Adeste 24 domenica 12 giugno 2016c

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S an Antonio nacque nell’anno 1195, a Li-sbona, capitale del Portogallo, nel giorno sacro dell’Assunzione di Maria, da nobili e ricchi genitori, cui nel sacro fonte gli diedero

il nome di Ferdinando. La virtù in lui prevenne la ragione, poiché le prime parole che cominciò a bal-bettare furono i nomi di Gesù e Maria, ed, a soli cin-que anni, fece voto della sua verginità alla Madonna.

I genitori, di buon ora, lo ascrissero alla scuola della Cattedrale di Lisbona, dove rimase per cinque anni edificando sia i compagni, sia i maestri per innocen-za di costumi, assiduità allo studio ed elevatezza d’ingegno. A quindici anni entrò nell’Istituto dei Ca-nonici regolari di S. Agosti-no nel Monastero di S. Vin-cenzo presso Lisbona. E di qui, dopo breve permanenza, passò in quello di S. Croce in Coimbra. Qui vi rimase otto anni facendosi modello per tutti di ogni cristiana vir-tù e celebratissimo per la sua dottrina. Dio, da allora, volle illustrarlo con miracoli, al fine di farlo divenire un gior-no il Taumaturgo per eccel-lenza.

Frattanto i figli di San Fran-cesco erano già penetrati nel Portogallo e cinque di essi erano stati martirizzati per la fede nel Marocco.

Il giovane Fernando, entusiasmato dall’ideale fran-cescano e ardente della sete del martirio, domandò ed ottenne di vestire l’umile saio del Poverello nel convento di S. Antonio d’Olivarez, prendendo il no-me del grande Abate.

Appena emessi i voti, eccolo veleggiare per l’Africa a portare la luce del Vangelo ed a spargere il sangue per la fede di Cristo. Ma, durante il viaggio, colto da ostinata infermità, fu costretto a ritornare in Patria. Una improvvisa tempesta, però, lo portò in Sicilia.

Di qui si portò a Santa Maria degli Angeli presso Assisi, dove il Serafico Padre teneva un capitolo ge-nerale. Antonio seppe sì ben occultare i suoi talenti e le sue virtù da rimanere ignoto a tutti: solo per carità venne accolto dal Provinciale delle Romagne e col-locato nel crudo ritiro di Montepaolo presso Forlì. In questo posto, sconosciuto al mondo ed agli stessi suoi confratelli religiosi, passava i suoi giorni tra fervide preghiere, tra frequenti digiuni, tra continue contemplazioni, tra rigorose penitenze con la pratica della più profonda umiltà.

Ma cosa aveva riservato Dio al nostro San Antonio?

Un giorno fu obbligato per santa ubbidienza a predi-

care ai chierici ordinandi dinnanzi al Vescovo di Forlì. Bastò questo per rilevare i tesori dell’umile Fra-ticello.

Da questo momento il Santo sarà quella lucerna tolta di sotto al moggio e collocata sul candelabro per il-luminare con la sua dottrina il mondo e stupirlo con la potenza dei suoi miracoli, per cui sarà chiamato l’arca del Testamento e il Taumaturgo per eccellen-za.

Non mancò di profondere la sua dottrina anche dalla cattedra d’insegnamento ai suoi giovani confratelli. Si è detto di lui che in cella era austero penitente, in cattedra esimio rettore, in pubblico fecondo oratore,

amorevole con gli infer-mi.

Nel 1227 si recò a Pado-va, travagliata da guerre civili ed appestata da ere-sie, ma per opera del suo apostolato divenne in breve centro di pietà e di penitenza. Padova sarà la sua seconda patria tale che con questo nome passerà alla storia. Intan-to le fatiche apostoliche e più ancora le aspre peni-tenze consumarono la

salute del Fraticello nel più bel fiore della vita.

Dopo la Pentecoste del 1231, sfinito di forze, si ritirò nel piccolo convento di Arcella presso Padova. Qui-vi tutto raccolto in Dio, come in un’estasi, ricevette i santi sacramenti e, recitato il suo divino inno alla Vergine “O gloriosa Domina”, tenendo a lungo gli occhi fissi al cielo, in placidissima agonia, se ne volò in Paradiso. Era 13 giugno 1231 ed Antonio non aveva ancora compiuto i trentasei anni.

