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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 29 febbraio 2016

Pagina I

DDL CONCORRENZA

Liberalizzazioni al palo La rete degli interessi sta bloccando le riformeStampa 29/02/16 P. 8 Antonio Pitoni 1

BANDA LARGA

La banda larga non passerà dai contatori elettriciCorriere Della Sera -Corriereconomia

29/02/16 P. 22 Edoardo Segantini 3

PROFESSIONISTI

Avvocati & Riforme Scoppia lo scontro tra le generazioniCorriere Della Sera -Corriereconomia

29/02/16 P. 25 Isidoro Trovato 4

STC

Professionisti, meno di mille società avviate in tre anniSole 24 Ore 29/02/16 P. 1-7 Valentina Melis 6

PROFESSIONISTI

Avvocati divisi sui sociSole 24 Ore 29/02/16 P. 1 Maria Carta DeCesari

9

DDL PROFESSIONISTI

Professionisti sanzionati due volteSole 24 Ore 29/02/16 P. 29 Giovanbattista Tona 11

VALUTAZIONI IMMOBILIARI

Periti indipendenti per gli immobili a garanzia dei creditiSole 24 Ore 29/02/16 P. 30 Antonio Benvenuti 12

STUDI PROFESSIONALI

Innovazione, professioni a seccoItalia Oggi Sette 29/02/16 P. 19 Gabriele Ventura 13

GIURISPRUDENZA APPALTI PUBBLICI

Appalti, un soccorso istruttorioItalia Oggi Sette 29/02/16 P. VII Dario Ferrara 16

PROFESSIONISTI

Tutti i no al caos delle nuove classi d'insegnamentoCorriere Della Sera -Corriereconomia

29/02/16 P. 25 17

GRANDI OPERE

Il ponte sullo stretto e il fantasma della grande operaCorriere Della Sera 29/02/16 P. 33 Sergio Rizzo 18

LAVORO

Lavoro in 13 giorni così il web batte il collocamentoRepubblica 29/02/16 P. 23 Anais Ginori 20

INNOVAZIONE E RICERCA

La scienza non può essere ai margini della politicaCorriere Della Sera 29/02/16 P. 33 Rosario Sorrentino 22

ECONOMIA

Neo-liberismo e liberalismo non sono sinonimiCorriere Della Sera 29/02/16 P. 32 Giuseppe Bedeschi 23

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

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Pagina II

ASTALDI

Astaldi guarda lontano: costruir il nuovo supertelescopio europeoRepubblica Affari Finanza 29/02/16 P. 20 Adriano Bonafede 24

CONSULENTI DEL LAVORO

Il Jobs Act dei consulenti del lavoro "Il nostro business sarà più diversificato"Repubblica Affari Finanza 29/02/16 P. 27 Massimiliano DiPace

26

EXPO

Bilancio Expo, i conti tornano c'è il rebus dello smantellamentoRepubblica 29/02/16 P. 17 28

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Liberalizzazioni a1paloLarete degli interessista bloccando le riformeEcco gli emendamenti per sbloccare il ddl fermo dam annoDai notai ai tassisti, ilpressing dell'Ue: ancora troppi o stacoli

ANTONIO PITONIROMA

A nove anni dall'ultima «len-zuolata» targata Pier Luigi Ber-sani e a quasi 4 dal Cresci Italiadel 2012, si torna a parlare di li-beralizzazioni nel ddl concor-renza all'esame della commis-sione Industria del Senato. «Unprovvedimento sul quale le lob-by di ogni ordine e grado stannoesercitando tutta la loro pres-sione», rivela a La Stampa unodei componenti della commis-sione. Domani sono attesi gliemendamenti dei relatori, Lui-gi Marino di Area Popolare eSalvatore Tomaselli del Pd, chedovrebbero sciogliere una seriedi nodi ancora irrisolti. Dalla ReAuto all'energia, tanto per farequalche esempio, sui quali sonoemerse diverse criticità rispet-to al testo approvato in primalettura dalla Camera. Nodi, pe-raltro, già evidenziati nei giorniscorsi dall'ultimo «Country Re-port» della Commissione euro-

pea. Nel quale si sottolinea co-me «gli ostacoli alla concorren-za in Italia sono ancora notevo-li». Con particolare riferimentoalle professioni (avvocati, notai,farmacisti) e al trasporto pub-blico. «Purtroppo i lavori dellacommissione hanno risentitodella corsia preferenziale dataall'esame del provvedimentosulle unioni civili - spiega Mari-no -. Al momento sono stati esa-minati i primi 39 articoli dei 52di cui si compone il ddl concor-renza, ma contiamo di chiuderela discussione e di licenziare iltesto per l'Aula nel giro di unaquindicina di giorni». Un pas-saggio cruciale, insomma, quel-lo di domani, per sbloccare ilprovvedimento di iniziativa go-vernativa che, a quasi un annodalla sua presentazione in Par-lamento, non ha ancora visto laluce. Tenuto conto che, dopo lemodifiche del Senato, occorre-rà almeno una terza lettura allaCamera.

O BV NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

II governopotrebbe sce-gliere di accele-rare il percorsoper la riduzionedelle tasse, conun maxi inter-vento , che ri-guardi anche lariduzione dell'Ir-pef, già nel2017. In questosenso, però,resta decisivo ilmargine diflessibilità Ue. Iltaglio dell'Irpefè fissato per il2018 ma, dice ilviceministrodell'EconomiaEnrico Moran-do, non è esclu-so che sia possi-bile «se le cosedovessero anda-re un po' per ilverso giusto,anticipare inizia-tive che oggiprogrammiamoper il 2018 al2017». Lo stessoMorando haperò ancheaggiunto che«adesso, è pre-sto per dirlo».

DDL Concorrenza Pagina 1

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I

In bilico gli scontiper la scatola neraDue le criticità in tema di Re Auto su cui i relatori potreb-bero intervenire. La prima riguarda gli sconti obbligatoriper gli assicurati che accettino l'installazione a bordo dellecosiddette scatole nere nelle aree geografiche ad altaincidentalità e a maggior incidenza di truffe (soprattutto alMezzogiorno). Il testo licenziato dalla Camera prevede chesia l'Ivass a fare le tariffe. Ma, sottraendo al mercato ilcompito di fare i prezzi, il rischio è quello di incappare inuna procedura di infrazione da parte dell'Ue. La secondaconcerne i risarcimenti per macrolesioni, per i quali il testodella Camera rimanda alla tabella del Tribunale di Milano.«L'anomalia italiana sta nel fatto che, rispetto alla mediaUe, i danni meno gravi vengono risarciti in proporzione inmaniera più consistente rispetto ai danni più gravi», spiegauno dei relatori Luigi Marino.

Abrogato il serviziodi maggior tutelaTra le novità principali, il ddl concorrenza introduce, apartire dal l° gennaio 2018, l'abrogazione del servizio dimaggior tutela del mercato elettrico. Una misura cheriguarda circa 20 milioni di clienti domestici e 4 milionidi piccole e medie imprese (più o meno il 20% dei consu-mi di energia elettrica) che al momento non hanno anco-ra scelto un fornitore nel libero mercato. I clienti in tutelapotranno scegliere, individuando un fornitore sul merca-to libero, o non scegliere. In quest'ultimo caso, per effettodella riforma, si troveranno a trasmigrare nel «servizio diultima istanza». L'emendamento dei relatori dovrebbeassicurare una data fissa per il passaggio al libero merca-to, garantire che gli utenti siano informati e a conoscenzadelle differenze tra i diversi contratti proposti dalleaziende sul mercato e, infine, tutelare quegli utenti chenon sono in grado di decidere consapevolmente (adesempio pensionati al minimo e anziani).

Una norma fermeràla guerra dei prezziSul capitolo turismo si innesta il cosiddetto caso Bookinge delle altre piattaforme che recensiscono e permettonodi prenotare stanze d'albergo in tutto il mondo. Il tuttosenza percepire compensi per il servizio (anche pubblici-tario) fornito, salvo trattenere una percentuale sulletransazioni effettuate e versare il resto agli hotel. InItalia, però, alcuni alberghi vendono le camere su questepiattaforme ad un determinato prezzo praticando, allostesso tempo, tariffe inferiori a chi si rivolge direttamen-te a loro o prenota dal loro sito Internet. La Camera hacertificato la correttezza di queste pratiche che un emen-damento dei relatori dovrebbe invece correggere vietan-do agli hotel di praticare tariffe inferiori a quelle pubbli-cizzate, ad esempio, su Booking. Il rischio, se il testorestasse così, è che le piattaforme ricorrano agli organi digiustizia europei per violazione della concorrenza oimpongano agli hotel una quota di iscrizione per compen-sare il danno del ribasso dei prezzi.

%.

