L'Atestina Aprile 2010

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L'Atestina è il periodico semestrale informativo della Banca Atestina di Credito Cooperativo.

Transcript of L'Atestina Aprile 2010

Cari amici,È ormai consue-tudine ritrovar-ci su queste pagine in con-comitanza della presentazione de l B i l anc io economico e da qualche anno, anche di quello sociale.

Non è stato un anno facile, l’aspetto tecnico lo lasceremo esplicitare alla Direzione, mi preme invece sottolineare ancora una volta la peculiarità, che è anche la forza della nostra Banca, il suo fondamento societario, il socio come nucleo originario del sistema Cooperativo. I soci come famiglia solidale in un sistema economico la cui reciprocità del sostegno fu l’idea su cui si fondò lo stesso Federico Raiffeisen, ideatore della prima cassa rurale che fu costituita in Germania nella metà del 1800.

Sono passati quasi 150 anni e la mission della Cassa Rurale, oggi come allora, gioca un ruolo determinante nel sostegno alle imprese e alle famiglie socie. La banca ha bisogno della forza dei suoi soci e i soci della forza della Banca. Molte sono state le situazioni parti-colarmente difficili che abbiamo affiancato ed aiutato sempre nel rigore della corretta gestione del risparmio di altre famiglie, anch’esse socie.

Ho sempre pensato, infatti, che il socio di un Credito Cooperativo investe due volte nella propria banca: oltre che nella corretta remu-

Una banca dalle basi solide

Una grande famiglia nerazione del capitale, lo stesso interviene in aiuto di tutte quelle aziende e famiglie che ogni giorno operano e collaborano alla crescita del nostro territorio. Questa è la vera banca etica.

Naturalmente tutto questo è possibile se ognuno di noi farà sempre la sua parte. No-terete che il bilancio di quest’anno, come già preannunciato all’inizio dell’esercizio, ha sacrificato gli utili a favore dei nostri clienti e soci. Questo è stato possibile grazie alla par-ticolare solidità della nostra banca: infatti il rapporto di patrimonializzazione, rispetto agli impieghi ci pone al primo posto su scala regionale, obbiettivo questo importante anche per la sicurezza dei nostri risparmi.

Non sarà facile neppure quest’anno, in quan-to gli effetti della recessione si protraggono anche nel post-crisi. Con il valore dello stare insieme, sapremo gestire e superare anche le situazioni più difficili. Noi soci del Credito Cooperativo, ed in parti-colare della Banca Atestina, ci siamo sempre distinti per forza, per sensibilità e per amore della nostra terra. Sappiamo distinguere i bisogni più urgenti per la particolare cono-scenza del territorio e questo ci permette di giocare quella carta in più, rispetto all’uni-verso bancario, che qualche volta si è rive-lata determinante per recuperare qualche situazione che sembrava compromessa.

Oggi più che mai il Credito Cooperativo deve dimostrarsi disponibile e facilmente raggiungibile per continuare a rafforzare quello spirito di servizio che nella storia ci ha sempre contraddistinto.

Fabrizio Gastaldo

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Socio: il capitale umanoLa Banca Atestina “...ha lo scopo di favorire i soci e gli appartenenti alle comunità locali...” (art. 2 Statuto Sociale)

Banca Atestina individua nello stretto rapporto con il territorio di appartenenza uno dei propri valori fonda-mentali: diven-tare Socio del nostro istituto non è una scel-ta puramente formale, ma, la concretizzazio-

ne di una importante forma di collaborazione tra Banca, Cliente e Comunità locale. È la realizzazione di una vera e propria poli-tica di sviluppo del territorio, poiché, il Socio assume il delicato ruolo di portavoce della comunità, avendo l’opportunità di trasferir-ne le esigenze all’interno della Banca stessa.Ed è proprio per questo che il valore del Socio, per Banca Atestina, non è dato dal capitale che egli detiene, ma dalla persona stessa. Far parte della nostra compagine sociale vuol dire appartenere ad una cooperativa di credito che mette in primo piano le esi-genze dei soci nell’attuazione delle politiche aziendali. Significa fare una scelta di condivisione di valori, di programmi e progetti di crescita; di partecipazione, di adesione ad uno scambio mutualistico, in cui la Banca si impegna a svolgere la propria attività privilegiando i soci e, questi ultimi, ad utilizzare prevalen-temente i suoi prodotti e servizi. Cooperare significa operare insieme: il Socio, dunque, si assume l’impegno preciso di esse-re parte attiva della vita della cooperativa favorendo il buon andamento della Banca stessa e contribuendo alla realizzazione delle sue finalità di promozione sociale.

L’ammissione a Socio è regolamentata dallo Statuto Sociale del nostro Istituto, in base al quale, possono far parte della nostra com-pagine sociale le persone fisiche e giuridiche di ogni tipo, regolarmente costituite, che risiedono oppure svolgono in modo continua-tivo la loro attività nella zona di competenza territoriale di Banca Atestina e siano titolari di conto corrente.La domanda di ammissione dell’aspirante Socio, nella quale viene indicato il numero di azioni della Banca che si desiderano sot-toscrivere, va richiesta e compilata presso la propria filiale, che provvederà poi ad inoltrarla al Consiglio di Amministrazione per la relativa approvazione.La successiva accettazione conferirà al Socio la titolarità di diritti patrimoniali e amministrativi. Ogni Socio ha un voto indi-pendentemente dal numero di azioni pos-sedute e la più importante espressione dei diritti amministrativi del Socio si ha durante le assemblee che deliberano, tra l’altro, in materia di cariche sociali e di bilancio. Il Socio gode di una posizione personale privilegiata all’interno della Banca, ha la possibilità di promuovere attività di carattere sociale e partecipare ad iniziative di gruppo e, naturalmente, vantaggi immediati:- il conto corrente personalizzato riservato ai Soci e dotato di condizioni di favore in termini economici, operazioni gratuite, con tassi e spese agevolati;- la pubblicazione periodica de “L’Atestina”, per garantire a tutti la massima informazione sulle specifiche attività realizzate e sulle diverse iniziative attivate per i Soci mede-simi nel corso dell’anno, sulle politiche di gestione, sugli obiettivi perseguiti e i servizi offerti dal proprio Istituto;- l’adesione agevolata a Crescere Insieme, la tessera, rilasciata da questo ente senza scopo di lucro, che ha in Banca Atestina il suo

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principale Socio sostenitore, permette di be-neficiare di sconti e rimborsi relativi a spese e cure presso l’Ulss e i centri convenzionati;- la partecipazione, a prezzi di favore, alle gite sociali, ormai da anni, i nostri Soci hanno la possibilità di trascorrere le loro vacanze in posti meravigliosi, dove l’aspetto culturale si sposa perfettamente con quello ludico. La gita sociale rappresenta un momento importante di aggregazione e senso di appar-tenenza a Banca Atestina. Il contatto diretto fra Consiglieri, dipendenti e soci favorisce la conoscenza e l’ascolto reciproco, il modo migliore per fortificare i valori che caratte-rizzano la nostra realtà, come l’attenzione e la centralità della persona.- è stato creato il Comitato Soci, composto dai 9 Soci, al fine di garantire alla Banca un collegamento più diretto ed efficace con la

base sociale, dando ascolto delle voci del territorio che hanno lo scopo di promuovere la partecipazione della compagine sociale alle iniziative della cooperativa, nonché di rilevare le esigenze di natura bancaria, sociale e culturale delle comunità in cui la Banca opera affinché la sua azione possa offrire risposte efficaci alle diverse richieste che emergono. Tassello indispensabile del mosaico socio-economico delle nostre zone, parte inte-grante e fondante della nostra realtà, non-ché, componente necessario per realizzare un mirato sviluppo economico della nostra Comunità, il Socio rappresenta, pertanto, un importante “capitale umano” per Banca Atestina.

Azzurra Sarain

LA REVISIONE COOPERATIVA

Le Banche di Credito Cooperativo, come stabilito dal Decreto Legislativo n. 220/2002, sono assoggettate ad un’azione di vigilanza da parte di speciali revisori.Strumento per compiere tale vigilanza sugli enti cooperativi è la revisione cooperativa, la quale ha lo scopo di verificare l’accertamento dei requisiti mutualistici.In particolare, obiettivi della revisione cooperativa sono proprio l’accertamento della reale partecipazione dei soci alla vita sociale, ed il livello di democrazia interna. Nel mese di Gennaio 2010 la Banca Atestina è stata sottoposta ad una revisione ordinaria che si è conclusa con pieno esito positivo.Tale controllo si è concretizzato nella verifica, oltre che dei dati di bilancio, dei requisiti previsti per l’esistenza della qualità di Socio.

