Corriere Cesenate 32-2015

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    Giovedì 17 settembre 2015

    Giovedì

    17 settembre 2015

    anno XLVIII (nuova serie)numero 32

     32

    Poste Italiane spaSped. abb. postaleDL 353/2003(conv. in L.27/02/2004 n. 46)art. 1, DCB Forlì

    Redazione:via del Seminario, 8547521 Cesena

    tel. 0547 300258

    fax 0547 328812

    Solidarietà 18“Il Disegno”

    Una festaper i primi 30 anni

    Cesenatico 15 A Ponentelavori in corsoanti-allagamenti

    Sport 21Domenica

    a Longianosi corre la 2xBene

    Cesena 12

    MinistrantiUn grupporicevuto in Vaticano

    Papa Francescoin ascoltodelle famiglie

    Chiesa 9

    Il cardinale Bagnascolancia un appellodalla Terra Santa

    Attualità 11

    “Noi vescovi europeisiamo qui per dareun segnale di stima e gra-titudine. La comunità in-ternazionale isoli i tiranni”

    PIAZZA PLAUTO E LA CONCATTEDRALE

    A SARSINA

    Primo piano 4-5

    Dante Alighierie Cesena: eccoi punti in comune

    L a città è citata nellaCommediae due cese-nati se ne sono occupati.Gli appuntamenti nel750esimo della nascita

    Diocesi 6

    Operatori pastoraliIncontro diocesanoa Sant’Agostino

     Appuntamento per tut-ti domenica 20 set-tembre alle 15 per l’As-semblea di avvio del nuo-vo anno pastorale

    Una prima testimonian-za delle tre famiglie chesabato 3 ottobre, in piazzaSan Pietro, parteciperannoalla Veglia per il Sinodo

    Anche a Sarsina sono arrivati i primi profughi. Anzi, profughe, dato chesi tratta di sei donne, cinque nigeriane e una del Ghana.Sono ospitate dalla Diocesi nei locali dell’ex Seminario. La parrocchia sista mobilitando per accogliere queste ragazze, fuggite da situazioni diguerra e miseria. Il parroco don Renato Serra è in prima fila per coordi-nare l’impegno delle Caritas della zona.A gestire i profughi è una cooperativa sociale. Ora, oltre l’emergenza eil primo aiuto, serve l’accoglienza della comunità, così come a San Pieroin Bagno, ad Alfero e a Cesenatico dove i profughi si trovano da piùtempo.

    Servizio a pagina 17

    Sono arrivate sei ragazze africane ospitate dalla Diocesi nell’ex SeminarioEditoriale

    La fede e le operedi Francesco Zanotti

     A qualcuno sarà sembrata fatta apposta.Qualcun altro non se ne sarà neppureaccorto. La seconda lettura dellaMessa di domenica scorsa ha proposto unbrano tratto dalla lettera di San Giacomo.Pochi versetti, ma densissimi e di estremaattualità, viste le emergenze del momentosul versante profughi-immigrati-accoglienza.Ecco una breve citazione. “Se un fratello ouna sorella sono senza vestiti sprovvisti delcibo quotidiano e uno di voi dice loro:‘Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi’,ma non date loro il necessario per il corpo, ache cosa serve? Così anche la fede: se non èseguita dalle opere, in se stessa è morta”.E chi è il mio prossimo?, venne chiesto ungiorno a Gesù. E lui rispose: “Un uomoscendeva da Gerusalemme a Gerico e caddenelle mani dei briganti…”. È ancora oggi ladomanda più ricorrente. La stessa di allora:chi è il mio prossimo? Rimasta identica intutti questi secoli. Signore, dove ti vedo?Dove sei, perché io ti possa aiutare?Ogni volta che avete fatto tutto questo a unodi questi piccoli… è scritto ancora nellaSacra Scrittura. Eppure non ci crediamo.Facciamo i distinguo. Voltiamo lo sguardodall’altra parte. Anzi, peggio ancora: diamoistruzioni, come ricorda Giacomo nella sualettera da rileggere d’un fiato. “Andatevenein pace e saziatevi”. Che equivale a dire: nonimportunateci. Ma se non diamo loro ilnecessario, come facciamo a dormiretranquilli?La nostra fede senza le opere in se stessa èmorta. Le nostre troppe parole senza lacondivisione alimentano solo il bla bla. Ètutto un fiorire di commenti, di consigli, di

    raccomandazioni, di buonismo e di “devonofare di più le Istituzioni”. Dove è andato afinire lo Stato? Ci pensino anche gli altri,l’Unione europea. L’importante è che nonvengano in casa nostra, neppure vicino acasa nostra.Ci siamo dimenticati la Parola di Dio. Laconosciamo, ma non la pratichiamo. O forse,pensiamo di conoscerla. In realtà neppure laascoltiamo, la domenica in chiesa.Basterebbero quelle sole letture. Sarebberosufficienti le invocazioni all’inizio e alla finedella Messa: “la pace sia con voi” e “andatein pace”. Invece siamo superficiali e il Vangelo ci scivola via come acqua sul vetro.Papa Francesco ricorda spesso uno dei malidi noi credenti. Stiamo attenti allamondanità spirituale , ammonisce. Attenti averniciare di una patina mezza ispirata aCristo il nostro modo di vivere che di Lui ha

    poco o nulla. Ci riporta all’essenziale SanGiacomo (4,14): “Non sapete quale saràdomani la vostra vita”.

    arsina accoglie

    i profughi

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    Giovedì 17 settembre 2015 3Opinioni

    Cartellino verdeBene, ma per tutti!

    osso, giallo,verde. Non sitratta di unsemaforo

    stradale, ma della nuovagamma di cartellini adisposizione degliarbitri di calcio, per orasoltanto nel campionatodi serie B. Daquest'anno, infatti, aitradizionali rosso e

    giallo, si è aggiuntaanche la possibilità di assegnare, a fine partita, uncartellino verde al giocatore che si distinguerà pergesti significativi (a giudizio della terna arbitrale) difair play. Un nuovo cartellino che non ha quindivalore disciplinare, bensì morale. E alla fine delcampionato, il giocatore che ne avrà collezionati dipiù sarà premiato.Un’iniziativa simbolica, dunque, promossa dalcomitato etico della Lega serie B, “all’interno di unprogetto più complessivo che intende riportare alcentro la questione del rispetto, della credibilità, dalfair play, dei principi e dei valori del gioco del calcio”,chiarisce Andrea Abodi, presidente della Lega.Da sempre il verde è il colore della speranza ed è belloche sia proprio il mondo del calcio, così “sfigurato” dacontinui scandali e vicissitudini decisamente anti-sportive, a dare simbolicamente un segnale di vogliadi riscatto. Evidentemente, c’è ancora spazio peresibire il “verde”, per mettere in evidenza e premiare

    chi continua a vivere lo sport (pur professionistico)come un’esperienza di valori umani, di onestà,rispetto e solidarietà, persino nei confronti degliavversari!Una piccola lezione di riscatto civico che, quasi quasi,meriterebbe di essere estesa – nelle forme adeguate -anche alla vita sociale. E, forse, contribuirebbe a

    R

    Calcio. Solo sui campi di serie B

    “È il momento della verità per l'Europa”,afferma. “La nostra Unione europeanon versa in buone condizioni. Manca

    l'unione in questa Ue, e manca anchel'Europa”. Juncker, pragmatico nonmeno che idealista, sottolinea come leinnumerevoli sfide che richiedono unarisposta efficace da parte dei 28 nonpossono attendere oltre. Preso atto delledifferenti posizioni e dei divergentiinteressi che emergono a ogni passo tragli Stati membri (una verità che non sipuò tacere), occorre ripartire da –secondo elemento – una “unità diintenti”, perché gli ostacoli da superarevanno ben oltre la capacità di rispostadei singoli Paesi. L'Ue deve riscoprire diessere fondata – avverte il capodell'Esecutivo – sulla “solidarietà”, ilcemento che dal dopoguerra tieneinsieme Paesi diversi per storia, lingua,cultura e interessi d'ogni sorta.“Oggi la priorità è e deve essere la crisi

    dei rifugiati”, spiega Juncker. Servonoregole (“quelle sull'asilo ci sono, mavanno rispettate”), determinazionepolitica e soldi. Non nega che le folle dimigranti in arrivo da Africa e MedioOriente, attraverso il Mediterraneo e larotta balcanica, siano un “problema” eun costo. Ma ne prende atto e cerca –come dovrebbe fare la politica in sensoampio - la soluzione più praticabile.Il lussemburghese vola alto nel discorsodi Strasburgo, sapendo che nellaritrovata accoglienza dei rifugiati sisperimenta in questa fase unaembrionale volontà e capacità deglieuropei di procedere insieme. “Si trattadi una questione di umanità”, dice.“Stiamo combattendo contro lo Statoislamico, perché non dovremmo esserepronti ad accettare le persone chefuggono” dai Paesi martoriati dall'Isis,

    dalle violenze o dalla fame?Tutte le altre “sfide” – dal lavoroall'Ucraina, dal trattato commercialecon gli Stati Uniti all'Agenda digitale,dal mercato unico alla difesadell'ambiente, fino al referendumbritannico sulla permanenzanell'Unione – possono essere superatein questo triplice spirito di verità, unitàe solidarietà. Davanti a sé, nell'aula diStrasburgo, Juncker ha gli eurodeputati;ma si intuisce che – con una certa enfasi– il presidente della Commissionevorrebbe rivolgersi direttamente aicittadini europei. Così che il quartotermine per la nuova Europa di Jean-Claude sembrerebbe essere“responsabilità”. Responsabilitàindividuale e collettiva, con la quale sicostruiscono le democrazie

    partecipative. Un'Europa oltre lecancellerie, oltre i nazionalismi, oltre imuri che risorgono dopo laprovvidenziale caduta della Cortina diferro.

    Gianni Borsa 

    La scomoda “verità” e la ricetta di Juncker 

    rieducare la comunità ad una verità tanto semplice quanto autoevidente:“fare il bene”, nelle sue varie espressioni, è un valore che ci rende migliori,personalmente e nella vita comune.

    Ci sia consentito, però, un piccolo appunto ai promotori del nuovo“cartellino verde”: visto il suo valore di promozione civica e morale,perché relegarlo solo alla serie B e non a tutte le categorie, a cominciaredalla serie A? O forse, i calciatori “d’élite” sono troppo presi da altri“interessi di alto valore” per occuparsi di fair play, nel gioco come nellavita?

     www.agensir.it

    Il presidente della Commissione  Jean-Claude Juncker segnalache “all’Unione europea manca l’unitàe manca anche l’Europa”.Servono solidarietà e risposte comuni alle sfide in atto

    Europa “in cui voglio vivere è quella dei volontari che accolgono iprofughi, che tendono loro la mano” lungo il confine tra due Stati, in unastazione ferroviaria, in un centro di primo ristoro… L'Europa di quei

    cittadini che vedono nei migranti “delle persone da aiutare”, senza badareal loro passaporto, all'etnia, al credo religioso. Neppure alla convenienza o aiviolenti discorsi dei populisti di ogni sorta. Jean-Claude Juncker, lussemburghese,per quasi vent'anni premier nel Granducato, da meno di un anno presidente dellaCommissione europea, ha da tempo abituato gli osservatori a smarcarsi da unacerta ufficialità e dai rituali che risiedono nei palazzi comunitari. Rivolgendosioggi al Parlamento Ue, a Strasburgo, per il suo primo discorso sullo “Statodell'Unione”, snocciola una serie di priorità per rispondere “alle innumerevolisfide” che l'Ue ha di fronte.Così al primo posto Juncker colloca la questione dei rifugiati, ma non trascura ilcaso-Grecia, la situazione economica e occupazionale del Vecchio continente, iltema della sicurezza, l'Unione dell'energia e l'Unione monetaria, i dubbibritannici sulla permanenza nella “casa comune”. Interrotto di tanto in tanto daqualche isolata voce euroscettica, risponde educato ma fermo: e l'emiciclostracolmo di eurodeputati gli riserva una lunga serie di applausi. Sono tre itermini evocati – e un quarto resta forse sottinteso – attorno ai quali imbastisce ilsuo intervento, che nei fatti sarà il programma di lavoro della Commissione per iprossimi dodici mesi: verità, unità, solidarietà.

