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l’anniversario Festa Publicentro L’agenzia compie 25 anni Per la foto in copertina si ringrazia YELLOW AND GREY - ANGELA F Foggia, Piazza Giordano, 47 - Via Tugini, 13 focus Di madre in figlia A Foggia si parla di BRCA bellezza Hairstyle Via libera ai colpi di testa MODA: AUTUMN IS GLAM!

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l’anniversarioFesta Publicentro

L’agenzia compie 25 anni

Per la foto in copertina si ringrazia

YELLOW AND GREY - ANGELA FFoggia, Piazza Giordano, 47 - Via Tugini, 13

focusDi madre in figlia

A Foggia si parladi BRCA

bellezzaHairstyle

Via libera ai colpi di testa

MODA: AUTUMN IS GLAM!

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2 settembre - duemilaquindici

editoriale

di Maria Grazia Frisaldi

Settembre, andiamo. E’tempo di… ripartire. Prendo inprestito, con una piccola varia-zione sul tema, un verso di Ga-briele D’Annunzio per questonuovo inizio di 6Donna, dopo lalunga pausa estiva. Quindi riec-coci. Siamo tornate e riallac-ciamo i fili interrotti dall’iniziodella bella stagione con il nu-mero di 6Donna che state persfogliare.

Ripartiamo dallo Speciale25°, due pagine dedicate ad ungrande evento avvenuto in casaPublicentro e che siamo lieti dicondividere con tutti voi:l’azienda fondata dall’impren-ditore ed editore foggianoFranco Di Gemma ha festeg-giato le ‘nozze d’argento’ con lacittà. Venticinque anni di storiache rappresentano un grandetraguardo per la realtà di viaTressanti e un motivo di orgo-glio anche per noi (6Donna è unprodotto editoriale ‘figlio’ del-l’azienda). Leggendo il gior-nale, potrete conoscere lepotenzialità del tango argen-tino (ed i suoi grandi poteri te-rapeutici) attraverso la storia diAntonella Salerno (Personag-gio del Mese) e addentrarvinella pagina di Politica per gliultimi aggiornamenti da Pa-lazzo di Città. Il Focus di questomese, invece, è tutto dedicatoal rapporto Donne, Salute ePrevenzione.

Come consuetudine, nonmancheranno le Rubriche dellenostre esperte e le pagine de-dicate agli Ambienti, Benes-sere e Salute. Ancora, viraccontiamo, con Valeria Ca-rannante, la bella esperienza diVàZapp, primo hub rurale inPuglia e dei ‘semi di speranza’piantati da don Michele De Pao-lis: ora iniziano a dare frutto.Spazio anche agli ultimi suc-cessi in casa Unifg, questa voltaraccolti addirittura in Asia, conil prof. Michele Cassano, nelcampo della chirurgia delle pa-tologia naso-sinusali.

***Infine, permettetemi una

piccola parentesi personale.Questo numero è stato chiusoin un momento molto bello eparticolare della mia vita, conarticoli redatti a ridosso dellemie nozze e bozze corrette inluna di miele. Non posso quindinon ringraziare la redazione ele care e insostituibili AngelaDalicco e Mariangela Marianisenza della quali chiudere emandare in stampa questo nu-mero sarebbe stato davverocomplicato.

***Buona lettura!

Personaggio

4 Antonella SalernoIl potere del Tango argentino

Focus

5 Di madre in figlia

Andos Foggia, da uno studio tecnico alla Breast Unit

Speciale 25°

6 Festa grande per la Publicentro7 Nel “cassetto dei sogni” di Franco Di Gemma

Politica

8 La quarta di Landella che non ingrana

Bellezza10 Via libera ai “colpi di testa”

Tendenze capelli fall - winter 15/16

Benessere

12 Fascino da arciereI benefici del tiro con l’arco

Salute

13 Aloe dalle mille proprietà

Cucina & Dintorni

15 Il galateo al ristorante

17 Rubriche

Sociale

22 VàZapp, le opportunità della terraNasce il primo hub rurale di Capitanata

Ambienti

22 Resina, una soluzione per tutti i gusti

sommario

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3settembre - duemilaquindici

FOGGIA, Piazza Giordano, 47 - Via Tugini, 13

promotion

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4 settembre - duemilaquindici

Il sogno di Antonella Salerno: “Un Polo Neurologico a Foggia per aiutare con la danza quanti sono affetti dal Parkinson”

Il POTERE del Tango argentino

Tangoterapia e Riabilitango: una disciplina, tanto benessere

Antonella Salerno non ha dubbi: “dovremmoavere tutti un animo tanghero”, spiega. Ebasta scambiare poche parole per capire che,

la sua, non è semplice ‘deformazione professionale’,ma uno sguardo alla vita ed un approccio alla quo-tidianità differenti. Nessuno meglio di lei, infatti,può sapere quanto la pratica del tango argentinopossa influire sul benessere psicofisico di ognuno,riflettendosi positivamente nel rapporto con glialtri. Titolare del centro “Libertango” in via Ciampitti,a Foggia, Salerno è impegnata in prima personanella diffusione di tale disciplina, sia come esperienzautile alla conoscenza di sé, sia come risorsa per lapromozione della salute. Non è un caso, infatti,che, per i suoi effetti terapeutici, dal 2009, il tangoargentino sia stato dichiarato dall’Unesco patrimoniodell’umanità.

Qual è stato il suo primo approccio con il tangoargentino?

Ho iniziato quasi per caso. In realtà, dentro dime bruciava già da tempo la passione per la danzain generale, l’esercizio fisico e il movimento. Ma unpercorso di studi poco corrispondente alle mieambizioni (mi sono laureata in Giurisprudenza conil massimo dei voti), e poi l’impegno della famiglia

(ho quattro figli) avevano so-pito, momentaneamente, que-sta passione. Fino a quandomi sono riavvicinata alla danzae, nello specifico, al tango ar-gentino. Il primo approccio èstato accompagnato da alcuneperplessità, perché non avreimai potuto immaginare quan-to benessere ne potessi rica-vare, a livello fisico ed emotivo.Una scoperta sorprendente,che mi ha spinto a studiare,sperimentare e approfondirele valenze del tango, quelleche oggi io stessa propongocon la mia associazione.

Un re-incontro avvenuto in età consapevole,quindi…

Attraverso questa disciplina ho acquisito nuoveconsapevolezze, mi sono riappropriata della miaidentità nella sua completezza e mi sono ridata iNatali: adesso sono una donna soddisfatta e appa-gata, svolgo il ruolo di madre, di moglie e portoavanti una associazione con grande passione.

È da qui che traggo le energieda diffondere a tutta la mia vita,privata e non.

Quindi tutti i benefici del tan-go argentino sono stati primatestati in prima persona.

Sì, nel momento in cui stu-diavo, mi sono resa conto deitanti benefici che ne ricavano.Allora, valigia alla mano, hoviaggiato e ho scoperto il mondoriabilitativo di Federico Trossero,ho studiato e ho conseguitoabilitazioni su abilitazioni. Sonol’unica in Italia ad avere la dop-pia abilitazione, sia per il me-todo Riabilitango fondato e spe-

rimentato presso l’Ospedale San Giuseppe di Mi-lano, che per la Tangoterapia. A Foggia sono unapioniera.

Nel dettaglio, di cosa si tratta?Il Riabilitango ha un approccio più fisico, e in-

terviene in materia di coordinazione, equilibrio epostura; il secondo - canonizzato come ‘Metodo

Trossero’, dallo psichiatra che lo ha messo a punto- si concentra più sulla sfera psicologica ed emotivamediante la terapia dell’abbraccio. Sotto forma diRiabilitango, viene utilizzato con successo cometerapia coadiuvante per quanti hanno problemi diequilibrio o controllo della postura a causa diSclerosi Multipla o Morbo di Parkinson. La Tango-terapia, invece, se affiancata alle cure tradizionali,è un valido supporto in ambito oncologico, per co-struire basi solide e positive con le quali affrontareil percorso di cura della malattia.

Come si è approcciata la città a questa disciplina?In modo molto positivo e con grande curiosità.

Mi ha gratificato molto l’attenzione ricevuta da unaparte del mondo medico locale e non, con il qualesto avviando una serie di progettualità importanti.Il mio obiettivo è comunicare “l’essenza” del tango,da vivere come esperienza intima e personale,come una forza in più, un valore aggiunto per af-frontare la vita. Il mio sogno è quello di creare, quia Foggia, un Polo Neurologico, con un team di pro-fessionisti quali fisioterapisti, neurologici, psichiatrie tangoterapeuti per dare la possibilità a quantisono affetti dal Parkinson di godere dei benefici diquesta disciplina. Tempo al tempo.

personaggiodi Maria Grazia Frisaldi

Antonella Salerno

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5settembre - duemilaquindici

focusa cura di Mariangela Mariani

A Foggia un convegno sulle mutazioni BRCA

Non vogliono innescare una “psicosi Jolie”,vogliono solo informare: è con questo spiritoche le donne del Comitato di Foggia

dell’A.N.D.O.S. chiamano in città un pool di espertiin grado di sviscerare tutti gli aspetti e le implica-zioni della mutazione genetica BRCA, che sta perBreast Cancer, ovvero cancro al seno. Questa voltal’Associazione Nazionale Donne Operate al Seno siconcentra sui “geni di Angelina”, chiamati così per-ché il caso dell’attrice ha fatto scalpore. Nelledonne portatrici della mutazione, il rischio di svi-luppare il carcinoma mammario è elevato, si parladi un tasso fino al 70%. Il cancro può essere tra-smesso geneticamente. Ecco perché “Di madre infiglia...” per un convegno e una tavola rotonda a ca-rattere nazionale. Sabato 17 ottobre, nel pomerig-gio, arriverà a Foggia una delle Fondatricidell’Andos nazionale, Flori De Grassi, la Presidente.“La donna che per prima si è occupata di questa te-matica - spiega la Presidente del Comitato ANDOSFoggia, Elisabetta Valleri, ingegnere operata alseno nel 2005 - è il chirurgo senologo Alberta Fer-rari dell’Ospedale San Matteo di Pavia, che sarà trai relatori. Fa parte anche di Senonetwork (il net-

work dei centri italiani di senologia) e di una seriedi associazioni”.

A Foggia il test BRCA1 e BRCA2 (i due tipi digene mutato) viene ef-fettuato presso gliOspedali Riuniti, e neparlerà Iole Natalicchioche se ne occupa. “Noivogliamo capire conquesto convegno, pro-prio come tutti gli altri,quando si deve fare iltest - chiarisce BettaValleri -. Non vogliamofar passare il concettoche tutti debbano farlo,altrimenti la sanità siintaserebbe. Io perprima desidero sapereda Iole Natalicchio se nel mio caso ho bisogno difarlo, e lo stesso vale per mia figlia. Se una donnasa di avere il gene mutato può decidere di sotto-porsi alla mastectomia preventiva, ha la suascelta”.

Il primo screening dovrebbe competere al me-dico di base che conosce la storia familiare: in rap-presentanza dell’Ordine dei Medici ci sarà LiaCavallaro. Il presidente nazionale dell’Anisc, Asso-ciazione Nazionale Italiana Chirurghi Senologi di cuiè socio per esempio Umberto Veronesi, è un fog-giano: è Roberto Murgo e porterà anche l’espe-rienza di Casa Sollievo della Sofferenza. A SanGiovanni Rotondo sono diverse le ragazze che sisottopongono alla mastectomia preventiva: a rac-contare la realtà pugliese sarà un suo collega, ilchirurgo Marcello Di Millo degli Ospedali Riuniti.

Il convegno organizzato dall’Andos locale puntaa spiegare quando ricorrere a un test predittivo, pe-

raltro costoso, cosa pro-voca una variazione delgene e quale percen-tuale c’è di contrarre uncancro femminile, alseno o all’utero, e ma-gari quali implicazionipossano insorgere dalpunto di vista psicolo-gico quando sai di es-sere un soggettoaltamente a rischio. “InEmilia Romagna, sem-pre all’avanguardia, c’èElisabetta Razzaboniche è una psiconcologache si occupa del coun-

seling, ovvero dell’incontro con queste donne chehanno il gene mutato e l’abbiamo invitata. A Pa-lermo c’è Ornella Campanella che è un’infermierache sta fondando l’associazione ABRCAdabra: sono

300 donne che hanno scoperto di avere il gene mu-tato e si sono associate, e avremo la testimonianzadi alcune pugliesi, insieme alla presidente. Questedonne sono protagoniste di un filmato realizzato daAlberta Ferrari che vedremo in anteprima a Fog-gia”.

Nella tavola rotonda si parlerà anche della ne-cessità di linee-guida italiane e a Luigi Manca, vicepresidente della Commissione Sanità della Re-gione Puglia, l’Andos chiederà l’istituzione di unprotocollo specifico per le donne con gene mutatoBRCA, che consenta di essere assistite gratuita-mente per tutto l’iter.

Il mensile al femminile 6Donna è media partnerdel convegno organizzato dal Comitato di Foggiadell’Andos, in programma il 17 ottobre a partiredalle 17 nell’Auditorium Santa Chiara. L’evento,sponsorizzato dall’Allianz Assicurazione di France-sco Schiavone, è patrocinato da Comune di Foggia,Regione Puglia, Anisc, Senonetwork e Ordine deiMedici di Foggia.

L’Andos foggiana organizza un paio di convegniall’anno, cercando sempre di valorizzare le eccel-lenze di Foggia e San Giovanni Rotondo, e con l’in-tento di ridurre la mobilità passiva e i viaggi dellasperanza. L’Associazione, nei precedenti meeting,ha messo a confronto le realtà locali perché potes-sero ingaggiare una positiva competizione, tesa allacrescita reciproca. “Mio padre, fiorentino - raccontaBetta Varrese, che si è operata dieci anni fa e con-duce una vita normalissima ma soprattutto ama lasua città - nel ‘45 disse che Foggia era la Californiad’Italia. E se quell’uomo, ingegnere, 70 anni faaveva visto che c’era qualcosa di buono perché ogginon dovremmo valorizzarlo?”.

L'Associazione Nazionale Donne Operateal Seno interroga gli esperti

Di madre in figlia

Erano quattro donne operate a San GiovanniRotondo, e spinte dal senologo a fondareun’associazione, ora sono 190. Il Comitato di

Foggia dell’Andos onlus nasce nel 2009 e da alloraha sempre avuto la sua sede in via Monfalcone 72,presso lo studio dell’ingegnere Elisabetta Valleri.Con lei c’erano Myriam Benvenuto, la prima pre-sidente, prematuramente scomparsa, Ester Bat-taglini e Giovanna La Sa-landra. Si resero conto diquanto rischiasse di sen-tirsi smarrita una donnanel post operatorio: nonpuò dirtelo certo un seno-logo anche soltanto dove comprare un reggisenoo una parrucca. Dopo l’intervento non ha un riferi-mento, e viene lasciata sola. Oggi il consiglio si èallargato a sei con l’ingresso di Adele Lo Muzio,tesoriera, Pina Scarpino e Pina Cataleta, e sonoquasi duecento le socie e i soci, perché anche gliuomini, medici compresi, contribuiscono alla causadell’Associazione Nazionale Donne Operate al Seno.