Per essere Soci... è necessario risiedere, aver sede ovvero operare con carattere di conti-nuità nel territorio di competenza della banca... (Art. 34, co. 2 TUB)

Questa norma individua il carattere del “LOCALISMO”: il concetto di “Socio” è collegato inscindibilmente con quello di “territorio”.Tale principio è contenuto anche nell’art. 6 dello Statuto della Banca Atestina, in base al quale “Possono essere ammessi a Socio le persone fisiche e giuridiche, le società di ogni tipo re-golarmente costituite, i consorzi, gli enti e le associazioni, che risiedono o svolgono in via continuativa nella zona di competenza territoriale della Società.”Il carattere di “CONTINUITÀ” consiste invece nello svolgimento di attività lavorativa o nella titolarità di diritti reali (tra i quali proprietà ed usufrutto) nel territorio di competenza ov-vero nel caso di enti, l’ubicazione di sedi secondarie e di stabilimenti nel territorio stesso.Tali requisiti devono esistere sia all’atto della richiesta di ammissione alla compagine sociale sia successivamente, ed ogni variazione deve essere obbligatoriamente comunicata.

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L’età premiaAbbiamo voluto dar voce ai nostri soci

Il giorno 20 Dicembre 2009, presso il ristorante “La Mandria” di Ospedaletto Euganeo, si è svolta la Festa dei Soci ottantenni e novantenni della Banca di Credito Cooperativo Atestina.Al pranzo hanno preso parte, oltre ai Soci con i relativi coniugi e figli, anche il Presidente Fabrizio Gastaldo ed il Direttore Generale Riccardo Pasquali, alcuni componenti del Consiglio di Amministrazione.L’incontro è stata anche piacevole occasione per la Banca, oltre che per complimentarsi con i propri Soci per il raggiungimento di tali importanti ed onorevoli traguardi, anche per scambiarsi gli auguri di un felice Natale.

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Nel 1980 entravo nel "Credito Cooperativo", allora si chiamava "Cassa Rurale", e l’anno successivo venivo gentilmente invitato a farmi Socio: al tempo si usava così.

Mio padre era già socio della "Cassa Rurale di Balduina" e quindi mi appariva molto naturale diventarlo anch'io, anche se della "Cassa Rurale di Carceri": più tardi le due Banche si sarebbero unite diventando la "Banca di Credito Cooperativo dell'Estense".

Ricordo l'attestato che veniva consegnato ai nuovi soci: lo conservo tutt'ora, sembra quasi un titolo azionario con le cedoline da staccare per poter incassare il dividendo. Mi rendo conto che nel contesto odierno, dove tutto passa attraverso la virtualità del web, l'essere affezionati ad un pezzo di car-ta può far sorridere ma, credetemi, a volte c'è bisogno anche di qualcosa di tangibile; ed oggi, come allora, il mondo del Credito Cooperativo sa essere molto reale.

Il partecipare anche ad una semplice "As-semblea Ordinaria di Soci "vuol dire far parte di una certa comunità e condividere certi valori; e questo è importante per il singolo, che in quel contesto può dire ciò che pensa sicuro di essere ascoltato e ma-gari trovare altre persone che condividono i suoi stessi pensieri o problemi. Vi pare poco?!

Il Credito Cooperativo questo lo ha capito da sempre: è un mondo fatto di gente fra

la gente, prima che di numeri.Sicuramente oggi "fare Banca " è diverso da come poteva essere anche solo trent'anni fa: oggi c'è più burocrazia di allora e ci sono parametri ed indici da rispettare. Ma la conoscenza diretta del Socio e del Cliente e dell'ambiente nel quale vive e lavora è oggi, come allora, la base del Credito Co-operativo.E questo ci differenzia da tutte le altre Banche e ci viene "invidiato", ma non potrà mai essere copiato perché appartiene all 'essenza di ogni singolo amministratore o dipendente e nelle loro azioni.

Teniamoci stretto tutto questo, per non perderci in questo modo sempre più glo-balizzato. Riuscire a fare e gestire il credito come viene fatto da "Credito Cooperativo", pre-stando un’attenzione costante al Socio ed al Cliente, mai ruffiana perché essi sono nostri familiari, i nostri vicini di casa, gli amici, è il vero tesoro di questo gruppo di lavoro e non vogliamo perderlo mai.

Magari un giorno diventerà Socio anche Riccardo, il mio nipotino, che ha per geni-tori due Soci, per nonni due Soci e pure un bisnonno Socio: mio padre.Ecco questo è il radicamento del Credito Cooperativo nelle nostre famiglie: una presenza discreta che dà tranquillità e serenità, molto più di una semplice "Banca".

Antonio Stella

Socio di lungo corso

Nei suoi ricordi trentennali un socio ripercorre il suo rapporto di fiducia reciproca con la Banca Atestina di Credito Cooperativo

Locale

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Come posso diventare Socio di Banca Atestina? Possono essere ammessi a Socio le persone fisiche e giuridiche, le società di ogni tipo regolarmente costituite, i consorzi, gli enti e le associazioni che risiedono o svolgono la loro attività in via continuativa nella zona di competenza territoriale della Società. Per i soggetti diversi dalle persone fisiche si tiene conto dell’ubicazione della sede legale, della direzione, degli stabilimenti o di altre unità operative. [...] (Art. 6 Statuto Sociale)

Quali sono le limitazioni all’acquisto della qualità di Socio?Secondo l’art. 7 dello Statuto Sociale, “Non possono far parte della Società i soggetti che:a) siano interdetti, inabilitati, falliti;b) non siano in possesso dei requisiti determi-nati ai sensi dell’art. 25 del D. Lgs 1 settembre 1993, n. 385;c) svolgano, a giudizio del Consiglio di Ammini-strazione, attività in concorrenza con la Società;d) siano, a giudizio del Consiglio di Amministra-zione, inadempienti verso la Società o abbiano costretto quest’ultima ad atti giudiziari per l’adempimento di obbligazioni da essi assunte nei suoi confronti”.

Come posso mantenere la qualità di Socio? Per rimanere Socio, a norma dell’art. 14 co. 2 lett. d dello Statuto Sociale è necessario utilizza-re i servizi della Banca (essere titolari almeno di un c/c o d/r) e mantenere una certa operatività.

Come si perde la qualità di Socio?

Morte del Socio (art. 12 Statuto Sociale) “In caso di morte del Socio, qualora gli eredi non abbiano richiesto, nel termine di un anno dalla data del decesso del de cuius, il trasferimento delle azioni a loro nome o detto trasferimento non sia stato approvato dal consiglio di ammi-nistrazione, la Società provvederà al rimborso delle azioni ai sensi del successivo art. 15. [...]”

Recesso del Socio (art. 13 Statuto Sociale)“Oltre che negli altri casi previsti dalla legge, il Socio ha diritto di recedere dalla Società, qualora non abbia concorso alle deliberazioni

assembleari riguardanti la fusione con banche di diversa natura ai sensi dell’art. 36 del Testo Unico bancario, nonchè nell’ipotesi in cui siano venuti meno i requisiti di cui all’art. 6. Il recesso non può essere parziale. La relativa dichiara-zione deve farsi per iscritto con lettera racco-mandata diretta al consiglio di amministrazione che dovrà esaminarla entro sessanta giorni dal ricevimento e comunicarne gli esiti al Socio. Il Socio può altresì richiedere, con le formalità di cui al comma precedente, di recedere dalla Società, oltre che nel caso in cui il consiglio di amministrazione non abbia autorizzato il trasferimento delle azioni da lui possedute ad altro soggetto non Socio, nel caso di dissenso dalle deliberazioni aventi ad oggetto la proroga della durata della Società e per altri giustificati motivi. [...]”

Esclusione del Socio (art. 14 Statuto Sociale)“Il Consiglio di Amministrazione, previo accerta-mento delle circostanze che seguono, pronuncia l’esclusione dei soci:- che siano privi dei requisiti di cui all’art. 6, nonché quelli che vengano a trovarsi nelle condizioni di cui alle lett. a) e b) dell’art. 7;- nei cui confronti sia stata pronunciata, in primo grado, sentenza di condanna a seguito dell’esercizio dell’azione di responsabilità nella loro qualità di amministratori, di sindaci o di direttori.Il Consiglio di Amministrazione, con deliberazione presa a maggioranza dei suoi componenti, può altresì escludere dalla Società il socio che:a) abbia arrecato in qualsiasi modo danno alla società o svolga attività in concorrenza con la stessa;b) in relazione a gravi inadempienze, abbia co-stretto la Società ad assumere provvedimenti per l’adempimento delle obbligazioni a qualunque titolo contratte con essa;c) sia stato interdetto dall’emissione di assegni bancari:d) abbia mostrato, nonostante specifico richia-mo del Consiglio di Amministrazione, palese e ripetuto disinteresse per l’attività della Società, omettendo di operare in modo significativo con essa”. [...]

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e Come diventare Socio di Banca Atestina

Il mutuo su misura Modalità e caratteristiche del credito bancario

reale e comunque, nei casi in cui l’importo da finanziare è rilevante e la durata del fi-nanziamento superiore ai cinque anni; sono chirografari i mutui usualmente concessi per la ristrutturazione delle abitazioni, per l’installazione di impianti fotovoltaici o quelli erogati alle imprese con durata fino a cinque anni; si parla invece di credito al consumo con riferimento al finanziamento alle famiglie e ai singoli per importi unitari non superiori a trentamila euro (esempio: acquisto auto, acquisto arredamento, spese mediche e così via).

