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LAVOCEAICCERRIVISTA

SCIENTIFICADI INFORMAZIONE

42007

ASSOCIAZIONE ITALIANADI CHIRURGIA DELLA CATARATTAE REFRATTIVA

Direttori Editoriali e ScientificiSimonetta Morselli, Scipione Rossi

Vice-Direttore EditorialeDario Aureggi

Direttore ResponsabileFerdinando Fabiano

Comitato di RedazioneGianni Alessio, Aldo Caporossi, Alessandro Franchini, Vincenzo Orfeo, Riccardo Sciacca, Giorgio Tassinari,Daniele Tognetto, Paolo Vinciguerra

RedazioneSegreteria AICCER - Marica Mottac/o AIM CongressVia Ripamonti 129 - 20141 Milanotel. 02 56601224 - fax 02 56609045e-mail: [email protected]

Dr.ssa Simonetta Morsellie-mail: [email protected]. Scipione Rossie-mail: [email protected]

Segretaria di RedazioneMarica Mottatel. 02 56601224e-mail: [email protected]

Sara Cacciabuetel. 0141 8278236e-mail: [email protected]

Grafica ImpaginazioneAndrea Ponzo

StampaLitografia Fabiano S.n.c.

PubblicitàFabiano S.r.l.Reg. S. Giovanni 40 - Canelli (AT)tel. 0141 8278235e-mail: [email protected]

Inserzionisti:• ALCON, p. 2, 6, 17, 43, IV cover• SOOFT, p. II cover, III cover, 4, 13, 31

Chiuso in redazione: Ottobre 2007

In copertina fotografia IOL fachica dislocata da Dr. Scipione Rossi.

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LA VOCE AICCER 4/2007 3

EDITORIALE .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. 5di Aldo Caporossi

NOTIZIE DAL CONSIGLIO DIRETTIVO ........................................................................................................................................................................................................................................................ 7di Vincenzo Orfeo

POLITICA SANITARIAIl sistema sanitario agisce per porre fine all’indipendenza dei medici oculisti considerati da molti unanegativa anomalia del sistema pubblico ....................................................................................................................................................................................................................................................... 8di Matteo Piovella

CONGRESSIIl Visus .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................11XXIII Congresso Annuale SOT “Retina up to date” ............................................................................................................................................................................................................11VI Congress S.I.C.S.S.O. International Scientific Meeting ......................................................................................................................................................................................1211° Corso di Topogrfia, Aberromtria & Diagnostica Corneale Avanzata: il Percorso Diagnostico ............................12di Dario Aureggi

CHIRURGIA DELLA CATARATTALe IOL multifocali, selezione e gestione del paziente ................................................................................................................................................................................................... 14di Marco Rossi

CHIRURGIA REFRATTIVAA proposito di LASIK ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... 18di Giuseppe Panzardi con la collaborazione di Giovanni D. Panzardi

CHIRURGIA DELLA CATARATTACataratta e astigmatismo: le IOL toriche ................................................................................................................................................................................................................................................ 20di Alessandro Mularoni

Inserto staccabile – XI Congresso A.I.C.C.E.R. 2008: programma preliminare ................................................................................................... 25

CHIRURGIA DELLA CATARATTACataratta e astigmatismo ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................ 32di Giuseppe Gaiba

CHIRURGIA REFRATTIVADominanza oculare e visione binoculare nei pazienti impiantati con lenti intraoculari multifocali .......................... 36di Alda Bertoni e Pietro Giardini

CHIRURGIA REFRATTIVAInformazione e consenso in caso di impianto di IOL multifocali ............................................................................................................................................................ 40di Vincenzo De Vitto

SEZIONE AZIENDERiboflavina, un talento multiforme, essenziale anche per l’occhio ................................................................................................................................................. 44di Giulio Luciani

VITA SOCIALELa mia esperienza in Africa ............................................................................................................................................................................................................................................................................................... 47di Giuseppe Perone

Pagina staccabile – Proposta di informativa per l’impianto di una IOL multifocale .................................................................................. 51

SOMMARIO

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LA VOCE AICCER 4/2007 5

Cari Amici, si può ormai considerare concluso questo periodo di interruzione estiva del-le attività e già con l’Europeo di Stoccolma è ripartita l’attività congressuale oltre chequella lavorativa.Il nostro primo consiglio direttivo del 14 settembre a Refr@ctive on-line ha formalizzatodefinitivamente la bozza del nostro XI congresso che si terrà a Bologna il 6-8 marzo 2008con l’aiuto fattivo di Giorgio Tassinari e dei suoi collaboratori ai quali spetterà il grossodell’organizzazione e della segreteria scientifica. La sede del congresso sarà il Zanhotel &Meeting Center Gross di Bologna. La formula sarà la collaudata presenza di numerosi chi-rurgie in diretta che si alterneranno a tavole rotonde su argomenti, i più attuali, di chi-rurgia della cataratta e refrattiva. Molte le problematiche sempre aperte che verrannoprese in esame, la diagnostica strumentale avanzata, l’aberrometria, la materia delle IOLfachiche molto discussa in questo momento, il laser femtosecond ed ancora cataratta eglaucoma, quali lenti in quali situazioni, calcolo IOL dopo chirurgia refrattiva, cataratta,chirurgia corneale, ecc. ecc. .. il tutto condito dai soliti, sempre seguiti, corsi pratici eworkshop che si alterneranno per tutta la durata del congresso, uno fra tutti un corso sulcross-linking sempre in grado, in questo ultimo anno, di riempire qualsiasi auditorium,si è visto anche a Milano durante Refr@ctive on-line, dove l’auditorium è rimasto pienotutto il sabato sino a sera a seguire i lavori su questo argomento che ha subìto, grazie allavoro dei nostri medici e dell’industria, un impulso tutto tricolore che merita di essere sot-tolineato ancora una volta.Oltre al congresso, il Consiglio Direttivo ha varato molte altre iniziative: novità sulle ri-viste, corsi di refrattiva e chirurgia della cataratta per i quali potete contattare la Sig.raMarica Motta, che è ormai per noi una presenza amica e rassicurante, presso la Segrete-ria AIM Congress S.R.L. e-mail [email protected].

P.S.: una notizia sull’INTRAMOENIA in Toscana ed Emilia già il 90% dei medici ha“dovuto” chiudere l’attività nell’ambito degli studi privati ed entrare in spazi ospedalie-ri che troppo spesso sono fatiscenti, male organizzati e male attrezzati, nell’arco dei pros-simi 1-2 mesi diventerà il 100% questo sotto la totale distrazione e disinteresse di presso-ché tutte le nostre organizzazioni, forse sarebbe il caso di capire che queste due regioni rap-presentano il cavallo di Troia per tutta l’Italia!!

EDITORIALELA VOCE AICCERA

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LA VOCE AICCER 4/2007 7

CONGRESSI

Cari amici dell’AICCER, vi scrivo queste poche righe di informazioni quando a Milano si èappena concluso l’evento [email protected] organizzato da Paolo Vinciguerra; un gran-

de congresso di rilevanza internazionale con il top dell’oculistica mondiale sugli aspetti più in-novativi della Chirurgia Refrattiva. Veramente un appuntamento che i cultori della materia nonpossono mai perdere!Ci ritroveremo presto alla SOI a Venezia. Questa sede così romantica, da alcuni contestata eda altri approvata con entusiasmo, ospiterà un altro appuntamento molto importante perl’AICCER e per i suoi soci. Le giornate SOI-AICCER di chirurgia in diretta e tavole rotonde, que-st’anno si svolgono in collaborazione con le maggiori società internazionali: l’A.A.O. AmericanAcademy of Ophthalmology e l’ISRS International Society Refractive Surgery.Un evento unico che porta l’Italia e le sue società scientifiche ad un livello mai raggiunto sinora. Il tema è: “La Chirurgia Refrattiva della Cataratta: la tecnologia al servizio dei pazienti”. L’im-pegno eccezionale di alcuni uomini ha permesso questo e, aldilà di ciò che diranno i detrat-tori per professione, dobbiamo veramente ringraziare alcuni componenti del Direttivo SOI edAiccer per l’impegno profuso da anni per far crescere le nostre società a livello mondiale. Tornate per un momento col pensiero alla SOI di 20 anni fa… nonostante siamo tutti un po’ no-stalgici, non possiamo non apprezzare ciò che poche persone sono riuscite a costruire! Com-plimenti alla SOI ed in particolare ad alcuni oculisti di buona volontà che da anni ci lavorano!Cogliamo al volo l’occasione dei nostri grandi eventi per unirci nella difesa della nostra pro-fessione. Il nostro bene comune, il nostro interesse comune. Pensiamoci un po’! Evitiamo le po-lemiche sterili e “costruiamo” invece che impegnare i nostri nobili neuroni a “distruggere”!!!Ma veniamo alle novità AICCER per il 2008. Dal prossimo anno l’AICCER proporrà un premio per ungiovane oculista che si sia recato in Africa o in altri paesi svantaggiati per fornire assistenza medi-ca o chirurgica a pazienti bisognosi. Questo contributo ci è stato sollecitato da un nostro socio, Giu-seppe Perone, che ben conoscendo la impegnativa realtà africana ha pensato di contribuire allarealizzazione del premio e ci ha sollecitato ad istituirlo. L’AICCER ha colto al volo l’idea ma è meritodi Giuseppe averla proposta e portata avanti con la grinta che lo contraddistingue! Da ricordare:

• se sei interessato ai temi della Cataratta e della Refrattiva e vuoi migliorare la qualità deltuo lavoro e della tua immagine professionale, diventa socio AICCER. Contatta la nostrasegreteria. Abbiamo sempre bisogno di volti nuovi per una Società in evoluzione.

• se sei socio AICCER e vuoi iscriverti o rinnovare l’iscrizione all’ESCRS, chiama la nostra se-greteria: potrai fare contemporaneamente entrambe le iscrizioni a condizioni economi-camente molto più vantaggiose.

Nel salutarti ti ricordo il nostro sito www.aiccer.it; il tuo parere ed un tuo eventuale contributoscientifico saranno di sicuro aiuto per renderlo sempre più interessante e ricco di novità.Per maggiori informazioni su tutti gli aspetti toccati da questa comunicazione di notizie dalC D Aiccer, chiamate la nostra gentilissima segretaria Marica Motta dalle 9.30 alle 13.00 al nu-mero di tel. 02 56601224.A presto.

INTERAZIONINOTIZIE DAL CONSIGLIO DIRETTIVO

di Vincenzo Orfeo

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La strisciante “nazionalizzazione” in atto ha come fine il totale controllo deimedici e l’affermazione della non “eticità” della libera professione in medicina. A rischio lo storico assioma della superiore qualità, organizzazione e sicurezzadell’oculistica pubblica in chirurgia della cataratta e refrattiva.L’ideologia politica e la lotta di classe alla base di decisioni inadeguate asostenere le giuste aspettative dei cittadini per una moderna ed efficaceassistenza sanitaria.Fa riflettere la rassegnazione di molti medici e la superficialità di molti altri.La grave responsabilità dei sindacati medici rilancia il ruolo dell’ASMOI.

Quello che è accaduto era ampiamente prevedibile: solo la improponibile convinzione chetanto non sarebbe mai successo o che se doveva capitare si sarebbe trovata una solu-

zione “personalizzata” hanno impedito ai 100.000 medici italiani di rendersi conto della gra-vità della situazione.Da molti anni l’inadeguatezza delle risorse è il problema irrisolvibile dei sistemi sanitari di tut-te le nazioni avanzate: in Italia la situazione è ulteriormente aggravata dalla “cosa pubblica”.Situazione irrisolvibile perché più il sistema risulta efficiente, maggiore è la domanda di pre-stazioni, di analisi e di trattamenti chirurgici con conseguente aumento della spesa. È una spi-rale da un lato virtuosa, perché si cura realmente la gente, ma che porta inevitabilmente, inun sistema di economia reale, alla bancarotta.È questo il tormento di ogni politico, indipendentemente dallo schieramento di appartenen-za, che si occupa di sanità pubblica: la cronica, deprimente, drammatica mancanza di soldi.Anni di confronto frustrante con questa realtà inoppugnabile hanno creato una specificaattenzione in alcuni politici circa la libera professione medica, con lo scopo di rastrellare

Il sistema sanitario agisce per porre fine all’indipendenzadei medici oculisti consideratida molti una negativaanomalia del sistema pubblico

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INTERAZIONIPOLITICA SANITARIAdi Matteo Piovella

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altri soldi,anche al costo di introdurre la sempre deprecata, a parole, sanità a pagamentoin ospedale. Sono stati particolarmente colpiti dal contrasto di un sistema sanitario ingrave crisi economica e dalla opportunità di guadagno del medico (nella loro mente con-siderato un dipendente da controllare e non un libero professionista) che esercita la libe-ra professione. In sintesi questi “cattivi maestri”contrabbandando che non è etico che il medico possaesercitare la libera professione senza un tetto di guadagno e si sono posti come obiettivoche il sistema deve appropriarsi di queste miracolose risorse economiche per poter so-pravvivere. Quando incontri questi politici sono solo capaci di ripetere che il sistema sanitario non hasoldi. Niente altro.Ma perché parlare di esproprio?Il problema delle strutture è solo un paravento. Nessuno si è preoccupato dell’importan-za dell’organizzazione della libera professione, che non può essere stravolta o superficia-lizzata se si vuole mantenerla allo stesso livello di prima.. La volontà, al contrario, è quel-la di appropriarsi indebitamente degli incassi della libera professione medica, fare paga-re ai medici che eseguono la libera professione in ospedale tutti i costi di questa opera-zione (leggete bene tutti gli articoli) con l’obiettivo nel breve futuro, sull’entusiasmo di unaremunerazione “etica”, di trattenersi il 70% concedendo, obtorto collo, un misero 30% achi ha avuto la capacità e la responsabilità di aver messo incondizionatamente a disposi-zione la propria capacità ed il proprio lavoro. Naturalmente utilizzando questa ideologia per azzerare le liste d’attesa istituzionali; manon, come potrebbe pensare qualcuno (qualche parola a suo tempo era stata spesa dallostesso Ministro), passando alla libera professione prestazioni istituzionali, bensì concedendodi poter eseguire la libera professione solo dopo aver ridotto e di tanto le liste d’attesa. Il tutto informando scorrettamente i cittadini che la colpa delle liste d’attesa non è da ad-debitare alla clamorosa e cronica inefficienza della “cosa pubblica” ma naturalmente alla“classe medica”.Nelle scorse settimane ho partecipato in veste istituzionale a diversi incontri in varie Re-gioni per contribuire all’apertura di un confronto da parte della SOI con chi è maggiormentepenalizzato dalla nuova inadeguata normativa.L’interesse e la partecipazione sono stati straordinari. Va comunque rilevato che la diffi-coltà maggiore per finalizzare un’azione comune consiste nella debolezza di credere an-cora che un rapporto personalizzato con il proprio Direttore Generale consenta l’otteni-mento di ammortizzatori ad personam in grado di poter “sopravvivere” magari per un tem-po limitato capace comunque di cogliere obbiettivi come il prepensionamento od altro.I fatti della Toscana e dell’Emilia Romagna dimostrano l’inutilità di questo modo di agire.È necessario individuare requisiti minimi comuni e condivisibili da tutti gli oculisti ospe-dalieri a tutela della loro indipendenza operativa e decisionale e a tutela della salute visi-va dei cittadini.Il fronte è in continua evoluzione. I tagli alla spesa di fatto stanno riproponendo una espe-rienza storica già vissuta dall’oculistica italiana in un recente passato. Oggi le nuove tec-nologie e presidi medici stanno rivoluzionando il modo di eseguire la chirurgia della ca-taratta in Paesi come gli Stati Uniti ed il Giappone. Recentemente eravamo riusciti a col-

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mare il gap con queste Nazioni a cui venivamo normalmente associati come qualità e ca-pacità organizzativa.Oggi utilizzare lenti multifocali significa ridisegnare il percorso del paziente affetto da cata-ratta che da standardizzato deve trasformarsi in personalizzato con maggior dispendi di ri-sorse ed energie. Ma con il risultato ultimo di aver migliorato, e di molto, il percorso dei no-stri pazienti indipendentemente dall’aver alla fine utilizzato un cristallino multifocale. È una rivoluzione in atto che potrebbe vederci fermi al palo.Nel nostro Paese oggi solo un numero insufficiente di centri è in grado di confrontarsi conqueste evoluzioni positive che al contrario si stanno diffondendo a macchia d’olio negli Sta-ti Uniti ed in Europa.E nascondersi dietro la scusa che i risultati non sono ancora ottimali senza aver fatto nullaper dedicarsi alla studio di ricerca per individuare le migliori soluzioni per i pazienti è una stra-tegia penalizzante che potrà solo acuire ancora di più il possibile gap tra le strutture pubbli-che ed il privato.Per non parlare delle nuove tecnologie applicabili in chirurgia refrattiva.La SOI si è duramente impegnata per introdurre un emendamento alla prossima legge Fi-nanziaria che porti a 1600 euro il rimborso DRG per la chirurgia della cataratta e ne ha stu-diato anche la necessaria copertura economica.Non mi faccio illusioni soprattutto perché la fine di tutte le leggi Finanziarie è un penalizza-te voto di fiducia che, all’ultimo momento, spazza via ogni tipo di emendamento lungamen-te ed attivamente studiato, così come nel passato governo Berlusconi era stato spazzato vial’emendamento proposto dalla SOI circa il riconoscimento della documentazione del medicooculista per il rilascio della patente di guida.Ma rimango convinto che una buona finalità d’intenti tra medici oculisti pubblici sia condi-zione indispensabile per il mantenimento della leadership dell’oculistica italiana tra le Nazio-ni più avanzate del mondo.Alla SOI di Venezia è stato organizzato un incontro venerdì pomeriggio nel salone principaleper promuovere questa finalità d’intenti in grado di permettere agli oculisti italiani di guar-dare al futuro con maggiore serenità e sicurezza.L’appoggio all’AICCER ed alla SOI sono condizioni decisive per il raggiungimento di un risul-tato positivo.Ogni proposta disaggregante può solo interessare chi non è in grado di comprendere la gra-vità della situazione che tutti i medici italiani stanno vivendo sulla loro pelle.

