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Foto: Lello Cocozza Inchiesta Foggia Frontiera dell’immigrazione Benessere Rimedi anticellulite Moda La tentazione è donna Cure dolci La dieta della calma Viaggi Welcome to Miami Francesca Curcetti: arte e passione

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Foto: Lello Cocozza

InchiestaFoggia

Frontiera dell’immigrazione

BenessereRimedi anticellulite

ModaLa tentazione è donna

Cure dolciLa dieta della calma

ViaggiWelcome to Miami

Francesca Curcetti:arte e passione

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2 m a g g i oduemilaundici sommario

ditoriale

di ANNA RUSSO

Molteplice in ogni sua espressio-ne. E equilibrato. E’ così che definireiquesto numero di 6Donna. Perché è lamolteplicità il tratto che lo contraddi-stingue? Perché con questo termine vo-glio raccogliere gli aspetti piùvariegati della multietnia edel cosmopolismo. Multiet-nico è il volto che la città diFoggia sta assumendo nelcorso degli ultimi anni. Lepercentuali rivelano un in-cremento notevolissimodegli stranieri presen-ti, regolari e non.Certo, se si con-frontano i daticon quelli regi-strati in grandi centriurbani come Roma e Milano,l’affermazione di una Foggiamultietnica non regge. Ep-pure, un altro confronto cre-do si debba fare e cioè tracome la città (ma in realtàl’intera provincia) è oggie come appare nei nostriricordi di poco più di undecennio fa. Basta vi-sitare i luoghi simbolodella città in metamorfosi percomprenderne la rivoluzioneetnica. Per anni, da studen-tessa prima, da lavoratricepoi, in ogni caso pendolare,ho frequentato la zona del-la stazione ferroviaria e tor-narci oggi mi dà il senso delcambiamento di cui parla-vo prima. Soprattutto nelprimo pomeriggio e a par-tire dall’imbrunire, vialeXXIV Maggio si popola dicittadini stranieri. Le parallele, in par-ticolare sul lato di via Fiume e via Tren-to, sono piene di attività commerciali,cinesi innanzitutto e, da qualche tem-po, anche indiane e arabe. Agli incro-ci semaforizzati cittadini, inoltre, èdavvero una rarità non essere inter-cettati da lavavetri e le scene di accat-tonaggio sono all’ordine del minuto. Direcente, poi, l’area antistante il centrocommerciale di viale degli Aviatori èdiventata (con qualche rara eccezionedovuta all’intervento della vigilanza)regno incontrastato di extracomunita-ri, per lo più originari del Corno d’Afri-ca. E’ un dato di fatto che non vuolepresentarsi né come un attacco né co-me una difesa ai migranti, ma solo co-me una fotografia equilibrata e reali-stica, visibile a tutti e a cui ognunoguarda con piglio personale. Durante lapreparazione di questa inchiesta poi,sono inciampata in alcune figure rela-tivamente nuove del servizio sanitario,cioè quelle delle mediatrici intercultu-rali, giovani donne provenienti da Pae-si dell’Est, alle cui particolari vicendedi vita abbiamo deciso di dedicare lapagina delle Storie al femminile.

Molteplice è, infine, anche il Per-sonaggio del mese, Francesca Curcet-ti, artista poliedrica, romantica e co-smopolita, affascinata dall’amore eaffascinante nel suo insieme comples-so e variegato. Origini foggiane e lu-cane, è vissuta per molti anni a Bari.Dopo una breve sosta a Barcellona, si ètrasferita a Milano che però potrebbenon essere la sua meta definitiva. Que-sto “perché nella vita tutto può acca-dere”.

4 Personaggio del mese• Francesca Curcetti, artista a tutto tondo

5 storie al femminile• Angeli della mediazione

6 Inchiesta• Le frontiere dell’immigrazione cambiano.

Foggia terra promessa o corsia di passaggio?

8 Attualità• Il latte della mamma non si scorda mai• “Scene di una strage”:

in memoria di Luigi Pinto

10 Benessere• Senza buccia (d’arancia)

11 Bellezza• Giochi di seduzione

12 Spazio bimbi• Un mondo di fiabe

13 Moda• Quando la tentazione è donna

14 Piante• Rosa, regina di fiori

15 Ambienti• Cartongesso,

materiale tutto da scoprire

16 Spettacolo• Spaccato dolce-amaro

dell’universo femminile

17 Rubriche

21 Cure dolci• La dieta della calma

22 Viaggi• Welcome to Miami

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3m a g g i oduemilaundici

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4 m a g g i oduemilaundici personaggio del mese

La carriera da avvocato che ave-va scelto non la soddisfaceva per cui,a 26 anni, ha deciso di dare una svol-ta alla propria vita iscrivendosi al-l’Accademia di Belle Arti. Oggi, a 34anni, espone le sue opere in tutta laPuglia, fino ad arrivare in diverse cit-tà italiane e a superare i confini delPaese. Francesca Curcetti, alias So-nikasik, foggiana di origine, bareseper necessità, milanese per scelta, co-smopolita per indole, ha di recentevinto il concorso per nuovi designerindetto da Vogue Italia ed ElizabethArden.

Barese, milanese, foggiano.Qual è il lato di se stessa che pre-ferisci di più?

La mia vita è legata a queste cit-tà in un modo estremamente profon-do, ma mi sono sempre sentita citta-dina del mondo e mai veramentelegata ad un’unica città, quindi pre-ferisco quello che ancora sperimen-terò.

Artista per gioco, passione oprofessione?

Artista, o meglio pasticciona, pergioco quando a 3 anni con la miamamma dipingemmo un bosco gran-de quanto una parete della mia ca-meretta; passione quando mi accorgo

che sono le4 di matti-na e mi so-no dimen-ticata diandare adormire trapennelli ecolori; pro-f e s s i o n eq u a n d ounisco lamia arte al mio essere counselor e midedico all’arte-terapia.

Sonikasik: uno pseudonimobizzarro. A cosa è dovuto?

Ad un soprannome, ad una dellemie canzoni preferite, alla mia primamostra a Firenze, alla mia ossessivapassione per la simmetria…

Come definirebbe la sua arte? Una serie di fermi immagini sul-

la vita di una donna, che racconta atutti del mondo femminile, narrata dame che sono semplicemente una“raccontastorie”.

Ogni artista ha un rapportoparticolare con il corpo, qual è ilsuo?

Io vedo il corpo come il più fortemezzo di comunicazione artisticapossibile. Ci lavoro perchè anch’es-so è tela. Il corpo è lo strumento che

maggiormente ci permette di comu-nicare. Noi parliamo con ogni suocentimetro, con ogni suo anche mini-mo movimento. E’ quando ho com-preso il suo esser vivo che ho impa-rato a rispettare e ad amare il mio. Lamia storia, poi, è simile a quella dimolte altre ragazze: una lotta che du-ra anni contro la propria immagine,anzi, contro la distorsione di essa dicui si è vittime. La mia esperienzapersonale di amore ed odio si è tra-mutata in arteterapia: sono diventatauna counselor che lavora all’interno disituazioni che vedono protagoniste

ragazze/i o bambine/i che soffrono diqualsiasi tipo di disturbo alimentare(anoressia, bulimia, obesità).

L’opera con cui ha vinto il con-corso di Vogue Italia ed ElizabethArden è “Go and open The safe do-or, please!” con cui afferma cheogni donna possiede dentro di sèuna cassaforte. Lei cosa ripone nel-la sua?

L’eternità che mi lega a mio fra-tello, il profumo di mia madre, la vocedi mia nonna, il Brasile di mio padre,il mio pianoforte, i miei libri d’arte, lamia vecchia bilancia arancione, la mia

gatta Minou, i sì e i no delle vere ami-che, le scarpe col tacco 12, il gelato ar-tigianale, la mia tesi sul cinema di An-dy Warhol, i viaggi, il coraggio, laconsapevolezza, gli abbracci del mioAmore, il mio presente…

Tra rivendicazioni femministee mercificazione del corpo femmi-nile, come vede il rapporto uo-mo/donna?

Una divertente diatriba eterna dicui ci si lamenta, ma senza la qualenon ci sarebbero: talk show televisi-vi; libri di pseudo esperti sui rappor-ti di coppia in ogni libreria o super-mercato; una serie di film ecommedie che ci piace guardare persentirci una perfetta Bridget Jones…

Bari, Milano, Foggia: la cittàche più ama, quella che più la fa ar-rabbiare, quella senza la quale lasua vita non sarebbe stata la stessa.

Bari è quella che mi ha vista tra-scorrere la maggior parte della miavita e senza la quale non sarei quellache sono diventata. Foggia è quellache più mi fa arrabbiare perché po-trebbe valorizzarsi molto di più. Mi-lano è quella che mi ha vista nasceree che ora mi vede iniziare la mia nuo-va vita. Quella che più amo? Forse laprossima in cui vivrò.

Anna Russo

CARTA D’IDENTITÁNome FrancescaCognome CurcettiNata a MilanoIl 11.01.1977Residente a MilanoOrigini foggiano-lucane Professione artista - counselorFilm “Three... extremis” Libro Ariel ed. Di Marsico

Pittrice e couselor. Ora leader al concorso di Vogue Italia ed Elizabeth Arden

Francesca Curcetti

Francesca Curcetti, artista a tutto tondo

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Ana Shahini, di origini albanesi, è giunta in Italia quindici anni fa per mo-tivi di studio. Iscritta alla Facoltà di Scienze Religiose, mentre completava gli stu-di ha ricevuto la proposta di lavorare come interprete nel Centro di Accoglien-za di Borgo Mezzanone. “Era il 1999, agli esordi della guerra nel Kosovo.Quando cominciarono ad arrivare i profughi sorse la necessità di un interpre-te di origine albanese e così fui chiamata. Ho continuato a lavorarci per sette an-ni, anche dopo la partenza dei profughi miei connazionali, come interprete dilingua inglese”. Nel frattempo Ana ha fre-quentato corsi per mediatrice intercultura-le e ha iniziato a collaborare con la Caritasin un progetto finalizzato a facilitare l’inte-grazione della donna immigrata attraver-so corsi di formazione base e professiona-le. “La scelta è caduta su Foggia un po’ percaso, anche perché era una città vicina allamia terra e più facile da raggiungere.

Ora sono soggiornante di lunga dura-ta. In patria ho lasciato i miei genitori cheperò vengono spesso qui dove vive anchemio fratello con la sua famiglia”. Arrivando

in Italia, Ana non ha potuto non constatare un pregiudizio mol-to radicato nei confronti degli albanesi. “Se un italiano, pur-troppo, incontra uno studente albanese lo accoglie con moltaapertura, cosa, invece, che non accade nei confronti di colf e ba-danti anche se spesso tra loro ci sono donne laureate, costret-te a fare questo lavoro perché non trovano un altro sbocco”.Come i suoi genitori, Ana continua a restare legata alla sua pa-tria. “Io mi sento sempre albanese anche se mi trovo bene qui,ho un fidanzato italiano, ma non perderò mai le mie radici.Quando avrò dei figli insegnerò loro l’albanese perchè è giustoche mantengano il legame con la propria terra”.

5m a g g i oduemilaundicistorie al femminile

EditorePublicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.

Direttore ResponsabileAnna Russo

CaporedattoreAngela Dalicco

Hanno collaboratoMaria Rosaria De LeonardisMaria Grazia FrisaldiMariangela MarianiDalila CampanileElisabetta CiavarellaIrma Meccaprof.ssa Maria Santilloavv. Antonietta Colasanto

Rubricheavv. Katia Monopoliavv. Rosangela Lorisoavv. Rosa Schenadott.ssa Mariagrazia Bellantuonodott.ssa Marcella Bevilacquadott.ssa Alessandra Marinaridott.ssa Valeria Ventura

RedazioneFoggiaVia Tressanti, I trav. (vill. Artig.)Tel. 0881.56.33.26 - Fax 0881.56.33.19

[email protected]

Impaginazione e stampaPublicentro Graphic

Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia

n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

Lucia Visan, trentottenne romena, da 16 anni vive in Italia. Inna-moratasi di un giovane italiano conosciuto in patria, per amore si è tra-sferita a Foggia. “L’impatto iniziale è stato difficile perché venivo da unacultura diversa. Mi ero appena laureata, ma in Italia era difficile otte-nere il riconoscimento degli studi svolti all’Estero, quindi ho iniziatoun percorso lungo e burocratico per ottenere il riconoscimento dei mieititoli”. In Romania Lucia ha lasciato i genitori ed un fratello a cui fa vi-sita regolarmente ogni anno. “Al mio arrivo a Foggia mi sono dedica-ta esclusivamente alla formazione: corsi di inglese, informatica e pro-fessionali; poi ho iniziato a lavorare come interprete in tribunale e comemediatrice interculturale in campo sanitario. Quello che svolgiamonell’Azienda Sanitaria è un lavoro che spazia dal campo sanitario aquello sociale, nel senso che forniamo agli immigrati le informazioni piùvarie, mettendoli in rete con le altre istituzioni”.

Come è cambiata oggi l’accoglienza agli stranieri? “Per me è sta-to più difficile rispetto a chi arriva oggi. Io sono giunta nel 1995. Allo-

ra non siparlava an-cora di inte-grazione, diinterculturaquindi ilmio percor-so è stato molto più duro rispetto a quello di chi sta immigrando ades-so. Gli stranieri che arrivano oggi hanno già la strada fatta, mentre noidi prima generazione ce la siamo fatta da soli. Foggia, poi, è molto ac-cogliente. Sono gli stessi immigrati che vanno nel nord Italia a cerca-re lavoro a riferirci, al loro ritorno, di non aver trovato una città così ac-cogliente come Foggia”. Lucia si è così ambientata da escluderel’eventualità di un ritorno in Romania. “Dopo aver trascorso quasi me-tà della mia vita qui è difficile per me pensare ad un ritorno in patria.Le mie radici restano però nella mia terra d’origine”.

Giovani donne punto di riferimento per l’orientamento degli stranieri

In una Foggia multietnica la chiave di svolta è nell’intercultura

Angeli della mediazioneUn tempo, quando, clandestine o con un permesso studio, sono arrivate in Italia, la “me-

diazione interculturale” non era nulla di più che una voce del dizionario di lingua italiana.Oggi, sono loro stesse, giovani donne ormai stabilizzate sulterritorio, a dar corpo a quella voce e a rappresentare, per iconnazionali che continuano a varcare il confine, un validopunto di riferimento e orientamento.

Lucia Visan, Olena Hordionok, Ana Shahini sono tre del-le mediatrici interculturali che partecipano ad un progetto del-la ASL di Foggia finalizzato all’accoglienza, all’accompagna-mento e al disbrigo delle pratiche di ordine amministrativo esanitario dei cittadini stranieri che hanno difficoltà a rapportarsicon il servizio sanitario anche a causa della lingua e della nonconoscenza delle strutture sanitarie.

Un discorso valido soprattutto per gli irregolari, sia europei che extracomunitari. Il com-pito delle mediatrici è di accogliere gli stranieri e di orientarli a utilizzare nella maniera più ap-

propriata i servizi sanitari. Accanto a questo progetto, che prevede l’implementazione del-

la rete dei servizi rivolti ai cittadini stranieri irregolari, nella ASL è at-tivo un secondo progetto sulla prevenzione materno-infantile concinque mediatrici impegnate in alcuni consultori della provincia do-ve si orientano in modo particolare le donne all’utilizzo dei serviziconsultoriali per le problematiche specifiche femminili, per le inter-ruzioni di gravidanza, per l’educazione alla contraccezione.

Mediatrici al lavoro, ma anche donne, ognuna con la propria sto-ria fatta di viaggi, abbandoni e prospettive future, ma sempre con unosguardo rivolto indietro, verso le proprie radici.

Dall’Ucraina

Lucia Visan

Olena Hordionok, è una donna ucraina di 42anni. Vive a Foggia dal 2001, dopo una breve pa-rentesi in Calabria. “Ho lasciato il mio Paese nonper necessità ma per curiosità, per conoscere il mon-do. Mi dicevo, vado, vedo come va e poi torno, invecesono rimasta per 10 anni”. In Ucraina Olena ha la-sciato la madre che torna a trovare una volta all’an-no. “Il distacco è stato duro, ma l’ho vissuto moltoprima, già dall’età di 17 anni quando, per frequen-tare l’Università, ho lasciato la mia città e mi sonotrasferita a diversi chilometri di distanza. Già allo-ra tornavo a casa solo due volte l’anno”. Spirito in-dipendente e avventuroso, sin dall’inizio Olena, ri-posta nel cassetto la laurea in Farmacia, ha accettatodi svolgere i lavori più umili, dalla badante all’as-sistente agli anziani, sino alla cameriera in bar e piz-zeria. “La mia laurea qui non è riconosciuta, ma fa-re la badante non è stato degradante per me proprioperché ho vissuto tutto come un’avventura, anche seho subito delle umiliazioni. Solo in un secondo mo-mento ho iniziato a frequentare corsi di formazione come mediatrice inter-culturale e ho deciso che quella sarebbe stata la mia strada”.

Olena si considera una pioniera rispetto ai connazionali che attualmen-te arrivano in Italia. “Quando sono arrivata dieci anni fa, non c’era la minimainformazione. Anche l’Italia adesso è più pronta a ricevere gli immigrati. Pri-ma ci consideravano solo come badanti o colf, adesso anche gli italiani sonopiù aperti nei nostri confronti quindi, per chi arriva ora, è tutto più semplice.Adesso, avendo un titolo come mediatore culturale, sono felice di aiutare glialtri a realizzarsi in qualche modo”. Oggi Olena vive da sola. “Per adesso èquesta la mia casa, qui ho i miei progetti che cercherò di realizzare, ma nel-la vita nulla è mai detto”.

