BLOQ magazine 10 Ottobre 2010

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Intervista al politico aversano più longevo: Pasquale Giuliano Aversa: si è costituito il nuovo “Gruppo Unico delle Autonomie” I media italiani oscurano il Movimento a 5 stelle di Beppe Grillo

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Quindicinale dell'agro aversano in edicola dal 10 Ottobre 2010

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Intervista al politico aversano piùlongevo: Pasquale Giuliano

Aversa: si è costituitoil nuovo “GruppoUnico delle Autonomie”

I media italiani oscuranoil Movimento a 5 stelledi Beppe Grillo

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Non solo uno

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IN QUESTO NUMERO 03

ANNO 3 - Numero 16 - 10 Ottobre 2010 Potete commentare gli articoli visitando il sito: www.bloq.it

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Fiore, Antonino Fiorino, Rocco Graniero, Pino Imperatore, Antonia Magnotta, Mimmo Marfuggi, Gabriella Mazzoni, Stefano Montone, Katia Muscariello, Giuseppe Nappa, Vincenzo Peluso, Carlo Palmiero, Mirko Rambone, Nicola Rosselli, Magda Russo, Giovanna Salato,

Pasquale Sannino, Giordano Saulino, Francesco Starace, Francesco Torellini, Sonia Sorge, Antonio Zacchia.Altre firme: Livia Fattore, Serse Cugia Toppini, Giuseppe Lauria, Simonetta Morandini, Pia Pangese, Ugo Persice Pisanti.

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scritta dell’Associazione Euritmia. La collaborazione è aperta a tutti, ma in nessun caso instaura un rapporto di lavoro.Qualsivoglia tipo di collaborazione è da intendersi sempre a titolo gratuito e di puro volontariato.

pag. Editoriale: “La cura per i mali della democrazia è più democrazia”

pag. I citadini salutano un’ingiusta“gabella”: “Addio TARSU!”

pag. Si è costituito ad Aversa il nuovo “Gruppo Unico delle Autonomie”

pag. Il WWF contro la nuova e tantocontestata discarica sul Vesuvio

pag. Il futuro delle Casse di previdenza preoccupa i professionisti casertani

pag. Servillo è Gorbaciof nel nuovoe straordinario film di Incerti

pag. Le pagine dedicate agli annuncidei nostri lettori

pag. Rubriche - I nostri espertirispondono alle vostre domande

pag. L’importanza per una città di avere un Teatro come il Belli di Spoleto

pag. Sant’Arpino finalmente realizzatala rotonda all’incrocio di via Volta

pag. I media italiani oscurano ilMovimento a 5 stelle di Grillo

pag. Intervista al politico aversano più longevo: Pasquale Giuliano

pag. Mimmo Rosato: “La maggioranza è spaccata e sempre più disorientata”

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EDITORIALE04

Ldi

GiuseppeCristiano

DirettoreResponsabile

Bloq Magazine

[email protected]

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o spettacolo indecente che sta offrendo, in questi ultimi tempi, il mondo della politica, passerà alla storia come uno dei punti più bassi che la classe dirigente al potere in una de-mocrazia occidentale (o pseudo tale) abbia mai toccato.L’indegna “manfrina” che ogni giorno, per mesi, è stata divulgata dai mezzi d’informazione di massa ha mandato letteralmente in frantumi gli ultimi barlumi di fiducia che i cittadini riponevano nella cosiddetta “Casta”.L’abisso che separa il mondo dorato nel quale vive nel lusso più sfenato la “nomenklatura” italiana e il mondo reale nel quale milioni di cittadini si dibattono ogni giorno per soprav-vivere, per non farsi sopraffare da uno Stato sovente aguzzino o da un feroce “antistato” formato da vari gruppi di potere politico-economico-mafioso, ha raggiunto profondità tali che nessun sentimento democratico, ormai, può più colmare.La sopravvivenza del “sistema”, a questo punto, si basa solo sulla lealtà dei cittadini ai prin-cipi fondanti delle istituzioni democratiche (Costituzione Repubblicana in primis).La scomparsa tra la maggioranza dei giovani di ogni senso civico, l’assoluta perdita di fi-ducia nei partiti ed il continuo lavaggio del cervello praticato dai mezzi d’informazione di massa (in testa la televisione) hanno creato una sorta di “popolo bue”.In quale altra parte del mondo si resterebbe impassibili di fronte all’osceno teatrino orga-nizzato da personaggi che si atteggiano a salvatori della patria e che in realtà sono in gran parte interessati a farsi solo i propri affaracci?Quale popolo sopporterebbe di farsi condizionare da ladri, bugiardi, mafiosi, ricattatori, approfittatori, intrallazzatori e corrotti?Solo nell’Italia d’inizio millennio una popolazione in buona parte decerebrata, bombardata dai mille messaggi devianti della propaganda, poteva sopportare la vista dei vomitevoli pri-vilegi autoaccordati, la menzogna elevata al rango d’arte, l’arroganza assoluta, la disonestà acclarata e la pretesa d’impunità davanti alla legge di un gruppo d’orrendi figuri.Il problema è che questi figuri hanno ormai perso il contatto con la realtà. Si sentono intoc-cabili e si comportano come se fossero effettivamente una casta d’intoccabili.Non si rendono conto che per il popolo sono diventati sì realmente “intoccabili”, ma solo come l’ultima delle caste indù: i Dalit, i Paria...Gran parte della popolazione prova questi sentimenti nei confronti degli appartenenti al dorato mondo della politica, ma loro o non se ne accorgono o fanno finta di non ac-corgesene. Non si rendono conto che milioni di persone non vanno più a votare per il profondo disgusto che provano quando vedono certe facce incartapecorite negli “slinguazzanti” salottini televisivi. Loro, invece, amano circondarsi di “ascari” taciturni (come li chiamava Gramsci) e da migliaia di “sherpa” dalla mente ottenebrata dall’idolatria, per poter dire: “vedete, il popolo ci ama…”.Per nostra fortuna non tutti sono così. Qualche sparuta eccezione c’è, ma come fare i dovuti distinguo? L’informazione televisiva certo non aiuta. Quando si lascia passare il concetto che un ergastolano plurio-micida è un “eroe” senza contraddire in maniera decisa ed incon-trovertibile chi pronuncia una simile bestialità vuol dire che si è complici della “Casta” e, quindi, privi di ogni credibilità.Se i giornali sono usati come mezzi di ricatto, per minacciare, intimorire o, peggio ancora, per distruggere l’immagine degli av-versari politici dei propri padroni vuol dire che non solo sono complici della “Casta”, ma che sono organici al sistema del mal-governo. A noi cittadini onesti (la maggioranza, anche se ancora per poco) non resta che affidarci al buon senso.Bisogna accuratamente evitare di fare i “tifosi della politica”. E’ necessario ragionare con la propria testa e fare i dovuti confron-ti tra le diverse fonti d’informazione.Soprattutto bisogna impegnarsi in prima persona. Non delega-re sempre agli altri il compito di gestire la nostra vita.Ne va del futuro nostro e della nostra democrazia. Ricordate che come diceva Henry Louis Mencken, giornalista e saggista statunitense, conosciuto come il “Saggio di Baltimora”: “La cura per i mali della democrazia è più democrazia”.

Opere di pregio, rivolte ad un pubblico dinamico, che coniuga l’importanza di acquistare in costruzione con l’esigenza di personalizzare i propri spazi, la propria vita. Il nostro intervento fa parte dei lavori di riassetto urbano napoletano, rappre-sentando un ottimo investimento immo-biliare, offrendo soluzioni abitative moderne e confortevoli.

Gli appartamenti, presenti in diverse quadrature, sono tutti eccellentemente rifiniti: portoncino blindato, termo-autonomo, predisposizione aria condizio-nata, pavimenti in gres porcellanato, zona notte in parquet, porte in legno, vasca idromassaggio, infissi interni in legno con vetrocamera, infissi esterni blindati e zincati, videocitofono.

L’Edilbelvedere è sempre accanto alle famiglie realizzando progetti che rispon-dano alle loro esigenze ampliandole sempre più. Immaginare per progredire non è una semplice frase ma un modo di lavorare accanto a voi, per questo il nostro responsabile vendite è a disposizione per ulteriori chiarimenti anche il sabato e la domenica, basta una telefonata.

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PRIMOPIANO06

Cdi

NicolaRosselli

CorrispondenteBloq Magazine

[email protected]

redo che gli episodi di questi ultimi giorni de-vono portarci a creare un gruppo consiliare del Popolo della Libertà più forte. In questo senso rivolgo un appello agli amici del Gruppo della Libertà (Nicla Virgilio, Stefano Di Grazia e Gio-vanni Tirozzi, ndr) e a Fiore Palmieri affinchè in seno al nostro partito si crei un gruppo forte che possa garantire la stabilità di questa ammi-nistrazione”.A lanciare l’appello l’ex capogruppo di Allean-za Nazionale Michele Galluccio che intende sottolineare come non si sarebbero registrate certe debacle se ci fosse stato in seno al partito un gruppo più granitico. In verità sarebbe me-glio dire un gruppo di fiducia stretta del primo cittadino, una sorta di “guardia del corpo” del nostro “Mimmo cittadino”.Certo è che il bersaglio grosso della mancata elezione nella commissione urbanistica integra-ta del tecnico Bundonno non era, ovviamente, quest’ultimo, ma il vice del sindaco Mimmo Cia-ramella, l’assessore Nicola De Chiara che non è visto di buon occhio da una parte del gotha del Popolo della Libertà, soprattutto per una non eccelsa attività in campo culturale, circostanza della quale anche i consiglieri dissidenti hanno approfittato per criticare l’intera amministrazio-ne di centro destra.Tra questi sembra esserci anche il segretario cit-tadino, nonché vice presidente dell’amministra-zione provinciale di Caserta, Nicola Golia che ha cercato di minimizzare l’accaduto, afferman-do, tra l’altro, che non era assolutamente neces-sario riunire i quadri del Popolo della Libertà per un confronto.

DE MICHELE (PDL): HA SBAGLIATOCIARAMELLA AD ABBANDONARE IL

CONSIGLIO”.TOZZI (PDL): “NO, SONO STATI ICAPIGRUPPO CHE NON HANNO

GARANTITO IL NECESSARIOCOORDINAMENTO”

Intanto, la querelle in seno al partito di maggio-ranza relativa si allarga con un botta e risposta

tra due esponenti di primo piano degli ex forzi-sti. Il capogruppo Tonino De Michele ha criti-cato il primo cittadino perché avrebbe sbaglia-to nel non seguire le indicazioni del partito e nell’abbandonare l’aula dopo il voto. A difesa

di Ciaramella è sceso in campo un suo fedelis-simo, il consigliere co-munale ed ex assessore Mario Tozzi che ha, di rimando, dichiarato: “Ognuno ha il proprio ruolo. I capigruppo hanno, in questa occa-sione, sbagliato e non poco perché non hanno espletato il loro ruolo di coordinamento tra i vari gruppi della maggioran-za oltre che con lo stes-so sindaco.E’ mancato il raccordo tra le forze di maggio-ranza, ma la colpa non è

certo del primo cittadino, che, anzi, è la vittima di uno stato di cose che ha dovuto subire”.Tozzi passa, poi, ad esaminare la situazione di Gianmario Mariniello, leader dei dissidenti e dei finiani aversani che non sarebbe presente con assiduità in città.“Mariniello –ha dichiarato l’avvocato aversano- si è erto a paladino degli aversani, a difensore della città, ma, nella pratica, è completamente assente da Aversa, non vive la città e non può capire i problemi reali degli aversani”.Ma in consiglio comunale anche un altro “dis-sidente”, il presidente del consiglio comunale Nicola Verde non ha raccolto il gradimento del-la maggioranza. A detta di molti, infatti, l’espo-nente del Popolo della Libertà vicino all’ex con-sigliere regionale Giuseppe Sagliocco avrebbe palesemente osteggiato un intervento della ca-pogruppo dell’Udc Romilda Balivo, mentre lo stesso comportamento non avrebbe avuto nei confronti di Salvatore De Gaetano e, soprattutto di Giuseppe Stabile.In relazione a quest’ultimo, poi, avrebbe fatto presagire nuovi scenari con lo stesso Stabile che in molti vogliono vicino ai finiani.Insomma, bagarre continua nella maggioranza di centro destra che non riesce nemmeno ad assicurare una seduta tranquilla di consiglio co-munale.

Fibrillazioni nella maggioranza eprimi accordi per il “dopo Mimmo”

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Nella foto sopra:Michele

Galluccio

Nella fotoal centro:Domenico

Ciaramella

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MA IL PROBLEMA REALE SEMBRA ESSERELA LOTTA PER IL DOPO CIARAMELLA

CON LA NASCITA DI UN NUOVO GRUPPO DI POTERE NEMMENO TANTO OCCULTO

In passato si era più volte parlato di un asse Ni-cola Golia – Armando Lama che garantiva, di fatto, la stabilità politica.Da allora molte lune sono passate e quell’asse sembra essere diventato un circolo con l’ingres-so prima di Paolo Santulli e, in successione, di Arturo Pozzi e di Elia Barbato.Insomma, tutte personalità di rispetto che hanno l’unico neo di essere anche imprenditori o pro-fessionisti impegnati nel campo dell’edilizia. Una circostanza che potrebbe far gridare, anche nel piccolo di Aversa, ad un possibile conflitto di interessi se ci dovessero essere sviluppi in quel campo dove il quintetto, stando ai “si dice”, vor-rebbe arrivare. Si parla, in pratica, senza mezzi termini, di un gruppo dal quale dovrebbe uscire il successore di Ciaramella, quando quest’ulti-mi, nella primavera del 2012 terminerà il suo secondo mandato e non potrà ricandidarsi per la terza volta consecutiva alla poltrona di pri-mo cittadino. Uno schieramento che già oggi vedrebbe contrari i “ciaramelliani” doc come gli stessi Mario Tozzi e Michele Galluccio, per non parlare dei consiglieri del Gruppo della Libertà, insomma i pretoriani del sindaco.Non a caso, anche senza mai nominare il quin-tetto, nei giorni scorsi proprio Gallluccio ha au-

spicato “uno svecchiamento della classe politica cittadina”.“Non voglio creare ulteriori polemiche –ha af-fermato il giovane ex capogruppo consiliare di Alleanza Nazionale- ma mi chiedo cosa noi politici facciamo per i giovani, per creare un ricambio e metterli in condizioni di sostituire personaggi con nomi illustri che hanno fatto il proprio tempo.La guerra, anche se tutti la negano è in atto e si innesta nelle altre fibrillazioni mai sopite, come quelle dei “finiani” o degli Udc divenuti “paren-ti serpenti”, tanto da far scendere il gruppo con-siliare da cinque iniziali a solo due.Una situazione nuova che peserà anche nell’eventuale e sempre più remoto rimpasto in seno all’esecutivo di centro destra dove il par-tito di Pierferdinando Casini non potrà ancora chiedere di mantenere i due attuali assessori, an-che se il commissario cittadino Cesario Liguori e la capogruppo Balivo continuano ad affermare che la situazione da prendere in considerazio-ne non è quella attuale, ma quella venuta fuori dalle urne, così come stabilito e pubblicamente dichiarato all’epoca da tutti gli esponenti della maggioranza.Si tratta, però, di dichiarazioni di intenti che la-sciano il tempo che trova visto che ora Ciaramel-la dovrà fare i conti con i numeri e c’è chi oggi vale almeno quanto l’Udc che chiede visibilità.

PRIMOPIANO 07

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Terminata la quattro giorni dedicata al gemellaggio tra Aversa e Serra di Pratola. La chiusura della manifesta-zione è stata affifdata a padre abate Cristopher Michel

Zielinsky, vice presidente della Pontificia Com-missione per i Beni Culturali e Archeologia Sacra, che ha celebrerato la S. Messa prima della ripartenza delle reliquie per Serra di Pra-tola. La quattro giorni è comin-ciata con la pre-sentazione del libro «Audeno il Santo dei Nor-manni nella città di Aversa» scritto dal parroco don Michele Salato (un ampio resoconto, curato dal nostro inviato Giuseppe Diana, lo tro-vate a pagina 20 di questo numero di Bloq Magazine).

