CIGV Magazine Club Italia n. 14

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Nicaragua CLUB INTERNAZIONALE GRANDI VIAGGIATORI 14 CIGV MAGAZINE Club Italia marzo 2014 ITALIA

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Nicaragua

C L U B I N T E R N A Z I O N A L E G R A N D I V I A G G I A T O R I

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CIGVMA

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ZIN

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Club Italia

mar

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ITALIA

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Ovidio Guaita, Vice Presidente Nazionale Club Italia

EDITORIALE

Editoriale

alla natura fluviale dell’Argentina

alle Channel Islands in bianco nero passando da un inusuale Nicaragua. Una

primavera all’insegna del Sudamerica in attesa delle vacanze pasquali.

Troverete inoltre i resoconti delle nostre serate e due raccomandazioni: mandare

le cartoline (o le scansioni dei passaporti) alla sede di Tunisi per convalidare i

nuovi paesi alla fine di ogni viaggio e provvedere alla quota annuale per il

rinnovo dell’iscrizione per chi ancora non l’avesse fatto.

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Sommario

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10. news

Notizie dal Club Italia

22. soiree Le serate delle delegazioni CIGV Italia

32. destinations

I viaggi dei soci del Club Italia

58. cartoline I soci in viaggio

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n. 14 2014

ciGV clUB italiaPresidente nazionale Leonardo GiardinaVice Presidente nazionale Ovidio GuaitaSegretario nazionale Gianni Manuelli

Delegazione PiemontePresidente Denis GeunaSegretario Paolo Gerbaldo

Delegazione LombardiaPresidente Daniela LiberoSegretario

Delegazione Emilia RomagnaPresidente Gianni BersaniSegretario Giovanna Cervellati

Delegazione ToscanaPresidente Ovidio GuaitaSegretario Gianni Manuelli

Redazione e impaginatoGianni Manuelli

Collaboratori a questo numeroMario Berruti, Daniele Gandini, Renato Ganeo.

Editore CIGV Club Italiarivista mensile

© 2014 CIGV Club ItaliaTutti i diritti di proprietà artistica riservati. E’ vietato qualsiasi tipo di riproduzione, intera o parziale, in qualsiasi lingua, senza previa autorizzazione scritta dell’editore.

www.cigv.it

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renato Ganeo

Un Nicaragua insolito.

Gianni manUelli

Gianni è il segretario nazionale del CIGV. E’ lui che cura questo magazine sfogliabile nazionale.

Hanno collaborato

oVidio GUaita

E’ il vice-presidente nazionale e il coordinatore per la Toscana. Segue con Gianni il nuovo magazine.

mario BerrUti

Con Mario sui fiumi dell’Argentina.

daniele Gandini

Sulla Manica d’inverno con Daniele.

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News

n o t i z i e d a l C l u b I t a l i a

NEwS | NOTIzIE DAL CLUB ITALIA

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News

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NEwS | NOTIzIE DAL CLUB ITALIA

CLUB INTERNAZIONALE GRANDI VIAGGIATORI Club Italia – Mario Dalmazzo

RINNOVO CIGV 2014

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CLUB INTERNAZIONALE GRANDI VIAGGIATORI Club Italia --- Mario Dalmazzo

RINNOVO CIGV 2014

Si ricorda a tutti i soci di rinnovare l’iscrizione al club per il 2014; la quota è invariata da molti anni ed è di €. 80,00 con un bonifico bancario alle seguenti coordinate: Banca Prossima Conto corrente: n. 60526 Intestato CLUB ITALIANO CIGV IBAN: IT49 S033 5901 6001 0000 0060 526 Causale: Rinnovo Quota CIGV 2014 di_.. (nome del socio)

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NEwS | NOTIzIE DAL CLUB ITALIA

Delegazione Emilia Romagna

Carissimi Soci e Amici,

vi propongo, con invito, a partecipare agli incontri che ho programmato per i prossimi mesi

di marzo e aprile 2014.

La prima serata si svolgerà nella nostra tradizionale sede da “Nonno Rossi” alle ore 20.15.

L’altro incontro sarà una piacevole escursione che ci porterà a visitare uno dei luoghi più

interessanti della nostra Regione.

Mercoledì 19 Marzo

avremo come Relatore il nostro Socio e Amico

Notaio Ferrari Trecate Pierluigi

che presenterà un suo lavoro di studio, un’attenta e meticolosa ricerca, con tema:

“ I Carracci ospitano Vermeer”

Sabato 12 Aprile

abbiamo organizzato un’escursione in provincia di Parma alla

“Reggia di Colorno”

che e’ la Versailles di Parma, un’affascinante sintesi di storie e di stili: ciò che oggi si

presenta agli occhi del visitatore porta i segni, progetti, opere, dinastie che si sono

susseguiti nel corso dei secoli e con alterne fortune.

Sarò lieto di incontrare tutti Voi e i Vostri graditissimi Amici ospiti.

