Menthalia Magazine - Ottobre 2014

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sulla comunicazione e dintorni d’informazione Periodico NUM. 7 - ANNO III OTTOBRE 2014 © Marco Quadretti IN QUESTO NUMERO IN QUESTO NUMERO Mi stampo… un’ auto! 5 errori da non compiere sul web Kano pc per tutti Le origini della festa di Halloween Figli su misura … si può? Pizza e… dintorni! Ritorno al futuroScopriamo la Valle dell'immaginazione

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Periodico d'informazione sulla comunicazione e dintorni.

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sulla comunicazione e dintornid’informazione

Periodico

NUM. 7 - ANNO III OTTOBRE 2014

© M

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Qua

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ti

IN QUESTO NUMERO IN QUESTO NUMERO

Mi stampo… un’ auto!

5 errori da non compiere sul web

Kano pc per tutti

Le origini della festa di Halloween

Figli su misura … si può?

Pizza e… dintorni!

“Ritorno al futuro”

Scopriamo la Valle dell'immaginazione

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Editoriale

®

Registrazione al Tribunale di Napoli

N. 27 del 6/4/2012

Direttore Responsabile: Fabrizio Ponsiglione

Direttore Editoriale: Stefania Buonavolontà

Art Director: Marco Iazzetta

Grafi ca & Impaginazione: Diego Vecchione

Hanno collaborato in questo numero:

Stefania Buonavolontà, Maria Grazia Cassese,

Valerio Chiocca, Flaviana Cimmino,

Alessia Guaccio, Andrea Ponsiglione,

Marco Quadretti, Diego Vecchione

Menthalia srl direzione/amministrazione 80125 Napoli – 49, Piazzale V. Tecchio

Ph. +39 081 621911 • Fax +39 081 622445

Sedi di rappresentanza: 20097 S. Donato M.se (MI) – 22, Via A. Moro

50126 Firenze – 20, Via Cardinal Latino

Tutti i marchi riportati appartengono ai legittimi proprietari.

La pubblicazione delle immagini all’interno dei

“Servizi Speciali” è consentita ai fi ni dell’ esercizio

del diritto di cronaca.

®

Marco Iazzetta

General Manager

Menthalia

Il Passato, Internet e il Futuro…

Internet e la tecnologia hanno completamente trasformato il

modo di vivere delle persone ed oggi potremmo defi nirci la

“generazione 2.0” se ci paragoniamo allo stile di vita dei nostri

più recenti predecessori. In questo numero risalta più che mai

l’enorme passo in avanti che abbiamo compiuto grazie all’ausi-

lio degli strumenti e delle scoperte che hanno contraddistinto il

ventunesimo secolo. Dove saremmo oggi, ad esempio, se inter-

net non esistesse?

A pensarci bene, tutto sarebbe completamente diverso! Dalla

rete nasce ogni cosa, tutto nel web trova una sua collocazione e

si diff onde indistintamente senza spazio né tempo.

L’importanza di internet è tale che, così come per i cristiani c'è

la tavola dei dieci comandamenti, allo stesso modo oggi esiste

la “Carta dei Diritti in Internet”: il documento, sottoposto al

vaglio di una Commissione riunita dal Presidente della Camera

dei Deputati, si compone in bozza di un preambolo e 14 articoli

che richiamano diritti e doveri degli internauti.

Dal web alle innovazioni tecnologiche il passo è breve e la tec-

nologia ha raggiunto oggi livelli davvero altissimi: dalle stam-

panti 3D in grado di realizzare automobili, ai pc assemblabili

autonomamente dai bambini, agli orologi capaci di innescare

il countdown del tempo che ci resta da vivere. In un mondo

perfettamente globalizzato e avanzato come quello attuale,

anche le innovazioni in ambito scientifi co sono all’ordine

del giorno e molte delle problematiche, quelle in ambito

medico in primis, sono avviate sulla via della risoluzio-

ne defi nitiva.

Gli unici limiti che conosciamo e che oggi possia-

mo porci, derivano solamente da noi stessi e sono

per lo più limiti morali ed etici, condizionati

dall'ambiente culturale, territoriale e religioso

nel quale siamo cresciuti e viviamo.

Internet e la tecnologia non rappresentano

la soluzione a qualsiasi tipo di problema

ma possono di certo aprire la mente e

sollecitarci ad andare oltre gli oriz-

zonti che possiamo immaginare.

Si potrebbe ipotizzare una nuova

“piramide dei bisogni di Ma-

slow” a cui aggiungere un ulte-

riore gradino alla base rap-

presentato, ovviamente, da

internet.

Fisiologia

Stima

Autorealizzazione

Appartenenza

Sicurezza

Internet

numero 7 - ottobre 2014

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di Stefania Buonavolontà, Marketing & Communication

Mi stampo… un’ auto!