    L’

    JEAN-CLAUDE JUNCKER, LUSSEMBURGHESE,DA CIRCA UN ANNO È PRESIDENTE

    DELLA COMMISSIONE EUROPEA

    (FOTO ARCHIVIO SIR)

    La fotografia

    Le tenniste italiane Flavia Pennetta (a sinistra) e Roberta Vinci han-no scritto la storia del tennis italiano. Amiche da sempre, sono sta-te le protagonistedella finale degli Us Open, a New York, sabato12 set-tembre, che ha visto salire sul gradino più alto Flavia Pennetta. Unrisultato storico per il nostro tennis, con due italiane per la prima 

     volta in finale sia sui campi di Flushing Meadows sia in un torneodello Slam. Nelle semifinali la brindisina, classe 1982, testa di serienumero 26, ha sconfitto la romena Simona Halep, la numero 2 delmondo. Ma l’impresa più incredibile l’ha compiuta la tarantina Ro-berta Vinci, classe 1983, la numero 43 del mondo, che ha battuto inuna partita durissima la numero uno del mondo Serena Williams intre set. (foto Sir)

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    Giovedì 17 settembre 20154 Primo piano

     Alighieri E’ giudicato il più grande poeta di tutti i tempi. Anche Cesena è citata nellaDivinaCommedia. Per l’anniversario previsti eventi in tutto il mondo

     Appuntamenti dalle grandi cifredi Marino Mengozzi

    ra il 13 e il 14 settembre

    1321 a Ravenna chiude- va la sua esistenza terre-na Dante Alighieri. Nel

    2015 hanno preso avvio le cele-brazioni per il 750° della nasci-ta e si concluderanno nel 2021per il 700° della morte. Per ave-re un’idea della grandezza diquesto genio basta dire che nelcorrente anno sono previste187 manifestazioni in Italia e173 all’estero. Cifre strabilianti!Quale la ragione? Delle duel’una: o una pazza mania pla-netaria, o il degno tributo a ungigante dell’umanità. Dante èconsiderato il più grande poeta di tutti i tempi: ne era convintoEliot e forse non si sbagliava.Come e quanto l’ha considera-

    to la Chiesa? Perché anche Ce-sena si trova nella Divina Com-media, difesa nel Cinquecentoproprio da un cesenate e nelNovecento additata da un no-stro santo prete?

    DANTE E LA CHIESA 

    «Dante è nostro»:l’affermazione è contenutanell’enciclica In praeclarasummorum di papa Benedetto XV (Giacomo Della Chiesa),che nel 1921 solennizzava il VIcentenario della morte. Quelsintagma sarebbe stato ripresodal beato Paolo VI nella letteraapostolica Altissimi cantus ,emanata da Montini (nel 1965per i sette secoli dalla nascita)

    che precisava: «ciò affermiamonon già per farne ambiziosotrofeo di gloria egoista, quantopiuttosto per ricordare a noistessi il dovere di riconoscerlotale, e di esplorare nell’operasua gli inestimabili tesori delpensiero e del sentimentocristiano, convinti come siamoche solo chi penetra nell’animareligiosa del sovrano Poeta puòa fondo comprenderne egustarne le meravigliosespirituali ricchezze» (11). SanGiovanni Paolo II notava che «adistanza di quasi sette secolil’arte di Dante, evocando

    F

    sublimi emozioni e supremecertezze, si rivela ancoracapace di infondere coraggio esperanza, orientando ladifficile ricerca esistenzialedell’uomo del nostro tempoverso la Verità che nontramonta» (Parole al termine della lettura dantesca da parte del prof. Vittorio Sermonti ,Castel Gandolfo, 31 agosto1997). Benedetto XVI (che giàaveva citato Dante nella suaIntroduzione al cristianesimo)a proposito della prima

    enciclica Deus caritas est spiegava di aver voluto«tentare di esprimere per ilnostro tempo e per la nostraesistenza qualcosa di quelloche Dante nella sua visione[Paradiso XXXIII] haricapitolato in modo audace»( Ai partecipanti a un congressodel Pontificio Consiglio “Cor Unum” , 23 gennaio 2006). Epapa Francesco il 4 maggioscorso ha inviato un messaggioal card. Gianfranco Ravasi,presidente del PontificioConsiglio della Cultura, per lasolenne celebrazione del 750°

    tenuta al Senato dellaRepubblica: in esso rammentache «nella mia prima enciclica,Lumen fidei , ho scelto anch’iodi attingere a quell’immensopatrimonio di immagini, disimboli, di valori costituitodall’opera dantesca». E allavigilia del Giubileostraordinario dellaMisericordia precisa: «LaCommedia può essere lettacome un grande itinerario,anzi come un veropellegrinaggio, sia personale e

    interiore, sia comunitario,ecclesiale, sociale e storico.Essa rappresenta il paradigmadi ogni autentico viaggio in cuil’umanità è chiamata a lasciarequella che Dante definisce“l’aiuola che ci fa tanto feroci”(Paradiso XX, 151) per giungerea una nuova condizione,segnata dall’armonia, dallapace, dalla felicità. È questol’orizzonte di ogni autenticoumanesimo. Dante è, dunque,profeta di speranza,annunciatore della possibilitàdel riscatto, della liberazione,del cambiamento profondo di

    ogni uomo e donna, di tuttal’umanità. Egli ci invita ancorauna volta a ritrovare il sensoperduto o offuscato del nostropercorso umano e a sperare dirivedere l’orizzonte luminosoin cui brilla in pienezza ladignità della persona umana.Onorando Dante Alighieri,come già ci invitava a farePaolo VI, noi potremoarricchirci della sua esperienzaper attraversare le tante selveoscure ancora disseminatenella nostra terra e compiere

    felicemente il nostropellegrinaggio nella storia, pergiungere alla méta sognata edesiderata da ogni uomo:“l’amor che move il sole el’altre stelle” (Paradiso XXXIII,145)».È davvero singolare il tributoofferto dal Magistero alsommo Poeta: al quale hariconosciuto «l’intima unionecon la Cattedra di Pietro»,giungendo a definire il poemaun «compendio delle leggidivine» e il poeta il «cantore el’araldo più eloquente delpensiero cristiano» (Benedetto

     XV). Per non tacerel’ammirazione davverospeciale di Paolo VI: istituì alla

    Cattolica di Milano unacattedra di Studi danteschi,inviò all’arcivescovo diRavenna una croce d’oro per latomba del poeta eall’arcivescovo di Firenzeun’aurea corona d’alloro per ilBattistero di San Giovanni, altermine del Concilio VaticanoII donò ai partecipantiun’edizione pregiata dellaCommedia.Infine, è ben noto che lacelebre e preziosissimapreghiera alla Madonna cheDante mette in bocca a sanBernardo (Paradiso XXXIII, 1-39: «Vergine Madre, figlia deltuo Figlio, / umile e alta piùche creatura, / termine fisso

    d’eterno consiglio […]») è stataintrodotta nella Liturgia delleOre, come inno del Comunedella Vergine Maria. Quidavvero il pensiero teologicomariano di Dante si è vestito disublime, altissima poesia.

    DANTE NELLE CHIESEE NELL’ARTEI grandi artisti non potevanorimanere insensibili davantialla forza e alla pregnanza delmessaggio dantesco veicolatodalla Commedia: ecco perchétroviamo Dante raffiguratonelle chiese e nei più elevatiluoghi d’arte. A Firenze Giottolo inserisce nella cappella dellaMaddalena al palazzo del

    Bargello, Andrea del Castagnonel cenacolo del convento diSant’Apollonia, Domenico diMichelino nella basilica diSanta Maria del Fiore; aOrvieto Luca Signorelli lo ritraenel Giudizio universale dellacappella di San Brizio inDuomo; in Vaticano perMichelangelo è la fonte delGiudizio universale nellacappella Sistina, mentreRaffaello lo colloca tanto nelParnaso quanto nella Disputadel Sacramento della Stanzadella Segnatura. E l’elencosarebbe lungo!

    Dante Alighieri è l’italiano se non più famo so cert amen te più studi ato nel mondo. Si è aperto quest’anno, 750° della nascita (Firenze 1265), un can-tiere di studi e iniziative destinato achiudersi fra sette anni, quando ricor-rerà il 700° della morte (Ravenna1321). Tutto il Paese è mobilitato, conun livello di coinvolgimento che nonha precedenti: basti citare l’impresamaggiore in campo editoriale (Saler-no Editrice, Roma), che porterà allanuova edizione commentata delle Opere di Dante (7 volumi in 14 tomi),al censimento dei commenti danteschi (703 manoscritti antichi) e all’edizione nazionale degli stessi (250 commenta-tori). Neppure s’immagina quantoprodurrà la comunità scientifica pla-netaria in termini di convegni, lectu-

    rae e pubblicazioni (un calcolo forse per difetto condensa in ben 360 le ma-nifestazioni nel mondo per il solo 2015). Cifre da ca pogiro; un ver o mo -numento culturale al padre della lin- gua italiana, all’esule fiorentino, al di-vino e sommo poeta, al padre Dante (la sola sfilza dei suoi epiteti traduce la levatura di un grande uomo e di un grande auto re).Che cosa in lui da sempre hanno visto– oltre all’artefice della Commedia, il «poema sacro / al quale ha posto ma-no e cielo e terra» ( Paradiso XXV, 1-2) – il dotto e la persona comune, lo spe-cialista e il semplice lettore, la comu-nità scolastica e quella ecclesiastica? Un uomo che ha preso sul serio la vitain tutti i suoi aspetti dolorosi e lieti;impregnato d’indomabile anelito alla

    verità e alla libertà; con i piedi per ter-ra e lo sguardo fisso al cielo; che ha vis-suto da allievo ed è divenuto maestro;insaziabilmente nutrito di ricerca e di domanda di bellezza, infinito e asso-luto; il prototipo dell’ homo viator e del pellegrino, capace di uscire dalla «sel-va oscura» per «riveder le stelle», di scalare la montagna e raggiungere laméta più alta. Un poeta antico e mo-dernissimo perché capace di parlare,con un linguaggio universale, all’uo-mo di ogni tempo ed età. Un autore che testimonia «la visione del mondo e del-l’uomo che il cristianesimo portò inEuropa, nell’Europa greco-romana,trasformandone la cultura e la storia»(A. M. Chiavacci Leonardi). Ecco per-ché Dante è sommo. Da sempre. A tut-te le latitudini. ( Mm )

    750° dalla nascita Se non l’italiano più famoso, di certo è il più studiato al mondo

     Viaggio a Dante

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    Giovedì 17 settembre 2015 5Primo piano

    Dante Alighieri Un cesenate del passato, Jacopo Mazzoni, ha difeso a spada tratta il poetaE anche il canonico don Carlo Baronio se ne occupò, insieme a numerosi altri sacerdoti

    Cesena nellaCommediaella lapide marmoreache campeggia inpiazza del Popolo(piccolo monumento

    epigrafico alla storia urbana ealla memoria dantesca,secondo il costume un tempocaro ai luoghi visitati o citatidal Fiorentino nel divinopoema) è incisa la terzinadedicata a Cesena nellaCommedia dell’Alighieri. Vi silegge: «E quella cu’ il Saviobagna il fianco, / così com’ ella

    sie’ tra ’l piano e ’l monte, / tratirannia si vive e stato franco»(Inferno, XXVII, vv. 52-54).Questo il significato: «E la cittàdi Cesena, bagnata su unfianco dal fiume Savio, allostesso modo chegeograficamente è situata trapianura e montagna, cosìpoliticamente è in unasituazione aperta eintermedia, con alternanza ditirannia e libertà». I tre versi,vera e propria descrizione-definizione, sono parte dellarisposta che Dante, sollecitatoda Virgilio che in realtà eral’interpellato, porge a Guidoda Montefeltro (1220ca.-1298),che aveva chiesto: «dimmi seRomagnuoli han pace o

    guerra; / ch’io fui d’i monti làintra Orbino / e ’l giogo di cheTever si diserra» (vv. 28-30:«dimmi se i Romagnoli vivonoin pace o in guerra, perchéanch’io nacqui in quellaregione montuosa, ilMontefeltro, situata fra Urbinoe il rilievo appenninico da cuiscaturisce il Tevere, cioè inRomagna»). Questa la rispostadel poeta: «Romagna tua nonè, e non fu mai, / sanza guerrane’ cuor de’ suoi tiranni; / ma’n palese nessuna or vi lasciai./ Ravenna sta come stata èmolt’ anni: / l’aguglia daPolenta la si cova, / sì cheCervia ricuopre co’ suoi vanni./ La terra che fé già la lunga

    prova / e di Franceschisanguinoso mucchio, / sotto lebranche verdi si ritrova. / E ’lmastin vecchio e ’l nuovo da

