Consumers'magazine

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editoriale ELETTRICITÀ E GAS ENERGIA, NOVITÀ E VECCHI PROBLEMI E' un periodo di fermento per il settore. Tra l'apertura del mercato e l'importante partita, da vincere, sulle rinnovabili arrivano la nuova Autorità e le bollette "semplici" una buona notizia... ...e una cattiva Commercio. La Coca Cola apre ai consumatori Smog. "Mal' Aria" nel dossier di Legambiente "Un incontro istruttivo per capire cosa c'è dietro un grande marchio". Que- sto il commento di Lorenzo Miozzi, presidente del Movimento Consuma- tori in merito alla due giorni di Atlanta organizzata il 7 e l'8 febbraio dalla multinazionale con le associazioni di consumatori italiane. Una fitta serie di incontri e colloqui con esperti di comunicazione e qualità dei prodotti della Coca Cola cui si è accompagnata una visita ai laboratori di innovazione dove si studiano gli sviluppi dei brand. L'emergenza smog che, in queste settimane, interessa buona parte delle città italiane è confermata dal rapporto “PM10 ti tengo d'occhio” di Legambien- te e LaMiaAria, il portale che misura la qualità dell'aria negli 8100 Comu- ni italiani. Nel rapporto viene evidenziato come l'allarme smog rivela dati preoccupanti per 49 capoluoghi di provincia, senza che vi sia distinzione fra quelle di grandi dimensioni e le città più piccole. La “top ten" dello smog vede ben sei città della Lombardia nei primi dieci posti. L iberalizzazioni, ingresso di nuove compagnie nel mercato, nuove regole e nuova bolletta. Il settore dell’energia negli ultimi tempi è stato attraversato da profondi cambiamenti che ancora non si sono compiuti interamente. Ad oggi, sono molti i disagi per gli utenti e importanti gli inter- venti delle autorità indipendenti che, a diverso titolo, si occupano del settore. Le potenzialità di un mercato liberalizzato si stanno manifestando, anche se non uniforme- mente. E’ ancora forte il differente livello di li- beralizzazione tra mercato dell’energia elettrica e quello del gas. Rimangono poi problemi legati ai prezzi e alla possibilità per il consumatore di sfrut- tare in pieno i vantaggi di una vera concorrenza. Su questo bisognerà lavorare in sinergia con l’Au- torità per l’energia - che ha rinnovato i suoi vertici - e attraverso un rapporto diretto con le imprese che erogano i servizi, soprattutto rafforzando la possibilità di ricorrere a procedure conciliative. Intanto le energie rinnovabili stanno occupando importanti quote di mercato, spinte dagli incentivi e dalla volontà di raggiungere gli obiettivi stabiliti a livello internazionale. In questo numero cerchiamo di fare chiarezza sul settore per capirne le criticità e per analizzare le possibilità di intervento. S erve una dose massiccia di concorrenza. Le parole sono prese in prestito dal presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, ma il concetto che sta alla base è comune a tutti i consu- matori. Solo il Governo, evidentemente impegnato in altro, non sembra sentire questa esigenza e continua a non puntare sulle li- beralizzazioni e sulla concorrenza. L’ennesimo e più sconcertante esempio sta nella mancata approvazione di una legge annuale sulla concorrenza richiesta dalle associazioni e dall’Antitrust e prevista per legge. La legge annuale sulla concorrenza ha le sue radici nella “terza lenzuolata” di Bersani, quella che non è mai entrata in vigore a causa della caduta dell’allora governo Prodi. Poi la previsione è stata ripresa e approvata dall’attuale maggioranza. Da allora però è rimasta solo sulla carta. Lo scopo della legge sarebbe proprio quello di far diventare le libe- ralizzazioni il perno intorno al quale ruota il sistema economico. Non interventi urgenti e temporanei, ma programmazione e mo- nitoraggio costanti. Ambiziosi gli obiettivi che la legge si prefigge: dal rimuovere gli ostacoli regolatori, di carattere normativo o am- ministrativo, all'apertura dei mercati, dal promuovere lo sviluppo della concorrenza alla garanzia di tutela dei consumatori. All’Au- torità garante della concorrenza e del mercato è richiesta una rela- zione annuale che evidenzi le criticità e della quale il Parlamento deve tener conto nell’emanazione della legge. Però la legge non è stata emanata l’anno scorso e non sembra che ci sia la volontà né di presentarla né di approvarla neppure quest’anno. Liberalizzazioni, ancora fermi di Lorenzo Miozzi* L'intervista: Emilio Cremona presidente Gestore dei Servizi Elettrici "I l nostro Paese ha la possibilità concreta di farcela". Parola di Emilio Cremona, presi- dente del GSE. Il Gestore, insieme al Ministero dello Sviluppo economico e all'Autorità per l'energia elettrica e il gas, sta lavorando ad una serie di interventi per raggiungere gli obiettivi stabiliti dal Piano d'Azione nazionale per le rinnovabili. Tre i principali punti chiave: la semplifi- cazione dei processi autorizzativi per gli impianti, il potenziamento della rete di trasmissione e l’aggiornamento delle mi- sure di sostegno. Con un occhio di riguardo al con- tenimento dei consumi e alle tec- nologie per l’efficienza energetica e per l’innovazione. A oggi a che punto siamo con le rin- novabili in Italia? Al 31 dicembre 2009 la potenza totale installata da impianti a fonte rinnovabile ammontava a 26,5 GW di cui 17,7 GW di idroelettrico, 4,9 GW di eolico, 1,1 GW di fotovoltaico e 2,0 GW di im- pianti a biomasse. di Angela Carta Poste Italiane SpA ˆ Spedizione in Abbonamento Postale ˆ DL 353/2003 (conv. In L..27/02/04 n..46 ) art. 1 comma 2 e 3 NE/VE Banche Pag. 6 Mutui, famiglie sempre più in difficoltà Salute Pag. 7 Libere di allattare al seno Rubriche Pag. 8/11 Notizie, campagne, informazioni utili Giustizia Pag. 5 Tribunali, ecco la mediazione via Piemonte, 39/A 00187 Roma Tel. 064880053 Fax 064820227 www.movimentoconsumatori.it [email protected] Anno 03 N. 02 marzo 2011 dossier da pagina 2 a pagina 3 *presidente del Movimento Consumatori segue a pagina 4 segue a pagina 4

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Il mensile del Movimento Consumatori

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editoriale

ELETTRICITÀ E GAS

ENERGIA, NOVITÀ E VECCHI PROBLEMIE' un periodo di fermento per il settore. Tra l'apertura del mercato e l'importante partita,

da vincere, sulle rinnovabili arrivano la nuova Autorità e le bollette "semplici"

una buona notizia...

...e una cattiva

Commercio. La Coca Cola apre ai consumatori

Smog. "Mal' Aria" nel dossier di Legambiente

"Un incontro istruttivo per capire cosa c'è dietro un grande marchio". Que-sto il commento di Lorenzo Miozzi, presidente del Movimento Consuma-tori in merito alla due giorni di Atlanta organizzata il 7 e l'8 febbraio dalla multinazionale con le associazioni di consumatori italiane. Una fitta serie di incontri e colloqui con esperti di comunicazione e qualità dei prodotti della Coca Cola cui si è accompagnata una visita ai laboratori di innovazione dove si studiano gli sviluppi dei brand.

L'emergenza smog che, in queste settimane, interessa buona parte delle città italiane è confermata dal rapporto “PM10 ti tengo d'occhio” di Legambien-te e LaMiaAria, il portale che misura la qualità dell'aria negli 8100 Comu-ni italiani. Nel rapporto viene evidenziato come l'allarme smog rivela dati preoccupanti per 49 capoluoghi di provincia, senza che vi sia distinzione fra quelle di grandi dimensioni e le città più piccole. La “top ten" dello smog vede ben sei città della Lombardia nei primi dieci posti.

Liberalizzazioni, ingresso di nuove compagnie nel mercato, nuove regole e nuova bolletta. Il settore dell’energia negli ultimi tempi è stato

attraversato da profondi cambiamenti che ancora non si sono compiuti interamente. Ad oggi, sono molti i disagi per gli utenti e importanti gli inter-venti delle autorità indipendenti che, a diverso titolo, si occupano del settore. Le potenzialità di un mercato liberalizzato si stanno manifestando, anche se non uniforme-mente. E’ ancora forte il differente livello di li-beralizzazione tra mercato dell’energia elettrica e quello del gas. Rimangono poi problemi legati ai prezzi e alla possibilità per il consumatore di sfrut-tare in pieno i vantaggi di una vera concorrenza. Su questo bisognerà lavorare in sinergia con l’Au-torità per l’energia - che ha rinnovato i suoi vertici - e attraverso un rapporto diretto con le imprese che erogano i servizi, soprattutto rafforzando la possibilità di ricorrere a procedure conciliative. Intanto le energie rinnovabili stanno occupando importanti quote di mercato, spinte dagli incentivi e dalla volontà di raggiungere gli obiettivi stabiliti a livello internazionale.In questo numero cerchiamo di fare chiarezza sul settore per capirne le criticità e per analizzare le possibilità di intervento.

Serve una dose massiccia di concorrenza. Le parole sono prese in prestito dal presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, ma il concetto che sta alla base è comune a tutti i consu-

matori. Solo il Governo, evidentemente impegnato in altro, non sembra sentire questa esigenza e continua a non puntare sulle li-beralizzazioni e sulla concorrenza. L’ennesimo e più sconcertante esempio sta nella mancata approvazione di una legge annuale sulla concorrenza richiesta dalle associazioni e dall’Antitrust e prevista per legge.La legge annuale sulla concorrenza ha le sue radici nella “terza lenzuolata” di Bersani, quella che non è mai entrata in vigore a causa della caduta dell’allora governo Prodi. Poi la previsione è stata ripresa e approvata dall’attuale maggioranza. Da allora però è rimasta solo sulla carta.Lo scopo della legge sarebbe proprio quello di far diventare le libe-ralizzazioni il perno intorno al quale ruota il sistema economico. Non interventi urgenti e temporanei, ma programmazione e mo-nitoraggio costanti. Ambiziosi gli obiettivi che la legge si prefigge: dal rimuovere gli ostacoli regolatori, di carattere normativo o am-ministrativo, all'apertura dei mercati,  dal promuovere lo sviluppo della concorrenza alla garanzia di tutela dei consumatori. All’Au-torità garante della concorrenza e del mercato è richiesta una rela-zione annuale che evidenzi le criticità e della quale il Parlamento deve tener conto nell’emanazione della legge. Però la legge non è stata emanata l’anno scorso e non sembra che ci sia la volontà né di presentarla né di approvarla neppure quest’anno.

Liberalizzazioni, ancora fermidi Lorenzo Miozzi*

L'intervista: Emilio Cremona presidente Gestore dei Servizi Elettrici

"Il nostro Paese ha la possibilità concreta di farcela". Parola di Emilio Cremona, presi-

dente del GSE. Il Gestore, insieme al Ministero dello Sviluppo economico e all'Autorità per l'energia elettrica e il gas, sta lavorando ad una serie di interventi per raggiungere gli obiettivi stabiliti dal Piano d'Azione nazionale per le rinnovabili. Tre i principali punti chiave: la semplifi-cazione dei processi autorizzativi per gli impianti, il potenziamento della rete di trasmissione e l’aggiornamento delle mi-sure di sostegno.

Con un occhio di riguardo al con-tenimento dei consumi e alle tec-nologie per l’efficienza energetica e per l’innovazione.

