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Carlo Masini: un esempio di scienza e umanità (L. Guatri) Il 30 settembre 2014 entra nella mia casa di via Massena 18, a Milano, il prof. Mario Masini (figlio di Carlo). Per quanto singolare, mi aspetto un giovane (è il figlio del mio amico). Con un po’ di meraviglia incontro invece un professore bianco di capelli, ordinario dell’Università di Bergamo, dove si è stabilito da molti anni. Sul padre Carlo reca con sé molte informazioni, come per nessuno dei personaggi di questo libro ho ricevuto (talvolta ho ricostruito con fatica la loro vita, si veda il caso di Napoleone Rossi). * * * Un quadro preciso ne fa l’allievo prediletto, il prof. Vittorio Coda. Nel Quadro 1 l’ho riprodotto tal quale (solo le sottolineature in corsivo sono mie). Quadro 1 Il 20 settembre 1995 è mancato il Carlo Masini, Professore Emerito, già Presidente dell’Accademia Italiana di Economia Aziendale (dal 1970 al dicembre 1983). Laureatosi nel 1940 con il Prof. Gino Zappa presso l’Università Bocconi, Masini vi ha insegnato per oltre 45 anni, dapprima come assistente, poi come professore incaricato e, infine (dal 1960, dopo i tre anni di straordinario trascorsi a Parma), come professore ordinario, sino al 1985 (anno di collocamento fuori ruolo). Nel decennio successivo Masini ha continuato a frequentare l’Istituto di Economia Aziendale “G. Zappa” svolgendovi i compiti di Direttore di Istituto (sino al 1990) e partecipando alla vita dell’Università sino a pochi mesi prima della scomparsa. 389 Estratto da “Scienza, umanità e visione nel pensiero e nell’azione di Carlo Masini” a cura di Elio Borgonovi e Giorgio Fiorentini, Egea, 2016. Tutti i diritti riservati

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Carlo Masini: un esempio di scienza e umanità (L. Guatri)

Il 30 settembre 2014 entra nella mia casa di via Massena 18, a Milano, il prof. Mario Masini (figlio di Carlo). Per quanto singolare, mi aspetto un giovane (è il figlio del mio amico). Con un po’ di meraviglia incontro invece un professore bianco di capelli, ordinario dell’Università di Bergamo, dove si è stabilito da molti anni.

Sul padre Carlo reca con sé molte informazioni, come per nessuno dei personaggi di questo libro ho ricevuto (talvolta ho ricostruito con fatica la loro vita, si veda il caso di Napoleone Rossi).

* * *

Un quadro preciso ne fa l’allievo prediletto, il prof. Vittorio Coda. Nel Quadro 1 l’ho riprodotto tal quale (solo le sottolineature in corsivo sono mie).

Quadro 1

Il 20 settembre 1995 è mancato il Carlo Masini, Professore Emerito, già Presidente dell’Accademia Italiana di Economia Aziendale (dal 1970 al dicembre 1983).

Laureatosi nel 1940 con il Prof. Gino Zappa presso l’Università Bocconi, Masini vi ha insegnato per oltre 45 anni, dapprima come assistente, poi come professore incaricato e, infine (dal 1960, dopo i tre anni di straordinario trascorsi a Parma), come professore ordinario, sino al 1985 (anno di collocamento fuori ruolo). Nel decennio successivo Masini ha continuato a frequentare l’Istituto di Economia Aziendale “G. Zappa” svolgendovi i compiti di Direttore di Istituto (sino al 1990) e partecipando alla vita dell’Università sino a pochi mesi prima della scomparsa.