     Verrucchio, / che fecer diMontagna il mal governo, / làdove soglion fan d’i dentisucchio. / Le città di Lamone edi Santerno / conduce illïoncel dal nido bianco, / chemuta parte da la state alverno» (vv. 37-51: «La tuaRomagna non è e non è maistata priva di guerre nel cuoredei suoi signorotti; ma inquesto momento non vi èalcuna guerra in atto. Ravennasi trova sotto la signoria che lagoverna da molto tempo:l’aquila dei da Polenta la tiene

    gelosamente sotto di sé, inmodo da arrivare a ricoprire

    con le sue ali anche Cervia. Lacittà di Forlì, che già sostenneil lungo assedio guelfo e compìuna cruenta strage di truppefrancesi, è preda dei verdiartigli leonini degli Ordelaffi. EMalatesta da Verucchio e ilfiglio Malatestino, signori diRimini, che fecero strazio diMontagna dei Parcitati (la

    prima famiglia ghibellinariminese), dove solevanoadoperano ancora i denticome succhielli per mordere esbranare i propri nemici.Faenza, sul fiume Lamone, eImola, presso il Santerno, sonorette dal leone azzurro incampo bianco di Maghinardodei Pagani da Susinana, lorosignore che cambia partitocontinuamente, ghibellino inRomagna e guelfo inToscana»).Il discorso di Dante – che ponela nostra città ultima fra lesette citate (Ravenna, Cervia,Forlì, Rimini, Faenza, Imola eCesena) – descrive e denunciala situazione etico-politica

    della Romagnacontemporanea con unlinguaggio fortementeallusivo, tutto imperniato susimboli e perifrasi araldiche (lecittà assomigliano alle bestieferoci degli stemmi dei lorotiranni). Ma funge anche dasfondo al conte Guido diMontefeltro, dal momento chequella terra percorsa daviolenza e sopruso fu teatrodelle sue imprese (dunque unpreambolo analogo al canto diFrancesca, quando Virgilioelenca le «donne antiche e ’cavalieri» che nell’amoretrovarono la morte: qui uncostume letterario, là uncostume politico). Eppure

    Cesena, non a caso citata allafine della sequenza, si

    distingue dalle altre per undiverso e migliore status digoverno. Il merito – a giudiziodi Dante che dunque mostradi ben conoscere la realtà dellanostra città – va alla signoria diGalasso di Montefeltro (1295-1300), cugino del conte Guido,capitano del popolo nel 1296 epodestà dal 1298 al 1300, anno

    della morte (cui seguirà ilgoverno di Federico diMontefeltro, figlio di Guido, enel 1301 la legazione pontificiadi Matteo d’Acquasparta). AlGalasso sostenitore della parteghibellina Dante si era riferitoanche in Convivio IV, XI 14: «Ecui non è ancora nel cuore […]Galasso di Montefeltro?Quando della [sua] messionesi fa menzione, […] amore [siha] alla memoria di [costui]».Ci troviamo nell’ottava bolgiadell’inferno, ove sono puniti iconsiglieri fraudolenti: ad essaDante dedica due canti, il

     XXVI e il XXVII, che sistrutturano in evidenteparallelismo ma pure in forte

    contrasto. Nel primo dominala celebre figura di Ulisse: uneroe del mito, forse il piùsuggestivo di tutta l’antichità;nel secondo troneggia Guidoda Montefeltro, unprotagonista della storia, anzidella cronaca contemporaneaal poeta. Entrambi ipersonaggi marcano didrammaticità il loro racconto,reso eterno dall’altezzapoetica dell’Alighieri. Dopo levicende tragiche dell’eroegreco, quelle del conteferetrano (condottiero digrande fama, celebre perastuzia e valore) e ladigressione sulla Romagnariportano la narrazione alla

    storia contemporanea. Ma aGuido, vale a dire a Dante, non

    interessa tanto il violentomunicipalismo romagnolo: einfatti il discorso cade sultema della salvezza eternadell’uomo. È radicato qui ildramma del conte diMontefeltro, grandeingannatore ingannato:perché non è l’ingegno asalvare l’uomo. Ecco il vero

    messaggio del “canto diCesena”.

    UN CESENATE A DIFESA DI DANTEC’è un nostro concittadino frai dantisti del passato: JacopoMazzoni (Cesena 1548-1598),grande erudito, letterato efilosofo, professore in molteuniversità, noto per averdifeso l’Alighieri con unDiscorso in difesa dellaComedia del divino poetaDante (Bologna 1572, con lopseudonimo Donato Roffia,poi Cesena 1573, col proprionome; con nuova edizione nel1587, Della difesa dellaComedia di Dante, completata

    nel 1688 dai sacerdoti Mauro Verdoni e Domenico Buccioli).Colpito da un testoviolentemente antidantesco(di un certo Ridolfo Castravillatuttora ignoto), intendedimostrare l’obbedienza delpoema alle regole aristotelichee la conformità ai modelliclassici. Apprezzato specie aFirenze (dove tenne letture efu iscritto alle migliori

     Accademie, Crusca compresa),alla morte fu sepolto nellachiesa di San Domenico. Lafiglia Giulia e la mogliePasolina Pasolini gli eresseroun bel monumento funebre:addossato alla parete destra,fu poi spostato in quella

    sinistra; trasportato nella saladel palazzo Municipale (1789),

    quindi collocato inMalatestiana (1803), nella sala«intermedia alle duepubbliche librerie»;attualmente si trova nelcorridoio della Comandini.Una bella opera d’arteacquistata a Venezia, in marmipolicromi e di buona fattura(come mostra la foto di IvanoGiovannini), in discretecondizioni di conservazione sesi considerano le sue infiniteperipezie. Giustamente ilnostro Mazzoni si è meritato

    una voce nel monumentodella dantistica moderna qualè l’Enciclopedia dantesca dellaTreccani.

    DON BARONIOFRA DANTE E MAZZONIC’è il Servo di Dio don CesareCarlo Baronio (Cesena, 1887-1974) che incrocia Dante eMazzoni. Il suo talentointellettuale si fece notare findagli studi in Seminario e nonsfuggì a Giovanni Cazzani, cheprima di divenire un grandevescovo di Cesena era stato ungrande professore a Pavia: nel1911 gli fece conseguire lamaturità al Liceo Monti, cuisarebbero seguite ben trelauree, in Lettere (Roma,

    1919), in Filosofia (Bologna,1923) e in Scienze sociali(Bergamo, 1923); coronò laprima con una tesi su Jacopo

     Mazzoni difensore di Dante .Don Baronio amava Dante evolle significativamentevalorizzare, proprionell’immediato primodopoguerra, la difesa che neaveva fatto secoli prima ilconcittadino Mazzoni, «unodei più grandi figli di Cesena».Dopo aver citato la definizionedantesca di Cesena nellafamosa terzina di Inferno

     XXVII, il Baronio precisa la suaprima finalità attualizzandouna delle più antiche verità:«uno dei mezzi più efficaci per

    far più buoni i propriconcittadini è precisamentequello di far loro rivivere ilpassato», non per vanagloriama perché la conoscenza e lacultura sono il fondamentodell’educazione civica. Nessunstupore a trovare questopiccolo-grande sacerdote fraDante e Mazzoni: basterà direche la scuola del Seminariocesenate annovera eminentifigure di preti che furonovalidi insegnanti, tuttiaccomunati dalla passione perDante Alighieri: don Mauro

     Verdoni, don Cesare Angelini,don Pietro Severi, donGiovanni Ravaglia, donScipione De Paoli. E questi

    sono soltanto i più noti.Marino Mengozzi

    N

    La lapide sul muro della Rocca

    in piazza del Popolo a Cesena

  • 8/20/2019 Corriere Cesenate 32-2015

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    Giovedì 17 settembre 20156 Vita della Diocesi

    Messe ferialia Cesena7.00   Cattedrale, Cappuccine,

    Cappella dell’ospedale7.30 Basilica del Monte7.35 Chiesa Benedettine8.00   Cattedrale, San Paolo,

     Addolorata, Villachiaviche,Santa Maria della Speranza

    8.30 Madonna delle Rose,San Domenico, San Rocco,Sant’Egidio, capp. cimitero,Santo Stefano, Case Finali,

    9.00 Suffragio, Addolorata9.30 Osservanza10.00  Cattedrale 17.00 Capp. ospedale (no sabato),

    Ponte Pietra

    18.00  Cattedrale , Madonnadelle Rose, San Domenico,San Paolo, San Rocco,Osservanza

    18.30 San Pietro, Sant’Egidio,Santa Maria dellaSperanza, Cappuccini,San Bartolo

    19.00  Tipano20.00 San Giovanni Bono,

     Torre del Moro, Gattolino20.30  Villachiaviche,

    San Pio X 

    Sabato e vigilie15.30 Macerone (Lieto Soggiorno)15.00 Formignano17.00 Cappella cimitero Cesena,

    Luzzena (1° sabato mese),Bora (2° sabato mese)

    17.30 Santuario del Suffragio18.00  Cattedrale , San Domenico,

    Santuario Addolorata,Convento Cappuccini,Osservanza, Santo Stefano,San Paolo, Diegaro,Madonna delle Rose, Torre del Moro, Borello,San Mauro in Valle,San Giorgio, San Vittore

    18.30 San Pietro, San Rocco,Case Finali, Sant’Egidio,Santa Maria della Sper.

    19.00 Osservanza, Villachiaviche19.30 Bulgarnò20.00 San Giovanni Bono,

    Bulgaria, Ruffio, Pioppa,Pievesestina, Tipano,Calisese,Gattolino, Ponte Pietra

    20.30 San Pio X, Martorano

    Messe festive7.00   Cattedrale, Basilica del

    Monte7.30 Santuario dell’Addolorata,

    Cappuccine,Cappella osp. “Bufalini”,Calabrina, Ponte Pietra, Villachiaviche

    8.00 Basilica del Monte,San Pietro,San Pio X,Santa Maria della Sper.San Mauro in Valle,San Giovanni Bono,Sant’Egidio, Calisese, Torre del Moro,Madonna del Fuoco,Macerone, Capannaguzzo,

    Ronta, Borello8.30   Cattedrale , San Rocco,

    Case Finali, Martorano, Tipano, San Cristoforo,Gattolino, Roversano

    9.00 San Giuseppe (Cesenacorso Comandini),chiesa Benedettine,Santo Stefano,San Bartolo, San Paolo,San Domenico, Diegaro,Pievesestina,Ponte Pietra, Bagnile,Santa Maria Nuova,Bulgaria, San Vittore,San Carlo, Ruffio

    9.15 San Martino in Fiume9.30 cappella del cimitero,

    Santuario dell’Addolorata,Madonna delle Rose,

    Osservanza, Villachiaviche,Sant’Egidio,Montereale, San Tomaso

    9.45 Bulgarnò10.00 Cattedrale, Basilica del

    Monte, Case Finali,San Rocco, Santa Mariadella Speranza, Torre del Moro, Carpineta,Cappuccini, San Pio X,Sant’Andrea in B.,

    10.30 Santuario del Suffragio,Casalbono

    10.45 Ronta, Capannaguzzo11.00 Santuario Addolorata,

    Osservanza,San Domenico, San Pietro,Santo Stefano, San Paolo,San Bartolo, Villachiaviche,