Vi ricordo di segnalare la Vs. partecipazione telefonando entro il lunedì che precede il

meeting a:

Dr.a Giovanna Cervellati 334 3934122

Il mio saluto più cordiale,

Gianni Bersani

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DELEGAzIONE EMILIA ROMAGNA

Delegazione Emilia Romagna

Carissimi Soci e Amici,

vi propongo, con invito, a partecipare agli incontri che ho programmato per i prossimi mesi

di marzo e aprile 2014.

La prima serata si svolgerà nella nostra tradizionale sede da “Nonno Rossi” alle ore 20.15.

L’altro incontro sarà una piacevole escursione che ci porterà a visitare uno dei luoghi più

interessanti della nostra Regione.

Mercoledì 19 Marzo

avremo come Relatore il nostro Socio e Amico

Notaio Ferrari Trecate Pierluigi

che presenterà un suo lavoro di studio, un’attenta e meticolosa ricerca, con tema:

“ I Carracci ospitano Vermeer”

Sabato 12 Aprile

abbiamo organizzato un’escursione in provincia di Parma alla

“Reggia di Colorno”

che e’ la Versailles di Parma, un’affascinante sintesi di storie e di stili: ciò che oggi si

presenta agli occhi del visitatore porta i segni, progetti, opere, dinastie che si sono

susseguiti nel corso dei secoli e con alterne fortune.

Sarò lieto di incontrare tutti Voi e i Vostri graditissimi Amici ospiti.

Vi ricordo di segnalare la Vs. partecipazione telefonando entro il lunedì che precede il

meeting a:

Dr.a Giovanna Cervellati 334 3934122

Il mio saluto più cordiale,

Gianni Bersani

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NEwS | NOTIzIE DAL CLUB ITALIA

ISOLA DI PIANOSATra passato e presente

DOMENICA 7 GIUGNO 2014

Parte del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano ed è quinta in ordine di grandezza, Pianosa è un’isola bellissima.Il nome deriva dalla sua morfologia pianeggiante, dall’aggettivo latino “planus” (piatto), infatti il punto più alto raggiunge i 29 metri!Dista 14 km dall’Isola d’Elba e il suo territorio, di circa 11 km², si trova nel Comune di Campo nell’Elba.Essendo l’Isola pianeggiante, la sua formazione è costituita da rocce sedimentarie.Nella parte costiera la vegetazione è costituita prevalentemente da macchia di ginepro, lentisco, cisto. si trovano raramente lecci, mentre è presente il pino ed il cipresso, alcune strade interne sono costeggiate da filari di eucalipti.Fra gli animali si può vedere con facilità la pernice rossa, l’upupa, i fagiani e talvolta il falco pellegrino e il gheppio, lungo la costa si può notare il gabbiano corso e il cormorano.

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DELEGAzIONE TOSCANA

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NEwS | NOTIzIE DAL CLUB ITALIA

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DELEGAzIONE TOSCANA

PROGRAMMA

Ritrovo dei partecipanti a Livorno, Piazza Dante - Stazione Centrale e partenza alle ore 06.45 per Piombino con pullman Granturismo.Alle ore 08.30 imbarco su la motobarca, con posti riservati, che farà rotta alla volta dell’Isola di Pianosa. Arriveremo dopo circa 2,30 di navigazione, ci accoglierà nella sua bellezza, sarà solo una striscia di colore più intenso che stacca appena l’azzurro del mare da quello del cielo, ci accoglierà “il più bel porticciolo del mondo”, come lo definiscono in molti.Scendere dalla barca sarà un’emozione, ci accoglierà il silenzio, il profumo, una terra dove la presenza dell’uomo è visibile ma non aggredisce.Abitata fino a pochi anni fa anche da più di 2000 persone, Pianosa dal 1998, anno di dismissione del carcere, ha visto la popolazione residente ridursi al minimo con l’attuale piccolo nucleo di 20 detenuti più il personale di vigilanza, questa “densità” così particolare rende l’isola in questo momento un luogo magico. Giunti sull’isola ci sposteremo nella vicina Cala Giovanna, una splendida insenatura sabbiosa dove ci potremo rilassare e fare il bagno nelle trasparenti acque!Sopra alla Cala si trova il “Ristorante Cucina Galeotta”, gestito da una cooperativa di detenuti in regime di semilibertà, dove pranzeremo a base di pesce fresco.Nel primo pomeriggio ci incontreremo con una guida ambientale che ci accompagnerà in giro per l’isola, passeggeremo tra le vecchie e suggestive strutture dell’Antico Borgo e conosceremo la sua storia.Poi visiteremo le Catacombe che risalgono al IV° secolo, con accesso da una piccola grotta vicino al porto. Sono costituite da un fitto intreccio di gallerie che venivano utilizzate come luogo di sepoltura dalle prime comunità cristiane che si insediarono sull’isola, forse per sfuggire alle persecuzioni di Diocleziano, attirate dalla fertilità e ricchezza d’acqua e dalla facilità con cui era possibile scavare la roccia per le sepolture. Si tratta del complesso di Catacombe di maggiori dimensioni a Nord di Roma.A seguire visiteremo l’Esposizione Fotografica dell’ “Associazione per la difesa di Pianosa”, in un percorso che va dall’età della pietra fino agli insediamenti ottocenteschi della prima colonia penale agricola d’Italia.Riscenderemo poi verso il porto e rientreremo a bordo della motonave alla volta di Piombino dove attraccheremo alle 19.30 e dove ci attenderà il pullman Granturismo che ci riporterà a Livorno, dove arriveremo alle 21.00 circa.Il costo sarà di 85 Euro e comprende trasporto in pullman Granturismo, motonave con posti riservati, tassa di accesso all’isola del Ministero, pranzo completo con bevande, escursione sull’Isola con la guida turistica ambientale e ingresso alle Catacombe.