389Estratto da “Scienza, umanità e visione nel pensiero e nell’azione di Carlo Masini” a cura di Elio Borgonovi e Giorgio Fiorentini, Egea, 2016. Tutti i diritti riservati

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Nel corso di una così lunga militanza universitaria, Masini ha svolto il suo magistero nei corsi di “Ragioneria generale e applicata”, “Organizzazione del lavoro”, “Economia aziendale”; ha partecipato attivamente al processo di rinnovamento della Bocconi a cavallo degli anni Sessanta e Settanta, sfociato nella istituzione di nuovi corsi di laurea e nell’avvio della Scuola di Direzione Aziendale; ha promosso lo sviluppo e la istituzionalizzazione di importanti aree disciplinari economico-aziendali che per l’innanzi non esistevano – o esistevano solo allo stato embrionale – alla Bocconi come del resto nella maggioranza degli Atenei (mi riferisco agli insegnamenti di “Organizzazione”, “Economia aziendale”, “Economia della pubblica amministrazione”); ha trasmesso la passione per lo studio e l’insegnamento a numerosi allievi, coltivandone la capacità di ricerca con la sua sempre vigile azione di guida e di stimolo; ha costruito l’Istituto di Economia Aziendale della Bocconi nella sua attuale configurazione di Istituto policattedra a cui fanno capo, oltre alle aree disciplinari sopra menzionate, quelle di “Contabilità e bilancio”, “Programmazione e controllo”, “Strategia aziendale”; ha promosso, insieme alle Università di Bergamo, Parma, Pavia e Torino, l’istituzione del Dotto- rato di ricerca in economia aziendale, divenendone il coordinatore per il primo quinquennio.

L’opera scientifica di Carlo Masini è troppo vasta, complessa e ricca di contributi per poterne tracciare qui un quadro, sia pure sommario. Mi limito perciò a cogliere alcuni aspetti, che forse possono essere di qualche utilità per chi si accosta ai suoi lavori.

Gli scritti di Masini, generalmente di lettura non facile, non sono mai banali, mai scontati, protesi come sono a far riflettere, a guardare al di sotto dell’apparenza delle cose, a cercare la verità in esse nascosta, che – questo era il suo convincimento – è precisa missione dello studioso ricercare e scoprire. Ciò spiega perché, quale che sia l’argomento trattato – problemi sempre aperti, come quelli delle valutazioni di bilancio, o problemi per l’innanzi trascurati, come quelli dell’organizzazione in chiave economico-aziendale – le pagine di Masini sono per così dire attraversate da una continua tensione di ricerca della verità.

Un’altra “chiave” per entrare nella produzione scientifica di Masini è data dal suo radicarsi in una concezione dell’economia al servizio dell’uomo, in cui le aziende e gli istituti di ogni tipo sono chiamati a ricercare e a perseguire il “bene comune”, realizzando una convergenza fra i molteplici interessi ed esigenze coinvolti, a cominciare da quelli del lavoro e del risparmio.

A ben vedere, si tratta di una concezione della vita economica, in cui l’ottica propria dell’economia aziendale (che vede nelle aziende di ogni tipo le cellule fondamentali del sistema economico) si congiunge con quella della dottrina sociale della Chiesa, che a Masini era parimenti familiare. Non solo. Masini, da quell’uomo di fede che era, attingeva anche direttamente all’etica del

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Vangelo (l’“etica perenne”, come egli la chiama) e i princìpi evangelici sono da lui accolti come “vincoli di primo rilievo” nell’elaborazione scientifica. In tal modo essi entrano nella sua visione dell’economia e del funzionamento delle aziende, e ne sono alla base.

Questa operazione culturale, si noti, non lo fa diventare uno studioso di etica (applicata all’economia, s’intende); egli è e rimane rigorosamente un economista d’azienda, saldamente inserito nell’alveo degli studi economico-aziendali zappiani. Semplicemente nel suo bagaglio di ipotesi e di teorie esplicative della funzionalità (o disfunzionalità) economica delle aziende, entrano anche i princìpi etici che regolano le relazioni tra le persone. E poiché questi princìpi fanno riferimento a caratteri invarianti della natura umana, e nella loro essenza hanno quindi validità universale, essi introducono nella teoria economico-aziendale – e segnatamente in quella dell’organizzazione del lavoro (Masini 1960) – elementi non contingenti e, come tali, non inquadrabili negli approcci di tipo contingency.