A fronte delle innumerevoli inno-

vazioni che accompagnano già da

tempo la nostra vita, dovremmo

seriamente iniziare a pensare che la tec-

nologia non ha limiti! Eppure… in quanti

avrebbero scommesso sulla possibilità di

"stampare" un'automobile?

È questa, infatti, una delle ultime mete

raggiunte grazie al lavoro di menti eccelse

e proiettate al futuro.

Dalla collaborazione tra l’azienda statu-

nitense Local Motors e l’Association for

Manufacturing Technology (AMT) è nata

Strati, la prima automobile realmente

funzionante realizzata con una stampante

3D; il disegno della vettura è, però, vanto

italiano perché porta la fi rma del designer

torinese Michele Anoè.

Strati, presentata in occasione dell’Inter-

national Manufacturing Technology Show

2014 andato in scena a Chicago, è un'auto

elettrica composta di 49 singole parti, cia-

scuna stampata tridimensionalmente, as-

semblate poi tra loro, in grado di viaggiare

alla velocità di 65 km/h e il cui pacco bat-

terie garantisce un'autonomia tra i 190 e i

250 km. Le parti sono state realizzate gra-

zie ad una stampante 3D fornita dalla Cin-

cinnati Inc, in grado di creare pezzi fi no

a 3 metri di lunghezza, utilizzando come

materiale un fi lamento termoplastico rin-

forzato con fi bra di carbonio per rendere

la struttura della vettura più resistente.

Sono pochi e probabilmente destinati ad

azzerarsi, i componenti che ad oggi non è

stato possibile stampare in 3D: pneumati-

ci, motore, volante, batteria, sospensioni

ed impianto elettrico; la maggior parte di

questi ultimi provengono dalla Renault

Twizy. Ad oggi questo piccolo gioiello di

pura tecnologia non è destinato al merca-

to di massa ma la speranza è di arrivare in

tempi relativamente brevi alla vendita al

pubblico, per un prezzo che dovrebbe at-

testarsi intorno ai 14.000 euro.

Per ora basti pensare che per costruire la

Strati sono stati suffi cienti appena 4 giorni:

2 per stampare il telaio, 1 per la fresatura

e l’ultimo dedicato all’assemblaggio delle

parti. In poco tempo, quindi, col proces-

so cosiddetto "additivo" la stampante, se-

guendo un modello 3D, ha depositato il

materiale strato su strato e voilà un'auto-

mobile!

Le creature della tecnologia non si esau-

riscono, però, con l'idea dell'automobile;

tutto in realtà nasce dall'invenzione delle

stampanti 3D. Si tratta di macchine già

proposte da qualche tempo sul mercato

ma non ancora destinate al largo consu-

mo. Proprio per rendere più accessibile il

prodotto ai consumatori fi nali, dai labora-

tori della Michigan Technological Univer-

sity è arrivato uno dei primi prototipi di

stampante 3D solare e portatile: si tratta di

un macchinario tutto contenuto in una va-

ligetta che all'occorrenza si apre e con dei

moduli fotovoltaici portatili, utilizzando

l'energia solare, è in grado di riprodurre

oggetti semplicemente stampandoli. La ge-

nialità dell'oggetto risiede anche nel fatto

che potrebbe essere utilizzato in quei luo-

ghi che ancora non hanno accesso all'ener-

gia elettrica; è un passo enorme se si pensa

all'utilità di questa stampante nei paesi più

arretrati dove potrebbe essere utilizzata

in campo tecnico, per realizzare pezzi di

ricambio all'istante, o in campo medico

negli ospedali da campo per disporre de-

gli ausili necessari in tempi più che rapi-

di. Altra caratteristica della stampante è

quella di essere una RepRap (Replicating

Rapid-prototyper), essere cioè in grado di

autoreplicarsi, per ora fi no a circa il 50%

di se stessa.

La conclusione a cui si giunge è che la tec-

nologia assume una valenza assolutamen-

te positiva quando viene messa al servizio

della civiltà e del benessere fi sico e mentale

delle persone.

In tal senso le stampanti 3D stanno rivo-

luzionando il modo di realizzare e diff on-

dere oggetti; dal campo dell’arredamento,

per creare piccole suppellettili, a quello

meccanico, per realizzare automobili, fi no

a quello biomedico, settore nel quale, ad

esempio, sta operando l’Open BioMedical

Initiative, un’organizzazione italiana no-

profi t per la realizzazione e la diff usione di

tecnologie biomedicali e protesi (per arti

superiori e inferiori) low-cost, open source

e stampabili in 3D.

a-

r-

di

di

a-

ei

numero 7 - ottobre 2014

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di Valerio Chiocca, Redazione Menthalia

Avere un buon sito è fondamentale

per qualsiasi tipo di azienda, an-

cora di più per chi intende rivol-

gersi al web come principale mercato di ri-

ferimento. Ancora oggi, dopo più di venti

anni dal lancio del primo sito web, ad ope-

ra di Tim Berners Lee, vengono commes-

si molti errori che rischiano di cancellare

qualsiasi velleità di successo.