La giornata clou della manifestazione, è coincisa con l’arri-vo delle reliquie di S. Audeno dalla omonima parrocchia di Serra Pratola (Avellino). Con le reliquie sono giunti ad Aversa

anche il parro-co, don Mario Cella, circa cen-to pellegrini, e l’Amministrazione Comunale di Serra di Pratola guidata dal Sindaco An-tonio Aufiero. Gli sbandieratori di Cava dei Tir-reni hanno tenu-to un’esibizione lungo le strade della Città con la banda musicale

di Bracigliano (Salerno) e i figuranti in abiti normanni de «Il Corbo» di Casaluce. Al termine, la benedizione del busto di S. Audeno, realizzato in bronzo e bagnato in argento dalla Cristo Re di Caserta, e la deposizione della nuova Croce, da parte del Sindaco Ciaramella, e dell’anello, da parte dell’uni-co Audeno aversano: Audeno Oliva.

Gemellaggio tra Aversa e Serra di Pratola in nome di Sant’Audeno AVERSA

Nella foto:Elia Barbato

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POLITICA08

Ldi

LiviaFattore

CorrispondenteBloq Magazine

[email protected]

’immagine che ha offerto la maggioranza di cen-tro destra in occasione dell’ultima seduta di con-siglio comunale è quella di essere in condizione di forte disorientamento”.A parlare il consigliere comunale de “La Sinistra” Mimmo Rosato che non usa mezza termini per etichettare l’attuale momento della coalizione guidata dal sindaco azzurro Mimmo Ciaramel-la e continua con un affondo anche più diret-to: “La maggioranza si è dimostrata disorientata non solo sull’ultimo punto all’ordine del giorno dove sembra si siano registrati atteggiamenti al momento del voto diversi dagli orientamenti. L’impressione data è che anche sugli altri punti il dibattito abbia evidenziato il disorientamen-to (per usare un eufemismo) che porta ad una situazione uguale anche nella città, dove tutto sembra essere fermo in attesa non si è capito an-cora bene cosa”.“Quella evidenziata dalla maggioranza –con-clude il docente di origine marcianisana- non è solo la spaccatura di cui si parla oramai da mesi, ma di un’intesa comune la cui assenza fa per-dere faccia e credibilità ad una coalizione prati-camente immobilizzata da fibrillazioni intestine senza fine”.Sin qui le dichiarazioni dell’esponente comuni-sta, mentre dalla maggioranza, dopo la sfuriata di Carlo Amoroso contro l’elezione della commis-sione urbanistica integrata contro il suo stesso sindaco reo, a suo dire, di aver votato un tecnico supportato da Fiore Palmieri, contro quelli che erano gli orientamenti del Popolo della Libertà, le bocche sono praticamente cucite.Anche Elia Barbato, anch’egli considerato come Amoroso, uno dei consiglieri comunali più vici-ni al primo cittadino, ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Tra l’altro, era stato proprio Bar-

bato, in occasione della seduta del consiglio co-munale precedente, a preannunziare la scelta di due tecnici dei quali uno, poi, non è stato nomi-nato nella commissione urbanistica integrata.Un sintomo di gravi lacerazioni in seno al parti-to di maggioranza relativa dove la presenza dei finiani (a proposito, Mariniello sembra essere sempre meno presente ad Aversa per il proprio ruolo a livello nazionale in Futuro e Libertà per l’Italia) appare come un non problema a fronte di spaccature ben più profonde che nascondono interessi particolari.Ancora più di prima, quindi, è necessario che i massimi dirigenti del Popolo della Libertà si riuniscano intorno ad un tavolo per decidere le sorti non solo di questa coalizione, che soffre di immobilismo, ma della stessa città di Aversa che non può continuare a soffrire delle fibrillazioni altrui.IL CENTRO DESTRA SOMIGLIA SEMPRE PIU’

AD UNA ARMATA BRANCALEONE, CON CONSIGLIERI DIVISI SU TUTTO

Caravanserraglio. Per essere non troppo offensi-vi, così si potrebbe definire, quindi, questa mag-gioranza di centro destra che somiglia sempre più ad una vera e propria armata Brancaleone, come dimostra l’ultimo cambio di casacca, quel-lo di Salvatore De Gaetano, passato dall’Udc al gruppo consiliare unico delle autonomie.Se i maggiorenti del partito di maggioranza rela-tiva, il senatore Pasquale Giuliano (che è anche coordinatore provinciale del Popolo della Liber-tà), il sindaco Mimmo Ciaramella e il coordina-tore cittadino, nonché vice presidente dell’am-ministrazione provinciale di Caserta, Nicola Golia non troveranno la “quadra” della vicenda, questo ultimo anno e mezzo di amministrazio-ne, in vista delle elezioni della primavera 2012,

Mimmo Rosato: “La maggioranza è spaccata e sempre più disorientata”

Nella foto:Domenico

Rosato

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POLITICA 09si ridurranno ad una Via Crucis, ad un vero e proprio Calvario non tanto per una maggioranza litigiosa e afflitta da fibrillazioni interne, ma per la città e per gli aversani che saranno, di fatto, senza una guida.Stante l’attuale situazione, infatti, è inutile dare vita ad un rimpasto di facciata, una ritinteggia-tura, un maquillage temporaneo dell’esecutivo cittadino cambiando due o tre pedine.La sostituzione di un assessore ad un altro, senza nulla togliere alle capacità di chi entrerà ed usci-rà dall’esecutivo normanno nei prossimi giorni, non risolleverà le sorti di Aversa che continua ad essere lasciata a se stessa.La città è, di fatto, senza guida. Solo qualche iniziativa sporadica lasciata alla buona volontà di assessori che si impegnano animo e corpo in alcuni settori (vedi tra essi Luciano Luciano e Isidoro Orabona), mentre in altri le attività se-gnano il passo o, peggio, sono talmente di basso lignaggio che sarebbe stato meglio non metterle in atto (pensiamo ad una “Estate ad Aversa” che ha messo la nostra città al pari con paesini senza infamia e senza lode).In questa fiera del nulla vediamo che le attività produttive non… producono alcunché con le stesse organizzazioni di categoria dei commer-cianti che alzano la testa ogni tanto, per facciata e non altro.E le opere pubbliche? Fatte e abbandonate in alcuni casi, in altri solo sventolate con il solito effetto annuncio. E la cultura?La vocazione turistica di Aversa prima contea normanna in Italia Meridionale? Della città dal-le cento chiese e dai tanti monasteri? Del centro storico che rappresenta un unicum che merite-rebbe ben altra attenzione anche dalla Soprin-tendenza, piuttosto che far trasformare in edifici residenziali-commerciali antichi conventi?A fronte di una opposizione trasformatasi in “re-porter fotografico”, con un’attività di denunzia fine a se stessa, la maggioranza votata dal ses-santa per cento degli elettori aversani ha l’obbli-go, il dovere di amministrare e non di sonnec-chiare. Speriamo che lo si capisca prima che sia troppo tardi.Intanto, si continua bisticciare intorno all’osso, badando alle poltrone e non ad una città che ha bisogno di una guida che oggi non ha.

MA GOLIA (PDL) NON E’ D’ACCORDO: QUESTA MAGGIORANZA HA FATTO

TANTO PER LA CITTA’, ANCHE SE OGGI STA VIVENDO UN MOMENTO DIFFICILE

“Questa maggioranza sta vivendo un momen-to di fibrillazione anche soprattutto a causa di forze esterne venute al nostro interno a seguito di una sconsiderata campagna acquisti rivelatasi peggio di un cavallo di Troia.Hanno lasciato l’opposizione, sono venuti nel-la maggioranza e da questa fanno opposizione. Siamo di fronte ad un vero e proprio dramma ti-

pico delle nostre zone, dovuto ad una su-perficialità negli atteggiamenti pubblici”E’ un Nicola Golia, coordinatore cittadino del Popolo della Libertà e vice presiden-te dell’amministrazione provinciale, duro quello che commenta l’attuale situazione della coalizione di centro destra che do-vrebbe (!?) assicurare l’amministrazione della città normanna.“Nel suo primo mandato questa maggio-ranza –ha continuato Golia- ha realizzato opere pubbliche che hanno cambiato il volto della città. Basti pensare a Via Pastore, di fatto la va-riante occidentale della città o la riquali-ficazione di strade, come avvenuto in via Belvedere, trasformata in un’arteria pro-duttiva, alla ristrutturazione dello stadio comunale, al varo degli strumenti urbani-stici (con gli emendamenti dell’allora For-za Italia) o il Piano per l’Edilizia Economi-ca e Popolare rimodulato con aumento di alloggi. In questi ultimi tempi i Più Europa, i Por e la conclusione della vicenda rifiuti con l’uscita dal Consorzio Unico sono tutti ar-gomenti di rilievo.Per cui, che oggi si viva un momento di fibrillazione non deve far gridare allo scandalo. Anzi, credo che sia anche fisio-logico segnare il passo”.Per quanto riguarda la oramai lunga te-lenovela dell’eventuale rimpasto, Golia annunzia che “tutto è rimandato alle pros-sime sedute del consiglio comunale sui temi di bilancio, subito dopo ci dediche-remo a questo confronto che non dovreb-be portare via molto tempo”.E quando gli si chiede come valuta per la tenuta della maggioranza il passaggio di Salvatore De Gaetano dall’Udc al Grup-po Consiliare Unico delle Autonomie, il coordinatore cittadino commenta: “De Gaetano rimane nell’Udc ed è confluito in un gruppo composto da persone che fan-no politica da anni ed hanno dichiarato di esercitare un’opposizione costruttiva.La “costruttività” è un elemento positivo che ci trova d’accordo”.In conclusione domanda d’obbligo relati-va ai numeri per Ciaramella che gli possa-no consentire di andare avanti tra finiani, franchi tiratori e quanti cambiano casacca in continuazione e risposta ottimistica: “Credo che il sindaco Ciaramella abbia i numeri per andare avanti.Dopo le prossime sedute di consiglio ci sarà un momento di sintesi con una già dichiarata grossa volontà di andare avanti sino al termine del mandato”.

Nella foto, dall’alto: Nicola Golia,Isidoro Orabona eFiore Palmieri

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La TARSU è “morta” il 31.12.2009 quando Tremonti ha dimenticato di inserire nella finanziaria la proroga per permettere ai Comuni di continuare ad applicarla

AVERSA10

Mentre il consiglio comunale si appresta a ratificare e quindi ad assegnare i fondi necessari a ripianare i debiti fuori bilancio arriva una notizia capace, se vera, di scuotere in negativo il difficile equilibrio economico della città.A fornirla, con tanto di riferimenti legislativi, è un comunicato stampa di Giuseppe Oliva, presidente del comitato civico anti strisce blu.“La TARSU è morta. E’ defunta il 31 dicembre del 2009 dato che il ministro Giulio Tremonti ha di-menticato di inserire nella finanziaria la proroga per permettere ai Comuni di continuare a mettere le mani in tasca ai cittadini” scrive Oliva, ricordan-do che la tassa dovuta ai comuni dai cittadini per il servizio relativo alla gestione dei rifiuti solidi urba-ni avrebbe dovuto essere sostituita dalla TIA entro 6 anni dal decreto Ronchi del 1999.“Una serie di proroghe –ricorda Oliva- hanno per-messo ai comuni di incassare molti euro in più dai cittadini in quanto la TARSU si basava sui metri quadrati degli immobili e non sull’effettivo confe-rimento dei rifiuti, come previsto dalla tariffa per l’igiene ambientale (TIA).Cosicché a parità di metri quadrati occupati siano stati due o venti i residenti di una abitazione si è pagato sempre la stessa somma, senza tenere conto della differente quantità di rifiuti prodotti”.“Con la TIA questo non sarebbe accaduto, ma –ri-corda la nota- i comuni, facendosi scudo delle pro-roghe, non l’hanno applicata. Ora però il tempo è scaduto e la Tarsu è morta il 31 dicembre 2009, senza che il Ministro concedesse ai Comuni una nuova proroga o fornisse scappatoie alternative, di conseguenza la Tarsu è inapplicabile e non pos-sono essere messi i nuovi ruoli”. “Un dato di fatto

–continua la nota- che ha spinto le associazioni dei consumatori a promuovere azioni volte a bloccare l’emissione dei ruoli da parte dei Comuni giacché non sarebbe accettabile la tesi espressa dall’Asso-ciazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) che legittimerebbe la riscossione della TARSU con la scusa che non esiste ancora la nuova regolamenta-zione della TIA”. In realtà le cose non sembra stia-no così. “Come affermato dall’autorevole avvocato Maurizio Villani –ricorda Oliva- la Carta Costitu-zionale parla chiaro. Ai sensi dell’art. 23 “nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge”.Di conseguenza non esistendo al momento una legge in materia la Tarsu non è più applicabile e la TIA non è applicabile mancando il regolamento di attuazione del Codice dell’ambiente, che prevede la TIA, che doveva essere redatto entro il termine ultimo del 30 giungo 2010 fissato dall’art. 8 D.L. n. 194 del 2009”. Per il presidente del comitato anti strisce blu ce n’è quanto basta per chiedere, in forma ufficiale, all’Amministrazione comunale la sospensione dell’emissione dei ruoli fino al com-pleto chiarimento della vicenda.Cogliendo, inoltre, l’occasione per chiedere l’ap-plicazione di quanto affermato dai componenti dell’esecutivo il 21 dicembre del 2008 in occasio-ne della presentazione dell’avvio della raccolta dif-ferenziata in città. Vale a dire la compensazione fis-sata per i cittadini che provvedono direttamente al conferimento dei rifiuti differenziati nei siti a questo destinati. “Sarebbe –conclude la nota di Oliva- un modo per rendere meno pesante una tassa che va pagata ma che, almeno fino ad oggi, è stata pagata senza ottenere il corrispettivo servizio”.

I citadini salutano un’ingiusta “gabella”: “Addio TARSU!”

Nella foto:Giulio Tremonti

diGiuseppe

Lauria

CorrispondenteBloq Magazine

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I PROTAGONISTI12

Edi

NicolaRosselli

CorrispondenteBloq Magazine

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‘ al di là delle ideologie, l’uomo politico aversano più longevo con ben quattro elezioni al suo attivo.Da tempo considerato il “grande vecchio”, nell’ac-cezione che si vuole, della politica cittadina.Negli ultimi tempi, da coordinatore provinciale del Popolo delle Libertà, il senatore Giuliano è riuscito nella conquista per la coalizione di centro destra anche dell’Amministrazione Provinciale di Caser-ta. Nelle vicende aversane, almeno pubblicamen-te, non si è quasi mai espresso. In questa intervista che segue abbiamo cercato di interrompere questa abitudine.Come crede evolverà la maggioranza aversana alla luce della possibile costituzione di un gruppo consiliare finiano di Fli?“Non credo alla possibilità della costituzione di un gruppo consiliare finiano. Lo strappo dell’ex lea-der di An non ha creato particolari problemi nè ad Aversa nè in genere in provincia di Caserta.Le adesioni pubblicizzate in più occasioni dagli sparuti trombettieri dei “fillini” non hanno per lo più trovato nessuna conferma.Il Pdl casertano è rimasto unito ed ha condannato severamente la scelta di chi ha clamorosamente tradito gli impegni assunti con l’elettorato”.La maggioranza di centro destra ad Aversa ha vis-suto tre anni di fibrillazioni continue. E’ vero che lei ha lavorato dietro il sipario?“Le fibrillazioni non sono mancate. Quasi sempre, però, non sono state politiche, ma indotte in ma-niera surrettizia e strumentale per conquistare fette di potere personale.La censurabile pretesa da parte di qualcuno di raggiungere obiettivi e finalità assai discutibili con strumenti e metodi che appartengono alla preisto-ria della politica o a logiche paesane o poco nobili hanno creato disagio e contrasti che non hanno di certo giovato né all’ Amministrazione, né alla Po-litica, né al partito. Alla fine,comunque, il Sindaco ha saputo mantenere la barra ferma e l’Ammini-strazione è rimasta ed è salda ed il senso di respon-sabilità della quasi totalità della maggioranza ha garantito e garantisce il governo della città.In questo contesto, il partito, pur in presenza di una dialettica che in non poche occasioni si è tra-sformata in vero e proprio contrasto, a volte mol-to aspro, ha assicurato una partecipazione ed un confronto continui.Le decisioni più rilevanti e più difficili non sono mai scaturite da posizioni di vertice. In questo possiamo dire che abbiamo garantito una demo-crazia anche a chi ora la invoca senza averla, per mentalità e per cultura, mai amata né praticata”.