Matteo PiovellaSegretario SOI/[email protected]

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INTERAZIONICONGRESSI

di Dario Aureggi

Il VisusRozzano (MI) 11 Aprile 2007Istituto Clinico HumanitasOrganizzatore: Paolo Vinciguerra

Nella presentazione del Corso PaoloVinciguerra ha precisato che nella

giornata venivano analizzati i vari ele-menti concorrenti alla diagnosi finale,quali riduzioni, aloni, discordanze tra ri-sposte soggettive e oggettive, differen-ze in diverse situazioni, astigmatismosoggettivo, superiore ai valori oftalmo-metrici, così da poter arrivare all’originedella diagnosi. Sono stati dunque ana-lizzati i vari metodi di diagnosi del calovisivo, l’origine e localizzazione delle cau-se; corneale, interna, totale, influenzadella pupilla, il fronte d’onda in microno diottrie e il rapporto con la pachime-tria corneale, gli indici topo-aberrome-trici, le mappe di spessore, le cause re-tiniche e la necessità di monitorare l’e-voluzione clinica. Alla fine casi clinicipresentati da Fabrizio Camesasca, Ro-berto Bellucci, Pietro Giardini discussida Paolo Vinciguerra con la partecipa-zione diretta dei partecipanti. Si è riba-dita la necessità di conoscere a fondo leapparecchiature a nostra disposizione,soffermandosi sui vari indici topografi-ci e le informazioni a volte indispensa-bili che le moderne apparecchiature cipossono dare. Il Sig. Batista ha illustra-to il Pentacam nelle sue ultime versioni,unico sistema con telecamera di Sceimp-flug rotante, annunciando il nuovosoftware del Pentacam HR dedicato al-la P delle IOL, con possibilità di vedere lalente ingrandita prima dell’impianto, di

vedere la lente spostata in avanti comeda ingrossamento del cristallino e unaanalisi densitometrica con un cilindroaggiustabile fino a 3 D su tutta laSceimpflug. Il Sig. Battarra presental’OPD–SCAN della Nidek con il nuovosoftware OPD-STATION, con esempi de-scritti da Edoardo Ligabue. Racchiudein uno cinque strumenti: autorefratto-metro e autocheratometro, topografocorneale, aberrometro totale, cornealee interno, pupillometro, grafico MTP (va-lutazione oggettiva della sensibilità),software diagnostico con comparazio-ne e integrazione dei dati provenientidai diversi esami. Vinciguerra si augurache sia usato in tutti i pazienti, poichésemplifica la diagnosi di patologia e ipo-visione, archivia gli esami che possonopoi essere comparati, permette indagi-ni avanzate per la chirurgia rifrattiva evalutazione delle IOL. Dopo l’indaginepreliminare, topografia corneale e map-pa si passa ad altre indagini se si rileva-no anormalità, fino ad avere un quadrodiagnostico completo ed esauriente.

XXIII CongressoAnnuale SOT“Retina up to date”1-2 Giugno 2007Sottomarina – Chioggia (VE)

Organizzato da P. Rizzo Boscolo, Pri-mario dell’Ospedale di Chioggia,

presso il Centro Congressi si è tenuto ilXXIII° Congresso della Società Oftalmo-logia Triveneta con tema “Retina up to da-

te”. Molto spazio è stato dato a giovanicolleghi a dimostrazione della notevolepreparazione scientifica su argomenti incontinua evoluzione. Nulla è stato trala-sciato, dalla AMD alla Retitinopatia Dia-betica, alle Trombosi venose, alla Chirur-gia della macula, al coinvolgimento del-la motilità dopo chirurgia della retina,alle nuove tecnologie, alle iniezioni in-travitreali. Il Presidente Dott. A. Galan hapresentato un’iniziativa della Associa-zione Cielo Azzurro Onlus, fondata nel2002 da persone affette da miodesospsiecon l’obiettivo di sensibilizzare il mondoscientifico nei confronti di una patologiaconsiderata minore, ma che in pazientipiù gravi può divenire gravemente inva-lidante da un punto di vista fisiologico.È stato stilato un questionario statisticoper la raccolta di dati epidemiologici e lostudio pilota sotto la supervisione delDott. Galan si propone come finalità pri-maria l’elaborazione di statistiche relati-ve alle possibili cause dell’affezione, al-l’evoluzione temporale, ai potenziali pro-blemi psicologici connessi, agli eventua-li rimedi adottati. I membri della SOT so-no stati invitati ad aderire al progetto,che comunque rimane aperto a tutti glioculisti, tramite l’individuazione, previoconsenso scritto, di 15-20 pazienti sof-ferenti della patologia, per arrivare ad uncampione finale significativo stimato incirca 1000 pazienti. L’indagine è affida-ta ad operatori della Associazione checontatteranno i pazienti reclutati. PerInformazioni: Associazione Cielo Azzur-ro Onlus, Via Giacomo Balia 20, 00030San Cesareo (RM), [email protected],www.miodesopsie.it

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Si è svolto a Rovigo il 15 giugno iltradizionale corso organizzato dal

Dott. Camellin. Anche questa edizioneha coinvolto i maggiori esperti del set-tore che hanno quest’anno espostonon solo argomenti di Topografia maanche di diagnostica corneale avan-zata. Ormai la cornea viene studiatacon molti strumenti che ne ricostrui-scono forma e funzione. Le novità van-no dall’ OCT alla Sheimplflug camerache consentono di acquisire informa-zioni dettagliate di spessore e per-mettono addirittura di arrivare all’an-golo irido corneale. Tutta una serie diesami è quindi a disposizione del me-dico per perfezionare la diagnosi.Ma quali sono gli esami più impor-tanti in relazione ad un sospetto dia-gnostico, e come è possibile ottimiz-zare il percorso del paziente?Questo importante aspetto è stato iltema principe del corso 2007 ed è sta-to approfondito in modo interattivo.Ai partecipanti erano stati consegna-ti dei cartoncini con tre colori differentimentre il docente illustrava un casoclinico reale partendo da una classicatopografia ed enunciando qualchedettaglio clinico. A questo punto ve-niva posta una serie di domande nel-le quali si chiedeva quali potevano es-sere gli esami integrativi. Dopo la ri-posta del pubblico il docente proiet-tava i risultati dei nuovi approfondi-menti diagnostici fino ad arrivare al-la diagnosi corretta.Un vero e proprio percorso diagnosti-co che ha chiarito come devono esse-re utilizzate le risorse strumentali cheabbiamo a disposizione. L’edizione 2007è stata ridotta ad una sola giornatache però si è rivelata sufficiente a fo-calizzare le novità nel settore.

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INTERAZIONICONGRESSI

VI CongressoS.I.C.S.S.O.InternationalScientific MeetingLecce 14-15-16 Giugno 2007Grand Hotel TizianoOrganizzatore: Antonio Mocellin

Dopo Grosseto, Erice, Costa Amalfi-tana, Venezia, Roma il VI°Congresso

della Società Italiana Cellule Staminali eSuperficie Oculare si è tenuto il 14-16Giugno 2007 a Lecce organizzato da An-tonio Mocellin. Mercoledì pomeriggioal Teatro Politeama Greco vi è stata l’i-naugurazione e l’apertura ufficiale condue relazioni, di Vincenzo Sarnicola, Pre-sidente della SICSSO sulla “Cheratopla-stica Lamellare: una overview” e di H.Holland di Cincinnati su “Trapianto del-la Superficie Oculare: stato attuale del-l’arte”. La riunione è poi continuata alGrand Hotel Tiziano, accogliente sedecon a disposizione numerose sale. Comenei congressi precedenti numerosi gliospiti stranieri, come M. Terry (Portland-USA), R. Paglen (S. Francisco-USA), N.Griffin (Pinehurst-USA), R. Foglia (Hy-derabad-India) che hanno portato la lo-ro esperienza sulla cheratoplastica la-mellare posteriore (DLEK è DSAEK) , tut-ti augurandosi che le Banche degli Oc-chi si approntino a preparare lenticoliappropriati, già peraltro iniziata da D.Ponzin a Mestre. La Sessione riguardantela cheratoplastica lamellare posteriore havisto un forte contributo di nostri chi-rurghi, in tecniche ormai ben acquisitee di D. Tan (Singapore) con l’utilizzo delLaser Femtosecond. Al pomeriggio il te-ma sulla cheratoplastica lamellare an-teriore ha visto il riconoscimento dellatecnica “big bubble”, si è parlato dellecomplicanze e del loro trattamento, dei

risultati a lungo termine nel cheratoco-no, dalla correlazione tra spessore delletto residuo e spessore centrale totalee l’acuità visiva. Il giorno successivo chi-rurgia in diretta da tre sale, alternate daletture magistrali (S. Lane-Saint Paul,USA) sulla “Convergenza della chirurgiadella cataratta e chirurgia refrattiva” e Ta-vole Rotonde sulle Superficie Oculare.Sabato la consueta e sempre interes-sante “visita in diretta” di casi clinici con-dotta da H.S.Dua (Nottingham, England)e da V. Sarnicola con la partecipazionedi D. Tan (Singapore), J.P. Gilbard (Wo-burn, USA), J.L. Guell (Barcellona, Spa-gna), E. Holland (Cincinnati, USA), M.Terry (Portland, USA), M. Macsai (Chica-go, USA), L. Ficker (Londra). Nelle altresale Simposi e Corsi, sempre molto fre-quentati, nelle tre interessanti giornatenella bella e accogliente Lecce, che haaccolto tutti i partecipanti nella Seratadi Gala S.I.C.S.S.O. nel “Chiostro di S. Do-menico” con cena e spettacolo musica-le “La Taranta” con l’interessante rievo-cazione della “pizzica” musica che scan-diva l’antico rituale di cura dal morsodella tarantola,di solito una donna, com-posta da un suono incessante di tam-burelli a ritmo vorticoso accompagna-to da un ballo ossessivo e ripetitivo finoall’esaurimento del veleno. Appunta-mento per il 2008 a Firenze.

11° Corso di Topografia,Aberrometria & DiagnosticaCorneale Avanzata:il PercorsoDiagnosticoRovigo 15 Giugno 2007Organizzatore: Massimo Camellin

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Dal momento del loro ingresso sul mercato, dueanni fa, le iol multifocali hanno rappresentato

e rappresentano la punta qualificante dell’offerta of-talmologica nell’ambito della chirurgia del segmen-to anteriore.Segmento anteriore in primis e non sola chirurgia del-la cataratta poiché, aldilà delle convinzioni indivi-duali, avvicinano come non mai la chirurgia del cri-stallino alle più delicate aspettative funzionali di am-bito refrattivo. Terreno fino ad oggi ad incontrasta-to dominio della laserterapia con sporadiche intro-missioni delle IOL fachiche, di fatto mai entrate abuon diritto nel nomenclatore collettivo delle pro-poste terapeutiche nell’ametropia visiva.Tanta tecnologia ottica coniugata ad una serie di dif-ficoltà propositive insite nei limiti stessi del prodot-to contro gli enormi limiti della italica categoria me-dica,scolasticamente impreparata ai più elementarifondamenti di proposizione al paziente (ancorchécostretta dagli schemi istituzionali ad una rozza esbrigativa routinarietà clinica) rischiano di fare affon-dare sul nostro mercato una opportunità terapeuti-ca che, non a caso sugli altri mercati europei, racco-glie i meritati consensi. Occorre essere realisti: indubbiamente al passo dei no-stri colleghi americani ed europei sul terreno delpractice diagnostico e terapeutico, siamo genetica-mente carenti sul terreno empatico del rapporto coni nostri pazienti.Ciò, a mio avviso, sia per la totale inappropriatezza delnostro piano di studi medici ad un corretto ed effica-ce rapporto con il paziente, sia per una costituziona-le inconsapevolezza e noncuranza “dell’homo itali-

cus” rispetto alla centalità dell’individuo ed alle proie-zioni riflesse che esso esercita nel suo ambito sociale.Ciò si evidenzia con una evidente drammaticità quan-do ci trasformiamo da medici ad ammalati, in unaimprovvisa consapevolezza di smarrimento e solitu-dine decisionale di cui, chissà quante volte, siamo sta-ti inconsapevoli teatranti.L’inoppugnabile vocabolario anglosassone assegna,ben dstintamente, tre ambiti significativi al termine“malattia”:• DISEASE – la patologia, la malattia vista dal si-

stema di cura• ILLNESS – il vissuto personale, l’esperienza sog-

gettiva della malattia• SICKNESS – la cognizione sociale della malattia,

e le sue rappresentazioniSi tratta di tre campi semantici totalmente distin-guibili, ma di difficile rappresentazione dei confini:È difficile rendere con una metafora grafica questetre dimensioni: poiché non sono necessariamentesempre presenti tutte e tre e, se sono compresentinon sono contenute l’una nell’altra.Sono, piuttosto, prospettive su un oggetto multidi-mensionale che• può avere riscontro empirico• o anche essere solamente frutto di rappresentazio-

ni collettive.Unico fulcro del disagio della malattia è il soggettoproponente la difficoltà, attorno ad esso e con me-todologia sensibile può muoversi il clinico propo-nente il metodo di cura.La comunicazione nel processo quotidiano di curadeve trovare almeno una metodologia più efficace se

INTERAZIONICHIRURGIA DELLA CATARATTAdi Marco Rossi

Le iol multifocali, selezione e gestione del paziente

LA VOCE AICCER 4/200714

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LA VOCE AICCER 4/2007 15

non, possibilmente, una consapovolezza esperta del-l’eticità della nostra proposta come sarebbe piuttostoauspicabile. Ma, ...andiamo per gradi,siamo all’iniziodi un nuovo “sentire” la necessità crescente di un rap-porto evoluto e costruttivo con il nostro paziente. È singolare come dalle iol multifocali si sia messo incrisi il nostro sbrigativo processo di cura, o almenoil mio, anche se l’interesse che mi si corrispondequando ne parlo conforta ogni mio istintivo sensodi solitudine...

