BLOQ MAGAZINE 11 DICEMBRE 2011

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BLOQ MAGAZINE - IL QUINDICINALE DI AVERSA E DELL’AGRO AVERSANO - DISTRIBUZIONE GRATUITA ANNO IV - N. 20 del 11 DICEMBRE 2011 Mio padre ha detto: “C’è la crisi, niente più ghiaccio nei Mojito!” Visita il nostro portale d’informazione: www.bloq.it All’interno: Le “transazioni facili” al Comune di Aversa Intervista al sindaco di Frignano avv. Gabriele Piatto

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ANNO IV - N. 20 del 11 DICEMBRE 2011

Mio padre ha detto: “C’è la crisi, niente

più ghiaccio neiMojito!”

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All’interno:Le “transazioni facili” al Comune di Aversa

Intervista al sindaco di Frignano avv. Gabriele Piatto

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pag. Perché Mario Giordano parla male dei coniugi Monti? Perché sì!

pag. Presentato il Cartellone di “Natale ad Aversa - 2011”

pag. La Confesercenti di Aversa ha presentato il progetto “City4bike”

pag. Intervista a Pasquale Buonpane,responsabile locale del Nuovo Psi

pag. Visita alle grotte dell’agro aversano, veri e propri scrigni di storia e sapori

pag. Al Bellini il sogno shakespeariano(quasi infranto) di una notte d’estate

pag. Rubrica umoristica: “Si vendonoGINZ non di marca”

pag. Tornano punti e serenità in casa dell’Aversa Normanna

pag. Romanticismo al cinema: il ritornodi Woody Allen e di Fabio Volo

pag. Il WWF declina l’invito per la visita all’inceneritore di Acerra

pag. Abbiamo intervistato il sindaco di Frignano l’avv. Gabriele Piatto

pag.

pag. Capasso, Ciaramella, Oliva e letransazioni facili al Comune di Aversa

Una serie di eventi da non perdere: “Frammenti di stelle Illuminano”

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IN QUESTO NUMERO 03

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L PESO DELLE PAROLENegli ultimi giorni m’è capitato più volte d’ascoltare in televisione dei giornalisti, alcuni tra i più noti e capaci del piccolo schermo, mentre annunciano con una certa nonchalance che “…si è riunito il Parlamento della Padania…”. Con mio stupore notavo che nessuno, dico nessuno, dei suddetti gior-nalisti anteponeva il termine “cosiddetto” alla parola parlamento e “inesistente” a padania.Nessuno si rendeva conto di essere stato manipolato e, a sua volta, di manipolare l’informazione. Era bastato un comunicato stampa della Lega Nord che annunciava la riapertura del fantomatico parla-mento e oplà, il gioco era fatto: tutti a farneticare di parlamenti celtici.Le parole, invece, hanno un peso e come tutte le cose “pesanti” possono far male, molto male. Usarle senza il benché minimo senso critico è un grave problema dell’informazione italiana. Nessuno degli anchorman televisivi sembra rendersi conto che a furia di parlare di parlamento padano e di pada-nia, la gente potrebbe credere davvero che esista una nazione chiamata Padania, con un parlamento regolarmente eletto. Se la pagliacciata di Bossi e compagni non fosse pericolosa e offensiva per l’in-telligenza delle persone, questa “disattenzione” resterebbe confinata nell’ambito dell’informazione di scarsa qualità. Il problema, invece, è che a furia di parlare di parlamenti, padanie e secessioni, qualche scalmanato possa mettere in atto gesti inconsulti che potrebbero causare seri danni a cose e a persone. Le parole dette in televisione vanno soppesate una a una.E’ assolutamente necessario che i Direttori dei telegiornali nazionali tengano sotto controllo quello

che scrivono e dicono i loro redattori/speaker. Non è possibile, ad esempio, che un semplice ladro di galline, per il solo fatto di essere affiliato a un clan sia definito “boss”. Bisognerebbe ricordare ai distratti colleghi dell’informazione televisiva che un boss, nell’ambito di un’organizzazione criminale è un esponente di grande potere non un semplice affiliato o peggio ancora un pregiudicato da strapazzo.In campo sportivo, ad esempio, vi siete mai chiesti che influenza può avere sulla mente degli ultras (completamente ottenebrata dal tifo) il linguaggio disinvoltamente guerre-sco, utilizzato nei vari “salottini” televisivi, tipo: “I nostri hanno combattuto e perso la battaglia…”, “La partita si è trasformata in una vera e propria guerriglia…”, “Il sangue scorrerà a fiumi…” e altre “amenità” del genere? Di recente ho discusso della questione con alcuni addetti ai lavori. Ho riscontrato che tra le false credenze che circolano ancora nell’ambiente giornalistico, continua a esserci quella che i mass media sono lo “specchio fedele” di quello che accade nella società. Secondo alcuni, il compito dei giornalisti sarebbe solo quello di limitarsi a raccontare freddamente ciò che accade. Nulla di più falso! In verità i mezzi d’informazione sono loro stessi artefici della re-altà che ci circonda. Con la scelta degli argomenti da proporre al pubblico, l’adozione del linguaggio da utilizzare e la scelta più o meno ponderata delle parole, in realtà i media condizionano pesantemente la società nella quale viviamo.Ecco perché bisogna superare la visione convenzionale che molti hanno del linguaggio dell’informazione. L’essere o apparire neutrale

per un giornalista non è la stessa cosa. Se non si analizzano e “commentano” adeguatamente le notizie che si danno e le parole che si adoperano si corre il serio rischio di imitare solo il linguaggio “burocratese”. Chi di noi non ha mai ascoltato o letto che: l’urto è stato violentissimo, il prodotto è esclusivo, il matrimonio è del secolo, il viaggio è favoloso, l’aula del tribunale è un bun-ker, la panchina dell’allenatore scotta, l’assassino ha infierito sulla vittima, il delitto è agghiacciante, gli inquirenti mantengono il massimo riserbo… Il ruolo di chi fa informazione, invece, dovrebbe essere quello di dire: “Guardate che non esiste alcun Parlamento Padano”.Primo, perché un Parlamento per definirsi tale deve essere appositamen-te eletto. Secondo, perché non esiste nessuna nazione che si chiama Padania. Ecco perché il ruolo di noi della carta stampata non è quello di andare dietro il linguaggio della televisione, o addirittura di tentare d’imitarlo. Oltre ad essere un terreno infido poiché si gioca in svantag-gio, correremmo il rischio di dimenticare qual è il nostro ruolo: appro-fondire gli argomenti e chiarire gli eventuali retroscena delle notizie. In un pianeta dove c’è, ormai, un’inflazione di dati, una ridondanza di mezzi d’informazione quello che dà più valore aggiunto al prodot-to è la riflessione, il commento ponderato e lo schierarsi apertamente a favore della verità, non dell’apparente, e sempre sbandierata a ca-saccio, imparzialità.

EDITORIALE04

Idi

GiuseppeCristiano

DirettoreResponsabile

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PRIMOPIANO06

La cattiveria e la piccineria si sprecano; la stampa può essere anche questo. E può esserlo soprattutto su un giornale che si denomina organo di stampa per antono-masia: “Il Giornale”, e hai detto tutto … un medium della filiera di Gutenberg la cui equa-nimità ed obiettività informativa trova su-periori custodi in con-siglieri di amministra-zione che si chiamano Alessia Berlusconi, Pa-olo Berlusconi, Luna Berlusconi e … tiè!,

mi voglio rovinare, Fedele Confalonieri. Acidità ed acrimonia hanno dunque un marchio che le spiega. Ma che l’articolo che parla di Mario Monti neo-premier e della sua signora porti la firma di Mario Giordano veramente meraviglia e intri-stisce. È una recriminazione piena di livore, forzata e infantiloide: mi neghi (o mi togli …) il lecca lecca? E io ti dico brutto! Non appartieni al mio gruppo? Mi basta per trattarti da barbaro e/o selvaggio. Eppure tra i “fondamentali” della professione giornalistica ci dovrebbe essere la basilare dispo-sizione ad evitare ciò che gli Inglesi chiamano rude personal remarks; osservazioni pesanti sulla persona a prescindere dal comportamento, dalle idee e dalle azioni. A Giordano, di Monti e consorte non piace niente, e passi: libero di pensarla come vuole (se pensa con la propria testa …), ma pigliarse-la con il nuovo capo del governo perché manca di senso dell’umore sembra fuori luogo. Del resto, un primo ministro arrivato dove è arrivato per rimediare alla catastrofe a cui non è estraneo il divo Silvio, ha l’obbligo di evitare l’umorismo barzellettiere e da caserma al qua-le il già primo operaio d’Italia pretendeva di assuefare i sudditi italiani. E poi – detto tra noi – non brilla certamente di sapidità ironica lo stesso Giordano: “… a dodici anni parlava al Tempio di riforma delle pensioni … (…) porta sempre un abito grigio, roba che quando c’è la nebbia in Val Padana rischiano di confonderlo con un paracarro (…) poi, quando è in forma, pensate un po’, apre il suo bloc-notes e si met-te addirittura a scrivere.Roba rara, si capisce (…) a Bruxelles, i coniugi Monti li chiamavano coniugi Findus …”.No, l’egregio Giordano non è certo di quel-li che per senso dell’umore possano scrivere testi per la televisione. Umorismo no, ma cat-tiveria quanta ne vuoi. Niente bon ton, anzi,

qualche punta di cafonaggine che fa capolino e si impone, specie a proposito della signora Monti: “tra un punto a croce ed una protesi dentaria la proporranno per la beatificazione: Santa Elsa del lifting perduto. (…) La first chic crocerossina griffata Curiel (…) che passa il tempo a organizzare tornei di

burraco…”.E ci fermiamo qui, nella fondata certez-za che Giordano non fa onore né a se stesso, né alla sua professione, né al suo giornale. Il Giornale che, sempre nella dimensione della serenità e dell’equili-brio, al taglio basso della prima pagina, nello stesso giorno dell’articolo di Gior-dano, pubblica un articoletto di Marcel-lo Veneziani.Veneziani, che definisce il suo scritto “di tenera allucinazione”, parla di una caramella d’orzo venuta da chissà dove tra i libri che stava mettendo in ordine. La caramella, una di quelle che il padre gli dava spesso quando era bambino, gli appare come “un asteroide d’affetto”, come “un cenno d’amore piovuto da lontananze celesti”. Tenerezza filiale;

trionfo della sensibilità poetica; rispetto e culto dei ricordi e della memoria … ebbene, sapete come comincia l’artico-lo? Comincia così: “Per distrarci dalla crisi d’autunno e dal grigiore di Monti, vi racconterò …”. Volontà del giornalista o iniziativa invasiva di qualche capo-redattore prepotente? Peggio dei peggiori cavoli a merenda. Mah! Intanto, per col-mo d’ironia, siamo costretti a sorbirci in televisione (al TG1) l’ineffabile ex direttore Feltri, che parla di “stampa e politica italiane inginocchiate alla figura di Monti e alla sua politi-ca”. Da che pulpiti (e da quali inginocchiatoi …) vengono certe prediche!...

diDon Zeno

Ogasti

CorrispondenteBloq Magazine

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Perché Mario Giordano parla male dei coniugi Monti? Perché sì!

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iminuiscono le tredicesime e aumentano i costi da sostenere, ma avremo più tempo per ritrovare i valori che ci aiuteranno a subire meno la “crisi”.Diminuiscono le tredicesime (per chi ne percepisce una), aumentano i costi da so-stenere, sono sempre più bassi gli importi a

disposizione per regali e cenone di Natale: è pressappoco que-sta la situazione in cui versano le tasche dell’italiano medio.Gran parte dell’importo complessivo delle tredicesime, circa l’80% secondo Federconsumatori, sarà destinato al pagamento di Rc auto, prestiti, canone Rai, mutui, bolli, bollette ed uten-ze varie. Solo il restante 20% entrerà realmente nelle tasche di lavoratori e pensionati, ma nonostante l’ISTAT certifichi che a novembre la fiducia dei consumatori sia aumentata, c’è da scommettere che gran parte di questi soldi saranno destinati al risparmio, anziché a cenoni e regali di Natale.I consumatori dovranno fare i conti con la realtà, una realtà fat-ta di stangate e manovre, che di certo non induce i consumatori a fare acquisti, ma a puntare al risparmio. Secondo l’indagine previsionale dell’O.N.F. (Osservatorio Nazionale Federcon-sumatori), esclusivamente per gli acquisti relativi alle festività natalizie, i settori in calo saranno: abbigliamento e calzature

(-11%), arredamento ed elettrodo-mestici (-14%), profumeria e cura della persona (-5%), giocattoli e arti-coli sportivi (-1%); Alimentare (-1%) e il settore turistico. In controtenden-za si riscontra un lieve aumento delle vendite per l’elettronica di consumo (+2%) e per l’editoria (+1%). Sarà un Natale durissimo per tutte le parti sociali, ma potrebbe anche essere l’occasione giusta per riap-propriarsi del senso stesso della ricorrenza e riscoprire i valori fondanti di una festa diventata da alcuni anni solo l’espressione più alta del consumismo. Probabilmente dovendo limitare la corsa ai regali, le classiche abbuffate e le grandi feste a base di alcool, impareremo a re-sistere a quella finta atmosfera da centro commerciale che ci accompagna da svariate settimane e, forse, avremo più tempo per riscoprire vecchi valori come la gioia dello stare insieme e il calore che emana, la giustizia sociale, la solidarietà, la famiglia. Valori sicuramente più utili di quelli consumistici a fronteggiare lo scenario da “lacrime e sangue” fatto di ben altre “manovre”, speculazioni e rincari in cui ci troveremo “magicamente” im-mersi dall’inizio del nuovo anno.

PRIMOPIANO 07

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Fervono i preparativi per un anno “ricco” di lacrime e sangue

diUmbertoDe Santis

CorrispondenteBloq Magazine

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POLEMICHE08

esto che segue, è il resoconto dettagliato della po-lemica che ha visto protagonisti da una parte l’Avv. Rosario Capasso e dall’altra il Sindaco Ciaramella e l’Avv. Alfonso Oliva. Oggetto della diatriba? La facilità - secondo Capasso - con la quale si procede-rebbe a liquidare le richieste di risarcimento danni al Comune di Aversa.Prima puntata - la denuncia di Capasso Basta una generica richiesta di risarcimento danni al comune di Aversa per vedersi liquida-re, grazie ad un transazione ad hoc, una somma in via transatti-va. “Bisogna, però, essere ami-co dell’amico…”. “Al Comune di Aversa – continua Capasso – c’è sempre stata una legge non scritta ma sempre rispettata: ov-verosia che difficilmente quasi mai si autorizzano transazioni per controversie giuridiche. Si è sempre preferito aspettare le decisioni dell’autorità giudizia-ria prima di transigere. Ebbene, questo principio, che sembrava di ordine generale, ultimamente, per voler di qualcuno, viene disatteso. Come se a tratti ci fosse un figlio legittimo ed uno adottivo”. Poi la segnalazione di Capasso diventa ancora più dura: “Alcuni dei dirigenti o pseudo tali si elevano a giu-dici di turno e sentenziano che bisogna porre fine a controversie che trovasi ancora nella fase embrio-nale, basta solo una richiesta di risarcimento danni generica dove il legale di controparte evidenzia una apparente responsabilità dell’Ente con clausole di mero stile, che per voler del Tizio di turno perché il legale è amico dell’amico o vuoi perché la contro-parte possa essere parente e/o amica di qualche po-litico di turno, che subito si innestano le procedure tese a transigere le problematiche”.Da qui la promessa del consigliere indipendente: “Questa città non può consentire atteggiamenti compiacenti con alcuni soliti noti e chiusure restrit-tive per altri, cioè la gente comune. Bisogna porre fine a questo andazzo poco professionale e molto discrezionale. Bisogna stabilire regole certi e gene-rali che valgono per tutti.Senza iter preferenziali. Comunque, guarderò con attenzione queste procedure e non farò sconti a nes-suno. Nessuno può fare il bello e il cattivo tempo a suo piacimento a danno dell’Ente e a spese dei cittadini”.