Per le prenotazioni è necessario telefonare al nostro segretario Gianni Manuellioppure inviare una mail all’indirizzo: [email protected]. Posti limitati.

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NEwS | NOTIzIE DAL CLUB ITALIA

il nuovo consiglio dellaDelegazione Lombardia

riparte alla grande la delegazione lombardacon un rinnovato consiglio

Le nuove leve prendono in mano la storica e fondante delegazione di Milano con l’obiettivo di rilanciarla con rinnovato entusiasmo. A tutti loro va il nostro augurio disuccesso. Ecco la nuova squadra

Daniela Libero presidenteFrancesco Biavati consigliereMaristella Ghitti consigliereEnrica Auxilia consigliere

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DELEGAzIONE LOMBARDIA

Francesco Biavati, consigliereMaristella Ghitti, consigliere

Daniela Libero, presidente

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l e S E R AT E d e l l e d e l e g a z i o n i

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Soirées

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Soirées

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CIGV PIEMONTE | 25 fEBBRAIO

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Estremo Oriente Le meraviglie del Laos

Il 25 febbraio scorso la delegazione

Piemonte del CIGV ha organizzato una

serata su un Paese del mondo alquanto

esotico per molti, il Laos. L’intervento

tenuto dal nostro socio federico Lobetti

Bodoni è stato principalmente incentrato

sull’aspetto religioso delle varie tribù che

vi abitano; le immagini proiettate hanno

sicuramente colpito l’immaginario dei

convitati, appagando una parte della nostra

curiosità per questa regione dell’Asia.

serata con federico Lobetti Bodoni

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CIGV PIEMONTE | 25 fEBBRAIO

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Circa il 60% della popolazione, prevalentemente i Lao Bassi e alcune tribù thai, pratica il buddhismo theravada, mentre la principale ‘religione’ non buddhista è il phii, un culto degli spiriti che ufficialmente è vietato.

Le tribù Hmong-Mien praticano l’animismo e il culto degli antenati; alcuni seguono una versione millenaristica del cristianesimo e una piccola minoranza di laotiani, composta principalmente dall’élite che studia nelle scuole francesi, è di fede cristiana. a lingua ufficiale del Laos è il lao nella forma parlata e scritta a Vientiane, in quanto idioma ufficiale esso è diventato con successo una lingua franca usata per i rapporti tra le varie etnie lao e non lao del paese.

Ci sono cinque dialetti principali, ciascuno dei quali può essere suddiviso in diverse varianti locali. Tutti i dialetti lao sono strettamente imparentati con le lingue parlate in Thailandia, nel Myanmar settentrionale e in alcune zone della provincia cinese dello Yunnan. La cultura tradizionale laotiana è stata fortemente influenzata da varie correnti culturali khmer, vietnamite e thailandesi. I Lao Bassi hanno gli stessi antenati di molte tribù thai, quindi le somiglianze tra la cultura laotiana e quella thailandese sono particolarmente forti, come risulta evidente nella scultura, nella musica classica, nei drammi danzati e nella cucina del Laos. Sovente la musica è accompagnata dalla danza o da rappresentazioni teatrali nelle quali si utilizza un linguaggio molto colloquiale, a volte anche triviale. Le arti tradizionali in genere sono finalizzate alla realizzazione di opere di carattere religioso quali i wat (templi), gli stupa e le rappresentazioni del Buddha, raffigurato in uno stile tipicamente laotiano. Gli abitanti del Laos sono ancora abili intagliatori e tessitori, mentre stanno ormai scomparendo le arti della lavorazione dell’oro e dell’argento.

L’elemento principale di tutti i pasti laotiani è il riso e quasi tutti i piatti sono preparati con ingredienti freschi quali verdure, pesce d’acqua dolce, pollo, anatra, maiale, manzo o bufalo. Altri condimenti sono il peperoncino, l’aglio, la menta, le arachidi macinate, il succo di tamarindo, lo zenzero e il latte di cocco. I piatti sovente sono accompagnati da un contorno di lattuga, menta, coriandolo, germogli di mung, lime o basilico: si prende una foglia di lattuga e la si riempie con gli altri ingredienti formando un involtino.

