CIGV Magazine Club Italia n. 15

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Bosnia CLUB INTERNAZIONALE GRANDI VIAGGIATORI 15 CIGV MAGAZINE Club Italia aprile 2014 ITALIA

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Bosnia

C L U B I N T E R N A Z I O N A L E G R A N D I V I A G G I A T O R I

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Ovidio Guaita, Vice Presidente Nazionale Club Italia

EDITORIALE

Editoriale

ella Bosnia abbiamo conosciuto la

guerra e i bombardamenti, le privazioni della sua gente. Luca Frassi in questo

numero ci racconta invece delle sue bellezze, che non sono poche. E della sua

storia. Ogni paese ha sempre da raccontare, anche il più piccolo. Poi andiamo

in Irlanda, un classico che Marcello Sergio ci racconta con occhi nuovi . E infine

al sole di Capoverde con Cristiana Fichi.

Mete vicine e lontane in attesa della vacanze Pasquali e dei ponti di aprile.

Noi intanto stiamo lavorando ai prossimi incontri. Per esempio vi antricipiamo

la data della serata di gala al Four Seasons di Firenze che sarà il 13 dicembre.

Già abbiamo l’adesione del consiglio della delegazione milanese al completo.

Altri soci ci raggiungerano da Roma e Porretta. Save the date!

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Sommario

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10. news

Notizie dal Club Italia

26. soiree Le serate delle delegazioni CIGV Italia

30. destinations

I viaggi dei soci del Club Italia

50. cartoline I soci in viaggio

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n. 15 2014

ciGV clUB italiaPresidente nazionale Leonardo GiardinaVice Presidente nazionale Ovidio GuaitaSegretario nazionale Gianni Manuelli

Delegazione PiemontePresidente Denis GeunaSegretario Paolo Gerbaldo

Delegazione LombardiaPresidente Daniela LiberoSegretario

Delegazione Emilia RomagnaPresidente Gianni BersaniSegretario Giovanna Cervellati

Delegazione ToscanaPresidente Ovidio GuaitaSegretario Gianni Manuelli

Redazione e impaginatoGianni Manuelli

Collaboratori a questo numeroLuca Frassi, Cristiana Fichi, Marcello Sergio.

Editore CIGV Club Italiarivista mensile

© 2014 CIGV Club ItaliaTutti i diritti di proprietà artistica riservati. E’ vietato qualsiasi tipo di riproduzione, intera o parziale, in qualsiasi lingua, senza previa autorizzazione scritta dell’editore.

www.cigv.it

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Marcello serGio

Irlanda, un classico rivisitato.

Gianni ManUelli

Gianni è il segretario nazionale del CIGV. E’ lui che cura questo magazine sfogliabile nazionale.

Hanno collaborato

oVidio GUaita

E’ il vice-presidente nazionale e il coordinatore per la Toscana. Segue con Gianni il nuovo magazine.

lUca Frassi

Alla scoperta delle bellezze della Bosnia.

cristiana FicHi

Cristiana ci racconta il suo viaggio a Capoverde.

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News

n o t i z i e d a l C l u b I t a l i a

NEwS | NOTIzIE DAL CLuB ITALIA

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News

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CLUB INTERNAZIONALE GRANDI VIAGGIATORI Club Italia – Mario Dalmazzo

RINNOVO CIGV 2014

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CLUB INTERNAZIONALE GRANDI VIAGGIATORI Club Italia --- Mario Dalmazzo

RINNOVO CIGV 2014

Si ricorda a tutti i soci di rinnovare l’iscrizione al club per il 2014; la quota è invariata da molti anni ed è di €. 80,00 con un bonifico bancario alle seguenti coordinate: Banca Prossima Conto corrente: n. 60526 Intestato CLUB ITALIANO CIGV IBAN: IT49 S033 5901 6001 0000 0060 526 Causale: Rinnovo Quota CIGV 2014 di_.. (nome del socio)

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Con sentito piacere comunichiamo che lo scorso 21 marzo presso l’Aula Magna dell’Università di Pisa è stata conferita la nomina a Professore Emerito al nostro socio PROFESSOR FRANCESCO CIARDELLI, per alti meriti e contributi rilevanti e originali in campo scientifico, didattico e accademico.

La delegazione toscana e tutti i soci del CIGV Italia sono orgogliosi di annoverare tra i propri iscritti un socio così importante.

Note biografiche:

Il professor Francesco Ciardelli è nato a Pisa nel 1937.Nominato Ordinario di Chimica Macromolecolare all’Università di Pisa nel 1978.

