Catanzaro - Gubbio

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Domenica Giallorossa periodico settimanale - Anno XXV

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L’editoriale di ROMANA MONTEVERDE

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L’editoriale

Scendere in campo con la calmae la pazienza dei saggi

Contro il Gubbio l’opportunità di un’immediata rivincita

La sconfitta con l’Avellino ci può anche stare. Non ci sta il fatto che ogni sconfitta è

quasi sempre il risultato del gesto o del comportamento irresponsabile di un gio-catore, che lascia la squadra in dieci uo-mini e la spinge verso il baratro. Il calcio è un gioco di squadra, nel quale l’azione di ognuno produce i suoi effetti nei riguardi di tutti gli altri: per questa ragione, al di là delle apparenze, si tratta di uno sport di particolare complessità, perché agli aspet-ti tecnici si uniscono i risvolti psicologici individuali, l’armonia del collettivo e la gestione motivazionale del gruppo. Nel momento in cui l’istinto individuale pre-vale, la logica conseguenza è l’inevitabile danno per il bene comune: bisogna pen-sare a questa piccola, ma semplice, ve-rità, quando si sceglie di abbandonare la via della responsabilità e di far prevalere il sentimento individuale. Sarebbe ora di porre fine a queste deprecabili abitudini e di stare in campo con la calma e la pazien-za dei saggi!L’opportunità di un’immediata rivincita è offerta dalla partita con il Gubbio, che

staziona nella parte alta della classifica, ma non si è dimostrato, fino a questo mo-mento, particolarmente temibile nelle par-tite fuori casa. In trasferta ha collezionato, infatti, una sola vittoria, contro il Prato, due pareggi e quattro sconfitte, segnando tre goals e subendone nove; non solo, ma nelle quattro sconfitte non ha segnato al-cun goal, subendone sette. Le statistiche sono fatte per essere smentite, ma giocare con i numeri può essere un utile esercizio per acquisire ulteriore sicurezza nei propri mezzi e ancora maggior convinzione nelle proprie possibilità.La scoperta visiva della realtà calcistica del Gubbio risale, per me, al precedente campionato, quando tra le figurine dell’al-bum Panini mi sono comparse davanti le maglie rossoblu della simpatica squadra di una tra le più belle cittadine italiane, immersa nel silenzio e nella pace della mistica campagna umbra, con le sugge-stive stradine medioevali che si inerpi-cano verso il cielo e l’elegante piazza che si sporge verso l’orizzonte. La levità dell’atmosfera soave di questi luoghi di preghiera e di filosofica riflessione appare

distante dal frastuono dell’incandescente mondo del calcio; ma, proprio per questa ragione, l’impegno sportivo è affrontato con serio e severo distacco, come dimo-strato dai risultati di questi ultimi anni: la maggiore tradizione del Catanzaro deve essere, così, un valore aggiunto per supe-rare un ostacolo irto e difficile.Nella mia mente il ricordo del Gubbio ri-sale indietro nel tempo e si lega alle vi-cende calcistiche di Pino Lorenzo, che, al termine della carriera, sul finire degli anni Novanta, ha contribuito ai successi di questa squadra. In compagnia del graniti-co attaccante catanzarese ho vissuto una splendida stagione, punteggiata da reti indimenticabili e da gioie incontenibili, sicché rimane sempre presente nella mia personale galleria delle stelle giallorosse, con la sua inesausta generosità ed il cuore rivestito dei colori della città. Con lo stes-so cuore mi auguro che anche i calciatori di oggi vogliano onorare il sangue e l’ani-ma di Catanzaro.

A.S.

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PRIMARIA IMPRESA FUNEBRE

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L’editoria- le di ROMANA MONTEVERDE

Periodico sportivo Indipendente - Anno XXV Aut. Trib. di CZ n. 60 del 02.09.1988 - Tiratura 9.000 copie

Il numero e’ stato chiuso in redazionelunedi 17 dicembre 2012

EditoreSalvatore Monteverde

Direttore ResponsabileGianni Bruni

Coordinamento giornalisticoMario Mirabello

FotoIcaro Fotocronache - Tel. 0961.725028

Grafica e impaginazione di De Girolamo Vincenzo

Tel. 0961.754331 - [email protected]

Concessionario di pubblicitàIcaro Fotocronache Largo Serravalle, 9 - 88100 Catanzaro Tel. 0961.725028

StampaAbramo Printing & Logistics S.p.A.

pag. 1 InCopertina Buon Natale Giallorossipag. 3 Editoriale Scendere in campo con la calma e la pazienza dei saggi pag. 7 Il fondo del direttore Si torna con i piedi per terra e non è detto che sia un malepag. 9 Pallone e dintorni Quando il calcio si prende sul serio…pag. 11 Area di Rigore

pag. 12 Microfoni d’autore Togliamoci il dubbio, battiamo il Gubbiopag. 14 Spidercam Addio duemiladodici pag. 17 Il punto sul campionato Avellino primo della classe cade la Nocerina a Carrara pag. 19 Curiosando Incredibile a Pagani...pag. 21 Cosi in campo pag. 22 Risultati e Classifica

pag. 24 Tabellini

pag. 26 Highlights

pag. 27 Avversio di turno Il Gubbiopag. 29 Controcronaca Un fulmine a ciel serenopag. 31 Quelli che lo striscione E sabato tutti in curva!pag. 32 Meteore La sfortuna di chiamarsi Pippapag. 34 UeSse domani...Settore Giovanile Modesti...a partepag. 37 Zoom Il bilancio di Francesco Ghirellipag. 39 Stati D’animo Riprendere il cammino dimenticando Avellino. Muscoli e grinta, per asfaltare il Gubbio, e senza alcun dubbiopag. 40 Campus Giallorosso Può ancora il Catanzaro dire la sua al campionato in corsa ?pag. 41 Calcio a 5 Ultimo impegno prima della sosta natalizia pag. 42 I nostri inserzionisti

La foto di copertina è di Salvatore Monteverde

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Il fondo del direttore

Si torna subito con i piedi per terra dopo il “volo” dei dieci punti conquistati nelle

ultime quattro partite e non è detto che sia un male.Perché ad Avellino sono riaffiorati vecchi difetti, specie in difesa, e vecchi “vizi” quale quello dell’ennesima espulsione nel momento più delicato della partita, quan-do ancora sembrava possibile arginare la forza d’urto degli irpini.Ed è dall’esame degli errori che bisogna cercare i rimedi.Cozza, a fine gara, ha ammesso che la vit-toria dei bianco verdi è stata in fondo me-ritata, rammaricandosi solo per l’affretta-ta espulsione di Sirignano ed in effetti, già prima delle rete di Biancolino, numerose erano state le occasioni da rete per gli av-versari, in parte sbagliate, in parte neutra-lizzate da un ottimo Pisseri.Non sembri un paradosso ma, più che la sconfitta, in un certo senso preventiva-bile, fa male il modo in cui è maturata; non esiste nel calcio, naturalmente, una controprova, ma che ci dice che con Siri-gnano ancora in campo il bomber Bian-colino avrebbe avuto tutta la libertà di cui ha goduto nel colpire di testa e sblocca-re la gara? Perché, ragioniamo anche su questo,è l’ennesima rete che il Catanzaro subisce su colpo di testa degli attaccanti avversari senza che finora si sia trovata la giusta cura.E fa male questa sconfitta perché il Ca-tanzaro, per tutto il primo tempo, aveva

giocato alla pari con la nuova capolista, aveva avuto le sue buone occasioni per passare, sembrava aver trovato le misure giuste per imbrigliare gli avversari.Poi due……colpi di testa: quello di Siri-gnano che avrebbe rifilato una gomitata all’avversario , e quello vincente di Bian-colino.Detto questo la partita con l’Avellino ha confermato la gracilità della difesa giallo-rossa, in costante affanno sulle palle alte e sulle palle inattive,una difesa che assolu-tamente necessita di rinforzi, consideran-do anche la……..tendenza di tutti i com-ponenti il reparto arretrato ad incappare nei provvedimenti – giusti o ingiusti che siano - degli arbitri di turno. E’ vero che ci si è trovati di fronte a due punte di asso-luto valore per la categoria, quali Bianco-lino e Castaldo, ma teniamo a mente che nel corso del campionato di attacchi ben dotati ne troveremo ancora parecchi.Il fatto,poi, che Cozza raramente abbia avuto la possibilità di schierare lo stesso apparato difensivo,o per squalifiche, o per infortuni o per ritardi nella preparazione, testimonia delle difficoltà di trovare un assetto stabile e tale da garantire sicurez-za.Due, comunque, le note positive: la bella prova di Pisseri che ci fa sperare di aver finalmente trovato il portiere che si at-tende vada tempo e la ritrovata vena di Squillace, criticato giustamente in avvio del campionato, ma oggi apparso nuova-

mente ispiratore importante per le punte giallorosse.Ed ora arriva il Gubbio, squadra che par-tita con grosse ambizioni, con le ultime quattro della classe, vale a dire Carrarese, Sorrento, Barletta ed Andria, non è riusci-ta ad andare oltre il pareggio.Certo, malgrado questo poco incoraggian-te biglietto da visita, la gara di domenica non sarà davvero una passeggiata per i giallorossi, considerando le lacune sopra richiamate, la nuova squalifica di Sirigna-no, i problemi fisici di Borghetti ( possi-bile il suo recupero) le difficoltà di inseri-mento del nuovo arrivato Conti.Eppure è una partita da vincere per non restare ancora invischiati nella zona pe-ricolosa, per non veder sfilare lontano le squadre che ci precedono, per poter af-frontare la pausa natalizia , non diciamo in piena tranquillità, ma quantomeno con la serenità necessaria ad esaminare gli er-rori commessi e rintracciare gli antidoti necessari.Del resto questa gara, l’ultima del girone di andata, è stata già da società e tecnico indicata come il “termometro” per va-lutare i mali della squadra ed approntare i rimedi: alla luce di quanto finora visto non dovrebbe essere difficile comprende-re dove incidere, sia in arrivo che in par-tenza.

Gianni Bruni

Si torna con i piedi per terra e non è detto che sia un male

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Pallone e dintorni di FiLIPPO VELTRI

Il calcio troppe volte si prende sul serio”. Una frase sentita mille volte, soprattutto tra chi

non è un grande appassionato del mondo pallonaro ed anzi è infastidito dal segui-to che lo sport più amato degli italiani ha in televisione o sulla stampa. Ma questa volta a pronunciarla non è stato un pinco pallino qualunque, ma addirittura il presi-dente del CONI, Gianni Petrucci. Ma cosa può avere spinto il numero uno dello sport italiano ad un’affermazione del genere? E’ presto detto. Petrucci si riferiva alle vi-cenda di Guglielmo Stendardo.Il difensore dell’Atalanta, l’11 dicembre, si è presentato a Salerno per sostenere gli esami per diventare avvocato. Così fa-cendo ha fatto una scelta ben precisa. Lo stesso giorno, infatti, erra in programma la partita di Coppa Italia tra la sua squa-dra e la Roma. Ma tra i due impegni non ha avuto dubbi: ha scelto quello che gli consente di poter guardare ad un futuro professionale diverso da quello del calcio, una volta appese le scarpe al chiodo, piut-tosto che rispondere alla convocazione per la partita di Coppa. Apriti cielo! Non l’avesse mai fatto! In un Paese normale, probabilmente, a Stendardo sarebbero stati fatti ponti d’o-ro. In un mondo come quello dei calcia-tori, in cui la cultura ed i titoli di studio certo non abbondano, avere un atleta che decide di impegnarsi, non solo per laure-arsi in legge, ma addirittura per fare il pas-so successivo e cercare l’abilitazione alla professione forense, sarebbe stato accolto dal plauso generale. In Italia no! Ed infatti il tecnico dell’Atalanta, Stefano Colantuono, ha deciso di non convocar-lo per la successiva trasferta in casa della Juve e la società sta valutando anche di sanzionare il calciatore con una multa.“Siamo dei professionisti ben pagati e l’e-same di avvocato non si fa ogni giorno, ma ogni anno sì” ha spiegato le sue ragio-ni il tecnico, lamentando di avere saputo in ritardo della decisione di Stendardo di recarsi a Salerno. Una presa di posizione, però, il cui senso, evidentemente, è sfuggito persino a Pe-trucci, il quale prima si è chiesto come si

può dire che c’è il contratto di fronte ad una specializzazione come l’esame d’av-vocato e poi ha concluso sostenendo che “ bene ha fatto Stendardo”. Il presidente del Coni ha anche rivolto un appello al presidente dell’Atalanta alla se-rietà, alla serenità, ma soprattutto al buon senso. Peculiarità che pochi dimostrano di avere in un mondo che vive una sconfitta come un dramma, nonostante i tanti veri drammi che giornalmente registriamo e che è governato ormai dalle leggi econo-miche, più che dalla passione.Solidarietà a Stendardo è stata manifesta-ta anche da Damiano Tommasi, ex centro-campista della Roma. Ma anche in questo caso siamo di fronte ad un’altra “mosca bianca” nel mondo pallonaro, vista la sua cultura e la sua capacità di prendere posizione anche su argomenti scomodi e scottanti. “Ci sono partite più importanti che non si giocano sul campo. Stendardo – questo il ragionamento di Tommasi – è riuscito a conciliare lo sport e lo studio universita-rio: di questo gli va riconosciuto merito, più che fargliene una colpa”. Già, questo,

forse, in un Paese normale. Ma in Italia il calcio troppe volte si prende sul serio …