Dall’AlbaniaOlena Hordionok

Niente legami, in viaggio per avventura

Lucia Visan in Italia per realizzare il suo sogno d’amore

Ana Shahini: dalla laurea in Scienze Religiose a mediatrice multilingue

Dalla Romania

Sa sinistra: Olena Hordionok e Ana Shahini

Lucia Visan

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6 m a g g i oduemilaundici inchiesta

Coste aperte ai migranti e spazio agli italiani di seconda generazione.

Le frontiere dell’immigrazione cambiano.Molti arrivano per i lavori agricoli sta-

gionali, altri con la speranza di trovare un’oc-cupazione stabile. All’inizio erano i vu cum-prà africani, poi gli albanesi durante la guerrain Kosovo. L’ingresso nella Comunità Euro-pea dei Paesi dell’ex Unione Sovietica ha in-vece accelerato l’arrivo di polacchi, ucrainie romeni. Fino ad oggi, con i conflitti nel nordAfrica che spingono le popolazioni magrebi-ne e libiche a imbarcarsi alla volta dell’Italia.Non vanno dimenticati, poi, i numerosissimicinesi, ormai stabili sul territorio. Terra pro-messa o solo corsia di passaggio, il volto del-la nazione sta cambiando notevolmente. E lareazione dei cittadini italiani oscilla tra l’ac-coglienza e una diffidenza malcelata.

A Foggia e in provincia, la presenza de-gli immigrati è in costante aumento: l’Istat ri-leva che, nel 2007, sono giunti regolarmente9.860 stranieri: 4935 uomini e 4925 donne.Già nel 2008 il numero delle presenze è sali-to a 14.004 (6777 uomini e 7272 donne) con unaumento del 29,82%. Nel 2009, i cittadinistranieri regolarmente presenti in provinciadi Foggia sono stati 19.524.

Gli immigrati in Provincia di Foggia rap-presentano il 2,9% della popolazione resi-dente, i dati più alti registrati in Puglia, dovel’incidenza media é del 2,1%. L’immigrazio-ne in Capitanata é un fenomeno che coin-

volge oramai tutti i comuni della Provincia,dove Foggia costituisce il polo di maggioreattrazione con 3.857 cittadini stranieri rego-larmente presenti, di cui 1.800 maschi e 2057femmine. A questi occorrerà aggiungere lecentinaia di richiedenti asilo (che si avvicen-dano presso il C.A.R.A. di Borgo Mezzano-ne) e un migliaio di irregolari, dato destina-to ad aumentare durante le attività stagionalinelle campagne.

Nel 2009 il numero delle donne ha supe-rato quello degli uomini, segnando una in-versione di marcia. Confermando il dato na-zionale, la comunità più numerosa é quelladei rumeni che costituiscono il 22,37 % de-gli immigrati regolari, seguono gli albanesicon il 13,99%, i marocchini con il 7,52%, i po-lacchi (7,02%), gli ucraini (6,50%), gli asia-tici, soprattutto cinesi, con il 4,86%.

In risposta alle continue ondate di mi-granti sono sorte numerose associazioni divolontariato tra cui il Centro Interculturale“Baobab-sotto la stessa ombra”, nato sei an-ni fa con lo scopo di favorire percorsi e processidi integrazione sul territorio. “Baobab, ge-stito dalla cooperativa Sociale “Arcobaleno –spiega Domenico la Marca, responsabile delCentro Interculturale - rappresenta una svol-ta importante per la nostra città e il territorioin una concezione delle politiche locali di im-

migrazione, non più arenata sulla prima ac-coglienza, emergenza sempre presente, matendente a favorire la partecipazione e il pro-tagonismo dei cittadini stranieri”.

I dati non ci parlano solamente di una cit-tà che ha cambiato volto, ma anche di cittadiniche, lavorando soprattutto in agricoltura, neiservizi alla persona e nel commercio, in que-sti anni sono stati raggiunti dai loro familia-ri, che hanno figli che frequentano le scuolefoggiane e che, con molta probabilità, non

torneranno più in patria.“ Accanto allo sportello informativo che

ogni anno segue più di 500 cittadini stranie-ri nelle pratiche relative alla regolarizzazio-ne, il centro organizza diversi momenti dicondivisione di scambio culturale dove, adincontrarsi, non sono le culture, ma le perso-ne. Chi si rivolge al Centro lo fa per avere in-formazioni sul rinnovo o richiesta del per-messo di soggiorno, per i ricongiungimentifamiliari, per avere informazioni sull’assi-stenza sanitaria, sull’iscrizione a scuola deifigli o per denunciare situazioni di sfrutta-mento o di disagio”.

In questi anni il centro ha incrociatosguardi e storie, molte delle quali di illusionifrantumate, di guadagni facili mai ottenuti,di caporalati e di sfruttamenti, condizioni divita disumane. Grazie alla collaborazione diEnti, Istituzioni e organizzazioni del privatosociale, molte di queste istanze hanno trova-to risposta da Questura, ASL, organizzazio-ni sindacali.

“Non abbiamo una storia in particolareda ricordare, ma grazie alla storia di ognuno‘sotto la stessa ombra’ al Baobab, ci siamoraccontati, abbiamo assaporato gusti e pro-fumi del mondo intero, abbiamo ballato dan-ze del mondo e sicuramente non ci siamo sen-titi soli”. Anna Russo

Avvocato

La normativa vigente inmateria di immigrazione nelnostro Paese è la c.d. leggeBossi-Fini (L. 30 Luglio 2002n.189), che modificò in ma-niera decisamente restrittivail decreto legislativo del40/98, già definita legge Tur-co-Napolitano.

Attualmente per entrarenel nostro Paese e soggior-narvi per un periodo più lun-go di tre mesi è necessario ot-tenere e possedere il permesso disoggiorno ed un contratto di lavoro.Il permesso di soggiorno ad un irre-golare viene concesso solo allo stra-niero che ha già un contratto di lavo-ro.

Il permesso durerà due anni; senel frattempo lo straniero ha perso il la-voro dovrà tornare in patria, altrimentidiverrà irregolare. Solo dopo 6 annil’immigrato può richiedere la Carta diSoggiorno per la permanenza rego-lare definitiva.

La Bossi - Fini prevedeva l’”ac-compagnamento alle frontiere” (erimpatrio) per gli irregolari (ovverocoloro senza permesso di soggiornoma con documento di identità) e lapermanenza fino a 60 giorni nei Cen-tri di Permanenza Temporanea per iclandestini (senza permesso di sog-giorno e senza documento di identi-tà). A seguito dell’entrata in vigoredella legge 24 luglio 2008 n.125 (c.d.Pacchetto Sicurezza), la legge Bos-si-Fini è stata integrata con l’introdu-

zione del reato di “in-gresso e soggiorno irre-golare”, configurabilequando non sussistono isu menzionati presuppo-sti di ingresso regolare,che prevede la commina-toria di una multa da5.000 a 10.000 euro ed ilrimpatrio immediato sen-za il nulla osta dell’auto-rità competente; inoltre,il menzionato “pacchet-

to sicurezza” prevedeva anche la pe-na della reclusione per il reato in pre-dicato.

La Corte di Giustizia UE sez.I, consentenza 28-04-2011 n° C-61/11 si èpronunciata negativamente circaquest’ultima previsione: difatti, inquella sede è stato stigmatizzato che‘’una sanzione penale quale quellaprevista dalla legislazione italianapuò compromettere la realizzazionedell’obiettivo di instaurare una poli-tica efficace di allontanamento e dirimpatrio nel rispetto dei diritti fon-damentali’’. Gli argomenti adottatidall’autorevole Consesso europeohanno premiato soprattutto chi dasempre crede nel rispetto della per-sona come momento imprescindibiledi qualsiasi disciplina del vivere so-ciale e che aborre il ricorso ad inter-venti sommari e privi di specifica re-golamentazione, suscettibili diconsentire gravi violazioni dei dirittiumani.

Avv. Antonietta Colasanto

Quattro anni fa è partito il progetto piùsperimentale della Regione Puglia, cioèl’apertura degli ambulatori per gli immi-grati irregolari. Dieci dipendenti della ASLdi Foggia, partendo dalla considerazioneche gli immigrati che giungevano in Ca-pitanata per i lavori stagionali erano il qua-druplo rispetto alle quote di ingresso sta-bilite dal governo, decisero di fondare ungruppo di lavoro per la tutela dei migran-ti irregolari, di quelli cioè che non arriva-vano attraverso i canali legali e che, di con-seguenza, non avevano alcuna tutelasanitaria. Di loro si occupava l’associazio-ne Medici Senza Frontiere. “Abbiamo co-sì proposto di aprire – spiega Ennio Gua-dagno, dirigente sociologo dell’AziendaSanitaria Locale di Foggia - venti ambula-tori in tutta la provincia nei comuni inte-ressati dalle varie tipologie di lavoro sta-gionale, con personale selezionato perl’accoglienza”. La veloce attività di pro-mozione degli ambulatori STP (StranieriTemporaneamente Presenti), comune-mente definiti per “migranti”, attraversola distribuzione di depliand informativi indodici lingue, ha fatto registrare negli ulti-mi due anni, quasi 15 mila visite. “Nono-stante l’ambulatorio di Foggia sia dislocatoin una zona decentrata, via Spalato – chia-risce Stefania Di Gennaro, dirigente medi-co– è molto frequentato. Oggi funziona co-me un ambulatorio di medicina generale,aperto tutti i giorni, tre ore la mattina e tre nelpomeriggio e rimane chiuso solo nei festivie nei sabati e nelle domeniche”. Da quan-do sono attivi gli ambulatori per migranti,l’associazione Medici Senza Frontiere hapotuto lasciare il territorio e rivolgere altro-

ve la propria attività. “Noi, in questo modo– conclude Giuseppe Chiodo, dirigente in-fermieristico - abbiamo assicurato la tutelasanitaria a tutti. E’ bene che si sappia, inol-tre, che a tutti i migranti irregolari il Servi-zio Sanitario offre tutte le prestazioni ospe-daliere con le classiche impegnative rosse.Gli irregolari hanno la certezza di non es-sere denunciati come tali”.

Nel 2010 a fare fare ricorso alle curedell’ambulatorio per migranti di Foggia so-no stati 1.024 extracomunitari, per la mag-gior parte macedoni (Rom), e 1.051 europeinon in regola. Anche la comunità cineseinizia a frequentare l’ambulatorio. Lo scor-so anno hanno ricevuto assistenza 8 cine-si, 2 maschi e 6 femmine, un dato irrisirio aprima vista, ma in realtà importante per-ché segnala l’inizio di un dialogo con la co-munità più refrattaria presente sul territo-rio. La ASL FG ha inoltre appena siglatocon Amnesty International un accordo perassicurare assistenza sanitaria agli stra-nieri che vivono nelle campagne, dove gi-rano mediamente 2.000 persone. a.r.

Permesso di soggiorno e reato di clandestinità

LA NORMATIVA VIGENTE Anche agli irregolari il diritto all’assistenza sanitaria

Ambulatorio per migranti

Domenico La Marca, responsabile Centro Interculturale “Baobab”

I dirigenti della ASL FG. Da sinistra: Ennio Guadagno, Stefania Di Gennaro , Giuseppe Chiodo

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7m a g g i oduemilaundiciinchiesta

Così è scandita l’era presente declinata al futuro

ZONA MENSEFOGGIA, ZONA STAZIONE

I timori dei commercianti

In giro per le strade simbolo della città che cambia. Tra accoglienza e diffidenza, come i foggiani percepiscono il nuovo volto della city

Foggia: terra promessa o corsia di passaggio?

Lì dove gli extracomunitarichiedono denaro... e una mela

Il rosso decreta. Che guerra (dei tergicristalli) sia

L’UOMO NERO DI VIALE DEGLI AVIATORI IL POPOLO DEI SEMAFORI

Viale Michelangelo. Tra un clacson arrab-biato ed uno ululante, è il rosso del semaforoa segnare l’inizio della guerra dei parabrezza.Uno dopo l’altro, gli automobilisti, molti in re-altà, alla vista di spruzzino e lavavetri, dannoil via alla danza impazzita dei tergicristalli,sbraitando no e puntando l’indice minaccioso.Destra, sinistra, destra fino a quando il magre-bino, che con quelle monete racimolate paga ilfitto a fine mese, non va via alzando le mani insegno di resa. Peggio se l’autista acconsente enel bel mezzo del lavaggio del parabrezza scat-ta il rosso. Allora la rabbia delle auto in codaesplode rumorosa.

Al semaforo successivo l’attrezzo lavavetriè sostituito da un sorriso smagliante e da unamano tesa. “Ciao miss!” o “Come va amico?”.Questa volta, è facile capirlo dal volto, si trat-ta di un subsahariano, etiope o eritreo, chechiede denaro per pagare le spese legali e ot-tenere il permesso di soggiorno.

Via Manfredonia, cambio di scena. O me-glio, cambio dei protagonisti. Lo straniero oraha la gonna lunga, è una rom e in braccio haun frugoletto quasi sempre biondo e dagli oc-chi nocciola. La sua è una cantilena al limitedel comprensibile, una litania più legata alle

tradizioni di un popolo che alle esigenze di so-pravvivenza del singolo.

E’ un mondo variegato quello che popola gliincroci cittadini. Da una parte i foggiani, i va-ri Francesco, Giovanna, Enzo, Peppe che rea-giscono, ora stizziti ora inteneriti, di fronte al-le mille richieste giornaliere capaci,raccontano, di spazientire anche i più tolle-ranti. Dall’altra un’intera umanità composita,con il proprio bagaglio di esperienze e con unasola combinazione alla valigia: il codice dellasopravvivenza. Youssef è alla soglia dei qua-ranta, è magrebino e a Foggia ormai vive dacinque anni. La pelle stropicciata scaraventail suo volto in uno spazio temporale indecifra-bile. Moglie e quattro figli vivono in Marocco,ma il loro sogno è di andare in Francia dove unparente ha assicurato loro un lavoro e un tetto.

Amir ha 20 anni, è congolese, vive a Fog-gia da un anno. Il suo sorriso aperto e il suo qua-si perfetto dialetto foggiano regalano buonu-more e gli fanno portare a casa ogni voltaconsensi e qualche spicciolo. Già. Ma qualecasa? “A Foggia viviamo in sei in un piccolopianterreno. Dividiamo le spese così ci rima-ne qualcosa da mandare a casa”. A casa, quel-la vera. Anna Russo

Anche Foggia è diventata ormai unacittà multiculturale, sono diversi infatti icittadini stranieri che hanno scelto la cittàquale fissa dimora, e amministrazioni, as-sociazioni e cittadini hanno dovuto ade-guarsi alla nuova situazione. Centri di ac-coglienza, servizi e attività commercialisono sorti al fine di rendere il loro ‘sog-giorno’ più confortevole possibile. Presso laparrocchia del Convento dell'Immacola-ta, nel 1959, è nata la "Mensa dei PoveriSan Pio da Pietrelcina". La mensa servegiornalmente duecento pasti caldi, è so-stenuta dalla Provincia e dalle opere di ca-rità di fedeli e benefattori. I poveri che usu-fruiscono del servizio sono nella quasitotalità extracomunitari (africani e dell'esteuropeo). Il servizio è garantito da qua-ranta volontari e due cuoche. Nel 2007, invia Orientale, dopo quattro anni di stop, èstato riavviato anche il servizio mensa del-la casa di Santa Maria del Conventino, ge-stito dalla Caritas. Il servizio mensa assi-cura tre pasti al giorno, dal lunedì al sabato,è svolto da circa settanta volontari che ap-partengono a diversi gruppi parrocchiali.All’interno della struttura è presente an-che l’ambulatorio medico, un servizio svol-

to in convenzione con l’Azienda SanitariaLocale che offre gratuitamente prestazio-ni sanitarie e medicinali. Molto spesso pe-rò, proprio nei quartieri che ospitano lemense, si verificano episodi che preoccu-pano i residenti: atti vandalici, risse, situa-zioni moleste e pericolose sono frequentinelle zone limitrofe alle due strutture.Spesso ubriachi vagano per le strade ti-rando fuori dai cassonetti tutto ciò che po-trebbe tornare loro utile e lasciando a ter-ra il resto; bivaccano, dormono e mangianonei giardinetti pubblici e sulle panchine. Icommercianti si dichiarano stanchi e nontutelati, hanno paura, temono continua-mente per se stessi, per le loro famiglie eper la merce che espongono all’esterno deipropri negozi, ma le loro lamentele, le lorodenunce sembra siano rimaste ancora ina-scoltate. Le stesse raccolte di firme nonhanno avuto sino ad ora seguito.

Maria Rosaria De Leonardis

“Questo è un quartiere atipico, in cui si evi-denzia fortissimamente la presenza di cittadini stra-nieri. Arrivano periodicamente, a frotte, soprattut-to dal nord Africa e dai Paesi dell’est Europa. Ormaine conosciamo anche gli orari”. A parlare, con tonoplacido e sereno, è don Giuseppe Bisceglia, parro-co orionino della chiesa di Santa Maria della Croce.