Nel corso della sua carriera è stato:Vice-Preside della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali;

Direttore dell’Istituto di Chimica Organica Industriale;

Direttore del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale:

Insignito nel 1992 dell’Ordine del Cherubino.

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DELEGAzIONE TOSCANA

il socio pisanoFRANCESCO CIARDELLI

nominato Professore Emerito

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DELEGAZIONE PIEMONTE

GIAPPONEun anno di rituali

Mercoledì 7 maggio 2014

La delegazione piemontese organizza un incontro di viaggio con la dottoressa Emanuela Borgnino, Antropologa e socia fondatrice dell’associazione interculturale Italia - Giappone Sakura. Questa associazione si prefigge l'obiettivo primario di realizzare un tramite tra la cultura giapponese e quella italiana, costituendo non solo un punto di riferimento per i giapponesi ospiti temporanei o permanenti a Torino e in Piemonte, ma rappresentando altresì un interlocutore privilegiato per quanti siano interessati a compiere un viaggio alla scoperta della millenaria e modernissima civiltà del Sol Levante.SAKURA si propone quindi di operare attivamente allo scopo di favorire e diffondere la conoscenza della cultura giapponese all'interno della realtà locale italiana e piemontese e, al contempo, di fornire un valido sostegno alla comunità giapponese presente nella città di Torino, nella speranza di aprire le due culture a un dialogo costruttivo e creativo, lavorando per l'avvicinamento e l'integrazione della comunità giapponese nella società e nei servizi torinesi. La dottoressa Emanuela Borgnino ci porterà a scoprire i particolari rituali che si svolgono durante l’anno in tutto il Paese del Sol Levante, con bellissime immagine ed un commento professionale, da vera amante di quelle terre a noi lontane. La serata si svolgerà presso la sede dell’Unione Industriale di Torino dalle ore 20. Per maggiori informazioni e prenotazioni chiamare il Presidente della delegazione Piemonte, Denis Genua al 338 6237274.

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DELEGAzIONE PIEMONTE

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DELEGAZIONE TOSCANA

presentazione del nuovo volume di Paolo Gerbaldo

CROAZIA

sabato 17 maggio 2014 Hotel Londra, Firenze

Un viaggio alla scoperta di un paesaggio, in cui si fondono mar Adriatico e terraferma, che è subito in grado di sedurre. Lungo la frastagliatissima costa della Croazia che, distesa dall'Istria al Montenegro, non ha eguali nel Mediterraneo si dispiegano infatti angoli incontaminati dal sapore d'altri tempi accanto a città dall'impianto urbanistico romano, medievale e veneziano.

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DELEGAzIONE TOSCANA

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DELEGAZIONE EMILIA ROMAGNA

REGGIA DUCALE DI COLORNO la Versailles italiana

SABATO 12 aprile 2014 La rocca di Colorno fu costruita nel 1337 da Azzo da Correggio con lo scopo di difendere l'Oltrepò. Appartenne alle famiglie dei Correggio e dei Terzi e fra il XVI e il XVII secolo fu ristrutturata da Barbara Sanseverino che la trasformò in un palazzo e ne fece la sede di una raffinata corte e di una prestigiosa raccolta di dipinti di Tiziano, Correggio, Mantegna e Raffaello. Dopo la confisca e la decapitazione della contessa Barbara Sanseverino ad opera del duca Ranuccio I il palazzo di Colorno passò nel 1612 ai Farnese e nel 1731, alla morte di Antonio Farnese, ultimo Duca di Parma, per discendenza materna il ducato passò a Carlo III di Borbone che trasferì a Napoli le collezioni e gli arredi del palazzo. La reggia poi passò a Ferdinando di Borbone e a sua moglie Maria Amalia d'Asburgo, che però preferiva risiedere nel casino di caccia di Sala, lontana dal marito. Alla morte di Ferdinando il Ducato di Parma venne annesso da Napoleone alla Francia. Il 28 novembre 1807 un decreto di Napoleone lo dichiarò "Palazzo Imperiale" e furono iniziati nuovi lavori di ristrutturazione. Dopo il Congresso di Vienna, il ducato fu assegnato alla moglie di Napoleone Maria Luigia d'Austria che ne fece una delle sue residenze preferite aggiungendo un ampio giardino alla francese. Dopo l'Unità d'Italia il palazzo venne ceduto dai Savoia al Demanio dello Stato italiano, e nel 1870 venne acquistato dalla provincia di Parma. Quasi tutto l'arredo mobile della reggia fu trasferito nei vari palazzi dei Savoia, tra cui il Quirinale a Roma, Palazzo Pitti a Firenze, il Palazzo Reale di Torino e la Palazzina di caccia di Stupinigi. Dopo l'acquisto da parte della Provincia il palazzo fu adibito a Ospedale Psichiatrico distruggendo il teatro di corte, per ricavarne dei locali; fortunatamente le sale artisticamente più importanti del palazzo poterono in gran parte salvarsi in quanto concesse in uso come abitazione per i dipendenti dell'ospedale. Dal 1915 fino alla seconda guerra mondiale in alcune stanze del piano nobile trovarono posto i primi pezzi raccolti da Glauco Lombardi e poi trasferiti a Parma nell'omonimo museo. Perfettamente integra è invece la chiesa di corte di San Liborio ed il suo organo Serassi che conta ben 2898 canne e viene utilizzato per concerti. Durante la Seconda guerra mondiale, il 20 marzo 1945, bombardieri anglo-americani attaccarono Colorno e nel raid aereo vennero colpite la ferrovia e i depositi di carburante nascosti nel parco della Reggia causando tre giovani vittime. Il 23 dicembre 1999 con delibera, dalla Giunta Provinciale di Parma, il Palazzo Ducale viene rinominato in Reggia Ducale di Colorno. Una bellissima iniziativa della nostra Delegazione dell’Emilia Romagna, sempre molto attiva. Per informazioni e prenotazioni contattare la segretaria, dott.ssa Giovanna Cervellati, al 334 3934122.