Si sente veramente il bisogno di un rimpasto nell’esecutivo?“Per la verità, rimpasto è un termine che non mi piace perché evoca vecchie logiche.E’ innegabile che qualsiasi organo collegiale, spe-cie in un momento storico in cui il quadro poli-tico è così frastagliato e “mutevole” necessita di “aggiustamenti” in progress, anche per mettere a frutto in altre realtà le esperienze consolidate e per valorizzare quelle maturate. Valutazioni, queste, che spettano al Sindaco, ai consiglieri, agli stessi assessori, e naturalmente ai partiti”. Come sarà scelto il successore del sindaco Cia-ramella? Sarà ancora del Pdl o toccherà all’Udc anche per preservare l’alleanza?“Non accorciamoci la vita ! Ciaramella ha davanti a sé un periodo di tempo non breve per continua-re a lavorare serenamente e realizzare punti quali-ficanti del programma”. Lei è da più di un anno anche coordinatore pro-vinciale del Pdl. Come commenta questa nuova ed importante esperienza ?“E’ compito molto impegnativo, non facile, anzi difficile, defatigante, che richiede grande disponi-bilità all’ascolto, pazienza e perseveranza; ideale per infoltire la schiera di avversari e nemici, esem-plare per esporsi alla lapidazione mediatica e per sperimentare la sindrome rancorosa del benefica-to; utile per imparare a fare la tara ai mentitori di professione e per sperimentare che, a volte, l’arma della ragione è più difficile da usare che non la for-za; indispensabile per individuare coloro che sono dei nostri, ma anche un po’ dei loro, un po’ dei vostri e forse un po’ di essi e per stanare quelli che amano fare le barricate con i mobili degli altri.L’esercizio del ruolo, poi, impone la pratica del dubbio come dovere anche verso se stessi e di-venta gratificante quando si riescono ad appiana-re i contrasti, a spegnere i fuochi dei piromani di professione o a trasformare i bollori dei velleitari in ambizioni; appagante se si riesce a realizzare il progetto politico perseguito o se i fatti convalida-no le previsioni o le analisi formulate; fortemente coinvolgente quando si avverte la vicinanza dei veri amici o si “tocca con mano” la passione civile e politica di militanti e dirigenti.Addirittura esaltante quando arriva la vittoria elet-torale o qualche ringraziamento sincero per il la-voro svolto”. Lei attualmente è presidente della commissione lavoro e previdenza del Senato della Repubblica, che, data la crisi che stiamo vivendo, è diventata centrale nel panorama politico nazionale. In che

Intervista al politico aversano più longevo: Pasquale Giuliano

Nella foto: PasqualeGiuliano

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I PROTAGONISTI 13misura la sua commissione risente del forte con-flitto politico ?“Il compito precipuo di chi guida una commissione è quello di creare un clima di confronto sereno, senza esasperare le situazioni, cercando di mediare su temi di respiro generale per trovare, per quanto possibile, un punto di incontro. Quasi sempre la mia commis-sione tratta temi di grande coinvolgimento sociale che per loro natura sono di particolare complessità e delicatezza e sui quali nessuno può avere il mono-polio della verità né tanto meno la ricetta miracolo-sa. In commissione, comunque, si lavora meglio, in maniera più “raccolta” rispetto all’Aula, dove a volte la particolare visibilità mediatica “eccita” gli animi e radicalizza le posizioni. Nella mia commissione, per la verità, ho la fortuna di avere elementi di grande spessore politico e professionale che arricchiscono e nobilitano il confronto, anche quando questo si fa aspro e duro allorché si scontrano visioni, ideologie o “scuole” contrapposte. Non va comunque trascu-rato che in questa crisi globale c’è, alla fine, l’interes-se comune a saltare assieme il fosso per approdare sul crinale della rinascita”.Mi consenta una domanda un po’ più personale: lei è stato deputato e senatore, capogruppo,presidente di commissioni, sottosegretario in un settore impor-tante qual è la giustizia, capo della delegazione ita-liana contro la corruzione presso l’OCSE a Parigi. Ma cosa vuole fare da grande?“Me lo chiederò quando diventerò maggiorenne”.

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LA SCHEDA Magistrato di Cassazione, è entrato in politica nel 1996, venen-do eletto, nelle liste di Forza Italia, alla Camera dei deputati, dove è stato capogruppo in commissione giustizia, membro della Giunta per le elezioni e vicepresidente della Commissione affari costituzionali.Nel 2001 e nel 2006 è stato eletto al Senato della Repubblica, dove è stato presidente del Consiglio di Garanzia, vicepresidente del Co.pa.co. (Comitato di controllo sui servizi segreti), compo-nente della commissione giustizia, membro della commissione affari esteri, vicepresidente della commissione difesa, membro della commissione speciale per la tutela e la promozione dei di-ritti umani, componente della giunta delle elezioni e delle im-munità parlamentari, membro del comitato parlamentare dei procedimenti di accusa.Dal 2004 al 2006 è stato capo della delegazione italiana presso l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo eco-nomico, che ha sede a Parigi) in materia di lotta alla corruzione.Nel governo Berlusconi-ter è stato sottosegretario di Stato alla giustizia. Ad aprile 2008 è stato rieletto al Senato della Repubbli-ca nella lista del Popolo della Libertà nella circoscrizione della Campania.Nel maggio 2008 è stato eletto Presidente della XI Commissione permanente (Lavoro e previdenza).

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Al nuovo gruppo consiliare aderisce, oltre che Paolo Santulli e Imma Lama, anche Salvatore De Gaetano che si era già reso autonomo dall’Udc

AVERSA’14

Sdi

LiviaFattore

CorrispondenteBloq Magazine

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i è costituito l’ennesimo nuovo gruppo consiliare in città: il Gruppo Unico delle Autonomie. Ad esso aderisce, oltre che i già preannunziati Paolo San-tulli e Imma Lama anche Salvatore De Gaetano che si era reso autonomo “non dall’Udc, ma dal suo gruppo consiliare e dalla sezione aversana”.Ad annunziarlo una conferenza stampa che ha visto la presenza dei tre consiglieri comunali che hanno, in pratica, dato vita ad una nuova intesa che non potrà non avere ripercussioni anche sulla com-posizione prossima dell’esecutivo cittadino. Un’intesa, frutto anche delle pregresse e comuni esperienze politiche nella Democrazia Cristiana, ha fatto sì che De Gaetano e Santulli potessero abbracciare con Lama il nuovo progetto politi-co come lo stesso De Gaetano ha avuto modo di precisare: “La mia uscita dal gruppo consiliare dell’Udc non sancisce l’uscita dal partito nel quale sinora ho militato. Le divergenze con la direzione politica cittadina dell’Udc mi impongono, però, di guardami attorno per la realizzazione compiuta del mio mandato consiliare. Con Santulli mi acco-munano passate esperienze politiche nell’ambito della Democrazia Cristiana e l’intesa che abbiamo sul modo di concepire l’impegno politico è risa-lente”. Di continuità di percorso già intrapreso ha parlato anche Imma Lama che ha sottolineato: “Per me la nascita del gruppo consiliare unico delle autono-mie rappresenta la prosecuzione di un impegno già assunto sin dall’inizio di tale consiliatura a dife-sa delle autonomie locali e del territorio” . “L’idea di dare vita al gruppo unico delle autono-mie- ha precisato da parte sua l’ex parlamentare Pa-olo Santulli -già aveva visto il sottoscritto e Imma

Lama lavorare al progetto circa la costituzione di un soggetto unitario per il rilancio della politica cittadina e con esso della difesa e della valorizza-zione delle risorse del territorio.La scelta di Salvatore De Gaetano di rendersi in-dipendente rispetto al suo gruppo consiliare di appartenenza ha aperto per noi delle importanti prospettive di confronto e di collaborazione che daranno un impulso ulteriore alle nostre progettua-lità”.Un nuovo gruppo consiliare, quindi, andrà a ca-ratterizzare il panorama del consiglio comunale , segnando gioco forza un mutamento di equilibri e penalizzando, soprattutto, l’Udc che, perdendo un consigliere comunale, potrebbe, nell’ottica di quel rimpasto tanto annunciato, essere accusata dagli alleati di sovradimensionamento sul piano della rappresentanza in giunta, atteso che al momento il partito di Casini ad Aversa oggi a fronte di soli due consiglieri comunali può contare su ben due asses-sori e due presidenze di commissioni consiliari a fronte, oramai, di due soli consiglieri.Anche se, già in precedenza, esponenti dell’Udc hanno sottolineato che bisogna, per aggiudicare assessorati e ammennicoli vari, bisogna guardare ai risultati lettorali di maggio 2007 e non ai muta-menti successivi.

PER LIGUORI (UDC):DE GAETANO AVEVA RIFIUTATO

LA PROPOSTA DI FARE L’ASSESSORE“In relazione alle dichiarazioni di Salvatore De Ga-etano nell’ultimo consiglio comunale che accusa l’UDC aversana di violazione dei principi di “ pari dignità, certezza delle regole e rispetto dei ruoli “ è opportuno ricordare il contesto grazie al quale

Si è costituito ad Aversa il nuovo “Gruppo Unico delle Autonomie”

Nella foto: Paolo

Santulli

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Imma Lama

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AVERSA’ 15ed entro il quale lo stesso ha svolto in questi anni l’attività di consigliere comunale”.E’ questo l’incipit della nota con la quale il com-missario cittadino dell’Udc Cesario Liguori illustra, dalla sua parte, la presa di distanza di De Gaetano. Dichiarazioni che sembrano essere basate sui fatti all’epoca riportati anche dalla stampa. “Alle ultime elezioni comunali –ricorda l’ex asses-sore regionale- la lista dell’UDC venne costruita su un preciso patto elettorale che prevedeva che gli assessori sarebbero stati scelti tra i candidati e che tale scelta sarebbe stata fatta, nel rispetto delle capacità e delle professionalità, secondo il criterio dei consensi ottenuti. In ossequio a tale patto ven-nero scelti come assessori Lucio Farinaro e Pasqua-le Diomaiuta ed in ossequio a tale patto Salvatore De Gaetano, a seguito delle dimissioni da consi-glieri di costoro, subentrò nella carica di consiglie-re comunale. Sempre nel rispetto di tale patto, a Salvatore De Gaetano circa un anno e mezzo fa, a seguito delle dimissioni del Dott. Farinaro, il parti-to propose la carica di assessore, ma De Gaetano ritenne opportuno rifiutare”.Fin qui i fatti, poi Liguori esegue una disamina del-le dichiarazioni di De Gaetano e continua: “Come è ovvio in un partito esistono diverse visioni orga-nizzative, programmatiche e gestionali che si con-frontano democraticamente e sono da sempre alla base di una legittima dialettica interna.Non vedere prevalere le proprie tesi non può esse-re intesa come “mortificazione politica ed umana“. Né abbiamo mai inteso sottrarci ad un serio con-fronto interno, al quale siamo sempre disponibili nel rispetto dei ruoli e della rappresentatività di ciascuno. Abbiamo sempre cercato di fare politi-ca rispettando una scala di valori: prima l’interesse della città, poi gli interessi legittimi del partito ed infine gli interessi legittimi dei consiglieri”.Da questo assunto un vero e proprio affondo: “Non aver ribaltato questa scala ha spesso provocato quegli abbandoni da parte di alcuni amministratori cui De Gaetano si riferisce e ciò ci fa onore. D’altronde abbiamo sempre avuto nei confronti del trasformismo un atteggiamento coerente, an-che quando abbiamo rifiutato ingressi nel nostro gruppo consiliare di personaggi eletti in altre for-mazioni”.

IL DOCUMENTO LETTO DA DE GAETANOIN CONSIGLIO COMUNALE

Di seguito il testo integrale letto dal consigliere Salvatore De Gaetano nel prendere le distanze dall’Udc aversana. “Facendo seguito ad una comu-nicazione ufficiale fatte agli organi locali e provin-ciali dell’UD nel Consiglio Comunale del 23-09-2010 mi sono dichiarato autonomo dal Gruppo Consiliare dell’UDC.Tale scelta, non è dettata da nessun contrasto con i consiglieri del gruppo Balivo e Menditto ai quali anzi va tutta la mia stima ed affetto ma esclusiva-mente da una mia personale valutazione politica. Dopo tre anni di Consiliatura, esercitati nel rispetto

del mandato elettorale, fatto di continuo confron-to, d’impegno e d’incontestabile lealtà nell’interes-se della Città dei Cittadini e dell UDC, devo con grand’amarezza prendere atto, d’un inaccettabile uso strumentale della mia carica di Consigliere. Forse io stesso ho creato confusione all’attuale Dirigenza Politica che confidando costantemente nel mio senso del partito, anche nell’avallare scelte non condivise, hanno pensato che a ciò potesse corrispondere disinvoltamente la mortificazione politica ed umana. Mi sono illuso che la mia costante ricerca di quei principi, che fanno grande un partito, pari dignità, certezza delle regole e rispetto dei ruoli, potessero essere condivisi, evidentemente mi sono sbaglia-to. Alla sofferenza per tale decisione corrisponde uguale se non più forte determinazione, serenità e consapevolezza dell’esigenza di continuare in qualità di Consigliere Comunale democraticamen-te eletto, e non per grazia ricevuta, la mia azione politica nell’interesse della Città e dei Cittadini. Credendo molto nell’attività politica partecipata, valuterò con rapidità ed attenzione la richiesta del mio modesto contributo laddove sussistano con-dizioni d’autonomia e convergenza politica pro-grammatica. E’ doveroso da parte inoltre mia fare un’altra considerazione che volentieri sottopongo ai Vertici Provinciali dell’UDC. Alla luce di questa mia esperienza e a quella pre-cedente di Presidente di Sezione non posso dare torto, a chi negli ultimi otto anni ha partecipato alla vita di partito sia da semplice iscritto che con responsabilità istituzionali ,scegliendo poi in varie fasi di svolgere attività politica collocandosi diver-samente. E’ singolare che nella Provincia di Caserta l’UDC ha costantemente aumentato la sua presenza in tutti i Comuni e nel Comune d’Aversa cosa acca-de? Nella passata Consilatura dagli originali cin-que Consiglieri incrementati a sette, per poi restare ad uno, il quale oltretutto ha svolto la propria azio-ne politica in autonomia; in quella corrente eletti in quattro, uno è trasmigrato in AN oggi PDL, ed il sottoscritto si dichiara autonomo, senza tener con-to dei vari Assessori nominati negli anni che oggi costantemente attaccano il partito. E pur vero che la Politica non è mai riconoscente e non si fa con campagne acquisti indiscriminate, che la politica è evoluzione ma è altrettanto vero che è sospettosa questa involuzione sistematica. A che serve un progetto politico che parte da un indubitabile impegno nel creare una lista che per i meriti congiunti dei suoi promotori e dei suoi can-didati raccoglie consensi invidiabili, se poi l’attività di partito porta a tali risultati? Risulta troppo comodo scaricare sui Consiglieri Comunali anche queste responsabilità, quindi spe-ro che da un critico e serio confronto interno possa nascere un nuovo corso al quale, nella mia attua-le posizione d’autonomia politica, guarderei con grand’attenzione”.

Cesario Liguori

Lucio Farinaro

SalvatoreDe Gaetano

le foto sono diUmberto Cascella

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AVERSA16

Sdi Giuseppe

Lauria

CorrispondenteBloq Magazine

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i sveglia dal suo torpore il Partito Democratico aversano e lancia una sorta di ultimatum al pri-mo cittadino Mimmo Ciaramella al quale viene imputato, con tanto di foto a corredo, di aver get-tato la città normanna nel degrado, continuando a perpetuare lo sconcio creato. Una documen-tazione che la dice lunga sull’attivismo di un’amministrazio-ne che sta segnando il passo, non riu-scendo a garantire, stando ai “democra-tici” nemmeno l’or-dinario, impegnata com’è nel cercare di neutralizzare le continue, incessanti e sempre più forti fi-brillazioni intestine.“Egregio sindaco, -scrive il segretario cittadino Mariano D’Amore (al quale bisogna dare atto della capacità dimo-strata nel rimanere a galla in un partito dove tutti lo vorrebbero, politicamente, morto)- una forza di opposizione, qual è il PD, controlla l’operato dell’Amministrazione ed avanza pro-poste migliorative all’azione di governo della città.Ma che dire quando la questione riguarda un vero e proprio abbandono della stessa?Che dire quando le omissioni, protratte nel tem-po malgrado il ”grido di dolore” che si leva da ogni parte della città, rasentano la protervia? Cosa fare a questo punto?Nel mese di luglio, il PD intese dar voce all’esa-sperazione della cittadinanza per l’assenza di ogni funzione di controllo sul territorio in termi-ni di igiene ed ancor più di sicurezza.L’indecenza fu documentata con decine di pan-nelli che presentavano la registrazione fotografi-ca dell’incuria amministrativa, in certi casi spin-ta fino all’incredibile.La presentazione era stata preannunciata a mez-zo stampa. Non fu rilevata la presenza di alcun amministratore.Preannunciammo anche che a settembre sarem-

mo tornati sui luoghi nella speranza di trovare una situazione visibilmente migliorata e che avremmo inviato un dossier al Sindaco”.I “democratici” sono tornati su quei luoghi di degrado e la situazione non l’hanno, ovviamen-te, trovata, migliore, anzi… Allora, detto, fatto.