Un grazie a Federico per il bellissimo resoconto e le bellissime immagini del Laos, che ha voluto condividere con tutti i grandi viaggiatori presenti.

serata con federico Lobetti Bodoni

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HISTORIC HOTEL | GRAND HOTEL ET DE MILAN

CIGV EMILIA ROMAGNA | 26 fEBBRAIO

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Mongolia

una esperienza di viaggio

Una serata interessantissima quella

organizzata dalla delegazione

Emilia Romagna lo scorso 26

febbraio. L’argomento della serata

trattava la Mongolia, questo sconfinato

paese del continente asiatico. Mongolia,

una terra per viaggiatori, terra di Gengis

Khan, il più grande conquistatore di

tutti i tempi.

serata con Silvio Gordini

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CIGV EMILIA ROMAGNA | 26 fEBBRAIO

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Un paese affascinante, ancora incontaminato dove si respira l’aria degli ambienti primordiali.

In queste terre è l’uomo che deve adattarsi alla natura selvaggia. Grandi spazi, praterie selvagge, incontri con grandi mandrie di animali (pecore, capre,

cavalli, cammelli) a volte guardati da solitari uomini a cavallo. Monasteri Buddisti con in primis l’interessante Ertene Zuu, uno dei pochi sopravvissuti

alle distruzioni dei russi. Gli ambienti primordiali delle regioni del sud tra le grandi dune del deserto dei Gobi. Continui incontri con i nomadi Mongoli e le loro gher sparse nelle praterie con i grandi

branchi di animali. Poi il sito di Bayan Zag, dove furono scoperti i resti di interi dinosauri tra le rocce rosse

dette “rupi fiammeggianti”. Il fascino di passare la notte negli accampamenti dormendo nelle yurte, (ger in lingua

mongola).L’ottimo relatore dott. Silvio Gordini ha sapiente trasmesso ed illustrato, con delle belle

immagini, le emozioni di questo grande Paese!

serata con Silvio Gordini

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Destinations i V I A G G I d e i s o c i d e l C l u b I t a l i a

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In questa sezione del CIGV Magazine pubblichiamo i contributi dei soci. Tutti gli iscritti sono invitati a partecipare.

Ecco le specifiche dei materiali da inviare:- testo una pagina (1500-2500 max battute spazi compresi)- 15-20 foto in alta risoluzione (come escono dalla macchina) da inviare al nostro segretario via www.wetransfer.com (sistema facile, rapido e gratuito)

Destinations

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Esteros del IberàARGENTINA

DESTINAzIONE | ARGENTINA

d a u n v i a g g i o d i M a r i o B e r r u t i C I G V B r e s c i a

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DESTINAzIONE | ARGENTINA

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Natale 2013, viaggio nell’Argentina del Nord: Buenos Aires, Cascate Iguazù, le Ande, luoghi splendidi, ma una tappa del viaggio ci è rimasta nel cuore: Esteros del Iberà. La parola “Iberá” significa “acque brillanti” nella lingua Guaraní (tuttora viva e parlata da molti del luogo) ed, in effetti, le acque dell’immensa distesa d’acqua, per lo più coperta da isole galleggianti, verdissime e pullulanti di vita, di giorno colpiscono con la loro luce abbagliante; di notte la luna e le stelle si riflettono in modo, appunto, “brillante” in queste acque incredibili.Siamo nella provincia argentina di Corrientes, a nord di Buenos Aires.Arrivati in aereo a Posadas, si sale in macchina (una quattro per quattro), e dopo 70 chilometri di ottimo asfalto ci si instrada su una “pista” in terra battura di 140 chilometri, che è bene sperare di percorrere in periodo asciutto.Senza pioggia si impiegano tre ore e mezza ad arrivare a Colonia Carlos Pellegrini, un piccolo “pueblo” di pochi abitanti, che vive soprattutto grazie alle splendide opportunità che il grande parco di Iberà offre; ma se avete l’avventura di percorrere quella strada dopo un’abbondante pioggia, calcolate non meno di sei ore per fare il medesimo percorso.Abbiamo alloggiato alla Posada Aguapé. Il nome significa “sopra l’acqua”, e deriva da un fiore acquatico, bianco, bellissimo, che appunto vive galleggiando.Si tratta di una struttura molto semplice e rustica, ma ben curata. I gestori sono splendidi, gentilissimi, e si fanno in quattro per garantirti il massimo del comfort e della tranquillità. In mezzo al grande giardino c’è una piscina che, soprattutto durante le calde giornate estive, garantisce un ottimo refrigerio.