A oggi a che punto siamo con le rin-novabili in Italia? Al 31 dicembre 2009 la potenza totale installata da impianti a fonte rinnovabile ammontava a 26,5 GW di cui 17,7 GW di idroelettrico, 4,9 GW di eolico, 1,1 GW di fotovoltaico e 2,0 GW di im-pianti a biomasse.

di Angela Carta

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via Piemonte, 39/A 00187 Roma Tel. 064880053 Fax 064820227 www.movimentoconsumatori.it [email protected]

Anno 03 N. 02marzo 2011

dossierda pagina 2 a pagina 3

*presidente del Movimento Consumatori

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Il 100% di energia rinnovabile entro il 2050. E’ possibile? Secondo alcuni esperti questa eventualità, che pochi anni fa sembrava fanta-

scienza, potrebbe essere praticabile. L’obiettivo più vicino nel tempo, però, è quello di raggiungere il 20% entro il 2020 e su questo l’Italia si sta muovendo. Il GSE – Gestore dei Servizi Elettrici – ha diffu-so i dati relativi al 2010 secondo cui, la potenza totale installata delle energie rinnovabili in Ita-lia ha superato i 30 GW con incrementi per le singole tecnologie che vanno da un oltre +160% per il fotovoltaico a circa il +20% per l’eolico. Si mantengono invece stabili le potenze degli impianti idroelettrici e geotermoelettrici.La crescita, quindi, è evidente e costante. “Non è possibile sapere se riusciremo a raggiungere gli obiettivi, ma di sicuro l’attività e l’interesse in-torno alle energie rinnovabili sono alti anche nel nostro Paese e l’aumento di questo tipo di fonti è fondamentale per la sostenibilità futura” spiega Ovidio Marzaioli, responsabile del settore Ener-gia & Ambiente MC. Dello stesso parere anche l’Autorità per l’energia che recentemente ha ri-cordato che le fonti rinnovabili rappresentano un'opportunità di diversificazione energetica, di protezione ambientale, di ricerca e innovazione, di sviluppo industriale e occupazione.Per cercare di coordinare questa crescita, il Go-verno ha predisposto uno schema di decreto le-gislativo sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili che è già stato approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 30 novembre 2010, ed è in attesa di ricevere i pareri dalle commissioni competenti.Sullo schema di decreto si è espressa l’Autorità per l’energia affermando che “per promuovere con efficacia le fonti rinnovabili e raggiungere gli obiettivi europei senza pesare eccessivamente sulle bollette, servono regole certe, misure anti-speculazione e meccanismi di mercato”, introdu-cendo così nel dibattito italiano sulle rinnovabili una questione di non poco conto: quella relativa al costo dell’energia.Lo schema di decreto proposto dal Governo, a giudizio dell’Autorità, infatti, contiene aspetti positivi e condivisibili ma “appaiono opportuni

alcuni correttivi per evitare il rischio di ulteriori oneri in bolletta; oneri che nel 2010 hanno pesa-to per oltre 3 miliardi di euro sui consumatori. In particolare, sarebbe opportuno limitare drastica-mente il rinvio a futuri decreti attuativi per ga-rantire agli operatori norme e tempi certi per gli investimenti; dovrebbero preferirsi strumenti di mercato, evitando l'eccessivo ricorso a meno ef-ficienti incentivi amministrati; andrebbero elimi-nate alcune criticità e sovrapposizioni nella ripar-tizione dei compiti istituzionali di attuazione”.“L’allarme lanciato dalla AEEG nella relazione trasmessa al Parlamento sulla situazione del mer-cato gas e elettrico nell’ambito della legge 99 del 2009, non è altro che l’esplicitazione di quanto già più volte abbiamo ribadito in sede pubbli-ca e cioè che gli incentivi alle energie da fonti rinnovabili, in particolare il fotovoltaico, se non contenute in provvedimenti di fiscalità generale rischiano di essere un nuovo balzello per tutti i consumatori, perché contenuti nelle bollette energetiche - ha spiegato Marzaioli - Noi siamo convinti che le fonti rinnovabili costituiscano, per il nostro Paese una grande opportunità di sviluppo sostenibile e di economicità di sistema, ma non debbono gravare sulle tasche dei consu-matori che si ritrovano a sostenere attività (alcu-ne volte speculative, grazie alla distorsione della previsione legislativa) che dovrebbero passare per altri canali di finanziamento più equi e adeguati”.Dal 2001 ad oggi, gli italiani hanno pagato oltre 23 miliardi di euro in bolletta per il sistema cip 6 (a sostegno alle fonti rinnovabili e assimilate) e a rendere ancora più pesanti le future bollette, vi è un eccesso di offerta di certificati verdi e la cre-scita esponenziale degli incentivi al fotovoltaico.Questo quadro va pertanto modificato e riporta-to su valori più consoni all’originario spirito delle incentivazioni che è volto alla creazione di una generazione di energia non invasiva e inquinante e che possa finalmente permettere la diminuzione della dipendenza dell’Italia dai Paesi produttori e esportatori di energia elettrica e di gas.Sul fronte bollette, senza alcun intervento cor-rettivo, si profila per effetto del sistema “incen-tivi” il rischio di una stangata rinnovabili con un impatto crescente: infatti dai 2,5 miliardi di euro del 2009 si è passati ai 3,4 del 2010 e nel 2011 potrebbe arrivare, in assenza di interventi, fino a

5,7 miliardi di euro.A tutto ciò va aggiunto un dato assolutamente incredibile per l'energia di produzione fotovoltai-ca e cioè che, se agli impianti previsti si aggiun-gessero i 3000 MW preventivati con il decreto del 6 agosto 2010, l'obiettivo nazionale al 2020 per il fotovoltaico, verrebbe raggiunto già nel 2013, con sette anni di anticipo e a costi molto più elevati per il sistema, sulla base di tecnologie più costose e meno efficienti rispetto a quelle che potrebbero svilupparsi nei prossimi anni (la fonte

è l’Autorità per l’energia elettrica). Questo para-dosso va corretto in tempo anche in considera-zione che gli attuali incentivi favoriscono i grandi investimenti a scapito della micro generazione, vera nuova frontiera del fotovoltaico.Conclude Marzaioli: “Conviene, quindi, utilizza-re cautela e lungimiranza nell’attuare ancora in maniera indiscriminata la leva incentivi nel foto-voltaico e negli altri settori delle rinnovabili, per non creare da un lato un eccesso speculativo e dall’altro rendere sempre più salate le bollette”.

dossier

Rinnovabili, attenzione agli incentiviENERGIA

Il nostro Paese si sta muovendo per raggiungere gli obiettivi previsti per il 2020. Ma è necessario correggere il tiro su un'indiscriminata "leva incentivi" che pesa sulle bollette dei consumatori

Gas, puntare sull'autonomia

MC, in qualità di associazione a tutela dei consumatori, esprime preoccupazione in merito ad una totale interruzione di fornitura di gas libico dovuta ai drammatici avvenimenti nel Nord Africa.

“Da questa situazione e dalla vecchia diatriba russo/ucraina sui gasdotti, meno traumatica ma sicuramente altrettanto pericolosa, si devono trarre delle riflessioni necessarie per gli scenari energetici prossimi futuri dell’Italia e dell’Europa – sostiene Ovidio Marzaioli, responsabile del settore Energia & Ambiente del Movi-mento Consumatori - la prima è che le politiche energetiche del nostro Paese, in futuro, non dovranno essere più condizionate da scelte di partnership personalistiche e che rendono problematico lo smarcamento e l’auto-nomia di posizioni in situazioni come quelle attuali; la seconda strettamente legata alla prima, riguarda l’uti-lizzazione di fonti di approvvigionamento energetiche più sicure e meno esposte a rischi di condizionamenti; infine la terza consiste nell’aumentare la produzione di energie rinnovabili dall’interno e che permettano autonomia dalle emergenze politiche internazionali”.

E' più facile leggere la bolletta

Dal 1°gennaio 2011 le bollette energetiche dovrebbero risultare più leggibili e trasparenti. Questo grazie al lavoro svolto nei mesi scorsi dall’Autorità per l’energia - anche in collaborazione con le

associazioni di consumatori - che ha portato all’approvazione della “Direttiva per l'armonizzazione e la trasparenza dei documenti di fatturazione” entrata poi in vigore all’inizio di quest’anno. Per facilitare il controllo dei consumi, della spesa e della lettura, è stato introdotto uno schema di bolletta più semplice e più chiaro, corredato da spiegazioni e uguale per energia elettrica e gas. La direttiva si pro-pone di rendere le bollette sempre più comprensibili e trasparenti, agevolando il confronto fra quelle per la fornitura di energia elettrica e quelle del gas.In questo senso le nuove bollette conterranno anche informazioni aggiuntive per agevolare i clienti nel rapporto con i fornitori (ad esempio, come inoltrare un reclamo, procedure in caso di mancato o tardivo pagamento della bolletta, etc.); e informazioni sulle fonti utilizzate per la produzione di elettricità e la tipologia degli impianti (ad esempio, centrali idroelettriche, a carbone, a olio combustibile o a gas).Il nuovo schema di bolletta verrà utilizzato sia per le forniture di energia elettrica, sia per quelle di gas, nonché per le forniture congiunte di energia elettrica e gas (contratti dual fuel, sempre più diffusi nel

mercato libero). La novità riguarda sia le famiglie sia i clienti non domestici di piccole dimensioni. Per con-sentire alle imprese di vendita di adeguare i propri sistemi di emissione, il nuovo schema riguarda tutte le bollette da emettersi dal 1° gennaio 2011. Nel frattempo, è disponibile sul sito dell’Autorità dell’energia e su quelli delle imprese di vendita, un glossario per spiegare, in un linguaggio semplificato, i termini che vengono comunemente utilizzati nelle bollette (ad esempio "quota potenza", "standard metri cubi", etc) .Per facilitare la lettura, i clienti finali riceveranno una bolletta composta da un quadro sintetico e un quadro di dettaglio. Il primo conterrà solo le principali informazioni: caratteristiche della fornitura, riepilogo dei consumi del periodo e dell'importo da pagare, scadenza del pagamento, numeri per i reclami e il servizio guasti. Il secondo quadro spiegherà nel dettaglio la spesa per i consumi, distinguendo tra le varie voci. In particolare la distinzione tra servizi di vendita (liberalizzati) e servizi di rete (tariffati), consentirà alle aziende di vendita di chiarire le diverse componenti previste nei contratti sottoscritti dai clienti e ai consumatori stessi di controllare e verificare meglio la corretta applicazione del contratto. Per ulteriori informazioni si può visitare il sito www.autorita.energia.it.

Dossier a cura di Piero Pacchioli

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A livello legislativo, il settore dell’energia ha subito negli ultimi anni rilevanti cambiamenti che non sono stati ancora com-pletati. Pensiamo alle liberalizzazioni introdotte dal 2003 per

il gas e dal 2007 per il settore elettrico e che hanno portato novità sia per i consumatori sia per le imprese. Un nuovo modo di vedere il mercato energetico e del gas, che, lentamente sta mostrando i van-taggi sperati. Ci sono però aspetti che ancora ad oggi non sono stati adeguatamente affrontati. “Siamo ancora a insistere, e non ci stan-cheremo di farlo, ad esempio, sulla evidente asimmetria fra lo stato di sviluppo del mercato elettrico (più avanzato), e quello del gas (ancora in ritardo) che evidenzia un mercato energetico nazionale a 'due velocità'” spiega Ovidio Marzaioli, responsabile Ambiente & Energia del Movimento Consumatori. Analizzando i dati forniti dall’AEEG, infatti, per l’energia elettrica la quota dell'operatore dominante Enel è scesa al 30% ed un nume-ro crescente di famiglie (13%) ed aziende medio-piccole (35%) si sono “aperte” al mercato libero. L’asimmetria sottolineata si evidenzia con il confronto con il mer-cato del gas, nel quale l'operatore dominante Eni controlla ancora l'84,5% della produzione nazionale e direttamente o indirettamen-te, oltre il 60% delle importazioni. Questi dati, uniti alla vischiosità del mercato al minuto (infatti solo l'8% delle famiglie e il 2% delle aziende medio-piccole hanno effettuato lo switching) dimostrano la necessità di un incisivo intervento legislativo e regolatorio sul quale Movimento Consumatori ha aperto un forte dialogo con tutti i tavoli istituzionali per la giusta definizione delle problematiche.”Come già richiesto dalla nostra associazione - dice Marzaioli - e riprendendo le proposte già effettuate, ribadiamo la necessità sia di potenziare le infrastrutture (gasdotti, rigassificatori, stoccaggi) sia di aprire il mercato alla concorrenza, anche attraverso la separazione proprietaria della rete di Snam Rete Gas dal monopolista ‘di fatto’ Eni”. Aprire il più possibile alla liberalizzazione, infatti, comporta evidenti vantaggi per l’utente. Vantaggi che si possono già misura-re leggendo i dati del mercato libero in relazione, ad esempio, ai disservizi. Anche grazie alle segnalazioni delle associazioni di con-sumatori, infatti, oggi, in Italia, la durata media delle interruzioni, per anno e per cliente, è scesa da 130 a 46 minuti (uno dei migliori risultati in Europa) e la loro frequenza è diminuita del 50%; ciò ha consentito di evitare un costo di oltre 2,7 miliardi di euro per i consumatori. Questi, inoltre, hanno potuto già beneficiare di 28 milioni di euro come indennizzi automatici e di 1,5 milioni come bonus elettricità. Ma non tutto è così roseo. “Ad esempio - continua Marzaioli - le procedure di conciliazione, per le quali come associa-zioni ci siamo impegnati e sulle quali dobbiamo puntare con ancora maggior convinzione in futuro, continuano ad essere un settore con forti criticità. Sono necessarie modifiche per migliore le procedure e raggiungere lo scopo per cui sono nate e cioè risolvere in nuce i possibili contenziosi con le aziende e evitare inutili e defatigan-ti giudizi legali”. Altri motivi di criticità stanno nella promozione di forti investimenti nelle reti, in nuove centrali, nel sviluppare la concorrenza e risolvere l’annoso problema dei rapporti tra vendito-re di energia e distributore che hanno come comune conseguenza il ribaltamento di questi difficili rapporti dei costi sui consumato-ri a partire dal fenomeno della morosità. Troppo spesso, infatti, è l’utente a pagare le conseguenze della scarsa organizzazione o delle mancanze del venditore o del distributore, proprio perché è difficile stabilire l’effettiva responsabilità.Miglioramenti sono auspicabili anche per quanto riguarda la cor-rettezza commerciale. Negli anni scorsi l’Antitrust è intervenuta numerose volte per sanzionare comportamenti illegittimi e scorretti delle aziende. Ancora oggi sono molti i consumatori che indicano che nel settore dell’energia vengono poste in essere diverse pratiche scorrette per l’accaparramento del cliente. Venditori porta a porta disonesti che fanno sottoscrivere contratti di fornitura a consuma-tori inconsapevoli. Questo comportamento va a discapito per prima cosa dei cittadini, ma anche delle imprese in quanto generano scet-ticismo verso le innumerevoli possibilità che il mercato offre.Aspetti positivi, dunque, ma ancora qualche lacuna da colmare per arrivare a un mercato veramente liberalizzato. “La strada intrapresa, alla lunga, sarà quella giusta e già oggi ini-ziamo a vedere i primi segnali positivi. Non possiamo però abbas-