Il PD invia il dossier, ripetiamo, con tan-to di foto e avver-te: “come potrà lei stesso rilevare dalla nostra documenta-zione (che è solo “a campione”), le inadempienze sono tante e di tale gra-vità da costituire si-tuazioni di pericolo permanente (mesi e mesi) per interventi non eseguiti di ma-nutenzione e di ri-pristino di minima o modestissima entità. Quindi, nessun alibi economico. Si tratta invece di una situazio-ne fuori controllo, in

cui i dirigenti comunali non dispongono e gli assessori ed il Sindaco non controllano. Di solito conseguentemente, in situazioni di questo genere, gli uffici legali sono inondati da richieste di cittadini danneggiati e... la comunità PAGA. Basta”.Da qui, in conclusione, la minaccia di adire an-che sedi non politiche: “Con la presente, il PD notifica il proprio intendimento di procedere in ogni sede, non solo quelle politiche, per chie-dere che i responsabili di tanta “irresponsabili-tà”, siano chiamati a risarcire personalmente i danni procurati per il mancato esercizio delle funzioni per cui sono retribuiti o per cui sono stati eletti”. Attendiamo, ovviamente, una presa di posizio-ne del sindaco, in considerazione del dossier dettagliato inviatogli dai pidiessini aversani.Meglio sarebbe, una risposta concreta, coi fatti, come tanto piacciono al nostro “Mimmo citta-dino”.

Il Partito Democratico aversano lancia l’ultimatum a CiaramellaIl PD minaccia di procedere in tutte le sedi, non solo politiche, per chiedere che i responsabili dell’attuale sfascio risarciscano i danni causati alla città

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Nella foto: MarianoD’Amore

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AVERSA18

Pdi

GiuseppeLauria

CorrispondenteBloq Magazine

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rima di parlare nuovamente di rimpasto in giun-ta pretendo che si tracci prima un programma delle cose da fare in questo ultimo anno e mez-zo di amministrazione”.Domenico Ciaramella, sindaco azzurro di Aversa, detta i tempi di quello che sarà un mini rimpasto considerato che saranno pochi, anzi pochissimi gli aggiustamenti che saranno fatti.“Abbiamo fatto –riprende il primo cittadino- passi avanti in questo senso. Non abbiamo al-cuna intenzione di dare vita ad un Ciaramella quater. Vogliamo solo andare incontro ad esi-genze di qualche partito politico e ad aspira-zioni di qualche consigliere.Ma ho anteposto ai cambiamenti la redazione di un programma delle cose da fare”.“In queste settimane –ha dichiarato Ciaramella- ho avuto incontri, prima faccia a faccia e poi collegialmente, con tutti gli assessori.Alla fine sono venute fuori quattro pagine fit-te di appunti di cose da fare non solo fino al 2012, ma anche per quella che sarà la prossima amministrazione.Ora intendiamo rendere partecipi anche le for-ze politiche. Solo allora, ripeto, potremo parla-re di modifiche in giunta”.A questo punto Ciaramella spiega anche il perché di questa condizione: “Solo quando avremo deciso cosa fare per questo scorcio di

consiliatura, riusciremo a scegliere chi dovrà entrare in giunta, perché sceglieremo in base al contributo che possono dare”.“Mi rendo conto –ha proseguito il sindaco- che i consiglieri hanno fatto non pochi sforzi e sa-crifici per essere eletti.Prendere centinaia di voti non è uno scherzo, prendo in considerazione le loro richieste, ma devono essere i partiti a fare da tramite, sono loro che devono far capire cosa vogliono fare in questo futuro prossimo.Sotto mano c’è un programma a breve da attua-re in questo ultimo anno e mezzo e tante cose che possono essere utilizzate per redigere un programma elettorale a partire dal 2012”.Insomma, nomi? “Non me li chieda. Oggi non possono esserci i nomi.Questi verranno solo dopo che le forze politi-che che compongono la coalizione che io gui-do avranno individuato le cose da fare.Solo quando sapremo cosa fare, infatti, sceglie-remo le persone che hanno maggiori attitudini per trasformarle in realtà, per realizzarle.In questo senso voglio evidenziare che anche si si propone e poi si vedrà scartato, capirà che non è una questione di simpatia e antipatia, ma di capacità di realizzare delle cose piuttosto che altre e non si dispiacerà per essere stato scartato”.

Il sindaco Mimmo Ciaramella si “confessa” al nostro inviato

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Al via i lavori per la realizzazione dei marciapiedi in via Piave

Cominciati i la-vori per la re-alizzazione di

un marciapiede in via Piave. Ad annunciarlo il consigliere delegato alle periferie Adolfo Giglio, che spiega: “In seguito a diverse ri-chieste di cittadini, ab-biamo messo in essere questa tipologia di in-tervento. In via Piave stiamo realizzando un marciapiede lungo l’intera stradina che porta in Savi-gnano, facendo così in modo da garantire ai pedoni un tranquillo passeggio e impedendo contestualmen-te alle auto di sostare in maniera impropria”.

Iniziano i lavori anche in via Atellana

“Sono cominciati i lavori per la realizzazione di uno spartitraffico sull’incrocio di via dell’Ar-cheologia e Via Atellana”. Ad annunciarlo,

anche questa volta, il consigliere delegato alle periferie Adolfo Giglio che continua: “in seguito a diverse richie-ste di cittadini, abbiamo programmato questa tipologia di intervento. Si sono verificati, infatti, alcuni incidenti stradali con la conseguente richiesta dei residenti a che la zona venisse messa in sicurezza. In via Madonna dell’Olio, inoltre, – prosegue Giglio – interverremo per realizzare il prolungamento di un marciapiede che co-steggerà l’intera strada ed anche in quel tratto è previsto uno spartitraffico per la regolamentazione del traffico e la sicurezza dei pedoni”. “Queste sono solo alcuni degli interventi programmati da quest’Amministrazio-ne – ha detto il Sindaco di Aversa Domenico Ciaramel-la- per le periferie a dimostrazione dell’attenzione che la nostra amministrazione ha nei riguardi ti tutta Città, comprese, appunto, le periferie”.

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opo anni di anarchia non si pote-va volere di più. Andiamo molto meglio rispetto alla gestione del Consorzio e i risultati sono sotto gli occhi di tutti”. Luciano Lucia-no, assessore all’igiene urbana

del comune di Aversa, è visibilmente soddisfatto per quanto sta avvenendo nel settore di propria competenza dopo che, da oramai un paio di set-timane, la Senesi, società che si è aggiudicata la relativa gara, è subentrata al Consorzio Unico di Bacino per le province di Napoli e Caserta, dopo una telenovela sul passaggio di cantiere tra i due soggetti durata diversi mesi, nonostante l’intervento diretto della prefettura casertana.Per l’assessore, inoltre: “Ogni giorno la raccolta si svolge in maniera regolare, lo spazzamento delle strade avviene sia in maniera manuale che meccanica ed anche gli ingombranti vengono prelevati con regolarità”.Insomma, Aversa, anche a dispetto della nuo-va (ma era mai terminata?) emergenza rifiuti a Napoli, sta vivendo un momento di “normalità” che non viveva da tempo.Anche se, occorre dirlo e sottolinearlo: gli aversa-ni non aiutano affatto considerato che continua-no a depositare sacchetti ovunque e a qualsiasi ora. Un esempio per tutti: nella strada nei pressi del “ponte di Cesa”, dove vi è una sottostazione ferroviaria, non si fa in tempo a rimuovere con le ruspe i sacchetti e i rifiuti ingombranti che ne ricompaiono altrettanti.Inutile parlare di controlli, anche perché ne-cessiterebbero tantissimi uomini per 24 ore al

giorno praticamente in ogni angolo della città. Insomma, ci può salvare solo la sensibilità di noi aversani ed allora … siamo molto preoccupati da questo punto di vista.“In questi ultimi giorni –ha continuato da parte sua l’esponente dell’esecutivo guidato dal sin-daco Mimmo Ciaramella- stiamo tenendo con-tinue riunioni con la Senesi per mettere a punto il servizio man mano che andiamo avanti, pianificando ogni cosa”.In questo senso, per quanto riguar-da la raccolta differenziata “porta a porta” Luciano detta i tempi e ne colloca l’inizio al prossimo mese di dicembre.“Per la raccolta porta a porta –af-ferma, infatti, il rappresentante del Popolo della Libertà- necessita il completamento delle due isole eco-logiche.Quella di via Perugia sarà comple-tata entro quindici giorni, mentre per quella della zona Cappuccini i lavori hanno avuto inizio da un paio di settimane e dovrebbero terminare a cavallo tra novembre e dicembre prossimo”.Luciano, poi, non dimentica tutte le fibrillazioni tra i 106 addetti al cantiere di Aversa e conclude: “Gli operatori sono più sereni. Hanno ricevuto le spettanze di agosto, mentre stiamo facendo pressioni per fare in modo che ricevano, anche con l’intervento della prefettura, tutto quanto ancora loro dovuto”.

AVERSA 19

diLiviaFattore

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Luciano Luciano soddisfatto del lavoro fin qui svolto dalla SenesiPer Luciano: “Ogni giorno la raccolta si svolge in maniera regolare, lo spazzamento delle strade e la raccolta degli ingombranti avviene con regolarità”

Per quantoriguarda laraccoltadifferenziata“porta a porta”Luciano detta i tempi e ne colloca l’inizio al prossimo mese di dicembre

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EDITORIA20

Don Michele Salato, parroco di S. Audeno alla Trinità, ha pubblicato: “Audeno. Il Santo dei Normanni nella città di Aversa”.L’opuscolo, dal chiaro intento divulgativo, è de-dicato per il cinquantesimo della sua ordinazio-ne sacerdotale, al Vescovo Mario Milano che, plaudendo all’iniziativa, sottolinea l’intenzione di stimolare “una fervida devozione al Santo Ve-scovo, la cui vita non è molto conosciuta dal nostro popolo”. Il libro, alla presenza di Mons. Paolo Dell’Aversana, il Vicario generale della diocesi di Aversa, è stato presentato nella splendi-da cornice del Salone Ro-mano dal Padre Fiorenzo Mastroianni, direttore

del Centro Produ-zione della Teledif-fusione di Napoli, il quale, con una dotta e particolareggiata relazione, di forte spessore storico e culturale, oltre ad elogiare la pubbli-cazione per la sua caratteristica scien-tifica e giornalistica, ha messo in eviden-za che i santi sono “teologia del vissuto”, perché, essendo la loro vita una sorta di parabola, invitano gli uomini ad “essere scelta morale” e quindi ad impegnarsi a fare il bene, che è la mis-sione per la quale il Signore ci ha voluti su questa terra.Il libro, introdotto dall’ Assessore alla Cul-tura, con foto di Giuseppe Ferrara, è un’ul-

teriore sottolineatura del forte legame che c’è tra Aversa, i Normanni e Sant’ Audeno, che , donando alla chiesa di Rouen tutti i beni avuti in eredità, fu esempio di francescana povertà, avendo scelto di “essere povero di una povertà estrema”!Non a caso Don Michele nella prefazione, ri-cordando che l’anima cristiana dei Normanni., custodita dalla chiesa locale, ha generato nei secoli cultura, arte e vita, indica Sant’Audeno come “un vescovo che ancora oggi proclama

che la vita raggiunge il suo centro, il suo senso e la sua pienezza quando viene donata” nel com-pleto disinteresse per le cose terrene. Il testo, suddiviso in agili capitoli, passa in bre-ve rassegna l’espansione normanna in Europa e in Italia, dando conto delle caratteristiche del dominio normanno nel nostro mezzogiorno ed Aversa nei duecento anni che corrono dall’anno mille fino al milleduecento.Poi l’attenzione del parroco, che si è avvalso del-la collaborazione del Prof. Raffaele Maddalena,

si sposta sulla Diocesi e sulla Cattedrale di San Paolo per giungere ad una storia sintetica del-la vita di Sant’Audeno con l’illustrazione delle tappe fondamentali del suo percorso esistenzia-le che incrocia la storia della Diocesi di Rouen, di cui pubblica la cro-notassi dei Vescovi fino a Sant’Audeno, decedu-to il 24/08/1684, dopo quaranta anni di fecon-do episcopato.Quindi è illustrata una microstoria della chiesa di Sant’Audeno le cui

prime notizie risalgono a Novembre 1202, in una citazione delle “pergamene delle donazioni del capitolo Cattedrale”, per cui Don Michele ipotizza che la Trinità “per anzianità è seconda solo a Santa Maria a Piazza”.Infine è data notizia delle altre parrocchie intito-late a Sant’Audeno in Italia, è pubblicato l’Inno al Santo, composto – parole e musica – dal par-roco, prima di concludersi con una abbondante bibliografia , che è certamente di stimolo per ul-teriori approfondimenti su Normanni e Sant’Au-deno.In conclusione anche questo lavoro può essere un mezzo per superare quella forma, oggi tanto diffusa, di povertà spirituale e culturale, nonché morale, per vincere la quale siamo chiamati tut-ti a dare il nostro contributo, anche se spesso sembriamo distratti e indaffarati in altre effimere occupazioni.

Pubblicato: “Audeno. Il Santo dei Normanni nella città di Aversa”

Sant’ Audenodonando alla

chiesa di Rouentutti i beni avuti

in eredità, fuesempio di

francescanapovertà, avendo scelto di “essere

povero di unapovertà estrema”

L’opuscolo, dal chiaro intento divulgativo, è dedicato per il cinquantesimo della sua ordinazione sacerdotale, al Vescovo di Aversa Mario Milano

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diGiuseppe

Diana

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AVERSA 21

a curadellaRedazione

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a Polizia Municipale di Aversa ha eseguito negli ultimi tempi di-versi controlli a pubblici esercizi in materia di rispetto degli orari di chiusura. I controlli sono sta-ti eseguiti da sette Agenti ed un

Tenente, coordinati dal Comandante, Stefano Guarino. Sono state applicate varie sanzioni per mancato rispetto dell’orario di chiusura, in Via Salvo D’Acquisto e in Piazza Municipio che, di notte si presenta, in alcuni giorni della settima-na, gremita di giovani.Il controllo ha riguardato anche la zona sud, interessata al fenomeno “movida” ma la zona si presentava più tranquilla rispetto al recente-passato.Vari esercizi sono stati sanzionati anche per il mancato sgombero dei locali una volta giunta l’ora della chiusura. Alcuni esercizi sono stati sanzionati perché, dopo la mezzanotte, teneva-no attiva la diffusione musicale.Infine vari esercizi sono stati sanzionati perché

occupavano la strada con suppellettili e meri va-rie. Nel complesso sono state applicate sanzioni per l’importo di svariate migliaia di euro.Si ricorda che, ad oggi, gli orari dei pubblici esercizi sono disciplinati dall’ordinanza del Sin-daco n. 159 del 3/10/2006 che prevede nei gior-ni infrasettimanali per i bar l’apertura fino alle ore 24,00. I ristoranti possono prorogare fino all’1. Il sabato, infine, è prevista l’apertura fino all’1 anche per i bar.

I Vigili effettuano i controlli per far rispettare l’orario di chiusura

L

Partita la campagna di prevenzione contro l’influenza stagionale

‘ partita la campagna di sensibiliz-zazione per la prevenzione contro l’influenza a cura dell’assessorato per la salute guidato dall’assessore Vincenzo Lanzetta.“Con un manifesto murale – spiega

Lanzetta- abbiamo fatto nostra la nota del Ministero della Salute, Dipartimento della Prevenzione e Co-municazione, in merito all’ informativa per la pre-venzione ed il controllo dell’epidemia stagionale d’influenza 2010/2011.La campagna di vaccinazione stagionale, che parti-rà a breve, è promossa dal Servizio sanitario nazio-nale ed è rivolta principalmente ai soggetti classifi-cati e individuati a rischio di complicanze severe, e a volte letali, in caso contraggano l’influenza ed alle persone non a rischio che svolgano attività di particolare valenza sociale. Per ulteriori chiarimen-ti – conclude Lanzetta- i cittadini possono rivolgersi (come dalla Circolare Ministeriale) ai medici di me-dicina generale ed ai pediatri di libera scelta”.

a curadellaRedazione

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AVERSA22

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Ia cura

dellaRedazione

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n occasione della ricorrenza di san Michele Ar-cangelo, la Polizia di Stato ha festeggiato il pro-prio patrono con una cerimonia religiosa nella cattedrale di San Paolo ad Aversa.Il rito è stato officiato dall’arcivescovo-vescovo della diocesi di Aversa S.E.Mons. Mario Mila-no e da don Claudio Nutrito, cappellano della polizia di Stato, alla presenza del prefetto di Ca-serta, Ezio Monaco, del questore Guido Niccolo Longo, e del Sindaco di Aversa Domenico Cia-ramella. “La scelta di celebrare la ricorrenza del San Michele Arcangelo, protettore della Polizia di Stato, ad Aversa, ci ha onorato”.Ha detto il Sindaco di Aversa Domenico Cia-ramella ed ancora: “La volontà degli uomini e le donne della Polizia di Stato di manifestare la vicinanza del Corpo al nostro territorio per atte-stare i valori della legalità e del vivere civile ha onorato il nostro territorio, i nostri cittadini e ha sottolineato il nostro lavoro, accanto alla Polizia ed alle forze dell’ordine tutte, della ricerca della legalità”.