Lo stop agli Nccaiuterà i taxistiSi ripropone l'annosa questione della convivenza traNoleggio con conducente (Ncc) e taxi. Gli Ncc hannol'obbligo di rientrare in rimessa tra un servizio e l'altro adifferenza dei tassisti che possono scaricare un cliente ecaricarne un altro immediatamente. In molti casi, però,gli Ncc non rispetterebbero questa norma. Esercitando,secondo le associazioni dei tassisti, una concorrenzasleale ai propri danni. Inoltre, a differenza degli Ncc, itaxi sono tenuti a prestare servizio all'interno del comu-ne che ha rilasciato la licenza. In molte regioni (tra cuiLazio, Umbria, Marche, Abruzzo e Molise), per farecassa, alcuni comuni hanno dato vita a veri e proprilicenzifici per Ncc. Sul punto potrebbero essere accoltiemendamenti per il blocco temporaneo delle nuove licen-ze Ncc e la concessione di licenze su base regionale.

società difarmacisticon vincoli più severi[1 primo nodo riguarda i controlli sulle Srl semplificate che,n base al testo della Camera, potranno essere costituiteanche da professionisti senza l'obbligo di rivolgersi ad unotaio. Sul tema, il procuratore nazionale antimafia, Fran-o Roberti, ha evidenziato il rischio di aprire «un varco

òrmidabile per l'ingresso delle organizzazioni mafioseegli appalti». Potrebbero essere accolti alcuni emenda-

nenti che recepiscono questi rilievi. Capitolo farmacie:potranno essere organizzate in società, ma rispetto al testoiella Camera che consente di detenere il 100% del capitaleanche a non farmacisti, potrebbero essere accolti emenda-nenti che impongono la presenza di una percentuale diarmacisti iscritti all'albo. Quanto alla vendita dei farmaciIi Fascia C dovrebbe restare esclusiva delle farmacie.

DDL Concorrenza Pagina 2

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La banda larga non passerà.dai contatori elettriciDI EDOARDO SEGANTINI

amministratore delegatodell'Enel Francesco Sta-race afferma che il pro-

getto dell'azienda per posare lafibra ottica va avanti senza esita-zioni. Stiamo parlando diun'azienda seria e dunque nonc'è motivo di dubitarne. Una prima società di consulenza generalista, ad esempio, è stata sostituita con un'altra più tecnica e i la-vori, insomma, procedono. Ma,molto probabilmente, non nelmodo che ci viene raccontato daun anno a questa parte.

La narrativa di questi ultimi

mesi ha infatti diffuso l'idea dell'uovo di Colombo, la soluzionesemplice e geniale: la magia chediffonderà la banda larga sarà ilcontatore elettrico di nuova ge-nerazione.

Sostituisci il vecchio, introduciil futuro. Basta complicazioni edestenuanti dispute tra operatoritelefonici: accendi la banda largacome accendi la luce.

Purtroppo le cose non stannocosì. E, se si leggono le dichiarazioni ufficiali dell'Enel nelle seditecniche e in quelle istituzionali,se ne ha la conferma.

ar,

In un'intervista al sito di Assoelettrica sul tema dei contatorielettronici, gli smart meter di seconda generazione che sarannointrodotti tra il 2016 e il 201; lostesso Starace risponde: «Il progetto della banda larga non hanulla a che vedere con i nuovicontatori intelligenti se non per ilfatto che la sovrapposizione tem-porale delle due iniziative è si-nergica nei confronti della bandalarga: se devo stendere il cavo fino alle case lo faccio mentre so-stituisco il contatore e l'operazione costa meno».

II programma(vero) dell`Enele quell'equivocoda chiarire

E precisa: «Questa è l'unicasovrapposizione: ma il nuovocontatore non ha bisogno dellabanda larga per funzionare néfunziona meglio con essa».

Sull'argomento i dirigenti dell'Enel sono chiari anche durantela consultazione pubblica lancia-ta dall'Autorità per l'energia elet-trica e il gas. Dove si ribadisceche la soluzione tecnologica pro-posta è «la comunicazione mediante Power Line Carrier (Plc)tra contatore e concentratore»,perché «garantisce tassi di tele-lettura eccellenti», «è economi-ca» e «adottata o in corso di ado-zione dalla maggior parte dei Pa-esi europei».

Plc è di certo un'ottima tecno-logia, ma non quella «che porte-rà l'ultimo miglio in fibra otticanelle case degli italiani», com'èstato scritto, considerando cheha una capacità limitatissima(inferiore a quella del più anticomodem) e non può perciò veico-lare alcuna banda larga.

Che cosa farà dunque l'Enel?E ragionevole immaginare chescelga alcune città, dov'è presen-te come distributore e dove piùalta è la prospettiva di ritornodegli investimenti, e lì realizzicontemporaneamente il rifaci-mento delle reti di distribuzioneelettrica e la posa della fibra ottica.

Senza magie. E in trasparenza.`SegantiniE9 RIPRODUZIONE RISERVATA

Banda larga Pagina 3

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Diritto I giovani contro il Consiglio nazionale: «discriminati»

.1

Scoppia lo s contotra le generazioniContestatele nuove regole e per l'abilitazione alpatrocinio in Cassazione e le procedure sui tirociniDI ISIDORO TROVATO

Tornano le turbolen-ze nel mondo del-l'avvocatura italia-na. Nel mirino il

Consiglio nazionale forensecontestato da diversi asso-ciazioni di categoria per va-rie tematiche: dal regola-mento per l'abilitazione alpatrocinio in Cassazione allascelta di finanziare un nuovoquotidiano, fino alla polemi-ca sui compensi dei consi-glieri.

«La giovane avvocatura inItalia è messa alle strette -sbotta Luigi Pansini, segreta-rio generale dell'Associazio-ne nazionale forense -. Unregolamento capestro delConsiglio intende infattiostacolare il percorso degliavvocati più giovani, renden-do l'abilitazione al patrociniodelle cause in Cassazione unpercorso ad ostacoli e costo-so. Siamo al fianco della gio-vane avvocatura, e in tutta

Italia i giovani colleghi han-no impugnato, dinanzi al Tardel Lazio o con ricorso stra-ordinario al presidente dellaRepubblica, il regolamentosulla disciplina per diventareca azionisti ».

A presentare ricorso perottenere l'annullamento delregolamento sono state le se-di Anf di Ber-amo, Napoli,

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Pescara, Bari, Vasto, Salerno.«L'iniziativa è diffusa -spiega il segretario di Anf-. Sono tantissimi i giovanicolleghi di tutta Italia chechiedono l'annullamento.Del resto sono davvero tanti imotivi di illegittimità: la pre-selezione informatica, la fre-quenza di una scuola obbli-gatoria a Roma, dieci ore asettimana, una verifica finaledi idoneità, la violazione del-

Professionisti Pagina 4

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le norme in tema di concor-renza per l'esclusiva riserva-ta alla Scuola superiore del-l'avvocatura per l'istituzionedei corsi, la contraddittorietàdel requisito dell'effettivoesercizio della professioneper poter diventare cassazio-nista, la specialità delle ma-terie oggetto dei moduli difrequenza. A tutto ciò si ag-giunge la beffa: i tanti chenegli anni sono diventati av-vocati all'estero, tra i più notigli abogados spagnoli, po-tranno diventare cassazioni-sti senza passare per le for-che caudine previste dai re-golamenti anti giovani».

Lo stu . lo generazionalequindi sembra più vasto eprofondo del previsto «Que-

0

FA

sto regolamento - continuaPansini - finisce per au-mentare il divario tra anzianie giovani: se fino ad oggi gliavvocati potevano ottenerel'iscrizione di diritto nell'albodei patrocinatori davanti allegiurisdizioni superiori dopoaver maturato un'anzianitàdi iscrizione all'albo di dodicianni, il giusto riconoscimen-to dell'esperienza acquisita,d'ora in poi le nuove genera-zioni dovranno frequentareun corso organizzato dallaScuola superiore dell'avvo-catura che si terrà per lamaggior parte a Roma. Alcorso si accederà dopo averprima superato un test diammissione, valutato da unacommissione la cui composi-zione è decisa dal Consiglionazionale».

Un iter che sembra pena-lizzare la fascia dei giovani,che stanno patendo di più glieffetti della crisi sul fattura-to. «Come se non bastasse- aggiunge Pansini - abreve sarà adottato il regola-mento sulla disciplina deicorsi delle scuole forensi ob-bligatorie ai fini del tirocinio:numero programmato. nu-mero minimo di ore, costi dasostenere, verifiche interme-die e finali per poter sostene-re l'esame che, va rimarcato,è di abilitazione e non unconcorso come quello pernotai e magistrati, con le re-lative garanzie. Anf ha dasempre denunciato quantola legge professionale e i re-golamenti attuativi sianocontro la giovane avvocatu-ra, l'auspicio è che dal gover-no ci possa essere una moralsuasion per sostenere le nuo-ve generazioni sulle quali, in-vece, ci si sta letteralmenteaccanendo».

A completare il quadro dipolemiche c'è anche la presadi posizione di netto dissen-so da parte dell'Organismounitario dell'avvocatura inmerito alla decisione, da par-te del Consiglio nazionale fo-rense, di finanziare la pub-blicazione di un quotidianodal nome «II Dubbio». In unatto ufficiale l'Oua «invita ilConsiglio a sospendere dettapubblicazione ponendo taledecisione all'ordine del gior-no del prossimo congressonazionale forense». E la«battaglia» sembra solo al-l'inizio.

@ RIPROOIJZIONE RISERVATA

Professionisti Pagina 5

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Restano i problemi su fisco e compatibilità

Professionisti,meno di mille societàavviate in tre anni—asSono9391e societàtrapro-fessionisti iscritte al Registrodelle imprese dal 2013. La mag-gior parte ha un capitale socia-le entro i iomila curo, ancheperché la forma societaria do-

minante è quella della Srl. So-no 523 le Stp che hanno un so-cio di capitale.

Prevalgono le attività legali edi contabilità.

Valentina Melis pagina

STC Pagina 6

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All-, * iforme Prevale la scelta della Srl e oltre la metà Dominano le attività legali e di contabilitàdelle compagini ha un investitore «esterno» ma si fa strada l'assistenza sanitaria

Società tra professionisti, il capitale è al minimoNel 74% delle 939 Stp iscritte al Registro imprese l'importo versato dai soci è compreso entro 10mila curo

Valentina Melis

Le società tra professionisti

nondecollano. Da quando èpossi-

bile costituirle (22 aprile 2013), ne

sono nate meno di mille. Quelle

iscritte al Registro imprese sono

939, ma153 sono "vecchie" società

tra avvocati, costituite, cioè, se-

condo ladisciplinaadhocgiàinvi-

goreper ilegali, primache arrivas-

selaStp apertaatuttigli ordini pro-

fessionali (legge 183/2011).