Appena morto divenne bello, d’una bellezza cele-stiale.

I fanciulli poi, prima che se ne propagasse la triste nuova, scorrendo le vie della città, gridavano: “E’ morto il Padre Santo! E’ morto San Antonio!”

Dopo qualche giorno il suo corpo, con solennissima pompa fu trasportato a Padova.

Era di martedì; donde il martedì consacrato al Santo.

Il 30 maggio dell’anno seguente venne elevato agli onori degli altari e la sua stessa madre naturale fu tra coloro che per primi resero il culto al Santo.

Nel 1263 nel trasferimento delle sue ceneri fu trova-ta la lingua intatta e rubiconda, come se fosse stata di persona vivente; questa, tuttora, si conserva a Pa-dova in un ricchissimo reliquiario.

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Sant'Antonio da Padova è il santo più noto e amato Sant'Antonio da Padova è il santo più noto e amato Sant'Antonio da Padova è il santo più noto e amato Sant'Antonio da Padova è il santo più noto e amato nel mondo.nel mondo.nel mondo.nel mondo.

M ilioni di pellegrini e devoti, da tutto il mondo, visitano ogni anno la sua Basili-ca a Padova. Non vi è chiesa al mondo che non abbia un altare, un dipinto, una statua, un affresco, una nicchia dedicati a sant'Antonio. Per non parlare poi del-le piccole statue e dei santini presenti nelle abitazioni.

Numerose associazioni nel mondo sono nate e operano nel nome di Sant'Antonio, portando la sua presenza soprattutto caritativa. Da secoli, in tutto il mondo, milioni di persone si dimostrano legate a Sant'Antonio con una devozione e un amore che non conoscono oscuramenti o recessio-ni.

Perché questo affetto, questo amore così forti, dif-fusi, spontanei? Qual è il segreto di questa affet-tuosa e fiduciosa confidenza col Santo? Quali ca-ratteristiche presenta questa speciale relazione?

I devoti conoscono sant'Antonio per quanto egli fa per loro. Da sempre. Anzitutto l’ascolto confiden-te. Egli è l’interlocutore dei poveri, che dialoga con chiunque abbia da condividere qualche sofferenza nel corpo o nello spirito. Molti non conoscono neppure dove è nato, la sua storia, la sua dottrina, ma lo esperimentano come protettore e benefattore della loro vita.

Sant'Antonio si fa compagno di viaggio nella quotidianità della vita. Non è solo un distribu-tore di grazie e di favori a cui ricorrere nel bisogno. È il fratello maggiore, l’amico confi-dente, sempre presente e disponibile per le persone con tutti i loro problemi, gran-di e piccoli.

I devoti gli chiedono luce per la propria esistenza. Gli domandano di aiutare chi è smarrito, di consolare chi soffre, di soccorrere chi è povero o dimenticato.

Essi lo riconoscono e lo amano con il gi-glio (la purezza e la trasparenza di vita), con il Gesù Bambino (segno di un amore tenero e disponibile), il libro (la Parola di Dio).

I devoti sentono Sant'Antonio co-me l’intercessore e benefattore in nome di Dio. Sant'Antonio è il volto della bontà soccorri-trice di Dio, che in lui si svela e si fa realtà concreta e tangibile. Sant'Antonio è sentito an-che come il misericordioso e delicato richiamo alla conversione e alla penitenza.

L’amore espresso nella devozione Oltre che nella preghiera personale, la devozione a sant'Antonio si è manifestata attraverso i secoli inalcune espressioni particolari che durano tuttora e che richiamiamo brevemente.

La mano sulla Tomba Il gesto più caratteristico che i pellegrini compiono nella Basilica antoniana. Oltre ad esprimere il bisogno di un contatto concreto con il Santo, esso è un gesto di fiducia e di affidamento, accompagnato dalla preghiera silenziosa del cuore.