La Festa della Polizia di Stato nella Cattedrale di San Paolo

Ga cura

dellaRedazione

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rande successo per la consegna del riconosci-mento per i militari aversani che hanno svolto missioni di pace all’estero.L’amministrazione comunale, guidata dal sin-daco Domenico Ciaramella, infatti, ha deci-so di riconoscere ad ogni militare di ordine e grado, residente ad Aversa, che sia stato impiegato in missioni di pace all’estero, una medaglia ed una pergamena come segno di riconoscimento ed di gratitudine, per l’esem-plare impegno dato in territori lontani, per il ripristino e il mantenimento della pace e del-la legalità.A premiare i militari aversani, nell’aula con-siliare gremita di pubblico, il Sindaco Do-menico Ciaramella, il consigliere comunale Michele Galluccio, promotore dell’evento, il generale Massimo Cagnazzo, il generale Vit-tiglio, vice comandante della Brigata Garibal-di e il Capitano Carluccio del 46° reggimento trasmissioni di Nocera.

Consegnate le medaglie ai militari impegnati in missioni di pace

Foto Umberto Cascella

Foto Umberto Cascella

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24 SOCIETA’

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I media italianioscurano il Movimentoa 5 stelle di Beppe Grillo

diFrancescoDamiano

CorrispondenteBloq Magazine

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Non credo che in Italia vi sia un regime che blocchi le notizie scomode. Ne discutemmo già in passa-

to su queste pagine, e ritengo ancora che in un modo o nell’altro le notizie nel nostro Paese riescano a circolare, nonostante il fastidio evidente dei po-tenti per le voci libere.Va sottolineato, però, come nella no-stra Nazione gli organi di informazio-ni istituzionali più importanti (Rai e Mediaset) provino una idiosincrasia evidente nei confronti dei fenomeni sociali nuovi: fastidio dettato, pro-babilmente, anche dall’incapacità di poter e saper approcciare materie

sconosciute, differente dal solito, ras-sicurante, teatrino della politica ita-liana. Non si spiegherebbe altrimenti il qua-si totale silenzio ed oscuramento che ha circondato la manifestazione tenu-tasi il 25 e 26 Settembre a Cesena, il Woodstoock 5 Stelle.Per i più distratti tra voi cari lettori (ma come biasimarvi?), va ricordato che il Movimento 5 Stelle è il grup-po politico-sociale fondato da Beppe Grillo.Ebbene, nel weekend di fine settembre si è tenuta in Emilia Romagna una due giorni di musica e socialità variopinta che ha richiamato da tutt’Italia oltre

100.000 giovani, accorsi per ascolta-re buona musica (Daniele Silvestri, Max Gazzè, Fabri Fibra ed altri) e a partecipare a dibattiti pubblici. E i media nazionali? Quei media sem-pre pronti a raccontare dettagliata-mente l’annuale raduno a Pontida della Lega Nord, con tanto di battesi-mi con l’acqua del Po, dov’erano?Quei media che pendono dalle lab-bra di chi puntualmente fa sfregio del tricolore o elegge la Miss Padania di turno? Silenzio totale. D’Altronde bisogna pur capirli i vari Minzolini, Fede e compagnia: troppo facinorosi Beppe Grillo e Dario Fò per trovare spazio nei loro “imparzia-

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li” telegiornali. Vuoi mettere l’eleganza di Borghezio o la raffinatezza del Calderoni di turno, cui dedicare tempo e attenzioni? Dunque, a parte qualche accenno da parte di Mentana e Santoro, buio assoluto. Ma, a prescindere dalle idee di Grillo, condivisibili o meno, 100.000 ragazzi che si muovono per partecipare a dibat-titi e discussioni pubbliche meriterebbero attenzione. Tra l’altro, il movimento 5 Stelle sta assumendo proporzioni notevoli. Alle ultime elezioni regionali, pur essendosi pre-sentato in sole 5 regioni, il movimento è stato in grado di raccogliere oltre 500.000 voti. Quello stesso Movimento 5 stelle che, proprio alle scorse elezioni regionali, ha dato un clamoroso esempio di cosa voglia dire fare politica solo perché si crede in delle idee, e non in vecchie ideologie.Idee forse non sempre condivisibili, ma che meritano di sicuro rispetto: il rispetto che si deve a chi ha avuto il coraggio e la forza di rinunciare (caso unico in Italia) ai rimborsi elettorali che spettavano per legge (quasi 2 mi-lioni di euro).Ma ve li immaginate, cari lettori, i nostri famelici politici a rinunciare a danaro pubblico?E invece alcuni giornalisti preferiscono leggere la solita dichiarazione di Gasparri e Franceschini. Troppo comodo continuare a fare fuffa senza mai parlare di cose concrete. Nel programma del Movimento 5 Stelle si parla invece di fatti, di problematiche reali, come del no alla privatizza-zione dell’acqua, come dei giornali senza finanziamento pubblico, come del no alle centrali nucleari, come del ri-sparmio energetico.Forse non tutte le proposte saranno condivisibili, ma al-meno si parla di fatti veri, reali. Ma per capire, invece, quanto conti per i politici italiani il parere dei cittadini, basta un dato.C’è una proposta di legge per la quale sono state raccolte milioni di firme, ed è una proposta per nuova legge elettorale che prevede, nell’ordine: a) scelta diretta del proprio candidato; b) impossibilità di rimanere in parlamento per più di due mandati; c) divieto per gli inquisiti di candidarsi. Sono proposte che sono di una semplicità ed ovvietà disarmanti, che hanno trovato l’appoggio di una marea di persone,

di destra come di sinistra. Ebbene, nonostante le firme re-golarmente depositate, nessuno dei nostri politicanti si è preso ancora la briga (come, invece, la legge imporrebbe) di iniziare a discutere di tali proposte, venute, ribadiamo, dal basso.Il fastidio evidente del potere per chi prova smuovere le acque è evidente. Provare a nascondere il fermento che si muove nella società aiuta i potenti a credere di potercontinuare a detenere il potere indisturbati.Ma attenzione, la storia insegna che certi fenomeni che nasco-no dalla insoddisfazioni generale, per quanto oscurati, crescono comunque. Nel 1989, a seguito dell’atto costitu-tivo della Lega Nord, al primo comizio di un certo Bossi c’era-no solo 500 perso-ne. I media facevano a gara per nascondere l’impresentabile senatur lumbard; e quando solo un certo Santoro (pensa un po’) iniziava a dargli visibilità, i sorrisini ironici e lo scettici-smo dilagavano. Quello stes-so scetticismo e fastidio che circondano oggi Grillo e la sua gente. Ma le istanze che vengono dal basso non si possono fermare. La sto-

ria ce l’ha insegnato già altre volte nel

passato recente e remoto.

Centinaia di Meetup di Amici di Beppe Grillo sono stati creati in grandi e piccole città ital-iane, tra i commenti acidi dei soliti“disincantati” dalla vita che hannoliquidato, come loro costume, un movimento popolare “nato dalla base” come fenomeno destinato a durare poco...Parole già sentite nel passato...

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LETTERE AL DIRETTORE26

Cdi

PiaPangese

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aro Direttore, credo che anche tu, come tutti i cittadini bene informati, abbia saputo della ser-rata delle farmacie ché, non avendo ricevuto quanto dovuto dalla Regione, non intendono più dare medicinali se non a pagamento.E poiché sembra che il buco nero dei debiti far-maceutici della Regione Campania, che non ha i soldi per affrontare nemmeno le spese correnti, sia diventata una voragine incolmabile: c’è poco da stare allegri!Intanto bisogna osservare che ormai le medici-ne gratis sono diventate veramente - e da molti anni – una merce rara, per cui non si compren-de troppo quali siano gli ulteriori danni, oltre a quelli già fatti abbondantemente, che la gran parte della popolazione subirà da questa im-

provvida decisione.Ma, se è vero che in via di principio generale, chi lavora ha diritto ad essere pagato e quindi ben fa ad incrociare le braccia se alla prestazione non segue il corrispettivo, è altrettanto vero che qui siamo di fronte a un settore davvero molto delicato, perché ne va della salute della gente e, segna-tamente, della povera gen-te, cioè di quelli che sono oggettivamente ammalati e degli…anziani, sempre più poveri e non solo di tasca! Inutile dire che ai sensi dell’ art. 32 della Costituzione il

diritto alla salute costituisce un fondamentale diritto dell’individuo e interes-se della collettività.Non a caso la legge 833/78 ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale, definito come complesso di funzione, servizi e attività destinate alla pro-mozione, al mantenimento e al recupero della salute di tutta la popolazione, senza distinzione alcuna.E ancora la stessa legge consente di affrontare i problemi relativi alla garanzia di cure gratuite per gli indigenti, essendo considerato la salute come diritto sociale e quindi posto in armonia con il disposto dell’art. 2086 del Codice Civile in materia di responsabilità extracontrattuale.Se tutto questo è vero, ma in Italia ormai i dirit-ti, anche quelli costituzionalmente sanciti sono diventati un’opinione variabile ad ogni soffio di

vento politico, dal momento che nessuno se ne cura, bisogna chiamare… la Protezione Civile! Questo è un settore di attività divenuto sempre più popolare, a causa della ricorrenza di eventi calamitosi.Ma si tratta di una struttura poco conosciu-ta. Caro Direttore non sto scherzando affatto, perchè, se ogni volta che c’è un evento, dove il volume degli affari stanziati per affrontarlo è consistente, lo stato – o chi per esso – chiama Bertolaso, non è da escludere che anche questa ”catastrofe” possa essere affrontata dalla Prote-zione Civile, data l’ingente entità delle somme occorrenti per ripianare i debiti farmaceutici. D’altra parte, ti risulta che esiste anche “il diritto sanitario nella Protezione Civile”?Infatti, l’art. 11 della legge 125/92, istitutiva del Servizio Nazionale della Protezione Civile, espressamente evidenzia tra le strutture di quel servizio la Protezione Civile intesa come salva-guardia della vita, oltre che dei beni, degli inse-diamenti e dell’ambiente dai danni derivanti da calamità, catastrofi od altri eventi calamitosi, co-ordinando gli enti preposti al fine di dare un’ur-gente risposta alle istanze dei cittadini durante un’emergenza per affrontare le difficoltà che ne derivano e che ostacolano il soddisfacimento umano dei bisogni quotidiani.E qual è, secondo te, il bisogno più urgente per un ammalato se non quello di essere curato, con i farmaci necessari a fargli recuperare la salute?Ora, se l’organizzazione dei soccorsi sanitari du-rante una catastrofe rappresenta uno dei fattori strategici e di prova di ogni sistema di emergen-za territoriale, come è stato per la “monneza” a Napoli - si fa per dire, visto che è ancora là - così può esserlo per l’emergenza farmaci. Altrimenti come si farà ad intendere la salute come diritto sociale?Come si potrà assicurare l’uguaglianza dei cit-tadini nei confronti del servizio sanitario nazio-nale senza distinzioni di condizioni individuali o sociali?E come si farà a mantenere o recuperare la salu-te fisica di tutta la popolazione se dovesse aver bisogno di farmaci che non vengono erogati?È ancora vero che il diritto alla salute non è su-scettibile di affievolimento, non cede di fronte alle esigenze della collettività e non degrada ad interesse legittimo?Se me lo concedi caro Direttore ho qualche atroce dubbio in proposito. Intanto ricevi i miei più cari saluti… farmaceutici!

Dopo la serrata delle farmacierivolgetevi alla Protezione Civile

Siamo di frontead una

problematicadavvero molto

delicata, perchéne va della

salute della gente e, segnatamente, della

povera gente, cioè di quelliche sono

oggettivamenteammalati e deglianziani, sempre

più poveri enon solodi tasca!

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AVERSA 27

a curadellaRedazione

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n weekend all’insegna della Ros-sa di Maranello quello organizza-to la settimana scorsa ad Aversa dall’assessorato allo sport guidato dall’assessore Aniello De Cristofa-ro. Per il secondo anno consecuti-

vo piazza Municipio ha ospitato il raduno delle Ferrari. Si è cominciato il 2 ottobre con l’arrivo delle ‘rosse’ in piazza dove la manifestazione è proseguita con una mostra statica. La sfilata per le vie cittadine ha visto la partecipazione di persone diversamente abili che hanno avuto la possibilità di viaggiare a bordo delle splendide vetture; infine, sempre il due ottobre c’è stata la sfilata notturna nel centro storico. Il 3 ottobre si è tenuta la prova spettacolo nel piazzale dell’ip-podromo ‘Cirigliano’; seguita dalla sfilata per le strade con arrivo a Piazza Municipio e premia-zione finale. Grande conclusione in serata dove si è tenuto il concerto dei Fagnoni con la parte-cipazione del tenore Pietro Quirino. I Fagnoni hanno messo in scena uno spettacolo di canzoni

classiche napoletane. “Grazie al grande succes-so ottenuto lo scorso anno – ha detto l’assessore De Cristofaro- quest’anno ci siamo ripetuti con una due giorni all’insegna delle Ferrari. Un vivo ringraziamento per la collaborazione al Rom-bo Team di Napoli, al Ferrari Club ‘ Passione Rossa’ di Roma, al Touring Club Italiano ed alla Protezione Civile di Aversa”.