sare la guardia e dobbiamo monitorare il processo di liberalizza-ne e spingere perché siano compiuti gli ultimi passaggi necessari a completarlo a vantaggio dei consumatori e del mercato – spiega Marzaioli - Dal punto di vista del rispetto delle regole siamo tran-quilli perché sia l’Antitrust sia l’Autorità per l’energia negli anni hanno dimostrato grande attenzione nei confronti della tutela dei consumatori”. L’attività di controllo e il monitoraggio del mercato dell’energia sono affidati infatti all’Autorità per l’energia, organismo indipendente che in questi giorni ha rinnovato i propri componen-ti. “Negli anni passati - conclude il responsabile Energia MC - abbiamo avuto, come associazioni e come consumatori, un rappor-to diretto con l’Autorità che ha svolto un ruolo fondamentale nella regolazione e nella tutela degli utenti. Per questo un ringraziamento va al Consiglio uscente e, in particolar modo, ad Ortis. Siamo si-curi che il collegio appena insediato e il nuovo presidente Bortoni avranno la stessa attenzione”.

dossier

LIBERALIZZAZIONE

I dati dell'AEEG parlano chiaro: il settore elettrico registra una confortante apertura del mercato, mentre quello del gas è ancora fermo a causa della posizione dominante dell'Eni. Per Movimento Consumatori, l'obiettivo primario è definire le diverse problematiche per aprire la strada alla concorrenza

Energia: un mercato a "due velocità"I dati sull’andamento dei costi del settore energetico sono stati presentati

nel corso di una recente audizione in Parlamento del presidente dell’Au-torità Garante della concorrenza e del mercato, Antonio Catricalà.

ENERGIA ELETTRICAPer quanto riguarda i prezzi va registrato un andamento differente da quello dei principali Paesi europei e favorevole alle famiglie italiane. “Fino al 2008 - ha spiegato Catricalà - i prezzi al dettaglio dell’elettricità sono cresciuti in misura maggiore che negli altri Paesi, pur a fronte di un comune trend crescente. Nel 2009 e nel 2010, invece, i prezzi al consumo dell’ener-gia elettrica sono diminuiti, a fronte di aumenti, seppure di enti-tà limitata, negli altri Paesi dell’area Euro". La riduzione, secondo i dati Eurostat, è stata dell’1,9% nel 2009 e del 6,8% nel 2010. “Per-ché funzioni la concorrenza - dice Catricalà - è importante age-volare la mobilità della clientela così come ha fatto l’Autorità nei suoi recenti interventi.

GASI prezzi del gas al dettaglio sono influenzati dall’andamento dei prodotti petroliferi. Dopo una contrazione nel 2009 – a seguito del crollo dei prez-zi del petrolio nel 2008 - la tariffa del gas ha subito un rincaro tra il primo trimestre del 2010 e il primo del 2011 di circa l’8,2%, dovuto quasi esclu-sivamente all’incremento della componente a copertura dei costi della materia prima gas28, in riflesso dell’andamento crescente del greggio nel biennio 2009-10. Nonostante il trend crescente, e a differenza di quanto riscontrato nel 2008 e nel 2009, il prezzo del gas naturale sostenuto dalle famiglie italiane nel 2010, al netto delle imposte, è risultato più contenu-to rispetto sia al prezzo medio EU27 sia al prezzo del gas registrato in altri Paesi, tra cui Germania, Francia, Regno Unito e Spagna. “L’attività di ven-dita al dettaglio ai consumatori domestici - precisa Catricalà, - continua a essere caratterizzata da una limitata pressione competitiva evidenziata da bassi tassi di switching".

Focus sui prezzi

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dossier

Rinnovabili, obiettivo raggiungibileIL GESTORE DEI SERVIZI ELETTRICI

Questo rappresenta un grave danno per il nostro Paese che senza una spinta politica e normativa avrà ancora più difficoltà a risollevarsi dalla crisi che stiamo attraversando. Per questo da tempo ci battia-mo per riaprire la strada alle liberalizzazioni che porterebbero notevoli benefici ai cittadini. Urgono, nell’attuale situazione di crisi, più che mai interventi strutturali che non siano di piccola portata come quelli finora attuati dal Governo. Si deve procedere immediatamente nei settori nevralgici per il Paese: trasporti, finanza, energia, poste e in particolar modo sui servizi pubblici locali. Un esempio, fra tutti, è il problema del prezzo dei carburanti, settore che necessita di un riordino immediato. Tutto questo è già stato segnalato dall’Antitrust, nella relazione annuale del 2010, e dalle associazioni di consumatori ma nessuno ad oggi se ne è preoccupato. Il nostro compito è quello di muoverci a fianco dei cittadini per l’affermazione dei loro diritti, per questo da sempre sosteniamo la necessità di interventi di ampia portata per aprire la strada ad una vera concorrenza. La legge annuale è uno strumento utile, ma non

deve essere pensato come un risultato. Tanto più che annuale, appunto, significa che deve diventare un appuntamento stabile del sistema economico e, soprattutto, del sistema di tutela dei consumatori.La stagione politica che stiamo vivendo, invece, ha interessi che sembrano contrapposti rispetto all’esi-genza di liberalizzare. Troppo spesso, infatti, ci siamo trovati e ci troviamo a dover lottare per evitare che le poche conquiste già acquisite non vengano cancellate. Si pensi alle questioni legate al settore assicurativo o a quello delle libere professioni, in particolare degli avvocati, o ancora alle resistenze per quanto riguarda le parafarmacie. Di fronte a un governo e a un parlamento che non agiscono su questi punti in maniera efficace è forte l’esigenza di voltare al più presto pagina e riprendere concretamente il cammino delle liberalizzazioni interrotto nel 2007 per dare finalmente al Paese quella dose massiccia di concorrenza che andrebbe a vantaggio sia dei consumatori sia delle imprese. Lorenzo Miozzi

Liberalizzazioni, ancora fermi

Secondo le prime stime relative alla fine del 2010, i cui dati non sono ancora consolidati, la potenza totale potrebbe aver superato i 30

GW, con incrementi per le singole tecnologie che vanno da un oltre +160% per il fotovoltaico a circa il +20% per l’eolico. Si mantengono invece stabili le potenze degli im-pianti idroelettrici e geotermoelettrici.Per quanto riguarda in particolare il fotovoltai-co, il numero cumulato degli impianti entrati in esercizio è pari a oltre 150.000, per una potenza complessiva di circa 3.300 MW.

Qual è la situazione nel nostro Paese in rife-rimento agli obiettivi stabiliti dall'Europa per il 2020 per le quote di produzione di ener-gia rinnovabile e per il risparmio energetico e ambientale?In linea con gli altri Paesi europei, l’Italia sta se-guendo le disposizioni della direttiva 2009/28/CE in tema di sviluppo delle energie rinnovabili. A tal proposito, nel giugno scorso il Ministero del-lo Sviluppo economico ha trasmesso alla Com-missione Europea il "Piano d’Azione Nazionale" per le rinnovabili, che esplicita la traiettoria di crescita del settore necessaria al raggiungimento degli obiettivi, oltre a evidenziare la necessità di monitorarla. Tra i compiti del Gestore dei Servizi Elettrici c’è quello di fornire al Ministero il supporto ope-rativo per questo monitoraggio, attività che svol-giamo da sempre nel campo dell’energia elettrica. Forti di questa esperienza, con il progetto "SIME-RI", stiamo sviluppando nuove metodologie per il calcolo della quota rinnovabile impiegata nel settore del calore e dei trasporti, anche in collabo-razione con soggetti accreditati, quali il Comitato Termotecnico Italiano. Considerando i dati che finora sono stati raccolti, possiamo dire che nel periodo 2005-2008 il contributo delle FER è pas-sato dal 2,8 al 5,5% nel settore termico e dallo 0,4% all’1,7% nel settore trasporti.Per quel che riguarda il piano di sviluppo delle rinnovabili, inoltre, ricordo che dagli attuali 60 miliardi di kWh annui prodotti da rinnovabili, il nostro Paese dovrà raggiungerne 100 miliardi al 2020. Dobbiamo, quindi, fare uno sforzo per

coprire i restanti 40 miliardi. Ma abbiamo tutte le possibilità per farcela.

Cosa può fare il GSE per accelerare i tempi di utilizzo di fonti di energia alternative, in parti-colare quelle per la micro generazione?In linea con la nostra mission e con le diretti-ve che ci vengono dal Ministero dello Sviluppo economico e dall’AEEG, il nostro compito, oltre all’erogazione degli incentivi, è quello di formare e informare gli utenti su quelle che sono le diver-se possibilità offerte dal mondo delle rinnovabili, compresa la micro generazione.Oltre a fornire incentivi alle rinnovabili attraverso

diversi strumenti previsti dalla normativa vigen-te, il GSE, inoltre, fornisce i cosiddetti servizi di gestione dell’energia “scambio sul posto” e “ritiro dedicato” che valorizzano al meglio le opportunità offerte dalla generazione distribuita. Infine, ricordo, che il Gestore dei Servizi Elettrici, già da qualche anno, ha avviato un dialogo costan-te con le associazioni dei consumatori attraverso un gruppo di lavoro permanente con quest’ultime – denominato appunto “Clienti e Consumatori” - al quale partecipano anche rappresentanti del Mi-nistero e dell’Autorità per l'energia, per informare sulle normative di settore in vigore e recepire pre-ziosi contributi da parte degli stessi consumatori.

Aggiungo che negli ultimi mesi, il GSE ha costi-tuito il progetto Corrente – rivolto agli operatori - con l’intento di contribuire a sviluppare e raffor-zare la competitività tecnologica e commerciale delle aziende italiane attive nella filiera delle fon-ti rinnovabili. A oggi Corrente - rete ad adesione volontaria aperta a tutte le imprese italiane della clean economy - conta oltre 600 aziende.