Noi vi proponiamo i cinque errori che un

buon sito web non dovrebbe mai presen-

tare.

5 errori da non compiere sul web

Il sito è vecchio e non è aggiornato. Questo è il primo motivo che

allontana un potenziale visitatore dal vostro sito web. Dei contenuti

datati, con informazioni ormai obsolete sono sinonimo di scarsa at-

tenzione e professionalità. È importante per ogni sito far risaltare gli

ultimi aggiornamenti, se questi risalgono al secolo scorso avete un

grosso problema.

Scarsa brand identity: chi siete, cosa fate, cosa volete, il vostro sito

risponde a queste domande? Se puntate a una determinata quota di

mercato o avete uno scopo ben preciso, siate sicuri che questo sia

ben chiaro anche a chi arriva sul vostro sito. Se un utente impiegherà

troppo tempo a capire cosa volete comunicare è probabile che vi ab-

bandonerà senza ritornare mai più.

Contenuto scritto male e poco chiaro. Anche il sito grafi camente

perfetto si infrangerebbe contro dei contenuti poco curati. Abbiate

sempre cura di controllare la forma oltre che la sostanza, anche se vi

sembrerà una cosa sciocca. Errori ortografi ci e grammaticali allon-

tanano gli utenti dal vostro sito.

Contenuto noioso che non da valore. Assicuratevi che qualsiasi cosa

scriviate o pubblichiate sul vostro sito, abbia importanza per i po-

tenziali lettori. Non vi preoccupate solo della forma o dell’aspetto

grafi co, puntate a essere degli opinion leader nel vostro campo.

Sito di diffi cile navigazione. Se un utente dopo quindici secondi non

riesce più a proseguire sul vostro sito, vuol dire che avete fallito. Non

vi addentrate in architetture troppo complesse che rendono la vita

diffi cile ai visitatori, semplicità spesso è sinonimo di effi cienza.

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di Diego Vecchione, Graphic Designer

Kano PC per tutti

Se siete alle prese con un regalo per

bambini e non sapete da dove inizia-

re le vostre ricerche, o avete voglia di

stupire, una buona proposta arriva dall’In-

ghilterra, dove Kano, start up con sede

nella city, ha rivoluzionato il concetto di

computer, creando il pc assemblabile.

Il concept, alla base di questa invenzione,

è quello di off rire un vero e proprio kit per

la costruzione del proprio computer, con

una serie di informazioni che guidano il

consumatore step by step, adattandosi sia

ad un potenziale cliente inesperto di tec-

nologia informatica, ma soprattutto ai

bambini, in una fascia di età fra i sei e i

quattordici anni.

La scatola include tutto quello di cui ave-

te bisogno, tranne il display: un manuale

con le istruzioni, un sistema operativo,

una tastiera con touchpad integrato, una

chiavetta per la connessione alla rete Wi-

Fi, i cavi essenziali usb, un ingresso HDMI

(fondamentale per connettere il tutto a un

monitor), l’alimentatore e la scheda madre

single board Raspberry Pi. A questo punto

non vi resta che avviare il sistema operati-

vo, impostato su un soft ware open source

come Debian Linux.

L’azienda londinese ha scelto un design e

un packaging molto colorati e divertenti,

pensati per attrarre i bambini. Inoltre per

facilitare l’impatto con il mondo dell’in-

gegneria informatica si è scelto di dotare

il pc di un linguaggio di programmazio-

ne chiamato Kano Blocks, che sostituisce

i codici con semplici blocchi con fi gure e

animazioni, un sistema che viene insegna-

to passo dopo passo al bambino che potrà

iniziare in un secondo tempo a trasforma-

re alcuni giochi o creare brani musicali,

proseguendo poco alla volta verso opera-

zioni più complesse. La memoria è stata

dotata di alcune applicazioni user friendly

e di alcuni giochi arcade decisamente re-

trò, ma dal sicuro successo: come snake e

ping pong.

I fondatori di Kano, sono riusciti a soste-

nere economicamente il progetto grazie ad

una campagna di crownfounding che ha

portato nelle loro casse più di un milione

di dollari.

Il prezzo di lancio sul mercato è decisa-

mente basso, solo centocinquanta dollari

per rendere Kano il “regalo” ideale per il

Natale 2014.

