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LA SETTIMANA SPORTIVA

I j Esposizione automobilistica di Milano ed il premio Lombardia hanno richiamato domenica tcorsa nella capitale lombarda un numero non piccolo di forestieri. Felle manifestazioni sportive . Milanesi non staremo qui a ripetere, trovando il attore, in altra parte del giornale, ampiamente rottati i due argomenti. Se escludiamo la festa iella città lombarda, dove di questi giorni si con-centra il maggior movimento dello sport italiano, litro di molto importante non abbiamo registrato.

Contro l'esito delle regate di Cremona ha voluto congiurare questa volta Giove Pluvio ; a Milano in Concorso ippico ha riunito i migliori cavalieri lei nostro esercito ; a Firenze una Gimkana riu-ciia fu promossa a scopo di beneficenza, mentre i Bologna si ebbero due giornate di corse al trotto ; : Milano un torneo di scherma si è chiuso con una ut va vittoria del distinto campione Olivier.

Felle gare ciclistiche se ne sono effettuate in ogni incoio della penisola, ma nessuna assunse l'im-tortanza della Milano-Sanremo e della corsa « Giro Ielle antiche Provincie ».

Oggi la festa più importante del turf italiano si volgerà fra noi e precisamente all'Ippodromo dì fiiafiori, dove si correrà il Gran Premio Principe tmedeo, promosso dalla Società Torinese per le orse di cavalli. A proposito delle iniziative di quest'ultima, alla

mie la Stampa Sportiva ha offerto sempre il suo todeslo appoggio, sarà opportuno farci oggi porta-oca d'una domanda che ci viene rivolta da mol-issimi lettori. Ci si domanda infatti perchè, dopo vere con tanto coraggio bandito un programma i dieci giornate, si effettuino le corse nei giorni mali, non solo, ma si tenga chiuso l'Ippodromo ci giorni festivi. Risponderemo ai lettori che la oslra Società uniformò ogni sua decisione a tale roposito ad un atto di pura cortesia verso la con-orella Società Lombarda, la quale bandiva con-ìmporaneamente a San Siro importanti prove, li sia però permesso, sempre in merito alla que-lione, esprimere agli egregi organizzatori se non ttrebbe opportuno, pure mantenendo a 10 le giornate i eorse, suddividere in due periodi diversi lo svol-imento del programma sportivo annuale della ocietà delle corse, e cioè limitare a 7 le giornate i primavera e bandire una riunione autunnale imprendente 3 giornate. In tale maniera le corse, i quali devono, almeno per ora, costituire la festa oortiva domenicale, alla quale tutta la popola-rne torinese dovrebbe prendere parte, non ba-ando il solo concorso degli appassionati per sop-erire alle ingenti spese incontrate dalla Società, svolgerebbero nei giorni festivi con un migliore

sultato pecuniario. ìhntre giriamo questa nostra proposta agli egregi

irettori della Società delle Corse, veniamo a par-ire di un altro campo sportivo tutto opposto al-ippica, e cioè dell' automobilismo, interessandoci lecsalmente di due questioni internazionali. Anzitutto il caso Wagner ! Ne abbiamo parlato oco prima d'oggi, perchè volevamo appurare alla igliore fonte la verità vera della questione.

Diremo a priori che la con-dotta del Wagner e tanto meno quella della Fiat non deve essere punto criticata. Il sig. Farracq, il quale certamente ha sempre veduto nella grande marca ita-liana il suo maggiore concor-rente, a torto ha giudicato male l'atto della Fiat.

Il Wagner non ebbe a firmare precedentemente alla sua entrata alla Fiat alcun impegno per cor-rere il Grand Prix con una vet-tura del sig. Farracq e la Com-missione Sportiva Francese, alla quale ricorse il Farracq, non ha potuto infatti prendere alcun pro vvedimento contro il corridore Wagner.

Essendo guest' ultimo libero d'ogni impegno, trovandosi in Sicilia ed approfittando di un vuoto che si veniva facendo nel-V équipe della Fiat con la ri-nuncia alle corse per parte del dottor Aldo Weillschott, inoltrò domanda alla Fiat. Questa, esa-minata la posizione del Wagner, concludeva con lui l'impegno tanto deplorato da una parte della stampa francese.

Stando così le cose non pos-siamo approvare la condotta del Farracq. Fu questione di vera combinazione se il Wagner si offerse alla Fiat piuttosto che ad un'altra Casa, poiché i colleghi francesi con-verranno con noi che pur riconoscendo nel Wagner un corridore di primo rango, poteva la Fiat tro-vare facilmente da supplire il Weillschott con altri ottimi elementi italiani. Il signor Farracq del resto può dire che tutti i mali non vengono per nuocere, inquantochè egli ha venduto a caro prezzo in poche ore le tre vetture destinate al Grand Prix, e tutte e tre vi prenderanno parte.

la prima, acquistata dal conte di M..., sarà guidata dal noto chanffenr Hanriot : la seconda, acquistata dal conte Paul d'Arnand, sar.à condotta da Oaillois; finalmente la terza, che è stata acqui-stata dal figlio del comandante Heriot, sarà mon-tata dal suo macchinista Mario Pili.

Dolorosa impressione ha destato in tutti gli au-tomobilisti italiani la notizia del fallito concorso di turismo bandito dall'A. C. di Torino.

Dove e come ricercarne le cause ? Poi crediamo che le Case costruttrici non abbiano ben compreso a priori l'importanza di una simile garq; in se-condo luogo non vogliamo nascondere quanto pen-siamo e cioè che a detto concorso non si sia fatta quella pubblicità che era del caso.

Se una corsa presenta cento difficoltà di organiz-zazione, un concorso turistico nè presenta il triplo.

Non vogliamo qui controllare l'opera del mar-chese Ferrerò di Ventimiglia, il quale pone sempre la maggiore assiduità nell'effettuazione di un qual-siasi impegno, ma diremo soltanto che sarebbe op-portuno che in Piemonte si effettuasse nel 1907 almeno una gara automobilistica.

Alberto Clément, vittima di un accidente sul circuito del Grand Prix.

La Susa-Moncenisio, la vogliamo propria del tutto abolita, signor marchese Ferrerò ai Venti-miglia ?

GUSTAVO VERONA.

£a morte di Alberto (lemetit Venerdì, 17 corrente, Albert Clément, il figlio poco

più ohe ventenne del noto industriale francese, men-tre provava una vettura sul circuito della Seni.» In-feriore, dove avrà luogo il Gran Prix dell'A. C. di Francia, in un virage a pochi chilometri da Dieppe trovava la morte sotto la vettura rovesciataglisi ad-dosso dopo aver urtato in un banco di sabbia. IL suo amico e compagno di vettura Gauderman restò ferito anch'egli abbastanza gravemente.

Alberto Clément era abbastanza noto anche in Ita-lia. Egli era nato nel 1883, e quantunque giovanissimo aveva già partecipato a moltissime corse, nelle quali, malgrado la sua ben conosciuta abilità, non aveva mai potuto strappare il primo posto, ma si era sempre piazzato onorevolmente.

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*** A Milano le Officine Tilrkheimer per automobili e velocipedi, hanno tenuto l'annuale assemblea straor-dinaria, alia quale intervennero 21 soci, rappresen-tanti 4420 azioni delle 7500 emerse. L'assemblea, pre-sieduta dal conte Gino Durini, approvò all'unanimità le proposte variazioni allo statuto, presentate dal Consiglio. Fra le altre deliberò che « il capitale so-ciale di L. 750.000 potrà essere aumentato fino a L. 5.000.000, per semplice deliberazione del Consiglio, in una o più riprese ». Il numero dei membri dei Consiglio d'Amministrazione fu portato a nove e del sindaci a cinque.

La vettura di Clément subito dopo la disgrazia. (Fot. A. Branger - Parigi).

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Da Peckino a Par ig i i ti a r a t o

L'antica civiltà era basata sulla schiavitù; l 'uomo libero riputava scemato, anzi sciupato, il proprio prestigio dandosi alle fatiche. L'odierna civiltà, invece, ha per base il lavoro e la fratellanza umana.

Da ciò le lotte della scienza e gli immensi suoi progressi che tanta benefica influenza esercitarono sugli attuali ordinamenti sociali.

Quando i nostri padri andavano di notte a tentoni, oppure con la lanterna; e dopo, quando a questa successero i pubblici lanaJi, prima ad olio, poi a petrolio, poi a gas; quando agli informi e pesanti carri degli antichi si sostituirono le prime vetture, le prime carrozze, poi le ferrovie ed 1 tram-wavs; quando il pensiero umano non aveva altri tramiti di trasmissione che corrieri a piedi, od a cavallo, o s e g n a l i aerei, vulnera-bili dal mal tempo, o dalle nebbie, chi avrebbe mai preveduto il sorgere - quasi in un bat-ter d'occhio — di fanali a luce elettrica, di telegrafi senza filo, di automobili divoratori dello spazio? . .

