Adeste 02 domenica 10 gennaio 2016c

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ADESTE n°02/ ANNO 5°-10.01.2016

(Angelus 1 Gennaio 2016)

Cari fratelli e sorelle, buongiorno e buon an-

no!

All’inizio dell’anno è bello scambiarsi

gli auguri. Rinnoviamo così, gli uni per gli

altri, il desiderio che quello che ci attende

sia un po’ migliore. È, in fondo, un segno

della speranza che ci anima e

ci invita a credere nella vita.

Sappiamo però che con l’anno

nuovo non cambierà tutto, e

che tanti problemi di ieri ri-

marranno anche domani. Allo-

ra vorrei rivolgervi un augurio

sostenuto da una speranza

reale, che traggo dalla Liturgia

di oggi.

Sono le parole con cui il

Signore stesso chiese di bene-

dire il suo popolo: «Il Signore

faccia risplendere per te il suo

volto […]. Il Signore rivolga a

te il suo volto» (Nm 6,25-26). Anch’io vi au-

guro questo: che il Signore posi lo sguardo

sopra di voi e che possiate gioire, sapendo

che ogni giorno il suo volto misericordioso,

più radioso del sole, risplende su di voi e

non tramonta mai! Scoprire il volto di Dio

rende nuova la vita. Perché è un Padre inna-

morato dell’uomo, che non si stanca mai di

ricominciare da capo con noi per rinnovarci.

Ma il Signore ha una pazienza con noi! Non

si stanca di ricominciare da capo ogni volta

che noi cadiamo. Però il Signore non pro-

mette cambiamenti magici, Lui non usa la

bacchetta magica. Ama cambiare la realtà

dal di dentro, con pazienza e amore; chiede

di entrare nella nostra vita con delicatezza,

come la pioggia nella terra, per poi portare

frutto. E sempre ci aspetta e ci guarda con

tenerezza. Ogni mattina, al risveglio, pos-

siamo dire: “Oggi il Signore fa risplendere il

suo volto su di me”. Bella preghiera, che

è una realtà.

La benedizione biblica continua così:

«[Il Signore] ti conceda pace» (v. 26). Oggi

celebriamo la Giornata Mondiale della Pace,

il cui tema è: “Vinci l’indifferenza e conqui-

sta la pace”. La pace, che Dio Padre desidera

seminare nel mondo, deve essere coltivata

da noi. Non solo, deve essere anche

“conquistata”. Ciò comporta una vera e pro-

pria lotta, un combattimento spirituale che

ha luogo nel nostro cuore.

Perché nemica della pace non

è solo la guerra, ma anche

l’indifferenza, che fa pensare

solo a sé stessi e crea barrie-

re, sospetti, paure e chiusure.

E queste cose sono nemiche

della pace. Abbiamo, grazie a

Dio, tante informazioni; ma a

volte siamo così sommersi di

notizie che veniamo distratti

dalla realtà, dal fratello e dalla

sorella che hanno bisogno di

noi. Cominciamo in quest’an-

no ad aprire il cuore, risve-

gliando l’attenzione al prossimo, a chi è più

vicino. Questa è la via per la conquista della

pace.

Ci aiuti in questo la Regina della Pa-

ce, la Madre di Dio, di cui oggi celebriamo la

solennità. Ella «custodiva tutte queste cose,

meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19). Le

speranze e le preoccupazioni, la gratitudine

e i problemi: tutto quello che accadeva nella

vita diventava, nel cuore di Maria, preghiera,

dialogo con Dio. E Lei fa così anche per noi:

custodisce le gioie e scioglie i nodi della no-

stra vita, portandoli al Signore.

Affidiamo alla Madre il nuovo anno, perché

crescano la pace e la misericordia.

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ADESTE n°02/ ANNO 5°-10.01.2016

Papa Bergoglio ci ha regalato le 10 perle della felicità invitando tutti (fedeli e non) a vivere la vita con la pace e la serenità nell’animo. Lo ha fatto con un’intervista rilasciata al settimanale argentino Viva nel 2014.