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DELEGAzIONE EMILIA ROMAGNA

DELEGAZIONE EMILIA ROMAGNA

REGGIA DUCALE DI COLORNO la Versailles italiana

SABATO 12 aprile 2014 La rocca di Colorno fu costruita nel 1337 da Azzo da Correggio con lo scopo di difendere l'Oltrepò. Appartenne alle famiglie dei Correggio e dei Terzi e fra il XVI e il XVII secolo fu ristrutturata da Barbara Sanseverino che la trasformò in un palazzo e ne fece la sede di una raffinata corte e di una prestigiosa raccolta di dipinti di Tiziano, Correggio, Mantegna e Raffaello. Dopo la confisca e la decapitazione della contessa Barbara Sanseverino ad opera del duca Ranuccio I il palazzo di Colorno passò nel 1612 ai Farnese e nel 1731, alla morte di Antonio Farnese, ultimo Duca di Parma, per discendenza materna il ducato passò a Carlo III di Borbone che trasferì a Napoli le collezioni e gli arredi del palazzo. La reggia poi passò a Ferdinando di Borbone e a sua moglie Maria Amalia d'Asburgo, che però preferiva risiedere nel casino di caccia di Sala, lontana dal marito. Alla morte di Ferdinando il Ducato di Parma venne annesso da Napoleone alla Francia. Il 28 novembre 1807 un decreto di Napoleone lo dichiarò "Palazzo Imperiale" e furono iniziati nuovi lavori di ristrutturazione. Dopo il Congresso di Vienna, il ducato fu assegnato alla moglie di Napoleone Maria Luigia d'Austria che ne fece una delle sue residenze preferite aggiungendo un ampio giardino alla francese. Dopo l'Unità d'Italia il palazzo venne ceduto dai Savoia al Demanio dello Stato italiano, e nel 1870 venne acquistato dalla provincia di Parma. Quasi tutto l'arredo mobile della reggia fu trasferito nei vari palazzi dei Savoia, tra cui il Quirinale a Roma, Palazzo Pitti a Firenze, il Palazzo Reale di Torino e la Palazzina di caccia di Stupinigi. Dopo l'acquisto da parte della Provincia il palazzo fu adibito a Ospedale Psichiatrico distruggendo il teatro di corte, per ricavarne dei locali; fortunatamente le sale artisticamente più importanti del palazzo poterono in gran parte salvarsi in quanto concesse in uso come abitazione per i dipendenti dell'ospedale. Dal 1915 fino alla seconda guerra mondiale in alcune stanze del piano nobile trovarono posto i primi pezzi raccolti da Glauco Lombardi e poi trasferiti a Parma nell'omonimo museo. Perfettamente integra è invece la chiesa di corte di San Liborio ed il suo organo Serassi che conta ben 2898 canne e viene utilizzato per concerti. Durante la Seconda guerra mondiale, il 20 marzo 1945, bombardieri anglo-americani attaccarono Colorno e nel raid aereo vennero colpite la ferrovia e i depositi di carburante nascosti nel parco della Reggia causando tre giovani vittime. Il 23 dicembre 1999 con delibera, dalla Giunta Provinciale di Parma, il Palazzo Ducale viene rinominato in Reggia Ducale di Colorno. Una bellissima iniziativa della nostra Delegazione dell’Emilia Romagna, sempre molto attiva. Per informazioni e prenotazioni contattare la segretaria, dott.ssa Giovanna Cervellati, al 334 3934122.

