6Donna #5 107

24
focus Verde pubblico Parco San Felice torna a sorridere foggia notes Donne&Lavoro Ecco gli ‘Stati Regionali’ Tendenze MODA Dettagli di stile, libertà di essere

description

 

Transcript of 6Donna #5 107

Page 1: 6Donna #5 107

focusVerde pubblico

Parco San Felice torna a sorridere

foggia notesDonne&LavoroEcco gli ‘Stati Regionali’

Tendenze MODADettagli di stile, libertà di essere

Page 2: 6Donna #5 107

2 maggio - duemilaquindici

editoriale

di Maria Grazia Frisaldi

“Donne&Lavoro” è stato iltema ricorrente di questo ultimomese. Predominante, diremmo.Imperante. E non solo per ilmensile 6Donna. Ne ha parlatoanche Papa Francesco nella ca-techesi all’Udienza Generale. Lesue sono state, probabilmente, leparole più riuscite dal punto divista mediatico, con quell’inter-rogativo semplice e diretto che èrimbalzato dai giornali alle tv,moltiplicandosi sulle bachechedei social. “Perché si dà perscontato che le donne debbanoguadagnare meno degli uo-mini?”, ha chiesto il Santo Padre.Già, perché?

Nessuna riposta è venutafuori dopo l’interrogativo - disar-mante per spontaneità e bru-ciante per la manifestaingiustizia - avanzato dal Papache ha poi stigmatizzato: “La di-sparità tra i sessi è un puro scan-dalo”, puntando il ditodritto-dritto sulla coscienza diquanti muovono i fili di un settore- duole ammetterlo - creato dagliuomini per gli uomini.

“Donne&Lavoro” è stato l’ar-gomento principe di un incontrocapitale per le donne di Capita-nata, ovvero la tappa foggianadegli Stati Regionali delle Donne,a Palazzo Dogana. Un momentodi confronto e incontro, una“festa delle idee” durante laquale la Consigliera di Paritàdella Provincia di Foggia, Anto-nietta Colasanto, ha potuto rac-cogliere le istanze dellelavoratrici foggiane per farlepervenire, il prossimo Settem-bre, sul tavolo degli Stati Gene-rali delle Donne, evento che siterrà a Milano, all’interno diExpo2015, in occasione dellaConferenza mondiale “Pechinovent’anni dopo”. Un incontro im-portante, che abbiamo seguitoper voi (lo troverete nella paginaFoggiaNotes) e che va a com-porre il giornale che state persfogliare. Ma non si parlerà solodi lavoro nel numero di Maggio di6Donna: nel Focus di questomese si parlerà di Verde Pub-blico, con gli sviluppi di un’im-portante progettualità incentratasu Parco San Felice, polmoneverde di Foggia. Ancora, spazioalla Politica, con un’intervista alpiù grande sostenitore del pro-getto Moldaunia, ormai verso ilReferendum. Tutto questo in-sieme alle Rubriche degliEsperti, agli approfondimenti inmateria di Moda, Ambienti, Bel-lezza e Benessere. Insomma,come sempre, abbiamo cercatodi confezionare per voi un nu-mero ricco di spunti di rifles-sione, per leggere insieme lacittà e i suoi cambiamenti.

Buona lettura!

Personaggio4 Professione Speaker

Radio801 è “donna”: tutte le voci

Foggia Notes

5 Donne&LavoroEcco gli Stati Regionali delle donne

Focus 6 Verde pubblico, patrimonio cittadino?

Aree verdi in cerca di “mecenati”:al via le sponsorizzazioni

7 Parco San Felice torna a sorridere:finanziato il progetto

Politica8 Moldaunia all’ultimo Miglio

Intervista a Gennaro Amodeo

Benessere11 “Riconoscersi” nello specchio:

cancella la cellulite, tonifica i tessuti

Ambienti14 S.O.S. Ristrutturazione:

stessa casa, nuovi spazi

Cucina&Dintorni15 Leonardo in Centro,

declinazione di gusto

17 Rubriche

Sociale22 “Diversamente OrchestrAbili”,

il nuovo centro di Musico-Terapia

• La parità di genere?E’ nella grammatica di Mammeonline

Tempo Libero23 Fiabe in pigiama,

un libro per volare• Correre Donna,

“corazzata” rosa a Parco San Felice

sommario

Page 3: 6Donna #5 107

3maggio - duemilaquindici

Trent’anni in un soffio, senza mai perdere lo smaltoe l’entusiasmo dei primi tempi. Tre lunghi decenni dicambiamenti, ‘traghettati’ con buon senso e buongusto, ed infiniti giorni di impegno e passione che oggisi trasformano in una sfida tutta nuova.

E’ questa, in pochi e rapidi flash back, la storia diYellow and Grey, di via Tugini, a Foggia. Ine-vitabilmente, le pagine della moda fog-giana sono state scritte tra le muradella boutique che taglia il traguardodei trent’anni di attività e si lancia inuna nuova avventura: un nuovopunto vendita, ‘Angela F’, inauguratoad aprile nella centralissima PiazzaGiordano.

Lo store, che si estende su una su-perficie di 80mq, nasce come amplificatoredella prima boutique, di cui seguirà i criteri-car-dine che ne hanno decretato il successo. Innanzituttola qualità e l’eleganza del Made in Italy, poi la ricercadi capi e modelli originali, di linee e tendenze intercet-tate in anteprima, in giro per l’Europa, dalla titolare An-gela Francavilla. E’ lei l’anima dell’attività, è lei che hafatto della passione per la moda la sua vita, e viceversa.“E’ con la moda che noi comunichiamo, ogni giorno”,spiega convinta. “Ed è attraverso di essa che possiamoemanciparci, imparando a ‘vestire’ la nostra testa, la

nostra essenza, prima che il nostro corpo. E’ un settoreche non può conoscere crisi. Può essere in crisi lo stilee il buon gusto, ma mai la moda: quella la facciamo noiogni giorno”. Questa la filosofia che da sempre guidale sue scelte. Infatti, tutto inizia dalla ricerca dei capi

giusti, spulciando tra le varie collezioni proposte (inquesto, il suo fiuto è da vera talent scout) in

Italia ed in Europa. “Ogni lavoro ha una propria etica e

va svolto con impegno, competenzae passione. E’ questa forse la ricettadel successo”, spiega Angela checol marito Ciro Favatà (in foto) sonoali&radici dell’attività: da un lato la

parte creativa, perfettamente incar-nata dalla padrona di casa, dall’altra la

parte razionale, economica, burocratica.Due facce della stessa medaglia. “Credo molto

nella libertà di vestire più mentale che fisica”, puntua-lizza ancora Angela, che combatte una vera e propriacrociata contro la sciatteria e la massificazione di gustie consumi. “Bello non vuol dire costoso. Vuol dire ori-ginale: per questo non credo che abbiamo bisogno ditutorial o di seguire una massa anonima e informe chelegittima ogni scelta. Bisogna avere il coraggio di co-noscersi e sperimentarsi per comprendere ogni giornochi vogliamo essere, cosa vogliamo indossare”.

Per celebrare il traguardo dei 30 anni, Yellow and Greyha organizzato una originalissima mostra, recupe-rando dagli armadi di clienti storiche e affezionate,interi outfit acquistati negli anni presso la boutique divia Tugini. Dal marzo 1985, data di inaugurazione, adoggi: oltre 200 capi, catalogati ed esposti in un alle-stimento storico che ha ripercorso gli ultimi tre de-cenni di moda e che ha visto le spalline dei dorati anni‘80 accanto alle linee minimaliste degli anni 2000.

Yellow and Grey, la moda è libertà d’essereLa storica boutique si lancia in una nuova sfida

Inaugurato “Angela F” in piazza Giordano

1985-201530 ANNI di

... qualche volta, per vestirsi male basta seguire la Moda.Meglio liberarsi di preconcetti e codici prestabiliti...

...per conoscerequalunque donnabasterebbe aprire il suo armadio...

FOGGIA, Piazza Giordano, 47 - Via Tugini, 13

ANGELA F byBOUTIQUE

Page 4: 6Donna #5 107

4 maggio - duemilaquindici

personaggio

Professione Speaker

Radio801 è “donna”: tutte le vocidi Mariangela Mariani

Da un appartamento ad altaquota trasmettono la rocket-tara, la cantautrice, la dotta, la

fashionista, la cuoca, e le altre. On air.La radio non è morta. Sono ventuno lespeaker di Radio 801. Croce e deliziadel direttore dell’emittente web LucaDe Michele che si spinge a ipotizzareche la radio sia persino più indicataper le donne che per gli uomini. Si-mona Manlio mette l’arte in musica:“Ho abbandonato una carriera giuri-dica per dedicarmi alla storia dell’artee credo che la radio sia un ottimomezzo di divulgazione. Tutto sta neltrattare argomenti che sono notoria-mente “pesanti” e renderli fruibili”.Renata Ficelo cerca notizie bizzarre edivertenti, curiosità con Milk Shake. “Èil mio sogno da quando ero ragaz-zina”, confessa, ma alla radio sul webnon ci aveva mai pensato. C’è un pro-gramma delle donne per le donne:Style, con Enza Delli Carri e ValentinaQuatrale. Tendenze gossip e moda main chiave ironica: “Noi non sapevamonemmeno chi fosse Giselle la setti-mana scorsa - scherza Enza - Unacosa che abbiamo imparato è che ilperlescente è di moda: quest’anno è

la morte sua”. E poi torna seria, per-ché l’ultima notizia prima di chiudereriguarda sempre un movimento con-tro la violenza sulle donne. “Passiamodalle notizie demenziali, tipo la nonnaninfomane che è diventata una porno-diva, alla riflessione sulla festa dellaprimavera Indù, in mezzo c’è la moda,e più che altro la distruggiamo”.Quello è il mondo diValentina: “Lavorandoin un negozio di ab-bigliamento è unapassione più cheun lavoro. Ci docu-mentiamo, e questoaccomuna tuttenoi”. C’è anche chiè arrivata comeospite ed è finita acondurre un pro-gramma come An-gela Diorah: avevapresentato il suo album di inediti e c’èrimasta. Racconta i live, come nasceun progetto, l’ispirazione per una can-zone e la collaborazione tra i gruppicon “I-music”, inteso come l’esseremusica. “Al femminile è un po’ piùcomplicato, io sono anche madre e

moglie, ma non lo è per noi perchécredo che questo ci renda un po’ piùricche”.

Valeria Morelli è l’anima rock dellaradio: “In orario serale - anche a leinon manca l’ironia - ti da la carica giu-sta. Per andare a dormire. A parte gli

scherzi, intervi-stiamo i gruppi

emergenti italiani che hanno la possi-bilità di farsi pubblicità”.

La web radio non l’ascolti solo indiretta: c’è il podcast, il file del pro-gramma che puoi scaricare quandovuoi, veicolato anche attraverso i so-cial. “Mentre andiamo in diretta - ci

spiega Valeria - registriamo e quel fileviene caricato su mixcloud, in questocaso, puoi ascoltarlo in qualsiasi mo-mento della giornata. Ci possonoascoltare in tutto il mondo”. Annama-ria Lombardi è un altra tipa peperina,se non altro per il titolo del suo pro-gramma: Cacio e pepe. “Non parlosolo di ricette, sarebbe scontato. Ogni

settimana mi occupo di unaregione e la studio sotto il

profilo territoriale, maanche storico e cerco dicapire quali sono i pro-dotti tipici del posto, lericette tipiche di quellaregione e perché sononate lì. Poi parte tuttoun ragionamento cu-linario e non manca un

intervento con uno chefda quella regione in di-retta. Lo chiamo e

chiedo conferma di quello che hodetto. Cerco di avere sempre ospitiimportanti, chef stellati. Sonia Pero-naci di Giallo Zafferano è una mia con-quista”. Donatella, 22 anni, è lamascotte della radio. Insieme a Nata-lina Carella conduce “La sala d’at-

tesa”. “Una delle ultime volte chesono andata dal medico ho aspettatoquattro lunghissime ore e non c’eranulla che alleviasse questa soffe-renza: non c’era radio, solo giornalivecchi”. Per Natalina si avvera unsogno: “Volevo io stessa creare unaradio ma non avevo gli strumenti, mimancavano le istruzioni”. E poi c’èMiss Grace col suo Game Over che inrealtà è l’inizio di un gioco. Lei ama latv ma in radio può dire quello chevuole con un personaggio creato ap-positamente. Nel team foggiano c’èanche Valeria Marra, e poi dagli studisparsi in tutta Italia Paola Concari diMilano, Licia Cavalet da Monselice(Padova), Chiara Tasso da Sestri Le-vante (Genova), Adriana Armanni daFirenze, Patrizia Torrieri da Pescara,Dina Moschetta e Maria Marmo daAndria, Maria Modica e Lucia Fava daRagusa. “Abbiamo creato un belgruppo che ama questo mestiere eche ogni volta dà il massimo - diceGermana Zappatore, che ora tra-smette con un bel pancione e parla diviaggi e cinema - Ci crediamo e vo-gliamo far crescere questa emit-tente”. Stay tuned.

Page 5: 6Donna #5 107

Attiviste e lavoratrici dipendenti,professioniste e mamme. Masoprattutto donne. Come quelle

che si sono ritrovate, a Palazzo Do-gana, per la tappa foggiana degli StatiRegionali delle Donne. Chiamate araccolta da Antonietta Colasanto,Consigliera di parità della provincia diFoggia, le professioniste, imprenditricie lavoratrici dipendenti di Capitanatasi sono messe - metaforicamenteparlando - a tavolino per fare il puntodella situazione sul tema Donne&La-voro. Un argomento spinosissimo eincompiuto, per un mercato del lavoroprofondamente ingiusto che penalizzafortemente le donne e mortifica (quasi“punisce”) la maternità. Una quindi-cina gli interventi programmati nellagiornata foggiana. A prendere la pa-rola, alla presenza del-l’europarlamentare evicepresidente dellaCommissione lavoro alParlamento Europeo,Elena Gentile, di RosaCicolella, presidentedella Commissione Re-gionale Pari Opportu-nità e delle consiglieredi parità, regionale eprovinciale, Molendini eColasanto, donne impe-gnate nel lavoro, neisindacati, nell’imprenditoria, in asso-ciazioni di volontariato, cinema ed edi-toria, nella promozione del territorio.Tutto il mercato del lavoro era rappre-sentato nella Sala Giunta di PalazzoDogana, con le sue problematiche edimplicazioni.