Presso la sede foggiana, una volta a settimanac’è la psicologa e ogni giovedì ci si incontra anchesolo per una chiacchiera. Le socie possono usu-fruire di corsi di benessere in acqua e trattamentidi linfodrenaggio gratuiti (come riferiamo nel boxaccanto), oltre che di una serie di vantaggiose con-venzioni. Alle attività di consulenza, divulgazione eformazione, l’Andos di Foggia unisce una serie diiniziative finalizzate a favorire la socialità e la ma-

nualità, anche a scopo riabilitativo, come il carto-naggio e la realizzazione di oggettistica natalizia,corsi di filatura della lana, dizione e inglese. “L’etàmedia dovrebbe essere alta - spiega la PresidenteBetta Valleri - ora si sta abbassando. Questa formadi associazione è un modo di vedere altra gente”.Il gruppo di mutuo aiuto ormai è superato per loroche non vogliono piangersi addosso.

L’Andos, attraverso unasua referente, una biologa, abreve entrerà a far partedella Breast Unit degli Ospe-dali Riuniti di Foggia: il per-corso assistenziale integrato

finalizzato alla presa in carico di tutte le patologiedella mammella, con particolare riferimento alcancro, sarà attivato entro il 2015 (dal 2016 saràobbligatorio istituirlo). L’equipe, composta da chi-rurgo senologo, oncologo, chirurgo ricostruttore,radioterapista, infermiera professionale, psicologo,deve contemplare anche un’associazione di volon-tariato, e ne è stata scelta una che non si occupadella sola prevenzione, ma che è composta dadonne operate.

Si può contattare il comitato A.N.D.O.S. di Fog-gia chiamando il numero fisso 0881.709876 o sulmobile al 327/8678653 oppure via e-mail all’indi-rizzo [email protected]. C’è anche un profiloFacebook: Andos Foggia. Tutte le informazioni e ilform per scrivere all’associazione sono disponibilisul sito www.andosfoggia.it.

Erano in quattro nel 2009, ora sono 190

Andos Foggia, da uno studio tecnicoalla Breast Unit

Nei locali del Consultorio familiarediocesano di Foggia, tre giorni allasettimana, crocerossine e fisiotera-

piste effettuano trattamenti di linfodrenaggiocon il metodo Andos. Le associate si sotto-pongono gratuitamente a dieci sedute, ancheventi se necessario. La tecnica brevettatadall’Associazione Nazionale Donne Operateal Seno è manuale, sebbene possa risultareadiuvante anche l’abbinamento con bendaggie macchinari come la pressoterapia.

Nel lontano 1976, nella sua mission l’An-dos aveva proprio la riabilitazione del bracciomalato, e ancora oggi forma operatori spe-cializzati. Quando una donna subisce unamastectomia con svuotamento ascellareper l’asportazione dei linfonodi, il bracciooperato diventa debole e tende a gonfiarsi.

Il metodo di riabilitazione attraverso ilinfodrenaggi manuali consente di riacqui-stare le normali funzionalità. A ottobre lecrocerossine foggiane frequenteranno uncorso di aggiornamento per una nuova tec-nica. Il Comitato di Foggia dell’Andos hastipulato una convenzione con il dottor Giu-seppe Rinaldi che dirige il consultorio e hamesso ha disposizione un lettino per le as-sociate di lunedì, mercoledì e venerdì. Meglioancora l’acqua, perché un’ora di linfodre-naggio in piscina equivale a molte ore ditrattamento manuale. L’Andos locale ha sti-pulato una convenzione con l’AS.SO.RI.:nella vasca bassa, le socie seguite da unafisioterapista si sottopongono ad un tratta-mento completo di linfodrenaggio, per tuttoil corpo.

Nati per il linfodrenaggio,la riabilitazione tra

un lettino e una piscina

Da sinistra:Adele Lo Muzio, Elisabetta Valleri, Pina Scarpino

LA TECNICA

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Come una storia d’amore. Ma fatta di depliant, brochureaziendali e manifesti 6x3, di pagine a colori o in bianco enero e di slogan vincenti. Una lunga storia fatta di pubblicità,

personaggi, informazioni, insomma. Tutto al servizio della città,per la città. Foggia e la Publicentro festeggiano le loro “nozzed’argento”, una unione forte e duratura scandita da liaison pro-fessionali or-mai solide e dadue free-pressdivenuti ormaiun punto fissonel panoramadell’editoria lo-cale e familiarinelle case ditutti i foggiani.Un anniversa-rio importanteper l’azienda eper il suo fon-datore - il fog-giano FrancoDi Gemma(l’ intervistanella paginaaccanto) - chein questa oc-casione cele-bra un doppiotraguardo: ilprimo professionale, l’altro di vita. Da una parte, i 25 anni diattività della Publicentro, dall’altro i suoi 50 anni. Di Gemma hadedicato metà della sua vita - ed è la matematica a dirlo - allasua “creatura”: la Publicentro, appunto, un’azienda in grado dioffrire risposte concrete in materia di grafica, stampa e distribuzione

materiale pubblicitario. Un traguardo importante, soprattutto setagliato in una città complessa come Foggia e in un contestoinsidioso come quello dell’editoria e della pubblicità. Insomma,una tappa professionale considerevole, che lo stesso Di Gemmaha voluto festeggiare presso l’agriturismo “Posta Guevara”,insieme alla sua famiglia allargata: quella di sangue e quella

professionale,ed i suoi amicie clienti storici. Riavvolgendo ilnastro dellastoria recente,attraverso lecampagne del-la Publicentroe le sue pub-blicazioni èpossibile riper-correre la sto-ria della città,dal punto di vi-sta sociale edeconomico, po-litico e di co-stume: moda etendenze, nuo-ve aperture eofferte imper-dibili sono stateraccontate at-

traverso le campagne pubblicitarie create ad hoc dall’azienda alVillaggio Artigiani, che può contrare su uno staff di grafici e pub-blicitari professionisti, su una rete di distribuzione puntuale e im-peccabile e su due free press, detonatori di informazioni.Dopo 25 anni di onorata e consolidata carriera, infatti, la Publicentro

è una delle agenzie pub-blicitarie più longeve diFoggia e può contare suuno staff validissimo, trapersonale dipendente ecollaboratori esterni, im-piegati nei tre progetti-satelliti: la Promopost(specializzata nella diffu-sione di materiale pub-blicitario) ed i free pressPiazza Affari e 6DonnaMagazine. Oggi l’aziendaè una delle poche a poteroffrire ai suoi clienti unservizio completo, “chiaviin mano”: dalla proget-tazione grafica della pub-

blicità alla sua distribuzione logistica, con soluzioni “tagliate”sulle esigenze di ognuno secondo target cliente e tipologia mer-ceologica. Un risultato che è stato reso possibile grazie alla pro-fessionalità e alla costanza dimostrata in questi anni, che ha per-messo all’azienda di godere della fiducia della città, dei suoi in-vestitori e dei tanti inserzionisti che scelgono le grafiche accattivantie i mezzi targati Publicentro. “In tutti questi anni, non ho maitradito la fiducia dei clienti, non ho mai fatto promesse che nonero sicuro di poter mantenere; l’attività della Publicentro è statasempre orientata al rispetto del cliente, piccolo o grande chefosse. Questa regola sono riuscito a trasmetterla anche ai mieicollaboratori, mettendo su una squadra orientata sempre allasoddisfazione finale dei committenti”, ha spiegato il suo fondatore.E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: nel corso degli anni sonostati stretti rapporti lavorativi ormai ventennali, con aziende im-portanti come il gruppo Siem – Euronics, dal 1991, i supermercati‘La Prima’, dal 1996 e il gruppo Megamark, meglio conosciuto aFoggia come supermercati Dok, dal 1992. Tutti insieme, comeuna grande famiglia, per una lunga strada da percorrere. Inattesa del prossimo traguardo. Save the date: 2040.

Un percorso scandito da liaison professionali ormai solide e durature e da due free-press divenuti un punto fisso nel panorama dell’editoria

La Publicentro festeggia i primi 25 anniPresso Posta Guevara festeggiato l’anniversario per una delle agenzie pubblicitarie più longeve di Foggia

6 settembre - duemilaquindici

Lo staff della Publicentro. Da sinistra, in alto: Alessandro Stranieri, Franco Di Gemma, Gaetana Rubano, Luigi Russo.In basso: Antonio Bruno, Michele Tancredi, Barbara Mazzardi, Anna Lo Mele e Angela Dalicco. Foto: FotoStar

Un momento della cena a bordo piscina presso Posta Guevara Foto: FotoStar

La splendinda location dell’agriturismo Posta Guevara - Foto: FotoStar

a cura di Maria Grazia Frisaldi

speciale 25°

Foto: FotoStar

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Un quarto di secolo dopo, il cassetto dei sogni di Franco DiGemma è ancora lì, pieno zeppo di idee, proposte, nuove sfide.“Guai se non fosse così”, puntualizza prontamente, “l’impren-

ditore è spesso un sognatore, è chi guardando il cielo di notte nonvede il buio, ma osserva le stelle”. Venticinque anni dopo la fondazionedella Publicentro per il foggiano Di Gemma è tempo di bilanci, diriordinare le idee e di andare avanti con lo stesso entusiasmo e lalena di sempre. “Non vuole essere una frase di circostanza, ma perme questo è un punto di partenza, non certo un punto di arrivo. Nullaè cambiato dal primo giorno ad oggi: sono sempre il primo ad entrarein ufficio e l’ultimo aduscire”, spiega. Non na-sconde i suoi difetti DiGemma, e sa di renderea volte dura la vita aisuoi più stretti collabo-ratori: “Sono un mix ditestardaggine, ansia eprecisione - spiega -ma è anche grazie aquesto che oggi siamoarrivati a questo punto”.Ovvero al momento dispegnere 25 candeline,per una delle aziende digrafica e pubblicità trale più longeve dellacittà.

Di Gemma par-tiamo dall’inizio: comenasce la Publicentro?

La Publicentro nasce nel 1990 come azienda impegnata nellaraccolta pubblicitaria per emittenti radio-televisive; successivamentesi è specializzata nella serigrafia e poi ha iniziato il servizio di distri-buzione di materiale pubblicitario. Nei primi anni di attività mi sonoreso conto di un grande vuoto: la mancanza di studi di grafica in città(ad eccezione dello storico Franco Grilli). Sembrava quindi impossibileprogettare e creare la grafica per volantini, in modo professionale.Così, nel cammino della Publicentro, si è aggiunto un primo grafico,Michele Tancredi, affiancato man mano da altri valenti colleghi (oggicontiamo quattro postazioni grafiche). Avevo visto un mercato, so-stanzialmente ho offerto un servizio professionale per rispondere adun’esigenza sentita a più livelli.

Qual è stata la scintilla, il segnale che quello era un terrenovergine sul quale investire?

Il fatto che il materiale pubblicitario che circolava non era pro-fessionalmente valido. E quindi inefficace.

Perché la pubblicità è una cosa seria…Anzi, serissima. Per catturare l’attenzione dell’utente, una pub-

blicità ha cinque secondi di tempo. Se non la ottieni in quel lasso ditempo - brevissimo - il progetto è fallito, il messaggio non è arrivato.Per questo, dietro un volantino o una pubblicità deve esserci unostudio scientifico. All’epoca le tipografie non erano strutturate in talsenso, non c’era il copywriter, non c’erano i creativi. La stessa cosavale per la distribuzione: deve essere mirata, ragionata, calibrata.Non è una cosa che si improvvisa.

Dalla pubblicità ai free-press il passo è stato breve. Tutto è partito con

Piazza Affari: era il 1996.Procacciando la pubbli-cità, mi resi conto delledifficoltà dei piccoli im-prenditori e delle piccoleattività nel pubblicizzarese stessi: la stampa e ladistribuzione dei volan-tini poteva avere costidavvero proibitivi. Alloraho pensato ad un collet-tore di pubblicità in for-mula free-press, e perrenderlo interessantel’ho inserito all’interno diun giornale di annuncieconomici. In questomodo, chiunque potevaavere la sua vetrina, en-trando in tutte le case in-

vestendo piccole somme. In più potevo colpire qualunque target.Piazza Affari - con le sue 40mila copie distribuite gratuitamente - èstato un successo, ma all’epoca mi diedero tutti del pazzo. Invece -ed è un grande orgoglio per me - è il free-press che è nato prima ditutti gli altri, è stato attaccato da tutti gli altri, ma è rimasto l’unico.

40mila copie, una tiratura importante che, di fatto, si va a rad-doppiare con l’uscita di 6Donna.

6Donna è arrivato nel 2004, dopo un anno di gestazione. Dopostudi di settore, sondaggi e analisi di mercato. L’idea era quella dicolmare un gap in un settore molto specifico legato all’informazionedi genere e, dal punto di vista della comunicazione pubblicitaria, cat-turare quello che viene definito “decision maker”: nella famiglia, chidecide gli acquisti (paradossalmente anche l’auto) è la Donna. ComePiazza Affari, anche 6Donna fu una novità immediata e anche unsuccesso.

Oggi parliamo di successi, ma non sarà stato tutto rose e fiori…Assolutamente. Dalla nostra abbiamo avuto innanzitutto la co-

stanza, poi la testardaggine. Con il primo anno di Piazza Affari, avevoaccumulato una notevole perdita… ma credevo così tanto nel progettoe nel prodotto che ho perseverato. Fino a quando i fatti mi hannodato ragione.

C’è una regola aurea nel tuo lavoro, sulla quale hai impostatotutta l’azienda?

Certamente: non trascurare mai nessun cliente e non fare pro-messe che non si è sicuri di mantenere. Nell’incertezza ho preferitorinunciare a molti lavori, anche importanti. L’esperienza mi ha inse-gnato che un cliente a cui si risponde ‘no’ è un cliente perso al 50%;un cliente deluso è un cliente perso al 100%. Questa è la mia regola.

Parliamo di investimenti importanti, nei quali si suppone tu nonsia stato solo. Che ruolo ha avuto la famiglia?

Fondamentale, direi. Mandare avanti un’azienda di queste di-mensioni, con i vari settori, è un impegno totalizzante, a causa delquale ho dovuto trascurare a volte la vita privata. In famiglia ho cercatosempre di prediligere la qualità del tempo alla quantità che spessomancava, mentre con i miei figli sono stato supplito egregiamenteda mia moglie. Ovviamente anche lei ha sposato la mia azienda, hasempre creduto nelle mie intuizioni e non è mai stata di ostacolo.