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„„„„È il più venerato al mondo, di cui È il più venerato al mondo, di cui È il più venerato al mondo, di cui È il più venerato al mondo, di cui esistono migliaia di immagini e di esistono migliaia di immagini e di esistono migliaia di immagini e di esistono migliaia di immagini e di icone.icone.icone.icone. Sant'AntonioSant'AntonioSant'AntonioSant'Antonio ha oggi un voltovoltovoltovolto inedito e sorprendente: car-nagione olivastra, occhi profondi e

marroni, labbra carnose e un filo di barba. Così l'elaborazione in 3Delaborazione in 3Delaborazione in 3Delaborazione in 3D, realizzata con le nuove tecniche a disposizione di investigatori e criminologi, rese famose al grande pubblico grazie a notissime serie televisive (Csi o Bones), ha riconse-gnato ai posteri l'immagine del frate portoghese che morì quasi 8 secoli fa a Pa-dova, dove sorge il santuario a lui dedicato. LLLLAAAA RICOSTRUZIONERICOSTRUZIONERICOSTRUZIONERICOSTRUZIONE DELDELDELDEL VOLTOVOLTOVOLTOVOLTO DIDIDIDI SSSSANTANTANTANT'A'A'A'ANTONIONTONIONTONIONTONIO

L a ricostruzione è avvenuta grazie all’utiliz-zo delle più sofisticate tecniche di antropo-logia forense, le stesse che si vedono nelle più moderne serie televisive, che da pochi

dati riescono a ricostruire una fisionomia partico-lareggiata. Tutto nasce da un lavoro di ricostruzio-ne di volti in campo archeologico avviato nel 2012 da un team italo-brasiliano e da un successi-vo collegamento tra il Centro Studi Antoniani e il Museo di antropologia dell’Università di Padova, interessato ai calchi delle precedenti ricognizio-ni di sant’Antonio (1981) e del beato Luca Bel-ludi (1985). Da qui l’idea di utilizzare il calco di sant’Antonio per ricostruirne un’immagine in 3D che è stata poi raffinata grazie alle com-petenze di padre Luciano Bertazzo per la ricostruzione stori-

ca di alcuni dettagli, come la tipolo-gia di tonsura. «La ricostruzione fac-ciale forense – spiega Cicero Moraes – è una tecnica per agevolare l’iden-tificazione delle persone. Ricostruisce scientificamente i tratti del viso per permettere l’identificazione da parte degli analisti forensi. Il mio obiettivo sono invece le ricostruzioni archeo-logiche che utilizzano una tecnica analoga. Sostanzialmente riceviamo un cranio in 3D e lo confrontiamo con dati statistici e anatomici, che ci permetto-no di ricostruire la faccia di un individuo». (Avvenire 10 Giu-gno 2014)

Ma come era Ma come era Ma come era Ma come era il vero volto di il vero volto di il vero volto di il vero volto di

S.Antonio da Padova?S.Antonio da Padova?S.Antonio da Padova?S.Antonio da Padova?

Sant'Antonio da Padova, Sant'Antonio da Padova, Sant'Antonio da Padova, Sant'Antonio da Padova, il volto ricostruito in 3Dil volto ricostruito in 3Dil volto ricostruito in 3Dil volto ricostruito in 3D

Vera effige del Santo: dipinto presente a Padova in Basilica

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L'amore conta, pesa più del peccato

L eggo questo racconto grondante di lacri-

me e d'amore, grondante di vita, e provo a

guardare come guarda Gesù, che si fa lar-

go dentro il groviglio delle nostre contrad-

dizioni morali, per fissarsi sul germe in-

ta�o, il germe divino che a�ende la risurrezione

anche nel cuore dell'ul�ma pros�tuta. Gesù vede oltre le e�che�e: arriva una donna e dove gli altri vedono solo una

peccatrice, lui vede un'amante: ha molto amato.

Un Vangelo che ci contesta e ci conforta. Il cris�anesimo non è un intreccio complicato di dogmi e doveri. Gesù ne in-

dica il cuore: ama, hai fa�o tu�o.

Quella donna ha ascoltato il profondo bisogno di ricevere e dare amore, che ognuno di noi ha dentro; un bisogno che,

se lo soffochi, � rende infelice o avido o cinico.

Va diri�a davan� a lui, non gli chiede permesso, fa una cosa inaudita tanto è sconveniente: mani, bocca, lacrime, ca-

pelli, profumo su di lui. Lei sa, con tu�e le sue fibre, che quello strano rabbì non l'avrebbe cacciata.