STATI REGIONALI VERSO MI-LANO. Coordinati da Serenella Molen-dini, consigliera regionale di Parità, gliStati regionali delle Donne di Puglia(precedentemente convocati a Leccee Bari), rappresentano l’autoconvoca-zione delle donne di tutta Italia, moti-

vate a iniziare un percorso di condivi-sione e di proposta, con al centro deldibattito il lavoro nella sua accezionepiù ampia: dipendente, autonomo,precario e d’impresa. Il metodo con-

siste nel misu-rare l’impatto(reale e poten-ziale) che ledonne hanno sulmondo del la-voro, per poi tra-sformarlo inproposte e nelladefinizione dipriorità d’azionepolitica. Attra-verso un con-fronto concreto,

le partecipanti al tavolo di discussionepotranno contribuire a stabilire lepriorità dell’agenda per uno svilupposociale ed economico inclusivo e so-stenibile, che parta dallo specifico delnostro territorio, per poi elaborare unaproposta unitaria su base regionaleche sarà portata prima ad un incontroregionale a Bari e successivamenteagli Stati Generali delle Donne che sisvolgeranno il 26, 27 e 28 settembre aMilano, all’interno di Expo2015, in oc-casione della Conferenza mondialedelle Donne intitolata “Pechino ven-t’anni dopo”.

NON SOLO TETTO DI CRISTALLOPer troppo tempo la battaglia delledonne in materia di lavoro si è orien-tata verso azioni che potessero “sfon-dare”, una volta per tutte, quell’iniquotetto di cristallo che divideva queste ul-time dalle posizioni lavorative apicali.Una battaglia che non solo non ha dato- almeno fino ad ora - i risultati sperati,ma che sembra non guardare a pro-blematiche ben più gravi e largamentesofferte: povertà, precarietà, assenzadi diritti legati alla maternità, svaluta-zione dei titoli di studio. I dati in Puglia,in tal senso, rivelano una situazione di-sastrosa: l’occupazione femminile siattesta appena al 29,5%, un dato ormaicostante da circa 8 anni, con oscilla-zioni minime, dal 28 al 30%. E ancora,sottolinea Serenella Molendini, sem-pre nel tacco d’Italia oltre mezzo mi-lione di donne lavoratrici sonoletteralmente mobbizzate dopo unagravidanza. Ha ancora senso – spiegain modo sarcastico – preoccuparsidelle poltrone nei Consigli di Ammini-strazione di grandi aziende e multina-

zionali quando alla maggior partedelle donne vengono negati diritti, oc-casioni e opportunità di lavoro? In-somma, andrebbero riviste le priorità.

FEMMINISMO, NON INDIVIDUALI-SMO. Proprio sul tavolo del lavoro ilmondo delle donne sembra essersispaccato, negli ultimi anni.

Le istanze della generazione dellemadri (per intenderci, quelle del “tettodi cristallo”) non rappresentano quelledella generazione delle figlie (sempreper intenderci, quelle della disoccupa-zione e del precariato, quelle costrettea scegliere tra lavoro e famiglia). Per

questo è fondamentale ritrovarsi e ri-conoscersi, e tessere attorno al temafondamentale del lavoro una rete chepossa sanare questo divario genera-zionale e creare un fronte comune dalquale partorire idee e proposte con-crete per una politica di genere che siareale ed inclusiva.

Suggerimenti e indicazioni checonfluiranno negli Stati regionali delledonne di Puglia a Bari, per una vera epropria festa delle idee, animata daldesiderio delle donne di esserci, diparlare e relazionarsi, di non essereconsiderate periferia della Puglia.

Maria Grazia Frisaldi

5maggio - duemilaquindici

STATI REGIONALI DELLE DONNE

foggia notes

I dati sull’occupazione femminile sono disastrosi: 500mila lavoratrici mobbizzate nel post-gravidanza

Il commento di Rosa Cicolella, Cpo Regione PugliaLa resistenza culturale maschile nella nostra

società esiste ed insiste caparbiamente. Un’occasione persa per un im-

portante confronto che ha confer-mato l’alto potenziale di temi eproposte in svariati campi da partedelle donne del nostro territorio.

A tal proposito è bene ricordareche il governo di questa città al la-voro ormai da quasi un anno, ad oggisembra aver dimenticato un organi-smo vitale per l’esercizio della de-mocrazia paritaria nella gestione delbene comune nella nostra città: la

Consulta Femminile. Un autorevole consesso tra-sversale che ha visto impegnate donne delle istitu-

zioni, delle associazioni, delsindacato, delle professioni, dell’im-prenditoria.

Il suo lavoro ad uno stadio iniziale,aveva già raggiunto alcuni obiettivi eprometteva percorsi di genere signi-ficativi per la nostra città.

L’appello al sindaco Landella a farripartire questo organismo paritarioindispensabile nella casa comunale.Non lasciamo morire i pochi luoghi dipartecipazione e attività democratica.

E la Consulta Femminile Comunale?

I relatori: da sx Rosa Cicolella, Serenella Molendini, Elena Gentile e Antonietta Colasanto

Rosa Cicolella

Antonietta Colasanto

Page 6: 6Donna #5 107

Sin dal suo insediamento, l’attenzione princi-pale dell’Assessorato è stata rivolta alle alberaturestradali. Partendo dalle periferie per poi arrivare alcentro. E non viceversa. Carte alla mano, l’asses-sore al ramo, seguito dal perito agrario AntonioPunzo, mostra dati, bilanci e resoconti dell’attivitàsvolta, trimestre dopo trimestre. L’appalto stretto il25 maggio del 2013 dalla precedente amministra-zione con il CNS prevede il trattamento di 5000 al-berature stradali all’anno (oltre ad attività diabbattimenti e sfalci, cura e tutela del verde oriz-zontale, oltre che verticale), ma i numeri sono giàdecisamente più alti. “E’ stato necessario un sur-plus di lavoro per recuperare una situazione di ab-bandono preesistente. In alcune zone della cittànon venivano effettuate potature da 12 o addirittura20 anni”, puntualizza Morese. Purtroppo la situa-zione non è delle più rosee: oggi si paga il conto discelte errate fatte negli anni passati - nel periodoa cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta - quandosono state messe a dimora specie arboree inadatteal contesto cittadino. Oggi, ad esempio, è impensa-bile impiantare un pino a due metri da un fabbri-cato. E se ci chiediamo il perché basta passeggiarein alcune nelle strade del centro cittadino per ve-derne le conseguenze: danni ai marciapiedi, allestrade, alle abitazioni a piano terra e allealberature stesse. Una situazione checomporta anche potature rigorose percontenere la crescita della pianta.

ALBERATURE STRADALI. Nel solotrimestre Gennaio-Marzo 2015 si con-tano 1611 interventi di potatura di albe-rature stradali; un dato che proiettato su12 mesi porterà a chiudere l’annualitàin corso a circa 7000 alberi trattati. I datisono invece raddoppiati per quanto con-cerne gli abbattimenti: 150 quelli previ-sti per annualità, ma dal maggio 2013ad oggi - purtroppo per noi - siamo giàquasi 700 (a fronte di 300). “Tutti abbat-timenti documentati - tengono a preci-sare in Assessorato - per alberature

pericolose o affette da problematiche fito-patologi-che o marcescenze specifiche. Grazie ad una de-termina comunale, però, a settembre verrannointegrati circa 150 alberi in zona centro: da corsoGaribaldi a via Mazzini, da piazzale Italia a via Scil-litani”. Per raggiungere questi risultati - a parità dirisorse umane impiegate e ore lavoro - è stato ne-cessario perfezionare i turni e le modalità di inter-vento: non più ‘a macchia di leopardo’, ma per interiblocchi di strade.

Il RIPRISTINO DEGLI IMPIANTI. La rigenera-zione è quindi iniziata, ma per vederne i risultati bi-sogna attendere che i tempi siano maturi: “Stiamoiniziando dalle basi: ripristinando i pozzi perl’emungimento dell’acqua (dei 60 presenti la metàerano inutilizzabile perché rotti, difettosi o vetusti)e ripristinando gli impianti automatizzati, larga-mente vandalizzati nel tempo”. Nell’ultima setti-mana, in particolare, sono partiti i lavori di ripristinodi impianti di irrigazione che da oltre due anni nonerano funzionanti: dalla zona 167- comparto Biccaria via D’Addedda; da Parco San Felice a Parco An-gelo Ricci-via De Petra; del pozzo del Parco LucioMiranda, di piazza Padre Pio, di via Monsignor Fa-rina, di Via Manerba, del Parco Volontari della Pace

e di via Gentile. Da oltre due anni, infatti, essi nonerano attivi, con conseguenze pesanti sulla cura delverde pubblico. Nel parco Lucio Miranda, invece, ilpozzo non era funzionante perché erano stati rubatii 400 metri di cavi elettrici che collegavano la cen-tralina alla pompa dell’acqua.

DOG AREA E PARCO GIOCHI. Unadelle esigenze maggiormente sentitedalla città è legata alla presenza di ‘dogarea’ attrezzate. L’ultima in ordine ditempo è stata consegnata nel dicembrescorso, in viale Europa, nell’area di circa1500 mq denominata Parco Chiara Lu-bich. “I cittadini ne vorrebbero una ogni100 metri”, ironizza Morese. “Mal’obiettivo è realizzarne una per ognizona cittadina. Bisogna solo recuperarele finanze…”. Diversamente è la que-stione relativa ai parco-giochi. Qui si la-vorerà sempre a compensazione perquanto concerne i tre parco-giochi re-cintati: ovvero quello della Villa Comu-nale (già ripristinato con Fondi POR),quello di viale Kennedy al quartiere

Cep, che si estende per un ettaro circa, e quello diSan Pio X. “Sulla questione parco-giochi è in caldouna delibera grazie alla quale verranno rivisti tuttie tre: i progetti sono in itinere ma bisogna lavorarciancora su”.

INTERVENTI A COSTO ZERO. Proprio a causadelle ristrettezze economiche, l’Assessore Moreselavora seguendo il gioco delle tre carte. Tutti inter-venti effettuati ‘a compensazione’. Questo vuol direlavorare il doppio, ovvero recuperare prima le ri-sorse (“spesso grazie alla benevolenza delle ditte,oppure andando a recuperare vecchi crediti”,spiega) e poi mettere a punto i progetti e seguire ilavori. E’ il caso, ad esempio, dell’azione relativa alripristino della funzionalità degli impianti irrigui,che è stato possibile effettuare ‘a costo zero’, poichéfinanziato attraverso la rinegoziazione delle misuredi compensazione, da parte della ditta Marco PoloEngineering SpA Sistemi Ecologici, legate all’atti-vità di messa in sicurezza e bonifica da biogas me-diante captazione, trattamento e recuperoenergetico dello stesso biogas svolto nel periodocompreso tra gli anni 2012-2013-2014.

IN CERCA DI MECENATI. Un’altra strada intra-presa dal Comune è quella relativa alla sponsoriz-zazione di aree cittadine. “L’idea è quella diconsegnare alcune aree della città, come ad esem-pio le cosiddette ‘rotonde’ sprovviste di impianti diirrigazione, a persone di buona volontà intenzionatea ripristinarne il verde ed il decoro”, puntualizza.“E’ un risultato che vorrei mandare in porto. A talproposito, lo scorso 30 aprile, è stato pubblicato ilbando che si rivolge a tutti: imprenditori, professio-nisti, singoli cittadini. Ci rivolgiamo a chiunqueabbia a cuore la città”, conclude. Per chi adottal’area in questione (la più gettonata è la rotonda conil monumento all’aviere) è prevista una cartelloni-stica pronta a dare giusto merito al mecenate delverde. Il bando è volutamente aperto, nessuna sca-denza prevista. E a parità di richieste per la mede-sima area, si aggiudicherà lo spazio il progettomigliore. La sfida è aperta.

L’Assessore Morese, costretto al gioco alle tre carte, porta a casa risultati:“La rigenerazione è iniziata, partiamo dalle basi: pozzi, impianti e alberi”

Verde pubblico, croce e delizia della città: da una parte biglietto da visita di ogni Comune, dall’altra cartina al tornasole delgrado di civiltà della comunità. Se da una parte c’è chi lavora per migliorare, dall’altra c’è chi non si fa scrupolo nel distruggere,vandalizzare, deturpare. E assottigliare ancora di più i fondi - già esigui - che in tempi di spending review sono destinati al

settore. Nei corridoi dell’Assessorato all’Ambiente del Comune di Foggia se ne raccontano di tutti i colori, così tanti sono gli episodiregistrati dagli operatori del verde, quelli del CNS di Bologna: dai furti di cestini portacarte in centro, ai pop-up (circa 4000) dei si-stemi di irrigazione rubati o vandalizzati nelle due zone 167 cittadine; dalle pompe dei pozzi trafugati, al furto sventato dei pannelliposti a recinzione di una dog area (e - pensate un po’ - destinati ad alimentare il falò dell’Immacolata). Insomma, gestire la materiaa Foggia è una bella gatta da pelare per l’assessore al ramo Francesco Morese (in foto). E questo sia per la mole di lavoro (Foggiaha un patrimonio verde di oltre 80 ettari, comprese le borgate e le strade di accesso alla città ) che per criticità specifiche.

6 maggio - duemilaquindici

focus

Marciapiedi sconnessi vicino al “Pantanella”

Lavori in corso in Viale Michelangelo

Il verde pubblico in cerca di “mecenati”

a cura di Maria Grazia Frisaldi

Ottanta ettari per una cartina al tornasole del grado di civiltà della città

Page 7: 6Donna #5 107

Ad oggi, Parco San Felice è tuttotranne il volto della felicità. Le aree verdisono rinsecchite, l’anfiteatro cade apezzi e le sale di registrazione sono di-ventati tuguri maleodoranti, cannibaliz-zati e vandalizzati. Ma la svolta per ilpolmone verde cittadino potrebbe arri-vare presto. Anzi prestissimo. Con uncantiere pronto ad entrare in funzionegià prima dell’estate e una sfilza di ini-ziative ludico-formative pensate per l’in-fanzia e l’adolescenza. Il Parco di viaRovelli potrà trovare presto il sorriso,grazie ad un finanziamento acquisito di200mila euro e al progetto di recuperopromosso da un cartello di realtà delterritorio e associazioni che vede poten-zialità inespresse dietro un degrado ge-neralizzato. Ne abbiamo parlato conGiuliano Volpe (in foto), presidente dellaFondazione Apulia felix, che meno di unanno fa, proprio dalle colonne di 6Donnaannunciò la volontà di adottare ParcoSan Felice per salvarlo dal degrado.

Presidente, ci siamo lasciati 9 mesifa con un progetto nel cassetto e l’inten-zione di riqualificare Parco San Feliceper renderlo un luogo di crescita e ag-gregazione sociale. A che punto siamo?