Non meno importante, per entrare nel sistema di pensiero di C. Masini, è il suo forte legame con l’opera scientifica tutta del suo maestro Gino Zappa (dallo Zappa di Tendenze nuove sino a quello dell’opera postuma, da Masini personalmente curata, sulle “aziende di consumo”); nonché con quella degli allievi di Zappa (primo fra tutti Pietro Onida, che per Masini è stato un punto di riferimento costante) e di alcuni insigni esponenti del pensiero aziendalistico italiano che Zappa stimava particolarmente (mi riferisco a studiosi come Alberto Ceccarelli e Lorenzo De Minico).

Di Zappa, Masini ha assimilato la concezione dell’economia aziendale nella sua interezza e in tutto il suo percorso evolutivo. E a partire dagli in- segnamenti del maestro egli ha cercato di costruire, dando i suoi contributi in materia di rilevazioni contabili e fuori conto, di valutazioni di bilancio, di teoria delle rivalutazioni, di organizzazione nell’economia dell’impresa, di assetti istituzionali e così via.

Il richiamo a questi filoni di studio è sufficiente per rendersi conto di come Masini si sia impegnato, vuoi nell’affinare e perfezionare il pensiero del Maestro, vuoi nello sviluppare tematiche nuove da Zappa e trascurate o scarsamente trattate.

Rientrano fra i contributi del primo tipo, ad esempio, quelli in materia di contabilità e bilanci, là dove, muovendo da un’analisi accurata delle operazioni di scambio monetario, si giunge alla conclusione che le rilevazioni in partita doppia registrano non già due aspetti differenti dello scambio (quello numerario e quello economico), bensì le diverse “condizioni produttive” – numerarie e non numerarie – oggetto dello scambio medesimo; o, ancora, là dove si mettono a punto i concetti di “stima” e “congettura” e li si utilizzano per approfondire la problematica delle valutazioni di bilancio.

Ricordi e riflessioni

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Rientrano invece fra i contributi del secondo tipo, ad esempio, quelli in materia di impiego combinato dei dati di conto e fuori conto per “leggere” la dinamica economica d’impresa e d’ambiente, così come essa si riflette nei bilanci di esercizio; la costruzione di una teoria delle rivalutazioni fuori esercizio, e il suo collegamento organico con la teoria del “bilancio interno”; l’impostazione di una teoria dell’organizzazione del lavoro nell’impresa; i contributi in tema di soggetto economico di impresa e dei connessi assetti istituzionali.

Ma dove forse il legame di Masini con il pensiero zappiano e con la tra- dizione economico-aziendale italiana appare più forte ed evidente, è nel saldissimo ancoraggio ai princìpi fondanti dell’economia aziendale, ossia ai princìpi di unità sistemica dell’azienda, di autonomia relativa, di economicità, di attitudine a perdurare, di continuo dinamismo; princìpi che egli ha declinato coniugando conoscenze proprie delle diverse discipline economico-aziendali e calandosi nella realtà delle aziende delle più diverse classi (di produzione, di consumo, composte; private e pubbliche; operanti in contesti di mercato o non di mercato) e appartenenti ai settori più diversi (dell’industria, del commercio, del credito, delle assicurazioni, dei servizi pubblici, tanto per rimanere nel mondo delle imprese).

Qui preme soprattutto sottolineare i seguenti aspetti, che fanno di C. Masini un esponente della più pura tradizione economico-aziendale italiana:

• la concezione unitaria delle diverse discipline economico-aziendali (daquelle ragionieristiche a quelle riguardanti le diverse “aree gestionali” aquelle organizzative), una concezione che è alla base del suo impegnodi Presidente dell’Accademia Italiana di Economia Aziendale (cui si facenno più avanti) e che è richiamata nell’editoriale del primo numerodi Economia Aziendale Review. Per Masini l’economia aziendale eraveramente l’insieme unitario delle discipline in tema di gestione,organizzazione, rilevazione e controllo secondo gli insegnamenti diZappa, di Onida e degli altri maestri dell’aziendalismo italiano. E ilprogresso dell’economia aziendale per lui richiedeva sia lo sviluppodelle singole discipline e settori di discipline aziendalistiche (non a casoMasini è stato uno dei fautori e degli artefici dell’“esplosione” degliinsegnamenti economico-aziendali all’interno del Corso di laurea ineconomia aziendale), sia la “messa in comune” delle conoscenze daciascuna di esse generate;