Sono ges� contro tu+ i rituali, che vanno oltre lecito e illecito, oltre doveri o obblighi, con una carica affe+va vee-

mente. Ai quali Gesù non si so�rae, che apprezza. Bastava, come tan� altri, chiedere perdono. Perché quell'eccesso, il

profumo, le carezze, i baci?

È la lingua universale in cui è de�o il cuore. E Dio guarda il cuore. E gode vedendo la donna uscire da un rapporto sca-

dente di contabilità o di bara�o con il Signore, e spiccare il volo negli spazi della libertà e del dono.

Simone, tu non mi hai dato un bacio, questa donna invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi. Dal

poco al molto amore: Gesù, Dio desidera essere amato, va in

cerca di persone e ambien� pron� a dargli affe�o.

Simone era molto religioso e molto duro. Forse perché viveva

la fede come osservanza delle regole divine e non come rispo-

sta all'amore di Dio. Molto le è perdonato perché molto ha

amato. Gesù cambia il paradigma della fede: dal peccato all'a-

more. Non è il peccato, pur confessato ed espiato, l'asse por-

tante del rapporto con Dio, ma ricevere e res�tuire amore.

L'amore conta, vale, pesa più del peccato. L'errore che hai

commesso non revoca il bene compiuto, non lo annulla. È il

bene invece che revoca il male di ieri e lo cancella. Una spiga

conta più di tu�a la zizzania del campo. La rivoluzione evan-

gelica: passare dal poco al molto amore. L'amore non fa pec-

ca�. L'amore con�ene tutto, tu+ i doni e tu+ i doveri (M. Bel-

let).

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Da presule si alzava di notte per seguire, su un piccolo televisore in cucina, gli incontri del campione

Un fan in paradiso. Nell’Aldilà Cassius Clay-Muhammad Ali ha qualcuno ad attenderlo. San Giovanni Paolo II era un grande ammiratore del pu-gile statunitense. Quando nei suoi soggior-ni a Roma si trovava ospite in un convento di suore, il presule polacco si alzava di notte per seguire, su un piccolo televisore in cucina, gli incontri del campione.

Divenuto Papa, Karol Wojtyla ricevette in udienza Muhammad Ali che gli portò in dono i suoi guantoni da boxe. Per antica tradizione, i Pontefici non tengo-no per sé i regali e, al termine delle visite, li asse-gnano a un apposito ufficio della Santa Sede, la Flo-reria Apostolica Vaticana. In quell’occasione, Gio-vanni Paolo II fece un’eccezione e conservò perso-nalmente il prezioso cimelio sportivo.

Riferisce il sito vaticano Il sismografo: «Le crona-che e i testimoni dell’epoca a proposito dell’Udienza di s. Giovanni Paolo II , il 4 giugno 1982, al pugile statunitense Muhammad Ali deceduto a 74 anni, già allora una grande leg-genda dello sport, ricordano che nonostante i tantissimi impegni del Pontefice (era invi-schiato con la mediazione nella controversia sul caso Malvine/Falkland ) cancellò parte del-la sua agenda per poter ricevere il pugile la cui richiesta di udienza era arrivata all’ultimo momento».

Infatti «per nulla al mondo mi perdo l’incontro con lo sportivo della mia vita» disse il Pa-pa, parlando di quando, in Polonia, chiedeva le chiavi della sala del televisore per vedere i suoi incontri notte inoltrata. Nell’udienza di 34 anni fa di Ali con il Papa c’era anche la mo-glie di allora, signora Veronica Porsche, e i due si sono scambiati autografi, cosa che Papa Wojtyla faceva raramente.

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Il record stabilito da 4 suore: hanno scoperto 400mila stelle Le religiose sono di un istituto milanese (Maria Bambina). E grazie ad un'intuizione di Papa Leone XIII hanno stabilito un insolito record

S apevate che la storia dell’astronomia è stata cambiata da….quattro suore? La precisione, la capacità di calcolo, la scaltrezza di queste consacrate hanno consentito loro di stabilire un primato: catalogare ben 400.000 stelle.

Fra il 1910 e il 1922 quattro anonime suore originarie della Lombardia e impiegate all’Osservato-rio Vaticano (Specola Vaticana) scoprirono e catalogarono gli astri. Dopo quasi un secolo i nomi di que-ste preziose aiutanti sono stati finalmente rivelati. Si trat-ta di Emilia Ponzoni, Regina Colombo, Concetta Fi-nardi e Luigia Panceri (Corriere della Sera, 6 giugno 2016).

