Aprile 2010

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Anno I - num. 4 . aprile 2010

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Editoriale

RISULTATI ELEZIONI 2010 A TROIA PDL 975 UDC 738 SEL 542 PD 513 IDV 165 FEDER. DELLA SINISTRA 158 LA PUGLIA PER VENDOLA 99 IO SUD 37 UDEUR 42 LA PUGLIA PRImA DI TUTTO 75 ALLEANzA DI CENTRO 7 I PUGLIESI 15 PENSIONATI 3

I concittadini candidati:

- Giannicola De leonardis con CASINI LIBERTAS UNIONE DI CENTRO 487 preferenze.

- Giuseppe De Leonardis con SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’ 358 preferenze

- Vincenza Mucciolo con FEDERAzIONE DELLA SINISTRA VERDI 85 preferenze

VOTANTI 3395 - NULLE 196 - BIANCHE 50

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M arisa Donnini > [email protected]

Nichi Vendola si riconferma Presidente del-la Regione Puglia per i prossimi 5 anni. La

vittoria di Vendola sovrasta i dubbi che il Partito Democratico aveva espresso sulla sua candida-tura prima delle elezioni. Dubbi che avevano portato il Presidente a confrontarsi nelle prima-rie contro il candidato del PD Francesco Boccia e nella cui circostanza risultava il più suffraga-to con il 73% dei voti. Un successo forse atteso dopo la decisione dell’UDC di candidare Adria-na Poli Bortone, 8,7% dei consensi, a discapito di un’alleanza con il PDL rappresentato da Rocco Palese, 42,2% di consensi. La coalizione guidata da Nichi Vendola ottiene complessivamente 46 seggi distribuiti tra Partito Democratico, 23 seggi, Sinistra Ecologia Libertà, 11 seggi, Italia dei Valo-ri, 6 seggi, La Puglia per Vendola, 6 seggi. Nessun seggio a Lista Bonino - Pannella e Federazione della Sinistra - Verdi. La coalizione guidata da Rocco Palese ottiene 26 seggi distribuiti tra Po-polo della Libertà, 20 seggi, La Puglia Prima Di Tutto, 4 seggi, I Pugliesi Per Rocco Palese, 2 seg-gi. Nessun seggio a Udeur Popolari, Pensionati, Alleanza Di Centro. La coalizione guidata da Adriana Poli Bortone ottiene 4 seggi assegnati a Casini Libertas - Unione di Centro U.D.C. mentre IOSUD - mPA non conquista nemmeno un seg-gio.

L’analisi locale rispecchia l’andamento naziona-le nell’aumento del tasso di astensione dell’elet-torato, stanco anche dal montare degli scandali giudiziari che coinvolgono maggiormente il cen-tro-destra.I risultati delle votazioni a Troia (vedi in alto) mo-strano che nonostante il PDL sia il primo partito riconfermato si impone pesantemente la coa-lizione pro-Vendola. Questo, ovviamente, rap-presenta un’inversione di tendenza rispetto allo scenario nazionale. Tuttavia dalla politica ven-doliana sono emersi fatti concreti, apprezzati anche e soprattutto nel contesto europeo. E i Pugliesi non possono che andarne fieri. Infatti si sono ribellati al modo tradizionale di definire il leader e cioè al fatto che è il partito a decidere chi deve rappresentare il popolo e non il contra-rio. Il risultato delle primarie ci ha contraddistinti come una popolazione compatta e capace di prendere decisioni in modo autonomo. Sulla base di ciò lasciamo ai lettori approfondimenti personali, ribadendo la domanda che lo stesso Nichi Vendola si è posto e ci ha posto: “E se fos-simo noi la Lombardia del Sud?”

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< L’INCONTRO [Da sx] Angelo De Paola, Matteo Cuttano,

Edoardo Beccia, Massimo Melillo, Mimmo Di Gioia e Giuseppe Lapio.

LIBERIAMO L’ACQUA!DAL 25 APRILE ANCHE A TROIA - COME IN TUTTE LE PIAZZE ITALIANE - PARTE LA RACCOLTA DI FIRME PER I 3 REFERENDUM PER L’ACQUA BENE COMU-NE. DIVENTA ANCHE TU UNA STAFFETTA DEL BENE COMUNE: FIRMA E FAI FIRMARE.

SV’GLIAM’C! - APPELLO PER UNACITTADINANZA ATTIVA

Nello scorso numero, noi come redazione, avevamo lanciato un appello, non solo no-

stro, ma di tanti troiani che ultimamente si sento-no privi di protezione e che non si muovono più in libertà totale. Dopo una serie di attentati al co-mune vivere civile si è sentito un forte impulso alla mobilitazione… ma la situazione non sembrava continuare ad essere delle migliori ed ecco perché lo scorso 21 mar-zo, i giovani della nostra cittadina, schierati in diverse associazioni, hanno fortemente desiderato un incontro-dibattito con le autorità civili e le forze dell’ordine per chia-rimenti e consigli sulla questione. Alle ore 18,30 presso la sala con-ferenze dell’ex convento di San Domenico ha avuto luogo questo dibattito aperto che ha visto una folta partecipazione ben motivata all’evento.“Sv’gliam’c’!” è stato l’appello lanciato dai giovani della nostra città. Un appello rivolto ad ognuno di noi e che deve essere sem-pre chiaro affinché ci sia una corresponsabilità tra i cittadini e perché si possa essere sempre uni-