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ISOLA DI PIANOSATra passato e presente

DOMENICA 8 GIUGNO 2014

Parte del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano ed è quinta in ordine di grandezza, Pianosa è un’isola bellissima.Il nome deriva dalla sua morfologia pianeggiante, dall’aggettivo latino “planus” (piatto), infatti il punto più alto raggiunge i 29 metri!Dista 14 km dall’Isola d’Elba e il suo territorio, di circa 11 km², si trova nel Comune di Campo nell’Elba.Essendo l’Isola pianeggiante, la sua formazione è costituita da rocce sedimentarie.Nella parte costiera la vegetazione è costituita prevalentemente da macchia di ginepro, lentisco, cisto. si trovano raramente lecci, mentre è presente il pino ed il cipresso, alcune strade interne sono costeggiate da filari di eucalipti.Fra gli animali si può vedere con facilità la pernice rossa, l’upupa, i fagiani e talvolta il falco pellegrino e il gheppio, lungo la costa si può notare il gabbiano corso e il cormorano.

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DELEGAzIONE TOSCANA

PROGRAMMA

Ritrovo dei partecipanti a Livorno, Piazza Dante - Stazione Centrale e partenza alle ore 06.45 per Piombino con pullman Granturismo.Alle ore 08.30 imbarco su la motobarca, con posti riservati, che farà rotta alla volta dell’Isola di Pianosa. Arriveremo dopo circa 2,30 di navigazione, ci accoglierà nella sua bellezza, sarà solo una striscia di colore più intenso che stacca appena l’azzurro del mare da quello del cielo, ci accoglierà “il più bel porticciolo del mondo”, come lo definiscono in molti.Scendere dalla barca sarà un’emozione, ci accoglierà il silenzio, il profumo, una terra dove la presenza dell’uomo è visibile ma non aggredisce.Abitata fino a pochi anni fa anche da più di 2000 persone, Pianosa dal 1998, anno di dismissione del carcere, ha visto la popolazione residente ridursi al minimo con l’attuale piccolo nucleo di 20 detenuti più il personale di vigilanza, questa “densità” così particolare rende l’isola in questo momento un luogo magico. Giunti sull’isola ci sposteremo nella vicina Cala Giovanna, una splendida insenatura sabbiosa dove ci potremo rilassare e fare il bagno nelle trasparenti acque!Sopra alla Cala si trova il “Ristorante Cucina Galeotta”, gestito da una cooperativa di detenuti in regime di semilibertà, dove pranzeremo a base di pesce fresco.Nel primo pomeriggio ci incontreremo con una guida ambientale che ci accompagnerà in giro per l’isola, passeggeremo tra le vecchie e suggestive strutture dell’Antico Borgo e conosceremo la sua storia.Poi visiteremo le Catacombe che risalgono al IV° secolo, con accesso da una piccola grotta vicino al porto. Sono costituite da un fitto intreccio di gallerie che venivano utilizzate come luogo di sepoltura dalle prime comunità cristiane che si insediarono sull’isola, forse per sfuggire alle persecuzioni di Diocleziano, attirate dalla fertilità e ricchezza d’acqua e dalla facilità con cui era possibile scavare la roccia per le sepolture. Si tratta del complesso di Catacombe di maggiori dimensioni a Nord di Roma.A seguire visiteremo l’Esposizione Fotografica dell’ “Associazione per la difesa di Pianosa”, in un percorso che va dall’età della pietra fino agli insediamenti ottocenteschi della prima colonia penale agricola d’Italia.Riscenderemo poi verso il porto e rientreremo a bordo della motonave alla volta di Piombino dove attraccheremo alle 19.30 e dove ci attenderà il pullman Granturismo che ci riporterà a Livorno, dove arriveremo alle 21.00 circa.Il costo sarà di 85 Euro e comprende trasporto in pullman Granturismo, motonave con posti riservati, tassa di accesso all’isola del Ministero, pranzo completo con bevande, escursione sull’Isola con la guida turistica ambientale e ingresso alle Catacombe.