Dai dati forniti al Sole 24 Oredel Lunedì daInfocamere, emer-ge che quasi la metà delle Stpopera nella contabilità e nelle at-tività legali, un centinaio nell'as-sistenza sanitaria e dentistica ealtrettante si occupano di archi-tettura e ingegneria.

Il 52% delle società tra profes-sionisti ha la forma della Srl. Que-sto spiega anche l'esiguità del ca-pitale sociale, che nel 74%, dei casiè compreso entro lomila euro.

Oltre 500 Stp hanno un socio dicapitale: in 38 di queste, si tratta diun socio persona giuridica, quasisempre un'altra Srl.

Quanto alla distribuzione ter-ritoriale, Lombardia (194) e Ve-neto (107) sono le regioni chehanno visto germogliare più so-cietà tra professionisti, ma in uncontesto, che - se rapportato allapopolazione - vede operare suscala nazionale meno di due Stpogni loomila abitanti.

Le cause del mancato appealA rendere meno appetibile la so-cietà tra professionisti rispetto al-l'esercizio dellaprofessione infor-ma individuale (la strada preferitadall'81,6°io dei professionisti italia-ni) o in associazione, è sicuramen-te l'incertezza sul regime fiscaleapplicabile, che non è disciplinatoné dalla legge istitutiva, né dal re-golamento attuativo (decreto delministero della Giustizia 34/2013).

Diversi interventi normativiipotizzati negli ultimi due anni(ma mai tradotti in legge) hannoprovato a qualificare il reddito del-la Stp come reddito da lavoro au-tonomo, contassazione per cassa.L'agenzia delle Entrate, nella ri-sposta a un interpello dell'8 mag-gio 2014, si e pronunciata invece afavore della qualificazione comereddito d'impresa, con tassazioneper competenza (cioè in base al-l'anno difatturazione enon aquel-lo dell'incasso). «Questo orienta-mento - spiega Andrea Foschi,consigliere nazionale dei dottoricommercialisti e degli esperticontabili con delega al diritto so-cietario - crea una disparità tra ilregime degli studi associati e quel-lo delle Stp, rendendo quest'ulti-mo ovviamente meno appetibile,soprattutto in periodi nei quali iprofessionisti fanno fatica aincas-sare conregolaritài compensi».

Per l'Ordine dei consulenti dellavoro, che conta 126 Stp iscritte,il vicepresidente del Consiglionazionale, Vincenzo Silvestri,sottolinea che «il Jobs act sul la-voro autonomo è certamentel'occasione per chiarire definiti-vamente che iredditiprodottidalprofessionista all'interno di unaStp vanno considerati redditi dalavoro autonomo».

Anche il divieto di partecipare apiù di una Stp (sia per il professio-nista, siaper il socio "investitore")è stato un limite allaproliferazionedelle nuove società. Secondo Ar-mando Zambrano, presidente delConsiglio nazionale degli inge-gneri e coordinatore della Retedelle professioni tecniche, «la de-lega contenuta nell alegge183/tonhafissatocriteririgidiehacostret-to il ministero della Giustizia aemanare un decreto attuativo va-lido per tutti gli ordini, senzatene-re conto delle peculi arità delle sin-gole attività. Gli ingegneri - ag-giunge - possono svolgere presta-zioni dal valore molto variabile: èimpensabile che con la stessastruttura societaria si possano af-frontare lavori dalomila euro o da100 milioni».

I soci di capitalet partecipata da due Srl e haun ca-pitale sociale di 72mila euro la to-scana Hyper Stp, che aggrega 13professionistitraingegneri, archi-tetti, geometri, commercialisti,agronomi, geologi e informatici.«Con la Stp multidisciplinare -spiega il presidente del CdaStefa-no Capretti- stiamo fornendo ser-vizi che singolarmente nonavremmo potuto erogare».

Nel Laboratorio per i disturbidell'apprendimento, Stp fra psi-cologi con sedi a Padova e Rovi-go, il socio non professionista èl'Università di Padova (che par-tecipa con il 5%). «La società -spiega l'amministratore delega-to Irene Mammarella - è nata co-me spin-off dell'Università e ciconsente di affiancare l'attivitàclinica alla ricerca».

11 JII.com

Intercettazioni,non può trascriverleun ausiliario del perito

Nella trascrizione delle intercetta-zioni il perito non può nominareun ausiliario. E una delle sentenzedi Cassazione pubblicate dalQuotidiano del diritto oggi onli-ne,che inoltre contiene approfon-dimenti sulversante civile,amministrativo e tributario...........................................................................

www.quofdianodiritto .ilsole24ore.com

STC Pagina 7

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La fotografia

Le società tra professionisti iscritte alla sezione speciale dei Registro delle imprese. Dati al 19 febbraio 2016

L'ATTIVITA SVOLTALa suddivisione delle Stp in base all'attività economica svolta

Contabilità e 5oáetà

altre alt vità tra avvocati

legati

Assiste nei

sanitariae dentisti

Architettura

e ingegneria

I niormatica Servizi

veterinari

308 153 111 108 36 11

Dirr:7ione

aziendale

e consulenza

Altre

attività

9 203

939

LA FORMA GIURIDICALa suddivisione delle Stp in base alla forma giuridica prescelta

Società a Società società in societàresponsabilità tra avvocati accomandita in nome

imitata (Sri) semplice (Sas) collettivo (Snc)

496 153 114 86

Società Società Altre

semplice cooperativa nature

giuridiche

64 23

939

LA DISTRIBUZIONELa diffusione delle Stp sul territorio e la frequenza rispetto alla popolazione

Lombardia Trentino A. A. Regione

L'AMMONTARE DEL CAPITALELa suddivisione dette Stp in baseal capitale sociale versato.In % sul totale

Oltre Inferiore a5omila euro 1Omi[a coro

4,0 36,7

Totale

100

Oltre lOmila e Pari afino a SOmila lOmila euro21,7 37,6

1,68

Sardegna

0,60

2,08

Calabria

0,81

LA PROVENIENZA DEL CAPITALELa composizione della compaginesocietaria in base alta naturagiuridica dei soci

Stp senza socio Stp con socidi capitale di capitale

416 523

Totale

939

di cui Stp con almeno un sociodi capitale persona giuridica

38

Fonte: elaborazioni IntoCamere su dati Registro Imprese

STC Pagina 8

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DANOVI, w 7 - ) ELLT .

Avvocati divisi sui socidi Maria Carla De Cesari

e società di avvocati con la: Li presenza di soci di capitale

non hanno, per i professionisti,compatibilità economica ed eti-ca». E ungiudizio tagliente e senzachiaroscuri quello di Remo Dano-

vi, dallo scorso anno di nuovo a]servizio delle istituzioni di cate-goria, come presidente dell'Ordi-ne degli avvocati di Milano, dopcessere stato al vertice del Cnf.

Professionisti Pagina 9

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. Remo Danovi, presidente a Milano

Indipendenzada tutelareper gli avvocati

di Maria Carla De Cesari

1 disegno di legge sullaconcorrenza , all'esamedel Senato , tenta di nuove

di disciplinare l 'esercizio del-

la professione di avvocato informa societaria , fallito il ten-tativo della delega contenuta

nella riforma dell'ordina-mento forense , la legge

247/2012. A differenza dei cri-

teri del 2012 , il disegno di leg-ge sulla concorrenza prevede

l'apertura anche ai soci di ca-pitale, con illimite invalicabi-le di un terzo , sia per quante

riguarda il capitale , sia per idiritti di voto. Almeno due

terzi , infatti , devono apparte-nere ad avvocati o a profes-sionisti iscritti ad Albi di altre

professioni regolamentate.

«Credo che sulla questionenon possano esserci compro-messi - commenta Danovi -:nonbasta , daparte delle istitu-zioni forensi , mostrare di fareopposizione per poi accon-tentarsi di qualche correttivenella governance».

La scelta delle società dicapitali , per Danovi, non hagiustificazione economica.

«Poniamo il caso di un sociadi capitali, non ci importa sa-pere chi sia, che mette i6milacuro su un capitale comples-sivo di 5omila per una societàdi giovani avvocati. Per tuttala vita, con questo investi-mento, il socio di capitaleavrà un terzo degli utili dellestudio, che andranno a cre-scere progressivamente conl'età dei professionisti».

Il discorso, però, è soprat-tutto etico e riguardala sfera diautonomia e indipendenza.«Che cosasuccederà, al dilàdiogni cautela di governancequando nell'assemblea di ap-provazione del bilancio il so-cio di capitale chiederà noti-zie su una causa o una consu-lenza risultata particolarmen-te redditizia? O, - continuaDanovi - suggerirà di abban-donare difese poco remunera-tive, magari a tutela di dirittifondamentali violati?». La ri-servatezzacui ètenuto l'avvo-cato - sottolinea Danovi - è de-stinata a cadere a partire dal-l'esame del rendiconto dellasocietà, che non può essere"vietato" al socio.

Inoltre, non si può nascon-dere che il socio di capitale -

interessato a investire unapiccola cifra per affittare unostudio, acquistare computer,collegamenti a internet e unpo' di strumenti di aggiorna-mento e di documentazione -nella gran parte dei casi po-trebbe essere, secondo Dano-vi, una banca. Gli istituti di ere-dito potrebbero avere conve-nienza a esternalizzare partedell'ufficio legale. La societàdi avvocati "vivrebbe" degliaffari passati dalla banca e lamonocommittenza sostan-ziale metterebbe fine a qualsi-asi aspirazione di autonomia edi indipendenza anche dalpunto di vista "scientifico".