ti a denunciare e ad essere solidali verso il prossi-mo. Questo è il resoconto della serata, animata e discussa in toni pacati, a cui hanno preso parte:

il primo cittadino Edoardo Beccia, il vice sindaco Matteo Cuttano, il maresciallo C.C. Massimo Melillo, il vigile urbano Peppino Lapio e Mimmo Di Gioia per l’associazione libera, e moderato dal giovane Angelo De Paola. Un appello che abbiamo cercato di lanciare a tutta la cittadinanza, famiglie, associazioni, istituzioni, parrocchie, partiti e movimenti, affinché, come scrivemmo già l’ultima volta, “ognuno si senta parte attiva di questo nuovo cam-mino di partecipazione e consa-pevolezza sociale che vorremmo intraprendere”. mobilitiamoci… insieme.

R edazione L!NK > [email protected]

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iniziative

[email protected]

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SPORTIVA... MENTE:L’UTOPIA POSSIBILEDal 23 al 27 aprile Troia sarà teatro della

seconda edizione della manifestazione “Sportivamente – l’utopia possibile”, torneo in-ternazionale di calcio, organizzato da ASL FG – Centro Salute Mentale di Troia, Comune di Troia, “Tutti in volo – Onlus” e ANPIS – Puglia. «L’idea», come illustra il dott. Giuseppe Pillo, fir-matario del progetto e responsabile del CSm (ASL – Troia), «è nata nel 2007 quando, con al-cuni utenti del centro, partecipammo ad una trasmissione sportiva dell’US Foggia per promuo-vere alcune attività dell’associazione. Tanti ci seguirono e capimmo che per sensibilizzare la società circa i disagi mentali era necessario av-vicinarci al calcio, sport facilmente accessibile e praticabile da tutti». L’obiettivo principale della manifestazione è quindi quello di sensibilizzare l’intera collettività sulla discriminazione verso le persone affette da disagi mentali e promuovere processi di integra-zione e scambio tra queste. Il programma (vedi pag. successiva) avverrà nell’arco della settima-na 20 – 27 aprile. Il primo degli eventi, che si terrà il 20 presso l’au-ditorium dell’ITC Giannone di Foggia, vedrà pro-tagonisti operatori, familiari e fruitori del CSm di Troia, insieme con gli studenti dell’istituto che

assisteranno alla proiezione di filmati sulla salute mentale e sulla pratica sportiva, quale strumen-to di aggregazione. Roberto, uno degli organiz-zatori, spiega come le comitive che hanno par-tecipato l’anno scorso siano rimastie sorprese ed entusiaste dell’ospitalità e dell’accoglienza, rafforzate dalla costante presenza del grup-po organizzatore con i gruppi partecipanti: «La compagine del Lazio ci ha ricontattato chieden-doci di poter partecipare anche quest’anno al torneo: è proprio una soddisfazione dell’associa-zione organizzatrice e personale». Il programma prosegue il 23 aprile presso la sala consiliare del Comune di Troia, dove avverrà la presentazione del progetto alla presenza dei media, delle istituzioni e della cittadinanza. Il gior-no dopo verranno accolti nella cerimonia inau-gurale del progetto i vari gruppi partecipanti al torneo provenienti da Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli, Lazio, Umbria, Puglia, Toscana, Belgio e Inghilterra, con una rappresentanza di immigrati di Borgo mezzanone di Foggia. Per il 25 è prevista invece la già testata “Corte dei Miracoli”, luogo in incontro e scambio di cose, idee, emozioni, tutto all’insegna della va-lorizzazione della diversità. Entrambe le serate saranno animate dalla presenza di artisti di stra-

sociale

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da, musicisti folk e jazz e gruppi teatrali. Il vero e proprio torneo sarà giocato presso lo stadio comunale di Troia il 26 e 27 aprile e si con-cluderà il 27 con la premiazione e con la festa dell’arrivederci alla prossima edizione. Per tutta la durata del progetto rimarrà inoltre allestita presso il museo civico di Troia la personale di pit-tura dell’artista Sergio Viola. Commentando l’edizione precedente il dott. Pil-lo continua: «Il bilancio è senz’altro positivo, sia a livello organizzativo che a livello di esperienza

Cliccando comodamente da casa vostra su link:http://www.spreaker.it/show/ita-

ca_radionon vi troverete su un banale indi-rizzo web ma sull’home page di Ita-ca Radio. L’ho fatto anche io e ho scoperto una realtà davvero fanta-stica. Cos’è? Itaca Radio è un’ini-ziativa promossa dall’associazione onlus “Tutti in Volo”: una radio web troiana diretta dagli “Skattaris” ov-vero Alberto Costantino, massimo Tredanari, mauro Lopez o meglio Kabao (lui stesso dice che Kabao è un personaggio famoso). La radio trasmette direttamente dall’associazione il Lunedì - mercoledì - Venerdì

alle ore 19.00. Ricca di buona musica, ospiti, bar-zellette, indovinelli e tante risate per gli ascoltatori sparsi in tutta Italia e fuori, sta scalando pian piano la vetta degli show più popolari della piattaforma. Gli Skattaris invitano tutti a parteci-parvi attivamente e in prima persona dando la possibilità a chiunque voglia di essere “On-Air” in trasmissione.l!NK sostiene queste nuove iniziative locali che non vanno sottovalutate.Buon Ascolto