Seconda puntata - Ciaramella e Oliva rispondono alle accuse“Sebbene il consigliere Capasso faccia parte della commissione consiliare permanente al contenzio-so – ha detto l’assessore Oliva – ha presto una svi-

sta. Evidentemente Capasso si è distratto. Al Comune di Aversa non si fanno transizio-ni, anzi il nostro, è un Ente virtuoso. Aspettiamo la sen-tenza, ed ove possibile, ci ap-pelliamo anche, ed entro 120 giorni dalla notificazione del-la stessa provvediamo al pa-gamento per evitare ulteriori spese di esecuzione”. “Invito, però, il consigliere Capasso – aggiunge l’assessore Oliva – a chiarire le sue dichiarazioni e dire in modo inequivocabile quali sarebbero le cause og-getto di transazione”.Alle dichiarazioni dell’espo-nente dell’esecutivo norman-no, fanno eco quelle del Sin-

daco Ciaramella che dichiara: “Oramai è diventata la barzelletta del Comune di Aversa, dove ogni giorno si aspetta di leggere sui quotidiani una bufa-la del consigliere Capasso. Io continuo a dire che il gruppo di cui fa parte il consigliere non è un gruppo di ‘Noi aversani’, ma di Non aversani.Non è la prima volta, infatti, che leggiamo notizie prive di ogni fondamento, tanto per far un esempio, una volta hanno scomodato finanche un docente universitario per fargli preparare un progetto di una nuova apertura di una nuova stazione ferroviaria in via Atellana, quando poi non sapevano nemmeno che quei lavori che volevano progettare erano già in corso e così ancora per tante altre segnalazioni. Oggi leggiamo che l’Amministrazione comunale fa della transazioni con alcuni cittadini aversani. Sono spiacente, ma debbo deludere Capasso che avrebbe voluto che ciò avvenisse per un fatto per-sonale, ma queste cose nel nostro comune non av-vengono e come giustamente diceva il consigliere, non sono mai avvenute”.Terza puntata - Capasso controbatte alle accuseLeggo con piacere le dichiarazioni del sindaco e dell’assessore al contenzioso. Mi rassicurano, però, a questo punto, devo ritenere che uno non sa cosa dice e l’altro non sa di cosa parla.Mi dispiace, commenta Capasso ma io parlo solo con cognizione di causa. Sarebbe preferibile che

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cura dellaRedazione

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Capasso, Ciaramella, Oliva e letransazioni facili al Comune di Aversa

Nelle foto:Mimmo Ciaramella,Rosario Capasso e

Alfonso Oliva

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prima di improvvisarsi su alcune argomentazioni gli interessati chiamassero prima i dirigenti preposti, guardassero le carte e, poi, parlassero. Io di quelle documentazioni ne sono in pos-sesso, le ho lette. Sono loro che non sanno di cosa parlano.‘Comunque, al di là della polemica, - continua il consiglie-re - quello che mi interessava è che non si facessero delle transazioni personali, (Ciaramella lo può dire a se stesso o a qualcun’altro), per delle controversie giuridiche ancora sub judice. Eventualmente, se hanno difficoltà a reperire la docu-mentazione posta a sostegno della transazione (“preventiva”, che io ho bloccato con questa mia iniziativa), posso produr-gliela anch’io. Non ho nessun problema nemmeno a parlarne pubblicamente con documenti alla mano. Sempre con grande cordialità, civiltà e senza offendere nessuno. Confronti civili e democratici. Poi Capasso si rivolge a Ciaramella: “Il sinda-co fa riferimento ad alcune mie presunte “bufale mediatiche” che farebbe bene a chiarire, documenti alla mano, in pubblica udienza o piazza. E quanto alla sua battuta che il movimento civico “Noi Aversani” sarebbe da denominare “Non Aversa-ni”, forse il sindaco dimentica che anch’egli è un “non aversa-no, visto che è nato a Casaluce”.“Comprendo anche che i due siano stati strumentalizzati da qualcun’altro ad entrare in polemica, solo per salvaguardare la propria posizione, senza, tra l’altro, lo ribadisco, documen-tarsi.Quarta puntata - Capasso non dice il vero“Il consigliere Rosario Capasso – ha detto Ciaramella – rife-rendosi a me ed all’assessore Oliva dichiara che l’uno non sa cosa dice e l’altro non sa di cosa parla. Questa dichiarazione mi costringe, mio malgrado, a ritornare sull’argomento. Se ho capito bene il consigliere Capasso dice di essere in posses-so di una proposta di delibera che gli è stata consegnata dal dirigente Di Santo relativamente ad una presunta transazione legale. Su questa dichiarazione del consigliere Capasso ho da fare due riflessioni: la prima è che il dirigente Di Santo ha detto e dichiarato ufficialmente che non ha mai consegnato nelle mani di Capasso tale proposta che avrebbe dovuto portare all’attenzione della giunta.Ora se è vero quanto dichiarato da Di Santo significa che quei documenti sono stati sottratti arbitrariamente dal consigliere Capasso e fotocopiati.Questo per quanto mi riguarda è un atto gravissimo di un con-sigliere nei confronti di un “pseudo dirigente” così come l’ha definito il consigliere Capasso”. “La seconda riflessione – con-tinua Ciaramella – è che purtroppo debbo prendere atto che il consigliere Capasso forse non conosce bene la prassi ammini-strativa per un’operazione del genere. Tutto questo potrebbe essere consentito, e sarebbe grave, a un consigliere comunale ma al Capasso non è consentito perché lui oltre ad essere con-sigliere comunale, da quello che mi risulta, esercita anche la professione di avvocato.Ed allora si capisce bene che la cosa è ancora più grave. Ora però voglio chiarire a tutti, e soprattutto al consigliere Capasso, come sono andate le cose nel caso specifico. L’architetto Di Santo non è stato il primo dirigente né l’ultimo che pone all’at-tenzione della giunta una eventuale transazione di una pratica che secondo lui potrebbe essere accettata.Si da il caso, però, che l’Amministrazione Ciaramella, e su questo sfido Capasso a dimostrarmi il contrario, non ha mai approvato in giunta una transazione proposta dai vari dirigenti. Ecco perché mi sono permesso di dire che quella che era sta-

ta dichiarata dal consigliere Capasso era una bufala dato che l’atto proposto dal dirigente non è arrivato nemmeno all’at-tenzione della giunta. A questo punto – continua Ciaramella - voglio anche chiarire al consigliere Capasso quali sono le dichiarazioni da lui, e dai suoi colleghi dello stesso movimen-to civico, inventate.Ci fu contestato che non avevamo provveduto all’apertura del-la stazione sul lato di via Atellana. Era una notizia falsa perché i lavori sono in corso e sono stati sospesi da Trenitalia solo perché è stato rinvenuto un ordigno bellico.Qualche giorno fa l’avvocato intervenne anche sulla proble-matica della società Smact Project che gestisce il servizio di sosta in città, ed anche in quell’occasione il consigliere ebbe a dichiarare che il Comune non si era costituito nella causa presso il Tar Campania. Anche questo è stato dimostrato che è un’altra bufala. Oggi vengono fuori con le presunte transa-zioni facili”. Concludo – dice ancora Ciaramella – e dico con tranquillità che il consigliere che su tre delle quattro uscite sui quotidiani ha fallito. Ecco perché ogni mattina al Comune ci svegliamo in attesa della ‘Bufala di Capasso’ e con queste di-chiarazioni concludo definitivamente la polemica senza più rispondere al consigliere”.Quinta puntata - Replica di Capasso“Non volevo ritornare sull’argomento, per questo ho impiega-to qualche giorno a riflettere, prima di rispondere. E per non passare, come il ‘Pierino’ di turno, ho ritenuto opportuno effet-tuare un excursus argomentativo con una modalità retrospetti-va. In data 24 novembre scrivevo un comunicato stampa agli organi di informazioni territoriali con il quale dicevo che: “Al comune di Aversa c’è sempre stata una legge non scritta, ma sempre rispettata ovverosia che transazioni per controversie giuridiche ancora sub judice non vengono autorizzate.Evidenziavo che purtroppo questo principio di ordine genera-le ultimamente per volere di qualcuno era stato disatteso.Concludevo affermando che questa città non poteva consenti-re che alcuni cittadini venivano trattati come dei figli legittimi ed altri come figli adottivi”.A questo mio comunicato mi rispondeva, in pari, data l’asses-sore al contenzioso, Oliva, asserendo che io avevo preso un ‘abbaglio’, che ero ‘distratto’ e che al Comune di Aversa non si fanno transazioni, che il nostro è un ‘ente virtuoso’, e che ‘aspettiamo la sentenza definitiva ed ove è possibile ci appel-liamo anche entro 120 giorni dalla notificazione’. All’assessore faceva eco il sindaco, secondo cui, oramai ero diventato la barzelletta del Comune di Aversa, dove ogni gior-no si aspetta di leggere sui quotidiani una bufala del consiglie-re Capasso.Sempre in tale data, rendendomi conto che entrambi non sa-pevano quello che dicevano (sempre mediante comunicato stampa), li invitavo a documentarsi prima di parlare, di legger-si le carte e/o, ove mai avessero difficoltà, ad offrirmi volonta-rio per procurargliele.Purtroppo, tale mia divulgazione di informazioni afferente atti pubblici, ha urtato la sensibilità del primo cittadino, che con un comunicato stampa dal titolo eloquente diceva: “Ecco le bufale di Capasso”, facendo riferimento ad una proposta di delibera a firma del dirigente Di Santo che avrei impropria-mente ottenuto su una presunta transazione legale.Ebbene, io questa proposta di delibera del dirigente Di Santo non solo non l’ho mai vista, ma della stessa non ho mai par-lato.

POLEMICHE 09

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l nostro sarà il Natale più bello di tutta la provincia di Caserta”. L’incredibile affermazione è stata fatta dal Sindaco Ciaramella nel corso della conferenza stampa di presentazione del cartellone di ‘Natale ad Aversa 2011’. Di fronte agli stupiti astanti il sindaco ha prose-guito con le sue entusiastiche affermazioni: “E’ un car-tellone che comprende eventi per tutte le fasce di età. Abbiamo pensato a spettacoli di animazioni per i più piccoli, alla musica rock per i giovani, alla cultura con il Festival di Cimarosa ed agli anziani, insomma a Na-tale si divertiranno davvero tutti”. Il cartellone del Na-tale ad Aversa comprende oltre sessanta manifestazio-ni per un arco di circa trenta giorni, ovvero una media di due manifestazioni al giorno. “Un grazie particolare – ha detto l’assessore al commercio Alfonso Oliva – alla Camera di Commercio che ha finanziato parte del cartellone natalizio ed a tutti i commercianti, nonché alle associazioni sindacali, che si sono impegnati per la buona riuscita degli eventi”. “Sono orgoglioso – ha detto, invece, l’assessore alla cultura Nicola De Chiara – di questo cartellone di eventi, l’ultimo dell’Ammi-nistrazione Ciaramella. Come Comune non ci siamo risparmiati (?) ed abbiamo fatto sì che la nostra Città possa essere visitata da numerosi turisti, e speriamo acquirenti, per tutto il periodo natalizio”. Prima di pubblicare l’elenco delle “manifestazioni” credo sia necessario fare una serie di precisazioni. Premetto che non intendiamo entrare nel merito della qualità “arti-stica” di alcune “manifestazioni”, che chiaramente si basano sul concetto di partecipazione ad uno spirito natalizio che Direttori scolastici, Docenti, alunni e genitori di vari istituti di Aversa hanno concretizzato in spettacoli scolastici che null’altro pretendono se

non di catalizzare le energie positive dei soggetti in questione intorno ad un progetto comune e che mai potrebbero portare “turisti ed acquirenti ad Aversa”, per il semplice fatto che non è, e mai potrebbe essere, questo il loro compito. Tenuto conto che il peso di alcune iniziative va con-frontato con le altre e che il tutto va riportato alla dura realtà, ovvero un torneo di boccette non può essere inserito in un elenco dove c’è anche la prima alla Sca-la (e solo un esempio). Che elencare una serie di iniziative nate e portate avanti da appassionati e/o volontari, chiaramente in maniera indipendente dalla volontà del Sindaco e dell’ineffabile Assessore alla Cultura, non autorizza il Comune, in cambio di una manciata di soldi elargiti per cofinanziare alla Massimo Troisi l’evento (ricorda-te l’acquisto del televisore? Un milione lo metti tu e cento lire le metto io…) a mettere il “cappello in testa” a queste “manifestazioni”. Che la Sagra della castagna, la presentazione di un libro (seppur scritto da cotanti autori…), il saggio di fine anno di una scuola di ballo, una visita guidata alle “bellezze” cittadine, una mostra di quadri in una galleria privata, c’entrano con un cartellone di eventi natalizi come il cavolo a merenda.Tra l’altro la forzata “pompatura” del cosiddetto car-tellone svilisce i veri ed importanti eventi di effettivo respiro culturale e, perché no “natalizio”, quali l’Inter-national Flute Festival e il Premio Internazionale Do-menico Cimarosa. Anche se per quest’ultimo bisogna dire che ancora una volta il “calendario marziano” in uso al Comu-ne ed in particolare all’Assessorato alla cultura, lo ha

AVERSA10

Ia cura

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Presentato il Cartellone di “Natale ad Aversa - 2011”Presentato con toni trionfalistici (assolutamente ingiustificati) anche quest’anno il cartellone degli eventi che “allieteranno” il Natale degli aversani

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fatto inserire in un cartellone che dovrebbe essere prettamente natalizio (quindi per consuetudine tutte le “manifestazioni” do-vrebbero concludersi il 6 gennaio, festa dell’Epifania) e che in-vece “chiude” i battenti il 16 gennaio, data in cui tutti i cittadini, artisti di strada, genitori, assessori, bimbi, nonni, preti operai, giocolieri e saltimbanchi sono amabilmente tornati da un pezzo alle loro attività. Ma del resto se l’Estate ad Aversa inizia il 2 settembre e fini-sce a metà ottobre non c’è da stupirsi se Natale cade a ridosso della Santa Pasqua e ferragosto si festeggia il 15 settembre… Quindi caro sindaco e caro assessore alla cultura, meno enfa-si, meno entusiasmo fuori luogo e più fatti concreti. Meglio tre “manifestazioni” con i contro…fiocchi che una serie di “tornei di freccette” elencati tanto per fare numero. In ogni caso ecco gli “eventi” ancora in programma: 6 gennaio 2012 l’Associazione «Evergreen» presenta «Il Natale dei bambini e dei nonni» - P.co Balsamo;14 dicembre 2011 Il Terzo Circolo presenta «Notte di prodigi» - chiesa di S. Spirito – ore 17,3015 dicembre 2011 l’Istituto Comprensivo «Cimarosa» presenta «Natale: Vita e speranza…e Dio venne in mezzo a noi» - Catte-drale di S. Paolo – ore 19,0016 dicembre 2011 La scuola di ballo «Bayadere» presenta «Bal-let’s Cristmas» - Teatro Cimarosa – ore 20,0017 dicembre 2011 «Io come tu» - Spettacoli e intrattenimenti musicali a cura della sezione Unicef provinciale – piazza Mu-nicipio – ore 16,30 17 dicembre 2011 «Music Sensation» Concerto - Salone S. Fran-cesco – piazzetta Don Diana – ore 21,0017/18 dicembre 2011 la «Sacra rappresentazione del presepe vivente» a cura dell’Associazione Cattolica Parrocchia SS. Filip-po e giacomo – ore 19,00 17/18 dicembre 2011 Evento «Danzare per la Vita pro Tele-thon» Stage e galà di danza con la partecipazione straordinaria del ballerino Stefano di Martino, star di «Amici» – Palazzetto dello Sport dalle 9,00 alle 21,0018 dicembre 2011 «Aversa turismo» presenta «Alla scoperta di

un’Aversa diversa» - raduno in piazzetta S. Paolo18 dicembre 2011 Concerto di Natale a cura della Cappella Lauretana del Duomo di Aversa - Cattedrale di S. Paolo 18 dicembre 2011 Concerto di Natale del tenore Francesco Di Franco – Chiesa di Costantinopoli – ore 20,0019 e 20 dicembre 2011 «Aversa è Moda – fashion in the street» - nelle strade dello shopping ore 18,0020 dicembre 2011 l’Istituto Comprensivo «Cimarosa» presenta «Il Concerto di Natale» - Cattedrale di S. Paolo 21 dicembre 2011 Concerto Gospel «Singin’ Glory Gospel Choir» - Chiesa S. Antonio - ore 18,3026 dicembre 2011 Concerto di musica classica di Andrea Car-nevale e Francesco Virgilio e Simona Marino27 dicembre 2011 Concerto dei «Neri per Caso» che presenta-no «Natale per Caso. Magie di canti natalizi e gospel» 28 dicembre 2011 «Aversa Turismo» presenta il Concerto per organo del M° Mauro Castaldo 29 dicembre 2011 L’Associazione Fabricaria presenta «Happy Colours for Happy People» (Aversa Rock Fest) - Palazzetto dello Sport - ore 21,0029 dicembre 2011 «Il Concerto di Natale»– Chiesa di S. Francesco – ore 18,3030 dicembre 2011 «Aversa in musica – Talenti nostrani in piaz-za» - Piazza Municipio – ore 20,002 gennaio 2012 Pattinando in piazza V. Emanuele5 gennaio 2012 l’Associazione Cattolica della chiesa di S. Giu-seppe Operaio con il Centro Sociale «G. Della Vecchia» presen-tano «La befana dell’anziano» - via del Popolo5 gennaio 2012 l’Accademia Italiana «D. Cimarosa» presenta «Cimarosalive» - chiesa di S. Bartolomeo6 gennaio 2012 - l’Associazione Borgo e Musica presenta “Voci nuove …in Cristmas”- via Bisceglia 9 gennaio 2012 La Compagnia teatrale «I figli delle stelle» pre-senta «Nu Bambeniello e tre S. Giuseppe» Teatro Cimarosa 16 gennaio 2012 «Premio internazionale D. Cimarosa» - Terza edi-zione - Teatro Cimarosa – ore 20,30

il programma completo lo trovate su www.bloq.it

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’Asips ha organizzato una serie di eventi da non perdere assolutamente. Ce ne parla il Presidente Maurizio Pollini.Presidente cos’è l’Asips?“L’Asips è un’Azienda Speciale per l’Inno-vazione della Produzione e dei Servizi della Camera di Commercio. E’ un organismo al

servizio del sistema imprenditoriale di Terra di Lavoro al qua-le indirizza la propria attività per accrescerne la competitività, facendo leva sulla conoscenza, sulla spinta al cambiamento, sull’innovazione. Quest’ultima, in particolare, viene declinata nelle sua diverse dimensioni e configurazioni: come capaci-tà di trasferire al tessuto produttivo locale i risultati conseguiti nei centri di ricerca presenti sul territorio; come opportunità connesse all’introduzione di nuove tecnologie; come utilizzo consapevole e razionale delle fonti energetiche; come soste-gno alla creazione di imprese basate su tecnologie e compe-tenze sviluppate in Ateneo; come formazione e valorizzazione delle risorse umane e dei patrimoni professionali. Ad ognuna di queste voci corrisponde un ambito operativo che l’Asips ha sperimentato con iniziative e progetti capaci di corrispondere a necessità concrete delle imprese, spesso anticipandone le esi-genze e segnando percorsi mai praticati in precedenza. Nella sua ormai ventennale esperienza, l’Azienda ha sempre cercato di interpretare le aspettative delle imprese, avendo come unico obiettivo quello di creare occasioni di sviluppo e proponendo-si quale punto di riferimento per la realizzazione di processi innovativi indirizzati al sistema economico locale. Proprio al fine di valorizzare le risorse umane, nella convinzione che la diffusione della conoscenza sia indispensabile per accrescere il capitale intellettuale, l’Azienda ha organizzato “Frammenti di stelle Illuminano” territorio, conoscenza innovazione, ospitan-do in luoghi significativi del territorio performance di studiosi, scienziati e artisti, affidandone i contenuti alla responsabile progetto Paola Servillo. Questa attività si aggiunge, quindi, al novero, già ricco ed articolato, delle iniziative appartenenti alla consolidata tradizione dell’Asips.Quello che emerge è un impegno ad ampio spettro, nel quale l’azienda profonde quotidianamente le migliori energie del pre-sidente, dei suoi amministratori, della direzione, della struttura per dare il proprio contributo alla crescita del sistema imprendi-toriale casertano ed allo sviluppo dell’economia locale”.Ci può illustrare i vari eventi che avete organizzato?“L’anima della terra vista dalle stelle” è uno spettacolo di parole e musica con Margherita Hack e Ginevra Di Marco. E’ un viag-gio dell’uomo attraverso la terra, uno spettacolo che indaga il rapporto tra noi e l’universo che ci accoglie. L’incontro di due ‘stelle’ nate in Toscana è diventato l’occasione per indagare su alcune tematiche sociali scottanti quali immigrazione/emi-grazione, nuove energie, globalizzazione, lavoro, corruzione. Ginevra Di Marco ha interpretato alcune tra le melodie tradi-zionali più belle su queste tematiche: brani densi di significati, valori e storia; Margherita Hack ha alternato alle canzoni i suoi

testi di approfondimento, puntualizzando ed espandendo i concetti con la forza della sua immensa esperienza ed il suo carisma. Nello spettacolo c’era musica etnica, tradi-zionale e cantautorato di qualità da tutto il mondo, un viaggio verso tutti i continenti, con canti dalla Bretagna, da Cuba, dalla Macedonia, Albania, Italia del Sud, To-scana. Lo spettacolo, si è tenuto il dodici dicembre, nella cornice del Teatro Garibaldi di Santa Ma-ria Capua Vetere. Un documento straordinario di un’epoca magica per Santa Maria Capua Vetere e testimonianza preziosa della cul-tura tardo ottocentesca di Terra di Lavoro. - continua Pollini - il 14 dicembre a Caiazzo, nella cornice di Palazzo Mazziotti, un imponente edificio del 1400, si è tenuta ‘La musica dei numeri, i numeri della musica’. Una Con-versazione matematico-sonora di Piergiorgio Odifreddi, con inter-venti anche pianistici di Roberto Cognazzo. Mettere insieme un matematico appassionato di mu-sica ed un musicista che con i nu-meri proprio non se la dice è stata una vera e propria sfida al desti-no. Ma proprio un destino con la D minuscola, un ‘fatino’ piccolo piccolo ha fatto incontrare qualche tempo fa Piergiorgio Odifreddi e Roberto Cognazzo, torinesi ambedue, ambedue cattedratici (Università e Conser-vatorio), ambedue di facile parola ed avvezzi alle performances radiofoniche, televisive e teatrali. Mettendo insieme differenze e somiglianze i due amici hanno costruito un concerto numeri-co che a poco a poco si trasforma in numero concertistico”.Ad Aversa cosa è stato organizzato?“Il 17 dicembre alle ore 20.00 ci incontreremo in piazza Muni-cipio per far levare al cielo 500 lanterne magiche accompagna-te dai pensieri di alcuni dei più grandi uomini che hanno dedi-cato la loro vita alla conoscenza, all’innovazione e al progresso. Le lanterne trasformeranno il cielo della notte in uno scenario unico ed emozionante. Attraverso il coordinamento di tecnici istruttori, il pubblico eseguirà dei fantastici lanci sincronizzati in grado di emozionare e stupire il pubblico che parteciperà e quello che osserverà. Il volo delle lanterne è accompagnato da suggestive colonne sonore. Ai bambini al di sotto dei 14 anni è consentita solo la visione”. A questo punto Presidente la ringraziamo per la sua disponibilità e nel contempo invitia-mo tutti gli aversani a partecipare all’evento che si terrà il 17 dicembre a Piazza Municipio.