Venticinque anni è un bel pezzo di storia. Vuol dire essersi adattatiai venti che cambiano nella città e nei mercati. Per di più in un settore“ballerino” in cui non sono mancati gli scossoni. Come si è adeguatoad una realtà che cambia continuamente?

Non è stato semplice, e non è semplice tutt’ora. Abbiamo attra-versato cambiamenti epocali - come ad esempio l’avvento dellastampa digitale - e stiamo attraversando la rivoluzione della pubblicitàdigitale. Il segreto è non restare ancorati a mezzi e metodi consolidati,ma adeguarsi al progresso, al cambiamento. Ad esempio, nel nostropiccolo, siamo in procinto di lanciare la nuova piattaforma on-line diPiazza Affari (che affiancherà il collaudatissimo free-press cartaceo)e siamo pronti per l’avvento della pubblicità digitale. Tante novità bol-lono in pentola.

La pubblicità è una cosa seria, serissima, quasi scientifica.“La regola aurea? Mai trascurare i clienti e guadagnarsi la loro fiducia”

Nel “cassetto dei sogni” di Franco Di Gemma

Dagli albori ad oggi: tempo di bilanci, nella sede della Publicentro

7settembre - duemilaquindici

speciale 25°

Franco Di Gemma - Foto: FotoStar

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8 settembre - duemilaquindici

politica Dove eravamo rimastia cura di Mariangela Mariani

Altra Giunta nuova di zecca varata ad agosto, Marasco: “Guidano senza patente”

Per quante donne si sono avvicendate inuna anno, la Giunta Landella sembra lapiù rosa che mai, in realtà ne rimpiazza

tante quante ne fa fuori e sempre quattro restano.Nessun occhio di riguardo, anzi, a loro riservaforse il trattamentopiù spietato. Ha datoil benservito a CarlaCalabrese, JennyMoffa e Gabriella Gril-li. Con la dirigentescolastica del LiceoVolta, probabilmentela più risentita, è an-dato in deroga pureal principio di salva-guardia dei consiglierieletti che aveva sban-dierato al rimpastoimmediatamente pre-cedente. In meno didue mesi, ha cambia-to modulo due volte.Magistrale il blitz pri-ma della pausa esti-va: non aveva fattocapire niente a nes-suno. Il 6 agosto aora di pranzo se neviene con la quartaGiunta.

Solo il 26 giugno aveva mandato a casa SergioLombardi, Sergio Cangelli, Antonio De Filippis eJenny Moffa e al loro posto aveva chiamato Mim-mo Verile al Bilancio, Annarita Tucci all’Avvocatura,Ciccio D’Emilio rientrato con delega all’Urbanisticae Claudio Amorese alle Attività Economiche. Ma

durerà poco. Quando rimescola le carte, richiamaCangelli e gli restituisce il Legale e Contenzioso,per affidare il Bilancio ad Annamaria Tucci. Inmalo modo pensiona Verile: il pretesto è un epi-sodio registrato all’Ataf per i mini-abbonamenti

che finisce in tribunaledopo la querela dell’exsindaco e del consi-gliere Raimondo Ur-sitti. Le versioni deiprotagonisti sono evi-dentemente contra-stanti ma finisce a for-me in faccia. Via Grillie Gianni De Rosa, per-ché il partito di ForzaItalia a fine verifica nonsi sente più rappre-sentato da loro. En-trano Antonio Bove aiLavori Pubblici e Clau-dia Lioia alla PubblicaIstruzione. L’unica cer-tezza dopo poco più diun anno di Landella èche Anna Paola Giu-liani, Erminia Robertoe Francesco Moresesono blindati e hannosempre le stesse de-

leghe, il che almeno per la memoria non guasta.La giostra estiva impone sostituzioni anche nellasocietà partecipata del Comune di Foggia, do-v’erano stati già annunciati dei cambiamenti pernon scontentare nessuno.

All’inizio è un diesel. La quarta giunta ancoranon ingrana. Tranchant il giudizio dell’ex candidato

sindaco Augusto Marasco, consigliere comunaledel gruppo Il Pane e le Rose: “Come la primaGiunta, questa città ha una guida senza patente.Anche peggio delle altre. Non hanno una pro-grammazione, non hanno idea di cosa fare,vivono alla giornata. Una cosa è amministrareuna cosa è governare - lo ripete dall’inizio - Go-vernare significa avere un’idea di sviluppo perla città. Amministrare significa occuparsi dellequestioni quotidiane.Non c’è un atto di pro-grammazione. Dalle li-nee programmaticheche sono state copiatenon si rileva nessunpasso avanti, benchécopiate. Vivono sull’ere-dità di dieci anni di cen-trosinistra, su quelli chedefiniscono disastri maconsentono loro di ri-manere seduti su quellepoltrone: il Salva Enti,il treno tram, il Cnr,l’orbitale, la riqualifica-zione di Piazza Mercato,il progetto Duemila Passi, la raccolta differenziata,tutte cose alle quali non hanno nemmeno la ca-pacità di dare esecuzione. La raccolta differenziataè stata consegnata, c’erano i mezzi, i bidoni etutto quanto quello che era stato ammesso a fi-nanziamento, e c’è voluto un anno e mezzo peravviarla, oltretutto non per 65mila abitanti e pertutti gli esercizi commerciali ma per 20mila abi-tanti”.

In Consiglio Comunale, di questo passo, ilsindaco Franco Landella rischia di continuare a

perdere pezzi: Giuseppe Mainiero, Fratelli d’Italia,ormai gli fa la guerra, Ursitti addirittura loquerela e parla di una condizione di “impratica-bilità dei più elementari principi di confronto edi democrazia” che impone una riflessione. Edopo aver lasciato Forza Italia insieme ad AntonioAnnecchino ha costituito il gruppo dei fittiani.Ma secondo Augusto Marasco, il mandato diLandella non si concluderà anzitempo: “Dalla

mia esperienza, rispet-to a malesseri e malu-mori il dato incontro-vertibile è che nessunose ne vuole andare acasa, pur essendo indissenso anche alcunielementi della maggio-ranza. Affrontare un’al-tra campagna elettoralesignifica soldi, senzanessuna certezza di es-sere eletto, deve vincereil tuo candidato sindaco.Oggi rispetto ad unaposizione acquisita, tirimetti in gioco? Non

credo che appartenga a molti questa etica”. Quando gli chiedi se ha partecipato alla

caccia alle streghe ingaggiata dal centrosinistraper cercare la stampella tra i banchi dell’oppo-sizione ti risponde che lui va avanti per la suastrada. “Esercito il ruolo di opposizione cosìcome le urne mi hanno deputato a fare. Continuoa fare opposizione a questa maggioranza perchésecondo me non ha le capacità per poter gover-nare. È tutta gente senza alcuna esperienza am-ministrativa, allo sbaraglio”.

Lo spot trash, la puzza, gli abusivi,la campanella stonata e il Cacao MeravigliaoIl Foggia Estate ha salvato capra e cavoli. A

cercare il pelo nell’uovo, l’unica sbavatura èun Chiostro di Santa Chiara che scoppia di

gente per uno spettacolo della rassegna “Nonsoli, ma ben accompagnati”, pensata per gli an-ziani. Sempre che si possa considerare una leg-gerezza non aver preventivato una simile affluenza.Piazza Cavour dall’alto a Ferragosto ti rimaneimpressa, da perderci il conto. E in mezzo adecine di migliaia di foggiani, il primo cittadinosi lascia trascinare dal Cacao Meravigliao diRenzo Arbore. Poi, a settembre, la vita è tutto unquiz, e va storto anche il primo giorno di scuola,quello dei sorrisi, dell’emozione e di una nuovaavventura.

Nella scuola materna Ferrante Aporti i genitoriinorridiscono alla vista dei sacchi dell’immondiziae dei materiali di risulta dei lavori abbandonatinei corridoi o nelle aule deposito. Il sindacoFranco Landella chiede scusa - e di casi analoghi,nonostante la galanteria dei suoi predecessori,non se ne ricordano granché - e promette prov-

vedimenti di-sciplinari, unavolta accertate“le responsa-bilità dirigen-ziali”. Sghi-gnazza chiaveva solleva-to qualcheperplessitàsulla nominadi un avvocatoalla PubblicaIstruzione, mal’assessora è stata assolta. Per le “Scuole belle”alla Renzi l’appuntamento è rinviato di una set-timana. Solo qualche giorno prima l’ammini-strazione comunale lanciava con Amiu lo slogan“Foggia non sarà più un bidone”, il claim dellacampagna di comunicazione per la raccolta dif-ferenziata che ha mandato ai matti i campanilisti.Il testimonial Donato Inglese, idolo del web dal

linguaggio co-lorito, finisceper diventareun’arma di di-strazione dimassa: riescenell’intento difar parlare disé, piuttostoche dei nume-ri deludentidella fase distart up delprogetto (solo

17mila gli abitanti coinvolti almeno fino a dicembre)- eppure il Comune ci lavorava da due anni - odella sparizione del meccanismo di premialitàpure annunciato a giugno dallo slogan “L’ambientepulito ripaga” che accompagnava l’avvio dellaraccolta dei rifiuti organici nei mercati e nelleattività commerciali a inizio estate, o ancora del-l’azienda presso cui viene conferito quell’umido

da giugno. L’impianto è quello della Bioecoagrim,nell’occhio del ciclone per il caso puzza, sebbenenon sia ancora stata definitivamente accertatadagli enti preposti la provenienza dei miasmiche appestano le città di Foggia e Lucera. Sel’azienda in questione chiudesse, sia chiaro, al-meno 27 comuni pugliesi non saprebbero dovemettere l’umido, perché gli altri centri della re-gione sono già saturi. Ad agosto non vi sietepersi niente, con la solita afosa vacatio a parte laparentesi “friccicorina” della giostra in Giunta.Puntuale, a ritorno dalle vacanze è arrivata l’or-dinanza anti-prostituzione. S’inasprisce anchela lotta all’abusivismo con un nucleo di poliziaannonaria che dovrebbe fare man bassa tra ban-carelle extralarge e merce contraffatta. Prestoper dire se funzionerà, oggi ci sono (anche lelucciole) domani non si sa. E Forza Foggiasempre, alla prima gara casalinga del campionatoriapre finalmente la gradinata. Succede tutto asettembre. Prima, non vi siete persi niente, senon una bella Estate.

Cosa ci siamo persi

Lo spot sulla differenziata con Donato Inglese protagonista

La quarta di Landella che non ingrana

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9settembre - duemilaquindici

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Per essere al passo con la moda, per l’au-tunno-inverno 2015/2016, non correre a fareshopping ma fissa l’appuntamento dal par-

rucchiere perché saranno i capelli i veri protagoni-sti del tuo look. A seconda del trend scelto per latua chioma infatti potrai adeguare anche il resto deltuo abbigliamento, per un effetto pendantche non è mai stato così di moda.Unico accorgimento: sottoponitiregolarmente a trattamenti nu-trienti e rinforzanti per potercambiare taglio e stile ogni voltache vuoi senza stressare inutil-mente la tua capigliatura.Non solo: un capellosano ti consenteun’ottima resa incaso di taglio e ac-conciatura. Non di-menticare latecnologia: con lenuove spazzole incommercio potrai co-piare i look visti in pas-serella anche a casa tua. Faisegreto di questi consigli perché le tendenze dihairstyle 2015/2016 non hanno mezzi termini e po-tranno indurti a commettere dei veri e propri “colpidi testa” con il benestare del tuo parrucchiere.

● CAPELLI LUNGHILa lunghezza giusta arriva almeno alle spalle.

Il liscio è tornato di gran moda, preferibilmente suuna chioma voluminosa e curata. La riga si porta

lateralmente per un rinnovato effetto bon ton: ilciuffo può essere l’unico riccio concesso per donareun tocco di brio oppure può essere portato dietrol’orecchio. In tal caso, via libera ad un unico maxiorecchino per un risultato chic.

● CAPELLI CORTIChi decide di darci un taglio farà bene a pre-

pararsi a scoprire la nuca: il nuovo look cortosi chiama pixie e si può sfoggiare sia sfilatoche scalato. E’ un taglio molto amato dalleceleb che non hanno paura di osare: con-ferisce un’aria sbarazzina e giovanile adogni donna. Per i classici carrè invece

torna di moda la riga centrale: sta benequasi a tutte e si porta con i capelli mossi.

Niente frangia, ma ciuffi pari. Gli orecchini giustipossono conferire un aspetto rock o vintage a que-ste acconciature.

● IL COLOREAnche le nuances delle tin-

ture sono studiate per valo-rizzare i tagli in auge. Addioalla shatus: anche nel co-lore le mezze misuresono ormai demodé. Tor-nano le tonalità naturali ericche di sfaccettature:preferite quelle che si acco-stano al colore naturale deivostri capelli. Dal biondo cenere,al nocciola fino al rosso rame, oppure illuminate itagli scalati con colpi di luce. Non perdete di vista

due aspetti fondamentali: il risultato deve esserenaturale e il colore deve anche intonarsi con il vo-stro incarnato.

● GLI ACCESSORIHai trovato il tuo taglio e colore prefetto? Sa-

rebbe un peccato coprilo. Non a caso anche ilmood in tema di accessori ti viene incontro per va-lorizzare il tuo investimento dal parrucchiere. Maxi,brillanti e scenografici: sono queste le parole chiavedegli accessori che incorniceranno i tuoi capelli du-rante la stagione invernale. Riscopri dal cassettodella nonna una broche: la classica spilla per ca-pelli preferibilmente luccicante si usa per fermaredi lato, vicino alle tempie, una coda di cavallo volu-

minosa. Tornano di moda anchegli spilloni, ideali per uno chi-

gnon spettinato da sfog-giare a lavoro; ferma iciuffi ribelli con una fasciatinta unita per un effettosofisticato e curato altempo stesso. La novità è

invece la fascia di pelle conarricciature o decori da usare

con un look più casual ma adalto tasso di stile: sta bene con una treccia laterale.Infine non è mai tramontato il cerchietto: sceglilosottile e nei colori metal. Indossalo aderente allatesta e cotona le radici.