Questi ed altri progressi vertiginosi delle

anche il transito pel canale di Suez avrebbe, come già quello pel Capo di Buona Speranza, destato nell'uomo l'idea di un giro incomodo e vizioso!

Eppure quel giorno venne! E venne quando il c o m p i m e n t o della transiberiana ridusse a m e n o di v e n t i «AL

sulle labbra di tutti. Qualcuno si e ritirato; iqj ne restano più di una dozzina e fra essi notiamo il principe Scipione Borghese con la consorte piiB cipessa Anna Maria, autrice dell'interessante hbt( In Asia, Charles Godard, Georges Cormier, Vieto Collignon, Auguste Pons, De Dion Bouton, baion, Duquesne, ecc.

scienze fisiche, che si riverberano su quelle mo-rali e sociali e rendonojsempre più agiata e pro-spera la civile convivenza, noi dobbiamo a quegli apostoli del lavoro — onore dell'umanità — che riunendo le loro forze si adoprarono, in ogni tempo, a perfezionarsi, istruirsi, educarsi, a lavo-rare, per procacciare a sè stessi ed agli altri ric-chezza e felicità. :

Sono tali apostoli che costituiscono la vera classe dirigente dello spirito umano, perche 1 più illuminati, e perchè senza di essi la società non potrebbe essere condotta verso il sno fine che e quello di promuovere e conciliare il maggiore utile degli individui col maggiore interesse della collettività. Questa guarda loto e li segue, mentre essi hanno a lor volta, per faro, la scienza, che suscita e guida il progresso in tutte le sue più sublimi manifestazioni.

Dopo che l'apertura del canale di Suez abbreviò, per mare, il giro del mondo e richiamò l'attenzione universale sulle glorie dell'arte egizia, araba, greca, bizantina, in-diana e cinese, svelando a maggior copia di uomini — che non pel passato — tesori di storia, antica e moderna, di popoli di-versi, di varie religioni, di costumi, di sen-timenti, di passioni a noi ignote, ravvi-vando in pari tempo i commerci e le indu-strie, chi avrebbe pensato al giorno in cui Una vettura postale di montagna sulla strada di Mongolia,

Io scalone dell'arsenale di Foutchéou.

Lucien Tignai, un concorrente francese alla Pechino Parigi.

Come si vede, tutti francesi, ad eccezione i principe Borghese, senza il quale l'Italia, e nelle prove anteriori fu sempre in lizza a disp tare la vittoria alle altre nazioni, si sarebbe quei volta sottratta e dimostrata pavida alla rischio prova. Occorre aggiungere che partecipa are alla corsa, come corrispondente del Secolo, il sigi E. Longoni di Milano; e non mancherà certo corrispondente del Mot in di Parigi, giornale e promosse la corsa.

Le vettore concorrenti, a quanto si è pot accertare sinora, proverrebbero dalle segue

Nella città di Pechino.

giorni il viaggio terrestre ola» l'eoli ino all'Italia, dal Pacifico cioè al Mediter-raneo, mentre a compiere il viaggio per mare, attraverso al canale di Suez e per Shangai, ne occorrono ancora, coi migliori piroscafi, circa trentacinque!

Ma l'uomo, fra tutti gli esseri che vivono e sentono sulla terra, non si ferma mai col proprio pensiero, ed aspirando sempre a vita più intensa prova il bisogno, innato, di ripercuo-tere la propria anima in altre migliaia di anime, attirando a sè fratelli smar-riti, già da secoli preda di supersti-zioni e di errori.

Ed ecco dalle immagini del bello, che così varie e molteplici campeg-giano nella natura, dalla ragione illu-minata dalla possibilità di sempre più abbreviare il giro del mondo, nonché dal desiderio, irrefrenabile, di cono-scere ed avvicinare plebi che vivono in regioni inesplorate, dove la razza umana non ha ancora trovato modo di uscire dallo stato selvaggio, o quasi, ecco — dico — sorgere in ani-mi generosi l'idea geniale, lu-minosa, bellissima nel campo sensibile, come in quello mo-

rale e sociale, di correre in automobile da Peckino a Parigi, attraverso a tutta l'Asia ed a tutta l 'Europa!

Chi sono questi animosi? O r a m a i i loro nomi corrono

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(nquésne), ecc. Presto avremo notizie più onere te e diffuse. Non si tratta di una corsa di velocità, ma

i resistenza, da constatarsi allo arrivo, in gni tappa. In origine la prova erasi divisata da Pa-gi a Peckino; ma poscia considerando che i stagione delle piogge, in Cina, renderebbe

Contai, un audace concorrente in triciclo.

llagevole il terreno nella seconda metà di luglio, a quale epoca è perciò preferibile non più essere marcia colà; ed inoltre, rimanendo pur sempre ibroso il percorso asiatico, in confronto a quello ropeo, si preferì affrontarlo allo esordio, con ze intatte, in omaggio al proverbio che « la wur de l'esprit fléehit, quand celle du corps aire! ». Da ciò l'inversione di Parigi-Peckino, Peckino-Parigi. n quanto all'itinerario potevasi scegliere: la del Turkestan, sabbiosa ed accidentata; o la delle carovane attraverso ai monti Aitai e

serti; o la via detta di Mukden, oppure quella K.iatha, per la Manciuria, da Peckino ad Ir-tsk. ìuest'ultima fu la prescelta, perchè è strada

Una strada di Pechino moderna. nelle loro rispettive pubblicazioni: Voyage en Sibèrie, Giappone e Siberia, ed In Asia, più sopra accennata. ( Salvo modificazioni dell'ultima ora, l'iti-nerario a partir • da Peckino, tocca Ton-gurik, Kalaton, Ourga, Kiatka, Misso-vaya, Baikal, Irkutsk Zimintbaja, Nijni Oildinsk, Kansk, Krasnoiarsk, Atcbinsk, Marùnsk, Tomsk, Kolivan, Obi, Kainsk, Omsk, Petropawlosk, Kourgan, Tchelia-binsk, ZIataonst, Birsk, Elabonga, Kazan, Alatir,Nijni Novogorod, Vladimir, Mosca, Viajma, Smolensk, Mirsh, Baranovitch, Brest, Varsavia, Posen, Berlino, Annover,-Colonia, Bruxelles, Parigi. P Come vedesi, salvo il tratto da Peckino a Kiatha, l'itinerario, fino ai Monti Urali, quasi coincide col percorso della transi-beriana, il che non toglie che vi saranno

Una stazione di vetture pubbliche trainate da corridori chinesi.

Una barca a Canton.

battuta dai servizi postali, sebbene mal tenuta e corrosa dal continuo pas-saggio di veicoli e di vetture primi-tive,Squali le |teléyhe (slitte) ed i ta-rantàss (carri a quattro ruote,f.con soffietti metallici).

Adunque e . co gli audaci, coi loro automobili, presto in viaggio attra-verso alla Cina, ai paesi transbaica-lici ed alla Siberia per l'Europa, re-gioni già specialmente illustrate da Hansteen prima, dall 'on. Dal Verme

dopo, e dalla principessa Anna Maria Borghese, appena sei anni or sono,

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\ ' UOUIHI»»';-

; WltHH s 1 <V> : •

Bpazio, di tempo e di benessere; ma è pur vere che questa prova, unica al mondo, da che furono in azione le facoltà umane, deve rendere agli ani-mosi che la compiono e per essi alla loro patria, alla società, la maggiore somma di bene pos-sibile. ,

Noi seguiremo col pensiero, col cuore, con 10 studio, giorno per giorno, ora per ora, le gioie penetranti degli arditissimi viaggiatori. Noi invi, dieremo loro la contemplazione dei meravigliosi quadri delle vaste contrade che essi altra verse-fanno, l'azzurro cielo della Siberia, le cristalline acque del Baikal e dei tanti altri numerosi corsi d'acqua e dei laghetti che incontreranno lungo la via, cui da lungi assisteranno — superbi testimoni — alte cime coperte di neve, gemelle forse net beltà alle frastagliate vette delle nostre Alpi ; ms noi ci auguriamo dal più vivo dell 'anima che tale prodigiosa corsa schiuda la via, sotto ogni aspetto, a questa semplice constatazione : « Europa ! Asia ! superbe sorelle ! ». E sia questo grido un patto d 'amore per l 'avvenire !

Poma, maggio 1907. ^ A_ ^ ^

ìfìJoi'TnUSV?

H VtHOM

A o ; K.

L'itinerario della prova turistica automobilistica Pechino-Parigi.

bella anche la parola : « Francia », antica maestra di progresso e di civiltà.