Per un weekend è ritornatoad Aversa il “rosso Ferrari”

U

Gli scout dell’Agesci Aversa I festeggiano il 61esimo anno

artono per il sessantunesimo anno gli scout aversani dell’Age-sci, Gruppo Aversa I, per vivere il loro anno sociale con la gioia di sempre. L’appuntamento era per domenica scorsa, 3 ottobre, pres-

so la loro sede di via Corcione, la base scout cre-ata su uno standard concesso all’Associazione dall’amministrazione comunale.Ragazzi dagli otto anni sino a tanti adulti, ben 120, si sono ritrovati per rinnovare la loro gio-ia di vita secondo i dettami del fondatore Ba-den Powell. Capogruppo l’ingegnere Federico De Chiara, decano, per i decennio trascorsi nell’Agesci il veterinario Antonio Rosselli, ol-tre a tanti altri condurranno sul sentiero della crescita i giovani aversani che hanno scelto il Gruppo Aversa I dell’Agesci.Si, Aversa I, perché, in questi sessanta anni di storia dello scoutismo aversano, è nato anche un altro Gruppo, Aversa II, altrettanto numeroso

e attivo. Nel quadro delle attività del sessantesi-mo anniversario, il campo estivo che si è tenuto nello scorso mese di luglio si è tenuto sulle vette della Camosciara, nel cuore del Parco Naziona-le di Abruzzo, Lazio e Molise, così come avven-ne sessanta anni fa, con il primo campo degli scout aversani, allora non Agesci (Associazione Guida e Scout Cattolici Aversani), ma Asci (As-sociazione Scout Cattolici Italiani), in-somma, solo uomini, secondi i dettami dei tempi, ora superati con le donne, ovviamente, equiparate in tutto e per tutto agli uomini.Tra le iniziative in programma, una mostra che metterà a confronto diversi scout dei decenni passati con la loro si-tuazione attuale.Ai giovani lupetti, coccinelle, esplora-tori, guide, rover e scolte dell’Aversa I un “buona caccia” e “buona strada” da una “vecchia” ex guida.

diLiviaFattore

CorrispondenteBloq Magazine

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AMBIENTE28

Idi

AlessandroGatto

Presidente delWWF Campania

l WWF dice un forte NO alla discarica che si vorrebbe realizzare nel cuore di una delle più importanti aree protette d’Italia: il Parco Nazionale del Vesuvio.Il WWF ribadisce il NO chiaro e netto – dichiara Ales-sandro Gatto, Presidente del WWF Campania - a questo modo di affrontare il problema dei rifiuti in Campania. Il NO a tutte le discariche dei rifiuti tal quali (cioè indif-ferenziati) che si vorrebbero ancora realizzare in tutto il meraviglioso territorio della Regione Campania.I SI del WWF sono, invece: - SI ad un piano strategico regionale per la riduzione dei rifiuti a monte: RICICLARE E’ BENE, RIDURRE E’ MEGLIO !- SI allo sviluppo ed alla massima implementazione della raccolta differenziata finalizzata esclusivamente al riciclaggio della materia.- SI agli impianti (compostatori, biofermentatori o misti) per il trattamento e la trasformazione dei rifiuti biode-gradabili (la frazione umida o cosiddetto organico) in fertilizzante o ammendante utile per l’agricoltura o per l’ingegneria naturalistica.- SI al trattamento “a freddo” della minima frazione resi-duale dal processo suddescritto dei rifiuti, evitando ogni forma di incenerimento/gassificazione.Un altro piano per risolvere l’annoso problema dei rifiu-ti in Campania è possibile, basta che gli Amministratori regionali, provinciali e comunali cambino radicalmen-te l’iter seguito fino ad oggi. Non si può pensare più di andare avanti pensando di sotterrare i nostri scarti o peggio di bruciarli.E’ semplicemente assurdo pensare di realizzare una nuova discarica nel Parco Nazionale del Ve-suvio E’ folle realizzare una nuova discarica di ri-fiuti tal quali in un Parco Nazionale che per defi-nizione dovrebbe tutelare la Natura e l’ambiente. Siamo di nuovo in pericolo di una nuova emergenza rifiuti in Campania, perchè dopo aver “risolto” il pro-blema predisponendo qualche nuova discarica del tal quale non si è pensato a fare altro. Di riduzione dei rifiuti non se ne parla neppure, anche se questo sistema potrebbe, se ben applicato, portare dei vantaggi si-curamente sorprendenti (riduzione anche del 15-20% del totale dei rifiuti). La raccolta differenziata, rivolta al riciclaggio della materia, è ancora ferma a percentuali bassissime, anche se ci sono delle re-altà virtuose non solo dei piccoli centri ma anche di alcune zone di Napoli, Ma non basta, a quanto pare. L’inceneritore di Acerra funziona poco e male ed è sbagliato continuare a puntare su questo tipo di im-piantistica inquinante. Gli impianti che servirebbe-ro subito sono gli impianti di compostaggio per il trattamento della frazione umida (biodegradabile) dei ri-fiuti solidi urbani. Per il WWF sarebbe auspicabile anche un’impiantistica differenziata per il trattamento della fra-

zione umida, ossia impianti di compostaggio ed impianti di biofermentazione anaerobica che lavorano in assenza di ossigeno, producendo biogas da utilizzare per pro-durre energia. In altre parole si dovrebbe mettere se-riamente mano ad un piano che la Regione Campania e tutti i cittadini aspettano ormai da decenni. Invece siamo alle solite: aprire nuove discariche per scongiu-rare l’emergenza. Ma sono oltre 20 anni che andiamo avanti così. Non ne possiamo più! Per questo il WWF chiede un cambiamento di strategia.Si deve passare dal mito dell’incenerimento ad un si-stema di gestione sostenibile. Realizzare gli impianti di compostaggio/biofermentazione dei rifiuti organici ed aumentare la raccolta differenziata rivolta al riciclaggio della materia.Da tanti, troppi anni, in Campania, quando si parla di ri-fiuti, si discute solo dello stadio finale dello smaltimen-to. Cioè quando i rifiuti sono accumulati per strada e si deve provvedere alla raccolta ed al trasferimento degli stessi per toglierli, giustamente, dagli ambienti urbani. Si tratta di un modo di ragionare assurdo, improduttivo e fuorviante, che ha generato finora le tante emergenze catastrofiche di questi ultimi anni, senza mai risolvere seriamente l’emergenza che dura ormai dal febbraio 1994. La nostra società ha pensato di sbarazzarsi dei rifiuti stipandoli nelle discariche e sotterrandoli, oggi si insegue il mito dell’incenerimento, sperando che i rifiuti possano sparire d’incanto. Ma in natura nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma! L’unica solu-zione realmente efficace è: attuare una seria e sistemica politica dei materiali, fondata sulla riduzione della pro-duzione di rifiuti e sul recupero di materia attraverso la selezione alla fonte. Solo dopo aver definito ed attua-to raccolta differenziata spinta si potrà discutere dello smaltimento della quota residuale dei rifiuti: e si scopri-rà che un inceneritore crea più problemi di quanti ne risolva: irrisoria produzione di energia, inquinamento di acqua, aria e suolo, contributo all’aumento dei gas climalteranti. «Il WWF ha denunciato da molti anni l’inefficacia delle politiche commissariali e sollecitato il passaggio delle competenze alla Regione, Province e Comuni. Inoltre si deve realizzare ancora un anello importantissimo del cosiddetto “ciclo integrato dei rifiu-ti” rappresentato dagli impianti per il trattamento della frazione umida dei nostri rifiuti. Si parla di impianti di compostaggio, se la biofermentazione avviene sempre in presenza di ossigeno; di impianti biodigestori anae-robi se la fermentazione avviene sempre in assenza di ossigeno e di forme miste (ad es. compogas) se le linee di trasformazione sono integrate dalle due tipologie di bioprocesso suddette. In altre parole, in Campania abbiamo assolutamente bisogno innanzitutto di questi tipi di impianti per poter affrontare seriamente e serena-mente il futuro dello smaltimento dei rifiuti.

Il WWF contro la nuova e tantocontestata discarica sul Vesuvio E’ folle realizzare una nuova discarica di rifiuti “tal quali” in un Parco Nazionale che per definizione dovrebbe tutelare la Natura e l’ambiente

L’unica soluzione realmente efficace è attuare una seria e sistemica politica

dei materiali,fondata sulla

riduzione della produzione di

rifiuti e sulrecupero di

materiaattraverso la

selezionealla fonte

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SOCIETA’30

Adi

FrancescoDamiano

CorrispondenteBloq Magazine

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nno 2008, Hollywood : un bel film dei fratelli Co-hen, “ Non è un Paese per vecchi”, vince l’Oscar come miglior film dell’anno.Anno 2010, Italia: ci guardiamo tristemente attorno e non possiamo far altro che constatare: Il Nostro non è un paese per giovani.Sapete chi è l’uomo più famoso d’Inghilterra in questi giorni? Ed Milband. Un nome che, probabil-mente, vi dirà poco cari lettori. E però, la sua storia è molto interessante, ed è soprattutto emblematica di come funzionino le cose all’estero, e di come, al contrario, non funzionino in Italia. Dunque, questo giovanotto di appena 40 anni è il nuovo segretario del Partito Laburista Inglese (in Italia, per capirci, sarebbe il PD).Ebbene, il 40 enne Ed è divenuto segretario del più importante partito d’Inghilterra, battendo tra l’altro il fratello David, di soli 43 anni. Ecco, la giovane età dei protagonisti della politica inglese ci da’ l’esatta dimensione di che tipo di società sia quella britan-nica, soprattutto se confrontata alla geriatrica situa-zione italica. Attenzione, non pensiate che quello del giovane Ed sia un caso isolato. Il famosissimo ex Primo Ministro Inglese Tony Blair (amatissimo dai sudditi di sua maestà) divenne Premier per la prima volta a soli 44 anni, per poi lasciare dopo 10 anni la Presidenza del Consiglio. Dopo, stop.Finito con la politica. Il miglior Premier d’Inghil-terra, con un consenso personale da rockstar, ha detto basta, ritenendo fosse giusto lasciar spazio a personaggi più giovani il compito di dover guidare il Partito e la Nazione. Tutto questo a 54 anni.Noi, invece, abbiamo un Premier di 74 anni che, pur essendo al terzo mandato, si ritiene ancora assolutamente indispensabile per i destini della Patria. E il Presidente della Repubblica? Un gio-vanotto di appena 83 anni. Alla faccia dell’Italia che guarda ala futuro. In questi giorni di tempesta politica, per ricordare i tempi della pace all’interno del centrodestra, sui maggiori quotidiani italiani è comparsa spesso una foto.L’anno è il 1994, e ritrae l’organo direttivo dell’al-lora Polo della Libertà. Tutte belle e sorridenti ci sono cinque facce, facce nuove a quei tempi, che ci promettevano un futuro di prosperità e ricchezza: Berlusconi, Bossi, Buttiglione, Casini, Fini. Sono passati diciassette anni. I protagonisti di quella foto sono ancora tutti ancora là, imperterriti protagonisti della vita politica italiana. Riposizionatisi nel frat-

tempo, uno un po’ più a destra, l’altro un po’ più al centro, ma sempre attaccatissimi alla propria co-moda e remunerante poltrona.Ho fatto un semplice calcolo economico: in di-ciassette anni di legislatura, ognuno di questi ga-lantuomini ha intascato oltre tre milioni di euro solo come stipendio da parlamentare. Ma vi ren-dete conto? Tre milioni di euro sono uscite dalle nostre tasche per entrare in quelle di Buttiglione: e per cosa? E nell’altro schieramento, quello di cen-trosinistra, chi sono i personaggi che tirano le fila? Non sono forse sempre D’Alema e Veltroni, che già quindici anni fa’ si disputavano la segreteria dell’allora PDS? Avete presente l’Editto di France-schiello? “Facite ammuina”. Ecco cosa fanno i poli-tici italiani: si muovono, si spostano, fanno finta di litigare, ma alla fine restano sempre e comunque al proprio posto.La assoluta mancanza di moralità della classe po-litica italiana è dimostrata proprio da questi dati. All’estero una sorta di “ legge” non scritta impone , necessariamente, dopo un certo tot di anni, un ricambio dei quadri politici, siano essi perdenti o vincenti. Aznar in Spagna. Schroder in Germania. Blair in Inghilterra. Tutti politici che hanno guidato Governi importanti, anche molto popolari, ma che al termine del loro mandato hanno detto basta con la politica, senza patetici tentativi di ricollocazione o, peggio ancora, di auto-riciclaggio. Da noi, inve-ce, Rutelli perde le elezioni politiche nel 2001, e nel 2010 pretende ancora di essere protagonista del teatrino italico della politica, col suo micro partitino. E il Silvio Nazionale? Sconfitto già due volte ( 1996 e 2006), eppure pronto a ripresentarsi per la sesta ( sei) volta alle prossime elezioni. Ecco, questo è il quadro politico italiano. Uno scenario deprimente.Uno scenario che, purtroppo, si riflette inevitabil-mente nella vita sociale di tutti i giorni. Non ci stancheremo mai di ribadirlo, ma il difetto maggio-re del nostro sistema - paese è la assoluta mancan-za di ricambio negli organi direttivi. Perché mai dovremmo meravigliarci dei vecchi baroni, che in ogni campo, fanno una fatica immane a lasciare spazio alle nuove leve, se dalla politica il messag-gio che arriva è chiaro?“ Comandare è meglio che fottere” dice un vecchio detto molto popolare. Ancora pochi anni e l’azzur-ro della Nazionale verrà sostituito dal blu viagra.

L’Italia non è un paese per giovani, ma solo per politici decrepitiIl nuovo segretario del Partito Laburista inglese è un giovanotto di appena 40 anni. In Italia, invece, abbiamo un Premier di “appena” 74 anni...

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La culturaè il migliorviatico per

la vecchiaia(Aristotele)

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AVERSA 31

a curadellaRedazione

Bloq Magazine

[email protected]

urante la conferenza distrettuale, te-nutasi nella splendida cornice di Ma-ratea, dopo un’assenza di tre anni, è stata ricostituita la sezione di Aversa. Il tutto è nato da un’idea di alcuni giovani aversani che hanno voluto

così riproporre l’autorevole associazione giovani-le, improntata alla solidarietà e all’impegno sociale verso i più bisognosi.L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie al Presidente dei Lions Aversa Dottor Giustino Lu-nello, dal profondo impegno del Chairman Leo Colonello Michele Coscetta e dalla disponibilità dell’Ingegnere Elia Barbato. Nella prima riunione dei Leo, l’assemblea ha eletto all’unanimità Daniele Iavarone alla carica di presi-dente e Fabrizio Pelosi come suo vice. Il Segretario dei giovani Leo è Fabio Coscetta, il te-soriere Carlo di Martino e cerimoniere Antonio Ferraiuolo, addetto stampa Silvia Pelosi e respon-sabile telematico Paola di Gennaro.A margine della presentazione del rinato club si sono registrate le parole del nuovo Presidente il quale ha dichiarato: “Sono onorato di essere il Pre-

sidente di un’associazione così nobile e prestigio-sa. Sono consapevole di ciò che può rappresentare l’attività dei Leo per la nostra città e ci impegnere-mo per la crescita morale e spirituale di noi giova-ni,” alle quali hanno fatto seguito le parole del vice presidente Fabrizio Pelosi “Ho deciso di aderire ai Leo per i grandi traguardi ottenuti in passato, ma ancor di più per i nobili, e ambiziosi obiettivi che l’amico Daniele ha illustrato nella prima riunione ufficiale. Il nostro obbiettivo primario è quello di promuovere iniziative tese alla raccolta dei fondi per i più bisognosi. Abbiamo moltissime idee in cantiere e siamo vogliosi di concretizzare” e del segretario Fabio Coscetta “Nel nostro Leo Club ci sono ragazzi di età compresa tra i 27 ed i 14 anni, speriamo noi più grandi di essere un buon esem-pio per i più giovani, cercando di diffondere in loro i sani principi lionistici con l’aiuto e la stretta colla-borazione degli amici Lions”.Gli altri iscritti dei Leo club Aversa Città Normanna sono: Camilla e Martina Barbato, Francesco Bo, Veronica Gioia, Maria Teresa Grimaldi, Serena Luciano, Connie Mattiello, Felice e Luisa Pelosi.

E’ stato ricostituito il “ClubLeo Aversa Città Normanna”

D

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PAGINE ATELLANE32

Ha cura

dellaRedazione

Atellana

Bloq Magazine

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anno atteso lunghi anni, ora però i santarpinesi potranno finalmente tirare un sospiro di sollie-vo. Sono stati infatti completati i lavori per rea-lizzare una rotonda opportunamente illuminata all’incrocio della strada provinciale Sant’Arpi-no – Frattamaggio-re con la via Volta. L’opera, è il caso di sottolineare,solo in parte è gravata sulle casse dell’Am-ministrazione della cittadina atellana in quanto realizzata in

conseguenza di una vec-chia concessione edilizia di un privato, rilasciata nel 2002 in convenzione e che imponeva appunto tale obbligo che nessuno prima aveva provvedu-

to a far rispettare. Particolarmente soddisfatti il sindaco Eugenio Di Santo e l’assessore ai lavori pubblici e urbanistica Elpidio Iorio che sin dal giorno del loro insediamento non hanno lesina-to impegno ed energie affinchè si attuasse que-sto impegno sollecitato dalla popolazione sia per un maggiore scorrimento della viabilità in un punto particolarmente caotico e sia per ragio-ni di sicurezza dal momento che il luogo inte-ressato dai lavori della rotonda è stato più volte teatro di paurosi incidenti alcuni dei quali anche mortali. “Abbiamo finalmente posto la parola fine ad una vicenda che sebbene riguardasse un’opera di grande impatto sociale è stata più volte e inspiegabilmente trascurata - hanno di-chiarato all’unisono il sindaco Eugenio Di Santo l’assessore ai lavori pubblici Elpidio Iorio - C’è

da sottolineare che i privati in questi anni non hanno mai negato la loro disponibilità ad attua-re il loro “impegno” tuttavia così come previsto in convenzione reclamavano l’adozione da par-te dell’ente locale di un progetto in cui fosse ap-

punto disciplinato nei dettagli la re-alizzazione dello spartitraffico oppor-tunamente illumina-to all’incrocio della strada provinciale Sant’Arpino – Frat-tamaggiore con la via Volta. Cosa cui abbiamo provvedu-to noi di recente e che dopo una serie di adempimenti suc-cessivi si è spianata la strada per la co-struzione dell’ope-ra”. “Part icolarmente

strategica la posizio-ne della rotonda - illustrano i due amministratori santarpinesi - che si colloca esattamente all’in-gresso di Sant’Arpino per chi viene dai comuni napoletani, in particolare da Frattamaggiore e Grumo Nevano ed è posta al centro di insedia-menti particolarmente affollati quali il Bingo, il Cine Teatro Lendi, importanti ingrossi di mate-riali edili e attività commerciali varie.D’ora in poi questa porta d’ingresso assumerà un maggiore decoro (dal momento che la roton-da sarà abbellita con piante e fiori) e sarà più sicura e scorrevole. Un buon biglietto da visita dunque per chi si appresta a venire da noi”.Soddisfatto anche l’assessore alla mobilità Nicola Chianese che sottolinea: “l’attuazione di questo importante progetto s’inserisce in un’articolata programmazione di regolazione di incroci peri-colosi ed arriva dopo aver sperimentato con suc-cesso il funzionamento della rotonda realizzata lo scorso anno tra via Volta e via Marconi”.I lavori sono stati seguiti con particolare atten-zione dal responsabile del settore lavori pubbli-ci Vito Buonomo e dall’ing. Gaetano Rocco.