10 settembre - duemilaquindici

bellezzadi Dalila Campanile

Tendenze capelli per l’autunno-inverno 15/16

Via libera ai “colpi di testa”

Lunghezze, colori e acconciature: fate strada agli estremi

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Nefertiti e Cleopatra usavano la suapolpa sul viso come crema idratanteper mantenere la pelle giovane. In Gre-

cia il suo succo si mescolava alla mirra per di-sinfettare il cavo orale, e Cristoforo Colomboannotava nei suoi diari come l’estratto di aloevera fosse una specie di medicina tuttofare percurare i naviganti durante le lunghe traversateoceaniche. Nelle foglie carnose di questapianta è racchiuso un gel dalle straordinarieproprietà: lenitiva nei confronti delle punturedi zanzara e medusa ed anche per tutti i tipi discottatura; curativa per i capelli rendendoli lu-cidi e proteggendo il cuoio capelluto; batteri-cida e per questo può essere usata per l’igienedentale per contrastare la placca oltre ad es-sere efficace per l’afte. Una delle principaliproprietà dell’aloe è disintossicare l’organismodalle tossine. Non solo, i suoi saccaridi aderi-scono alle pareti dell’intestino formando unabarriera protettiva che impedisce l’assorbi-mento di sostanze dannose. Inoltre, l’aloe è

un’alleata del sistema digestivo: stimola laflora batterica e l’eliminazione dei rifiuti, mi-gliorando al contempo l’assorbimento dellesostanze nutritive (ma non degli elementi dan-nosi). Per questo motivo riduce gli effetti col-laterali dei farmaci sull’apparato digerentecome acidità di stomaco, crampi e stitichezza.Altra caratteristica di questa pianta è stimolareil sistema immunitario. L’aloe contiene ace-mannano, uno zucchero dalle proprietà antivi-rali, antinfiammatorie e soprattuttoantitumorali: infatti stimola la produzione dimacrofagi, globuli bianchi che distruggono lecellule tumorali. Il dott. Adelio Alberto Mora incollaborazione con il dott. Paolo Lissoni, notooncologo dell’ospedale San Gerardo di Monza,ha realizzato nel 2009 uno dei più recenti e det-tagliati studi sull’Aloe Arborescens e sui suoipresunti effetti “anti-tumorali”: il controllodella malattia ottenuta nei pazienti trattaticontemporaneamente con Aloe Arborescensha dimostrato una percentuale significativa-mente maggiore di quella riscontrata nei pa-zienti che hanno ricevuto la sola chemioterapia(67% vs 50%). Data la delicatezza e l’impor-tanza dell’argomento altri studi seguirannoper accertare i reali benefici che possa darel’aloe per la cura del cancro.

Il suo nettare è lenitivo,curativo e battericida

a cura del dott. Gianluca D’Alessandro

Aloe dalle mille proprietà

Il segreto di bellezza di Cleopatra

11settembre - duemilaquindici

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La scuola di estetica Beauty School,che da sempre si caratterizza per isuoi corsi di trucco tenuti da alcuni dei

più rinomati professionisti del settore, alfine di garantire una base educativa dieccellenza e in occasione dell’inaugura-zione del nuovo anno accademico, è lietadi ospitare il maestro Stefano Anselmo,noto truccatore e consulente d’immagine.Nel corso dell’evento che si svolgerà il 5ottobre presso la sede foggiana di via Piave10, i partecipanti assisteranno alla presen-tazione della scuola e dei nuovi corsiattivati; seguirà l’intervento di StefanoAnselmo.

Il truccatore più richiesto dagli stilisti infatti hascelto di collaborare con l’accademia di trucco fog-giana - diretta magistralmente dalla dottoressaAntonietta Mastrangelo - che da ben trent’anniforma figure professionali altamente qualificate, ingrado di aspirare ai migliori posti di lavoro nelsettore. “È un onore per me collaborare con laBeauty School e poter trasmettere la mia passionea giovani make up artist - spiega il consulented’immagine - Il corso sarà l’occasione per poter

mettere al servizio degli allievi la mia esperienzanonché fornire un valore aggiunto ad una scuolacosì valida. Il mio intervento sarà uno stimolo aguardare in faccia la realtà per consentire ai futuriprofessionisti del settore di liberarsi dalle sovra-strutture mentali causate dal marketing dellecase cosmetiche”.

Autore di un metodo d’insegnamento esclusivoin cui pensiero filosofico e tecnica si incontrano,Stefano Anselmo è pronto a rivelare i suoi segreti

agli aspiranti allievi. “Bisogna partire dal presup-posto che è il volto che trucchiamo ad essere pro-tagonista e non il nostro trucco”. Truccare, infatti,non significa limitarsi ad incipriare un viso: il makeup segue logiche ben precise, basate su una con-siderazione totale dei volumi e colori. “Il miometodo - aggiunge il make up artist - è rivolto asmontare una visione di viso lineare e piano”. Peressere un truccatore professionista, inoltre, nondevono mancare impegno, competenza e consa-pevolezza; bisogna scegliere anche le eventualispecializzazioni del settore per poter assecondareil proprio stile: dal trucco teatrale a quello per la

moda e così via, senza mai dimenticare “la vecchiaregola del valorizzare i pregi minimizzando idifetti, che è sempre valida”, ricorda il maestro. Ildifficile però è imparare ad applicarla nella pratica.

Indecisi sul corso da scegliere in palestra? Quest’anno dedicatevi ad una di-sciplina alternativa, in grado di garantire il giovamento di corpo e mente: iltiro con l’arco. Sport di precisione ideale per tutta la famiglia, consiste inuna competizione in cui i partecipanti devono centrare un bersaglio con una

freccia. Il tiro con l’arco è uno sport non violento, in grado di trasmettere il ri-spetto per l’avversario. L’arco è considerato una delle invenzioni più originalidell’umanità: si afferma inizialmente come strumento di difesa e di caccia, soloin un secondo momento come sport: basti pensare che il tiro con l’arco è dive-nuto ufficialmente disciplina olimpica solo negli settanta.

12 giugno - duemilaquindici

Una disciplina adatta a tutta la famiglia,giova al corpo ma soprattutto alla mente

I benefici del tiro con l’arco

Fascino da arcieredi Dalila Campanile

Quando l’attività si svolge all’aria aperta, l’arciere be-neficia di tutti gli aspetti positivi connessi ad una disci-plina outdoor. Prima di cimentarsi con il tiro, si esegue ilriscaldamento basato su esercizi di stretching che ren-dono più elastica la muscolatura. Il tiro con l’arco migliorail coordinamento psicofisico e influisce positivamente sulportamento. Fondamentale saper coordinare la respira-zione. E’ l’ideale anche per mantenersi in forma: la partesuperiore del corpo è quella più sollecitata. Praticare iltiro con l’arco consente uno sviluppo armonioso di busto,braccia e spalle; fa bene anche alla schiena e aiuta a ri-lassare il collo. Dopo aver scoccato la freccia, si avverteuna sensazione di rilassamento fisico e mentale.

I BENEFICI SUL CORPO I BENEFICI SULLA MENTE LE ATTREZZATURE GLI IMPIANTI

Il perfetto arciere è colui che raggiungementalmente il bersaglio prima di scoccare lafreccia: la concentrazione e l’autocontrollosono i segreti per riuscire in questa disciplina;non a caso i benefici di questo sport sono evi-denti anche nella vita sociale. L’arciere puòcontare su una nuova organizzazione mentale,sull’attitudine al raggiungimento degli obiettivinonché può sviluppare un sano spirito di com-petizione. Per questo motivo il tiro con l’arco èlo sport più praticato dagli attori e persinoquello consigliato ai bambini che vogliono in-crementare il proprio rendimento scolastico.

Per praticare il tiro con l’arco èsufficiente un abbigliamento co-modo e sportivo: t-shirt o pile - aseconda delle temperature - conmaniche aderenti e scarpe da gin-nastica. L’attrezzatura ha un costoche si aggira dai 150 ai 750 eurocirca: tuttavia sono gli stessi istrut-tori a fornire all’allievo principiantegli accessori di base, per evitare uninvestimento dispendioso e inutilequalora si decida di non prose-guire con questa disciplina.

Durante la stagione invernale l’allenamento si svolge inpalestra mentre le gare si svolgono all’interno di palazzettisportivi: si tratta del cosiddetto Tiro al chiuso. E’ possibilepraticare la disciplina anche all’aperto: di solito i bersaglivengono allestiti su appositi campi di allenamento oppureall’interno di un grande impianto sportivo, come un campoda calcio. Particolarmente suggestivo è invece il Tiro dicampagna, una competizione che rievoca la caccia poichési svolge appunto in campagna oppure in mezzo a boschi eforeste. Questa varietà è altamente formativa per i bambinii quali possono apprendere così l’amore e il rispetto per lanatura, vissuta per la prima volta in ogni sua sfumatura du-rante tutte le stagioni. Per info: www.fitarco-italia.org

Il truccatore di fama internazionale collaborerà con la scuola di trucco

SONO APERTE LE ISCRIZIONI PER IL NUOVO ANNOACCADEMICO 2015-16

Beauty School, Stefano Anselmoinaugura l’anno accademico

Cerimonia a Foggia il 5 ottobre con i segreti del make up artist

Chi desidera passare dalla teoria alla pra-tica, avrà la possibilità di prenotare il proprioposto nella full-immersion pomeridiana in cuisi svolgerà il corso di trucco tenuto proprio dalmaestro. L’ingresso al corso è a numero chiuso,per partecipare è necessaria la prenotazionetelefonica allo 0881 568576.

FOGGIA, VIA PIAVE, 10 TEL. 0881.568576 • BEAUTYSCHOOL.IT

Previsti sconti e agevolazioni per chi si iscrive nella giornata inaugurale

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Dott.ssa Conte, perché bisogna evitare lediete fai-da-te? La dieta non è una procedura standard,uguale per tutti. Prima di stilare un pianonutrizionale, i medici devono valutare unaserie di fattori: si parte da uno screeningclinico, con esami specifici fondamentaliper inquadrare il funzionamento del me-tabolismo del paziente e lo stato di salutegenerale. Poi vanno valutate tante altrevariabili che attengono allo stile di vita.Le diete fai-da-te, invece, tendono soload eliminare: non solo il superfluo, maanche alimenti e sostanze fondamentaliper la nostra sopravvivenza.

Qual è la differenza tra ‘dietologo’ e ‘nu-trizionista’? Il dietologo è un medico, laureato in me-dicina e chirurgia e poi specializzato indietologia; può fare una valutazione cli-nica del paziente, stilare piani nutrizionali

per persone con patologie specifiche eprescrivere esami ed eventuali farmaci.Il nutrizionista, invece, quasi sempre è unbiologo specializzato; il suo ruolo è fon-damentale nella diffusione delle buonepratiche dell’educazione alimentare.

Ci sono delle spie che possono farci ca-pire che stiamo sbagliando strada (edieta)? Ce ne sono tante. In linea di massima, sesi segue una dieta molto carente c’è ri-schio di anemizzarsi, perdere i capelli eavvertire debolezza, fino a svenire; conuna dieta iperproteica si rischia di dan-neggiare i reni; se c’è una predisposi-zione al diabete e seguiamo una dietaricca di carboidrati rischiamo di spianarela strada alla malattia.

In definitiva, dimagrire è possibile? Ovviamente sì, ma mangiando. Si pos-sono ridurre le quantità, ma non va toltoil cibo dalla tavola.

salute

DIMAGRIMENTO EFFICACE

Dott.ssa Conte, la cellulite è l’incubo diogni donna. Ma di cosa si tratta?Si tratta di accumuli di grasso localizzatocausato dalla cattivissima alimentazione,in un processo distruttivo che inizia sindall’adolescenza. Anche gli ormoni - du-rante l’adolescenza in fase di assesta-mento - contribuiscono alla formazionedella cellulite, creando un mix micidiale,in alcuni casi aggravato anche dalla pre-disposizione genetica.

In che modo agiscono i trattamenti di Ca-vitazione ad ultrasuoni?Mediante un manipolo ad ultrasuoni si valetteralmente a “rompere”, a “disinte-grare” le cellule che possono esserequindi facilmente smaltite attraverso leurine. Una volta eliminate, queste cellulenon si riformano più. A meno che non si

cade nuovamente negli errori alimentariche li hanno generati…

Chi può sottoporsi a questo tipo di tratta-mento?Chiunque ne senta il bisogno, dai 18 anniin su. Prima di qualunque trattamento,però, è necessario sottoporsi ad esamispecifici.

In cosa consiste, invece, la Radiofre-quenza?La radiofrequenza lavora mediante il ca-lore: si riattiva il collagene naturale recu-perando il tono perduto. Durante la sedutasi utilizzano anche oli antiossidanti, dre-nanti e anticellulite che ne potenziano ilrisultato. È un trattamento integratoadatto anche per le zone del viso; se as-sociato a vaporizzazioni di ossigeno iper-barico o acido ialuronico, la terapia diventaanche anti-age, cancellando rughe diespressione e segni del tempo.

TRATTAMENTI ANTI -CELLULITE

Il rientro dalle vacanze può risultare spessocatastrofico. E non solo per il brusco ritornoalla vita e ai ritmi di tutti i giorni.Il cambio di alimentazione, orari e stile divita, infatti, può ripercuotersi negativamentesul nostro organismo, lasciando segni ine-quivocabili sul nostro corpo. Che siano verie propri chili in eccesso o accumuli di grassolocalizzato, è necessario correre ai ripari af-

fidandosi a medici esperti, per risultati ga-rantiti e sicuri. Ovvero, trattamenti ed interventi dimagrantiche non vadano a minare il nostro organi-smo, una macchina perfetta ma dagli ingra-naggi delicatissimi. Ne abbiamo parlato conla dottoressa Annamaria Conte, dietologa eomeopata, presso il Centro medico diagno-stico ‘Telesforo’, a Foggia.

Chili in eccesso o adiposità localizzate: quando le ferie sono un danno

Fine vacanza, il ‘dramma’ allo specchio

STUDIO DI MEDICINAESTETICA E DIETOLOGIA

SERVIZI:• Diete Personalizzate

• Test per intolleranze alimentari• Trattamenti omeopatici• Trattamenti anticellulite

(Cavitazione ad ultrasuoni e Mesoterapia)• Trattamenti con radiofrequenza

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I consigli di salute e bellezza della dott.ssa Annamaria Conte

13settembre - duemilaquindici

Nessuno può toglierci il sorriso,nemmeno la paura del denti-sta: basta affidarsi ai profes-

sionisti dello studio ‘Dental Solutions’di Piazza Siniscalco Ceci, a Foggia.Situato nel centro storico della città,lo studio odontoiatrico annovera tra isuoi punti di forza la sinergia tra pro-fessionalità, le attrezzature all’avan-guardia e la chirurgia specialistica eindolore.

Nella struttura, infatti, operanootto specialisti: ognuno è competentein una determinata branca odontoia-

trica. Presso la Dental Solutions ilpaziente, può contare sulla garanziadel lavoro d’equipe, basato su con-fronti tra professionisti del settore.

In studio, inoltre, sono presenti tre medici specializzati nella cura odontoiatrica dei bambini come il pedodontista, l’ortodontista e lo gnatologo, specialista nella cura della disfunzione mandibolare.