La ricetta delle società traavvocati, insomma, secondoDanovi rappresenta un vul-nus dal punto di vista etico,senza rispondere alle esigen-ze economiche dell'avvoca-tura che continua a crescere aritmi velocissimi. «Solo agennaio ho iscritto all'Albo diMilano 30o avvocati. Imporreunavisione etica dellaprofes-sione - con numeri di massa- èdifficile, ma non possiamosottrarci a questo dovere, tan-to più che la legge riconosceuna giurisdizione forense pertentare di amministrare lagiustizia civile».

RI PRO D OZIONE RISERVATA

Professionisti Pagina 10

Page 14: Centro Studi C.N.I. - 29 febbraio 2016...Centro Studi C.N.I. - 29 febbraio 2016 Pagina I DDL CONCORRENZA Stampa 29/02/16 P. 8 Liberalizzazioni al palo La rete degli interessi sta bloccando

I Secondo la Corte d'appello di Napoli va valutata la natura della penalità applicata al soggetto già condannato

Professionisti sanzionati due volteLa radiazione dall'albo per un reato già punito in sede penale non viola il «ne bis in idem»

Giovanbattista Tona

ww La sanzione disciplinaredella radiazione dall'albo, com-minata ad un professionista giàcondannato dal giudice penale,non viola il divieto del doppiogiudizio e della doppia punizio-ne per lo stesso fatto, sancitodall'articolo 4 del protocollo 7della Convenzione europea deidiritti dell'uomo. Lo ha stabilitola Corte di appello di Napoli conla sentenza del i8 gennaio scor-so (presidente Cultrera, relato-re Serrao d'Aquino).

Unopsicologo avevapatteg-giato una pena per il reato diviolenza sessuale in danno diuna sua paziente e sullabase diquesta sentenza il suo ordineprofessionale aveva avviatoun procedimento disciplinareconclusosi con la decisione diradiarlo dall'albo.

Lo psicologo aveva allora im-

pugnato la delibera di irrogazio-ne della sanzione disciplinare di-nanzi al Tribunale ma il ricorsoera stato respinto. Con l'appello,però, proponeva una questionenuova lamentando che il provve-dimento disciplinare violava ilsuo diritto a non essere giudicatoo punito due volte.

Richiamava la sentenza dellaGrande camera della Corte euro-pea dei diritti dell'uomo del 4marzo 2014, nota come Gabetti-Grande Stevens, che - occupan-dosi di un caso in cui nei confron-ti delle stesse persone era statacomminata una sanzione dallaConsob ed era stata inoltre eser-citata l'azione penale - aveva af-fermato che, per garantire un'ef-fettiva applicazione del divietodi un secondo giudizio sui mede-simi fatti, doveva ritenersi nonvincolante la qualificazione co-me sanzione penale, daparte del-

l'ordinamento di uno Stato ade-rente, di una misura di carattereafflittivo e doveva considerarsinon dirimente l'effetto privativodella libertà personale.

Poiché era già destinatariodella sanzione di due anni di re-clusione, seppure condizional-mente sospesa, il professionistalamentava che la radiazione, fon-data sulla stessavicenda, non po-tesse essere irrogata.

La Corte di appello di Napoliprende le mosse dalla prima sen-tenza della Corte europea sullamateria, nota come Engel e altricontro Paesi Bassi, dell'8 giugno1976, che aveva elaborato i criteripoi confermati dalla sentenzaGabetti-Grande Stevens.

Secondo quella decisione, laConvenzione europea dei dirittidell'uomo permette agli Stati dimantenere e stabilire una distin-zione tra diritto penale e diritto

Minaccia, va valutatol'impatto sulla vittimaSull'edizione oggi online lasentenza con cui la Cassazionechiarisceche la gravità del reatodipende dalla vulnerabilità dellapersona offesa.........................................................................

www.f iotkIianothri to ilsoIe24ore com

disciplinare; tuttavial'individua-zione dell'accusa e della sanzio-ne penale non potrà dipendereesclusivamente dalla terminolo-gia adottata dal legislatore nazio-nale.E quindi se il secondo giudi-zio, pur denominato disciplina-re, risulta di natura sostanzial-mente penale, scatta il divietodella doppia sanzione.

Dovrà tenersi conto della na-tura sostanziale dell'illecitocommesso e in particolare se lacondotta viola una norma cheprotegge il funzionamento diuna determinata formazione so-ciale oppure se èinvecepostaallatutela erga omnes dibeni giuridi-ci della collettività.

Andrà poi considerato il gra-do di severità della pena che ri-schialapersonainteressata, per-ché solo le punizioni di una certaintensità possono appartenerealla sfera penale.

Secondo i giudici napoletani,la radiazione disposta da un Or-dine professionale tutela inte-ressi specifici di una formazionesociale ristretta, quale quella deipazienti degli psicologi apparte-nenti all'Ordine, enontutelabenidella collettività.

Tale sanzione nonhafunzionerepressiva ma inibitoria, di pro-tezione dei clienti del professio-nista e del prestigio della profes-sione. Pertanto non potrebbeconsiderarsiun'ulteriore sanzio-ne penale per lo stesso illecito.

Infine la Corte partenopea haricordato che la Cedu ha ritenutoestranea alla nozione di accusa dicarattere penale la sanzione delcollocamento obbligatorio a ri-poso peri militari, ipotesi deltut-to an alogaa quella della radiazio-ne (sentenza del 7 settembre2007, Sukut contro Turchia).

C) RIP RODD ZIO NE RISERVATA

DDL Professionisti Pagina 11

Page 15: Centro Studi C.N.I. - 29 febbraio 2016...Centro Studi C.N.I. - 29 febbraio 2016 Pagina I DDL CONCORRENZA Stampa 29/02/16 P. 8 Liberalizzazioni al palo La rete degli interessi sta bloccando

Periti indipendentiper gli immobilia garanzia dei creditidi Antonio Benvenuti Proprio al fine di garantire

rai soggetti operanti nel-l'ambito interessato dal-la direttiva (2014/177/Eu

mortgage credit directive), lafigura del perito Jha assuntoun ruolo certamente determi-nante negli ultimi anni, data lacentralità acquisita dai beniimmobili nella determinazio-ne delle garanzia a tutela deicrediti bancari.

In questo scenario, infatti, il

Regolamento (Eu) 575/2013 del

Parlamento europeo e del Con-

siglio (Capital requirement re-

gulation) recante la disciplina

relativa ai requisiti prudenziali

per gli enti creditizi, già richie-

deva, espressamente, che i pro-

fessionisti operanti nel settore

delle valutazioni dei collaterali

fossero in possesso delle «ne-

cessarie qualifiche, capacità ed

esperienze per compiere una

valutazione (...) indipendente

dal processo di decisione del

credito» (articolo 208, comma

3, lettera b). Lo stesso regola-

mento, anche inmateria divalu-

tazione connessa ad altre ga-

ranzie reali ammissibili nel qua-

dro Irb (Internal rating based

approach), annunciava il prin-

cipio secondo cui «perle garan-

zieimmobiliari,lagaranzia è sti-

mata da un esperto indipenden-

te» (articolo 229, comma 1).

In ordine ai periti che devonosvolgere le valutazioni si evi-denzia dunque l'opportunitàche l'attività di valutazione im-mobiliare possa essere ricon-dotta nell'ambito delle compe-tenze esclusive deiprofessioni-sti iscritti ad Albi e/o Ordiniprofessionali.

Già la norma Uni 11558:2014«Valutatore Immobiliare.Requisiti di conoscenza, abi-lità e competenza» ha contri-buito a individuare figurespecializzate nella valutazio-ne immobiliare, in conformi-tà alla norma internazionaleUni Cei En Iso/Iec 17024.

un adeguato livello di profes-sionalità e competenza, la nor-ma Uni 11558:2014, nel delinearecompiti e responsabilità speci-fici della figura del valutatoreimmobiliare, si era rivolta prin-cipalmente al «professionistaricompreso nell'ambito delleprofessioni regolamentate» dicui all'articolo 1, lettera a) delDpr 137/2012, e pertanto ai pro-fessionisti iscritti ad Ordini eCollegi professionali, nonchéai soggetti esercenti una pro-fessione consentita dalla legge.È del tutto innegabile, infatti,come errori verificatisi in sededi valutazione immobiliare ri-schino di produrre un serio im-patto anche sulle tempistiche esulla correttezza delle attivitàche si svolgono in sede giuri-sdizionale o in ambito bancarioo aziendale, in cui le stime im-mobiliari assumono semprepiù frequentemente un ruolodeterminante.

Alperito che esplica l'attivitàdi valutazione dei collaterali èrichiesto anche il requisito del-l'indipendenza. La direttivachiede che questa figura sia«sufficientemente indipenden-te dal processo di sottoscrizio-ne del credito in modo da poterfornire una valutazione impar-ziale e obiettiva» (articolo 19).

Il requisito dell'indipenden-za è una circostanza di naturaetica per cui sarebbe sufficientela sussistenza di qualsiasi situa-zione che potrebbe compro-mettere l'indipendenza per in-durre un perito, sia interno cheesterno, a rinunciare all'incari-co professionale. In ogni caso illegislatore ha statuito una seriedi casistiche soggettive e ogget-tive nell'ambito della valutazio-ne degli immobili dei fondi im-mobiliari per cui il requisito nonpuò essere soddisfatto (DmEconomia 5 marzo 2015, n. 3o ar-ticoli n e 12). Potrebbe essere unpunto di riferimento.