Una serie di eventi da non perdere: “Frammenti di stelle Illuminano”

ASIPS 13

La curadellaRedazione

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COMMERCIO14

asce “City4bike”, una iniziativa della Confeser-centi che unisce mobilità sostenibile con una nuova ed efficace forma di marketing per gli eser-cizi commerciali della città. “Ogni commerciante – ha spiegato il presiden-te provinciale della Confesercenti, Mauri-zio Pollini – acquista una o più biciclette di cortesia da noleg-giare gratuitamente ai propri clienti e, grazie all’applica-zione sul velocipede di due pannelli con brand personalizzato, pubblicizza il proprio esercizio e mette a di-sposizione di cittadini e turisti un servizio prezioso per i viaggi di prossimità dove i mezzi pubblici non prevedono fermate o, in alternativa, per una semplice passeggiata nel centro della città che non contempli estenuanti (e dispendiose) ricerche del posto auto ed emis-sioni di smog”. L’aspetto innovativo di City4bike riguarda la pos-sibilità di noleggiare i velocipedi attraverso un

contratto di comodato di uso gratuito e, quindi, senza dover utilizzare schede prepagate o antici-po di contanti per depositi cauzionali. In pratica, i cittadini che desiderino servirsi del-le biciclette, non dovranno far altro che lasciare

un proprio documen-to al commerciante, firmare il contratto di comodato d’uso gra-tuito e….pedalare. L’iniziativa è piaciuta al Sindaco che subito ha aderito. “Abbiamo previsto l’acquisto, come Comune, di al-tre venti biciclette. Perché una città dove si lascia a casa l’auto e si pedala di certo sarà una Città più vivibile e sostenibile’. “Siamo contenti che l’Amministrazione co-munale sia sensibile al

tema proposto e registriamo con grande piacere il contributo della Città di Aversa.Intanto – assicura Giordano – i commercianti aversani hanno accolto con piacere questa novi-tà e ci hanno fatto già prevenire numerose ade-sioni”.

Na cura

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La Confesercenti di Aversa ha presentato il progetto “City4bike”

I commerciantitentano di rilanciareil commercio locale

Tempo di Natale al Centro Commerciale Naturale “Il Basilisco” – Borgo Commerciale Normanno. A partire dai primi giorni di dicembre, infatti, le strade di via San

Felice e via Del Seggio si sono vestite a festa per offrire a tutti gli avventori più di trenta giorni che facciano respirare la vera aria del Natale tra una passeggiata all’insegna dello shopping, una degustazione enogastronomica, la riscoperta di cultura e tradizione e tanto divertimento per giovani, adulti e bambini.I weekend al “Basilisco” saranno intensi e spensierati e dure-ranno praticamente un mese intero con i negozi aperti anche la domenica per l’intera giornata. Inoltre, proprio al mese che

coincide con le feste natalizie, il Centro Commerciale Natu-rale “Il Basilisco” – Borgo Commerciale Normanno ha asso-ciato numerose iniziative inserite all’interno dei settanta e più eventi che animeranno la fine del 2011 e tutto il 2012.Ci auguriamo che tutte queste iniziative servano concreta-mente a rilanciare un comparto che da troppo tempo lan-gue.

AVERSA

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ECONOMIA16

La cura

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a soddisfazione del cliente è il nostro primo obiettivo”. Questo è lo slogan del Centro Vendite Esagono di Aver-sa, nato più di trent’anni fa grazie alll’intraprendenza del sig. Giovanni Bo, attuale contitolare dell’azienda. Bo, oltre ad esserne il direttore responsabile, rappre-senta il vero e proprio motore, anima e punto di riferi-mento per un gruppo che, partendo da un solo punto vendita, oggi ne conta ben tre in Campania. I centri espositivi Esagono oltre ad essere tra i più belli della regione, in fatto di ceramiche innovative sono ai primi posti in Italia per assortimento e qualità dei prodotti. E uno dei prodotti di punta del Centro vendite Esa-gono è la Kerlite. Si tratta di una nuova superficie per l’Architettura che si presenta sotto forma di la-stre in gres porcellanato di grandi dimensioni, fino a 3 metri per 1 e con uno spessore di appena 3 mm. La Kerlite può essere usata per rivestire su-perfici a parete in abitazioni, edifici o lo-cali pubblici, sia in interno che in esterno. E’ un prodotto straordinario (della Cotto d’Este) che presenta una serie di caratteristiche qualitative notevo-li come la resistenza agli attacchi chimici, ai solventi organici e inorganici, ai disinfettanti e detergenti. Si pulisce con estrema facilità mantenendo intatte le ca-ratteristiche di finitura superficiali. La Kerlite, tra l’altro, è totalmente compatibile con le sostanze alimentari, in quanto non rilascia elementi in soluzione. Non consente l’insorgenza di muffe batteri e funghi.

La Kerlite non contiene materie organiche pertanto resiste al fuoco e alle alte tem-perature.In caso di incendio non sprigiona fumo e non emette sostanze tossiche. Resiste ai graffi e all’abrasione profonda. Le sue pro-prietà rimangono inalterate anche dopo un uso intensivo ed una pulizia frequente. Per quanto concerne i colori la Kerlite è un prodotto privo di pigmenti organici. Resiste ai raggi UV e i colori non subisco-no nessuna variazione, anche se sottopo-sti a condizioni climatiche e atmosferiche sfavorevoli. Grazie ad un assorbimento d’acqua prossimo allo zero, Kerlite resi-

ste al gelo e si adatta a tutti i climi. In fatto di robustezza la Kerlite presenta un’elevata resistenza alla flessione.E’ un materiale totalmente naturale ottenuto da mate-rie prime controllate. Nel processo di produzione non vengono rilasciati gas nocivi e polveri sottili dannose per l’ambiente. Le lastre di Kerlite consentono infini-te possibilità estetiche. Sono adatte, infatti, a rivestire superfici di ampia dimensione, piatte o concave, nel-le soluzioni architettoniche per interni e per esterni. Una caratteristica peculiare delle lastre di KERLITE (di solo 3 mm di spessore) sono l’estrema facilità di lavora-zione e posa in opera. Il materiale può essere tagliato,

sagomato e forato con macchine automatiche e uten-sili per la lavorazione del vetro e del gres porcellanato. Addirittura si possono ottenere tagli e sagomature eccellenti incidendo la KERLITE con semplici ta-gliavetro. Per la foratura manuale si possono utiliz-zare i normali trapani elettrici o avvitatori a batteria. Naturalmente la KERLITE, in tutte le sue versioni, può es-sere tagliata anche utilizzando dischi diamantati montati su smerigliatrici manuali, elettriche o su banchi da taglio. Caratteristica unica è la possibilità di realizzare una fi-nitura a spigolo in maniera del tutto artigianale con un effetto estetico sicuramente efficace e senza l’utilizzo di profili paraspigolo.Le lastre Kerlite hanno uno spessore di soli 3mm: ciò conferisce loro caratteristiche di flessibilità, leggerezza ed elevato grado di maneggevolezza. Per la sua leggerezza la KERLITE è facilmente trasporta-bile. Le lastre 100x300 cm di KERLITE 3mm e KERLITE PLUS possono essere sollevate da una persona. Il peso di una lastra di cm 100x100 è 7,4 kg nella versione KERLITE 3 mm, 7,8 kg nella versione KERLITE PLUS e 16 kg nella versione KERLITE TWIN. Le lastre di KERLI-TE TWIN devono essere movimentate da due persone. La Kerlite è marcata CE.Una Direttiva Europea sancisce che i materiali da co-struzione devono possedere determinati requisiti di sicurezza. Tale marchio garantisce la resistenza al fuo-co, alla flessione, agli sbalzi termici, allo scivolamen-to, all’adesione, all’attrito e alla cessione di sostanze pericolose.Presso i Centri Vendite Esagono si può ordinare uno dei prodotti di punta della Cotto d’Este: la Kerlite Ki-lowatt. Si tratta di celle fotovoltaiche di ultimissima generazione, abbinate a lastre sottili di gres lami-nato. Oltre ad essere una delle soluzioni di decoro più accattivanti tra quelle proposte dall’Esagono, in un’ottica di riduzione dei consumi e dell’inqui-namento, rappresenta il non plus ultra in quanto, udite udite, consente di produrre energia elettrica. Le lastre fotovoltaiche di Kerlite KW,infatti, affiancan-do le versioni PLUS e TWIN, sono utilizzabili per re-alizzare facciate ventilate e coperture in cui gli ele-menti destinati alla produzione di energia si integrano perfettamente con quelli decorativi.La libertà di progettazione, la garanzia di affidabilità ed eccellenza estetica, unite alle tecnologie più sofi-sticate, fanno di Kerlite il primo materiale ceramico polifunzionale, in perfetta sintonia con i dettami degli attuali canoni architettonici. In questo modo l’invo-lucro dell’edificio risponde contemporaneamente a più esiegnze: di isolamento, di durata nel tempo, di riconoscibilità estetica e di produzione di energia elet-trica.Crediamo che questi siano elementi più che sufficienti per recarsi presso uno dei tre Centri Vendita Esagono creati dal Sig. Bo.

Giovanni Bo: “La soddisfazione del cliente è il nostro primo obiettivo”

Nelle foto sopra:un ambiente

rivestito interamente di

Kerlite

Nella foto sotto:Giovanni Bo e lo

staff dell’Esagonoalla festa per il

trentennaledell’azienda

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i è tenuta, il 29 novembre scorso, nella sala polivalen-te di piazza Cavour a Villa di Briano la presentazione dei risultati del progetto “Acqua Bene Comune”, inti-tolata “L’acqua di casa tua si può bere?”Il progetto, finanziato dal CSV ASSOVOCE di Caser-ta con fondi protocollo d’intesa fondazioni bancarie e volontariato, è stato promosso dall’associazione Scuola di Pace don Peppe Diana, in partenariato con le associazioni Santuario Madonna di Briano e Uni-verso, sita a San Marcellino, ha voluto educare ad un consumo responsabile dell’acqua stimolando la presa di coscienza individuale e collettiva sulla necessità di modificare i comportamenti quotidiani nel rispetto dell’ambiente e degli spazi circostanti.“Acqua Bene Comune” ha voluto valorizzare nelle scuole dei comuni di Villa di Briano, San Cipriano d’Aversa, San Marcellino, ma anche tra le famiglie degli studenti coinvolti, il risparmio, l’uso responsa-bile e intelligente dell’acqua, mettendo in evidenza i numerosi vantaggi ambientali, monetari, di salute che possono derivare dalla riduzione de-gli sprechi.Da marzo 2010 allo scorso ottobre, i numerosi volontari hanno svilup-pato campagne di sensibilizzazione sul tema, incontri formativi nelle scuole, un calendario realizzato dai bambini delle classi sensibiliz-zate, distribuito un kit di riduttori di flusso (un semplice dispositivo per il risparmio idrico), monito-rato i consumi di un campione di famiglie dei tre comuni e la qualità chimico-fisica, organolettica e mi-crobiologica delle “acque potabili” del territorio.Alla domanda “L’acqua di casa tua si può bere?”, le associazioni promotrici del progetto con l’aiuto degli esperti, che hanno analizzato l’acqua di questi territori dal punto di vista chimico-fisico, microbiolo-gico e organolettico, non possono che rispondere non possono che rispondere con un sonoro SI!Dopo un percorso durato più di un anno e mezzo sono arrivate alla conclusione che “il consumo di ac-qua in bottiglia non si giustifica né

per ragioni nutrizionali, né igieniche né per ragioni economiche. La maggior parte delle acque in botti-glia in commercio non si distingue in nulla da quelle distribuite dai nostri acquedotti se non per il prezzo: l’acqua in bottiglia in commercio costa da 250 a 500 volte meno di quella in bottiglia!”Quindi l’acqua di tutti e tre i paesi monitorati, San Marcellino, San Cipriano d’Aversa, Villa di Briano, è più che buona e quindi non ci sono motivi per ritene-re l’acqua minerale più salutare.Ma siccome di acqua ce n’è tanta però solo una pic-cola parte è utilizzabile, l’acqua delle condotte urba-ne non va sprecata, è un bene prezioso e probabil-mente lo diventerà ancora più in futuro. Per questo va tutelata e usata consapevolmente. Per contribuire al risparmio idrico, le associazioni partecipanti a “Ac-qua Bene Comune” hanno distribuito dei riduttori di flusso a 400 famiglie che abitano sui territori di riferi-mento dell’iniziativa e hanno monitorato i loro consu-mi prima e dopo l’utilizzo dei riduttori di flusso.

AGRO AVERSANO18

Sdi Umberto

De Santis

CorrispondenteBloq Magazine

[email protected]

L’acqua di casa si può bere: ecco i risultati del progettoIl progetto ha valorizzato l’uso responsabile e intelligente dell’acqua tra studenti e famiglie di San Marcellino, Villa di Briano e San Cipriano d’Aversa

Segnalazioni, critiche, argomenti che vorreste fossero trattati? Scrivete a: [email protected] ANNO 4 - Numero 20 - 11 dicembre 2011

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i chiude la disputa legale tra il Con-sorzio Valcomino ed il Comune di Aversa in merito alla refezione sco-lastica. La sentenza del Tar Campa-nia n.05486/2011, infatti, ha respin-to il ricorso proposto dal Consorzio

Valcomino soc. Coop. Sociale e Società Cooperativa Palmy giudicando corretto l’operato della commissio-ne giudicatrice che ha disposto l’esclusione del con-sorzio stesso, non per la semplice mancanza di un do-cumento prescritto dalla disciplina di gara, ma per la sua riscontrata inidoneità. “Il Consorzio – ha spiegato la dirigente all’area, dott.ssa Gemma Accardo – che dapprima aveva contestato la bontà del bando di gara, aveva poi partecipato alla gara stessa ed era stato legit-timamente escluso per carenza di idonea documenta-zione attestante i requisiti di solvibilità ritenuti fonda-mentali. Successivamente il consorzio riammesso alla gara sub judice risultava comunque aggiudicatario provvisorio e ciò a dimostrazione della trasparenza e della obbiettività delle valutazioni della commis-sione giudicatrice”. E conclude la dirigente: “La sen-tenza in oggetto, dunque, stabilendo l’esclusione del

consorzio ha in buona sostanza confermato la bontà dell’operato dell’Amministrazione, avallando l’opera-to della commissione giudicatrice”. La sentenza è sta-ta accolta con favore anche dall’assessore alla pubbli-ca istruzione Michele Galluccio, che ha commentato: “Finalmente oggi con la sentenza del Tar si mette un punto a questa vicenda. Adesso e per i prossimi due anni e mezzo, avremo lo stesso interlocutore. Ed a lui toccherà rendere migliore il servizio a partire dall’infor-matizzazione del sistema ticket.Noi come Ammi-nistrazione – con-clude Galluccio – in ogni caso non abbasseremo mai la guardia affinchè ai bambini delle nostre scuole siano serviti pasti genuini e sani”.