ECCO I 10 CONSIGLI DI PAPA FRANCE-

SCO PER VIVERE UNA VITA FELICE.

Consiglio #1: vivi e lascia vivere Al primo posto “vivere e lasciare vivere”. Tutti do-vrebbero farsi guidare da questo principio, ha afferma-to Bergoglio.

Consiglio #2: volgi le tue attenzioni al prossimo “Dai te stesso al prossimo”. E’ questo il secondo consiglio. La gente dovrebbe essere aperta e ge-nerosa verso gli altri, ha detto Papa Francesco, perché altrimenti ci si chiude in se stessi correndo il ri-schio di cadere in circoli vizio-si. Le acque stagnanti, ha detto Bergoglio, diventano putride, dedi-cando attenzioni al prossimo ga-rantiamo un continuo ricambio di idee, emozioni e stati d’animo.

Consiglio #3: abbandona la vita frenetica Il terzo consiglio si riassume con l’accettazione e la ricerca della serenità. Papa Francesco ha usato la sto-ria del libro scritto dall’argentino Ricardo Guiraldes in cui il protagonista ripensa a come ha vissuto la vita. Il protagonista del libro da giovane viveva come tra-scinandosi dietro un sacco di rocce, insoddisfatto, af-fannato… Da adulto era come un fiume impetuo-so e irrequieto, solo da vecchio si muoveva lentamen-te, come un ruscelletto di montagna. Questa ultima immagine, dice Francesco, è quella che preferisce per-ché significa saper muoversi con umiltà, gentilezza e calma. Con la saggezza giusta per affrontare la vita. La calma e l’umiltà sono caratteristiche che si possono abbracciare anche da giovani.

Consiglio #4: più comunicazione e scambio Papa Francesco consiglia, per vivere una vita felice, di avere un sano senso del tempo libero: “I piaceri dell’arte, della letteratura e del giocare insieme con i bambini sono stati persi”. ha detto. Il consumismo ci ha portato ansietà e stress e anche se i genitori sono obbligati a lavorare a lungo durante il giorno, non do-vrebbero mai dimenticarsi di passare del tempo con i figli. Le famiglie, ha aggiunto, dovrebbero spegnere la televisione quando si riuniscono a cena o a pranzo perché impedisce di parlare fra le persone.

Consiglio #5: nei giorni di festa circon-dati degli affetti più cari

Il quinto consiglio ci ricorda che la domenica deve essere un giorno di festa e così come tutti i giorni di festa, deve essere trascorsa con la famiglia, gli amici e gli affetti più sinceri.

Consiglio #6: lavora con dignità Questo è un consiglio davvero difficile da mettere in pratica. E’ rivolto più ai datori di lavoro che ai lavora-tori stessi. I datori dovrebbero garantire condizioni dignitose ai propri collaboratori e un ambiente di lavo-ro dove ogni impiegato, anche il più umile spazzino, possa sentirsi gratificato. Come sesto consiglio, infatti, il Papa chiede che si pensi a lavori dignitosi per i gio-vani: non basta dar loro da mangiare, è necessario il senso della dignità nel lavoro.

Consiglio #7: prenditi cura della Terra Al settimo posto figura il rispetto della Natura da eser-citare con fatti dai quali poter trarre anche un

certo vantaggio. Rispet-tare la natura significa non inquinare e anche scoprirla. Provate a en-trare in contatto con la natura scoprendo pas-seggiate tra i boschi in piena pace e armonia, un modo per entrare in contatto, oltre che con la natura, anche con se

stessi.

Consiglio #8: smettila di essere negativo Lo diciamo noi da sempre e l’ha detto anche Papa Francesco! Il suo ottavo consiglio Francesco vi invita a smetterla di essere negativi nei propri riguardi così come quelli del prossimo. Papa Francesco aggiun-ge: parlare male del prossimo significa avere una bas-sa considerazione di se stessi. Non bisogna incolpare gli altri o il destino per le pro-prie sconfitte. Bisogna puntare all’accettazione e rea-gire con positività agli eventi della vita.