Che cos’è un fido?Quando l’entità del fabbisogno finanziario non è definita in termini esatti e può variare nel corso del tempo in relazione a fattori differenti, si utilizza la forma tecnica di affidamento a mezzo di fido in conto cor-rente, a revoca se si protrae negli anni, a scadenza invece quando riguarda un arco temporale limitato (6-12 mesi).

Destinatari possono essere sia le imprese che i privati: le imprese sono agevolate nella gestione dei pagamenti fintanto che

non percepiscono gli incassi che at-tendono; i privati godono di una

maggiore elasticità di gestio-ne del bilancio familiare in attesa della percezione dello stipendio.

E per quanto riguarda i tassi: fisso o variabile?

La scelta tra un tasso fisso o variabile si lega alla durata

del mutuo, alla sua entità nonché alle esigenze del cliente di riferimento ed al periodo storico che si attraversa.Considerando il periodo attuale, caratte-

I modi attraverso i quali gli istituti di cre-dito e gli intermediari finanziari abilitati intervengono a supporto di famiglie ed imprese attraverso l’erogazione del credito sono molteplici. Si prevede infatti l’utilizzo di forme tecni-che specifiche, diverse le une dalle altre in relazione ai bisogni che vanno a soddisfare e all’utente di riferimento.

Che cos’è un mutuo?Si fa ricorso a questa forma tecnica di fi-nanziamento quando è ben definita negli importi l’esigenza finanziaria da soddisfare. Nota a priori l’entità della somma da corri-spondere, si suddivide il rientro della stessa in un arco temporale tale da consentire il determinarsi di rate mensili di agevole corresponsione da parte del soggetto ri-chiedente.La categoria dei mutui è ampia e a sua volta suddividibile. Si parla di mutuo ipotecario solitamente quando il finanziamento è finalizzato all’acquisto di un immobile e assistito da ipoteca, ossia da una garanzia

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rizzato da bassi tassi di mercato, il mutuo a tasso variabile consente di beneficiare di esborsi attuali sensibilmente inferiori. Va tuttavia precisato che le fluttuazioni negli anni sono state a volte notevoli e l’importo della rata attuale può scostarsi sensibilmen-te da quello della rata futura.Per un mutuo ipotecario che presenta usual-mente una durata medio lunga (10-20 anni), il tasso variabile consente ora di godere di esborsi contenuti beneficiando di maggio-ri disponibilità per le “spese collaterali” all’acquisto dell’immobile. Se l’esigenza prevalente è quella di co-noscere a priori e fissare nel tempo l’im-porto di rata mensile da corrispondere, si interviene col “mutuo Ancora” che fissa la rata consentendo che le variazioni di tasso influiscano sulla durata del mutuo.

Per i mutui chirografari o i crediti al consu-mo, la usuale minore durata di riferimento consente una scelta tra tasso fisso e variabi-le più soggettiva: il tasso fisso predetermina l’importo di spesa rendendo più agevole la gestione del bilancio familiare; il tasso va-riabile presuppone una capacità di rimborso più elastica.

Oltre il tasso, quali sono le altre voci di costo/spesa da considerare?Certo, il tasso è il primo elemento su cui tutti noi ci soffermiamo in sede di negozia-zione di un mutuo. Vanno tuttavia considerati anche altri elementi al fine di determinare l’entità complessiva di costo (il Teg). Nello specifico: le spese di perizia immo-bile e quelle notarili, a carico del cliente; le spese istruttoria pratica, ossia quanto dovuto alla banca per il lavoro svolto e finalizzato all’erogazione del finanziamen-to (tale voce è usualmente proporzionale all’importo di mutuo richiesto); l’imposta sostitutiva pari allo 0,250% o al 2% del fi-nanziamento, a seconda dei casi, da corri-spondere allo Stato; le spese d’incasso rata mensile, trimestrale o semestrale.

E se perdo il lavoro?Nel Teg, ossia nell’indicatore sintetico di costo effettivamente sostenuto, si com-prendono anche le voci relative ai premi assicurativi da corrispondere per le even-tuali polizze contratte.A tutela del finanziato operano oggi stru-menti assicurativi che consentono di sentirsi più tutelati e sicuri anche nel caso in cui si perda il lavoro.

La polizza CPI, operante per tutte le tipo-logie di mutui, consente di fronteggiare anche questo rischio con un incremento di rata mensile modesto rispetto alla coper-tura offerta. Se si perde il lavoro le rate del mutuo ven-gono corrisposte dall’assicurazione per un massimo di tre anni, lasciando al singolo maggiore respiro in un momento di diffi-coltà economica.

Michela Gallo

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Pur essendo consapevoli della necessità di tutelarsi da eventi spiacevoli molto spesso si tende a rimandare. È bene invece mettersi al riparo da eventi dannosi che potrebbero mettere in seria difficoltà economica il nucleo familiare. È bene quindi pensare per tempo e tutelare gli investimenti significativi come ad es. l’acquisto della casa. È opportuno per-tanto scegliere una polizza che preveda un ventaglio completo di coperture assicurative per l’abitazione, la nostra soluzione è la po-lizza Assimoco “Patrimonio”. “Patrimonio” è un program-ma assicurativo completo che offre molteplici garan-zie ”Incendio del fabbrica-to”, “Eventi Atmosferici”, “Atti vandalici”, “Rotture di tubature”, “Incendio del contenuto compresa la ga-ranzia per eventi elettrici ed elettronici”, “Responsabilità Civile della Famiglia per dan-ni cagionati a terzi”, “Fur-to”, il tutto prestato senza applicazione di franchigie o scoperti. A queste garanzie possiamo abbinare anche la nuova polizza a copertura degli Impianti Fotovoltaici.Garantire la propria famiglia contro eventi che annullano la capacità di far fronte agli impegni presi è oggi sempre più indispensabile, la nostra ri-sposta alla tutela “caso morte” è rappresen-tata dalla polizza AssimocoVita “Orizzonte”, un prodotto che consente di personalizzare in base alle specifiche esigenze il capitale assicurato, la durata nonché la rateizzazione del pagamento.La crisi del 2009 ha inciso in modo significativo

L’importanza di tutelare il futuro

sull’occupazione. Molti sono stati gli utilizzi degli ammortizzatori sociali ma non sempre sufficienti a garantire il posto di lavoro. Per dare serenità al Nostro futuro Banca ATESTINA ha aderito alla copertura proposta dalla Com-pagnia Assurant Solutions tramite la polizza “CPI (Creditor Protection Insurance)”. La polizza “CPI”, abbinata ad un finanziamen-to rateale, garantisce il pagamento della rata del mutuo (sempre entro i limiti di indennizzo previsti in polizza) a seguito della perdita

del posto di lavoro, re-lativamente a lavoratori dipendenti del settore privato, o per inabilità temporanea totale a svolgere la professione per i lavoratori autono-mi. La polizza “CPI” pre-vede anche l’estinzione del debito in caso di morte o invalidità per-manente conseguente da malattia o infortunio, entro i massimali previsti in polizza. Il pericolo di rimanere invalidi, cioè di non poter più svolgere le proprie attività e quindi produrre reddito è pre-sente ovunque: in casa, in viaggio, nel tempo libero,

durante l’attività lavorativa, etc. Inoltre, in caso di invalidità, oltre al danno conseguente il mancato reddito si ha la necessità di es-sere tutelati per poter provvedere alle spese per le cure e per l’assistenza. È evidente che una copertura contro questo tipo di rischio è assolutamente opportuna.

Gloria Marangoni

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L’albero della vita 1905-1909Gustav Klimt

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L’obbligazione, o bond, è un titolo di credito rappresentativo di un prestito concesso dall’in-vestitore all’emittente delle obbligazioni. Quando emette un’obbligazione, l’emittente s’impegna a:- restituire il capitale scritto sul titolo (valore nominale) alla scadenza del prestito;- corrispondere un “interesse” calcolato in base ad un tasso e/o parametro prestabilito.