ISTRUZIONE 21

a curadellaRedazione

Bloq Magazine

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Refezione scolastica, il Tar dàragione al Comune di Aversa

S

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a partecipazione al “Convegno sulla decrescita felice” è stata una buona occasione per ascoltare proposte alternative all’attuale modello di sviluppo, basato sul prodotto interno lordo. Quando, dopo la intrigante lettura della poesia di Neruda “Ode alla vita”, decla-mata da Arianna Di Palma, ha cominciato a parlare Maurizio Pallante, nell’Aula Magna della Facolta di Ingegneria, c’erano centinaia di persone ad ascoltarlo con un sorprendente interesse, per cui bisogna dare onore al merito degli organizzatori, che hanno sor-preso la “sufficienza” di qualche incuriosito politico, presente in sala. Qual’è l’aspetto fondamentale della proposta del “movimento nazionale per la decrescita felice”? E’ la convinzione che la crescita illimitata della produzione di merci, a svantaggio dei beni, porterà l’umanità alla catastrofe e la terra alla distruzione. Perciò bisogna af-fidarsi, da subito, ad un modello economico e sociale alternativo al capitalismo e all’economia di mercato. Questa idea-forza prefigura l’organizzazione di una società fondata su valori e stili di vita completamente diversi da quelli attuali. Secondo il Presidente relatore, l’economia deve es-sere rimessa al suo giusto posto di semplice mezzo della vita umana e non essere considerata suo fine ultimo. La decrescita mira non solo a preservare l’ambiente, ma anche a ripristinare un minimo di giustizia socia-le, senza il quale il pianeta è condannato all’esplosio-ne. Sopravvivenza sociale e sopravvivenza biologica sono, quindi, strettamente legati. I limiti del patrimo-nio naturale non pongono soltanto un problema di equità intergenerazionale nell’uso delle risorse, ma anche una questione di giusta ripartizione di esse tra gli esseri viventi, con una visione ormai globale, oso dire, planetaria.La decrescita, però, non significa immobilismo con-servatore. Secondo Pallante, bisogna rinunziare, sod-disfacendo un numero ragionevolmente limitato di bisogni e in armonia con i vincoli naturali, alla cre-denza che “di più è uguale a meglio”, perché il bene e la felicità possono realizzarsi anche con costi mi-nori. Grazie a questa premessa, la decrescita si dovrà basare su tre pilastri: la sfera personale, quella politica e quella tecnologica. In questo modo, non basta semplicemente scegliere stili di vita, bisogna assolutamente sfruttare le possibi-lità che la tecnologia offre, riducendo “la nostra im-pronta ecologica” e sfruttando quelle tecniche mirate al risparmio energetico, sia in ambito privato sia in ambito industriale. Tutto questo perché non bastereb-be alcuna risorsa rinnovabile se prima non riduciamo i consumi, limitiamo gli sprechi e “tappiamo i buchi

che ha il nostro sistema energetico”. Per fare questo, però, ci vuole un forte contributo della “politica”, che faccia leggi adeguate e assicuri il rispetto delle tante normative già in vigore che molto spesso, sono in re-altà lettera morta!Quindi, se quello, della “decrescita felice” appare un messaggio rivoluzionario, si deve convenire, che è, pur tuttavia, una possibile idea di salvezza per il futuro del mondo, che oggi appare fortemente con-dizionato dal mito della tecnologia, che influenza le due componenti fondamentali del sistema: società e natura. Essendo la tecnologia uno dei più effica-ci agenti del cambiamento che si conosca e quella che condiziona i rapporti salubri con l’uomo e sobri con la natura, il suo sovradimensionamento compor-ta l’effetto negativo di un ambiente artificiale creato dall’uomo, devastante per l’uomo stesso, laddove per lungo tempo si è sviluppato in costante equilibrio con l’ambiente naturale, vivibile fino a qualche centinaio di anni fa. Ma l’incremento della popolazione e l’accelerazio-ne del progresso tecnologico hanno profondamente turbato tale equilibrio e oggi minacciano la struttura stessa dell’ambiente organizzato, che è fortemente influenzato da tutte le quattro componenti che vi si ri-trovano stabilmente: uomo, società, natura e tecnolo-gia. Ecco perché c’è da dire che si ha la sensazione di essere alla fine di un ciclo storico, che ci costringerà ad andare alla ricerca di nuove forme di solidarietà.Allora, se le cose stanno così, si tratta di ri-pensare il pensiero, superando la società dell’avere e puntare ad una società dell’essere, vista come mèta quanto mai suggestiva da raggiungere insieme nella società di domani. Ma è possibile realizzare tutto ciò senza individuare preventivamente, facendoli propri, i valori atti a gui-dare la serena coesistenza ed il graduale passaggio da un sistema all’altro in maniera pacifica, e perciò… felice? La sfida è di proporzioni gigantesche, non solo in termini quantitativi ma anche qualitativi, a causa dell’intrigo della rete di interazioni tra le complessità dell’uomo, il suo ambiente, i suoi prodotti, le sue ne-cessità, l’effettiva volontà di ridimensionarsi. Ci troviamo in una tale situazione: il compito è im-menso e consiste in nulla di meno di un cambiamen-to delle ideologie, delle motivazioni e, quindi, del modo di vivere di almeno qualche miliardo di esseri umani.La speranza è di evitare “la morte a piccole dosi” e armati di “ardente pazienza”, nel mentre aspettiamo che la… decrescita s’intraveda all’orizzonte dell’ho-mo tecologicus, naufrago del terzo millennio.

LETTERE AL DIRETTORE22

Ldi

PiaPangese

CorrispondenteBloq Magazine

[email protected]

Successo del convegno sullanecessaria “Decrescita felice”

la copertinadel libro

di MichelePallante

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i chiamo G. M. e sono residente in Aversa, alla via G. De-ledda. Mi ri-volgo a voi di

Bloq poiché non so più a chi ri-volgermi, per ottenere il rispetto ed il decoro della cosa pubblica e la convivenza civile. Cerche-rò di spiegare il mio disappun-to e la mia protesta con questa breve avventura: L’altro giorno è venuto a trovarmi un amico, non deambulante, si muove con le stampelle e ha difficoltà di movimento, è arrivato ad Aversa con il treno delle Ferrovie dello Stato e ci siamo spostati a piedi per via Atellana, dove panchine non agibili, rami e arbusti perico-losamente sporgenti, non permettevano un libero accesso. In conclusione, quindi, si è costretti cam-minare per la strada con tanto pericolo e accompa-gnati dagli strombazzamenti dei “civilissimi” au-tomobilisti. Nella tarda mattinata ci siamo fatti un “giro” per Aversa. Abbiamo attraversato il vicolet-to del liceo (passaggio pedonale per via Corcioni) certamente sarebbe più agevole attraversare un “bagno pubblico” che quella stradina: escrementi di cani e di persone e in più rami bassi di alberi dei condomini adiacenti, la rendono fatiscente e inaccessibile. Passeggiare per Aversa è stato tutto uno slalom, tra auto sui marciapiedi e suolo pub-

blico chiuso ed inibito al pas-saggio pedonale e tanto ancora. Di questo degrado ed abbando-no, ce ne rendiamo conto, an-cora di più se si è vicino a chi è meno fortunato di noi, dato che, essendo diversamente abi-le, dovrebbe trovare più acco-glienza in una società di giusti e civili, dovrebbe, ma così non è, come ben sappiamo. Di tutto questo ho parlato più volte con chi la persona preposta a que-sto tipo di denunce, ma non ho avuto nessuna risposta, nessun intervento. Ora mi rivolgo a Lei

come ultima ratio per chiedere aiuto nel risolvere e mi auguro in modo definitivo i problemi che ho sopra esposto, e se non è di sua competenza di indicarmi la strada da perseguire. Queste, sono lettere che non vorremmo mai pubblicare, perché in una città giusta e civile, come scrive il signor Giovanni, non ci dovrebbero essere questi disagi, nè per la persone “normali” né, soprattutto, per chi ha problemi a muoversi, in una città civile ci si aspetterebbe che venissero tutelati, ma come sempre, chi paga le conseguenze delle cattive am-ministrazioni sono, certamente, i più deboli. Ci uniamo alla denuncia del signor Malomo, augu-randoci che qualcuno la prenda in considerazio-ne, che cerchi di risolvere, al più presto, questa annosa questione delle strade ad Aversa.

SEGNALAZIONI 23

M

Le strade di Aversa non sonopraticabili per chi ha una disabilità

a curadellaRedazione

Bloq Magazine

[email protected]

“Sul nostro territorio è nettamente migliorata la viabilità”. A dichiararlo il sindaco di Aversa Ciaramella, che continua: - Sono cominciate le installazioni, su tutto il territorio cittadino, di rastrelliere per la sosta di biciclette. Insieme ai vigili ho girato la città in lungo ed in largo e mi sono reso conto di come la situazione, dal punto di vista della viabilità, sia nettamente migliorata. Lo dicevo qualche mese fa quando istituimmo gli stalli di sosta a pagamento e lo ribadisco ora: in nessun modo bisogna interpretare la creazione di nuovi stalli di sosta come un modo per “tassare” i cittadini, bensì come un mezzo per evitare soste selvagge e migliorare la viabilità e vivibilità delle zone in cui sono sorte -. Ciaramella afferma di aver notato “come il traffico in Città fosse più scorrevole, come tanti fossero i posti liberi sia delimitati da strisce bianche (quelli non a pagamento); sia quelli gialle (riservati ad i residenti, in particolari zone della Città e per portatori di handicap) ed, ovviamente, anche quelle blu”. E sulle strisce blu: “Sono nate – spiega il primo cittadino – per evitare soste selvagge e contribuire alla regolamentazione di aree sulle quali da tempo gli stessi residenti chiedevano all’Amministrazione di inter-venire per disciplinarne la viabilità e la vivibilità, ma soprattutto affinché tutti i cittadini lascino a casa l’auto ed imparino ad utilizzare mezzi di trasporto alternativi. In tale ottica – continua Ciaramella– con il dirigente del settore, il comandante Guarino, abbiamo deciso di installare in tutta la città, specie nei pressi di uffici pubblici e scuole, rastrelliere per il parcheg-gio delle biciclette nonché di creare strisce bianche per la sosta dei motocicli. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che sul nostro territorio circolano tre autobus che collegano tutta la città”. Le rastrelliere sono state installate nei pressi del Comune e in prossimità di uffici pubblici.

Aversa: installate rastrelliere per le biciclette, in tutta la Città

Se volete segnalarciproblemi, carenze,disfunzioni,situazioni dipericolo, inadempienze ecc.inviate una e-mail a:[email protected](lasciando se voleteanche un recapitotelefonico).Sarete contattatiil più presto possibile dalla redazione diBloq Network

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Nicola RISCO e la moglie Annarita BUONANNO, di Aversa, ballerini professionisti

di classe A Danze Standard e Latino Americane, già Campioni Italiani 2004 nella

Combinata 10 balli, il 19 novembre a Treviglio si sono classificati al 1° posto

della 1^ prova di Coppa Italia Danze Standard organizzata dalla FIDS. Alla gara

hanno partecipato coppie provenienti da tutta Italia.

VILLA LITERNO - [24 novembre] La segretaria nazionale Flai Cgil,

Stefania Crogi, inaugura la Camera del Lavoro di Villa Literno

VILLA DI BRIANO [25 novembre] L’Assemblea provinciale di Li-

bera Associazioni, nomi e numeri contro le mafie riconferma

Valerio Taglione coordinatore per la provincia di Caserta. An-

nunciata la costituzione del presidio di Libera Aversa.

VILLA LITERNO [27 novembre] Spettacolo di

danza e solidarietà del centro Non solo dan-

za che ospita il noto coreografo Rai Fabrizio

Mainini

AVERSA - [25 novembre] Presentato il progetto “City byke”. Ogni com-

merciante dispone di una o più “biciclette di cortesia” da noleggiare

gratuitamente ai propri clienti che possono girare in bici per la città

AVERSA [25 novembre] Nasce ufficialmente la collaborazione tra il Co-

mune di Aversa e la Facoltà di Architettura in merito all’incarico per

il per la riqualificazione del patrimonio edilizio e urbanistico cittadino.

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VILLA LITERNO - [24 novembre] La segretaria nazionale Flai Cgil,

Stefania Crogi, inaugura la Camera del Lavoro di Villa Literno AVERSA [27 novembre] Con una doppietta di Pisani l’Aversa Normanna stende il Chieti e torna alla vittoria davanti al suo pubblico.

NAPOLI [2 dicembre] Il Governatore Stefano Caldoro presenta il progetto “Facciamo un pacco alla camorra” nella Bottega dei sapori e della legalità.

AVERSA [3 dicembre] L’Istituto Comprensivo ‘De Curtis’ ed il Comune, presentano il musical “Masaniello”. L’incasso dei biglietti della serata sarà totalmente devoluto in beneficenza ai reparti di ematologia e a quello di pediatria e neonatologia dell’ospedale ‘Moscati’ di Aversa

GAVORRANO [4 dicembre] L’Aversa Normanna sfiora il blitz in terra to-scana. Per due volte in vantaggio viene raggiunta dal Gavorrano che chiude il match sul 2-2

MARANO - Il magistrato Antonino Ingroia premia i finalisti del Marano Ragazzi Spot Festival. Il festival nazionale degli spot di pubblicità sociale realizzati dai ragazzi.

AVERSA [4 dicembre] Grande successo per “Le grotte dell’agro aversano - scrigni di storia e sapori”, manifestazione organizzata dall’assessorato alle politiche sociali del Comune,in collabora-zione con ‘Agrisviluppo’- azienda speciale della Camera di Com-mercio e dell’ordine degli architetti della Provincia di Caserta

VILLA DI BRIANO [25 novembre] L’Assemblea provinciale di Li-

bera Associazioni, nomi e numeri contro le mafie riconferma

Valerio Taglione coordinatore per la provincia di Caserta. An-

nunciata la costituzione del presidio di Libera Aversa.

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versa come Woodstock? Non proprio, ma comunque ci ha fatto piacere assistere ad una kermesse musicale del genere dopo tanto tempo. Aversa patria di jazz, di mu-sica, di cultura ma che a volte ci ricorda una nobile decaduta a cui interessa solo conservare casato, piuttosto che legittimare la propria nobiltà.E’ stato bello, invece, vedere come in questi giorni si sia in-vertita la tendenza: Luciano de Crescenzo all’auditorium Caia-niello prima e Geoff Farina al d’Aponte poi hanno regalato a questa città un respiro di cultura e passione che mancava da un po’ di tempo.Nel caso dello statunitense, permformer il 25 Novembre all’evento organizzato da Fab-bricaria, è d’obbligo accennare almeno un pò del suo curriculum: leader dei Karate sin dalla prima formazione del quartetto di Boston fino allo sciogli-

mento datato 2005, da quando la sua strada si è divisa da quella di Jeff, Eamonn e Gavin ha intrapreso una carriera solista che lo ha porta-to sui palcoscenici di mezzo mon-do, proponendo al pubblico sia il meglio della sua produzione con i Karate sia alcuni progetti nuovi. Alla domanda su come sia stata la separazione dai componenti della band e lo scioglimento della stessa, ai microfoni di radioaversa.com, incalzato da Ferdinando Grazia-no, ha così commentato “Viviamo in luoghi diversi, Chicago, Boston, etc, ma i rapporti sono ancora buo-ni; non posso non aver un buon ri-cordo dei Karate, delle canzoni che

abbiamo fatto assieme e delle emozioni che abbiamo trasmesso al pubblico”. Guardando Geoff Farina non si può non pensare al passato, dall’album d’esordio Karate passando per In place of real insight, ma è lui stesso, da vero artista, ad aprirci gli occhi sul suo futu-ro musicale: “Tra poco uscirà anche qui in Europa il mio prossimo album, dopo esser stato presentato già

in Giappone. Ma tengo tanto anche ad un altro pro-getto, che spero possa uscire per metà dell’anno pros-

simo e di cui già abbiamo scrit-to più della metà dei brani. Ad essere onesto spero di venirlo a presentare proprio in Europa!”. A quanto pare è proprio vero che l’album più importante per un cantante è sempre quello che ancora deve uscire.Prima di lasciare i nostri micro-foni per deliziare il pubblico accorso alla festa di Fabbrica-ria, si è congedato spendendo belle parole per la nostra Aver-sa: “Sono qui da meno di 4 ore e sono venuto giusto in tempo per il soundcheck e per pranza-re velocemente.Ho avuto comunque modo di vedere bella gente: spero di po-

ter tornare magari per divertirmi un pò e conoscere meglio la gente di Aversa, magari per il tour dell’an-no prossimo, chissà”. Ha poi imbracciato la chitarra e tenendo stretto il plettro tra le dita ha scandito le note che lo hanno portato, nel corso della sua lunga carriera, da Boston ad Aversa, passando per i migliori palchi del mondo.“Mi aspettavo questa risposta di pubblico, Geoff Fari-na è un grande”, ha detto Nicola Apicella, presidente di Fabbricaria, l’associazione che ha avuto il merito di organizzare quest’evento, e prima di aggiornarci sui prossimi appuntamenti targati Fabbricaria ha voluto lanciare “un sincero grazie ai ragazzi dell’associazio-ne Bianca d’Aponte, che hanno fatto si che tutto que-sto fosse possibile.In calendario c’è un prossimo evento il 30 dicembre”. Ancora top secret l’head liner, l’artista di punta della prossima manifestazione, ma se queste sono state le premesse, c’è da aspettarsi belle sorprese.Il nostro augurio, sia per chi ama la musica, sia per chi ama la nostra città, non può essere che quello di trovarci a commentare sempre più spesso manifesta-zioni del genere.Per la musica, per Aversa, per quel ruolo da protago-nista nel mondo dell sette note che la storia e l’impe-gno ci aveva affidato, e per il nome di prestigio che abbiamo ancora ed è, oggi più che mai, un patrimo-nio nostrano da difendere.

MUSICA26

Adi

Rolando S.di Martino

CorrispondenteBloq Magazine e

Radioaversa.com

[email protected]@yahoo.it

Grande concerto di Geoff Farina all’auditorium “Bianca d’Aponte”L’evento organizzato da Fabbricaria ha regalato alla popolazione aversana un respiro di cultura e passione che mancava da un po’ di tempo in città

Segnalazioni, critiche, argomenti che vorreste fossero trattati? Scrivete a: [email protected] ANNO 4 - Numero 20 - 11 dicembre 2011

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rosegue puntuale il programma elabo-rato dal Dr. Guido Verde, Presidente del “ Rotary Aversa Terra Normanna ” che, a chiusura degli incontri di No-vembre, ha ospitato il Dott. Domenico Pedata, “già Ambasciatore Straordina-rio e Plenipotenziario ” ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti, per intratte-nere i soci sul tema: “ Dalla tenda del deserto al grattacielo Burj Dubai: un esperimento di globalizzazione nel mondo arabo ”. L’illustre relatore è stato introdotto dal Dr. Verde che, partendo da una ostilità preconcetta, insita nel nostro immagi-

nario collettivo verso gli arabi, ha asserito che i musulma-ni, cioè un miliardo e duecento milioni di persone, “ non possono continuare ad essere degli sconosciuti tra di noi, se si vuole attenuare la paura ed evitare l’acuirsi di tensioni ”. Come la storia insegna, anche quello che sta accadendo oggi nei paesi del nord Africa, ha precisato il Presidente, è causato, oltre che dalla mancanza di libertà, dalla povertà e dalla disoccupazione giovanile, specialmente dalle di-suguaglianze sociali. Per fortuna tutto questo non accade negli E.A.U. dove si gestiscono enormi ricchezze petrolife-re. Questa circostanza ha portato alla ribalta internazionale un Paese, che negli ultimi decenni ha avuto un tumultuoso sviluppo economico ed ha impiantato una architettura ul-tramoderna: si pensi all’albergo a sette stelle o alla pista sul ghiaccio. Dimettendo conflitti tra sceiccati e piraterie, proprio sulla cosiddetta “ costa dei pirati ”, a partire dagli anni 50/60, grazie allo sfruttamento del petrolio, gli E.A.U. sono uno degli stati più ricchi del mondo.Ha preso quindi la parola il Dott. Pedata – Dino per i tanti amici di scuola e di Università presenti – che ha ricorda-to come gli E.A.U. sono l’unico esperimento federativo di

successo del mondo arabo. Costituiti nel 1871, grazie alla lungimiranza e all’intelligenza politica del Sovrano di Abu Dabhi, lo Sceicco Zayed Bin Sultan Al Nahyan, che, anche grazie all’appoggio dell’Inghilterra, riuscì a federare sette emirati, tra i quali il più famoso Dubai. A distanza di cin-quanta anni, la città di Abu Dhabi è diventata ricca di verde grazie ai potenti dissalatori realizzati da imprese italiane, ha infrastrutture moderne, skylines di grattacieli di piacevole e varia architettura. Senza contare l’isola di Sadiyyat, trasfor-mata in un distretto culturale, o l’isola di Yass dove c’è il circuito di Formula 1 e la sede dell’Agenzia Internazionale delle Energie Rinnovabili ( IRENA ).Il motore di questa crescita economica del Paese si basa so-prattutto sulla ricchezza energetica, che è rappresentata da riserve petrolifere tra le più importanti del mondo, essendo pari a 98 miliardi di barili: cosa che lo colloca al settimo posto. Ma non sono da trascurare le importanti riserve di gas, che sono pari a 215 trilioni di metri cubi. “ L’Italia - ha comunicato il Dott. Pedata, che ha concluso la sua carriera diplomatica come Console Generale d’Italia in Svizzera - ha saputo inserirsi bene e la nostra presenza negli Emirati è salda e gode di un’incondizionata apertura da parte locale, che si aggiunge ad una genuina simpatia umana e culturale ed alla nostra apprezzata solidarietà pro arabi ”. Chi non ricorda il successo della mostra multime-diale “Gli Arabi in Sicilia”? Insomma, questo incontro ha fatto comprendere a tutti i presenti che nella politica econo-mica di uno Stato è importante avere un netto orientamento riformista, che metta insieme la saggezza e la solidità della tradizione con gli schemi di sviluppo e la tecnologia più avanzata. Inoltre è importante cooptare le fasce emergenti della società, dando un forte impulso all’ istruzione univer-sitaria e alla formazione di livello superiore dei giovani: in questo modo la ricchezza che viene dalle risorse naturali diventa un utile volano per la stabilità ed il progresso di una Nazione.