Quali sono gli vostri obiettivi strategici nel breve e medio periodo?Ripeto che il Gestore dei Servizi Elettrici non fa strategie, ma applica la normativa e le dispo-sizioni dei Ministeri di competenza. Semmai è il nostro Paese ad avere degli obiettivi strategici nell’ambito della sua politica energetica.Come illustrato nel "Piano d’Azione nazionale per le energie rinnovabili", la strategia energeti-ca nazionale per lo sviluppo del settore può es-sere identificata in tre principali punti chiave: la semplificazione dei processi autorizzativi per gli impianti, il potenziamento della rete di trasmis-sione e l’aggiornamento delle misure di sostegno. Per quest’ultime in particolare è in programma, tra le altre, il potenziamento dei meccanismi di promozione per la produzione di energia termica e per l’uso di biocarburanti. Sarà pertanto previ-sto un ribilanciamento trasversale degli incentivi, attualmente concentrati in prevalenza sul settore elettrico, con l’obiettivo di perseguire la sosteni-bilità a lungo termine delle politiche a sostegno delle fonti di energia rinnovabile.È fondamentale, inoltre, ricordare che proprio per il raggiungimento degli obiettivi sarà fonda-mentale anche operare sul contenimento dei con-sumi per i quali è prevista una stabilizzazione fino al 2020 ai livelli attuali.Per questa ragione è da prevedere un ruolo di crescente importanza per le tecnologie per l’efficienza energetica e per l’innovazione (smart grids, domotica, DSM, etc.) che presentano mar-gini di sviluppo molto interessanti in ambito na-zionale.Questi punti sono richiamati nel decreto legisla-tivo di recepimento delle direttiva CE2009/28 attualmente in seconda lettura al Consiglio dei ministri.

segue dalla prima

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editoriale

L'Italia sta seguendo le disposizioni europee e porta avanti il suo Piano d'azione nazionale.Cremona: "Siamo concentrati su diversi aspetti, anche sul contenimento dei consumi"

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"La mediazione? Semplice ed efficace" recita lo slogan della nuova campagna di comunicazione del Governo per pro-muoverla. Dal marzo di quest’anno, infatti, per alcune ma-

terie, la mediazione sarà un passaggio obbligato prima di arrivare in tribunale. Obiettivo del nuovo istituto giuridico è disincentivare il ricorso in tribunale, si legge sul sito del Governo, con la con-seguenza di veder ridurre progressivamente l’arretrato che grava sul sistema giustizia. La mediazione civile, infatti, è lo strumento scelto per ''deflazionare il sistema giudiziario italiano rispetto al ca-rico degli arretrati e al rischio di accumulare nuovo ritardo'', ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Dal 20 marzo 2011 la mediazione sarà obbligatoria nei casi di una controversia in materia di condominio, diritti reali, divisione, successioni ere-ditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti, da responsabilità medica e da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari. Almeno questo era quanto prevedeva la legge. Come era ovvio attendersi, le categorie interessate, in special modo gli avvocati, hanno opposto resistenza alla riforma. Principale criti-ca è di non prevedere la necessità dell’assistenza dell’avvocato nella procedura e, di conseguenza, secondo i rappresentanti della classe forense, con diminuzione di garanzie per il cittadino. A meno di un mese dall’inizio effettivo, le pressioni sembrano aver prodotto dei risultati. La proroga è di un anno per le controversie in materia di condominio e di risarcimento del danno derivante dalla circola-zione di veicoli e natanti, due delle materie che hanno destato più polemiche nel nostro ordinamento. Dal 20 marzo, comunque, do-vrebbe essere necessario ricorrere alla mediazione obbligatoria per le restanti materie. Vediamo come funziona e come comportarsi in caso di controversia. Il ruolo fondamentale nel procedimento di mediazione è svolto dal mediatore, la persona o le persone fisiche che, individualmente o collegialmente, svolgono la mediazione ri-manendo prive, in ogni caso, del potere di rendere giudizi o decisio-ni vincolanti per i destinatari del servizio. Il mediatore è un profes-sionista con requisiti di terzietà. La mediazione può svolgersi presso enti pubblici o privati, che sono iscritti nel registro tenuto presso il Ministero della Giustizia e che erogano il servizio di mediazione nel rispetto della legge, del regolamento ministeriale e del regolamento interno di cui sono dotati, approvato dal Ministero.La mediazione si introduce con una semplice domanda all’organi-smo, contenente l’indicazione dell’organismo investito, delle parti,

dell’oggetto della pretesa e delle relative ragioni. Le parti possono scegliere liberamente l’organismo. Il procedimento di mediazione ha in ogni caso una durata massima di quattro mesi. L’accordo raggiunto con la collaborazione del mediatore è omologato dal giudice e diven-ta esecutivo. Nel caso di mancato accordo il mediatore può fare una proposta di risoluzione della lite che le parti restano libere di accet-tare o meno. Se la proposta non viene accettata e il processo davanti al giudice viene iniziato, qualora la sentenza corrisponda alla propo-sta, le spese del processo saranno a carico della parte che ha rifiutato ingiustificatamente la soluzione conciliativa. Le indennità dovute al mediatore sono stabilite dal decreto del ministro della Giustizia per gli organismi di mediazione pubblici. Gli organismi di media-zione privati possono stabilire liberamente gli importi, ma le tariffe devono essere approvate dal ministro. La mediazione è gratuita per i soggetti che nel processo beneficiano del gratuito patrocinio: in tal caso all’organismo non è dovuta alcuna indennità. Alle parti che corrispondono l'indennità ai soggetti abilitati a svolgere il procedi-mento di mediazione presso gli organismi è riconosciuto, in caso di successo della mediazione, un credito d'imposta fino a concorrenza di 500 euro. In caso di insuccesso della mediazione, il credito d'im-posta è ridotto della metà. Il verbale di accordo è esente dall’im-posta di registro sino alla concorrenza del valore di 50.000 euro.

Piero Pacchioli

giustizia

PROCESSI D'ITALIA

Un arretrato da record

“Abnorme durata dei processi”. Questa, secondo il primo presidente della Cassazione, Ernesto Lupo, è una delle problematiche principali del no-

stro sistema giudiziario. Da un palco importante, quello dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, du-rante il quale si cercano di tirare le somme circa lo stato di salute della nostra giustizia, Lupo non ha risparmiato pesanti critiche.I dati parlano di un arretrato spaventoso, di organici dimezzati e di tempi, appunto, abnormi.La durata, come detto, è il problema più evidente. La durata media dei giu-dizi penali e, ancor più, dei giudizi civili supera notevolmente quella ritenuta ragionevole dalla Corte europea dei Diritti dell’Uomo. La conseguenza è che, dall'entrata in vigore della legge Pinto, sono stati pro-mossi dinanzi alle corti d'appello quasi 40.000 procedimenti camerali per l'equa riparazione dei danni derivanti dall'irragionevole durata, con costi enormi per le finanze dello Stato. Come spesso capita, la differenza con gli altri Paesi europei è abissale. Dall’analisi che la Corte europea dei Diritti dell’Uomo ha compiuto sulle proprie decisioni nel cinquantennio 1959-2009 risulta che per l’eccessi-va durata dei procedimenti l’Italia ha riportato 1095 condanne, la Francia 278, la Germania 54 e la Spagna 11. Lo Stato, inoltre, ritarda nel pagamen-to degli indennizzi già liquidati in via giudiziale, tanto che, a dicembre, la Corte di Strasburgo ha pronunziato 475 sentenze di condanna dell’Italia

per ritardati pagamenti di indennizzi. Sempre dall’Europa sono arrivate a dicembre precise richieste di soluzione per un problema che si trascina, au-mentando sempre più, dal 1999. Lupo ha, infatti, ricordato che l’Italia non è nuova a questa situazione. E’ dal 1999 che il disastro del nostro sistema è sotto la lente dell’Unione Europea. Preoccupante, secondo il presidente Lupo, è la "situazione di scopertura dell'organico della magistratura", leg-germente attenuta dalle assunzioni del 2010 che hanno tamponato l’emer-genza. Emergenza che rimane tale, invece, per il personale amministrativo a causa del "decennale blocco di assunzioni del personale amministrativo e tecnico", sceso, in dieci anni " da 46 mila a poco più di 39 mila presenze".Anche le imprese soffrono per i lunghi tempi di attesa. "I ritardi per la giu-stizia rappresentano un costo: si stimano 4 mila euro a impresa, 23 miliardi per le imprese italiane. Gli imprenditori e i consumatori hanno bisogno di una giustizia veloce e efficiente che consenta di risolvere in modo economi-co le controversie" ha affermato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano.Una delle soluzioni più promettenti per risolvere lo stallo della giustizia, è la conciliazione. Trovare una soluzione tra le parti prima di arrivare davanti al giudice. In questo modo l’organizzazione della giustizia non deve soppor-tare i costi dei processi e le parti hanno uno strumento rapido per la sod-disfazione delle proprie richieste. In Italia, da tempo, si è sviluppata, grazie alle associazioni dei consumatori e alle aziende che hanno deciso di aderirvi,

un tipo di conciliazione cosiddetta “paritetica” che coinvolge associazioni e aziende su base volontaria. Il Governo, invece, ha puntato sulla formula della conciliazione “obbligatoria” per alcune materie che, salvo sorprese, dovrebbe entrare in vigore a marzo di quest’anno. Nel dettaglio, i dati della giustizia alternativa, termine con il quale si ricomprendono tutti gli strumenti alternativi al tribunale (Corecom, negoziazione paritetica, mediazione amministrativa, arbitrati e riassegna-zione nomi a dominio), sono stati fotografati dal “Quarto Rapporto sulla diffusione della giustizia alternativa in Italia” realizzato da Camera di com-mercio di Milano, Unioncamere e Isdaci (Istituto per lo studio e la diffusione dell'arbitrato e del diritto commerciale internazionale), con il patrocinio della Camera dei Deputati, Ministero della Giustizia e Regione Lombardia. Oltre 93.400 sono state le procedure avviate nel 2009. Il maggior numero di domande presentate riguarda la conciliazione presso i Corecom, enti che svolgono la conciliazione tra utenti e compagnie telefoniche, con 43.403 do-mande, il 46,4% del totale. Il dato è in crescita del 12%. Al secondo posto si colloca la negoziazione paritetica, basata su accordi tra imprese e associa-zioni di consumatori. Nell'anno 2009 sono state 30.213 le domande, pari al 32,3%. Seguono, poi , gli altri strumenti: a disposizione la mediazione amministrata dalle Camere di commercio o da altri organismi (18.958 domande, pari al 20,3% del totale) e l'arbitrato con lo 0,9%.

Nel 1999 l’Europa contestò all’Italia la lunghezza eccessiva dei procedimenti giudiziari e chiese di impostare meccanismi perché si arginasse questo fe-nomeno. L’Italia rispose con l’introduzione nel nostro ordinamento della cosiddetta legge Pinto pensata, appunto, per stabilire un’equa riparazione in

caso di violazione del termine ragionevole del processo. Dal 2001 ad oggi però lo Stato non è riuscito a creare meccanismi che ponessero fine alle lungag-gini processuali e, di conseguenza, quella che doveva essere una soluzione temporanea, è oggi una procedura ordinaria che coinvolge migliaia di cittadini. Vediamo come funziona e chi può richiedere l'indennizzo. Il diritto a un’equa riparazione spetta a chi abbia subito un danno patrimoniale o non patrimo-niale a causa del mancato rispetto del termine ragionevole. Secondo i criteri determinati dalle sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, in gene-re, la durata di un procedimento deve considerarsi non ragionevole se supera i tre anni in primo grado, i due anni in secondo grado e un anno in Cassazio-ne. Chiunque abbia subito un processo di durata eccessiva (sia parte vincitrice sia parte soccombente) ha diritto all’equa compensazione per la violazione del diritto alla durata ragionevole del processo. Secondo la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, infatti, se le cause avessero una durata ragionevole, anche la parte perdente ne trarrebbe un beneficio. Inoltre, il risarcimento non è riservato soltanto ai cittadini italiani, ma anche agli stranieri che subiscono una lungaggine processuale nel territorio italiano. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha determinato in 1.000 – 1.500 euro l’importo del risarcimento per ogni anno di eccessiva durata del processo. E’ bene precisare che i giudici italiani riconoscono l’indenniz-zo per il solo periodo eccedente la durata ritenuta ragionevole e, inoltre, per i primi tre anni di durata irragionevole questo indennizzo è ri-dotto a 750 euro. Per informazioni e per richiedere una consulenza più approfondita, contattare il numero verde 800178950 o inviare una e-mail a [email protected] indicando nell’oggetto "SOS Giustizia".

La legge Pinto

Tribunali: arriva la mediazione Da marzo sarà obbligatoria per alcune materie. Lo scopo principale del nuovo istituto giuridico è quello di "decongestionare" i tribunali. Ma le polemiche e gli intoppi non si sono fatti attendere

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di Enea Guarinoni

L'allarme è datato 3 gennaio 2011: l'ANCE, l'Associazione Na-zionale Costruttori Edili denuncia che i mutui italiani sono i più cari d'Europa. Secondo i costruttori il costo elevato dei

finanziamenti immobiliari costituisce un ostacolo alla ripresa del mercato immobiliare italiano. L'ANCE fonda la sua denuncia sul-la comparazione fra i tassi di interesse applicati in Italia e quelli degli altri Paesi dell'area Euro. I mutuatari italiani pagano un tas-so medio del 4,1% mentre la media europea si attesta al 3,74%. E' pronta la risposta di Giovanni Sabatini, direttore genera-le dell'ABI, che difende le banche e sostiene che il rapporto dei costruttori è basato su stime parziali perché relative alle nuove erogazioni e solo ad una parte dell'offerta bancaria totale in me-rito ai mutui, quelli a tasso fisso oltre i dieci anni di durata. Non entreremo nel merito della diatriba, i dati statistici, è noto, ven-gono spesso utilizzati a secondo degli interessi specifici. Quello che appare evidente però è l'enorme difficoltà delle famiglie ita-liane alle prese con il pagamento delle rate del proprio mutuo. Una crisi economica radicata e che si fa sentire sempre più Negli ultimi due anni sono cresciuti in modo repentino i ritardati pagamenti della rata, i casi di insolvenza e anche i pignoramenti degli immobili oggetto di ipoteca. In aumento anche le vendite all'asta di mutuatari non più in grado di pagare il mutuo. La crisi economica, che molti si affannano a dichiarare in fase di esaurimen-to, invece esiste e si fa sentire. E il mantra ossessivamente ripetuto

dal ministro Tremonti e dal suo governo che in Italia la crisi è meno evidente che in altri Paesi europei, è sempre più difficile da credere. La conferma giunge indirettamente proprio dalle ban-che italiane, che il 26 gennaio hanno prorogato a fine lu-glio 2011 la possibilità per le famiglie in difficoltà di so-spendere per dodici mesi il pagamento delle rate del mutuo. La sospensione nel Piano Famiglie Il provvedimento, inserito nel Piano Famiglie dell'ABI, varato nel febbraio dello scorso anno, prevedeva una moratoria per chi, con un mutuo in essere, aveva perso il posto di lavoro sia a tempo in-determinato che determinato, chi in cassa integrazione ,cigo, cigs, e chi rimasto privo di reddito a causa della morte del coniuge. La proroga è applicabile ai mutui per l'abitazione principale di importo fino a 150 mila euro e alle famiglie con reddito non superiore a 40 mila euro e si estende anche ai mutui in fase di preammortamento, a quelli cartolarizzati e a coloro che hanno rate in arretrato fino a 180 giorni.Oltre ai cassintegrati hanno diritto alla sospensione del pagamen-to delle rate il lavoratore dipendente a tempo determinato il cui contratto di lavoro è terminato e il lavoratore autonomo che ha cessato l'attività. La sospensione è di 12 mesi.