Allorché gli automobilisti, attraverso gli Urali, lussureggianti di selve e di annosi e pittoreschi ammanti di abeti, saranno giunti a Tchehabinsk — alla porta cioè di Europa — troveranno strade più praticabili ed il loro disagio diverrà minore. Ma un coro di aUgurii di tutto il mondo civile accompagna la loro titanica impresa ! E questo è già un bel prologo, un sublime incoraggiamento, perchè il loro sentimento e la loro sagacia abbiano a trionfare di tutti gli ostacoli, di tutte le diffi-coltà, non escluse quelle della mancanza di ga-rage» dove non sia più dato di leggere le solite ammonizioni del lepido Bibendum, che suonano :

Des corps gras tu protégeras Tea caoutchoues, jalousement ! Pour les caoutchoues tu craindras Lumière et chaleur, mèmement ! L'entoilage vérifieras De tes boulons, soigneusement ! L'humidité éviteras Qui provoque l'éclatement !

ed altre citazioni ben note agli chauffenrs. * * *

Ed ora: « A v a n t i ! » . La perfettibilità umana non ha confini, come non hanno confine le nostre aspirazioni, tantoché appena si consegue ciò che si desiderava, già s'intravedono nuovi ideali che richiamano e sospingono incessantemente la nostra

l l t L'interesse congiunge le società come gli indi-vidui, ma mentre quello politico e oscillante, quello commerciale è più durevole ed e tanto più forte quanto più la sfera del commercio si

^At tua lmente in questa grandissima parte del mondo , che si chiama Asia, congiunta politica-mente all 'Europa per mezzo dei paesi che dipen-dono dalla Russia, dalla Turchia, dalla German a e dall 'Inghilterra, noi non abbiamo bene avviate relazioni commerciali che con l 'Anatolia, la Siria, l ' India e la Cina; con gli altri paesi vi è già una

situazione che fa sperare di averne in seguito.

Troppo lungo sarebbe dare qui un cenno, sia pur breve, delle colonie ita-liane che esistono in Asia e che dallo avvento del-l 'auto fra gli Urali ed il Pacifico si ripromettono un s a l u t a r e afflusso di nuova vita che le renda più fiorenti e più com-patte. Sfogliando rapida-mente la « Raccolta dei rapporti diplomatici e con-solari per le colonie » , pub-blicata dal nostro Mini-stero degli affari esteri, troviamo che nel distretto di Smirne vi sono circa settemila i t a l i a n i , geno-vesi, veneti, pugliesi, li-vornesi, operai molto ap-

- il M/\l\T<lotQ un _

CICLIST11 Provve-detevi del vero Fanale " A Q U I L A 8 , ,

a raggio di 100 metri. I veri "Aquilas,, portano

l impressa | la Marca | di fianco jf e la pa-

rola "A-quilas

Arti-coli d'il-lumina -zione,

I casalin-ghi <

' chinca-glierie.

FABBRICA F.lll SANTINI - Ferrara

Esposizioni Internazionali Bruxelles 1906

G r a n d F»r ix Milano ÌOOO

Medaglia d'Oro

Aleppo ve ne sono circa quattrocento; nel di-stretto di Beirut cinquecento, la maggior parte ele-menti nati, che hanno però costituito persino un comitato della « Dante Alighieri » ; a Gerusalemme un centinaio, quasi tutti provenienti dalle province meridionali del regno ; a Trebisonda pure un cen-tinaio; a Hodeida due dozzine; in Persia una trentina fra ex militari, impiegati di commercio ed operai. L'interdizione della proprietà fondiaria agli stranieri e l 'abbondanza della mano d'opera indigena sono i motivi per cui la colonia in Persia non potè espandere e quasi tutte le imprese (mi-niere: zucchero, vetri, fiammiferi, ecc.), tentate finora da europei, fallirono sempre. Neil India, regione che per il suo passato, il presente e 1 av-venire interessa l'umanità intera, tanto sotto l 'aspetto politico quanto sotto quello economico, l'Italia non ha che circa trecento operai che la-vorano nella miniera d'oro di Kolar nel Mysore, e duecento circa fra missionari e suore, sparsi in varie località. In C i n a il maggior contingente alla nascente colonia italiana è stato dato, nell 'ultimo triennio, da militari congedati che ivi rimasero per occuparsi. Il numero degli italiani è di oltre trecento individui, compresi quelti di talune ditte e di talune case commerciali. Onde nel senso moderno della parola, il campo commerciale della Cina è per l'Italia ancora quasi nuovo, malgrado il settlements (concessione di zona di terreno) che essa ebbe e tiene in quella contrada al pari degli inglesi, francesi, tedeschi, americani, giappo-nesi, ecc. Infine quasi nulla abbiamo nel Siam ; una dozzina di connazionali contiamo in Corea ; e circa una sessantina ne sono in Giappone, per-manentemente ivi stabiliti, mentre una ventina di italiani ogni anno, va e viene dall ' impero del Sole levante, che, pur si compiace di chiamare l'Italia con l 'appellativo di : Bigiù tsu Koku e cioè : terra del bello.

Più ci compenetriamo dunque nella geniale idea di questa mondiale corsa automobilistica, e più al sentimento del p i a c e r e per la grandiosa prova, di immensa elevatezza scientifica, tecnica, mo-rale e soèiale, si associa la visione del futuro an-che per i destini commer-ciali della nostra Italia, i quali — da quanto ab-biamo sin qui esposto — non sono certo in Asia molto fiorenti e neppure molto avviat i ; per i de-stini di questa Italia, che nel l 'evo medio ebbe — specialmente con Vene-zia — il monopolio asso-luto dei t r a f f i c i indo-europei.

E' pur vero che l 'uomo cerca un bene in spe-ranza che in fatto non trova mai, che nutre de-sidera che mai si estin-t i nno. nerchè mai si ap-

"Fortior Podistico Italiano,, (Un nuovo titolo sportivo).

Un nuovo titolo sportivo! Sicuro. Chi lo istituisci e lo continuerà ad amministrare è un associa?. os benemerita del simpatico sport podistico: è lo tspoi Pedestre Genova. „

I progetti nello Sport Pedestre Genova sono senpn in breve tempo fatti compiuti. Infatti il diretto*

Signor Rota, inspiratosi da una relazione dell. Aidai Pedestre Francese, e poiché in Italia già esiste 1 Andei (km 75 in ore 14,30) .presentò un progetto con rei» tivo statuto per la fondazione del Fortior Podutw Italiano. . -,

L'Audax Pedestre Francese organizza mensilrrem una marcia ufficiale a Parigi, la promuove 14«l che fu il fondatore dell'ambito titolo e ne continui ad essere l'organizzatore-amministratore; compiliti la marcia agli arrivati viene consegnato un distu tivo ed il brevetto di marciatore scelto.

L'Audax Pedestre Francese ora è innalzato a ver istituzione nazionale, il brevetto di marciatore, scelk è una delle più ambite aspirazioni non solo dei po disti ma di tutti i cultori di altri sports.

II Fortior Podistico Italiano oggi adunque, per opei del benemerito Sport Pedestre Genova, è un fatto con niuto e la riuscita non è dubbia, data 1 attiviti la competenza dei dirigenti la forte associazion| podistica genovese.

Il titolo e diploma di Fortior Podistico Italiano t conferito a tutti coloro che in una marcia ufficiai supereranno la prova di 50 chilometri in ore non compresa una di fermata. Per le successive prò sono stabiliti altri premi in medaglie, e coloro^ avranno compiuto dieci prove avranno diritto diti giarsi di un' artistica medaglia d oro

Il Fortior avrà sede presso lo Sport Pedestre Geni e sarà retto da un presidente e da quattro segreta tutti soci dello S. P. G. A queste cariche per la nata in corso, furono eletti ì signori G. B. Rota presidente, Vottero Ernesto, Orengo Luigi, Alberta Giovanni e Frisiani Arrigo a segretari.

A Genova, e molto probabilmente in altre cu d'Italia, la prima marcia ufficiale sarà notturna avrà effettuazione il 16 giugno per festeggiare punto con la fondazione del FortiorHa data annui saria della fondazione dello Sport Pedestre Germ

Il percorso stabilito per la prova genovese è quan mai splendido: Genova-Voltri-Arenzano e ri torà

V i s i t a r © g ì 1 ì S t a n d s S 1 S t i o l i v a M o s t r o d e l P i o l o d e l l ' A u t o m o b i l e e l i M i l ^

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F t o a ^ l T > 1 ! r a t\ciò e O . - M i l a n o - Corso Genova, 9.