LE RIUNIONI DI PARIGI La storia delle quattro religiose inizia alla fine dell’800. Tra il 1897 e il 1899 gli astronomi più famosi del mondo si riunirono in vari incontri a Parigi per provare a catalo-gare le stelle attraverso l’opera denominata Catalogo Astrografico (Catalogo AC o Carte du ciel). Obiettivo delle conferenze era quello di creare una mappa del cielo e indicare il più precisamente possibile la posizione degli astri. Grazie a quella serie di eventi si ebbe la prima mappatura dell’universo che diede poi il via all’astrono-mia moderna e alle successive scoperte nello spazio.

LA STRATEGIA DEL PAPA

A questi incontri prese parte anche il Vaticano. Papa Leone XIII decise di inviare un proprio studioso. Il pontefice era convinto che in questo modo si sarebbe fatto sapere al mondo come la Chiesa cattolica fosse interessata alla scienza e non unicamente preoccupata su questioni teologiche e religiose.

IL GESUITA E LE SUORE

Chi fu scelto dal papa? L’incarico, spiega il Corriere, lo ebbe il sacerdote Francesco Denza, che passò poi la mano al gesuita John Hagen fatto arrivare appositamente da Washington. Per compiere al meglio i suoi studi, l’astronomo americano fece richiesta per avere qualche aiutante pronto a scrivere e riportare diligen-temente le coordinate delle stelle. Furono scelte così le quattro suore, che con il tempo diventarono sempre più capaci finché non furono in grado non solo di scrivere i dati, ma anche di usare l’enorme telescopio per scrutare il cielo.

L’ISTITUTO DI MARIA BAMBINA

«Questa storia era conosciuta nel mondo ecclesiastico, ma nessuno aveva mai trovato il nome di quelle as-sistenti», spiega Carol Glatz del sito Vatican News, che ha riportato la notizia (2 giugno) «Le quattro so-relle provenivano dall’Istituto Suore di Maria Bambina, la cui casa generalizia si trova tuttora nel centro di Milano».

DOVE SONO IN ROMANIA LE SUORE DI MARIA BAMBINA PERCHE’ SI CHIAMANO “ SUORE DI MARIA BAMBINA” si legge sul loro sito web: http://www.suoredimariabambina.org : La nostra identità e la nostra origine sono indicate già nel nome che

portiamo ufficialmente: siamo “Suore di carità delle sante Bartolomea Capitanio e Vin-cenza Gerosa”. Veniamo, però, comunemente chiamate “Suore di Maria Bambina”, perché custodiamo nel santuario annesso alla Casa generalizia, in via S. Sofia, 13 a Milano, un antico simulacro, provenien-te dal convento delle Francescane di Todi (PG) e donato, dopo varie pe-regrinazioni, al nostro Istituto nel 1842. I milanesi, che si sono presto uniti a noi a rendere culto alla Madre di Dio nel mistero della sua nativi-tà, hanno anche incominciato a chiamarci “Suore di Maria Bambina”.

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C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Oggi ci viene data un’altra occasione per sperimentare la misericordia di Dio che perdona il nostro peccato. Come la pecca-trice del Vangelo, apriamo i nostri cuori all’amore del Signore per accogliere il suo perdono che ci rende, a nostra volta, misericor-diosi verso i fratelli. (Breve pausa di riflessione)

Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto pec-cato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre ver-gine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia mi-sericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eter-na. A. Amen. Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà. GLORIA a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benedicia-mo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signo-re Dio, Agnello di Dio, Figlio del Pa-dre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i pecca-ti del mondo, accogli la nostra sup-plica; tu che siedi alla destra del Pa-dre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spi-rito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.