    Sant’Egidio, San Giorgio,San Giovanni Bono,Calabrina, Calisese,Gattolino, Madonna delFuoco, San Mauro in Valle,Martorano, San Demetrio,Pievesestina, Pioppa,Ponte Pietra, Bulgaria,Borello, San Carlo,San Vittore, Tipano,Macerone

    11.10  Torre del Moro11.15 Diegaro, Madonna

    delle Rose11.30 Cattedrale , Basilica del

    Monte, San Pio X,Santa Maria dellaSperanza

    17.00 Cappella del cimitero

    Cappella dell’ospedaleBufalini

    18.00  Cattedrale,San Domenico

    18.30 San Pietro, San Rocco,Cappuccini

    19.00 Osservanza, San Bartolo20.00  Villachiaviche

    Comuni delcomprensorioBagno di Romagna

    ore 20 (sabato);11,15 / 20San Piero in Bagno:chiesa parrocchialeore 18 (sabato);

    8 / 11 / 17.Chiesa San Francesco:10 / 15,30Ospedale “Angioloni”:ore 16 (sabato)Selvapiana: 11,15(20,30 sabato); Acquapartita: 9 Valgianna: 10

    BertinoroSanta Maria Nuova: 9, 11(19 sabato)

    Cesenatico

    Sabato: ore 16 Villamarina;17 San Giuseppe;17,30 Conv. Cappuccini;18 San Giacomo;

    20 Sala20,30 Villalta, Santa MariaGoretti

    Festivi: 8 San Giacomo,Bagnarola,Santa Maria Goretti,Gatteo Mare;8,30 Sala, Boschetto;9 Cappuccini;9,15 San Pietro;9,30 Valverde;9,45 Cannucceto;10 Villalta, Villamarina;10,30 Cappuccini,San Giuseppe;11 San Giacomo,Boschetto, Santa MariaGoretti, Sala;11,15 Bagnarola,Gatteo Mare;

    16 cimitero urbano;17,30 Cappuccini;18 San Giacomo

    Civitella di RomagnaGiaggiolo: 9,30Civorio: 9

    Gambettolachiesa Sant’Egidio abate:8,30 / 10/ 11,15 / 17.Consolata: 19 (sabato);7,30 / 9,30

    Gatteoore 20 (sabato);9 / 11,15 / 17Sant’Angelo: 20 (sabato);8, 45; Casa di riposo: 9,30- 11. Istituto don Ghinelli:18,30 (sabato), 7,30Gatteo a Mare:  festivi: 8 / 11,15

    LongianoSabato:18 Santuario

    SS. Crocifisso; 19 Crocetta20,30 Budrio

    Festivi:ore 7,30 SantuarioSS. Crocifisso;8 Budrio; 8,30 Longiano-Parrocchia; 9,30 Budrio,Santuario SS. Crocifisso;9,45 Balignano;10 Badia, Montilgallo;11 Budrio, Longiano-Parrocchia, San Lorenzo inScanno; 11,15 Crocetta;18 Santuario Crocifisso

    Mercato Saraceno10.00; Ciola: 8,30Linaro: 11,15;Monastero di Valleripa: 9;Montecastello: 11Montejottone: 8.30Montepetra: 8.30Piavola: prefestiva sabatoore 18 (San Giuseppe);9,30 chiesa parrocchiale;Pieve di San Damiano11,30; San Romano: 11; Taibo: 10

    Montianoore 20,30 (sabato); 9.Montenovo:ore 18,30 (sabato), 10,30

    RoncofreddoSorrivoli: 11,15;Diolaguardia: 9;Gualdo: 18 (sabato), 11;Bacciolino: 9,30

    SarsinaConcattedrale: 7 / 9 / 

    11 / 18; Casa di Riposo:ore 16 (sabato); Tavolicci: 10,30 (liturgiadella Parola con Eucar.);Ranchio: 20 (sabato), 11;Sorbano: 9.30; Turrito: 17 (sabato), 10;San Martino in Appozzo: 9(liturgia della Parola conEucaristia); Quarto:10,30; Pieve di Rivoschio:15,30; Romagnano:11,15; Pagno: 16(seconda dom. del mese).

     Vergheretoore 16 (sabato), 9,15(domenica); Balze (chiesaparrocchiale): 8,15 / 11,15 / 18;

    eremo Sant’Alberico:15,30 (domenica);Montecoronaro: 9,45;Montecoronaro orat. Ville(al sabato): 16; Alfero: ore 17 (sabato);11,15; Riofreddo: 10Corneto: 11; Pereto: 10

    ✎   A MESSA DOVE

    Direttore editorialePiero AltieriDirettore responsabileFrancesco ZanottiVicedirettoreErnesto Diaco

    Membro dellaFederazioneItalianaSettimanaliCattolici

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    DIOCESIDI CESENA|SARSINA - SETTIMANALE DI INFORMAZIONEFONDATONEL 1911

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     Tiratura del numero 31 del 10 settembre 2015: 7.900 copieQuesto numero del giornale è stato chiuso in redazione

    alle 17,30 di martedì 15 settembre 2015

    Domenica 20 settembre XXV Domenica Tempo Ordinario - Anno BSap 2,12.17-20; Salmo 53; Gc 3,16-44,3;Mc 9,30-37

    Quanto sono testardi questi discepoli!!Nel Vangelo di domenica scorsa,Gesù li richiama dicendo “ri-

    mettetevi alla mia sequela” e poco dopo,mentre Gesù parla ancora della suapassione, morte e resurrezione, lorolitigano su chi è il più grande. Viene da direche non hanno capito nulla. Ma Gesù nonsi scoraggia e con pazienza continua ainsegnare, accogliendoli così come sono,con la loro umanità. Quanto dobbiamocrescere in questo atteggiamento diaccoglienza!È evidente che i dodici devono ancora

    comprendere il vero senso della sequela,ma Gesù li lascia parlare, poi tenta diriportarli alla loro vocazione: “Allorasedutosi, chiamò i dodici e disse loro: seuno vuole essere il primo….”, proponendoloro una nuova sapienza, “la sapienza cheviene dall’alto” (II lettura).Ci fa riflettere come, nelle tre letture didomenica 20 settembre, l’invidia siagenerata da un bene posseduto da un altro.“Dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’èdisordine e ogni sorte di cattive azioni”: lagelosia e l’invidia ci rendono capaci di diree di fare qualsiasi cosa (liti per l’eredità,musi lunghi in parrocchia se non hannochiamato me per fare o decidere

    qualcosa...). Ma San Tommaso d’Aquino cimette in guardia e sottolinea che l’invidia ècontraria alla carità: “Infatti l’oggetto dellacarità e dell’invidia è il bene del prossimo,però in due sensi contrari: poiché la caritàgode del bene del prossimo, mentrel’invidia se ne addolora”.Nella cultura di oggi, pervasa dalla logicadel guadagno a ogni costo, dell’interessepersonale che supera le relazioni (anche lepiù sacre), ogni discepolo, e quindi ognunodi noi, deve testimoniare con la sua vita ladisponibilità a un servizio umile, silenziosoe gratuito.Questo non riguarda genericamente lasocietà, ma interessa da vicino le nostrefamiglie e le nostre parrocchie. Se cilasciamo guidare dal desiderio di possederel’altro e di dominarlo, arriveranno liti e

    divisioni. Allora chiediamoci: i nostricomportamenti sono a vantaggio dell’altroo ci serviamo dell’altro?Gesù si mette all’altezza dei piccoli esedutosi abbraccia un bambino, nondall’alto della sua divinità, ma con tuttol’amore di chi sa unirsi in un abbraccio ditenerezza e di umanità con gli ultimi. OggiGesù interroga anche la nostra vocazionedi discepoli: non ci chiama per occupareposti d’onore, ma ci chiama a servire,perché la nostra grandezza non è quella distare sul gradino più alto del podio, manella capacità di amare senzariconoscimenti.

    Sabrina e Andrea Delvecchio

    IL GIORNODELSIGNORE

    La vera grandezza: amare senza riconoscimenti 

    lunedì 21settembresan Matteo ap.Ef 4,1-7.11-13;Sal 18; Mt 9,9-13

    martedì 22san MaurizioEsd 6,7-8.12b.14-30; Sal 121;Lc 8,19-21

    mercoledì 23san Pio da Pietrelc.Esd 9,5-9;Cant. Tb 13;Lc 9,1-6

    giovedì 24santa Stefania Ag 1,1-8; Sal 149;Lc 9,7-9

     venerdì 25sant’Aurelia

     Ag 1,15b-2,9;Sal 42; Lc 9,18-22

    sabato 26santi Cosmae DamianoZc 2,5-9.14-15a;cant. Ger 31,10-12b.13; Lc 9,43b-45

    La Parola

    di ogni giorno

    ✎ NOTIZIARIO DIOCESANONOMINENuovi incarichi per monsignor Onerio Manduca, don AndreaBudelacci, don Ettore Ceccarelli e il diacono Marco CasaliNelle scorse settimane il vescovo Douglas Regattieri ha provvedutoad alcune nomine.✔  A seguito della morte di monsignor Ezio Casadei, monsignor

    Onerio Manduca è stato nominato assistente ecclesiastico dellaFraternità diocesana di Comunione e Liberazione.✔Don Andrea Budelacci, parroco di Martorano, è divenuto ammi-nistratore parrocchiale di Ronta e San Martino in Fiume.✔ Don Ettore Ceccarelli, che lascia la responsabilità delle parroc-chie di Ronta e San Martino in Fiume dopo cinquant’anni, sarà col-laboratore nell’Unità pastorale Martorano, Ronta e San Martino inFiume.✔ Casali diacono Marco è stato nominato vice assistente ecclesia-stico del Csi.

    Assemblea degli operatori pastoraliNel pomeriggio di domenica 20 settembre, a Sant’Agostino

    Domenica 20 settembre, alle 15 presso la chiesa di Sant’Agostinoa Cesena, si terrà l’Assemblea diocesana durante la quale ilvescovo Douglas Regattieri presenterà le linee pastorali del nuovoanno 2015-2016 sul tema dell’Eucaristia, dal titolo: “Il pane delviandante. L’Eucaristia nella vita delle nostre comunità”. Sono

    particolarmente invitati i membri del Consiglio pastoralediocesano e dei Consigli pastorali parrocchiali, zonali e di unitàpastorale, i sacerdoti, i diaconi, le famiglie religiose, irappresentanti delle aggregazioni laicali, gli operatori pastoraliparrocchiali. Al termine dell’Assemblea, nella celebrazione delvespro, il vescovo conferirà il mandato ai catechisti, animatoriliturgici e operatori della carità. Monsignor Walter Amaducciillustrerà il calendario pastorale 2015-16 e le iniziative legate alGiubileo della misericordia.

    Due giorni biblica in SeminarioNelle serate di lunedì 21 e martedì 22 settembre, in Seminarioalle 21, si svolgerà la Due giorni biblica per tutti gli operatori pa-storali sul tema evangelico scelto dal vescovo, l’icona biblicadella lavanda dei piedi, per approfondire sotto l’aspetto biblicoe pastorale il tema dell’Eucaristia.

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    Giovedì 17 settembre 2015 7Vita della Diocesi

    Religione nelle scuole | Gli insegnanti si aggiornano

    CORSI DI AGGIORNAMENTO NELLA SALA “MON-

    DARDINI” DEL SEMINARIO. Proseguono gli in-contri di aggiornamento per insegnanti di religio-ne della scuola dell’infanzia, primarie, secondariemedie e superiori. Il vescovo Douglas ha introdot-to la lezione di venerdì scorso. Per i docenti tito-lari e non della scuola dell’infanzia gli incontri siterranno il 6 e 13 ottobre. Ad affiancare don Gior-dano Amati ci sarà il professore Giorgio Biondi.