CCoommuunniiccaarree iinn SSaanniittààLa comunicazione efficace tra il medico, il pazien-te e la sua famiglia deve essere considerata come unafunzione clinica fondamentale da non trascurare.Instaurando un processo di comunicazione interper-sonale con il paziente, il medico può non solo otte-nere delle utili informazioni per indirizzare il miglio-re percorso terapeutico, ma anche suscitare un buonlivello di soddisfazione e di consenso che finisce perincidere positivamente sui risultati clinici percepiti.Se è vero che la salute è oggi soprattutto informazionee consapevolezza, il consenso informato è solo un pas-so, importante ma non esaustivo, della danza co-municativa.Nessun mercato è caratterizzato da asimmetria infor-mativa quanto quello sanitario: vi è cioè un enormedivario tra le conoscenze possedute dal produttoree quelle possedute dall’acquirente...Alla base di tutto ci sono la formazione tecnica e illinguaggio. La prima è carente, spesso ancora as-sente sul piano bioetico e comunicativo. La diffusa istanza di “umanizzazione” della medicinasembra invocare meno tecnica e meno scienza. Inrealtà occorrerebbe più umanità e più scienza. La no-stra scienza va però arricchita con il “sapere delle re-lazioni”, che non è esterno alla professione medica.La parcellarizzazione della medicina in branche esottobranche specialistiche, il tecnicismo esaspera-to di alcune di esse, e, tra queste in special modol’oculistica, non possono in alcun modo prescinde-re da una precisa etica di informazione.Questa deve rispondere ai quesiti dei pazienti, confor-memente ai limiti, imprescindibilmente realistici,della terapia della funzione.Fare della chirurgia refrattiva di qualità oggi signi-fica anche questo: rappresentare i limiti del nostro

risultato nelle giuste prospettive di vantaggio rispettoalle metodiche di correzione tradizionali. ...e la chirurgia della cataratta È OGGI chirurgia re-frattiva, compiutamente nelle specificità delle pro-tesi ottiche già disponibili ed ancor più in quelle dipromessa divulgazione commerciale (...toriche, aber-rometriche personalizzate).Le nuove IOL multifocali: paradigma di qualità nel-la chirurgia della catarattaSono prodotti di impareggiabile contenuto tecno-logico e clinico ma... estremamente “difficili” nella:• Proposta tecnologica• Proposta al chirurgo• Proposta al paziente• Proposta di prezzo• Fase di follow-up del paziente

PPrrooppoossttaa aall ppaazziieenntteeNel rapporto medico-paziente s’instaurano con-temporaneamente due relazioni:• Rapporto interumano• Rapporto fra professionalità e malattia

RRaappppoorrttoo iinntteerruummaannooNel percorso comunicativo medico/paziente vi sonoatteggiamenti da seguire e altri da evitare nell’otticadi un efficace ed etico avvicinamento alle esigenze delpaziente. Occorre sforzarsi di comprendere la posi-zione di disagio del nostro paziente.Non trascurare: • le sue difficoltà • le sue aspettative di salute• le sue “ansie da invecchiamento”,coltivando e migliorando le nostre capacità di gesti-re il conflitto relazionale in un’ottica di “gentilezzaattiva” e di empatia con il nostro assistito.Ciò si attua attraverso:• messaggi diretti, convincenti e coerenti.• Comunicazione verbale efficace, utilizzando un

linguaggio sempre comprensibile a chi ascolta (ade-guarsi ad età,motivazione e grado di cultura).

• Comunicazione non verbale, legata al tono di vo-ce della spiegazione (non troppo veloce o troppolenta), alla mimica (assentire agli interventi del pa-ziente e reggerne l’ansioso sguardo esploratore),alla gestualità (coinvolgente ma mai esasperata),al-la distanza dal paziente (non superiore ad 1 metro).

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LA VOCE AICCER 4/200716

INTERAZIONICHIRURGIA DELLA CATARATTA

A titolo puramente esemplificativo e senza alcunapretesa didattica offro di segito il mio decalogo com-portamentale:� Mai troppi concetti contemporaneamente� Rivolgersi sempre direttamente al paziente evi-

tando che altri possano distrarlo� Coinvolgere qualche familiare con lo sguardo� Ripetere l’informazione più volte perché sia chia-

ra anche a chi ha un grado di istruzione basso� Pianificare il discorso in modo che il tema chia-

ve sia presente sia all’inizio che alla fine di esso� Ricorrere ad esempi, magari coinvolgendo espe-

rienze cliniche di propri familiari� Ricorrere a termini colloquiali... se del caso dia-

lettali Ricorrere con prudenza all’uso di modellini ana-

tomici Ricercare spesso la partecipazione del paziente

chiedendogli di evocare, e se del caso mimare lesituazioni lavorative e di svago che coinvolganola visione da vicino

� Pur anteponendo i limiti attuali della correzionedella presbiopia esprimere sempre ottimismo, ri-cordando che siamo tutti obbligati a curarci conla medicina di oggi, pur sapendo che domani saràmigliore...

RRaappppoorrttoo ffrraa pprrooffeessssiioonnaalliittàà ee mmaallaattttiiaaNel rapporto tra professionalità e malattia catarat-tosa/presbiopia occorre trasmettere al paziente: • I concetti anatomici sommari di cataratta/pre-

sbiopia• I concetti fisici di rifrazione e diffrazione• La psicofisica della visione difrattiva finale • La possibilità di un perfezionamento terapeutico

successivo

I concetti anatomici sommari di cataratta/pre-sbiopiaUtili i modelli anatomici tridimensionali che, se abu-sati in un esplicito linguaggio medico, possono ge-nerare paura/rifiuto.Sottolineare che l’unico momento utile per un im-pianto multifocale è il presente, molti credono siapossibile una rivisitazione successiva del problema.Chiarire che nel caso di un impianto convenziona-le la monofocalità sarà otticamente “rigida”, invali-

dante non solo nella lettura, ma in ogni applica-zione per vicino.

I concetti fisici di rifrazione e diffrazioneÈ l’impegno maggiore! Occorre trasferire con sempli-cità concetti di ottica fisica complessi ed estranei a chinon ne ha recente dimestichezza. Implica la nostra piùonesta rappresentazione della difficoltà nel passaggioda un sistema a menisco ad una rappresentazione dif-frattiva della realtà senza evocare timori immotivati.

La psicofisica della visione diffrattiva finale Esiste una fondamentale differenza nella qualità per-cepita di un fronte d’onda multifocale diffratto.Essa si manifesta con la massima criticità nell’inter-vallo tra 1° e 2°occhio: impianti bilaterali simultanei?Esiste una forte diffidenza nell’ambiente medico/ocu-lista per questo tipo di impianti: rischio pareri incrociati!

La possibilità di un perfezionamento terapeuti-co successivoLe ditte di settore raccomandano: escluder ast. > 1!Voler estendere il campo applicativo di TecnisZm900/ReSTOR ed insieme prevenire delusioni daoutcomes biometrici inattesi prevede a mio avviso ne-cessariamente la necessità di avere una unità laserper chirurgia refrattiva “a portata di mano”.Minimi, altrimenti accettabili residui ametropici,sono (coerentemente alla proposta) vissuti dal pa-ziente come un insuccesso terapeutico.

FFoollllooww uupp ddeell ppaazziieenntteeTanto più semplice quanto più si sarà posta chia-rezza sui limiti della proposta:Non esistono pazienti ipercritici! ...ma esiste unareale difficoltà nella gestione di:• Periodo d’attesa tra 1° e 2° occhio (se possibile ini-

ziare dall’occhio con visus migliore)• Iniziali “inceppamenti” nella lettura (2/3 mesi di

“rodaggio”)• Eventuali residui refrattivi ametropici • Anomalie nella visione notturna (glare ed halos)• Anomalie nella visione per vicino/intermedia• Confronto con ottotipi “impietosi” degli accerta-

tori idoneità guida• Peculiarità lavorative / hobbistiche sottovalutate• “Complesso della cavia”

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LASIK è la sigla di Keratomileusis In Situ Laser-Assistita. È la tecnica di chirurgia refrattiva più

usata in tutto il mondo (tranne in Italia). Rispetto alla PRK (keratectomy photorefractive) ri-chiede meno tempo per il recupero visivo del pazienteed è praticamente priva di dolore (tuttavia esistono ca-si in cui la PRK è un’alternativa migliore della LASIK).Il microcheratomo ha una lama oscillante ad altavelocità ed è stato utilizzato per generare il flap(lem-bo di cornea) nella LASIK in più di 5 milioni di ca-si effettuati dal 1997(1). Il microcheratomo Hansa-tome (Bausch & Lomb, Rochester, NY) è stato usa-to con sicurezza in milioni di casi di LASIK duran-te gli ultimi 6 anni ed è attualmente la tecnologia dimicrocheratomo più diffusa nel mondo(2).Oggi ai microcheratomi meccanici (quale l’Hansa-tome) per creare il flap della LASIK viene affianca-to il LASER a Femtosecond (Intralase FS; IntralaseCorp., Irvine, CA). È nata così una pratica di chirurgia refrattiva im-portante che rappresenta una scelta abbastanza im-pegnativa (costosa) e sicuramente molto interessan-te (non solo per la LASIK). La procedura ampiamente pubblicizzata come unatecnica “Tutto-LASER” (o “LASIK senza lama”) inrealtà non è effettuata interamente con un laser. ConIntraLase l’energia del LASER (laser a Femtosecond)è usata per generare il flap creando, in un piano al-l’interno della cornea, un numero elevatissimo dimicrobolle che tendono a confluire tra loro per se-parare uno strato. Poiché le bolle non si colleganocompletamente tra loro, deve essere utilizzata unaspatola con un margine acuto per terminare di scol-lare lo strato e rifinire il flap a mano. La manipola-zione supplementare richiesta per alzare il flap crea-to dal LASER può avere l’effetto di generare aber-razioni di alto ordine postoperatorie(3). Il riposizionamento del flap inoltre sembra essere più

delicato con Intralase FS. poiché questo flap è piùpiccolo del letto(4) in quanto è generato tramite ri-mozione di tessuto all’interno dello stroma ed intor-no alla relativa circonferenza(5); questa differenza diformato richiede un tempo “di riposizionamento”postoperatorio del flap del LASER di Intralase FSsuperiore a quello dei flap ottenuti con microchera-tomi meccanici(4), e i pazienti possono avvertire unmaggior disagio postoperatorio con IntraLASIK checon le procedure meccaniche di LASIK dovuto l’a-natomia differente del bordo e del flap.”(5)

Tuttavia uno studio su 21 pazienti miopi operatiusando su un occhio il microcheratomo Hansatomecon la testa zero compressione e sull’occhio contro-laterale l’Intralase FS. non ha trovato differenze sta-tisticamente significative in UCVA (migliore acuitàvisiva non corretta) o nella presenza di aberrazioni dialto ordine residue a 1 settimana ed a 1 mese dal-l’intervento(6), e ancora un’analisi retrospettiva dei ri-sultati con il LASER di Intralase FS. e di Hansato-me non ha mostrato alcuna differenza statistica-mente significativa in UCVA a 3 mesi(7).Intralase FS. sembra invece essere più preciso sullarealizzazione dello spessore del flap rispetto ad Han-satome. Viene sottolineata la relativa prevedibilitàin termini di spessore del flap(7).Tuttavia il microcheratomo di Hansatome generaun flap corneale molto regolare e pulito, compresi ibordi, e lascia una base stromale più liscia(8). Ogni progresso nella tecnica e nella tecnologia spin-ge i chirurghi a scegliere se modificare la propriaprocedura sulla base dei relativi vantaggi potenzialie rischi relativi.La scelta fra le tecnologie della creazione di flap di LA-SIK è particolarmente difficile, perché i risultati so-no eccellenti con entrambe le tecnologie. Tuttavia, cisono alcune differenze che troviamo in letteratura.Una differenza importante nelle prestazioni intrao-

INTERAZIONICHIRURGIA REFRATTIVAdi Giuseppe Panzardi con la collaborazione di Giovanni D. Panzardi

A proposito di LASIK

LA VOCE AICCER 4/200718

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LA VOCE AICCER 4/2007 19

INTERAZIONICHIRURGIA REFRATTIVA

peratorie fra i due strumenti è che la creazione delflap con il Laser di Intralase FS è misurata in minu-ti, in contrasto con i tempi di Hansatome che sonomisurati in secondi. Questa differenza si traduce di-rettamente con il LASER di Intralase FS. in un au-mento del tempo di procedura totale di circa 8 mi-nuti(9). Di conseguenza l’anello di aspirazione dellaser di Intralase FS rimane attaccato all’occhio perun tempo discretamente più lungo di quanto ri-chiesto dai microcheratomi meccanici. Questa mag-giore durata può condurre alla perdita di aspirazio-ne durante la creazione del flap(10), ed è causa per ilpaziente di un significativo discomfort(10,11). Per laprocedura completa di Intralase occorrono 30 mi-nuti contro i 4 minuti dall’inizio alla fine di un mi-crocheratomo meccanico.Riguardo alle complicazioni nella creazione del flap,esse sono molto rare sia con il Laser che con le tec-nologie meccaniche del microcheratomo. SecondoRobert K. Maloney, Directore del Maloney VisionInstitute in Los Angeles con il microcheratomo diHansatome possono essere più frequenti i buttonholementre col Laser di Intralase FS. possono essere piùfrequenti le rotture del flap(12).Il fenomeno recentemente riconosciuto della sin-drome TRISC (Track-related iridocyclitis and scle-ritis) conseguente a LASIK con il Laser di IntralaseFS. è un motivo di attenzione(13,14,15,16).Descritta da Brian R. Will(16), questa complicazioneè caratterizzata da fotofobia che inizia 6 settimane opiù dopo la chirurgia. I pazienti hanno buona acuitàvisiva e nessun segno clinico apparente all’esameobiettivo, ma la fotofobia può essere intensa e debi-litante. Secondo l’Autore sembra che il Laser possa ge-nerare la produzione di cytokine infiammatorie fral’interfaccia del flap e la sclera, e che tali sostanze pas-sino dal perilimbare alla radice dell’iride ed alla scle-ra. Il trattamento corticosteroideo risulta efficace nel-la risoluzione della sindrome che dura da 3 a 6 me-si. La terapia steroidea aggressiva può essere comun-que rischiosa per la pressione intraoculare.In conclusione, in considerazione del costo enor-memente superiore dell’Intralase FS. rispetto al Mi-crocheratomo meccanico, la scelta del “Tutto La-ser” sembra ardua, se consideriamo l’Intralase co-me un semplice microcheratomo. Ma il suo impie-go nella cheratoplastica lamellare ha aperto nuoveprospettive nel campo dei trapianti di cornea e si-curamente troverà ulteriore sviluppo.

Intralase è una macchina interessante e prometten-te, e questo è unanimamente riconosciuto.Noi la consideriamo con grande attenzione e ri-spetto. Ma ai più giovani chirurghi e a coloro che han-no evitato la LASIK per timore delle complicanze,influenzati anche da una particolare situazione ita-liana (e da un certo ingiustificato terrorismo sull’ar-gomento) vorremmo dire che la chirurgia refrattiva,come tutta la chirurgia, ha bisogno di una scuola, diun periodo di studio e di apprendimento pratico, edi tanto sacrificio. Non esistono scorciatoie. Benvengano le tecniche nuove e le nuove macchine, maguardiamo la realtà senza l’illusione che tutto possadiventare finalmente facile.

BBiibblliiooggrraaffiiaa1. Bausch & Lomb. Data on file.2. Leaming DV. Practice styles and preferences of ASCRS mem-

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Un astigmatismo superiore a 1,5 diottrie è pre-sente nella popolazione dei pazienti affetti da ca-

taratta in misura variabile fra il 15 e il 20 %(1,2) e se-condo dati recenti il 56 % dei pazienti operati di ca-taratta necessita di lenti astigmatiche correttive(3).Se consideriamo che 2 diottrie di astigmatismo com-portano una riduzione del visus naturale di circa 5decimi risulta evidente che il moderno chirurgo del-la cataratta, che si propone obiettivi refrattivi sem-pre più ambiziosi, non può ignorare, o acconten-tarsi di correggere in modo approssimativo, astig-matismi anche di modesta entità.I metodi utilizzati per correggere nello stesso tempochirurgico cataratta e astigmatismo prevedono chi-rurgie corneali incisionali o impianto di lenti in-traoculari (IOL) toriche.