• la fecondità sia degli studi focalizzati sulle problematiche specifiche diuna data classe o di un dato settore di aziende, sia di quelli centrati suproblematiche trasversali interessanti vastissime classi di aziende, oaddirittura le aziende di qualsiasi tipo;

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• la necessità, per uno studioso interessato a sviluppare competenzescientifiche di tipo generalistico in campo economico-aziendale, nonsolo di essere aperto nei confronti dei contributi delle diverse disciplineeconomico-aziendali (e di altro tipo), ma anche di dotarsi di una basedi riferimento empirica quanto mai varia, sì da poter far leva sullafertilizzazione reciproca delle conoscenze riguardanti i più diversiaggregati e settori di aziende.

La produzione scientifica di Masini risente di questi convincimenti di fondo sia per quanto riguarda la scelta dei temi/problemi investigati, sia per il modo di affrontarli.

In particolare essa denota una conoscenza “ravvicinata” dei problemi reali delle aziende, maturata nei contesti più vari attraverso osservazioni dirette, non di rado consentitegli da impegnativi incarichi professionali che svolgeva sempre con grande dedizione ed efficacia. Mi limito qui a ricordare l’opera meritoria svolta dal Prof. Masini come Presidente dell’Ospedale Maggiore di Milano (dal 1959 al 1966), come Membro della Commissione Centrale di Beneficienza e del Comitato Esecutivo della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde (dal 1954 al 1978), come Presidente di imprese industriali quali la Sant’Eustachio di Brescia e la Filotecnica Salmoiraghi di Milano.

Questi ed altri incarichi professionali, peraltro, non hanno mai distolto Masini dal suo impegno al servizio dell’Università. Gli incarichi extra-accademici, infatti, venivano da lui presi in considerazione con molta selettività, e solo in quanto utili anche ai fini dell’attività di ricerca, sua e dei suoi allievi.

Masini era animato da un amore sconfinato per le discipline economico-aziendali. Questo amore egli lo ha testimoniato non solo con l’impegno profuso nella ricerca scientifica, nell’attività di docenza, nel prendersi cura di numerosi allievi, nel dar vita a nuovi insegnamenti e aree disciplinari, ma anche con il darsi carico di una impresa coraggiosa e lungimirante: quella di rivitalizzare l’Accademia Italiana di Ragioneria e di trasformarla nell’associazione degli aziendalisti italiani, assegnandole la “missione” di promuovere “lo studio, l’applicazione, il progresso e la diffusione delle discipline economico-aziendali” e di realizzare “ogni iniziativa che possa consentire il perseguimento dello scopo indicato”. A questa impresa Masini si è dedicato con l’energia e lo slancio che gli erano propri per qua si quattordici anni, dimostrando con i fatti l’infondatezza dello scetticismo iniziale di molti.

Del resto, questo non è l’unico caso in cui la tenacia di Masini è stata messa alla prova. Mi limito a ricordare, per rimanere nel campo accademico, l’isolamento in cui Masini per anni e anni si è trovato a difendere nella sua Università gli insegnamenti di Economia della pubblica amministrazione, da lui fortemente voluti (oggi l’università Bocconi ha un corso di laurea apposito) e lo scetticismo che ha accompagnato l’iniziativa della rivista in lingua inglese

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dell’AIDEA (Economia Aziendale Review), che invece ha avuto un suo ruolo significativo nel cammino di internazionalizzazione della comunità scientifica nazionale.

Da dove venisse a Masini tanta forza e capacità realizzativa è domanda interessante, perché consente di andare alle radici di una vita così intensa, vissuta con tanto slancio e generosità.

Chi ha avuto modo di conoscerlo credo possa condividere che Masini non si è lasciato guidare da ambizioni di potere e di ricchezza, né tanto meno dall’ansietà di apparire, bensì dal desiderio di donare se stesso per il bene di tutti e di ciascuno (ossia per il “bene comune”, come lui stesso amava chiamarlo).