La situazione in questo momento èfavorevole. La notizia positiva è che,dopo un grosso lavoro di produzione dicertificazioni e documenti, il 28 aprileabbiamo sottoscritto presso la Presi-denza Consiglio dei Ministri la conven-zione tra quello che una volta era ilMinistero della Gioventù e l’AssociazioneTemporanea di Scopo interessata aParco San Felice composta da Energio-vane (ente capofila del progetto), Fonda-zione Apulia felix, AssociazioneL’Aquilone e la cooperativa Monti Dauni.Questo gruppo ha sottoscritto la con-venzione che finalmente ci consentirà diessere operativi rispetto al finan-ziamento di 200 mila euro al qualeeravamo candidati. Per cui, orasiamo in attesa di sottoscrivere ilprotocollo d’intesa col Comune diFoggia e partire con le attività.

Quali sono gli interventi pro-grammati?

Sostanzialmente ci impe-gniamo a recuperare le strutturedegradate e abbandonate presentinell’area del parco, ovvero il piccoloanfiteatro e il manufatto-ex sala diregistrazione. Siamo convinti che, seadeguatamente sistemata e attrezzata,quella porzione di Parco San Felicepossa diventare la sede di ludotechescientifiche, attività culturali e di svago

orientate ai bambini e agli adolescenti.Insomma, uno spazio formativo per svi-luppare attività che facciano tornare a ri-dere il parco.

Un progetto che si pone in linea e inassoluta continuità con gli obiettivi dellaFondazione Apulia felix…

Sì, questa è la filosofia della Fonda-zione, ovvero lavorare il più possibile congli altri - con le istituzioni ovviamente,ma anche le associazioni, le realtà di vo-lontariato e le imprese - in un’otticamolto inclusiva, finalizzata a lavorareper e non contro. Perché siamo convintiche, date le esigue risorse a nostra di-sposizione, solo le forme di aggrega-zione consentono di moltiplicare i pochimezzi.

La situazione e la storia di Parco SanFelice sono un po’ l’emblema dellacittà…

Esatto, proprio come lo era l’Audito-rium di Santa Chiara (restituito alla cittàgrazie alla Fondazione Apulia felix, ndr).E’ dimostrato che con risorse ben indi-rizzate, buone idee e qualità degli inter-venti, un luogo degradato e abbandonatodella città può tornare a vivere, può es-sere un luogo di aggregazione, puòorientare a sviluppare momenti di con-fronto e di crescita culturale. Ed è esat-tamente quello che vogliamo fare aParco San Felice, con la previsione di at-tività programmate, stagioni, appunta-menti per i più piccoli. Anche attraversole attività culturali si può rendere la cittàpiù vivibile e la comunità più coesa econsapevole di sé stessa.

Stiamo parlando di un investimento

importante sulla città, ma anche di unatto di fede nei confronti dei foggiani.

Mi creda, lo so benissimo. Non mi fapiacere trovare sempre nuove scritte suimuri esterni dell’Auditorium di Santa

Chiara appena tinteggiati, ma so che bi-sogna insistere. E fissare indirizzi e re-gole, promuovere attività di controllo edi sensibilizzazione.È troppo facile ti-rarsi indietro alprimo momento didelusione o di sco-ramento. SantaChiara ora è sentitodai cittadini comeun elemento posi-tivo, è difeso eamato. Perché nonpuò essere lo stessocon un parco?

E’ possibile ab-bozzare una sorta dicronoprogrammadei lavori e degli in-terventi previsti alParco di via Rovelli?

In linea di massima il programma èquesto: a breve si sottoscriverà il proto-collo col Comune. Pertanto, mi augurodi cantierizzare i lavori già per l’estate,completarli entro la fine dell’anno ed es-sere pienamente operativi per l’iniziodella primavera prossima.

I lavori riguarderanno soprattutto ilpiccolo anfiteatro e i locali adiacenti.Quale sarà la destinazione d’uso dei ma-nufatti?

Stiamo pensando ad uno spazio po-livalente, che sia di supporto alle attivitàpromosse o che possa costituire un’al-ternativa al chiuso per quando le condi-zioni metereologiche non consentirannoattività all’aperto. E’ normale che il no-

stro obiettivo sia favorire ilpiù possibile le attività en-plein air, altrimenti ver-rebbe meno l’essenza ed ilsenso del parco. Inoltre,puntiamo al coinvolgi-mento delle scuole e dellefamiglie anche attraversoun’azione di ascolto diquelle che sono le aspet-tative riposte in questastruttura, per poter indi-rizzare al meglio l’offerta

delle attività che andremo a calendariz-zare.

Il “Modello Santa Chiara” - fatti i ne-cessari distinguo di target - verrà repli-cato sul parco. Il primo è nato sull’onda

dell’entusiasmo della nascente Fonda-zione, il secondo sulla consapevolezza diun risultato portato a casa…

Presto faremoun bilancio delleattività sviluppatenell’ultimo annodalla Fondazione,che è nata nel2012 ma che è di-ventata real-mente operativacon l’inaugura-zione dell’Audito-rium, il 5 giugnoscorso. Un bilan-cio largamentepositivo, mi per-metto di dire.Come soggettodell’AssociazioneTemporanea di

Scopo, la Fondazione spera di replicarequesto successo con Parco San Felice. Ilproblema - e lo dico con grande sincerità- è che Apulia felix avrebbe bisogno dimolti più soci e sostenitori. Noi non ab-biamo un euro pubblico nelle nostrecasse e ci sosteniamo solo con il contri-buto di 5 soci fondatori e di 7 sostenitori.Per questo motivo dobbiamo anche con-tenere le nostre iniziative, non avendo ri-sorse adeguate. Operiamo con spiccioli,piccoli contribuiti e un budget di circa80mila euro l’anno (cui decurtare lespese di mantenimento dell’Audito-rium), quando invece vorremmo realiz-zare altri luoghi, altri spazi per larinascita della città e del territorio.

Anche i singoli cittadini possono,però, sostenere la causa di Apulia felix.

Certo, come il 5x1000, che sarà at-tivo dal prossimo anno, non costa nullaal contribuente ed è per noi un aiutoconcreto. Inoltre, sarebbe bello poteraprire la Fondazione alle donne. Ad orai soci fondatori e sostenitori sono solouomini e questo mi dispiace molto. Ab-biamo delle donne molto attive tra i socicollaboratori - quelli che donano tempoe lavoro - però mi piacerebbe un coin-volgimento attivo di imprenditrici, pro-fessioniste e cittadine direttamente inassemblea o nel consiglio di ammini-strazione. E visto che mi rivolgo ad ungiornale dedicato soprattutto alle donne,l’invito è a farsi avanti.

7maggio - duemilaquindici

L’Apulia felix, nell’Associazione Temporanea di Scopo, tenta il bis:replicare in via Rovelli il successo dell’Auditorium Santa Chiara

focus

Parco San Felice torna a sorridere

EditorePublicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.

Direttore ResponsabileMaria Grazia Frisaldi

Direzione commercialeAngela Dalicco

In redazioneDalila CampanileIrma MeccaMariangela Mariani

Rubrichedott.ssa Tiziana Celestedott.ssa Ines Panessadott.ssa Anna Leporedott.ssa Floredana Arnòdott.ssa Valentina La Ricciadott.ssa Tiziana Carelladott.ssa Claudia Girardidott. Giovanni PapaAvv Daniela MuranoArch Simonetta Campanella

RedazioneFoggiaVia Tressanti, I trav. (Vill. Artig.)Tel. 0881.72.81.15 - Fax [email protected] internetwww.6donna.comSocialfacebook: 6Donnatwitter: @6DonnaMagazine

Impaginazione e stampaPublicentro Graphic

Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia

n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

Finanziato il progetto di riqualificazione, si entra nella fase esecutiva

Il manufatto che sarà oggetto di riqualificazione

Page 8: 6Donna #5 107

8 maggio - duemilaquindici

politica Verso il Referendum. “Se la Regione non cambia, cambia Regione”

Progetto Moldaunia all’ultimo Miglioa cura di Mariangela Mariani

L’intervista a Gennaro Amodeo, il promotore della “ribellione” geografica

Non sono baresi e su questo non ci piove, ma non sono nem-meno secessionisti: “Noi ci distacchiamo da una regioneper aggregarci all’altra, quindi è una definizione impropria.

Non vogliamo costruire una regione autonoma”. I sostenitori delProgetto Moldaunia capeggiati dall’agguerrito Gennaro Amodeo,il promotore, sono convinti che questa sia la volta buona. Il refe-rendum si farà, prevedono nella primavera 2016. Sempre che laProvincia trovi i soldi, perché spetta all’ente di Palazzo Dogana at-tivare le procedure per l’indizione. Non sono nemmeno astensio-nisti: andranno a votare per le elezioni regionali pugliesi e siricorderanno di chi si è speso per il comitato, ci ha messo la facciae ha fatto approvare la delibera nel proprio comune, senza distin-

zione di colore politico. Il leader del Movimento popolare natointorno al progetto, recentemente, ha inviato una richiesta diincontro con il Consiglio Comunale dei centri della Capitanatache non hanno ancora aderito, per parlare delle prospettive disviluppo legate all’annessione della Daunia al Molise. “Senzaautonomia la Provincia di Foggia non va da nessuna parte. Nonè un progetto contro Bari ma per la Capitanata”. Se la Regionenon cambia, cambia regione. Mentre i candidati alla carica diconsigliere regionale girano in lungo e in largo per arrivare invia Capruzzi, lui conduce una battaglia parallela - con tanto dicomitati referendari - per mandarli a Campobasso. E in questocaso conviene prendano la macchina. Magari nel 2018.

La Provincia riuscirà a trovare le risorseper il referendum secondo lei?

Tenga presente che questo è un investi-mento per il futuro. Se si parte da questopresupposto il problema non si pone. Baste-rebbe che ogni comune contribuisse con uneuro procapite: verrebbe coperta la spesa delreferendum. Alle primarie hanno spesoaddirittura due euro. Parliamo di unaspesa ragionevole.

Dovrà avere in mano tutte leadesioni dei Comuni affinchévenga indetto il referendum?

No, non è necessario. Hochiesto di aprirci le portespecialmente a quei co-muni che ad oggi nonhanno mai intavolato unadiscussione ed un appro-fondimento sul progetto.Vogliamo spiegare le moti-vazioni per cui noi siamo esaremo sempre la ruota discorta in Puglia, saremo inveceuna ruota motrice nel Molise.Tutto è rimesso alla volontà del pre-sidente della Provincia. Lui ha in manola delibera di San Severo che può utilizzareed è stata approvata all’unanimità. Ed è statavotata anche da lui all’epoca, quand’era con-sigliere. Sfiducerebbe se stesso. Può, invece,utilizzare quella delibera di San Severo ofarla propria in qualità di presidente dellaProvincia con un’apposita delibera, tenendo

conto della volontà popolare: ci sono 14 deli-bere comunali, compresa quella del capo-luogo.

Mettiamo che nasca la Moldaunia...Attenzione: Moldaunia è un’etichetta che

ho dato al mio progetto, però non si chiamerànecessariamente così. Potrà

essere Molise, Sannio eperché no Moldau-

nia, se accon-sentiranno.

P r i m av e n g o n oeletti ic o n s i -glieri re-g i o n a l idella Pu-glia e di lìa poco un

referen-dum po-

trebbe farsaltare la loro

elezione?No, perché

non è così imme-diato. Bisogna rifare le cir-

coscrizioni elettorali per la nuova Regione, esolo quando sarà sistemato tutto potrannodecadere i nostri consiglieri in Puglia e fa-ranno le elezioni nel Molise. Non si fa dal-l’oggi al domani. Anche il referendum, previadelibera che può fare la provincia avocando

a sé l’iniziativa, deve passare per la Cassa-zione perché deve dare il nulla osta - dinorma lo fa nel giro di meno di un mese e inaltre circostanze si è pronun-ciata addirittura in una setti-mana. Poi con decreto delPresidente della Repubblicaviene fissata la data. Ecco per-ché noi l’abbiamo previsto perl’anno prossimo, in primavera.E stiamo cercando di costituirein ogni comune un comitatoreferendario che organizzi in-contri pubblici e privati, chemandi quanta più gente possi-bile a votare nel proprio paesee, in più, che nomini i nostri re-ferenti, quindi persone di fidu-cia, nei seggi elettorali, per controllare sia leoperazioni di voto che lo spoglio. Da questopunto di vista, abbiamo chiara la strategia dapercorrere. Quello che purtroppo è difficol-toso è recuperare le adesioni dei giovani. Ilparadosso foggiano e della Capitanata, eforse anche del Meridione, è proprio questo.Tagliare il cordone ombelicale con Bari signi-fica rimettere in discussione tutti gli assettidi potere a livello politico, sindacale e im-prenditoriale. Ecco il motivo per cui non ab-biamo avuto la sponda politica di un partitospecifico, una sponda sindacale addirittura euna sponda imprenditoriale, perché nessunovuole cedere quello che ha già conquistato,nessuno vuole recidere i rapporti con i poteri

forti regionali e nazionali. Si dovrebbe rimet-tere in discussione tutto e si aprirebberodegli spazi enormi proprio per i giovani in

particolare. Con l’autonomiaavremmo la possibilità di co-struire infrastrutture: strade,ferrovia, porti e aeroporto se-condo le nostre esigenze. Po-tremmo far ripensare laposizione di Bari anche sullatratta che va a Roma perché noiprivilegeremmo la tratta Fog-gia-Lucera-Campobasso-Roma, in questo modoricollocheremmo di nuovo Fog-gia nel centro nodale ferrovia-rio.

Mettiamo che il referendumsi faccia: quando si arriverà alla nascita delnuovo soggetto istituzionale?

Se ci sarà il referendum l’anno prossimosi devono prevedere almeno altri due anni,per la ridefinizione dei collegi elettorali, moltoprobabilmente si aspetterà la scadenza na-turale del consiglio regionale del Molise.

Lei ci crede?Questa è una sfida contro me stesso

prima e contro voi, increduli di Capitanata.Per dimostrare che volere è potere. Quandoun progetto ha i piedi per terra ed è validis-simo alla fine la spunta, anche se si navigacontrocorrente e contro la volontà della par-titocrazia, del sindacalismo e dell’imprendi-toria locale.

Page 9: 6Donna #5 107

9maggio - duemilaquindici

Page 10: 6Donna #5 107

10 maggio - duemilaquindici

Page 11: 6Donna #5 107

La premessa è d’obbligo: non si tratta di ca-pricci estetici ma del bisogno intimo e pro-fondo di ritrovare sé stessi in una silhouette

tonica dopo un trattamento dimagrante intensivo ecancellare i segni di una cellulite nuova e aggres-siva, oppure già sedimentata nel tempo. Ogni pro-blema ha la sua soluzione: dai trattamenti diRadiofrequenza - per tonificare viso e corpo, conparticolare incidenza nei cosiddetti ‘punti critici’ -ai trattamenti anticellulite di Cavitazione ad ultra-suoni; tutti con risultati garantiti, calcolabili in unariduzione di 4-6 cm, circa due taglie in meno. Ne

abbiamo parlato con la dottoressa AnnamariaConte (in foto), dietologa e omeopata.