La parrocchia, in viale XXIV Maggio, costitui-sce - forse inconsapevolmente - un osservatorio pri-vilegiato per analizzare da vicino e comprenderequelle dinamiche che regolano i rapporti tra la co-munità locale e le comunità straniere presenti nel-la “Zona Stazione” che, come in ogni città, rappre-senta un crocevia di arrivi e partenze, un’interfacciadi razze, religioni, culture diverse.

Don Giuseppe, in questa parrocchia da 3 anni,certe dinamiche le conosce bene avendo trascorso18 lunghi anni a Messina, dove ha contribuito a fon-dare una casa di accoglienza per donne straniere. Perquesto non ha problemi ad ammettere che “questasituazione provoca nei foggiani una certa appren-sione, e la riscontro soprattutto negli adulti. La gen-te di questo quartiere spesso è diffidente e ha pau-ra. Ci sono momenti della giornata in cui, se èpossibile, evita addirittura di uscire”.

Ad avallare questa generalizzata percezionedi paura, in alcuni casi addirittura di pericolo, i nu-merosi fatti di cronaca che vedono come protagonistiproprio gli stranieri e gli immigrati, siano essi di pas-saggio o in cerca di ventura. Risse, litigi, accoltel-lamenti, infatti, sono frequenti; molti episodi, con-siderati quasi di routine,non balzano nemmeno piùagli “onori” della cronaca locale. “Certo, sono even-ti che non si possono negare, ma nemmeno gene-ralizzare – continua don Giuseppe – perché abbia-mo anche esempi di stranieri lavoratori, chemandano i figli in parrocchia per la catechesi checercano un sincero punto contatto con la comunitàlocale, verso una possibile integrazione”. “Per que-sto – conclude- da circa 2 anni stiamo lavorando al-la costruzione di relazioni solidali e reciproche, chesiano in grado di andare oltre il primo sguardo didiffidenza e giudizio, nei confronti dell’alterità enon solo. Se non abbiamo fiducia in noi stessi, comepossiamo avere fiducia negli atri?”.

Maria Grazia Frisaldi

“TERRA DI TUTTI,TERRA DI NESSUNO”

Si prega di affrettarsi alle casse. Ore 21.L’ipermercato è in chiusura. Ma loro non han-no smontato. Le donne, a passo svelto, difen-dono il loro carrello fino al portabagagli, poi siguardano intorno, circospette, mentre un uo-mo di colore si avvicina e chiede denaro. Nonse ne va. Perché non si allontana nemmenoquando entri in macchina e inserisci la chiusuracentralizzata. Ce ne sono decine nel piazzaleantistante il Centro Commerciale Mongolfie-ra, e si aggirano come zombie anche nel par-cheggio sotterraneo. Sbucano tra le macchi-ne appena togli le chiavi dal quadro. Al buiodell’ora di chiusura il loro turno non è ancorafinito. Le donne sole sono visibilmente le più in-fastidite da quella presenza, e neanche unsemplice “ciao” dell’uomo di colore le tran-quillizza. Angela, 25 anni, ci racconta che unavolta, mentre era in macchina con delle amiche,uno di loro ha tentato di aprire lo sportello. Lachiusura centralizzata ha impedito che potes-se farlo, mentre continuava a insistere bus-sando contro il vetro. Le ha spaventate, tantoda costringere la ragazza alla guida ad unamanovra inconsulta.

Manuela, 35 anni, accanto a lei c’è un uo-mo. “Non mi sento assolutamente al sicuro.Vederli di sera o anche di giorno fa un po’ pau-ra, non si può mai sapere quello che può suc-

cedere, so-p r a t t u t t oquando qual-cuno di loro èubriaco, per-ché capita diincontrarnealcuni chenemmeno si reggono in piedi”. È turbata an-che Cinzia, 49 anni, ma non solo dalla presen-za degli stranieri in quel parcheggio. “Pur-troppo sono un po’ dappertutto, in tutti glialimentari e i centri commerciali, sono diven-tati oramai di casa, e se non mi sento al sicuronon è solo per gli extracomunitari”. Elvira, 58anni, è dalla parte degli stranieri. Lei che conla sporta della spesa va a passo svelto quandoil centro commerciale ha ormai abbassato lesaracinesche. “Sono figli di Dio pure loro, il ti-more c’è sempre, ma non per questo possia-mo cacciarli, o trattarli male, potrebbe essereuno dei nostri figli, o dei nostri fratelli. Il timo-re c’è ma non solo degli extracomunitari,quanto di tutti gli uomini in genere”. Ad Annatre uomini si avvicinano per chiedere una del-le mele che ha nella busta. Prima si spaventa,poi, torna indietro e ne lascia tre. “Sono figlidi Dio pure loro”. Mariangela Mariani

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8 m a g g i oduemilaundici attualità

Il latte materno è il miglior ali-mento per il neonato, fatto su mi-sura per lui, ricco di qualità uniche,speciale anche per il suo valore af-fettivo-psicologico basato sul lega-me che si crea tra la mamma e il suopiccolo. E’ il messaggio dell’ultimacampagna di promozione dell’al-lattamento al seno fortemente vo-luta dal Ministero della Salute e ap-poggiata dal Collegio delleOstetriche di Foggia, in collabora-zione con la Asl FG e l’AziendaOspedaliero-Universitaria “Ospe-dali Riuniti”. Concomitante con laFesta della Mamma, ha visto pro-tagonista anche il Sottosegretariodi Stato alla Salute Eugenia Roc-cella. Nei primi 4/6 mesi di vita ilneonato trova nel latte tutte le so-stanze nutritive di cui ha bisogno

per crescere, una preziosa risorsanaturale, equilibrata e completa.“E’ importante offrirlo al propriobambino – spiega Angiola Savastio,presidente del Collegio delle oste-triche - perché contiene anticorpiche aiutano a proteggerlo sia dalleinfezioni che dalle enteriti; riduceil rischio di allergie, favorisce lo svi-luppo neurologico e visivo; è il soloalimento ad essere perfettamentetollerato ed altamente digeribile, èsempre pronto, alla temperaturaideale, comodissimo per la mam-ma. L’allattamento al seno è unicoe speciale, poiché offre vantaggi siaper il bambino che per la mamma”.

Il latte materno, infatti, contri-buisce ad una migliore conforma-zione della bocca, protegge controle infezioni respiratorie, l’asma, le

otiti e riduce il rischio di diabete.Inoltre, aiuta la mamma a per-

dere il peso accumulato durante lagravidanza; riduce il rischio di svi-luppare osteoporosi, previene al-cune forme di tumore al seno e al-l’ovaio; è gratuito ed è pratico.

“Allattare al seno è, prima ditutto, un naturale gesto d’amore –continuano le organizzatrici - checontribuisce a mantenere il legamestraordinario e strettissimo di sim-biosi tra mamma e bambino stabilitodurante la gravidanza. Ha un gran-de significato affettivo per il picco-lo che vi ritrova il senso di sicurez-za, protezione, calore e dolcezza.E’ un momento ricco di emozioni,di condivisione e gratificazione daparte di entrambi: guardare il pro-prio bambino negli occhi mentre siattacca al seno è un momento spe-ciale ed unico che viene accompa-gnato dal calore e dal suono delbattito del cuore della mamma”.

Una cultura attenta alla mater-nità in tutti i suoi aspetti è fonda-mentale, soprattutto in considera-zione degli allarmanti dati Istatsulle “Condizioni di salute e ricor-so ai servizi sanitari” del 2006: nel-le zone del Sud Italia, soprattutto,il tasso di allattamento esclusivo alseno è risultato essere davvero mol-to basso. La giornata sull’allatta-

mento naturale ha dato così occa-sione di incontro e confronto moltoimportante per le neo mamme chesono alle prese con questo tipo dinuove esperienze di vita abbastan-za impegnative.

Per questo la Asl, gli ospedali, imedici, le ostetriche e tutto il per-sonale competente dei ConsultoriFamiliari, si impegnano quotidia-namente per promuovere l’allatta-mento naturale e soprattutto soste-nere psicologicamente tutte ledonne che a volte possono sentirsisole e inadeguate al mestiere dimamma. Nella cultura contempo-ranea a volte può capitare che unaneo mamma si trovi persa di fronte

a un’organizzazione di tempi e spa-zi della modernità poco favorevoli einclini ai tempi e alla spontaneitàdi quelli di un neonato. Contro lamancanza di sostegno delle mam-me, la famiglia e le strutture diven-tano i punti cardine di riferimento.

PER INFORMAZIONI:Asl Foggia-Attività consul-

toriale: Piazza della Libertà,1.Consultori Familiari e am-

bulatoriali per Corsi di Prepa-razione al parto e alla nascita esupporto all’allattamento: viaVolta, 1; via Grecia, 6; via dellaRepubblica.

Irma Mecca

L'allattamento al seno come gesto d'amore: il latte materno è il nutrimento più prezioso e naturale

Il Ministero della Salute promuove la campagna di comunicazione 2011

Il latte della mamma non si scorda mai

Al giorno d’oggi vige unagrande confusione riguardol’orientamento sessuale, qua-si una cattiva educazione fino auna sorta di ipocrisia che vuo-le stereotipare ed incasellarela sessualità in spazi predefi-niti. La sessualità umana è in-vece ricca di sfumature. Gian-franco Meneo, giovanefoggiano, insegnante nellescuole secondarie di II grado,autore di “Transgender. Le sessua-lità disobbedienti”(editrice Palomar, Ba-ri), analizza il fenomeno del transgederismosenza pregiudizi o influenze di natura politicao religiosa. Protagonista della trattazione, il cor-po, contenitore di materia e di anima, oggettodel perverso intreccio tra politica e sessualità.

Quando e come è nata l’idea di questolibro?

L’idea nasce durante il percorso di studiche mi ha condotto a conseguire una secondalaurea. In quel periodo sono stato letteralmentestregato dalle tematiche attinenti le differenzedi genere e ho cercato di tradurle in sapere,emozione, partecipazione. Ecco come questolibro vede la luce. In esso si respira l’istanza dimovimento liberatorio che i corpi, contenitoridi materia e anima, propongono quotidiana-mente nel loro proporsi diversi.

Qual è la differenza tra trans e tran-sgender?

Transgender è chi vive come se apparte-

nesse a un altro genere, una sorta di identitàibrida che prende forma indipen-dentemente dal fatto di sottoporsi omeno a trattamenti ormonali o adoperazioni per una nuova assegna-zione del sesso. Di fatto, nella linguaparlata, con transgender sono ricom-prese, in via generale, tutte le varie si-tuazioni.

Il diverso perché scandalizza?Non è il diverso che scandalizza ma

il nostro piccolo, limitato cervello che,incanalato nella logica binaria eteroses-

sista, non accetta tutto ciò che sfugge a unalogica precostituita. Intendiamoci: perché sia-mo morbosamente interessati a sapere con chiha rapporti sessuali il gay, la lesbica o il tran-sgender? Non mi risulta che nel quotidianochiediamo, a chi riteniamo eterosessuale, diconoscere chi frequenta.

Il prossimo progetto? In senso ampio, il mio progetto è quello di

essere un attivista dell’azione laica che devesmuovere il nostro Paese dall’irrigidimento re-ligioso che si traduce, poi, in ricatto politico e cheimpedisce di rendere operative le unioni civi-li, punto imprescindibile per un reale ricono-scimento culturale oltre che di retribuzioneeconomica. Sono un fautore del rumore, delladisobbedienza, dell’alzare la voce per con-sentire di giungere a donarla a chi sembraaverne meno e sia confinato nel limbo dei so-spiri. E la posta in palio è la vita.

Elisabetta Ciavarella

RISCOPRIRE UNA DIVERSASESSUALITÀ

ostacoli e pregiudizi dei nostri tempi

Gianfranco Meneo: “Transgender. Le sessualità disobbedienti” FOGGIA, UN NOME, UNA STRADA...

La piazza intitolata a Francesco DeSanctis (1817 – 1883), scrittore dei più gran-di del secolo XIX, si trova tra Piazza Cardi-nale Pericle Felici e Via Arpi, annessa alLargo della Cattedrale; in precedenza de-nominata Largo Vescovado e, ancor prima,Largo dell’Annunciata. L’amministrazio-ne comunale nel 1917, centenario della na-scita, nell’atrio del convento di San Gaeta-no, sede della Regia Scuola Femminile,oggi Liceo Musicale Umberto Giordano, haonorato la sua figura con una lapide. Nelpredetto convento il De Sanctis, Ministrodella Pubblica Istruzione, l’11 maggio 1880ha tenuto uno storico discorso, nel quale sirivela uomo politico di alto livello, benchéla fondamentale matrice dei suoi interessifosse letteraria. Nativo di Morra Irpina, anove anni si reca a Napoli presso lo zio Car-lo, che lo avvia agli studi classici. Nella cit-tà partenopea è discepolo di Basilio Puoti,fervido seguace del purismo, che lo impe-gna negli studi di grammatica e di retori-ca. Ottiene un posto d’insegnante nel col-legio della Nunziatella, sino al 1848, annoin cui prenderà parte all’insurrezione. Nel1850 è arrestato in Calabria e portato pri-gioniero nel Castel dell’Ovo sino al 1853.Si trasferisce a Torino, “santo asilo e tempiodi libertà, d’onore e di misericordia”, ovescrive i primi saggi. Chiamato a reggere ildicastero dell’Istruzione da Cavour nel pri-mo ministero nazionale, lo dirige per dueanni (1860-!862). S’interessa attivamentedi politica e propugna la costituzione di unpartito progressista in opposizione a quel-lo conservatore e pubblica i Saggi critici(1866): l’opera più significativa dell’800,che sente l’effetto dell’influsso dello spiri-

to romantico e patriotticodell’epoca. Inoltre, la Sto-ria della Letteratura ita-liana (1868-1871) che ri-mane alla base dellafutura storiografia lette-raria, tesoro d’idee da cuimolti attingeranno e si

presenta, dirà il Sansone, come “un veroesame di coscienza della nazione italianaall’alba della sua unificazione, ed è insie-me un monito ad approfondire l’avviataunità della vita e dell’arte, per la salvezzastessa della nazione e della poesia”. In en-trambe le opere balza evidente il gusto del-l’indagine e della ricostruzione dialettica, lospirito di educatore, maestro di moralità e divita, uomo di fede. I nuovi saggi critici ri-salgono al 1872. Presso l’Università di Na-poli tiene le Lezioni sulla letteratura del se-colo XIX, raccolte dal suo discepoloFrancesco Torraca. Dopo la caduta dellaDestra (1876) ricopre per due volte l’incaricodi Ministro della Pubblica Istruzione (1878,1879-1882) con lungimiranza e modernità.Negli ultimi anni si dedica alla preparazio-ne del Saggio sul Leopardi e detta le suememorie, che saranno pubblicate postumecol titolo La giovinezza di Francesco DeSanctis. Rina Di Giorgio Cavaliere

Chi era Francesco De Sanctis

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9m a g g i oduemilaundiciattualità 9

Dal regista foggiano Lucio Dell’Accio tre ore di riprese sull’attentato di piazza della Loggia

Dopo sei anni di gestazione sarà presto diffuso nelle sale il film documentario

“Scene di una strage”: in memoria di Luigi PintoL’attesa sembra essere termi-

nata. Sei anni dopo l’inizio dei la-vori, “Scene di una strage” il docu-fiction del regista foggiano LucioDell’Accio, sta per diventare Dvd.Racconta una storia per molti me-no nota, all’interno di una più co-nosciuta ma dai contorni ancoranon chiari. E’ il racconto della mor-te di Luigi Pinto, venticinquennesindacalista foggiano, che perse lavita nell’attentato di Piazza dellaLoggia a Brescia. Il film dura 3 ore:sarà diffuso nelle sale e attraverso icanali televisivi. Accanto alle pre-ziose testimonianze, anche alcuniinediti, come il sonoro della bom-ba, ricevuto da Radio Radicale, i fu-nerali di Brescia e quelli a Foggiadi Luigi Pinto, nel filmato amato-riale girato da Franco Carella e daNico Cirasola.

Le riprese del film sono partitenel 2004 a Milano, poi si sono spo-state a Foggia e a Brescia. A Fog-gia, in particolare, Dell’Accio ha gi-rato con Lorenzo Pinto, il fratello diLuigi, nella casa natale dove i duefratelli abitavano. Fra gli intervi-stati anche il senatore GiovanniPellegrino, ex presidente della“Commissione parlamentare d’in-chiesta sul terrorismo e le stragi”.Nel film c’è anche un contributo diFranca Rame, che recita un brano

di Pasolini; nella colonna sonora,brani di cantautori di quegli anni,come “Primo maggio di festa”,“Piazza bella piazza” di ClaudioLolli e “La tua prima luna”di Claudio Rocchi.

Luigi Pinto era iscritto alsindacato scuola della Cgil.Di famiglia proletaria, ave-va lasciato la città d originesubito dopo il diploma: fuoperaio in uno zuccherificio,minatore in Sardegna, finoai primi incarichi di inse-gnamento delle Applicazio-ni tecniche nella scuola me-dia che lo portarono aRovigo, poi a Ostiglia, infine

a Siviano di Montisola, in provinciadi Brescia. Nel settembre del 1973aveva sposato Ada, una compagnadella scuola, anche lei militante co-munista. Il 28 maggio 1974 LuigiPinto è in piazza a Brescia assiemead altre migliaia di persone per unamanifestazione antifascista.