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Il ristorante offre una cucina curata e di impronta francese. Le camere, nella loro semplicità, non fanno indubbiamente rimpiangere le “comodità” degli alberghi cittadini.Ma se l’immenso giardino, le centinaia di uccelli (sono 323 le specie aviarie che si contano nella riserva) che vi si aggirano, la piscina, le cicale che, durante le ore più calde della giornata, vi assorderanno con il loro frinio, bastano già a valere il viaggio, è indubbio che le uscite in barca o le passeggiate su alcune delle isole che punteggiano la immensa riserva costituiscono una esperienza davvero unica.Gli Esteros del Iberá sono un’immensa distesa d’acqua poco profonda (la riserva occupa ben 20.000 mq. di area): si tratta di un insieme di paludi, acquitrini, stagni, piccoli laghi, torbe, tutte collegate fra di loro. Le “isole galleggianti” (embalsados) sono divise da canali navigabili, in cui la vostra barca si insinuerà alla scoperta di splendidi paesaggi e di una quantità di vita animale che non ha eguale, se non nel Pantanal brasiliano.Non ci sono affluenti, immissari o emissari: le acque degli Esteros sono di origine pluviale. E in questa immensa riserva gli animali vivono liberi e tutelati: le paludi sono state infatti dichiarate Riserva Naturale fin dal 1983. Qui prima venivano i cacciatori: caimani, armadilli, formichieri, capibara (carpincho), cervi, puma, scimmie (monos) e uccelli erano purtroppo preda di persone senza scrupoli, che, o per semplice “sport” o per necessità, cacciavano senza pietà questi animali, fino a provocare

DESTINAzIONE | ARGENTINA

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DESTINAzIONE | ARGENTINA

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l’estinzione di alcune specie, che oggi si tenta di reintrodurre.Oggi gli animali sono liberi e si lasciano ammirare senza particolari timori: incredibile ammirare un caimano che si crogiola al sole, immobile, come fosse una statua di cera, mentre a pochi metri pascolano, tranquilli, i capibara (carpincho) il roditore più grosso della terra. Ma se il cervo, le scimmie urlatrici e altri mammiferi si lasceranno scoprire senza difficoltà, è impossibile descrivere la bellezza di essere letteralmente circondati dalle migliaia di uccelli che, instancabili, volano attorno a voi.Il martin pescatore, i colibrì, i pappagalli, le spatole, i nibbi, gli avvoltoi, le garzette grigie e bianche, gli aironi, i cormorani (una colonia immensa), le anatre, i bellissimi cardinali dal capo rosso. In vendita presso la Posada, il libro “Vida y Color” vi guiderà alla scoperta dei vari animali.Abbiamo trascorso due giorni in questo luogo, e molte ore in barca, senza mai stancarci: sotto un sole cocente (siamo arrivati anche a 40°), abbiamo osservato, ammirato, fotografato e filmato animali di ogni tipo, e paesaggi mozzafiato.Una grande esperienza che, anche grazie alla competenza, disponibilità e gentilezza delle guide che ci hanno accompagnato, ci rimarrà senza dubbio nella memoria e nel cuore.

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DESTINAzIONE | CHANNEL ISLANDS

d a u n v i a g g i o d i D a n i e l e G a n d i n i C I G V P i s a

Jersey, la Manica d’invernoCHANNEL ISLANDS

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Jersey, la Manica d’invernoCHANNEL ISLANDS

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DESTINAzIONE | CHANNEL ISLANDS

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Ci sono stato a fine novembre, “volutamente” fuori stagione, ma il tempo, anche se ventoso era incredibilmente buono, solo mezza giornata di pioggia fine poi solo nuvole e anche un po’ di sole! Arrivato con volo da Pisa a Parigi Orly ho poi raggiunto Saint Malo, sulla costa nord francese, con auto a noleggio; sono più di trecento chilometri ma le strade sono ottime; ho quindi dormito lì in un piccolo hotel sulla spiaggia, ero l’unico ospite.La mattina dopo ho preso subito il primo traghetto per Jersey, con l’auto, prenotato direttamente da casa via internet; c’era pochissima gente, cosa che a me non dispiace mai. Il mare nel canale era come sempre un po’ mosso e ventoso ma non faceva freddo. Il piccolo arcipelago delle Channel Islands conta in tutto sono nove isole e le più grandi sono Jersey e Guernsey, si trova in mezzo al canale della Manica, tra Plymouth (Inghilterra) e la Bretagna (francia) ed ha un’ora di fuso orario in meno rispetto all’Italia.Il centro principale dell’ isola di Jersey è St. Helier, una graziosa cittadina decisamente inglese, molto ben tenuta e organizzata; il suo Elizabeth Castle, roccaforte di difesa della città dagli attacchi nemici dal mare, è la prima cosa che si vede arrivando in porto.Le Isole del Canale, non fanno parte della Gran Bretagna ma dipendono direttamente dalla Corona Inglese, si autogovernano ed hanno un proprio parlamento. Sono quindi a tutti gli effetti uno Stato autonomo, … anche per il nostro CIGV! Il piccolo centro città è strapieno di negozi di ogni tipo, alcuni anche abbastanza lussuosi, dato che le Isole del Canale sono un “noto” paradiso fiscale.Il mio hotel era abbastanza centrale, moderno, con piccolo parcheggio interno; comodo quindi per la città e per esplorare l’isola. Ovviamente è obbligatorio