Giambattista Ciarmoli > [email protected]

ITACA RADIO SPACCA SUL WEB

e di crescita personale. Abbiamo imparato, noi per primi, che è giusto che ogni persona abbia il proprio ruolo nella società: al di là delle debo-lezze che ognuno può avere, tutte le persone devono essere rispettate in quanto tali. Abbia-mo organizzato la manifestazione per “dare”, abbiamo “ricevuto” molto».

Maria Rosaria Catallo > [email protected]

< IL PROGRAMMA

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MAMMA MIA,CHE FRANA!

CRONACA

Gli esperti l’hanno definita la frana più gran-de d’Europa: un fronte di ben 2 chilometri

e 850 metri che incombe sulla ferrovia Foggia - Napoli e sulla statale 90 della Puglia. È attiva da cinque anni, ma negli ultimi giorni il movimen-to della massa terrosa si è fatto più pressante. In superficie il terreno si presenta asciutto, ma secondo gli esperti poco sotto quello strato c’è un’enorme massa fangosa che avanza inesora-bilmente di quasi due metri al giorno. Non si può fare granché per contenerla, se non sottrarre alla massa in movimento gli oggetti che distruggerebbe, e rimuovere i detriti: per dare un’idea di quanto sia imponente, basta pensare che la frana produce 5.000 metri cubi di detriti al giorno. Per evitare danni alla strada ferrata, sono stati rimossi lungo la linea a scopo precau-zionale binari e traversine. Impossibile stabilire quando il collegamento potrà essere ripristinato. Per il momento, Rete Ferroviaria ha attivato un servizio sostitutivo con autobus che comporta enormi disagi per i passeggeri che percorrono la tratta: sono costretti a scendere dal treno a Fog-gia, raggiungere in pullman Benevento e da qui risalire su un altro treno con tempi di percorrenza che raggiungono anche le sette ore.Bertolaso, dopo il sopralluogo di venerdì 16 ha dichiarato lo stato d’emergenza e, assieme al

comandante dell’11esimo reggimento genio guastatori di Foggia, Colonnello Ezio Bottoni ha condotto un’indagine tecnico-operativa duran-te la quale è stato definito l’intervento da attua-re per la situazione specifica. Da domenica 18 aprile lavora in tutta l’area interessata la task force dell’esercito composta da 130 militari e 40 mezzi. L’operazione consiste in interventi di “mo-nitoraggio e drenaggio della frana, ripristino dei canali di scolo, sgombero della strada e ferrovia e illuminazione notturna dell’area”.Certo è inevitabile notare come la tempestività di intervento promessa dal Governo sia in realtà stata solo una lunga attesa prima che gli inter-venti iniziassero concretamente. La responsabi-lità è senz’altro da attribuire alla Regione Cam-pania, ma è altresì vero che il Governo nazionale sarebbe dovuto intervenire, qualora questa non avesse fatto la propria parte.Tempestività o no, la speranza è che questi inter-venti siano di carattere risolutivo e che la linea ferroviaria interrotta, che provoca enormi disagi alla popolazione e a tutti gli utenti della tratta Bari – Roma, ritorni quanto prima a riprendere il suo regolare funzionamento.

R edazione L!NK > [email protected]

< A MONTAGUTO (AV) Ruspe a lavoro

sul luogo del disastro.

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CRONACA

CHI INQUINA PAGA (?)Venerdì 16 aprile, in una sala gremita di cit-

tadini troiani e non, si è tenuto un incontro-dibattito su quello che è ormai conosciuto come “caso giardinetto”. Organizzato dal comitato “Salute e Territorio” di Troia per fare chiarezza sulla vicenda, vi ha par-tecipato Antonio Laronga, Pm occupatosi della prima sentenza che riguardò la IAO srl circa 10 anni fa. L’incontro ha inizio con le introduzioni e le presentazioni da parte del presidente del comi-tato, Carmela Lombardi, e Angela Sgobbo. Inizia la proiezione del video della conferenza stampa del Procuratore della Repubblica di Lu-cera, Massimo Lucianetti, il quale il 1° dicembre 2009 annunciava il se-questro del sito dell’ex fornace Ala-Fantini di Giardinetto. Subito dopo, Laronga ha esposto i vari passaggi della nascita della IAO, come in-dustria di recupero di rifiuti, e del processo di cui personalmente si occupò. Nel 1997 il gruppo Fantini presentò un progetto per dar vita ad un’azienda che avrebbe do-vuto recuperare rifiuti utilizzandoli in sostituzione di altri materiali con i quali, insieme all’argilla, si realizza-no i mattoni. Il progetto fu approvato e l’azien-da iscritta al registro provinciale di Foggia delle imprese di recupero rifiuti. Ma nel luglio 1999 il Nucleo Operativo Ecologico sequestrò gli stabi-limenti della IAO perché al loro interno non risul-tava presente nessuna apparecchiatura per il recupero dei rifiuti, ma soltanto mucchi enormi di rifiuti pericolosi e non, ammassati indistintamen-te. Furono indagati molti dei dirigenti tra i quali Francesco Paolo Fantini, ma nel 2001, a seguito di indagini molto complesse e per questo confu-se e di piccole inaccortezze formali, il processo cadde in prescrizione. L’unico ad essere con-dannato a poco più di un anno di reclusione fu Giuseppe De Munari consulente dello stesso Fan-tini che si occupava di fare contratti con azien-de che avevano bisogno di smaltire i propri rifiuti. Dopo la lunga digressione, il giudice Laronga ha