Quella mattina, lentamente siformano i concentramenti in piaz-zale Repubblica, porta Trento epiazza Garibaldi, luoghi dai qualimuoverà il corteo antifascista perconfluire in piazza della Loggia.Nei giorni precedenti sono perve-nuti alle redazioni di due quotidia-ni locali messaggi anonimi in cui siminacciano stragi imminenti. I gior-nali, d’accordo con la questura e ilprefetto, non pubblicano la notizia

per non creare allarmismi. Non tut-ti i lavoratori hanno ancora rag-giunto piazza della Loggia quando

prende la parola il primodegli oratori previsti dalprogramma, a nome del-

la federazione uni-taria dei metal-meccanici.

Alle 10.12 inpunto un’esplosio-ne devasta una colonna delloggione, sotto il quale si era-no rifugiati centinaia di lavo-ratori per ripararsi dalla piog-gia battente. La bomba, concirca un chilo di tritolo, scop-pia in un cestino dei rifiuti. Suquella colonna si era appog-giato Luigi Pinto. Morirà ilprimo giugno, a causa delle

ferite riportate, la schiena dilaniatadalle schegge di marmo.

Sul selciato restano i corpi mar-toriati dallo scoppio, otto vitti-me in tutto; nonostante il pa-nico e la paura di un’altraimminente esplosione, sonoproprio i lavoratori i primi aprestare soccorso ai feriti, acreare un cordone sul luogodell’esplosione. Le vittimevengono coperte con le ban-diere rosse e gli striscioni.

Una vita spezzata a 25 an-

ni. Ma Luigi Pinto è vissuto nellamemoria dei suoi cari e dei suoi sco-lari: saranno loro, negli anni suc-cessivi, a ricordare la sua straordi-naria capacità pedagogica, lanaturale inclinazione a operare trai più giovani, a stimolarli con la fe-licità dell’invenzione. Al giovanesindacalista la città di Foggia ha de-dicato una strada.

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10 m a g g i oduemilaundici benessere

Nemica da sempre dell’esteticafemminile, la cellulite richiede im-pegno. Le donne sono costante-mente alla ricerca di prodotti sem-pre più efficaci, ma soprattuttopratici. È la costanza nell’applica-zione a garantire risultati in tempirapidi: se un prodotto è di facile uti-lizzo, si inserisce senza probleminella cura quotidiana del corpo.

Ma il “prodotto o trattamentodel cuore” è soprattutto quello checorrisponde alla personalità di chilo utilizza. Chi apprezza la gestuali-tà del massaggio può affidarsi allaprofessionalità della propria esteti-sta e scegliere tra creme e gel, chevengono assorbite rapidamente,consentendo di indossare subito col-lant o pantaloni. Ancora più veloceè l’applicazione dei prodotti spraye, per chi ha i minuti contati, quelladei cerotti o patch, da posizionaresulle zone dove si concentrano gliinestetismi. E per chi può dedicarealla cura del corpo solo il tempo diuna doccia, ci sono anche prodottiche si usano direttamente sotto ilgetto dell’acqua e che contengonoanche sostanze esfolianti per favorirel’assorbimento dei principi attivi.

Forse pensiamo di sapere giàtutto sulla cellulite, ma è utile riba-dire che la sua formazione è dovutaa numerosi fattori, spesso combina-ti tra loro.

Il fattore più importante è quel-lo ormonale: gli estrogeni, ormonifemminili, possono favorire l’insor-

genza della cellulite a causa della lo-ro influenza negativa sul microcir-colo. Esiste poi una predisposizioneereditaria, per esempio una partico-lare sensibilità all’azione degli estro-geni o una concentrazione dell’adi-pe nella parte inferiore del corpo.

CAMBIARE ABITUDINIAltri fattori possono aggravare

il problema circolatorio e quindi lacorretta ossigenazione delle cellu-le. Anche se costa qualche sacrifi-cio, modificare lo stile di vita è una

carta vincente e dipende solo da noi.E allora via con alcune regole fon-damentali: evitare l’abuso di fumo,alcool o caffè, così come le cattiveabitudini alimentari, che favorisco-no il sovrappeso e influiscono nega-tivamente sulla circolazione. Anchestress, mancanza di sonno e affati-camento psichico e fisico andreb-bero evitati, perché possono influiresull’equilibrio ormonale.

Possono ostacolare la circola-zione anche biancheria intima e ve-

stiti stretti, soprattuttoall’altezza del bacino,oppure calzature trop-po alte o troppo basse,ma anche strette in pun-ta. Certo non si può chiede-re a una donna di rinuncia-re ai jeans aderenti, ma alternarlicon capi meno costrittivi è possibi-le. Si possono tenere anche quellescarpe bellissime con punta e taccoimpegnativi, ma usandole solo peruna serata speciale. E se il lavoro co-

stringe ad assumere posizioni “sba-gliate”, muoversi il più possibile econcedersi delle pause farà bene al-le articolazioni, ai muscoli, alla cir-colazione e, dunque, ostacolerà lacellulite. Angela Dalicco

Il più diffuso problema estetico femminile: tutte alla ricerca del prodotto “perfetto”

Le alghe marine: virtù e proprietà

Senza buccia (d’arancia)CELLULITE, INCUBO DI OGNI DONNA

Le alghe sono semplici organismi vegetali di origine antichissima: neesistono di diversi tipi, suddivisi in oltre 25 mila specie. Possono essere di co-lorazione diversa (verde, giallo, rosso, blu, bruno), come diversificato è an-che il loro habitat. Alcune specie vivono fissate agli scogli, altre ai fondalirocciosi, altre galleggiano libere a diverse profondità. Confrontate con lepiante eduli terrestri, le alghe, pur con notevoli differenze tra i diversi grup-pi sistematici, appaiono sensibilmente più ricche di proteine, carboidrati e so-prattutto sali minerali e oligoelementi, in particolare iodio, ferro e calcio. No-tevole è anche il patrimonio vitaminico: oltre al discreto contenuto di vitaminaB1, B2 e C, le alghe costituiscono una preziosa fonte della rarissima B12 pres-soché assente nei vegetali di terra ferma. Sono, quindi, uno degli alimentipiù completi: esse infatti curano e prevengono molte malattie e disturbi co-me la demineralizzazione, le anemie, i reumatismi; contrastano invecchia-mento, allergie, eruzioni cutanee e problemi della pelle in generale; com-battono il colesterolo cattivo, rafforzano il sistema immunitario.

Oltre all’impiego alimentare, molte specie di alghe vengono utilizzate co-me principale ingrediente di preparati cosmetici per la cura, la bellezza ed ilbenessere della persona, in particolare per combattere la cellulite e gli ine-stetismi della pelle. La presenza di alte concentrazioni minerali attiva un azio-ne di regolazione elettrolitica, definita “magnetica” per l attrazione che sidetermina sui fluidi in eccesso presenti nei tessuti, con effetto di deconge-stionamento cellulare. Proprio grazie a questo meccanismo sono possibilisia l azione drenante ed anticellulite che l azione seboregolatrice. Ecco per-ché le alghe vengono impiegate in una lunga serie di cosmetici anti-celluli-te ed anti-smagliature in grado di tonificare, levigare ed idratare i tessuti e re-galare al corpo un equilibrio idrolipidico ritardandone l’invecchiamento. Incommercio esistono molti tipi di prodotti: dai fanghi d’alga al fangocrema, dalburro corpo alla crema dermotermica fino allo scruba; perché si possano ot-tenere dei buoni risultati è fondamentale il loro costante utilizzo e la consu-lenza di personale esperto.

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Sottolineate da un rosso vibrante, impre-ziosite da un luccichio a specchio, le labbra sonospesso protagoniste nel gioco della seduzione. Sus-surri e baci appassionati vorrebbero però una morbi-dezza assoluta. Che non sempre è facile possedere: la de-licatissima mucosa labiale, sottile, priva di sebo e poveradi difese, perde con facilità idratazione, elasticità e com-pattezza. Il freddo, il sole, il vento e gli sbalzi di temperatura la seccano, lascrepolano, a volte la segnano con dolorosi taglietti. L’uso quotidiano di un prodottodi trattamento, in crema o stick, può arginare efficacemente il problema: agenti idra-tanti, nutrienti, rigeneranti e protettivi donano infatti labbra elastiche e morbidissime, pron-te per il rossetto, strumento seduttivo che invita al bacio e sottolinea la femminilità.

COLORE E MORBIDEZZAMa come si fa a colorare le labbra senza seccarle? Cere, oli, sostanze emollienti e pig-

menti sono gli ingredienti base dei rouge. Con variazioni sul tema, frutto delle più avanzatetecnologie applicate alla cosmetica: grassi e cere di ultima generazione, capaci di formare unfilm sottile che aderisce alle labbra come una seconda pelle fissando il rossetto, pigmenti “im-pacchettati” in sfere di silicone che scivolano sulle labbra per dare un colore naturale e uni-forme, agenti illuminanti lucidati come i metalli per offrire una brillantezza a specchio. Ma, secambiano le formule del rossetto, immutate restano le regole per il suo miglior utilizzo.

I SEGRETI DEL ROUGESi parte dalla scelta del colore: le tonalità naturali stanno bene a tutte, mentre quelle vi-

vaci, specie il rosso fiamma, richiedono un trucco del viso molto curato, uniformato da un ve-lo di cipria, e attenzione nella scelta della sfumatura, che deve essere in armonia con la car-nagione. Il contorno delle labbra va disegnato con la matita, nello stesso tono del rossetto,mentre il pennellino piatto, usato partendo dagli angoli verso il centro delle labbra, garanti-sce un’applicazione a prova di sbavature. a.d.

Le labbra sono la parte del viso dove maggiormente si concentra l’attenzione di chi guarda.

Creme e rouge, i segreti per prendersene cura

11m a g g i oduemilaundicibellezza

“La bocca della signorasi aperse ad un sorriso,

che sembro’ misteriosopoichè la lucentezza

del velo nascondevail resto del volto”

Gabriele D’Annunzio, Il Piacere

Giochi di seduzioneFreddo, sole e vento possono seccarle e screporarle

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DI ANGELA DALICCO

È il copione millenario delle favole che, at-traverso la password dei “C’era una volta”,permette ai bambini di accedere alla dimen-sione senza tempo e senza spazio della fanta-sia e di inventare un mondo più soddisfacentedi quello che spesso s’incontra nella realtà. Lefiabe sono nate migliaia di anni fa proprio perquesto, per essere raccontate ai piccini (ma an-che ai grandi), che le ascoltavano in gruppointorno al fuoco, guardando le ombre proiet-tate sui muri, stretti da una complicità intessu-ta di paure e di emozioni da affrontare insie-me. Per dare un volto agli ostacoli dell’ignotoquotidiano, trovare la via per superarli, sentir-si eroi invincibili ogni volta che un “cattivo”veniva abbattuto.

Suggestioni di cui non ci si rende conto allivello di coscienza ma che incidono sul mon-do interiore. I bambini, soprattutto fino a cinque,sei anni, hanno bisogno di avvicinarsi alle fa-vole: hanno bisogno di toccare i libri, sfogliar-li, rendersi conto con le loro mani come sonofatti, scoprire che ogni copia ha immagini dif-ferenti e ben diverse da quelle che passano ilcinema e la Tv. Le parole invece permettono

all’immaginazione di spaziare, riempiendo-la di significati a seconda di come viene usata.Così durante l’ascolto ogni bambino, guidatosolo dalla sua fantasia, può attribuire ai perso-

naggi caratteristiche del tutto personali. E c’èun altro aspetto determinante: attraverso il rac-conto o la lettura, è la voce della mamma a fa-re da tramite dal mondo della realtà a quellodella fantasia. Un messaggio inequivocabi-le di amore, come se gli dicesse sono qui vici-no per proteggerti e rassicurarti. E senza dub-bio per un bimbo nessuna voce è più magica diquella della mamma.

FELICI E CONTENTIMa è meglio leggere o raccontare una sto-

ria? Quelle classiche della tradizione, comeCenerentola, Biancaneve, è meglio che ven-gano raccontate, a meno che non si ricorra aun libro con disegni molto curati, che svolgauna duplice funzione: illustrare la fiaba ed edu-

care il bambino all’arte e al senso estetico. In uncaso come nell’altro, però, occorre non spie-gare nulla e non dare interpretazioni personaliperché fino a cinque o sei anni il bambino nondispone di un pensiero logico.

È importante inoltre mantenere intatta latrama originale della storia senza improvvisa-re i finali, senza cambiare i ruoli dei personag-gi: a quest’età gli orchi e i lupi devono restarecattivi ed essere puniti. Le fiabe possono, anzidevono, essere drammatiche purché finisca-no bene. Nella prima infanzia le storie devo-no essere brevi e avere un inizio e una fine. So-prattutto un lieto fine, che trasmetta al piccoloun messaggio rassicurante: chi è capace di su-perare le prove riceve un premio.

12 m a g g i oduemilaundici spazio bimbi

Favole per sognare. E per vestirsi con stile e personalitàUna collezione di abbigliamento ispirata alle favole che han-

no fatto innamorare milioni di bambine a ogni latitudine in tre-pidante attesa del loro principe, e ai libri di avventura che han-no fatto sognare milioni di maschietti, in grado di emozionareanche e soprattutto i loro genitori, che rivivono attraverso colo-ri sempre diversi gli anni dell’infanzia attraverso i loro figli, i lo-ro sorrisi, i loro gesti. Un’idea semplice, ma geniale al tempo stes-so, attualizzata e resa moderna da tessuti, tagli e stili da pienaprimavera/estate 2011, stagione da vivere pienamente attra-verso un tuffo in un passato indimenticabile, che per le nostrebambine e i nostri fanciulli diventa un presente tutto da vivere eda scoprire. Una stagione all’insegna della fantasia: la fantasiadi parole senza tempo e quella di stilisti in grado di trasmettere

e regalare stile e personalità a corpi e visi ancora da formare. Re-stituendo all’infanzia la sua peculiarità e centralità, con leggerezzae disinvoltura, con vivacità ed eleganza. Una collezione comequella proposta da “Sarabanda”, per esempio, molto à la mode,ma che lascia ampio spazio alla personalizzazione e alla scelta,attraverso l’ulteriore fantasia di proposte da intrecciare e abbi-nare seguendo il proprio gusto, il proprio stile, la propria favola,universale eppure personalissima. Una collezione che può nasceredal nostro mondo interiore, dal desiderio di trasmettere ai nostrifigli i colori e le sensazioni che da nostre diventano loro e che,proprio addosso a loro, acquistano nuove forme, in una sfera cheappartiene adesso soltanto alla magia del loro sorriso e della lo-ro allegria.

Collezioni ispirate alle opere che hanno emozionato e colorato infiniti mondi

Un mondo di fiabePrincipi azzurri, principesse bionde, bambini sperduti nei boschi,

draghi e l’immancabile bacchetta magica che alla fine rimette tutto a posto

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Non servono miracoli per apparire inun’unica volta femminili, sensuali e – so-prattutto – slanciate: indossare i tacchi aspillo è il segreto per assicurarsi quell’allureche rende irresistibili.

Le amanti dello chic ultraflat sappianoche non sapranno resistere, considerandole moltitudini di forme e colori in cui lo sti-letto è stato presentato sulle passerelle del-le nuove collezioni: una tentazione perogni donna che potrà scegliere quello chesi addice maggiormente alla propria per-sonalità. Unica avvertenza: non si scendeal di sotto dei 12 centimetri e si sale anco-ra se si prende in considerazionela presenza strategica del plateau.

Il piacere che si ricava quan-do si osserva la propria figurasvettare, libera da qualsiasi re-mora, non ha prezzo.

Questi i numeri standardmentre la forma si articola in di-verse prospettive: resiste ancora

il modello Chanel, un classico ro-mantico da sfoggiare con talloni cu-rati e morbidi e se le vostre cavigliesottili rientrano tra uno dei vostripunti di forza. Il tronchetto, che ciha tenuto compagnia per tutto l’in-verno, si adegua al sole caldo attra-verso tagli trasversali o materialetraforato, ma vale sempre il consi-glio di tenere in considerazionequanto questo tipo di scarpa esal-ti o mortifichi la vostra gamba. Piùversatile è la scarpa décolleté checonserva la provocazione dellospillo ma si aggancia alla cavigliaattraverso un cinturino bon ton.I sandali poi non si fanno man-care uno stiletto acuminato esolido, in contrasto a cinturini elistini che in alcuni casi pro-pendono per un nude look.Declinati così nella forma, itacchi a spillo, ci lasciano am-pia scelta anche nel materia-le e nel colore: audaci le tin-te fluo in alcuni modellianche combinate in uncontrasto cromatico,volto ad accentuare lostacco tra la scarpa e il tacco, conl’uso di materiali come il camoscioe il suède.

Le tinte si sfumano e per chi hasempre voglia di un tocco più alle-gro non mancano i dettagli in me-

tallo come le mini borchie o il cinturino inpelle. Il plateau si dissocia dal tacco in uninsieme monocromatico con la scarpa,scelta ideale per tutte quelle che non vo-gliono far notare come hanno recuperatoqualche centimetro in più. Per le più alter-native esiste anche la variante della reteche gioca con il contrasto bianco-nero inun rimando in pelle tra la punta galuchat elo stiletto. La vernice accentua tacchi a spil-lo da vertigine in ogni tonalità senza evitarela versione metallizzata, addolcita da unfiocco al di sopra del tacco che richiama si-curamente sguardi indiscreti. Eleganza as-

sicurata con i sandali va-porosi che avvolgono ilpiede con raso e chiffondai colori che vanno dalbianco al corallo, al ci-pria. Da annodare la-sciandosi guidare solodalla fantasia. E infinenon disdegnate uno sti-letto rosso passione o untronchetto open-toe im-preziosito da ricami va-

gamente gotici per chi desidera ai piediqualcosa dal sapore artistico.