EVENTI30

Pdi

GiuseppeDiana

Bloq Magazine

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L’Ambasciatore Pedata al Rotary

Intesa tra il Comune di Aversae la Facoltà di Architettura“Luigi Vanvitelli” Nasce, ufficialmente, la collaborazione tra il Comune di Aversa e la Facoltà di Architettura, “Luigi Vanvitel-li”, della Seconda Università degli Studi di Napoli, in merito all’incarico per il Rup, per la riqualificazione del patrimonio edilizio e urbanistico.Tale suggello è stato sancito nel corso di una conferen-za stampa tenutasi nell’Aula Consiliare del Comune di Aversa. “Come Amministrazione Comunale abbiamo fatto una scelta ben precisa- ha detto il Sindaco Do-menico Ciaramella – vogliamo attingere dalla fonte del sapere dell’università non lasciando alcun spazio

ad eventuali equivoci ed inciuci”. Intervenuto in con-ferenza stampa, anche l’assessore all’urbanistica, Giu-seppe Mattiello: “Abbiamo raggiunto un accordo su quanto l’ateneo potrà fare per lo sviluppo e la conser-vazione urbanistica della città che lo ospita con una spesa, da parte del Comune, davvero irrisoria”. La facoltà di architettura, quindi, metterà a servizio della Città le proprie competenze e conoscenze per il raggiungimento di tre importanti obiettivi: modifica del regolamento edilizio, redazione del Puc e attua-zione sul piano.Con grande favore, l’iniziativa è stata accolta dal preside della Facoltà di architettura , il professore Carmine Gambardella, il quale ha sottolineato “che l’università, come fabbrica di conoscenza, metterà a servizio della Città tutte le proprie competenze e co-noscenze”.

UNIVERSITA’

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ell’epoca delle tecnologie elettroniche solo quegli oggetti “che si trovano ancora vicini al corpo umano, agli occhi, alle mani, in quanto ben costruiti, possono essere ancora belli”. In questo ennesimo “incontro d’arte” ho avuto il piacere di

conversare con un’artista napoleta-no dall’indole artistica camaleontica. Un’artista maturo che trasforma gli ele-menti che la natura ci offre. Una perso-na sensibile e raffinata.Schietto e deciso. Sto parlando del professore Domenico Bracati, classe 1959, diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli.Attualmente è docente di discipline pittoriche, presso l’istituto statale del Liceo Artistico di Aversa. Domenico (ovvero Mimmo, come amichevolen-te vuole che io lo chiami) è un artista poliedrico.Bracati muta e mo-della con la sua in-sita concretezza, i materiali che la na-tura offre, adattan-doli e plasmandoli a suo piacimento. Gli occhi del visita-tore come d’incanto si bloccano su quei legni lisci che grazie alle continue leviga-ture diventano come “illuminati”.Trovare altre parole per descrivere le emozioni di chi si trova di fronte alle opere dell’artista in questione non è facile.Domenico (Mimmo) vive il suo essere artista come una co-

stante mutazione. E’ davvero un’artista a tutto tondo. Bracati comunica attraverso l’arte nelle sue molteplici tecniche espressive: dalle tecni-che miste agli oli su tela.

Dalla xilografia (dove ho potuto ammirare dal vivo molti sue in-cisioni, accuratamen-te conservate tenute in custodie di plastica separate una dall’altra) alla scultura.Il Bracati, nell’ultimo ultimo periodo della sua ricerca arti-stica sta sperimentando, con un note-vole riscontro da parte del pubblico, il magico mondo degli assemblaggi dei legni. Legni che riesce a trovare un po’ dappertutto.Le sue ultime creazioni sono avulse da

qualsiasi confron-to con periodi o correnti artistiche del passato o del presente. Sono opere realiz-zate con uno stile assolutamente per-sonale ed origina-le. Le sue singolari produzioni lignee possono avere sva-

riate interpretazioni da parte di chi le guarda.Domenico Bracati si è anche cimentato nella creazione di copertine per alcune riviste d’arte come: ”Dioniso l’uomo e l’ambiente” 1990; “Animal Amnesty” 1993; “ Antitox” 1995 e “Simbol” 1996.

N

INCONTRI D’ARTE 31

diGiuseppe

Della Volpe

Esperto dicomunicazione

visiva

Bloq Magazine

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Domenico Bracati ovvero l’arte di trasformare gli elementi della natura

Bene ci siamo. E’ arrivata l’ora di gettarci nei ne-gozi per fare o farci un regalo a Natale. Ma cosa conviene davvero comprare per Natale e/o l’Epi-

fania?Un computer? Una nuova stampante laser? Un Tablet di ultima generazione? Un notebook?Io direi proprio di spostare il nostro interesse altrove. I prodotti sopraelencati andranno sicuramente a svalutare (a parità di caratteristiche) da gennaio 2012. Restiamo, quindi, cauti. Solo, e dico solo, se ci occorrono in manie-ra urgentissima, allora corriamo a prenderli pure. Ma re-

almente conviene comprare in questo periodo di feste? Ve lo dico subito: si, ma facendomolta attenzione a cosa e dove si compra.Molti centri commerciali, catene di negozi di hi-tech lanciano offerte stratosferiche mai viste prima… State attenti perché, per alcuni di questi prodotti dopo solo qualche settimana i prezzi crolleranno in modo verti-ginoso. Smartphone e piccoli oggetti elettronici sono i maggior candidati al ribasso, così come Console, Video-game e Fotocamere. Quindi se è proprio necessario fatevi un regalo subito!

Conviene regalare gadget hi-tech a Natale?

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analgesia sedativa è una tecnica di rilassamen-to che utilizziamo nel nostro studio. Sono or-mai otto mesi che la utilizziamo e abbiamo trattato un numero cospicuo di pazienti. Tutti si sono pronunciati in maniera entusiasta nei riguardi di questa tecnica.Negli anni abbiamo sempre destinato una parte degli utili all’aggiornamento professio-nale, sia intellettuale che tecnologico, ma mai nessun investimento aveva cambiato il nostro modo di lavorare quanto questa metodica. Investire in questa tecnologia ci ha letteral-mente “cambiato la vita”. Tutti gli odontoiatri vivono lo stress quotidiano della lotta con il dolore dei pazienti. Sia il dolore imposto dalla patologia che li affligge sia quello provocato, a volte, dalle nostre manovre. Questo sfocia in un senso di frustrazione sia del medico sia dei pazienti che non vedono l’ora di scappare via dalla poltrona. Un anno fa abbiamo deciso di trovare una soluzione a questa problematica

ed abbiamo frequentato un corso sull’analgesia sedativa provan-dola in prima persona. E’ stata una rivelazione. All’improvviso la soluzione delle nostre frustrazioni, ma soprattutto quelle dei nostri pazienti era dinnanzi i nostri occhi. Abbiamo sposato immediata-mente questa metodica perchè ci permette di fare fede a due prin-cipi del giuramento di Ippocrate, cioè alleviare il paziente dalla sofferenza e quello di non provocarne attraverso le nostre mano-vre. La proponiamo in maniera routinaria ai nostri pazienti, ai quali oltre l’utilizzo della mascherina profumata offriamo anche una cuf-fia wireless attraverso la quale potranno ascoltare della musica che li aiuterà a rilassarsi completamente, grazie anche alla possibilità di non udire più i rumori dei nostri strumenti. Suoni che soven-te rievocano l’immagine del dolore e della soffe-renza. Oggi i pazienti a fine seduta si dicono addirittura dispiaciuti di dover lasciare la tanto odiata poltrona. Questo risultato ovviamente va oltre le più rosee aspet-tative. Ogni giorno per noi è un’esperienza en-tusiasmante. La tecnica di analgesia sedativa pre-vede l’inalazione di una miscela di ossigeno ed azoto, due componenti dell’aria che respiriamo tutti i giorni che non dan-no reazioni allergiche. Un apparecchio digitale sofisticato miscela i due componenti ed un di-splay riporta la percen-tuale d’ossigeno e azoto che respira il paziente.

La percentuale d’ossigeno è sempre compresa tra il 70 e il 30%. Una percentuale superiore a quella dell’ossigeno dell’aria atmosfe-rica (circa 20%). I pazienti asmatici o cardiopatici, non solo posso-no usarla in tutta tranquillità, ma addirittura ne traggono benefici. La sensazione che si prova è quella di rilassamento corporeo con braccia e gambe pesanti, testa leggera e soprattutto innalzamento della soglia del dolore, che ci permette di effettuare molte delle nostre terapie senza l’ausilio di anestetici locali. Qualora la terapia richiedesse comunque l’anestesia locale, il paziente grazie all’in-nalzamento della soglia del dolore, non avvertirà neanche la tanto odiata puntura. Gli effetti di questa metodica compaiono circa due minuti dopo l’inizio dell’inalazione, continuano durante tutta la seduta durante la quale la mascherina rimane sul naso del paziente e scompaiono circa due minuti dopo che finisce l’inalazione della miscela. I vantaggi dell’analgesia sedativa sono innumerevoli, tra i più importanti : assenza di dolore, sensazione di benessere, stabi-lizzazione del battito cardiaco, scomparsa del riflesso del vomito, assenza di brutti ricordi associati alle cure odontoiatriche, scom-parsa del senso di ansia che accompagna il paziente, comparsa rapida dell’effetto desiderato, scomparsa rapida di tale effetto a fine seduta con ripresa totale di tutte le capacità compresa guida-re e utilizzare macchinari, tecnica priva di effetti collaterali. Non esistono controindicazioni all’utilizzo di questa tecnica. L’analge-sia sedativa non è una tecnica destinata solo a chi ha paura del dentista o ai bambini, che notoriamente sono poco collaboranti, bensì è rivolta a tutti coloro che desiderano sottoporsi alle terapie odontoiatriche di cui necessitano senza provare il minimo fastidio . Tanti pazienti mi hanno raccontato in passato di non aver dormi-to la notte pensando di dover venire il giorno seguente in studio. Quest’ansia potrà, dunque, essere solo un brutto ricordo. I pazienti saranno sempre liberi di scegliere se provarla o meno e potranno decidere in tutta libertà ogni volta che verranno in studio se farne uso o meno, il tutto senza alcun costo accessorio.

SALUTE32

L’a curadello

StudioOdontoiatrico

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EspertiBloq Magazine

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Un’esperienza entusiasmantecon la “analgesia sedativa”

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SOCIETA’ 33

diValeriaAjello

CorrispondenteBloq Magazine

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in dall’antichità vi è traccia di rappre-sentazioni circensi.Spettacoli dal vivo, svolti general-mente in una pista circolare, artico-lati in varie esibizioni di abilità fisica detti numeri. La rappresentazione ha

luogo quasi sempre sotto un tendone e comprende nu-meri di acrobazie, equilibrismo, giocoleria, comicità e addestramento di animali. Nel Novecento, assume carattere itinerante ed appare come un mondo magico, il cui fascino con i caratteristici odori, le musiche, le luci, gli animali, gli artisti ha accompagnato l’infanzia di generazioni. Da adulti la consapevolezza della re-altà, trasforma lo spettacolo straordinario in un tristissi-mo siparietto, in cui poveri animali fanno i conti con la natura umana. Allontanati dal loro ambiente, nel caso di cuccioli anche dalla madre, posti in un luogo scono-sciuto ed ostile, tenuti in gabbie anguste assolutamente non adatte a soddisfare le esigenze etiologiche, spesso incatenati,soggetti al caldo o al freddo.Per molti di essi, il lungo inverno europeo rappresenta un vero tormento e i continui spostamenti creano seri disagi perché avvengono in condizioni durissime ed estenuanti. Gli animali selvatici abituati a vivere liberi nella terra di origine, non hanno commesso alcun cri-

mine che giustifichi la prigionia a vita, il maltrattamen-to e l’umiliazione durante gli spettacoli.I circhi di tutto il mondo, si avvalgono degli stessi me-todi per piegare gli animali alla volontà dei domatori: l’uso della violenza e punizioni esemplari fino a che l’animale capisce che non ha alcuna possibilità di scam-po. D’altra parte come indurre una tigre ad attraversare un cerchio infuocato considerato il terrore atavico per questo elemento? Come convincere un elefante a man-tenere il suo peso sulle sole zampe posteriori?Come costringere un orso a ballare al suono di un tam-burello o persuadere foche a giocare a palla? Gli anima-li assumono atteggiamenti derivanti dalla condizione di stress nella quale vivono:ciondolano ossessivamente il capo, smettono di mangiare o al contrario mangiano ossessivamente. Nel nostro territorio nazionale , il circo con gli animali è una realtà ancora molto diffusa, anche se a seguito di denunce per maltrattamento, sono stati aperti molti provvedimenti penali. Al circo non resta altra scelta che adeguarsi a quanto già in corso in altri paesi per salvarsi dall’attuale crisi, altrimenti irreversi-bile. Molte imprese circensi stanno infatti sempre più velocemente abbandonando l’uso degli animali, valo-rizzando al meglio la bravura degli artisti. E’ questa la sola strada da seguire, l’unica civile!

Non è più tollerabile che glianimali siano sfruttati nei circhi

S

Il pranzo della domenica è un rituale a cui non si può rinunciare; è il momento in cui la famiglia si raccoglie per condividere i piaceri della tavola e per distrarsi dalla rou-tine. Dominano pietanze invitanti, risultato di preparazioni che ricordano le cotture

lente e corpose dei banchetti medievali; ripensando a questi mi viene in mente il ragù, un sugo denso, fatto di ingredienti poveri e semplici che cuocendo assieme per lungo tempo, finiscono per esaltarsi a vicenda dando come risultato un’armonia di sapori. Per ragù s’intendono diversi tipi di salse, in Italia se ne contano circa venti e non potendo ge-neralizzare troppo a causa delle grandi differenze che li caratterizzano, scriverò di quello a mio parere più interessante: u raù a genuvese (il ragù alla genovese). La genovese nonostante sia fatta solo di cipolle, erbe aromatiche e muscolo di manzo (anche se molti usano il maiale) è un piatto affascinante se pensiamo alle sue origini, non ancora del tutto chiare. Il nome in sé ha fatto credere a molti che questo condimento potesse avere a che fare con la cucina ligure ma in realtà Genova e la Liguria non c’entrano nulla! E’ più giusto pensare che sia la rielaborazione di una salsa ginevrina e quindi svizzera, portata a Napoli da un gruppo di mercenari svizzeri nel 1495. A rendere credibile questa tesi è il fatto che nella cucina ligure di quel tempo le cipolle non erano utilizzate, mentre in quella elvetica erano un ingrediente predominante. Inoltre in Campania nel ‘500 ma anche oggi vi erano estese coltivazioni di cipolla perché era un ortaggio assai consumato dalle famiglie contadine.Ragù alla genovese rinnovato: Fare un soffritto di carote e sedano,aggiungere una manciata di sale e il muscolo di manzo tagliato a bocconcini, far rosolare fino a rendere la carne dorata. Aggiungere la cipolla tagliata a julienne, precedentemente sbollentata in acqua. Mescolare il tutto in pentola alzando la fiamma per circa 3 minuti. Abbassare la fiamma e aggiungere 3 mestoli di acqua. Far ritirare il sugo e aggiungere nuovamente acqua fino a quando la cipolla si sarà amalgamata agli altri ingredienti e la carne non risulti morbida. Aggiustare con pepe , timo e salvia tritata.Il vino in abbinamento arriva dal il Friuli ed è prodotto dall‘azienda vinicola “Le vigne di Zamò“ . Stiamo parlando del Tocai Friulano Vigne 50 anni Doc, un bianco dalla gradazione alcolica molto elevata; un vino di notevole corpo e struttura che non sfigura davanti ad un piatto ben costruito anzi, la sua armonia e la sue note inizialmente morbide che poi finiscono per essere quasi acide non fanno altro che esaltarlo. Curiosità: le cipolle durante le guerre del Peloponneso venivano imbevute nel miele e lasciate fermentare. Se ne otteneva una specie di birra ad alto valore proteico che veniva consumata dai soldati.

di Martina Monaco - fotografia di Saverio De Leonardi

LA TRADIZIONE IN CUCINA

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orna a farsi sentire la voce dei genitori degli alunni che frequentano la scuola elementare in via Guglielmo Marconi, a Casaluce, nel centro del paese. Questa volta, a far scattare le proteste, sono gli alberi pericolanti che sono stati tagliati e lasciati nel cortile della scuola. Ecco, quin-di, che i genitori degli alunni continuano a chiedere interventi agli amministratori per mettere in sicurezza il plesso. Interventi che, ricordiamo, erano già stati ri-chiesti circa un mese fa, quando, per l’appun-to, venne presentato un elenco delle criticità della struttura e tra queste, c’era anche la se-gnalazione della presenza di due grossi rami che erano caduti dai pini presenti nell’area della scuola, e che altri erano in procinto di

cadere e che, a detta dei genitori, erano lì a terra da una ventina di giorni senza che nessuno si preoccupasse di rimuoverli. Inoltre, veniva segnalata l’inesistente pulizia delle aree esterne, la presenza in zona di cani randagi e la mancanza di due tubi del sistema antincendio. Una situazione, quindi, quella disegna-ta dai genitori, abbastanza critica e preoccupante, ma che ven-ne relativizzata dal sindaco Nazzaro Pagano, il quale assicurò che erano già in corso dei provvedimenti e che in breve tutto si sarebbe risolto, anche se, il primo cittadino ebbe da ridire sugli

atteggiamenti di alcuni genitori che, a suo dire, avrebbero fatto bene ad attenersi ai fatti che l’amministrazione sta mettendo in campo e non sottolineare incidenti che avvengono in tutti i posti e che fanno parte della normale amministrazione, ma che, fortunatamente, vengono subito risolti. Purtroppo, così non è stato. Infatti, dopo una settimana dalla denuncia, i genitori degli alunni tornavano a puntare il dito con-tro l’amministrazione, rea secondo loro, di non aver fatto nulla e che erano ancora in attesa che tutto venisse risolto, ed è per questo che, preoccupati per la sicurezza dei loro figli, ripresen-tavano la stessa richiesta. Dal canto suo il sindaco Pagano continuava a rassicurare sugli interventi da porre in essere per mettere in sicurezza la struttura e il suo esterno, e faceva sapere di aver già contattato l’Asl e dato mandato ai tecnici comunali per effettuare i rilievi e i lavori necessari. Lavori che, ad oggi, pare siano stati eseguiti, come appunto, quello della potatura degli alberi pericolanti, che ha provocato, però, l’ennesimo disappunto dei genitori, visto che gli alberi sono stati lasciati nel cortile dell’istituto e forse, per qualcuno, chissà per quanto tempo ci rimarranno.Speriamo poco, anche perché, confidando nella bontà, sen-sibilità e disponibilità finora dimostrate dal primo cittadino in quelle che sono le tante e varie problematiche legate alle scuole del paese, ci auspichiamo che a breve, questi alberi vengano subito rimossi e che si metta una volta per tutte la parole fine a una “querelle” che va avanti, purtroppo, da fin troppo tempo.