    Brevi

    Radio Maria, intervistaall’arcivescovo CastellucciL’emittente Radio Maria, in occasione dell’avvenutaordinazione episcopale di sabato 12 settembre di

    monsignor Erio Castellucci arcivescovo di Modena-Nonantola, trasmetterà un’intervista esclusiva alneo vescovo che andrà in onda su Radio Marialunedì 21 settembre alle 14,45.

    Gruppo di preghiera“Padre Pio”Mercoledì 23 settembre (giorno della morte,avvenuta nel 1968) il calendario liturgico ricordaSan Pio da Pietrelcina. A Cesena, San Pio saràricordato con una celebrazione eucaristicapresieduta dal vescovo Douglas Regattieri alle20,30 nella chiesa delle suore Clarisse Cappuccine(di fronte al cimitero urbano).

    Cl, giornata di inizio annoSabato 26 settembre, al Forum di Assago di Milanoe in videocollegamento in varie città del mondo, il

    movimento di Comunione e Liberazione vive lagiornata di inizio anno. A Cesena, il collegamentosi terrà nella chiesa di Sant’Agostino: ingresso alle14,45; inizio alle 15,30. A seguire, celebrazionedella Messa.

    Ottobre missionarioMateriale in Centro pastoraleIn vista e preparazione all’Ottobre missionario, è adisposizione delle parrocchie e dei gruppi emovimenti, presso il Centro pastorale di PalazzoGhini, vario materiale informativo. Tema dellaGiornata missionaria mondiale: “Abitare la strada.Dalla parte dei poveri”.

    Tre giorni del clero | I sacerdoti si aggiornano

    DA LUNEDì 14 A MERCOLEDì 16 SETTEMBRE si è tenuto nell’auditorium del Seminario, a Ce-sena, la tre giorni di aggiornamento del clero. La mattinata di lunedì ha visto la partecipazio-ne di don Armando Matteo, docente di Teologia all’Urbaniana, su “L’Eucaristia e il presbitero”.Martedì 15 i sacerdoti, i religiosi e i diaconi sono stati coinvolti nei lavori di gruppo e in as-semblea, mentre mercoledì 16 il vescovo Douglas ha presentato le Linee pastorali del nuovoanno “Il pane del viandante. L’Eucaristia nella vita delle nostre comunità”.Nella foto, l’intervento di don Renato Serra durante l’incontro di martedì 15 settembre.

    a vent’anni a Cesena l’Azione Cattolica diocesana aiuta i giovaniinnamorati a verificare la propria vocazione all’amore: nell’autunno del1995 è iniziato questo percorso che negli anni si è arricchito della preziosacollaborazione della parrocchia di Sant’Egidio.

     Amori in corso è da sempre un percorso, non un corso, per quei giovani innamoratiintenzionati a vivere in maniera speciale il proprio fidanzamento con momenti diconfronto, di dialogo, di testimonianza e di preghiera. Il gruppo di giovani che siviene creando aiuta ad aprirsi e a non considerare la coppia come un’entità che bastaa se stessa e il confronto per ogni incontro viene fatto con gli altri, con il partner, conle coppie animatrici, con i testimoni. Il dialogo e la riflessione vengono impreziositidalla presenza di un sacerdote assistente: in questi anni don Gabriele è statofondamentale.In vent’anni molte sono state le coppie di giovani che hanno partecipato ad “Amori incorso”, con tempi e modalità differenti:qualcuno all’inizio della storia d’amore,qualcuno ormai vicino al matrimonio,qualcuno ha percorso il cammino perpoco tempo, qualcuno invece ha battutorecord di frequenza (7/8 anni filati, nonfacciamo nomi, naturalmente:…). Cisono anche coppie che si sono lasciate

    durante questo percorso di verificavocazionale, qualcuno poi è tornato conquello che si è rivelato un vero amore.Per questo percorso che dura davent’anni non c’è che da ringraziare: diregrazie ai giovani innamorati (quasi 80coppie) che si sono lasciati coinvolgere eappassionare; dire grazie alle coppieanimatrici (11) che hanno saputo

    D

    “Amori in corso” e in cammino

     F e s t a  i n s i e m e

    condividere la loro vita con i giovani,diventando veri testimoni di vitafamiliare; dire grazie ai tre sacerdoti chenegli anni hanno aiutato con tantoamore: il pioniere don Marcello Palazzi,il caro don Sauro Rossi e il super don

    Gabriele Foschi, sempre disponibile; diregrazie alle presidenze diocesanedell’Azione Cattolica che si sonoavvicendate in questi anni e che hannodato valore a questo percorso; dire graziealla parrocchia di Sant’Egidio aperta eaccogliente sempre con tutti.Il grazie più grande va al buon Dio che,creando l’uomo e la donna, ha reso

    possibile questo miracolo che è l’amore.Per i venti anni di “Amori in corso”faremo festa per gioire insieme di questabella realtà: sabato 19 settembre alle 18 aSant’Egidio di Cesena.Ricordiamo invece che il primo

    momento di incontro del nuovo annopastorale 2015/16 sarà domenica 18ottobre alle 19, sempre a Sant’Egidio diCesena, con una cena di accoglienza ebenvenuto.C’è posto per tutti, vecchi e nuoviinnamorati! Vi aspettiamo!

     Valentina e Massimiliano Turci

    Dal 1995 l’Azione Cattolicadiocesana aiuta i giovani

    innamorati a verificare la propriavocazione all’amore. Negli anniil percorso si è arricchito dellacollaborazione della parrocchiadi Sant’Egidio di Cesena.Sabato 19 settembre alle 18incontro di festa con tutte lecoppie che, negli anni, hannopartecipato al percorso

    Buon compleanno“Amori in corso”

    Sabato 19 settembre alle 18, negli spazidella parrocchia di Sant’Egidio di Cesena,incontro per tutte le coppie che dal 1995ad oggi hanno partecipato al percorsopromosso dall’Azione Cattolica diocesanae dalla parrocchia di Sant’Egidio. Dopo ilmomento di preghiera, cena insieme.Ogni famiglia è invitata a portare con séuna foto significativa del matrimonio edella famiglia.

    i svolgerà sabato 26settembre, con inizio

    alle 9, presso la colonia“Cardinal Schuster” di Cesenatico, l’incontrodi tutti gli operatori e volontari della Caritasdiocesana di Cesena-Sarsina e delle Caritaszonali e parrocchiali. All’incontro parteciperàanche il vescovo Douglas, che presiderà laMessa alle 9,30; a seguire, il vescovoproporrà la riflessione “Si è più beati nel dareche nel ricevere” (At 20,35), con condivisionein assemblea. Dopo il pranzo (offerto dallaCaritas), la relazione-testimonianza di alcunivolontari della Caritas di Piacenza su“L’animazione delle comunità alla carità”. Aseguire, attività a gruppi per percorsi

    condivisi e alle 16,30 preghiera conclusiva.Per esigenze organizzative, è necessariocomunicare la presenza al pranzo entro il 21settembre al 340 7164323 (Giovanna).

    S

    alla colonia “Schuster” 

    Assemblea dei volontaridella Caritas

    Spazio AscoltoFamigliaUn aiutoalla personae alla coppia

    L’Ufficio diocesano per la Pastorale della Famigliadesidera far conoscere l’attività di “Saf, SpazioAscolto Famiglia”, l’aiuto di consulenti familiari allapersona, alla coppia e alla famiglia.“Spazio Ascolto Famiglia” offre alle persone indifficoltà un luogo di accoglienza, ascolto,

    confronto e orientamento, anche in una dimensionespirituale. Si rende disponibile per una relazione diaiuto nelle situazioni di crisi e di difficoltà, didisorientamento e di incomprensione.È a disposizione di persone, coppie e famiglie chevivono situazioni di disagio relazionale, anchelegate all’esperienza della separazione e del

    divorzio. Gli operatori di Spazio Ascolto Famigliasono consulenti familiari volontari, diplomati allascuola Sicof (Scuola italiana consulenti familiari) diRoma, sensibili al bene della famiglia, formati sulleproblematiche del disagio familiare e relazionale eall’ascolto empatico. Il servizio è offerto

    gratuitamente nei giorni di lunedì, giovedì, venerdì,dalle 15 alle 18; per appuntamenti telefonare dallunedì al venerdì, dalle 10 alle 17, al numero 3463694421. La sede è presso l’Istituto Ancelle SacroCuore di San Carlo (accanto alla scuola materna),via San Carlo 316, Cesena. Info: www.noifamiglia.it;[email protected] 

    FOTO ARCHIVIO SIR

  • 8/20/2019 Corriere Cesenate 32-2015

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  • 8/20/2019 Corriere Cesenate 32-2015

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    Giovedì 17 settembre 2015 9Vita della Chiesa

    PETROLCHIMICI

     

     AGROALIMENTARI

     

    ECOLOGIA 

     

    DEPURAZIONE

     

     ACQUEDOTTI

     

    METANODOTTI

     via Marinelli, 6 - 47521 CESENA (Fc)tel. +39 0547 29730 - fax +39 0547 21141

    e-mail: [email protected] Web: www.comce.it 

    in ITALIA nel MONDO

     Progettazione e forniturachiavi in mano Impianti:

    In piazza San PietroFrancesco ascolteràtre coppie“imperfette” A portare la loro testimonianza, sabato 3 ottobre,davanti al Papa e a migliaia di persone provenientida diocesi, associazioni e movimenti, sarannotre coppie: Sara e Juan, fidanzati di Alghero,Stefano e Lorena Girardi, di Trento, Francescoe Lucia Masi, di Pisa. Così la voce delle famigliearriverà sino ai padri sinodali

    ancano due settimane alla Veglia dipreghiera per il Sinodo sulla famiglia,organizzata dalla Chiesa italiana,tramite l’Ufficio nazionale per la

    pastorale familiare, alla vigilia della fase conclusivadei lavori. A portare la loro testimonianza, il 3ottobre in piazza san Pietro, davanti al Papa e amigliaia di persone provenienti da diocesi,associazioni e movimenti, saranno tre coppie: SaraLedda e Juan Luis Giròn Pons, fidanzati di Alghero,Stefano e Lorena Girardi, di Trento, e Francesco eLucia Masi, di Pisa. Diamo loro la parola.

    Come due pugili che non mollano. Tra pocopartiranno per Cuba. Sara conoscerà la famiglia diJuan, che non torna nella sua terra da 12 anni.Insieme a nonna Justina, che l’ha cresciuto, ci saràanche il Papa nell’isola caraibica, per il suo giàstorico viaggio. Ma sarà solo un antipasto di quello

    Sara, 20 anni, e Juan, 24 anni, avranno la gioia divivere al ritorno da Cuba, quando prenderanno laparola per primi davanti a papa Francesco. “Cisiamo conosciuti tramite un’amicizia in comunecinque anni fa, qualche foto e subito il suo sguardomi ha colpito”, racconta Juan: “Avere il suo numerodi cellulare è stata un’impresa”. Poi arriva unsabato di maggio, ad Alghero: “Avevo lo stomacocome quello di una formica, ma poi tutto è statobellissimo, di un sapore diverso, lo stesso saporeche ci unisce da cinque anni con mille difficoltà,mille ostacoli e mille gioie”. “Noi siamo come duepugili: non molliamo mai dopo tanta fatica, tantoallenamento, tante sconfitte e tante vittorie”,assicura Juan. “Andando avanti - gli fa eco lei - ilgioco si è fatto più duro. Il fatto di avere caratteriforti, orgogliosi e testardi come siamo, in un primomomento si è rivelato essere un limite, in seguitola nostra forza. È come togliere degli occhiali rosache ti facevano vedere solo il positivo. All’inizio

    rivorresti quegli occhiali rosa per vederenuovamente tutto perfetto e iniziano le discussioniperché quei difetti sembrano ostacoli insuperabili.Poi capisci che non sono ostacoli insuperabili magradini che, se riesci a salire, ti regalano un

    Mpanorama stupendo che supera di granlunga la visuale offerta dagli occhiali rosa.Come diciamo sempre, è come se ci fossimofidanzati un’altra volta il giorno cheabbiamo deciso di salire insieme queigradini”.