Qualsiasi sia il modello prescelto, sap-piate che femminilità, presenza e fal-cata ne beneficeranno senza dub-bio, non a caso Marilyn Monroediceva «Non so chi abbia inventato itacchi, ma tutti gli uomini gli devo-no molto».

Dalila Campanile

13m a r z oduemilaundicimoda

Dal classico Chanel al versatile tronchetto: sela forma cambia, lo stiletto la fa da padrone

Quando la tentazione

è donna

Curiosità Non solo alleati della femminilità ma an-

che del piacere: secondo la ricercatrice MariaCerruto, portare i tacchi a spillo apporterebbeun miglioramento all’orgasmo femminile per-ché questi rilasserebbero i muscoli pelvici che,acquisendo così maggior potere di contrazio-ne, potrebbero procurarci più piacere. Non re-sta che provare.

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DELLA DOTT.SSAMARIA SANTILLO

La rosa è una pianta molto anti-ca conosciuta ed apprezzata dai no-stri lontani progenitori per la sua bel-lezza, per il suo profumo delicato eper le sue proprietà officinali. Ap-partiene alla famiglia botanica del-

le Rosaceae, ha un andamento dicrescita quanto mai vario: cespu-glioso, rampicante, strisciante, sar-mentoso e per questa sua versatili-tà trova largo impiego nella forma-zione di siepi, bordure ed elementisingoli. I suoi rami, rivestiti di spinepiù o meno pronunciate, sostengo-no foglie composte di un bel verde

brillante e sono punteggiati da mor-bidi fiori penta petali o doppi, a se-conda che siano individui di primi-tiva origine o recenti cultivar. La suacoltivazione non presenta particola-ri difficoltà, la buca di impianto,esposta al sole, deve essere bendrenata e profonda per accogliereamorevolmente il pane di radici chesarà poi ricoperto da terreno soffice,arricchito con stallatico maturo edannaffiato regolarmente. La sua cre-scita, stimolata dalla somministra-zione di concime naturale o chimi-co, va guidata e controllata con po-tature di fine inverno-inizio prima-vera: si eliminano i rami vecchi e le-gnosi, quelli deboli e malati, si ac-corciano quelli sani al di sopra di 6gemme ed infine si staccano quellisfioriti per facilitarne una secondaproduzione. Questa pianta ha nemicitenaci, resistenti ed agguerriti: ifunghi e gli insetti. Le micosi più te-mibili sono provocate dall’oidio edalla peronospora. Il primo ricoprele tenere fogliette ed i boccioli conuna miriade di spore bianche simi-li ad un velo (mal bianco), la se-conda forma macchie giallo bruneche partendo da un punto molto pic-colo, si allargano a macchia d’olio suinuovi getti; queste infestazioni con-ducono l’organismo alla morte in

breve tempo. Gli afidi o pidocchi, in-vece, si insediano sulle parti giova-ni e tenere, ne succhiano la linfa dis-seccandole inesorabilmente. La lot-ta contro questi flagelli si articola indue momenti: la prevenzione e lacura vera e propria, per entrambe siirrorano prodotti molto pericolosi siaper l’uomo sia per gli insetti utilicome le api, bisogna quindi adotta-re misure precauzionali indossandomaschere e guanti appropriati espruzzando il prodotto all’imbruni-re in assenza di vento. La rosa nonè impiegata solamente negli arredibotanici, contiene, infatti sostanzemedicamentose con proprietà astrin-genti, base di farmaci contro i di-

sturbi gastroenterici; l’olio essen-ziale, racchiuso in vescicole epiteliali,alimenta l’industria cosmetica per laproduzione di essenze e creme; uti-lizzato, inoltre, per massaggi e aro-materapia, sprigiona sostanze vola-

tili coneffetti ri-lassanti eafrodisiaci.

La storia dellarosa ha origini lonta-nissime, comparve, infatti,sulla terra ferma prima ancora del-l’uomo, poi, a seguito degli scon-volgimenti geologici che si abbatte-rono sul nostro globo, si spostò dicontinente in continente, lasciandotracce del suo passaggio sotto formadi fossili. Approdò anche in Cina e,in questa terra dal clima caldo ed ac-cogliente, si fermò, si moltiplicò ediede vita agli esemplari capostipi-ti. Secondo un’antichissima leggen-da, i discendenti furono portati di na-scosto in occidente da Marco Polo diritorno dal Katai (l’odierna Cina).Quasi sicuramente, quella “trafu-gata”, era la Rosa gallica, di cui par-lano gli antichi testi, la prima cono-sciuta scientificamente ed inseritanell’albero genealogico di questa fa-miglia botanica. Da quel remotoevento, molti secoli sono scivolati viae nel corso di essi gli studi e gli in-croci, sempre più perfetti, hannodato vita alle stupende creature deinostri giorni caratterizzate da ripe-tute fioriture (rose rifiorenti), dalla

presenza di una miriade di petali, acuore, a coppa, ad unghia, a riccio-lo (fiori doppi), dipinti con colori oravivi, ora tenui, ora sfumati. La rosaha influenzato incisivamente la vitaartistica e letteraria per molti seco-li: da essa derivano espressioni par-ticolarmente dolci come “rosellina dimaggio”, e ad essa si legano statid’animo contrapposti, di felicità e ditristezza, di amicizia e di rancore, divita e di morte, ma noi, inguaribili ro-mantici, le affidiamo un unico com-pito, quello di esprimere il senti-mento più appassionato ed intensoche cuore umano possa provare:l’Amore.

14 m a g g i oduemilaundici piante

Oltre che in botanica, è utilizzata anche in medicina e cosmesi

La sua coltivazione è semplice, attenzione alle potature

Rosa, regina di fiori

L' A.C.S. ANTEAS ringrazia laprof.ssa Maria Santillo per l'acco-glienza ricevuta domenica 15 maggiou.s., durante la visita presso il suo "PARCO DELLE MERAVIGLIE" , frut-to di anni di amorevoli cure e fiore al-l'occhiello per l'intera citta di Foggia.

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Il gesso, materiale da costruzio-ne fra i più antichi, il cui utilizzo risalea circa 7000 anni fa, era molto diffu-so tra gli Egiziani e i Babilonesi nel-la costruzione delle piramidi. Il suoimpiego raggiunge l’apice nell’an-tica Grecia e nella Roma imperiale enella decorazione di edifici di civil-tà islamica. Utilizzato durante tuttoil Medioevo, compare in Europa nel-la prima metà del secolo scorso, rea-lizzato e brevettato in modo inno-vativo negli Stati Uniti come“cartongesso”, costituito da gessodi cava, facilmente reperibile, rac-chiuso tra due fogli di cartone. Il car-tongesso offre soluzioni veloci edeconomiche, nonché durature.

Moltissimi utilizzano nelle pro-

prie abitazioni cornici decorative ingesso; dallo stile classico a quelloneoclassico, donano grande effettoa pareti piatte e monotone. La cor-nice in gesso viene applicata sia inambienti spaziosi che in piccolestanze; per rifinire angoli e spigoli,acquisisce una duplice funzione, de-corativa e di sicurezza. Le aziendespecializzate sono innumerevoli ein grado di of-frire una vastagamma di pro-dotti tra cui sce-gliere. L’acco-stamento deicolori per le pa-reti e le corniciè del tutto per-

sonale. Gli stucchi vengono pre-ventivamente trattati con isolanteacrilico; se tinteggiati con verniceacrilica lucida bianca, risalterannoparticolarmente. Le cornici in ges-so, inoltre, possono essere usate percircoscrivere affreschi, quadri, nic-chie o per delimitare gli spigoli dicolonne sostenenti bassorilievi e bu-sti in gesso; i soffitti rispecchieran-

no un maggiore senso diprofondità e l’ambiente fi-nale risulterà valorizzato.

Dotato di ottimo pote-re termoisolante ed acu-stico, poi, il cartongesso ètale da rendere gli spazidi una casa più acco-glienti ed eleganti. Utiliz-zato sia per dividere gliambienti che per eseguirecontrosoffitti, è in grado di

risolvere particolari problematichecome la presenza dell’umidità. Perla stanza da bagno e per la cucinapossono utilizzarsi pannelli idrore-pellenti; il cartongesso, abbinato apannelli di polistirene estruso, con-tribuisce a risolvere i problemi del-la condensa. Ed è proprio l’edilizialeggera, nella costruzione a secco,ad utilizzarlo maggiormente instrutture che non si prestano a ri-cevere chiodi e tasselli. Sul merca-

to, il cartongesso è presente in pan-nelli con spessore da 1 a 2 cm. e condifferenti caratteristiche tecniche,per resistere al calore, al fuoco e al-l’umidità. Ma oltre ai pannelli stan-dard utilizzati per realizzare pare-ti e controsoffitti, esistono anchedifferenti pannelli curvi, in gradodi realizzare particolari architettu-re. In funzione dello spessore, del-le dimensioni e delle caratteristi-che, varia anche il costo.Le pareti in cartongessopossono realizzarsi construtture portanti sia inprofili di legno che metal-lici; i profilati da poter ac-quistare presso una riven-dita di materiali edili o uncentro commerciale, doverifornirsi anche della mi-nuteria necessaria perl’assemblaggio. Le pareti,dopo essere state trattatecon un isolante, sonoquindi da tinteggiare o ri-coprire con mattonelle erivestimenti vari. Le congiunzionitra pareti e controsoffitti si possonocoprire e mascherare con cornicidecorative, applicate anche per na-scondere canalizzazioni, impianti,difetti murari o punti luce da cui farderivare un’illuminazione indiret-

ta, davvero suggestiva. Restano in-vece semplici elementi decorativile colonne in gesso che possono co-prire colonne in muratura preesi-stenti o come ornamenti per rende-re un ambiente particolare.

Elisabetta Ciavarella

15m a g g i oduemilaundiciambienti

Una soluzione versatile, veloce e di facile applicazione

Cartongesso, materiale tutto da scoprireDi grande effetto sono le cornici decorative, ideali per dare movimento

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16 m a g g i oduemilaundici spettacolo

Per la prima volta al PiccoloTeatro, tempio del vernacolo fog-giano, è andato in scena uno spet-tacolo ‘in lingua’, frutto di un espe-rimento teatrale tutto al femminile,salutato alla sua “prima” da una sa-la piena e partecipe. Tre donne inscena e un’altra alla regia (LuciaPadalino, che ha curato anche lascenografia) per rappresentare uncortocircuito generazionale attra-verso il conflittuale rapporto ma-dre-figlia magistralmente messo afuoco nel testo “Mai stata sul cam-mello?” di Aldo Nicolaj.

Uno spettacolo al femminile enon femminista – precisano al-l’unisono le attrici – in cui ogni personaggioriassume in sè le varie sfaccettature ed i vari si-gnificati dell’essere donna oggi, ed essere in-sieme madre, figlia, lavoratrice, moglie, aman-te e tanto altro, tra doveri e responsabilità,debolezze e forza di volontà, bisogno di pro-tezione e desiderio di indipendenza.

Tutto lo spettacolo ruota attorno a tre don-ne diverse, appartenenti a differenti genera-zioni, per uno spaccato dell’universo femmi-

nile: Olga (Maria Pia Tavano), arzilla ed in-correggibile novantenne che ha conosciuto lavita, la passione e l’amore ma il cui carattere siè irrigidito ai limiti dell’egoismo col passaredegli anni; Elsa (Lucia Ragone) la figlia cin-quantenne, schiacciata dal fisiologico biso-gno di libertà e il senso di responsabilità che latiene legata alla capricciosa e anziana madre,un rapporto morboso che le impedisce di vi-vere un amore clandestino, ma sincero. La sua

sete di libertà si concretizza nel sogno ricor-rente di andare in Africa e cavalcare un cam-mello (da cui il titolo della piéce); ed infine Iris(Monica La Salandra), la giovane vicina-tut-tofare che prende la vita alla leggera, forsecon troppa superficialità, filtrandola attraver-so telenovele e programmi tv. I caratteri di-ventano le pedine di un gioco pericoloso e per-verso tutto giocato sulla linea sottile tra affettoe senso del dovere, amore e odio, tra il tempoche fu e le logiche che regolano l’oggi.

Esile la trama, ma funzionale a legare in-sieme i tre caratteri in scena e farne emerge-re contraddizioni e complessità. “Non è statosemplice trovare un testo teatrale per sole don-ne. Sono pochissimi infatti copioni di spettacolipensati per un cast tutto al femminile che nonfossero monologhi”, ha spiegato la regista Lu-cia Padalino. “Però sentivamo il forte deside-rio di misurarci con un testo diverso - conti-nua Lucia Ragone - e con personaggi diversirispetto ai “tipi” della commedia dell’arte edel teatro tradizionale più volte interpretatiinsieme alla Compagnia Palcoscenico”.

“Mai stata sul cammello?”, infatti, è un te-sto dall’ironia dolce-amara di Aldo Nicolaj,autore torinese che ha subito conquistato le

attrici per “il pregio – puntualizza Maria PiaTavano - di avere una scrittura maschile piùvicina all’universo femminile delle donne stes-se”. Un testo degli anni ’90 ma che risulta as-solutamente attuale anche oggi, nel qualeconfluiscono tematiche di grandissima attua-lità ed in grado di offrire vari punti di rifles-sione. Lo spettacolo, convengono le attrici, harappresentato anche una grande prova di fi-ducia da parte del direttore artistico del Pic-colo Teatro, Enzo Marchetti, che ha voluto af-fidare loro l’onore e la grande responsabilità dichiudere con un progetto innovativo per il Pic-colo Teatro - perché tutto al femminile ed “inlingua” - la 15esima stagione del teatro di viaDelli Carri. Sei le date programmate, un veroe proprio test per nuovi progetti che potreb-bero vedere la luce il prossimo anno.

“L’idea sarebbe quella di varare una pic-cola rassegna di teatro al femminile– spiega inchiusura Lucia Ragone – presentare un pro-getto che possa costituire un valore aggiuntoper il Piccolo Teatro, che lo possa aprire a nuo-ve possibilità e nuovi schemi”. Perché il teatrosta all’emozione come la crescita al cambia-mento.

Maria Grazia Frisaldi

Al “Piccolo Teatro” quattro donne per raccontare il conflitto madre-figlia

“Mai stata sul cammello?” di Aldo Nicolaj chiude la stagione della Compagnia Palcoscenico

Spaccato dolce-amarodell’universo femminile

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L’inalazione di un corpo estra-neo in età pediatrica è un evento re-lativamente frequente e rappresen-ta un’emergenza il cui rapidoriconoscimento e trattamento puòprevenire conseguenze gravi, an-che fatali, dovute alla completaostruzione delle vie aeree. L’inala-zione di corpi estranei è causa ognianno di circa il 27% di tutte le mortiaccidentali dei bambini al di sottodei 4 anni di età (dati 2007 Societa’Italiana di Pediatria). L’incidenzamaggiore (oltre il 70%) avviene inbambini nella fascia compresa tra 12e 36 mesi, più soggetti al pericolo diinalazione per l’incompleta maturi-tà dei meccanismi riflessi di coordi-nazione delle differenti funzioni del-le vie aeree e per la tendenza aportare alla bocca qualsiasi ogget-to, in quanto il contatto orale è il me-todo con cui essi esplorano e cono-scono il mondo circostante. Inoltre, ilcontatto orale avviene spesso si-multaneamente ad altre attività,quali il gioco, il movimento o il par-lare e il ridere, con notevole aumen-to del rischio d’inalazione acciden-tale. La maggior parte dei corpi

estranei inalati, in partico-lare dai bambini più picco-li, è rappresentata da cibo,soprattutto frutta secca(arachidi, noci, mandorle,pistacchi) carote, mela, pa-sta, granoturco. I bambinipiù grandi inalano ancheoggetti quali tappi di pen-ne, piccoli pezzi di giocat-toli o monete.

Al fine di ottenereun’adeguata prevenzioneè necessario che tutti i genitori e tut-ti coloro che hanno il compito di ac-cudire i bambini, soprattutto se sot-to i 4-6 anni di età, siano informatisul possibile rischio d’inalazione dicorpi estranei e su come sia neces-sario esercitare un attento controllodurante il gioco e l’alimentazione.Anche la scelta dei giocattoli da uti-lizzare deve essere adeguata all’etàe conforme alle indicazioni date daicostruttori e scritte sulla scatola. Ilquadro clinico che insorge al mo-mento dell’inalazione di un corpoestraneo, spesso mentre il bambinosta mangiando o giocando con pic-coli oggetti, è caratterizzato da

un’improvvisa difficoltà respirato-ria, da un senso di soffocamento, datosse abbaiante e, talvolta, da vomi-to. I violenti colpi di tosse sono spes-so sufficienti a determinare l’imme-diata espulsione del materialeinalato, ma se la sintomatologia nonsi risolve in brevissimo tempo è ne-cessario intervenire al più presto conle manovre per la disostruzione del-le vie aeree che, se ben applicate,possono essere salvavita.

Il non sapere genera errori:prendere per i piedi un bambino cheè ostruito, o peggio ancora mettere ledita in bocca, sono le prime due co-se che vengono fatte dal soccorrito-

re occasionale non prepa-rato... e che di solito cagio-nano la morte del bambi-no. Ma allora cosa fare?Informarsi! E’ possibiletrovare tutto il materiale in-formativo sulle manovre didisostruzione sul sito dellaCroce Rossa Italianahttp://cri.it/manovrediso-struzionepediatriche.