Le obbligazioni differiscono dalle “azioni” in quanto, mentre queste ultime attribuiscono ai possessori un diritto al dividendo, che è subordinato alla realizzazione di utili, le obbligazioni attribuiscono un diritto di cre-dito. L’interesse può essere fisso o variabile, pagabile con una cedola avente periodicità trimestrale, semestrale o annuale. Sul mer-cato sono presenti anche obbligazioni “zero

coupon” (senza cedole) dove l’interesse è dato dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il valore di rimborso a scadenza. (esempio tipico è costituito dai Buoni Ordinari del Tesoro).Le obbligazioni possono essere emesse alla pari, sotto la pari e sopra la pari; spesso per incentivare la sottoscrizione l’emissione è sotto la pari: in questo caso, infatti, il fatto che il prezzo di sottoscrizione (che è quello che si paga) sia inferiore al valore nominale (prezzo di rimborso a scadenza) aumenta il rendimento.Per attribuire una valutazione di qualità a un titolo obbligazionario si fa spesso riferimento al rating. Il rating costituisce una valutazione del rischio di credito di una società emittente di obbligazioni, ovvero una valutazione della capacità dell’emittente di assolvere agli im-pegni di pagamento (rimborso del capitale e corresponsione delle cedole di interesse) assunti a seguito dell’emissione delle obbli-gazioni. Nel fornire il proprio giudizio le agenzie di rating si basano su un’analisi della situazione finanziaria della società da valutare, sull’ana-lisi del settore di appartenenza della società e sul posizionamento di questa all’interno del settore, su visite presso la società ed incontri con il management. Il rating viene espresso attraverso un codice appartenente a scale che variano a seconda dell’agenzia che ha ef-fettuato la valutazione. Ad esempio, il rating emesso da Standard & Poor’s e da Moody’s varia tra un valore AAA (valore massimo di af-fidabilità dell’emittente) e un valore D (valore minimo attribuito ad emittenti in condizione fallimentare).Il rating è uno strumento utile per l’inve-stitore in quanto gli consente di valutare il rischio di credito connesso all’investimento in un determinato strumento finanziario e, dunque, il rendimento ad esso associato. Va-riazioni in diminuzione del rating (downgrade)

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o in aumento (upgrade) vanno ad impattare negativamente o positivamente sul prezzo di mercato del titolo. Tuttavia il rating, alla luce anche di quanto accaduto negli ultimi anni, è da considerarsi un parametro importante ma non l’unico per valutare la rischiosità di un’obbligazione. L’accusa che viene mossa alle agenzie in-ternazionali di rating è quella di non essere sempre tempestive nell’aggiornamento dei propri giudizi.

In relazione all’emittente, sul mercato sono presenti diverse tipologie di obbligazioni:- Mercati Emergenti: sono emessi da gover-ni o società private localizzati nei “Paesi Emergenti”, cioè paesi con tassi di crescita particolarmente elevati.- Corporate Bonds: sono emessi da società private che utilizzano queste emissioni di capitale di debito come strumenti di finan-ziamento.- Titoli di Stato: sono emessi da governi di paesi occidentali, di solito per finanziare il proprio debito pubblico o specifici programmi statali.- Sovranazionali: sono emessi da organizza-zioni ed enti internazionali come la Banca Centrale Europea o il Fondo Monetario Inter-nazionale.

Il mercato dei Corporate Bonds (obbligazioni societarie) si è dimostrato particolarmente vi-vace in questi ultimi mesi, alimentato da forti flussi in entrata provenienti sia dai mercati azionari sia dal mercato delle obbligazioni governative (sotto pressione per i timori sul debito sovrano di alcuni stati europei, quali la Grecia). Le obbligazioni societarie hanno rappresen-tato per molti investitori con un profilo di rischio medio-alto e alla ricerca di rendimenti “interessanti”, un “porto” favorevole ed al-ternativo al mercato azionario, caratterizzato da grande volatilità ed incertezza.Un’ operazione importante per importo e nu-mero di adesioni avvenuta in questo mercato è stata senza dubbio la recente offerta di sottoscrizione di Obbligazioni a tasso fisso e

variabile promossa dalla società “ENEL SPA”, con le richieste degli investitori di molto su-periori all’offerta.

Come scegliere un’obbligazione?Non è possibile fare una classifica delle obbli-gazioni presenti sul mercato perché ognuna di esse soddisfa profili di investitori diversi.In considerazione di questo aspetto si ritiene utile fare un breve cenno alla “MIFID”, nor-mativa in vigore dal 1 Novembre 2007, che ha introdotto novità operative e comportamen-tali importanti nel sistema finanziario. Questa normativa, tra le altre cose, prevede da parte dell’intermediario finanziario la “classificazio-ne” della clientela (al dettaglio, professiona-le, qualificata con conseguenti diversi gradi di tutela) e la definizione della propensione al rischio dell’investitore attraverso un col-loquio e la compilazione di un apposito que-stionario. Al cliente vengono chieste alcune informazioni: l’attività esercitata, il livello di istruzione, l’esperienza finanziaria maturata, la situazione finanziaria personale (capacità reddituale, consistenze patrimoniali), gli obiettivi dei propri investimenti. Tali infor-mazioni servono all’intermediario finanziario per poter valutare se il servizio/prodotto proposto è “appropriato” o “adeguato” (in caso di servizio di consulenza) per il cliente.

Tasso fisso o tasso variabile?Non è possibile a priori dire che uno sia migliore dell’altro. Le obbligazioni a tasso variabile in linea generale tendono ad avere oscillazioni dei prezzi contenute, mentre i titoli a tasso fisso possono subire movimenti di prezzo anche elevati. La scelta di un titolo a tasso fisso è obbligatoria se si ha l’intenzione di stabilire fin da subito il rendimento del proprio investimento. È importante comunque ricordarsi, che per scegliere il titolo giusto bisogna sempre considerare la propensione al rischio e l’orizzonte temporale.Da questo punto di vista facciamo un riferi-mento veloce alla “duration”. Nel momento in cui un investitore decide se acquistare o meno un titolo valuta un fondamentale fattore: il rischio. Nel mercato obbligazionario il rischio

Progettuale

18Le motivazioni che spingono le BCC ad emet-tere Prestiti Obbligazionari possono essere connesse al raggiungimento di obiettivi com-merciali o necessità di raccolta per finalità patrimoniali e/o liquidità. Le obbligazioni rappresentano, oggi, per le BCC uno dei prin-cipali strumenti di raccolta di denaro.

I Prestiti Obbligazionari possono differenziarsi essenzialmente per la durata (compresa ge-neralmente tra i 30 e i 60 mesi) e la tipologia di tasso applicato (fisso, variabile, step-up, ecc). Il lotto minimo sottoscrivibile è di nor-ma pari a 1.000,00 euro e il pagamento delle cedole avviene principalmente con frequenza trimestrale e semestrale.

Una caratteristica di questi titoli è rappre-sentata dalla relativa “semplicità” nella loro struttura che li rende appetibili a diverse categorie di investitori, dai più esperti e so-fisticati fino ai meno esperti e prudenti.Le Obbligazioni delle BCC hanno costituito una valida opportunità di investimento per la propria clientela, che ha visto in questi strumenti un porto sicuro per i propri rispar-mi in un momento in cui i mercati finanziari sono stati messi sotto pressione da un clima di generale sfiducia. (crisi mutui sub-prime)Di particolare importanza, in considerazione anche di quanto appena esposto, è il fatto che le nostre emissioni obbligazionarie sono in prevalenza assistite da garanzia del Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti.

Gianluca Ponzin

è la volatilità del prezzo del titolo. Sintetica-mente questa dipende essenzialmente:- dalla durata del titolo;- dall’entità della cedola;- dalla frequenza delle cedole.

La duration è tanto maggiore quanto più lontana è la scadenza del titolo e, a parità di scadenza, quanto minori sono le cedole. Nel caso di un titolo zero coupon, che non distribuisce cedole, la duration coincide con la scadenza. La duration, inoltre, è correlata negativamente anche con la frequenza delle cedole e con il tasso di rendimento.La duration misura un aspetto significativo per l’investitore: la sensibilità del prezzo di un titolo a reddito fisso rispetto alle variazioni del tasso di interesse di mercato. All’aumentare del tasso il valore del titolo diminuisce. In questo contesto si inserisce anche il concetto di volatilità, o duration modificata che misura l’elasticità del valore di un titolo rispetto al suo rendimento.

Il rendimento di un titolo obbligazionario de-riva dalla somma di tre componenti:- l’incasso periodico delle cedole;- l’incasso degli interessi relativi alle cedole incassate e reinvestite (es. attraverso un piano di accumulo);- il rimborso del capitale se tenuto fino alla scadenza (o la variazione in conto capitale se il titolo è venduto prima della scadenza);- la durata dell’investimento.

L’indicatore più completo per il calcolo del rendimento di un titolo obbligazionario è il “TRES” (tasso di rendimento effettivo a scadenza) in quanto tiene conto di tutte le componenti di cui sopra e consente di confrontare investimenti obbligazionari con caratteristiche e scadenze diverse.

Emissioni obbligazionarie delle Banche di Credito Cooperativo.Nel vasto mondo delle obbligazioni presenti sui mercati finanziari, un ruolo molto impor-tante è sicuramente ricoperto dalle emissioni delle Banche di Credito Cooperativo.