Famiglie sempre più in difficoltàIl provvedimento originario e la successiva proroga sono certa-mente importanti, ma non bastano ad arginare l'effetto impove-rimento che la crisi economica ha causato. Se poi aggiungiamo una certa lentezza da parte delle banche nell'applicare il Piano Famiglie, il quadro che si delinea è sconfortante. Dal 2003 al 2008 gli Istituti di credito italiani hanno adottato una politica del credito che prevedeva di finanziare anche le famiglie a bas-so reddito e hanno erogato mutui per importi pari al 100% del valore dell'immobile; in molti casi le banche hanno finanziato anche le spese accessorie (imposte, spese notarili ecc). La cadu-ta libera dei valori del mercato immobiliare ha prodotto una situazione paradossale: migliaia di famiglie ora in difficoltà che hanno acquistato casa attivando un mutuo dell'importo uguale o superiore al valore dell'immobile, anche se decidono di vendere la loro casa non ricavano i soldi necessari per estinguere il mutuo. Preziosi consigli per chi deve richiedere un mutuo A questo punto diamo alcuni suggerimenti che possono essere utili per chi ha deciso di acquistare una casa e attivare un mu-tuo. E' necessario prestare la massima attenzione. Se ci si rivol-ge a un'agenzia immobiliare per acquistare un'abitazione spesso si viene “consigliati” di rivolgersi per il mutuo a una banca o a un mediatore creditizio. Quasi tutti gli operatori immobiliari hanno convenzioni in essere con istituti di credito, finanziarie o broker. Se la loro segnalazione di potenziali mutuatari si concre-tizza con l'erogazione di un mutuo, le agenzie si vedono corri-spondere un compenso. Non sempre quindi , anzi quasi mai, i suggerimenti degli agenti immobiliari rispetto al mutuo sono del

tutto disinteressati. Detto questo è, quindi, importante armarsi di pazienza e vagliare le offerte di più Istituti di credito. Una buo-na e ovvia idea è quella di chiedere un prospetto di mutuo alla propria banca, in cui siano ben specificate le condizioni (il tasso, la durata, le spese accessorie, l'obbligatorietà di una polizza vita, ecc.). Con questo primo prospetto in mano conviene rivolgersi ad altri Istituti di credito, svolgendo una vera e propria indagine commerciale. Altra buona cosa è richiedere copia del contratto di mutuo che si dovrà stipulare. Anche in questo caso le banche non soddisfano facilmente una simile richiesta. Ma, si ricorda, che questo è un diritto del consumatore che si appresta a con-trarre l'impegno finanziario più oneroso e più importante della sua vita. Arriviamo ad un ultimo, ma fondamentale, consiglio. E' senza dubbio da considerare una buona e un'utile pratica quella di non sottoscrivere alcuna proposta di acquisto o preliminare di compravendita prima che la banca abbia, in forma scrit-ta, approvato in maniera ufficiale la vostra domanda di mutuo.

credito & risparmio

Quel lusso che si chiama "mutuo"BANCHE

Sempre più famiglie italiane non riescono a pagare le rate di finanziamento per la propria casa. Colpa della crisi economica, ma le deboli soluzioni prospettate e i rinvii di sospensione previsti dal Piano famiglie peggiorano una situazione d'emergenza

La surroga, o surrogazione, è un'operazione con la quale si sposta un mutuo presso una banca diversa da quella che l'ha erogato per accede-

re a migliori condizioni.In sostanza si accende un nuovo mutuo mantenendo l'ipoteca originaria. Le persone interessate devono richiedere in forma scritta alla nuova banca di acquisire dalla banca originaria l'importo esatto del debito residuo, concordando una possibile data per formalizzare davanti al notaio l'operazione. La banca subentrante, dopo aver esaminato la situazione red-dituale dei richiedenti, ovvero se hanno redditi sufficienti per sostenere le rate del mutuo, comunica la data dell'atto notarile e richiede l'esatto importo del debito residuo. L'istituto di credito originario deve comunicare a quello subentrante l'entità del debito entro dieci giorni dal ricevimento della ri-chiesta. A questo punto in un unico atto il notaio prescelto formalizzerà il contratto di mutuo tra il cliente e la nuova banca, la quietanza di paga-mento rilasciata dalla banca originaria, il consenso alla surroga e l'anno-tazione della surroga stessa a margine dell'ipoteca originaria.La surroga non prevede spese a carico dei mutuatari, che non pagheranno l'atto notarile e l'imposta sostitutiva.L'unica spesa è costituita dall'assicurazione sull'immobile oggetto di ga-ranzia ipotecaria. Tutte le banche italiane chiedono una copertura assicu-rativa incendio e scoppio a loro favore, che quindi già esiste dalla data di stipula dell'atto di mutuo originale. Se si decide di surrogare il proprio mutuo è possibile chiedere il rimborso della polizza assicurativa per gli anni non goduti, oppure, ma gli istituti di credito e le compagnie assicu-rative non sono propensi, il trasferimento della polizza in essere a favore della banca subentrante.L'operazione di surroga è conveniente se le condizioni offerte dalla nuova banca sono più vantaggiose. Conviene, ad esempio, ai mutuatari che negli anni scorsi hanno acceso mutui a tasso fisso (5-7%) e che ora vogliono un nuovo tasso fisso oppure un tasso variabile.

Cosa è la surroga?

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Il mercato del latte artificiale per neonati in Ita-lia non conosce crisi. Il giro di affari delle mul-tinazionali nel nostro Paese è uno dei più alti

in Europa. Le mosse operate dal ministro della Salute nel 2005, su pressione del Movimento Consumatori e di un consistente movimento di opinione che indussero a calmierare il prezzo del latte dai 45 ai 25 euro al chilogrammo ( contro i 9-14 del resto d’Europa) non sono bastate a voltare pagina del tutto.Una recente indagine condotta dall'Osser-vatorio Farmaci & Salute del Movimento Consumatori, sia nei negozi specializzati sia nella grande distribuzione e nelle farmacie, ha dimostrato che non solo il mercato italiano non si è mai adeguato al mercato europeo, ma che recentemente i prezzi sono di nuovo ripresi a salire. L’indagine condotta ha anche evidenziato la realtà di un mercato decisamente confuso. Per cominciare, se una giovane mamma volesse cer-care in più punti vendita il prezzo migliore dello stesso latte, troverebbe della stessa marca formu-lazioni diverse (liquido, polvere, semplice o con diversi addizionanti) e pesi differenti. Ciò non consentirebbe, se non ad un esperto, una oppor-tuna comparazione dei prezzi. Inoltre, lo stesso latte può essere commercializzato da importatori diversi e con additivi differenti (probiotici, ferro, vitamine etc.). In ogni caso, ammesso che si sia in grado di arrivare ad una reale comparazione di prezzi, si verifica che lo stesso latte può ave-re oscillazioni di costo tra un punto vendita e l’altro, addirittura del 30%. Tuttavia, rispetto al passato oggi una neomamma può scegliere alcuni prodotti a basso costo (8-10 euro) della medesima qualità, presenti nella gran-de distribuzione e in farmacia. Un’operazione lodevole che però non ha saputo togliere potere alla penna del pediatra. Richiede molto coraggio, da parte delle giovani coppie non assecondare la prescrizione “per il bene del bebè”; infatti il problema italiano più grande è proprio nei medici e nelle strutture ospedaliere che non accompagnano le giovani mamme all’allattamen-to al seno nella fase del post puerperio. L’anomalia nasce già nelle corsie di ostetricia, dove nella stra-grande maggioranza dei casi, salvo rare eccezioni, le neomamme vengono “abbandonate “ al loro destino. Le puerpere vengono separate dal bam-bino, oppure se anche il bimbo è ricoverato insie-me a loro, non vengono assolutamente sostenute o avviate al difficile percorso dell’allattamento al seno. Atto, forse naturale nei tempi passati che invece richiederebbe, almeno nel primo perio-do, la presenza di figure altamente specializzate e dedicate a questo obiettivo che spieghi-no passo dopo passo gli elementi della tecni-ca dell’allattamento al seno: i tempi precisi, l’alternanza tra un seno e l’altro e la tecnica di preparazione accurata e preventiva di alcu-

ni disturbi legati all'allattamento (ragadi, etc.) prima del parto. Ma che siano soprattutto in grado di rassicurare i nuovi genito-ri sulle paure più diffuse. Come, ad esem-pio, che il latte materno non basti o che non sia sufficientemente energeti-co e abbastanza nutriente per far crescere in modo adeguato il piccolo. Avviene dunque che, pur non essendo un farmaco, ogni mamma dimessa dall’ospedale, porti a casa il pot-enfant e una accurata prescrizione di me-dicinali e di latte artificiale da usare per l’inte-grazione della alimentazione del neonato. Ma tutti i pediatri sanno bene che un bimbo che sperimenta la facilità del biberon, difficilmen-te succhierà in modo corretto al seno. La pras-si di prescrivere il latte alle dimissioni aggira il divieto emanato dal ministro Sirchia di fornire campioni di primo latte in ospedale. Si esplica così un larvato tentativo di allattamento al seno, ma a casa si torna con la prescrizione. Così la leg-ge è rispettata, ma anche le esigenze delle multi-nazionali che evidentemente hanno tutto l’inte-resse che l’allattamento al seno - è proprio il caso di dire - venga stoppato sul nascere. La mala cul-tura di disincentivazione della nutrizione natura-le del neonato, sembra essere, infatti, il vero male di cui soffre la salute materno-infantile e il nodo cruciale dove, non a caso, si innesta il business del latte artificiale. Le forti pressioni delle mul-tinazionali su medici e su ospedali per l’utilizzo di questi prodotti avrebbero portato silenziosa-mente la pediatria e l’assistenza sanitaria post par-tum ad una meccanicizzazione della nutrizione, tanto da indurre mamme sanissime a credere di non avere latte sufficiente per far crescere il pro-prio figlio; convinzione che innesca l’interruzione dell’allattamento e gioco forza la regressione della produzione di latte nella donna.Questa “artificialità” della nutrizione, prosegui-

rà, poi, nel tempo con il passaggio ad alimenti artificiali come pappe, omogeneizzati e me-rendine. Trascurando del tutto l’utiliz-zo di alimenti freschi e magari più genuini. Malgrado i nemici dell’allattamento naturale, è accertato che la pratica di allattare al seno sia fonte di indubbio benessere per il neonato, sia per il rafforzamento naturale delle sue difese immu-nitarie (i bambini allattati al seno si ammalano percentualmente meno di quelli allatta-

ti in modo artificiale), sia per il beneficio psicologico che il bimbo trae dal contat-to materno. Un altro elemento a vantaggio dell’allattamento al seno è che vengono forniti, in un unico gesto, i nutrienti essenziali per la crescita equilibrata del bambino, mentre il latte artificiale, molto più ricco di calorie, è risa-puto che sia portatore del rischio obesità.

salute

Un gesto naturale da sostenere e da riscoprire

ALLATTAMENTO AL SENO

Disincentivare la nutrizione al seno fa male ai genitori e ai piccoli e bene al business del latte artificiale. Un problema da risolvere con una decisa inversione di tendenza