CASALUCE34

Ta cura

di Blogger

Casalucese

CorrispondenteBloq Magazine

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Rami tagliati e lasciati nel cortile della scuola: i genitori protestanoI genitori degli alunni continuano a chiedere interventi agli amministratori per mettere in sicurezza il plesso della Scuola Elementare di via Marconi

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FRIGNANO 35

diAlfonsoGarofalo

CorrispondenteBloq Magazine

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ei giorni di campagna elettorale Frignano si è destata dal profondo torpore che ha caratteriz-zato gli anni della precedente amministrazione Santarpia. L’ultima elezione, indubbiamente più vivace, data la particolare presenza di ben quat-tro liste civiche, ha visto trionfare l’avv. Gabriele

Piatto, già consigliere provinciale del Pdl, che col 38,59% dei consensi ha conquistato la maggioranza staccando l’ex sindaco Vincenzo Magliulo al 35,76%, Enzo D’Amore al 20,06% e Ma-ria Pagano al 5,58%. A 7 mesi dall’insediamento della nuova giunta abbiamo intervistato il Sindaco Piatto nel suo ufficio: Sindaco, come ha vissuto questa tornata elettorale e come spie-ga la lotta politica fra quattro liste civiche in un comune come Frignano che conta meno di 10.000 abitanti?Per me, nonostante sia un veterano nelle competizioni provin-ciali, quest’ultima è stata un’esperienza completamente diversa, un‘esperienza umana molto forte e più bella delle precedenti data la partecipazione attiva degli altri componenti della mia li-sta. La competizione elettorale fra quattro liste si spiega con il fatto che c’è voglia di riscatto nella nostra comunità.C’è stata la consapevolezza che per rilanciare questo territorio che ha un ritardo storico notevole è necessario l’impegno forte della cittadinanza intera. Ci sono state delle sorprese, si è presen-tata una lista rosa per ribadire il ruolo attivo anche delle donne, ma la nostra lista ha avuto più consensi perché ha visto la parte-cipazione di candidati nuovi, di giovani professionisti che hanno messo da parte le loro attività per dedicare le loro competenze al servizio di Frignano.Dopo 7 mesi è possibile fare un bilancio dei lavori? Adesso, un primo bilancio dei lavori sarebbe chiaramente parziale rispet-to a tutto ciò che abbiamo in programma, ma sostanzialmente l’attività svolta in questi primi mesi ha avuto come obbiettivo il ripristino della normalità in alcuni settori strategici. Dopo due mesi di mandato abbiamo iniziato il servizio di raccolta differen-ziata. Sui cittadini gravava una tassa più alta in virtù del fatto che avevamo una percentuale di raccolta differenziata ferma al 7%. Oggi invece abbiamo già raggiunto un 45% di differenziata, ma per fine anno contiamo di arrivare al 50%, anche perché in que-sti giorni abbiamo modificato ed integrato il servizio di raccolta differenziata con il servizio di raccolta del vetro porta a porta, abbiamo eliminato le buste nere sostituendole con quelle traspa-renti per il secco differenziato, consentendo un controllo mag-giore del contenuto, e inoltre abbiamo attivato il servizio porta a porta per i rifiuti ingombranti su prenotazione. Stiamo ancora perfezionando il servizio cercando di recuperare il ritardo storico accumulatosi negli anni per riportare Frignano tra quei comuni virtuosi nell’ambito della raccolta differenziata. Inoltre sin da subito ci siamo adoperati per ripulire il parco Agorà che si era trasformato in una foresta abbandonata e lì abbiamo installato delle giostre per bambini. Oggi il parco è tornato ad essere un punto di incontro per i ragazzi e le famiglie.I lavori nel cimitero sono un punto fondamentale del vostro programma giusto? Certo,abbiamo già migliorato il cimitero in questa prima fase. Il 2 novembre la comunità ha potuto nota-re come sono stati migliorati i campi di inumazione che erano

impresentabili, mentre oggi invece sono un prato fiorito. Inoltre da poco abbiamo approvato un progetto di fattibilità per l’ampliamento del cimitero che consen-tirà di fornire servizi alla popolazione che ha bisogno di loculi, cappelle e lotti di terreno.Quando inizieranno i lavori? Per ora abbiamo posto fine al project financing precedente rilanciando una fase nuova, approvando il nuovo progetto che a breve sarà previsto nel pia-no triennale delle opere pubbliche. Penso quindi che a fine man-dato Frignano avrà un cimitero nuovo e più grande.Secondo lei come mai a Frignano, che vanta una tradizione politica di tutto rispetto, non esiste la sede di un partito di cen-trosinistra?Non esiste una sede (sorridendo) perché probabilmente sul no-stro territorio la sinistra non ha trovato una classe dirigente forte e soprattutto interessata ai problemi dei cittadini o forse perché la classe di centrodestra è fortissima nel catalizzare il consenso dell’intera cittadinanza. La verità probabilmente sta nel mezzo.Lei tutt’ora ricopre anche un ruolo da consigliere provinciale e nel passato è stato vicepresidente della provincia di Caserta. Si è parlato in questi ultimi anni,alla luce della crisi economi-ca, di eliminazione delle province. Qual è la sua posizione a riguardo? Piuttosto che avventurarci nella demagogia, ritengo che bisognerebbe fare delle riflessioni serie su quest’argomento di rilevanza costituzionale. Oggi la ragione per cui le province sembrano quasi inutili è perché sono state svuotate delle com-petenze. Oggi in ogni provincia ci sono una decina di consorzi inutili, carrozzoni che costituiscono una emorragia di risorse e denaro. Se le competenze dei comuni fossero demandate alle province, queste ultime risulterebbero più utili. Inoltre abbiamo il consorzio idrico che accumula debiti su debiti che potrebbe andare alla provincia, in tal modo si eliminerebbero consigli di amministrazioni, presidenti, revisori dei conti ecc…, come ancora ci sono i vari consorzi di bonifica le cui compe-tenze potrebbero essere demandate agli assessorati all’ecologia o all’agricoltura delle province. Ritengo quindi che le province vadano potenziate nelle competenze con l’eliminazione di tutti questi consorzi frutto del clientelismo che l’Italia ha accumulato in maniera patologica negli ultimi anni.Il nuovo anno è oramai alle porte, quali sono gli obbiettivi della giunta Piatto per il 2012? Sicuramente quello di riportare un po’ di normalità in un comu-ne in cui si vivono emergenze ogni giorno. Vede, oggi i poveri sindaci in Campania si trovano ad affrontare situazioni di emer-genza di cui spesso non hanno nessuna responsabilità mentre di fronte si ritrovano una cittadinanza che richiede aiuto e attenzio-ne specie in questo momento storico così difficile. Per il nuovo anno vorrei assicurare i servizi alla mia comunità, spero che la Regione ci dia la possibilità economica di riparare le strade e migliorare le scuole. Nell’anno nuovo sicuramente porteremo a termine la costruzione della piazzetta nell’area Ex-Alifana e la riqualificazione della piazza Area Mercato.

Abbiamo intervistato il sindaco di Frignano l’avv. Gabriele Piatto

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Page 36: BLOQ MAGAZINE 11 DICEMBRE 2011

iovane Avvocato, attivista nel settore sociale con grandi ambizioni nel mondo politico. Alla sua prima apparizione come politico è stato nominato rappresentante della sezione tevero-lese del Nuovo Psi. E’ consulente legale e socio fondatore dell’“Associazione Italiana Sindrome di Stargardt” (AISSt), di Teverola nonchè segre-tario cittadino del movimento socio-culturale “Eureka”.Perché la scelta del Nuovo PSI? Dopo alcuni anni di esperienza in campo associativo, mi sono reso conto che, purtroppo, non è facile realizzare gli obiettivi associativi senza un sup-porto politico-istituzionale. La proposta di crea-re la sezione del Nuovo Psi a Teverola è arriva-ta proprio nel momento in cui realizzavo che, a causa di giochi politici locali, le associazioni e la gran parte dei movimenti socio-politici teve-rolesi sono stati “imbavagliati”. La scelta di ade-rire ad un partito nasce, dunque, dall’esigenza di dare voce “all’altra Teverola”, a quella che qualcuno vorrebbe far tacere. Quanto al Nuovo Psi credo che, al di là dei precedenti storici in Italia, l’idea di trasformare la società in direzio-ne dell’uguaglianza di tutti i cittadini sul piano economico e sociale e i valori del socialismo in generale siano ciò di cui Teverola e l’Italia tut-ta hanno bisogno in un momento storico come questo. Quali sono i prossimi impegni del partito? In-nanzitutto, come già detto, il partito vuole af-fiancare, incoraggiare e sostenere il lavoro mol-to difficile e delicato delle associazioni presenti

in città, creando una fitta collaborazione tra esse affinché ci sia un unico intento: apportare vantaggi alla nostra cit-tà, evidenziando i disagi esistenti e proponendo soluzioni valide. Dobbiamo lavorare con loro affinché la nostra città possa uscire da una stretta che rischia di mettere a repentaglio quel patrimonio di servizi sociali, assistenziali, educativi e di coesione sociale che bisogna offrire alla comunità cittadina. A tal riguardo, anche per incentivare l’occupazione nel nostro territorio, stiamo sostenendo progetti volti all’accreditamento per usufruire del “Servizio Civile Nazionale”, completamente assente in città. Tale servizio premet-terà alle associazioni di contare su forze giovani per la realizza-zione degli obiettivi associativi e darà la possibilità a studenti o disoccupati di rendersi economicamente autonomi per almeno un anno. Sempre a proposito degli impegni del Nuovo Psi, è sotto gli occhi di tutti quali sono gli effetti devastanti della crisi economica. Senza fare pietismi, ci sono tanti compaesani che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Non ho la presunzione di ritenere di avere la soluzione a questo problema, che è più grande di noi. Cre-do, però, che si possa fare qualcosa per aiutare i cittadini almeno a “mettere un piatto a tavola”. Voglio dire che esistono progetti a livello provinciale volti proprio alla distribuzione agli indigenti di alimenti e generi di prima necessità. Ancora una volta con l’aiuto delle associazioni locali, si sta cercando di coinvolgere la nostra città in progetti del genere. Infine, mi piacerebbe che i cittadini

non vedessero il Nuovo Psi e i partiti in generale solo come entità collegate alle elezioni e allo scambio di “cortesie”, ma piuttosto come un “mezzo” che entri in tutte le case per farsi partecipe delle varie problematiche esistenti.Come giudica l’operato dell’amministrazione Lusini ormai in cari-ca da circa 15 anni? A questa domanda posso rispondere, più che come rappresentante del Nuovo Psi, come cittadino. Non condivi-do l’operato di questa amministrazione. Voglio precisare che il mio non è un pregiudizio e che non ce l’ho con le singole persone che ne fanno parte. Ma non si può negare che l’operato è veramente molto scarso. Progetti presentati in campagna elettorale non sono stati realizzati a dispetto di “conigli che sono usciti a sorpresa dal cilindro”. È il caso del progetto della piscina comunale che sem-bra somigliare, più che a un punto ricreativo, all’ennesimo centro commerciale, alla faccia del traffico congestionato, dello svantag-gio economico alle attività commerciali già esistenti, di chi aveva proposto un’area verde in quella zona. Alla faccia dei teverolesi, insomma. Nell’amministrazione Lusini, a parte i soliti noti, ci sono giovani membri che conosco personalmente e di cui ho, come per-sone e come professionisti, una buona opinione. Mi sarei aspettato e mi aspetto qualcosa in più da loro. So che valgono e vorrei che il loro valore lo dimostrassero anche nella compagine politica. So che hanno delle idee: perchè allora non realizzarle?! Perché non dimostrano quel carattere che io conosco?!Ci sono elementi dell’attuale Amministrazione che hanno avuto contatti con il vostro Partito? C’è qualche membro dell’attuale giunta che ci “strizza l’occhio”. Non si è capito se ci vuole coinvol-gere in qualcosa di suo o se vuole entrare in qualcosa di nostro. Né abbiamo intenzione di capirlo: è qualcosa che non ci interessa. La peggiore opera di quest’Amministrazione? I programmi non realizzati. Il progetto della piscina che si è trasformato in centro commerciale. La differenziata partita in ritardo, senza strumenti e senza campagna informativa; l’amministrazione si gongola per avere raggiunto il 50%: mi farebbe piacere sapere come è stata rile-vata questa percentuale e qual è il campione preso in considerazio-ne. La cattiva gestione della questione “ufficio postale”: le autorità, presenti per farsi fotografare e per rilasciare interviste al momento dell’incendio, si sono dileguate dinanzi ai cittadini che chiedono risposte concrete al problema tuttora esistente. L’avere permesso la realizzazione di sottotetti su sottotetti. In conclusione, vuole lanciare un appello alle varie anime socia-liste? Vorrei lanciare un appello non solo alle anime socialiste, ma anche e soprattutto a tutti coloro che sono interessati a dare il loro contributo a quel rinnovamento di cui parlavo prima. Il nostro gruppo è composto da giovani che sono alla loro prima esperienza politica e da persone che mettono l’esperienza già maturata al ser-vizio degli altri. Il partito è uno strumento unicamente finalizzato alla creazione e all’evoluzione di questo gruppo. Se i rappresentan-ti partitici regionali e provinciali saranno in grado di sostenerci e ri-spettarci, saremo lieti di proseguire questa esperienza con il Nuovo Psi. Contrariamente, verranno privilegiati tutti coloro che si sono messi in gioco e che credono che il rinnovamento sia possibile, al di là di una compagine partitica. Pertanto, i concittadini che vorranno sostenerci, devono tenere presente che la loro scelta non ricadrà semplicemente su un partito, bensì su persone, da me rap-presentate, che credono fermamente nella possibilità e nel dovere di risanare la città.

TEVEROLA36

G di

AntonioZacchia

CorrispondenteBloq Magazine

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Intervista a Pasquale Buonpane,responsabile locale del Nuovo Psi

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l WWF è stato invitato a parte-cipare alla visita indetta dalla società dell’inceneritore di Acer-ra, nel ringraziare chi ci invita – spiega Alessandro Gatto, presi-dente del WWF Campania – de-cliniamo gentilmente l’invito e

precisiamo che il WWF è fondamentalmente con-trario alla politica dell’incenerimento dei rifiuti ed in particolare ci teniamo a sottolineare, partendo dal principio che in natura nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma, che impianti del tipo di Acerra non dovrebbero proprio esistere in una visione moderna ed ecocompatibile del trat-tamento dei rifiuti. Si dovrebbe attuare, invece, una politica di ridu-zione dei rifiuti, di raccolta differenziata esclusi-vamente rivolta al riciclaggio della materia prima seconda, si dovrebbero mettere prioritariamente in funzione gli impianti di compostaggio per la frazione organico/compostabile ed il residuo che ancora oggi ne deriva, da tutto questo processo deve essere ulteriormente selezionato per rica-varne ancora prodotto da riciclare e solo infine

il residuo si dovrebbe avviare a stabilizzazione definitiva. Questo residuo deve essere di una percentuale sempre più bassa di rifiuto non altrimenti recupe-rabile, escludendo qualsiasi trattamento “a caldo” (combustione, gassificazione, pirolisi o plasma), proprio per evitare l’inquinamento dell’aria, del-le acque e del suolo derivante dalla combustione diretta o dai sottoprodotti della filiera delle com-bustioni (filtri per abbattimento dei gas di scarico, ceneri volanti e pesanti, ecc.).