Per le prenotazioni è necessario telefonare al nostro segretario Gianni Manuellioppure inviare una mail all’indirizzo: [email protected]. Posti limitati.

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l e S E R AT E d e l l e d e l e g a z i o n i

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Soirées

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Soirées

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CIGV EMILIA ROMAGNA | 19 MARzO

i carracci osPitano VerMeer

Lo scorso 19 marzo a Bologna è stata organizzata dalla nostra Delegazione dell’Emilia Romagna una serata incentrata sull’arte.Questo nostro incontro ha avuto questo tema poiché a Bologna, fino al 25 maggio 2014, è presente una mostra di quadri del pittore Vermeer.  La mostra è stata realizzata utilizzando le sale dove, da sempre, sono esposti i quadri dei Carracci che ovviamente i bolognesi li considerano superiori nonostante il fatto che i quadri dei Carracci siano passati in secondo ordine, suscitando non poche critiche.

Per la storia, i Carracci erano tre parenti bolognesi, Annibale (1560-1609) e Agostino (1557-1602) fratelli, mentre Ludovico (1555-1619) loro cugino.Tutti provenivano da una famiglia della piccola borghesia locale e si dedicarono alla pittura formandosi nell’ambiente cittadino che negli anni della loro giovinezza era dominato dagli artisti della tradizione del tardo-manierista locale come: Domenico Tibaldi, Prospero Fontana e Bartolomeo Passarotti.L’importanza della loro attività artistica e teorica, riconosciuta ai tre pittori, sta nell’aver contribuito in maniera determinante all’uscita dalla crisi del Manierismo, alla formazione della cultura figurativa Barocca, a nuove soluzioni pittoriche basate sul recupero della tradizione classica e rinascimentale ma rinnovata seguendo la pratica e i precetti dello studio del vero e del disegno.Il relatore, al quale va il nostro sentito ringraziamento, è stato il vice presidente Pierluigi Ferrari Trecate che ha accompagnato e saggiamente guidato i tanti soci e amici presenti alla serata, alla comprensione del valore e a leggere le differenze di luce, prospettive, colore e qualità artistiche di questi grandi pittori della bottega bolognese.

un’incontro dunque ben riuscito che ha dato lustro alla nostra delegazione, sempre nello spirito che accompagna i grandi viaggiatori.

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serata con Pierluigi Ferrari Trecate

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Destinations i V I A G G I d e i s o c i d e l C l u b I t a l i a

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In questa sezione del CIGV Magazine pubblichiamo i contributi dei soci. Tutti gli iscritti sono invitati a partecipare.

Ecco le specifiche dei materiali da inviare:- testo una pagina (1500-2500 max battute spazi compresi)- 15-20 foto in alta risoluzione (come escono dalla macchina) da inviare al nostro segretario via www.wetransfer.com (sistema facile, rapido e gratuito)

Destinations

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timida e ospitaleBOSNIA

DESTINAzIONE | BOSNIA

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DESTINAzIONE | BOSNIA

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Aprite un atlante geografico. Andate alla pagina dell’Europa politica e guardate bene; come faccio io che mi sono sempre sentito il mondo in tasca perché ho sempre amato le carte geografiche.Se osservate l’area dei Balcani noterete una Nazione a forma di cuore. E’ la Bosnia-Erzegovina. Timida ed ospitale regala scorci naturalistici e paesaggistici di prim’ordine. Basta varcare il confine dalla Croazia e si nota uno stile di vita diverso: più povertà, meno gente, tanta genuinità. Il buon vino dell’Erzegovina è molto rinomato nei Balcani e bevuto in compagnia esalta l’ospitalità dei bosniaci che ricordano ancora le sirene della guerra, le bombe, le fiamme. Cicatrici indelebili negli sguardi delle persone. Ma da queste parti c’è sempre un raggio di sole che splende lungo le ferite di questa gente: hanno forza di volontà per farsi apprezzare, amano la vita anche se non sembra, sentono il vento del cambiamento. I pellegrini hanno reso famoso in tutta Europa il villaggio di contadini di Medugorje: credere alle visioni della Madonna o non crederci importa poco. Medugorje è una realtà importante e come tale va considerata. A Mostar tutto ruota intorno a quel ponte: lo Stari Most. Bombardato vergognosamente e poi ricostruito; intorno al ponte la zona pullula di ristoranti con vista sul fiume Neretva e di locali pieni di giovani, di turisti che fotografano i minareti delle moschee. un susseguirsi di strade acciottolate con lastre di marmo lucido rievocano i tempi in cui Mostar era un importante centro dell’impero ottomano. Perché anche in Bosnia, come in molte zone dei Balcani, si può dire che “l’Oriente incontra l’Occidente”E’ questa è la chiave di lettura di un viaggio da queste parti, merita di sicuro!