Finalmente realizzata la rotondaal pericoloso incrocio di via Volta

Particolarmente strategica la

posizione dellarotonda che si

collocaesattamente

all’ingresso di Sant’Arpino per chi

viene dai comuni napoletani, inparticolare da

Frattamaggiore eGrumo Nevano

Dopo una lunga attesa sono stati completati i lavori di realizzazione della rotonda all’incrocio tra la provinciale Sant’Arpino - Frattamaggiore e via Alessandro Volta

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PAGINE DELL’AGRO 33

di GianlucaCristiano

RedattoreBloq Magazine

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ra dal 1907 che le strade di Teverola non venivano calpestate dai laboriosi saldali dei Padri Missionari.L’attesa è terminata con l’arrivo dei religiosi Sabato 25 settembre scorso. Ad accoglierli, oltre al Parroco del

paese Don Evaristo Rutino, anche una nutrita folla di cittadini, i colorati confratelli della Congrega della S.S. Madonna del Rosario, le associazioni religiose locali e il Sindaco Lusini con il suo vice.Con la consegna dei vangeli, nel corso della Santa Messa che ha fatto seguito alla breve processione di accoglienza, dopo la ritualità dei sacramenti ed un breve riposo, i Padri hanno dato inizio all’opera tesa a portare la Parola di Dio nelle case di Teverola. Un programma ricco di appuntamenti: dagli incontri con i giovani nelle scuole, ai gruppi di ascolto, alle nume-rose celebrazioni eucaristiche oltre, ovviamente, alle visite “porta a porta” alle famiglie.

Il successo dell’evento è stato indubbio, anche grazie alla calorosa accoglienza che è stata rivolta, da parte dei devoti della parrocchia di San Giovanni, ai Padri Passionisti; infatti le varie processioni che si sono tenu-te nel corso delle due settimane hanno sempre visto una grande e partecipata presenza di fedeli.La quindici giorni di preghiere e incontri vedrà il suo termine oggi Dome-nica 10 ottobre con l’inaugurazione della nuova “Santa Croce” che, dopo decenni, sostituirà la vecchia struttura in ferro dive-nuta simbolo e punto di riferimento per chi ha attraversato via Roma e la millenaria via Appia.

Dopo un centinaio di annitornano i Padri MissionariOggi si inaugura la nuova “Santa Croce” che dopo decenni sostituirà quella in ferro divenuta punto di riferimento per chi ha attraversato la via Appia

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E

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PROFESSIONI34

Ldi

Carlo MariaPalmiero

CorrispondenteBloq Magazine

[email protected]

e Casse di previdenza dei professionisti sono enti di diritto privato, regolate, da ultimo con i d.l. 509/1994 e 103/1996, che, non potendo in alcun modo usufruire di finanziamenti pubblici, hanno l’obbligo di assicurare la sostenibilità del sistema per ameno 30 anni e, a tal fine debbono redigere almeno ogni tre anni un bilancio tecnico, per verificare la stabilità economica e finanziaria della gestione.Di recente, le Casse dei professionisti hanno introdotto profonde riforme del loro sistema contributivo e pensionistico, approvate dai Ministeri vigilanti, imponendo anche sacrifici agli iscritti con l’obiettivo, raggiunto, di allungare sensibilmente il proprio orizzonte di stabilità finanziaria. E’ successo, però, che, come si legge in una interrogazione rivolta al Ministro dell’Economia e delle Finanze nella seduta n. 368 del 15/9/2010 dall’On. Gianni Mancuso, Presidente dell’Ente nazionale di previdenza dei veterinari, nonostante il consolidato orientamento della Corte costituzionale che ha sottolineato la natura privata e autonoma degli enti sia sotto il profilo gestionale, organizzativo, amministrativo e contabile (sent. 15/1999, 248/1997, ordin.214/1999), gli Enti privati di previdenza siano stati dapprima inclusi nell’elenco redatto dall’Istat allegato alla legge finanziaria, onde beneficiare dei relativi dati attivi di cassa e di bilancio per rispettare –a costo zero per le finanze pubbliche- la previsione dell’art.1, comma 5 della finanziaria per il 2005 che stabilisce, per assicurare il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica stabiliti in sede di U.E., che la spesa delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato dello Stato, individuate per il 2005 non possa superare il limite del 2% rispetto alle corrispondenti previsioni aggiornate del precedente anno, e, poi, sottoposti, con d.l. n. 78/10 «Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica», in quanto organizzazioni presenti nell’elenco Istat, a penetranti controlli pubblici sulla gestione patrimoniale e finanziaria. Per quanto, in sede di conversione del d.l., siano stati eliminati tutti i riferimenti alle Casse di previdenza dei professionisti, è rimasta la disposizione di cui all’articolo 8, c.15, secondo cui le stesse sono comunque sottoposte al controllo pubblico per la compravendita di beni immobili e per le operazioni di utilizzo delle somme derivanti dall’alienazione degli immobili o delle quote di

fondi immobiliari. Infatti, relativamente a questi ambiti, le Casse sono subordinate alla verifica del rispetto dei saldi strutturali di finanza pubblica, da attuarsi con decreto di natura non regolamentare del Ministro dell’economia di concerto col Ministro del lavoro, ed alla ricezione di specifica autorizzazione per ogni “operazione” finanziaria, mobiliare od immobiliare, il che determina di fatto una sostanziale paralisi dell’attività immobiliare delle Casse. A fronte di tale preoccupazione, nessuna risposta è stata data ai professionisti circa la volontà del Governo di affermare, una volta per tutte, la natura privata delle Casse, escludendole dal citato elenco Istat, così sottraendole al controllo pubblico della gestione patrimoniale e circa il tempo e con quale strumento il Governo intenda regolamentare puntualmente la disposizione prevista dall’articolo 8, comma 15, del decreto-legge n. 78 del 2010.Per questo motivo, l’Assemblea, il Consiglio direttivo ed il Collegio dei Revisori dei Conti del Comitato Unitario permanente delle Professioni della provincia di Caserta, partecipato dai seguenti Collegi Professionali ed Ordini degli Avvocati, Agronomi, Agrotecnici, Architetti, Biologi, Chimici, Consulenti del Lavoro, Commercialisti, Farmacisti, Geologi, Geometri, Ingegneri, Medici, Veterinari, Notai, Periti Agrari, Periti Industriali, riunitisi il 20 settembre nel Tribunale di S.Maria C.V. presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati sotto la Presidenza del Notaio Alessandro de Donato, dopo aver preso atto delle informazioni raccolte dal gruppo delegato alla tematica, la tenuta, entro la fine di ottobre, di una manifestazione nazionale, presso la Reggia, alla quale invitare i Presidenti delle singole Casse di previdenza, onde far sentire in sede centrale l’attenzione dei professionisti su tale delicata tematica. La preoccupazione, ad avviso dell’articolista, è quella che, dopo anni di versamenti contributivi, i professionisti non riescano ad ottenere una pensione proporzionata ai versamenti specie se, come si immagina, il tentativo è quello, già sventato in passato, di accorpare le ricche casse professionali nell’INPS oppure di finanziare a costo zero programmi di investimento dai dubbi esiti. E’ giunto il momento che i professionisti, già mortificati da interventi ed inerzie penalizzanti (nonostante le promesse, la legge Bersani sui minimi tariffari non è stata ancora abrogata e la riforma delle professioni non si è ancora avuta), facciano sentire, in modo civile ma fermo, la propria voce.

Il futuro delle Casse di previdenza preoccupa i professionisti casertani

il tentativoè quello, giàsventato inpassato, di

accorpare lericche casse

professionali nell’INPS oppure

di finanziarea costo zero

programmi diinvestimento dai

dubbi esiti

Il Comitato Unitario permanente delle Professioni della provincia di Caserta teme che in futuro non si riesca ad ottenere una pensione proporzionata ai versamenti effettuati

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PROSCENIO36

Cdi

EnzoD’Agostino

CorrispondenteBloq Magazine

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imarosa ed il suo “Matrimonio Segreto” con re-gia di Paolo Rossi, di cui ci siamo occupati nel numero scorso di questo giornale, hanno trova-to un ambiente particolarmente accogliente e di naturale adeguatezza nel Teatro “Nuovo” di Spoleto. Teatro che si trova in Largo Beniamino Gigli e che oggi si denomina prevalentemente “Belli”, dal nome dell’avvocato Adriano Belli, ideatore e fautore (dal 1947) della internazio-nalmente nota Stagione Lirica del Teatro Speri-mentale di Spoleto.All’avvocato Belli si deve anche l’istituzione del Museo-Biblioteca ove è documentata l’in-tensa attività teatrale di prosa e lirico-musicale dell’istituzione e sono conservati, oltre a volumi preziosissimi e rari, anche lettere di grandi mu-sicisti come Rossini e Verdi e di artisti di gran nome come Adelaide Ristori.L’ambiente ove è stata rappresentata l’opera ci-marosiana risulta particolarmente coerente, per la levità strutturale ed ornamentale, con il tono musicale e testuale del “Matrimonio”, che deve quindi – siamo convinti di non esagerare – parte del suo successo anche alla felice scelta della sede. Il teatro fu costruito tra il 1854 ed il 1864, su progetto dell’ing. Ireneo Aleandri, marchigia-no, su impulso del marchese mecenate Filippo Marignoli. La prima opera rappresentata, nel 1864, volle essere una sorta di dedica alla co-munità spoletina ed all’amministrazione comu-nale, che avevano dato un rilevante apporto: fu la “Guisemberga da Spoleto” del compositore romano Sangiorgi, su libretto di D’Ormeville.La facciata del teatro è classicheggiante, con tre archi a tutto sesto che costituiscono un portico-pronao e recano quattro medaglioni che raffi-gurano Rossini, Alfieri, Goldoni e Metastasio. La parte superiore, anch’essa a tre archi di identico stile, si alleggerisce con lesene e porte-finestre con balconata, a tutto vantaggio della graziosità se non del rigore stilistico. Sul frontone è posta in rilievo la scritta “AERE CIVIUM CURA PA-TRUM”. L’interno, che è capace di 800 posti, ha quattro ordini di palchi e si corona con un log-gione che attenua la forza della rotondità degli archetti con delle vele a ogiva gotica, che chiu-dono in maniera molto gradevole lo sviluppo delle strutture verso l’alto. La struttura conserva la forma canonica a ferro di cavallo e l’interno propone un insieme caratterizzato da domi-

nante leggerezza dovuta all’uso di colori non aggressivi e ad una sapiente tecnica d’impiego degli stucchi. Questi elementi furono curati dal Masella, che viene ricordato come “uno dei più illustri e fantasiosi decoratori dei teatri romani dell’Ottocento” e che ha saputo sapientemente operare con stucchi appena aggettati e con co-lorazione leggera, dove predominano l’oro vec-chio, l’avorio ed un attenuato rosso corallo. Il tutto a pro di una cromaticità che non manca di ispirarsi alla contenutezza ed alla sobrietà tonale della commedia e dell’opera buffa e quindi par-ticolarmente adatta alle “pièces” cimarosiane.L’illuminazione, assicurata da terne di piccoli “abat-jour”, conferma l’impostazione di discre-zione e di non ridondanza. Di particolare im-patto risulta il sipario, grandissima tela dipinta dal pittore Francesco Coghetti (1804-1875), che rappresenta una battaglia vinta dagli Spoletini contro Annibale: scena di ottima riuscita artisti-ca, se non di fedeltà storica, e di grande movi-mento, con elefanti atterrati, cavalli alla carica o in fuga, scudi e daghe, duelli e compianti su caduti e morenti: opera nella quale il bergama-sco Coghetti si ispira in tutta evidenza al na-poletano Salvator Rosa “pintor di battaglie”, trasformandone la fugacità cromatica in teatrale e puntuale dizione figurativa: narrazione iconi-ca proposta come grande scena che prefigura la teatralità ed introduce alla rappresentazione ed alla recita. In anni recenti, il teatro è stato sot-toposto ad importanti lavori di consolidamento e ristrutturazione, con ampliamento del palco-scenico e della cavea orchestrale; cavea e pal-coscenico che avevano già avuto incrementi nel 1933 ed hanno costituito senz’altro quei requi-siti per i quali Giancarlo Menotti fu indotto, nel 1958, a scegliere Spoleto per il suo Festival dei Due Mondi, dopo aver visitato L’Aquila, Berga-mo e Salerno. Nel luogo riverberante d’arte che abbiamo descritto, Cimarosa, con il suo “Ma-trimonio Segreto”, è stato a suo perfetto agio. Me l’ha assicurato proprio lui: sì, certo, lui in persona!... Ovviamente, era notte fonda. Sede-va, con in faccia il disagio dell’attesa, davanti ad un portone di quella strada aversana che porta il suo cognome e sorrideva ironico: “Va bene, va bene … il Matrimonio, Spoleto, l’ambiente … Ma a me, ad Aversa, l’ “ambiente” quando me lo danno?...

L’importanza per una città di avere un Teatro come il Belli di SpoletoCimarosa ed il suo “Matrimonio Segreto” con regia di Paolo Rossi hanno trovato un ambiente accogliente e adeguato nel Teatro “Nuovo” di Spoleto

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TELEVISIONE 37

diAntoninoFiorino

CorrispondenteBloq Magazine

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opo appena cinque mesi dalla morte di Raimondo Vianello, la scomparsa dell’attrice Sandra Mondaini, per una crisi respira-toria, ci lascia nuovamente atto-niti, Aveva

79 anni e lascia 2 figli adottivi. Lunga ed inten-sa la sua carriera artistica: esordisce come attrice ci-nematografica nel 1953, nel 1955 fa parte della compagnia di rivista di Erminio Macario come soubrette. Nel 1958 co-nosce Raimondo e da lì parte una collaborazione strettissima prima nel te-atro e poi in televisione. Varie sono le apparizioni televisive, in cui affian-ca suo marito, in varietà come “il Giocondo” e in sketch divertenti, prima da sola come in “Sbirulino” e poi con il famoso conduttore Corrado nel programma televisivo “La trottola”. Con Vianello riscuote grande con-senso di pubblico in trasmissioni come “Sai che ti dico”, “Tante scuse” ed infine “Stasera niente di nuovo”, ultima in Rai.Passano insieme alla nuova Rete Fininvest, su canale 5 i primi programmi d’intrattenimento puro, come “Attenti a noi due” e “Sandra Rai-mondo Show”, in onda su canale 5.Dal 1988 parte la sitcom più amata dagli italia-ni, “Casa Vianello”, in cui la coppia riscuote un grande successo, a conferma della loro simpatia

ed allegria, anche nelle vesti di marito e moglie spesso contrastanti, specialmente nella famosa battuta finale di Sandra “Che noia, che barba!”. L’ultimo lavoro di Sandra insieme al marito è “Crociera Vianello”. Nel 2008 annuncia alla

stampa e al pubblico di ritirarsi per un problema di salute che la costringe sulla sedia a rotelle.Ora che Sandra non c’è più, la coppia per eccel-lenza della Televisione italiana ritor-na a vivere nei nostri cuori e nei nostri ricordi. Ricordi le-gati alla loro spiccata sim-patia, vivicità e spessore professiona-le, oltre che

morale. Due persone inseparabili, di inestimabile caratura morale e profondamente legati ai più alti valo-ri umani e di solidarietà; non a caso avevano adottato due figli filippini ed erano costantemente impegnati in campagne di lotta contro il can-cro. Non potevano e non volevano mai separarsi l’uno dall’altro ed ora che sono di nuovo insieme per l’eternità, rivolgiamo loro un semplice e doveroso grazie per averci offerto bellissimi momenti di sana e divertente compa-gnia.

La televisione italiana perde un altro pilastro: Sandra Mondaini

...un semplice edoveroso grazieper averci offertobellissimi momenti di sana e divertente compagnia...