L’implantologia dentale mira nonsolo a ripristinare le funzionimasticatorie della bocca, ma anche amigliorare l’estetica del sorriso(colore e forma), migliorare lafonetica e il compito masticatorio diogni singolo dente per una digestione

e alimentazione corretta.Staff medico competente e

preparato alla riabilitazionefunzionale ed estetica NELLASTESSA SEDUTA, per dare ilmassimo comfort ed efficienza alpaziente.

L’implantologia dentale è adatta atutte l’età, il paziente viene seguito

prima dell’intervento effettuando uncheck-up completo dello stato disalute, dove vengono valutati i valoridell’osso e pianificato l’intervento; ein seguito vengono effettuali controlliperiodici, anche a lavoro ultimato inquanto un’accurata igiene e esamiscrupolosi possono garantire unlavoro duraturo.

In alcuni casi non è necessariorealizzare una nuova protesi in quanto èpossibile utilizzare la vecchia protesi delpaziente modificandola per ospitare gliattacchi che si vanno ad agganciare sullestrutture implantari normali o a dei miniimpianti.I vantaggi sono numerosi:- Tempi di guarigione ridotti,- Protesi superiore senza palato;- Elimina i costi e gli inconvenienti

degli adesivi, ecc..

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L’Associazione di promozione sociale e culturaleJACO, che lo scorso 5 Giugno ha inauguratola sua nuova e spaziosa sede al Villaggio Ar-

tigiani in via di Camarda (II^ Traversa Tratturo Ca-stiglione) a Foggia, ha riempito la stagione estivacittadina con numerosi eventi e manifestazioni cul-turali, coinvolgendo adulti e bambini, ed avvalendosidi uno staff giovane, motivato e dall’alto profiloprofessionale. A partire dal mese di ottobre, l’As-sociazione, con i suoi esperti, ospiterà i 30 ragazzidel Progetto Nazionale “La Pietra Scartata”, di età

compresa tra i 14 e i 20 anni. Igiovani, selezionati dall’Assesso-rato ai Servizi Sociali, partecipe-ranno ai laboratori di realizzazionedi strumenti musicali a partire damateriale di scarto. Il progetto,dall’alta valenza sociale e culturale,durerà 18 mesi e si concluderàcon la costituzione di una vera epropria orchestra. Nel mese diottobre saranno, inoltre, attivatidiversi e interessantissimi percorsiformativi e culturali.

Dal 6 ottobre 2015 a maggio 2016Corsi di percussione batucada -didattica musicale sugli strumentidi percussione brasiliana, tutti imartedì dalle 13:30 alle 18:30. Scadenza iscrizioni:30 settembre. Il corso, che sarà tenuto dal MaestroStefano Rossini, uno dei massimi esponenti delgenere afro-brasiliano in Italia, mira alla conoscenzae alla pratica delle tecniche basilari su tutti glistrumenti di percussioni brasiliane e sull’utilizzo dipoliritmie e di interazione fra i vari strumenti. Laboratori di Teatro Sociale per tutti. dal 14 ottobrea maggio 2016. scadenza iscrizioni: 30 settembre.“piccoli princìpi” per bambini dai 6 ai 14 anni e

“...ma liberaci dal mare...” dai15 anni in poi. Il primo labora-torio isolerà le principali te-matiche sociali, prendendospunto dalla celeberrima operadi Antoine Saint-Exupery, conl’obiettivo di costruire uno spet-tacolo finale attraverso il giocodell’improvvisazione teatrale.Il secondo laboratorio sarà de-dicato esclusivamente al temadell’immigrazione, attraversol’applicazione di esercizi di im-medesima-zione (Me-todo Stani-slavskij) conuno sguar-

do attento alla Metodologia delTd’O di Boal.

CORSI DI MUSICA PER TUTTI.Corsi individuali collettivi di pia-noforte, percussioni, viola, violino,violoncello, tromba, trombone,flauto, sassofono, clarinetto, bas-so, contrabbasso, chitarra e cla-rinetto. Inoltre, sono stati attivati

i Laboratori collettivi di: Coro & orchestra, RiciclART,fotografia digitale, tarantella del Gargano, costruzionedi chitarra battente del Gargano, restauro ligneo,liuteria per pianoforte.

A NOVEMBRE Sabato 7 e domenica 8 novembre, workshop di“Didattica con la Body Percussion - Educazione almovimento, al suono e alla musica attraverso l’uti-lizzo del corpo” nella sede operativa dell’Associazione,con il patrocinio della Regione Puglia. Il workshopè aperto a tutto il personale docente ed educativo,nonché a tutti i musicisti e agli operatori del settore

sociale e assistenziale. La direzionedidattica e artistica è affidata al Mae-stro Mauro d’Alessandro, percussio-nista, insegnante di propedeutica mu-sicale (Metodologia Orff Schulwerk).

14 settembre - duemilaquindici

Dopo un’estate di eventi, i nuovi percorsi formativi dell’associazione

Per informazioni sulle iscrizionicontattare la segreteria didatticae organizzativa dell'AssociazioneJaco, ai recapiti 329.8484102 /380.6349021 o all'indirizzo [email protected] web: https://www.face-book.com/jacoassociazione.foggia

culturaJaco, a ottobre partono i laboratori

Corsi di musica e teatro per tutti

“FINANZIAMENTI AGEVOLATI PER FARE IMPRESA”SPECIALE

Studio di Progettazione Finanziaria facebook:

[email protected]. 338 2834434 - 347 7763752

Per l’avvio di attività imprenditoriali da parte di disoccupati e persone in cerca di prima occupazione così comeper l’ampliamento di società esistono diverse tipologie di bandi per l’ottenimento di finanziamenti agevolati concontributi a fondo perduto: oggi analizziamo nel dettaglio il bando “Smart&Start Italia”.

SOGGETTI BENEFICIARI • start-up innovative, costituite da non più di 48mesi, di piccola dimensione e con sede legale eoperativa ubicata su tutto il territorio nazionale;• persone fisiche che intendono costituire una start-up innovativa, ivi compresi i cittadini stranieri in pos-sesso del visto start-up;

PROGETTI FINANZIABILI

• Piani di impresa caratterizzati da un significativocontenuto tecnologico e innovativo, e/o mirati allosviluppo di prodotti, servizi o soluzioni nel campodell’economia digitale, e/o finalizzati alla valorizza-zione economica dei risultati del sistema della ri-cerca pubblica e privata.Non sono ammissibili le iniziative:• nel settore della produzione agricola;• rivolte al sostegno ad attività connesse all’esportazione;• nel settore carboniero.Sono ammissibili i piani d’impresa nel settore dellatrasformazione e commercializzazione di prodottiagricoli, pesca e acquicoltura.

AGEVOLAZIONI

• I piani di impresa possono avere ad oggetto la rea-lizzazione di programmi di investimento e/o il so-stenimento dei costi di esercizio per un importocomplessivo di spese e/o costi ammissibili non su-periore ad €1.500.000,00 e non inferiore ad€100.000,00.

SPESE AMMISSIBILI

a) impianti, macchinari e attrezzature tecnologici,ovvero tecnico-scientifici, nuovi di fabbrica;b) componenti hardware e software;c) brevetti e licenze;d) certificazioni, know-how e conoscenze tecniche,anche non brevettate;e) progettazione, sviluppo, personalizzazione, col-laudo di soluzioni architetturali informatiche e diimpianti tecnologici produttivi, consulenze specia-listiche tecnologiche.

AGEVOLAZIONI CONCEDIBILI

Le agevolazioni consistono in:a) un finanziamento a tasso zero pari al 70% delle

spese ammissibili. L’importo del finanziamentoagevolato è pari all’80% nel caso in cui la compa-gine è interamente costituita da giovani under 36e/o da donne, oppure preveda la presenza di al-meno un esperto, in possesso di titolo di dottore diricerca o equivalente da non più di 6 anni e impe-gnato stabilmente all’estero in attività di ricerca odidattica da almeno un triennio. Per le start-up in-novative localizzate nelle regioni Basilicata, Cala-bria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia e nelTerritorio del cratere sismico aquilano il finanzia-mento agevolato è restituito dall’impresa benefi-ciaria solo per un ammontare pari all’80%dell’importo. La quota del finanziamento agevo-lato, non soggetta a rimborso, rappresenta per-tanto un contributo a fondo perduto pari al 20%del finanziamento concesso.

b) servizi di tutoraggio tecnico-gestionale per leimprese costituite da non più di 12 mesi alla datadi presentazione della domanda.I finanziamenti agevolati hanno una durata mas-sima di 8 anni, sono rimborsati dopo 12 mesi a de-correre dall’erogazione dell’ultima quotadell’agevolazione, non sono assistiti da forme digaranzia.

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Conoscere il galateoè considerato ormaisuperfluo e de-

modé: non la pensanocosì i titolari dei localipubblici e i clienti costrettia sorbirsi l’aria pesanteche si respira a causa diospiti che non conosconole buone maniere. Il bonton del commensale nonè poi così difficile da ap-plicare: basta riscoprire iprincipi basilari dellabuona educazione, comela discrezione e il buonsenso. Così si mitiganol’impazienza e l’intolle-ranza che fanno capolinodinanzi all’attesa o a qualche -umana – gaffe commessa da chef ecamerieri.

L’ingresso. Chi ha invitato amicie parenti in un locale , li attenda al-l’esterno, fino al loro arrivo. Spettaanche a colui che si è occupato dellaprenotazione, fermare il cameriereper far apparecchiare il tavolo. Tut-tavia se il locale è affollato, non ab-

biate fretta: se ci sono già dei clientiin attesa, attendere pazientementeil proprio turno. Anche gli altri ospitihanno il diritto di godersi con calmala serata. Il ristoratore farà di tuttoper farvi accomodare quanto prima.

L’ordinazione. Il cameriere nonva mai chiamato con lo schioccodelle dita o facendo tintinnare il bic-chiere: è sufficiente un gesto di-

screto per attirare lasua attenzione. Quandoil cameriere si avvicinaal tavolo, le conversa-zioni con i commensalivanno sospese per con-centrarsi sull’ordina-zione, evitando di farperdere tempo preziosoagli altri clienti cheaspettano per ordinare.Evitare di richiamare ilcameriere per cam-biare un’ordinazione giàassegnata. Chi haespresso esigenze par-ticolari, dovrà sapereche il tempo di attesa èproporzionale all’atten-

zione e all’impegno che in cucinastanno investendo per soddisfarepienamente il cliente.

In attesa delle portate. Di solitosono gli stessi ristoratori a prendersicura dell’ospite quando le portate sifanno attendere: si riceveranno gris-sini o stuzzichini con cui ingannarel’attesa e soprattutto l’appetito. Nongiocherellare con il pane. Se il vino

o il piatto ricevuto non corrispon-dono a quelli ordinati, segnalarlo alcameriere, senza dilungarsi nei det-tagli o esprimere commenti negativiad alta voce.

Il cellulare. Anche se al giornod’oggi sembra che non se ne possa

fare a meno, sarebbe il caso di ri-scoprire la vecchia regola che vietal’uso del telefonino a tavola. Sarebbeopportuno infatti inserire la modalità“silenzioso” per non disturbare glialtri commensali con il suono con-tinuo di sms e notifiche, preferendo

la conversazione con i presenti. Moltinon riescono a distaccarsi dallosmartphone perché fotografano leportate e recensiscono il locale incui si trovano; se il servizio o il piattonon è stato di proprio gradimento, ilgalateo ricorda che è preferibile farlopresente- in modo discreto- diret-

tamente al came-riere o al titolare,mettendolo cosìanche in condi-zione di rimediarepiuttosto che farandare via ilcliente con inbocca solo il sa-pore della delu-sione.

Il conto. Se sipaga alla romana,evitare un ecces-

sivo passaggio di denaro; basta cheuno solo dei presenti si presti al con-trollo del conto e alla raccolta dellequote. Si allontanerà per pagare di-rettamente alla cassa.

d.c.

15settembre - duemilaquindici

cucina&dintorniRegole di bon ton per i commensali, dall’ingresso al conto

Il galateo al ristorante: istruzioni per l’usoDiscrezione e buon senso: basta poco per riscoprire le buone maniere a tavola

C.so Garibaldi / P.zza Siniscalco Ceci(Fianco Municipio) - Foggia (FG)

Tel. 0881.021575 - Cell. 340.1922435www.leonardoincentro.it info@leonardoincentro

facebook.com/leonardoincentro

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16 settembre - duemilaquindici

salute

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17settembre - duemilaquindici

Il desiderio di maternità è spesso pre-sente nella maggior parte delle donneche, ad un certo punto della loro vita, ne

sentono fortemente la necessità o il biso-gno. Purtroppo però non sempre la donnariesce a realizzare naturalmente la sua vo-lontà di restare incinta e, di conseguenza,onde pervenire concretamente al risultatodi diventare genitori, si cerca di praticarestrade alternative ad una normale gravi-danza. Una di tali strade è quella della sur-rogazione di maternità rappresentata dalricorso al cosiddetto utero in affitto.

E’ necessario evidenziare però che talestrada non è praticabile secondo il nostroordinamento giuridico. Infatti, secondol’art. 269 dell’attuale codice civile “la ma-ternità è dimostrata provando l’identità dicolui che si pretende essere figlio e di coluiche fu partorito dalla donna, la quale si as-sume di essere madre”. Dalle parole del le-gislatore si evince dunque il legameindissolubile tra maternità e parto per cuiè madre colei che partorisce.

Quando questo legame non sussiste èlo stesso legislatore che si preoccupa ditrovare soluzioni alternative al desideriodi genitorialità che, in tal caso, non èsupportato da alcun legame biologico.Ebbene la soluzione proposta consistenell’addivenire all’adozione poiché in talmodo si ritengono rispettati e garantititutti i diritti e i doveri connessi da unaparte allo stato di “figlio” e dall’altra allostato di “genitore”. L’unico problema chetale soluzione presenta è quello di in-staurare un procedimento lungo ecomplesso mediante il quale nonsempre viene assicurato ai poten-ziali genitori il raggiungimento del

risultato desiderato.E’ stata pertanto presa in considera-

zione la possibilità di ricorrere all’utero inaffitto, pratica per la quale una donna siobbligherebbe, dietro compenso, a portareavanti una gravidanza e a partorire un figlioper conto di altri soggetti che, alla nascita,ne diventerebbero geni-tori. Il legislatore ha con-siderato negativamentela suddetta pratica ed havietato il ricorso

all’utero in affitto dichiarando lo stato diadottabilità del bambino nato su commis-sione. Ma il fatto che i genitori, così diven-tati grazie alla pratica dell’utero in affitto,si vedrebbero privati del bambino tanto de-siderato non è l’unica conseguenza delmancato rispetto di tale divieto: esso è in-

fatti rafforzato dalla previsione di ulteriorisanzioni, molto gravi, perché a caratterepenale. La L. n. 40/2004 che detta le normein materia di procreazione medicalmenteassistita prescrive infatti che “chiunque, inqualsiasi forma realizza, organizza o pub-blicizza la commercializzazione di gametio di embrioni o la surrogazione di mater-nità è punito con la reclusione da tre mesia due anni e con la multa da 600.000 a unmilione di euro”. Ultima considerazione sulpunto che dovrebbe definitivamente elimi-nare il ricorso all’utero in affitto è quellache deriva dall’esame di sentenze recentidella Corte di Cassazione in cui i giudicihanno dimostrato di applicare in manierarigorosa le sanzioni conseguenti alla viola-zione del divieto.