Dottoressa Conte, la cellulite è l’incubo di ognidonna. Ma di cosa si tratta nel dettaglio?

Si tratta di accumuli di grasso localizzato cau-sato dalla cattivissima alimentazione, in un pro-cesso distruttivo che inizia sin dall’adolescenza.Consumando brioche, cibi grassi, fritti e salati an-diamo a rimpinzare le cellule adipose nella zonadelle cosce e dell’addome. Anche gli ormoni - du-rante l’adolescenza ancora in fase di assestamento

- contribuiscono alla formazione della cellulite,creando un mix micidiale, in alcuni casi aggravatoanche dalla predisposizione genetica.

In che modo agiscono i trattamenti di Cavita-zione ad ultrasuoni?

Mediante un manipolo ad ultrasuoni si va lette-ralmente a “rompere”, a “disintegrare” le celluleche possono essere quindi facilmente smaltite at-traverso le urine. Una volta eliminate, queste cel-lule non si riformano più. A meno che non si cadenuovamente negli errori alimentari che li hannogenerati…

Chi può sottoporsi a questo tipo di trattamento?Chiunque ne senta il bisogno, dai 18 anni in su.

Prima di qualunque trattamento è necessario sot-

toporsi ad esami specifici. Il trattamento non è con-sigliato a donne in stato interessante, con patologiespecifiche come cardiopatie e disfunzioni tiroidee,oppure a soggetti con protesi metalliche e contrac-cettivi interni.

In cosa consiste, invece, la radiofrequenza?La radiofrequenza lavora mediante il calore: si

riattiva il collagene naturale recuperando il tonoperduto. Durante la seduta si utilizzano anche oliantiossidanti, drenanti e anticellulite che ne poten-ziano il risultato. E’ un trattamento integrato adattoanche per le zone del viso; se associato a vaporiz-zazioni di ossigeno iperbarico e acido ialuronico, laterapia diventa anche anti-age, cancellando rughedi espressione e segni del tempo.

benessere

11maggio - duemilaquindici

Il segreto per pelle e capelli bellissimi

Cancellare gli inestetismi della cellulite e tonificare i tessuti di viso e corpo

Un’antica tradizione indiana

L’Amla (Emblica officinalis) è una pianta chesi caratterizza per la produzione di frutti dicolore verde, molto succosi e dotati di una

polpa morbida al tatto. Oltre ai notevoli beneficiper l’uso interno, è molto utilizzata in India e neiPaesi orientali sia per la cura dei capelli che dellapelle del viso e del corpo. Dell’Amla possiamo tro-vare sia l’olio che la polvere. Il prodotto più utiliz-zato è certamente l'olio di amla che sui capelli èveramente miracoloso.Dona volume, spessore elucentezza alla chioma erende i capelli più morbidie facili da pettinare. Inol-tre, rinforza i capelli limi-tandone la caduta,rallenta la crescita dei ca-pelli bianchi e garantisceun'idratazione ottimale.Va bene per i capelli sec-chi ma anche per i capelli grassi su cui è perfettaper combattere il problema della forfora. Adatta aicapelli scuri in quanto ravviva il colore, è un fortecondizionante e anticrespo naturale, oltre ad es-sere efficace per il problema delle doppie punte.L'olio deve essere applicato una o due volte a set-timana sul cuoio capelluto oppure sulle punte (seutilizzato come ristrutturante) lasciandolo almenoper 30 minuti (ma se i capelli sono molto grassi,

oppure decisamente rovinati, lasciarlo anche perun'ora) avvolgendo i capelli in un asciugamano.

L’Amla può essere utilizzata anche come pol-vere mescolandola con acqua calda per fare unapasta spessa da applicare sui capelli. Dona natu-rali toni scuri ai capelli, quando è mescolata conhenné puro o altre erbe pure a base di henné. Pos-siamo utilizzare la polvere anche per prepararemaschere da applicare sul viso, sia per pelle

grassa che sensibile.Con il tempo la vo-stra pelle sarà pulitae priva di acne, bru-foli e altre infezioni.L'elevato contenutodi vitamina C agiràcome astringenteper la vostra pelle evi proteggerà daisegni del tempo gra-

zie al suo elevato potere antiossidante. Molto utileanche per le persone con pelle sensibile che ten-dono ad avere eruzioni cutanee.

Rinfresca la pelle, previene l'infiammazione eriduce la dimensione dei pori.Come non definiremeraviglioso quest’olio proveniente dalla magicaIndia che si prenderà cura dei vostri capelli e dellavostra pelle in modo assolutamente naturale e ri-spettoso per la vostra salute.

A CURA DEL DOTT. GIANLUCA D’ALESSANDRO

Olio di Amla

“Riconoscersi” nello specchio

STUDIO DI MEDICINAESTETICA E DIETOLOGIA

SERVIZI:• Diete Personalizzate• Test per intolleranze alimentari• Trattamenti omeopatici• Trattamenti anticellulite

(Cavitazione ad ultrasuoni e Mesoterapia)• Trattamenti con radiofrequenza

per tonificare viso e corpo• Trattamenti con ossigeno

per rivitalizzare viso e corpo• Trattamenti con Tecar (Tecarterapia) per algie

post-traumatiche da fratture e lesioni tendinee

ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI FOGGIA

DOTT.SSAANNAMARIA CONTE

Via Rosati, 137 - FoggiaVia Santa Lucia, 40 - LuceraTel. 0881.549614 - Cell. 349.8305045

“Eliminare il fumo - la nico-tina “gonfia” le cellule adi-pose - ed evitare diindossare capi troppo strettiche interferiscono sulla cir-colazione sanguigna”.

“Bere almeno 1,5 litri diacqua al giorno (circa 8 bic-chieri) e depurare l’organi-smo con tisane a base dimelissa, finocchio e ananaso spremute di pompelmo”.

“Evitare di mangiare tuttociò che è esageratamentegrasso o salato: il concettodi saporito va a braccetto colsale che favorisce il ristagnodei liquidi”.

I CONSIGLI DELL’ESPERTO:1 2 3

Page 12: 6Donna #5 107

Leoucita in condizioninormali.Forma circolare emembrana ben definita.Reazione assente

Leoucita in fase di reazionePerdita della formacircolare; Retrazione media

Leoucita danneggiatoLa rottura della membrana provoca la fuoriuscita del citoplasma.Reazione molto forte.

Diagnosi rapida, accurata e attendibile.

La metodicaIl test si basa sull’analisi della reazione deileucociti messi a contatto con gli estrattialimentari nei confronti dei quali si vuoleverificare l’intolleranza.

LABORATORIOANALISI CLINICHE SANTA RITACONVENZIONATO SSNVIA TELESFORO 8-14(DI FRONTE PROVINCIA NUOVA)TEL.0881.746408TEL.08811896057CEL.3206048192SANTARITAFOGGIA@GMAIL.COM

• Alimenti• Additivi• Coloranti

Si parla d’intolleranze alimentari quando si ha una reazione avversadell’organismo nei confronti di determinati cibi a livello metabolico.

Intolleranze: migliora la tua salute

• Farmaci• Muffe• Zuccheri e succedanei

Presso il laboratorio analisi Santa Rita è possibile effettuare test diintolleranze verso:

Sintomi delle intolleranze alimentari:

• Cefalea• Attacchi di panico• Sbalzi di umore

Apparato neurologico

Apparato gastro enterico

• Problemi digestivi• Diarrea e stipsi• Colite

Apparato muscolo scheletrico

Apparato uro - genitale

• Dolori alle articolazioni• Dolori muscolari

• Calo della libido• Cistiti

• Asma• Tosse• Naso gocciolante• Lacrimazione

• Palpitazioni• Ipertenzione• Extrasistole

• Eczema• Orticaria• Acne

Apparato repiratorio

Apparato cardiocircolatorio

Cute

12 maggio - duemilaquindici

Denti bianchi con lo sbiancamento professionale

Seduta breve e indolore conil laser di ultima generazione

Un sorriso a prova di selfie

800 033 790

CONTATTISTUDIO: 0881.663838 - CELL.: 3356681220

E-mail: [email protected]: Dental Solutions Foggia

www.dentalsolutionsfoggia.it

SERVIZIO NAVETTA

Per agevolare i pazienti anzianio con difficoltà di movimento è statoinaugurato un nuovo servizio. Si tratta del“Servizio Navetta” messo gratuitamente a disposizione diquanti ne faranno richiesta. Un autista e un mezzo della DentalSolutions garantiranno il servizio navetta per il percorso casa-studio e studio-casa. Sia il mezzo messo a disposizione (una To-yota IQ) che l’autista saranno immediatamente riconoscibili, peraffidarsi alla Dental Solutions in tutta sicurezza.

Esplora il nostro studio con un tour virtuale a 360°http://www.paginegialle.it/dentalsolutionsfoggia

Specialisti in OdontoiatriaFoggia, P.zza Siniscalco Ceci, 11 (Adiacente al Comune di Foggia)

Non solo prova costume: nel-

l’era dei selfie è opportuno che

anche il sorriso sia “in forma”

smagliante. Rimettilo in sesto con una

seduta di sbiancamento professio-nale: ridere sarà più facile e l’abbron-

zatura verrà messa in risalto. Non ti

basta? Regala il trattamento come ca-deau alternativo agli sposi se hai in

programma un matrimonio.

COSA C’È DA SAPEREQuando si parla di sbiancamento

dentale ci si riferisce tecnicamente ad

uno schiarimento del colore naturale

del dente, diverso per ogni individuo.

Tranne pochi fortunati che possono

vantare denti bianchi naturalmente, è

molto comune invece che i denti della

maggioranza degli individui assu-

mano colorazioni che vanno dal giallo,

al grigio o al marrone chiaro. Il risul-

tato dello sbiancamento pertanto di-

pende molto dalla colorazione di

partenza dei propri denti; altri fattori

che possono influire sul risultato della

seduta sono l’età del paziente oppure

il colore alterato a causa di assun-

zione di medicinali. Lo sbiancamento

si può effettuare solo sui denti vitali

vale a dire quelli che non stati sotto-

posti a devitalizzazioni o ricostruzioni.

LA SEDUTALa fase preparatoria prevede che

il paziente sia sottoposto ad un piano

di cura sbiancante personalizzato. In

base al colore di partenza dei denti, il

numero di sedute necessarie per un

risultato soddisfacente è variabile:

viene determinato tramite un’accurata

valutazione delle dottoresse specializ-

zate dello staff Dental Solutions. Lo

sbiancamento si realizza con l’im-

piego di un laser all’avanguardia, in

grado di agire sulle diverse lunghezze

d’onda; i tempi di posa dell’agente chi-

mico– si usa il perossido di idrogeno

– sono brevi in quanto la potenza del

laser di ultima generazione consente

di agire sui diversi settori dentali in

pochi secondi. Per visionare il nuovo

colore dei denti occorrerà attendere

almeno quindici giorni, terminati i quali

i dentisti consigliano di sottoporsi ad

un’altra seduta per “fissare” il nuovo

colore raggiunto.

IL CONSIGLIO IN PIÙAttenzione alle cattive abitudini: il

fumo, i cibi ricchi di coloranti, il caffè,

il vino e il cioccolato possono intac-

care il nuovo colore.

Prendetevi cura del vostro sorriso

con una corretta igiene orale e non di-

menticate di fissare almeno ogni sei

mesi un appuntamento dal vostro

dentista di fiducia per sottoporvi ad

una seduta di igiene professionale:

solo attraverso queste accortezze po-

trete preservare il colore più a lungo.

Page 13: 6Donna #5 107

Il caffè è da sempre una pia-cevole pausa di lavoro, di stu-dio o una scusa per

incontrarsi con un amico. Oltrea renderci svegli e più energiciha notevoli proprietà beneficheantitumorali e antiossidanti bennote. Ma qual è l’ora ideale perberlo e assumere caffeina senza compromet-tere sonno e salute? La risposta a una do-manda che affligge milioni di caffeinomaninel mondo arriva da Steven Miller, neuro-scienziato e ricercatore dell’University of theHealth Sciences di Bethesda, Maryland (USA)riportata sul sito Focus.it.

Miller spiega che un’attenta scelta delmomento del giorno in cui bere caffè ci tuteladallo sviluppare assuefazione - e dipendenza- dalla caffeina (così come evitare di assu-mere antibiotici per un banale raffreddore cipermetterà di combattere con armi più po-tenti la prossima seria infezione).

Il nostro ritmo circadiano - il complessoorologio interno che mantiene l’organismosincronizzato con i ritmi naturali come il sus-

seguirsi del giorno e dellanotte - è regolato da gruppi dineuroni specializzati nellastruttura cerebrale dell’ipota-lamo. Queste cellule nervosecontrollano funzioni basilaricome l’alternanza di sonno eveglia e il rilascio di cortisolo,un ormone che attiva il nostrosistema di allerta (in altre pa-role, ci “tiene svegli”). Questomeccanismo neurale lavora instretta comunicazione con lecellule fotosensibili della re-tina. Tra le 8:00 e le 9:00 delmattino, quando siamo investitidalla prima luce del giorno, illivello di cortisolo nel sangue

raggiunge un picco: è il momento in cui siamo(o almeno dovremmo essere) naturalmentepiù svegli e assumere caffè a quell’ora rischiadi sortire un effetto minore e, anzi, di creareassuefazione. Meglio farlo nella fascia orariatra le 9:30 e le 11:30 quando il livello di questoormone cala fisiologicamente, per prepararsial picco successivo (che avverrà tra le 12:00 ele 13:00).

Se proprio faticate a svegliarvi prima del-l’orario ideale - suggerisce il ricercatore -provate ad esporvi il più possibile alla luce na-turale. Attraverso i segnali luminosi captatidalla retina stimolerete un più rapido rilasciodi cortisolo che, da solo, potrebbe funzionare,in attesa dell’agognata tazzina.