    Il “progetto di coppia” dei figli. Lorenainsegna italiano alla scuola elementare,Stefano è cartografo del Catasto provinciale.Sono sposati da 24 anni e hanno 4 figli:Emanuele, Martina, Luca, Francesca. Vivonoa Ravina, una frazione del Comune di Trentoe sono responsabili della pastorale familiaredella diocesi. Ma tutto è cominciato nellagioventù francescana, dove si sonoconosciuti: sono ancora “in marcia”, comequella volta verso Assisi, e Francesco perloro è un nome dal sapore particolare. Ci

    tengono a raccontare la loro esperienza difamiglia non come una “bella carriera”, maall’insegna della normalità, per definizionesempre imperfetta. Non saranno soli: apresentare la loro testimonianza al Papa cisarà anche una dei loro quattro figli,Martina, 21 anni. Per lei c’è un “progetto dicoppia” con Sandro”, 25 anni, che stacrescendo sempre di più. Lo racconteranno,insieme al Papa. “Non sono le situazionidella vita che ci rendono più o menocristiani, ma le scelte che facciamo in questesituazioni”, dicono Stefano e Lorena:“Questo ci ha insegnato e ci insegna lanostra vita matrimoniale e questo è ciò chevorremmo che i nostri figli imparassero danoi: anche se le strade che intraprenderannodovessero essere molto diverse da quello chepensavamo per loro, la cosa più importanteè un atteggiamento positivo e di speranza

    verso la vita”.Le paste al cioccolato. “Ci siamo vistiquando avevamo entrambi 14 anni. Anzi ioho notato Francesco un sabato in palestra,

    Stefano e Lorena:“Questo ci hainsegnatoe ci insegna la nostravita matrimonialee questo è ciòche vorremmoche i nostri figliimparassero da noi:anche sele strade cheintraprenderanno

    dovessero esseremolto diverseda quelloche pensavamoper loro, la cosapiù importanteè un atteggiamentopositivoe di speranzaverso la vita”

    mentre giocava a basket. Ricordo che erasabato pomeriggio e di solito a sera mifaceva il bagno ancora la mamma. Quellasera, per la prima volta, ho voluto lavarmi dasola. Ho avuto consapevolezza che il miocorpo era già destinato, vocato, ad una vitaadulta. Solo più tardi, entrambi abbiamoricordato che sua nonna e mia zia ciportavano a Messa insieme, nella stessaparrocchia, tutte le sere e, al ritorno, cicompravano una pasta nella pasticceria delquartiere ed era sempre, per tutti e due, unapasta al cioccolato”. A Lucia brillano gliocchi, quando pensa agli inizi del suo lungopercorso di vita con Francesco, alfidanzamento e poi al matrimonio che haregalato loro cinque figli. Oggi Lucia stacombattendo con la malattia, che però “ci haavvicinato, ci ha reso più complici”, assicura:

    “Anche fisicamente e visibilmente siamosempre insieme, una sulla sedia a rotelle,l’altro che spinge… La necessità di pregareinsieme si è fatta più pressante e ci ha apertoa una confidenza e a una comprensione piùgrande. A volte leggiamo nello sguardo di chici incontra una compassione, noi diciamo losguardo del ’poverini’, ma noi non cisentiamo né siamo poverini: non ci siamomai sentiti abbandonati da Dio, non amati. Anzi, misteriosamente, ci sentiamoprivilegiati, preferiti, accompagnati”. Non glichiediamo di anticiparci cosa diranno alPapa, ma Francesco e Lucia ci rispondonoindirettamente con il loro racconto: “Ilmatrimonio vissuto con Cristo, costruitoogni giorno sulla nostra debolezza, sui nostripeccati, sulle crisi, sui litigi, sulle gioie, sulledifficoltà di ogni tipo, ha rivelato a tutta lanostra famiglia una forza invincibile.

     Abbiamo fatto i nostri casini, sono volatipiatti e un giorno anche ombrelli, ma cisiamo ricordati sempre dove poter ritrovarepace e sereno”.

    M. Michela Nicolais

    SABATO3 OTTOBRELA VEGLIA

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    Giovedì 17 settembre 201510   Attualità

    TERRA SANTA sui primi passi della Chiesa e della sua Missionedal 26 dicembre al 2 gennaio 2016 - 8 giorni, volo direo da Rimini

    Pellegrinaggio presieduto da monsignor Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini

    LA GIUDEA: Betlemme, Gerusalemme, Mar Saba, Deserto di Giuda, Gerico, Mar Morto

    LA SAMARIA: Sebaste (la sepoltura di Giovanni Basta), Nablus (il pozzo di Giacobbe),

    Hebron (le tombe dei patriarchi)

    LA GALILEA: Cesare Marima, Nazareth, i santuari del Lago di Tiberiade, Cana, Monte Tabor

    TEL AVIV, GIAFFA, CESAREA MARITTIMA

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    AD LIMINA PETRI (CEI): Credenziali del pellegrino per chi percorrerà a piedi la via Francigena o leanche vie di pellegrinaggio.

    PUGLISI22ANNIDOPO | Don Pino parla ancora alla Sicilia e all’Italiaentidue anni dopo la suauccisione per mano dellamafia, don Pino Puglisi (nella

     foto), martire e oggi - per la Chiesa -beato, parla ancora ai giovani. Aisuoi giovani, quelli di una Palermoostaggio della malavita, e a tutticoloro che vogliono riscattarsi dalmalaffare e costruire un futurodiverso.

    Proprio alla vigilia dell’anniversariodel martirio di don Puglisi, lunedì14 settembre il quartierepalermitano della Zisa è stato teatro

    Vdi una maxi operazione antidrogadei carabinieri per sgominareun’organizzazione dedita allaproduzione e al traffico deglistupefacenti: arrestati lo scorsoanno gli uomini, sarebbero state lemogli a prendere le redini dello

    spaccio. Ma ciò che colpisce,vedendo le immagini girate daicarabinieri nel corso della lungaindagine, è quell’umanità disperata

    alla ricerca della “dose”, come puregli spacciatori, criminali e venditoridi morte, ma cresciuti in un tessutosociale dove è facile, troppo facilefinire dalla parte sbagliata.“Don Puglisi - scrive il gesuita padreFrancesco Occhetta - sapeva che

    molti ragazzi del quartiere, perpoter lavorare, erano costretti adappartenere a Cosa Nostra perottenere quelli che altrove erano

    diritti, come il lavoro, l’istruzione, lagiustizia. Ma don Pino nonsmetteva di sperare in un futuromigliore per loro”.E allora ecco, ventidue anni dopo,l’attualità del messaggio di donPuglisi e la strada per costruire un

    futuro migliore: imprimere unasvolta culturale attraversol’educazione e - perché no? - laproposta cristiana. L’impegno delle

    forze dell’ordine perristabilire la legalitàè essenziale, ma nonbasta. Non bastareprimere, occorreprevenire, offrire aigiovani alternativeconcrete di legalità egiustizia. Per un futuro migliore nonservono parole, ma fatti. Come ha

    insegnato e testimoniato don PinoPuglisi. Sacerdote palermitano,educatore e martire.

     www.agensir.it

    all’inizio della crisi ad oggi(2007-2014) la povertà assolutain Italia è raddoppiata,passando da 1,8 a 4,1 milioni di

    poveri. In punti percentuali si è passatidal 3,1 per cento al 6,8 per cento dellapopolazione. Ma non solo. Sono cambiatii volti della povertà: prima della crisi era

    toccato solo il Meridione, ora anche ilNord. Prima solo gli anziani, ora anche igiovani. Prima riguardava le famiglie conalmeno tre figli, adesso anche con due.Prima si era poveri perché senza lavoro,ora si è poveri anche con il lavoro. E apagare il prezzo più alto, durante la crisi,sono stati i più poveri: il 10 per centodelle persone in povertà assoluta hasperimentato una contrazione maggioredel proprio reddito (-27 per cento)superiore a quella del 90 per cento dellapopolazione. È quanto emerge dalRapporto 2015 sulle politiche contro lapovertà in Italia della Caritas italiana,presentato il 15 settembre aRoma, con una dettagliataanalisi sulle politiche socialidei governi degli ultimi anni,compreso l’esecutivo Renzi.In questi anni, rivela il

    Rapporto intitolato “Dopo lacrisi, costruire il welfare”,sono cambiati i governi, male politiche sociali nonhanno contribuito arisolvere la situazione, cherischia di diventarestrutturale se non viene messo in piedi unsistema di welfare pubblico. Nello specifico,Caritas italiana chiede di nuovol’introduzione del Reis, il Reddito diinclusione sociale proposto dall’Alleanzacontro la povertà. Italia e Grecia sono gliunici Paesi in Europa a non averlo. Da unaanalisi sulle misure prese e annunciatedall’esecutivo Renzi - tra cui il bonus di 80euro per i lavoratori dipendenti, il bonusbebè per famiglie con figli entro i 3 anni,l’assegno di disoccupazione (Asdi) e ilbonus per le famiglie numerose - risulta

    molto scarso l’impatto sui più poveri: solo il22 per cento dei nuclei in povertà ottieneuna delle prime tre misure e solo il 5,5 percento esce dalla povertà assoluta per effettodelle stesse.

    Secondo il Rapporto, lo sforzo complessivodel governo Renzi “è più incisivo di quello dimolti suoi predecessori” per ampiezza diriforme che toccano diversi soggetti sociali.“Tra questi ultimi, tuttavia, non figurano ipoveri”. Inoltre l’idea che la ripresaeconomica e quella occupazionale possanorendere “superflue” le politiche control’indigenza è “una infondata illusione”,senza un vero welfare per i più deboli. Inogni caso “non è vero che qualcosa è menodi niente”, questo lo slogan ribadito daCaritas italiana.

    La crisi ha colpito e colpirà ancora i piùdeboli. Sebbene i dati Istat dicano che lapovertà assoluta ha smesso di crescere (dal7,3 per cento del 2013 al 6,8 per cento del

    2014), questo non vuol dire che tutto sia aposto: “Rispetto all’Italia pre-recessione gliindigenti sono più che raddoppiati -afferma Cristiano Gori, docente di politicasociale all’Università Cattolica del SacroCuore, responsabile scientifico del Rapporto-. La peggiore crisi economica del secondodopoguerra ha colpito soprattutto i piùdeboli”. E difficilmente si riuscirà a tornareai livelli pre-crisi. Anche nei prossimi anni,osserva Gori, l’indigenza sarà “maggiorerispetto al passato e trasversale a tutti igruppi sociali”, tanto da costituire “un tratto

    abituale del nostro Paese”.Politiche sociali “nel segno della continuità”. Povertà diffusa, quindi, anche acausa di un welfare pubblico “ancora del

    tutto inadeguato”. Nel 2012 i Comunihanno speso in media 15 euro a personaper servizi e interventi sulla povertà, conun massimo di 22 euro nei Comuni delCentro e soli 6 euro al Sud. Per Gori ilgoverno Renzi ha messo in campopolitiche sociali “nel segno dellacontinuità” con il passato, anche perché

    le misure come i bonus non hannoaiutato le persone “incapienti”, quellicioè che non pagano le tasse perché conreddito inferiore agli 8.145 euro l’anno.Gli 80 euro ai dipendenti, ad esempio,hanno incrementato il reddito dellefamiglie indigenti solo dell’1,7 per cento.Nel 2017 il bonus bebè sarà ricevuto solodal 9 per cento delle famiglie povere. Eanche se complessivamente il sollievosul reddito dei poveri è del 5,7 per cento,quindi “migliore rispetto ai precedentigoverni”, si tratta di “un avanzamentomarginale” perché raggiunge solo il 20per cento delle famiglie in povertà

    assoluta. Il leggero aumentodei fondi nazionali (politichesociali, non autosufficienzae nidi) è una novità positivama ancora esigua rispettoagli stanziamenti pre-crisi.

    Basti pensare che nel 2008 ifondi nazionali per lepolitiche sociali erano di3.169 milioni di euro e nel2015 di soli 1.233,70 milionidi euro.