Consiglio #9: smettila con i pregiudizi Al nono posto l’invito a non fare proselitismo e avere invece rispetto delle credenze altrui. Il proselitismo religioso annienta e paralizza, cercare di convincere il prossimo fino a sopraffare le idee individuali e questo non va bene. La chiesa, ha detto il Papa, cresce per senso dell’attrazione non con il proselitismo.

Consiglio #10: ricerca e promuovi la pace

Il concetto di pace è molto difficile da spiegare così come da applicare. Papa Francesco ci ricorda che vi-viamo in tempo di tante guerre e sembra quasi neces-sario alzare la voce per cercare la pace. Si tratta di un controsenso nel quale non dobbiamo cadere nel vivere il nostro quotidiano. Certo, non possiamo cambiare la sorte dell’umanità ma ci è concesso vivere con pace, giorno dopo giorno, le giornate della nostra vita, ab-bandonando rancori, rimuginii e rabbie.

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ADESTE n°02/ ANNO 5°-10.01.2016

Il fatto che siamo tutti stati battezzati da neonati ha un valore enorme e da valorizzare. Ma, ahimè, l'esperienza fisica sensibile è rimasta sepolta nel passato e, tutto sommato, il fatto di essere o me-no battezzati non ci cambia di molto la vita...

Dopo il Battesimo Gesù prega (!) e, nella preghiera fa esperienza di essere abitato dallo Spirito Santo e tutti sentono la voce del Padre: "Tu sei il mio figlio bene-amato, in te mi sono compiaciuto". Tutti noi veniamo educati a meritarci di essere amati, a compiere delle co-se che ci rendono meritevoli dell'affetto altrui; sin da piccoli siamo educati ad essere buoni alunni, buoni fi-gli, buoni fidanzati, buoni sposi, buoni genitori, buoni amici, o bravo parroco... il

mondo premia le persone che riescono, che sono capaci... e s'insinua l'idea che Dio ci ama, certo, ma a certe condizioni. Dio, invece, mi dice che io sono amato bene, dall'inizio, prima di agire: Dio non mi ama perché sono buono ma - aman-domi - mi rende buono. Dio si compiace di me perché vede il capolavoro che sono, l'opera d'arte che posso diventare, la dignità di cui egli mi ha rivestito. Allora, ma solo allora, potrò guardare al percorso da fare per diventare opera d'arte, alle fatiche che mi frenano, alle fragilità che devo superare. Il cristianesi-mo è tutto qui, Dio mi ama per ciò che sono, Dio mi svela in profondità ciò che sono: bene-amato. È difficile amare "bene", l'amore è grandioso e ambiguo, può costruire e distruggere, non si tratta di adorare qualcuno, ma di amarlo "bene", renderlo autonomo, adulto, vero, consapevole. Così Dio fa con me. (Paolo Cur-taz)

17 tipiche scuse per non andare a Messa

16) Non sopporto il contatto fisico con gli sconosciuti

La Messa è la celebrazione culmine di una comunità che entra in comu-nione totale formando un solo Cor-po. Qui tutto si amalgama – corpo, anima e spirito. Tutto si unifica in Cristo, Capo del Corpo. Per questo, se vuoi evitare il contatto e ri-tieni il prossimo uno sconosciuto (e non un fratel-lo), sappi che sei nel luogo sbagliato. Qui tutto è

contatto e fratellanza. Come diceva padre Hurtado, “con il sacrificio di Cristo nasce una nuova razza, razza che sarà Cristo sulla terra fino alla fine del mondo. Gli uomini che ricevono Cristo si trasformano in Lui”. “Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me”, diceva San Paolo, e vive nel mio fratello che si comuni-ca accanto a me e in tutti noi che partecipiamo di Lui. Tutti formiamo un solo Cristo, viviamo la sua vita, realizziamo la sua missione. Siamo una nuova uma-nità, l’umanità in Cristo. Strettamente uniti, più che per il sangue della famiglia per il sangue di Cristo, e in Cristo, per Cristo, e per Cristo viviamo in questo mondo.