Il WWF declina l’invito per la visita all’inceneritore di Acerra

AMBIENTE 37

Ia curadellaRedazione

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a giornata del 4 dicembre scorso è stata dedica-ta alla riscoperta delle antiche grotte di Aversa e dell’agro aversano. Una giornata che ha riavvici-nato gli over 60 ai luoghi simbolo della storia più antica della città. Pro-mossa da Agrisviluppo, l’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Caserta, con la colla-borazione dell’Assesso-rato alle politiche sociali del Comune di Aversa e dell’Ordne degli Ar-chitetti, la giornata ha rappresentato il punto d’incontro intergene-razionale nei luoghi in cui si svolgevano i più significativi momenti della vita quotidiana e che, per secoli, hanno rappresentato i siti na-turali di conservazione dei cibi. Tutto ciò senza dimenticare che la risco-perta della propria iden-tità può avvenire anche attraverso la riproposizio-ne delle antiche tradizioni culinarie e la valoriz-zazione della cultura contadina nella produzione di due prodotti a marchio, indissolubilmente legati all’agro aversano, quali l’Asprinio di Aversa DOC e la Mozzarella di Bufala Campana DOP.E così l’evento, che si è sviluppato tra la città di Aversa e l’Agro Aversano, ha consentito agli an-ziani di impossessarsi di nuovo delle proprie radici

culturali e della propria terra. L’auspicio degli orga-nizzatori è che possano trasferire queste radici alle nuove generazioni. Ed é proprio a queste ultime che la manifestazione ha rivolto particolarmente lo

sguardo.Attraverso nuove for-me espressive quali, ad esempio, il cocktail “Jom-melino” che ha accom-pagnato le degustazioni dei prodotti, tra musiche e antiche danze.Del resto anche queste ultime espressioni d’arte testimoniano nel mondo l’eccellenza della storia aversana.In particolare, per quanto concerne la musica, non dimentichiamo l’epoca d’oro del settecento.Sulla base di tali consi-derazioni il programma delle visite prevedeva la partenza da Piazza Mu-

nicipio per la prima tappa rappresentata dalla visita alle grotte dell’Enoteca Il Vino. Successivamente la visita all’Azienda vinico-la I BORBONI.Poi la visita allaTavola del Barone con la degusta-zione dell’aperitivo “JOMMELLINO”.Dopo il pranzo a buffet, stanchi ma felici i parteci-panti hanno fatto ritorno a Piazza Municipio.L’organizzazione dell’evento è stata curata da Do-natella Cagnazzo.

AGRISVILUPPO38

La cura

dellaRedazione

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Visita alle grotte dell’agro aversano, veri e propri scrigni di storia e saporiPromossa da Agrisviluppo, l’Azienda Speciale della Camera di Commercio, la gior-nata ha riavvicinato gli over 60 ai luoghi simbolo della storia antica della città.

Nella foto:i partecipanti

al tour

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er l’Amore più grande”, Lettere dalla Cina, è il titolo del libro, edito da Kritios edizio-ni, per la Collana di Saggistica “Antares”, finito di stampare nel settembre 2010, che si pone l’obiettivo di illustrare la persona-lità di Padre Giovanni Carbone, missiona-rio del Pime di Ducenta, che dal 1947 al

1953 ha vissuto in Cina, dando vita ad un complesso di opere assistenziali, caritative, culturali e ricreative, preoccu-pandosi di evangelizzare le popolazioni locali, nonostante pressioni, umiliazioni e torture, che evidenziano la crudeltà inaudita delle persecuzioni religiose perpetrate dal governo comunista dell’epoca. Il libro, dal titolo emblematico “Per l’Amore più grande”, raccoglie, a cura di Francesca Musumeci Caruso e Fortu-nato Orazio Signorello, le “lettere” inviate dalla Cina alla “carissima mamma”: sono pensieri che, come rileva Angela Accarìa nella prefazione, per la tipologia di scrittura privata, ci rendono partecipi del travaglio psicologico, emotivo e umano di un giovane sacerdote, che con l’entusiasmo che gli proveniva da una profonda vocazione, da un forte senso di umana solidarietà e dall’amore per le anime, che voleva conquistare al cristianesimo, non si cura di violenze, pro-cessi e duro carcere, che affronta senza batter ciglio.Pur di testimoniare, anche fino allo stremo della resistenza fisica, la sua autentica, entusiasta ed appassionata coerenza al Vangelo, declinata nell’amore di Dio e per il prossimo, p. Carbone si trasforma in portatore di un messaggio chiaro: senza lo spirito di Dio anche le più perfette forme religiose rischiano di diventare gusci vuoti. Questo ci pone, come annota nella postfazione padre Salva-tore Camilleri, in una mistica gratitudine verso questa gran-de anima, che ci comunica un messaggio di umanità fuori dal comune e ci offre un patrimonio di inestimabile valore, per non farci smarrire la rotta e permetterci di districarci al meglio nel groviglio degli ingannevoli sentieri della vita, guidandoci verso l’infallibile via del Cielo, con la stessa ten-sione spirituale del missionario, che vive il tempo assegnato non solo per amore ma per l�Amore più grande: portare la buona novella a tutti i popoli della terra. A scorrere le pagine di questa sorta di diario di vita quotidia-na, ci si accorge di trovarci di fronte ad uno spirito intriso di fede e di amore per il prossimo, che gli consente dedizione e costanza nei doveri, capacità di sacrificio, serenità, ottimi-smo, umiltà, pazienza, distacco dalle cose terrene e fiducia assoluta nella Provvidenza. Poiché siamo in presenza della Grazia, che, come si sa, sde-gna le misure umane, non preoccupiamoci troppo di capire ma studiamoci di essere riconoscenti, auspicando che tan-ti altri seguano il luminoso esempio di padre Carbone, il quale partiva da quella visione di fede e di amore, che gli faceva vedere in tutti l’uomo, creato da Dio a sua immagine e somiglianza. Siamo, quindi, al cospetto di una fede bibli-ca che gli ha consentito di sentirsi strumento della Provvi-

denza, al punto che , ideale sacerdote di Cristo, punta verso le terre infedeli con l’idea di parlare alla gente con il loro linguaggio, in nulla risparmiandosi per procurare la gloria di Dio e sempre spargere lungo il cammino semi, che non sono caduti invano. Operando con lo spirito della più asso-luta cristiana lealtà e carità, il missio-nario della carità e della bontà, nelle lettere, ci rimanda i gemiti della sua anima in una sorta di involontaria autobiografia, che trova nelle virtù apostoliche l�ideale di perfezione e l�itinerario di tutta la sua vita di apostolo, che ha incarnato l�imitazione di Cristo: � come il Padre ha mandato me, così io mando voi,� perciò � euntes docete� ! Questo testo, confortato da una prosa semplice, senza orpel-li e senza pretese d’arte, si inserisce a pieno titolo, per chi cerca la perfezione nei contributi della spiritualità cattolica, in quanto, congeniale al “De sacerdotio” di S. Giovanni Cri-sostomo, propone la fedeltà più pura al sacerdozio, che è missionario per essenza e per definizione. Impegnato alla conquista delle anime a Cristo e ispirato dallo Spirito, avver-te che le istituzioni storiche umane sono mezzi, strumenti e non fini, e perciò superabili, quando si tramutano in ostaco-li. Per tale via p. Carbone realizza la sua completa adesio-ne alla santità canonizzata, che, attraverso l’ubbidienza, la povertà, lo spirito di sacrificio, il distacco dalla famiglia del sangue e l�umiltà, offre un profondo respiro alla sua anima e garantisce l’armatura irrinunziabile del sacerdote - mis-sionario, intriso di una profonda spiritualità mariana, che , passando attraverso un forte rapporto con la madre terrena, va verso la Madre Celeste. Pertanto, si può dire che, avendo posto la sua vocazione missionaria sotto l�ala protettrice di Maria, ebbe larghezza di carezze dalla madre di Dio, la quale è � e resta � la via centrale e diritta per arrivare a quel Cristo, che gli ha dato la forza di seminare di rosari gli oce-ani, fin nella lontana Cina, dove, per non rendere fatale il marxismo di Mao, o la furia delle Guardie Rosse e, prima ancora la crudeltà disumana dei Boxer, trovò terreno di col-tura per affascinare i cristiani, in vista dell�immenso com-pito di trasfigurare in Cristo e in pienezza divina anche la verità di Confucio. Insomma padre Carbone, mostrando di avere la vista aguz-za, necessaria a far cogliere e far prevalere quelle forze del-lo spirito, che, sole, creano il progresso civile nella diversità delle culture, arriva quasi a realizzare un�utopia, che è in realtà soltanto il frutto della sua passione apostolica e del suo grande amore, che gli consentono di giungere all’Amo-re più grande! Questo è possibile in quanto, come dicono i teologi, lo Spi-rito è sempre una sorpresa, perché la parola che fa risuonare dopo è sempre una parola mai udita prima!

EDITORIA 39

P

“Per l’Amore più grande” lelettere dalla Cina di Padre Carbone

diGiuseppeDiana

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egola fondamentale di un buon soggetto roman-tico è la scelta di un posto romantico. E se Fabio Volo si sposta a New York, capitale cinematografica della commedia sentimenta-le per eccellenza (da Cola-zione da Tiffany, a Henry ti presento Sally, alla blasona-tissima Sex and the city), il regista Woody Allen, il cui amore per Manhattan resta indiscusso, riparte da una capitale europea, Parigi. Volo mette in scena il suo romanzo pubblicato nel 2007, Il giorno in più, con la regia di Massimo Venier ed è stesso lui ad interpre-tare Giacomo, single tren-taseienne milanese con la maturità sentimentale di un adolescente. L’uomo vede quotidianamente sul tram una giovane donna (Isabella Ragonese), con cui si scambia occhiate furtive. Classico colpo di fulmine e lui, che prima scappava dagli impegni a lungo termine, si ritrova travolto dal fascino di lei. Solo che Michela ha de-ciso di trasferirsi a New York per lavoro. Privato di quell’unico piacere giornaliero, dopo un periodo di dubbi, Giacomo decide di rincorrerla a New York. Lei non sembra così contenta di rivederlo, ha fatto di tutto per tagliare i ponti con l’Italia e gli uo-mini italiani. Ma durante il tempo passato insieme si lascerà andare. Una generazione un po’ troppo stereotipata quel-la che racconta Volo, che ancora una volta calca la mano sull’incompletezza dei rapporti moderni, sull’incertezza e sulle poche aspettative che lo ca-ratterizzano. Ma siamo davvero diventati dei Peter Pan alimentati dal cinismo e dalla disillusione o

piuttosto non ci è data la possibilità di crescere e di prendere un posto nel mondo?

La precarietà dei nostri rap-porti probabilmente deriva anche dalla precarietà in tutti gli altri aspetti della nostra vita, da un futuro “non catalogabile”.Fabio Volo appare since-ramente un po’ ridondante nei temi trattati nei suoi ro-manzi e forse volutamente troppo complesso. Woody Allen ritrova in-vece l’ispirazione per una nuova storia tutta sognante ambientata a Parigi.Midnight in Paris è un “ri-torno al futuro” con prota-gonisti Gil e Inez (Owen Wilson e Rachel McA-

dams), una giovane coppia statunitense ormai prossima al matrimonio che va in vacanza a Parigi e la magia della metropo-li francese opera una profonda trasformazione su entrambi.L’arrivo della notte, come per magia, trasforma la città nel favoloso passato che ognuno avrebbe vo-luto vivere e permette di incontrare gli scrittori e le persone che per tutta la vita hanno sognato di conoscere.Il sogno del protagonista è lo stesso sogno di Allen, la dimostrazione finale di un’immortalità corporea e ideale allo stesso tempo che si nasconde dietro ogni suo film. Il gioco sulla presunta Età dell’Oro, vissuta da ogni personaggio in maniera comple-tamente diversa, è un gioco riuscitissimo e il film diverte e fa ridere di gusto, soprattutto il pubblico di una certa cultura, amante dell’arte in tutte le sue forme, a cui evidentemente si rivolge.

CINEMA40

Rdi

KatiaMuscariello

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Romanticismo al cinema: il ritorno di Woody Allen e di Fabio Volo

Nelle fotole immagini

dei filmdi Allen e

Fabio Volo

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illiam Shakespeare scrisse “A Midsum-mer Night’s Dream” (“Sogno di una not-te di mezza estate”) nel 1595.Il povero “bardo” ebbe sogni tranquilli perché confidava nel rispetto delle ge-nerazioni a venire e nella conservazione delle sue idee. Si illudeva. Carlo Cecchi,

grande attore di indiscutibile bravura, ha incominciato con limare il titolo, trasformando la mezza estate in estate pie-na. In veste di attore-regista, ha diretto e coadiuvato (non bene) un valido gruppo di giovani dell’Accademia “Silvio D’Amico”, inquadrati sotto l’egida del Teatro Stabile delle Marche.La trama del “sogno” è complicatissima: ad Atene, devono essere celebrate le nozze tra Teseo e Ippolita, regina delle Amazzoni. Per l’occasione, il vecchio Egeo vorrebbe che la figlia Hermia sposasse Demetrio; ma Hermia ama Lysan-der e decide di fuggire con l’amato, anche perché Teseo le ha imposto di corrispondere alla volontà del genitore entro quattro giorni, pena la morte.Su questa fuga si innesta una serie di equivoci, incontri nel bosco, interventi soprannaturali, scambi di persona. Il re degli Elfi, Oberon, incarica il folletto Puck, simbolo della capricciosità dei sentimenti, di versare l’umore prodigio-so di un certo fiore sugli occhi dei giovani, per favorire la nascita dell’amore: chi riceve l’umore miracoloso si inna-mora, d’incanto, del primo essere che incontra al risveglio. Accade così che Titania, regina delle Fate, “irrorata” erro-neamente dell’elemento miracoloso, si innamora di Bot-tom, capocomico da strapazzo che sta nel bosco a provare, con una compagnia raccogliticcia, una tragicommedia su Piramo e Tisbe, ed al quale Puck ha trasformato il capo in una bella testa d’asino.Si verificano altri innamoramenti “dirottati” dall’incorreg-gibile e distratto Puck; ma, alla fine, non manca il “dénoû-ment” conclusivo. Oberon mette le cose a posto, correggen-do gli errori del folletto, ed arriva poi il perdono risolutore

di Teseo ed Egeo, che consentono la celebrazione di nozze secondo i sentimenti e i desideri dei giovani. La conclusione è affidata a Bottom ed ai suoi pseudo-attori, che rappre-sentano grottescamente le vicende degli sfortunati Piramo e Tisbe.Nello sviluppo delle vicende, Cec-chi si ritaglia un doppio ruolo: quello di Bottom capocomico e quello, di marca pirandelliana, di una sorta di guida dei suoi giovani attori: presenza dai si-gnificati tutt’altro che chiari, che appesantisce e talvolta infastidi-sce lo sviluppo dell’azione.Il Bottom cecchiano è un per-sonaggio male interpretato e poco riuscito. Vorrebbe essere il simbolo di un teatro raffazzo-nato e frainteso da chi non ha sensibilità artistica. Ma l’attore non riesce a dargli vigore, pre-scegliendo una interpretazione “contaminata”, che sta a mezzo tra quella che darebbe un Ore-ste Lionello modello Bagaglino e un Walter Chiari che simula i De Rege. La musica che integra diverse scene è usata con criteri insondabili; qualche volta sono gli stessi attori che, smettendo di recitare, vanno agli strumenti. Notata una canzonetta-filastrocca che i protago-nisti intonano sul modello Jovanotti anni ’90 ed una non gradevole banalizzazione della “Ninna-Nanna” di Brahms.Le scene sono di una scarnezza che probabilmente è ne-cessitata dai correnti tempi di crisi e di indigenza: schermi bianchi sui lati e sul fondo del proscenio, sostenuti da gros-si mollettoni rossi. I costumi sono vari, pertinenti a diverse epoche, per significare probabilmente l’eternità del valore dell’interpretazione nel corso del tempo. Però c’è troppa plastica. Di plastica sono i mantelli, di plastica alcuni co-stumi. Anche qui ci sarà qualche lodevole intenzione e qualche riposto significato: ma la plastica è sgradevole e ingessa e inanima tutto quello che ricopre.Infine, i giovani attori: tutti mediamente bravi, con qualche menzione aggiuntiva per l’interprete di Puck, veramente calata nel ruolo e di grande sicurezza scenica e verbale. Come si chiamano gli attori e chi è la ragazza che veste i panni di Puck?... Non è dato saperlo! Il Bellini non ha fornito una brochure, un volantino, una qualsiasi informa-zione. E per di più, ad un mese dall’inizio delle rappresen-tazioni, non sono ancora arrivati i programmi… Povero e nudo vai, teatro mio…

PROSCENIO 41

W

Al Bellini il sogno shakespeariano(quasi infranto) di una notte d’estate

diEnzoD’Agostino

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Le notedella storiaThe Magical Mystery Tour Artista :Beatles Pubblicazione: 8 dicembre 1967Produttore: George MartinFormazione: John Lennon - chitarra ritmica, voce, ar-monica; Paul McCartney - voce, basso, pianoforte,flauto dolce,mellotron; George Har-rison - chitarra solista, voce, armonica,swordmandel; Ringo Starr - batteria, cori.Fra tutti gli album del quartetto li-verpooliano The Magical Myste-

ry tour è sicuramente quello più pregno di dietilamide d’acido lisergico (LSD) ma anche quello più atipico sia perché contiene canzoni pubblicate come single precedentemente sia perché nasce come colonna sonora del film omonimo. Fu di Paul Mc-Cartney l’idea di girare questo film alquanto bizzarro costruito su un collage di sketch e scene psichedeliche,oniriche, umo-ristiche che vedeva come protagonisti i stessi Beatles viaggiare su un misterioso pullman attraverso l’Inghilterra(senza una destinazione)in compagnia di altri eccentrici personaggi. “Ma chi si cre-dono di essere questi Beatles, ora sono pure registi?” Fu questa la reazione dei critici quando venne trasmessa la pel-licola sulla Bbc. Il film, forse perché trasmesso in bianco e nero non fu un successo anche se più tardi Spielberg dichiarò che fu notato quando studiava alla scuola di cinema. Tutt’altri onori in-vece accolsero la pubblicazione dell’lp anch’esso, seguendo la stessa struttu-ra del film, costruito su un collage di “resti” musicali frutto dell’esperienza orchestro/sperimentale di Sgt.Pepper. In America l’album restò in vetta per 8 settimane consecutive,ma di ciò non bisogna meravigliarsi o forse si. Nel pul-lman misterioso troviamo infatti alcune tra le più celebri(quali non lo sono?) e originali canzoni di un epopea,quella beatlesiana, che a distanza di 40 anni sembra non tramonti mai. Si parte allora con la squillante The Magical Mystery Tour colonna sonora del film; seguono le pulite ballate da pianoforte di Paul McCartney come The Fool On The Hill o la più autobiografica Penny Lane che percorre luoghi di infanzia tra banche, fermate del tram e barbieri. Trova il suo spazio un Geroge Harrison oramai ma-turo con la straordinaria Blu Jay Way che ripete come un mantra indiano la

frase “don’t be/long” (non fare tardi/non appartenere) sopra un perpetuo tappeto di organo Hammond a tratti trafitto da un allu-cinato violoncello. Che dire allora di All You Need Is Love,(da non confondere con “quella di Stranoamore”) l’inno all’amore cantato dai Beatles nella prima diretta televisiva mondiale via satellite davanti a 500 milioni di persone? Strawberry Fields Fo-rever e I Am the Warlus sono le composizioni che forse più d’al-tre testimoniano la genialità creativa di Lennon. Nella prima il cantautore racconta con nostalgica voce i luoghi mentali della sua infanzia dove “nothing is real”, accompagnato dal suono fantasmagorico del mellotron, antenato del sintonizzatore, che nell’inciso lascia spazio ad una massivo arrangiamento orche-strale di archi e percussioni. Meno delicata è sicuramente la maniaco-psichedelica I Am The Warlus dal testo non-sense, canzone nella quale si fondono elementi classici, rock, pop, psichedelici grazie all’utilizzo di tecniche di registrazione poco conosciute tanto che lo stesso John commentò “E’una delle mie canzoni preferite ha tantissime cose che saranno ancora interes-santi tra 100 anni”.Con M.M.T si chiuderà la fase sperimentale iniziata con Rubber Soul e maturata con Sgt.Pepper ma non fi-nirà la capacità dei MagicFab di stupire ancora negli ultimi anni della loro storia. Tracce: Magical Mystery Tour; The Fool on the Hill; Flying; Blue Jay Way; Your Mother Should Know; I Am the Walrus; Hello Goodbye; Strawberry Fields Forever; Penny Lane; Baby You’re a Rich Man; All You Need Is Love.