Quando il calcio si prende sul serio…Il caso del difensore dell’Atalanta, Stendardo, assente nella gara di

Coppa Italia, ma presente a sostenere gli esami per avvocato

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Area di rigore di CLAUDIO ASTA

Ben trovati, cari amici! Immagino il vostro fegato dopo la partita

di domenica scorsa con l’Avellino. Immagino i ricordi dei bei tempi che furono, quando al Partendo af-frontavamo i Lombardo, i Juary, i Di Somma e immagino la vostra (nostra) incazzatura per la sconfitta dovuta in gran parte a nostri errori ( e fra que-sti metto l’ennesima espulsione di un giallorosso) ma anche all’ulteriore delirio allucinatorio di una giacchet-ta nera che ha preso, come tanti suoi colleghi in precedenza, fischi per fiaschi. Sarebbe troppo facile abban-donarsi a giaculatorie piagnucolose riguardanti …complotti palazzinari. La realtà è che questi arbitri sono di una scarsezza allucinante. Non hanno la minima idea di velocità di gioco e …di pensiero e credono che la palla sia quadrata. Insomma, cari amici, un bel guaio che può essere risolto solo con vittorie dei Nostri “abbondanti” in termini di gol segnati e di gioco convincente. Ma questa squadra ha tali caratteristiche? Ai posteri l’ardua sentenza!

Sta per concludersi un 2012 bisestile e tante sono le risposte manca-

te. Dove sono gli imprenditori che possono dare una mano a Cosenti-no? Dove sono i milioni promessi

per completare i lavori di ristruttu-razione del Ceravolo? Dove sono gli sponsor? Cosentino e Cozza stanno facendo un ottimo lavoro e il loro en-tusiasmo è più che una garanzia per il prosieguo del futuro giallorosso. Certamente se fossero presenti anche le componenti di cui sopra, la Società se ne gioverebbe in termini di gran-dezza e di considerazione in seno al Palazzo. Non so cosa abbia in men-te Cosentino per questo mercato di riparazione che sta per iniziare. Di certo sarà importante sfoltire la rosa di quegli elementi che poco hanno contribuito alla causa fin qui o, anco-ra peggio, che hanno deluso tutte le aspettative. Ma avrà il Presidentissi-mo voglia di spendere? Conoscendo il suo orgoglio, ne sono sicuro.

Si avvicina il Santo Na-tale e colgo l’occasione per darvi i migliori au-

guri. L’invito è, quando guarderete la grotta della natività, di una pre-ghiera perché…gli ospedali cittadi-ni non vengano depauperati di posti letto; per avere l’illuminazione divi-na quando si andrà a votare il quei seggi…taroccati; per avere qual-che soldo in più in tasca nel nuovo anno e qualche figlio disoccupato in meno;per avere la salute e l’amore; per avere qualche esodato in meno e qualche…collaboratore di giustizia in più. Insomma, cari amici, vi augu-ro un dolce Natale e uno strepitoso fine d’anno (mi raccomando le mu-tande rosse!). E mi auguro, infine, che le Aquile possano risorgere e volare sempre più in alto.

In questo clima natalizio, non poteva starci niente di meglio che il Gubbio di

quel Francesco che parlava ai lupi. Per la verità,cari amici, mi auguro che più che parlare al …lupo Gubbio, oggi, ce lo sbraniamo.Mi auguro che le Aquile ritornino ad essere caccia-trici e sbudellatici di fiere selvatiche che osano presentarsi al cospetto del Ceravolo. Oggi dobbiamo assoluta-mente vincere e convincere. Guai a pensare a prossime soste vacanziere o a rilassarsi rimandando ogni conte-sa al prossimo anno. Non è più pos-sibile perdere terreno con chi ci pre-cede. E, mai come oggi, è importante l’aiuto del pubblico giallorosso. Il Gubbio deve essere sconfitto e…di-laniato. Anche San Francesco capirà e…ci darà la sua benedizione. Buon Natale. Ad maiora!

Francesco Cozza

Il presidente Cosentino

Juary

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Microfoni d’autore

“Mi sorge un dubbio: dove si trova Gubbio?” Questo stri-scione decisamente canzona-

torio apparve l’anno scorso nella Curva Nord della stadio Ferraris di Genova. Erano i tifosi rossoblù che si prendevano gioco dei rivali blucerchiati precipitati in meno di un anno dalla Champions League alla serie B. E l’anno scorso, in serie B, si affacciava proprio il Gubbio dopo decen-ni di anonimato nelle serie minori.Diciamolo chiaramente. Nonostante i nostri quarti di nobiltà noi siamo felici di misurarci contro gli umbri. Perché la geografia del calcio è cambiata, perché il Gubbio è una società seria, perché la se-rie B l’ha conquistata con i propri mez-zi e ha fatto di tutto per mantenerla. Ha avuto anche l’onore di far parlare di sé i giornali di tutto il mondo con la vicenda di Simone Farina, difensore tanto limitato tecnicamente quanto dotato di un’onestà intangibile che gli ha fatto rinunciare ad un pacco di migliaia di euro denunciando una parte della gentaglia che gira attorno al nostro pallone.A noi tifosi giallorossi che abbiamo vis-suto l’epopea degli anni Settanta e Ot-tanta però ci coinvolgono di più le sfide contro le altre nobili decadute. Perugia, Pisa, Avellino ci riportano a domeniche di trepidazione allo stadio o con la radiolina in mano per chi come me viveva lontano. E Perugia, così come l’anno scorso, ci ha

fatto invertire una rotta che stava diven-tando senza ritorno. Le sconfitte in serie avevano in parte rotto quel legame socie-tà, tecnico, tifosi che è stato alla base della nostra rinascita. Per questo motivo io ho apprezzato molto la scelta del presidente Cosentino di confermare Cozza e dargli fiducia. L’allenatore della promozione deve avere un salvacondotto da esonero se no torniamo ai due orrendi anni di serie B con il licenziamento ingiusto e affretta-to di Piero Braglia poi confermatosi tec-nico preparato e adatto a lavorare anche in situazioni disagiate mentre quel Ca-tanzaro retrocesse senza attenuanti e non sfruttò neanche il miracoloso ripescaggio dell’anno successivo.La vittoria di Perugia ha aperto una mini-serie positiva poi interrotta dalla sconfitta di Avellino, un’altra delle rivali storiche. E già, maledetto stadio Partenio! Abbia-mo infranto il tabù del Renato Curi ma in Irpinia non riusciamo proprio a vin-cere. Eppure, leggendo le cronache della partita, non è stato un brutto Catanzaro. In casa di quella che oggi è la prima in classifica abbiamo aggredito l’avversario, attaccato, sfiorato il vantaggio prima di essere punti dai limiti strutturali e psico-logici della squadra che indubbiamente ci sono. Troppi rischi, specie sulle palle alte, e poi l’ennesima espulsione. Al di là della correttezza della decisione di ar-bitro e guardalinee i cartellini rossi sono

diventati davvero troppi. Ma è possibile resistere alle provocazioni, mantenere i nervi saldi e far proseguire il buon mo-mento oppure l’insicurezza attanaglia an-che i giocatori più esperti? Io posso capire il fallo di gioco, da ultimo uomo, anche il “mani” volontario ma l’intervento a palla lontana no. Mariotti a Carrara, Sirignano ad Avellino. Stiamo parlando di due dei protagonisti della promozione fino a ieri amatissimi dalla tifoseria. Si sono forse resi conto che non è tutto facile come in Seconda Divisione? In fondo ce ne siamo accorti tutti l’anno scorso affrontavamo squadre improbabili e che in Prima gli errori non sono perdonati. Questo tipo di espulsione va sanzionato anche dalla società. Le partite in dieci, le squalifiche danneggiano il lavoro di tutti e la passio-ne dei tifosi. Forse alcuni calciatori non hanno ben compreso la fortuna di lavorare per una società puntualissima nel pagare gli stipendi. E se il presidente Cosentino li toccasse proprio nel portafoglio con multe proporzionate? Forse cambierebbe qualcosa….Qualcosa cambierà anche a gennaio ma intanto pensiamo a chiudere bene questo 2012 che resterà comunque un anno posi-tivo nella nostra storia. Togliamoci il dub-bio, battiamo il Gubbio.

Togliamoci il dubbio, battiamo il Gubbio

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di GIUSEPPE BISANTIS

Qualcosa cambierà anche a gennaio, ma intanto pensiamo a chiudere bene questo 2012 che resterà comunque un anno positivo per la storia dell’U.S. Catanzaro

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Spidercam

Addio duemiladodici

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di ROBERTO TOLOMEO

Se in questo momento, con questo giornale tra le mani, ve ne state appollaiati sul

seggiolino della tribuna del “Ceravolo” in attesa dell’inizio di Catanzaro-Gubbio significa che i pronosticatori apocalittici del 21 hanno fatto un buco nell’acqua. E così sia. Anche perché in fondo sarebbe stato un peccato. Il meglio, o quanto meno il meno peggio, almeno calcisticamente, deve ancora venire. Ma sì, ricopriamoci di un minimo di ottimismo e non solo perchè alla fine di un anno solare è quasi obbliga-torio per legge, nemmeno solo per via del naturale sollievo che segue una fine del mondo che non è giunta. Convinciamoci, perdinci, che sarà così. Persuasi, anche e soprattutto dalla forza e dal vigore dei ri-sultati del recente passato, dalle soddisfa-zioni dell’anno solare che si appresta nelle prossime ore a chiudersi. E allora pensia-moci a questo 2012 della promozione. Anche se solo per qualche minuto chiu-diamo gli occhi e riflettiamo. Sul girone di ritorno dello scorso campionato di Se-conda Divisione innanzitutto. Sul filotto di vittorie in campo dei primi mesi: Mel-fi, Neapolis, Ebolitana, Milazzo, Fano, Aversa, Celano: da urlo. Il Vecchio Mili-tare che si popola, la squadra che prende via via consapevolezza dei suoi mezzi. Ravvolgiamo il nastro fino alla ventosa sfida con il Perugia del 4 marzo. Quando nella parte di “Ceravolo” aperta al mon-do era difficile anche trovare spazio per uno spillo, il colpo letale agli umbri in-ferto da Masini con le Aquile difendono il vantaggio con le unghie e con i denti. Ri-troviamo tra i nostri ricordi il sorprenden-