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Padre Byles, il sacerdote cattolico che salvò centinaia di persone sul Titanic ( sulla via della beatificazione)

La tragedia del Titanic è nota a tutti. L’affonda-mento del transatlantico britannico il 15 aprile 1912, dove morirono circa 2000 persone, è entrato nella storia come una delle più grandi tragedie in mare. Un dramma che spinse anche a riflessioni filosofiche: in pie-no positivismo, il Titanic rappresentava il frutto più maturo della scienza e della tecnologia di allora, ostentato come una nave inaffondabile, il pupillo della nuova era. Colato a picco in sole 2 ore, oltre che un’immane tragedia umana diventò anche una ferita mortale alla «presuntuosa convinzione positivistica della totale affidabilità della tecnica e della indiscussa capacità della scienza di fare della specie umana l’assoluta dominatrice della natura, facendo aprire gli occhi agli intellettuali più avveduti sui limiti del sapere tecnologico-scientifico» (R. Timossi, “L’illusione dell’ateismo”, San Paolo 2009, p. 70,71). Tra i passeggeri, quel 15 aprile, c’era anche un santo, il re-verendo cattolico Thomas Byles, 42 anni, in viaggio verso New York per presiedere al matrimonio di suo fratello. Agnes McCoy, una superstite del Titanic, ha raccontato che padre Byles stava leggendo il suo breviario quando la nave urtò con-tro l’iceberg. Tanti altri passeggeri superstiti hanno testimonia-to che il reverendo aiutò centinaia di persone a trovare delle scialuppe di salvataggio e per ben due volte rifiutò il posto sul-la scialuppa per cederla agli altri passeggeri. Desiderava consolare chi era rimasto intrappolato a bordo della nave, assolvendoli dai peccati, confortandoli

con la preghiera e impartendo loro la benedizione. Scelse di restare sulla nave, morendo assieme a loro. Le testimonianze sono state raccolte nel sito web: www.fatherbyles.com. Papa Pio X lo definì «martire per la Chiesa». In questi giorni padre Graham Smith, con il sostegno del vescovo Alan Williams della diocesi di Brentwood, ha avviato l’iter per la causa di bea-tificazione di padre Byles, che egli considera «un uomo straordinario che ha dato la sua vita per gli altri». Una storia di santità che ricorda quella del francescano polac-co padre Massimiliano Kolbe, che si offrì di prendere il posto di un padre di famiglia ebreo, destinato al bunker della fame, nel campo di concen-tramento di Auschwitz. Venne ucciso dopo due settimane di totale digiu-no, durante le quali confortò e pregò assieme ai condannati superstiti. Secondo le testimonianze, mentre l’ufficiale medico di Auschwitz si ap-prestava ad iniettarli l’acido acido fenico nelle vene, padre Kolbe lo guar-dò e gli disse: «L’odio non serve a niente, solo l’amore crea!». Le sue ultime parole, porgendo il braccio, furono:«Ave Maria». Era la vigilia della Festa dell’Assunzione di Maria.

« Quando avvenne lo scontro, usciti dalle nostre cabine per vedere cosa fosse successo, lo vedemmo lungo il corridoio, con la mano alzata. Ci disse di stare calmi, dopodiché andò a dare la benedizione e l'assolu-zione... Tutti noi fummo colpiti dal suo assoluto auto controllo. Iniziò la recita del rosario. Tutti pregava-no, senza distinzione di religione. Come chiese di pregare, tutti lo fecero, sia cattolici che non... Dopo es-sere saliti sulla scialuppa, man mano che ci allontanammo, sentivamo sempre più debole la sua voce da lontano, fino a quando potemmo riascoltarla di nuovo che recitava più forte: "Più vicino Dio mio!", men-tre le persone a lui attorno e alle sue spalle urlavano. » (Alcuni passeggeri del Titanic riguardo a padre Thomas Byles)