91 E] PRO RO ZIO NE RISERVATA

Valutazioni immobiliari Pagina 12

Page 16: Centro Studi C.N.I. - 29 febbraio 2016...Centro Studi C.N.I. - 29 febbraio 2016 Pagina I DDL CONCORRENZA Stampa 29/02/16 P. 8 Liberalizzazioni al palo La rete degli interessi sta bloccando

La f to scattata da ricerca dell'Osservatorio del Politecraico di Milajeo: vínce la trczdizionC

Innovazione , professioni a seccoDue studi su tre non intendono investire in tecnologia

Pagina a curaDI GABRIELE VENTURA

ecnologia, questa sco-nosciuta per gli studiprofessionali. Duesu tre, infatti, non

considerano l'innovazionetecnologica uno strumentodi sviluppo dell'attività enon intende investirci. Nonsolo. Mediamente lo studioprofessionale ha due pro-fessionisti e due dipenden-ti, un fatturato massimo di100 mila giuro, non più di50 clienti e svolge attivitàtradizionale. Sono alcunidei dati che emergono dal-la ricerca dell'OsservatorioProfessionisti & Innovazio-ne Digitale del Politecnicodi Milano, presentata il 26febbraio scorso a Milano, daltitolo «Professionista, oggiapriresti uno studio?». L'in-dagine prende in esame glistudi di avvocati, commer-cialisti, consulenti del lavoroe studi multidisciplinari, at-traverso questionari che rac-colgono le risposte di oltremille soggetti. Ma vediamoi risultati nel dettaglio.

La propensione all'in-novazione . Riguardo latecnologia, l'analisi indivi-dua cinque tipologie di com-portamento e sensibilità neiconfronti dell'innovazionedigitale. Il 14% del campionerientra nelle «avanguardiestrutturate», ovvero si tratta

degli studi che prima di altrihanno creduto nella capacitàdelle tecnologie di creare va-lore per l'attività. General-mente, si tratta di studi conin portafoglio oltre 60 clientiaziendali, un fatturato peraddetto superiore ai 60 milaeuro e che dedicano più del28% del budget Ict a proget-ti innovativi. Un altro 11%,invece, testimonia interessee sensibilità verso le tecno-logie. Sono studi con unaelevata propensione all'in-vestimento in Ict (oltre il5%) ma essendo partiti inritardo hanno effettuatoscelte più in chiave tatticache strategica, perdendo inefficienza. Un terzo clusterè formato dal 17% degli stu-di che dispongono di indi-catori di performance e di-mensionali al di sopra dellamedia in virtù dei quali nonhanno investito in tecnolo-gia sia per il modello orga-nizzativo sia per quello dibusiness. Tuttavia, manife-stano un concreto interesseper i temi formativi orien-tati alla digitalizzazione. Il10%, invece, con buoni indi-catori di efficienza internama con redditività in calosi dimostra indifferente neiconfronti delle tecnologieanche in chiave prospettica.Il quinto cluster individuatodalla ricerca è formato dal-

la maggior parte degli studi(48%), che non dispongono dibuoni indicatori economico-finanziari e non rivelanoreazioni sensibili alla con-tingenza sfavorevole.

Il fatturato . L'analisi hapoi preso in considerazionegli indicatori economico-fi-nanziari degli studi, ovveroil fatturato e la redditività.Gli studi sono ancora perla maggior parte di microe piccola dimensione, con il54% che realizza un fattu-rato massimo di 100 milaeuro e con un portafoglio diclientela aziendale non su-periore ai 50 nominativi. Percirca la metà degli studi ilfatturato medio per clienteè quindi di due mila euro.Sempre il 54% degli inter-vistati dichiara una redditi-vità in crescita, segnando unincremento del 10% rispettoalle rilevazioni del 2014. An-che per il fatturato, la cre-scita riguarda oltre la metàdegli studi (55%). Quantoall'attività, quella di natu-ra tradizionale, superioreal 70%, rimane prevalentema è gestita con più elevatilivelli di efficienza da partedi coloro che hanno investitoin tale ambito. Inoltre, l'in-dagine rivela che l'attività diconsulenza è in aumento perun numero di studi doppiorispetto a quelli che dichia-rano un incremento dell'at-tività tradizionale (29% con-tro il 14%). L'interesse versola consulenza online apparepoi elevato, con il 51% deglistudi che dimostra interesseo per maggiore visibilità, oper intercettare nuova clien-tela, oppure ancora per fide-lizzare la clientela esistenteo incrementare il fatturato.Quanto all'organico, il 73%degli studi è ancora di na-tura individuale, mentre inmedia lo studio è compostoda poco più di due professio-nisti e due dipendenti. Glistudi professionali sono for-nitori della p.a. nel 26% deicasi, con una punta massi-ma tra gli avvocati (37%) eminima tra i consulenti dellavoro (8%).

La concorrenza . A livel-lo di concorrenza, inoltre,il prezzo risulta essere laprincipale leva competitivasecondo gli studi (45%). Inparticolare, guardando persingola professione, il prez-zo risulta la principale levacompetitiva per gli studi le-gali quando si confrontanosul cliente con i propri col-leghi. Per i commercialisti ilprezzo entra soprattutto ingioco con i Caf, mentre peri consulenti del lavoro conle associazioni di categoriae per gli studi multidiscipli-nari con i commercialisti.

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Studi professionali Pagina 13

Page 17: Centro Studi C.N.I. - 29 febbraio 2016...Centro Studi C.N.I. - 29 febbraio 2016 Pagina I DDL CONCORRENZA Stampa 29/02/16 P. 8 Liberalizzazioni al palo La rete degli interessi sta bloccando

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Studi professionali Pagina 14

Page 18: Centro Studi C.N.I. - 29 febbraio 2016...Centro Studi C.N.I. - 29 febbraio 2016 Pagina I DDL CONCORRENZA Stampa 29/02/16 P. 8 Liberalizzazioni al palo La rete degli interessi sta bloccando

Vantaggi per fatturato e redditivitàLa tecnologia aumenta il fatturato dellostudio. Chi dichiara una crescita a doppiacifra sia del fatturato sia della redditivi-tà, rivela infatti la più elevata incidenzadi tecnologie evolute sul totale delle tec-nologie presenti nello studio (maggioredel 30%). È un altro aspetto che emergedalla ricerca dell'Osservatorio Professio-nisti & Innovazione Digitale del Politec-nico di Milano. Le tecnologie utilizzabiliall'interno degli studi professionali sonoclassificate in tre categorie: a basso, me-dio o elevato contenuto innovativo. Que-ste ultime, in particolare, sono presentinell'80% degli studi di grandi dimensioni(oltre cinque milioni di euro di fattura-to), nel 59% di quelli medi (1-5 milioni),nel 26% dei piccoli (200 mila euro-1 mi-lione), nel 17% dei micro (fino a 200 milaeuro di fatturato). Comunque, il 60% deimicro studi utilizza tecnologie di medioed elevato contenuto innovativo.In termini di redditività la presenza ditecnologie cresce al migliorare della red-ditività aziendale: l'utilizzo di tecnologiea elevato contenuto innovativo passa dal17% degli studi che dichiarano una red-

ditività in contrazione in doppia cifra,al 31% di quelli con una redditività increscita oltre il 10%. Le tecnologie piùpresenti negli studi sono quelle abilitantil'esercizio professionale: firma digitale,banche dati, gestione dei flussi telema-tici.Quanto agli investimenti futuri, invece,prevalgono i software per la gestioneelettronica documentale e la conserva-zione a norma dei documenti dello studio(39%), i portali per la condivisione docu-mentale con i clienti (34%), i siti internet(34%). Analizzando le singole professio-ni, invece, emerge che: per gli avvocatila priorità sarà il sito internet (40%) e isoftware per la gestione elettronica do-cumentale (29%); per i commercialisti laconservazione digitale e la gestione elet-tronica dei documenti (44 e 43%); per iconsulenti del lavoro i software per lagestione delle newsletter e per la con-servazione digitale dei documenti (48%entrambi); per gli studi multidisciplinarii software per la gestione elettronica do-cumentale e la conservazione digitale deidocumenti (entrambi al 45%).

Studi professionali Pagina 15

Page 19: Centro Studi C.N.I. - 29 febbraio 2016...Centro Studi C.N.I. - 29 febbraio 2016 Pagina I DDL CONCORRENZA Stampa 29/02/16 P. 8 Liberalizzazioni al palo La rete degli interessi sta bloccando

Tar Palermo: l'azienda Può Produrre in lin secondo momento la docurnentazionae

Appalti , un soccorso istruttorioLi resa torna íngioco. Se iscritta in banca ti Anac

Pagina a curaDI DARio FERRARA

uò essere i l soccorsoistruttorio a salvarel'azienda che punta

® all'appalto pubblico,ma solo se si è iscritta per tem-po alla banca dati dell'Anac,l'autorità nazionale anticorru-zione: il fatto di aver adempiu-to all'obbligo di registrazioneconsente all'impresa candida-ta di produrre soltanto in unsecondo momento il PassOe,vale a dire il documento cheattesta la possibilità di verifi-care l'operatore economico conAvcpass, il sistema di controllodei requisiti per ottenere lavoripubblici . Diversamente l'azien-da sarà esclusa dalla procedu-ra. È quanto emerge dalla sen-tenza 150/16 , pubblicata dallaprima sezione del Tar Palermo.Dal 1°luglio 2014 un'impresache vuole partecipare alle pro-cedure pubbliche deve iscri-

versi alla banca dati dell'Anac,che apre un fascicolo virtualeper ogni operatore economico:grazie alle credenziali ottenutel'azienda inserisce di volta involta il Cig, codice che identi-fica la gara che la interessa,per poter generare il PassOe,lo strumento necessario allestazioni appaltanti per verifi-care tramite interfaccia webche la società candidata ha lecarte in regola . E il pass deveessere presentato dall'impresaconcorrente nella domanda perpartecipare alla selezione. Unavolta perfezionata l'iscrizioneal registro Anac, il prerequi-sito è soddisfatto e il PassOepuò essere qualificato come«dichiarazione», in quanto ser-ve al controllo dei requisiti dipartecipazione e in quanto talerisulta funzionalmente analogoalle «dichiarazioni sostitutiveattestanti il possesso dei re-quisiti » di cui al codice deicontratti pubblici.