Strano, ma vero. In un’epoca in cui il comune senso del pudore sembra che dorma sonni tranquilli - malgrado sia bombardato quotidianamente da immagini di nudo

in televisione, sui giornali o nei cartelloni pubblicitari – ecco, malgrado questo, il comu-ne senso del pudore si risveglia scandalizzato e agguerrito per bacchettare una mam-ma che allatta in un luogo pubblico. Episodi del genere sembra che accadano spesso, ogni tanto ne parlano i giornali o qualche servizio in tv. E’ notizia recente quella di una neomamma che in un circolo scolastico è stata apostrofata in malo modo dalla diret-trice della scuola, perché aveva attaccato la propria figlia al seno durante una riunione di genitori. Per dare visibilità a questo tipo di situazioni e discuterne in maniera garba-ta e civile, Baby Consumers, la prima associazione in Italia a tutela dei consumatori più indifesi, i bambini e i loro genitori, ha creato uno spazio su Facebook dall’emblematico slogan “Vietato allattare? No, grazie!”. Nel social si invitano tutti i cittadini a segnalare eventuali episodi e a protestare (educatamente) contro chi ostacola la pratica del tutto naturale dell’allattamento. In questo spazio trovano posto anche notizie, segnalazioni o proposte di iniziative a favore dell'allattamento al seno."Nel nostro Paese - precisa Pino Staffa, presidente dell'associazione - siamo ancora all'anno zero in fatto di sostegno alle madri e questi episodi lo dimo-

strano ampiamente. Le mamme dovrebbero essere messe in condizione di po-ter scegliere dove e come prendersi cura del proprio figlio, con strutture e pos-sibilità che non mirino a isolarle, ma a rendere più semplice il loro compito". L'associazione ricorda che l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda l'allat-tamento materno esclusivo per almeno i primi sei mesi di vita del bambino, mantenen-do il latte materno come alimento principale fino al primo anno di vita pur introducen-do gradualmente cibi complementari. Suggerisce, inoltre, di proseguire l'allattamento fino ai due anni e oltre, se il bambino si dimostra interessato e la mamma lo desidera. Non solo. Nei 10 passi OMS-Unicef per l'allattamento al seno - documento redat-to nel 1992 per indirizzare gli ospedali verso un concreto sostegno di tale pratica - si incoraggia, inoltre, l'allattamento materno "a richiesta", tutte le volte che il neo-nato sollecita nutrimento. "Queste regole - conclude Pino Staffa - costituiscono un vero e proprio diritto dei bambini e delle loro mamme: per questa ragione dovrebbero essere estese anche ad altre strutture, compresi i musei e i locali pubblici in genere". Per avere ulteriori informazioni, inviare le proprie segnalazioni o partecipare ai dibat-titi sul tema si può visitare su Facebook la pagina "Vietato allattare? No grazie!" o il sito Internet www.babyconsumers.it.

Vietato allattare? No, grazie

di Rossella Miracapillo*

*responsabile Osservatorio Farmaci & Salute MC

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rubriche

tra le righe di Lorenzo Miozzi

Sarà il MicroUSB il caricabatterie universale per i cel-lulari e i gadget simili. Lo ha deciso nei giorni scorsi

l’Unione Europea. Il progetto per la realizzazione del cari-catore è nato dalla collaborazione tra l’esecutivo europeo e ben 14 industrie produttrici di telefonini, raccolte nella DigitalEurope, la principale associazione rappresentan-te l’industria europea delle tecnologie digitali. L’accordo pare preveda che tutti i nuovi telefonini siano in grado di utilizzare il nuovo caricatore mediante una piccola interfaccia Usb. Le case produttrici che hanno aderito all’accordo sono Apple, Emblaze Mobile, Huawei Technologies, LGE, Motorola Mobility, NEC, Nokia, Qualcomm, Research In Motion (RIM), Samsung, Sony Ericsson, TCT Mobile (ALCATEL), Texas Instruments e Atmel. DigitalEurope ha consegnato nei giorni scorsi un campione di un caricabatterie per cellulari al vice presidente della Commissione europea, Antonio Taja-ni. “Sono molto lieto che il caricabatterie per cellulari basato sul nuovo standard europeo abbia visto la luce - ha dichiarato Tajani - È davvero una buona notizia per il consumatore europeo. Ora speriamo di vedere arriva-re presto nei negozi i nuovi caricatori e i cellulari compa-tibili. Invito l’industria ad accelerare i tempi della messa sul mercato, in modo che i cittadini europei possano go-dere al più presto dei vantaggi offerti dal caricabatterie unico. Si tratta di una piccola, ma grande rivoluzione per i consumatori che auspichiamo possa essere estesa al più presto anche a tutte le altre apparecchiature che hanno bisogno di ricarica elettrica, come Mp3 e tablet”. La decisione della UE si inserisce nella battaglia per la riduzione dei rifiuti elettronici. Oggi il consumatore medio acquista un nuovo caricatore e butta via quello attuale, anche se è in perfette condizioni, ogni volta che compra un nuovo cellulare. Sembra, quindi, che entro il prossimo novembre tutti i nuovi cellulari potranno essere in grado di caricarsi attraverso la presa MicroU-SB, che naturalmente potrà continuare anche a fungere da interfaccia di connessione con il PC: ne deriva che, collegando il cellulare al computer, potrà ugualmente ricaricarsi. Non indifferente il vantaggio sotto il profilo ecologico: saranno necessari meno apparecchi di ricari-ca e, dunque, ci sarà minore smaltimento, le confezioni dei telefoni cellulari saranno più piccole perché il carica-batterie sarà solamente un optional.

Sonia Chilà

In arrivoil caricabatterie unico

La nuova pubblicità e la rinascita dell'informazione

Invertising. Per Iabichino, direttore creativo in Ogilvy, è l’advertising che si trasforma, cambia aspetto e direzione. La pubblicità diventa lo scenario di una creatività che catalizza l’attenzione

del pubblico, non più considerato come un target, punto e basta. In nome della rilevanza, dell’etica e di un rinnovato patto di fiducia tra brand e persone, il dialogo, il colloquio, a volte confidenziale, si sostituisce ai monologhi degli spot pubblicitari, la comunicazione diventa

conversazione, il momento dello shopping si fa condivisione e la persuasione si trasforma in consenso. L'obiettivo primario è la creazione di quella che oggi si chiama community. Si passa dalle idee agli ideali, perché oramai i consumatori sono sempre più critici e più consapevoli, e la pubblicità, nelle sue forme più diverse, torna ad essere un utile e un prezioso servizio per chi la guarda o l'ascolta, come sostiene nella prefazione al libro Anna Bartolini, autorevole esponente delle associazioni a difesa dei consumatori.

Paolo Iabichino

Invertising

Guerrini e Associati

223 pagine - 21,90 euro

Ma i giornali scompariranno davvero? I dati non sono certo confortanti, ma in fondo non lo sono da anni. Cambia e si modifica radicalmente anche la figura del giornalista che diventa, nell’era

della terza rivoluzione della comunicazione, un semplice tecnico dell’informazione, che forse, proprio come il tipografo degli anni ’80, è destinato a scomparire dalla scena pubblica, sostituito da chiunque abbia accesso alla Rete. Su questo tema riflette Enrico Pedemonte, giornalista e corrispondente

dagli Stati Uniti per testate quali La Repubblica e L’Espresso, e riprende nel suo saggio diverse tesi scaturite da appassionanti chiacchierate fatte con i più autorevoli personaggi del giornalismo internazionale, riguardanti naturalmente il declino del giornale cartaceo a favore di una nuova forma di comunicazione: quella di Internet. Cosa fare quindi? Sarà obbligatorio cogliere queste trasformazioni, partecipare al mutamento e riformare il modo di fare informazione

ritenuto ormai superato e obsoleto.

Enrico Pedemonte

Morte e resurrezione dei giornaliEdizioni Garzanti

248 pagine - 18,00 euro

ConsumerEuropa

Energia. Conoscere per deliberare

PARLIAMONE

di Gustavo Ghidini*

La “questione energia” si sta sempre più caricando di toni da guerra di religione, pieni di emozionalità e di "prescelte" ideologiche. Questo rappresenta una via pericolosa non perché le ideologie siano da rifiutare

- sono scelte politico-culturali immancabili e anzi positive - ma perché la loro spinta non deve poi disgiungersi, nella concreta proposta, da un’attenta e scrupolosa valutazione dei fatti e degli interessi in gioco.Rispetto alla politica energetica, il puzzle è particolarmente complesso: gli interessi da considerare, e, se meritevoli, da bilanciare sono numerosi e eterogenei. Pensiamo alle questioni legate alla salute e alla sicurezza. O ancora alla sufficienza e stabilità degli approvvigionamenti o al costo dell'approvvigionamento, della trasformazione (gas), della trasmissione "dispacciamento" (reti) o all’attività di ricerca scientifica di nuove fonti di particolare efficienza e sicurezza.Quest'ultimo tema evoca un errore particolarmente simbolico del cattivo uso dell'ideologia, commesso dal referendum del 1987, che abolì l'opzione nucleare: estendendo l'abolizione anche alla ricerca scientifica, tagliandoci fuori dal novero dei Paesi che puntavano al nucleare "sicuro" e alla risoluzione dei problemi di stoccaggio.Ciascuno di questi temi ne porta poi altri in pancia, come tante matrioske. Ad esempio, quello degli approvvigionamenti implica profili di politica industriale (differenziazione prudenziale tra fonti diverse) e geopolitiche (non dipendere da un solo fornitore, magari Paese non democratico, etc.),

e altri ancora legati alla previsione dell'esaurimento di certi materiali: l'uranio, per il nucleare, quando si esaurirà? Se a breve (in termini storici) vale la pena di investirci?Il tema della sicurezza, anche rispetto al nucleare, comporta invece la valutazione della situazione attuale di dipendenza da elettricità prodotta da centrali nucleari ai nostri confini (Francia soprattutto). Se cessassimo di importare resteremmo al buio? E se no, come "salvarci" da un eventuale incidente ai confini? Ancora: qual è la tecnologia oggi meno rischiosa? Quali esperienze straniere sono pilota? Chi sta chiudendo, chi sta aprendo nuove centrali? La dipendenza dal petrolio, carbone e derivati, rende complessivamente più pulito l'ambiente rispetto al nucleare di ultima generazione? Il tema dei costi evoca il confronto fra fonti "tradizionali" (carbone, gas. petrolio), nucleare e "rinnovabili” (vento, sole), non solo in termini attualizzati, bensì di previsione di sviluppo. Quanto possono al massimo produrre l'eolico e il solare? E al massimo dello sfruttamento, quanto in meno sarà il costo marginale, anche per gli utenti? Parlare di energia comporta, quindi, l’analisi di tutto questo. Temi complicati, difficili da affrontare e sicuramente anche da risolvere. E’ certo però che sostituire la riflessione su questi temi con l’ideologia o, peggio, con l’approssimazione è la peggiore delle soluzioni. Ecco, prima di parlare, è necessario informarsi e riflettere. Antica, aurea regola.

*presidente Onorario del Movimento Consumatori

consumersweb

Per essere sempre informati in merito alla sicurezza alimentare si possono visitare le pagine web dell’EFSA, l'agenzia europea indipendente finanziata

dal bilancio dell’Unione europea, che opera in maniera autonoma rispetto alla Commissione europea, al Parlamento europeo e agli Stati membri dell’UE. Il ruolo dell'EFSA consiste nel valutare e comunicare tutti i rischi associati alla catena ali-mentare. Nel sito sono presenti notizie, pubblicazioni, eventi, bandi e consultazioni sul tema. Un pratico motore di ricerca e un'area divisa per temi permettono di trovare con agilità e velocemente informazioni sui diversi argomenti.

http://www.efsa.europa.eu

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I conti in tasca

dalle sezioni

rubriche

Le famiglie non ce la fanno ad arrivano a fine mese, tanto che una su tre intacca i propri

risparmi. E l'Italia è un Paese sfiduciato che guar-da al futuro economico con un pessimismo pesante. E' questa la fotografia che emerge dall'ultimo Rapporto Italia 2011 Eurispes. "Molto spesso accade che, nonostante si presti attenzione al bilancio familiare tagliando le uscite superflue, il bud-get mensile non sia comunque sufficiente a coprire il fabbisogno ed è necessario ricorrere ai risparmi familiari: questo accade a circa il 36% delle famiglie italiane, una su tre" si legge nel rapporto.Ed è la casa a rappresentare da sempre il capito-lo di spesa più incisivo per l'economia familiare: il 40% delle famiglie italiane ha difficoltà a pagare la rata del mutuo (rispetto al 23,2% del 2010) ed il 38,1% (contro il 18,1% del 2010) a pagare il canone d'affitto. Se si pensa al futuro le cose non vanno meglio: il 33,8% degli intervistati prevede, infatti, che, con molta probabilità, non riuscirà a risparmiare nulla nel prossimo anno ed il 23,6%, purtroppo, ne è assolutamente convinto.