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Se v'interessa una

vacanza inedita in Romania

d'inverno, vi invitiamo

in uno dei posti più spetta-

colari dei Carpazi - il Lago

glaciale Balea, a 2034 metri

di altezza, nei Monti Faga-

ras. Ogni inverno, sin dal

2005, vicino a questo lago

viene costruito un Ice Hotel

- un albergo di ghiaccio ispi-

rato a quelli realizzati nei

Paesi scandinavi, in Canada

o Giappone. Si tratta di un

albergo unico in Romania e

nell’Europa sud-orientale,

dove potete passare qual-

che notte “da brivido”, dor-

mendo su un letto di ghiac-

cio o mangiando ad un ta-

volo sempre di ghiaccio, sul

quale troverete piatti, bic-

chieri e persino portaceneri

di ghiaccio. Se volete riscal-

darvi, lo potete fare al bar

dell’albergo, dove troverete

a qualsiasi ora grappa e vi-

no bollito e tante altre be-

vande calde.

L’albergo viene costrui-

to con cubi di ghiaccio por-

tati dal vicino Lago Balea,

tagliati con tecniche speciali.

Accanto all’al-

bergo viene

eretta anche

una chiesa di

ghiaccio a ca-

rattere ecu-

menico, che ha già ospitato

battesimi e matrimoni, ma

anche anche un winter

park, un parco

per gli sport

invernali, in

cui si può pat-

tinare, andare

con la slitta,

col bob o fare

snowboarding

e che è dotato

con un sistema

di illumina-

zione nottur-

na. Il parco è

aperto ai tu-

risti 24 ore

su 24. A

disposizione

dei turisti an-

che una serie

di iglù di

ghiaccio,

eretti nelle

vicinanze

dell’alber-

go.

L’albergo di ghiaccio di Ba-

lea Lac ha una sala esposi-

zioni e un ristorante, diver-

se piste da ballo e stanze

doppie con letti di ghiaccio

coperti con panneli di le-

gno, pellicce di pecora e

trapunte.

Hotel e Chiesa

di Giaccio, a 2034 mt.

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P uò essere

considera-

to come

una delle

belve più amate

dai Romani. Il

Colosseo, l’anfi-

teatro dove si

svolgevano impo-

nenti giochi gladia-

tori, è costellato di

ossa ursine, testi-

monianza di un

massacro «ludico»

di grandi dimen-

sioni. Non va di-

menticato, inoltre,

che l’orso — fra

i primi abitatori

dell’arte nelle ca-

verne preistoriche

— è stato anche una presenza abituale dell’Europa

pre-industriale: da sempre, ha camminato

e danzato per le piazze del mondo insieme agli

zingari e ai circensi.

Se nelle storie dell’Altomedioevo ha poi diviso la

scena con il lupo e il leone dei santi, in seguito

verrà «domato» e sarà la star indiscussa delle mi-

grazioni miste (da Bulgaria, Romania, Serbia),

quelle composte da animali e uomini. Diventerà

vittima di un dressage spietato, ma manterrà intat-

ta la sua identità di girovago e vagabondo a pieno

diritto, essere mutante capace di portare fra le ca-

se di contadini e poveri cenciosi i «turpia joca». Gli

orsanti in Italia, provenienti per la maggior parte

dalla zona dell’Appenino ligure-emiliano, hanno

rappresentato una tradizione importante, con in-

tere generazioni di famiglie che si sono trasmesse il

sapere degli animali. C’è anche

un Museo a loro dedicato, in

quel di Compiano (provincia di

Parma), voluto fortemente da

Maria Teresa Alpi, l’«ultima de-

gli orsanti», come si è sempre

definita lei stessa.