In conclusione, data la presenza di unarigida linea legislativa in materia di genito-rialità, si auspica che il legislatore inter-venga con opportune riforme permigliorare la funzionalità, oggi decisa-mente insufficiente, degli strumenti giuri-dici a disposizione di coloro che intendonodiventare genitori.

Una strada non praticabile per il nostro ordinamento giuridico

Utero ‘in affitto’: e in Italia?Necessario migliorare la funzionalità degli strumenti giuridici a disposizione di coloro che intendono diventare genitori

AVVOCATO DI DANIELA MURANOPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

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18 settembre - duemilaquindicirubriche rubriche rubriche rubriche rubriche

Il lavoro di un CAV, Centro Anti-Veleni, è a360° perché le richieste che ci pervengonospesso varie: ci occupiamo di tutto ciò che

può o potrebbe causare un’intossicazione. Inquesto periodo - vuoi per la temperatura piùcalda, vuoi per il non rispetto delle regole diconservazione dei prodotti - veniamo contattatiper cibi contaminati da muffe. Ad esempio, cibiin scatola con i quali dovremmo essere più si-curi poiché hanno avuto una conservazione taleda abbattere ogni microorganismo, oppure percibi mal conservati o scaduti o dimenticati,molte volte consumati, e solo dopo ci si rendeconto che forse era meglio non mangiarli. Ladomanda frequente è cosa mi succede ora? Noivogliamo provare a rimediare consigliandoquale precauzioni seguire.

La conservazione degli alimenti ha lo scopodi salvaguardare, per tempi più o meno lunghi,la commestibilità, il valore nutritivo e le carat-teristiche organolettiche degli alimenti. Si pos-sono conservare gli alimenti sfruttando metodifisici (il caldo, il freddo, la disidratazione, l’es-siccamento, il sottovuoto o le atmosfere modi-ficate) oppure metodi chimici (con il sale, lozucchero, l’olio, l’aceto, o i conservanti artifi-ciali). I prodotti che non hanno bisogno del fri-gorifero per essere conservati si possonotenere in dispensa, preferibilmente al buio sesono confezioni in vetro. Va sempre controllatala data di scadenza, avendo cura di tenere aportata di mano i prodotti che stanno per sca-dere. Importante è buttare via senza esitazioni

una conserva se la confezione è gon-fia o manomessa, se all’aperturaproduce gas o bollicine, o sepresenta muffe o cattivi odori.

Le muffe, in particolare,su alimenti in cui non sonopreviste possono produrre pe-ricolose tossine. Gettiamo viainteramente, se ci sono muffeanche piccole, le confezioni dimarmellata, le conserve (anchequando la muffa è solo nel tap-po), e i prodotti più cremosi (comealcuni formaggi), dove le tossinepotrebbero spostarsi nella parte nonammuffita, e tagliamo via parti molto ge-nerose dei formaggi duri che si siano guastati.Soprattutto facciamo attenzione a tenere il fri-gorifero pulito. Ricordiamoci del botulino, chesi può formare nelle nostre conserve ma anche

in quelle cheacquistiamo.

Conservare infrigorifero. Il fri-

gorifero, a 4-5°C, consentedi conservarecibi freschi efaci lmentedeperibili, ma

per brevi perio-di. E’ importante, però,

che gli alimenti sianochiusi in contenitori se-

parati, mantenuti nelle con-fezioni originarie se ancora

non aperti, e protetti adeguatamente con leapposite pellicole dopo l’apertura. In questocaso, la data di scadenza si riferisce al prodottochiuso; una volta aperta la confezione, ogni ali-

mento va consumato rapidamente. Inoltre, poi-ché piccole zone di condensa tra la pellicola el’alimento possono favorire la formazione dellemuffe, meglio non mantenere l’alimento chiusoper più di un paio di giorni.

Quando dobbiamo conservare alimenti cottio avanzi, ricordiamoci che la permanenza atemperatura ambiente permette la crescita ela moltiplicazione di numerosi batteri. Ognicibo, quindi, va protetto (coperto bene) mentresi raffredda e va riposto in frigo ancora tiepido,senza aspettare che si raffreddi a temperaturaambiente. Quanto tempo in frigorifero? Dipendedalla scadenza ma anche dopo l’apertura in-vece molti alimenti non si conservano per piùdi 2-3 giorni. Ad esempio, la carne macinata,che va cotta entro 24 ore dall’acquisto, e le carnidi pollo e tacchino, che devono essere consu-mate entro circa 48 ore. Anche il pesce, comela carne macinata, va cotto il prima possibile ecomunque entro le 24 ore. Se sappiamo già diaver bisogno di tempi più lunghi, meglio con-gelare. Congelati e poi scongelati. Il congela-mento degli alimenti, a livello domestico, è unottimo modo per conservare più a lungo ali-menti crudi o cotti, in maniera da fermare lacrescita dei batteri già presenti, che ricomince-ranno però a moltiplicarsi appena si inizia loscongelamento. Per questo, quando si scon-gela, è meglio cuocere i cibi prima possibile,meglio se ancora congelati.

MEDICO CAV Per i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

PSICOLOGA DI INES PANESSAPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.72.81.15

Nella nostra mente e nel nostro corpo portiamotutta la nostra storia. Attraverso il corpo si puòarrivare alla psiche e viceversa la psiche in-

scrive tutto il vissuto conscio e inconscio sul corpo. Iltocco terapeutico, ovvero il contatto fisicofornisce la chiave per leggere ciò che por-tiamo scritto su di esso e instaura un dia-logo armonico tra corpo e mente. Questadecodifica viene attivata da un mezzomolto semplice: le mani. La mano ascolta,trasmette, riceve, calma, lenisce, sblocca.E dunque il tocco terapeutico su zone doveristagnano blocchi e tensioni può permet-tere di ricomporre l’integrità psicosoma-tica dell’uomo.

Il senso del tatto è il primo a svilup-parsi, da questo possiamo desumere chesia anche il bisogno primario dell’uomo.

L’uomo all’atto della nascita abban-dona definitivamente la dimensione am-niotica in cui viene continuamente cullatoe massaggiato. Da questo momento in poi

si sente spinto a ricercare in continuazione quell’ap-proccio fisico che appaghi il suo bisogno di affettività,di protezione, di attenzione, di relazione. La manomentre massaggia ci guida a quel primitivo benesserepsico-fisico dove tutto funziona senza sforzo, in modoarmonico, facendoci distaccare dal mondo esterno emettendoci in contatto con quello interno.

Nel contatto fisico attraverso il massaggio si rac-chiudono mille emozioni, migliaia di sensazioni asso-lutamente vere. In realtà sono i fantasmi della menteche fanno nascere nell’uomo la paura di essere toc-cato, di toccare. Tutto questo è strettamente associatoai tabù legati alla sessualità. Per questo dal punto divista terapeutico il massaggio è importante per dis-solvere questa erronea concezione e permettere al-l’uomo di vivere la sua corporeità come fonte di be-nessere e non di malessere.

Dopo il cervello la pelle è il più importante dei si-stemi organici. Non a caso attraverso la stimolazionedei recettori presenti su di essa è possibile sostituireil dolore con il piacere e ristabilire un equilibrio turbato.Gli equivoci creati dalla nostra mente e registrati dal

nostro corpo possono essere eliminati quando en-trambi vengono messi in grado di esprimersi libera-mente e sinergicamente. Molte persone cercano dinascondere i loro blocchi, le loro paure dentro il corponella speranza di farli diventare una parte segreta dicui nessuno può venire a conoscenza, neppure lorostessi.

A volte grosse tensioni possono restare nascosteper lungo tempo per poi trasformarsi in dolori, ma-lattie, e disagi psico-emotivi. La mano fisicamente esimbolicamente aiuta a sospingere via ciò che si èbloccato in un determinato punto, rimettendo in motoquella spinta vitale che alberga in ognuno di noi e per-mettendoci di fluire armonicamente nella nostra esi-stenza. Massaggiare significa portare un cambiamentoal corpo e trasformarlo. Una mano calda e rassicu-rante è quanto di meglio per superare stress e fru-strazioni, per sciogliere tensioni, per sedare il doloresia fisico che morale. Il massaggio a livello emotivopuò essere vissuto come una scintilla che accendel’amore per il nostro corpo e di conseguenza ci sen-tiamo più portati ad amare noi stessi e gli altri.

Tutti i benefici del tocco terapeuticoCome la mano ascolta, trasmette, sblocca. Dopo il cervello,

la pelle è il più importante dei

sistemi organici.

Attenzione al botulino: può essere presente nei prodotti industriali

Mai fidarsi delle conserve se la confezione è gonfia o manomessa.

S.O.S. muffe in scatola

DI ANNA LEPORE

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19settembre - duemilaquindicirubriche rubriche rubriche rubriche rubriche

OSTETRICA DI VALENTINA GALLOPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.72.81.15

Se chiedessi ad una mamma come sta ilsuo piccolo in pancia, non sempre riceve-rei una rapida risposta. Sicuramente mi

risponderebbe con uno stringato: “sta bene… simuove”.

Con molta spontaneità la mamma associa ilbenessere del suo piccolo ai suoi movimenti.Nonostante già dalla settima settimana di gra-vidanza il feto nuoti felice nel suo ambiente, lasua minuta grandezza ed il lieve movimento leappaiono come semplici attività intestinali.

Queste sensazioni vanno scemando quandoi movimenti divengono più netti ed evidenticome calci, pugni, piroette o stiramenti, ovverociò che avviene intorno alla ventesima setti-mana.

Per la mamma, questo rappresenta unevento tanto unico e singolare quanto straordi-nario per la sua natura. Eppure non si può rap-portare il benessere fetale esclusivamente alsuo moto. Anche il bambino ha le sue compe-tenze “fondamentali” che gli permettono di an-ticipare in pancia quella piena “vitalità” chemostrerà ai suoi genitori successivamente allanascita.

Già a ventiquattro giorni dal suo concepi-mento tutti i suoi organi sono formati. A sei set-timane percepisce gli odori ed i saporiattraverso la sua mamma, grazie al liquido am-niotico che lo avvolge, lo protegge e che vieneassunto dallo stesso attraverso la deglutizionee prodotto mediante l’urina (indice di benesserefetale). A otto settimane si sviluppa completa-mente il tatto. Questo permette di percepirel’ambiente circostante nonché il “tocco” e le ca-rezze dei suoi genitori attraverso la pancia. Adieci si completa la formazione oculare; a dodicisi sviluppa la placenta (le radici del feto nel ter-reno della madre), organo deputato agli scambimetabolici tra la mamma ed il piccolo.

A sedici si definisce il sesso; a ventiquattropercepisce perfettamente i suoni, come la vocedella sua mamma e del suo papà; a ventotto viè la maturazione polmonare proseguendo poicon lo sviluppo del tessuto adiposo che preparail bambino alla sopravvivenza durante la vita ex-trauterina. Quindi grazie alla sua mamma co-nosce sapori, ascolta suoni, riceve carezze,immagini positive e belle della vita oppure lesue forme mentali, percepisce di riflesso le suesensazioni più intime e tramite i sogni, vi è unlivello di comunicazione diretta tra di loro. Na-

turalmente in tutto questo non bisogna trala-sciare la presenza del papà che è parte inte-grante della vita del bambino. Inoltre, nondobbiamo dimenticare che il bambino porta consé un suo bagaglio di “energie” che possono perla mamma essere una grande risorsa e un va-lido aiuto in un qualunque suo momento diffi-cile. Da tutto questo comprendiamo il grado diprofonda interazione che si instaura tra di loro.Nessuno può capire appieno tale legame se nonla mamma. Ma negli ultimi anni abbiamo tra-lasciato e trascurato l’importanza di tale unicorapporto comunicativo, perdendo di vista cosasia una gravidanza e il “miracolo” che essa rap-presenta.

Sempre più le mamme si sono lasciate to-gliere le loro “competenze di mamme”, ridu-cendo la gravidanza ad un’appendice dadelegare a qualcun altro (semmai ad un opera-tore sanitario), affidandosi agli “occhi di un eco-grafo” e alle “orecchie di un cardiotocografo”per vedere, sentire e sapere come sta il propriopiccolo , tralasciando ciò che il corpo nonché ilbambino costantemente dicono alla mamma.

Da qui nasce il mio consiglio da ostetrica,quale professionista della fisiologia, ovveroquello di dedicare maggiore tempo a sé stesse,di percepire e fidarsi delle proprie sensazioni,del proprio “istinto di mamma” e di tutto ciò cheil nostro corpo/piccolo in pancia ci dice non de-legando il “miracolo-gravidanza” a nessuno.

In questo modo alla domanda “come sta iltuo piccolo in pancia?” riuscirete a dare aglialtri e soprattutto a voi stesse una rispostaferma e convinta. Non solo.

Se vi chiederanno il nome del bimbo potreterispondere con naturalezza usando il presente“si chiama” e non il futuro “si chiamerà”. Per-ché li dentro, in quel pancione che cresce digiorno in giorno, lui c’è già...

Spesso si associa il benessere del piccolo ai suoi movimenti

Bimbo&Mamma, binomio perfettoAffidarsi all’istinto materno per vivere appieno il “miracolo-gravidanza”

DENTISTA DI VALENTINA LA RICCIAPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.72.81.15

Il tumore del cavo orale è una tra le neoplasiepiù diffuse e invalidanti. Diversi sono i fattori dirischio (molti dei quali evita-

bili) che possono aumentare lapossibilità di insorgenza di talepatologia tra i quali l’alimenta-zione; infatti, proprio in occa-sione di Expo Milano 2015,l’ANDI (Associazione NazionaleDentisti Italiani) promuove visiteodontoiatriche gratuite fino algiorno di chiusura dell’esposi-zione universale (31 ottobre2015).

Sul sito www.oralcancerday.it troverete infor-mazioni dettagliate e la lista degli studi odontoia-trici aderenti alla campagna di prevenzione in cuipotrete richiedere una visita gratuita. Infatti, anche

per il tumore del cavo orale, un ottimo strumentoa nostra disposizione è la prevenzione: condurre

uno stile di vita sano, che citiene al riparo anche daaltre numerose patologiecronico-degenerative (nonfumare, mangiare sano, nonabusare di alcol, mantenereuna corretta igiene orale,non esporsi eccessivamenteai raggi UV) ed effettuarecontrolli periodici.