Eurispes, una famiglia su tre non arriva a fine mese

MC a "Fa' la Cosa Giusta"Lombardia

Nell’ambito del progetto “Verso l’Expò del Consumatore”, finanziato dalla Regione Lombardia, Movimento Consumatori sarà presente con

un stand alla manifestazione “Fa' la Cosa Giusta, fiera nazionale del con-sumo critico e degli stili di vita sostenibili” che si svolgerà a Milano dal 25 al 27 marzo. Lo stand sarà l’occasione per informare i cittadini sulle tematiche del progetto, pensato per far meglio comprendere ai consumatori le principali tematiche legate all’alimentazione. Con la partecipazione di altre sei asso-ciazioni (Adiconsum, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Movimento di-fesa del cittadino, Unione nazionale consumatori e Assoutenti), il progetto è al suo secondo anno di vita. “Verso l’Expò del consumatore - ha spiegato Cristiano Maccabruni, presidente di MC Lombardia, è un opportunità che consente ai cittadini-consumatori di riflettere sui propri stili di consumo e sull’importanza di preferire un’alimentazione locale, sana, sicura, stagio-nale e sostenibile".

"S.O.S. Famiglie in rosso"Lazio

Il progetto "S.O.S. Famiglie in Rosso" è realizzato da MC Roma, con il finanziamento della Regione Lazio, con l’obiettivo di promuovere

l’educazione finanziaria dei cittadini, con particolare riferimento a fa-miglie e a giovani. Il progetto nasce dalla considerazione che il nucleo familiare è un soggetto economico che deve essere guidato, al pari di un’azienda, nella gestione delle proprie risorse. Una programmazione, seppure minima, dei flussi in entrata e in uscita può infatti evitare che la famiglia si ritrovi in una situazione di sovraesposizione finanziaria. Per informare i cittadini è stata realizzata, in collaborazione con un emittente locale, la produzione di un talk show. E’ stato, inoltre, elabo-rato un dossier sul tema del sovraindebitamento nel territorio laziale, dove sono confluiti i dati delle più recenti ricerche fatte in materia e i risultati di un questionario d’indagine sul grado di educazione finan-ziaria dei cittadini.

Uno sportello per i cittadiniPuglia

Lo “Sportello del consumatore”, nato dalla collaborazione tra il Co-mune di Andria e il Movimento Consumatori, è giunto al suo secondo

anno di apertura. Nel 2010, per informazioni e consulenze, vi hanno fatto ricorso circa 1100 persone più 500 che hanno invece utilizzato il numero verde per ottenere informazioni.L’attività dello sportello non si è limitata alle consulenze e informazioni circa i temi propri del consumo (telefonia e energia 6%, utenze luce e gas 26%, banche e mutui 4%, revisione caldaie 21%, tasse 6%, abbona-menti Rai 5%, aqp 3%, carte revolving 4%, informazioni sul pagamento ticket sui farmaci e visite 2% e nell’ultimo periodo dell’anno richieste di chiarimenti sulla TARSU), ma anche su argomenti di competenza de-gli stessi uffici comunali.“Grazie al Comune di Andria – dice Rossella Miracapillo, segretario generale MC– il servizio che da più di 16 anni forniamo al territorio, ha trovato una ulteriore cassa di risonanza”.

Liberalizzazione Poste.MC: "Autorità? Sia l'Agcom"

NOTIZIE DAL MONDO DEL CONSUMERISMO

L'Antitrust e il Partito democratico sono intervenuti recentemente sulla necessità di avere un'Agenzia di regolazione indipendente per il settore Poste."La scelta operata dal governo nell'agenzia di regolazione – ha sostenuto il

presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà – non appare in linea con le migliori pratiche in termini di indipendenza del regolatore adottate dai più importanti Pa-esi della Ue". Secondo il garante, a vigilare sui servizi postali liberalizzati deve essere un'Autorità indipendente e non un'Agenzia sottoposta a stringenti poteri di indiriz-zo del governo. Il Movimento Consumatori ritiene che sia importante, per tutelare al meglio i cittadini, che questo incarico sia affidato all’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, per evitare ulteriori oneri a carico dello Stato con la pianificazione di una nuova Autorità. “Siamo convinti che un organismo di controllo del settore sia necessario – ha commentato Lorenzo Miozzi, presidente del Movimento Consumatori – ma crediamo che sia altresì necessario ottimizzare le risorse nella creazione di nuove autorità. Siamo certi, quindi, che l’Agcom possa svolgere nel migliore dei modi questo ruolo con le dovute integrazioni del caso".

[email protected] [email protected] [email protected]

Turismo. Al via la conciliazione tra operatori e consumatori

Dopo lo svolgimento, a Roma e a Milano, dei corsi di formazione per conciliatori, rivolti congiuntamente agli operatori delle im-

prese aderenti ad ASTOI e Assotravel e agli operatori delle associa-zioni dei consumatori (Movimento Consumatori, Federconsumatori e Adiconsum) le parti firmatarie del protocollo sono pronte a dare il via all’attivazione della procedura di conciliazione. Al termine dei corsi sono stati consegnati ai partecipanti gli attestati che ne hanno consentito l’inserimento nell’apposito elenco dei conciliatori accre-ditati, ossia di coloro i quali, caso per caso, potranno formare l’ap-posita commissione paritetica incaricata di esperire il tentativo di conciliazione delle controversie tra clienti e tour operator o agenzie di viaggio. Attraverso questa iniziativa, assolutamente all’avanguardia nel settore, si riconferma la disponibilità delle imprese, specie quelle più serie e professionali, al dialogo con i consumatori e con i loro rap-presentanti. La stessa disponibilità normalmente rivolta ai clienti per interpretarne le esigenze e consigliarli al meglio e che ora si pone alla base della fase conciliativa. Oggetto della procedura di conciliazio-ne sono le controversie di qualsiasi natura e valore insorte tra uno o più consumatori ed un tour operator o agenzia di viaggio aderenti ai rispettivi protocolli. Gli uffici di Conciliazione hanno la loro Segrete-ria Organizzativa rispettivamente presso la sede di ASTOI per i tour operator e presso la sede di Assotravel per le agenzie di viaggio e sono entrambi siti in viale Pasteur, 10 a Roma. Gli uffici offriranno sup-

porto organizzativo alle Commissioni che esperiranno il tentativo di conciliazione della controversia entro 30 giorni dalla data di ricezione della domanda. Per facilitare le parti, le Commissioni si potranno riunire anche a distanza attraverso l’utilizzo di modalità on line (es. skype o videoconferenza) o in teleconferenza.

Transazioni on line: task force contro le frodi informatiche

La criminalità informatica agisce in modo estremamente articolato e differenziato per modalità e per tempistiche, con obiettivi sem-

pre più spiccatamente economici e per questo è indispensabile il più rapido scambio di informazioni tra tutti gli operatori della sicurezza sul web per studiare adeguate misure di prevenzione e contrasto. E' quanto emerge dal primo Survey sulle frodi informatiche realizzato dalla European electronic crime Task force (Eectf ), istituita nel 2009 a Roma tra Poste Italiane, Polizia di Stato e United States Secret Ser-vice, e illustrato in occasione del Summit dell'Eectf.Lo studio, presentato nella sala conferenze della sede centrale di Poste Italiane in occasione della sessione di lavori sul tema ''Gli scenari del Cyber crime e della minaccia informatica: Europa e Usa'', sottolinea quanto sia importante la formazione per affinare le capacità di indagine e prevenzione contro il cyber crime, mettendo, inoltre, in evidenza la sempre maggiore fiducia di imprese e organi-smi istituzionali nelle forze di polizia che combattono il fenomeno, visto che sono in aumento le denunce sia dei privati sia delle aziende.

MSE: tre milioni di auto senza assicurazione

Sulle strade italiane circolano sempre più auto sprovviste di copertura assicurativa. Lo ha comunicato recentemente il mini-

stro dello Sviluppo economico durante il question time alla Camera. Per risolvere questo e altri problemi – come il caro-polizza – legati al comparto delle Rc Auto, ha sostenuto il ministro, occorrerebbe la co-stituzione di un'unità antifrode con compiti investigativi. Il rincaro del costo delle polizze e l'evasione dell'assicurazione, infatti, sarebbero strettamente legati, secondo quanto sostiene un rapporto dell'Isvap.Il dato fornito dal ministro Romani è significativo: su 45 milioni di vei-coli circolanti sulle strade italiane, circa 3 milioni sarebbero sprovvisti della copertura offerta dalla Rc Auto.I numeri forniti sono stati ricavati incrociando i dati in possesso del-la Motorizzazione con quelli delle assicurazioni ed evidenziano la crescita del fenomeno della auto senza copertura soprattutto nel Sud del Paese. Allo stato attuale, i proprietari dei tre milioni di auto fuori-legge non possono essere perseguiti, perché – ha reso noto il ministro – non esistono i mezzi atti a individuarli.Per risolvere questo problema, Romani ha proposto l'istituzione di un'unità antifrode cui assegnare compiti investigativi. Secondo il titolare del ministero dello Sviluppo Economico, la creazione di un tale organismo avrebbe anche effetti positivi sul prezzo del polizze (attual-mente doppi, in Italia, rispetto a quanto avviene in Francia, Germania e Spagna).

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Dire, fare, riciclare

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Con 2000 chili al secondo, la carta è il materiale più riciclato in Europa; più della metà della carta pro-

dotta in Italia nasce dal riciclo. La carta è naturale, rinnovabile e riciclabile!Da dieci anni, Comieco con la collaborazione di Assocarta e di Assografici organizza l’iniziativa “RicicloAperto": durante tre giorni, in tutta Italia, cartiere, scatoli-fici, aziende cartotecniche e piattaforme di sele-zione della carta aprono le loro porte a tutti, ed in particolare al mondo della scuola, per verificare in prima persona che destino ha la propria raccolta differenziata. "RicicloAperto" è un appuntamen-to classico che Comieco arricchisce quest’anno con un altro genere di riciclo, meno industriale e più creativo, ma ugualmente basato sul concetto di metamorfosi e di rinascita. E’ nato così il concorso letterario “Riciclare? Un classico” (informazioni e regolamento su www.comieco.org).In cosa consiste? In collaborazione con la casa editrice Minimum Fax, Comieco ha coinvolto tre tra i più quotati scrittori del panorama lettera-rio nazionale nella riscrittura di altrettanti ca-polavori della letteratura contemporanea. Die-go De Silva, Paolo Giordano e Francesco Piccolo, riscriveranno l’incipit di altrettanti classici della let-teratura contemporanea. Questi autori hanno scelto i loro tre classici della lettura contemporanea da “ri-ciclare” ("Revolutionary Road" di Richard Yates, "Il migliore" di Bernard Malamud, "Sabato sera, dome-nica mattina" di Alan Sillitoe) e – ognuno con il suo personalissimo stile – ne hanno riscritto gli incipit. Compito dei partecipanti al concorso sarà la continuazione di una di queste tre propo-ste, finalizzata alla riscrittura del libro, con-densato in quattro cartelle. In palio per il vincitore un angolo lettura interamente in cartone (riciclato!) e una fornitura di libri per arricchire la pro-pria libreria. Perche’ chi ha cultura…ricicla! www.comieco.org

Riciclare? Un classico!

CONSUMERS' MAGAZINE - Periodico mensile Registrazione del Tribunale di Roma n. 464dell'8 Ottobre 2007MOVIMENTO CONSUMATORI - ASSOCIAZIONEVia Piemonte, 39/A - 00187 ROMA

Direttore responsabile: Rosa Miracapillo

A cura di: Angela Carta e Piero Pacchioli

Progetto grafico: GIPSI Soc. Coop. Sociale ONLUS Via G. Gerlin, 16/8 - 30173 Mestre Venezia

Stampa: CENTRO SERVIZI EDITORIALI S.r.l. Via del Lavoro, 18 - 36040 Grisignano di Zocco

FOCUS FAIRTRADE

La contraffazione è un fenomeno in costante ascesa e sempre più legato a prodotti di uso giornaliero.