Prog

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Cittadina sita tra Este e Montagnana, Santa Margherita ha origini risalenti all’epoca ro-mana, come testimoniato da tre iscrizioni funerario-romane conservate al Museo Nazio-nale Atestino. Probabilmente il quadrivio tra via Lunga e via Granze, che sono rimaste le vie centrali costituiva uno dei “quadrivium”

romani che vennero tracciati in buona parte del territorio padovano.Il Comune di Santa Margherita d’Adige ha una popolazione di circa 2.500 abitanti e si esten-de su una superficie di 12,69 km quadrati.Durante il Seicento venne costituita una cir-coscrizione amministrativa-militare denomi-nata “Sculdascia”, in cui rientrava il Comune di Santa Margherita: tale ente territoriale aveva una superficie di circa 100 km quadrati delimitata a Nord dal fiume Frassine e a Sud dal Fratta, con funzione di protezione degli abitanti della zona.Sembra che il suo possa essere ricondotto al nome della Santa Vergine d’Antiochia di Pisi-dia, Santa Marina, trasformato poi in “Santa Margherita” e l’aggiunta “d’Adige” la distin-gueva dagli altri comuni con lo stesso nome. Anticamente la comunità di Santa Margherita era occupata prettamente in attività quali pesca, pastorizia, caccia e raccolta di canna nelle paludi. Ne è testimonianza il nome della frazione di “Taglie”, che significa “pascoli”.Attualmente il tessuto produttivo locale è costituito oltre che da aziende agricole, anche da attività produttive artigianali ed indu-striali. Nel vicinanze del centro del paese si trova la filiale della Banca Atestina, in passato sede della Cassa Rurale di Santa Margherita d’Adige.La filiale di Santa Margherita è composta dal responsabile Mirco Bellamio, coadiuvato dal vice-preposto Antonio Stella e dai collabora-tori Alessandra Dalla Mutta e Marco Beraldo. Responsabile di filiale è Mirco Bellamio, trent’anni di banca, prima alla Cassa Rurale di Bresega e, dopo la fusione, all’Atestina. Preposto dal 1996, Bellamio giornalmente tasta il polso alla situazione socio-economica della realtà affidatagli. Fra le necessità più impellenti oggi c’è quella di “accompagnare” caso per caso le aziende del suo territorio per destreggiarsi in un mo-

Una filiale alla volta

Santa Margherita d’Adige

Immagine della Cassa Rurale - Anni ‘50

Seconda sede della Cassa Rurale

Sede attuale della filiale

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Locale

mento che, come quello odierno, non è tra i più facili per gli operatori economici e gli imprenditori.“Bisogna valutare caso per caso-dice Bella-mio- ogni azienda reagisce in vario modo, spingendosi dove può con le sue forze, avvalendosi degli ammortizzatori sociali, chiedendo consigli e sostegno alla banca per attraversare il momento attuale”. Ma i segnali di ripresa, se non per tutti, almeno per molti si intravedono chiaramente: uno dei consigli da attenzionare è quello di valutare con cura con chi si stringono rapporti di lavoro nuovi o occasionali per non trovarsi davanti a cattivi pagatori pur di lavorare. Vice preposto è Antonio Stella, nel Credito Cooperativo dal 1980, anche lui una vita. Il suo esordio a Carceri, alla Cassa Rurale, dopo un concorso in Federazione di cui conserva ancora il bando, onorato con un eccellente piazzamento. Esperto del comparto titoli, ricorda quando andava a Venezia a prelevare i fissati bollati che poi portava alla vidimazione a Milano da una agente di borsa prima dell’era tele-matica, quando ancora in borsa “si gridava” e per comprare i BOT bastavano due firme; oggi per le obbligazioni ce ne vogliono 17 e tutte necessarie.Completano lo staff Marco Baraldo e Ales-sandra Dalla Mutta: il primo è in banca dal

1992, ex Cassa Rurale dell’Estense, cassiere, vice-preposto a Saletto e Noventa Vicentina, a Santa Margherita dal dicembre scorso. Dice che l’economia è in evoluzione e di conse-guenza anche il lavoro di banca lo deve fare per mantenere pronta risposta alle esigenze del pubblico, soprattutto nelle banche di Credito Cooperativo. Più recente l’arrivo della collega, a Santa Margherita dal 2004, quando ha cominciato il suo percorso in banca; della clientela più giovane mette in evidenza l’uso delle tecnologie, soprattutto internet, per la gestione del conto per via telematica.Alla filiale di Santa Margherita fanno riferi-mento piccole imprese nei più diversi campi, dal mobile alla maglieria, alla carpenteria ma anche (ovviamente) soggetti con altro reddito (fisso), professionisti, giovani di recente inserimento nel mondo del lavoro, il risparmio delle famiglie e tutte le figure sociali che costituiscono la nervatura di un centro di provincia, con le sue specificità e i suoi apprezzati valori.

Raccolta diretta Raccolta indiretta Risparmio gestitoTotaleImpieghiSofferenze

€ 33.401.000 € 5.450.000 € 3.911.000 € 42.762.000 € 28.072.000 € 520.000

pari al 8,39%pari al 7,86%pari al 10,29%pari al 8,46%pari al 8,87%pari al 5,79%

ALCUNI DATI AL 31.12.2009 - c/c-d/r: 2.347

In piedi da sinistra: Marco Beraldo, Alessandra Dalla Mutta, Antonio Stella Seduto: il preposto della filiale Mirco Bellamio

Abbiamo dato voce ad un Socio della Banca Atestina, il sig. Giovanni Sperandio.Il sig. Giovanni ha sempre lavorato nel setto-re del commercio di granaglie ed è titolare di un’impresa di lavori agricoli per conto terzi. È stato premiato dalla Federazione Imprese di meccanizzazione agricola del Veneto con medaglia d’oro per la fedeltà all’attività agro-meccanica esercitata per oltre 70 anni.

Sig. Giovanni, La ringraziamo per la sua disponibilità.Giovanni: “Grazie a voi del vostro pensie-ro, sarò disponibile per quello di cui avete bisogno.“In tutti sè fà tuto, insieme fin desso ghemo fato bea figura, speremo che almanco se ne parla ben”. (“In tutti si fa tutto, insieme abbiamo fatto bella figura, speriamo almeno che se ne parli bene”).” Ho sempre vissuto bene il rapporto con la nostra Banca.Ciò che voglio esprimere è che ciò che di-

ciamo serva per migliorare la società ed il rapporto della banca con la società.

Ci racconti qualcosa di lei, dei suoi inizi e del suo passato.“Molti anni fa sono andato a Milano con i miei fratelli (eravamo quattro) per acqui-stare degli essiccatoi rotativi. Ma mancava della strumentazione che era costosa...... Il venditore mi disse:“Si possono costruire strumenti perfetti per misurare l’umidità e li può acquistare “con niente”, a basso prezzo,con delle lampade come quelle che servono per riscaldare i piccoli animali.Poi prenda un bilancino come quello che uti-lizzano quando vendono il tabacco da naso. Prenda 10 grammi di “formenton”, lo schiac-ci e lo metta sotto le lampade per togliere l’umidità.Dopo circa 25 minuti lo tolga, in modo che non biscotti, per non perdere il reale peso del prodotto”.Poco dopo vado in fiera a Verona e compro una bilancia che mi permette di dividere 1 grammo in 20 parti e così, con questa at-trezzatura inizio a misurare l’umidità.Viene un cliente in azienda da me e vuole sapere a cosa servano le lampade. Io gli rispondo che servono per controllare l’umi-dità: se 10 g, dopo averli messi sotto le lam-pade pesano 7g, allora l’umidità è del 30%. La bilancia mi permette di togliere il grado di umidità dal totale con una semplice ope-razione matematica. Il cliente mi risponde: “Gho capio: ma ricordate che l’umidità che te metti in più ai poveretti, te la cava el Padre Eterno sora le bronse (sopra le braci) all’inferno.”Ed il sig. Giovanni aveva sicuramente ac-quistato questi macchinari per non togliere

Giovanni il saggioQuasi mezzo secolo con Banca Atestina: intervista ad un

Socio storico

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Localenulla ai poveri, anzi per lui i poveri vanno difesi perché per lui “...sennò saremmo più poveretti di quel poveretto”.

Quando è diventato Socio della Cassa Ru-rale?Son diventato Socio nel ’66, con quel poco che avevo. Erano i mesi di Giugno-Luglio, finita la campagna del frumento. Ho ancora lo stesso conto corrente di allora. Da allora siamo ancora in buoni rapporti, speriamo continui.

E poi?Poi son stato anche amministratore quando era Presidente Dante Cesaro. È stata una bella esperienza. La cosa che mi è rimasta è la necessità di confronto: ogni buon am-ministratore deve essere un buon capofa-miglia, deve saper dire sì e saper dire no, ma la maggior responsabilità nel rapporto di fiducia rimane al cliente. “Schei e medicine devono essere usati con prudenza”. Negli anni ’70 c’è stata la fusione con la Cassa Rurale di Bresega. Certo, durante un momento di difficoltà, ma proprio per le caratteristiche della nostra banca, abbiamo preferito mantenere il servizio nella piazza e dunque abbiamo deciso di procedere con la fusione. All’epoca era presidente della Cassa Rurale di Bresega il grande Stellio Gastaldo.