    Sugli interventi annunciati: il RapportoCaritas prende in esame anche gli interventiannunciati dall’esecutivo per il prossimotriennio: abolizione della Tasi sulla primacasa nel 2016, riduzione di Ires e Irap nel2017 e dell’Irpef nel 2018. L’impattodell’abolizione della Tasi sui poveri sarà“estremamente contenuto” poiché solo il 35per cento delle famiglie in povertà assolutala paga. Anche la riduzione dell’Irpef nonaiuterà gli incapienti (perché ovviamentenon la pagano), mentre Ires e Irapriguardano solo le imprese. Le misure

    annunciate impatteranno dunque moltopoco sui poveri assoluti, visto che nonhanno abbastanza soldi o proprietà perpagare queste tasse.

    Patrizia Caiffa 

    D

    Presentato il Rapporto Caritas.Gli ultimi sono diventati ancora più ultimi

    Due milioni in più di veri poveriItalia spaventata: dall’inizio della crisi ad oggi (2007-2014) la povertà assoluta in Italia è raddoppiata,

    passando da 1,8 a 4,1 milioni di poveri. In punti percentuali si è passati dal 3,1 per centoal 6,8 per cento della popolazione. Richiesta l’introduzione del Reis, il Reddito di inclusione sociale

    proposto dall’Alleanza contro la povertà. Welfare pubblico “ancora del tutto inadeguato”

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    SIR

  • 8/20/2019 Corriere Cesenate 32-2015

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    Giovedì 17 settembre 2015 11Attualità

    il Periscopio di Zeta

    L’ergastolano Carmelo Musumeci dà voce a un innocenteTocca a noi fare rimbalzare questo appello

    Nel silenzio, lo sciopero della fame

    Dare voce a chi non ce l’ha. Non si tratta solo di uno slogan. Si trova nel

    dna di questo giornale e dei tanti settimanali “cugini” sparsi perl’Italia. Se ciò è vero, in questo numero devo assolutamente lasciarequesto spazio a una persona che lo merita di sicuro. Chiariamoci: non sitratta di un boy scout, come mi ha detto una mia carissima amica che sioccupa di carceri. Anche Roverto Cobertera ne ha combinate delle sue, manon ha commesso l’omicidio per il quale è in prigione da dieci anni ed èstato condannato all’ergastolo. Chi lo accusava ha ritrattato e si è dettoresponsabile del delitto. Solo che i tempi della giustizia italiana sono noti atutti, ma il detenuto Cobertera non ce la fa più.Del caso si è occupata anche Agnese Moro sulla Stampa di domenica scorsa. All’interno della sua rubrica “Costruire cose buone” ha pubb licato la letterache l’ergastolano non più ostativo Carmelo Musumeci (cfr a pagina 23 lalettera al direttore) ha fatto girare per rendere noto l’appello di Cobertera el’inizio del suo sciopero della fame. Ecco cosa ha scritto Musumeci qualchegiorno fa anche a me.Roverto Cobertera sta continuando il suo sciopero della fame per dimostrare lasua innocenza. Ed è disposto a morire per questo, perché tempo fa mi avevadetto che nessuna vita vale la pena di essere vissuta se devi scontare una penaper un delitto che non hai commesso. Mi aveva anche confidato che sperava di 

    a lasciarmi morire di fame. E credo che non cisia nulla di più bello nella vita che morire perdimostrare la propria innocenza”.Che posso fare per Roverto Cobertera? Nulla! Forse però potete fare qualcosa voi. E lancioquesto appello a papa Francesco, al Presidente 

    della Repubblica, alla magistratura italiana e alla società civile, perché qualcuno si attivi per dare voce e luce a un povero negrocondannato innocentemente, in Italia “culla” del Diritto.

    Ho raccolto questo appello. Volentieri lofaccio mio. Ai lettori chiedo di farealtrettanto. Abbiamo il dovere di tentarequalche strada, non solo perché Roverto stafacendo lo sciopero della fame, ma perché lagiustizia deve fare il suo corso in tempiaccettabili: una persona non può rimanere incarcere se in quel luogo non ci deve stare.Sembrerebbe banale. Invece la realtàdimostra che non lo è. Allora cerchiamo dimodificarla in meglio, per il bene di tutti, acominciare da quello di Roverto e della suafamiglia. (896)

    morire prima che lo ricoverassero all’ospedale,perché non voleva essere alimentato con la forza. Non vedo Roverto da quando ha iniziato il digiuno, perché lui è in una sezione diversa dallamia e possiamo scambiarci solo dei biglietti tramite alcuni compagni in comune. Oggi horicevuto un altro suo biglietto:“ Caro Carmelo, fin quando non sarà riconosciutala mia innocenza non mangerò e non parlerò più.Questo mondo non mi vuole e io non voglio piùlui. Per dimostrare la mia innocenza sono pronto

    SuperAbiledi Arianna Maroni

    LA LIBRERIA ITINERANTE

    Non vede bene e leggere per lui è una grandefatica che richiede tempo e tanta pazienza.

    Eppure il suo sogno è portare i libri ai bam-bini, facendoli entrare in un posto completa-mente magico: una roulotte piena di storiepensate per tutti, anche per chi, come lui, haproblemi di vista o di lettura. È un librarioviaggiatore siciliano Giovanni Lauritano (47anni) , che dopo aver lavorato per tanti annitra gli scaffali di grandi librerie, ha dato formaal suo sogno. “Un sogno iniziato in un cam-peggio al mare - ci racconta - dove c’era unazona con tante roulotte dismesse. Allora hopensato a come sarebbe stato bello averneuna e darle vita. E così ho fatto. A luglio 2014,quando è scaduto l'ultimo contratto con Fel-trinelli - continua - ho iniziato a cercare unaroulotte che potessi trasformare in libreria. Èstata una ricerca lunga - ci spiega - perché miserviva una roulotte che non avesse bisognodi grandi modifiche”. Sono bastati pochi ritoc-chi, “il falegname che ha realizzato delle scaf-

    falature, l’elettricista che ha messo a punto ilsistema elettrico e posizionato il pannello so-lare. E poi via le ante dagli armadi, per trasfor-marli in librerie, la cucina è diventata la cassa,il bagno è rimasto al suo posto e le cassepan-che, con un paio di cuscini, sono diventatecomode sedute. Così, in poco tempo, nellaroulotte sono spuntati due confortevoli salot-tini per la lettura.La roulotte si è trasformata in “Libertina li-breria itinerante”. A quel punto, “ho iniziato acontattare le case editrici che già conoscevo egirare per le fiere nelle diverse città. Ho sele-zionato i libri uno per uno - racconta - sce-gliendo quelle piccole grandi case editrici perl'infanzia che hanno un’attenzione partico-lare alla visione del bambino. Naturalmente,non ho potuto non pensare ai bambini chehanno problemi di lettura, per disabilità vi-sive o disturbi dislessici: e quindi mi sonoprocurato quelle collane, come ‘I pesci par-

    lanti’ di Uovonero, che prestano particolarecura nella scelta della carta, delle illustrazioni,delle dimensioni dei caratteri e realizzanoquindi libri adatti a bambini con difficoltà vi-sive o cognitive”.Una volta riempiti gli scaffali, “la roulotte è di-ventata davvero il posto incantato che avevosempre immaginato: basta salire quel gradinoe si entra in un luogo pieno di magia. Io facciofatica a leggere e confesso che, per essere unlibrario, non leggo molto, anche perché miserve tanto tempo e, nella maggior parte deicasi, strumenti che mi aiutino. Quando i ca-ratteri sono molto grandi, riesco a leggerli,piano piano. Ma portare i libri tra i bambini eoffrire a tutti questo piacere, è quello che hosempre sognato. La bellezza di stare in unapiazza, magari fino a notte, aprendo la portadella roulotte ai bambini, o apparecchiandoper loro, all’aperto, tavoli pieni di libri, è dav-

    vero unica. Ed è meraviglioso vedere comequesta idea riscuota interesse: in tanti si avvi-cinano, moltissimi si complimentano. Ora cisono tanti progetti in cantiere, tante idee evarie collaborazioni che dovrebbero nascere.Farò di tutto perché questo bel sogno conti-nui a camminare. E vada sempre più lontano”.

    igrazioni e persecuzioni deicristiani: sono questi iprincipali temi che stannofacendo da sfondo

    all’assemblea plenaria dei vescovi ecardinali presidenti delle Conferenzeepiscopali europee (Ccee) in corso inTerra Santa, tra Korazim, Gerusalemme eBetlemme (fino al 16 settembre). Unevento storico poiché è la prima volta chei vescovi, presidenti di 35 Conferenzeepiscopali in rappresentanza di 45 Paesieuropei, si ritrovano nella terra di Gesùper la loro assemblea annuale. “Siamo quiper dare un segnale umile, discreto maconcreto di vicinanza, di ammirazione egratitudine per la Terra Santa - spiega ilpresidente della Conferenza episcopaleitaliana, cardinale Angelo Bagnasco - digrande stima per i cristiani che qui vivonoe presidiano i luoghi santi cari a tuttal’umanità, cattolica e cristiana, e che sonoin forte difficoltà. Tornare alle radici dellanostra fede cristiana è una grande graziache noi vescovi riceviamo.

    Ha citato le comunità cristiane in grandedifficoltà e il pensiero corre anche a quel-le perseguitate in Siria e in Iraq. Domeni-ca scorsa, all’Angelus, papa Francesco ha 

     voluto ricordare la “testimonianza di tan-ti fratelli e sorelle nostre, giovani, anzia-ni, ragazzi, bambini, perseguitati, caccia-ti via, uccisi per confessare Gesù Cristo”.È possibile fermare queste persecuzioni ecome?Intanto con la preghiera, come papaFrancesco ci invita a fare. In secondoluogo è necessario che i riflettori delmondo e dei media non si spengano suquesta tragedia continua dellapersecuzione religiosa ed etnica. Altropunto importante è aiutare i cristiani anon essere costretti ad abbandonare ilproprio Paese aiutandoli sul piano dei

    bisogni, come casa, lavoro, istruzione.Non è facile, ma è un aiuto concreto.

    La Cei a riguardo ha promosso diversiprogetti…La Chiesa italiana recentemente ha

    stanziato circa due milioni di euro perpermettere a 1400 bambini figli dirifugiati cristiani accolti in Giordania ditornare a scuola. I vescovi di qui mi

    riferiscono che è stato un grande segno diincoraggiamento anche per i genitori lacui vita riprende una certa normalità nelvedere i figli in classe.

    Tornando alle persecuzioni, preghiera esolidarietà di certo non bastano per fer-marle. Servirebbe un impegno maggiore,concreto, da parte della comunità inter-nazionale, non crede?La cosiddetta comunità internazionale amio avviso, se volesse, potrebbe metterela parola fine. Non attraverso particolariazioni di forza, ma per mezzo di altricanali. Intendo dire che se si isolasserocoralmente tutti i soggetti tirannici eviolentatori che sono contro le libertà e lavita di tanta gente, con una continuacondanna morale, ripetuta e universale -tagliando nel contempo ogni rapportocommerciale - io credo che le cose

    potrebbero cambiare.

    Stiamo assistendo a un vero e proprioesodo di massa di migranti verso l’Euro-pa. Si sono registrate un’altra stragi dimigranti nell’Egeo, molti erano neonati ebambini. Nel frattempo il ministro deiTrasporti tedesco, Alexander Dobrint, ha denunciato il “fallimento totale” dell’Uenella difesa dei suoi confini esterni, solle-citando l’applicazione di misure urgentiper arrestare l’afflusso record di migrantidal Medioriente…Cosa significa che l’Europa non ha saputodifendere i suoi confini esterni? Vuol direforse che si dovevano erigere muri o filispinati? Non è questa la logica diun’Europa civile! Inutile che si aspetti inEuropa che questo fenomeno si dissolva.Il Sud del mondo si è messo in

    movimento verso uno spiraglio di vitamigliore e nessuno lo fermerà. Per questovado ripetendo che non solo l’Europadeve muoversi - e si è mossa molto tardi -.Ricordiamo che l’Italia è stata la primache si è mobilitata, con grande generosità,

    e meglio che ha potuto. Ma anche l’Onudeve prendere seriamente inconsiderazione il fenomeno a livellointernazionale.