CChhiirruurrggiiee iinncciissiioonnaalliiPrevedono l’utilizzo di incisioni corneali rilassanti ef-fettuate in corrispondenza dei meridiani più rifratti-vi in zona limbare(LRI) o paralim-bare(4,5), o addirit-tura l’effettuazio-ne di un tunnel atutto spessore con-trolaterale all’inci-sione primaria.Esistono numero-si nomogrammiche prevedono di-mensioni variabi-li a seconda del-l’entità dell’astig-matismo e dell’etàdel paziente, ma,

ad analisi accurate, la semplicità e relativa economi-cità della tecnica non sono compensate dalla preve-dibilità dei risultati. Oltre a ciò la regressione è mol-to comune, non si possono correggere astigmatismielevati e vi sono controindicazioni in tutti i casi di pa-tologia corneale primitiva o secondaria.

INTERAZIONICHIRURGIA DELLA CATARATTAdi Giuseppe Gaiba

Cataratta e astigmatismo

LA VOCE AICCER 4/200732

Figura 1. Effetto dell’errore di allineamento.

Figura 2. Il grafico mostra che Per 30° di rotazione l’effetto è nullo. Rotazioni maggiori di 30° causerebbero unmaggiore astigmatismo e problemi visivi(6).

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LA VOCE AICCER 4/2007 33

LLee IIOOLL ttoorriicchhee L’impianto di lenti toriche del potere necessario, sem-bra essere di gran lunga la migliore opzione per la ri-producibilità dei risultati e la persistenza del risultatonel tempo; elementi critici, talora fonte di diffidenza,sono il corretto posizionamento chirurgico della lente(6),la stabilità rotazionale, i possibili costi e il maggior ca-rico organizzativo richiesto dalla scelta della IOL(7,8,9).

SSTTAAAARR ttoorriiccLa prima IOL torica approvata dalla FDA nel 1998è stata la STAAR (STAAR surgical, Monrovia, Ca-lifornia) una lente monopezzo in silicone presenta-ta in due modelli con correzione torica di 2 e 3,5 diot-trie sulla superficie anteriore.Nei lavori di approvazione la IOL mostrava una no-tevole instabilità rotazionale ( il 24 % dei pz. avevanouna rotazione > di 10 gradi ed il 5% > di 30 gradi),che risulta oggi parzialmente migliorata con l’au-mento della lunghezza da 10.8 a 11.2.

TT--FFlleexx ((RRaayynneerr))Si tratta di una IOL C-loop in materiale acrilicoidrofilo e correzione cilindrica da 1 a 6 diottrie. Il calcolo viene effettuato dal produttore utilizzan-do costante A, profondità teorica c.a., lunghezza as-siale del bulbo e valori cheratometrici.

MMiiccrroossiill ttoorriicc (( HHuummaann OOppttiiccss))La Microsil Toric è una 3 pezzi con ottica in silico-ne e anse molto grandi a forma di Z in PMMA. La lunghezza delle anse ed il loro particolare disegnorendono la IOL molto stabile nel sacco, ma sia l’im-pianto che un eventuale riposizionamento non so-

no scevre da rischi e richiedono grande attenzione peri possibili danni zonulari. La lente, deve essere ordinata con un certo anticiposoprattutto se di potere non abituale, con un moduloche viene inviato alla ditta e ritorna con tre propo-ste fra cui il medico deve scegliere quella che ritienepiù idonea. Pur se di inserimento indaginoso attra-verso una incisione di 3.8-4 mm e con il solo possi-bile uso di pinze, si tratta dell’unica IOL torica chepuò correggere valori di astigmatismo anche superiorialle 6 diottrie, come talora può accadere negli esitidi cheratoplastica e, nella mia esperienza personale,ha dato nel tempo eccellenti risultati.

LLaa nnuuoovvaa IIOOLL AAccrriissooff TToorriiccL’ultima nata della piattaforma Acrisof la SA60TTprevede 3 modelli: SA60T3 con correzione di 1.5 sul-l’ottica corregge circa 1 D sul piano corneale, SA60T4con correzione di 2.25 sull’ottica corregge circa 1,5D sul piano corneale e SA60T5 con correzione di 3sull’ottica corregge circa 2 D sul piano corneale.Questo range, che in futuro verrà ampliato, è già suf-ficientemente ampio per la maggior parte degli astig-matismi abituali e presenta il grande vantaggio di es-sere applicato alla superficie posteriore di una IOL fa-miliare a tutti i chirurghi per le sue qualità: il mono-pezzo acrilico idrofobo con cromoforo giallo pre-senta ridottissima induzione di opacità capsulare(PCO), stabilità rotazionale e grandissima facilità diinserzione anche attraverso mini incisioni di 2.2.Sulla IOL sono facilmente reperibili i marker del ci-lindro sulla superficie posteriore.Negli studi che hanno portato all’approvazione FDAle lenti sono risultate a un anno entro i 10 gradi di ro-

Figura 3. La STAAR toric. Figura 4. La T-Flex. Figura 5. La microsil toric con le lunghe anse a Z.

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LA VOCE AICCER 4/200734

INTERAZIONICHIRURGIA DELLA CATARATTA

mediatamente visualizzato; la stampa del report,comprendente il disegno del sito dell’incisione pro-grammata, è una eccellente guida in sala operatoria.

CCeennnnii ddii tteeccnniiccaa cchhiirruurrggiiccaaCome per ogni tecnica di chirurgia dell’astigmatismoè fondamentale una corretta marcatura del meri-diano più rifrattivo: la mia tecnica abituale prevede• la marcatura dei 180 gradi orizzontali alla lampa-

da a fessura con paziente seduto utilizzando il pen-dolo di Elias imbevuto nel blu di metilene nel-l’immediato preoperatorio;

• la marcatura dell’asse più curvo al tavolo operato-rio utilizzando l’anello di Mendez e tenendo benin vista (ad esempio appendendolo al negativo-scopio della sala operatoria) la mappa corneale delpaziente, dove, se possibile, si è evidenziato un va-so repere limbare e il report di Acrysof calculator;

• l’incisione sempre temporale (di cui tengo contonei calcoli);

• Il posizionamento dei marker della IOL in pros-simità dell’asse più rifrattivo prima di togliere il vi-scoelastico e piccoli aggiustamenti finali dopo l’a-sportazione della sostanza anche sotto il piatto ot-tico. Chi conosce questa lente e in generale le len-ti toriche, nate per essere stabili nel tempo, saquanto è difficile e potenzialmente pericoloso ruo-tarle a sacco completamente privo di viscoelastici!

Nel postoperatorio è importante informare il pa-ziente della possibilità ,seppur remota, di dover ri-

Figura 6. Un caso di correzione ottimale di un astigmatismo eleva-to con microsil toric.

Figura 7. Le caratteristiche della lente Acrysof.

Figura 8. I dati del visus non corretto dei pazienti arruolati per l’ap-provazione FDA mostra la netta superiorità della IOL torica.

tazione nel 93.8% dei casi ed hanno fornito risultati diacuità visiva senza lenti nettamente superiori ai controlli.Il calcolo della lente è totalmente innovativo rispet-to alle altre lenti in quanto può essere effettuato di-rettamente online usando AcrySof Toric Calculator(www.acrysoftoriccalculator.com).Il programma, molto intuitivo e facile da usare, ri-chiede i valori di K1 e K2, il potere della IOL già cal-colato con le comuni formule biometriche e il sitopresunto dell’incisione con il valore dell’astigmatismoindotto abitualmente dal chirurgo, cosa estrema-mente significativa se pensiamo che ogni grado di er-rore angolare causa una perdita di valore astigmati-co correttivo del 3.3%. L’indicazione del modellocorretto di AcrySof, Toric IOL da ordinare e il suoasse di posizionamento nel sacco capsulare viene im-

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LA VOCE AICCER 4/2007 35

INTERAZIONICHIRURGIA DELLA CATARATTA

posizionare l’asse della IOL, in caso di errore, entro10-15 giorni dall’intervento.

CCaassoo cclliinniiccooSignora di 73 anni affetta da cataratta ed astigmati-smo miopico ed anisometropia, con interessi pre-valenti per lontano, chiede di essere operata cer-cando il risultato più vicino all’emmetropia.Visus preop: OD 0.5 con sf. – 4.75 e -2.75 cil.a 90

OS 0.3 con sf. - 2.75 e -3.50 cil. a 80Viene programmato un impianto di IOL toricheAcrysof a 7 giorni di distanza fra primo e secondo oc-chio; i dati forniti dal programma propongono:• in OD IOL del potere di + 10 con cilindro di 1.5• in OS IOL del potere di + 13.5 con cilindro di 2.25 A 30 giorni dalla chirurgia nel secondo occhio i ri-sultati sono i seguenti:• VOD 0.9 senza correzione • VOS 0.9 con – 0.75 cil. a 90

CCoonncclluussiioonniiLa moderna chirurgia della cataratta non può ignorareastigmatismi preoperatori anche di modesta entità etentare di correggerli nella maniera più appropriata nelcorso dello stesso atto chirurgico. Le lenti toriche ap-paiono essere il metodo più riproducibile per otteneretale risultato e l’unico in grado di correggere astigmati-smi elevati. La recentissima introduzione della lenteAcrySof toric, grazie ad un innovativo metodo di calcolo,fornisce la possibilità di correggere con una lente dallecaratteristiche già ben note ed apprezzate anche gli astig-matismi più comuni che si situano entro le 3 diottrie.

Figura 9. La schermata di Acrysof calculator ondine.

Figura 10. L’occhio sinistro della paziente nel postoperatorio.

BBiibblliiooggrraaffiiaa1. Grabow HB. Intraocular correction of refractive errors. In: Ker-

shner RM, ed, Refractive Keratotomy for Cataract Surgery andthe Correction of Astigmatism. Thorofare, NJ, Slack, 1994; 79–115

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Esistono due categorie fondamentali di pazientiche possono essere impiantati con lenti intrao-

culari multifocali. Pazienti con cataratta generalmenteanziani, e pazienti relativamente giovani operati ascopo prevalentemente refrattivo. Questi ultimi, in-fatti di fascia di età 45-55/60 anni, sono per lo più iper-metropi che accomodano poco o nulla nei quali ci sipropone, con l’impianto multifocale, di correggere l’a-metropia per lontano, unitamente alla presbiopia. Inpassato le lenti multifocali hanno causato problemi,oggi in parte risolti (glare, riduzione del contrasto, alo-ni, scarsa capacità visiva per vicino). Vi è stata una evo-luzione di queste lenti, sia per quelle di tipologia dif-frattiva che per quelle refrattive. Le diffrattive sono

bifocali, generano un fuoco per lontano ed uno pervicino. Le refrattive sono multifocali e generano unagamma di fuochi, incluso d’intermedio (figura 1).Rappresentano le diffrattive le Tecnis multifocali,mentre un esponente importante delle refrattive è laAMO Rezoom. Tali lenti presentano rispettivamen-te aspetti positivi ed altri negativi, riassunti nelle fi-gure 2 e 3. La plasticità della visione binoculare si èvisto rende possibile l’unione nei due occhi di unostesso paziente di 2 impianti diversi, uno refrattivoed uno diffrattivo. Questa tecnica prende il nome diMix & Match (M&M) e consente di usufruire deivantaggi dell’impianto combinato, minimizzandogli svantaggi (figura 4). Le esigenze dei pazienti nel-

INTERAZIONICHIRURGIA REFRATTIVAdi Alda Bertoni e Pietro Giardini

Dominanza oculare e visionebinoculare nei pazienti impiantaticon lenti intraoculari multifocali

LA VOCE AICCER 4/200736

Figura 1 Figura 2

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LA VOCE AICCER 4/2007 37

la vita di tutti i giorni possono essere prevalente-mente rivolte al vicino piuttosto che all’intermedioo al lontano. Maloney ha da tempo proposto unatabella (figura 5) nella quale sono riassunte tali esi-genze, schematizzate in 5 zone di “lifestyle”. Dalle zo-ne dedicate alle mansioni visive più rivolte al vicino(zona 1) fino alla 4 e la 5 rivolte al lontano, sia nel-la visione diurna che notturna. In base a tale tabel-la posso identificare pazienti che si avvantaggianosoprattutto di un impianto refrattivo, piuttosto chedi uno diffrattivo (figure 6 e 7). La combinazionedei due impianti avviene nella nostra esperienza im-piantando nell’occhio dominate l’impianto refrat-tivo (Rezoom) e nel controlaterale il diffrattivo (Tec-nis Multifocale). La identificazione dell’occhio do-minante avviene con diversi tests, ma quello da noi

preferito è probabilmente il più semplice, effettuabileanche in soggetti anziani (figura 8). Consiste nel fa-re puntare un dito verso una mira, con entrambi gliocchi aperti. Occludendo l’occhio dominante la mi-ra (puntata con un dito) si sposterà vistosamente. La combinazione delle lenti refrattiva e diffrattiva por-terà al seguente risultato teorico-pratico (di seguito):le lenti refrattive danno buona visione intermedia,per lontano (specie di giorno) e 100% di trasmissio-ne della luce. Le diffrattive un buon vicino, buon lon-tano (di notte) ed una buona indipendenza dal cali-bro pupillare. L’esame dei pazienti comporta uno stu-dio accurato di: refrazione, diametro pupillare, visusper lontano e vicino, astigmatismo, contrasto.I tests specifici per la visione binoculare sono:• cover test lontano e vicino

Figura 3 Figura 4

Figura 5 Figura 6

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LA VOCE AICCER 4/200738

INTERAZIONICHIRURGIA REFRATTIVA

• versioni, duzioni• studio della convergenza• studio della diplopia• studio della profondità dello scotoma di soppres-

sione• studio della stereopsi• rilevazione della dominanza oculare.I pazienti impiantati sono spesso ipermetropi, ancheelevati, pertanto sono talora presenti tropie o forieche vanno accuratamente rilevate, come del restopuò essere presente ambliopia relativa anche a cari-co di un solo occhio, cosa che sconsiglierà di effet-tuare un impianto con tecnica Mix & Match.La chirurgia deve sempre essere bilaterale e va inizia-ta, se possibile, nell’occhio dominante. È stato propostodi impiantare (protocollo italiano) la diffrattiva nel-l’occhio dominante. Abbiamo personalmente sem-pre preferito impiantare in tale occhio la refrattiva(Rezoom) in quanto tale lente è dominante per lon-tano, come distribuzione della luce, pertanto ci sem-bra garantire una performance migliore, se impiantatanell’occhio dominante. La letteratura e la nostra espe-rienza ci dicono che esiste però un dominanza ocula-re ed una “dominance behaviour”, data dalla domi-nanza occhio mano e dalla refrazione preoperatoria.Abbiamo voluto analizzare un gruppo di 20 pazientida noi operati con tecnica M&M per vedere quelleche potevano essere le cause di insoddisfazione. Es-se sono in sostanza queste:�la scelta di candidati inadeguati (troppo perfe-

zionisti e introspettivi)�la scelta di una IOL sbagliata in base alla pupilla (ad

esempio un paziente con pupille molto strette nonpuò trarre soddisfazione da un impianto refrattivo)

�mancata emmetropizzazione del paziente�chirurgia effettuata solo monocularmente�banalizzazione eccessiva della procedura e insuf-

ficiente patient counseling�mancato rispetto della precedente visione bino-

culare e dominanza oculare�mancato rispetto della refrazione preoperatoria.Nella figura 9 abbiamo riassunto i dati delle nostreriflessioni e cerchiamo di commentarli.Dei 20 pazienti analizzati, dopo impianto con tec-nica M&M 16 sono risultati “felici” perché in que-sto gruppo si è ottenuta l’emmetropizzazione, cosafondamentale perché si tratta di pazienti dove loscopo “refrattivo” dell’intervento è fondamentale.Quattro pazienti si sono dichiarati “non felici” poiché

Figura 7 Figura 8

Figura 9

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LA VOCE AICCER 4/2007 39

INTERAZIONICHIRURGIA REFRATTIVA

non è stato raggiunto lo scopo refrattivo prefissato.Ben 18 pazienti hanno ottenuto completa indipen-denza dagli occhiali. Due pazienti li hanno richiesti.Nella figura 9 si può vedere che si tratta di pazienti lacui refrazione (un astigmatismo miopico composto eduno ipermetropico composto) hanno richiesto la pre-scrizione di un occhiale rispettivamente per lontanoe per vicino. Abbiamo detto che un terzo elementofondamentale per la felicità dei pazienti è l’assenza dialoni. 9 pazienti su 20 non li hanno lamentati. Gli al-tri 11 sì, ma 7 si sono nel tempo adattati. Quattro ac-cettano invece gli aloni con difficoltà e sono gli ame-tropi. In essi l’effetto collaterale degli aloni si sommacon la mancata emmetropia raggiunta: ciò rende po-co sopportabile la coesistenza delle 2 cose.Due pazienti hanno inoltre elementi di insoddisfa-zione, causati dagli aloni serali. Essi sono stati ope-rati nonostante una pupilla ampia. Ciò può rende-re fastidioso l’impianto della lente rifrattiva e si trat-ta verosimilmente di pazienti che sarebbero stati daescludere per tale impianto.Ultimo elemento è il ripristino della refrazione preo-peratoria. Non solo è secondo noi importante consi-derare sempre la visione binoculare e la dominanza

oculare per la scelta dell’impianto, ma anche la refra-zione preoperatoria è essenziale. Si tratta del mante-nimento della “dominance behaviour”, a nostro pa-rere molto importante. In 3 pazienti insoddisfatti sot-to questo aspetto si è ottenuta con l’impianto una re-frazione di tipo positivo partendo da una di segno ne-gativo (come si evince dalla tabella si è approdati aastigmatismi ipermetropici). Ciò ha portato al rove-sciamento di una situazione refrattiva preesistente,più “comoda” per il paziente nella visione per vicino.Raccomandiamo in conclusione di abbinare sempre aquesta tipologia di paziente, da impiantare con lentemultifocale bilaterale, specialmente se con scopo ri-frattivo volto alla correzione anche di un a ametropiapreesistente per lontano, una accurato studio della vi-sione binoculare e delle “dominance behaviour”. Que-sto va aggiunto agli altri tests preoperatori più consoli-dati ed usuali quali topografia, aberrometria, studiodella cinetica pupillare, sensibilità al contrasto, refrazione.Una buona visione binoculare ed il mantenimentodella dominance behaviour sono pure essenziali perla soddisfazione di questi pazienti, unitamente allostudio accurato delle esigenze visive ed al lifestyle diognuno di essi.