FA STAMPA SPORTIVA

«rtenza il 15 giugno alle 23,30, arrivo il 16 alle 8,30; iltre il distintivo in argento e smalto, diploma e tes-erà per tutti gli arrivati, sono stabiliti ricchi premi ier le squadre con maggior numero di podisti ar-cati. II distintivo del Fortior Podistico Italiano, eseguito

[allo Stabilimento M. Nelli e 0. di Firenze, è riuscito Meramente artistico.

la Stampa Sportiva, nel mentre si rallegra con lo pori Pedestre Genova per la bella e seria iniziativa,

giorno prima di salire al volante, molti incidenti — lievi o gravi — potrebbero essere evitati.

Infine — dato il guasto verificatosi durante il viaggio — è merito dello chauffeur il saperlo riparare colla maggior prontezza, o per non ritardar troppo l'ar-rivo ed evitare quindi ansie a chi attende il ritorno, o anche soltanto per togliersi prontamente da un brutto e pericoloso svolto di strada.

*** Orbene la corsa per i chauffeurs dovrebbe, nei suoi

fini, mettere in evidenza tutte quelle buone qualità le quali debbono essere il corredo intellettuale e mo-rale dell'ottimo chauffeur.

Fisso dovrebbe essere il massimo della velocità. Vario, difficile, accidentato il circuito da percor-

rersi, e ciò appunto per vedere di quali e di quante difficoltà lo chauffeur ha saputo trionfare.

Il conte Piero Fosc.ari, presidente effettivo del VII Concorso ginnastico di Venezia.

Daverio Cesare, della Forti e Liberi, di Forlì, tintore della corsa di 10 km. al Concorso di Venezia.

augura che tutte le società sportive d'Italia asse-ndino la consorella genovese organizzando sovente prove del Fortior. Bacci.

VARIETA SPORTIVE

(ita corsa per i " chauffeurs

Tutti

Alì'amioo ing. Emilio Marenoo, direttore delia Scuola Torinese per i Chauffeurs.

fervono i molteplici e varii lavori preparatori per grande corsa italiana della Coppa orio, : Parlare, quindi, in questo momento, Ila creazione, della istituzione di

nuova corsa annuale, può sem-— per lo meno — intempestivo.

i pensieri, tutte le preoccupa-, tutti gli studi, tutti gli sforzi,

Ite ìe_ energie e tutti i sacrifizi non ano in questo m o m e n t o che un lo ec! unico punto di conversione: la rga Florio.

perciò poco probabile che la mo-ta proposta di una modestissima sa nuova, possa essere raccolta da alcuno; tanto più che — anche più

— e completamente destituita autorità... sportiva è la voce del ponente. ppurè io credo che — nei suoi fini sarebbe tutt'altro che priva di im-ftacsà la corsa che io propongo; e - la corsa per i chauffeurs. *** .Prima di tutto, intendiamoci sul

Meato della parola, "ai primi giorni — agli albori — .automobilismo la parola chauffeur

Tlva a designare chiunque stesse al ante di una macchina.

in progresso di tempo — o io ingaano — il vocabolo prese un si-'heato meno generale ; ed ora esso yei per lo più, a determinare chi è l'ordini ed allo stipendio del fortu-^ gentleman possessore di una X TIP. non dico al servizio', poiché sulla ' sociale lo chauffeur, per la delica-

tezza delle sue mansioni, per l'intelligenza che deve spiegare e sopratutto per la responsabilità che gli incombe, è qualche cosa di assai più elevato del sem-plice servitore — anche se è costretto a vestire una livrea.

La corsa che io proporrei quindi che si instituisse, la gara da me immaginata, dovrebbe essere indetta soltanto tra i chauffeurs professionisti, tra quanti cioè, in questo storico e decisivo momento della evoluzione (e starei per dire rivoluzione) dei mezzi di trasporto, hanno definitivamente sostituito — a seconda dei casi — il maestoso cocchiere, il dignitoso carrozziere od anche soltanto il modesto vetturino o l'umile con-duttore di omnibus rurali, e che da questa nuovis-sima forma di attività traggono il pane dell'esistenza.

Ben inteso — dati i concorrenti speciali che a questa corsa dovrebbero partecipare — le condizioni della gara dovrebbero essere affatto diverse da quelle con-suetamente imposte per le corse solite.

Infatti, se un gentleman per spirito di avventura, per disprezzo della vita e del danaro, per quella mania di correre che è fine a sè stessa e che potrebbe anche definirsi... spaziofobia, se — insomma — anche per semplice storditaggine può lanciare la sua 80 HP ad una velocità di cento chilometri all'ora e non preoc-cuparsi, nella corsa pazza, dei cani che può schiac-ciare, dei paracarri che può divellere, e dei pericoli cui può andare incontro, per sè, o anche soltanto per la sua macchina, uno chauffeur invece deve sempre ed assolutamente regolarsi in tutt'altro modo.

La follia del correre, la mania di divorar lo spazio ad ogni costo l'ebbrezza insomma che colpisce chiunque segga ad un volante, non lo deve toccare.

Alla sua onestà ed all'equilibrio della sua mente sono spesso affidati dei bambini e delle signore.

E' quindi dovere per lui di mantenere il massimo sangue freddo, di non cedere a nessuna delle mille tentazioni che spesso seducono lo chauffeur.

Ma vi è di più e di meglio. L'automobile, come tutte le macchine — e come la

stessa macchina umana — non sempre cessa di fun-zionare perfettamente per un guasto repentino.

Questo guasto talora si produce lentamente, quasi impercettibilmente.

Sta quindi al macchinista, come allo chauffeur, come al medico previdente, il saperne prevenire in tempo la conseguenza violenta e finale, il oorrere, insomma, al rimedio anticipatamente.

Se questo esame attento, coscienzioso, intelligente dell'automobile fosse — dallo chauffeur — fatto ogni

Avv. Mario Nicola, del Club Sport Audace, di To-rino, vincitore della corsa del chilometro al Con-corso ginnastico di Venezia.

Ed ogni più piccolo incidente di viaggio dovrebbe pesare sulla bilancia, nel giudizio finale, a tutto ca-rico dello chauffeur; poiché è inteso appunto che in questa gara il concorrente dovrebbe esplicare tutte quante le sue doti : dalla preveggenza alla prudenza, dalla più perfetta conoscenza tecnica della sua mac-china al più grande sangue freddo, dalla massima sveltezza nel riparare un possibile guasto alla sua macchina, alla più sicura virtuosità nel saperla gui-dare.

Certo è questa una gara di non facile organizza-zione, poiché ogni concorrente dovrebbe, a ragion di termine, aver seco almeno un membro della giuria.

E neppure spedita e facile potrebbe essere la clas-sificazione — per merito — dei corridori.

Ma sarebbe una gara di eccezionale importanza per le sue finalità vicine e lontane. E servirebbe non solo a provvedere i vincitori di un ambito titolo, di nn

documento utilissimo nella loro qualità di professionisti; ma servirebbe altresì a promuovere l'elevamento intellettuale e morale di tutti i chauffeurs.

ORESTE F A S 0 L 0 .

COSE LIETE Di questi giorni, hanno avuto luogo

a Milano le nozze Fraschini-Bianchi. Vincenzo Fraschini, l'intelligente ed

attivo industriale milanese, ha sposato la gentile signorina Dolinda Bianchi, figlia al noto industriale Edoardo Bianchi. Alla giovane coppia, la Stampa Sportiva invia i migliori augurii.

Il rag. Arturo Mercanti, segretario generale del Touring Club Italiano, è stato nominato cavaliere della Corona d'Italia. All'amico, al modesto ed in-telligente lavoratore giungano gradite le sincere congratulazioni della reda-zione della Stampa Sportiva.

Al segretario della Mostra del ciclo e dell'automobile di Milano, Achille Fusi, nome troppo noto nel mondo industriale e commerciale per ricor-darne i meriti, esprimiamo pure le nostre più vive felicitazioni per la re-cente nomina a cavaliere della Corona d'Italia.

Concorso ginnastico di Venezia. Società Ginnastica Pro Italia di Spezia. - Squadra tamburi diretta dal veterano sig. Perazzi.

L'abbonamento alla STAMPA SPORTIVA

costa L. 5 •

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Vermouth, di Francois Blot, vincitore del premio delle scuole.

Società Anonima

Ibérie, montatoda Godchau. capitano istruttore della scuo-ia di Fontainebleau.

essere il sicuro outsi-non fu un mo-

mento in eorsa. Nello stesso giorno

Gostaco, il fortunato vincitore d e l « Pre-mio dei Parioli » , vin-c e v a facilmente il .. Premio Seveso » , handicap ascendente su 1000 metri. La sua vittoria, per quanto avesse il topweight, in un campo mode-sto era preveduta.