Shampoo, dentifrici, giocattoli e elettro-domestici sono, infatti, giunti a rappresen-tare il 18% del totale dei sequestri, provo-cando, in questo modo, anche un notevole incremento delle conseguenze dannose per la salu-te e per la sicurezza di chi acquista questi prodotti. Movimento Consumatori, insieme a ACU, Adi-consum, Adoc, Assoutenti, Codici, Federcon-sumatori, Movimento Difesa del Cittadino e al Dipartimento per l’impresa e l’internaziona-lizzazione – Direzione generale per la lotta alla contraffazione - Ufficio italiano Brevetti e Mar-chi del Ministero dello Sviluppo economico, hanno avviato “Io non voglio il falso”, una cam-pagna informativa per la lotta alla contraffazione in Italia. Obiettivo generale della campagna di sensibilizzazione è la promozione della cultura della legalità tra i cittadini consumatori, al fine di scoraggiare in quest’ultimi scelte di acquisto irresponsabili o illegali, contrastando in questo modo, il fenomeno della contraffazione in spe-cifici settori, quali quello alimentare, tessile, co-smetico, dei giocattoli e dei prodotti d'igiene per la persona. Acquistare e regalare prodotti origi-nali e certificati è, invece, garanzia di sicurezza e di salute per se stessi e per gli altri. Le associa-zioni realizzeranno nel corso di due anni, fino a novembre 2012, diverse attività per informare i cittadini, di tutte le regioni italiane, dei rischi derivanti dall'acquisto di prodotti contraffatti. Nello specifico saranno organizzati circa 800 incontri territoriali nel corso dei quali esperti delle associazioni spiegheranno agli studenti, alle casalinghe e ai pensionati coinvolti i danni che possono provocare alla salute e all'econo-mia l'acquisto e l'uso di prodotti non originali, i contesti in cui vengono venduti, gli elemen-ti per riconoscerli e le modalità per tutelarsi. Un'altra attività importante che le associazioni svolgeranno sul territorio consiste nell'aper-

tura di 40 sportelli ed oltre 100 info-point di consulenza al pubblico, ai quali potranno rivolgersi gratuitamente tutti i cittadini che ri-tengono di aver comprato un prodotto come ori-ginale, ma che temono sia contraffatto. Contemporaneamente le associazioni stanno svolgendo una ricerca per conoscere la per-cezione della popolazione italiana riguardo al fenomeno. Complessivamente saranno in-tervistati 5.000 cittadini e i dati della ricer-ca, a conclusione dell'indagine, saranno dif-fusi dal Ministero dello Sviluppo economico e dalle associazioni dei consumatori. Infine, sempre nel corso dei due anni di attività, le associazioni produrranno materiale informativo ad hoc (vademecum e volantini) che distribui-ranno ai propri associati e alla cittadinanza, an-che partecipando a fiere e sagre nazionali e loca-li. Sui siti web delle associazioni sarà possibile trovare approfondimenti sulla campagna, il ca-lendario degli incontri e i riferimenti degli spor-telli che partecipano all’iniziativa. Presso le sedi delle associazioni sarà disponibile gratuitamente materiale informativo su come contrastare il fe-nomeno della contraffazione e sui rischi che un prodotto contraffatto comporta alla salute e alla sicurezza.

“Io non voglio il falso” non è solo una campagna di sensibilizzazione per la tutela del consumatore, ma anche una iniziativa per la salvaguardia delle imprese italiane e dei posti di lavoro. Sostenere il commercio legale è un modo in più per com-battere l’illegalità.Per segnalare casi di contraffazione o chiedere ulteriori informazioni si possono contattare le associazioni aderenti alla campagna, oppure telefonare allo 06 47055800 o inviare una e-mail all’indirizzo [email protected].

Dal 24 gennaio scorso le esportazioni di cacao dalla Costa D’Avorio sono state bloccate. Da quando si sono svolte le elezioni

presidenziali, lo scorso novembre, i due presidenti (il vincitore, Ouattara e il suo oppositore, Gbagbo, che si è autoproclamato) rischiano di far precipi-tare il Paese in una nuova guerra civile e le espor-tazioni delle materie prime diventano il pretesto per alimentare i dissidi interni. La Costa d'Avorio produce in media 1.34 milioni di tonnellate di cacao l'anno, circa il 40% della produzione mon-diale. Il cacao è un pilastro dell'economia ivoria-na: costituisce il 15% del Pil, il 35% delle entrate monetarie da esportazione, per un valore di circa 1.4 miliardi di dollari nel 2008, e contribuisce al 20% delle entrate fiscali del governo ivoriano. La quantità e qualità dei raccolti ha una grande in-

fluenza sui prezzi mondiali del cacao. Nel 2009, sotto la pressione della World Bank and IMF, la Costa d'Avorio ha liberalizzato il settore. Questo ha portato alla fine del sistema dei prezzi garanti-ti (ai produttori) attraverso la compagnia statale Caistab che controllava il settore, con la creazione, al suo posto, di quattro agenzie specializzate allo scopo di promuovere e regolare la produzione. Con il sistema attuale, il governo annuncia un prezzo ufficiale durante la stagione del raccolto, ma viene utilizzato solo come indicatore, e i prezzi reali sono determinati dal mercato interno. In combinazione con le tasse alte, questo implica che i produttori ricevano meno del 40% del prezzo di esportazione comparato con il 60% del vicino Gha-na. Nelle comunità rurali è comune che i bambini aiutino la famiglia nel lavoro dei campi. E' anche

comune, per i bambini in Costa d'Avorio, essere illegalmente impiegati al di sotto dell'età consen-tita per effettuare lavori pesanti nelle piantagioni così come nei settori dell'economia informale. Sono coinvolti sia bambini ivoriani sia migranti o trafficati provenienti dal vicino Burkina Faso, dal Mali, Benin e dal Togo. I produttori certifi-cati Fairtrade devono sempre e comunque essere conformi a standard che proibiscono lo sfrutta-mento del lavoro. Kavokiva (una cooperativa di produttori), prima di essere certificata Fai-rtrade, ha istituito per suoi membri un piano per l'eliminazione del lavoro minorile. Molti produttori, però, non guadagnano abbastan-za per pagare le tasse scolastiche e mantene-re i figli a scuola. Per sostenerli Kavokiva offre ai suoi soci un prestito per coprire questi costi.

COMMERCIO

La crisi del cacao in Costa d'Avorio

Consumatori: diciamo no al falso

Nel dettaglio

L'iniziativa, promossa dal Ministero dello Sviluppo eco-nomico - Direzione generale per la lotta alla contraffazio-ne - UIBM insieme a Movimento Consumatori, Acu, Adi-consum, Adoc, Assoutenti, Codici, Federconsumatori e Movimento Difesa del Cittadino avrà la durata di due anni. Per informazioni dettagliate sul programma delle attività si può contattare il Movimento Consumatori allo 06 4880053 o scrivere all'indirizzo di posta elettronica [email protected].

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Puoi versare la quota associativa tramite:bollettino postale c/c n° 66.700.709bonifico bancario BANCOPOSTA - IBAN: IT 36 N 07601 03200 0000 66700709intestato a:Movimento Consumatori - Sede Nazionale - via Piemonte, 39/A - 00187 Roma.

Puoi utilizzare anche la carta di credito, pagando on linehttp://www.movimentoconsumatori.it/associarsi.php Per attivare il prima possibile il sistema di tesseramento invia una e-mail confermando i tuoi dati a:[email protected] invia un fax allo 06-48.20.227 all’attenzione dell’ufficio tesseramento MC. Informazioni: tel. 06-48.800.53

Il Movimento Consumatori è un’associazione autonoma e indipendente senza fini di lucro, nata nel 1985 per iniziativa di un gruppo di cittadini ed esperti. Si propone di offrire ai cittadini migliori condizioni di consumo, cercando di influenzare le controparti istituzionali e private affinché for-niscano servizi e prodotti adatti alle esigenze degli utenti. Il Movimento aiuta, segue e consiglia i propri soci con servizi di consulenza specializzati, li rappresenta presso organismi pubblici e privati, erogatori di servizi e fornitori di beni, e li sollecita a prendere coscienza dei propri diritti e delle proprie responsabilità. Le più di 60 sedi sul territorio nazionale erogano sia un servizio di informazione e orientamento sui diritti dei consumatori, sia consulenza e tutela legale ex-post, attività centrale dell'associazione. MC mette inoltre a disposizione una procedura di conciliazione

per: Telecom, TIM, H3G, Vodafone, Wind, Fastweb, Poste Italiane, Bancoposta, Postevita, Bancain-tesa, MPS, Edison, Enel, ENI, Sorgenia, Ania, Unipol, Trenitalia. MC sostiene tante realtà impegna-te trasversalmente su temi fondamentali come: tutela dei minori, ambiente, cultura e solidarietà, consumo critico e commercio equo-solidale. MC si è anche battuto per la riduzione del prezzo del latte per neonati. Numerose famiglie risparmiano su questi prodotti con i Gruppi d’acquisto MC. Grazie agli osservatori Farmaci & Salute, Credito & Risparmio e Pubblicità ingannevole, MC ha promosso importanti campagne, tutelato migliaia di cittadini risparmiatori, vagliato centinaia di pubblicità verificandone fondatezza e non ingannevolezza.

Tutti i cittadini sono soprattutto consumatori. Tutti i consumatori hanno diritti.

Sezioni e sportelliEcco la rete territorialeABRUZZOVasto, Tel. 0873/370783 Sulmona, Tel. 349/3152513

BASILICATA

Potenza, Tel. 338/2815610

CALABRIACosenza, Tel. 0984/464317Reggio Calabria Tel. 0965/810913CAMPANIABenevento, Tel. 320/0551748Benevento Valle Telesina Tel. 0824 970622Caserta, Tel. 0823/220742Salerno, Tel. 081/5184774EMILIA ROMAGNAForlì, Tel. 0543/370705Modena, Tel. 059/3367171Parma, Tel. 0521/289962FRIULI VENEZIA GIULIAUdine Tel. 0432 513435

LAZIORoma Tel. 06/64771284sede distaccata Municipio XVII Tel. 06/39735013Sede distaccata Montelanico Tel. 06/97050025Tivoli (RM), Tel. 0774/334270LIGURIAGenova, Tel. 010/2471188Sanremo (IM), Tel. 0184/597675Savona, Tel. 340/0759343LOMBARDIABergamo, Tel. 035/239565Brescia, Tel. 030/2427872Lecco, Tel. 0341/365555Milano, Tel. 02/80583136Pavia, Tel. 328/9566100Varese,Tel. 0332/810569MARCHECivitanova Marche, Tel. 0733/53282MOLISECampobasso, Tel. 0874/411086

PIEMONTEBiella, Tel. 015/2524197Ciriè, Tel. 011/9214938Cuneo, Tel. 0171/602221Novara Tel. 345/9460056Torino, Tel. 011/5069546PUGLIAAndria, Tel. 0883/591030Bari Tel. 080/5486425Brindisi, Tel. 328/2269483Foggia, Tel. 0881/665803Molfetta (BA), Tel. 080/3354776Noci Tel. 3349/043239Ostuni (BR), Tel. 0831/305991San Severo, (FG), Tel. 0882/223774Trani, Tel. 347/8006116 - 349/4741684SARDEGNAAssemini (CA), Tel. 070/9459025Decimomannu (CA), Tel. 070/9667112Villamassargia (CI), Tel. 0781/759075SICILIAMessina, Tel. 090/2924994Palermo, Tel. 091/6373538Trapani, Tel. 0923/909129TOSCANACecina (LI), Tel. 0586/754504Firenze Nord, Tel. 055/4250239Livorno, Tel. 0586/219158 Lucca, Tel. 0583/490004Massa Carrara, Tel. 0585/75275Prato, Tel. 0574/635298-546130Versilia (LU), Tel. 0584/31811Piombino, Tel. 348/8974227UMBRIAPerugia, Tel. 075/5731074VENETODolo (VE), Tel. 041/5318393Padova, Tel. 049/7897525Treviso, Tel. 0422/545000Venezia-Mestre, Tel. 041/5318393Verona, Tel. 045/595210Vicenza, Tel. 0444/18332641

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Quali problemi in bolletta? 47%

500 10 20 30 40 60 70 80 90 100

Sbagliano spesso il conteggio dei consumi

Mandano conguagli con importi eccessivi

Non rispettano la periodicità di invio delle bollette 28%

25%

Risultati del WebSondaggio: Energia.

Se sei interessato ad aprire una sede nella tua città scrivi all'indirizzo [email protected]. Gli indirizzi delle sedi MC si trovano sul sito nazionale www.movimentoconsumatori.it.

La partecipazione è aperta a tutti e l’iscrizione è gratuita.

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L'iniziativa ”Università dei Consumatori” è nanziata dal Ministero del Lavoro, della Salute, e delle Politiche Sociali ai sensi della lett. d) della L.

383/2000 Direttiva annualità 2009.

Movimento Consumatori presenta “Università dei Consumatori”, l’iniziativa finanziata dal Ministero del Lavoro, della Salute, e delle Politiche Sociali per migliorare la conoscenza dei cittadini su alcune tematiche consumeristiche.

In quindici regioni italiane parte un percorso strutturato in sei incontri formativi su temi di interesse per il cittadino consumatore.

Contatta la sede MC più vicina a te e scopri il calendario dei corsi! Le iscrizioni all’ UNIVERSITA’ DEI CONSUMATORI sono aperte.

Per ulteriori informazioni consulta www.movimentoconsumatori.it

Venezia Tel. 041.5318393 - Fax [email protected]

Torino Tel. 011.5069546 - Fax [email protected]

Roma Tel./Fax [email protected]

Civitanova MarcheTel./Fax [email protected]

CasertaTel. 0823 1970205 - Fax [email protected]

Cosenza Tel. [email protected]

BariTel./Fax [email protected]

CagliariTel. [email protected]

CampobassoTel./Fax 0874.411086 [email protected]

PalermoTel. 091.6373538 - Fax [email protected]

ModenaTel./Fax 059.3367171 [email protected]

PerugiaTel.075.5731074 - Fax [email protected]

LivornoTel./Fax [email protected]

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