Fabiano srl - Reg. S. Giovanni, 40 - 14053 Canelli (AT) - Tel. 0141 8278234 - Fax 0141 8278300E-mail: [email protected] - www.fabianoeditore.it

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Di tutti gli interventi chirurgici effettuati nelle sa-le operatorie d’Italia, secondo il Ministero del-

la Salute, in assoluto il primato lo detiene la estrazioneextracapsulare di cataratta con impianto di cristalli-no artificiale e, delle tecniche in uso, la facoemulsi-ficazione è quella maggiormente adottata.I numeri, approssimativamente secondo la SOI, sono nel-l’ordine di 450- 500.000 interventi di cataratta l’anno.La cataratta colpisce circa il 50% degli individui so-pra i 65 anni.Dati ormai conosciuti da tempo e resi possibili, gra-zie anche alla tecnica della facoemulsificazione e altipo di IOL utilizzate, che consentono tempi ridot-ti di guarigione anatomica della ferita chirurgica,mantenimento dei compartimenti, degli spazi al-l’interno del bulbo con minore donesi della IOL econtenimento del vitreo, impianto nel sacco del cri-stallino della lentina artificiale.La maggiore sicurezza delle procedure, la semplifi-cazione ed il miglioramento delle tecniche aneste-

siologiche, il minor traumatismo hanno portato al-l’ambulatorialità della prestazione con una ripresafunzionale rapida, tempi di degenza e controlli po-stoperatori limitati con grande soddisfazione per ilmalato e per il medico.Parallelamente a tutto questo le esigenze della per-sona in termini di qualità di vita sono aumentate.Sono questi i fattori più importanti che hanno por-tato inevitabilmente ad una “amplificazione” delle“necessità” di intervento per “cataratta”.Da una chirurgia imposta da una funzione visiva com-promessa, più o meno gravemente, si è passati ad unachirurgia talvolta dettata anche, o soprattutto, dalle esi-genze del paziente in termini di qualità della visione.Affermazioni che si traducono in un suggerimento,esplicito, da parte di un Maestro, unanimemente ri-conosciuto come precursore dei tempi. Le Iol multifocali sono l’espressione del contributosignificativo che la ricerca ha dato agli sviluppi chein questi ultimi vent’anni la Nostra chirurgia ha avu-

INTERAZIONICHIRURGIA REFRATTIVAdi Vincenzo De Vitto

Informazione e consenso incaso di impianto di IOL multifocali

LA VOCE AICCER 4/200740

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LA VOCE AICCER 4/2007 41

to e che si prevede avrà ancora nei prossimi anni.In questa evoluzione continua dell’attività oftalmo-chirurgica e nel mutato rapporto tra medico e pazien-te si è passati dalla sempre valida etica del comporta-mento (“secondo scienza e coscienza” e “da buon pa-dre di famiglia”) di chi cura, implicitamente rispetto-sa delle regole e delle leggi, all’attenzione da porsi aquella serie di doveri imposti dai Codici (Penale, Civi-le e Deontologico) per i risvolti medico legali cui il Ns.agire è stato da sempre, ma oggi ancor di più, esposto.È la giurisprudenza di indirizzo quella che maggior-mente e costantemente si adegua, si aggiorna ai cam-biamenti che la società ha avuto a tutela dell’indivi-duo nella sua integrità psicofisica e nei suoi diritti.Sono le sentenze emesse che, nel registrare le tra-sformazioni intervenute, attraverso la lettura delle leg-gi in vigore, orientano, fanno da guida, danno le in-dicazioni da seguire.Uno degli esempi più eclatanti è rappresentato dalconsenso informato, presupposto di legittimità del-l’atto medico. È questo il termine, entrato nel Nsvocabolario. In realtà trattasi di un sintagma, in séfuorviante perché fa apparire l’obbligo come un at-to unico ed unitario, sia formalmente che temporal-mente; mentre invece i due momenti, quello dellainformazione e quello del consenso, debbono essereinvece disgiunti, perché il paziente, una volta ricevutele informazioni, deve avere la possibilità di medita-re, valutare la proposta terapeutica prima di forma-lizzare, in un momento successivo, la sua adesio-ne/condivisione per mezzo di quel consenso che daràgiuridicamente via libera alla azione del medico. Preferibile sarebbe allora la separazione dei due ter-mini, come da molti auspicato, e parlare di “INFOR-MAZIONE E CONSENSO”, anziché di consensoinformato.Non esiste nella vigente legislazione alcun articolodi legge che lo preveda come propedeutico alla ese-cuzione di qualsiasi atto medico che esponga la per-sona interessata a dei rischi.È la Costituzione, è il Codice Penale, è il Codice Ci-vile (art. 5: “gli atti di disposizione del proprio cor-po sono vietati quando cagionino una diminuzio-ne permanente dell’integrità fisica, o quando sianoaltrimenti contrari alla legge, all’ordine pubblicoo al buon costume”.) ...è l’antico principio del di-ritto romano, antesignano dell’informed consent

di cultura angloamericana: volenti non fit iniuria.Nel Nostro quotidiano il consenso, quale manife-stazione della volontà di disporre del proprio corpoad escludere l’antigiuridicità del trattamento medi-co-chirurgico che si intende praticare, è entrato conil caso Massimo (Sentenza della Cassazione Penale n°5639/1992), il chirurgo fiorentino condannato peromicidio preterintenzionale per aver praticato unintervento demolitivo in assenza di necessità ed ur-genze terapeutiche in quanto: ...la salute non è unbene che possa essere imposto coattivamente al soggettointeressato dal volere o, peggio, dall’arbitrio altrui, madeve fondarsi esclusivamente sulla volontà dell’aventediritto, trattandosi di una scelta che riguarda la qua-lità della vita e che, pertanto, lui e lui solo può legitti-mamente fare (tratto dalla Sentenza di I° grado del-la Corte di Assise di Firenze – per il testo completovedi Riv. It. Med. Leg., 1991, pag. 978).Questa sentenza, per quel che riguarda il consenso,segna il passaggio della riferibilità del danno da rea-to colposo a doloso con tutte le pesanti conseguen-ze che questo produce (per la maggior severità dellepene previste, per la conseguente mancanza di co-pertura assicurativa, ecc.).Vi è pertanto una sorta di gradualità dei reati in casodi carenza di consenso che per la Ns.disciplina sono:• violenza privata, se l’atto medico non produce pa-

tologie permanenti;• lesione personale volontaria, se l’atto medico de-

termina una lesione dell’integrità psicofisica dellapersona.

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LA VOCE AICCER 4/200742

INTERAZIONICHIRURGIA REFRATTIVA

Il presupposto imprescindibile della formazione delconsenso è l’obbligo da parte del medico di dare unainformazione leale, completa ed esaustiva circa i va-ri momenti (diagnostico, terapeutico e prognosti-co) dell’atto medico, soprattutto in relazione allespecifiche capacità intellettive e culturali del pa-ziente, anche se il sanitario non dovrà eccedere in uneccesso informativo, opposto e controproducente, ta-le da ingenerare un eccessivo allarme nel paziente, oveconfiguri la possibilità di evenienze pericolose, remoteo altamente improbabili.Il medico, quindi, dovrà illustrare in termini com-prensibili:• la situazione (o condizione patologica) in atto;• le possibilità terapeutiche e le scelte programmate;• i rischi connessi all’attuazione dei mezzi terapeu-

tici prescelti, prospettando, ove possibili, le alternative;• i risultati prevedibili di ciascuna scelta;• gli effetti collaterali, i disagi, i disturbi (così come

le caratteristiche del decorso postoperatorio);• le percentuali di rischio connesse, se disponibili.Da questo breve excursus storico e giuridico sul con-senso si comprende quanta rilevanza abbia, in quel-la sorta di contratto che si stabilisce tra medico e pa-ziente, la informazione resa prima (il tempo cioè ne-cessario perché possa eventualmente anche recede-re) della sottoscrizione del consenso. La messa a parte sui problemi, sui rischi, sui possi-bili disagi, nella maniera dovuta e senza che questainformativa faccia da deterrente, consente al pazientedi aderire e condividere, consapevolmente, quelleresponsabilità che il medico altrimenti dovrebbe as-sumere da solo nell’effettuare l’intervento con im-pianto di questo tipo di lentina.Aggiungasi che nella definizione di una eventualeresponsabilità professionale, qualora risultasse ca-rente o del tutto assente la informativa resa, in casiin cui le finalità fossero prioritariamente rifrattivepiuttosto che riabilitative, alla prevedibile obbliga-torietà di mezzi potrebbe essere richiesta anche lagaranzia dei risultati.Dunque da una prima fase di selezione del pazien-te, si passa alla motivazione all’impianto di una mul-tifocale, alla descrizione dei possibili effetti indesi-derati, agli eventuali trattamenti complementari.Vagliare anche a mezzo di un questionario (come

avviene presso la Clinica Oculistica di Firenze e si-milmente a quanto taluni Autorevoli Colleghi re-frattologi da tempo fanno) quale possa essere l’im-pegno visivo preponderante nel quotidiano se più pervicino o per lontano, il tipo di lavoro svolto, le ne-cessità del tempo libero, registrare la disponibilità adaccettare i vantaggi, ma anche gli eventuali svan-taggi pur se attutiti dal progressivo adeguamento,permette di ottenere una serie di informazioni uti-li ai fini della IOL che intendiamo impiantare edattesta la professionalità con cui si è operata quelladeterminata scelta (diligentia quam in concreto). È indubbio che, adottando criteri di selezione seve-ri che includano anche una valutazione psicologicadel paziente finalizzata a questo tipo di impianto,dandoci regole comportamentali ferree nell’uso diqueste IOLs , non bruciamo, come abbiamo assistitoper il passato, questo ulteriore passo in avanti che laricerca mette a disposizione dei Ns. pazienti.

BBiibblliiooggrraaffiiaaBilancetti M.: La responsabilità penale e civile del medico. Ce-dam, 1999, p.137 e segg. Fiori A.: Medicina legale della responsabilità medica. Milano,Giuffrè, 1999Fucci S.: Informazione e consenso nel rapporto medico pa-ziente. Milano: Masson; 1996Iadecola G.: Potestà di curare e consenso del paziente. Padova:Cedam; 1998: 59Nannini U.G.: Il consenso al trattamento medico. Milano: Giuf-frè; 1989Santosuosso A. Il consenso informato. Milano: Raffaello Corti-na Editore; 1996: 1138Spinelli D., Mantovani R.: Consenso Informato in Oftalmolo-gia. Mediamed Ed.Sc. Milano, 2005

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Riboflavina, un talento multi-forme, essenzialeanche per l’occhio

È appena immaginabile che una vita-mina come la Riboflavina (Vit. B2) par-tecipi a così tanti processi metaboliciin ogni cellula dell’organismo. Questoaccade per lo più con le cosiddette Fla-voproteine (FP1 e FP2). Trattasi essen-zialmente di importanti metallopro-teine, i cui gruppi prostetici sono co-stituiti dalla Vit. B2, che sono fornite dielevata attività enzimatica con compiti,nella catena respiratoria, di trasportodi elettroni nell’ambito del metaboli-smo energetico. La Riboflavina è da annoverare pertantotra i più importanti coenzimi che gioca-no un ruolo fondamentale nelle diversesituazioni metaboliche cellulari che ri-guardano i carboidrati, i lipidi e le proteine.

La Riboflavina è una sostanza essen-ziale per l’uomo. Fu isolata per la pri-ma volta nel 1927 ad opera di PaulGyorgy. Per le elevate concentrazioninel latte essa fu inizialmente denomi-nata Lattoflavina. Il chiarimento del-la sua struttura chimica e la consta-tazione della presenza di una moleco-la di ribitolo nella sua struttura fece-ro sì che il nome della vitamina fu cam-biato in quello di riboflavina. Nel 1935la Riboflavina venne sintetizzata adopera di Richard Kuhn. La riboflavinaè un composto eterociclico ottenuto dauna molecola di isoallosazina cui è le-gata una catena formata da ribitolo. Trattasi di un composto di colore gial-lo, a cui deve il suo nome (dal Latino“flavus”, cioè giallo), poco solubile inacqua, stabile al calore e fluorescentequalora sottoposto a luce ultravioletta.

CCaarraatttteerriissttiicchhee ggeenneerraallii ddeell--llaa VViittaammiinnaa BB22La Riboflavina non ha azioni farma-cologiche specifiche, bensì funzioni fi-siologiche. Essa non agisce come talema sotto forma di due coenzimi: il Fla-vinmononucleotide (FMN) e il Flavi-nadenosindinucleotide (FAD). L’FMN eil FAD giocano un ruolo fondamenta-le come coenzimi nel trasporto deglielettroni nella catena respiratoria eformano un legame tra il sistema deinucleotidi piridinici e quello del cito-cromo. Essi sono importanti coenzimidi un’ampia varietà di flavoproteinerespiratorie.Da un punto di vista cinetico la Vita-

mina B2 è assorbita facilmente nel-l’intestino tenue e, una volta nel san-gue, è distribuita a tutti i tessuti. L’ec-cesso viene eliminato con le urine. Lapiù alta concentrazione della Ribofla-vina nel fegato riflette il ruolo premi-nente di questa vitamina, dove il fegatorappresenta un punto centrale del-l’attività metabolica dell’organismo.La riboflavina è una vitamina foto-sensibile, questo vuol dire che se vie-ne esposta alla luce inizia una se-quenza di reazioni chimiche che por-tano alla sua degradazione.La sostanza, in soluzione acquosa aci-da, assorbe nell’UV alla lunghezzad’onda di 267 nm e, in soluzione ac-quosa alcalina, a 270 e 356 nm.

QQuuaallee èè llaa ffuunnzziioonnee ddeellllaaRRiibbooffllaavviinnaa??La Riboflavina ha diverse funzioni:

Interviene nella trasformazionedegli alimenti in energia, essendoessa componente fondamentaledi enzimi che catalizzano questoprocesso.Contribuisce a conservare la fun-zione visiva (fa parte degli elemen-ti tra i più rappresentati nella retina).Aiuta a conservare lo stato funzio-nale del sistema nervoso. Interviene nella rigenerazione deitessuti (pelle, ecc.). Interviene, insieme ad altre vitami-ne del gruppo B, nella produzionedei globuli rossi e, insieme alla nia-cina e alla piridossina, mantiene ef-ficiente il sistema immune.