Dopo la fusione è rimasto amministratore?No, non sono più stato am-ministratore, ma per me la Cassa Rurale è sempre stata importante. Una cosa le devo dire: io non ho mai sentito che qualcuno abbia detto in piazza se Giovanni ha soldi o debiti. Questo è un valore della Banca di Credito Coopera-tivo. A volte la gente parla male se non capisce o male informata.

Secondo lei, cosa differenzia le Bcc dalle altre banche?Si lavora meglio. Se abitassi altrove, andrei prima in cerca di una Bcc, perchè è più vi-cina alla gente.

Ha qualche altro aneddoto da raccontare?Un paio d’anni fa ad una cena della Banca qualcuno disse che le banche ti tolgono quando non ne hai. Io questo non lo posso dire: la mia Banca non mi ha mai dato l’idea di togliermi, mi ha sempre assicurato il buon andamento della mia azienda. Dobbiamo ricordare che la Banca deve avere un’idea della moralità del cliente e di come il cliente spende quanto gli viene concesso. Non si possono dare i soldi a chi li spende male. Dobbiamo vivere nella giusta misura e nella condizione migliore. Alla banca devi dimostrare che sei persona capace, hai condotta apprezzabile e prudenza sulle facili spese. L’ombrello ti rimarrà sempre aperto ed accogliente e grande. Ci vogliono coscienza e attenzione, questo deve esse-re con la Banca e la Banca ti dà ciò che ti meriti.

Un suggerimento?Per il nuovo Socio, si deve valutare quanto vale e non quanto ha.

Il suo motto?“Essere utili e non far palco”.

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Continua l’atti-vità di Cresce-re Insieme. È in corso at-t u a l m e n t e l ’ i n i z i a t i v a denominata “Passi per la salute”, che prevede uno screening car-diovascolare teso ad indivi-duare fattori di

rischio per malattie cardiovascolari. È inoltre ancora possibile iscriversi al viaggio salutare a Porto Santo con proposte interessanti rivolte soprattutto alle famiglie e ai nostri soci.

Dall’inizio di questo anno il C.d.A. di Crescere Insieme ha deliberato di incrementare i sussidi previsti per visite mediche specialistiche, esa-mi diagnostici e terapie, oltre ad aumentare i sussidi rivolti alle famiglie relativi a nuove nascite e per l’iscrizione dei figli ai primi anni delle varie scuole.L’ultima novità che abbiamo fatto pervenire nei giorni scorsi a tutti i nostri soci e che tutti potrete comunque trovare nelle varie filiali della Banca è il “Manuale operativo del Socio anno 2010”.

L’obiettivo che ci siamo posti con questo manuale è quello di creare uno strumento

Crescere Insieme

utile ed aggiornato che sia funzionale e fa-cilmente consultabile da tutti nel momento del bisogno. Il Manuale riporta, nella prima parte, una sin-tesi pratica e veloce delle norme che regolano un corretto utilizzo della nostra Carta Mutua Salus®, mentre nella seconda sono riepiloga-te le convenzioni sanitarie e socio-culturali collegate direttamente alla nostra Mutua che gravitano nel nostro territorio.Ci piace pensare che questo manuale possa aiutarvi ad utilizzare maggiormente la nostra tessera ed i servizi ad essa collegati, perché solo in questo modo la si può valorizzare al massimo, rafforzando e giustificando la scelta del nostro Socio Sostenitore Banca Atestina, di investire risorse che si traducano in concreti aiuti a favore della salute e del benessere dei nostri soci.

Entro il mese di maggio 2010 si svolgerà la seconda assemblea generale dei Soci, durante la quale verrà presentato il bilancio per l’ap-provazione. Vi invito fin d’ora a partecipare numerosi perché oltre ad essere rendicontata tutta l’attività svolta nel corso dell’anno 2009, potremo condividere e pianificare insieme alcune scelte relative all’attività futura della nostra Società di Mutuo Soccorso.

Donato PomaroPresidente di Crescere Insieme Società di

Mutuo Soccorso

Al passo con la salute

Soci

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Nel mondo ci sono oltre 300.000 persone, gli abitanti di una città di media grandezza, che ogni giorno lottano per sopravvivere alla gra-ve degenerazione muscolare provocata dalla distrofia muscolare di Duchenne/Becker. Più di un milione sono le persone, soprattutto i familiari, che combattono al loro fianco per garantirgli la sopravvivenza. Prendersi cura di una persona affetta da una malattia rara, come la Duchenne, per una famiglia significa cambiare radicalmente la propria vita.

La Distrofia Muscolare di Duchenne (DMD) è una malattia rara che colpisce un bambino maschio su 3500; si stima che in Italia ci siano 5.000 persone affette da questa forma di di-strofia ma non esistono dati ufficiali in quanto manca un database dedicato alla patologia. Ad esserne affetti sono esclusivamente i maschi, tranne rarissime eccezioni, a causa di un’alterazione di un gene localizzato nel

cromosoma X che contiene le informazioni per la produzione di una proteina: la distro-fina. I primi sintomi si manifestano, general-mente, tra i 2 e i 6 anni; la malattia colpisce per primi i muscoli profondi delle cosce e delle anche, il bambino presenta un’andatura dondolante, tende a camminare sulle punte, ha difficoltà a rialzarsi da terra, a saltare, a salire le scale, camminando si stanca con facilità. Si calcola che circa un terzo dei casi DMD nasca da madri che non sono portatrici; la malattia, in questo caso, è dovuta ad una nuova mutazione del gene per la distrofina. Attualmente non esiste una cura specifica ma un trattamento da parte di una equipe mul-tidisciplinare permette di limitare gli effetti della malattia, di prolungare la durata della vita e di migliorare le condizioni generali. Le aspettative di vita, così, possono anche raddoppiare rispetto ai 15 anni possibili fino ad un decennio fa.

La comunità Duchenne: un piccolo esercito contro

la distrofia muscolare

Paola Pezzo e Damiano Cunego, i due campioni di ciclismo, sono i testimonial della “Pedalata” pro DMD.

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Parent Project Onlus è l’unica associazione di genitori che, in Italia, combatte contro la distrofia muscolare di Duchenne/Becker. Dal 1996 si occupa di finanziare direttamente la ricerca scientifica e di diffondere le migliori opportunità di trattamento per accrescere la qualità della vita dei pazienti e delle stesse famiglie. Per fare questo, dal 2002, ha orga-nizzato il Centro Ascolto Duchenne, una rete di esperti che seguono le oltre cinquecento famiglie iscritte all’associazione che grazie a questo servizio, possono trovare informazioni sulla patologia, sui trattamenti, sugli ausili o sui centri di riferimento. In questi anni ha, inoltre, interamente finanziato il progetto diagnostico “Una diagnosi per tutti”, che con-sente ai ragazzi dell’associazione di ricevere in breve tempo la diagnosi genetica, e realiz-zato il Registro Pazienti DMD/DMB, il primo registro genetico italiano che permette agli esperti di studiare lo sviluppo epidemiologico della patologia e ai pazienti di accedere ai trial di sperimentazione.

Tra i più importanti eventi di raccolta fondi e sensibilizzazione dedicati a Parent Project Onlus nel Veneto, c’è la tradizionale “Pe-dalata per la vita”, non una semplice “bici-clettata ecologica” ma una manifestazione di solidarietà organizzata dal Gruppo Sportivo Tecnoimpianti, in collaborazione con l’As-sessorato allo Sport del Comune di Ospeda-letto Euganeo, il cui ricavato viene devoluto all’associazione “Parent Project Onlus”. In

dodici anni, questo appuntamento, è di-ventato un grande evento di solidarietà al quale si iscrivono tantissime persone tra appassionati del-le due ruote, dilet-tanti e famiglie, che percorrono l’itinera-rio che si snoda, per circa 20 km, tra i co-muni di Ospedaletto Euganeo, Carceri, Vighizzolo ed Este. Anche per quest’an-no la “Pedalata per la vita”, che si svolge il prossimo 2 maggio, vede l’importante soste-gno della Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo, della BCC Euganea e della BCC Atestina, da sempre sensibili alle iniziative nel territorio. Al tradizionale appoggio del Comune e della Pro Loco di Ospedaletto Euganeo, inoltre, anche per questa edizione si rinnova il Patrocinio della Provincia di Padova

Il GS Tecnoimpianti (affiliato UDACE – CSAIN – CONI) che da molti anni sostiene il lavoro di Parent Project Onlus per finanziare la ricerca scientifica, organizza anche incontri nelle scuole ed eventi informativi con l’obiettivo di coinvolgere e sensibilizzare l’opinione pubblica nel territorio.

Sabato 24 aprile 2010 alle ore 20:45 presso la chiesa del collegio Manfre-dini ad Este si terrà un concerto per sensibilizzare il maggior numero di persone a questa realtà. Tale con-certo verrà eseguito dall’Orchestra dei Giovani Musicisti Veneti diretta dal Maestro Francesco Pavan. Si tratta di un gruppo di circa 70 ragazzi compresi tra i dieci ed i vent’anni. Il repertorio che verrà presentato comprende, tra le altre, musiche di Morricone, Bizet e Shostakovich.