te rivale lametino, l’ironia tra i bar per i puntuali rigori che gli venivano fischiati a favore partita per partita, la lotta a tre per la prima posizione che sembra premiare prima una squadra, poi l’altra, poi la terza. Recuperiamo dal nostro hard disk menta-le l’aprile difficile, la partita pareggiata al 95’ a Gavorrano fino alle gare decisive della seconda parte del mese, alla festa rinviata di Fondi, all’apoteosi con il Giu-lianova. Con la gente in strada colorata di giallorosso come non succedeva da anni e anni a coltivare speranze, sogni di gloria, a nuotare nell’orgoglio di una squadra che finalmente aveva ridestato l’entusiasmo. Ma non dimentichiamo nemmeno quello che succedeva dopo quei caroselli e quel-le bandiere al vento. L’addio a Mimmo Giampà, l’inizio di una nuova stagione con una campagna acquisti non adeguata, l’arrivo di Giordano Fioretti che all’inizio stenta, il caldo ritiro di Cittanova, la ro-cambolesca Coppa Italia di Carrara. Ma ritroviamo in memoria anche il ricordo degli inizi travagliati di questa stagione in Prima Divisione. La vittoria rocambole-sca con il Barletta, la speranza di aver tro-vato subito la quadratura del cerchio. Pia illusione prima dei ko a ripetizione. Con il Latina, intanto, prima di essere annientati dal cinismo della squadra delle città stre-ghe, dalle pugnalate di Evacuo e della No-cerina in diretta televisiva nonostante le prime magie di Russotto, dalle bocciature toscane di Pisa e Viareggio, dall’autorità più che dalla brillantezza di un Frosinone capace di battere le Aquile sul loro campo con tre gol di scarto come non succede-va da tempo immemorabile. Il tunnel che

inizia ad essere meno buio dopo il colpo di Perugia e l’arrivo del nuovo ds Ortoli. Prato, Carrarese, Sorrento avversari alla portata con cui il Catanzaro raccoglie tan-to ma non tutto. Fino all’ultimo scivolone prevedibile del Partenio che comunque lascia i giallorossi a un tiro di schioppo dalla salvezza virtuale. E allora gustiamo-cela questa coppa mezza piena di cham-pagne al termine di una annata in cui le ragioni per sorridere non sono mancate. Dodici mesi costruiti mattone dopo mat-tone anche se, non lo si può negare, un episodio è stato più importante degli altri. Ed è ironicamente beffarda la circostanza che il protagonista di quell’episodio non passi alla storia come uno dei protagonisti di quel Catanzaro e che anzi non faccia nemmeno parte di quello di quest’anno. La macchina del tempo segna 22 aprile 2012, minuto 92 della partita delle partite: il non derby con la Vigor Lamezia. Zero a zero fino all’ultimo assalto giallorosso. Azione confusa da calcio d’angolo e Si-mone D’Anna che dopo un batti e ribatti deposita in rete facendo esplodere lo sta-dio, in tutta la sua interezza (tribuna stam-pa compresa). Con quel gol i giallorossi si possono permettere spediti verso la promozione. Se quel pallone non si fosse insaccato molto probabilmente non sareb-be stato così. Un anno dura dodici mesi ma basta un episodio per rivoluzionarlo. Magari a proprio favore. E allora perché non sperare che il buono possa ripetersi? Perché non crederci? Quindi Buone Feste e soprattutto Buon Anno Aquile.

Un anno vissuto con più luci che ombre. Il gol di D’Anna alla Vigor, la pro-mozione in Prima Divisione e le difficoltà della nuova avventura

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L’editoriale di ROMANA MONTEVERDE

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Avellino primo della classecade la Nocerina a Carrara

Il punto sul campionato di PIERSANTO GALLO

Pisa sconfitto a Benevento. Faticano Frosinone e Gubbio

La penultima giornata prima del giro di boa è tutta nel segno dell’Avellino, che ha

fatto valere la legge del “Partenio” con-tro il Catanzaro e ha così coronato il suo lunghissimo inseguimento, portandosi da solo in testa alla classifica. Ma probabilmente non staremmo a parla-re di tutto questo se... si, ci risiamo! Non staremmo a parlare di tutto questo se il Catanzaro non fosse rimasto in dieci uo-mini per l’espulsione di Sirignano. Ancora un rosso per le Aquile, quindi: sia-mo arrivati a quota otto in quattordici par-tite. Un trend negativo e, come abbiamo già detto nei numeri precedenti, assolu-tamente inammissibile, che sta condizio-nando il campionato della formazione del presidente Cosentino, facendole perdere punti su punti. E così anche domenica scorsa l’Avellino ha beneficiato del “regalo” di un calcia-tore dell’Uesse, nella fattispecie Sirigna-no, per avere la strada spianata e sbloc-care una partita che Russotto e compagni stavano cercando di gestire (riuscendoci, fino al momento dell’espulsione). Per gli irpini a segno i “gemelli del gol” Bianco-lino e Castaldo.

E, insieme all’Avellino, chi è stata la pro-tagonista del quattordicesimo turno? Nessuna, perché le altre primissime han-no fallito l’appuntamento con la vittoria. E allora la formazione di Rastelli divide la copertina con... la voragine che si è aperta sul rettangolo verde del “Torre” di Pagani, tra l’altro in diretta nazionale su Sporti-talia, costringendo l’arbitro del match tra Paganese e Latina a sospendere lo stesso prima dell’inizio del secondo tempo e a rinviarlo per impraticabilità di campo. Una scelta coraggiosa, quella del signor Benassi, ma anche di buon senso, per-ché sarebbe stato un grossissimo rischio proseguire l’incontro con la minaccia di quella buca che, nonostante il certosino e tempestivo intervento degli addetti al campo campani, avrebbe potuto riaprir-si da un momento all’altro e mettere a serio rischio l’incolumità dei calciatori. Dicevamo delle prime della classe, dav-vero in affanno domenica scorsa, a par-tire dal Pisa, steso inaspettatamente dal “Duca” Altinier e dal Benevento, ma che recrimina per la poca lucidità in zona gol. Per i sanniti tre punti e boccata d’ossige-no alla loro classifica.Si è salvato invece in extremis e dopo essere stato in svan-

taggio per un’ora il Frosinone contro il derelitto Sorrento. Laziali in vantaggio con Aurelio e rimontati a sorpresa dai campani, trascinati dalla doppietta di Schenetti, ma, proprio all’ultimo minuto di recupero, De Onofre, pescato diret-tamente da Zappino, veniva atterrato in area: l’arbitro Chiffi indicava il calcio di rigore che capitan Frara trasforma-va con freddezza. Inciampo anche per il Gubbio, grande con le grandi, picco-lo con le piccole (con le ultime quattro della graduatoria ha sempre pareggiato). Solo un “X” casalingo per gli umbri con-tro l’Andria, che ha impattato il gol di Guerri con la rasoiata dal limite di Loio-dice. Chiudiamo infine con il “triplete” toscano. Il Prato ha sfruttato in pieno il doppio tur-no casalingo, battendo, dopo il Barletta, anche il Perugia, grazie alle marcature di Benedetti e Casini. Continua il momento altalenante di una formazione, quella allenata da Esposito, che non sta assolutamente rendendo per quelle che erano le premesse della vigilia e che, tra l’altro, domenica scorsa, è stata pesantemente contestata dai propri tifosi, usciti anzitempo dallo stadio Lungobisen-zio. Ha ritrovato il sorriso il Viareggio che, dopo tre gare senza vittoria, è riuscito ad avere la meglio sul Barletta. Trocar, Cala-mai e Magnaghi hanno rilanciato i bian-coneri a due punti dalla zona play-off, mentre la sconfitta maturata allo stadio “dei Pini” ha provocato un ribaltone nei quadri tecnici e dirigenziali dei pugliesi. Il presidente Tatò ha infatti esonerato mi-ster Stringara, richiamando Raffaele No-velli. Accettate, inoltre, le dimissioni irrevo-cabili del diesse Peppino Pavone.Scatto d’orgoglio per la Carrarese che, senza l’infortunato Makinwa, ha battuto la No-cerina. Mattatore del match Mancuso, autore di una doppietta che ha reso vano l’ottavo gol in campionato del capocanno-niere Felice Evacuo. Per i campani occasione sprecata per por-tarsi vicino alla vetta.

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Curiosando di SIMONE NISTICO’

Incredibile a Pagani! Buco in mezzo al campo, partita sospesa

Capita spesso, soprattutto in questo periodo dell’anno, di assistere a partite che

non arrivano al capolinea. Sfide che, vuoi per una ragione, vuoi per un’altra, o non vengono disputate sin dal primo minuto, oppure vengono sospese in corso d’opera. Una delle ragioni più comuni per sospen-dere un incontro è senza dubbio quella che nel gergo calcistico è nota come “impra-ticabilità” del campo. Un termine questo, che suona quasi come uno scioglilingua e che spesso viene temuto dai cronisti spor-tivi, i quali sperano che la partita da loro commentata abbia regolare svolgimento. Battute a parte, nell’ultima giornata del campionato di prima divisione in Lega Pro, c’è stata una gara che non ha avuto epilogo, o meglio, che non è proseguita per effetto della sospensione della stessa. La partita alla quale si fa riferimento è Pa-ganese-Latina, programmata per le ore 18 di domenica scorsa con diretta televisiva sul canale Sportitalia. Eppure il match era andato avanti senza problemi fino al mi-

nuto 45. Dopo il duplice fischio, con cui l’arbitro Benassi di Bologna aveva par-zialmente interrotto l’incontro, le squadre erano rientrate sul prato verde dello stadio “Marcello Torre” di Pagani. Ma proprio in quel momento un episodio insolito ha fatto si che la gara non proseguisse. Uno squarcio, un buco, un’autentica voragine è stata notata in una zona del campo. Vani i tentativi di alcuni addetti ai lavori che hanno provato a ricoprire la buca creata-si nel cuore del terreno di gioco. E’ stato lo stesso direttore di gara, a quel punto, a decidere che Paganese-Latina non po-teva disputarsi, non quel pomeriggio al-meno. Veri e propri motivi di incolumità per i giocatori hanno perciò decretato lo 0-0 parziale del match andato in scena “a metà” in terra campana. Quali saranno le decisioni che la Lega prenderà in merito al risultato della partita o ad un possibile rinvio non è ancora dato saperlo. La par-tita rimane per il momento sub-iudice in attesa del referto arbitrale e della conse-guente decisione del Giudice Sportivo.

Non ci sono precedenti speculari a quello riscontrato a Pagani. Ci sono però almeno due episodi che ricordano la sospensione di domenica scorsa. Il primo lo ricorderà bene mister Cozza. Il 19 settembre 1994, allo stadio “San Nicola” di Bari andò in scena la partita fra i galletti biancorossi pugliesi e la Reggiana. Proprio nella squa-dra emiliana, in quella stagione, giocava un giovanissimo Ciccio Cozza che esordì in serie A, guarda caso, in quel pomerig-gio di metà settembre. Bari-Reggiana ven-ne sospesa per qualche minuto in modo tale da consentire agli inservienti di copri-re una buca che si era creata nel terreno di gioco. L’altro episodio, che ricorda la sospensione di Paganese-Latina, si riferi-sce ad un Ascoli-Siena del 21 settembre 2005. In quell’occasione, al 36’ del primo tempo, la gara fu sospesa a causa di una voragine apertasi nei pressi della linea la-terale. Anche in questa circostanza però la partita proseguì senza problemi dopo essere stata interrotta per pochi minuti.