KANO

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Page 6: Menthalia Magazine - Ottobre 2014

di Flavia Cimmino, Account Offi ce

Le origini della festa di Halloween

Con l’inizio del nuovo millennio, la

festa di Halloween è diventata la

festività più celebrata nel mondo,

seconda solo al Natale. Oggi ci troviamo

di fronte a un vero e proprio fenomeno

culturale di massa che coinvolge milioni di

persone e genera un impatto commerciale

globale.

Halloween deriva il suo nome da una va-

riante scozzese del nome completo “All-

Hallows-Eve”, cioè la notte prima di Ognis-

santi; è una festività anglosassone che trae

le sue origini da ricorrenze antichissime,

risalenti alla cultura Celtica, e viene festeg-

giata il 31 ottobre di ogni anno.

Le primissime origini di Halloween si

trovano in riti antichi legati ai cambi di

stagione e nei culti agresti in cui si esor-

cizzavano le paure ancestrali tipiche delle

antiche civiltà basate sull’agricoltura, come

la paura di perdere il raccolto a causa delle

calamità naturali. Samhain, ovvero “fi ne

dell’estate” è un’antica festa celtica conside-

rata la prima edizione della ricorrenza di

Halloween.

Nel medioevo la chiesa cattolica istituì

una serie di festività che andavano a so-

vrapporsi a quelle pagane, probabilmente

con lo scopo di creare una continuità col

passato, tra queste nacque appunto quella

di Ognissanti. Tuttavia, a partire dalla ri-

forma protestante, che interruppe le cele-

brazioni dei santi, nei paesi anglosassoni si

continuò a celebrare il culto di Halloween

come festa laica. La vicinanza con la festi-

vità dei morti e le origini legate alla paura e

al buio, diede il via a quella tradizione che

vede la notte del 31 ottobre come quella

degli spiriti e delle streghe, donando quel

carattere un po’ macabro alla festività, an-

cora oggi ben visibile.

La storia di Halloween è legata indisso-

lubilmente al continente americano. Tra

settecento e ottocento, immigrati del nord

Europa arrivarono negli Stati Uniti a mi-

gliaia condividendo il loro folklore di Hal-

loween con altri gruppi etnici, i quali a loro

volta aggiunsero le loro infl uenze culturali

alla festa.

In questo modo nacque quella che può es-

sere considerata la prima festa multietnica

del mondo, in cui si univano diverse tradi-

zioni. È stato sicuramente in questo perio-

do storico che la festività ha assunto quel

carattere un po’ anarchico, in cui “gli spiriti

dell’oltretomba” possono per una notte ri-

tornare sulla terra.

Nel ventesimo secolo Halloween diventa

una festa popolare di massa, con il costu-

me di celebrare sfi late in maschera per le

strade e addobbare le proprie case con i

simboli della festività, come le famosissi-

me lanterne di zucca . In questi anni viene

ripresa anche l’antica usanza di lasciare dei

dolciumi fuori alle porte delle case, per “gli

spiriti in arrivo”, trasformata dai bambini

di tutto il mondo nel famosissimo trick or treat, dolcetto o scherzetto. In questi

anni anche l’industria culturale degli Sta-ti Uniti si accorge dell’enorme potenziale

consumistico della festa, creando un vero

e proprio business sulla simbologia di Hal-

loween.

Cinema, televisione, editoria sono inva-

si dai protagonisti della notte degli spiri-

ti, che alimentano a loro volta il mito e la

tradizione della celebrazione. Un classico

del cinema horror, “Halloween” di John

Carpenter, ha contribuito sicuramente a

rilanciare l’immagine paurosa e misterio-

sa della festa. Altre opere, invece, come

quelle di Tim Burton, “Nightmare Before

Christmas”, o le parodie dei Simpson, “La

paura fa novanta”, hanno mostrato in ma-

niera dissacrante i simboli della festa.

RIP

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Page 7: Menthalia Magazine - Ottobre 2014

di Alessia Guaccio, Redazione Menthalia

Figli su misura… si può?