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avere l’auto. Jersey ha anche dato il nome all’omonima famosa razza bovina, apprezzata in tutto il mondo, quella di colore marrone e con il pelo un po’ arricciato. L’isola è facile da girare, meglio se si ha un navigatore ma va bene anche una cartina. La bassa stagione è stata provvidenziale per spostarsi in tranquillità, senza troppo traffico, comunque abbastanza sostenuto intorno ai centri abitati dato l’elevato numero di auto locali e le strade a volte davvero strette!. Ci sono piccoli centri sparsi qua e là, alcuni molto graziosi, sul mare, con piccoli porti. In particolare, il paesino di Gorey, a 10 km a est della capitale, non è grande ma caratteristico, con alcuni ristoranti e negozietti; le

DESTINAzIONE | CHANNEL ISLANDS

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incredibili basse maree che ne prosciugano interamente il porticciolo due volte al giorno lo rendono ancora più interessante. Lì ho mangiato, in una piccola trattoria-bar sul molo, delle stupende ostriche crude ed un enorme e buonissimo granchio con patate (i loro cibi “nazionali”) accompagnati da uno stupendo vino bianco freddo. Nel locale non c’era quasi nessuno… massimo relax, ottimo cibo e bella vista sul porto, completamente senz’acqua per la bassa marea, con tutte le barche “appoggiate” sulla sabbia!Il dislivello della marea è qui, come nella Normandia, tra i più alti in assoluto del mondo!Altro loro prodotto gastronomico tipico è il “black butter” che non è burro ma bensì una specie di composta scura dolce di mele, ottima sui formaggi. Hanno anche un loro ottimo vino, un tipico spumante champenoise e uno speciale sidro di mele, delle quali l’isola è piena.Un’altra ottima esperienza “gastronomica” l’ho poi fatta la sera dopo in un altro bel ristorante, dalla parte opposta dell’isola, a St. Brelade , famoso per le buonissime “oyster”, che nell’isola mangiano anche a colazione! Io dovunque vada nel mondo, adoro sempre scoprire e assaggiare il più possibile la cucina locale tradizionale.L’isola riserva, sia sul mare che nell’interno, molti scorci belli e interessanti. Sulle coste si incontrano molte torri, fortificazioni e anche una vera e propria grande fortezza a strapiombo sul mare, Mont Orgueil Castle, del tredicesimo secolo, a ricordo delle continue passate guerre tra francesi e inglesi che si contendevano queste isolette strategiche in mezzo alla Manica fin dall’anno 1066, battaglia di Hastings. Un monumento sul mare ricorda poi la battaglia di Jersey del 1781 quando i francesi attaccarono di sorpresa l’isola per impossessarsene. Nel 1944 le Isole del Canale vennero occupate dalla Germania e successivamente liberate

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dagli alleati nel maggio del 45.Nell’interno ci sono alcuni paesini con belle chiesette e piccoli antichi cimiteri intorno, in mezzo a prati verdissimi.Ci sono anche alcune belle e grandi spiagge, come Ouen’s Bay, St. Aubin e Saint Brelade Bay (rinomato centro balneare), enormi e a perdita d’occhio con la bassa marea e molto più piccole, ma sempre belle, con quella alta. Un paio di giorni sono più che sufficienti per vedere tutta l’isola, che è collegata con traghetti giornalieri, oltre che alla francia, con la seconda isola in grandezza che è Guernsey (due ore circa) e con la Gran Bretagna.Lasciata Jersey ho quindi fatto ritorno in francia e ne ho approfittato per passare dalla Normandia, per vedere le spiagge dello sbarco e il bellissimo e struggente cimitero americano di Colleville sul Mer, sopra Omaha beach, con le decine di migliaia di soldati americani morti per liberare l’Europa dalla Germania nazista. Da lì ho quindi infine raggiunto facilmente in meno di tre ore il piccolo aeroporto di Parigi Beauvais per far ritorno a Pisa.Davvero un bel viaggio interessante!

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Roma non è l’Italia, Parigi non è la francia e via così; le capitali, lo sappiamo, quasi mai sono lo specchio dei loro Paesi. Managua dunque, meno male, non è il Nicaragua, che infatti è molto bello, di una bellezza semplice e povera, fatta di natura antica e brava gente, che ti rispetta e sorride; la gente comune, di solito, ha poca colpa delle disgrazie della propria Terra. Un Paese caldo, vasto meno di metà dell’Italia, disteso tra l’Atlantico e il Pacifico, terra di vulcani e terremoti, flagellato da colonizzazioni, guerre e dittature e ancora alla ricerca di ciò che desidera e sicuramente merita: un po’ di tranquillità e di benessere. La “carretera panamericana” sale verso l’altopiano