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D

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AVERSA E AGRO38

Si notano sempre più segnali di cambiamento a Casal di Principe. In tutto il comprensorio cresce il senso di ribellione nei confronti di un certo modo di concepire la vita. Il consiglio comunale, pre-

sieduto dal Sindaco Nicola Martinelli, è costituito per quasi il 50% da giovani. In virtù della loro età i consiglieri sono spinti da un senso di rivalsa nei confronti della pesante “etichetta” che grava sul popolo ca-salese. Etichetta che è stata appioppata per episodi passati tristemente alla ribalta della cronaca nera e che riguardano uno sparuto gruppo di criminali e non l’intera popolazione.Questo senso di rivalsa è accentuato soprattutto dal sapere che il po-polo di Casal di Principe è sempre stato un popolo laborioso. La po-polazione nel passato era dedita prevalentemente al coltivazione dei campi, che qui sono fertilissimi, ed all’allevamento bufalino. Poi arrivò l’industrializzazione ed i danni conseguenti.Le istituzioni per anni sono state quasi assenti. Questo ha creato in alcuni un profondo senso di abbandono, rabbia e frustrazione. Sen-timenti che sono sfociati nella decisione di militare, invece che dalla parte “giusta“, nell’antistato. Anche se oggi lo Stato nazionale appare vivo e presente, per recuperare i danni creati da anni di colpevole assenza ci vorrà molto tempo. L’opera di recupero della piena legalità sarà lunga ed irta di ostacoli. In questa opera di recupero d’immagine in prima linea si sono posti i giovani consiglieri comunali: Luigi Fichele (27 anni), Luigi Verazzo (21), Rosa Magliaro (35), Doroteo Panaro (23), Arcangelo Caterino (28), Enrico Maria Natale (26), Antonio Natale (32), Michele Corvino (27), Lorenzo Corvino (35) e Pietro Apicella (24).Questi giovani amministratori, però, hanno non poche difficoltà nel perorare quel necessario cambiamento di mentalità, senza modificare radicalmente alcune tradizioni consolidate e tramandate di generazio-ne in generazione. Gli sforzi comunque non mancano. Ad esempio

il Sindaco, gli assessori, ed i consiglieri di maggioranza devolvono sin dal loro insediamento l’intero stipendio al Bilancio Comunale per sostenere azioni tese alla tutela dell’immagine di Casale. Tra le tante iniziative meritorie c’è da segnalare la nascita dell’Assessorato ai beni confiscati. Probabilmente, uno dei primi in Italia. A breve inizieranno i lavori relativi al progetto denominato “Percorso del Pellegrino”. Un percorso che parte dall’uscita della superstrada fino al nuovo cimitero, nel Quartiere Larino. Il progetto intende riqualificare l’intero quartie-re, all’interno del quale c’è un bene confiscato alla camorra che sarà ristrutturato ed affidato alle associazioni di volontariato. Purtroppo, però, nonostante questi sforzi, sui mezzi di comunicazione, a volte, si leggono notizie che non fanno altro che accrescere la sensazione che illegalità sia diffusa. Sensazione che coglie chi si interessa solo superficialmente alla società casalese. Ultimo caso in ordine di tem-po è il problema legato all’assegnazione dei loculi cimiteriali. A tale proposito il consigliere comunale Luigi Fichele ha sollecitato l’Ufficio Tecnico affinché chiarisca i motivi che hanno portato agli equivoci e ritardi circa l’assegnazione degli stessi loculi. Comunque, ancora oggi, il solo fatto di essere un cittadino di Casal di Principe, crea in tutti, anche nei giovanissimi, delle concrete difficoltà nei rapporti sociali. Nella vita comune essere discriminati per il solo fatto di essere nati a Casal di Principe non fa piacere a nessuno. Tutti sono discriminati: uomini, donne e bambini. Immaginate i danni che provoca chi ti di-scrimina pur sapendo che sei un bambino e nulla hai a che fare con il malaffare… L’attuale amministrazione comunale si sta sforzando per tutelare l’immagine della popolazione e per questo va apprezzata, ma la prima a doversi sforzare per difendersi è la popolazione stessa.Tutti debbano fare la loro parte. Ci auguriamo che questo avvenga in tempi brevi. Nell’interesse di tutti.

S’intravede una nuova “alba” di Luca Giamporcaro

CASAL DI PRINCIPE

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Il 25 settembre a Carinaro si è diffusa la notizia della morte di Giacinto Carafa avvenuta a Racalmuto dove si era trasferito alla fine degli anni ‘90. Carafa, nasce nel ‘36 a Carinaro. Par-

tecipa attivamente alla vita del paese. Dapprima si appassiona al calcio, memorabili restano le sue amicizie ed affinità con Armando Orabona, poi si appassiona al teatro. A Carinaro si cimentò con Ciccio Affinito, altra figura mitica carinarese, nel-la sacra rappresentazione della vita di S. Antonio. La sua opera migliore è stata la fondazione, insieme ad altri, della Compa-gnia del Teatro Stabile Meridionale di cui ne è stato il Regista, oltre che Segretario Generale per oltre un ventennio. E’ stato membro del collegio sindacale del Consiglio Nazionale della Federazione Italiana Teatro Amatori, cui la sua compa-gnia era affiliata sin dal 1980. Nel ‘90 scrisse una raccolta di poesie e scenette dal titolo ”Pensieri ‘90”, scrisse pure la commedia “Te Voglio bben”. E’ stato l’ideatore e realizza-tore di alcuni spettacoli per i bambini, quali ”Lo scudo d’oro” e “ La torre d’oro». Partecipò al concorso letterario Internazio-nale “Premio Augusta Perugia” promosso dall’Associazione Amici dell’Umbria» aggiudicandosi un primo premio per la poesia in vernacolo ”A vacanza“, secondo premio per la po-esia di argomento sportivo “Maradona” e quarto per il tema libero “Testamento”. Nella vita è stato dipendente del ministe-ro delle Poste, a lungo nell’ufficio di Carinaro e dalla fine degli anni ‘90 era andato in quiescenza. A Racalmuto in questi anni

ha continuato la sua passione per il teatro fondando la Com-pagnia Piccolo Teatro Città di Racalmuto riscuotendo molti successi tanto da partecipare anche al festival del Teatro Popo-lare Siciliano e da divenire presidente provinciale della F. I. T . A. “L’amico Giacinto ha rappresentato per Carinaro - ci dice Giuseppe Barbato, amico del Carafa - certamente un punto di riferimento per noi ragazzi di quell’epoca. Anch’io sono sta-to ingaggiato per interpretare qualche personaggio nelle sue rappresentazioni. Come non ricordare la Filumena Martura-no interpretata dai mitici Lilina Affinito e Armando Orabona e poi da Virginia Iavarone e Franco Griffo; oppure Natale in casa Cupiello e Non ti pago interpretate da Raffaele Capace, Bruno Capoluogo, Pinuccio Mauriello, Marianna Sardo, Lina Palmieri, Marianna Di Santo e tanti altri. Anche “Il Presepe Vivente”, la Passione e Morte di N.S. Gesù Cristo erano diret-te da Lui. E come non ricordare la Tragedia di sant’Eufemia interpretata dalla figlia Carla e dal sottoscritto nel ruolo del proconsole Prisco. Tante cose ha fatto per Carinaro. E’ del 2001 il gemellaggio con Racalmuto, città che ha dato i natali a Leonardo Sciascia. A me - conclude Barbato - dopo quella visita inviò una lettera in cui mi scrisse espressioni davvero toccanti. Ci mancherà. Carinaro dopo il Prefetto Barbato per-de un altro dei sui figli migliori. Alla moglie Carmelina, ai figli Carla, Giuseppe e Renato, ai congiunti tutti le ns. sentite con-doglianze.

La dipartita del regista Giacinto Carafa CARINARO

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AVERSA E AGRO 39

Intanto niente più sconto agli studenti. Da oggi la corsetta giornaliera che parte da Napoli a ridosso delle 13 e 36 alla ricerca di un posto il meno indecente possibile su quel

famoso “Minuetto” che sembra partire da chissà quale terra d’Africa per condurre a un piccolo angolo di paradiso, che molti cittadini aversani sicuramente avranno avuto il piacere di sorbirsi, per molti sarà ancora più amara.Si perché non bastava dover sopportare, in orari di punta, l’assegnazione di trenini in stile luna park, perlopiù colmi di extracomunitari e italiani senza biglietto con tanto di genero-si bagagli al seguito che in alcuni casi occupano il posto di 5 o 6 persone; quelle 5 o 6 persone (ma il più delle volte molte di più) che invece potevano salire a bordo da paganti, invece che vedersi costretti a bloccare la partenza del treno come forma di ribellione, prendendosi anche qualche insulto da chi invece era salito a bordo, seppur stando incastrato tra un sediolino e l’altro come se stesse per essere trasportato in un campo di concentramento.Non bastava sopportare ritardi mai giustificate e partenze cancellate, l’inadeguatezza e la sporcizia nei mezzi in cir-colazione. Ma a far male al morale e soprattutto alle tasche delle fasce deboli, soprattutto studenti, ci saranno i rincari e la sospensione degli abbonamenti agevolati. Ebbene si era nell’aria ormai da tempo, avevamo già segnalato su Bloq Ma-gazine la sospensione degli abbonamenti mensili agevolati per studenti universitari a basso reddito, questa volta tocca

anche agli abbonamenti annuali. Come si legge sul sito uffi-ciale, “il Consorzio UnicoCampania è costretto a sospendere, in via cautelativa, l’emissione ed il rinnovo degli abbonamen-ti annuali. Il provvedimento si è reso necessario in quanto, al momento, non sono ancora pervenute decisioni regionali circa lo stanziamento del contributo indispensabile al mante-nimento della tariffa integrata. Ciò ha portato alcune aziende a comunicare la propria volontà di recedere dal Consorzio, a partire dal 1° gennaio 2011.” Le aziende in questione sono Anm e Metronapoli. Questo significa molto probabilmente addio al biglietto integrato e quindi disagi anche per chi (fa-sce deboli e non) faceva uso di più mezzi pubblici con un unico titolo di viaggio. È inutile parlare di prezzi per viaggiare in Campania, la cosa è certa nei prossimi mesi potranno au-mentare in maniera vertiginosa e muoversi in Campania con i mezzi pubblici diventerà un lusso. La «stretta» sul trasporto regionale annunciata dal governatore campano Caldoro fa sentire i suoi effetti. I disagi e le tensioni già si sono fatte sen-tire, dato che numerosi studenti, e non, proprio in questo pe-riodo rinnovano l’abbonamento annuale e una volta recatosi all’ufficio centrale di piazza Matteotti (Napoli) hanno fatto sentire la loro voce. Una considerazione viene spontanea: ma se le cose sono messe davvero così male perché non si effettuano più controlli sul possesso e obliterazione dei titoli di viaggio, in modo da garantire maggiori introiti per il con-sorzio e minori disagi ai cittadini paganti?

UnicoCampania, addio al biglietto integrato? di Umberto De Santis

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CINEMA40

Ndi

KatiaMuscariello

CorrispondenteBloq Magazine

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onostante l’ingannevole titolo, l’ultimo film di Stefano Incerti non è un biopic del premier so-vietico.Al centro dell’opera è infatti la storia di Marino Pacileo, detto Gorbaciòf a causa di una vistosa voglia sulla fronte, contabile del carcere di Pog-gioreale a Napoli.Cupo e solitario, l’uomo è un giocatore d’azzar-do che la sera punta su migliaia di euro a poker sul retro di un ristorante cinese.Per salvare dalla prostituzione la figlia dell’in-debitato proprietario Lila, la giovane cinese di cui è innamorato, Pacileo sottrae dalle casse del carcere un’ingente somma di denaro.Da quel momento, tra partite sbagliate, riscossio-ne di tangenti e rapine, inizia una spirale discen-dente dalla quale non riuscirà più ad uscire.Immeritatamente Fuori Concorso per la 67esi-ma Mostra del Cinema di Venezia, questa è una pellicola dall’ineccepibile lirismo orientale, che ricorda molto i toni pulp dello stesso presidente di giuria, Quentin Tarantino, ed è costruita su un sapiente e imprevedibile colpo di scena, amaro e violento, che esclude ogni redenzione.Come il brillante Paolo Sorrentino ne “Le con-seguenze dell’amore”, anche Stefano Incerti, già apprezzatissimo per “Il Verificatore”, e il talen-tuoso scrittore Diego De Silva, che ha firmato con il regista la sceneggiatura, ci mostrano una faccia ambigua della criminalità, quella tenerez-za che zampilla perfino da un animo disuma-no. Non è un caso che a dare volto a questo pro-tagonista di poche parole, che vive in uno dei quartieri più multietnici di Napoli, nei pressi della Stazione centrale, sia proprio l’eccelso Toni Servillo, che sa gestire la sua impressio-nante espressività e la sua corporeità di attore prestato dal teatro al cinema con straordinaria misura.

L’attore napoletano domina la scena e la assorbe completamente, quasi cannibalizza lo schermo; è una maschera eccezionale sulla quale si deli-neano lineamenti e sentimenti diversi, tutti mol-to funzionanti e pulsanti.I gesti di Servillo colmano e illuminano la quo-tidiana routine del suo personaggio, come lo sguardo prima di aprire la cassaforte del carcere o il conteggio del denaro. È interessante notare come anche per Gorba-ciòf, proprio come per il Titta Di Girolamo di Sorrentino, sia l’amore per una donna a far sce-gliere un determinato percorso di redenzione. Lo scontroso contabile del carcere è un perso-naggio che appartiene ad una Napoli oscura e sotterranea. Anche Gorbaciof, come tanto altro cinema na-poletano di questi anni (Capuano, Martone, Sorrentino) sembra vivere in simbiosi con la cit-tà. È una evidente, imprescindibile necessità di raccontare, attraverso i personaggi e le storie, il senso e il respiro di un luogo dentro il quale scorre la propria vita. Una Napoli irredimibile, metropoli del crimine e terreno di coltura per le anime dannate, ma comunque sorprendente e vitale.Una giostra simbolica questa di straordinaria forza.Un film “avaro” di dialoghi e a volte necessaria-mente silenzioso, sicuramente difficile, ma che certamente batte strade meno ovvie rispetto al cinema più “comodo” al quale siamo in genere abituati.Vivamente consigliato, soprattutto perché il ci-nema napoletano è davvero ricco di ingegno e professionalità e, nonostante sia costretto troppo spesso a lavorare con budget ridottissimi, è ca-pace di sfornare veri e propri capolavori, piccoli gingilli d’autore che fanno grande il cinema ita-liano.

Servillo è “Gorbaciof” nel nuovoe straordinario film di Incerti

Nelle foto:Toni Servillo

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HUMOR42

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ANNUNCI 43

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Oggi vi parlerò di una malattia che colpisce particolarmente gli adole-scenti di sesso maschile: l’appendi-cite.Essa è probabilmente causata da una ostruzione del lume appendicolare prodotta da una massa fecale, da un restringimento o da una infezione virale.Tale ostruzione determina una in-fiammazione che sfocia talora in in-fezione, morte cellulare e addirittura perforazione.In quest ultimo caso il contenuto infetto finisce nel cavo addominale causando la peritonite, che è la com-plicanza più grave della malattia.L’appendicite esordisce con dolori addominali localizzati inizialmente in alto a destra, infine si sposta in basso a destra accompagnata da feb-

bre non elevata.Il paziente cammina piegato in avan-ti o sta seduto con il ginocchio de-stro flesso sul tronco per lenire il do-

lore. L’unico trattamento efficace è l’intervento chirurgico.Ricordiamoci intanto che nel sospet-to di una appendicite non bisogna dare nulla per bocca ne sommini-strare analgesici che potrebbero mascherare i sintomi. Per ridurre il dolore non applicare mai calore che potrebbe causare la rottura dell’ap-pendice. Di contro si potrà applicare sulla parte interessata una borsa di ghiaccio.Dopo l’intervento il giovane pazien-te va non solo reidradato e rialimen-tato gradualmente ma osservato at-tentamente e costantemente perchè la persistenza di dolori o febbre pos-sono far pensare, giustamente, ad un ascesso ed anche in questo caso si dovrà intervenire chirurgicamente.

Una malattia che colpisce gliadolescenti di sesso maschileMedico di Medicina

Generalee-mail: [email protected]

Dott. Francescodella Volpe

Page 44: BLOQ magazine 10 Ottobre 2010

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CASAL DI PRINCIPEBar L’incontro - Corso Umberto I°Caffetteria Fuori Orario - Corso Umberto I°Centro d’Arte La Cornice - via Cavour, 214Simon Caffè - via Vaticale, 11/15

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