COLLETTA C. O Dio, che non ti stanchi mai di usarci misericordia, donaci un cuore penitente e fedele che sap-pia corrispondere al tuo amore di Padre, perché diffondiamo lungo le strade del mondo il messaggio evangelico di riconciliazione e di pace. Per il nostro Signore Gesù

Cristo, A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dal Secondo libro di Samuele

In quei giorni, Natan disse a Davi-de: «Così dice il Signore, Dio d’I-sraele: Io ti ho unto re d’Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone, ti ho dato la casa d’Israele e di Giuda e, se questo fosse troppo poco, io vi aggiungerei anche altro. Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada Urìa l’Ittìta, hai preso in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli Am-monìti. Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Urìa l’Ittìta». Allora Davide disse a Na-tan: «Ho peccato contro il Signo-re!». Natan rispose a Davide: «Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE R. Togli, Signore, la mia col-pa e il mio peccato. Beato l’uomo a cui è tolta la colpa e coperto il peccato. Beato l’uomo a cui Dio non imputa il de-litto e nel cui spirito non è ingan-no. R/. Ti ho fatto conoscere il mio peccato, non ho coperto la mia col-pa. Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità» e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. R/. Tu sei il mio rifugio, mi libe-ri dall’angoscia, mi circondi di canti di liberazione. Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti! Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia! R/.

Seconda Lettura Dalla lettera di S.Paolo ai Galati Fratelli, sapendo che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo del-la fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge; poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno. In realtà mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio. Sono sta-to crocifisso con Cristo, e non vi-vo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di

Dio, che mi ha amato e ha conse-gnato se stesso per me. Dunque non rendo vana la grazia di Dio; infatti, se la giustificazione viene dalla Legge, Cristo è morto inva-no. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio

Canto al Vangelo R. Alleluia,Alleluia Dio ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espia-zione per i nostri peccati. Alleluia

VANGELO C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo Luca A. In quel tempo, uno dei fari-sei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciu-gava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Ve-dendo questo, il fariseo che l’ave-va invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un credito-re aveva due debitori: uno gli do-veva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo ame-rà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgen-dosi verso la donna, disse a Simo-ne: «Vedi questa donna? Sono en-trato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacri-me e li ha asciugati con i suoi ca-pelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entra-to, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cospar-so i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i pecca-ti?». Ma egli disse alla donna: «La

LITURGIA EUCARISTICA

LETTURE:2Sam 12,7-10.13 Sal 31 Gal 2,16.19-21 Lc 7,36-8,3

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tua fede ti ha salvata; va’ in pa-ce!». In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Mad-dalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li ser-vivano con i loro beni. Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipo-tente, creatore del cielo e della ter-ra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cri-sto, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mez-zo di lui tutte le cose sono state crea-te. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incar-nato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepol-to. Il terzo giorno è risuscitato, se-condo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuo-vo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apo-stolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

PREGHIERA DEI FEDELI C. Il Signore ci offre la sua grazia per renderci giusti e santi di fronte ai suoi occhi. La vita spirituale di ogni cristiano è tessuta della fede in questo amore incondizionato. Preghiamo insieme e diciamo: Signore, apri il nostro cuore al tuo perdono. 1. Perché la consapevolezza del nostro peccato non sia mai occasione di disperazione, ma fiduciosa apertura al tuo per-dono. Preghiamo. 2. Perché qualsiasi sia la posi-zione che occupiamo abbiamo sempre il coraggio di sentirci prossimi agli ultimi. Preghia-

mo. 3. Perché l’abitudine non ci tol-ga mai il diritto d’indignarci per le nostre mancanze. Pre-ghiamo. 4. Perché crediamo sempre che il nostro pianto di penti-mento per il peccato commes-so e la nostra gioia per il per-dono ricevuto sono per Dio il tesoro più grande. Preghia-mo. C. O Padre, il tuo perdono è la sostanza di cui viviamo ogni giorno, aiutaci a far sì che la tua misericordia sia la nostra legge nel rapporto con i nostri fratelli. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. A. Amen.

LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci dispo-niamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi)

SULLE OFFERTE C. O Dio, che nel pane e nel vino doni all’uomo il cibo che lo alimenta e il sacramento che lo rinnova, fa’ che non ci venga mai a mancare questo sostegno del corpo e dello spirito. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA

C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. C È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Pa-dre santo, Dio onnipotente ed eterno. In ogni tempo tu doni energie nuove alla tua Chiesa e lungo il suo cammino mirabil-mente la guidi e la proteggi. Con la potenza del tuo Santo Spirito le assicuri il tuo sostegno, ed essa, nel suo amore fiducioso, non si stanca mai d'invocarti nella prova, e nella gioia sempre ti rende gra-zie per Cristo Signore nostro. Per mezzo di lui cieli e terra inneggia-no al tuo amore; e noi, uniti agli angeli e ai santi, proclamiamo senza fine la tua gloria: : Santo, Santo, Santo . DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede

A. Annunciamo la tua morte, Si-gnore, proclamiamo la tua risurre-zione nell’attesa della tua venuta. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cri-sto, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà così in cielo come in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e ri-metti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debi-tori e non ci indurre in tentazio-ne ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la po-tenza e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono de-gno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una pa-rola e io sarò salvato.