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DESTINAzIONE | CAPOVERDE

d a u n v i a g g i o d i C r i s t i a n a F i c h i C I G V P i s a

no stressCAPOVERDE

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no stressCAPOVERDE

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Dopo la ripresa del lavoro dalle vacanze estive, la quotidianità, la ripresa di tutte le attività, sono arrivata ad un certo punto col fiato corto, stanca, stressata… Eh si, ci voleva proprio una vacanza, un’evasione, un qualcosa per staccare, ricaricare le batterie e ripartire. E qui entra in gioco lo spirito del viaggiatore: dove andare? Non avevo intenzione di andare in un centro benessere, dove sicuramente mi sarei riposata, rinfrancata, coccolata, rilassata e ne avrebbe sicuramente giovato la carne e lo spirito. Oh no, no! Avevo bisogno di qualcosa di nuovo, di inesplorato, di tranquillo, a buon prezzo, in vista di altri viaggi con la V maiuscola. Ebbene, così è arrivata la scelta di Capoverde. 6 ore di volo da Milano e voilà!Capoverde è un arcipelago di 9 isole, di cui 5 a nord (Sopravento) e 4 a sud (Sottovento) situate nell’Oceano Atlantico a circa 600 Km dalle coste del Senegal, di origine vulcanica e molto diverse tra loro. Le più turistiche senz’altro sono l’isola di Sal e di Boavista; la più affollata perché sede della capitale, l’isola di Santiago. Le isole scoperte nel 1461 dai portoghesi, ne divennero loro colonie principalmente per il commercio internazionale degli schiavi provenienti dall’Africa vicina. Dal 1975 Capoverde è divenuta una repubblica indipendente, grazie anche all’apporto del suo eroe nazionale, Amilcar Cabral, ucciso nel 1973. La popolazione non arriva a 500.000 anime, di cui la metà nell’isola della capitale, Santiago, ma molti sono gli emigrati all’estero. La lingua ufficiale è il portoghese, ma oramai il creolo, la lingua madre degli schiavi, è la lingua ufficiosa.La scelta dell’isola è stata un po’ obbligata: la più conveniente, con più servizi e più attività da effettuare era l’isola di Sal ed il pacchetto comprendeva volo charter e soggiorno in un villaggio turistico “all inclusive” a buon prezzo. Sinceramente non sono il tipo di viaggi del genere, ma nello spirito del relax, del costo, della vicinanza, ho pensato che nemmeno legata mi avrebbero tenuta tutto il tempo nel villaggio e che c’era comunque un po’ di tempo per

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nuove scoperte. E così è stato!E’ stata veramente una gran bella scoperta!Innanzitutto il mare. Certo, non vi aspettate le spiagge caraibiche o le calde acque del Madagascar o i pesci colorati delle Maldives o le barriere coralline incontaminate delle isole Fiji… Niente di tutto questo: siamo nel mezzo dell’Oceano Atlantico, senza barriere coralline, con moti ondosi non indifferenti e soprattutto il vento che regna sovrano durante tutto l’anno. Possibile l’incontro con gli squali, ma anche con le tartarughe in certi periodi dell’anno. Ma il mare è bello, abbastanza caldo e poi kilometri e kilometri di spiagge bianche, deserte. uniche note, il rumore del vento ed il colore dei kitesurf o windsurf che tentano di dominare le onde. Capoverde