G irovaghi per amore e per necessità. Un me-stiere, quello dell’artista di strada, che per secoli è stato tramandato di padre in figlio,

intere famiglie della Valle del Taro e della Valle del Ceno erano famiglie di Orsanti, commedianti che emigrarono in paesi lontani suonando nelle strade e nelle fiere, esibendo scimmie, cani, uccelli, orsi e cammelli che compravano e che cercavano di fare riprodurre in casa per ottenere cuccioli facili da am-maestrare. La storia di queste famiglie girovaghe è docu-mentata dai passaporti con i timbri di regni e città lon-tane in cui per esibirsi, pena la carcerazione o l’espul-sione, dovevano mostrare l’autorizzazione a fare – si diceva allora –i ciarlatani. Gli Orsanti non erano gli unici a mettersi in viaggio. Il censimento voluto da Pier Luigi Farnese nel 1545 e l’estimo del sale del 1581 dimostrano co-me in determinati periodi dell’anno nelle case non vi fossero uomini. Capifamiglia e ragazzi lasciavano i paesi per sei, o anche otto mesi l’anno. Andavano a lavorare in Maremma o nel cremonese, attratti da sa-lari più consistenti di quelli garantiti dai possidenti parmigiani. Queste tracce per assenza vengono sostituite nel ‘600 da altri preziosi documenti, le “suppliche” di chi chiedeva di uscire dallo Stato o di rientrarvi. Tra le 2000 custodite, è stata scelta per l’esposizione la lette-ra di un mendicante che chiedeva di espatriare per potere sopravvivere e che, dicendosi zoppo, voleva portare con sé il suo cavallo. Vi è poi un uomo che mentre si trovava nei campi della Maremma venne accusato dell’omicidio del cognato e condannato per contumacia. Per rientrare a Parma supplicò le autorità, adducendo come alibi la sua vita di emigrante. Accanto agli Orsanti, ai braccianti, ai mendican-ti e ai venditori di minutaglie, vi erano altri viaggiato-ri venduti da congiunti e arruolati di forza. E’ il caso di un ragazzo della montagna il cui fratello lo cedette per entrare in possesso dell’eredità e incassare nel contempo qualche denaro dal proprietario dell’imbar-cazione: lasciò l’Appennino parmense per una galea. Come lui furono in tanti a non avere possibilità di scelta. (ste.p.)

Intere famiglie della Valle

del Taro e della Valle del

Ceno per secoli emigrarono

in paesi lontani suonando

nelle strade e nelle fiere, esi-

bendo scimmie, cani, uccelli,

orsi e cammelli. I loro passa-

porti e le suppliche degli al-

tri viaggiatori.

E venivano anche in Roma-

nia.

Gli ORSANTI Emigranti,artisti, cir-

censi e girovaghi sulle strade d’Europa

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ADESTE n°02/ ANNO 5°-10.01.2016

C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Il battesimo di Gesù è richiamo alla nostra vocazione di cristiani. Nel battesimo Dio ha manifestato la sua bontà offrendoci di vivere da figli prediletti. La fragilità e la debolezza, che segnano la nostra vita, rischiano di rendere ineffica-ce questo dono. Oggi, in ricordo del battesimo, rinnoviamo la no-stra fede e chiediamo perdono delle nostre colpe.

Breve pausa di riflessione Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto pec-cato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre ver-gine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia mi-sericordia di voi, perdoni i vostri peccati e vi conduca alla vita eter-na. A. Amen. Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà. GLORIA a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo gra-zie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Fi-glio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra sup-plica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Ge-sù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.

COLLETTA C. Padre, il tuo unico Figlio si è manifestato nella nostra carne mortale, concedi a noi, che lo ab-

biamo conosciuto come vero uo-mo, di essere interiormente rin-novati a sua immagine. Egli è Dio e vive e regna con te… A. Amen

LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura

Dal libro del profeta Isaia «Consolate, consolate il mio po-polo – dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridate-le che la sua tribolazione è com-piuta la sua colpa è scontata, per-ché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati». Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signo-re, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno acci-dentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedran-no, perché la bocca del Signore ha parlato». Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalem-me. Alza la voce, non temere; an-nuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricom-pensa lo precede. Come un pa-store egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE R. Benedici il Signore, anima mia. Sei tanto grande, Signore, mio Dio! Sei rivestito di maestà e di splendore, avvolto di luce co-me di un manto, tu che distendi i cieli come una tenda. R/. Costruisci sulle acque le tue alte dimore, fai delle nubi il tuo carro, cammini sulle ali del vento, fai dei venti i tuoi messaggeri e dei fulmini i tuoi ministri. R/. Quante sono le tue opere, Si-gnore! Le hai fatte tutte con saggez-za; la terra è piena delle tue creatu-re. Ecco il mare spazioso e vasto: là rettili e pesci senza numero, animali piccoli e grandi. R/. Tutti da te aspettano che tu dia loro cibo a tempo opportuno. Tu lo provvedi, essi lo raccolgo-no; apri la tua mano, si saziano di

beni. R/. Nascondi il tuo volto: li assa-le il terrore; togli loro il respiro: muoiono, e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della ter-ra. R/.

Seconda Lettura Dalla Lettera di San Paolo Apo-stolo a Tito Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con so-brietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stes-so per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popo-lo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone. Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua mise-ricordia, con un’acqua che rige-nera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in ab-bondanza per mezzo di Gesù Cri-sto, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia, di-ventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio

Canto al Vangelo R. Alleluia, alleluia. Viene colui che è più forte di me, disse Gio-vanni; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Alleluia. C. Il Signore sia con Voi A. E con il tuo spirito C.Dal vangelo secondo LUCA A. Gloria a te o Signore. + In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Gio-vanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva bat-tezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». Parola del Signore.

LITURGIA EUCARISTICA

LETTURE: Is 40,1-5.9-11 Sal 103 Tt 2,11-14;3,4-7 Lc 3,15-16.21-22

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ADESTE n°02/ ANNO 5°-10.01.2016

A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti)

RINNOVO DELLE PROMESSE BATTESIMALI

C.Fratelli carissimi, per mezzo del Battesimo siamo divenuti par-tecipi del mistero pasquale del Cristo, siamo stati sepolti insieme con lui nella morte, per risorgere con lui a vita nuova. Rinnoviamo le promesse del nostro Battesimo, con le quali un giorno abbiamo rinunziato a satana e alle sue ope-re e ci siamo impegnati a servire fedelmente Dio nella santa Chiesa cattolica. Rinunziate al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio? Rinunzio. Rinunziate alle seduzioni del ma-le, per non lasciarvi dominare dal peccato? Rinunzio. Rinunziate a satana, origine e cau-sa di ogni peccato? Rinunzio. Credete in Dio, Padre onnipoten-te, creatore del cielo e della ter-ra? Credo. Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nac-que da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre? Credo. Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comu-nione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della car-ne e la vita eterna? Credo. Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa e noi ci glo-riamo di professarla in Cristo Ge-sù, nostro Signore. Amen.

PREGHIERA DEI FEDELI C. Chiediamo al Signore di esse-re, come Lui, capaci di essere nel mondo senza essere del mondo. Preghiamo insieme e diciamo: Signore, facci partecipi del Tuo amore. 1. Perché ogni uomo si ricordi di essere pari ai suoi fratelli in quan-to amato da Dio. Preghiamo. 2. Perché il male non ci vinca col disgusto, ma ci sproni all’azione. Preghiamo. 3. Perché, come Giovanni, sap-piamo riconoscere i limiti della nostra testimonianza e lasciare spazio a te. Preghiamo. 4. Perché la Tua incarnazione san-tifichi definitivamente, attraverso le nostre scelte, la vita dell’uomo. Preghiamo. C. O Padre, aiutaci a ricordare che nulla nel mondo dell’uomo è stato tanto spregevole da impe-

dirti di mandarci il Tuo Figlio e che, col Tuo aiuto, tutto può esse-re trasformato. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. A. Amen

LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci dispo-niamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.