Il « Premio dei Co-

La 6" giornata si è inaugurata con due maràl' vinti rispettivamente da Sansovino sn Cerro 8 Liberio contro San Siro. Poi nelle altre core campi sono ridiventati numerosi e lo sport e subito fatto interessante. . „ ,

Una corsa a vendere, il « Premio Cassano » W veva segnare la prima vittoria per la scuter» francese del signor E. Cammas con Petit Ami, « tre anni di un modello molto comune con del» estremità tutt'altro che soddisfacenti. M e s s o s i w testa alla partenza, ha potuto regolare a suo ta-lento l'andatura precedendo il gruppo di quatiu lunghezze, senza che gli altri pensassero che, finire di 2800 metri, quelle quattro lunghezze co; peso leggiero che il cavallo di Cammas portai difficilmente sarebbero state r iprese; questo eia perchè Tama, relegata all 'ultimo posto dopo U metri, era ancora trattenuto dal suo fantino. « Ami, all'asta per 2000 lire, non trovò neppure tu» offerta. ...

UlelVhandicap « Premio della Cagnola » Rosee ed Eridano erano i preferiti, logicamente; nia»

Q Q ^ TOglflO H Via Ormea, 34 S e r v i z i o e l i O a r a g e ^ , F a L b r l e b e , P e r > o s » i t * , e o o .

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Note d'Ippica Sette giorni prima che il « G r a n Premio del

Commercio » venisse disputato, io concludevo alcune mie brevi note su la Stampa Sportiva ac-cordando le mie preferenze a Pioniere. Il modo con cui egli aveva vinto otto giorni prima il « Premio Vettabbia » lo raccomandava nettamente di fronte agli altri tre anni importati e maggior-

Senza il fatale incidente occorso a Boleslas, noi avremmo ritrovato all'arrivo anche il cinque anni che si avvicinava al gruppo di testa in una se-dueeurissima azione, e sarebbe venuto a confer-mare l'eccellentissima forma.

La corsa di Ipsus è stata una sorpresa per quanti non ricordavano di lui che una corsa tut-t'altro che notevole, in modesta compagnia.

Nel campo dei cavalli nati in Italia, Caroliteli era il solo che non portasse sopracanchi : esso ha

scritti » , che è servito a far debuttare sulla pis di Milano i prodotti della generazione 1905, ha riunito un lotto dei più seducenti. La vittoria restò a Butterfly, sorella uterina di Caronte II, partita ad un ottimo segnale con ai fianchi OaS Twin, che, al pari di tutti i prodotti di OakUai possiede il veloce scatto in partenza e una buona velocità. Dietro alle due femmine seguiva Brm fratello pieno del vincitore del « Derby » ® F simpatico di linee. Agli ultimi posti finiva Kti-tola il primo prodotto della popolar e Tarantella

La corsa di siepi, « P r e m i o della Martesana riunì quattro soii partenti. La Tutoria spetto a migliore di essi, a Desert, che il signor Bai san montava egregiamente.

Del ritorno non vale la pena di parlarne; quia Milano non fu all'altezza di quelli di Napol di Roma, di Torino ; adesso poi, finite le corse, le au-tomobili hanno detronizzato i tiri a quattro ed esse in un baleno trasportano affrettatamente, per vie diverse, le personalità ippiche; dell'antico splendore non restano che due fìtte ale di popolo curioso che si schiera più per ricordare che per l 'illusione di ammirare qualche cosa d interes-sante.

Il capitano Vermont, vincitore del cara;

Déaespoir, del signor Pierre Chevalier. - Premio straordinario cavalli di sella, settima serie.

mente contro i tre anni indigeni che, salve poche eccezioni, si trovavan tutti a rendergli qualche chi ogramma. Quantunque non fosse, la maggior parte del pubblico ritenne la corsa molto aperta, mentre a mio avviso essa era soltanto indecisa fra Pioniere e Boleslas, i due rappresentanti meglio quotati della Scuderia Sir Rholand. Il primo era ritenuto dalla scuderia un ottimo eavallo ed aveva nelle esibizioni pubbliche a due e a tre anni di che per esserlo realmente: il secondo sembrava aver ritrovato la forma che gli fece vincere il « Gran Premio Ambros iano» , e g l i accordava una dionee la facile vittoria nel « Premio Olona » sulla iden-tica distanza del « Commercio ». Io non riesco a comprendere per quali ragioni Olivo e Belbuc con 50 kg. e Savello con 48 kg. potessero aver pre-tese di batter Pioniere a 46.

potuto finire al terzo posto davanti a Bridge non certamente sostenuto nel finish quanto lo tu Ca-ronte II: ad ogni modo per il figlio di Arconte e Punchinette questa corsa è stata quasi una ria-bilitazione dei continui insuccessi, ed ha dimo-strato di possedere quel fondo che parecchi asso-lutamente gli volevano negare. Navette Uopo 2400 m. era finito, Belbuc non aveva trovato ter-reno adatto e Olivo, che a detta di molti doveva

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JP° due giorni di pioggia intensa e con Mattinata sempre minacciosa non si po-8perare che la pioggia risparmiasse nel

er;ggio l'interessante riunione del « Pre-ai Lombardia ». '" fa una giornata magnifica, ma almeno "spirmiato il tedio della pioggia, terreno era più viscido clie realmente

à W -v ?

Meilhards, di Albert Boyron, premio straordinario di cavalli da sella, sesta classe.

TRIONFA OVUNQUE SU PISTA ED IN STRADA RIUNIONE PRIMAVERILE - Campo Sportivo Torinese - Categoria lj'2 l itro: Arriva 1° splendidamente Rava Agostino in 10"

Categoria 1[3 litro: Arriva 2° Bonasso Ortensio, Record del Km. PRIMUS ti Pneumatici Mlohelln. ooti Motooioletta

Fabbrica Italiana Motori PRIMUS - TORINO, Via Piazzi, 3.

l'armi. - Concorso ippico di Parigi.

Ha partenza Vulcano e Crivella dimostrarono superiorità sugli altri. Dapprima la vittoria ap-iva dovesse restare a Crivella, ma alla distanza

flcano, sotto la frusta, si staccò facilmente, sei rimasti iscritti scesero in campo nel « Premio

ags », nel quale Ohiaramonte divideva con lamon i favori degli scommettitori. Ohiaramonte

62 kg., scattò via in partenza seguito da Bu-ia, mentre gli altri disorientati dalla andatura, està volta veramente micidiale, si sgranavano tro ai leaders. In curva questi precedevano gli ti di circa cinque lunghezze; ma in dirittura giada dopo 1200 m. era pressoché fi-

e il suo fantino aveva già alzato la a. Telamon si attaccava alla cinque di Razza Volta e ne aveva presto

Pone, ma non poteva disturbare Chia-tonte, al quale la velocità, se lo aveva isi finito, gli aveva però procurato un itaggio che gli assicurò la vittoria, fa gli otto cavalli disputanti la còrsa rendere « Premio Cremona » Cassandra

i vinto facilmente se a duecento metri i'ar ivo, quando già era in testa, non avesse ito un paletto dello steccato e non avesse odi cartato violentemente a sinistra dan-nando tutti gli avversari all'infuori di lane che, quantunque finita, grazie all'in-;Dte potè vincere la corsa. «II'handicap « Premio del Naviglio », corsa jrepi Desert non fece fatica a sbarazzarsi nfa-ite, l'unico concorrente che lo potesse 'Ubare; in quanto agli altri Longjumeau

Muto più il cavallo dell'anno scorso, Le «a outra non ha il fondo nè la sicurezza osticelo e Binroe, che ha condotto per Metri, ha ceduto appena l'andatura è di-

lata sostenuta. Essa salta però bene, e Marni debba far meglio sui grossi ostacoli.

pesante, cosicché molti cavalli non poterono met-tersi in azione.

Ayrbel, favoritissimo nel « Premio dei Gentle-men », non si distendeva in quel terreno al pari di Mon Lue e Blue Boy, pei quali la partita era già persa fin dai primi metri. Sansovino, che debnttava in siepi, lasciò far l'andatura da Ayrbel per unirsi a lui nell'ul-tima dirittura.

All'ultima siepe, saltata contempo-raneamente, al ca-pitano Ceresole si ruppe una staffa e cadendo facilitò il còmpito di Sanso-vino. Gli altri se-guivano a 200 m. Il capitano Cere-sole, trasportato a braccia, non ripor-tò, fortunatamente, che una lieve di-storsione al ginoc-chio.

Il « Premio Vez-zo! a » riservato ai prodotti di fattrici nate in Italia fu la c o n f e r m a d e l l a buona corsa fornita da Oak Twig, do-menica scorsa nel « Premio dei Co-scritti ». Ad u n a incollatura da essa finiva Vespina che di altrettanto pre-cedeva la compagna di scuderia Gigina, due prodotti dell'alle-vamento di Ombriano del la Razza Alchina. Vespina avrebbe potuto vincere la corsa se fosse stata sollecitata un po' prima.

Una grossa sorpresa la doveva offrire il « Premio Pordenone », riservato ai prodotti nati in Italia nel 1905 da fattrici importate. Sulla lontana forma di Boma Trumpeter era installato favorito, non essendovi fra gli inediti una preferenza.