INTEGRAZIONISEZIONE AZIENDEdi Giulio Luciani

LA VOCE AICCER 4/200744

Formula di struttura della Riboflavina

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Integra l’attività antiossidante, inparticolare della Vit. E.Prende parte alla rigenerazione delglutatione ossidato e preserva imeccanismi di difesa rivolti ad eli-minare danni da eventuali ossida-zioni.

DDoovvee ssii ttrroovvaa llaa VViittaammiinnaa BB22??La Riboflavina è contenuta in tutti glialimenti, ma in particolare è contenu-ta nel lievito. Fonti naturali di origine animale: la prin-cipale fonte è il latte e i suoi derivati, lacarne, il fegato e visceri; il pesce.Le fonti naturali di origine vegetalesono: spinaci, asparagi, cereali inte-grali, legumi, funghi ecc.Le fonti animali permettono un mi-gliore assorbimento della vitamina neiconfronti di quelle vegetali.Esiste tuttavia una serie di preparatiper via orale che sono a base di vita-mine, tra cui la Vit.B2, intesi ad inte-grare eventuali carenze.La Riboflavina, come altre vitamineidrosolubili, non può essere immagaz-zinata nel nostro organismo, ad ecce-zione di piccole quantità nel fegato enei reni, e un eventuale eccesso vieneeliminato con le urine. Quando questoaccade le urine si colorano di giallo. Poiché la Vitamina B2 è molto stabileal calore non viene molto distrutta du-rante il processo di cottura dei cibi ma,poiché e solubile in acqua, una eleva-ta quantità passa nell’acqua stessa dicottura, acqua che dovrebbe poi es-sere utilizzata.

FFaabbbbiissooggnnooCon una alimentazione multivariatanon si presentano mai carenze di vi-tamina B2. Nella tabella è riportato il

fabbisogno in Riboflavina nelle diver-se età o stati fisiologici. L’assunzioneraccomandata è di circa 1.6 mg di VitB2 (0.8 mg Vit B2 / 1000 Kcal)

CCaauussee ddii ccaarreennzzaa ddii VViitt.. BB22ee ssiinnttoommaattoollooggiiaaUna situazione di carenza di questavitamina si può presentare in caso didiete squilibrate, raffinazione dei cibi,alcolismo cronico, diabete, ipertiroi-dismo, eccesso di attività fisica, allat-tamento artificiale, uso di alcuni far-maci (triciclici, contraccettivi, tetraci-clina, ecc.). In presenza di una carenza di Ribofla-vina si generano principalmente di-sturbi oculari (eccessiva sensibilità al-la luce, lacrimazione, bruciore e pruri-to dentro e intorno agli occhi, offu-scamento visivo, cataratta), delle mu-cose (bocca e lingua, ecc.), della pelle,ritardo del processo di cicatrizzazio-ne e astenia, emicrania.Poiché la riboflavina è coinvolta in mol-tissime reazioni metaboliche che pos-sono riguardare anche altre vitamine(ad es. B6), uno stato carenziale di ri-boflavina può portare anche ad unostato pluricarenziale di altre vitamine.

Non sono noti sintomi da tossicità daVit.B2. Nel 1998 l’Istituto di Medicinaal National Academy of Sciences hadeciso di non porre un limite superio-re di tollerabilità per la Vit. B2.

LLaa RRiibbooffllaavviinnaa eedd iill CCrroossss--LLiinnkkiinngg ddeell ccoollllaaggeennee ccoorrnneeaalleeNegli ultimi anni alla Riboflavina, gra-zie ad alcune sue caratteristiche, èstato riconosciuto un ruolo fonda-mentale nella nuova tecnica parachi-rurgica del Cross-Linking del collage-ne corneale. La Riboflavina è una so-stanza fotosensibilizzante che, in com-binazione con luce ultravioletta di ti-po A, è in grado di determinare un ef-fetto fotopolimerizzante sul collage-ne corneale. La formazione di nuovilegami tra le fibre di collagene, da cuiconsegue una aumentata rigidità bio-chimica della struttura corneale, è al-la base del trattamento del cherato-cono e delle ectasie corneali progres-sive. L’imbibizione dello stroma cor-neale durante l’intervento ha diversiscopi:�Assorbimento e concentrazione del-

la radiazione ultravioletta (UV).�Agente fotosensibilizzante per la

produzione di specie reattive del-l’ossigeno

�Protezione dell’endotelio e delle al-tre strutture sensibili dell’occhio.

La riboflavina allo 0,1% riduce del 95%l’intensità della energia radiante (finoa 0,15 mW/cm2). Senza riboflavina l’in-tervento sarebbe in pratica impossi-bile, poiché altre sostanze, utilizzateper lo stesso scopo, si sono dimostra-te dannose. L’importanza di questa molecola è og-gi dimostrata a livello mondiale ed èoggetto di numerose publicazioni.

LA VOCE AICCER 4/2007 45

INTEGRAZIONISEZIONE AZIENDE

Età Maschi Femmine(mg/die) (mg/die)

0 a 6 mesi 0.3 0.3

7 a 12 mesi 0.4 0.4

1 - 3 anni 0.5 0.5

4 - 8 anni 0.6 0.6

9 - 13 anni 0.9 0.9

14 - 18 anni 1.3 1.1

19 - 70 anni 1.3 1.1

>70 anni 1.3 1.1

Gravidanza 1.4

Allattamento 1.6

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LA VOCE AICCER 4/200746

Ci sono molte iniziative oftalmologiche a favo-

re dei Paesi africani; ma spesso tali iniziative so-

no poco coordinate e a volte chi partecipa si

prefigge solo lo scopo di migliorare la propria

capacità chirurgica.

L’AICCER si fa promotore di iniziative volte alla

cooperazione sanitaria oftalmologica con i Pae-

si in via di sviluppo. Se qualcuno fosse interes-

sato a offrire la sua collaborazione professiona-

le e umanitaria a questo scopo può contattare

la segreteria dell’AICCER e inviare un progetto e

il curriculum vitae dei colleghi che partiranno.

Segreteria AICCER – Sig.ra Marica [email protected]

Tel. 02 56601224

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INTEGRAZIONIVITA SOCIALE

di Giuseppe Perone

La mia esperienza in Africa

Così come la maggior parte delle sto-rie più belle della nostra vita anchequesta ha inizio per caso, in una diquelle serate passate intorno ad untavolo con degli amici, a parlare delpiù e del meno. Nino, questo è il nome della personache ha aperto questa porta nella miavita, tra una battuta e l’altra inizia adaccennarmi a quanto un suo amicoaveva realizzato nel Benin presso unospedale del Fatebenefratelli. Chiesi aNino di parlami più nei dettagli del-l’argomento e fu così che iniziai a sen-tir parlare di Fra Fiorenzo, di Carluccio,di Fra Bernardo, di Fra Taddeo, tuttinomi nuovi che mi sembrarono fami-liari sin dal primo momento.Fiorenzo è un frate che 35 anni fa haabbandonato la sua terra di origine (labrianza) per trasferirsi in Africa perportare nel cuore di quella gente laparola di Dio insieme al suo aiuto ma-teriale. Fiorenzo aveva da poco con-seguito la laurea in medicina e fu perLui fisiologico esercitare la sua pro-fessione in Africa.Fiorenzo è un medico, ma uno di queimedici veri, il suo sapere in campo me-dico ai miei occhi non ha eguali, Lui tiopera una appendicite e una fratturadel femore con la stessa semplicita econ la padronanza di un “nostro” spe-cialista ed è un clinico di primo ordine.

Fiorenzo è un medico e che medico!Non nascondo che al suo cospetto lemie quattro nozioni di oftalmologiafanno una pessima figura. Nel Benin e nel Togo esistevano dueospedali dell’ordine Fatebenefratellidove Fiorenzo si dedicava con grandecuore alla cura dei malati, i miei occhisi illuminarono quando appresi da Ni-no che in entrambi gli ospedali man-cava l’oculistica; fu allora che la cosasi fece particolarmente interessante. Nino mi parlò in quella stessa sera an-che di Carluccio... non cito il cogno-me di questo “signore con il colletto”(così amava definire i veri signori ilmio maestro Angelo Spallino), per ilfatto che la prima cosa che Carlucciomi ha dato modo di capire è che amala discrezione.Carluccio aveva fondato insieme adaltri amici all’inizio degli anni settan-ta una società “ gli amici di Tanguità”con lo scopo di raccogliere fondi dadestinare a Fiorenzo per la sua operaumanitaria in Africa. Carluccio da ve-ro signore quale io lo ritengo, semprein silenzio, in prima persona, si ado-perava in modo importante per la cau-sa di Fiorenzo che godeva della suapiù profonda stima. Solo con il tempoavrei imparato a conoscere veramen-te Carluccio e, per quanto importan-za possa avere la mia opinione, nonposso che definirlo un grande uomodal cuore immenso... ”un signore conil colletto”.Così con gli amici quella sera andam-mo avanti ancora a lungo a parlare di

Fiorenzo, come Nino lo chiamava con-fidenzialmente. A fine serata conoscevo un angolo diAfrica nel quale mi sembrava di avervissuto da anni e, al momento di sa-lutarci, fu istintivo chiedere a Nino dicrearmi in qualche modo la possibi-lità di parlare o meglio ancora di po-ter incontrare Fiorenzo che ogni tan-to era di passaggio in Italia.La serata finì ed io tornai alla mia vi-ta di tutti i giorni. Una settimana nonera trascorsa che Nino mi chiamò:“Giuseppe, Carluccio mi ha detto cheFiorenzo tra pochi giorni è in Italia eche sarebbe interessato ad incontrar-ti perché in entrambi gli ospedali sisente la necessità di avere un oculi-sta.”Così finalmente, pochi giorni dopo in-contrai Fiorenzo! Fiorenzo: un viso se-reno scavato, un paio di occhiali chenon riuscivano a nascondere la lucedei suoi occhi. Fiorenzo ti affascina eti cattura; ti porta dalla sua parte, làdove il mondo non è fatto di vinti ovincitori, ma di esseri umani che ten-gono per mano gli altri. Gli antichi ro-mani amavano ripetere che “le paro-le guidano ma è l’esempio che trasci-na...” Fiorenzo è l’esempio... Fiorenzo titrascina!...Fiorenzo è una di quelle per-sone che non puoi descrivere: devi co-noscerla e basta... La sua persona ti il-lumina, il suo sguardo ti indica.Durante il nostro incontro, avvenutonel dicembre del 1999, parlammo, ciscambiammo informazioni e proget-ti. E fu così che Fiorenzo si dimostrò

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LA VOCE AICCER 4/200748

INTEGRAZIONIVITA SOCIALE

entusiasta del fatto che io fossi inte-ressato ad impiantare un sala opera-toria ed un ambulatorio oculistico nelTogo; mi disse che in entrambi gli ospe-dali non esisteva nulla in questa spe-cialità e che se per il Togo esisteva ilpresidio oculistico di Lomè, nel Beninnon esisteva assolutamente nulla. Inverità ad Afagnan (Togo) c’era un fra-te che, per amore del prossimo e pernecessità, si era improvvisato oculi-sta, forte della sua esperienza in Viet-nam: Fra Bernardo. Era un anziano edattivissimo frate che aveva imparato

le ebbi sporadici contatti con Fioren-zo, il quale non faceva altro che ripe-tere di aver pazienza e che stava “la-vorando ai fianchi” Fra Bernardo.Nel 2001 arrivò anche il giorno del vialibera! Fra Bernardo si era ammalato enon sussisteva più nessun impedi-mento alla nostra partenza per l’Afri-ca. Verso fine maggio del 2001 un con-tainer con tutto l’occorrente per unambulatorio e una sala operatoria ocu-listica fu messo in viaggio per Afa-gnan.

altro viaggio da li a qualche giorno, sidecise allora di partire direttamentein agosto e così fu.Era il 5 agosto del 2001 quando par-timmo finalmente per Afagnan! Ma lesorprese ed i problemi non erano an-cora finiti: al nostro arrivo scoprim-mo che il container non era ancora ar-rivato; e così passammo giorni ango-scianti nell’attesa che arrivasse il ma-teriale per poter iniziare il nostro la-voro. Utilizzammo quei giorni per ren-derci conto di quale fosse la realtà diquell’angolo d’Africa e per conoscerealcune persone in ospedale tra cui pro-prio Fra Bernardo.Nel frattempo l’attesa si faceva sem-pre più nervosa, ma del container nes-suna notizia anche quando ormaimancavano pochi giorni alla data delnostro rientro.Le valige erano già pronte, la parten-za prevista per le 18.00 dall’ospedaleper Lomè... quando finalmente intor-no alle 15.00 in ospedale vedemmoarrivare il camion con il container! Chemomento emozionante che ancoraoggi fa vibrare di gioia il mio cuore! A dicembre ritornammo ad Afagnan epoi ancora…e poi ancora.Nel partire Fiorenzo con un sorriso mistrappò dal cuore la promessa che perl’anno successivo avrei fatto la stessacosa per Tanguità (nel Benin) dove lasituazione era di povertà estrema, sepossibile maggiore che ad Afagnan.Fu così che tutto si ripetè il luglio del-l’anno dopo a Tanguità.Oggi non saprei dire quante volte io ei miei collaboratori in questi anni sia-mo partiti per l’Africa sicuramente nonmeno di due-tre volte l’anno!Grazie a tutti i miei collaboratori chehanno dimostrato uno spirito umani-

con grande umiltà i rudimenti dell’of-talmologia; questo frate pur consape-vole della necessità di un oculista inquesti ospedali, rappresentava “l’o-stacolo” più grosso alla realizzazionedel nostro progetto, considerando ilsuo grande impegno. Fiorenzo fu molto chiaro con me: nonsarebbe stato facile superare le resi-stenze di Fra Bernardo; mi promiseperò che si sarebbe adoperato con tut-te le sue forze alla realizzazione delprogetto, nella consapevolezza dellanecessità reale di una presenza di ocu-listi nei due ospedali.Passò più di un anno nel corso del qua-

Ai primi di luglio io e Raffaella, la miacapo sala in ospedale a Como, orga-nizzammo un viaggio di 4 giorni adAfagnan per un sopralluogo sul postoe per verificare che tutto il materialefosse arrivato così da sistemarlo ido-neamente, in modo tale che in agostosi potesse organizzare la nostra primamissione... Ma quel’11 luglio (data del-la partenza) tutto fu contro di noi: era-vamo già al “check-in” quando ci co-municarono che il volo “air france” perLomè veniva annullato per un guastomeccanico all’aereo. Purtroppo i nostriimpegni di lavoro erano tali da nonpoterci consentire di programmare un