espresso dei commenti personali di delusione nei confronti della pubblica amministrazione che “avrebbe dovuto rendersi conto del raggiro pri-ma di concedere alla IAO l’iscrizione al registro delle aziende recuperatrici” e sulla malafede di quell’imprenditoria che, invece di essere la prima a tutelare il territorio in cui opera, bada soltanto ad appetitose prospettive di guadagno. Il dibattito si è poi spostato sulla questione “bonifi-ca”. Laronga, rispondendo all’uditorio che gli ha domandato come bonificare un sito sequestrato, ha risposto citando il D. Lgs 3 aprile 2006, n°152 che all’articolo 247 recita: “Nel caso in cui il sito

inquinato sia soggetto a sequestro, l’autorità giudiziaria che lo ha di-sposto può autorizzare l’accesso al sito per l’esecuzione degli inter-venti di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale delle aree, anche al fine di impedire l’ulterio-re propagazione degli inquinanti ed il conseguente peggioramen-to della situazione ambientale”. Inoltre l’articolo 242 dello stesso D.L. dispone che sia la regione a concedere l’autorizzazione unica per la bonifica o messa in sicurez-za dopo varie conferenze di servizi a cui partecipano anche tutte le

istituzioni coinvolte a livello locale e provinciale (Comune, Provincia, Asl…). Dopo vari interventi da parte dell’uditorio, alcu-ni apparenti “sfoghi” contro le istituzioni locali assenti, altri con effettive proposte concrete (come quella del comitato “Salute e Territorio” di Lucera di formare un folto comitato e costituir-si parte civile), il dott. Laronga saluta i cittadini con l’augurio di riuscire a fare pressione sugli Enti preposti perché attraverso la bonifica “si possa sanare questa profonda ferita che ha colpito il vostro territorio”.

< INCONTRO SUL “CASO GIARDINETTO”

[Da sx] Angela Sgobbo, Antonio Laronga e Carmela Lombardi.

SOTTO: il logo del comitato.

M aria Rosaria Catallo > [email protected]

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IN RICORDO DI RAIMONDO

spettacolo

“c he ci possiamo fare: prima o poi tutti dobbiamo morire!”. Questa è un’affer-

mazione ormai tanto fatta quanto banalizzata (e chissà quanti di voi adesso, leggendo queste prime righe, staranno toccando ferro). Purtrop-po però la morte è una cosa vera, esiste e para-dossalmente è evidente nella nostra vita.Arriva per tutti, ma una volta giunti a questo pun-to dove andiamo a finire? E’ difficile dare una risposta, ma credo che ciò che con-ta ora sia lasciare qualcosa alle altre persone, un segno del nostro passaggio.A tal proposito dobbiamo menzionare un uomo, o me-glio “un vero signore”, che ha dedicato tutta la sua vita a trasmettere se stesso agli altri: Raimondo Vianello, un personaggio dello spettaco-lo affermato nel cuore di mi-gliaia di italiani e deceduto il 15 aprile all’Ospedale San Raffaele di Milano a causa di un blocco renale.Veterano della televisione italiana, classe 1922, il sim-patico Raimondo nasce a Roma, ma trascorre gran parte della giovinezza a Pola, città del Veneto, dove lavora il padre come am-miraglio. In seguito si trasfe-risce in Dalmazia e una vol-ta tornato in Italia viene deportato nel campo di concentramento di Coltano, presso Buffalo, negli Stati Uniti, alla fine della seconda guerra mondiale. Fortunatamente viene liberato solo un anno dopo insieme a tanti altri prigionieri rin-chiusi lì. Nonostante abbia sofferto molto per la deporta-zione, la sua voglia di fare, spinta forse dall’esi-genza di trovare un lavoro, non si ferma mai. Così lo ritroviamo a lavorare dapprima per il teatro,

poi per il cinema come caratterista ed infi-

ne, verso la metà degli anni ‘60, in televisione.Probabilmente la sua esperienza teatrale gli ha dato i giusti mezzi per creare un personaggio che potesse piacere a quanti in quel periodo aspet-tavano con fervore il sabato per potersi gustare gli show serali della RAI. Infatti proprio da questi spettacoli televisivi nascerà un soggetto brillan-te, divertente, ironico e coinvolgente. In quegli

anni fra i suoi compagni di lavoro è doveroso ricordare anche Ugo Tognazzi, Gino Bramieri e l’immancabile Sandra Mondaini. Quest’ultima ovviamente è stata più che una semplice collega: conosciuta sul set nel ‘58 e sposata nel ‘62, è diventata la sua compagna di vita. Interpretando insie-me il ruolo di una coppia un pò capricciosa e litigarella, hanno aumentato la loro popolarità entrando con leggerezza nelle case di ogni famiglia. Nel 1987 infat-ti c’è stato un vero e proprio “Sandra e Raimondo show” e l’anno successivo la più famosa sit-com italiana: “casa vianello”, che durerà fino al 2007. Oggi il nostro buon presen-tatore dallo stile di gentle-man inglese - come l’hanno definito in molti - non c’è più

e così viene ricordato da Carlo Conti: «Se ne va un altro grande maestro: maestro di ironia, sim-patia e di eleganza, grande signore della tele-visione».