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infatti è la patria di queste specialità. Poi la popolazione. Sono persone semplici, povere ma molto disponibili. Vivono solo ed esclusivamente di turismo, in quanto né la coltivazione, assente in alcune isole, come in Sal, né la pesca riescono a soddisfare il loro fabbisogno. Non hanno acqua, non hanno petrolio, non hanno minerali, non hanno niente. Oramai nemmeno più il sale che rappresentava con le saline naturali presenti, l’unica fonte di sostentamento di questa isola. Ma nonostante tutto, vivono con onore. Non esiste criminalità e, se c’è, è importata da altri paesi. Il popolo capoverdiano è pacifico e lavoratore, è allegro e simpatico. Si fanno in quattro per aiutarti se chiedi informazioni in giro, sei loro ospite e ti rispettano perché rappresenti per loro una fonte di sostentamento. Tutte le persone lavorano col turismo: guide, camerieri, venditori, indistintamente uomini e donne. La maggior parte non ha l’acqua in casa che deve recuperare dal pozzo cittadino (foto7) e nemmeno la luce elettrica, ma sono tutti molto solari. Non ci sono i nostri ritmi di vita e quando ti vedono, straniero, ti chiamano e ti ripetono:”Cabo Verde, no stress”!A parte il carattere solare di questo popolo, devo dire che anche l’aspetto fisico non è per niente male! Principalmente gli uomini hanno fisici statuari e muscoli scolpiti: effettivamente un gran bel vedere e non a caso viene considerata anche una meta sessuale al femminile! Le cittadine sono molto povere ma quello che si nota subito è la vivacità dei colori delle case, così come delle barche dei pescatori. E naturalmente tutti questi colori mettono allegria!Degno di nota è la Cidade Velha nell’isola di Santiago, la città vecchia, la zona dove venivano venduti gli schiavi. Rua Banana è una lunga strada costeggiata da lunghe e basse case in pietra bianche dal tetto in paglia, candidata a diventare, una volta restaurata, sito dell’uNESCO.

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E l’allegria e la gioia di vivere tutta creola, si traduce anche in canti e balli, come la funana. Di stampo un po’ più malinconico, ma molto simile al fado, la morna, un canto romantico. Regina della morna e famosa in tutto il mondo, anche se a me sconosciuta, ammetto la mia ignoranza, ahimè, l’ormai scomparsa Cesaria Evora, che rappresenta per loro il nostro Modugno.E che dire del cibo? Molto povero a base di mais, principalmente. Il piatto nazionale è la cachupa, zuppa a base di semola di mais, patate, fagioli e filetti di pesce, ma nei numerosissimi ristorantini di S.Maria troverete molte aragoste a buon prezzo.Insomma, ho fatto venire un po’ la voglia di esplorarla a voi che non l’avete ancora vista?

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DESTINAzIONE | IRLANDA

IRLANDAe le isole Aran

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Negli ultimi anni il turismo ha valorizzato le bellezze naturalistiche e culturali dell’Irlanda, rappresentate da Dublino, Galway, l’anello del Kerry, Sligo. Tra le destinazioni un tempo meno conosciute, ma che vengono ora visitate frequentemente, vi sono le Isole Aran.Posizionate in pieno Oceano Atlantico sulla costa occidentale nella baia di Galway, sono tre isole, di cui la più grande, Inishmore, è la più visitata.Da un punto di vista storico, le isole Aran presentano alcuni aspetti peculiari rispetto al resto dell’Irlanda, grazie proprio alla loro posizione ed alla difficoltà a raggiungerle, nei secoli scorsi.

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Ad esempio, nel corso della grande carestia che colpì l’Irlanda nel 1845, la popolazione delle isole Aran riuscì a sopravvivere meglio rispetto al resto dell’Irlanda dove vi furono migliaia di morti.In quel tempo un fungo parassita infestò le coltivazioni di patate che rappresentavano in Irlanda il principale cibo con cui alimentarsi. L’esercito inglese mandato a difendere i territori dei latifondisti ebbero l’ordine di sparare su chiunque tra i contadini irlandesi cercasse di cacciare animali o pescare il pesce dell’Oceano, costringendo così la popolazione a morire di fame, non potendo alimentarsi con le patate. Sulle isole Aran, complice la difficoltà legata alla sua posizione sperduta, i soldati inglesi non rimasero a lungo e la popolazione riuscì a sopravvivere.Ad Inishmore è d’obbligo una visita alla fortezza di Dun Aengus che domina sulle spettacolari scogliere. Risalente all’età del ferro si trova a picco sul mare.Vi si può arrivare tramite un pulmino oppure noleggiando le numerose biciclette, l’ultimo tratto è raggiungibile anche mediante un pittoresco calesse. Lungo il percorso è possibile fermarsi per un foto-stop per ammirare le foche sulla Seal Colony. Le isole Aran sono rinomate anche per la lavorazione dei maglioni in lana. Questi maglioni venivano lavorati dagli stessi pescatori, mentre le donne avevano il compito di filare la lana, ed hanno tuttora la caratteristica di resistere al vento ed all’acqua risultando idrorepellenti. La lavorazione è particolare ed i motivi richiamano quelli originali di un tempo che servivano a riconoscere le diverse famiglie degli abitanti dell’isola, nel caso in cui un pescatore fosse morto in mare e poi fosse stato ritrovato il corpo.