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tario non comune, dedicandosi a que-sto progetto! Grazie a tutte le perso-ne che ci hanno sostenuto e suppor-tato. E grazie anche a quei “poveretti”che pensavano di venire in Africa perimparare ad operare, ma che non han-no mai compreso qual è il vero spiri-to che bisogna possedere per esserein grado di amare.E così come spesso accade l’ultimaesperienza è sempre la più bella. L’ul-tima volta ero stato in Africa nell’a-gosto del 2006. La ricordo come unamissione molto impegnativa per varimotivi: eravamo presenti solo in duedella nostra equipe medica, io ed Ales-sia ( ortottista dalla ricchezza d’ani-mo infinita e con una propensione na-turale all’amore per il prossimo), ab-bandonati all’ultimo momento dai so-liti “poveretti d’animo poco affidabili”.Inoltre poche settimane prima del no-stro arrivo, un grave incidente avevacausato la morte di oltre 50 persone ecirca 200 feriti con ustioni di vario gra-do. Quando siamo arrivati a Tanguitàin quell’agosto, ancora molti pazientierano in ospedale in via di guarigione.Così, coinvolti in prima linea, dovem-mo nostro malgrado eseguire nume-rose enucleazioni alcune delle quali subambini. Fu una missione molto diffi-cile che sicuramente ha lasciato unsegno indelebile nel nostro cuore.La mole di lavoro eseguita fu enor-me; si iniziava a lavorare al mattinopresto e alla sera si andava a dormi-re molto tardi e stanchi; anche le con-dizioni climatiche non furono dellemigliori, spesso pioveva e le zanzareerano di conseguenza particolarmen-te aggressive.Alessia, sebbene fosse la prima voltache veniva in Africa, si dimostrò subi-

to all’altezza della situazione: si ado-però in modo magnifico nella cura deipazienti e mi ha supportato in modomeraviglioso in quella “incredibile”missione.In seguito, nonostante l’esperienzadel 2006, l’entusiasmo alla vigilia del-la partenza del aprile 2007 era allestelle. Siamo partiti presto al mattino del21 aprile, il viaggio lungo ed impe-gnativo è servito a formare il gruppo.Sì, il gruppo. Perché questa volta ilgruppo c’è stato, numeroso, coeso,impegnato.Medici ed assistenti mi hanno volutoseguire in questo viaggio, coinvoltidal racconto delle precedenti espe-rienze e caricati dal mio stesso entu-siasmo!!! E così questa volta sin dalprimo momento tra di noi si è creatoun rapporto di complicità con una so-la nota comune,: la voglia di dedicar-si al prossimo. Siamo arrivati a Lomè la sera tardi, inaeroporto abbiamo trovato fra Pascalad aspettarci. Per fortuna ! Perchéstanchi come eravamo, ci ha riserva-to una accoglienza “alleviante” sottotutti i punti di vista: sbloccando lun-gaggini in dogana e abbreviando ilcontrollo bagagli. Così abbiamo po-tuto accelerare la partenza per Afa-gnan. Lungo il tragitto la prima realtàdi questa parte di Africa così povera hainiziato a segnare il viso ai miei com-pagni di viaggio che per la prima vol-ta sentivano i profumi di questa ter-ra: erano sconvolti, ma l’impatto diquella realtà li ha risvegliati; nei loroocchi tanta incredulità.Dopo circa due ore siamo arrivati inospedale dove abbiamo trovato unaaccoglienza altrettanto calorosa; un

LA VOCE AICCER 4/2007 49

INTEGRAZIONIVITA SOCIALE

frugale rapido pasto e ci hanno ac-compagnato alle nostre camere doveil sonno ci ha catturato quasi subito,Al mattino presto eravamo già tonicie dopo un breve giro per l’ospedale edun nescafè per la carica, il lavoro ci at-tendeva. Prima di tutto rendere ope-rativa la sala operatoria per il giornodopo; mettere in ordine il materialeportato con noi, farmaci, strumenta-rio e quant’altro.Io e Pietro, ortottista di elevato spes-sore umano e professionale, ci siamosubito recati in ambulatorio per ini-ziare le visite; ai nostri occhi si è pre-sentato uno spettacolo che ci ha la-sciato senza parole: una enorme filadi pazienti era li che ci aspettava! Esolo il primo giorno dopo più di 120 vi-site, abbiamo messo in lista 39 pazientiper intervento di vario tipo, a mag-gioranza per cataratta.Mario fu l’eroe del nostro primo gior-no: un bambino di poco più di 5 annicon un “maledetto” retinoblastoma al-l’occhio destro che ne richiese la enu-cleazione. Mario purtroppo aveva an-che problemi di ordine generale, lo ab-biamo curato per tutto il nostro sog-giorno e con tutto l’amore possibile:”

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dai Mario forza, sei un mito”.Dopo un impatto di questo tipo pernumero di prestazioni e di pazienti inattesa, ci siamo subito resi conto cheil materiale che avevamo portato connoi ci garantiva un’autonomia di nonpiù di una trentina di interventi ed eraassolutamente insufficiente a far fron-te alla richiesta di prestazioni esistente.Così quello stesso giorno ci preoccu-pammo di verificare se nei depositidell’ospedale vi era del materiale avan-zato da precedenti missioni,, per po-ter aumentare il numero delle opera-zioni: tutto poteva essere utile, ane-stetico, telini sterili, bisturi, viscoela-stica, ecc. ecc...La conferma ai nostri timori ci venneil giorno dopo allorchè verificammoche la fila davanti all’ambulatorio dioculistica era forse peggio del giornoprima! Come fare a soddisfare una ta-le richiesta? Ci riunimmo tra noi pertrovare una soluzione ad una situa-zione così difficile.Come prima cosa chiedemmo a fraTaddeo, che fungeva da direttore am-ministrativo dell’ospedale, di poterusufruire della sala operatoria grande.Piazzammo il microscopio operatoriotra due lettini operatori così da poterottimizzare il lavoro, e mentre io ope-ravo, gli altri preparavano il pazientesuccessivo sul secondo letto. Nel frat-tempo qualcun altro in ambulatorioiniziava una prima selezione dei casiclinici.Ogni 4 interventi bisognava steriliz-zare i set chirurgici e, in quei dieciminuti, correvo in ambulatorio a va-lutare nei dettagli i casi che si pre-sentavano più complessi. Poi di cor-sa ancora ad operare e così per tut-to il giorno.

Pietro presto però si rese conto che ilmateriale non poteva più bastare. Fum-mo costretti ad eseguire gli interven-ti senza l’ausilio della sostanza vi-scoelastica: così anche per la sola pre-parazione del campo operatorio, ci in-ventammo di utilizzare la carta steri-le con la quale erano confezione iguanti chirurgici.Anche la tipologia dei pazienti pre-sto iniziò a preoccuparci: tanti, tantibambini!Restammo increduli quando entrò inambulatorio una mamma con al se-guito i tre figlioletti. Ci bastò un soloistante per renderci conto che eranotutti e tre affetti da una cataratta com-pleta congenita in entrambi gli occhi:erano praticamente ciechi. Abbiamodocumentato questi tre casi clinici benconsapevoli della eccezionalità del ca-so. Operammo questi tre fratellini nel-la stessa seduta chirurgica e con otti-mi risultati!! Fortunatamente la gio-vane età dei tre fratellini permise un re-cupero visivo e la constatazione di que-sto risultato ci riempì il cuore di gioia.Le giornate sono passate veloci. Sen-za sosta abbiamo lavorato anche sa-bato e domenica 25 aprile, il 27 aprilefesta nazionale in Togo, il 1° maggio.Èstato così che in 9 giorni siamo riu-sciti ad eseguire più di 600 visite, 93 in-terventi e circa 200 controlli. Non miricordo un solo attimo di pausa in que-sta meravigliosa esperienza! Grazie atutti i miei collaboratori non solo peril lavoro svolto, ma per la luce che hovisto continuamente brillare nei loroocchi! Mai, mai ho visto gente così en-tusiasta nel donarsi al prossimo.Confesso che il momento più vibran-te di questo viaggio è stato quando,in un attimo di riposo che mi sono con-

cesso, nel riavviarmi presso la salaoperatoria ho trovato i miei collabo-ratori attorniati da bambini: in pochiminuti erano riusciti ad improvvisareuna piccola scuola all’aperto cattu-rando l’attenzione di quei bambinisemplicemente dipingendo delle “fac-cine”. Alla “faccina triste” i bambini siadeguavano con smorfie di tristezza,così come alle “faccine sorridenti”esplodevano in una gioia esplosiva.Ecco, questo è quello che rimane den-tro di noi, la gioia infinita nel sorrisosolare di quei bambini.Anche in questo viaggio, così comenelle volte precedenti, in valigia ave-vamo il gagliardetto del “Lions Mon-ticello”. Il Lions Monticello con i suoimeravigliosi amici, i quali dopo aver-mi concesso la gioia di intrattenerliper una sera intera sulla “mia Africa”,hanno dimostrato nei confronti diquesta problematica una enorme sen-sibilità e questa insieme all’interesseper i miei viaggi in Africa mi lusinga emi sprona a continuare in questo cam-mino, talora difficile e complesso.A tutti i componenti del Lions Monti-cello il mio grazie più sentito per quan-to mi permettono ogni giorno di ap-prendere dal loro esempio!Grazie di cuore a Franco Maviglia,Franco Peronese, Angelo Oliva, Simo-ne Maielli e a tutti quanti... Grazie!!!Questo mio modesto contributo al ser-vizio della collettività lo dedico com-pletamente al mio grande Maestro divita, alla persona che più di ogni altraamandomi mi ha insegnato ad ama-re, al prof. Francantonio Bertè... gra-zie Franco grazie per avermi insegna-to che solo gli umili possono esseregrandi; con infinito affetto ed eternagratitudine.

LA VOCE AICCER 4/200750

INTEGRAZIONIVITA SOCIALE

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PROPOSTA DI INFORMATIVA PER L’IMPIANTO DI UNA IOL MULTIFOCALE(ad integrazione del Consenso per intervento di cataratta della SOI )

PREFAZIONE

L’informativa, come già sottolineato nell’articolo che precede, deve essere completa, esaustiva e leale.Risulta però impossibile attualmente da parte del chirurgo rispettare appieno la completezza del-l’informazione a fronte del dato di fatto:• che non sono ad oggi disponibili i grandi numeri come per le IOLs monofocali e con questi le mag-

giori conoscenze sui risultati relativamente alla qualità della visione che ne deriva;• che similmente per quanto accade per i presidi ottici tempiali, con gli opportuni distinguo, la

componente soggettiva in termini di esigenze particolari, di capacità di adattamento/plasticità del-la persona assumono una importanza rilevante rispetto agli studi compiuti a monte della “IOL mul-tifocale”.

Utile sarebbe sottoporre un questionario a chi ha fruito di questa soluzione ottico/riabilitativa per-sonalizzata, nell’immediato ed a distanza (di sei mesi, un anno), con tutte le eventuali annotazioni,rilievi e relativo indice di gradimento alla “nuova” condizione visiva.

Scopo di questa lente è consentire, senza dover usare gli occhiali, di vedere sia da lontano che da vi-cino; viene infatti corretta la perdita del potere accomodativo propria dell’età (= presbiopia) o la im-possibilità che si determina alla lettura con l’impianto di una IOL monofocale (comunemente in uso)che avendo solo un fuoco permette di vedere bene solo da lontano, inoltre corregge un eventualedifetto di vista preesistente all’operazione (meglio se il difetto preesistente è l’ipermetropia).Il vedere nitidamente e di mettere a fuoco le immagini sia da lontano che da vicino, potendo per-cepire la giusta luminosità dei colori, costituisce l’importante vantaggio di questa lente, unita-mente alla possibilità, per chi è portatore di un difetto di vista (in particolare ipermetropia), di po-ter ridurre o eliminare il proprio difetto rifrattivo e la concomitante presbiopia con l’asportazionedella cataratta e il posizionamento di una lente artificiale al posto del cristallino, anche se previ-sioni assolute sulla precisione dell’intervento e del calcolo del potere della lentina da impiantare nonsono possibili.Per quanto non si disponga di una elevata casistica ad oggi risulta solo una minoranza di pazientiin cui, ad una buona visione per lontano non ne corrisponde una altrettanto buona per vicino o vi-ceversa. Dalla registrazione dei sintomi avvertiti da parte dei pazienti che si sono avvalsi di questo tipo di im-pianto sono stati riferiti alcuni disturbi ed emersi alcuni rilievi quali: • Aloni intorno alle luci di notte, fenomeno dell’abbagliamento (glare), visione di false immagini

(ghosting) – Meno dei problemi causati dalle lenti multifocali di prima generazione – Dovrebbero diminuire col tempo

• Periodo di adattamento post-operatorio più lungo rispetto alle IOLs monolocali;• Indossare gli occhiali potrebbe essere necessario per leggere molto tempo o per caratteri molto

piccoli (la lente potrebbe non essere ideale per persone la cui professione richiede di lavorare davicino).

Un eventuale difetto refrattivo residuo può comunque essere corretto con l’impiego delle tradizio-nali lenti od eventualmente per mezzo del laser ad eccimeri. L’efficacia della lente nel focalizzare a

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diverse distanze non dovrebbe perdersi nel corso degli anni, permettendo quindi di mantenere neltempo i risultati raggiunti. La lente multifocale risulta composta dallo stesso materiale inerte e biocompatibile delle altre lentiintraoculari, quindi è paragonabile da un punto di vista tollerabilità alle comuni lenti utilizzate persostituire il cristallino naturale. La differenza è nel disegno e nella costruzione della lente stessa, chela rendono unica rispetto a tutte le altre lenti intraoculari. Come risulta dalla Informativa all’intervento di cataratta consegnata unitamente alla presente, es-sendo un intervento intraoculare vi è la teorica possibilità di complicanze in grado di compromet-tere permanentemente la vista, anche se tale evenienza è estremamente rara; queste complicanzepossono essere distinte in intraoperatorie e postoperatorie. Le prime sono essenzialmente legate al-la procedura chirurgica e consistono nella rottura del sacco che contiene il cristallino con possibilisequele che possono richiedere un ulteriore intervento chirurgico per essere risolte, o impedisconoal chirurgo di posizionare il cristallino artificiale all’interno dell’occhio. Talvolta il cristallino artificialepuò essere posizionato in una regione anatomica non corrispondente al sacco capsulare, in tal ca-so la lente posizionata non sarà una lente accomodativa. Altra rara complicanza è lo sviluppo di unaemorragia intraoculare. Tra le rare complicanze postoperatorie vi sono la possibilità di insorgenza diuna infezione o di una infiammazione all’interno dell’occhio, la riduzione della trasparenza cornea-le, lo sviluppo di un edema a livello della porzione centrale della retina nel primo periodo dopo l’in-tervento che diminuisce le prestazioni visive, le alterazioni retiniche, il glaucoma secondario.Sulla scorta delle informazioni acquisite, con la presente, da valere come manifestazione piena, li-bera ed incondizionata della volontà personale,

il/la sottoscritto/a

in pieno possesso delle facoltà mentali, dichiara di aver di aver ben compreso la portata e le conse-guenze dell’intervento di cataratta con impianto di cristallino artificiale multifocale come illustratoin questo modulo di informazioni, e acconsente a sottoporsi all’intervento. Dichiara altresì di averavuto la possibilità di porre domande riguardo alle problematiche relative a questo tipo di intervento,

descritte dal Dott/Prof

dichiara infine di avere avuto risposte precise, chiare ed esaurienti in merito.