Irma Mecca

Scegliere il momento giusto per una sferzata di energia

13maggio - duemilaquindici

E’ l’ora del caffèQuando la caffeina può alterare il ritmo tra il sonno e la veglia

Page 14: 6Donna #5 107

ambienti Ridisegnare gli spazi vitali per sfruttarli al meglio. E accontentare tutti

Cresce la famiglia, cambiano le esigenze di privacy e relax: recuperare una camera letto in più per un figlio ormai grande

S.O.S. Ristrutturazione: stessa casa, nuovi spazi

DI SIMONETTACAMPANELLAARCHITETTO

La signora G. scrive alla redazione di 6Donna:

“Buongiorno, Le scrivo per risolvere un problema. La casa in cui vivo conmio marito e i miei figli ha due camere, di cui una matrimoniale, l’altraper entrambi i miei ragazzi. Uno di loro frequenta già l’università, l’altro

ha appena 10 anni e vive di playstation e cartoni animati. Litigano per la discordegestione della loro vita all’interno della stessa camera e, in particolare, il “grande”fa fatica a trovare la concentrazione giusta per studiare. Per quanto non sia grandissima, questa casa ha bisogno di una camera da letto inpiù. Di null’altro. Gentile Architetto, può aiutarmi?

14 maggio - duemilaquindici

Gentile lettrice,studiando l’attuale stato dei luoghi, ci tro-

viamo di fronte ad un appartamento caratteriz-zato da una distribuzione, per così dire,“verticale”: due fasce virtuali, di cui la fascia de-stra, da nord a sud, è individuata come zonagiorno, e la fascia sinistra, sempre da nord asud, è riconosciuta come zona notte. Le camererisultano piuttosto equilibrate, separate solo dalbagno tra loro, dotato di finestra. Ma la reale evi-denza del problema sollevato necessita di un in-tervento che porti anzitutto a sfruttare lasuperficie utile dell’appartamento in modo al-ternativo.

Individueremo dunque un diverso asse vir-

tuale. Suddividendo teoricamente la superficieutile dell’appartamento in due fasce orizzontali,assegniamo alla fascia più prossima all’ingressoil ruolo di zona giorno, disegnando un openspace luminoso e ampio con gli elementi dellacucina disposti su due pareti accanto alla porta-finestra che dà sul terrazzo, e una piccola peni-sola con piano breakfast che si insinua nellospazio centrale, verso la zona living. Quest’ul-timo ha lo spazio necessario ad ospitare un di-vano a tre posti e un’ampia parete attrezzata conpostazione tv, e di fianco, una nicchia del muroperimetrale che si prevede occupata da un ar-madio con funzione di cappottiera per gli ospiti.La zona giorno è conclusa e completa.

Attraverso un varco in asse con l’ingresso, siaccede alla zona filtro tra zone giorno-notte cheè rappresentata da un corridoio con disimpegnofinale, che offre l’accesso a tutte le camere dellazona notte, bagno incluso. La camera matrimo-niale ha un affaccio privilegiato sul balconcinoprivato, mentre le camere da letto singole hannoentrambe una distribuzione tale da prevedere, aseconda dell’esigenza, la presenza di letti sin-goli, o di letti a una piazza e mezzo o addiritturaa due piazze, con armadiature a ponte e scriva-nie per studiare separatamente. Entrambe af-facciano su un balcone più ampio in comune.

In fondo al corridoio, nell’ala sinistra dellacasa, si apre un disimpegno che offre un accesso

piuttosto nascosto al bagno della casa che man-terrebbe la posizione attuale, per comodità siarispetto alla presenza della finestra che degliscarichi attuali. Il bagno risulta dotato di grandepiatto doccia, sanitari nascosti da mazzetta inmuratura e lavabo sottofinestra. All’altro capodel corridoio, invece, un ampio ripostiglio, cherispetto al precedente impianto, è molto più“privato” e ben celato nella zona notte, comeprobabilmente è meglio che sia per tutti gli spazidi servizio di una casa. Buona ristrutturazione!

Per i vostri quesiti agli esperti della redazione di 6DONNA:

[email protected]

Page 15: 6Donna #5 107

15maggio - duemilaquindici

cucina&dintorni

E’nato e cresciuto in un ristorante. Non avrebbe potuto farealtro che lo chef. Inizia così la storia di Leonardo Pillo, figliod’arte del noto ristoratore Pompeo, che da marzo gestisce il

ristorante “Leonardo in centro” nel cuore della città. Dopo una for-mazione classica presso l’istituto alberghiero to-scano e una gavetta tra la cucina e la ristorazione,Leonardo è tornato nella sua città per deliziare ilpalato dei suoi concittadini. La sua ricetta vincentecontro la crisi? Ingredienti di qualità e aggiorna-mento continuo, conditi da intraprendenza e mo-tivazione nel continuare una tradizione di famiglia.

Un ristorante versatileDal languorino improvviso all’appetito esigente: daLeonardo in centro sarà possibile soddisfare ognipalato grazie alla versatilità dell’attività ristorativa.E’ presente infatti un angolo caffetteria, una zonaclassica per la pizzeria attiva di sera, e il ristorante in cui consumarele pietanze scelte dal menù à la carte. Tuttavia, il fiore all’occhiello èil banco food per la pausa pranzo: si tratta di una novità pensata peri clienti indaffarati che vogliono pranzare con un ‘piatto espresso’ dialta qualità, cucinato a vista dietro l’apposito bancone perché “chi èabituato alla dieta mediterranea preferirà sempre un piatto di pasta

ben cucinato rispetto ad un panino triste e freddo, senza contareanche il senso di sazietà che un primo fornisce, grazie al quale poteraffrontare il resto della giornata lavorativa”, puntualizza lo chef. Perospitare un’attività così strutturata è stato scelto il locale ubicato al

civico 42 di Corso Garibaldi: benotto vetrine lasciano intravederegli interni - sofisticati e accoglienti- di quello che si appresta ad es-sere il nuovo punto di riferimentoper i buongustai della città.

La ricerca della qualitàLo chef Leonardo Pillo lavora solocon ingredienti di prima qualità:ogni giorno va a fare la spesa per-sonalmente, prediligendo prodottifreschi e stagionali, con un occhio

di riguardo per le produzioni locali. Sulla pizza cotta nel forno a legna,da Leonardo in Centro si può gustare un DOP San Marzano dell’AgroSarnese-Nocerino, il pomodoro usato nella tradizionale pizza napo-letana, accompagnato da un filo d’olio, rigorosamente extravergined’oliva pugliese; il tutto viene adagiato su un impasto realizzato confarina di migliore qualità e guarnito con condimenti delle migliori

marche del settore. La cura per idettagli si nota persino nella sceltadelle bevande: da Leonardo in Cen-tro è disponibile una fornita cantinadi vini e birre e persino una “cartadelle acque” con dieci etichette ita-liane e straniere. Non finisce qui: iclienti del bar potranno degustarel’inedita miscela di caffè Kafa, di cui il Leonardo in centro è esclusivi-sta per la Puglia in seguito ad un progetto con la Lavazza.

La cucina dei sapori Pur avendo lavorato con grandi chef, la cucina di Leonardo Pillo è so-stanzialmente semplice, incentrata sull’autenticità dei sapori: “cercodi lavorare il prodotto il meno possibile, preferisco che il mio clienteriesca a percepire quello che sta mangiando, soprattutto se si trattadi un prodotto fresco in grado di sprigionare umori e odori tipici: deimiei piatti deve restare il gusto non solo l’estetica”. Per preservarequesta genuinità di sapore, lo chef riscopre metodi di cottura come ilvapore e il sottovuoto oppure utilizza il “cook and chill”, un raffred-damento veloce di pietanze appena cotte: professionalità ed espe-rienza consentono allo chef di innovare senza alterare il gusto dellatradizione.

In corso Garibaldi, nel cuore di Foggia, il ristorante di Leonardo Pillo

Qualità degli ingredienti e innovazione per piatti dal sapore autentico: Lo chef: “Dei miei piatti dovete ricordare il gusto, non solo l’estetica”

declinazione di gusto

C.so Garibaldi / P.zza Siniscalco Ceci(Fianco Municipio) - Foggia (FG)

Tel. 0881.021575 - Cell. 340.1922435www.leonardoincentro.it - info@leonardoincentro - facebook.com/leonardoincentro

Page 16: 6Donna #5 107

16 maggio - duemilaquindici

“FINANZIAMENTI AGEVOLATI PER FARE IMPRESA”SPECIALE

Per l’avvio di attività imprenditoriali da parte di disoccupati, persone in cerca di prima occupazione e/o societàcostituite da non più di 48 mesi il Governo ha previsto tre formule di finanziamenti agevolati che erogano, concontributi a fondo perduto, da €.31.000,00 ad €.1.500.000,00. Analizziamo, oggi, nel dettaglio la prima formula:

Studio di Progettazione Finanziaria facebook:

[email protected]. 338 2834434 - 347 7763752

SOGGETTI BENEFICIARI• persona fisica che intenda avviare un’attivitàdi lavoro autonomo in forma di ditta individuale

REQUISITI1)essere maggiorenne e non occupato alla

data di presentazione della domanda2)essere residente nel territorio nazionale alla

data del 01/01/2000 3) la sede legale, operativa e amministrativa

deve essere ubicata nelle regioni Abruzzo,Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Pu-glia, Sardegna e Sicilia

4)può presentare domanda anche il titolare diuna borsa di studio

5) il lavoratore in mobilità è da considerarsi inpossesso del requisito di non occupazione,anche laddove percepisca la relativa inden-nità

6)non può avvalersi di questa agevolazione il ti-tolare di rapporto di lavoro dipendente (atempo determinato e indeterminato, anche atempo parziale) e di contratto di lavoro a pro-getto, intermittente o ripartito, chi esercitauna libera professione, il titolare di partita IVAanche se non movimentata, l’imprenditore

(familiari, nel caso di impresa familiare, ecoadiutori di imprenditori), l’artigiano, il sog-getto in cassa integrazione

PROGETTI FINANZIABILI•qualsiasi settore (produzione di beni, fornitura

di servizi anche studi di consulenza e com-mercio) con esclusione dei settori della pro-duzione primaria di prodotti agricoli, pesca eacquacoltura, acquisto di veicoli per il tra-sporto di merci su strada da parte di impreseche effettuano trasporto di merci su stradaper conto terzi

•l’investimento complessivo non può superare€25.823,00 (IVA esclusa)

AGEVOLAZIONI• agevolazioni finanziarie per gli investimenti

per l’importo massimo di €25.823,00• agevolazioni finanziarie per il 1° anno di ge-

stione (canoni di locazione, utenze, materieprime, ecc.) per l’importo massimo di€5.164,00

• servizi di sostegno nella fase di realizzazionee di avvio dell’iniziativa

• es.: se viene richiesto un finanziamento di

€30.987,00 (€25.823,00 per gli investimenti+ €5.164,00 a titolo di rimborso spese), il 50%del detto finanziamento (€15.493,5) è a fondoperduto ed il restante 50% (€15.493,5) è darestituire con mutuo agevolato da rimbor-sare in 5 anni con rate trimestrali posticipatedall’anno successivo a quello di aperturadell’attività (totale mutuo €16.114,14)

• per l’ottenimento del finanziamento nonsono richieste garanzie di alcun tipo

SPESE AMMISSIBILI1)beni ad utilità pluriennale come attrezzature,

macchinari, impianti e allacciamenti2)beni immateriali a utilità pluriennale3)ristrutturazione di immobili entro il limite del

10% del valore degli investimenti4)materiale di consumo, semilavorati e pro-

dotti finiti5)utenze e canoni di locazione per immobili6)oneri finanziari (con l’esclusione degli inte-

ressi del mutuo agevolato)7)prestazioni di garanzie assicurative sui beni

finanziati8)attrezzature e macchinari possono essere

anche usati

Page 17: 6Donna #5 107

17maggio - duemilaquindici

Presto l’INPS avvierà il pro-getto “La mia pensione”(evoluzione del progetto

“Busta arancione”), con cui l’Isti-tuto si propone di mettere a dispo-sizione dei suoi assicurati unservizio di simulazione e calcolodel futuro trattamento pensioni-stico sulla base dei dati registratisull’estratto conto e di una proie-zione dei contributi che mancanoal raggiungimento dei requisitiprevisti.

Il progetto è diretto a circa 23milioni di iscritti alle diverse ge-stioni previdenziali, ai quali tale si-mulatore sarà progressivamenteaperto. Sulla base delle indicazionifornite dall’Istituto, in una primafase la possibilità di effettuare unasimulazione della propria pen-sione sarà aperta a circa 17,5 mi-lioni di persone iscritte alleseguenti gestioni FPLD,ART/COM/CD e GS.

Per il momento la campagnacoinvolgerà gli iscritti con una etàanagrafica al di sotto dei 40 anni;dal mese di giugno saranno coin-volti i soggetti iscritti alle gestionisopra indicate con una età com-presa tra i 41 e i 50 anni; dal mese

di luglio saranno coinvolti tutti co-loro che avranno oltre 50 anni.

Dal mese di gennaio 2016, il si-mulatore sarà allargato anche agliassicurati iscritti alle gestioni:Fondi Speciali – Sostitutivi – Inte-grativi; lavoratori domestici; agri-coli dipendenti. Dalmese di marzo2016 verrannocoinvolti i soggettiche hanno inestratto contribu-zione mista “anchein gestioni non cu-mulabili”.

Il Settore Pub-blico Impiego inizierà ad esserecoinvolto da settembre 2016, informa graduale e cioè per singolicomparti, iniziando dagli Enti Lo-cali. Il simulatore, sulla base dellacontribuzione registrata nel-l’estratto contributivo e delle rela-tive retribuzioni, nonché dicontributi e retribuzioni ipotizzatefino alla decorrenza teorica, effet-tua calcoli previsionali per quantoriguarda pensione di vecchiaia epensione anticipata sulla basedelle regole vigenti al momento incui la simulazione viene lanciata,

senza prevedere ulteriori ipotesiquali totalizzazione, computo, cu-mulo, opzione, ecc.

Entrati nell’area del simula-tore, arrivando al proprio contocontributivo sarà possibile attivareil percorso per visualizzare la pre-

visione base edindividuare ledate previsteper l’accessoalla pensioneanticipata e allapensione div e c c h i a i a .Quindi si po-tranno visualiz-

zare gli importi mensili lordi deirispettivi assegni, a seconda delpercorso prescelto, e il confrontocon l’ultima retribuzione stimata(tasso di sostituzione).

Sarà anche possibile effettuarediverse simulazioni modificandoalcuni parametri (ad esempio, sesi prevede di cambiare lavoro, op-pure se si intende prolungare lapropria attività fino ai 70 anni dietà); si potranno così visualizzaree confrontare i diversi scenari pos-sibili e i diversi importi che saràpossibile incassare. Il simulatore

non gestisce modifiche della con-tribuzione e retribuzione regi-strata, né maggiorazioni figurative.Questo perché - nelle intenzionidell’istituto - tale strumento nonvuole e non può in alcun modo co-stituire uno strumento di “consu-lenza”.