Grazie Raimondo per averci fatto sorridere.Buon riposo.

G iovanni Villani > [email protected]

< ALTRI TEMPI [Da sx] Ugo Tognazzi,

Sandra Mondaini e Raimondo Vianello.

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LINK-NET

IL NON PROFITSI RIBELLAR iportiamo integralmente il testo dell’appello

pubblicato dal sito “viTa.it - la voce del non profit” riguardante la campagna contro l’au-mento delle tariffe postali che ha già raggiunto circa 12500 adesioni. Da mercoledì 21 aprile la campagna di protesta è sbarcata anche su so-cial network come Facebook e Twitter. Per ade-rirvi visitate il seguente indirizzo web:

www.vita.it/news/view/102170“ L’aumento delle tariffe postali colpisce dura-mente la raccolta fondi di tutte le organizzazioni non profit e causa un ingente aumento dei costi con gravi ripercussioni sui fondi destinati ai progetti.

Il decreto interministeriale del 30 marzo 2010 pubblicato sulla Gaz-zetta Ufficiale di ieri in base al quale vengono soppresse le tariffe agevolate postali per tutta l’edito-ria libraria, quotidiana e periodica, in vigore con effetto immediato da oggi, colpisce in maniera molto dura le organizzazioni del settore non profit. L’ aumento è del 500% circa per ogni singola spedizione. Pertanto, nonostante il decreto specifichi che un successivo prov-vedimento potrebbe stabilire ulte-riori agevolazioni, ciò comporterà un periodo di vacatio tra l’entrata in vigore del primo e l’eventuale successivo che coincide con un momento dell’anno in cui in genere ogni orga-nizzazione attua delle spedizioni ai propri dona-tori.

La denuncia arriva da un gruppo di 48 associazio-ni e organizzazioni (ActionAid, AIRC, AISm, AIUEF- Associazione Italia Uganda Emmaus Foundation, ALBA Onlus, Associazione Più Vita Onlus, Amnesty International, Amref Italia, Fondazione Aretè del San Raffele Onlus, CCS Onlus, Centro per la Lot-

ta contro l’Infarto-Fondazione Onlus, CBm Italia, CESVI, Comunità Nuova Onlus, COOPI, Cuore Fratello Onlus, FAI-Ambiente Italiano, Fondazione “aiutare i bambini” onlus, Fondazione Don Carlo Gnocchi, Fondazione L’Albero della Vita Onlus, Fondazione Operation Smile Italia Onlus, Fon-dazione Patrizio Paoletti, Fondazione Progetto Arca, Green Cross Onlus, Greenpeace, Intervita, Istituto Serafico di Assisi, LAV, Lega del Filo d’oro, Lega italiana per la Lotta contro i Tumori - milano, Lega Italiana Sclerosi multipla LISm, medici Senza Frontiere, Associazione missioni Don Bosco Onlus,

moige-movimento Italiano Genitori Onlus, OSF, Pangea Onlus, Parada Onlus, Progetto Continenti Onlus, Save the Children Italia Onlus, Si-ghtsavers Italia Onlus, SOS Villaggi dei Bambini Onlus, S.O.S IL Telefono Azzurro ONLUS, Terre des Hommes, Telethon, Unhcr, Unicef Italia, Un Ponte per, WWF Italia) che hanno sottolineato come il provvedimen-to danneggi gravemente tutte le loro attività di informazione, sensi-bilizzazione e raccolta fondi.

Le organizzazioni, pertanto, si ap-pellano al governo affinché venga-no immediatamente adottate del-le misure che evitino un vertiginoso aumento del budget delle spedi-zioni che, anche in ragione delle tempistiche scelte per l’entrata in vigore del provvedimento, non po-trà che tradursi in un decremento dei fondi destinati ai progetti.

Le organizzazioni, quindi, chiedono l’immediato ripristino delle tariffe agevolate per il non profit. ADERISCI ANCHE TU E FAI ADERIRE LA TUA ASSO-CIAzIONE E I TUOI AmICI! “

< SOPPRESSE LE TARIFFE AGEVOLATE POSTALI

Il provvedimento danneggia tutta l’editoria, ma in particolare

le organizzazioni non profit.