La voragine di Pagani che ha causato l’interruzione della partita

Altri i precedenti, uno nel giorno dell’esordio di Ciccio Cozza in serie A

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LAVANDERIA SUPER BIANCO

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Cosi in campo

CATANZARO-BARLETTA 4-3 Intagliata di Siracusa Carboni (2), Fioretti, CruzLATINA-CATANZARO 1-0 Maresca di Napoli CATANZARO-BENEVENTO 1-2 Ghersini di Genova PapasideroPAGANESE-CATANZARO 0-0 Pezzuto di Lecce CATANZARO-ANDRIA 0-0 Minelli di Varese VIAREGGIO-CATANZARO 3-1 Verdenelli di Foligno FiorettiCATANZARO-NOCERINA 2-3 Aureliano di Bologna Masini, BorghettiPISA-CATANZARO 4-1 Cifelli di Campobasso NarducciCATANZARO-FROSINONE 0-3 Benassi di BolognaPERUGIA-CATANZARO 2-4 Lanza di Nichelino Fioretti, Ulloa, Quadri,autorete(P) CATANZARO-PRATO 2-1 ChieffidiPadova Ulloa,RussottoCARRARESE-CATANZARO 2-2 Morreale di Roma Fioretti, RussottoCATANZARO-SORRENTO 1-0 Pelagatti di Arezzo FiorettiAVELLINO-CATANZARO 2-0 Martinelli di Roma CATANZARO-GUBBIOBARLETTA-CATANZAROCATANZARO-LATINABENEVENTO-CATANZARO CATANZARO-PAGANESEANDRIA-CATANZARO CATANZARO-VIAREGGIONOCERINA-CATANZARO CATANZARO-PISAFROSINONE-CATANZAROCATANZARO-PERUGIAPRATO-CATANZARO CATANZARO-CARRARESE SORRENTO-CATANZAROCATANZARO-AVELLINO GUBBIO-CATANZARO

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Calendario Lega Pro 1a Divisione Girone B - Stagione 2012/13

1-1 1-0

1-0 1-1 0-1

0-0 0-3

1-3 0-1 3-1

1-2 0-0

2-1 1-0 1-4

1-3 2-2

1-0 2-3 3-0

2-1 1-0

2-0 0-0 4-1

1-0 1-2

3-1 0-0 0-1

0-0 0-2

2-1 0-0 1-1

0-1 1-1

3-1 1-1 1-1

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Calendario Lega Pro 1a Divisione Girone B - Stagione 2012/13

LA CLASSIFICA

* 1 Punto di penalizzazione ** 2 Punti di penalizzazione

3-0

1-1

2-0

0-2

2-0 2-2

0-1

0-0

2-1

2-2

2-2 2-0

1-2

2-2

2-1

1-0

1-2 0-1

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2-1

1-1

2-2

1-0 2-1

2-1

2-2

sosp

2-0

2-4 2-2

3-1

1-0

2-0

3-2

4-0 2-1

2-0

0-0

2-2

4-1

1-1

1-2 2-2

1-1

2-2

3-0

1-0 2-0

SQUADRE Pt G V N P R SAvellino 26 14 7 5 2 19 9Pisa   24 14 6 6 2 25 16

Latina* 24 13 7 4 2 17 13Frosinone* 23 14 6 6 2 21 14

Prato 22 14 6 4 4 17 10Gubbio 22 14 6 4 4 12 13

Paganese 20 13 5 5 3 17 12Viareggio 20 14 5 5 4 21 19Nocerina 20 14 5 5 4 19 19Benevento 18 14 5 3 6 19 16Perugia* 18 14 5 4 5 20 19Catanzaro 15 14 4 3 7 18 26Andria** 14 14 3 7 4 13 15Carrarese 10 14 2 4 8 13 27Sorrento 8 14 1 5 8 7 18Barletta 7 14 1 4 9 11 23

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ANDRIA BAT (4-4-2): Rossi; Tartaglia, Larosa, Zaffagnini, Contessa; Arini, D’Errico (85’ Loidice), Giorgino, Taormina (74’ Mascolo) ; Lanteri (46’ Comini), Innocenti. A disposizione: Sansonna, Nocerino, Scrugli, Malerba. Allenatore: CoscoAVELLINO (4-3-1-2): Fuma-galli; Zappacosta (74’ Bittan-te), Izzo, Giosa, Pezzella (80’ Bianco); D’Angelo, Massimo, Angiulli; Millesi (52 Catania); Biancolino Castaldo.A disposizione: Orlandi, Her-rera, Bariti, De Angelis. Allenatore: RastelliARBITRO: Rocca di Vibo Valentia (Colì-Villa)MARCATORI: 19’ e 48’ Bian-colino (AV)

BARLETTA (3-5-2): Liverani, Menegaz (54’ Calapai), Bur-zigotti, Di Bella, Mazzarani; Molina, Piccinni, Allegretti, Carretta (60’ Simoncelli); Dezi; La Mantia. A disposizione: Pane, Petteri-ni, Vacca, Meucci, Ferreira. Allenatore: StringaraCARRARESE (3-4-3): Cicioni; Lanzoni, Benassi, Melucci; Corticchia (64’ Ciciretti), Ve-nitucci, Pestrin (80’ Corrent), Pedrelli (85’ Cruz); Mancuso, Makinwa, Belcastro. A disposizione: Begotti, Alci-biade, Battistini, Chella. Allenatore: Di CostanzoARBITRO: Minelli di Varese (D’Amato-Monetta)MARCATORI: 11’ Molina (B), 33’ Burzigotti (B), 39’ (rig.) Makinwa (C) 89’ Mancuso (C)

CATANzARO (3-5-2): Pisseri; Borghetti (44’ Conti), Orchi, Sirignano; Fiore (59’ Masini), Ulloa, Quadri, Benedetti, Squillace; Russotto, Fioretti. A disposizione: Faraon, Narducci, D’Alessandro, Carbonaro, Cruz. Allenatore: CozzaSORRENTO (3-5-2): Rossi; Balzano, Nocentini, Di Nunzio; Di Dio (89’ Ciampi), A. Espo-sito, Zanetti, Arcuri, Bonomi; Corsetti (59’ Schenetti), Bernardo. A disposizione: Lombardo, , Terminiello, Guitto, Ferrara, R. Esposito. Allenatore: BucaroARBITRO: Pelagatti di Arezzo (Rizzo-Allegra)MARCATORI: 91’ Fioretti (C)

FROSINONE (4-3-3): Zappi-no; Frabotta, Del Duca, Biasi, Amelio (75’ Catacchini); Mar-chi (65’ Crescenzi ), Gucher, Frara; Aurelio, Santoruvo, Ganci (78’ Cesaretti). A disposizione: Vaccarec-ci, Bertoncini, De Onofre, Paganini. Allenatore: StellonePAGANESE (3-5-2): Rober-tiello; Fusco, Fernandez, Pepe (69’ Ciarcià); Calva-rese, Soligo (85’ Pastore), Romondini, Scarpa, Nunzella; Girardi, Caturano (85’ Fava). A disposizione: Pergamena, Franco, Tortori, Orlando. Allenatore: GrassadoniaARBITRO: Bruno di Torino (Giampetruzzi-Miceli)MARCATORI: 4’ (rig.) Ganci (F), 34’ Caturano (P), 49’ Mar-chi (F), 88’ (rig.) Scarpa (P)

LATINA: Bindi, Milani, Bru-scagin, Cejas, Cottafava, De Giosa, Gerbo (78’ Cafiero), Burrai (85’ Ricciardi), Tulli (72’ Pagliaroli), Sacilotto, Agodirin. A disp: Ioime, Giacomini, Agius, Tortolano. All: PecchiaGUBBIO: Venturi, Regno (46’ Semeraro), Bartolucci, Boisfer (46’ Scardina), Briganti, Radi, Guerri, Sandreani, Bazzof-fia, Palermo (61’ Nappello), Caccavallo. A disp: Farabbi, Galimberti, Grea, Manzoni. All: SottilARBITRO: Ripa di Nocera Inferiore (Stasi-Orsini)MARCATORI: 25’ Burrai (L), 28’ (aut.) Sandreani (G)

NOCERINA (4-3-3): Aldegani; Baldan, De Franco, Chiosa, Daffara; De Liguori, Bruno (66’ Garufo), Corapi; Merino (77’ Mazzeo), Negro, Evacuo (89’ N. Russo). A disposizione: Ragni, Sabati-no, Crescenzi, Aldelkovic. Allenatore: AuteriBENEVENTO (4-4-2): Gori; Siniscalchi, Mengoni (73’ Anaclerio), Rinaldi, Bolzan; Cristiani (46’ Pedrelli), De Ri-sio, Montiel, Mancosu; Marchi (67’ Germinale), Cipriani. A disposizione: Mancinelli, Rajcic, Buonaiuto, Altinier. Allenatore: UgolottiARBITRO: Bindoni di Venezia (Santoro-Tudisco)MARCATORI: 4’ Daffara (N), 6’ Mancosu (B), 48’ e 88’ Evacuo (N), 92’ Montiel (B)

PERUGIA (4-3-3): Kopri-vec; Anania, Cacioli, Russo, Martella; Moscati, Esposito, Cenciarelli; Politano (83’ Barra), Ciofani, Fabinho A disposizione: Pinti, Jeffer-son, Lebran, Moneti, Paones-sa, Barra. Allenatore: CamploneVIAREGGIO (5-3-2): Gaz-zoli; Peverelli, Carnesalini, Anedda (55’ Magnaghi), Fiale (60’ Conson), Sorbo; Pizza, Lamorte, Calamai; Giovinco, De Vena. A disposizione: Furlan, Conson, Trocar, Gemignani, Sandrini, Gerevini, Magnaghi. Allenatore: CuoghiARBITRO: Giovani di Grosse-to (Leali-Maspero)MARCATORI: 40’ e 80’ Ciofani (P), 56’ Politano (P), 58’ Mo-scati (P), 87’ Sorbo (V)

PISA (3-5-2): Sepe, Sbraga, Rizzo, Mingazzini, Colombini (Perez al 30’ St.), Sabato, Busce’, Barberis (Gatto al 20’St.), Scappini, Favasuli, Tulli . Allenatore: A. Pane A disposizione: Pugliesi, Rozzio, Carroccio, Lucarelli, Strizzolo.PRATO (4-3-1-2): Layeni, Beduschi (Cristofari al 42’ st ), Di Sabato, Malomo , Ghi-nassi, Casini (Bisoli al 32’st), Cavagna, Napoli, Silva Reis (Corvesi al 10’ St.), Tiboni. Allenatore: V. EspositoA disposizione: Brunelli, Carminati, Benedeti, Kosta-dinovic.ARBITRO: Claudio Lanza (Ni-chelino) – Assistenti: Grispi-gni (Roma 1) Lotierzo(Napoli).MARCATORI: 34’Napoli, 45’ Favasuli

13a GIORNATARisultati

Lega Pro 1a Div. - Gir. B

ANDRIA BAT 0

AVELLINO 2

BARLETTA 2

CARRARESE 2

CATANzARO 1

SORRENTO 0 PAGANESE 2

FROSINONE 2 LATINA 2

NOCERINA 3

BENEVENTO 2 VIAREGGIO 1

PERUGIA 4 PISA 1

PRATO 1

GUBBIO 2

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occhiello1occhiello2

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AVELLINO (4-3-1-2): Fu-magalli; Zappacosta, Izzo, Giosa, Pezzella; D’Angelo, M. Angiulli, (71’ Herrera); Millesi (53’ Bariti); Castaldo, Biancolino. A disposizione: Orlandi, Bittante, Bianco, Panatti, De Angelis. Allenatore: RastelliCATANzARO (3-5-1-1): Pisse-ri; Narducci, Orchi, Sirignano; Fiore, Quadri, Ulloa, Benedet-ti, Squillace (34’ Carbonaro); Russotto (59’ Conti); Masini (70’ Fioretti). A disposizione: Faraon, Papasidero, D’Alessandro, Carboni. Allenatore: CozzaARBITRO: Martinelli di Roma 2 (Viello- Regazzo)MARCATORI: 76’ Biancolino (A), 93’ Castaldo (A)

BENEVENTO: Gori 7, D’Anna 6, Rinaldi 6, Signorini 6,5, Bolzan 6, Montiel sv(18’ Buo-naiuto 6), Rajcic 6,5, Davì 5,5, Altinier 7, Mancosu 5,5(63’ Ca-rotti), Marchi 6(79’ Anaclerio sv). A disp. Errico, Anaclerio, Damo, Carotti, Buonaiuto, Bat-taglia, Germinale. All. Ugolotti PISA: Sepe 6, Sbraga 6,5 , Benedetti 6,5, Mingazzini 7, Colombini 6(74’ Gatto 6), Sabato 5, Rizzo 5,5, Fondi 5,5(66’ Scappini 6,5), Perez 5,5, Favasuli 6, Tulli 6. A disp. Pugliesi, Rozzio, Carroccio, Lucarelli, Barberis, Gatto, Scappini. All. PaneARBITRO: Ghersini di GenovaMARCATORI: Altinier (B) 31 e 61’, Scappini (P) 76’.