A seguito della recente decisione da

parte del governo italiano di intro-

durre anche nel nostro stato la possi-

bilità di ricorrere alla fecondazione eterolo-ga, fa rifl ettere l'idea di vivere una gravidanza

non più solo con la speranza di avere un fi glio

sano, ma credendo che sia in qualche modo

possibile scegliere che tipo di fi glio mettere

al mondo. Andando per ordine, da quando e

come funziona il processo della fecondazione

eterologa in Italia? Da poco tempo la Tosca-

na, prima tra le Regioni italiane, ha fi ssato

le linee guida per la fecondazione eterologa

assistita nelle strutture pubbliche e nei cen-

tri privati specializzati, consentendo l’uso di

gameti provenienti dall’esterno. Si tratta di

una svolta considerando che fi no ad oggi in

tema di procreazione medicalmente assistita,

in base alla legge 40, dichiarata incostituzio-

nale lo scorso aprile, era vietata alle coppie

sterili la possibilità di fare ricorso a ovociti o

spermatozoi provenienti da donatori ester-

ni. Finora l’unica possibilità era quella della

fecondazione omologa, opzione alla quale

non tutte le coppie potevano far ricorso nel

caso di problemi di fertilità più gravi. Ad ini-

zio settembre la Conferenza delle Regioni ha

approvato, quindi, il documento che regola il

procedimento dell’eterologa e ne ha stabilito

alcuni punti fondamentali:

• Vige il limite di un massimo di 10 nati per

donatore e la coppia che ha già avuto fi gli

con l'eterologa potrà nuovamente ricorrere

alla procedura ma solo con lo stesso dona-

tore;

• potranno essere donatori le donne con età

compresa tra i 20 e i 35 anni e gli uomini

tra i 18 e i 45 anni. Per la donna riceven-

te, inoltre, è previsto il limite di età dei 43

anni, purché potenzialmente ancora fertile,

per ricorrere all'eterologa gratuitamente o

col pagamento del ticket. Fino a quest'età

e per un massimo di 3 cicli il trattamento

sarà a carico del Ssn (Servizio Sanitario Na-

zionale);

• il bimbo nato dovrà avere lo stesso fenotipo

della coppia ricevente rispetto al colore del-

la pelle, dei capelli e al gruppo sanguigno.

Avrà, inoltre, la possibilità di chiedere di

conoscere l’identità del padre o della ma-

dre biologici una volta compiuti i 25 anni

di età: a questo punto il donatore verrà ri-

contattato e, se lo decide, potrà rivelare la

propria identità;

• i riceventi devono essere maggiorenni,

sposati o conviventi in modo stabile, e in

possesso di un certifi cato di infertilità o ste-

rilità, stilato da un medico. Le coppie che

avessero già ovociti o gameti all'estero pos-

sono richiedere, tramite il centro di fecon-

dazione scelto, di trasferirli in Italia.

Siamo ancora, però, molto lontani da ciò che

accade invece in altri paesi quali, ad esempio,

il Regno Unito dove decidere di avere un fi glio

è una scelta completamente libera e scevra da

qualsiasi regola morale ed etica. Per diventa-

re genitore basta, infatti, scegliere il donatore

collegandosi al sito web della London Sperm Bank Donors e seguire il procedimento in-

dicato passo per passo. La clinica londinese

si caratterizza per essere a livello nazionale il

più grande fornitore di donatori di sperma

ma ciò che la rende nota è senz'altro l'innu-

merevole quantità di opportunità off erte ai

propri clienti/pazienti. Una volta registrati, i

pazienti possono, infatti, come nella scelta di

un hotel per le vacanze, selezionare il range

di donatori fi ltrando i risultati in base alle

caratteristiche fi siche, all’origine etnica, alle

qualifi che scolastiche e professionali, all'oc-

cupazione, alla religione e perfi no in base

alla tonalità di colore della pelle! Il successo

riscosso dalla clinica deriva anche dal fatto

che non sono posti limiti rispetto ai pazienti

che possono accedere al database di donato-

ri: a fare richiesta possono essere coppie con

problemi di fertilità, donne single che hanno

il desiderio di diventare mamme e coppie gay

che non sono per natura facilitate nella scelta

di diventare genitrici. Inoltre si off re la pos-

sibilità a tutti gli uomini che lo desiderino di

“aiutare” coloro che hanno diffi coltà nel rea-

lizzare il proprio sogno: fare il “mestiere” più

bello del mondo.

Non è scientifi camente assicurato che da un

donatore avvocato di professione, nascerà

un fi glio che si laureerà in legge, ma tutto

ciò porta a chiedersi se sia suffi ciente avere

amore da donare o sia necessario possedere

i criteri legali ed etici stabiliti dallo Stato per

essere considerati “idonei alla professione di

genitori”.

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Page 8: Menthalia Magazine - Ottobre 2014

di Maria Grazia Cassese, Medical Project Manager

Pizza e… dintorni!

A Napoli sarebbe una tragedia se dal

menù tipico tradizionale dovesse

scomparire il suo pezzo forte: la piz-za. Pochi ingredienti per il piatto più cono-

sciuto al mondo ma che spesso diventa ogget-

to di discussioni che ne mettono in dubbio la

genuinità. La sua fama è, però, tale che si trova

spesso al centro delle più insolite stravaganze,

nessuna delle quali, fortunatamente, ne mette

in dubbio la bontà.