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R edazione L!NK > [email protected]

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RIACCENDIAMOLA TRADIZIONE

EVENTI

l ! nkmensile indipendente

In attesa di registrazione

EditoreCentro Sociale e CulturaleITALSUD “AMBARADAM”Via S.Benedetto, 1171029 Troia (Fg) C.F. 94055080710

Direttore responsabileMarisa Donnini

In redazione - TroiaPiergiorgio Aquilino, Mario Beccia, Maria Rosaria Catallo, Antonio Jr. Ciarmoli, Giambattista Ciarmoli

In redazione - FoggiaAntonio Amodio, Giovanni Villani

Collaboratori di redazioneLorenza Guadagno

Hanno collaboratoLuigi Baldassarro, Roberto Benin-caso, Giuseppe Pillo

Direzione grafica & pubblicitàGLAM staff - [email protected]

Grafica&Web Mario Beccia

Vignette Luigi Iannelli

Stampa Tip. Mauro - Troia

Tiratura 1.500 copie

DiffusioneFree press distribuito porta a por-ta a Troia e in oltre 50 luoghi di ri-trovo della provincia di Foggia.

VISITA IL SITO WEB:

www.link-net.it

La paura di non riaccendere più, dopo il primo anno, il fuoco di San giuseppe per i ragazzi

del “The Club” e altri giovani troiani, appoggia-ti dall’Alka Promoservice, è stata grandemente superata.Superata, sì… perché quest’anno, durante la serata del 19 marzo, hanno dato il meglio di sé, hanno saputo de-streggiarsi in maniera formidabi-le, contribuendo ad ottimizzare squisitamente la bella iniziativa che l’anno scorso nacque sotto il nome di “Riaccendiamo Troia”. Affollatissima la piazza di via Aldo Moro adibita a campetto di basket, per accogliere la moltitu-dine di gente accorsa per rivivere quella tradizione che sta appunto nell’accensione del fuoco e per rifarsi bocca, con una spaghettata e della carne cotta alla brace, e occhi, grazie all’accompagnamen-to musicale di alcuni brani, eseguiti da diverse band locali.Obiettivo della riproposizione del “Riaccendia-

mo Troia”, in seconda edizione, sempre lo stesso dello scorso anno, ossia quello “di riportare alla luce il vecchio Falò di San Giuseppe”, come è possibile apprendere dal comunicato stampa.Sempre attivi questi giovani che, per il futuro del loro paese, ben si prodigano nel portare avanti

anche iniziative come queste, che trovano i natali in tempi molto an-tichi. Sanno ben porre un connubio tra la tradizione e la modernità, ripro-ponendovi una tradizione che va modernizzandosi ed attualizzan-dosi, ogni volta, in un contesto sempre nuovo.Sanno ben far rivivere emozioni e sentimenti legati a quella tradi-zione che, si spera, abbia funesta

fine tra secoli e secoli, in un dì che non conosce tramonto.

P iergiorgio Aquilino > [email protected]

< I FUOCHI DI S.GIUSEPPEFalò del 13.03.10 per la seconda edzione di “Riaccendiamo Troia”

nella p.zza di Via Aldo Moro.

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SCRIVI A L!NKLa redazione è APERTA a quanti abbiano voglia di mettere nero su bianco le proprie idee, segnalare un evento, difendere una causa, alzare la voce, incazzarsi o anche semplicemente raccontare un aneddoto o condividere un’esperienza...

[email protected]

< FINALMENTE LIBERII volontari di Emergency

sono stati rilasciati domenica 18 aprile.

scrivi @ L!NK

Sabato 10 Aprile militari del governo fantoccio di Hamid Karzai e della coalizione internazio-

nale irrompono nel centro chirurgico di Emergen-cy a Lashkar-gah portando via 6 membri dello staff della ong italiana, accusati di aver parte-cipato alla preparazione di un attentato. Ormai sono giorni che non si hanno notizie dei prigio-nieri. Nessuno sa cosa gli stia succedendo. Più facile è inve-ce prevedere cosa ne sarà di Emergency in quella zona del mondo dimenticata da Dio. L’ associazione umanitaria no-profit fondata a Milano nel 1994 da Gino Strada e sua mo-glie Teresa Sarti, che dal 1999 a oggi ha curato oltre 2.500.000 cittadini afgani e costruito 3 ospedali, un centro di mater-nità con una rete di 28 punti di primo soccorso, probabil-mente sarà mandata via da Lashkar-gar e forse dall’ Afghanistan intera come moneta di scambio per la vita degli ostaggi.ma perché si cerca di cacciare chi salva vite umane e che il più delle volte si sostituisce all’ as-sente sanità pubblica locale?Beh, se ci si ragiona un po’ la risposta alla do-manda arriva da sola. Emergency, oltre a fornire assistenza medico-chirurgica di primo livello alle popolazioni martoriate dal flagello della guerra, compie un’ azione di denuncia nei confronti di quella sporchissima guerra che da ormai 6 anni

sta devastando la popolazione civile di quell’ in-ferno in terra che è diventato l’Afghanistan.Emergency dunque è quanto di più scomodo ci possa essere per i sostenitori di quella fazione che ritiene di essere più “civile” dell’altra perché anziché ammazzare un uomo con un colpo di macete in gola, lo fa sparandolo da 2000 piedi

con un fucile di precisione. Le popolazioni delle nazioni che finanziano la guerra (compre-sa l’ Italia con i suoi bei 2 milioni di euro al giorno) non devono essere informate di quello che succede lì giù. Altrimenti poi qualche cretino potrebbe an-che iniziare a lamentarsi. E a lui poi si potrebbe aggiungere qualche sporco intellettuale. E magari poi si potrebbe inizia-re ad avere una popolazione che ripudia sul serio la guer-ra. E addirittura forse qualche

nazione potrebbe anche ritirare le truppe. ma no, no, assolutamente no, meglio non rischiare. mandiamoli via questi. Potrebbero iniziare a dar fastidio sul serio.