    Questi giorni sono serviti ai vescovi an-che per incontrare tante famiglie dellecomunità locali e ascoltare i loro bisogni,aggravati dai conflitti di questa regione.Fra poco meno di un mese si svolgerà ilSinodo ordinario sulla famiglia che sta suscitando molte attese. Che cosa reali-sticamente possiamo aspettarci da que-sto evento?Il Papa ha raccolto e dato forma allepreoccupazioni di tutti i suoi vescovi epastori. Ci si domanda come mai i giovanifanno fatica a sposarsi: sembra cheabbiano quasi paura a creare unafamiglia. E come mai i legami affettivisono spesso tanto fragili? Perché ci sonocosì tante divisioni, separazioni, divorzi?Come è possibile aiutare di più e megliol’educazione affettiva, che ormai devecominciare prestissimo? Un’educazione

    che avvenga in modo corretto e nondistorto come si vorrebbe, e mi riferiscoalla teoria del gender… Questi sono iproblemi di fondo del Sinodo, durante ilquale affronteremo anche altri temi -come già fatto nella prima parte delSinodo - in modo sereno e leale insiemeal Santo Padre.

    Un problema sarà la legge sulle unioni ci- vili che, a sentire il premier Renzi, sarà approvata entro il 15 ottobre?Ribadisco, a riguardo, la nostra posizione,che è semplice: la Chiesa non è contronessuno ma crede fermamente e sostieneil matrimonio naturale come è descrittonella nostra Costituzione, quindi padre,madre, figli, con determinati diritti edoveri sulla base del patto matrimoniale.Non capiamo perché ogni altra forma di

    convivenza debba essere trattata allostesso modo del matrimonio e dellafamiglia.

    Daniele Rocchi

    Gianni Borsa 

    (Korazim)

    M

    “La comunitàinternazionaleisoli i tiranni

    e i violentatori”

    CARDINALE BAGNASCOIl presidente della Conferenzaepiscopale italiana dalla Terra Santa:“Noi vescovi europei siamo quiper dare un segnale umile,

    discreto ma concreto di vicinanza,di ammirazione e gratitudine,di grande stima per i cristiani che quivivono e presidiano i luoghi santi”.La solidarietà concreta della Cei.Il tema delle migrazioni versol'Europa, le responsabilità dell'Onu el'imminente Sinodo sulla famiglia

     TERRA SANTA (FOTO SIR)

  • 8/20/2019 Corriere Cesenate 32-2015

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    Giovedì 17 settembre 201512   Cesena

    Ammalato di Sla

    E’ morto Ivan Ceredi

    La scorsa settimana è morto Paolo IvanCeredi, l’ammalato di Sla a cui fece visita ilcalciatore Javier Zanetti e di cui abbiamoparlato diverse volte su queste colonne. L’excalciatore andò a trovare Ceredi, che abitavain zona San Rocco, nel dicembre 2011 pochigiorni prima della sfida al Manuzzi fra ilCesena e l’Inter, squadra di cui Ceredi eratifosissimo.

    Cesenati incontrano

    il cerimoniere del Papan gruppo di ministranti diSan Pio X, accompagnatida Massimo (Pepe) Pieri,la scorsa settimana è stato

    ricevuto da monsignor GuidoMarini, Maestro delle Cerimoniedi papa Francesco."Per noi appassionati del servizioall’altare - spiega Pieri - è statauna esperienza fuori dal normale,non da tutti giorni. Oltre al sottoscritto c’eranoSimone, Alberto, Alessandro, Andrea e Tommaso.Tra loro anche Davide Magnani, ex chierichetto; orapresta servizio attorno ad un altro "altare",

    l’organo, con la stessa passione, serietà ecompetenza di sempre. Mi è stato di grande aiutonel gestire il gruppetto di ministranti, entusiasti escatenati"."Una volta entrati nell’ufficio di monsignor Mariniin Vaticano - continua Pieri - si è palesata ai nostriocchi la modesta dimora nella quale trascorre legiornate a preparare le sacre liturgie, a riceverepersone altolocate, non semplici ministranti comenoi. Ma dallo sguardo dolce e dalla voce delicata,misurata, mai oltre il necessario, ho percepito cheha gradito molto la nostra visita. Ci ha messo subitoa nostro agio chiedendo di presentarci. Ad uno aduno i ragazzi si sono fatti forza. Era naturale che

    U

    l’imbarazzo per l’emozione prendesse ilsopravvento. Ho preso la parola cercando dispiegare il motivo principale che ci ha spinto a farequesto pellegrinaggio: andare sulla tomba degli

     Apostoli come segno di umiltà, di obbedienza alPapa e alla Chiesa confermando il nostro desideriodi continuare il servizio all’altare di nostro Signore".Monsignor Marini ha dato tre preziosi consigli aiministranti: fare attenzione perché il servizio sia diaiuto e non di intralcio o di disturbo: chi staall’altare è visibile a tutti; perseguire l’umiltà nelprestare il proprio servizio richiesto; se quello che sivive durante il servizio all’altare, non cambia la vita,allora il servizio non serve a nulla."Ci tenevo che monsignor Marini - continua Pieri -ci aiutasse a capire il modo giusto di vivere ilmistero cui partecipiamo nel nostro servizio diministranti. Siamo chiamati ad aiutare in modo

    particolare i sacerdoti nelle funzioni liturgiche, marischiamo spesso di alienarci, cioè di essere presidal fare quella o l’altra cosa o dall’apparire piùimportanti degli altri. Per questo ci ha regalato tre

    perle di saggezza che custodiamo gelosamentecome cuore di questo pellegrinaggio"."Abbiamo posto domande sulla musica sacra emonsignor Marini ha sottolineato l’importanzadella musica che è parte viva e integrante dellaliturgia. E’ bene quindi che sia equilibrata nei tempie nei modi, sia di aiuto e in simbiosi con tuttal’assemblea per aiutare a vivere il mistero che si stacelebrando"."Prima di ripartire - conclude Pieri - abbiamo fattouna visita in San Pietro fermandoci a salutare Gesùe i papi sepolti in basilica in particolare i più vicinial nostro cuore come san Pio X, san Giovanni PaoloII, san Giovanni XXIII".

    Gruppo di ministranti di San Pio X

    I ragazzi sono stati accompagnatida Massimo (Pepe) Pieri.Monsignor Marini ha dato alcuniconsigli fra cui: "Il servizioall’altare deve cambiare la nostravita. Altrimenti non serve"

    Gender: Zoffoli vota no

    Il parlamentare europeo Damiano Zoffoli, diCesenatico, nei giorni scorsi ha votatocontro all’ipotesi di introdurreobbligatoriamente nelle scuole, fin dalleelementari, l’educazione sessuale con laquale si intenderebbe fornire anche«informazioni oggettive» sugli orientamentiomosessuali e la cosiddetta «identità digenere» (si è uomo o donna non per nascitae biologia ma per «scelta»). Lo ha riportato ilquotidiano Avvenire la scorsa settimana.Dopo il rapporto sui diritti umani nell’Ue cheesorta gli Stati membri dell’Unione cheancora non l’abbiano fatto a introdurre leunioni omosessuali, mercoledì scorso ilParlamento Europeo si è espresso aStrasburgo con un altro documento: anchequesto, precisiamo, senza alcun valorelegale cogente.La risoluzione non legislativa sulla“Emancipazione delle ragazze attraversol’istruzione nell’Ue” è stata approvata aStrasburgo dal Parlamento europeo con 408

    sì, 236 voti contrari (tra cui quello delcesenaticense Damiano Zoffoli con altri trecolleghi del Pd - Patrizia Toia, Silvia Costa eLuigi Morgano e l’astensione di NicolaDanti).

    Cesena | In memoria di Gabriele 

    C’era anche la squadra degli Ex obiettori di Villa Bianchi al sesto Memorial GabrieleDelvecchio, al torneo di calcetto che si è svolto a Cervia nelle scorse settimane. Lasquadra degli ex obiettori, dove a suo tempo militava anche Delvecchio, è giunta alterzo posto, mentre il trofeo se l’è aggiudicato la compagine cesenate Virtus. Questagiornata del ricordo si è conclusa con una cena conviviale presso la Colonia di "Mare e Vita". Il ricavato della manifestazione è stato devoluto in beneficenza.

  • 8/20/2019 Corriere Cesenate 32-2015

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    Giovedì 17 settembre 2015 13Cesena

    Cassa di RisparmioConti da mettere in sesto

    a Cassa di risparmio diCesena prosegue nel suocammino di risanamentocon l’obiettivo di tornare a

    distribuire utili ai propriazionisti, Fondazione in primis .Quest’anno, infatti, la Cassa nonha distribuito dividendi,concentrandosi sull’opera diriduzione dei costi e di "puliziacontabile" dei crediti in sofferenza (ossia prestiticoncessi di difficile rientro).Su questo fronte, dopo aver analizzato il 70 per centodei crediti deteriorati, la Cassa ha innalzato il livello dicopertura di 43,3 milioni di euro sull’annoprecedente, portando gli accantonamenti a quota 101milioni. Anche la liquidità è ben sopra i limiti fissatidalle autorità (111 per cento a breve termine, 102 percento a medio-lungo termine), con l’esposizione

    verso la Banca centrale europea in calo a 589 milionidi euro.I dati sono stati diffusi a inizio settembre, a seguitodell’approvazione da parte del consigliod’amministrazione del bilancio al 30 giugno: "Il futurofa meno paura - ha commentato il presidente CarispTomaso Grassi - dopo la pulizia effettuata sulportafoglio crediti, convalidata anche dalla rigorosaanalisi dell’Autorità di vigilanza. Il ritorno a una

    L

    redditività aziendale che consenta di remunerareadeguatamente gli azionisti è l’obiettivo primario cheguida l’azione del Consiglio di amministrazione edella struttura tutta, e che contiamo di conseguire giàdal prossimo anno".Una fiducia, quella dei vertici, supportata dai numerie da giudizi indipendenti, come l’indagine della rivistadell’associazione Altroconsumo che ha posto i mutuidella Crc al terzo posto in Italia per convenienza.

    La cinghia tirata sul fronte dei conti, tra aumentodegli accantonamenti e riduzioni dei costi (al 49 percento in rapporto ai ricavi), non ha impedito allabanca di erogare impieghi a medio-lungo termine per87 milioni di euro in un anno (da giugno 2014 agiugno 2015), di cui 77 milioni sotto forma di mutui(per il 43 per cento nel comparto immobiliareresidenziale).La Carisp conferma poi, al 30 giugno, una solida

    liquidità (pari a 1,2 miliardi di euro in attivistanziabili), una redditività positiva (più 14,49milioni) pur a fronte di un calo del risultato digestione (a 47,5 milioni, meno 14,5 milioni per minoriricavi da attività finanziaria).La raccolta da clientela (depositi e risparmio gestito) èrisultata in crescita dello 0,81 per cento su baseannua. Al suo interno spicca il trend relativo allaraccolta gestita, che segna un incremento del 25,94

    per cento su base annua.Rispetto a fine 2014 la copertura delle sofferenzerisulta pari al 57,6 per cento (più 3,2), mentre nelcomplesso il tasso di copertura dei crediti deterioratisi attesta al 38,4 per cento (in aumento rispetto al 35,9di fine 2014).In continuo calo i costi della struttura: meno 12,75 percento le spese amministrative, meno 16 per centoquello del personale.

    In aumento la raccolta dalla clientela

    La Crc ha innalzato il livellodi copertura di 43,3 milionidi euro sull’anno precedente,portando gli accantonamentia quota 101 milioni

     Villa Calabra | Auguri a nonna Custoda

    Custoda Nicodemo, residente a Villa Calabra, ha festeggiato con figli, nipoti epronipoti i suoi 104 anni. Custoda continua a pregare quotidianamente e arichiedere che le venga portata l’Eucaristia tutte le domeniche presso la sua

    abitazione. "La comunità di Calabrina - scrivono i parrocchiani - ringrazia perl’esempio di fede e