DOPO LA COMUNIONE C Signore, la partecipazione a questo sacramento, segno della nostra unione con te, edifichi la tua Chiesa nell’unità e nella pace. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten-te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: anda-te in pace. A. Rendiamo grazie a Dio

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Anna Frank inizia il suo diario: «Subito dopo le sette andai da papà e mamma e poi nel salotto per spacchettare i miei regalucci. Il primo che mi apparve fosti tu, forse uno dei più belli fra i miei doni». Inaugurando il suo dia-rio la piccola Anna Frank, tedesca di nascita ma olandese d'adozione, racconta l’emozione del risveglio nel giorno del suo tredicesimo com-

pleanno e l’attesa di scartare i regali, tra i quali scopre con felice sorpresa un diario. Ha la copertina a quadretti rossi, lo stesso che ha visto il giorno prima nella libreria a pochi passi da casa sua. Da quel momento diventa un compagno in-separabile, cui confidare tutto e attraverso il quale si rivolge a un'amica immaginaria, chiamandola «Kitty». Vittima insieme alla sua famiglia, in quanto ebrei, del-la persecuzione nazista posta in atto ad Amsterdam, la ragazzina non può più frequentare la scuola e la sua

quotidiani-tà scorre tra le mura dell'abita-zione pri-ma e

dell'alloggio segreto poi. Per questo tutta la sua attenzione si volge a quelle pa-gine bianche da riempire con le vicende della sua fa-miglia, i ricordi legati ai compagni di scuola, il suo primo amore e il vissuto di due anni di segregazione tra paure e speranze. Il suo racconto s’interrompe nell’agosto del 1944, quando la sua famiglia viene arrestata e portata nel campo di concentramento di Auschwitz e di qui a quello di Bergen Belsen. Suo padre Otto, unico sopravvissuto, pubblica successivamente il diario, che diventa in poco tempo uno dei documenti più struggenti dell'Olocausto del popolo ebraico. Da esso si evincono le qualità compo-sitive della giovane che in un passo significativo con-fessa le sue aspirazioni di scrittrice: «Sarò mai capace di scrivere qualcosa di importante, lo spero proprio, perché scrivendo posso confidare alla carta tutti i miei pensieri, i miei ideali, i miei sogni». Questa frase è oggi leggibile sul muro della scuola frequentata da Anna.

B�������: Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balce-scu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./fax: 021-314.18.57, don Roberto Po-limeni, Tel:0770953530 mail: [email protected]; [email protected]; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.

*°* I��0: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: Domenica ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione –Iasi, Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 Mail: [email protected]

*°* C:�;: Chiesa romano-cattolica dei Piari-sti. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: [email protected] Domenica alle ore 12,00 *°*

A:=� I�:0�: Domenica ore 11:00 nella Chie-sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262 *°* T0?0�@���: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi-na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:[email protected]

*°*

12121212 D������� s. Onofrios. Onofrios. Onofrios. Onofrio

13131313 L���� s. Antonio da Padovas. Antonio da Padovas. Antonio da Padovas. Antonio da Padova

14141414 M����� s. Eliseo profetas. Eliseo profetas. Eliseo profetas. Eliseo profeta

15151515 M������� Beato Piero NolascoBeato Piero NolascoBeato Piero NolascoBeato Piero Nolasco

16161616 G����� s. Aurelianos. Aurelianos. Aurelianos. Aureliano

17171717 ������ s. Ranieri di Pisas. Ranieri di Pisas. Ranieri di Pisas. Ranieri di Pisa

18181818 S����� s. Gregorio Barbarigos. Gregorio Barbarigos. Gregorio Barbarigos. Gregorio Barbarigo

I SANTI DELLA

SETTIMANA

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