CARRARESE (4-2-3-1): Cicio-ni; Lanzoni, Benassi, Melucci, Pedrelli; Pestrin; Corrent (63’ Orlandi), Venitucci, Cortic-chia (55’ Ciciretti), Belcastro, Mancuso. A disposizione: Piscitelli, Alci-biade, Alvaro Armada, Chella, Margiotta. Allenatore: Di CostanzoNOCERINA (3-4-3): Aldegani; Baldan, Crescenzi, De Franco; Sabatino, Daffara, Corapi (48’ Russo N.), De Liguori; Mazzeo (84’ Lettieri), Merino, Evacuo. A disposizione: Russo G., Aprile, Chiosa, Andelkovic, Bruno. Allenatore: AuteriARBITRO: Merlino di Udine (Rizzato-Caliari)MARCATORI: 44’ e 92’ Man-cuso (C), 76’ Evacuo (N)

GUBBIO (3-5-2): Venturi; Semeraro, Pambianchi (82’ Manzoni), Radi, Galimberti; Sandreani (30’ Malacca-ri), Guerri, Grea; Palermo; Galabinov, Nappello (61’ Scardina). A disposizione: Farabbi, Lupi, Giuliacci, Martini. Allenatore: SottilANDRIA BAT (4-4-2): Rossi; Scrugli, Malerba (69’ Loio-dice), Migliaccio, Tartaglia; Arini, Comini (75’ Lanteri), La Rosa, Taormina; Maccan, Innocenti. A disposizione: Sansonna, Nocerino, Bruno, Perfetti, Salvemini. Allenatore: CoscoARBITRO: Piccinini di Forlì (Di Guglielo-Opromolla)MARCATORI: 45’ Guerri (G), 81’ Loiodice (A)

PAGANESE (3-5-2): Mar-ruocco (3’ Robertiello); Pepe, Fusco, Agresta; Calvarese, Scarpa, Romondini, Soligo, Nunzella; Girardi, Caturano. A disp.: Robertiello, Pastore, Ciarcià, Franco, Tortori, Orlan-do, Fava. All.: GrassadoniaLATINA (4-3-3): Bindi; Milani, Agius, De Giosa, Bruscagin; Sacilotto, Cejas, Burrai; Gerbo, Tulli, Barraco. A disp.: Ioime, Cafiero, Ricciardi, Agodirin, Pagliaroli, Tortolano, Jefferson. All.: PecchiaARBITRO: Gianluca Benassi di Bologna (Calò – Grillo)

GARA SOSPESA PER IMPRATICABILITà DEL CAMPO.

PRATO (4-3-1-2): Layeni; Corvesi, Beduschi, Ghinassi, De Agostini; Casini, Cavagna, Cristofari (60’ Bisoli); Disabato (87’ Carminati), Napoli, Bene-detti (72’ Essabr). A disposizione: Brunelli, Sait-ta, Kostadinovic, Papini. Allenatore: Esposito.PERUGIA (4-3-3): Koprivec; Jefferson, Cacioli, Lebran, Russo; Moscati, Esposito, Cenciarelli (70’ Carloto); Politano, Ciofani (58’ Tozzi Borsoi), Fabinho (60’ Rantier). A disposizione: Giordano, Garcia, Liviero, Barra. Allenatore: Camplone.ARBITRO: Sacchi di Macera-ta (Servilio-Pellegrini)MARCATORI: 21’ Benedetti (PR), 75’ Napoli (PR)

SORRENTO (3-5-2): Rossi; Ciampi, Nocentini, Balzano; Di Dio (51’ Schenetti), Beati, Zanetti, Arcuri, Bonomi; Guitto (81’ Ferrara), Bernardo (86’ R. Esposito). A disposizione: Polizzi, Termi-niello, Vigorito, Schiavone. Allenatore: BucaroFROSINONE (4-3-3): Zappi-no; Frabotta, Del Duca (86’ Crescenzi), Biasi, Amelio; Marchi (68’ Rogero), Gori (79’ Gucher), Frara; Aurelio, Santoruvo, Paganini. A disposizione: Vaccarec-ci, Blanchard, Catacchini, Cesaretti: Allenatore: StelloneARBITRO: Chiffi di Padova (De Troia-Di Salvo)MARCATORI: 32’ Aurelio (F), 61’ e 66’ Schenetti (S), 95’ (rig.) Frara (F)

VIAREGGIO (3-5-2): Gazzoli; Carnesalini, Trocar, Tomas; Pellegrini, Pizza, Maltese, Calamai, Peverelli; De Vena (80’ Magnaghi), Giovinco. A disposizione: Furlan, Fiale, Sorbo, Gemignani, Anedda, Gerevini. Allenatore: CuoghiBARLETTA (3-5-2): Pane; De Leidi, Di Bella (46’ Simoncelli), Romeo; Molina, Allegretti, Piccinni (62’ Dezi), Meduri, Mazzarani (66’ Calapai); La Mantia, Barbuti. A disposizione: Liverani, Bur-zigotti, Menegaz, Carretta. Allenatore: Stringara.ARBITRO: Verdenelli di Foli-gno (Pentangelo-Zuccaro)MARCATORI: 37’ Trocar (V), 44’ Calamai (V), 94 Magnaghi (V)

8 RETI Evacuo (Nocerina)

7 RETI Castaldo (Avellino), Favasuli (Pisa)6 RETI Altinier (Benevento), Biancolino (Avellino), Fio-retti (Catanzaro), Mancuso (Carrarese), Napoli (Prato), Politano (Perugia)5 RETI Barraco (Latina), Ciofani (Perugia), Galabinov (Gubbio), Girardi (Paganese), Magnaghi (Viareggio), Perez (Pisa), Scarpa (Paganese), Tulli (Pisa)4 RETI Calamai (Viareggio), Frara (Frosinone), Ganci (Frosinone), Mancosu (Benevento)

14a GIORNATARisultati e marcatori

AVELLINO 2

CATANzARO 0 PISA 1

BENEVENTO 2 CARRARESE 2

NOCERINA 1 ANDIA BAT 1

GUBBIO 1 PAGANESE 0

PRATO 2

PERUGIA 0 FROSINONE 2

SORRENTO 2 VIAREGGIO 3

BARLETTA 0MARCATORI

LATINA 0

L’attacante della Nocerina Felice Evacuo

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Highlights

Catanzaro-Sorrento 1-0

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L’avversario di turno

Il Gubbio

Simone Farina campione di fair-play

Colori rosso-blu, in piena lotta play-off, in virtù del suo sesto posto. Sarà un Gubbio battagliero quello che calcherà il manto erboso del “Nicola

Ceravolo”. Il cammino della squadra allenata da Andrea Sottil, ex calciatore di Genoa e Catania, lo scorso anno trainer del Siracusa, è stato altalenante. Sei vit-torie, quattro pareggi e altrettante sconfitte sono il ruolino di marcia di una compagine che punta almeno a giocarsi gli spareggi promozione per la B dopo un anno di assenza. Prime giornate di campionato costellate da una serie di pareggi e sconfitte che non lasciavano presagire nulla di buono. Alla prima giornata, il Sorrento co-stringeva gli umbri ad impattare 0-0 un match rognoso. Successivamente vittorie ottenute ai danni di Frosinone (1-0) e Pisa (2-1), due ko in quel di Perugia (0-2) e Pagani (0-1). Tra il sesto e il decimo turno, ben 11 punti ottenuti, grazie ai successi contro Benevento, Prato, Viareggio, intervallati dai pareggi rimediati con Barlet-ta e Carrarese. Dopodiché, il crollo di Avelli-no (0-2), era stato “superato” a pieni voti con il sofferto 2-1 inflitto alla corazzata Nocerina. Negli ultimi due turni, una battuta d’arresto, a Latina, e un pari casalingo contro l’Andria Bat. Lo schema tattico scelto dal trainer classe ’74,è un offensivo 4-3-1-2, con Galabinov, autentico

spauracchio della difesa giallorossa. In porta giocherà Venturi, mentre a centrocampo capitan Sandreani, una bandiera per il Gubbio, assicura dinamismo e fisicità. Nessun precedente re-cente tra le due squadre.

La storia recente del Gubbio Calcio è indiscutibil-mente legato al nome di Simone Farina che militò nella formazione umbra per cinque anni tra il 2007

e il 2012. ll difensore considerato un esempio di fair play per un episodio che lo coinvolse Nel dicembre del 2011 si scopre che mesi prima ha rifiutato 200.000 euro da spartirsi con altri tre suoi compagni (la cifra singola è sullo stesso ordine del suo ingaggio) da parte dell’ex compagno per un anno nelle giovani-li della Roma, Alessandro Zamperini, che non sentiva da dieci anni, per truccare la partita di Coppa Italia Cesena-Gubbio, e denunciando quindi il fatto, facendo in questo modo partire la seconda tranche dell’inchiesta sull’Operazione Last Bet. Un ge-sto inconsueto grazie al quale ebbe diversi riconoscimenti anche a livello internazionale. Gli fu anche concesso di allenarsi per alcuni giorni con la nazionale di Prandelli anche se non si potè parlare di vera e propria convocazione. Dopo il suo ritiro dal calcio giocato, nel settembre 2012 Farina viene ingaggiato dal

club inglese dell’Aston Villa nel ruolo di community coach, con il compito di insegnare ai giovani del settore giovanile le regole di lealtà sportiva.

Andrea Sottil

All. Gubbio

Una squadra costruita per i play-off

Cinque anni con gli umbri per il calciatore che denunciò una combine

Simone Farina

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L’editoriale di ROMANA MONTEVERDE

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Controcronaca di SIMONE NISTICO’

Rialzare la testa dopo una brutta battuta d’arresto non è facile, ma dovrà es-

sere questo e solo questo l’unico tema da svolgere nell’ultimo impegno del 2012. Un anno ricco di gioie e delusioni. Più le prime che le seconde, meglio sottolinear-lo subito. La traccia dettata dal maestro Francesco Cozza, al rientro in aula dopo la sconfitta per 2-0 in Irpinia, non ammet-te assolutamente un’interpretazione sog-gettiva. Al contrario, con gesso in mano e lavagna sullo sfondo, il tecnico di Ca-riati ha provato in questa settimana a dare le giuste indicazioni ai suoi per mettersi al lavoro e arrivare alla gara di domeni-ca contro il Gubbio con un solo e unico obiettivo: la vittoria. La debacle di Avelli-no è stata micidiale, spietata e inaspettata. Il miglior periodo di forma e di risultati delle aquile, caratterizzato dai 4 risultati utili consecutivi, aveva colorato d’azzurro il grigio cielo di dicembre e riscaldato l’ir-riducibile tifoseria giallorossa dalle rigide temperature avvertite in bassa quota. Un fulmine a ciel sereno (se così si può de-finire), ha caratterizzato la sfida nella sfi-da, l’ultima dura prova da eseguire prima delle vacanze natalizie. Panettoni, torroni, lenticchie e zamponi sono già nelle case, sotto l’albero, in credenza, pronti per ac-compagnare le festività. Ma prima di ra-dunarsi con amici e parenti nelle tavola-te ricche di bontà e tradizione, il fantino giallorosso si trova in sella al proprio ca-vallo. Davanti a sé l’ultimo ostacolo, pri-ma della campana che segna il giro finale. Tanta la concentrazione per cercare di non inciampare, per provare a non avere ulte-riori penalizzazioni. Eppure ultimamente il Catanzaro, a differenza di altre società che in classifica si trovano con qualche punticino in meno per effetto di sanzioni comminate per inadempienze burocrati-che, amministrative o finanziarie, sembra essersi quasi auto-penalizzato. E’ un po’

come se una squadra, provando ad azzar-dare un paragone prettamente calcistico, si trovasse a dover uscire da una situazio-ne di pressing messa in piedi dalla stessa squadra che lo subisce. In parole povere è come se una squadra si “auto-pressasse”. Scardinando gli schemi puramente ideali, ma che sono stati volutamente utilizzati per dar senso alla nostra “controcronaca”, punto centrale di questa sorta di “trappo-la” sono le espulsioni, i cartellini rossi che continuano inesorabili a intorpidire le generose prestazioni delle aquile. L’ulti-ma, in ordine cronologico, comminata al “Partenio” domenica scorsa a Ciro Siri-gnano, ha però un sapore diverso, a metà fra il retrogusto di un accanimento pena-lizzante e una sorta di recidività senza ri-gor di logica nei confronti del difensore di Pomigliano d’Arco. Sviste arbitrali? Troppa frenesia nel cercare di fermare le avanzate degli avversari? Terreni di gioco a dir poco “impraticabili” che condiziona-no l’aspetto condizionale dei calciatori? Tante possono essere le attenuanti, ma i prati verdi sono ultimamente un po’ trop-po spesso contornati dal rosso del cartel-lino dei direttori di gara che incrociano il Catanzaro sulla loro strada. Bisogna perciò provare a mantenere i nervi sal-di, ne potrà scaturire qualche punticino in più. Uno strano omone vestito di rosso e con la barba bianca è già stato investito dal presidente Cosentino dell’incarico di portare nel sacco i punti necessari per ren-dere l’imminente Natale più dolce, sere-no e prospero di fiducia per il futuro. Si chiudono intanto le luci del 2012. Il 2013 è vicino, a quanto pare i Maya ci concede-ranno la possibilità di viverlo. Buone feste a tutti e bene per i giallorossi!