Con questo applicativo, l’INPSintende infatti realizzare un’opera-zione di trasparenza e di “alfabe-tizzazione previdenziale” neiconfronti dei propri assicurati attivi– in particolare dei più giovani – iquali avranno la possibilità di com-prendere il proprio futuro previ-denziale e compiere fin da subitoscelte consapevoli, “costruendo”la propria pensione, potendo veri-ficare come influiscono i contributiversati nell’immediato e potendoaltresì, “ove ne avessero la possi-bilità”, modificare in corso la lorovita assicurativa per migliorare laloro situazione pensionistica.

Secondo l’Istituto, il simulatorecostituirà anche una sollecitazionealla sistemazione degli estratticontributivi. Per le simulazioni po-trete rivolgervi al Patronato 50 &PIU’ ENASCO a partire dal mese digiugno.

Simulatore INPS: come funziona e a chi si rivolge

“Alfabetizzazione previdenziale”

per i più giovani

Quale sarà la mia pensione?

50&PIÙ ENASCO DI FLOREDANA ARNÒPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.72.81.15

Page 18: 6Donna #5 107

18 maggio - duemilaquindicirubriche rubriche rubriche rubriche rubriche

In genere siamo molto attentiall’igiene personale, ma in realtànon ci accorgiamo di avere spessotra le dita alcuni oggetti tra i più ric-chi di batteri in assoluto insieme alleborse e alle tavolette del WC: smar-tphone e tablet.

Secondo quanto riportato sulsito di Focus, l’Università del Surreyha analizzato le colonie di batteripresenti sulle superfici e negli inter-stizi degli smartphone di oggi. I ri-cercatori hanno infilato deglismartphone in una serie di piastredi Petri; si tratta di piatti rivestiti conuna sostanza adatta alla crescitabatterica chiamata Agar.

Lo scopo della coltura è di esa-cerbare le varie tipologie di batteripresenti stimolandone la crescita,così da renderli evidenti anche adocchio nudo.

In appena tre giorni, il telefonoha prodotto almeno una decina didiversi tipi di batteri.

I ceppi scovati erano per lo piùinnocui, ma è stata evidenziataanche la presenza di staphylococ-cus aureus, un batterio normal-mente presente nelle naricidell’uomo e in grado di causare in-fezioni sulla pelle. Simon Park, unodei biologi coinvolti, ha spiegato: “Daquesti risultati, sembra proprio cheil telefono non ricordi soltanto i nu-meri di telefono ma anche la storiadei nostri contatti fisici e personalicon le altre persone, col suolo e congli altri materiali. L’esperimento èservito per mostrare in modo direttoe un po’ forte quanto siano contami-nati i telefoni delle persone.”

E’ bene dunque avere cura del-l’igiene anche del nostro supportotecnologico attraverso sempliciazioni quotidiane, passando sempli-cemente un panno in microfibraumido ogni giorno sul nostro smar-tphone o tablet.

Ma nel caso in cui sul proprio di-spositivo si sia “accomodato” unvirus più resistente, come ad esem-pio quello dell’influenza, in questocaso per debellarlo è necessarioutilizzare qualche detergente appo-sito per smartphone che, a dettadello studioso, sarebbe grado di uc-cidere il 99.9% dei batteri e dei virus.

Irma Mecca

in poche parole

Tablet ebatteri

MEDICO CAV DI ANNA LEPOREPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

Il progetto Cav: perché è giusto non deviare

Alcool e droga non fanno la forza

DENTISTA DI VALENTINA LA RICCIAPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.72.81.15

E’tempo di bilanci, di tirare le somme: dal 2008- data di nascita del Cav, il Centro Antiveleni- ad oggi abbiamo registrato un incremento

delle consulenze del 50%. In particolar modo, taliconsulenze riguardano sempre di più i giovanissimi(fasce di età a partire da 14/15 anni), per questioni le-gate all’uso e abuso di alcolici e di sostanze stupefa-centi.

Qualcosa nei giovani è cambiato: si sono modifi-cati i pensieri, interessi e curiosità; sicuramente, oggici sono molti più input e maggiore facilità nel reperiretale sostanze chimiche a prezzi bassi o in altri modi(piattaforme internet e social network). Per questo,cerchiamo anche noi di dare quante più informazionipossibili, sottolineando che tutte le sostanze d’abusocreano danni il più delle volte irreversibili, gravi daiquali è difficile tornare indietro. Ecco perché dob-biamo comunicare, con ogni mezzo a nostra dispo-sizione, i pericoli ai quali i ragazzi possono incorreresia consapevolmente che inconsapevolmente (il piùdelle volte).

Per quanto riguarda le tossicodipendenze, la si-tuazione attuale, nel contesto mondiale, non ha pre-cedenti nella storia. Sebbene molte droghe naturalifossero già note alcuni secoli prima di Cristo, il pa-norama del loro utilizzo si è fortemente evoluto neltempo. Venendo ai giorni nostri, si è assistito a un

cambiamento radicale della diffusione e del consumodi sostanze psicotrope. Non esiste un’unica defini-zione della parola “tossicodipendenza”: negli anni haassunto connotazioni e valori differenti, sia per l’ac-quisizione di diverse conoscenze in materia, sia per

la varietà del fenomeno in evoluzione pressoché con-tinua. Inoltre, investendo più discipline di studio (me-diche, sociali, giuridiche), le sue definizionirispecchiano gli aspetti che, di volta in volta, sonomaggiormente coinvolti. Le droghe sono sostanzechimiche che hanno effetti biologici sul cervello. Siinseriscono nel sistema di comunicazione del cer-vello ed interferiscono con il modo in cui le cellule ce-rebrali mandano, ricevono e processano leinformazioni.

Droghe differenti hanno effetti differenti. E alcoole droga non fanno la forza. Secondo i nostri dati, sonosempre più piccoli quelli che cominciano; infatti, siinizia dai 10/11 anni, praticamente ancora bambini.Si acquistano alcolici con la stessa facilità con laquale ci si “esibisce” mentre li si consumano. Ma acosa si va incontro?

SINTOMI. Incapacità nel limitarsi, necessità urgenteo compulsione a bere, sviluppo della tolleranza al-l’alcol, problemi legali o difficoltà relazionali, bere dasoli o di nascosto, incapacità di ricordare e conver-sare, ritualità perdita di interesse, irritabilità, alcoliciconservati in luoghi improbabili, chiedere il bis persentirsi meglio o sentirsi “normali.

PROBLEMI DI SALUTE. Disturbi epatici, problemi di-gestivi, funzionalità sessuale alterata, problemi agliocchi, malattie congenite, osteoporosi, complicazionineurologiche, aumento del rischio di tumori.L’inerzia è una brutta malattia noi non vogliamo es-sere malati d’inerzia Se in qualche modo riusciamoa catturare la curiosità e l’attenzione di un solo ra-gazzo abbiamo già vinto una piccola battaglia.

In Italia ci sono circa 10 milioni difumatori, 1 su 10 ha iniziato primadei 15 anni e ognuno di essi

spende in media 1500¤ ogni anno insigarette. Il 31 maggio l’OMS cele-bra la giornata senza tabacco, unappuntamento annuale utile per in-centivare i fumatori a smettere, gliex-fumatori a non ricadere nellatrappola, i non fumatori a non la-sciarsi sedurre dalla sigaretta.

I potenziali rischi fumo-correlatisono ben noti e aumentano in rela-zione al numero di sigarette fumate,agli anni di fumo e al modo di fu-mare ma, se spegnerete per sem-pre la sigaretta, potrete porrerimedio ai danni che vi siete procu-rati. È importante quindi unire i no-stri sforzi per far sì che sin dagiovani si capisca quanto è bello noniniziare mai a fumare, evidenziandoi benefici certi di una vita libera dalfumo. Nes-sun fumatorevorrebbe chei suoi figli fini-scano nellatrappola deltabacco: ep-pure sono so-prattutto ifigli di fuma-tori che fu-mano a lorovolta perché,vedendo la sigaretta in mano ai loromodelli di vita, ne percepiscono l’ac-cettabilità e la positività. Il fumo to-glie 20 anni di vita ad ogni fumatore

e miete ogni anno 80000 morti. La si-garetta è infatti un miscuglio terribilecontenente 4000 sostanze dannosetra cui ammoniaca, monossido di car-bonio, catrame, polonio, nicotina… Il

fumo di tabacco inqualsiasi forma (siga-rette tradizionali orollate, pipa o sigaro,fumo passivo) e anchein piccole quantità ècorrelato al 90% deitumori al polmone,alle patologie cardio-vascolari, alla bron-chite cronicaostruttiva, al carci-noma orale, alla pa-

rodontite, alla perdita precoce deidenti... Non fate mai respirare il fumodella vostra sigaretta a donne in gra-vidanza o a bambini: il rischio di riper-

cussioni negative sul nascituro o diotiti e di altre patologie dell’apparatorespiratorio del bambino, è molto alto.

In alcune parti del mondo la siga-retta è vietata non solo nei luoghi pub-blici chiusi ma anche nei luoghi aperticome spiagge, piazze e parchi (LosAngeles, Australia, Hong Kong, in Ita-lia solo a Bibione l’anno scorso è par-tita la campagna “spiagga smokefree”). A proposito della sigarettaelettronica non esistono dati capaci divalidarne la sicurezza assoluta, sep-pure sia meno tossica di quella tradi-zionale, tuttavia rischia di non averenessun effetto disassuefante perché,non consumandosi rapidamentecome una vera sigaretta, i fumatoritendono a svapare per molto tempo algiorno. Chiedete aiuto al vostro me-

dico o recatevi in un centro antifumoper iniziare una nuova vita. Chi smettedi fumare, gradualmente ne avvertirài benefici in tutto il corpo: la pelle, labocca, i denti, l’alito, la resistenza fi-sica, la respirazione, la circolazione,riuscirete ad apprezzare meglio gliodori e i sapori. Esistono anche appper smartphone che offrono un pic-colo aiuto nella disintossicazione daquesta vera e propria droga. Siete intempo per abbandonare il vizio: sindal primo anno di fumo si può esporrela salute ai rischi correlati ma, nelmomento in cui smetterete, i danni siazzereranno in pochi anni dopo l’ab-bandono del vizio. Basta privarvi disalute e di denaro: abbiate fiducia invoi stessi e chiedete aiuto. Non per-dete altro tempo.

È il momento giusto per smettere di fumare

Giornata senza tabacco: RITROVA IL SORRISO

Smetti di fumare, guadagna salute e risparmia soldi

L’allarme: si inizia sempre prima, intorno ai 10-11 anniTanti input e maggiore facilità nel reperire tale sostanze

Page 19: 6Donna #5 107

19maggio - duemilaquindicirubriche rubriche rubriche rubriche rubriche

in poche parole

Ridere è una facoltà innata chepossiedono tutti i bambini che ini-ziano a sorridere al mondo sin daiprimi mesi. Esistono giochi o smor-fie universali che li fanno così tantodivertire e perché? A rivelarlo è unostudio riportato sul sito di Repub-blica e condotto dal dottor CasparAddyman, un ricercatore del Centroper il Cervello e lo Sviluppo Cogni-tivo presso l’Università di LondonBirkbeck. Il ricercatore ha creato unquestionario molto dettagliato per igenitori chiedendogli anche di in-viare un breve rapporto e dei filmatiche mostrassero cosa fa ridere iloro bambini. Finora 1.400 genitorida 25 paesi hanno risposto a sva-riate domande per sapere se c’èun’ora particolare della giornata incui sono più propensi a ridere oquali giochi e rime trovano più di-vertenti. “La grande sorpresa èstata che, contrariamente a quantola maggior parte delle persone ri-tiene, la risata è presente già daun’età molto precoce”. Il 90% deibambini ha sorriso già nei primi duemesi di vita ed ha riso già poche set-timane dopo. Al contrario, un pic-colo gruppo ha riportato che i lorofigli non hanno mai riso nell’arco deiprimi dodici mesi. “Questo suggeri-sce che ogni bambino ha una suadiversa inclinazione caratteriale cheè presente sin dalla nascita” spiegal’esperto. “La risata è prima di tuttoun fenomeno sociale. Si ride incompagnia. Uno dei risultati emersichiaramente da quest’indagine èche non è necessariamente ciò chefacciamo, ma semplicemente ilfatto che siamo insieme ai nostribambini a contare. È questo il mo-tivo per cui loro sono felici”. Inoltreesplodono in fragorose risate più imaschi che le femmine. “E le occa-sioni sono quelle classiche: il ba-gnetto, lo specchio, il solletico, ilcucù e i compagni di gioco. Sonocomportamenti che li fanno ridere,ma si tratta anche di un’esperienzache crea un legame profondo”. Inol-tre, c’è da considerare che, nelprimo anno di vita, sorrisi e lacrimesono il solo modo che i neonatihanno per comunicare. “Il piantosegnala che c’è qualcosa che non vae che vogliono cambiare, mentre ilsorriso e la risata sono l’opposto, èil loro modo per dirci di continuarea fare ciò che stiamo facendo per-ché gli piace”. Irma Mecca

Ridere ècosa seria

(*)Tiziana Carella, psicologa e psicoterapeuta; Giovanni Papa e Claudia Girardi psicologi e specializzandi in psicoterapia

PSICOLOGI DA SINISTRA GIOVANNI PAPA, TIZIANA CARELLA E CLAUDIA GIRARDI (*)

La dicotomia “maschile” “femminile” limita la complessità della realtà

Oltre gli stereotipi… ruoli di generi liberi!

Il nostro viaggio questa settimanaprosegue approdando a quella zonadell’identità sessuale che è il ruolo

di genere. Se definiamo il genere comela declinazione culturale delle dimen-sione biologica del sesso, il ruolo di ge-nere è, dunque, l’insieme deicomportamenti e delle attitudini cheun determinato contesto sociocultu-rale riconosce come proprie del sessomaschile e di quello femminile.

In quasi ogni cultura si ha la crea-zione di veri e propri stereotipi di ge-nere, intesi come caratteristicheassociate a ciascun sesso biologico,con una dicotomia spesso accentuatatra il “maschile” e il “femminile”, il cuipericolo è quello di semplificare ecces-sivamente e ridurre la complessitàdella realtà, che è, invece, ricca di sfu-mature e variazioni, e di creare aspet-tative spesso irrealistiche nella singolapersona e nella società. Gli stereotipiculturali di genere più diffusi sonoquelli secondo cui le donne sono emo-tive, sensibili, dipendenti, “passive”,curate nell’aspetto e inclini ad un certotipo di lavoro e gli uomini, all’opposto,razionali, indipendenti, forti, corag-

giosi, “attivi”, autonomi e dediti ad altrilavori.