Sociale

Professor Cecchetto, partiamo dall’oggi: tutti i suoi sforzi sembrano concentrati sul progetto TREP, ce ne vuole parlare?“Il progetto TREP (acronimo di Tumori Rari in Età Pediatrica) nasce nel 2000 ed è seguito da un gruppo di esperti in oncologia e chirurgia pediatrica con lo scopo di migliorare le cure nei casi di tumore raro in età pediatrica, per i quali esistono difficoltà di trattamento perché scarsamente noti e studiati. Per tumore raro pediatrico intendiamo quelle neoplasie che hanno un’incidenza annuale inferiore ai due casi per milione di bambini e adolescenti e non sono inclusi nei protocolli di studio già presenti.Si tratta quindi di tumori di inusuale osserva-zione anche in centri oncologici specializzati.Alcuni di essi sono rari ad ogni età, altri pos-sono essere tipici dell’adulto ma rari nel bam-bino. Spesso per queste neoplasie mancano criteri univoci di inquadramento diagnostico e di trattamento. Inoltre la rarità di queste neoplasie ha comportato finora un minore in-teresse nel loro studio e quindi una maggiore difficoltà nel descrivere la storia naturale e nel progettare ricerche cliniche e biologiche. Da non dimenticare che il numero limitato di pazienti comporta un minor “mercato” capace di ammortizzare i costi di una ricerca

L’Atestina incontra...Giovanni Cecchetto, chirurgo pediatra oncologo, ricercatore

in lotta contro i tumori rari in età infantile.

farmacologia specifica e una scarsa diffusione delle conoscenze comunque disponibili nella pratica corrente. I tumori rari in età pedia-trica sono in questo senso da considerarsi una patologia “orfana”.

E dal punto di vista operativo?“Il progetto TREP attraverso la rete di esperti, registra i nuovi casi, formula delle linee-guida per la diagnosi e il trattamento dei tumori rari, spinge la ricerca clinica, epidemiologica, di laboratorio su questi tumori che cessano di essere sconosciuti o quasi, cura la diffusione dei dati ottenuti inseriti in appositi protocolli che affiancano e completano la letteratura scientifica esistente. Tutti i Centri interessati vi possono accedere e molte informazioni sono diffuse anche sul web, quantomeno a livello divulgativo. Sono molte le neoplasie di cui si occupa il progetto TREP, vari tipi di carcinoma, neoplasie pancreatiche, pol-monari, tumori della cute, tumori gonadici e, purtroppo perché vuol dire che esistono, molti altri”.

Materia delicata e complessa; quanti centri se ne occupano in Italia?“Tutti i centri di Oncologia pediatrica e molti dei centri di Chirurgia pediatrica italiani col-laborano allo studio e registrano casi. Le cure vengono poi indirizzate ed eventualmente effettuate in centri specializzati, che oltre al nostro di Padova sono presenti sul territorio nazionale. Ma il punto fondamentale è for-nire un supporto informativo e assistenziale a tutti medici che osservano questi rari tu-mori e, nei limiti del possibile, alle famiglie coinvolte, affinché le cure siano ottimizzate. La registrazione dei dati statistici sui casi di tumore raro è effettuata a Padova. Il percorso diagnostico-terapeutico è descritto in proto-colli specifici. Ciascun protocollo è un libro

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Giovanni Cecchetto, padovano, si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Ateneo patavino nel 1976. Specializzatosi in chirurgia generale prima, pediatrica nel 1986, successiva-mente si è specializzato in oncologia nel 1990, interessan-dosi soprattutto agli aspetti chirurgici del trattamento dei tumori solidi in età infantile e collaborando attivamente con specialisti del settore come il prof. Zanesco e il prof. Carli dell’Oncologia Pediatrica di Padova. Dal 2000 è professore associato di Chirurgia Pediatrica all’Uni-versità di Padova. Fin dagli anni ’80 ha stretto un intenso soda-lizio di ricerca e applicazione con i più attivi oncologi pediatri

di tutta Italia. Ne sono risultate preziose collaborazioni su protocolli riguardanti prima i tumori pediatrici più comuni e poi tumori rari e poco conosciuti nei bambini. Padova così è diventata il punto di riferimento di una rete a cui partecipano molti centri oncologici italiani: il professor Cecchetto assieme ad altri colleghi Oncologi e Chirurghi Pediatri tracciano delle linee-guida per capire e affrontare casi difficili e quasi sconosciuti .Gli anni ’90 portano sviluppo e allargamento di questa fondamentale ricerca clinica. All’alba del terzo millennio il professor Cecchetto, coordinatore nazionale dei Chirurghi Pediatri Oncologi, è tra i fondatori della struttura TREP, coordinata da lui e da altri due colleghi Oncologi Pediatri, di Padova e di Milano. Si tratta di una vera e propria rete di esperti che oltre a raccogliere su tutto il territorio nazionale i casi di tumori infantili più complessi e sfuggenti, è in grado di attivarsi caso per caso portandoli davanti allo specialista più indicato ad affrontare quella proble-matica. I risultati sono a disposizione di tutti: risposte che negli oltre 500 casi trattati, stanno superando i confini nazionali e cominciano a coinvolgere, per metodologia e approccio, anche colleghi e istituzioni cliniche di tutta Europa. (ri.mo.)

che contiene una storia, quella di un bambino e della sua malattia, di come viene studiata e affrontata perché non sia mai più un mistero sconosciuto”.

Questo autorizza a parlare di percentuali di successo?“Potrei dirle 60-70%, in certi casi meno, in altri più, il fatto è che domani grazie a que-sta ricerca molti più casi avranno esito felice come è successo negli ultimi decenni per tumori pediatrici più conosciuti. Insomma più sono i casi trattati in modo coordinato, più aumenta la conoscenza e quindi le possibilità di successo”.

Un’esperienza che il professor Cecchetto e il gruppo TREP stanno esportando in Europa. Dal 2008 si riuniscono periodicamente on-cologi francesi, inglesi, tedeschi, polacchi, italiani per scambiarsi esperienze e nuove acquisizioni. La ricerca si allarga per alimen-

tare se stessa e i risultati sono eclatanti: un esempio è rappresentato da un’esperienza internazionale precedente a quella TREP che ha consentito grazie a uno sforzo comune il miglioramento della sopravvivenza dei bambi-ni affetti da tumore al fegato dal 30 all’80%. Un’esperienza e uno sforzo quelli dello Studio TREP che poggiano per lo più su risorse finan-ziarie reperite presso le fondazioni bancarie e private, che dalle casse dei ministeri; dal materiale di consumo dei laboratori ai ricercatori stessi che lavorano per anni ad un progetto, il filo di speranza che alimenta questi sudati progressi della scienza medica ha bisogno dell’attenzione della comunità, non solo delle istituzioni, riconoscendo che questi problemi appartengono a tutti, anche a noi sani.

Silvia Rossato

Per info: www.trepproject.org

Speciale

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Solitamente è stata corsa ogni 10 anni ma il Consiglio Direttivo del Patronato aveva deciso di darle cadenza quinquennale.

La staffetta del cuoreRitorna la staffetta “1000x1000”: si correrà dal 9 al 13 giugno 2010, giorno e notte, presso la pista di atletica

leggera del Patronato SS. Redentore di Este.

Secondariamente, fra le molte se ne eviden-ziano due: una a carattere comunicativo e l’altra a carattere sportivo, naturalmente.La grande impresa è trovare 1000 persone disposte a correre inserendosi nelle circa 90 ore programmate nei cinque giorni e quattro notti.

La “1000x1000” è soprattutto un connubio tra atto di solidarietà e impresa sportiva. Ecco allora entrare in gioco il simbolismo legato al cambio di testimone tra i concor-renti: è un gesto sportivo che necessita di partecipazione e cooperazione.La solidarietà è il principio attivo del Mondo: è in tutte le religioni e nei progetti sociali laici; è un atto volontario, individuale e/o collettivo; la puoi praticare sia con un gesto concreto sia con una parola; sia rimanendo a casa sia partecipando in prima persona; sia con l’emarginato sia con l’integrato; sia nell’ambiente familiare sia nel mondo del lavoro e in quello del tempo libero; prati-camente ovunque!...e quindi anche nella “1000x1000”.Mai come in questo momento facciano no-stra e rendiamo attuale la famosa frase del barone di De Coubertin: “L’importante non è vincere, ma partecipare!”.

Il nostro invito, infatti, è riassunto perfetta-mente in quell’ “importante è partecipare” come segno di solidarietà e testimonianza al Patronato Redentore, ed alla parrocchia del Duomo, per quanto ha fatto, sta facendo e farà per tutti i giovani.Concludiamo con la speranza di trovarvi in molti a correre la “1000x1000”

Carletto, Luca e Mario

Le motivazioni: in primis, per aumentare le occasioni di focalizzare l’attenzione sul Pa-tronato stesso, ma soprattutto perché dietro questo ambiente ci sono tutte quelle per-sone, religiose e laiche, che nel corso di un secolo e poco più hanno testimoniato il loro volontariato al servizio dei giovani estensi con la costante ricerca della formazione dell’uomo nella luce dei valori cristiani.