Eccettuato Montebello, al quale giovava l'esser fratello uterino di Massena e la monta di Spencer, gli altri erano trascurati. Trumpeter condusse la corsa per 500 metri, poi il gruppo si restrinse e mentre Trumpeter e Montebello cedevano, Gra-ziella si portò allo steccato, ma essa veniva at-

taccata da Veronesa, da Qui Vive e infine da Guido, che al largo, proprio sul palo, si assicurava una corta incollatura su Graziella che di poco più precedeva Crown Princess.

Carmen, di Blaudin, Premio straordinario cavalli da sella, quinta classe.

Il « Premio LampUgnano », corsa a vendere handicap ascendente di 1600 m., ha invertito l'e-sito delVhandicap « Premio della Cagnola » cor-sosi giovedì, nel quale Vulcano con mezzo kg. più di Crivella vinceva di due lunghezze. Domenica invece Crivella, trovandosi anche per la monta dell'allievo a quattro chili dal figlio di Melanion e Yillafranca, si staccava facilmente alla distanza. Dietro a loro, molto lontani erano gli altri che

n o n disturbarono inni i due leaders.

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LA STAMPA SPORTIVA 13

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le corse all' ippodromo di Mirafiori. usiate alla quarta giornata.

Il Re del Siam, con i Duchi di Genova, (Fot. conte Dromo di Ternengo).

L'attesa per il « Premio di Lombardia » era ivi sima. Il terreno pesante contribuiva a met-ere dell'incertezza nel betting, che da qualche (orno parteggiava per Ipsus, seguito da Bridge lei favori del pubblico e dei pronostici. La partenza è stata ritardata dalia rottura dei

lastri: al segnale il gruppo era abbastanza ben incito: alla testa apparve subito San Siro seguito

Confucio, Ipsus e poi Liberio, Acacia, Bridge, [uck Parvani e Belbuc, il quale dopo 600 metri on era ancora nella sua azione. Alla prima curva fon Siro cede e Confucio è in testa seguito a na lunghezza da Liberio. Alla dirittura opposta [l'arrivo Belbuch fa il suo sforzo e galoppa in una ìagnifica azione, Ipsus è scomparso ed è con luck Parvani alla retroguardia. All'entrata dell 'ultima curva Confucio all 'estremo

elle sue risorse è attaccato da Liberio che ha fianchi Belbuc seguito da Bridge, Acacia e San

irò vicini. A metà curva Liberio è in testa, Con-cio ha ceduto. Sulla retta d'arrivo Bridge, San irò, Acacia e Belbuc insegnono il puledro del rincipe Doria, il quale però può vincere senza •oppa difficoltà. Negli ultimi cento metri Bridge libera di Acacia che precede Belbuc di una

inghezza e mezza. Vicinissimo è San Siro, poi onfuoio, JCuck Parvani e ultimo il favorito Ipsus. iberio ha vinto ottimamente: messosi in ottima osizione alia partenza, esso ha seguito l 'andatura olto facilmente e Childs l'ha montato senza al-ma preoccupazione, passando al comando quando onfucio era finito. Ipsus ha dimostrato di non ovarsi a suo agio nel terreno così molle e Belbuc, gre come il padre, pareva da principio non ilesse impiegarsi e nelle nltime centinaja di letrì non era più nell'azione, che, nella dirittura •posta e in poche folate l 'aveva portato dall 'ul-mo al terzo posto.

Bridge che è finito al secondo posto, ha fatto ia (orsa molto onorevole : Acacia deve il terzo sto al lieve peso e alle speciali attitudini al rreno pesante. Buona la corsa di Confucio. In lanto a Kuclc Parvani non fu mai in corsa. Con Picardie i colori del principe Doria racco-ievano il terzo successo nella giornata. La figlia Vclasquez vinceva facilmente il « Premio Caso-

't® » nel quale Petit Ami aveva fatto tutta l 'an-itui a. Faceva la sua prima corsa a quattro anni vincitore del Lombardia 1906 e del Gran Premio 1 Sempione, Bicordo, il quale raccoglieva molte wpatie essendo note le attitudini a galoppare 1 terreno pesante. Il cavallo che ha bisogno icora di qualche galoppo finì quarto, dopo Desert, 'vanti a King David, l 'utilissimo cinque anni >1 s gnor Donati. Chiude la magnifica giornata sportiva lo steeple-tse handicap « P r e m i o Castel lazzo» di 4500 metri, so ancor più severo dallo stato del terreno.

II favorito Ter-—• ABhgL Itee»^ 9 a rible Turk non cor-

rispose all 'aspet-t a t i v a p e r c h è dopo 4000 metri cedette. La corsa fu per W and ering Minstrel, un vec-chio castrone che Bnrns ha allenato

—.«..link un*.!...» - J e montato a l l a

perfezione. Oasiopea fece tutta l'andatura, ma, dopo l 'ultimo ostacolo, non potè resistere a WanderingMin-strel. Caton II trovò troppo lungo il percorso e Frus-quino, acquistato dal si-gnor Max de Rosa, con kg. 79 ' / j non potè seguire l'andatura.

Milano, 20 maggio. acr.

IL CONCORSO IPPICO DI PARIGI

Il risultato del concorso ippico che è terminato a Parigi può suggerire molte considerazioni, prima di tutte, quella dell'influenza che simili prove possono esercitare sull'allevamento delle razze. Mi riservo di trattare quest' argomento che oggi mi è vietato da imprescindibili ragioni di spazio e limiterò per ora

il mio compito a ricordare i risultati di questo concorso.

La prova sulla strada fu favorita da un tempo superbo. Si sa ch'essa comporta sessanta chilo-metri, i quali vengono disputati ogni anno sul medesimo percorso: Bosco di Bonlogne, Vau-cresson, Eocqnencourt, Foresta di Marly, Mala-drerie e ritorno.

Quest'anno la più grande latitudine era lasciata ai concorrenti e ciascuno poteva camminare a suo piacere, purché non sorpassasse il limite di 3 ore e 45', calcolato sulla media di 16 chilometri al-l'ora. Infatti tutti i concorrenti sono arrivati nel termine fissato; nno di essi, il luogotenente Coubert con 27 minuti di anticipo sull'orario.

Se la prova di strada era stata disputata con un sole veramente estivo, quella di steeple, a Vin-cennes, trovò invece un tempo grigio e minac-cioso.

Questo esperimento comprendeva nn percorso di 4000 metri, con 94 ostacoli, che doveva essere coperto in 9 minuti.

Tutti i concorrenti si portarono a maraviglia. Il luogotenente Mac Carthy del 1° reggimento corazzieri, montando Duroc, tenne il record dei... capitomboli. Caduto alla riviera, rimontò in sella e con meravigliosa energia riuscì col suo cavallo a compiere tutto il percorso, benché fosse nova-mente balzato di sella, durante qualche salto.

L 'ult ima prova in'fine fu disputata al Grand Palais. I concorrenti parvero migliori dell 'anno scorso.

Due ufficiali superiori partecipavano al cam-pionato : il colonnello Varin del 7° dragoni e il tenente colonnello Joubert, del 16° cacciatori. Entrambi nella prova furono vittime degli scarti improvvisi dei loro cavalli e caddero. Il colon-nello Varin montava Zaccar. Balzato di sella al salto d'una staccionata, risalì in groppa, ma al

salto d e l l ' o p e n d i t c h ^iVm— ricevette un colpo di testa in piene viso e / > a f s i Y ' ^ ^ f c X continuò il percorso jQ* - f t j * V d ' ^ ^ ^ t e X perdendo sangue. I l tenente c o l o n n e l l o I U / L Joubert dopo la pri- p» fiSffif ^ ^ & t ' ì f M k , ma caduta abbandonò I ' ^ j ^ c f ^ ^ C Z B K ^ ] la corsa, vedendo per V vwéwgIfIiS^iCM Ini perduta ogni p io - \ babilità d'essere clas- \

Il cap. Virmout, del 35° artiglieria, il quale montava Larve, fu il vincitore del campionato.

Con la stessa giumenta l 'anno scorso il Virmout conseguiva il terzo posto nella prova di Parigi, il primo premio nel campionato internazionale di Bruxelles e in quello d 'Alta Scuola.

Larve è figlia d'una giumenta mezzo sangue, Fleur de mai, e d'uno stallone pnro-sangue As-suerus (da Arcale e Petit- Caporal), che mostrò buone qualità in corsa, sotto i colori di Edmondo Blanc e di Edoardo Veil Picard. Di mezza corpo-ratura, ma ben fatto e pieno di generosità, As-suerus rispondeva assai ai tipo dello stallone di incrocio. Sua figlia Larve ne è la prova più convincente.

