRoberto Palisca

Redattore esecutivoDario SaftichImpaginazioneŽeljka Kovačić

la Vocedel popolo

IN PIÙ Supplementi è a cura di Errol Superina

Edizione DALMAZIA

CollaboratoriAnastasia Michich, Igor Kramarsich, Giovanna Herzeg, Krsto Babić e Moreno VrancichFotoPixsell e archivio

[email protected]

EConomIA di Moreno Vrancich

TAnTE LE ISOLE DALMATE IN VENDITA mA I «PAPERonI» STAnno ALLA LARGA

L’InTERESSE non mAnCA, mA L’AFFARE SFUmA non APPEnA IL PoTEnZIALE InVESTIToRE SI REnDE ConTo DELLA ComPLESSITÀ DEI VInCoLI ImPoSTI DALLA LEGISLAZIonE nAZIonALE A CHI VoGLIA CoSTRUIRE QUALCoSA. InoLTRE DALLE noSTRE PARTI mAnCAno LE VASTE E LUSSUoSE TEnUTE A CUI ASPIRAno I mULTImILIARDARI

La Croazia ha la bellezza di 1.246 isole. È il secondo Paese del Mediterraneo per numero di isole,

subito dietro alla Grecia. Si tratta di un patrimonio naturalistico straordinario che permette al turismo di essere uno dei punti di forza dell’economia nazionale. A dire il vero 79 isole hanno una superficie superiore al chilometro quadrato. Il resto è suddiviso fra 525 isolotti e 642 scogli, che spesso vengono viste più come decoro del paesaggio marino che non adatte a ospitare abitanti o visitatori. Ciononostante questi isolotti sono una potenziale opportunità di business, in quanto è possibile acquistare degli appezzamenti di terra o in alcuni casi l’intera isola.I prezzi in genere vanno dai 10 ai 100 euro al metro quadrato, ma ci sono molti casi particolari. Nei pressi di Lussinpiccolo, per esempio, è in vendita un lembo di terra di 400mila metri quadrati che può essere acquistato per 5,7 milioni di euro. Vicino a Morter (Murter) c’è un isolotto di 184mila metri quadrati che può essere acquistato al più “modico” prezzo di 850mila euro, mentre si può acquisire la proprietà di un’altra isola dell’arcipelago di Sebenico, di 5mila metri quadrati, con un esborso di 700mila euro. Discorso analogo nell’arcipelago nei paraggi di Traù (Trogir), dove un’isola di 23mila metri quadrati ha un prezzo di mercato di 1.050.000 euro.Data la bellezza del paesaggio e la natura ancora relativamente incontaminata, queste aree fanno gola a molti. Negli ultimi anni, infatti, sono pervenute varie offerte, da parte di ricchi sceicchi arabi, come pure da parte di famosi personaggi del mondo dello spettacolo. Ciononostante nessuno di loro ha messo casa su un’isola dalmata. Il motivo, però, è alquanto singolare: la legge croata impone a chi vuole costruire sulle isole che ha acquistato di produrre anche qualcosa. Poco importa se si tratti di olio d’oliva, di latte di pecora o di prodotti tipici di qualche altro tipo; per la legge l’importante è che l’acquirente dell’isola fondi un’azienda a conduzione familiare, almeno se ha intenzione di edificare qualche immobile.

Strutture che scarseggianoChi si può permettere il lusso di comprare un’isola tutta per sé, ossia i super ricchi, vuole qualcosa che non sia alla portata dei più, come una villa con piscina, un molo per lo yacht ed eventualmente anche un punto d’atterraggio per l’elicottero privato. Strutture di questo tipo, però, in Dalmazia scarseggiano e dunque l’unica alternativa diventa quella di progettarle partendo da zero e di commissionarne la costruzione. Purtroppo, o per fortuna secondo alcuni, proprio qui scattano i vincoli imposti della legislazione croata, che impediscono al ricco di turno di mettersi a costruire ville se non ha intenzione di produrre qualcosa sull’isola. E chi se lo può immaginare uno sceicco che si premuri di mandare le pecore nell’ovile?Fra i personaggi più famosi del jet set internazionale ad aver rinunciato all’acquisto di un’isola dalmata per questi motivi ci sono Carolina di Monaco e Bernie Ecclestone, i quali si erano interessati a tal punto all’affare da aver chiesto a un’agenzia immobiliare di preparare tutta la documentazione necessaria per procedere all’acquisto, salvo poi rinunciare quando avevano appreso del vincolo di dover fondare un’impresa a conduzione familiare.I primi a essere riusciti a vendere un’isola dalmata, quindici anni fa, erano stati gli agenti immobiliari dell’agenzia Biliškov, che all’epoca avevano convinto un acquirente danaroso a comprare Smogvizza, una piccola isola che fa parte delle Incoronate. Ora quest’agenzia ha una ventina di isole nella proprio lista e, a quanto pare, c’è sempre molto interesse da parte di investitori esteri. Ciononostante le vendite si contano con il contagocce, proprio a causa dei vincoli di legge. Comunque c’è pur sempre chi decide di procedere all’acquisto e di sobbarcarsi poi il laborioso iter burocratico per ottenere tutti i permessi necessari a far fruttare il suo investimento.

Un iter troppo laboriosoIn Croazia, infatti, è necessario coordinare l’acquisto del terreno da parte di privati, con le Città o i Comuni, con le Regioni e con lo Stato, attendendo le delibere dei singoli soggetti coinvolti. I tempi così si allungano e a volte alla fine si scopre che il progetto che ha in mente l’acquirente non coincide affatto con i piani territoriali. A quel punto costruire diventa di fatto impossibile. Accade così che sempre più spesso le offerte dei multimiliardari internazionali si rivolgano a isole della Grecia o dell’Italia

meridionale, in particolar modo quelle nelle acque della Sicilia.Ma come mai la Croazia non riesce ad attirare i Paperoni? A rispondere sono gli esperti del settore immobiliare, i quali sostengono che il motivo stia semplicemente nel fatto che la Dalmazia non ha nulla da offrire per soddisfare i criteri richiesti dai multimiliardari. La costa della Croazia è certo lunghissima e molto bella. Si può trovare pur sempre una grande varietà di ville fino a un valore di 5 milioni di euro. Ma se parliamo di tenute molto più esclusive, ebbene la Dalmazia ne è quasi completamente sprovvista. Si può trovare qualcosa nei pressi di Ragusa (Dubrovnik) o nel Quarnero, ma altrove è estremamente difficile. Gli agenti immobiliari sono convinti che se ci fossero delle tenute di questo tipo, davvero esclusive, gli interessati non mancherebbero affatto e si potrebbero fare lauti affari.In Croazia semplicemente il cemento invade il territorio, c’è una sorta di spirito di emulazione. Tutte le volte – sottolineano gli esperti del settore – che si costruisce una villa con piscina subito accanto ne compaiono delle altre. La volta che un investitore deciderà di realizzare un progetto su una superficie attraente di 100mila metri quadrati l’affare non mancherà. Gli agenti immobiliari sono convintissimi che non avrebbero alcun problema a vendere una tenuta di questo tipo.

HALo

PIX/

PIXS

ELL

GoR

An SA

FARE

K/HA

LoPI

X/PI

XSEL

L

GoRA

n SA

FARE

K/HA

LoPI

X/PI

XSEL

L