MUSICA42diAlfonsoGarofalo

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Classifica FIMIFederazione Industria

Musicale Italiana

Album e Singoli

Laura Pausini è la regina di questa classificala Fimi degli album più venduti con il suo Inedito, mentre la britannica Adele continua a do-minare incontrastata con Someone Like You , in basso invece troviamo le new entry : Mario Biondi si piaz-za direttamente al quinto posto con Due, i REM entrano in settima posizione con il greatest hits Part Lies, Part Heart, Part Truth, Part Garbage 1982-2011, mentre An-drea Bocelli è decimo con il Con-certo One Night in Central Park.

1. Inedito – Laura Pausini 2. 21 – Adele 3. Mylo Xyloto – Coldplay 4. Christmas – Michael Bublè 5. Due – Mario biondi 6. A foot in the door – Pink Floyd 7. Part Lies, Part Heart, Part Truth, Part Garbage 1982-2011 – REM 8. Colosseo – Biagio Antonacci 9. Dietro le apparenze – Giorgia 10. Concerto One Night in Cen-tral Park – Andrea Bocelli

Classifica FIMIFederazione Industria

Musicale Italiana

Singoli più “scaricati”

Nella classifica Fimi dei singoli più scaricati in Italia invece continua l’ascesa di L’Aura Abela, settima questa settimana con il suo Eclissi del cuore feat. Nek, mentre scen-dono i Maroon 5 e Laura Pausini, noni con Moves Like Jagger e deci-ma con Bevenuto.

1. Someone like you – Adele 2. La differenza tra me e te – Tiziano Ferro 3. We Found Love – Rihanna 4. Papi – Jennifer Lopez 5. Without you – David Guetta feat. Usher 6. Paradise – Coldplay 7. Eclissi del cuore – L’Aura 8. I won’t let you go – James Morrison 9. Moves like Jagger – Maroon 5 feat. Christina Aguilera 10. Benvenuto – Laura Pausini

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I NOSTRI ESPERTI 43

Salve dott.ssa, le scrivo per il mio rap-porto di coppia, sono sposata da 12 anni e ho due figli, ma con mio marito le cose non vanno bene come prima, io sento che il mio amore verso di lui è diverso ma soprattutto non tollero più i suoi difetti e vorrei che lui mi capisse di più.Gent.le lettrice un rapporto di coppia è caratterizzato da una prima fase che è l’innamoramento dove l’elemento chiave è il desiderio di fondersi con l’altro, ma in breve tempo se il rap-porto si evolve rendendosi stabile; quest’aspetto va a scemare e si passa a costruire un sentimento che viene etichettato come amore. Molte sono le idee irrazionali che si alimentano intorno al mito dell’amore, se si pensa all’amore come eterno non esiste, se si pensa come un’azione d’amore può durare per sempre, questo significa che va costruito giornalmente, condi-

videndo con il partner progetti, idee , accettandolo in tutte le sue caratteristi-che e per farlo è importante sottoline-are che pensare che esiste un partner perfetto è sbagliato, ogni essere umano tende alla realizzazione di se stesso ed amare significa fare quando è necessa-rio un passo indietro per permettere all’altro di avanzare verso di noi quasi come se si stesse ballando un tango, per cercare di ricostruire ogni pezzo ogni qualvolta quest’ultimo sembra frammentato. E’ errato aspettarsi che

poiché ci si ama dovrebbe essere tutto facile è esattamente il contrario, colti-vare questo sentimento significa anche tollerare i periodi “no” è impossibile sempre vivere in accordo con un altro essere umano. Potrebbe superare que-sto momento, parlando con suo marito ed esponendogli tutte le sue amarezze spesso questa è la strada giusta per tro-vare dei piccoli compromessi e ripar-tire da dove vi eravate fermati. Deci-dendo quindi, di rimanere insieme e cambiare ciò che può essere cambiato, o può essere il momento in cui si ac-corge che rimanere insieme a lui signi-fica anche accettare ciò che non può essere cambiato o infine può essere il momento in cui lei si accorge che voi due non volete andare più nella stessa direzione e per quest’ultima ipotesi si può decidere di rimanere insieme ar-rendendosi all’infelicità o si può valu-tare di porre fine alla relazione.

COSA SIGNIFICAAMARE?

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivocomportamentale in formazionee-mail:[email protected] http//marinovincenza.myblog.it//cell. 333.941.53.15

dott.ssa Vincenza Marino

VECCHIONI FA DIETROFRONT, NESSUNCOMPENSO DAL FORUM DELLE CULTURE

Il nome di Roberto Vecchioni è stato proposto espressamente dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che in occasione del Forum delle Culture potrà contare sull’apporto fattivo del can-tautore italiano. Il professore salirà in cattedra nel 2013, quando la città partenopea accoglierà in occasione dell’evento mondiale migliaia di persone provenienti da tutto il mondo.E’ senza dubbio l’occasione giusta per restituire alla cittadinanza l’orgoglio di un tempo. Su Napoli si può parlare male, ma alla fine le cose positive sovrastano sempre quelle negative. Questo è l’ennesimo biglietto da visita che può essere utilizzato per risol-levare l’immagine della città. Una città di sole, di mare e di cul-tura. Voci incontrollate hanno avanzato l’ipotesi che il vincitore della scorsa edizione del Festival di Sanremo potesse percepire una cifra intorno ai duecentomila euro. L’organizzazione avreb-be dovuto sborsare questa cifra come corrispettivo per il con-tributo artistico del paroliere monzese nelle vesti di presidente del forum. Vecchioni, per porre fine a queste critiche ha deciso, in piena sintonia con il primo cittadino napoletano, di non pre-tendere alcun tipo di retribuzione. E’ stata una scelta dettata dal cuore, dal rispetto che egli prova nei confronti di Napoli e dei napoletani, sempre pronti a far sentire il loro entusiasmo in que-ste irripetibili occasioni. Il Forum delle culture si preannuncia, sin dalle primissime anticipazioni, come un vero salto di qualità per la città. Staremo a vedere. di Antonino Fiorino

LINO BANFI TORNERà AD ESSERENONNO LIBERO?

Questa è la domanda che si stanno ponendo tutti i fans di “Un Medico in Famiglia”.Come diceva nonno Libero: “Una parola è poco e due sono troppe”, ma a tutti i fans basterebbe un semplice “si” alla doman-da “Ma Lino Banfi ritornerà sul set di Un Medico in Famiglia 8?”. Davvero uno spiacevole addio è stato quello di nonno Libero, alias Lino Banfi, che ha abbandonato, speriamo non definitiva-mente, la settima serie preferendo dedicare il resto dei suoi gior-ni all’agriturismo aperto in America. Questa sua assenza “temporanea” fa sperare in un suo prossimo ritorno, in caso contrario gli autori della serie avrebbero scelto sicuramente un altro modo per far uscire definitivamente l’attore dalla scena.Cosa che è successa, infatti, a Guido Zanin alia Pietro Sermonti. In qualche modo quindi si è riaccesa la speranza da parte dei fans di rivedere Banfi/nonno libero di nuovo in onda su Raiuno e, perché no, proprio in occasione del matrimonio di suo figlio Lele con Bianca. A dichiararlo è stato proprio l’attore Lino Ban-fi in occasione dei suoi 50 anni di carriera: “Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano mi ha chiesto di rifarlo, perché anche lui è un fans di Libero Martini e questo mi riempie di orgoglio”. Insomma non ci resta che aspettare l’ottava serie per vedere di nuovo Lino Banfi interpretare nonno Libero in Casa Martini. di Giuseppe Nappa

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volte mi chiedo se Picasso, in qualche momento di sbandamento o di diffi-coltà economica, abbia mai pensato di vendere un suo quadro insieme ad un pacchetto all inclusive che prevedeva oltre alla sua opera anche qualche bel viaggio ed un paio di cene in ristoranti alla moda. Me lo chiedo non perché sono com-pletamente impazzito (o almeno non solo) o perché in tutta onestà non ho altro a cui pensare (credo...) ma perché vi sono ottime probabilità che se lui fosse vissuto ai giorni d’oggi avrebbe dovuto inserirsi in un mercato dell’arte quanto meno assurdo e che dimentica totalmente la qualità a vantaggio d’al-

tro. La crisi del gusto è talmente evidente da poterla ritrovare ovunque, che sia architettura (penso alle case faidate dove la presenza di un tecnico qualificato è optional perché tanto basta ò mast che alza i muri ed il progetto vien fuori dalla strabiliante fanta-sia del committente di turno), sia nello spetta-colo e in tv (non credo vi sia bisogno di esem-pi) e sia, ovviamente, in pittura e fotografia (tutti quelli che hanno un pennello e una tela e che la domenica sca-rabocchiano si sentono grandi maestri al pari di quanti hanno com-prato una fotocamera reflex e si spacciano per fotografi...E la gen-te ci crede!!!). Per ovvi motivi, e trattandosi di una rubrica di fotogra-fia e non televisiva (altrimenti mi sarebbe toccato parlare della De Filippi e questo, temo, mi avrebbe incattivito non poco) mi limiterò ad affrontare il problema in chiave fotografica e mi risparmierò autotorture masochiste tendenti all’autoflagellazir-ne psico-fisica. Le mie riflessioni nascono un triste giorno di settembre quan-do, purtroppo, m’imbatto in un cartello pubblicitario di un “fo-tografo” (il virgolettato è d’uopo) che propone un’offerta spo-se irrinunciabile: “Servizio completo (e già detta così...) con tanto di video (e insisti...?) con 3 album e 5 per i testimoni + anteprima + prova truccosposa + cena + VIAGGIO DI NOZZE in crociera = 4000€”. Inizialmente ho pensato ad

uno scherzo ma poi indagando ne è venuto fuori che la propo-sta era più che reale. Non so chi abbia potuto aderire a questa offerta da Discount matrimoniale ma vi garantisco che la cosa mi ha creato un certo imbarazzo, non fosse altro per il fatto che un servizio fotografico “professionale” difficilmente lo si trova a meno di 3000€ se fatto con un certo impegno.E se una crociera per viaggio di nozze la paghi sui 6000€ (con-siderando che gli scafisti dalla Libia e dall’Albania non pren-dono meno di 2000€ a persona per portarli a lampedusa in viaggi che certamente non saranno tutto incluso) e ci aggiungi poi la cena e la prova trucco (che non credo sia una cena al Mc Donalds ed il trucco fatto dalla signora del piano di sopra...) io proprio coi conti non riuscivo a rientrarci. Cosa mi sono perso? Ad oggi, sinceramente, non ho ancora ca-pito il segreto di tale offerta però ho capito che vi sono persone disposte a “rischiare”. Perché? Semplicemente perché il giorno dopo, preso dall’entusiasmo ho pensato anch’io di provoca-re gli sposini con un’offerta altrettanto allettante. Anzi, di più: “Servizio Fotografico Completo di Video (meglio specificare

il tipo di servizio...) + 3 album + 1 album per ogni invitato + Crociera intorno al Mondo di 80 giorni e soggiorno a Dubai di 3 settimane + trucco sposa con truccatrice presente per tutta la durata del viaggio di nozze + anteprima alle maldive + bal-lerine di CanCan + “eunuchi con foglie” addetti alla ventila-zione e climatizza-zione naturale degli sposi = Totale 500 euro. Ma i 500 € li regalia-mo noi agli sposi da

poter spendere per souvenir ad amici e parenti che li aspette-ranno al loro ritorno grazie ad un pulmann messo a disposi-zione dallo studio”.Ebbene, tra l’ilarità generale e le polemiche di quelle che, come me, erano (sono) un po’ scettici sul modo di svendere così cla-morosamente la propria professionalità in cambio di un pranzo a ristorante il giorno del matrimonio offerto dagli sposi, c’è stata una coppia che, contattandomi in privato, mi ha confessato di essere interessata seriamente all’offerta. Ma che possibile avrebbero voluto cambiare la destinazione del viaggio di nozze. E vi giuro che non era uno scherzo...

diSalvatoreAltobelli

www.salvatorealtobelli.it

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FOTOGRAFIA44

A

C’è chi in nome del risparmio a tutti i costi sta uccidendo la fotografia

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versa Normanna sull’ottovolan-te. Dopo la sconfitta al “Marcel-lo Torre” di Pagani gli uomini di Nicola Romaniello sono tornati alla vittoria nella gara interna contro il Chieti trascinati dal

“mago” Grieco e dalle reti di Pisani che con una doppietta ha liquidato gli abruzzesi con un sono-ro 2-0. Al 4’ del primo tempo i normanni erano già in vantaggio grazie a Grieco che con uno splendido assist serviva in area Pisani che scavalcava la dife-sa ed a tu per tu con Feola con freddezza lo trafig-geva con un violento tiro insaccando la palla. Al 34’ della ripresa, invece, da un lungo rinvio di Gragnaniello, la palla giunge a Feola, il portie-re ospite sbaglia il rinvio colpendo Pisani che si trova a pochi passi, con un rimpallo, l’attaccante si smarca e calcia a porta vuota mettendo in rete per la seconda volta e facendo guadagnare punti preziosi alla squadra aversana per tenere a debita distanza la zona play out.Una vittoria che fa tirare un sospiro di sollievo alla società di via Riverso che rivede il sereno dopo le prestazioni un po’ offuscate delle gare precedenti. Intanto la stampa si occupa dei normanni per via di un macchinario di ultima generazione in do-tazione al club: l’ “Eurogol 1000” una macchina che spara palloni con bordate fino a 150 chilo-metri orari. Lo strumento, di proprietà del preparatore dei portieri Pietro Parascandalo, è unico in Italia ed è utilizzato solo allo stadio Rinascita. Alcuni grandi club di serie A hanno modelli simili ma meno avanzati. Nella traferta in Maremma i ragazzi di Nicola Ro-maniello tentano il colpo gobbo contro il Gavor-rano.Per due volte in vantaggio si fanno rimontare dai grossetani allenati dall’ex Juventus e Fiorentina, Renato Buso. I granata sono in formazione fortemente rimaneg-giata, con un centrocampo letteralmente reinven-tato, ma sembrano tenere botta dettando, anzi, i tempi della gara. Al 28’ del primo tempo i normanni vanno in van-taggio grazie ad una prodezza di Grieco che dal limite dell’area, servito da Mattera, lascia partire un esterno destro che, a fil di palo, si insacca alla sinistra di Addario.Pareggio al 40’ del Gavorrano: cross dalla sinistra di Menichetti, Campanella posizionato davanti al

portiere probabilmente toglie la visuale a Gragna-niello che interviene in maniera scoordinata sulla sfera che carambola in rete. Al 9’ del secondo tempo di nuovo una prodez-za del “mago” Grieco: dopo essere stato atterrato da Miano ed aver ottenuto il calcio di punizione, Grieco va alla battuta infilando la sfera all’incro-cio dei pali, lasciando immobile l’estremo difen-sore toscano. La partita sembra chiusa qui con gli aversani che finalmente sfatano il tabù della vitto-ria in trasferta ma al 90’ c’è la beffa: sugli sviluppi di un calcio piazzato e con una palla sventagliata in area di rigore, Fioretti cade a terra ottenendo dal direttore di gara il penalty. Dal dischetto si porta lo stesso Fioretti che spiaz-za Graganniello e acciuffa con i capelli la partita che poteva essere il primo successo esterno per i ragazzi allenati da Romaniello.A fine gara amareggiato il mister “Non è possibi-le trovarci in vantaggio, anche di uomini, e non sfruttare al meglio le occasioni che capitano. Secondo me anche per un po’ di egoismo da par-te di qualcuno che cercava a tutti i costi la con-clusione personale. Ho questo rammarico di non aver portato a casa l’intera posta in palio”. La prossima gara attende i granata in Sicilia per la sfida contro il Milazzo allenato da Catalano per la penultima giornata del girone d’andata.

AVERSA NORMANNA 45

Tornano punti e serenità in casa dell’Aversa Normanna

Adi MicheleDocimo

CorrispondenteBloq Magazine

[email protected]

Romaniello:“Non è possibile trovarci in vantaggio, anche di uomini, e non sfruttare al meglio le occasioni che capitano. Secondo me anche per un po’ di egoismo da parte di qualcuno che cercava a tutti i costi la conclusionepersonale...”

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Sono un tipo sveglio, io. Mi trovate pure su Fessbook.

Squadra dicalcio dilettantistica

cerca centropanchista.

Di pomeriggioriposate,fatevi un

bel pisellino!

Cerco esperti che possano

ricostruire l’albero

ginecologico della mia famiglia.

Vendo unbell’apprezzamento

di terreno.

Stasera grandespettacolo comico

con Picarra & Figone!

Grande viaggio aMosca: visiteremo anche il Palazzo del Cremino!

Contate sulla miaimparzialità. Sono una persona super partner.

Sono una donnabellissima, senzafalsa molestia...

HUMOR46

Medio 1 45’

Per 2 persone

200 gr. spaghetti

o di penne rigate

2 melanzane lunghe

150 gr. feta

qualche fogliolina

di menta fresca

pepe quanto basta

Olio per friggere

Procedimento: Friggete le melanzane a tocchetti. Fate bollire la pasta e, una volta cotta e scolata, rimettetela in pentola con la feta a pezzet-ti. Mescolate brevemente su fuoco dolce affinché la feta rag-giunga una consistenza cremosa.Spegnete il fornello, aggiungete le melanzane fritte e le foglie di menta fresca.Non occorre aggiungere sale al condimento dato il sapore parti-colarmente gustoso della feta.Aggiungete una spolverata di pepe alla fine. Servite il piatto an-cora caldo.

BUON APPETITO da Simonetta Vannucci

primo piatto

Pasta conmelanzane feta ementa

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