Il secondo e il terzo posto furono vinti que-st'anno da puri-sangue: Fminence di Dutech, ca-pitano nel 12° cacciatori e Lady Brand del te-nente d 'Abzac. Il quarto premio toccò a Cromback, tenente del 9° corazzieri, che montava Lucques, giumenta di mezzo-sangue.

Quanto al concorso detto dei cavalli da sella, il premio straordinario fa dato a Désespoir, di 4 anni, appartenente al signor Pacaud. Ben fatto, con buona incollatura, energico, Désespoir è un cavallo a cui non si possono muovere molti ap-punti.

Il primo premio della 1" divisione fu conferito a Fgaux, grazioso cavallo anglo-arabo, nato ed allevato nella scuderia del signor Belabre.

Il primo premio della 2a divisione toccò a Baron, cavallo baio-scuro, di ottime qualità e di molta eleganza.

Meilhard, del signor Deplacer vinse il premio straordinario nella seconda divisione della terza categoria. Leggero, ben formato e di grazioso portamento Meilhard può essere una eccellente cavalcatura da signora.

Altri premi furono vinti da Dépéche e da Carmen: la prima è una bella giumenta dal mantello baio-scuro, di andatura assai regolare; la seconda è una giumenta baia, seria e distinta, da cui si pos-sono ottenere ottimi risultati.

Fille de Béve ha ottenuto poi il primo premio fra i cavalli da 5 a 6 anni. Tutto sommato i ri-sultati di quest'anno furono migliori di quelli ottenuti nelle prove precedenti. Gentleman.

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ATTRAVERSO L'ESPOSIZIONE La cerimonia inangnrale.

I duchi di Genova giungendo all'Esposizione furono ricevuti ed ossequiati dalla presidenza dell'Esposizione con a capo il conte Febo Borromeo, dal sindaco di Milano sen. Ponti, dal prefetto sen. Alfazio, dall'ono-revole Crespi, presidente dell'Automobile Club mila-nese, dal signor Berteaux in rappresentanza dell'Au-tomobile Club di Francia, dai generali Fecia di Cos-sato e Majnoni d'Intignano, ecc.

II Comitato esecutivo dell'Esposizione si trova al completo :

Presidente: Borromeo conte Febo; Vice-Presidenti'. Dal Pozzo nobile Fazio; Fabbre cav. Pietro; Segre-tario generale : Fusi cav. Achille; Membri del Consiglio : Bianchi Edoardo; Crespi onor. comm. Silvio; Gua-stalla cav. dott. Gildo; Isotta avv, Cesare; Johnson

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LA MOSTRA DEL CICLO E DELL'AUTOMOBILE d i M i l a n o .

Alle 10,15, con una puntualità veramente sor-prendente, scendiamo dal treno diretto di Torino alla stazione di Milano.

Una giornataccia ci ha voluto regalare Giove pluvio, ma poco importa. Tutto è pronto, tutto Bi è ultimato ugualmente ed a tempo, per cui, quando la fanfara reale annuncia l'arrivo dei piiclii di Genova, la Mostra del Ciclo e dell 'Au-tomobile si presenta al completo. Di solito si fauno le inaugurazioni di esposizioni ancora semi-vuote; a Milano tutto c|ò questa volta non si lai lenta e noi ne troviamo" la spiegazione nel 'atto che ogni addobbo della Mostra del Ciclo e leti* Automobile venne eseguito a cura del Co-ni rato.

Quindi nessun stand, nessun trofeo, nessun arco ri mfale, nessun bronzo, nessuna statua ammira 1 Agitatore.

TI più piccolo industriale come il più grande, ^ sentano, in uu medesimo ambiente, i loro pro-loiti. Gli automobili, le mostre di gomme e di ice assol i, le biciclette sono raggruppate in tre Ih erse gallerie, ampie, spaziose, piene di luce, leganti. La Mostra di Milano, secondo noi, non vuole

jai igonarsi al solito Salon invernale dell'auto-nomie, ma ad un'esposizione elegante che motiva n jrimaverà, e cioè alla vigilia delle grandi corse i prove turistiche, una riunione degli automobi-ist italiani nell'alta Italia. A Milano essi vanno infatti non certo per pren-

lere visione delle novità tecniche, ma tutt'al più icr farvi qualche nuovo acquisto. Quella di Mi-mo è del resto una fiera automobilistica ben inscita. Le case costruttrici non vi prendono parte di-

ettaraente, ma sono tutte rappresentate dai lóro genti. Infatti 199 sono le ditte espositrici. Intesa ome fiera, lo ripetiamo, l'Esposizione di Milano rova forse ragione di esistere ed i suoi promo-rri organizzandola, hanno, ad onor del vero, dato rova di sapere fare ogni cosa assai bene. I com-ìercianti milanesi reclamavano questo nuovo ge-ere di mostra-reclame allo scopo di attirare mag-iormente nella capitale lombarda non tanto industriale, il tecnico inventore, quanto l'auto-lobilista, il ricco signore, il compratore. Diversamente considerata, l'Esposizione di Mi-no non troverebbe ragione di essere. Come mezzo di propaganda commerciale e spor-va, essa si svolge in un'epoca propizia e special-ente quest'anno in cui a Milano si è concentrato

il grande movimento sportivo con l'organiz-zazione da parte dell'A. C. Lombardo della du-plice corsa bresciana, essa riesce di utilità non indifferente per tutti.

Noi siamo sempre stati dei resto del pa-rere che un'esposizione annuale in Italia ba-stasse.

I milanesi non con-divisero questa nostra opinione, ma intesero una seconda mostra tutta diversa da quella di Torino e provoca-rono più che altro una seconda riunione degli industriali italiani nel-la loro città. La nuova iniziativa dei milanesi aveva in ogni modo un movente buono e cioè quello di riaffer-mare sempre più i le-gami di relazione fra gli industriali e ^com-mercianti delle due fiorenti regioni italia-ne.

E ci pare che i pro-motori della mostra possano oggi essere contenti di ogni risul-tato.

GUSTAVO VERONA.

Incontro del Duca dì Genova col sindaco marchese Ponti.

Oli stands. Le Ditte espositrici sono 199. Esse hanno trovato

ospitalità nei settemila metri dì gallerie'coperte sui 30.000 mq. che costituiscono l'insieme della Mostra.

Il Duca di Genova ed il Principe Ferdinando visitano VEsposizione dopo i discorsi inaugurali.

comm. Federico; Pirelli dott. Alberto; Turrinelli in-gegner Gino; Zanardini Emilio; Weillschott dottor Aldo.

Il conte Febo Borromeo, presidente del Comitato esecutivo, prende per primo la parola e fatto un inno all'industria dell'automobile spiega quanto si è pro-posto di fare il Comitato milanese.

Al conte Borromeo segue il sindaco sen. Ponti, che manda un reverente saluto al Re, cosi illustre amico dell'automobilismo. Ricorda l'onorevole Ponti lo svi-luppo delle industrie automobilistiche e il loro bril-lante svolgimento, cosi favorevole al progresso gene-rale del paese, oltre che fonte di diletto e di sanità.

Il prefetto Alfazio porta alla Mostra il saluto del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro di agricoltura e constata la bellezza e l'utilità della Mostra di Milano.

La Mostra. All'Esposizione vi sono adibiti quegli edifici della

Mostra d'arte decorativa eretti nell'agosto 1906, dopo l'incendio, e che sfidarono bene i rigori dell'inverno. Le gallerie furono trasformate in modo da renderle più spaziose facilitando il passaggio dalle une alle altre.

Nell'interno si distribuirono, oltre a un centinaio di lampade ad arco, festoni di lampadine ad incan-descenza che attraversando le gallerie vi si incro-ciano.

Sulla torre Stigler che si trova proprio di fronte alla Mostra è stata posta una lampada di 60 ampères con un-proiettore che getterà fasci di luce sulla città e sul paroC. .

Parecchi locaii f'ilFGAp adibiti al servizio postale e telegrafico; altri alla trattazione degli affari, con un ufficio di copisti, stenografi, dattilografi, altri ài ri-storante. Nel pomeriggio punto di ritrovo sarà il Tea Boom Caritas, e tanto di giorno come di sera, preste-ranno servizio le bande musicali, prima fra tutte quella di città di Sant'Angelo degli Abruzzi, che nella passata Esposizione raccolse i plausi generali.

In giorni speciali verranno distribuiti ai ragazzi graziosi ed eleganti automobili giocattoli ed ogni vi-sitatore avrà diritto ad un biglietto per concorrere all'estrazione di ricchi premi, quali una bicicletta, una motocicletta ed una magnifica automobile prov-vista di tutto l'occorrente. I benefici di questa lot-teria saranno devoluti all'Ospedale dei bambini ed al Pio Istituto Oftalmico.