Egli ha donato a piene mani, sempre e ovunque. In questo era sorretto da una fede profonda e vigorosa, che, innestatasi in una personalità dinamica e dall’intelligenza vivace e creativa, costituisce una fondamentale chiave di lettura della vita operosa di Masini e dei frutti copiosi che essa ci ha lasciato.

Il libro più importante di Masini, Lavoro e Risparmio, è dedicato “a chi nella ricerca della verità o nell’azione coerente dona sé stesso per il bene comune”. Per chi ha avuto la fortuna di conoscere non superficialmente Masini, queste parole hanno una risonanza profonda, e gli rimangono scolpite nella mente e nel cuore facendovi riaffiorare il ricordo di lui.

* * * Non si può comprendere Carlo Masini se non si tiene conto della sua

fede, cioè del rapporto con Dio, che traeva alimento quotidiano nella partecipazione all’eucarestia, di solito nella Chiesa di San Ferdinando, nelle vicinanze della Bocconi e della sua casa.

* * *

Carlo Masini ha studiato in Bocconi come studente-lavoratore (figura oggi, ahimè, scomparsa). Ciò significa che era di famiglia modesta (il padre fu un artigiano). Di giorno lavorava all’AEM (Azienda Elettrica Municipale). Alle lezioni poteva dunque intervenire raramente, con permessi: perciò cercò di concentrarsi sulle lezioni che teneva il comune Maestro Gino Zappa.

Anch’io dico spesso di essere di famiglia modesta (e sostanzialmente è così): ma non fino al punto di essere studente-lavoratore. Mio padre Edmondo fu in grado di pagarmi la retta della Bocconi (anche se, dal secondo anno, mi fu conferita una borsa di studio); pur senza la “borsa di studio” mio padre avrebbe sostenuto l’onere. Così come fece dopo alcuni anni per mio fratello Beppe.

* * *

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Sul Corriere della Sera del 5/11/1985 appare l’articolo-intervista: “Lascia la sua cattedra alla Bocconi il “papà” di tanti manager milanesi”. In esso si legge, tra l’altro: “… dice calcandosi il cappello: ‘me lo ha insegnato Gino Zappa, il mio maestro. Quando si impegna il cervello, è meglio avere la testa coperta. Anch’io lavoro sempre con un copricapo’. A conferma mostra due ritratti di Zappa, il padre della ragioneria: espressione severa, doppiopetto e un bel cappello a falde larghe. Basta dunque tenere la testa al caldo per diventare grandi aziendalista? Ci vuole ben altro: competenza, capacità analitica, lungimiranza. E Carlo Masini, 71 anni a giorni, direttore e docente dell’Istituto di Economia aziendale alla Bocconi, manager di grande esperienza, queste doti ha dimostrato di averle.

Non a caso si appresta a lasciare la cattedra dopo oltre quarant’anni di insegnamento (conserverà la direzione dell’Istituto per tre anni) con la stima di colleghi, studenti e con un diploma di benemerenza di prima classe concessogli dal ministro della Pubblica Istruzione. Sposato, padre di quattro figli (uno di questi, Mario, è ordinario di Economia delle aziende a Bergamo), una vita divisa tra cattedra e bilanci con rare concessioni alla montagna (lo appassiona) e alla musica classica (lo distende), Masini ha insegnato a diverse generazioni di allievi diventati “quadri” aziendali e docenti: ne è esempio Vittorio Coda, che con il collega Giuseppe Airoldi, gli subentrerà da quest’anno nell’insegnamento.

Masini, qual è il suo primo ricordo, come studente alla Bocconi? Parliamo del periodo che va dal 1936 al 1940. Il primo ricordo

importante è proprio l’incontro con Zappa, un docente di grande spicco umano e scientifico, morale e civico, che ha sicuramente influenzato le mie scelte successive. Il reddito è stato ed è un libro fondamentale per ogni economista aziendale. Senza di lui probabilmente i miei studi avrebbero seguito più l’economia politica.