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settentrionale e poi prosegue fino al confine con l’Honduras, ma è bello fermarsi prima, a Estelì, storica roccaforte sandinista e a Matagalpa, in mezzo alle piantagioni di caffè. La strada è tenuta bene, ogni tanto una pattuglia della Policìa de Trànsito induce a rallentare, ma spesso tutto finisce con un “pàse” (avanti) ed il sorriso del poliziotto. Gli autogrill sono grandi tettoie (laggiù fa sempre caldo) dove ci si ferma a mangiare gallo pinto (riso e fagioli), tortillas (focaccine di mais) e arròz (riso bollito), si bevono bicchieroni di succo d’arancia, ananas, mango, tutto fatto al momento; non ho mai speso più di cinquanta còrdoba (un euro e mezzo) e le porzioni sono gigantesche; qualche riserva va espressa in generale sui bagni, spesso piuttosto approssimativi, ma con un po’ di organizzazione previa si riducono di molto gli inconvenienti. Montagne coperte di vegetazione, punteggiate da casupole bianche, la strada prosegue con molte curve, ogni tanto un grande spiazzo recintato e un cancello con la scritta “Beneficio”. Là si asciuga il caffè, preparandolo per la tostatura (che avverrà da qualche altra parte), lo si stende su vaste superfici di cemento e lo si gira e rigira con una specie di rastrelli, fino a che l’umidità sarà ridotta a non più del 15%. Ci vuole non meno di una settimana. Decine, centinaia di uomini e donne sotto il sole, con in testa larghi cappelli, sono impegnati in quel lavoro che dà loro da vivere; finito il turno si ammassano fuori dei cancelli dell’azienda, ad aspettare gli autobus che li riporteranno a casa. Autobus quasi tutti gialli, comprati usati negli Stati Uniti, quelli che nei film trasportano i bambini a scuola. Ricordate “forrest Gump”? Gonzalo mi ha detto che quegli acquisti sono stati una fregatura, che

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qualcuno ha preso la “mancia”, che tra un po’ verranno dismessi perché ce ne sono di nuovi in arrivo, dalla Cina e dalla Russia; i soldi per pagarli sarebbero un regalo di Chavez, presidente del Venezuela e grande amico del comandante Danièl. “Lui si che vuole bene al Nicaragua – prosegue Gonzalo – altro che gli yankee che per quarant’anni hanno sostenuto la dittatura dei Somoza e poi hanno armato i contras. Meno male che da più di vent’anni ce li siamo tolti dai piedi” (non ha proprio detto “piedi”). In realtà non è così: gli aiuti al Nicaragua provengono tanto dal Venezuela quanto dagli Stati Uniti ed entrambi dosano la loro generosità, misurando attentamentequesto delicatissimo equilibrio politico.

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Ogni tanto, dal bosco sbuca un uomo a cavallo, saluta e poi rientra nella macchia; forse sta andando a caccia o accudendo una mandria o semplicemente va a fare la spesa al vicino villaggio. Sono numerosi gli uomini a cavallo che si incontrano, quasi sempre contadini o allevatori, con il cappello a tesa larga, tipo cow-boy; il cavallo permette di passare dove nessun fuoristrada riuscirebbe. Città e cittadine sono affascinanti, tutte costruite sullo schema coloniale spagnolo: pianta rigorosamente quadrata, al centro la piazza con il parque centràl, da un lato la catedràl, da un altro l’alcaldìa (il municipio); qui il tempo scorre lento all’ombra degli enormi alberi, si parla, si gioca a carte, si mangia qualche fetta di plàtano (banana) fritto, ci si rinfresca con un bicchiere di raspàdo (ghiaccio grattato a mano dai blocchi, addolcito con succhi di frutta; un po’ la “grattachecca” romana). I conduttori dei coches (carrozze a cavalli) aspettano i clienti, in concorrenza con le caponèras (mototaxi, le nostre “Ape-car” adibite a trasporto persone). Masaya cattura con i colori del suo mercato dell’artigianato, una vera istituzione, ma meglio evitare la domenica, l’affollamento è impressionante e i borseggiatori hanno buon gioco. Ho conosciuto Roger, ex pilota che ora fa l’agente immobiliare e sua moglie Bertha, avvocato e con loro sono andato in giro per i Pueblos blancos, piccoli villaggi dalle casette bianchissime, disseminati all’ombra del vulcano Mombacho. Lui e il suo vicino Momotombo fanno ogni tanto sentire un brontolio, accompagnato da nuvole di fumo che riportano alla mente ricordi e leggende di morte e distruzione. L’affascinante Granada, fondata dai conquistadores che vollero con quel nome ricordare la terra d’origine, distesa lungo il lago Cocibolca, vasto

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quanto l’Umbria, ventidue volte la superficie di quello di Garda, con una miriade di isole tropicali, Las Isletas, che mi sembrò di essermi risvegliato in Polinesia. Strade acciottolate, case basse e la Calzada, il corso, la via dello struscio, dei ristoranti sempre aperti, dei bar dove i cocktail a base di rhum mi hanno fatto tradire l’amato gin. Una passeggiata di circa un chilometro che si conclude sui gradini della cattedrale, così bella che la macchina fotografica impazzisce. L’eterna rivale di Granada è Leòn, città universitaria per eccellenza, culla dei moti studenteschi che nel 1959 esplosero contro la dittatura dei Somoza e furono soffocati nel sangue. All’esterno dell’università, giganteschi “murales” ricordano quegli eventi; ho annotato una scritta: “Il Nicaragua sarà libero finchè avrà figli che lo amano”. Appena più in là, a fianco della Iglesia de la Merced ho trovato l’alloggio durante quel mio fine settimana: un cancello di ferro e dentro un chiostro con il giardino lussureggiante, sei stanze, la mia era la più bella. Un signore inglese leggeva il suo libro dondolandosi su un’amaca, un pappagallo giallo e blu continuava a parlarmi ma io non lo capivo e mentre la padrona mi registrava, Maria Antonia, la giovane cameriera, mi presentò un trionfo di frutta dicendo “bienvenido” . E benvenuto lo fui davvero.Leòn è una città caldissima, dicono la più calda del Paese, non è solo questione di sole, il caldo sale anche dalla terra, il sottosuolo cela un’attività vulcanica silenziosa ma viva, da millenni. Affittai una moto per andare a ritrovare l’Oceano Pacifico (non lo vedevo da qualche anno, l’ultima volta fu in Cile), sulle spiagge di Poneloya e Las Penitas, due piccoli villaggi in mezzo alle palme, di fronte le grandi onde spumeggianti, gioia di surfisti di tutte le età.