(in piedi) SULLE OFFERTE

C. Ricevi, o Padre, i doni che la Chiesa ti offre, celebrando la ma-nifestazione del Cristo tuo diletto Figlio, e trasformali per noi nel sacrificio perfetto, che ha lavato il mondo da ogni colpa. Per Cristo nostro Signore. A. Amen.

PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Nel Battesimo di Cristo al Giordano tu hai operato segni prodigiosi per manifestare il mistero del nuovo lavacro: dal cielo hai fatto udire la tua voce, perché il mondo cre-desse che il tuo Verbo era in mez-zo a noi; con lo Spirito che si po-sava su di lui come colomba hai consacrato il tuo Servo con unzio-ne sacerdotale, profetica e rega-le, perché gli uomini riconosces-sero in lui il Messia, inviato a por-tare ai poveri il lieto annunzio. E noi, uniti alle potenze dei cieli, con voce incessante proclamiamo la tua lode: Santo, Santo, Santo.

DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Si-gnore, proclamiamo la tua risurre-zione nell’attesa della tua venuta. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cri-sto, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen

C.A. P A D R E NO S T R O Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, ven-ga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i no-stri debiti come noi li rimettia-mo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma libe-raci dal male. Amen. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua mi-sericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni tur-bamento, nell'attesa che si com-pia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la po-tenza e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sem-pre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono de-gno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una pa-rola e io sarò salvato.

DOPO LA COMUNIONE C Dio misericordioso, che ci hai nutriti alla tua mensa, concedi a noi tuoi fedeli di ascoltare come discepoli il tuo Cristo, per chia-marci ed essere realmente tuoi figli. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten-te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: anda te in pace. A. Rendiamo grazie a Dio

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ADESTE n°02/ ANNO 5°-10.01.2016

Il naufragio della Costa Concor-dia è un sinistro marino tipi-co avvenuto venerdì 13 gen-naio 2012 alle 21:45:05 alla nave da cro-ciera Costa Concordia comandata da France-sco Schettino e di proprietà dellacompagnia di navigazione Costa Crociere, parte del gruppo anglo-americano Carnival Corporation & plc.

Salpata dal porto di Civitavecchia e diretta a Savona per l'ultima tappa del-la crociera «Profumo d'agrumi», nelle acque dell'Isola del Giglio la nave ha urtato uno scoglio riportando l'apertura di una falla lunga circa 70metri sul lato sinistro dell'opera viva; l'impatto ha provocato la brusca interru-zione della crociera, un forte sbandamento e il conseguente arenamento sullo scalino roccio-so del basso fondale prospiciente Punta Gab-bianara, a nord di Giglio Porto, seguito dal parziale affondamento della nave.

L'incidente ha provocato 32 morti tra i passeggeri e

l'equipaggio dellaCosta Concordia; la morte di un sommozzatore mentre era intento a col-laborare nei lavori di rimozione del relitto, av-venuta il 1º febbraio 2014, ha portato a 33 il numero delle vittime collegate all'evento. La Costa Concordia è stata la nave passegge-ri di maggior tonnellaggio mai naufragata del-la storia.

Bucarest: Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balce-scu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./fax: 021-314.18.57, don Roberto Po-limeni, Tel:0770953530 mail: [email protected]; [email protected]; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.

*°* Iasi: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione –Iasi,

Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 Mail: [email protected] Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp

*°* Cluj: Chiesa romano-cattolica dei Piari-sti. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527

Mail: [email protected] Domenica alle ore 12,00

*°* Alba Iulia: Domenica ore 11:00 nella Chie-sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262

*°* Timisoara: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi-na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:[email protected]

I SANTI DELLA

SETTIMANA

10 Domenica Battesimo del Signore

11 Lunedì s. Igino Papa

12 Martedì s. Antonio Maria Pucci

13 Mercoledì s. Ilario

14 Giovedì s. Potito

15 venerdì s. Mauro

16 Sabato s. Marcello papa

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ADESTE n°02/ ANNO 5°-10.01.2016