Il merito di aver pro-mosso il progetto della CRI

“Chi salva un bambino… salva ilmondo intero” che ha l’importantefine di divulgare, informare e inse-gnare le corrette manovre di diso-struzione pediatrica da corpo estra-neo, va a Marco Squicciarini,Referente Nazionale ed Internazio-nale Rianimazione Cardiopolmo-nare Pediatrica e Manovre Diso-struzione. Condividi con i tuoifamiliari, con la tua baby sitter, conle maestre dell’asilo dei tuoi figli onipoti questi preziosi mezzi per far fi-nire inutili ed evitabili tragedie dibambini che perdono la vita per ilnon sapere. Diventa anche tu mol-tiplicatore nella società.

Il ritardo evolutivo semplice dellinguaggio, a dispetto della sua dici-tura complessa, non è altro che unrallentamento nell’evoluzione dellefasi dello sviluppo del linguaggio.

Questa problematica come simanifesta?

A volte si può presentare con unritardo nella lallazione, altre volte,invece, i genitori si rendono contoche il bambino, in età prescolare, nonsi esprime con chiarezza o addirittu-ra che le prime parole si fanno atten-dere, oppure accade che essi soltan-to riescono a comprenderlo.

In questi casi quindi un genitorecome deve comportarsi?

Ci si deve rivolgere al logopedi-sta che, per escludere l’esistenza di unqualsiasi danno organico, farà ese-guire degli esami strumentali.

Una volta esclusa tale eventuali-tà, provvederà a tranquillizzare i ge-nitori, spiegando che il ritardo evo-lutivo semplice del linguaggio non èin relazione con cause di tipo orga-nico.

In seguito, però, sarà pure ne-cessario accertare qual è il motivoche provoca nel bambino le proble-matiche nel linguaggio. E, per farlo in

maniera appropriata, il logopedistadovrà avvalersi della collaborazionedei genitori, ai quali rivolgerà alcunesemplici domande.

E, innanzitutto, chiederà loro seda poco è nato un fratellino.

Apparentemente può sembrareun’informazione superflua, ma nontutti sono coscienti che la nascita di unfratellino può essere vissuta dalbambino come un trauma, per-ché egli identifica la presenzadel nuovo nato con la perdita ditutto l’affetto della mamma, ri-versato solo verso l’altro. Cosìegli, per cercare inconscia-mente di convogliare ogni at-tenzione verso di sé, pre-senterà una regressionenel linguaggio.

Un’altra causa puòessere collegata con unalunga degenza inospedale, perché, inseguito ad un pro-lungato ricovero,il bambino nonha la possibilitàdi svolgere quel-la attività esplo-rativa indispen-

sabile per consentirgli di strutturareil suo linguaggio al meglio.

Sono soprattutto questi i casi, incui aumentano le possibilità che unbambino vada incontro ad un ritar-do semplice di linguaggio.

Dopo il colloquio con i genitori,finalizzato ad accertare la vera cau-sa di questa problematica, si può da-

re inizio al trattamento logope-dico.

Se il bambino presen-ta un linguaggio dislali-co, il logopedista inter-verrà sui singoli fonemi,ovvero imposterà quel-li mancanti e correg-gerà quelli pronun-ciati in maniera nonesatta. Conclusaquesta prima opera-zione, provvederà,poi, a svolgere tuttoun lavoro di ripeti-zione di parole e difrasi, ed infine pas-serà alle filastroc-che, sempre lavo-rando sui fonemiinteressati.

Se, invece, il

bambino presenta un linguaggio po-vero o addirittura assente, il logope-dista interverrà in maniera diversae, una volta escluso, come detto inprecedenza, ogni causa organica,dedurrà che si tratta di un problemadi natura psicologica. Pertanto, primadi intervenire con degli esercizi, il lo-gopedista dovrà instaurare con ilbambino un rapporto empatico, inmodo da farsi accettare da lui e ga-rantirsi la collaborazione necessariaper iniziare ogni sorta di trattamen-to.

Soltanto quando avrà conqui-stata la fiducia del bambino, il logo-pedista potrà sfruttare il gioco, perstimolarne il linguaggio attraversola denominazione dei giocattoli stes-si.

Questi giochi saranno utili ancheper creare delle classificazioni, percapire l’uso di tali oggetti e farli ver-balizzare al bambino.

Subito dopo, il logopedista potràpassare all’impostazione degli eser-cizi bucco-linguali, potrà lavorare sulsoffio e rafforzare le labbra, in mododa tonificare i muscoli addetti allapronuncia dei fonemi. Naturalmen-te ogni attività verrà somministrataal bambino sempre sotto forma digioco.

Questi, in sintesi, sono alcuni de-gli esercizi che si possono fare ese-guire al bambino. L’importante è sti-molarlo su più canali ed è quindifondamentale un lavoro di equipe.

17m a g g i oduemilaundici

Famigliein gara

È stata aperta ufficialmentenel corso della Settimana europeadella sostenibilità energetica la“European Citizen Climate Cup”,la Coppa climatica del cittadinoeuropeo: una competizione perproclamare la famiglia campioneenergetico dell’anno. In palio visono 2000 euro in premi e un viag-gio a Bruxelles. Il progetto, coor-dinato dalla società tedescaCO2Online e finanziato dallaCommissione europea, si avvaledella collaborazione di 14 partnerprovenienti da 10 Paesi europei.Partecipare è semplice: basta col-legarsi al sito http://it.theclima-tecup.eu/ (è in italiano), aprire unproprio account sul software (Esa-Energy Saving Account), inserirel’importo di due bollette elettrichenel sito dedicato e si è automati-camente in gara. Adiconsum, re-ferente per l’Italia dell’iniziativa,supporterà le famiglie italiane par-tecipanti. L’obiettivo della gara èfavorire l’adozione di comporta-menti volti al conseguimento delrisparmio energetico: ridurre ilconsumo di energia riduce l’emis-sione di Co2 nell’ambiente e an-che la bolletta energetica. La com-petizione, che individuerà il“Campione energetico dell’Anno”ed il Paese vincitore della “CoppaClimatica” che verranno premiatia Bruxelles, ha preso il via il 13Aprile 2011 (durante la settimanaEuropea della sostenibilità Ener-getica ) e si concluderà a maggiodel prossimo anno. Sarà il rispar-mio personale a permettere aduna delle famiglie aspiranti a vin-cere: il risparmio di ogni parteci-pante verrà monitorato da un soft-ware in rete (ESA - Energy SavingAccount) che traccerà il consumoenergetico. L’ ESA fornirà ancheinformazioni sul risparmio ener-getico ottenuto e calcolerà la ridu-zione delle emissioni di CO 2 dellediverse squadre nazionali. Il soft-ware stilerà una classifica dellesquadre nazionali in concorso de-terminando il “Campione energe-tico dell’anno “ e il Paese vincitoredella “ Coppa Climatica”. I parte-cipanti potranno inoltre ricevereregolarmente consulenza energe-tica e suggerimenti su come ri-durre il consumo di energia. Chivorrà partecipare dovrà mettere inpratica, nella vita di tutti i giorni,degli accorgimenti nello stile divita (a partire da una riduzione,per esempio, del riscaldamento, lacui diminuzione in casa di 1° C, èin grado di tagliare la bolletta del10%). L’obiettivo è quello di ri-durre il consumo energetico fami-liare, diminuendo così la spesaenergetica mensile e migliorandol’impatto ambientale. Riducendoinfatti il consumo di energia si ri-duce l’emissione di CO2 nell’am-biente, questione talmente fonda-mentale che è uno degli obiettiviprioritari fissato dalla stessa Com-missione Europea che ha impostola riduzione del 20% della CO2entro il 2020.

in pocheparole

Escluse cause organiche, il problema è psicologico

A volte può essere collegato all’arrivo di un fratellino

Ritardo evolutivo semplice del linguaggio

DI VALERIA VENTURA

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LOGOPEDISTA

PEDIATRAQuando un bambino inala un corpo estraneo

Necessario un attento controllo durante il gioco e l’alimentazione

“Chi salva un bambino…salva il mondo intero”

DI ALESSANDRA MARINARI

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18 m a g g i oduemilaundici

Norme abbronzatura

artificiale

Il ministro della Salute, Fer-ruccio Fazio, ha vietato le lampa-de abbronzanti a raggi Uva ed isolarium ai minori, alle donne instato di gravidanza, a chi soffredeterminate patologie e a perso-ne che non si abbronzano o che siscottano facilmente al sole. I letti-ni e i solarium con raggi ultravio-letti utilizzati per dorare artifi-cialmente il corpo dovrannopossedere specifiche caratteristi-che di sicurezza. Il decreto rece-pisce in qualche modo i consiglidella Sidemast (Società italianadi dermatologia medica, chirur-gica estetica e delle malattie ses-sualmente trasmesse), che già unanno fa avevano previsto il divie-to delle lampade abbronzanti percerte categorie nelle loro lineeguida. La stessa Organizzazionemondiale della sanità (Oms), delresto, ha ribadito di recente che idanni arrecati alla pelle dei piùgiovani sono potenzialmente as-sai più pericolosi: prima ci si espo-ne a dosi eccessive di raggi Uvae maggiori sono le probabilità disviluppare una qualche forma ditumore cutaneo in età adulta. Ildecreto è rivolto ai centri esteticied elenca, tra l’altro, le attrezza-ture che possono essere adope-rate nei centri. Banditi alcuni ap-parecchi anticellulite e per ilfotoringiovanimento a luce pul-sata, mentre sono ammessi lucepulsata e laser per la depilazione.La parte sui lettini è certamentequella che coinvolge il più altonumero di consumatori e che hadeterminato interventi decisi del-la comunità scientifica interna-zionale. La scheda elaborata daitecnici ministeriali sottolinea unalunga serie di rischi, che si posso-no riassumere in tre punti: cancroalla pelle, invecchiamento cuta-neo, danni alla vista. Nei centriestetici dovranno essere esposticartelli ben visibili dove si scon-sigliano le lampade alle personecon la pelle chiara, con lentigginie nei e con una storia familiare ditumori alla pelle. Inoltre, biso-gnerà informare la clientela delfatto che i raggi possono intera-gire con l’uso di alcuni cosmeticie di diversi farmaci. Tra le racco-mandazioni quella di non espor-si al sole nelle 48 ore successive auna seduta abbronzante, di evi-tare sedute troppo ravvicinate (al-meno due giorni di intervallo tral’una e l’altra) e rispettare lo stopdi almeno un mese tra un ciclo ditrattamento e il successivo.

in pocheparole

QUANDO IL SONNO NON ARRIVA

E’ nell’attività fisica il segreto per migliorare la qualità del riposoAllenarsi per combattere l’insonnia

DI MARCELLA BEVILACQUA

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ESPERTA IN SCIENZE MOTORIE

Notti in bianco passate a guar-dare il soffitto nella speranza di ad-dormentarsi e di riposare. Tutti sap-piamo cos’è l’insonnia per averlaprovata almeno una volta nellavita. Gli esperti la definiscono comeun disturbo caratterizzato da una ri-dotta durata o una minore qualitàdel sonno, dovuta a un’alterazionedel ritmo sonno-veglia con preva-lenza di quest’ultima. Nel nostroPaese soffrono di disturbi del son-no circa 12 milioni di persone, nu-mero che in genere aumenta a ognicambio di stagione e in particolarecon l’arrivo della primavera e del-l’estate. Il brusco cambiamento del-le condizioni climatiche e le varia-zioni della luce, determinano, infatti,uno shock per l’organismo che siadatta gradualmente alle nuove si-tuazioni meteorologiche. A ingag-giare feroci battaglie col cuscinosono soprattutto le donne, che rap-presentano circa il 60% della po-polazione insonne, e gli anziani ol-tre i 55 anni. L’insonnia va consi-derata come una vera e propria ma-lattia da cui guarire, perché quan-ti ne soffrono mostrano punteggipeggiori in tutti gli indicatori di qua-lità della vita: psicologici (ansia e de-pressione), emozionali (irritabilità)e cognitivi (difficoltà di concentra-zione e di memoria). La depriva-

zione del sonno ha conseguenze ne-gative anche sulla salute, accre-scendo il rischio di eventi cardio-vascolari come l’infarto o l’ictus e fa-vorendo l’obesità e il diabete. Letradizionali risposte al disturbo sonoaffidate quasi sempre ai farmaci:una soluzione che però risolve soloapparentemente la questione, met-tendo a tacere il problema e crean-do dipendenza. Nella maggior par-te dei casi basterebbe invece qual-che semplice norma comporta-mentale per migliorare la qualità delsonno, come l’adozione di uno sti-le di vita che dia spazio all’attivitàfisica. Secondo gli studiosi que-st’ultima, se praticata con modera-zione, senza causare eccessiva stan-chezza, migliora la qualità del riposo

e del sonno. Se-condo una ricercaamericana con-dotta dall’Univer-sità di Stanfordche ha coinvoltoquaranta personedai 50 ai 70 anni,basta un pro-gramma regolaredi ginnastica disole tre ore allasettimana per pro-durre un netto mi-glioramento della

qualità e della durata del sonno:dopo sei mesi di palestra le perso-ne hanno dichiarato di dormire 45minuti in più di prima, senza inol-tre dover attendere molto per ad-dormentarsi. Un altro studio pub-blicato nel 2008 dall’Universitàdi San Paolo del Brasile dimostrache un moderato esercizio ae-robico riduce lo stato di ansia emigliora la qualità del sonnonei soggetti sofferenti di inson-nia cronica. I ricercatori hannoosservato che le persone sotto-poste a una sessione di allena-mento aerobico si addormenta-vano prima (con una riduzionedel periodo di latenza del sonnodel 54%), dormivano più a lun-go (il 21% in più) e meglio (l’ef-

ficienza del sonno aumentava del12%), con una riduzione dell’ansiapari al 7%. Miglioramenti dovutiprevalentemente al fatto che l’atti-vità fisica determina un rilasciodelle endorfine (narcotici naturali)e una riduzione del cortisolo (l’or-mone dello stress), a cui va ad ag-giungersi un senso generale di re-lax indotto dall’effetto termico delmovimento. L’esercizio fisico risul-ta quindi un sistema molto efficaceper combattere l’insonnia e sicura-mente meno dannoso del solitosonnifero. Una ragione in più perandare in palestra con l’arrivo del-la bella stagione e soprattutto con ilpassaggio dall’ora solare a quella le-gale, quando la variazione dellaluce rischia di acuire il problema neisoggetti più sensibili.

Alcuni lo definiscono “il maleoscuro” e, in effetti, lo è, perché ladepressione toglie a chi ne soffrel’elemento indispensabile di ogniguarigione, vale a dire la speranzadi poter essere aiutato. Caratteristi-ca comune dei soggetti depressi è,infatti, un atteggiamento di rinunciae di rassegnazione che mette a duraprova i familiari e gli amici più inti-mi, i quali sperimentano, il più dellevolte, un profondo senso di impo-tenza e di frustrazione, che sfocianella rabbia o, semplicemente, nel-l’accettazione arrendevole della ma-lattia.

Nel primo caso, coloro che cir-condano il paziente depresso si sfor-zano di spronarlo a reagire, attri-buendo al malato la facoltà dicambiare la sua condizione e di atti-varsi facendo leva sulla sua forza divolontà e sulla sua capacità di af-frontare le difficoltà del momento,come se, in fondo, la guarigione di-pendesse unicamente dall’impegnopersonale.

Diversamente, coloro che reagi-scono alla depressione del propriocaro chiudendosi, anch’essi, nel si-lenzio e nell’accettazione dolorosadella malattia, rischiano di speri-mentare un vissuto di impotenza

analogo a quello del paziente, ac-centuando il senso di rassegnazionee di sconfitta caratteristico di questomale.

La depressione, come tutti i ma-li dell’uomo, pur essendo il segnale diuna sofferenza personale, spesso in-comunicabile e mai del tutto “acces-sibile” agli altri, non può che coin-volgere e riguardare anche ilcontesto in cui prende forma e si ma-nifesta, con inevitabili ricadute sututto il sistema relazionale. Così, an-che se chi assume farmaci e terapie èil cosiddetto “paziente designato”,non è raro che a necessitare di un so-

stegno psicologico siano le personevicine al malato, che spesso si trova-no in difficoltà a relazionarsi ade-guatamente e sperimentano, an-ch’essi, vissuti di frustrazione e diimpotenza tali da richiedere un aiu-to concreto.

Assistere ai sintomi tipici del“male oscuro”, dall’umore depres-so, alla conseguente perdita di inte-resse e di piacere per le normali atti-vità quotidiane, dal calo odall’aumento cospicuo di peso a fe-nomeni come l’insonnia o l’eccessivasonnolenza, dalla continua autosva-lutazione ai pensieri di morte, può

Rinuncia, rassegnazione, impotenza e frustrazione

Dal disagio personale a quello familiare,necessario un supporto psicologico anche per i familiari

Depressione, il male oscurogenerare nelle persone che circon-dano il malato, profondi sensi di col-pa, derivanti dalla sensazione di nonriuscire a fare nulla per cambiare la si-tuazione o, addirittura, di peggiora-re lo stato della malattia. Il disagio ela sofferenza personale si trasforma-no, così, in disagio e sofferenza fa-miliare, che sarebbe bene arginarefacendo leva su risorse interne edesterne al sistema, come il supportopsicologico e psicoterapeutico.