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In queste isole fu anche girato un film “The man of Aran” di Flaherty del 1934 che raccontava la vita che si svolgeva sulle isole a quei tempi. Ancora oggi è aperto un cottage in cui viene proiettato il film ogni mese.La popolazione oggi si è attrezzata per ricevere i numerosi turisti che arrivano quasi tutti i giorni nei mesi estivi.Sono stati aperti diversi negozi, bar ed un supermercato; è presente anche un ufficio postale dove è possibile far apporre il timbro sul passaporto, ed una banca.E’ sempre bene attrezzarsi per la pioggia ed il vento che sono ospiti pressocchè quotidiani in Irlanda, ma bisogna dire che durante i giorni della nostra

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visita il clima è stato mite con sole, nuvole passeggere e solo qualche minuto di leggera pioggia.L’Irlanda è rinomata per i suoi piccoli paesi, rappresentati nelle loro peculiarità dal grande poeta william Butler Yeats, le cui poesie sono state musicate da Angelo Branduardi e di cui mi piace ricordare un brano in particolare “Il violinista di Dooney”, potete ascoltarlo a questo indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=D4azjqS2ou0Ma non si può dire di aver visitato l’Irlanda se non si è passati per le isole Aran!

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Cartoline

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Umberto Laffi al sito archeologico di Machu Picchu, in Perù.

Dino Mazzini, a bordo della sua moto, alla

città vecchia di Khiva, in Uzbekistan.

Gianni Manuelli alla torre della Vergine a Baku, in Azerbajian.

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Dino Mazzini, a bordo della sua moto, alla

città vecchia di Khiva, in Uzbekistan.

Luca Frassi alla Torre dell’Orologio a Tbilisi, in Georgia

Andrea Fiocchi e Stefano Petroni con signore ad Orhei Vechi, in Moldavia.

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2003La mostra LE RAGIONI DEL VIAGGIO è stata organizzata dalla delegazione toscana del CIGV con il patrocinio del Comune di Firenze allo spazio BZF di Firenze con le foto dei soci.

2006La mostra VIAGGI E VIAGGIATORI è stata organizzata dalla delegazione toscana del CIGV con il patrocinio del Comune di Firenze presso la Galleria il Bisontedi Firenze con le foto dei soci.

2004La mostra YEMEN - SULLA VIA CAROVANIERA DELL’INCENSO è stata organizzata dalla delegazione toscana del CIGV con il patrocinio del Comune di Firenze allo spazio BZF di Firenze con le foto di Ovidio Guaita.

VIDEO | DEL CIGV

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2008La mostra I VOLTI DEL VIAGGIO è stata organizzata dalla delegazione toscana del CIGV con il patrocinio della Provincia di Firenze nella Limonaia di Palazzo Medici Riccardi con le foto di vanni Vannucci.

2013Presentazione del volume di Ovidio Guaita ed Elsa Bozzaotra AZERBAIGIAN. FASTI CAUCASICI TRA BAKU E SHEKI (London, Palidano Press, 2014).13 dicembre 2013, Four Seasons Hotel Firenze, gala del CIGV (Club Internazionale Grandi Viaggiatori).

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LI Dal Settecento fino alla Seconda guerra mondiale. Due secoli di lusso ai tropici, tra ventilatori a pale, verande, tè pomeridiani e stuoli di servitori. Molti in Asia ma anche nelle colonie africane e in Centro e Sud America. Una storia affascinante di lungimiranti investitori, pionieri e avventurieri costellata di nomi eccellenti come Raffles, Peninsula, Strand e Mount Nelson. Questa directory ci mostra i migliori esempi sopravvissuti dove sperimentare esperienze e atmosfere d’altri tempi.

L’autore, Paolo Gerbaldo, è inviato di Resorts Magazine. PP

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Azerbaigian, “terra del fuoco” e del petrolio, di siti UNESCO e di archistar. Un Paese caucasico da sempre in bilico tra Occidente e Oriente. Terra di passaggio e di conquista che oggi, grazie alla ritrovata indipendenza, riscatta un passato difficile.

Un’esperienza di viaggio affascinante che ripercorre tappe evolutive comuni all’Europa, qui vissute con prospettive diverse all’ombra di monumenti sempre eclettici e oggi anche futuristici. PP

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