Soci

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A seguito del tragico terremoto che ha colpito Haiti lo scorso 13 gennaio, Federcasse (Federazione Banche di Credito Cooperativo) ha individuato in Agire Onlus e nella Fondazione Francesca Rava le due strutture sulle quali convogliare le somme raccolte attraverso i propri amministratori, soci, clienti e dipendenti.

Un aiuto per Haiti

Come e dove raccogliere la solidarietà destinata alle popolazioni terremotate.

Agire Onlus raggruppa alcune tra le più importanti ed autorevoli organizzazioni non governative (tra cui “Save the Children”, “Action Aid”, “Terre des Hommes”). Ad Haiti Agire Onlus, in coordinamento con il Ministero Affari Esteri, ha immediatamen-te attivato un programma di primo soccorso ed intervento. A tutti i Soci e clienti che contribuiranno, la legge consente la deducibilità e detraibilità dei versamenti (purchè i versamenti siano effettuati attraverso banca, ufficio postale, carte di debito, di credito e prepagate, assegni bancari e circolari).

Bonifico: IBANIT47U05584 03208 00000000 5856Intestati a: Agire Onlus Causale: Terremoto Haiti

Fondazione Francesca Rava è stata costi-tuita nel 2000, ed è attiva da anni in Centro America. La sua missione è quella di realiz-zare ogni tipo di intervento volto ad aiutare i minori. Le iniziative vanno da interventi di sensi-bilizzazione, alla raccolta di fondi fino all’ adozione di sostegno ad Haiti, dove ha inau-gurato un ospedale pediatrico.

Bonifico: IBAN IT 39 G 03060 34210 000000760000Intestati a: Fondazione Francesca Rava - N.P.H. Italia OnlusCausale: Terremoto Haiti

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Speciale

32Castello Cini, il museo delle armi

Un museo alla volta

Cult

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Il colle di Monselice ha una lunga storia di uo-mini e abitazioni che si sono succeduti sulle sue falde per lungo tempo, dalla preistoria ad oggi.La leggenda attribuisce la fondazione della cit-tà al troiano Ossicella, compagno di Antenore. I romani dettero la prima struttura difensiva alla rocca, conquistata poi dai longobardi e dai franchi. Gli estensi nel 1013 la cinsero di mura; successivamente la città fu rafforzata nel 1239 dall’imperatore Federico II, che fece chiudere del tutto la cinta muraria con il ca-stello, il mastio e la torre di piazza. Quindi fu conquistata da Ezzelino III da Romano, messo imperiale di Federico II, e occupata da Estensi e Scaligeri, i quali edificarono ampie fosse, terrapieni e torri di fronte alle mura; nel 1327 Monselice tornò ai Padovani e poi entrò fra i domini della Serenissima nel 1405.In epoca carrarese, sotto Francesco il Vecchio, la città fu ancora rinforzata con una nuova

cinta muraria ed abbellita da edifici signorili; il castello di Ezzelino fu trasformato in for-tezza e prigioni, oltre che in residenza. Nel ‘500 l’antico castello ezzeliano e carrarese fu ristrutturato come residenza privata dai Marcello.Nei primi dell’800 la proprietà del Castello passò dai Marcello ad altre famiglie aristocra-tiche. A fine ‘800 la proprietà fu resa ai conti Girardi e poi per eredità ai Cini. Nel corso della prima guerra mondiale il castello venne requi-sito dall’esercito italiano che lo lascerà nel 1919, in pessimo stato. Il complesso, totalmen-te disadorno e in degrado, fu risollevato dal conte Cini che operò un profondo intervento di restauro. Tale intervento fu completato con un intensivo programma di arredo collocando in tutti gli ambienti, interni ed esterni, oggetti d’epoca acquistati sul mercato antiquario su indicazione dello storico dell’arte Nino Barban-

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Culturaletini: l’insieme, eccezionale per qualità anche se ridotto dopo il passaggio di proprietà alla Regione Veneto avvenuto nel 1980 (gli oggetti più significativi sono stati portati dal Cini nella sua dimora veneziana a S. Vio), rappresenta un patrimonio straordinario per la storia del collezionismo e dell’arredamento. Dal 1989 l’intero complesso Cini è retto dalla società “ La Rocca” composta da Regione, Provincia di Padova, Comune di Monselice.

LA VISITANelle tre sale inferiori del castello vi è la pre-stigiosa collezione di armi e armature antiche, composta da circa 1000 pezzi di produzione veneta, databili tra il secolo XI e il XVII, che costituiscono un vero e proprio museo dell’arte guerresca; si tratta di armi da taglio, da lancio e da fuoco. La raccolta delle armi aggiunge un tocco d’epoca al già suggestivo castello, che con i suoi arredi, la decorazione carrare-se, i camini e le belle stanze rappresenta un significativo esempio di dimora medioevale mirabilmente conservata. Il pavimento è in trachite proveniente dalla cava aperta sin dal X secolo sul lato nord del colle della Rocca. Poi si passa all’appartamento Marcello, al Cortile veneziano, al Salone d’onore, alla Sala del Camino, al Castelletto, alla Cucina medievale, alla Sala del Consiglio e alla Biblioteca.

ANTIQUARIUM LONGOBARDOÈ davvero un piccolo, ma preziosissimo gio-iello. Si tratta dell’Antiquarium Longobardo ospitato nella Biblioteca del Castello (dedicata allo storico presidente della società “La Roc-ca” prof. Aldo Businaro). L’Antiquarium è la testimonianza certa che dopo la distruzione di Padova e la conquista di Monselice, i Longobar-di ebbero come avamposto questa città, punto strategico per mirare verso l’esarcato bizanti-no di Ravenna. La mostra ha un’impostazione didattica. Infatti grandi pannelli didascalici raccontano in maniera chiara sia la storia dei Longobardi dalle origini alla conquista della città della Rocca, sia come è stata condotta la campagna di scavi.

Diego Paluan

Orari di apertura:Dal 1°Aprile al 30 Novembre dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00 - Chiuso il lunedìPer informazioni: “Società La Rocca di Mon-selice” - Tel. e Fax 0429 72468

Loca

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Il sapore delle tradizioni

La nostra terra

Quando ero piccola mia nonna AdalgisaDurante la Pasqua mi raccontava decisa:

“Nei giorni antecedenti la festaOgni ora del giorno era mestaLe campane in segno di lutto non suonavanoE, durante la funzione, le porte delle chiese sprangavano”.

“Ecco che da dietro le porteUn rumore si udiva forteLe “racoéte” si sentivano gracidare Ed il coro dei cantori l’inno intonare”.

Mia nonna SantinaChe della cucina era reginaCon i colori della primavera le uova decoravaFondi di caffè o fiori gialli usavaCon ciuffi d’erba fresca nel cestino li riponevaDopo che bolliti li aveva.

Della Pasqua ogni portataAlla rinascita era legata La Colomba, dell’uomo la salvezza rappresentava E l’uovo di cioccolato ogni bimbo di gustare sperava.

La torta “Pasqualina” veniva proposta:Di 33 fogli la sua pasta era compostaPerché gli anni di Gesù doveva onorareEd il Suo sacrificio ricordare.

Nelle gite del Lunedì dell’Angelo si gustavaE con qualche giorno di anticipo si preparavaQui la ricetta vi illustriamoEd una Santa Pasqua Vi auguriamo.

Torta PasqualinaPasta sfogliaIngredienti: 1 kg di bietole o spinaci, noce moscata, ½ bicchiere di olio extravergine d ’oliva, 100 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato, pepe q.b., 250 gr di ricotta di pecora e 11 uova.

Lavate le verdure e lessatele in poca acqua salata per dieci minuti al massimo, quindi scolatele e spremetele per eliminare l ’acqua in eccesso. In una terrina sbattete quattro uova con la ricotta sgranata, aggiungete sale, pepe ed il parmigiano, amalgamate le bietole strizzate aggiungendo l ’olio d ’oliva ed una spruzzata di noce moscata. Ungete di olio una tortiera circolare e stendete una parte della pasta sfoglia sul fondo e sulle pareti. Versate l ’ impasto di verdure e formaggio nella tortiera facendo attenzione a non rompere il tuorlo. Dare un’ultima spolverata di formaggio e pepe, poi coprite il tutto con la restante pasta sfoglia cercando di chiudere bene i bordi e facendo qualche forellino con uno stuzzicadenti o con i rebbi di una forchetta per fare uscire il vapore. Spennellate la superficie della torta Pasqualina con l ’ ultimo uovo rimasto (sbattuto) ed infornare a 200° per circa un’ora. Per abbellire la presentazione della torta, si può porre un ulteriore uovo al centro della torta, questa volta lasciandolo intero.