“Nessun uomo è un’Isola, interoin se stesso”, scriveva il poeta JohnDonne, dando senso e valore al con-cetto di relazione, dal quale non sipuò prescindere anche quando sem-bra che il “male” e la sofferenza sia-no un “fatto privato”, come nel casodella depressione. Spesso, infatti,quest’ultima è la conseguenza di unaperdita, di un lutto, di una separa-zione, vale a dire di eventi relazio-nali che possono ripercuotersi in-dubbiamente nella chimica delcorpo, causando alterazioni a livellodei neurotrasmettitori o squilibri or-monali ripristinati, spesso, unica-mente mediante l’uso di farmaci. Tut-tavia, come diceva Jung, “l’incontrodi due personalità è simile alla me-scolanza di due diverse sostanze chi-miche, un legame può trasformarleentrambe”, e sta in questo il potereterapeutico della relazione, indi-spensabile nel trattamento e nellacura di quel “male oscuro” che è ladepressione.

DI MARIA GRAZIA BELLANTUONO

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PSICOLOGA

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19m a g g i oduemilaundici

Farmaciadei servizi

Non solo farmaci, ma anchealcune specifiche prestazioni sa-nitarie. Dal 4 maggio anche fisio-terapisti e infermieri potrannosvolgere servizi nelle farmacie,così come stabilito da un decretodel ministero della Salute del 16dicembre 2010 che, pubblicatosulla Gazzetta ufficiale n.90 del14 aprile 2011, entrerà appuntoin vigore fra alcuni giorni. Con lenuove disposizioni, dunque, i far-macisti potranno organizzare al-cune attività aggiuntive erogateda fisioterapisti e infermieri, e co-ordinarne il lavoro anche per in-terventi a domicilio. Ma senzache tutto ciò comporti costi ag-giuntivi per la finanza pubblica.In particolare - si legge sul sitowww.salute.gov.it - in farmacia sipotrà andare per avere supportodi un infermiere in caso di auto-test, per effettuare medicazioni e“cicli inattivi intramuscolo”, ac-cedere ad “attività concernentil’educazione sanitaria e la parte-cipazione a programmi di con-sulting, anche personalizzato”.Le farmacie potranno anche or-ganizzare “iniziative finalizzatea favorire l’aderenza dei malatialle terapie”. Inoltre, sempre gliinfermieri, potranno svolgere siain farmacia che a domicilio le pre-stazioni prescritte dal medico dibase o dal pediatra, sempre fraquelle effettuabili autonoma-mente dal paziente. E ancora,sempre a domicilio, gli infermie-ri potranno partecipare ad inizia-tive per garantire l’uso corretto eappropriato dei medicinali. Perquanto riguarda invece i fisiote-rapisti, su prescrizione medicapotranno stabilire percorsi di pre-venzione e riabilitazione, oltreche attività terapeutica per la“rieducazione funzionale delledisabilità motorie,psicomotorie ecognitive viscerali utilizzando te-rapie manuali, massoterapicheed occupazionali”, e infine po-tranno valutare gli effetti della te-rapia rispetto agli obbiettivi di re-cupero funzionale. Il decretospecifica inoltre che fisioterapistied infermieri devono essere inpossesso di titolo abilitante ed es-sere iscritti ai relativi albi profes-sionali, mentre spetta al farmaci-sta accertarsi del possesso deirequisiti da parte dei professioni-sti che coordinerà all’interno del-la farmacia, “avvalendosi, se ne-cessario, degli ordini provincialidei medici, dei collegi provincia-li degli infermieri e delle associa-zioni più rappresentative dei fi-sioterapisti, così come individuatedal ministero della Salute”.

(Fonte Genitori.it)

in pocheparole

Promosso dal Ministero delle Politiche Agricole

Il servizio completamentegratuito, informa i cittadini suiprezzi dei principali prodottiagroalimentari tramite messag-gistica SMS.

Il progetto “Sms consuma-tori”, promosso dal Ministerodelle Politiche Agricole Ali-mentari e Forestali, realizzato as-sieme alle associazioni dei con-sumatori, prevede la rilevazionecontinua dei prezzi al consumodi oltre 80 prodotti alimentari in2.200 punti vendita dei diversicanali distributivi: ipermercati,supermercati, discount, merca-ti rionali.

La scelta dei prodotti da mo-nitorare segue la stagionalità e ladisponibi l i tàpresso i puntivendita; conse-guentemente iprezzi di alcuniprodotti appar-tenenti al panie-re “Sms consu-matori” potran-no non esseredisponibili in de-terminati periodidell’anno.

La rilevazio-ne viene effet-tuata quotidia-namente, dal

martedì al sabato e prevedel’impegno giornaliero di 44 ope-ratori.

Il campionamento dei puntivendita a livello territoriale è ef-fettuato con criterio proporzio-nale alla quota dei consumi ali-mentari nelle diverse regionid’Italia. Inoltre, in ciascun ca-poluogo, i punti vendita sono se-lezionati in base alla localizza-zione (centro, semicentro, peri-feria), all’insegna (per la grandedistribuzione) ed alla posizione(nel caso dei banchi all’internodei mercati).

Per garantire la rappresen-tatività del campione il proget-to prevede una rotazione delle ri-

levazioni su 2.200 punti ven-dita.

L’articolazione terri-toriale del campione con-sente, accanto alla de-terminazione delprezzo medio di cia-scun prodotto a li-vello nazionale, unasua indicazione permacroarea geografi-ca (Nord, Centro eSud), al fine di con-testualizzare i valoriraccolti al territoriodi riferimen-to.

Ma incosa con-siste effettivamente ilservizio “Sms consumatori”?

Il consumatore dispone diun numero, il 47947, dove in-viare gratuitamente un messag-gio per la richiesta dei prezzi.

Digitando solo il nome delprodotto agroalimentare di cui sivuole conoscere il prezzo ed in-viando il messaggio, l’utente ri-ceverà informazioni sulle singo-le varietà del prodotto e preci-samente: prezzo medio nazio-nale all’origine e all’ingrosso,aggiornato con cadenza setti-manale e prezzo medio di ven-dita macro regionale rilevato

giornalmente.L’invio di una richiesta

prezzo per un prodottopresente nel paniere con

due o tre varietà, de-termina la ricezione,rispettivamente, didue o tre messaggi.

Il numero massi-mo di sms richiestaprezzi è di 5 sms gior-nalieri e 30 sms men-sili.

La disponibilitàdei prezzi giornalieri

avviene apartire dalle13.30; primadi questo

orario sono validi i prezzi delgiorno precedente.

Il consumatore potrà segna-lare attraverso il sito internetdel progetto, al seguente indi-rizzo www.smsconsumatori.iteventuali prezzi anomali ovveroil non rispetto della normativa inmateria di sicurezza agroali-mentare, etichettatura e condi-zioni igienico-sanitarie.

Dal sito internet, l’utentepuò accedere a servizi ulterio-ri ed aggiuntivi quali le schedeinformatiche, il carrello dellaspesa, il borsino dei prodotti ali-mentari.

DI ROSANGELA LORISO

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MOVIMENTO CONSUMATORI

Vuoi sapere quanto costa? Manda un sms al numero 47947Progetto “Sms consumatori”

Novità dal Consiglio dei Ministri

Cara Antonella,in effetti, il 6 maggio scorso è sta-

to approvato dal Consiglio dei Mini-stri il Decreto Legge che, tra gli altriprovvedimenti, introduce alcune no-vità che riguardano la casa, i mutui ei finanziamenti.

In tema di mutui, con il suddettodecreto, la rinegoziazione, che pri-ma era una facoltà della Banca, oggidiventa un diritto del consumatore,pur se condizionata da alcuni limiti;infatti, fino al 31 dicembre 2012, sa-rà possibile rinegoziare con la pro-pria banca i mutui oggi esistenti atasso variabile ed ottenerne la tra-sformazione a tasso fisso per la re-stante durata del mutuo, con la even-tualità di prolungarli fino ad ulterioricinque anni (ma non oltre i venticin-que anni totali di durata residua).

La banca è tenuta a concederela rinegoziazione ai clienti che ne fa-ranno richiesta e che abbiano i re-quisiti previsti, anche se l’estensio-ne di durata dovrà essere concordatadalle parti.

Tale possibilità è concessa per

mutui di importo originario fino a150.000 euro per l’acquisto o la ri-strutturazione di immobili adibiti adabitazione (quindi anche secondacasa) e per mutuatari il cui redditoISEE non superi i 30.000 euro annui.

La valutazione dell’opportunitàdella decisione di mutare il tasso delproprio mutuo, non sarà cosa sem-plice per il consumatore.

I possibili effetti sul mutuo vannoconsiderati alla luce del fatto che, aitassi attuali (relativamente bassi) trail 2 – 3 %, mediamente, chi passasseda un tasso variabile a un tasso fissorinegoziato, subirebbe, nell’imme-diato, un aggravio di almeno duepunti percentuali, passando al 4 – 5%.

Ne deriverebbe, nella maggio-ranza dei casi, un aggravio della ra-ta pagata rispetto al mutuo prece-dente, con una contrazione delrisparmio nei prossimi 2 o 3 anni, macon la certezza di avere una rata fis-sa negli anni, senza sorprese e, pro-babilmente, più leggera, come af-fermano gli economisti.

L’aumento dellarata, naturalmente, sa-rà assai diverso a se-conda delle condizionidi partenza e della du-rata residua del mutuo.

In alcuni casi, co-me per i mutui di bre-ve durata o alcuni di quelli per i qua-li la durata viene estesa, la ratapotrebbe invece ridursi rispetto aquella originaria.

Il consiglio degli esperti, quindi,è, ovviamente, di valutare con estre-ma attenzione ed adeguati strumen-ti di calcolo l’alternativa della rine-goziazione prima di decidere serichiederla o meno, considerandodall’altro lato le incognite legate altasso variabile ed i possibili aumen-ti della rata in caso di forti risalite fu-ture del costo del denaro.

La rinegoziazione sarà possibi-le fino al 31 dicembre 2012, ma èchiaro che risulta conveniente inquesto momento nel quale i tassi so-no ancora bassi. Man mano che i tas-si cresceranno, l’effetto di conteni-

mento delle rate diminuirà, mentrepotrebbe salire il costo totale in ter-mini di interessi pagati.

In conclusione, cara Antonella,occorre verificare, in primo luogo, sehai i requisiti richiesti dal nuovo de-creto, con riferimento sia al reddito,sia all’importo originario del mutuo;in secondo luogo, occorrerà valutarel’effettiva convenienza della rinego-ziazione, relativamente alla tua si-tuazione economica e familiare.

E’ evidente che si tratti di scelteassolutamente soggettive, che van-no operate tenendo conto di svaria-ti fattori; il suggerimento, quindi, èdi consultare un operatore del setto-re che possa aiutarti a mettere sulpiatto della bilancia i pro ed i controdi una rinegoziazione del tuo mutuo.

DI CATERINA MONOPOLI

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AVVOCATO

Antonella ha contratto un mutuo per l’acquisto della sua prima casa, optando peril tasso variabile. La lettrice, alla luce della bozza del Decreto Legge per lo Sviluppo,vorrebbe avere qualche notizia in merito alla rinegoziazione dei mutui

Da tasso variabile a fisso, arriva anche la possibilità di prolungarlo fino ad ulteriori cinque anni

Negoziazione del mutuo

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Il Tunnel Carpale è il doloredella mano e delle dita con alte-razione della sensibilità, in par-ticolare del dito medio. Più pro-priamente si parla di neuropatiadel nervo mediano, che soffre esi ammala perchè strozzato nelcanale del carpo. In condizionedi affaticamento o degenerazio-ne infiammatoria degli elemen-ti che costituiscono il tunnel (os-sa, legamenti e tendini), lapressione nel canale del carpo au-menta ed il nervo mediano rimanecompresso, con una condizione disofferenza che causa dolore e pare-stesie, cioè formicolii. Il dolore delTunnel Carpale raramente è acuto,molto spesso si tratta di un senso difastidio e di addormentamento cheriduce la sensibilità e la funzionali-tà della mano malata. Il dolore si ma-nifesta soprattutto di notte ed il mo-vimento di scuotimento della manoattenua i sintomi. Nei casi più avan-

zati il problema persiste durante tut-ta la giornata, accentuandosi coi mo-vimenti di flesso-estensione del pol-so. Poichè uno dei rami del nervomediano va al complesso muscolarealla base del pollice, si può notareuna riduzione di volume in questazona. La diagnosi è soprattutto cli-nica sulla base della storia e sulla ba-se dei test di Tinel e di Phalen, cheevidenziano la sofferenza del nervomediano nel tunnel carpale. Nel pri-mo si percuote col martellino neu-

rologico sul polso, causandouna scossa nel territorio delmediano; nel secondo si flet-te o si estende la mano sul-l'avambraccio per un minutocausando o accentuando iformicolii ed il dolore. La dia-gnosi deve essere conferma-ta dall'esame elettroneuro-grafico, che misura il gradodi sofferenza del nervo me-diano nel Tunnel Carpale.

Radicolopatie cervicali, plessopatiebrachiali, polineuropatie in genere,possono simulare i sintomi tipici del-la sindrome e devono essere esclu-se. La cura può essere di tipo medi-co e chirurgico. Quando il dolore èdi insorgenza recente, specie a se-guito di un sovraffaticamento dellamano e del polso, si hanno buoni ri-sultati, ed eventualmente la guari-gione, con la terapia medica e l'im-mobilizzazione del polso. Lemedicine più usate sono di tipo an-

tinfiammatorio, talora con infiltra-zioni locali, per ridurre l'infiamma-zione dei tessuti nel canale del car-po, diminuendo il volume, epermettendo al nervo mediano di ri-conquistare il suo spazio. L'immo-bilizzazione del polso, con un tutore,serve a ridurre i movimenti del pol-so ed aiuta la guarigione del dannoal nervo. Nelle condizioni cronicheè necessario la liberazione del nervocompresso. I risultati raramente de-ludono. L'intervento consiste di unabreve incisione, sul polso o sul palmodella mano, in anestesia locale, peresporre il legamento del carpo.L'apertura del legamento dà respi-ro al nervo, decomprimendolo pereliminarne la sofferenza e, quindi,il dolore. L'intervento dura dai 5 ai15 minuti e si esegue ambulatorial-mente o in day hospital. Segue poiuna fasciatura, per qualche giorno,che permette la cicatrizzazione deitessuti.

Due coniugi si avvicinano allamediazione familiare in un periododella loro vita di coppia caratteriz-zato da un conflitto che rende difficilela comunicazione. La mediazione sipropone come un modello finalizza-to alla riorganizzazione emotiva e re-lazionale con l’obiettivo concreto diproporsi come un percorso nuovo ediretto a condurre le parti verso laformulazione di un accordo, per laseparazione o per il divorzio, fruttodella volontà esclusiva dei conflig-genti e sentito come attuabile nelconcreto. Varie nel corso degli ulti-mi decenni sono state le definizioniattribuite al processo di mediazione,tutte realistiche e frutto di un atten-to studio delle vicende umane lega-te alla prassi.

La mediazione familiare, in ma-teria di divorzio o di separazione, èun processo in cui un terzo, neutralee qualificato, nella garanzia del se-greto professionale, viene sollecita-to dalle parti per fronteggiare la rior-ganizzazione resa necessaria dallaseparazione, nel rispetto del quadrolegale esistente. Il ruolo del media-tore è quello di portare i membri del-la coppia a trovare da sé le basi di unaccordo durevole e mutuamente ac-cettabile, tenendo conto dei bisogni

di ciascuna parte e componente del-la famiglia e particolarmente di quel-li dei figli, in uno spirito di corre-sponsabilità e di uguaglianza deiruoli genitoriali.

La lettura della definizione ri-portata porta a formulare alcune va-lutazioni sia sotto l’aspetto umanorelazionale che prettamente giuridi-co. In generale i sistemi sociali han-no risolto i conflitti con delega deglistessi ai tribunali. L’immagine ico-nografica della giustizia quale deabendata (indifferente), con una bi-lancia (giustizia distributiva), e unaspada (taglio netto tra le parti) esem-plifica la differenza sostanziale con lacultura della mediazione. Il giudicedeve tendere ad una gestione delleparti in causa, ma è una triade chedeve interagire; la mediazione tendead una ricostruzione dei rapporti an-dando alla ricerca delle cause sotte-se al problema (la parte sommersadell’iceberg, metafora figurativa aduso scolastico, nettamente superiorerispetto alla punta che emerge e cherappresenta il conflitto apparente).La mediazione rappresenta una for-ma di giustizia che supera la dina-mica vincitore/vinto e che applicamodalità di risoluzione dei conflittidiverse nei modi e nell’origine dalla

giustizia retributiva, basate sul con-cetto di pena.

Dall’introduzione della legge suldivorzio e successive si è concretiz-zata una prassi giudiziaria più o me-no fallimentare in quanto le partihanno dovuto porre in atto dei prov-vedimenti decisi da terze persone inseguito all’analisi delle vicende fa-miliari portate in Tribunale.

Sovente tali disposizioni non so-no state accettate e sentite come giu-ste, ma subite dalle parti in quanto ilfrutto di una valutazione esterna,seppur effettuata in buona fede, manon corrispondente alle reali e con-crete esigenze delle parti. I coniugi,loro malgrado, si sono ritrovati ad ac-cettare le disposizioni del Giudice,ritenute spesso ingiuste e parziali,soltanto perché provenienti da unaautorità, oppure perché lacerati dauna causa avvilente e massacrantesotto il profilo morale ed economicoderivante da un’estenuante lotta le-gale con vittime sacrificali: i figli.