È consigliato sottoporsiad una visita odontoiatrica

ogni sei mesi ed effettuare frequentemente l’au-toesame del cavo orale poiché le possibilità tera-peutiche sono migliori quanto prima si riesce afare diagnosi. Per autoispezionare la vostra bocca

vi servirà solo uno specchio ben illuminato: 1. Per prima cosa osservate le labbra ester-

namente; poi con entrambe le mani afferrate illabbro inferiore e stiratelo completamente versoil basso per poter osservare la mucosa delle lab-bra internamente; fate la stessa operazione ti-rando il labbro superiore verso l’alto. Osservateanche le gengive. Poi, tenendo sollevato con l’in-dice prima un labbro poi l’altro, passate il dito in-dice dell’altra mano sulle gengive per valutare sesono irregolari al tatto o se tendono a sanguinare.

2. Passate all’osservazione della mucosa in-terna della guancia sinistra: con l’indice dellamano sinistra afferrate la mucosa interna del lab-bro superiore, con il pollice la cute esterna dellostesso labbro; con l’indice destro invece afferratela mucosa interna del labbro inferiore, con il pol-lice la cute dello stesso labbro; poi stirate verso

l’esterno la guancia per poter osservare la mu-cosa interna, tenendo la bocca ben aperta. Ripe-tete l’operazione dall’altra parte.

3. Tirate fuori la lingua e muovete la punta adestra e a sinistra per osservarne il dorso e i mar-gini laterali. Tastatela. Poi portate la lingua versoil palato e con l’indice tastate il pavimento dellabocca (cioè la mucosa su cui poggia la lingua).

4. Infine spostate il capo indietro e aprite labocca il più possibile per osservare il palato.

Le mucose normali sono rosee, uniformi, in-tegre e lisce. Se osservate rigonfiamenti, macchie(bianche o rosse), ulcere che non guariscono entro15 giorni o se tastate zone indurite, anche se nonavvertite fastidi o dolori, recatevi dall’odontoiatrache saprà certamente distinguere le lesioni so-spette dalle condizioni normali e non preoccu-panti.

Oral Cancer Day. ANDI ed Expo 2015 contro il tumore della bocca

Parola d’ordine: prevenire

EditorePublicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.

Direttore ResponsabileMaria Grazia Frisaldi

Direzione commercialeAngela Dalicco

In redazioneMariangela MarianiDalila CampanileIrma Mecca

Rubrichedott.ssa Ines Panessadott.ssa Lutgarda Consolettidott.ssa Anna Leporedott.ssa Valentina Gallodott.ssa Valentina La Ricciadott.ssa Graziana Mutidott.ssa Maria NobiliArch. Simonetta CampanellaAvv. Daniela Murano

RedazioneFoggiaVia Tressanti, I trav. (Vill. Artig.)Tel. 0881.72.81.15 - Fax [email protected] internetwww.6donna.comSocialfacebook: 6Donnatwitter: @6DonnaMagazine

Impaginazione e stampaPublicentro Graphic

Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia

n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

Visite odontoiatriche gratuite fino ad ottobre Una mini-guida per l’autoesame del cavo orale

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20 settembre - duemilaquindicirubriche rubriche rubriche rubriche rubriche

Il progetto del Leo Club Foggia con gli attori di “Un medico in famiglia”

Anche a Foggia ‘Leo4Children’:ospedali a ‘misura’ di bambino

CHIRURGO PEDIATRICO DI MARIA NOBILIPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

I Leo italiani sono i soci del Leo Club, associa-zione giovanile del Lions Club International, com-posta da ragazzi tra i 12 ed i 30 anni. Oggi in Italiacostituiscono una realtà ben radicata di oltre4.000 giovani che, oltre alle numerose attività diservizio rivolte alla comunità, si impegnano pe-riodicamente a realizzare un progetto di respironazionale, volto a sostenere le realtà più fragiliall’interno della nostra società. In particolare, dal2013 al 2016, i Leo hanno sviluppato un progettodi carattere nazionale denominato Leo4children,avente come obiettivo il miglioramento o l’allesti-mento di sale ricreative nei reparti pediatrici degliospedali italiani, fornendo articoli e materiali digenere ludico e didattico. I Leo hanno voluto così sostenere i bambini in unmomento di criticità, apportando un sensibile mi-glioramento alla loro qualità di vita durante la loropermanenza all’interno della struttura ospeda-liera. A tal fine, i Leo hanno organizzato una rac-colta fondi, mediante la vendita di pandori natalizie colombe pasquali, attuata nell’arco di tre annied avente come testimonial Edoardo Purgatori ed

Eleonora Cadeddu, i noti attori della serie televi-siva Rai “Un medico in famiglia”. Il Leo Club Foggia “Umberto Giordano” graziealla disponibilità della dottoressa Maria Nobili, èriuscito a coinvolgere anche gli Ospedali Riunitidi Foggia nel progetto Leo4Children. L’impegnospeso nell’arco di questi anni dai soci del Leo Clubnell’organizzazione di attività di servizio relativeal progetto e gli impor-tanti risultati ottenutihanno perciò permessola donazione, da partedel Distretto Leo 108AB,di una postazione com-posta da articoli di ge-nere ludico-didattico, alreparto di Chirurgia Pe-diatrica degli OspedaliRiuniti di Foggia. Al-l’inaugurazione della po-stazione, avvenuta il 21luglio scorso, oltre ad i soci del Leo Club Foggia“Umberto Giordano” presieduto da Francesco

Murano, erano presenti: la dott.ssa Maria Nobili,responsabile del Reparto di Chirurgia Pediatrica

degli Ospedali Riuniti diFoggia, il presidente delDistretto Leo 108AB perl’anno sociale 2014/15Vita Caroli Casavola ed ipresidenti dei Leo ClubFoggia Host e San Se-vero, rispettivamenteFrancesco Landa eLaura Bentivoglio. Il kit èdiventato parte inte-grante del materiale

ospedaliero, quindi di proprietà dell’ospedale, disua responsabilità e manutenzione.

Una postazione di articoli ludico-didattici al reparto di Chirurgia Pediatrica

“L’impegno speso nell’arcodegli anni dal Leo Club hapermesso la donazione diuna postazione di articoliludico-didattici, al Repartodi Chirurgia Pediatrica degliOO.RR. di Foggia”.

Sei fisioterapista? Allora fai massaggi!Questa è la frase che ogni professioni-sta appartenente alla mia categoria, si

sente dire più spesso ed è anche quella cheprobabilmente detesta di più.

Nell’immaginario collettivo la figura delfisioterapista è troppo spesso associata amassaggi e macchinette, viene confusa conaltri operatori e ignorandone gli ambiti dioperatività. Una professione sanitaria tal-volta poco conosciuta (e riconosciuta), tut-t’altro che semplice, tesa alla salutedell’essere umano, che semplice proprionon è.

Proprio per questi motivi la WCPT, WorldConfederation for Physical Therapy, ha de-ciso nel 1996 di istituire la Giornata Mon-diale della Fisioterapia, che ricorre l’8settembre, al fine di ricordare l’importanzadi questa professione e del contributo cheoffre quotidianamente per migliorare la sa-

lute delle persone. In questa giornata molti studi hanno

aperto al pubblico offrendo informazioni, va-lutazioni e consulenze gratuite; l’AIFI Puglia(Associazione Italiana Fisioterapisti) per

questa occasione ha deciso di festeggiare ri-chiedendo ed ottenendo udienza dal SantoPadre, invito esteso non solo a tutti i fisiote-rapisti ma anche a pazienti ed amici.

L’intento è quello di far conoscere e pro-muovere la professione del fisioterapista, ilsignificato e l’importanza del suo lavoro,oltre ai suoi ambiti di applicazione, non solopost-trauma o post-intervento ma estrema-

mente più vasti, concer-nenti tra le altre, lesionie malattie del sistemanervoso, muscolo-scheletrico, respira-

torio,cardiovasco-lare, patologieoncologiche,a d d e s t r a -mento all’uti-lizzo di protesie ausili.

In estrema sintesi, il fisioterapista costi-tuisce una figura sanitaria centrale che at-traverso la valutazione e lo studio, nonchécomplesse tecniche ed iter riabilitativi, miraa recuperare le abilità motorie, psicomoto-rie e cognitive, permettendo al paziente confunzionalità lese di utilizzare al meglio le po-tenzialità residue per rispondere alle esi-genze dell’ambiente esterno, restituendogli

una migliore qualità di vita possi-bile.

Di fronte ad ogni pazientebisogna tener conto di nu-merose variabili, inerentinon solo fattori patologicima anche il contributopsicologico. Pertanto sononecessarie elevate capa-cità tecnico-scientifiche

unite ad una giusta dose diempatia. Proprio in merito a

quanto appena detto, un altrodegli obiettivi della giornata

dell’8 settembre è quello di infor-mare l’utente sull’esercizio legale della

professione del fisioterapista; il fenomenodell’abusivismo è purtroppo dilagante nellanostra professione, in Italia su 100 mila ope-ratori che impiegano procedure fisioterapi-che, solo 55 mila sono legalmente abilitati.Diventare fisioterapisti prevede il consegui-mento di una laurea triennale (a numerochiuso con test d’ingresso) che abilita allaprofessione, a cui possono seguire due annidi laurea magistrale, oltre a percorsi forma-tivi specialistici ed aggiornamenti continui.

I “sedicenti” fisioterapisti non possonodare garanzie di preparazione e professio-nalità e ciò potrebbe paradossalmente ag-gravare la situazione del paziente chefinisce nelle loro mani.

FISIOTERAPISTA DI LUTGARDA CONSOLETTIPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

Una professione sanitariatalvolta poco conosciuta (e riconosciuta), tutt’altro chesemplice, tesa a garantire lasalute dell’essere umano

La WCPT ha istituito una Giornata Mondiale loro dedicata

Fisioterapisti, questi sconosciuti

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21settembre - duemilaquindici

Il piede è sempre più spesso sede di varidisturbi come callosità, unghie distroficheo incarnite. La figura sanitaria che ha le

esclusive competenze per curare questi fastidiè il podologo. Al giorno d’oggi, il podologo èancora un personaggio misconosciuto, confusocon i vecchi callisti o con estetiste/pedicuristi.Facciamo un po’ di chiarezza.

Il podologo è il professionista che, in pos-sesso della laurea abilitante, tratta diretta-mente ipercheratosi, unghie deformi, incarniteo più in generale, il piede doloroso. Con lasua formazione garantisce un trattamento ef-ficace e in tutta sicurezza del paziente, utiliz-zando solo materialiche seguono le pro-cedure standardiz-zate di sterilizzazio-ne. Il podologoavendo l’obbligo siadeontologico che le-gislativo di utilizzarequeste procedure,rispetta le norma-tive per la sicurezzaigienico-sanitariarichieste dal Mini-stero della Salute.

Il podologo inol-tre previene e curale infezioni di un-ghie e cute del piede come micosi e infezionibatteriche. Si occupa delle verruche, curandolein maniera incruenta, senza bisturi, anestesiené cicatrici. A volte, deformità articolari delpiede anche minime, causate o da una cattivapostura o da eredità genetiche, possono portareinfiammazione, dolore, formazione di fastidiosecallosità. Quando queste compaiono a livellointerdigitale avremo l’heloma molle, meglioconosciuto come occhio di pernice. Ma po-trebbero esserci piccole ipercheratosi anche

a livello dorsale o apicale delle dita. Oltre al-l’escissione di tali formazioni, il podologorealizza piccole ortesi in silicone su misura,pratiche ed efficaci.

Quando invece le placche di callosità in-sorgono a livello plantare (non è raro trovaretilomi, cioè punti sottoposti a massima pres-sione in cui il callo, moltondoloroso, cresceverso l’interno e non verso l’esterno), oltrealla rimozione manuale, si può procedere aun’indagine biomeccanica e alla realizzazionedi un plantare.

Nella sua sfera di competenze, infatti,rientra la produzione di ortesi plantari bio-

meccaniche e pro-priocettive. Sem-pre previo esameobiettivo (anamne-si,sintomatologiadolorosa, mobilitàarticolare di piedee caviglia) , effet-tua visite del piedein ambito postu-rale, sia con mezziclinici che stru-mentali, avvalendo-si di pedana baro-podometrica e po-doscopio.

Il podologo fun-ge anche da sentinella sul territorio per loscreening e la prevenzione delle complicanzepodaliche legate al diabete. Rientra infatti nelteam di specialisti multidisciplinari di cui oggitanto si sente parlare. E, quando la prevenzionenon basta, il podologo medica le ulcere plantarie realizza, una volta terminata la fase acuta,plantari di scarico.

Non è solo attivo nella lotta contro ildiabete. Infatti il podologo individua e segnalaal medico specialista le sospette condizioni

patologiche che necessitano diun approfondimento diagnosticoo di un intervento terapeutico.

Per qualsiasi problematicadei vostri piedi, non affidatevi apersonale non qualificato. Nonè raro infatti trovare in studi diestetica chi dice di praticare lapodologia, ma il podologo puòlavorare solo in strutture sanitariepubbliche o private e effettua vi-site a domicilio per persone nonautosufficienti. La podologia èuna disciplina universitaria: chila pratica senza aver conseguitola laurea universitaria abilitanteè reo di abusivismo.