Com’era la Bocconi di quegli anni? Qui non posso essere molto esauriente, perché i miei studi li ho fatti

come studente-lavoratore. Il giorno ero impegnato all’AEM, trovando magari qualche spiraglio per seguire le lezioni di Zappa. La sera studiavo. Comunque erano anni difficili per tutto il Paese. Mi sono laureato proprio pochi mesi dopo l’entrata in guerra”.

E ancora: “Scorrendo il suo curriculum la si vede presente su poltrone di primo

piano delle diverse realtà milanesi: dal ’54 al ’78 per esempio, nel comitato esecutivo della Cariplo.

È stato un grande punto di osservazione che mi ha permesso di seguire l’andamento del panorama aziendale milanese e i relativi risvolti di carattere creditizio. In quel periodo Giordano Dell’Amore mi era presidente in banca e contemporaneamente rettore all’Università.

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Dal ’59 a ’66 lei è stato presidente dell’ospedale Maggiore, prima dello scorporo dei vari enti.

Un’esperienza breve ma dinamica. Lo sforzo è stato quello di dimostrare come anche le strutture sanitarie debbano e possano essere gestite, avuto riguardo ai problemi di carattere economico”.

* * *

Il 21/2/1985 spetta proprio a me, come Rettore della Bocconi, di trasmettere al Ministero della Pubblica Istruzione la proposta di nomina a professore “emerito”, che così recita:

“I servizi resi da Carlo Masini nel campo della cultura sono innumerevoli e di singolare valore. Si ricordano qui, oltre ai servizi in cui si è esplicato il suo costante e fecondo impegno nella ricerca e nell’insegnamento:

• l’intensa attività svolta come Presidente dell’Accademia Italiana diEconomia Aziendale, una secolare e gloriosa istituzione che Masini harivitalizzato facendone il massimo organismo associativo con finalitàdi promozione degli studi aziendali nel nostro Paese;

• la fondazione della prima Rivista italiana di economia aziendale inlingua inglese (Economia Aziendale Review), che in pochi anni haacquistato notorietà e prestigio nella comunità scientificainternazionale;

• la direzione della Rivista dei Dottori Commercialisti per più divent’anni (a partire dall’anno di fondazione, nel 1949), che è periodicoassai prestigioso sia nel mondo della professione di dottorecommercialista, sia fra gli studiosi italiani di economia aziendale e diragioneria;

• il fattivo, efficace impegno per il restauro dell’Abbazia di Mirasole,intrapreso sin da quando era Presidente degli Istituti Ospitalieri”.

* * * Carlo Masini ha operato nella Università Bocconi ininterrottamente per

ben 47 anni, dapprima come assistente, poi (dopo la libera docenza conseguita nel 1949) come professore incaricato e, infine (dal 1960, dopo i tre anni di straordinario trascorsi a Parma), come professore ordinario.

Si segnalano come particolarmente rilevanti i lavori sulle valutazioni di bilancio, sull’organizzazione del lavoro, sulle tematiche istituzionali di economia d’azienda.

L’impegno profuso per promuovere gli studi economico-aziendali in Italia è testimoniato anche dall’intensa attività svolta come Presidente dell’Accademia Italiana di Economia Aziendale, una secolare istituzione che

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C. Masini ha rivitalizzato facendone l’associazione degli aziendalisti italiani, e dalla fondazione di una rivista italiana di economia aziendale in lingua inglese (Economia Aziendale Review). Il nome di C. Masini è legato inoltre alla Rivista dei Dottori Commercialisti, un periodico prestigioso sia nel mondo della professione di dottore commercialista sia fra gli studiosi, del quale Masini è stato direttore a partire dall’anno di fondazione, nel 1949, per più di vent’anni.

Dai fatti che testimoniano l’intensa e feconda opera svolta da Carlo Masini emerge con nitidezza il profilo di un Maestro animato da un profondo senso della sua missione di docente, di educatore e di studioso; dotato di vivacità di ingegno e di originalità di uomo di studio e di azione ad un tempo, capace di dar vita a nuove iniziative e di battere strade nuove.

Le benemerenze acquisite da Masini nel suo lungo e proficuo operare presso l’Università Bocconi giustificato ampiamente la presente proposta, da indirizzare al Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica, di conferirgli il titolo di ‘Professore emerito’”.

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