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Raccolsi una po’ di sabbia nerissima, vulcanica, per la mia collezione e mi sedetti ad un tavolo della vicina posada. L’esposizione di pesci, crostacei, frutti di mare, insalate era stupenda ed io ne approfittai esageratamente, chiacchierando con il proprietario che mi volle mostrare anche le camere, essenziali, diciamo pulite, aria condizionata e, tocco di esotismo, le pareti rivestite di canna. Non c’è da impressionarsi se un grosso insetto cammina in bagno o un geco si diverte a correre sul soffitto; uno mi è caduto proprio dentro il bicchiere di rhum, l’ho liberato subito, prima che morisse ubriaco. Arrivò il giorno della partenza e, anche se il Nicaragua non sarà forse mai in cima alle mie preferenze, il commiato ebbe il giusto, breve momento di tristezza, segno che nel mio cuore pure lui avrà un posto. Di certo ricorderò per lungo tempo quel sabato notte a Leòn, seduto a un bar del parque centràl, un bicchiere di rhum in mano, a guardare la cattedrale, la più grande del Centroamerica. Poi cominciò la fiesta e i fuochi illuminarono il cielo.

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Gianluca Frassi a Nassau, nelle Bahamas.

Ovidio Guaita nella giungla del Borneo

in Malesia.

Paolo Ricci alla statua di Lenin a Sofia, in Bulgaria.

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Ovidio Guaita nella giungla del Borneo

in Malesia.

Luca Frassi alla Torre dell’Orologio a Tbilisi, in Georgia

Gianluca Ciardelli, con manie di grandezza, alla Rice University di Houston, negli USA.

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2003La mostra LE RAGIONI DEL VIAGGIO è stata organizzata dalla delegazione toscana del CIGV con il patrocinio del Comune di Firenze allo spazio BZF di Firenze con le foto dei soci.

2006La mostra VIAGGI E VIAGGIATORI è stata organizzata dalla delegazione toscana del CIGV con il patrocinio del Comune di Firenze presso la Galleria il Bisontedi Firenze con le foto dei soci.

2004La mostra YEMEN - SULLA VIA CAROVANIERA DELL’INCENSO è stata organizzata dalla delegazione toscana del CIGV con il patrocinio del Comune di Firenze allo spazio BZF di Firenze con le foto di Ovidio Guaita.

VIDEO | DEL CIGV

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2008La mostra I VOLTI DEL VIAGGIO è stata organizzata dalla delegazione toscana del CIGV con il patrocinio della Provincia di Firenze nella Limonaia di Palazzo Medici Riccardi con le foto di vanni Vannucci.

2013Presentazione del volume di Ovidio Guaita ed Elsa Bozzaotra AZERBAIGIAN. FASTI CAUCASICI TRA BAKU E SHEKI (London, Palidano Press, 2014).13 dicembre 2013, Four Seasons Hotel Firenze, gala del CIGV (Club Internazionale Grandi Viaggiatori).

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LI Dal Settecento fino alla Seconda guerra mondiale. Due secoli di lusso ai tropici, tra ventilatori a pale, verande, tè pomeridiani e stuoli di servitori. Molti in Asia ma anche nelle colonie africane e in Centro e Sud America. Una storia affascinante di lungimiranti investitori, pionieri e avventurieri costellata di nomi eccellenti come Raffles, Peninsula, Strand e Mount Nelson. Questa directory ci mostra i migliori esempi sopravvissuti dove sperimentare esperienze e atmosfere d’altri tempi.

L’autore, Paolo Gerbaldo, è inviato di Resorts Magazine. PP

numeri arretrati del CIGV Magazine

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Azerbaigian, “terra del fuoco” e del petrolio, di siti UNESCO e di archistar. Un Paese caucasico da sempre in bilico tra Occidente e Oriente. Terra di passaggio e di conquista che oggi, grazie alla ritrovata indipendenza, riscatta un passato difficile.

Un’esperienza di viaggio affascinante che ripercorre tappe evolutive comuni all’Europa, qui vissute con prospettive diverse all’ombra di monumenti sempre eclettici e oggi anche futuristici. PP

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fasti caucasici da Baku a Sheki

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