Giurisprudenza appalti pubblici Pagina 16

Page 20: Centro Studi C.N.I. - 29 febbraio 2016...Centro Studi C.N.I. - 29 febbraio 2016 Pagina I DDL CONCORRENZA Stampa 29/02/16 P. 8 Liberalizzazioni al palo La rete degli interessi sta bloccando

Tutti i no al caosdelle nuove classid'insegnamento

Non cala l'eco della pro-testa dei chimici contro

la riforma delle classi di con-corso per l'insegnamentoche sta per essere varato dalconsiglio dei Ministri. «Chisa fa, chi non so insegno echi non sa fare e non sa in-segnare detta le norme»,questo il caustico commentoa caldo del presidente deichimici italiani ArmandoZingales a questa prospetti-va innovativa. Da moltotempo ormai la categoriaconduce una battaglia diampia portata per il ricono-scimento della propria qua-lifica professionale in catte-dra «Eppure ancora una vol-to - riprende Zingales - siconcentra l'attenzione solosugli aspetti meramente ge-stionali e finanziari dellascuola, consentendo l'inter-cambiabilità di professoricon lauree molto diverse ecompetenze assolutamentenon sovrapponibili».

Il timore della categoria èben chiaro che «la classifica-zione abbia seguito il princi-pio di attribuire cattedre aisoprannumerari in una certodisciplina, non quello di pre-miare la qualità dell'inse-gnamento o il bene deglistudenti».

t. 7RO.C RIPRODUZIONE RISERVATA

Professionisti Pagina 17

Page 21: Centro Studi C.N.I. - 29 febbraio 2016...Centro Studi C.N.I. - 29 febbraio 2016 Pagina I DDL CONCORRENZA Stampa 29/02/16 P. 8 Liberalizzazioni al palo La rete degli interessi sta bloccando

BUROCRAZIA

I SULLO STRETTOl: IL FANTASDELLA GRANDE OPERA

di Sergio Rizzo

Record negatiVI*Promesse, ritardi e ora laliquidazione della societàconcessionaria nnita algaCorte costituzionale per ilricorso eli alcune imprese

udore o decenza? Difficile trovare altrespiegazioni per il fatto che nell'elencodelle 868 incompiute non compaia lacosiddetta Variante di Cannitello, indi-cata da molti organi di informazione

come una delle più scandalose opere pubblichenon finite della Calabria . Perché insieme avreb-bero dovuto inserire nella stessa lista l'operaper cui quel breve tratto ferroviario era necessa-rio, e che non si è fatta: il ponte sullo Stretto diMessina. Ne sentiremo parlare ancora a lungo,statene certi. La liquidazione della società con-cessionaria, la Stretto di Messina spa controlla-ta dalle Ferrovie, doveva durare tassativamenteun anno , ma ne sono passati tre e siamo ancoraa carissimo amico. E adesso , nella causa per ri-sarcimento danni in tentata dalle imprese che sisono viste revocare l'appalto è stata tirata in bal-lo anche la Corte costituzionale , a coronamentodi una delle storie più incredibili della nostragiovane repubblica.

Di tutte le incompiute di questo Paese il pon-te sullo Stretto di Messina è senza dubbio quel-la che detiene il maggior numero di primati. Ladurata: la norma che ha previsto un collega-mento stabile fra la Sicilia e la penisola è stataapprovata dal Parlamento 45 anni fa , mentre Ti-to incontrava Paolo VI e la Corte costituzionaleabrogava la legge che vietava l'uso di anticonce-zionali. I costi : 350 milioni già spesi per il pro-getto e la gestione della Società Stretto di Mes-sina , costituita nel 1981, ma che potrebbero su-perare agevolmente 1,2 miliardi se il giudiceconcedesse il risarcimento di 790 milioni piùinteressi chiesto dalle imprese.

E poi le promesse . Pochi presidenti del Con-

siglio hanno resistito alla tentazione di promet-tere. Perfino Matteo Renzi, che per la sua pro-messa ha scelto di farsi intervistare da BrunoVespa: «Prima di discuterne sistemiamo l'acquadi Messina, i depuratori e le bonifiche. Poi fare-mo anche il ponte, che diventerà un altro bellis-simo simbolo dell'Italia». Dichiarazione capacedi scatenare l'esultanza di Angelino Alfano e didare la stura a una mozione approvata a settem-bre scorso dalla Camera che ha rilanciato le am-bizioni del partito del ponte. Per la terza voltanegli ultimi quindici anni.

La realizzazione del ponte è stata avviata erevocata due volte. Nel 2001 il secondo governodi Silvio Berlusconi lo mette in cima alla listadelle opere strategiche previste dalla leggeobiettivo. Pochi mesi prima della fine dellalegislatura si procede alla gara e mentre isondaggi danno già vincente il centrosinistrache quel ponte non lo vuole costruire, vienefirmato il contratto con il general contractor: sichiama Eurolink, è guidato da Impregilo, e vipartecipano altre imprese italiane (Condotte, laCmc aderente alla lega delle cooperative e ilconsorzio Argo) oltre alla spagnola Sacyr e allagiapponese RH. Ci sono poi i progettisti danesi

Come previsto arriva il governo di Prodi, chemette il ponte nel cassetto destinando ifinanziamenti statali ad altre opere. La societàStretto si salva per un soffio dalla liquidazionegrazie all'intervento del ministro delleInfrastrutture Di Pietro. Trascorrono due anni ea Palazzo Chigi ritorna di nuovo Berlusconi, cheriapre il dossier, anche se nel frattempo i costidell 'operazione sono lievitati di un miliardo. Siva avanti per tre anni, la progettazioneesecutiva si conclude nei tempi e quando ilcantiere sta per aprire, ecco una sorpresa. Unbel giorno di ottobre del 2011 succede che inParlamento passa una mozione dei dipietristiche impone la soppressione dei finanziamentipubblici: addirittura con il parere favorevole delsottosegretario alle Infrastrutture dello stessogoverno Berlusconi, l'ex assessore calabreseAurelio Misiti. Il ministro Matteoli lo sconfessama non c'è tempo neppure per le polemiche.Berlusconi cade dopo qualche giorno.

Al suo posto c'è Mario Monti, che si occupa dichiudere definitivamente la pratica con unanorma in base alla quale Eurolink dovrebbesottoscrivere un impegno a non chiedererisarcimenti nel caso l'opera venisse cancellata.Il Parlamento approva la legge quattro giorniprima delle dimissioni del governo. E il 15aprile 2013, due settimane prima di esseresostituito da Enrico Letta, Monti firma ildecreto di liquidazione della Stretto di Messinaspa. Commissario è Vincenzo Fortunato, l'excapo di gabinetto di Giulio Tremonti, poi di

Grandi opere Pagina 18

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Domenico Siniscalco, quindi di Di Pietro,ancora Tremonti, Monti e Vittorio Grilli.

La legge parla chiaro: la liquidazione dovràdurare soltanto un anno, non un giorno oltre.Fortunato mette subito le mani avanti: «Forse civorrà qualcosa in più perché il contenzioso ècospicuo e non riguarda solo Eurolink», dice inuna intervista a Radiocor. Di anni ne sonotrascorsi già tre e la liquidazione, com'eraprevedibile, è ancora aperta. Eurolink e ilproject manager Parsons Transportationhanno ovviamente fatto causa civile. Durantel'udienza svoltasi a novembre è stata sollevataun'eccezione di legittimità costituzionale dellalegge approvata nel dicembre 2012 che ha difatto posto le condizioni per lo scioglimentodel contratto. Aprendo un nuovo infinitoscenario, nel caso in cui la Consulta ritenessefondato quel rilievo. Per chi non lo sapesse, inItalia la durata media di una causa perinadempienza contrattuale è di 1.210 giorni. Iltraguardo del mezzo secolo impiegato per nonfare un ponte è più vicino di quanto sembri.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Grandi opere Pagina 19

Page 23: Centro Studi C.N.I. - 29 febbraio 2016...Centro Studi C.N.I. - 29 febbraio 2016 Pagina I DDL CONCORRENZA Stampa 29/02/16 P. 8 Liberalizzazioni al palo La rete degli interessi sta bloccando

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DAL NOSTRO CORRISPONDENTEANAIS GINORI

PARIGI, Il governo francese sta fa-ticosamente cercando di far ap-provare una riforma dei mercatodel lavoro, tra polemiche e resi-stenze a sinistra, ma come spes-so accade la realtà è già avanti, Ilvero Ufficio collocamento non èpiù lo Stato. O meglio: lo è sem-pre meno. In un paese che ha qua-si tre milioni di disoccupati,dall'anno scorso il sito Le Bon

Coin ha raddoppiato gli annunci,arrivando a mettere in linea ol-tre 210mila offerte di impiego.Un record. Dalla ricerca di ap-prendisti a quella per impiegati,la piattaforma sta facendo con-correnza ai normali sportelli pub-blici, considerati da imprese e di-soccupati come inefficienti.