La pizza è così famosa e richiesta in tavola

che non bisognerebbe forse stupirsi di tutti

gli studi, le ricerche, gli eventi e le invenzioni

che la riguardano. Ecco alcuni degli esempi

più clamorosi che testimoniano il valore di

questo piatto. Il 22 maggio si festeggia il Bit-coin Pizza Day: la pizza è stata oggetto del

primo acquisto eff ettuato tramite la moneta

elettronica nel mondo reale. Nel 2010, infatti,

Laszlo Hanyecz, programmatore di Jackson-

ville, scrisse un’inserzione su internet in cui

off riva 10 mila bitcoin, che nel 2010 valevano

circa 30 euro, a chi gli avesserecapitato due

pizze a domicilio. Un inglese ordinò tramite

internet due pizze dal Papa Johns più vicino

e gliele fece recapitare. Ad oggi, considerando

la crescente diff usione della moneta elettro-

nica, quei 10 mila bitcoin potrebbero valere

fi no a 4 milioni e mezzo di euro. Una cifra

record se si pensa che è il prezzo di acquisto

di una semplice pizza! La nostra pizza è così

amata che nessuno è disposto a rinunciarvi;

così, da quando nel 1981 nelle stazioni mili-

tari, le razioni da campo sono state sostituite

dai cosiddetti “ready meal”, cioè pasti pronti

da mangiare, le speranze dei soldati di tro-

varsi in tavola anche la pizza, sono notevol-

mente cresciute. Per questo motivo Michelle

Richardson, esperta di alimentazione presso

la U.S. Army Natick Soldier Research, Deve-

lopment and Engineering Center, ha impie-

gato anni di studi e ricerche prima di poter

realizzare una sorta di “pizza a lunga con-servazione”. A causa dei suoi ingredienti,

infatti, il piatto andrebbe normalmente con-

sumato in tempi brevi perché si rischia che i

condimenti penetrino nell'impasto facendolo

ammuffi re. I ricercatori hanno, però, concen-

trato i loro sforzi sulla prevenzione di questo

processo, usando ingredienti come zucchero,

sale e sciroppi vari che possono legarsi all’ac-

qua evitando che intacchi la pasta della pizza.

Anche i militari in missione hanno diritto al

classico sabato sera pizza e birra!

E che dire poi di Foodini, la stampante 3D

in grado di “stampare” la pizza? L’idea deriva

dall'obiettivo di una start-up di Barcelona di

riservare piatti prelibati perfi no agli astronau-

ti. È nata così, con fi nanziamenti al progetto

da parte della stessa NASA, la stampante tri-

dimensionale di tipo alimentare Foodini che,

processando un solo ingrediente per volta, è

in grado di dar forma ad una vera e propria

pizza di qualsiasi gusto desiderato. Numerosi

sono anche gli studi e le ricerche che da anni

interessano una delle più famose eccellenze

del “made in Italy”: studi per trovare la formu-

la matematica che permetta di raggiungere le

dimensioni perfette di una pizza e in grado da

garantire, quindi, il morso ideale. A tal propo-

sito, nel Regno Unito, la matematica dell’Uni-

versità di Sheffi eld, Eugenia Cheng, ha studia-

to la relazione fra la dimensione di una pizza e

il suo rapporto fra lo spessore del condimento

in superfi cie e lo spessore della base, arrivan-

do a dedurre, per esempio, che per una pizza

con diametro di 28 centimetri, ad ogni morso

corrisponderà una quantità di condimento

superiore del 10 per cento rispetto a una pizza

del diametro di 36 centimetri. Altre ricerche,

invece, hanno messo in relazione il modo di

mangiare la pizza con le componenti caratte-

riali delle persone, riuscendo quindi a distin-

guere tra coloro che mangiano la pizza con le

mani rispetto a chi, invece, utilizza forchetta

e coltello: più pratici e spensierati i primi, più

ordinati e precisi i secondi. Non si possono

non menzionare, infi ne, le varie invenzioni

che la pizza ha ispirato: dalle mentine a forma

di spicchi, confezionate nel pacchetto a forma

di cartone di pizza da asporto e ovviamente

gusto pizza, al deodorante per auto a profu-

mo di pizza, alla forbice che si infi la a indice

e medio per tagliare la mozzarella fi lante della

pizza, al taglia pizza a gas o a laser per ottenere

tranci perfetti. La pizza, insomma, al di là di

qualsiasi dubbio o supposizione salutistica è

stata, è e sempre sarà l'alimento più famoso e

gustoso al mondo; non è solo un pasto, iden-

tifi ca piuttosto un modo di vivere e accompa-

gna momenti di vita quotidiana che nessun

altro piatto potrebbe sostituire.