Viene confuso con i vecchi callisti o pedicuristiPODOLOGA DI GRAZIANA MUTI

Podologo: è ora di fare chiarezza

È la figura sanitaria che ha esclusivecompetenze sui disturbi del piede

Dott.ssa Dora Cocumazzi

Si riceve su appuntamento

Biologa Nutrizionista

Specialista in Scienze degli alimentie Nutrizione Umana Foggia, Via Napoli, 7 - Tel. 347. 79 75 459

• Valutazione dello stato nutrizionale• Valutazione della composizione corporea• Anamnesi personale con valutazione

antropometrica• Educazione alimentare• Controlli periodici dei risultati raggiunti

Elaborazione di piani nutrizionali personalizzati per:- Sovrappeso e Obesità- Dislipidemie- Diabete mellito- Patologie gastroenteriche- Gravidanza e Allattamento- Età Pediatrica

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22 settembre - duemilaquindici

a cura di Maria Grazia Frisaldisociale Dal desiderio di don Michele De Paolis, semi di speranza per i giovani di Capitanata

VàZapp, tutte le opportunità della terraIl progetto intende contrastare uno dei maggiori mali del nostro sud: la disoccupazione.Carannante: “Il nostro futuro? Un hub in una serra dove si coltivino piante e relazioni”

VàZapp è un sogno con le radici benpiantate nella terra. Quella fertilee generosa del Tavoliere, che ri-

sponde con i frutti di un futuro ancoratutto scrivere. In bella copia. “Coltiviamoe diffondiamo semi di speranza” è il loromotto, e non è un caso che ad animareil progetto - che strizza l’occhio all’omo-nima app, ma che di ‘virtuale’ ed ‘effimero’non ha proprio nulla - siano i giovanidell’associazione ‘Terra Promessa’, pro-fessionisti foggiani che seguono e met-tono in pratica gli insegnamenti di donMichele De Paolis, zfondatore della co-munità Emmaus, scomparso lo scorsoottobre, a 93 anni. Con quell’approcciolaico alla fede che fu il tratto distintivodel ‘prete degli ultimi’, l’associazionepresieduta da Giuseppe Savino punta acreare la prima comunità rurale in Puglia,la seconda in Italia dopo quella operativaa Salerno. Dietro VaZapp, infatti, ci sonocuori grandi e mani laboriose; ci sonomenti aperte e professionalità varie espiccate che si mettono in gioco puntandotutto sul territorio. Insomma, i giovanitornano alla terra, si sporcano le mani elo fanno nel modo più etico ed ecoso-stenibile possibile. Ne abbiamo parlatocon Valeria Carannante (in foto), vice-presidente dell’associazione ‘Terra Pro-messa’ e responsabile della comunica-zione e dei social di VàZapp.

Valeria come nasce e cos’è Vazapp?VàZapp nasce dal desiderio di don

Michele di seminare semi di speranzatra i giovani, contrastando uno dei mag-giori mali del nostro tempo e soprattuttodel nostro sud: la disoccupazione gio-vanile. Ripartire dalla terra. Ecco perchéil nome ‘Terra Promessa’. La Capitanataha un enorme patrimonio che va tutelatoe valorizzato.Partire da lì percreare qualco-sa, per gene-rare possibilitàlavorative con-crete per lenuove genera-zioni ed evitareche facciano levaligie per an-dar altrove. Và-Zapp è un hubrurale che ri-porta i giovaniad avere uncontatto direttocon la terra,con i suoi tem-pi e i suoi va-lori. È un luogo d’incontro che accoglie,fa condividere e confrontare i saperi, lepassioni e i sogni di ciascuno per dare

origine a idee e progetti innovativi. Dalla cura della terra alla cura dei

rapporti con l’altro. In questo progetto idue aspetti sono strettamente legati…

Il progetto si lega indissolubilmenteall’iniziativa che l’ha generato: “Mangia,prega e ama”. Un format nato dal desi-derio di parlare con e tra i giovani delsenso della vita, della solitudine, masoprattutto della qualità delle relazioni.La cura delle relazioni rappresenta pernoi il cuore pulsante di ogni nostraazione. Da lì nasce e dipende ogni cosa.Se diamo valore alle relazioni con chi cicirconda, possiamo solo generare unambiente positivo e far nascere buoni

frutti. Lo stesso discorso vale per il rap-porto con la terra. Attenzione, pazienza,delicatezza e amore. In entrambi i casisi genera bellezza e si diffonde nell’ariail profumo della speranza.

L’approccio alla terra, quello più con-creto, però,non può es-sere quellodelle genera-zioni passate.In che modoi n t e n d e t erinnovare ilsettore?

S i a m ogiovani es a p p i a m ocosa voglionoi ragazzicome noi.Condividia-mo il loro lin-guaggio ecerchiamo didimostrare

loro come la comunicazione con il webe i social possa essere utilizzata corret-tamente e con ottimi risultati per la cre-

scita di un’attività. Non possiamo, però,negare che il lavoro della terra non ri-chieda un sacrificio troppo alto e chemolto spesso rischia di non produrrenemmeno una remunerazione dopo tantotempo e lavoro. Ecco perché occorronostimoli nuovi. Per motivare i giovani chehanno ereditato questo futuro dai proprigenitori, ma anche per chi vuole (ri)av-vicinarsi alla terra attraverso un lavoroin grado di regalare ritmi di vita differentie grandi soddisfazioni.

Ma è fondamentale rinnovare il set-tore agricoltura, ci devono essere ricambigenerazionali, nuovi approcci, versoun’agricoltura sostenibile volta alla difesa

dell’ambiente circostante, della salutedel consumatore e dello stesso operatoreagricolo.

Abbiamo parlato di approccio eticoed ecosostenibile. In che modo vi statemuovendo?

L’innovazione passa anche da questo.L’utilizzo di strumenti nuovi consentonodavvero di far risparmiare non solotempo, ma anche denaro e garantisconouna maggiore qualità del prodotto. Tuttele azioni sono sempre volte a integrarediverse strategie agronomiche e biolo-giche, facendo convivere tradizione e in-novazione, con l’obiettivo ultimo di ridurregli sprechi e salvaguardare le risorsenaturali. Abbiamo particolarmente acuore il creato e sentiamo la responsa-bilità di esserne custodi, così come ci haricordato papa Francesco.

Recentemente avete preso posizioneanche in merito alla cosiddetta “guerradel pomodoro”, e la vostra voce - omeglio, un vostro tweet - è giunta finoalle orecchie del Ministro delle PoliticheAgricole Alimentari e Forestali MaurizioMartina. Qual è la vostra posizione al ri-guardo?

Noi siamo contro ogni forma di guer-

ra. Questa, in particolare, ci tocca inti-mamente, non solo da un punto di vistaeconomico, ma anche etico e sociale.Abbiamo fatto un uso intenso dei socialnetwork e del passaparola, portando lanostra petizione (presente sul sito Chan-ge.org) ad oltre 35 mila firme. L’attenzionemostrata dal Ministron Martina, ci haincoraggiato ad andare avanti. In fondole vere rivoluzioni partono dal basso,Anzi, dalla terra. La nostra petizionecerca di ridare dignità a quello che untempo era considerato oro rosso. Gliagricoltori oggigiorno sono l’anello piùdebole e non facendo sistema tra loro

non riescono ad avere alcun potere con-trattuale. Pertanto sono soggetti a trat-tamenti che non rispettano la dignità ela fatica del lavoro svolto. Questo provocaun effetto a catena che vede coinvoltenon solo intere famiglie di agricoltori,ma anche gli operai che offrono la propriamano d’opera. Le aziende agricole stannosoffrendo. Il rischio di fallimento è elevato.A queste condizioni, chi mai potrà conti-nuare ad occuparsi della nostra terra?

VaZapp è un punto di partenza. Qualesarà il vostro futuro?

La nostra idea è di continuare adavere occhi vigili e orecchie ben aperte.Continuare ad ascoltare e a conoscerechi ogni giorno mette le proprie maninella terra. Ma parallelamente conti-nueremo a fare corsi, seminari e viaggivolti a farci acquisire nuove competenzee a importare approcci innovativi. Il nostrofuturo vedrà concretizzarsi il nostro hubin una serra. Una serra sui generis,dove non si coltivino solo piante, maanche relazioni. Un ambiente accoglientee pieno di luce, con scrivanie, cucina,spazio conferenze e con un orto esterno.Siamo certi che le istituzioni ci soster-ranno, al fine di creare uno svilupporeale e più umano della nostra Capitanata.

Valeria Carannante Vice Presidente “Terra Promessa”

Cascina Savino sede di VàZapp

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Nella filosofia Zen il riordino fisico è un rito che porta grandi vantaggi spiritualiEcco come guadagnare spazio nell’armadio e conquistare l’agognata serenità

Kosmos e Caos: tutti pazzi per “Konmari”Il metodo per riordinare la propria casa (e la propria vita) che ha conquistato il mondo

23settembre - duemilaquindici

ambientiNon è solo sinonimo di duttilità tecnica, ma anche di estetica

Il progetto di un edificio - sia che si tratti diun manufatto realizzato ex novo, sia che sitratti di uno da ristrutturare - necessita di

scelte tecnicamente efficaci ed esteticamenteaccattivanti. In particolare, la fase delle fini-ture, oltre ad essere il passaggio conclusivodelle opere, è davvero determinante ai finidell’immagine stilistica complessiva del la-voro finito.

Con un occhio di riguardo per il portafogli,per l’eco-compatibilità del lavoro e per la fa-cilità di manutenzione, uno dei materiali piùconsigliati, sia per rivestimenti che a pavi-mento, fino addirittura ai complementi d’ar-redo, è la resina.

Si tratta di un materiale formato da pro-dotti organici di tipo sintetico e naturale com-posto da polimeri modificati in modo darenderlo duro, resistente e indeformabile alpari della pietra. Scegliere la resina significapoter contare su indubbie caratteristiche tec-niche: una elevata resistenza agli urti e al-l’usura, assoluta impermeabilità e leggerezza(si applica in modo completamente coprentefin da pochi millimetri di spessore). Inoltre, laresina non è soggetta a sbalzi di temperatura,

non è attaccabileda muffe e bat-teri, è facile dapulire ed è pro-babilmente piùigienica di solu-

zioni più tradizio-nali, in quantoutilizzando la re-sina si ottengonopavimenti mono-litici, dunque prividi fughe e giunti nei quali lo sporco si annidafacilmente. La resina, grazie a queste sue ca-ratteristiche prestazionali, sebbene sia nataper rispondere a esigenze del settore edile in-dustriale, viene sempre più largamente usatanell’edilizia residenziale soprattutto come ri-

vestimento in sovrapposizione a diverse su-perfici ed è sovrapponibile, anche su pavi-menti e rivestimenti già esistenti (piastrelle,legno, cemento), evitando così i disagi, i tempie i costi di lavori di demolizione e smalti-mento. Solitamente non è necessario interve-

nire neanchesulla regolazionedi porte o portoni,in quanto lo spes-sore del rivesti-mento può essereminimo.

La resina nonè solo sinonimo diduttilità tecnica,ma anche este-tica. Infatti, si puòutilizzare sia perinterni che per

esterni, ed è persino adatta per le pareti dicasa, scegliendo oltre al colore e alla decora-zione, anche l’effetto finale di superficie:opaco, lucido, antiscivolo, nuvolato, monoco-lore, sfumato, tridimensionale con possibilitàdi inserire all’interno dello spessore anche

oggettistica per un’estrema personalizza-zione. La resina è applicabile in modo del tuttoesclusivo, originale ed irripetibile, realizzan-dola direttamente in opera. Si può anche re-sinare una grafica particolare usata comefondo. Questo materiale dall’utilizzo così va-riegato consente di realizzare di tutto, in qual-siasi forma e colore, con finiture a misura diogni gusto ottenibili lavorando la resina consvariati utensili e tecniche applicative, affo-gando al suo interno inerti di diverse dimen-sioni, pagliuzze metalliche e polvere dimadreperla, fotografie e fibre ottiche. Dalpunto di vista più pratico, in commercio esi-stono diversi tipi di resina, ognuno specificoper un particolare uso. La valutazione dellaresina più adatta alle proprie necessità, com-piuta grazie a personale tecnicamente prepa-rato, nasce unicamente dalla funzione delrivestimento e dal risultato estetico finale chesi desidera raggiungere. Quel che è certo èche il risultato scenografico è assicurato.

DI SIMONETTACAMPANELLAARCHITETTO

Le vecchie superfici diventano la ‘tela ideale’ per un’opera unica: la tua casa

Resina, una soluzione per tutti i gusti

Dimmi come organizzi la tuacasa ed i tuoi spazi e ti dirò chisei. Già, perché il caos che re-

gna sovrano su scrivanie o dentro gliarmadi non è altro che la rappresen-tazione di un disordine interiore e diuna cattiva gestione dei rapporti conle cose e con le persone. E viceversa.Una teoria che arriva da lontano, ad-dirittura dal paese del Sol Levante,messa a punto dalla giapponese MarieKondo, meglio nota con il nicknameKonmari.

Con il suo libello “Il magico poteredel riordino” (Vallardi Editore), la tren-tunenne di Tokio è diventata una gurudel settore, osannata in tutto il mondo:il suo breviario è diventato ovunquebest-seller, i suoi tutorial su youtubecontano milioni di visualizzazioni e isuoi corsi (quelli nei quali si impara afare proprio il ‘metodo’) vedono listedi attesa lunghe anche 6 mesi. E nonparliamo solo di casalinghe disperate,ma anche di professionisti, managere star dello showbiz. Il suo è un libro

che cambia la vita: non si tratta (solo)di consigli pratici, ma di un vero eproprio metodo – una teoria, appunto– per gestire i rapporti con le cose e,per estensione, con le persone. In-somma, imparare a riordinare la casae gli armadi per “fare ordine” nellanostra vita. Una volta e per sempre.Perché indietro non si torna.

Lavorare su sé stessi e sulle cosesono due concetti strettamente colle-gati. Per iniziare ad applicare il suo

metodo bisogna prendere il coraggioa due mani e liberarsi dell’accumulodi oggetti che ‘soffocano’ letteralmentegli appartamenti e le vite. Un taglionetto, convinto e indolore

Già perché nel metodo Konmari siprocede per categorie e non per am-bienti (come spesso fanno in molti),perché in questo modo si affrontano,grado per grado, i veri e propri ‘nodiemotivi’ di questo processo. Un per-corso a scaglioni che, inevitabilmente,

scava nel nostro passato. Allora siparte dagli armadi: il primo cordoneombelicale da recidere è con i vestiti;poi i libri, carte e documenti e ogget-tistica varia. Solo alla fine si metteràmano ai ‘ricordi di famiglia’ e alle foto,la parte più difficile. Come capire quan-do un oggetto va eliminato dalla propriavita? Per Konmari è semplice: bisognaessere onesti con sé stessi (altrimenticome lo si può essere anche con glialtri?) e chiedersi se quel vestito, libroo ninnolo di sorta sia ancora in gradodi “esprimere gioia”. Diversamente,diventa tutto inutile. E va eliminato.Senza rancore.

Ma non prima di averlo salutato e“ringraziato” per il lavoro svolto pernoi. Tipico della cultura giapponese,secondo la quale, negli oggetti dimorinogli spiriti che gli danno vita. In cinquecapitoli e circa 250 pagine, il libro cheha reso Marie Kondo una star per-metterà a tutti di garantirsi l’ordine el’organizzazione degli spazi domestici.Un percorso per passare dal Caos al

Kosmos, ovvero dal disordine all’ordine,e conquistare insieme la serenità, per-ché nella filosofia zen il riordino fisicoè un rito che produce incommensurabilivantaggi spirituali: aumenta la fiduciain sé stessi, libera la mente, sollevadall’attaccamento al passato, valorizzale cose preziose, induce a fare menoacquisti inutili. Rimanere nel caos si-gnifica invece voler allontanare il mo-mento dell’introspezione e della co-noscenza. Provare per credere.

Angela Dalicco

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24 settembre - duemilaquindici