Il processo di assunzione di un de-terminato ruolo di genere comincia aidue anni di età edè suscettibile ditrasformazionenel tempo (Schaf-fer, 1996). Marga-ret Mead, invece,sottolinea come itemperamenti ti-pici di uomini edonne nelle di-verse societàsiano modellati dall’educazione cheessi ricevono fin dai primi mesi di vita.

Da un punto di vista evolutivo, nellosviluppo di ogni persona vi può essereun processo di aderenza al ruolo di ge-nere del proprio sesso biologico op-pure una presa di distanza, parziale ototale, che non va mai confusa con latransessualità, ossia nell’identificarsicon il sesso opposto a quello biologico.Il rischio insito negli stereotipi di ge-nere, da un punto di vista psicologico,è che la persona, pur di aderire al ruolodi genere tipico del proprio sesso,

possa escludere ciò che sente comeproprio, negare parti di sé che non cor-rispondono al modello culturale con-diviso, sperimentando così un senso di

d isag ioprofondoche puòportarealla co-s t r u -zione diun “falsos é ” ,ossia unsé non

autentico. E’ come se alcune personeincapsulassero sé stesse all’interno diun involucro ben definito dall’esterno.

Lungi dal voler eliminare le diffe-renze tra maschi e femmine, la do-manda interessante da porsi è: quantoil credere che delle caratteristichesiano immutabili, naturali, definite apriori influenza il nostro vissuto el’espressione delle nostre potenzialità?Moltissimo!

La storia ci insegna che per moltotempo gli stereotipi di genere hannoinfluenzato i rapporti tra sessi, provo-

cando, ad esempio, asimmetrie tra isessi a livello di diritti politici e di pos-sibilità lavorative. Gli stessi massmedia hanno contribuito alla creazionedi stereotipi di genere. Lo stesso voca-bolario della lingua italiana declinatermini quali ministro, sindaco, chi-rurgo, ingegnere solo al maschile oaltri come casalinga soltanto al fem-minile.

Come uscirne? Noi crediamo chefamiglia e scuola siano due agenzieche possano avere un ruolo importantenell’aiutare i ragazzi a vivere con mag-giore libertà il proprio processo di svi-luppo, non inseguendo un’affannosa, espesso carica di risvolti patogeni, ade-renza a qualcosa di dato come immu-tato dall’esterno. Parlare di differenzedi genere non significa negare le diver-sità proprie dei due sessi ma comples-sificare la realtà, considerando lapossibilità che non tutto è così naturalee dato per scontato soltanto perché siè nati biologicamente maschi o fem-mine.

Il rischio? Negare parti di sé che non corrispondono al modello condiviso

Al giorno d’oggi non si può ignorare la realtàrappresentata dalla cosiddetta famiglia difatto. Sono infatti sempre più numerose le

coppie che, sebbene legate da un solido vincolo af-fettivo, decidono di vivere insieme al di fuori delmatrimonio. Tale decisione può dipendere o dal-l’impossibilità giuridica di contrarre matrimonio,come nel caso delle unioni omosessuali, oppureda una scelta volontaria della coppia di non sotto-stare al vincolo matrimoniale. In entrambi i casi èopportuno evidenziare come in Italia non esistanoancora leggi che tutelino i diritti dei conviventi ene disciplinino gli obblighi così come avviene perle coppie unite in matrimonio.

In particolare il convivente, diversamente dalconiuge, non è soggetto agli obblighi di assistenzamorale e materiale verso il proprio partner.

Pertanto, se il vincolo affettivo che ha portatoalla convivenza dovesse cessare, il convivente nonpotrebbe vantare alcuna pretesa di natura econo-mica nei confronti dell’altro, e ciò sebbene la cop-pia abbia dato vita ad un vero e proprio rapportodi tipo familiare non diverso dal rapporto di coniu-gio.

E’ importante però precisare che, secondo leleggi attualmente in vigore, è solo il convivente anon godere di alcuna tutela ma non i figli even-tualmente nati dalla coppia: essi godrebbero deglistessi diritti che la legge attribuisce ai figli nati incostanza di matrimonio.

E’ stato dunque riconosciuto che la coppia nondebba prendere la decisione di contrarre matri-monio a causa di un figlio in arrivo poiché la situa-zione giuridica di “figlio” è la stessa a prescinderedal fatto che i genitori siano sposati o meno.

Esiste tuttavia un modo per assicurare una va-lida tutela al convivente? Si, dal momento che èriconosciuta ai conviventi la possibilità di stipulareun contratto di convivenza, anche con l’assistenzadel proprio legale di fiducia.

Un contratto di convivenza è un accordo, da re-digere con atto pubblico o scrittura privata, con cuii conviventi possono stabilire sia le regole da ri-spettare nel corso della convivenza, sia le regoleda rispettare nel caso in cui la convivenza dovesse

cessare. Più precisamente: i conviventi potranno stabi-

lire il modo in cui ciascuno di loro contribuirà eco-nomicamente alle esigenze della famiglia di fattoe come verranno ripartite le relative spese. In casodi cessazione della convivenza, invece, i conviventipotranno concordare l’assegnazione della casacomune nonché la corresponsione di un assegnodi mantenimento verso il partner più disagiato.

Dal contratto di convivenza nascono veri e pro-pri obblighi giuridici a carico delle parti che lohanno sottoscritto: se uno dei conviventi non ri-spetta quanto pattuito l’altro può rivolgersi al giu-dice per ottenere il rispetto dell’accordo e quindila tutela dei diritti da esso derivanti. Come unqualsiasi altro contratto però esso può sciogliersiper concorde volontà dei conviventi oppure glistessi conviventi potrebbero riservarsi la facoltàdi recedere unilateralmente dal contratto: in que-sti casi verrebbe meno la tutela di cui potrebbegiovarsi il convivente.

In conclusione si può auspicare che i contrattidi convivenza rappresentino un valido punto dipartenza per richiamare l’attenzione del legisla-tore affinché risponda con nuove ed adeguateleggi alle mutate esigenze sociali.

In Italia non esistono leggi a garanzia dei “compagni”

Famiglia di fatto: quali tutele?

AVVOCATO DI DANIELA MURANOPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

Unica possibilità: stipulare un “contratto di convivenza”

Page 20: 6Donna #5 107

20 maggio - duemilaquindicirubriche rubriche rubriche rubriche rubriche

Premesso che riusciate a man-giare durante la gestazione equindi non siate vittime di at-

tacchi di nausea ed iperemesi inco-ercibili, sappiate cheun’alimentazione sana e bilanciata èun programma salute per il bam-bino: giusto peso alla nascita, svi-luppo cerebrale migliore, menorischi di difetti congeniti e addiritturaabitudini alimentari prescolastichepiù sane.

Anche nella mamma un’alimen-tazione corretta incide notevolmentenel ridurre il rischio di diabete ge-stazionale, preeclampsia, anemia,nausea, stipsi, affaticamento… Si ri-duce notevolmente il rischio di partopretermine, accelera il recuperopsico-fisico nel post-partum e nonmeno importante consente di smal-tire più velocemente i chili accumu-lati. La dieta in gravidanza non sidiscosta molto da una normale dietasana ed equilibrata, in quanto pre-vede il corretto abbinamento dicarne e pesce (proteine), frutta everdure (vitamine), cereali integrali(carboidrati), ed una immancabilequota di “grassi buoni”.

Alcuni semplici accorgimenti ba-steranno ad evitare pericoli e man-

giare in modo sano ed adeguato, ilginecologo all’inizio della gravidanzaconsiglia caldamente di non supe-rare i 10-12 chili durante la gesta-zione, vale il discorso che mentre nelprimo trimestre di solito si perdonospontaneamente un paiodi chili, nel secondo inmedia si guadagna unchilo al mese, ma nelterzo trimestre si viaggiaal ritmo di mezzo chilo asettimana.

Fare attenzione acosa si prepara ed acome si prepara diventauna scelta rilevante. Il vo-stro ginecologo vi consi-glierà di evitare crostaceie pesce crudo (tipo car-pacci di salmone, tonno,pesce spada, alici mari-nate) per il rischio di infe-zioni come epatite A, gastroenteriteda Anisakis.

Vi dirà inoltre di evitare la carnecruda come bresaola, prosciuttocrudo, carpaccio di vitello, salumifinché non verificherà che siete im-muni alla toxoplasmosi, limitandovial consumo di prosciutto cotto emortadella. Ovviamente sono scon-

sigliati tutti i cibi che già prima dellagravidanza vi facevano male, e rigo-rosamente vietati i superalcolici e glialcolici in genere.

Sarebbe anche utile non ecce-dere con il consumo di caffè, evitare

la carne cotta al sangue, consumarefrutta e verdura precedentementelavate con disinfettante adatto, pri-vilegiare latticini, succhi di frutta, eduova pastorizzate, ed in particolareevitare le preparazioni fatte con uovafresche (maionese, creme e farci-ture), cucinarle preferibilmentestrapazzate, lavare accuratamente

le mani dopo aver toccato il gusciodelle uova, oppure carne e pescecrudo. Wurstel, salsicce e pesce af-fumicato possono essere contami-nati, quindi è buona normariscaldarli fino a farli diventare fu-

manti. Non consumate cibilasciati fuori dal frigo oltre3 ore, non scongelate maigli alimenti a temperaturaambiente, la temperaturaideale del frigo deve essereinferiore a 5°C.

Non acquistate carne epesce la cui provenienzanon sia più che certa, masoprattutto che non sianoadeguatamente conservati(nel refrigeratore o nel con-gelatore). Se decidete diandare al ristorante evitatequelli che ignorano le piùelementari regole igieni-

che. Per concludere è fondamentalemangiare bene in gravidanza, nonstrafare né in eccesso, né in difetto,scegliere con cura gli alimenti, pre-pararli e conservarli con attenzione,ma soprattutto non stravolgere ra-dicalmente la propria vita e rilas-sarsi… per godersi l’attesa dellanascita.

GINECOLOGA DI TIZIANA CELESTEPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

L’importanza della dieta nei nove mesi di gravidanza

Alimentazione sicura… per due

La nostra è una generazione digiovani e di adolescenti chesembra non avere riferimenti e

valori, questo mette in luce l’assenzadi progetti per il futuro e di regolenella vita di tutti i giorni. Questo par-ticolare fa perdere i giovani nella ri-cerca di situazioni e comportamentifuori dalle norme, confrontandosicon il limite estremo, il rischio noncalcolato, l’esagerazione. Alcuni diquesti comportamenti sono il bulli-smo, la cattiva educazione nei con-fronti degli adulti, la disobbedienza,i comportamenti di provocazione eviolenza e devianza.

Dietro il comportamento aggres-sivo c’è la paura, e per difendersidalla paura si attuano comporta-menti sbagliati attraverso azioni diopposizione e ribellione, violenza, di-struzione (come gli adolescenti cheincendiano i cassonetti).

I comportamenti aggressiviumani fanno parte della naturaumana. L’uomo sopravvive graziealla sua capacità di ragionamento difronte ai problemi e l’aggressività do-vrebbe servire solo per riuscire adimporsi. L’aggressività non è incon-trollabile. Per imparare a control-larla bisogna cominciare daicomportamenti.

L’aggressività è dentro di noi ed èfuori di noi, nei luoghi pubblici, perstrada, a scuola, in discoteca, nelgruppo di amici o anche solo tra duepersone. Influenza comportamenti emodi di pensare.

Autocontrollo e regole socialihanno il compito di guidarla verso unuso che possa servire in modo civile.Ma quando si impara l’autocontrolloquando si imparano i limiti sociali? Ilmomento di maggior apprendimentodell’uomo è senza dubbio l’età infan-tile e quella adolescenziale. In questi

periodi della vita il giovane è più di-sponibile ad apprendere ed eventual-mente a cambiare i propricomportamenti sbagliati. Gli inse-gnamenti provengono dal mondoadulto, che trasmette le regole conesempi pratici nella vita di tutti igiorni.

Il disagio giovanile non è una ca-ratteristica dei giovani d’oggi, ma èla manifestazione di una vita proble-matica di una piccola parte di loro(abuso e dipendenza da droghe, ano-ressia, bulimia, assenza di rispetto

delle regole, problemi con i compa-gni, problemi familiari), una vita pro-blematica tipica di ogni epoca. Unesempio di aggressività è il bullismo,ovvero un insieme di comportamentiin cui qualcuno ripetutamente fa odice cose per avere potere su un’al-tra persona o per dominarla. È untipo di azione persistente, individualeo collettiva, caratterizzata dall’inten-zione di far del male e dalla man-canza di compassione.

Il bullo trova piacere nell’insul-tare, nel picchiare o nel cercare didominare la “vittima” e continuaanche quando è evidente che la vit-tima sta molto male o è angosciata.Rappresenta quindi una forma di op-pressione in cui chi subisce speri-menta una condizione di profonda

sofferenza, di grave svalutazionedella propria identità, di crudeleemarginazione dal gruppo.

Oltre ai comportamenti aggres-sivi nel mondo giovanile, si parlaanche dei comportamenti a rischiocome l’uso di droghe, l’abuso nelgioco, la velocità e la guida sperico-lata, comportamenti irrispettosi neiconfronti delle persone e degli adulti,comportamenti trasgressivi in disco-teca e nei luoghi pubblici, assenza dirispetto delle regole e comporta-menti distruttivi in generale.

Per combattere questi comporta-menti è necessario avere un certodialogo con gli adulti che possonoaiutare i giovani e parlarne nei postimaggiormente frequentati da lorodove possano trovare una guidacome ad esempio la scuola e l’inse-gnante, la parrocchia e il catechista.Fondamentale risulta essere allorala scuola, dove l’adolescente passabuona parte della propria quotidia-nità, in grado di fornire sostegno so-ciale (soprattutto grazie alle relazionicon i pari e con gli insegnanti), di fa-vorire nell’adolescente competenza,autonomia e coinvolgimento.

Azioni di opposizione e ribellione celano solo paura

Giovani a rischio “aggressività”

PSICOLOGA DI INES PANESSAPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

Non è incontrollabile: bisogna (ri)partire dai comportamenti

E’ uno dei regali più preziosi per il nascituro:tutti i consigli da seguire,gli errori da evitare

Page 21: 6Donna #5 107

21maggio - duemilaquindici

Page 22: 6Donna #5 107

22 maggio - duemilaquindici

sociale

E’ il primo centro di Musico Terapia Orchestrale nel Sud Italia

“Diversamente OrchestrAbili”

La parità di genere? Passa dalla grammatica

Il potere della musica per “aggirare” gli ostacoli derivanti da deficit della comunicazione verbale

Il progetto della casa editrice Mammeonline per insegnare ai piccoli il “peso” delle parole

Quella del 29 aprile 2015, per lacittà di Foggia, è una data da se-gnare in rosso sul calendario.