Data Firma leggibile

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Cataratta e astigmatismo: le IOL toriche

Entriamo diretti nel cuore dell’argomento utilizzando tre punti focali: • nell’intervento di cataratta in pazienti con astigmatismo >_ di 1.5-2 diottrie non correggere l’astigmatismo significa lasciare il paziente con un visus naturale basso e dipendente dall’uso dell’occhiale. • quale astigmatismo correggere? L’astigmatismo corneale tenendo conto anche della eventuale correzione astigmatica presente sull’occhiale in uso del paziente • quale tipo di tecnica di correzione dell’astigmatismo utilizzare? La più sicura, prevedibile, ripetibile, efficace nel tempo. Una percentuale compresa fra il 5 ed il 15% dei pazienti che vengono sottoposti ad intervento di cataratta presenta preoperatoriamente un astigmatismo maggiore di 2 diottrie 1: questo significa che il visus naturale di questi pazienti nel postoperatorio per lontano è sempre inferiore a 5/10, per vicino varia a seconda dell’asse dell’astigmatismo e della sua entità, tuttavia un occhiale è quasi sempre necessario; tutto questo se non adottiamo delle procedure di correzione dell’astigmatismo. Tra queste quelle eseguite contemporaneamente all’intervento di cataratta sembrano le più gradite e confortevoli per il paziente e per gli operatori, dal momento che con un unica procedura si completa il decorso. Due sono le procedure attualmente in uso per soddisfare questa esigenza: l’utilizzo di chirurgia astigmatica incisionale e l’impianto di lenti intraoculari toriche. La chirurgia incisionale, può essere effettuata mediante l’utilizzo di varie tecniche, fra cui incisioni corneali rilassanti effettuate al limbus 2, incisioni corneali arciformi o traverse 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9. un’incisione corneale in cornea chiara effettuata al limbus opposta all’incisione per faco effettuata sul meridiano più curvo 10. Tra queste le più utilizzate risultano essere le incisioni corneali rilassanti effettuate al limbus, praticate in genere al termine dell’intervento mediante l’utilizzo di un bisturi di diamante precalibrato. Offrono il vantaggio di essere molto veloci e poco costose: non richiedono alcuna preparazione particolare se non l’esecuzione di una topografia corneale preoperatoria e la marcatura dell’asse su cui si intendono eseguire le incisioni. Presentano tuttavia alcune importanti limitazioni: si possono correggere prevalentemente astigmatismi di bassa entità, regrediscono nel tempo, sono nell’esperienza della maggior parte dei chirurghi scarsamente prevedibili 11, 12, 13, 14, 15. Oltre a questi aspetti noti e documentati in letteratura si aggiunge il fatto che a volte l’astigmatismo residuo è irregolare e quindi non correggibile con occhiali. L’impianto di lenti intraoculari toriche viene eseguito già da alcuni anni grazie alla disponibilità della lente torica della Staar: tuttavia negli ultimi tempi ha subito un nuovo impulso ed aumento di interesse per alcune ragioni e cioè: • la maggior richiesta dei pazienti di indipendenza dall’occhiale sulla spinta della chirurgia rifrattiva, • la presenza sul mercato di nuove IOL toriche da parte di vari produttori, • la capacità di garantire una correzione di elevata qualità visiva e persistente nel tempo. Analizziamo nel dettaglio gli ultimi due punti:

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negli ultimi anni oltre alla Staar, già approvata dall’FDA nel 1998, sono state introdotte sul mercato altre quattro lenti toriche da parte di Alcon, Acritec, HumanOptics e Rayner, le cui caratteristiche sono mostrate in tabella. Tutte queste lenti garantiscono un ottima performance visiva grazie alla presenza di piatti ottici ampi di 5.75-6.50 mm, materiali di elevata qualità, presenza di bordo squadrato, facilità di impianto anche attraverso piccole incisioni. E’ stata migliorata la precisione della correzione cilindrica mediante l’introduzione di step di piccola entità (0.50-0.75 diottrie); inoltre anche cilindri molto elevati possono essere corretti da lenti toriche costruite su ordinazione. Il punto debole della Staar torica era la rotazione postoperatoria della lente: circa un quarto dei pazienti presentava una rotazione maggiore di 10 gradi e il 5% maggiore di 30 gradi 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23; se infatti ricordiamo che rotazioni di 10 gradi riducono la correzione cilindrica di un terzo e rotazioni di 30 gradi la annullano 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30 si comprendono le elevate percentuali di riposizionamento di tali lenti e le perplessità suscitate dai clinical trials dell’FDA. Le lenti di più recente introduzione hanno puntato sulla stabilità ottenuta mediante disegni e materiali idonei: per es. la lente MicroSil ha apte a Z (vedi tabella) con la porzione distale ondulata; la lente di Acritec ha un particolare disegno delle anse, la lente di Rayner sfrutta la compressibilità delle apte che possono ridurre la lunghezza totale della IOL da 12 a 9,5 mm nei casi di sacchi più piccoli, la lente di Alcon grazie alle caratteristiche del materiale acrilico idrofobo presenta un’ottima adesione al sacco capsulare. Gestione del paziente Ma a cosa serve la stabilità se non eseguiamo l’impianto sull’asse corretto? Nella nostra esperienza il successo chirurgico e rifrattivo si realizza mediante una serie di accorgimenti utilizzati per ciascuno step, dal preoperatorio alla tecnica chirurgica. Di seguito descriviamo la preparazione preoperatoria e la tecnica chirurgica che noi normalmente eseguiamo per l’impianto di iol toriche. Step preoperatori 1. misurazione dell’astigmatismo. L’astigmatismo corneale viene misurato mediante uno studio topografico che ci permette di conoscere entità ed asse dell’astigmatismo corneale totale, cioè conoscendo anche le caratteristiche della superficie corneale posteriore. Per questo è necessario utilizzare un tomografo corneale altitudinale che nella nostra esperienza è il tomografo Orbscan o il sistema Precisio. Viene eseguito di seguito uno studio aberrometrico per confrontare oggettivamente astigmatismo corneale e totale: questo esame verrà poi confrontato col post-operatorio. Nella nostra pratica viene eseguito con aberrometro OPD Nidek. 2. esame biometrico, che eseguiamo con biometro ottico IOL Master di Zeiss. 3. compilazione del modulo di richiesta della lente, peculiare per ciascuna ditta, utilizzando i valori cheratometrici del tomografo, di lunghezza assiale e profondità della camera anteriore di IOL Master. Tale modulo viene rispedito dalla ditta all’operatore completo di più opzioni, tra le quali il chirurgo indicherà quella di sua scelta. 4. marcatura degli assi corneali. Tale step viene eseguito con il paziente seduto alla lampada a fessura. Utilizziamo un marcatore da noi disegnato ( Figure 1-4 marcatore di Mularoni-Lovisolo) prodotto da Janach che si monta sulla testa del fonometro di Goldmann. Tale marcatore permette di marcare il meridiano 0-180° e ruotandolo anche il meridiano su cui si intende impiantare la lente. La parte distale ha un particolare disegno che permette di marcare le porzioni periferiche di cornee

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di diverse curvature. Tempi chirurgici 5. sotto il microscopio operatorio le marcature presenti vengono rinforzate e l’asse di impianto controllato mediante l’utilizzo dell’anello di Mendez. 6. incisione per cataratta eseguita sul meridiano temporale in cornea chiara: le dimensioni dell’incisione si decidono in base alla lente da impiantare e cioè: 2.8 mm per le lenti di Acritec e Rayner, 3.0 mm per la lente Alcon, 3.4 mm per la lente di HumanOptics. 7. impianto della lente sull’asse precedentemente marcato, aspirazione del viscolelastico e controllo della posizione della lente 8. idrosutura. Controlli postoperatori 9.Nel controllo ad 1, 7 e 30 giorni viene valutata la stabilità della lente nel sacco mediante il marcatore già descritto, una foto con sistema digitale, un esame aberrometrico. Consideriamo di seguito alcuni punti critici che influenzano la precisione ed efficacia della nostra strategia chirurgica sulla base di un caso clinico. T.R. femmina di 52 anni in buona salute Riferito astigmatismo congenito. VOD: 0.3 +1sf =-4 cil ax100 VOS: 0.3 +1sf =-4 cil ax60 TOO:14 BOO:cornea trasparente; lente in situ con opacità cortico-nucleari della medesima entità nei 2 occhi FOO: papilla,vasi,macula e periferia nella norma per l’età. Si esegue una topografia corneale con tomografo Orbscan ( figura 5), un esame aberrometrico con aberrometro OPD ( figura 6) ed esame biometrico con biometro ottico IOL Master. Si riempie il format elettronico fornito dalla ditta e si sceglie una delle tre opzioni che la ditta (in questo Acritec) invia con il format di ritorno. Dopo aver marcato l’asse 0-180° alla lampada a fessura con il marcatore descritto, si esegue un’incisione di 3.0 mm in cornea chiara sul lato temporale. L’effetto rifrattivo di tale incisione, da noi adottata da molti anni per la chirurgia della cataratta, determina un appiattimento di 0.28-0.53 diottrie nel settore temporale senza modificazioni rifrattive del settore nasale 31, 32, 33, 34, 35. A tal proposito si può confrontare la mappa corneale pre e postoperatoria in cui non si evidenziano modifiche di entità ed asse dell’astigmatismo determinate dalla nostra incisione ( figura 7). Dopo aver impiantato la IOL torica Acritec 646 TLC sul meridiano precedentemente marcato mediante iniettore e cartridge dedicato, si asporta il viscoelastico e si ricontrolla l’allineamento dell’asse della IOL, si esegue una idrosutura. Nel postoperatorio in 1a, 7a e 30a giornata vengono eseguiti controlli completi che prevedono anche l’esecuzione di una aberrometria e una fotografia digitale in midriasi. Con questi due sistemi si controlla nel corso del primo mese la posizione della IOL e le sue eventuali rotazioni: la foto viene eseguita previa marcatura eseguita alla lampada a fessura e consente di confrontare due immagini eseguite in sequenza temporale ( figura 8). Il programma dell’aberrometro OPD di studio delle sole aberrazioni interne del sistema oculare permette di studiare accuratamente posizione della lente e stabilità o variazioni di entità ed asse dell’astigmatismo interno ( figura 9). In 7a e 30a giornata la situazione era la seguente:

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VOS :7/10; 10/10 -0.50=-0.75 ax 65 TOS:14 BOS: in quiete con IOL ben centrata. Per concludere di seguito è presente una disamina dei dati presenti in letteratura relativi ai vari tipi di lenti 36,37, 38, 39. Staar torica: è la prima lente torica entrata sul mercato, la prima approvata dall’FDA e della quale esistono dati più numerosi. Si è dimostrata efficace nel correggere l’astigmatismo rispetto a lenti intraoculari standard. Costituita di silicone, è presente in 2 lunghezze di 10.8 e 11.2 mm: il principale problema di questa lente è risultata essere la rotazione postoperatoria, responsabile dell’alta percentuale di ipocorrezioni e riposizionamenti. Il modello più lungo ha dimostrato maggior stabilità nel sacco capsulare con minor grado di rotazione rispetto al modello di 10.8 di lunghezza. Microsil HumanOptics: questa lente in silicone con peculiari apte a Z è attualmente disponibile in Eu- ropa e in fase di studio. Nel report di De Silva40 21 lenti sono state impiantate attraverso un’incisione di 3.4 mm. Efficace la correzione dell’astigmatismo rifrattivo, passato da 3.52±1.11 diottrie nel preoperatorio a 1.23±0.90 diottrie nel postoperatorio. Nel periodo di follow-up di 6 mesi le lenti non hanno avuto rotazioni maggiori di 5°. Dati sovrapponibili abbiamo ottenuto anche noi con 10 lenti impiantate ed una riduzione dell’astigmatismo del 70%. Si possono ottenere correzioni astigmatiche anche molto elevate grazie alla customizzazione della lente ottenuta su ordinazione: abbiamo utilizzato questa possibilità in un paziente con astigmatismo elevato discretamente simmetrico post-cheratoplastica perforante, con risultato soddisfacente. Il punto di forza di questa lente è sicuramente costituito dalle lunghe anse a forma di Z con piedini ondulati che determinano una grande aderenza al sacco capsulare: talvolta tale lunghezza può determinare alcune difficoltà nell’impianto, oltre a richiedere un’incisione di almeno 3.4 mm. T-Flex Rayner: lente in acrilico idrofilo di cui esistono solo comunicazioni orali. Peckar ha impiantato 17 occhi di 12 pazienti con astigmatismo corneale di 2.25-4.50 diottrie attraverso un’incisione di 3.0 mm. È residuato un cilindro medio postoperatorio di 0.95 diottrie: 10 dei suoi 12 pazienti erano completamente soddisfatti, riferendo una indipendenza dall’occhiale per la maggior parte delle loro attività. Questa lente si è dimostrata molto stabile nel sacco anche a distanza di anni (studio effettuato sul medesimo modello non torico) sia in occhi miopi sia ipermetropi, grazie alla grande compressibilità del materiale: questo permette di passare da una lunghezza di 12 mm fino a 9.5 mm quando viene massimamente compresso nel sacco capsulare. Altro punto di forza della lente è rappresentato dalla possibile correzione di astigmatismi elevati grazie all’ordine su misura. Acrismart 646TLC Acritec: anche di questa lente, introdotta nella pratica clinica in tempi recenti, esistono solo dati tratti da comunicazioni orali. Breyer ha impiantato 23 occhi di 14 pazienti con astigmatismo preoperatorio maggiore di 2 diottrie, ottenendo buoni risultati. Rispetto alle altre toriche, questa lente presenta un profilo asferico ed una doppia toricità, ottenuta mediante una distribuzione simmetrica del cilindro sulle due superfici, anteriore e posteriore, che garantirebbe una miglior qualità dell’immagine. Tale dato ottenuto confrontando l’MTF (modulation monotoriche e bitoriche, sarebbe più evidente per diametri pupillari più ampi.

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Oltre a questo vantaggio, può essere inserita attraverso una microincisione (1.4 mm), assolutamente anastigmogena, grazie alla particolare struttura della lente, costituita da acrilico idrofilo ricoperto da acrilico idrofobo. Garantisce inoltre grande stabilità (uno studio effettuato sulla ‘sorella’ Acrismart 46S ha dimostrato solo un caso di rotazione di 6° su 43 impiantati). La nostra esperienza relativa all’impianto di alcune lenti negli ultimi tempi ha confermato la facilità di impianto, la stabilità e l’ottima performance visiva della lente dimostrata dallo studio dell’MTF. SN60 torica di Alcon: la lente torica di Alcon presenta le medesime caratteristiche della lente Acrysof monopezzo per forma, materiale e colore, essendo presente il caratteristico cromoforo che determina il colore giallo. Questa lente ha ottenuto l’approvazione dell’FDA sulla base di uno studio multicentrico, prospettico e comparativo in cui sono stati impiantati 250 occhi con Acrysof torica e 250 con Acrysof SA60AT. La lente ha mostrato un’ottima stabilità: la rotazione media a 6 mesi era inferiore a 6° e questo ha determinato un’ottima correzione della componente astigmatica. Bibliografia 1. Attebo K et al. Refractive Errors in an Older Population. The Blue Mountains Eye Study. Ophthalmology 1999; 106:1066–1072 2. Budak K, Friedman NJ, Koch DD. Limbal relaxing incisions with cataract surgery. J Cataract Refract Surg 1998;24:503–508 3. Shepherd JR. Correction of pre-existing astigmatism at the time of small incision cataract surgery. J Cataract Refract Surg 1989; 15:55–57 4. Davison JA. Transverse astigmatic keratotomy combined with phacoemulsification and intraocular lens implantation. J Cataract Refract Surg 1989; 15:38–44 5. Osher RH. Paired transverse relaxing keratotomy: a combined technique for reducing astigmatism. J Cataract Refract Surg 1989; 15:32–37 6. Maloney WF, Sanders DR, Pearcy DE. Astigmatic keratotomy to correct preexisting astigmatism in cataract patients. J Cataract Refract Surg 1990; 16:297–304 7. Hall GW, Campion M, Sorenson CM, Monthofer S. Reduction of corneal astigmatism at cataract surgery. J Cataract Refract Surg 1991; 17:407–414 8. Lindstrom RL, Agapitos PJ, Koch DD. Cataract surgery and astigmatic keratotomy. Int Ophthalmol Clin 1994; 34(2):145–164 9. Akura J, Matsuura K, Hatta S, et al. A new concept for the correction of astigmatism: full-arc, depth-dependent astigmatic keratotomy. Ophthalmology 2000; 107:95–104 10. Lever J, Dahan E. Opposite clear corneal incisions to correct pre-existing astigmatism in cataract surgery. J Cataract Refract Surg 2000; 26:803–805 11. Oshika T et al. Arcuate Keratotomy to Treat Corneal Astigmatism after Cataract Surgery A Prospective Evaluation of Predictability and Effectiveness. Ophthalmology 1998;105:2012–2016. 12. Gills et al. Combined toric intraocular lens implantation and relaxing incisions to reduce high pre-existing astigmatism. J Cataract Refract Surg 2002; 28:1585–1588 13. Gills JP, Gayton JL. Reducing pre-existing astigmatism. In: Gills JP, Fenzl R, Martin RG, eds, Cataract Surgery: the State of the Art. Thorofare, NJ, Slack, 1998 14. Wang et al. Peripheral corneal relaxing incisions combined with cataract surgery. J Cataract Refract Surg 2003; 29:712–722 15. Lindstrom RL, Lindquist TD. Surgical correction of postoperative astigmatism. Cornea 1988; 7:138–148 16. Sun XY, Vicary D, Montgomery P, Griffiths M. Toric intraocular lenses for correcting astigmatism in 130 eyes. Ophthalmology 2000; 107:1776–1781; discussion by RM Kershner, 1781–1782 17. Werblin TP. Do three-piece PMMA IOLs rotate after implantation in the capsular bag? J Refract Surg 1995;11:468 –71. 18. Gills JP, Martin RG, Thornton SP, Sanders DR, eds. Surgical Treatment of Astigmatism. Thorofare, NJ: Slack Inc, 1994; 159–64. 19. Patel CK et al. Postoperative Intraocular Lens Rotation A Randomized Comparison of Plate and Loop Haptic Implants. Ophthalmology 1999;106:2190–2196 20. Grabow HB. Toric intraocular lens report. Annals of Ophthalmology and Glaucoma 1997;29:161–3.

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