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Rtre le Case costruttrici di chàssis di Milano, Torino, Jenova, Firenze, Roma, Napoli e dell'estero, espon-gono numerose Ditte fabbricanti di vetture, cerchioni, 'anali e simili accessori. Degli espositori italiani 82 lono di ^Milano, 20 di Torino, 2 di Bergamo, 4 di Jrescia, 5 di Busto Arsizio e di Legnano, ecc. Gli spositori esteri sono per la maggior parte'francesi, ien 32, 18 tra tedeschi e svizzeri, 7 inglesi e 4 belga.

Il conte Febo Borromeo, presidente del Comitato dell'Esposizione di Milano.

Nel 1905 gli espositori furono 130. Come si è detto, itti_ gli stands si assomigliano, tranne quelli del 'ouring e dell 'Automobile Club, perchè essi non hanno n carattere di competizione industriale. Par la fortunata posizione, e per la nota di deco-zione che si stacca da quella di tutti gli altri, è ipratutto in evidenza lo stand del Touring Club aliano. Lo standIsi trova nel mezzo della parete sntrale del salone di categoria^, e forma una vasta la di fronte al braccio di galleria che dal salone ntrale A conduce al giardino della Mostra. L'Automobile Club, la fiorente associazione auto-obilistica milanese, ha uno sland grandioso e deco-to riccamente in stile empire, nel salone centrale di .tegoria A. Oltre ad una interessantissima raccolta fotografie relative alle manifestazioni passate del

nb — manifestazioni che si sono sempre riassunte successi oltremodo lusinghieri per la benemerita

soeiazione — il Club espone le coppe ed i premi di tissimo valore destinati per le manifestazioni del rrente anno: prima fra tutte la corsa del circuito : Brescia (1-2 settembre). Nel suo stand, il Club riss-ime tutti i varii aspetti della sua complessa organiz-zane, intesa sia all'incremento dello sport e dei-industria automobilistica, sia alla tutela degli teressi generali degli automobilisti. Poiché la Mostra possiede un vasto, caratteristico [Ione, il quale viene a formare quasi un atrio d'ac-|sso, il Comitato ha pensato di esporvi le macchine orlatrici nella corsa per la Targa Florio di que-anno.

- ' IMPRESSIONE DEL TECNICO le. salone dei ricevimenti, al posto d'onore, sono vetture trionfatrici nella recente corsa per la Targa ino: al centro la Fiat di Nazzaro, prima arrivata al ro cimento, agli angoli l'Itala di Fabry, la Fiat di noia, V Itala di Cagno e la Lorraine Diétrich di Daray, tanto validamente ha contesa la palma alle vet-; italiane. linanzi alle potenti vetture, dalle linee semplici, ioniche, robuste, i visitatori si fermano forse più altrove, ad osservare, ammirare, confrontare, per-

dendosi sempre più che le nostre case non solo hanno nulla da invidiare alle maggiori estere,

possono insegnare qualcosa a tutti, lù innanzi, nel salone centrale, la Isotta-Fraschii.i a Bianchi espongono chàssis che già abbiamo o occasione di ammirare per la loro finitezza, in «canti esposizioni. Le mostre della Bianchi-Ca-ie lutomobili di Brescia e della Wolsit di Legnano pHano questo salone. in dispiacere abbiamo notata la mancanza quasi

'piata delle grandi case torinesi: la Fiat non ha

alcun chàssis da esposizione, ma solo qualche vettura presentata dai suoi rappresentanti ; l'Itala, oltre a qualche vettura-nello stand dell 'Auto-commerciale, ha il solo chàssis 28-40 pulito, ma non il 6 cilindri che tanto era stato ammirato a Torino ; la Spa, l'Aquila Italiana, la Bapid mancano completamente, forse perchè precedentemente impegnate per altre esposi-zioni all'estero (Madrid e Pietroburgo), che hanno luogo quasi contemporaneamente alla Mostra mi-lanese.

Ricordo fra le novità lo chàssis del'a Florenlia con motore a 6 cilindri della potenza di 28-38 HP, con trasmissione a cardano; di concezione sobria e di lavorazione accurata; e la vettura leggiera F. N. con motore a 4 cilindri e con le valvole tutte da una parte, comandate da un solo albero, coi cilindri desxaés rispetto al piano mediano longitudinale dell'albero a gomito, come nelle Brasier. Il baty del motore ed il carter del cambio di velocità sono'in ghisa; è questa una tendenza odierna che non tarderà molto a farsi strada e forse ad imporsi definitivamente, e che non

campione di cui si può vedere il funzionamento, e la Seat. Le fabbriche riunite Wayed Assunto, hanno un bel campionario di bulloneria ed articoli affini per auto-mobili e di dischi in acciaio per frizioni. Le Officine Metallurgiche nel loro grandioso stand hanno uno sva-riato assortimento di campioni della loro produzione, chàssis in lamiera, pezzi stampati (bielle, assali, leve, ecc.), fusioni in ghisa malleabile ed acciaio. Della ditta. Beina, sono ammirate le molle di cui s'è fatta una specialità, ed i pezzi stampati e lavorati (assali, leve).

Completa la mostra dei magneti Bosch (presen-tata dalla ditta Dèves e Friedmann), che raccoglie tutta la serie dei magneti ad alta e bassa tensione, per motori ad uno, due, tre, quattro e sei cilindri; da quello per la leggera bicicletta a motore, a quello per la potente vettura da corsa.

In complesso esposizione variata ed animata, se non completissima; mancano le novità sensazionali, ma oramai il pubblico è abituato ; segue l'incessante e continuo progresso che da anni va perfezionando

1\n,m™^catosialla mostra per riprodurre l'interno delle gali,rie, trovò con grande sorpresa il car-te ine-divieto come risulta dalla presente istantanea. Si limitò quindi a fotografare un oruvvo di dirigenti

ateistia*a" destra).' ^ <I ^ « ^WeiUscholt, il s&oì ^ T l t o ' X Ù

posso che approvare incondizionatamente. Ma non è ancora questa la tanto sospirata vettura leggera a 4 cilindri, a prezzo conveniente. Non è abbastanza semplice perchè possa costare poco al costruttore e quindi all'acquirente: in questo campo ancora molto progresso resta a realizzare. Nè la vetturetta Zédel credo risponda allo scopo : il motore troppo poco potente, per quanto a 4 cilindri, non permette certo una carrozzeria a maggior numero di posti che due, ed anche non sono ancora applicati quei perfeziona-menti,che introdotti sulle vetture potenti, hanno pure dato risultati soddisfacentissimi.

La Società Meccanica Bresciana espone uno chàssis 18-20 HP che poco si scosta dal tipo comune, ma che ha qualche particolarità interessante: peccato che il suo tipo d'innesto ad un solo disco di dimensioni abbastanza notevoli non gli abbia permesso di adot-tare il volante-ventilatore ; nel complesso la lavora-zione è accurata, ed il tipo studiato.

Numerosi gli chàssis esposti dalla Diatto-Célment, e dalla Brasier, raccolti nello stand imponente della Società Anonima Fabbre e Gagliardi, e della Bénault, che quantunque si sia fossilizzata nel suo vecchio tipo, ha però saputo ancora l'anno scorso nel Grand-Prix francese trionfare di tutte le vetture modernissime.

Delle case torinesi ricordo la Junior, col tipo 24 HP che ha trionfato recentemente a Verona, la Standard col suo ponte posteriore speciale di cui espone un

quel capolavoro della meccanica che è l'automobile moderno, ed aspetta sempre senza che mai gli venga offerta la vettura leggiera, semplice, perfezionata, sicura, a prezzo conveniente. Ing. A. Dainotti.

nttaupraziottc dei Salon di Zurigo A Zurigo si è inaugurato l'importante Salon Na-

zionale Svizzero. Alla cerimonia assistette il presi-dente della Confederazione svizzera, sig. dott. Forrer,

Il Salon, che si specializza p> r una quasi esclusiva produzione meccanica della Svizzera, contiene in ricchi stands le conosciute marche Martini, Dufaux, PikerMoccand, Ajax, Saurer Lucia, ecc. Vi sono an-cora dei canotti, di quelli in uso sui numerosissimi laghi svizzeri, di Lucerna, Ginevra, Costanza, ecc. Il tipo delle vetture è in maggioranza quello pesante, cioè da turismo, e la montatura dei pneumatici an-novera le Case Michelin, Continental e Dunlop.

CORRISPONDENZA Asti. — Vacchieri. Vi ringraziamo, ma ci fu proprio

impossibile riprodurle. Lucerna. — L. Pietrasanta. Grazie, già provvisti.

La notizia non ci interessa. Forlì. — Bazini Arnaldo. Grazie. Pubblichiamo.

Dal Pozzo nobile Mario. Cav. Fusi Achille. Brigatti Achille. Avv. Cesare Isotta.

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