I numeri sono chiari, Pôle Em-ploi, l'ufficio di collocamentofrancese, ha in linea circa mezzomilione di offerte mentre Le BonCoin ne ha già quasi la metà e

"Soprattutto per leimprese la proceduraè più direttae senza burocrazia"

Il successo in Francia di 'Le Bon Coin'Un modello anche per l'Italia

vanta un successo non solo nellaquantità. I risultati dicono infattiche il sito partecipativo, in cuichiunque può inserire la sua ri-chiesta di lavoro, mette in relazio-ne offerta e domanda in meno didue settimane: tredici giorni inmedia. Tempi molto più corti diquelli dell'amministrazione pub-blica, «E soprattutto per le impre-se la procedura è più diretta esenza burocrazia» spiega Antoi-ne Jouteau, direttore generaledel Bon Coin. La piattaforma, incui è possibile vendere qualsiasicosa - dalle automobili alle case,dall'arredamento alle vacanzefesteggiai suoi primi 10 anni edè diventata la più grande piazzavirtuale di Francia: più di 26 mi-lioni di cose o servizi in vendita eoltre 23 milioni di visitatori.

La versione francese di Ebay siè trasformata in una storia di suc-cesso della new economy, un mo-dello per gli altri paesi a partiredall'Italia. A marzo verrà lancia-ta una nuova versione, più acces-sibile, sempre seguendo la filoso-fia degli annunci tra privati, pre-diletta da chi vuole saltare qual-siasi intermediazione, anche perla ricerca di impiego. Le paginesul lavoro saranno ulteriormen-te sviluppate, promette il diri-

to promettente, in continuaespansione» spiega ancora Jou-teau. Rispetto alle normali proce-dure, le Bon Coin non è solo mol-to più veloce: offre alcuni servizicome la geolocalizzazione. È pos-

,:bi:e cercare un lavoro in un rag-gio di dieci, venti o trenta chilo-metri da casa. Un vantaggio siaper il disoccupato che per l'impre-sa. Le aziende apprezzano sem-pre di più il servizio online: sonooltre 30mila a usarlo ogni meseanche per sfuggire ad alcuni ef-fetti perversi del pubblico.

È solo uno degli esempi chespiegano com'è nato e si sta svi-luppando il nuovo fenomeno del-la ricerca di lavoro online. É an-che la prova che il mercato del la-vorova verso una maggiore dere-golamentazione, nonostante ladifesa di sindacati e istituzioni.«Noi dobbiamo rispettare alcunicriteri nella pubblicazione di an-nunci» ha spiegato la ministradel Lavoro, Myrima El Khomri, aproposito di Le Bon Coin, ElKhomri ha firmato la legge perflessibilità i contratti, una sortadi "Jobs Act" alla francese, cheha scatenato proteste a sinistra econtro cui è prevista una giorna-ta nazionale di mobilitazione il 9marzo, Lo Stato non può darepubblicità ricerche di imprese

che introducono alcune discrimi-nazioni nella scelta di candidati,«La maggioranza delle offerteche si trovano su Le Bon Coin nonpotrebbe figurare nel portale diPôle Emploi» ha concluso ElKhomri secondo cui il successodel Bon Coin non è «in concorren-za» ma «complementare».

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gente del sito, «E un settore mol-

Lavoro Pagina 20

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200 milaSono le offerte di lavoroogni mese sul sito francese

40%Su' sito si trova circa i' 40%dell'offerta tota'e di 'avoro in Francia

In media bastano solo 13 giorni per trovareil candidatogiustoa un postodi lavoro

10 anniLe Bon Coin festeggia in questi giornii suoi pruni 10 anni

26 ïlîoniDagli affitti di appartamenti alle macchine,dagli oggetti alle offerte del lavoro,oltre 26 rnilioni di cose o servizi in vendita

In Italia

80%Otto giovani su dieci,in talia, cercano lavoro ori line

8,4%Solo I'8,4 per cento trova lavoro grazieai socia) network(Indagine Adecco)

23 milioni ............................I visitatori unici del sito

SUPER CUCCATODalla ricerca di apprendistia quella per impiegati, lapiattaforma francese stafacendo concorrenza ainormali sportelli pubbliciconsiderati da impresee disoccupati inefficienti

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Lavoro Pagina 21

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I A SCIENZA NON PUÒ ESSEREAl NIARGINI DEI LA POLITICA

a scienza non è una opi-nione, ma un sistema so-

J un complesso di co-noscenze acquisite basato sul-la rigorosa applicazione dimetodologie e di regole chehanno lo scopo di indagare edefinire a tutto tondo la realtà,la persona. Lo affermo senzapolemica, ma come dato difatto: la politica, ma non solo,è spesso propensa a collocarela scienza in un ruolo margi-nale, dimenticando che inve-stire di più nella ricerca scien-tifica può essere un volano, untrampolino formidabile per ri-lanciare la ripresa economicadel nostro Paese. Il suo contri-buto è cruciale per affrontare iproblemi e i sintomi di un«malato», con prognosi seriacome è ormai diventato il no-stro pianeta. L'ambiente, l'eco-sistema, il dissesto idrogeolo-gico, ma anche il terrorismo,la disoccupazione delle nuovegenerazioni e la fame nelmondo, sono solo alcune delleemergenze che attendono an-cora risposte adeguate. Lascienza, non può essere più il«convitato di pietra», il gran-de assente o quella dello stra-puntino «last minute», al ta-volo dove vengono prese le de-

cisioni più importanti per lasorte e il futuro dell'umanità.Non si può più improvvisare edisperdere risorse preziosecon scelte populistiche, con«operazioni simpatia» per in-seguire il facile consenso, mabisogna agire con la chiarezzae il coraggio degli obiettivi chesi intendono raggiungere, an-che andando contro corrente eragionando sempre sul me-dio-lungo periodo.

C'è un mondo inascoltatonel nostro Paese che «pulsa»,persone competenti, appas-sionate al loro lavoro che ven-gono puntualmente ignorate oumiliate, che non aspettanoaltro che mettere al serviziodella comunità la loro espe-rienza per contribuire così atrovare la «cura» più giustaper ricominciare e ripartiretutti insieme. Forse questo po-trebbe aiutarci e rendere la no-stra vita più vivibile. La ricercain Italia, per la quantità di ri-sorse impiegate, è sottofinan-ziata, sottodimensionata no-nostante i brillantissimi cer-velli e la tradizione di cui di-sponiamo.

Rosario Sorrentino@DottSorrentino

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Innovazione e ricerca Pagina 22

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POLITIC E ECONOMICHE

di Giuseppe Bedeschi

u Il Foglio dei 25 feb-braio Luciano Pellicanipolemizza vivacementecon Alberto Min ardig

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autore di un saggio inti-tolato Il neo-liberismo è un fe-ticcio agitato dalla politica im-mobile (pubblicato dalla rivista«Nuova storia contempora-nea»). Pellicani rievoca i disa-stri economico-finanziari ini-ziati negli Stati Uniti a partiredal dicembre 2007 (scoppiodella bolla immobiliare, crollodel sistema bancario, ecc. ecc.),

e la terribile crisi che ne è segui-ta, estesasi negli anni successivia tutto il mondo sviluppato.Pellicani stigmatizza in primoluogo l'idea di coloro per i qualilo Stato deve limitarsi a garanti-re il corretto funzionamentodel libero mercato. Del resto, lostesso Alan Greenspan (gover-natore della Federal Reserve esommo sacerdote della NewEconomy) riconobbe di fronteal Congresso degli Stati Unitiche lo chiamò a deporre sullecause della crisi in atto, di averesbagliato, e dichiarò: «Ho tro-vato una pecca nel modello checonsideravo la struttura di fun-

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zionamento cruciale che defi-niva come va il mondo. Proprioper questo sono rimasto scon-volto, poiché per oltre 4o anniho creduto che vi fossero proveinconfutabili che il modellofunzionasse eccezionalmentebene». Inoltre, sottolinea Pelli-cani, il paradigma neoliberistaha prodotto, oltre alla crisi eco-nomica, anche una esplosionesenza precedenti delle disugua-glianze di reddito. E dopo averfatto una rassegna di posizionicritiche verso quel paradigma(Piketty, Luttwak, Seri, ecc.), ri-corda le parole ammonitriciche un grande pensatore tede-

sco, Max Weber, aveva pronun-ciato contro il mito del mercatoche funziona da sé: «Quando ilmercato è abbandonato alla suaautomaticità, esso conosce sol-tanto la dignità della cosa e nondella persona, non doveri difratellanza e di pietà, non rela-zioni umane originarle di cui lecomunità personali siano por-tatrici. Questi costituiscono al-trettanti ostacoli al libero svi-luppo della nuda società dimercato».

C'è però un rilievo che for-mulerei all'amico Pellicani. Dalsuo articolo sembra di capireche egli ritenga che l'unico ri-medio ai disastri del neoliberi-smo sia il modello socialistademocratico o socialdemocra-tico: una convinzione, secondome, unilaterale. Intendiamoci:è impossibile negare i meritidelle socialdemocrazie nella in-staurazione di una società capi-

talistica più umana, attenta aprevenire le cause delle crisieconomico-finanziarie, e a darea tutti quel minimo di sicurezzanel lavoro e nell'assistenza so-ciale, senza il quale la societàdiventa un vivaio di enormi einammissibili ingiustizie.