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Page 9: Menthalia Magazine - Ottobre 2014

“Ritorno al futuro”

Nella vita di ciascuno esistono cer-

tezze che il tempo ha aiutato a

consolidare. Sentimenti, ricordi,

momenti ed immagini ci accompagnano

nel corso del tempo ed anche un banale

oggetto può richiamare alla mente ognuno

di essi. Spesso siamo legati alle cose terrene

più di quanto lo siamo alle persone ed asso-

ciamo semplici oggetti a esperienze vissute

in tempi più o meno recenti.

Pensiamo a come è cambiato, ad esempio,

il mondo della fotografi a: i più giovani non

ricorderanno neppure il bel vecchio rulli-

no fotografi co sostituito a pieno titolo dalla

macchina fotografi ca digitale che permette

di realizzare foto che non hanno nulla da

invidiare alla realtà fotografata. E così come

il rullino ha rappresentato il “cult” dello

scorso secolo, allo stesso modo oggi la Re-

fl ex rappresenta l’elemento imprescindibile

per fotografare.

Pensiamo, ancora, ai fl oppy disk o alle vec-

chie cassette VHS, sostituiti rispettivamen-

te da CD e DVD: si è trattato di un altro

caso di innovazioni tecnologiche che han-

no inconsapevolmente rappresentato an-

che un cambio generazionale tra la vecchia

e la nuova scuola di “computer addicted”.

A ben rifl ettere ci sono state invenzioni che

hanno modifi cato il modo di vivere le espe-

rienze. Tra queste l’esempio più lampante è

il navigatore satellitare che ha decretato la

scomparsa della famosa cartina stradale; si

potrebbe aggiungere che è cambiato, quin-

di, anche il modo di intendere il viaggio. In

tempi non così lontani si partiva ipotizzan-

do un percorso, i suoi tempi di percorren-

za, la spesa; oggi il navigatore ci informa

sull’ora precisa dell’arrivo, calcola il costo

del viaggio in termini di pedaggi e carbu-

rante quantifi cando perfi no i centesimi. Si

è in parte perso lo spirito di avventura ori-

ginariamente inteso.

Si potrebbero citare molti altri esempi ma,

parlando dei tempi attuali, i casi più ecla-

tanti sono due: Nokia e l’iPod.

Circa un anno fa, Microsoft acquisì il mar-

chio Nokia e, ad oggi, le conseguenze ul-

time riguardano il cambio del nome sui

prossimi dispositivi mobile che da Nokia

Lumia diventeranno Microsoft Lumia.

Nokia non realizzerà più cellulari ma si

dedicherà esclusivamente alla banda larga

mobile, ai servizi di geolocalizzazione e

mappe HERE e alla nuova unità Advanced

Technology dedicata alle tecnologie emer-

genti. La mente ritorna inevitabilmente al

più famoso cellulare degli anni ’90: il Nokia

3310, il cellulare che per primo valorizzò,

col suo gioco Snake, l’aspetto anche ludico

dei telefonini.

Il caso, però, più emblematico dei tempi

moderni riguarda il gettonatissimo iPod

Classic: Steve Jobs nell’ottobre del 2001 die-

de il via ad un nuovo modo di ascoltare la

musica. L’iPod più che un semplice lettore

musicale rappresentava uno status: lo status

di coloro che volevano essere alla moda e

al passo con la tecnologia. Pur trattandosi,

però, di un oggetto così attuale paradossal-

mente è già diventato obsoleto; il vecchio

connettore a 30 pin, i controlli fi sici e non

touch e la memoria fi sica con hard disk, lo

rendono già superato in un’epoca storica

dove i cambiamenti e le innovazioni tecno-

logiche sono all’ordine del giorno.

Senza neppure rendersene conto questi og-

getti hanno segnato, con la loro dismissio-

ne, la fi ne di un’era e l’inizio di una nuova.

Ogni volta si ha l’impressione che un picco-

lo tassello del passato venga sostituito con

uno del presente, in un puzzle a cui, ine-

vitabilmente, mancano ancora i pezzi del

futuro.

di Andrea Ponsiglione, Events Management

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Page 10: Menthalia Magazine - Ottobre 2014

Esiste un luogo magico dove la mente

umana può liberare la propria immagina-

zione restando in contatto con la natura

più incontaminata: stiamo parlando del-

la Devrent Valley, chiamata anche valle

dell’immaginazione perché osservando le

rocce con un po’ di fantasia si possono di-

stinguere animali ed altre forme bizzarre.

Per percorrere questo itinerario bisogna

partire alla volta di una delle regioni più

importanti della Turchia: la Cappadocia.