Un fulmine a ciel sereno

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L’editoriale di ROMANA MONTEVERDE

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Quelli che lo striscione di ROMANA MONTEVERDE

E sabato tutti in curva!

L’ultima gara di dicembre al “Ceravolo” è sempre una festa. Nonostante le classi-

fiche, i risultati, le folli vicende giallo-rosse susseguitesi negli anni, la chiusura del girone di andata al Vecchio Militare è stata sempre un grandissimo spettacolo, almeno sugli spalti. Come da tradizione, infatti, la curva “Massimo Capraro” alle-stisce, ogni stagione, una coreografia in onore del più grande tifoso giallorosso di cui il settore, dal 1996, porta il nome. Una sorta di rito, un modo simbolico e sentito per onorare la figura e l’esempio dello storico capo ultras catanzarese tra-gicamente morto in un incidente stradale. Da oltre dieci anni ormai, quel ricordo mai sbiadito si eleva sul cielo della ovest, puntuale, prepotente, dirompente nei co-lori e nelle emozioni. Alzi la mano chi, da catanzarese, almeno una volta nella vita non ha cantato “Siamo la Massimo Ca-praro”, alzi la mano chi in quei cinquan-ta secondi non ha sentito il cuore battere all’impazzata e i brividi percorrere lungo tutto il corpo. Noi crediamo nessuno! Cantare di lui, ricordare la sua persona, il suo esempio è perciò quasi un dovere: non solo nei suoi confronti, molti dei fre-quentatori moderni, compreso chi scrive, Massimo, non lo ha mai conosciuto, altri sono cresciuti col suo ricordo e nel suo

cammino, ma diventa una specie d’impe-gno personale in ognuno di noi, perché ricordare lui vuol dire far tesoro di una storia calcistica che ha lasciato un segno indelebile anche in chi ancora non c’era. Festeggiare Massimo, quindi, diventa fe-sta di un passato giallorosso costruito sul campo, dagli anni della serie A, alla lun-ga permanenza in serie B, dagli anni della C2 ai periodi bui dell’Uesse. Ma il signi-ficato non è ancora solo questo. Ricorda-re Massimo vuol dire anche dire grazie a chi da sempre è rimasto li, al suo posto, in curva, sulle gradinate di tutta Italia a sostenere il magico, a tifare, a gridare, a dare la vita per il Catanzaro. Un grazie a chi è cresciuto tra trasferte e fumogeni, tra bandiere e stendardi, portando in giro, dappertutto, il giallo e rosso delle Aquile. Quei stessi colori che se amati cosi tanto è anche perché in loro rivediamo qual-cosa in più, qualcosa che va oltre l’undi-ci che la domenica scende in campo, ci vediamo dentro amore, passione, sogni, battaglie, sacrifici, ci rivediamo dentro la vita di un uomo che ha dato tutto per la sua squadra di calcio, divenendo un sim-bolo mai dimenticato di un’intera città. Parlare di Massimo non sarà mai facile per nessuno,per questo anche noi, per ricordarlo, abbiamo deciso di trascrive-re il pensiero di Nicola Fiorita, scrittore

catanzarese che, al contrario nostro, lo ha vissuto sul serio. <<Massimo – scrive Fiorita - era un mio amico. Non un eroe e nemmeno una bandiera. Almeno per me, semplicemente un amico. Era uno di quelli che mi hanno portato allo stadio, che mi hanno mostrato un mondo e che mi hanno accompagnato per un pezzo di strada. E dopo è stato uno di quelli che cercavo nelle curve degli stadi italiani, uno di quelli che c’era sempre, uno di quelli a cui chiedere della squadra, della curva, ma anche delle persone, degli ami-ci. Della vita, insomma. Perché era uno di quelli che metteva la propria passione e la propria energia in tutte le cose che face-va e in tutto quello che faceva ci portava dentro il Catanzaro>>. Tanti, in queste parole, non avranno remore a riconoscer-si, tanti in questi anni hanno riempito gli spalti della ovest rinnovando l’impegno a riscrivere un ricordo che ogni giorno ha bisogno di esser nutrito per diventa-re meta e vita di ogni tifoso. Sabato, in occasione della gara casalinga contro il Gubbio, la tradizione si ripeterà e gli Ul-tras Catanzaro hanno invitato quindi tutto il popolo giallorosso ad invadere la curva per far si che anche questa volta la festa si realizzi. Invadiamo la Massimo Capraro, invadiamola tutta. Sabato questo sarà il nostro compito.

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Meteore

Nella galassia delle meteore giallorosse, per le quali si potrebbero scrivere volumi su volumi di enciclopedie tanto dall’enorme mole di materia-

le presente, ce ne sono alcune che vengono ricordate più per un nome di battesimo o per un cognome fuori dal comune, che per le prestazioni offerte da un punto di vista tecnico. Ecco allora che nella mente dei tifosi del Catanzaro riesumeranno i nomi dei vari Libro, De Min, Delle Vedove, Pannitteri. Ma c’è un giocatore su tutti, che ha indossato la casacca giallorossa, il cui cognome non

è passato di certo inosservato al momento della firma in calce sul contratto che lo ha legato al sodalizio calabrese. Stiamo parlando di Andrea Pippa, difensore classe 1985 approdato al Catanzaro nel gennaio del 2009. Proprio quell’anno fu caratterizzato anche dall’ingresso in società del personaggio che da lì a poco sarebbe diventato l’azionista di maggioranza dell’Effeci, vale a dire An-tonio Aiello. L’imprenditore di Cuneo, ma originario di Petilia Policastro, acquisì il 4% delle quote del sodalizio del presidente Pasquale Bove in un’operazione nata come atto risolutivo della catastrofica situazione finanziaria in cui versavano le casse del-la società giallorossa. Dopo qualche anno, come ben noto, tutta l’operazione si rivelò un fuoco di paglia, un autentico flop, che si concluse con il secondo fallimento della squadra del capoluogo a pochi anni da quello del binomio Poggi-Parente. Tornando a Pippa, il terzino ex Cosenza e Siracusa, arrivò a Catanzaro per espressa volontà di mister Provenza che lo aveva avuto con sé in quel di Lamezia Terme allorquando allenava la Vigor. L’undici di quella stagione era più o meno questo. Mancinelli in porta, Gimmelli, Di Maio, Di Meglio e Pippa in difesa. Mangiacasale, Berardi, Bruno e Corapi a centrocampo, Caputo e Montella in at-tacco. Nonostante le note difficoltà societarie questa formazione arrivò a disputare la semifinale dei playoff contro il Pescina Val del Giovenco. Dopo lo 0-0 della gara d’andata giocatosi in quel di Avezzano, il Catanzaro fu costretto ad arrendersi nel match di ritorno del “Ceravolo” in cui gli abbruzzesi vinsero per 3-2. Al di là del contributo offerto e riducibile alle sole 8 presenze in campionato, Andrea Pippa non lasciò un ottimo ricordo a Catan-zaro, soprattutto perchè quella fu, al pari della successiva, una delle annate più deludenti degli ultimi anni per quanto concerne la storia dei giallorossi calabresi. Oggi Pippa, dopo il fallimento del Siracusa, si trova nella lunga lista degli svincolati. Negli ulti-mi gironi, concedendo un’intervista ad una nota testata online, il difensore di Battipaglia ha dichiarato che «a Catanzaro sarebbe stato un ritorno interessante, ma al di là di una semplice telefona-ta non c’è stato nulla». Probabilmente è stato lo stesso giocatore a “corteggiare” il prospero sodalizio capeggiato da Cosentino, ma a nulla è valso il tentativo di Pippa che se non altro tutti a Catanzaro ricorderanno per il suo “bizzarro” cognome.

La sfortuna di chiamarsi

Pippa

di SIMONE NISTICO’

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Una piacevole chiacchierata con il Responsa-bile del Settore Giovanile dell’U.S.Catanzaro prima delle festività natalizie. Giudizi, spe-

ranze e quella chiamata del glorioso club giallo-rosso che…Una casa si costruisce iniziando dalle fondamenta e non dal tetto. Questo banalissimo esempio potrebbe essere associato al settore giova-nile dell’U.S.Catanzaro, oggi come non mai, fon-damentale per la crescita di un calcio che, forse, sta cominciando nuovamente a puntare sui giovani. Nel-la città dei “tre colli”, nonostante mille difficoltà, si sta cercando di lavorare per il bene di una società, quella giallorossa che, ogni giorno che passa, lotta contro alcuni fattori che influiscono sul lavoro quo-tidiano. Basti pensare alla carenza di strutture sporti-ve, un annoso problema già trattato e ritrattato nelle precedenti uscite. Viaggi interminabili, manti erbosi non propriamente da golf, la pioggia che “modifica” un normalissimo programma di allenamento. Questi elencati sono solo alcuni “torti” che i giovani “aqui-lotti” sono costretti a subire, e non per causa loro…Mettendo da parte tale vergogna, passiamo al calcio giocato, alle speranza di un uomo, con la U maiusco-la che, fin dal primo giorno, ha creduto nel progetto giovanile del club giallorosso. Puntare sul vivaio, ovvero una sorta di esercitazione che poche società hanno cercato di mettere in pratica. Ma ci vogliono le persone giuste, quelle che credono anche alla minima speranza, quelle disposte ad enormi sacrifici pur di vedere premiato il lavoro quotidiano. Tutte compe-tenze, tutti pregi di Franco Modestia, Responsabile del Settore Giovanile e ormai figura imprescindibile della società catanzarese. Persona come sempre di-sponibile, ma anche decisa a far tornare alla ribalta il vivaio della squadra della sua città, quello che una volta sfornava campioni.

Ormai siamo arrivati al giro di boa, la prima fase della stagione si sta concludendo. Ci traccia un bilancio, del settore giovanile, fino a questo mo-mento?

“Per come eravamo partiti, il bilancio è senza dubbio positivo. Dovevamo costruire tutto dall’inizio e, di quanto fatto fino a questo momento, siamo contenti dei risultati ottenuti. La formazione “Berretti” sta fa-cendo benissimo, ma sia “Allievi” e “Giovanissimi” stanno migliorando. Il principale obiettivo del settore giovanile, comunque, è quello di formare qualcosa di importante. Ripeto, c’è molta soddisfazione”.