La prassi evidenzia altresì la dif-ficoltà per le parti di porre in essere inconcreto le disposizioni del Giudice,spesso definite in base a modelli teo-rici astratti di comportamento, nonapplicabili nei casi concreti, con laconseguenza di dover nuovamentericorrere al Tribunale per la modificadelle statuizioni. La mediazione fa-miliare si propone al contrario unobiettivo completamente diverso,mette in atto un processo diretto araggiungere un accordo volutoesclusivamente dalle parti e sentitocome giusto da entrambi i conflig-

20 m a g g i oduemilaundici

Dolore, formicolio, fastidio e senso di addormentamento

Parliamo di Tunnel Carpale

DI ROSA SCHENA

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MEDIATORE FAMILIARE

FARMACIAA CURA DELLA

FARMACIA SANTA RITAPer i vostri quesiti: [email protected]

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Saranno gemelli?in pocheparole

Dall’aspetto dell’embrione èpossibile valutare le probabilitàdi gravidanza e sapere se questasarà gemellare. Tutto merito diuna formula matematica che,analizzando cinque parametri,consente un calcolo predittivocon un’attendibilità che superail 90 per cento. E’ quanto scoper-to da alcuni ricercatori del Cen-tro Procreazione Assistita del-l’università di Torino. I ricercatorisono partiti con la valutazionemorfologica degli embrioni at-traverso la loro visione al micro-scopio e attenendosi a cinque va-riabili (numero di cellule a 48 oredallo sviluppo, presenza o menodel nucleo al loro interno, rego-larità delle dimensioni, se è ri-spettata la disposizione simme-trica a quadrifoglio e, infine, seci sono anche cellule frammen-tate). Gli embrioni studiati conquesti criteri, erano stati trasfe-riti due a due nell’utero di circa3000 donne. Di queste, 700 han-no rivelato una gravidanza ge-mellare che ha confermato l’at-tecchimento di entrambi gliembrioni, mentre per circa 1500l’impianto non ha dato esito. I ri-cercatori, allora, hanno confron-tato le cinque variabili embrio-nali che hanno permessol’attecchimento con le stesse va-riabili negli embrioni che, invece,non ce l’hanno fatta. Il risultato èstato la formula matematica che,con dei correttivi, permette di sti-mare con precisione il potenzia-le che ogni embrione ha di darorigine a una gestazione. La for-mula? Basta inserire le cinquevariabili in un’equazione mate-matica per ottenere le probabi-lità di attecchimento. Il vantag-gio per le coppie che si sonoaffidate alla procreazione assi-stita per mettere al mondo un fi-glio è notevole: potranno cono-scere la reale probabilità disuccesso e anche prevedere se,in base alla struttura degli em-brioni da impiantare, nasceran-no due gemelli. Il software infat-ti, permette di trasferirenell’utero, in casi favorevoli, an-che un solo embrione, e di azze-rare la possibilità di una gravi-danza gemellare. La formulamatematica è già stata applica-ta in quattro cliniche scandina-ve. E sul tema dell’infertilità, in-terviene Cittadinanzaattiva-Tribunale per i diritti delMalato con la campagna “Unopiù uno fa tre”: un opuscolo cheinforma sul giusto percorso diprocreazione assistita, sui dirittidelle coppie e sulla scelta delcentro giusto.

(Fonte: Repubblica.it)

Nelle condizioni croniche è necessario un intervento chirurgico da effetturare in laboratorio

La risoluzione consensuale della lite dovrà rispondere ai reali bisogni delle parti

Mediazione familiare, per un accordo senza vincitori e perdentiSi giunge ad una combinazione di soluzioni accettabili da tutti coloro coinvolti nella disputa familiare

genti. Le parti, hanno la possibilità diprocedere ad una prova della fattibi-lità dell’accordo raggiunto sia primadi stenderlo per iscritto che dopoaverlo sottoscritto, al fine di modifi-carlo ove ritenuto di difficile applica-zione. Soltanto quando l’accordo rag-giunto sarà avvertito come proprio,di facile gestione nel quotidiano, leparti potranno siglarlo e dargli con-cretezza.

Come è di tutta evidenza non vi èun compromesso tra i rispettivi inte-ressi delle parti ma si giunge ad unacombinazione di soluzioni accettabi-li da tutti coloro che risultano coin-volti nella disputa familiare fino al-l’accordo finale desiderato e accettatosenza riserve mentali.

La risoluzione consensuale dellalite dovrà rispondere ai reali bisognidelle parti le quali svilupperanno laresponsabilità personale e genitoria-le, in quanto saranno essi stessi ad as-sumersi il compito di decidere comeregolare le proprie vite in futuro, do-po la separazione o il divorzio, senzadelegare ad altri l’individuazione dibisogni indelegabili. La mediazionedunque è una procedura alternativaalla lite legale e ad altre forme di as-sistenza terapeutica o sociale, in cuiuna terza persona imparziale e neu-tra, qualificata e con una formazionespecifica, il mediatore, agisce per in-coraggiare e per facilitare la risolu-zione di una disputa tra le parti. E’ unprocesso informale e non basato sulpiano antagonista vincitore - per-dente, che ha per obiettivo quello diassistere le parti affinché raggiunga-no un accordo rispondente ai propribisogni, ai propri interessi e a quelli ditutti i membri coinvolti. L’accordoraggiunto dovrà essere volontario,mutuamente accettabile e durevole.In mediazione l’autorità decisionaleresta alle parti.

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21m a g g i oduemilaundicicure dolci

Le persone tendenzialmente nervose de-vono bilanciare la qualità e la quantità dei ci-bi: non tutto crudo (le insalate), non tutto cot-to (la pasta), non tutto asciutto (il panino), nontutto liquido (il frullato). È indispensabilemangiare sempre cibi di stagione.

In ayurveda è consigliato l’utilizzo di ununico piatto nel quale disporre tutti gli ali-menti. Questa strategia aiuta anche a mode-rare le quantità. Bisogna cominciare con unaverdura cruda che ne occupa la metà. Quindi,si dispongono i cibi cotti distribuendoli nellarestante parte del piatto suddivisa a sua voltain due metà: in una vi trovano posto alcuneverdure e nell’altra i cereali oppure le fonti diproteine (come la carne, le uova, i derivati dellatte o il pesce). Per quanto riguarda il for-maggio, bisogna sempre distinguere tra quel-li veri e propri (gli stagionati come parmigia-

no, asiago, groviera e fontina) e i latticini (ri-cotta e formaggi freschi come primo sale e cre-scenza): i primi vanno bene anche per cena,purché se ne faccia un uso moderato, mentrei secondi sarà meglio mangiarli di giorno, per-ché di sera risultano poco digeribili.

A ogni pasto, costituito dal piatto unico incui non si devono associare più di tre gusti, sipuò accompagnare il pane (non più di due fet-te al giorno), che dovrà essere asciutto. Un di-scorso a sé merita l’acqua, che dovrà esserepresente a ogni pasto nella misura di un bic-chiere abbondante. Per ritrovare la serenità, ri-lassarsi e digerire bene, è utile bere acqua e in-fusi lontano dai pasti.

CON L’AYURVEDA SI PUO’ VINCERE IL NERVOSISMO A TAVOLA

Il segreto è nella capacità di selezionarecon cura le portate e unire i giusti sapori

La della calma

Sei sempre nervosa? Bastapoco per farti arrabbiare? Forsedovresti cambiare le tue abitudi-ni alimentari. Lo suggeriscel’ayurveda, l’antica filosofia in-diana del benessere (dal sanscritoAyus, vita, e Veda, conoscenza), na-ta seimila anni fa. Secondo l’anticafilosofia ci si può riappropriare del-l’equilibrio psicofisico modificandolo stile di vita.

Il cambiamento può iniziareproprio dall’alimentazione. Perl’ayurveda la dieta è, infatti, un mo-do di ritrovare l’equilibrio e il be-nessere, e andrebbe calibrata a se-conda del carattere di ciascuno.

Ci sono, comunque, dei criteridi base validi in generale per tutti,utili per attenuare nervosismo e ir-ritazione: tutto si fonda su un com-plesso sistema di energie presentinel cibo e nell’universo, sul modo incui queste si associano tra loro e sul-

l’influenza che esercitano sulla per-sona e sull’ambiente.

Aria, terra, acqua, fuoco edetere: forze in equilibrio

Tutto inizia dai cinque elemen-ti che caratterizzano l’intero cosmo.La Terra, che rappresenta la conti-nuità e la stabilità; l’acqua, cioè ilcambiamento; il fuoco, che è la tra-sformazione; l’aria, il dinamismo; el’etere, che simboleggia il suono.Questi elementi si manifestano nelmondo, nell’uomo e negli alimenti,dando origine a tre energie: quelladel sistema nervoso e del movi-mento Vata (composta da etere earia), quella della trasformazionePitta, che è interessata più di ognialtra alla digestione e, quindi, al-l’alimentazione (contiene l’acqua eil fuoco) e l’energia Kapha, che ce-menta gli elementi nel corpo, costi-tuita da acqua e terra.

Nelle persone molto nervose c’è

una presenza eccessiva dell’ele-mento aria, con una preponderanzadi Vata. Per bilanciarla, bisogna au-mentare la presenza di acqua, terrae fuoco, grazie ad alimenti carichidi energia Pitta e Kapha.

Alimenti rilassantiSecondo l’ayurveda, è con i gu-

sti degli alimenti che si intervienesulle energie. I cibi giusti, dunque,vanno scelti in base al sapore che licaratterizza e all’influenza che que-sto esercita sull’umore. Ma è l’equi-librio fra i vari gusti (che compren-dono anche piccante, amaro eastringente) a rilassare la personanervosa che dovrebbe ridurre dra-sticamente il sapore piccante el’astringente. Gli alimenti che han-no carattere equilibrante sono: lasoia gialla, tutti i tipi di germogli, lecarote, le zucchine, il mango dolce,l’uva matura, ma anche pollo, car-damomo, zenzero e curcuma. a.d.

ETERE

ACQUA

TERRA

ARIA

FUOCO

Dieta

Sei categorie tra cui scegliere I sapori “energetici” classificati secondo l’ayurveda non corrispondono sempre al gu-

sto dei cibi che si può apprezzare assaggiandoli. Ecco allora gli alimenti principali di ognigruppo:• Dolce: grano, riso, zucchero, datteri, menta piperita, frutta matura.• Acido: frutta acerba, agrumi, solanacee

(come pomodori, melanzane, patate, peperoni), yogurt, limone, • Salato: sale marino.• Piccante: spezie ed erbe aromatiche, cipolle, ravanelli, peperoncino, aglio.• Amaro: alcune verdure come tarassaco, cicoria, indivia, carciofo, cardo, birra.• Astringente: cavolini di Bruxelles, mirtilli, melagrane, tè, lattuga, banane acerbe.

Come strutturare i menù

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22 m a g g i oduemilaundici viaggi

Curiosità A Miami sono presenti molte etnie ed

è forte l’influenza delle grandi comunità la-tino-americane e caraibiche di lingua spa-gnola e creola. La lingua ufficiale è l’ingle-se americano affiancato dalla linguaspagnola. La moneta è il dollaro america-no e lo strumento di pagamento più utiliz-zato è la carta di credito. Di norma le man-ce per i camerieri sono inserite nellaricevuta fiscale ed incidono per il 15-20% deltotale.

Fuso orario: 5 ore in meno rispetto al-l’Italia. Per i cittadini italiani è necessario ilnuovo passaporto elettronico.

Il mezzo di trasporto pubblico più dif-fuso è il taxi.

Negli anni ‘80, Miami si è trasformatanel più grande punto di transito della co-caina proveniente da Colombia, Bolivia e

Perù. L’industria della droga introdusse mi-liardi di dollari a Miami, ma causò ancheuna rapida escalation del numero di crimi-ni violenti, fino a trasformarla in una dellecittà americane più violente e con un nu-mero di crimini sopra la media. Quel perio-do è ricordato con il nome “Cocaine Cow-boy Era”. In questo scenario fu ambientatala fortunata serie televisiva Miami Vice, cheaveva per protagonisti due agenti infiltra-ti della narcotici della polizia di Miami.

Miami nel 2000 è stata teatro della piùimportante azione legale promossa negliStati Uniti, nella quale migliaia di fumato-ri malati di cancro della Florida ottennero losbalorditivo verdetto di risarcimento di 145miliardi di dollari a danno delle cinque piùgrandi aziende americane produttrici di ta-bacco.

Per molti è la “Capitale delle Americhe”,uno snodo importante dei legami culturali elinguistici tra Nord America, Caraibi e SudAmerica. Per tutti è semplicemente Miami,una città situata sulla costa sud-orientale del-lo stato della Florida, bagnata dalle acquedell’Oceano Atlantico.

La metropoli gode di un clima quasi tro-picale con estati particolarmente piovose edesposte, tra giugno e novembre, al rischiouragani. I mesi invernali sono invece carat-terizzati da una minore piovosità e da tem-perature medie massime intorno a 26°C e mi-nime di 16°C. Durante questa stagionespesso si verificano brusche irruzioni di ariapiù fredda dal nord che, mediamente una odue volte l’anno, possono portare le tempe-rature minime anche sotto i 5°C con massi-me intorno ai 10°C.

Sulla Baia di Biscayne, che si affaccia sul-l’Oceano Atlantico, è collocato il porto diMiami conosciuto come il “Cruise Capital ofthe World” (La capitale mondiale delle cro-ciere), questo per il fatto che qui attraccanole più grandi navi da crociera esistenti. Il por-to è collegato con il centro della città “Dow-ntown Miami” dal ponte chiamato “PortBoulevard”.

Miami è il perfetto mix tra una metropo-

li americana, dove enormi e altissimi palaz-zoni squarciano il cielo, e una località tipica-mente caraibica che sfoggia le sue bellezze lo-cali delle tradizioni cubane. E’ la meta idealeper una vacanza di tutto divertimento: dalloshopping sfrenato alle giornate d’ozio sotto ilbollente sole sulle spiagge o in piscina; alle se-rate vivaci nei tanti ristoranti e locali alla mo-da o romantiche cene a bordo di splendidecrociere notturne per osservare lo sfavilliodelle luci sul mare.

Il turismo è una risorsa di rilievo. Lespiagge di Miami sono note in tutto il mondoper le smisurate distese di sabbia e l’attra-zione principale sono i locali notturni cheanimano il quartiere Art Decòdi South Beach:ideale per gli amanti dell’architettura, è con-siderato uno dei quartieri più glamour delpianeta.

Eleganza, moda, divertimento, mare,spiagge, luci e colori sono gli elementi checaratterizzano questa città che si estende perdiversi chilometri in lunghezza.

Nella trendy e famosissima South Beachtroviamo Lincoln Road. Dagli anni ‘30 aglianni ‘50 via esclusiva per lo shopping di altasartoria, oggi è un’area per il passeggio pe-donale. E’ ricca di negozi aperti fino a tardi,di ristoranti di tutti i gusti e bar. Il Segafredo

Café è probabilmente il localepiù famoso, grazie alla buonamusica e all’ambiente; da LeBon si possono guastare ottimecene a base di pesce e crostacei;per gli amanti del Jazz al VanDyke Café suonano i migliorimusicisti. Non mancano inoltrele gallerie d’arte, i negozi d’ar-redamento e le librerie.

A Miami la moda è semprein primo piano: lo shopping èuno degli elementi più travol-genti che fa di questa striscia disabbia sotto il sole una delle lo-calità più frequentate. In Oce-

an Drive e nel Fashion District su CollinsAvenue si trovano le marche mondiali piùprestigiose.

Coconut Grove, quartiere storico di Mia-mi, è oggi una zona esclusiva e raffinata, ric-ca di negozi, ristoranti e locali.

Aspetto estremamente interessante del-la metropoli della Florida è l’arte contempo-ranea e da quando Miami è sede dell’Art Ba-sel, la mostra più prestigiosa del mondo, dianno in anno è andato crescendo l’amore perl’arte ed il movimento artistico della città cheha dato vita a nuovi musei e gallerie.

Il Miami Seaquarium è senza dubbio unodei parchi acquatici più grandi e famosi delmondo: fra la variopinta fauna spiccano leo-ni di mare, balene, orche giganti, delfini ed al-ligatori.

Meta di rara bellezza e tappa obbligataper immergersi nella natura più affascinan-te e selvaggia, il parco nazionale di Evergla-des: una singolare zona paludosa subtropi-

cale dove vivono molte specie di flora e fau-na. Il parco ha un’estensione molto vasta edè stato dichiarato dall’UNESCO patrimoniomondiale dell’umanità.

Lontana da Miami, ma meta turistica an-noverata nelle escursioni più gradite, è la fa-mosa isola di Key West. E’ l’ultima di una se-rie di isolotti nell’estremo sud della Floridache si raggiunge attraversando una serie diquarantadue ponti, lungo la mitica OverseasHighway che separa il golfo del Messico dal-l’Oceano Atlantico. Irma Mecca

Welcome to MiamiLa metropoli caraibica dove l’estate dura tutto l’anno: sole, spiagge, palme, grattacieli e...tanto divertimento

ALLA SCOPERTA DEGLI USA: LA FLORIDA

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