Un tempo centro dell’impero ittita, poi

regno indipendente ed, infi ne, provincia

romana, è oggi il cuore pulsante della Tur-

chia, una zona dove natura e archeologia

si mescolano in maniera perfetta, il luogo

ideale per un viaggio attraverso paesaggi

mozzafi ato e surreali, siti archeologici e

città ricche di tradizioni. La sua posizio-

ne l’ha resa per secoli il crocevia delle più

ricche rotte commerciali ma anche ogget-

to di ripetute invasioni. Proprio queste

ultime hanno spinto gli abitanti della re-

gione a costruire rifugi interrati, diventati

nel tempo vere e proprie città sotterranee.

Il metodo migliore per visitarla è sicura-

mente con mezzi propri. I chilometri da

macinare sono tanti, ma il paesaggio da

ammirare è davvero suggestivo. Parten-

do da Ankara e viaggiando verso Ürgüp,

il primo posto che non passa inosservato

è Tuz Gölü, un immenso lago salato dove

non è possibile non fare una sosta e scatta-

re qualche foto. Il lago rappresenta la più

grande riserva salina del paese e si posso-

no percorrere centinaia e centinaia di me-

tri su uno strato di sale prima di vedere le

prime pozze d’acqua. Quasi al centro della

Cappadocia c’è la valle di Göreme, un pic-

colo villaggio ricco di costruzioni in tufo

che conserva un complesso monastico

molto suggestivo ed è considerato un vero

e proprio museo all’aperto. Annoverato tra

i patrimoni mondiali dell’UNESCO, il vil-

laggio permette di visitare diverse chiese

rupestri scavate nella roccia, in alcune del-

le quali sono conservati aff reschi risalenti

al periodo bizantino. Un’esperienza unica

è rappresentata dal volo in mongolfi era

per sorvolare la valle di Göreme. Sveglia

alle 4 del mattino per poter assistere ad

una delle albe più belle di sempre: la par-

tenza è davvero emozionante, decine di

palloni aerostatici posizionati nell’intera

valle che pian piano si gonfi ano e si prepa-

rano a prendere il volo. Appena il sole sta

per sorgere, tutte insieme prendono quota

e cominciano a sorvolare la Rose Valley e

la Red Valley, due canyon che attraversano

la Cappadocia e che ricevono il nome dal

di Marco Quadretti, Web Development

Scopriamo la Valle dell'immaginazione

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Page 11: Menthalia Magazine - Ottobre 2014

colore delle rocce che li caratterizzano. Una

tappa decisamente suggestiva è la Devrent Valley che si trova sulla strada tra Avanos e

Ürgüp, dieci minuti in auto da Göreme. Per

gli amanti del trekking e non solo, sono da

non perdere le particolari passeggiate che

il posto off re: è un susseguirsi di vallate tra

i “camini delle fate”, rilievi di tufo a forma

di prisma scavati nella roccia, e la maestosa

valle dell’amore, il cui nome è tratto dalla

forma delle rocce che la compongono. Il

nome valle dell’immaginazione nasce dal

fatto che scrutando le rocce con un po’ di

fantasia sembra di scorgere animali ed altre

forme bizzarre. La roccia è sempre di un bel

colore rosato e i famosi camini delle fate si

allungano eleganti verso il cielo. Una roc-

cia grande ricorda proprio un dromedario

seduto! Guardando bene si vede anche il

cappello di Napoleone pronto a una “nuova

battaglia”; mentre due fi gure che si bacia-

no in lontananza sono la cartolina ideale

per tutte le coppie che si amano. Qui non

ci sono chiese rupestri scavate nella roccia,

ma solo un paesaggio lunare che inizia dal-

la strada asfaltata. È un luogo in cui vagare

e lasciare andare la propria fantasia, diver-

tendosi a salire sulle rocce per osservarne le

bizzarre forme. Un luogo magico e incanta-

to che quasi sembra irreale.

Un’altra passeggiata singolare è sicuramen-

te quella nella valle di Ihlara, dove il fi ume

Melendiz Suyu ha scavato nel tempo un

canyon alto circa 100 metri e lungo 14 km.

Seguendo il suo percorso si può ammirare

un paesaggio mozzafi ato e visitare le decine

di chiese rupestri scavate nelle rocce che lo

costeggiano.

Lasciando la Cappadocia, le ultime due

tappe sono indubbiamente rappresentate

dalle rovine di Hierapolis, situate a ridos-

so delle vasche calcaree di Pamukkale, e le

rovine di Èfeso, che fu una delle più grandi

città dell’Anatolia.Quello in Cappadocia è sicuramente un

viaggio culturale, naturalistico e architetto-

nico che lascia un ricordo indimenticabile,

un luogo che regala paesaggi e sensazioni

diffi cili da esprimere in parole… meglio

viverle!

(Foto di Marco Quadretti)

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