Oggi, nel calcio si ha la brutta abitudine di esone-rare i vari tecnici dopo una serie di risultati nega-tivi. Voi, a differenza di altri club, non avete mes-

UeSse domani ... giovani aquilotti crescono

Modesti...a parte

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di MATTEO BRANCATI

so in pratica questa nuova “moda”, dando fiducia alle persone che avevate scelto ad inizio stagione, nonostante alcune prestazioni altalenanti. Col senno del poi, avete preso una giusta decisione.“Sapevamo di poter contare su persone molto prepa-rate, eravamo e siamo molto tranquilli su questo. Se si mette in discussione un progetto, dopo una serie di risultati non positivi, significa che nessuno ha capito niente. Abbiamo scelto i vari staff tecnici, puntando sulle loro qualità non solo professionali, ma anche umane. Confidiamo di poter inanellare altri risultati positivi, non solo per quanto concerne il presente, ma anche per il futuro. Dobbiamo far crescere ancora di più il nostro vivaio”.

In qualità di Responsabile, qual è la cosa più bella che l’ha colpita del settore giovanile?

“Può sembrare una risposta banale, ma sono stato colpito positivamente da tutto. Ognuno sta contri-buendo a creare qualcosa di importante e bello. Di questo sono molto entusiasta”.

Quando ha saputo del suo importante incarico all’interno dell’U.S.Catanzaro, cos’ha pensato?

“Quando mi ha interpellato Francesco Cozza, che ringrazio, ho provato felicità, ma anche un pizzico di preoccupazione per un lavoro che non era e non è facile. Già dallo scorso mese di aprile abbiamo trac-ciato le linee guida per formare un settore giovanile di tutto rispetto. Personalmente, tutti i giorni ci metto molto impegno. Non è un lavoro facile, ma con dedi-zione e determinazione si può arrivare in alto. Inoltre, volevo anche esprimere gratitudine verso il presiden-te Giuseppe Cosentino e l’amministratore delegato Marco Pecora, due persone splendide. Con loro ho un rapporto speciale”.

Infine, le diamo carta bianca e ci dica le sue spe-ranze per queste festività natalizie.

“Auguro un Natale ricco di serenità e un anno nuo-vo prosperoso e ricco di soddisfazioni. Dico a tutti di credere nel lavoro, anche perché noi ce la stiamo mettendo tutta per costruire un vivaio importante per l’U.S.Catanzaro”.

L’abnegazione, il sacrificio sono fondamentali se si vuole avere un futuro ricco di rose, ma senza spine. Questo, Franco Modestia lo ha capito, anche in virtù del suo lavoro quotidiano, delle ore che passa verso la causa dell’U.S.Catanzaro. E’ doveroso ringraziarlo di questo, anche perché i risultati si vedono e sono positivi…

A tu per tu con il Responsabile del Settore Giovanile dell’ U.S. Catanzaro, Franco Modestia un uomo con la “U” maiuscola

ANDRIA  BAT  -­‐  MILAZZO N.DBARLETTA  -­‐  LECCE 1-­‐3CATANZARO  -­‐  MELFI 4-­‐0

MARTINA  FRANCA  -­‐  SORRENTO 1-­‐3NOCERINA  -­‐  VIGOR  LAMEZIA 2-­‐0SALERNITANA  -­‐  PAGANESE 4-­‐1TRAPANI  -­‐  HINTERREGGIO 1-­‐3

13^  GIORNATA  CAMPIONATO    "  DANTE  BERRETTI"  -­‐  GIRONE  E

AVELLINO  -­‐  SORRENTO 1-­‐0JUVE  STABIA  -­‐  TRAPANI 2-­‐1

MARTINA  FRANCA  -­‐  ANDRIA  BAT 3-­‐3NOCERINA  -­‐  BARLETTA 2-­‐0PAGANESE  -­‐  CATANZARO 0-­‐2

SALERNITANA  -­‐  HINTERREGGIO 1-­‐0VIGOR  LAMEZIA  -­‐  ARZANESE 2-­‐1

13^  GIORNATA    CAMPIONATO    ALLIEVI  -­‐  GIRONE  G

CATANIA  -­‐  HINTERREGGIO 2-­‐0CATANZARO  -­‐  CITTA'  DI  PALERMO 2-­‐2

CROTONE  -­‐  SALERNITANA 2-­‐2PAGANESE  -­‐  NOCERINA 0-­‐3REGGINA  -­‐  NAPOLI 1-­‐2

TRAPANI  -­‐  MARTINA  FRANCA 2-­‐2RIPOSA:  VIGOR  LAMEZIA

13^  GIORNATA  CAMPIONATO    GIOVANISSIMI  -­‐  GIRONE  H

Modesti...a parte

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Il bilancio di Francesco Ghirelli

Zoom

Diritti televisivi, riforma campionati, ini-ziative extracalcistiche anche di natura sociale. Sono questi secondo diretto-

re generale della Lega Pro Francesco Ghirelli, i punti fondamentali dell’ultimo scorcio della gestione dell’ex Lega di serie C da parte del presidente Mario Macalli. “Sotto la sua guida - spiega Ghirelli- sono stati raggiunti diversi traguardi. Prima di tutto si e’ risolto il problema dei diritti tv dell’ex Melandri. L’azione del presidente Macalli ha consentito di distribuire oltre 42 milioni di euro ai club nella stagione 2011/12. Una lotta aspra, dura, condotta contro chi voleva dare solo 10 milioni di euro. Tutto il lavoro svolto fino ad oggi si è raffor-zato con il recente accordo fatto nei giorni scorsi con la Lega di Serie B”. “ Un secondo punto- continua Ghirel-li- riguarda la riforma dei campionati, approvata il 21 novembre scorso con il voto favorevole dei nostri con-siglieri federali Macalli, Pitrolo, Mormando e Gravina. In quella sede si sono approvate le regole che varranno per i prossimi tre campionati, dimostrando di essere una Lega all’avanguardia nel mondo calcio italiano” Ricor-diamo che dalla stagione 2014/2015 non esisteranno più prima e seconda divisione ma un torneo unico a cui prenderanno parte sessanta squadre espressione di so-dalizi che si suppone siano economicamente sani. I club che daranno vita al nuovo campionato saranno stabilite al termine della prossima stagione 2013/2014 che non prevede retrocessioni dalla Prima alla Seconda Divi-sione. Il terzo punto è caratterizzato dalla progettualità, dalla qualità dei servizi ai Club che la Lega Pro offre costantemente e dalle tante iniziative sociali e di solida-rietà che cura da anni”. “Inoltre, la Lega Pro è riuscita- conclude il Direttore generale- a essere “ riconosciuta”. Lo dimostrano l’attivita’ della nostra Area Comunica-zione con Gaia Simonetti in sinergia con tutti gli addet-ti stampa dei club, i progetti editoriali e gli spazi per i club su Tv, giornali locali, siti web, radio, che ci hanno consentito di ‘posizionarci’ sempre di più come la Lega delle città e dei comuni, dei giovani e dei valori”. E su questo ultimo aspetto, a sostegno della tesi di Ghirelli si ricorda che la Lega Pro in diretta si è ricavato uno spa-zio sempre maggiore con sempre più gare che vengo-no offerte o in chiaro da Raisport e Sportitalia (almeno due alla settimana) o in modalità pay da molti operatori locali che hanno acquisito i diritti e che diffondono le partite anche via web per una copertura complessiva che alcuni anni fa sarebbe stata inimmaginabile. Mario Macalli propio lunedì scorso è stato eletto con il 60% dei voti, presidente per il quinto mandato consecutivo.

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Qualche giorno addietro, alla vigilia della gara ca-salinga con il Sorrento, mi ero permesso rivolger-mi ad alcuni atleti giallorossi, chiedendo di frena-

re il loro temperamento, bandire dal proprio ego il nervosismo, e dare una mano anche dal punto di vista comportamentale, ad una società, che, con sacrifici, onesti quanto concreti sta facendo di tutto per tornare quanto prima, con concreta programmazione, nel calcio che conta. I novanta e passa minuti con il Sorrento, ol-tre che proporre adrenalitico, vittorioso finale, con la marcatura di Fioretti, faceva constatare che la pattuglia catanzarese lascia-va il campo in undici così come si era materializzata all’inizio dagli spogliatoi. La retta via era riconquistata? La trasferta di Avellino racconta il contrario. Diabolica è la ricaduta in certe agonistiche situazioni che, francamente, indignano, costringen-do la buona volontà a fermarsi ai confini del rettangolo di gio-co; con la stessa società che resta di stucco, e da appassionata custode dell’agonistica dignità dei giocatori, ripiomba assieme all’ambiente tutto in una certa crisi di risultato, ma attenzione non di gioco. Ad Avellino il gioco c’è stato e come. Se nonché Ciro Sirignano calpesta, con incredibile gesto la sua anima, la sua agonistica filosofia assieme a quella dei compagni, del tec-nico, della società. Infrange un iter di gara animato, fino a quel punto da maiuscole schegge di paradiso, e un quadro di soddi-sfacente continuità. Al tredicesimo della ripresa il fattaccio, con il direttore di gara che sventola il cartellino rosso per il giocatore calabrese. E’ la fine per un Catanzaro leale e protagonista di una gara gestita con assoluta tranquillità, con la proposta anche, e sin dall’inizio di un gioco alto che impedisce agli irpini, un sia pur

minimo ragionamento. Il Catanzaro, recita all’unanimità l’am-biente campano è il migliore interlocutore visto al “Partenio”. Abbiamo ammirato un grande Masini nel ruolo anche di stopper di vecchio stampo. Emergono, intanto, le solite, consuete ansie da palle inattive, mentre Fiore, Russotto e lo stesso Masini non disdegnano grattacapi alla difesa dell’Avellino. Ma l’eroe della giornata in casa Catanzaro, il migliore in campo dei suoi, rispon-de al nome e cognome di Matteo Pisseri, ottimo padrone della propria aria di rigore. Con il Catanzaro ridotto in dieci uomini, Francesco Cozza corre ai ripari, e, in rapida successione, calcano il “Partenio” Conti, Fioretti e Carbonaro. L’Avellino intuisce che è giunto il momento di osare, e puntuale arriva l’1 a 0 campano. Parte un traversone di Zappacosta, Biancolino si materializza in area sacra calabrese, insaccando in gioco aereo. E’ di Castal-do la rete del raddoppio campano che chiude definitivamente la contesa. I serbatoi della pazienza sono ormai esauriti. Quando si cade in queste trappole che minano l’agonistico periplo di un Catanzaro che, ad Avellino, contro un avversario che imita un tennista che chiacchiera si di tennis, ma che, spesso, tira addirit-tura fuori campo, poteva e doveva ottenere un risultato positivo. Può un gesto avventato rovinare un’intera gara e confezionare, per il Catanzaro, una componente Incredibile, Maiuscola, Unica: l’IMU agonistica per l’appunto. Intanto gli Auguri di un sereno Natale e di Felice Nuovo Anno, pensando, per il momento, non alla campagna acquisti calcistica ma alla campagna acquisti del cuore, conquistando a titolo definitivo tanta umanità e amore. E…. Attenzione ai bilanci, ed anche perché no, alle bilance.

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Stati d’animo di ERNESTO TRONCA

Riprendere il cammino dimenticando Avellino. Muscoli e grinta, per asfaltare

il Gubbio, e senza alcun dubbio

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Campus giallorosso

Può ancora il Catanzaro dire la suanel campionato in corso ?

Rispondono alla domanda tre studenti giallorossi fuorisede che vivono a Roma

Prosegue l’appuntamento con “Campus Giallorosso” as-sieme al nostro viaggio che

vi sta raccontando le impressioni degli studenti fuorisede, tifosi del Catanzaro, che studiano in ogni parte d’Italia. Oggi siamo volati nella capitale, per fare quat-tro chiacchiere con gli studenti gialloros-si che studiano appunto a Roma. Ecco la domanda che abbiamo posto a tre studenti che ogni domenica seguono a distanza (ma con molta passione) la loro squadra del cuore: una sconfitta in terra campana che ci può anche stare, sconfitta arrivata anche grazie all’ennesima espulsione su-bita e, proprio in relazione a ciò, bisogna fare qualcosa per questi atteggiamenti? E ancora, questo Catanzaro può ancora dire la sua in questo Campionato?