E tuttavia vorrei far osservarea Pellicani che ci sono stateeminenti personalità liberali(cioè: non socialdemocratiche)che hanno affrontato con gran-de impegno intellettuale questienormi problemi. Penso in pri-mo luogo a Raymond Aron, ilquale, polemizzando con ilprincipe dei liberisti, Friedrichvon Hayek, affermava che loStato non può essere solo unmero «regolatore del traffico»o un «guardiano notturno»,bensì deve diventare «Stato so-ciale»: sia nel senso di vigilarecontinuamente sulla dinamicaeconomica, cioè sull'andamen-to del mercato, sia nel senso digarantire una efficace previ-denza sociale (cure mediche as-sicurate a tutti, indennità di di-soccupazione, ecc.).

E come dimenticare la difesache un altro grande liberale,Luigi Einaudi, faceva, d'accordocon Wilhelm Roepke (da lui fat-to conoscere alla cultura italia-na), della «economia sociale dimercato»? Cioè di una econo-mia che vigilasse severamentesulle regole della libera concor-renza, e al tempo stesso garan-tisse, attraverso la previdenzasociale, un minimo a tutti, einoltre assicurasse ai capaci e aimeritevoli (quale che fosse laloro condizione sociale) l'acces-so agli studi e alle funzioni piùelevate. Einaudi, Roepke, Aronci hanno mostrato che neo-li-berismo e liberalismo non so-no sinonimi.

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Economia Pagina 23

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Astaici guarda lontano: costruiràil nuovo sup ertelescopio europeoA11 ": i, 7: 1 11) ',DI UN CO ,',1:,ffirZIO

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Consulenti del lavoro Pagina 26

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Il 2015 chiuso con un patri onio netto attivo di 14,2 milioni. Il nodo dei 48 milioni del 2016

Bilancio Fxpo, i conti tornanoc i l rebus dillo smantellamento

MILANO. Per stabilire se l'Exposia stata un successo non basta

guardare il dato puntuale dellavendita di biglietti da maggio aottobre 2015, pari a 21,4 milioni.Occorre analizzare i dati di bilan-cio e a questi affiancare l'impat-to dell'evento sull'economia ita-liana, assai difficile da quantifica-re (la Camera di Commercio diMilano ha commissionato unostudio alla Bocconi su questo te-ma). Dalla relazione che il consi-glio di amministrazione di Expoha presentato all'assemblea sipossono trarre giudizi importan-ti sulla gestione affidata all'am-ministratore delegato Beppe Sa-la, ora candidato sindaco di Mila-no per il centrosinistra alle prossi-me Comunali.

Sala ha portato come elemen-to probante della sua buona ge-stione il fatto che la società preve-de di chiudere l'esercizio 2015con un patrimonio netto positivodi 14,2 milioni, dopo aver realiz-zato lo scopo per cui era stata co-stituita nel 2008 da Stato, Regio-ne Lombardia, Comune di Mila-no, Provincia di Milano e Cameradi Commercio. In parole povereSala non ha speso tutti i 1241 mi-lioni di giuro che gli sono arrivatidai soci per costruire il sito e rea-lizzare l'Esposizione, ma ha avan-zato 14,2 milioni. E ciò è statopossibile perché nel novembre2011 ha rivisto il piano di investi-menti tagliandolo di 300 milioni,«Qualitativamente hanno realiz-zato un progetto difficile, la mis-sion era non spendere più diquanto gli è stato dato - confer-ma Marco Greco, analista indi-pendente con alle spalle 11 annia capo dell'ufficio studi di Medio-banca-. Nel periodo 2009-2015la società ha realizzato investi-menti per 968,2 milioni, accumu-lato perdite per 110,8 milioni afronte di 1093 milioni entrati sot-to forma di contributi e capitalesociale. L'avanzo è di 14,2 anchese forse si poteva fare di più nellavendita dei biglietti avvenutasotto prezzo». Dunque al momen-to non ci sono buchi di bilancioanche se il conto economico dei2015 si chiuderà con una perdita

di 32,6 milioni, contrariamenteal budget approvato il 19 marzo2015 che prevedeva «un utile d'e-sercizio significativo, derivante

da ricavi stimati di vendita dei bi-glietti per il semestre espositivoche è atteso tale da consentire lacopertura delle perdite di gestio-ne dei precedenti esercizi». Co-me mai il budget 2015 è stato di-satteso? Probabilmente perché,al fine di portare più visitatori aMilano, si sono venduti bigliettisotto prezzo, soprattutto nelleore serali. L'incasso medio per bi-glietto è stato infatti di 17,4 giu-ro, ben sotto il prezzo standardche era compreso tra 32 e 39 giu-ro. Ma anche perché, come lostesso Sala evidenzia nella sua re-lazione, sono emerse spese im-previste e contributi non versati.In totale sono mancati 102,2 mi-lioni tra i 58,6 milioni che la Ca-mera di Commercio di Milanonon ritiene di dover versare, 7,4milioni di mancato contributodalla Provincia, 14,1 milioni dispese in più perla sicurezza impo-sta dopo gli attentati terroristiciinternazionali e 15 milioni per lacostruzione dei parcheggi che Ex-po si è dovuta accollare. E chiaroche senza questi imprevisti il con-to economico 2015 avrebbe chiu-so in attivo e si sarebbero potuticoprire i costi del post Expo e an-che distribuire dividendi ai soci.Ma proprio questa mancanza difondi ha innescato una discussio-ne, non ancora risolta, sulla ge-stione del dopo Expo.

É lo stesso cda che chiede al so-ci di chiarire se l'oggetto socialedella Expo spa sia da considerar-si concluso con la fine dell'eventoo, come sostiene il collegio sinda-cale con parere del magistratodella Corte dei Conti, quando ter-minerà l'attività dei "disman-tling" dei padiglioni dei Paesi par-tecipanti, cioè a giugno quandosi dovrà consegnare il sito alla so-cietà Arexpo, proprietaria deiterreni. Per l'attività di questi seimesi il budget di spesa preventi-vato è di 58 milioni e non è anco-ra chiaro chi se ne dovrà far cari-co. Sala, forte anche di un pareredell'Anac di Raffaele Cantone,tende a dire che la sua gestione siè chiusa il 31 dicembre 2015 (ha

già dato le dimissioni ), e che l'at-tività che Expo sta svolgendo rap-presenta un anticipo ad Arexpoper il futuro del sito. Ma l'assem-blea, in maniera pilatesca, nonha chiarito la controversia. Dauna parte ha messo in liquidazio-ne la società segnando quindi

L'incasso medio dei

biglietti è stato di 17,4euro. Il prezzo previstooscillava tra 32 e 39 euro

una discontinuità rispetto al 31dicembre, ma allo stesso tempo«ha autorizzato l'esercizio provvi-sorio dell'impresa ivi compresal'attività derivante dagli impe-gni già assunti o in fase di perfe-zionamento» con il fine della con-servazione del valore dell'azien-da. A ciò si è aggiunta l'iniziativadel Fast post Expo, fortementevoluta da Roberto Maroni, cheprevede di riaprire alcune partidel sito di Rho a maggio per ospi-tare la Triennale del Design.

Questa confusione non puòche riflettersi nella situazione fi-nanziaria di Expo spa che a finegiugno si prevede abbia cassa ne-gativa per 88,4 milioni, senzacontare l'attività di smantella-mento ma tenendo in conto la li-quidazione di tutto il personale.Deve però incassare 86 milionida Arexpo per il valore residuodelle opere e pagare una serie difornitori. Per chiudere il tutto inbonis i soci Expo saranno chiama-ti a breve a versare 48 milioni ag-giuntivi. Se questi 48 milioni inpiù si devono accollare alla gestio-ne Sala allora il bilancio finaledell'evento non potrà più essereconsiderato a patrimonio nettopositivo. Se invece sono da consi-derarsi degli anticipi sull'attivitàfutura, allora Sala potrà conti-nuare a rivendicare l'esito econo-micamente positivo dell'evento.

EXPO Pagina 28

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La liquidità di Expo Spa(Dati in milioni di euro)

z'i,.'7%,

1 3

L'ARCHITETTOStefano Boeri,

architetto, urbanistaex assessore di

Milano haprogettato il

grattacielo Boscoverticale

H 7,

"Ha cambiato il corso della città".ANO, «Expo ha segnato un cambio di rit-

mo nella vita di Milano, non si può ridurresoltanto a una questione di numeri».

Stefano Boeri, lei non ha risparmiato cri-tiche a Expo : condivide quella sulle cifre?«La trasparenza e la chiarezza per un

grande evento pubblico sono indispensabi-

li, ma Expo ha lasciato una potenziale eredi-tà tale che non si può pensare di valutarla so-lo con i bilanci, ma con la visione che ha por-

tato con sé».Qual è ii senso che ha dato?«Ha funzionato da enorme collettore di

energie: istituzioni pubbliche e private chenon erano abituate a muoversi assiemel'hanno fatto, non solo per sei mesi. Grazie aExpo la città ha accelerato il suo passo, ba-

sti pensare ai tanti progetti che erano sul ta-volo da anni e che, con Expo, hanno avutouna timeline precisa».

Lei lavora in tutto il mondo: vede davve-ro un nuovo protagonismo di Milano?«All'estero c'è un grande interesse per la

nostra città, adesso, e anche molte aspetta-tive. Non siamo più la città che offre il Duo-mo, il Cenacolo e poco altro, ma abbiamo laDarsena, Porta Nuova, la Fondazione Pra-da, il Mudec. t un'occasione enorme, chenon va persa».

Vede questo rischio?«È un'eredità che rischia di consumarsi

in fretta. Il modello di collaborazione inau-gurato con Expo deve servire a rendere sta-bile questo rilancio».

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EXPO Pagina 29