Una data che celebra un primato, que-sta volta positivo, tutto foggiano. Ov-vero, la nascita di “DiversamenteOrchestrAbili”, il primo centro di Mu-sico Terapia Orchestrale attivo nel SudItalia, finalizzato alla creazione diun’orchestra classica formata da ra-gazzi diversamente abili. L’iniziativa èdell’associazione “Note a Margine”,presieduto da Rossella Di Sabato, cheha subito incontrato la disponibilità delComune di Foggia per il tramite del-l’Assessore alla Cultura, Anna Paola

Giuliani, che non ha esitato a definirel’iniziativa “il migliore progetto chel’Amministrazione comunale potessesostenere”.

Un progetto presentato in un Tea-tro Giordano ricco di studenti, opera-tori e volontari di associazioni diassistenza ai diversamente abili ditutto il territorio provinciale e genitoridi ragazzi speciali, che hanno apprez-zato la grande opportunità che “Diver-samente Orchestrabili” mette loro adisposizione. Il progetto, infatti, im-porta a Foggia il protocollo scientificodel metodo “Esagramma”, creato edapplicato da più di trent’anni, dalla

Fondazione Esagramma di Milano,centro di eccellenza formativa ricono-sciuto dalla Regione Lombardia chenegli anni ha inanellato importantis-simi risultati con l’attuazione della te-rapia. Direttore scientifico del centrodi musico-terapia sarà il Maestro Car-men Battiante, musicista, direttored’orchestra, compositrice, oltre chedirettore artistico della Fondazione“Musicalia” e docente di Pedagogia epsicologia della musica al Conserva-torio di Reggio Calabria.

IL METODO ESAGRAMMA. E’ unmetodo, la cui validità è riconosciutain tutto il mondo, specificatamenteelaborato per chi è tipicamente osta-colato nella sfera di sé e dell’altro,consentendo l’integrazione e lo svi-luppo di componenti psichiche, men-tali ed affettive attraverso l’esperienzain orchestra sinfonica in cui i ragazzidiversamente abili suonano strumenticlassici (violini, violoncelli, contrab-bassi, percussioni, arpe, ecc.), affron-tando repertori tratti dalla letteraturadei più grandi compositori della storiadella musica.

POTERE DELLA MUSICA. Perspiegare in modo diretto, immediatoed efficace quello che può essere ilpotere della musica come strumentoterapeutico, è stato utilizzato un video

carico di pathos. Messaggi, sugge-stioni, concetti ed emozioni mediatisolo dall’eloquenza del mix dimusica/immagini, la prima compostadalla stessa Battiante, le seconde adopera della fotografa Monica Carbo-siero. Perché - ed è questo il concettoalla base del progetto - l’uomo è pre-disposto geneticamente come esseremusicale. E attraverso la musica puòesprimersi anche in presenza di limitipsico-fisici.

NOTE CONTRO GLI OSTACOLI. At-traverso la musica e lo studio di unostrumento musicale, quello più con-geniale, è possibile, spiega il MaestroBattiante, “aggirare gli ostacoli ogget-tivi derivanti da deficit della comuni-

cazione verbale poiché ogni persona,seppure compromessa da malattia,ha competenze e risorse musicali. Sitratta, in pratica, di sfruttare questainnata attitudine per raggiungere laparte affettiva, perché è proprio attra-verso il canale affettivo che si crea unacorsia preferenziale per accedere al-l’ambito cognitivo: dal cuore allamente, spronandosi - in modo natu-rale e piacevole – a superare i proprilimiti psicofisici e mettersi in relazionecol mondo”.

DIVERSAMENTE ORCHESTRA-BILI. Il progetto troverà casa nei localidell’ex circoscrizione Cep, messi a di-sposizione dal Comune di Foggia. I ra-gazzi coinvolti inizieranno afamiliarizzare con i vari strumenti mu-sicali e si cimenteranno poi nello stu-dio, con l’obiettivo di dare vita ad unaorchestra attraverso la quale comuni-care sé stessi al mondo. “E’ impor-tante che il ragazzo sia attivamenteimpegnato in attività gratificanti in cuivi sia il riconoscimento del valoredell’essere umano”, puntualizza Bat-tiante. “L’orchestra è la dimensioneottimale: è gruppo ma da valore al sin-golo; è abilità senso-motoria, impe-gno affettivo e mentale; èautocontrollo emotivo e relazionale”.

(Foto gentilmente concesse dalMaestro Carmen Battiante)

La grammatica la fa... la differenza. Anchequella di genere.La grammatica, infatti, pone le basi della ci-

viltà e del rispetto. Tutto passa attraverso le sue“regole”, e non solo sui banchi di scuola. Per que-sto, per ripristinare correttezza lessicale edequità tra i sessi, è bene proprio partire dalle pa-role. Cosa cambierebbe, ad esempio, se la mae-stra un giorno leggesse in classe la storia di unabambina che vuol fare la calciatrice, anziché ilcalciatore? O se la maestra desse un bel voto auna bimba che scrive nel tema che vuol fare lamedica invece che il medico?

Per alcuni nulla. Per altri tantissimo: in que-sto modo, infatti, sin da piccoli, ci si potrebbe abi-tuare alla “magia” di scoprire e provare cosasuccede quando le parole calzano a pennello allapersona a cui si riferiscono. Ma per ripristinarecorrettezza lessicale e rispetto delle differenze trai sessi è bene ripartire dall’osservanza delle re-gole e dalla scelta delle parole.

Dalla grammatica, appunto. “La grammaticala fa… la differenza” è un libro di racconti, fila-strocche e fiabe edito dalla casa editrice Mam-meonline che, in manieraspontanea e non forzata,mostra a bambini e bam-bine la naturalezza dell’usodel linguaggio di genere.Che le donne, nei secoli,siano state poco conside-rate è un dato di fatto incon-futabile, ma che anche lanostra lingua le abbia igno-rate e continui a ignorarlerifiutando il genere femmi-nile, non è più accettabile.Bisogna ripartire dalla lin-gua ed è necessario comin-ciare a parlarne a chi con lalingua ha il primo approccio:i bambini e le bambine.

“Questo libro - spiega la responsabile diMammeonline, Donatella Caione - si propone disuscitare la curiosità verso argomenti apparen-

temente immutabili,facendo compren-dere che gli stru-menti per cambiareil nostro modo diparlare e pensare,rispetto al generefemminile, la linguali possiede già,basta solo comin-ciare a usarli corret-tamente”.

Ad arricchire ilvolume - forte-mente voluto dal-l ’ a s s o c i a z i o n e“Donne in Rete” diFoggia, con il patro-

cinio, fra le altre, delle consigliere di parità Anto-nietta Colasanto e Serenella Molendini - un in-serto rivolto ad insegnanti ed educatori,contenente schede didattiche che spiegano ipunti fondamentali dell’uso del linguaggio di ge-nere, in modo da fornire gli strumenti per appro-fondire l’argomento con i/le bambini/e,accompagnando così la lettura delle filastrocchee delle fiabe/racconti.

Tutti i racconti, le fiabe e le filastrocche sonostati scritti da note autrici di letteratura per l’in-fanzia come Anna Baccelliere, Annamaria Pic-cione, Flavia Rampichini, Chiara Valentina Segrè,Luisa Staffieri e Giamila Yehya. Le illustrazionisono a cura di Gabriella Carofiglio. Il progetto èsostenuto dall’associazione Donne in Rete e pa-trocinato dalla Regione Puglia, dalle Consiglieredi Parità della Regione Puglia e della Provincia diFoggia, dall’Università di Foggia, dal ConcorsoLingua Madre.

Angela Dalicco

Il M° Carmen Battiante e Rossella Di Sabato

Page 23: 6Donna #5 107

Correre D NNA

23maggio - duemilaquindici

I proventi della vendita del testo saranno devoluti all’associazione Ant-Italia

FIABE IN PIGIAMA, un libro per volareRaccolta di storie scritte “a cento mani” dai pazienti della sezione ospedaliera della “San Giovanni Bosco”

Una “corazzata” rosa a Parco San Felice

Una “festa” con i sorrisi di oltre 150 partecipanti: un evento che sugella il grande interesse per la corsa

A CURA DELLA DOTT.SSA ELEONORA VERA

Un libro, come un aquilone, può condurre il let-tore verso luoghi nuovi, donando sensazionied emozioni che aiutano ad alleviare il disagio

e il dolore. “Fiabe in pigiama” della collana Aquiloni:un libro per volare, contiene una selezione di testiscritti a cento mani dai piccoli pazienti ricoverati efrequentanti la sezione ospedaliera della scuola pri-maria “S. Giovanni Bosco”: poesie sottoposte a ma-quillage, fiabe rielaborate o inventate, disegni chesi ispirano al tema dell’alimentazione, frutto dellasperimentazione del laboratorio di lettura e scrit-tura creativa che utilizza il linguaggio delle fiabe,contenitori di emozioni, paure, sogni e desideri. Lafiaba è la vita, una sorta di campionario che ItaloCalvino definisce “catalogo dei destini umani”.

Il termine pigiama riporta ad un ambiente inso-lito e informale per la produzione di fiabe, nel qualesono state coinvolte le madri che affiancano i bam-bini nei giorni della degenza. Le mamme oggi, ra-ramente dedicano tempo alla lettura di libri con ipropri figli. E’ molto più frequente che i genitori sod-disfino le richieste di attenzione del bambino, met-tendogli tra le mani un “compagno tecnologico”. Larazionalità che caratterizza l’essere adulto, ci rendeincapaci di sintonizzarci sulla stessa lunghezza

d’onda dei bambini. Ecco perché i destinatari di que-sto libro, non sono solo bambini e ragazzi, ma glistessi adulti. Attraverso la metafora, una delleespressioni comunicative originarie del bambino, glistessi lanciano messaggi e richieste di attenzione.Anna e il libro magico, Bollicina, Lacrime di cocco-drillo, Lello e ciccia e Storia d’amore e di stoviglie,raccontano il disagio alimentare, la ricerca della fe-licità, la cattiveria che comporta dei risvolti negativida parte di chi se ne avvale. Ai disegni dei bambinisi è ispirata la dott.ssa Fiorina Lembo nell’illustrareil volume con uno stile che lascia spazio alla fantasiadei lettori che potranno colorarne le pagine.

Il libro “Fiabe in pigiama”, è stato presentato nelcorso dello spettacolo musicale “Bollicina” tenutosimartedì 12 maggio presso la Scuola Primaria “S.Giovanni Bosco, in collaborazione con la StrutturaComplessa di Neuropsichiatria Infantile degli Ospe-dali Riuniti di Foggia; è una delle tante iniziative ri-volte alla “umanizzazione” della degenza.“Bollicina” è stata messa in scena da medici, per-sonale sanitario, docenti, volontari, genitori e alunnidella sezione ospedaliera. Lo spettacolo - con unnarratore d’eccezione, l’attore Michele Norillo - èstato arricchito dagli interventi musicali di AntonelloDell’Era, Nuccio Milardo, Bruno Caravella e RobertoRuggiero e del coro della “S. Giovanni Bosco” diretto

dall’ins. Giuseppina Di Viesti. I testi, la sceneggiaturae la scenografia sono stati realizzati da CarmelaSguera, Valeria Iannaccone, Anna Nunzia Polito,Eleonora Vera. Particolari ringraziamenti vanno allaprof.ssa Barbara De Serio e alla dott.ssa Anna ErikaEna, dell’Università di Foggia per la supervisione alprogetto; al dott. Luigi Giannatempo, amministra-tore unico dei supermercati La Prima, che ha ac-colto con entusiasmo l’iniziativa editoriale e ne haconsentito la stampa; a Franco Di Gemma e allostaff di Pubblicentro; ad Angela Dalicco e alla reda-zione di 6Donna.

I proventi del libro saranno devoluti ad Asso-ciazioni di Volontariato, per iniziative a favoredell’infanzia e per arricchire la biblioteca pre-sente nella Sezione Ospedaliera. Quest’anno ilricavato sarà devoluto alla Fondazione Ant-Italia,sezione di Foggia. Sabato 23 e 30 maggio, alle18,30, il libro sarà presentato presso i supermer-cati La Prima, in via Zara. È prevista la parteci-pazione del Gruppo di animazione di clowntherapy “Il filo del sorriso”.

Il libro sarà distribuito nell’intero mesedi maggio presso il punto vendita La Prima,

in via Zara e nell’isola pedonale

Una passeggiata libera di sole donne, perle donne: una scia rosa che ha invasoParco San Felice in una giornata di pri-

mavera tanto attesa. Stiamo parlando dellaterza edizione della manifestazione podistica“Correre Donna… e la corsa si tinge di rosa”.L’evento, organizzato dall’Associazione Run-ners Parco San Felice, è nato dall’interesse,sempre maggiore, mostrato dalle donne perl’attività sportiva in generale, e per la corsa inparticolare.

Non stiamo par-lando di atlete pro-fessioniste, ma didonne che si sono af-facciate o che vo-gliono affacciarsi perla prima volta almondo sportivo;donne di ogni età,senza grandi ambi-zioni di risultato senon la sfida con sé stesse e con i propri limiti:tutte quelle donne che si dividono tra carriera,casa, figli e marito, ma hanno percepito il bi-sogno di trovare uno spazio da dedicarsi.“Correre Donna” è una manifestazione noncompetitiva, con un percorso di 5 km di corsao 3 km di camminata, delimitato da nastri efiocchi rosa: cinque giri del parco, in senso

orario, per chi ha corso o corricchiato; 3 giriinvece per chi ha piacevolmente camminato,con arrivo sotto un arco gonfiabile di pallon-cini.

La manifestazione quest’anno ha regi-strato una partecipazione numerosa e calo-rosa, replicando e incrementando i numeridegli anni precedenti. Una bellissima festacon i tanti sorrisi delle donne, oltre 150, sem-pre più motivate e orientate al proprio benes-

sere. Donne diogni età, tuttecon la stessamaglia rosa, conun palloncino alvento e la mede-sima voglia dimettersi allaprova. Fonda-mentale è statoanche il sup-porto degli uo-

mini, per qualche ora calati nel ruolo di tifosie supporter nei confronti di mogli, mamme,compagne, amiche o parenti di corsa. Un pre-zioso supporto alle donne che corrono, in unamanifestazione di grande successo che si ri-peterà nuovamente il prossimo anno, per lasua quarta edizione: perché la forza delledonne è infinita e stupisce sempre.

tempo libero

Page 24: 6Donna #5 107

24 maggio - duemilaquindici