Irene Vaccaro: “Un pareggio ci sareb-be stato tutto, almeno fino all’ennesima espulsione di Sirignano che di fatto è ri-sultata determinante per l’andamento del-la gara. Pur continuando a mostrare grinta e impegno, abbiamo subito un gol, così, proprio dove ci mancava l’uomo e quando eravamo ancora carichi. Giacché si tratta della terza espulsione per lui, una seria ti-ratina d’orecchie non guasterebbe di cer-to. Poi ovviamente bisognerebbe sia capi-re le motivazioni, se ci sono, per cui è così

falloso (molto più dell’anno scorso), sia far capire a lui che è un elemento fonda-mentale e la squadra in campo ha bisogno di lui. Comunque, l’urlo della curva ovest ha tuonato forte anche nella “gabbia” del “Partenio”, e continuerà a farlo! Per quan-to riguarda il futuro, il primo pensiero è “esserci”, dove sarà la prossima trasferta e quella dopo, e così via di domenica in domenica. Fino alla fine e senza fine. La strada è ancora lunga ma noi ci saremo, sicuro!

Paolo Critelli: “Una sconfitta su un campo come quello di Avellino ci può senz’altro stare, soprattutto alla luce del fatto che i campani sono indubbiamente tra le formazioni più attrezzate del Cam-pionato per puntare alla promozione di-retta in Serie B. Detto questo va sottoli-neato il fatto che il Catanzaro per diversi tratti della gara ha giocato alla pari degli avversari, rendendosi anche pericolo-so in un paio di occasioni, così come va sottolineato il fatto che ancora una volta ci troviamo costretti a porci la domanda: “In 11 contro 11 come sarebbe finita?!” Questo perché Sirignano ha lasciato per l’ennesima volta i compagni in inferiorità numerica. Io penso che per episodi così penalizzanti per la squadra, sia giusto ini-ziare una politica che preveda delle multe

da parte della società: chi sbaglia paga! Il Campionato è giunto quasi al giro di boa, e penso sinceramente che per quest’anno bisogna puntare ad una salvezza tran-quilla. Azzeccando un paio di operazioni di mercato, il Catanzaro potrà senz’altro togliersi qualche giusta soddisfazione, e il Presidente Cosentino potrà iniziare a gettare le basi per il Campionato dell’an-no prossimo. FORZA CATANZARO!”

Paolo Vaccaro: “Risultato forse pre-ventivabile guardando le rose delle due squadre. Non meritata, però, per quanto visto sul rettangolo verde. Fino all’epi-sodio dell’espulsione di Sirignano, infat-ti, le Aquile hanno tenuto bene il campo rischiando anche di passare in vantaggio in diverse occasioni, dimostrando voglia e personalità. E si giocava al cospetto di una delle serie candidate alla vittoria fi-nale e in uno stadio, il “Partenio”, mai espugnato in passato. Dopo tre vittorie e un pareggio, la sconfitta non pregiudica il cammino dei giallorossi. I miglioramenti nel gioco e nel carattere sono evidenti e lotteremo fino alla fine non per salvarci ma per altri obiettivi a oggi tabù. Gen-naio è vicino e con esso un mercato che si prospetta all’insegna delle ambizioni e delle limature di certi caratteri spigolosi e di certo controproducenti per il Progetto Catanzaro. C’MON EAGLES!”

di GIOVANNI CRISTIANO

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Calcio a 5 di TONI ROTUNDO

Un Catanzaro Stefano Gallo, in forma smagliante, si prepara ad affrontare l’ultimo incontro, prima della lunga sosta natalizia

Ultimo impegno prima della sosta natalizia

La squadra del presidente Rotella sarà di scena, nel prossimo turno, al Pala-

Viagrande (CT), La formazione siciliana esce rinforzata dal mercato dicembrino con l’arrivo dell’italo-brasiliano Orlando Bidinotti, laterale, classe 1984, che arriva dalla Furente Foggia, militante in Serie A2;da non dimenticare che annovera tra i suoi atleti un certo Marco Farina, temibile realizzatore e capocannoniere del girone. Il Catanzaro torna, quindi, a giocare in trasferta dopo il vincente doppio turno casalingo, ottenuto nei derby contro Fa-brizio e Calabria Ora. La striscia positiva casalinga, costituita da cinque successi e un pareggio, consente ai giallorossi di mantenere saldamente il quarto posto in classifica, posizione utile per ottenere il pass a partecipare alla Final Eight, com-petizione riservata alle società che, alla fine del girone di andata, si trovano po-sizionate nei primi quattro posti della classfica.Per la lotta alla Final Eight il gruppo si è spaccato: da sette, le preten-denti sono passate a cinque, tre delle qua-li hanno già acquisito, matematicamente, la qualificazione; saranno proprio le due squadre impegnate in questa sfida a con-tendersi, invece, il quarto posto. Mentre per la formazione catanzarese basterebbe anche un pareggio, per i siciliani di mister

Grasso si rende necessario fare bottino pieno, per riuscire a scavalcare i rivali al fotofinish. E’ certo che la gara di sabato risulta essere di grande interesse e po-trebbe consegnare, ad una delle due for-mazioni, un bellissimo regalo da mettere sotto l’albero di Natale. Siamo convinti che l’entusiasmo e la voglia di fare bene, dimostrati da parte di Celia e compagni, i quali sembrano rispondere ottimamente ai dettami tattici di Mister Lombardo, che sta egregiamente orchestrando il gruppo, possano regalare all’intera cittadina, que-sta speciale soddisfazione. Anche nella serie C1 e C2 si disputa, questa settimana, l’ultima gara prima della sosta natalizia. Le formazioni arrivano a questo appun-tamento da un turno, quello della scorsa settimana, a dir poco disastroso dal punto di vista dei risultati: tre sconfitte su tre per le squadre di C1 e una sconfitta ed un pa-reggio per le due squadre di serie C2. Nel campionato di C1, le nostre rappresen-tanti Tre Colli, Enotria e Soverato, tutte impegnate in trasferta, ne tornano a mani vuote. Certamente le avversarie( Kroton, Lokron e Gym Point), almeno sulla carta, lasciavano credere di avere qualcosa in più rispetto alle nostre rappresentanti, ma si era altresì convinti, che qualcuna delle nostre tre formazioni ci avrebbe regalato, come del resto ci avevano abituato fino ad

oggi, una splendida sorpresa; purtroppo, così non è stato. Ora diventa necessario impegnarsi al massimo, in quest’ ultimo turno del 2012, che chiude di fatto il gi-rone d’andata. Tutte e tre le squadre ca-tanzaresi saranno impegnate in casa e, a prescindere dal valore dell’avversario con cui saranno chiamate a confrontarsi, do-vranno far valere il fattore campo. I tre punti collocherebbero le tre compagini in una posizione di classifica soddisfacente che consentirebbe di trascorrere in tutta serenità il periodo di sosta e di recupera-re le energie necessarie per affrontare un girone di ritorno che si preannuncia al-quanto combattuto e difficile.In serie C2, il S’Elia di mister Combariati, non riesce a bissare il primo successo ottenuto dalla sua gestione e, a Crotone, deve cedere le armi ad un avversario, la Re Artù KR che, sul proprio terreno di gioco, non concede sconti nemmeno all’agguerrito avversa-rio catanzarese autore di una buona gara. Nell’altro match di C2 il Cavita non riesce ad andare oltre ad un pari casalingo, con-tro una Medicenter Crotone, non apparsa particolarmente irresistibile. Ora, anche per loro diventa necessaria una presta-zione da “incorniciare”, per aver ragio-ne nella gara di questa settimana, ultima dell’anno e del girone d’andata, di due avversarie alquanto ostiche, che attraver-sano un periodo di forma smagliante: Co-sta del Lione, che affronterà sul proprio campo il Cavita di mister Villella ed il Pietrafitta che sarà ospite sul terreno del Sant’Elia. Facciamo un grosso”in bocca al lupo” a tutte le compagini catanzaresi, che riescano ad ottenere il massimo risul-tato in quest’ultimo turno dell’anno e au-guriamo loro ed ai nostri lettori i migliori auguri di un sereno Natale e di un felice anno nuovo!

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I nostri inserzionisti

Defilippo: “La droga fa davvero paura. E’ il peggiore incubo dei genitori”

Droga e alcol sono un peri-colo ormai diffuso, nato dalla constatazione che

l’abuso di sostanze alcoliche è una cala-mità che affligge la società di oggi e che si sta estendendo alle fasce d’età giovanile dai 14 anni in su. Se poi all’uso dell’al-col si associa anche l’abuso di sostanze stupefacenti, allora gli effetti negativi si moltiplicano ed i risultati sono davanti agli occhi di tutti. “La prevenzione da droga e alcol – ha sot-tolineato il presidente di FederfarmaCalabria, dr. Vincenzo Defilippo - sono di fondamentale importanza e devono con-centrarsi sullo sviluppo di aspetti perso-nali e sociali atti ad affrontare il conflitto e la pressione dei coetanei, nonché inco-raggiare un atteggiamento critico da parte dei giovani. L’obiettivo sono i giovani, i ragazzi delle scuole che si trovano in una fase della vita delicata facilmente influen-zabile, ma che abbiamo il dovere di pro-teggere e di rendere capaci di discernere il male per costruire il loro futuro. La droga fa paura: il peggiore incubo dei genitori è che i figli possano finire nel tunnel della tossicodipendenza, distruggendosi in un lungo calvario, e giustamente lo Stato, i mass media e le scuole si preoccupano di informare, prevenire, aiutare, reprimere. Come Federfarma Calabria intendiamo accrescere le nostre azioni di sensibilizza-zione verso i cittadini e nei confronti dei nostri associati”. Come si dividono le droghe?“Gli esperti le dividono in leggere e pe-

santi, in relazione alla dipendenza e ai danni che possono produrre. Alcune sostanze — come gli oppiacei (eroina, morfina) e la cocaina — assunte anche in minima quantità, innescano quasi subito meccanismi di dipendenza fisica o psi-chica. Altre — come alcool e psicofarma-ci — devono indurre a gran¬de cautela: moderazione rigorosa per l’alcool, stretto controllo medico per gli psicofarmaci, ma soprattutto uso responsabile di ogni so-stanza che possa produrre effetti a livello bio-umorale (euforia, rilassamento, in-tontimento, ecc...). La precarietà valoria-le, educativa, sociale e politica di questo tempo comporta spesso e inevitabilmente incertezza, stress, instabilità emotiva, dif-fidenza nelle relazioni. In questo stato di cose si rallentano le possibilità di organiz-zare stra¬tegie di difesa psicologiche e si accresce l’intolleranza verso ogni genere di fru¬strazione , delusione, sofferenza. Il ricorso alla “stampella chimica”, al far-

maco rassicurante per ogni disagio fisi¬co o psicologico, anche il più banale, diven-ta sempre più frequente e cul¬turalmente giustificato”. Di fronte a chi si droga, cosa fare?“La tossicodipendenza ha colpito un pò ovunque: ricchi e poveri, famiglie unite e famiglie disgregate, grandi città e piccoli paesi. Non esistono codici di classifica-zione, né decaloghi da osservare per avere risposte certe sul che fare. Ogni situazione è diversa dall’altra perché ogni persona è diversa dall’altra. Ecco perché di un gio-vane che si droga è necessario conoscere non solo le sostanze di abuso a cui ricorre, ma anche e soprattutto il suo ambiento so-cio-familiare e culturale per comprendere: il motivo reale del suo disagio interiore; quali obiettivi e quali attese lo inducono a fidarsi della sostanza-drogasenza preoccuparsi dei danni e delle con-seguenze; perché si è ritirato dal percorso della vita di relazione con gli altri. Non serve scegliere un luogo di ricovero per il tossicodipendente, come se si trattasse di cercare un albergo per trascorrervi le vacanze; non basta nemmeno leggere un libro o delegare in bianco ai cosiddetti esperti. È invece indispensabile stabilire un rapporto autentico, al di fuori dei luo-ghi comuni delle minacce e dei ricatti; un clima di fiducia e di rispetto dove la persona in stato di disagio possa trovare il coraggio e la forza per compiere un primo passo verso un nuovo significato da dare alla propria vita”. (continua)

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