PACE SUBITO

IO STO CON EMERGENCY

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L uigi Baldassarro > [email protected]

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sensus vivendi

UN BACIO E UN OMICIDIO SONO LA STESSA IDENTICA COSA

Lorenza Guadagno > [email protected]

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CASA MANGIeddormi

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Luigi Iannelli > [email protected]

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BARRACUDA-PR IMA PARTE-A ltra sera, altra dannata corsa.

Al diavolo, sono nato per questo. Con la bocca ancora impastata per il sonno, i capelli sconvolti, l’alito pestilenziale ed i vestiti sgualciti, afferrai la mia giacca di pelle completamente accartocciata come un cumulo di morbide la-miere sul mio divano e presi la via della porta. Un’ultima specchiata…chissà se tornerò vivo quest’oggi…non importa…o forse si.Diedi qualche tocco rapido alle mie ciocche pie-gate in modo grottesco, alla stregua di gorgonici capelli, ed infine inforcai gli occhiali da sole.Il tramonto è sempre il mio momento della gior-nata preferito, dannazione, potete scommetter-ci l’anima.E’ la sola volta in cui al perbenismo di tutta que-sta noiosa e borghese classe media si possono sostituire le nostre corse fuori di testa, i nostri bru-tali divertimenti e la sana ed irrefrenabile voglia di fare un bel po’ di casino. Casino serio.Aprii la porta e in un attimo fui al di fuori del mio pulcioso appartamento ma…un momento! Dove diavolo credevo di andare…avevo di-menticato la cosa più importante. Rientrando in casa come il vento, notai che le chiavi della mia Barracuda erano nella vetrinetta vicina allo specchio consumato del mio microscopico atrio; afferrai il mazzo dalla cassettina e richiudendolo bruscamente per la fretta feci sì che accidental-mente si fracassassei al suolo. Cazzo, ci ero affezionato. E’ stato l’unico arma-dietto durato più di una settimana.mi precipitai fuori, completamente invasato dall’orgiastico e sciamanico bisogno di correre e, volando giù per le scale, mi fiondai nella mia ‘cuda: un mostro di velocità che beve benzina, respira nitrometano e rutta fuoco e fiamme. Un leone che ruggisce ogni notte per atterrire le al-tre bestie con le quali si trova a dover lottare, per sopravvivere in questo mondo fatto di poche, fondamentali decisioni, tutte divise fra il freno, il cambio e l’acceleratore. Nel mio universo, le strade da prendere sono sempre due; l’una può portarti oltre ogni ragionevole limite, l’altra inve-ce ti tiene ancorato a qualche valore che ritieni

importante, o peggio, a qualche paura,

che ti inibisce fino a fermare completamente l’ir-razionalità del tuo essere più profondo, la parte animale che vorrebbe distruggere ogni cosa al suo passaggio, fare ciò che vuole e fottersene al-tamente di tutto ciò che dogmi e società impon-gono. Devi vestire così, comportanti in quest’al-tra maniera, sposarti prima dei trent’anni, avere un lavoro e bla, bla, bla…ma vaffanculo!

La chiave. La inserii nella fessura. La leva del cambio ancora a folle. Girai il mio polso ed ecco che dopo un brevissimo colpo di tosse il fragoro-so ruggito della mia fedele belva cominciò ad echeggiare per tutto il quartiere. Il mio piede gradualmente premé sull’acceleratore e quel-l’insano rumore da re della giungla si trasformò in un più possente e granitico volere, portato avanti da una sfrenatissima voglia di vincere ed un’altrettanto smaniosa fame di pericolo, rischio, velocità e puzza di morte.Allora inspirai profondamente, tirando fuori il cel-lulare dalla tasca del mio giubbino, per chiama-re il “guru”.La risposta, dall’altro capo, fu immediata.

“Amico bello, dove diavolo sei? Qui stanno tutti aspettando te, bimbo!” “malcolm, amico, ho appena messo in moto la bestia. Sto arrivando. Dove si corre?”“La linea di partenza è sulla strada di fronte alla Crenshaw High, la trovi facile. E’ quella che hai i murales sopra…”“Ci saranno milioni di muri a Crenshaw con dei graffiti sopra, amico…ma mi ingegnerò…”“Fai presto coso, qua non aspetteremo mica in eterno. Hai dieci minuti.”“me ne bastano quattro…”“Sempre il solito spaccone…”Terminai la conversazione e, ingranando la pri-ma, diedi gas in modo molto violento. Nel giro di pochissimi secondi il mio bolide era già dall’altra parte della strada, dopo essere partito da fermo, con i copertoni ancora fumanti per la sgomma-ta.Non ci misi molto ad arrivare fuori Crenshaw. Più che i graffiiti, a trovare il luogo della corsa mi aiu-

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RACCONTI

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tò la gran quantità di casino che Rodney Kelly e DeSean Lomas stavano spandendo nell’aria con le loro solite sfide a chi finisce prima le gomme. Uno stridio allucinante, misto ad una tremenda puzza di gomma bruciata, si faceva largo fra le donne che lavavano le auto e gli uomini, ognu-no di loro impegnato a trovare inutilmente un modo per battermi.I volti di tutti i partecipanti alla corsa si illuminaro-no al mio arrivo.mi piazzai dritto sulla linea di partenza, lasciando il motore acceso.malcolm, detto il guru, si avvicinò all’improvviso al mio finestrino. Che gran compagnone, Malc. Siamo cresciuti insieme giù a South Central; co-minciammo a correre quando ancora ero co-stretto a guidare quella merdosissima Firebird beige, completamente priva di qualunque ra-gionevole motivo per non venderla. Il guru ticchettò qualche colpo di nocca sul mio finestrino, ed io lo tirai giù:“Insomma, non ti facevo così veloce. mi racco-mando, testa di cazzo bianca, vedi di non schian-tarti contro qualche idrante o peggio, muro. Inte-si? Non vorrei doverti raccogliere col cucchiaino con tutto il nitrometano che hai lì sotto. Se salti in aria, farai decisamente un bel falò verde.” . Io re-plicai con il mio fare arrogante e dannatamente pieno di autocelebrazione, rispondendo alle sue domande: “Tranquillo paparino, so giocare col fuoco. Che percorso devo fare?”. Ed il guru: “Non ci sono curve amico, 1320 me-tri di rettilineo e sei il vincitore. Oggi il gruzzolo è importante. A questa gara si entra solo con due lattughe.”Tirando fuori due banconote da mille, gli porsi la mia “quota d’iscrizione”.“Bella, fratello. Preparati. Quando il semaforo di-venta verde, sei tu contro quel mucchio di mu-scoli cubani laggiù e le due bamboline dietro di te.”Osservai dritto negli occhi i miei avversari. Erano tipi tosti, non si sarebbero lasciati sconfig-gere tanto facilmente. Le ragazzine, in partico-lare, sarebbero state grosse gatte da pelare. Una di loro guida una Dodge Charger del ’69, l’altra una Pontiac GTO che, a giudicare dal mo-tore sporgente e dagli scarichi enormi, doveva essere un bel mostrone mangia-asfalto. Il latino, invece, forse era il meno preoccupante. Non era uno con il grano, la sua macchina doveva esse-re poco elaborata rispetto alle nostre. La vettura del tizio è una Pontiac GTX 440 del ’70. Lui era un perdente nato, glielo si leggeva in faccia.Il furore incontrollabile, quello che ogni volta mi

serra il cuore e le budella in una morsa d’acciaio, cominciò ad ottenebrarmi il cervello. Le mie so-pracciglia si aggrottarono e nel momento esatto in cui mi lasciai avvolgere dalla odorosa pelle dei miei sedili, i sensi si affinarono, il dolore e le preoc-cupazioni sparirono, il respiro diventò frenetico e il battito accelerò, spinto dai ruggiti violenti del mio motore pronto a scatenare la sua incredibi-le potenza. All’interno di un leviatano a quattro ruote, con 7200cc di cilindrata ed un irrazionale ed inarrestabile istinto di devastazione verso ogni ostacolo frapposto fra me ed il traguardo, co-minciai a stringere con forza inaudita le mie mani attorno allo sterzo. La mia Barracuda era una furia stradale che re-spirava fiamme rosse come il sangue, bordate di verde e blu. Le marmitte sfiatavano, i giri aumen-tavano e si abbassavano regolarmente, con la macchina ancora ferma. Caddi in uno stato di trance mistica, e avrei trat-tenuto il respiro, finché le luci del semaforo non fossero divenute d’un verde accecante.Accelero e decelero, accelero e decelero, ritmi-camente.Ancora rosso.Allora tirai su il freno a mano, ingranai la prima e cominciai a dare gas. L’auto, inchiodata alla strada, fece girare a vuoto le ruote posteriori, le cui gomme striderono all’impazzata, mentre la camera di combustione bruciava carburante per accelerare.In un attimo, il semaforo si illuminò di verde. mol-lai il freno di servizio ed io e la mia macchina, in una nube di nitrometano e pneumatici ustiona-ti dall’attrito, schizzammo via lungo il boulevard completamente uniti, attraverso l’aria sottile del tramonto.I miei occhi rifletterono la lancetta scura del ta-chimetro che saliva verso il fondo scala con co-stante velocità, così come quella del contagiri. La parte razionale di me cominciò a pregare, l’altra invece, continuò a gridare tutto il suo furio-so piacere durante quell’orgia di rumori, frenesia, tensione e thrash metal.La macchina prese a guadagnare famelicamen-te velocità, fino a toccare le 51 miglia orarie.Ingranai la seconda.I miei avversari si fecero più vicini, come lupi a caccia di un agnello. Non avevano fatto i conti con il cane pastore. [CONTINUA...]

A ntonio Amodio

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