6Donna #1 102

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Per la copertina si ringrazia: BIAGIO E ANNA BICCARI PARRUCCHIERI via Saseo 13 Foggia SMOKY EYES Occhi in primo piano COSÌ SI FA LO bellezza: personaggio Maria Tirone neo prefetto di Foggia focus Sguardi sulla città originali “selfie” su Foggia mondo bimbi Intelligenza musicale: una dote da scoprire

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Per la copertina si ringrazia: BIAGIO E ANNA

BICCARIPARRUCCHIERI

via Saseo 13FoggiaSMOKY EYESOcchi in primo piano

COSÌ SI FA LO

bellezza:

personaggioMaria Tirone

neo prefetto di Foggia

focusSguardi

sulla cittàoriginali “selfie”

su Foggia

mondo bimbiIntelligenza

musicale:una dote da scoprire

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editoriale

di Maria Grazia Frisaldi

Personaggio del mese4 Maria Tirone,

neo prefetto di Foggia

Foggia notes5 Straordinaria “normalità”:

ecco il “Premio 6Donna”Roberta Liso,regina di “Bake Off Italia”

Focus6 Foggia selfie

La fotografia di “MeglioFoggia”Uno “scatto” per il senso civico

7 Cartoline dalla città:Il punto di vista di influencers,intellettuali, attivisti e sognatori

Politica8 Verso le Regionali 2015

Anna Nuzziello e “l’eredità” di Nichi

9 Mondo bimbiL’importanza dell’intelligenza musicale

Benessere10 Argan, oro verde

Bellezza11 È tempo di Smoky eyes

Salute12 In piscina col pancione

(e anche dopo)

Ambienti13 S.O.S. parco giochi

Sicurezza a portata di bambino

Cucina15 Cristina Bowerman

Storia di una chef stellata

Non c’è nulla di più magico eadrenalinico di un nuovoinizio, sia esso una diversa

fase della vita, un’esperienza checi rimette in gioco o, più sempli-cemente, un’agenda nuova e im-macolata da sfogliare e vivere pa-gina dopo pagina. Così è anche peril numero di gennaio di 6Donna: da-vanti a noi un nuovo anno da af-frontare con rinnovata lena; alle no-stre spalle 12 numeri che hannoscandito il lungo giro di boa che miporta a tagliare il traguardo del mioprimo anno alla direzione del ma-gazine di genere che, per il 2015,ha deciso di aggiungere un nuovotassello alla sua storia di impegno,carta e inchiostro.

Si tratta del “Premio 6Donna”(ne parleremo più diffusamentenella pagina FoggiaNotes), un ri-conoscimento che la nostra reda-zione ha deciso di assegnare aduna perfetta sconosciuta, ovveroun’eroina dei nostri giorni, che si èdistinta per le sue capacità, che for-nisce alla comunità un contributoprezioso, che con altruismo si de-dica al prossimo, nell’ombra. Per-ché la normalità, alle volte, sa es-sere straordinaria. E’ il nostromodo personalissimo per dire“grazie!” alle donne che altrimentiresterebbero nell’anonimato. Lacandidata ideale non occupa posi-zioni di rilievo nella società: po-trebbe essere l’integerrima di-pendente di un’azienda, un’infer-miera che si dedica anima e corpoai suoi pazienti, un’operaia, un’at-tivista che profonde il suo impegnoper una buona causa, una volon-taria che si prende cura dei pove-ri e degli emarginati. Sarà lei la no-stra donna dell’anno.

Un nuovo inizio, è anche quel-lo che si accinge a vivere la Capi-tanata tutta che, in questi giorni, hasalutato il nuovo prefetto di Foggia,Maria Tirone (Personaggio delMese). Intellettuali, influencer, at-tivisti e sognatori della città, poi,hanno contribuito a scattare tanti“selfie” sul momento storico del-la nostra città, punti di vista per-sonalissimi che vanno a compor-re il quadro d’insieme del nostroFocus del Mese. Tutti argomentivestiti a nuovo dai grafici dellaPublicentro che provvederanno alrestyling del nostro magazine, chesi perfezionerà numero dopo nu-mero. Tutto questo insieme alleRubriche degli Esperti e agli ap-profondimenti di Bellezza, Benes-sere e Cultura&Spettacolo. In-somma, come sempre, un nume-ro ricco di spunti di riflessione, perleggere insieme la città e i suoicambiamenti.

Buona lettura!

2 gennaio - duemilaquindici

sommario17 Rubriche

Ginecologa:osteoporosi in menopausaEsperta in nutrizione: sindrome dell’intestino irritabileMedico CAV: curarsi durante l’allattamentoDentista: sindrome delle apnee notturneLogopedista: disturbo di attenzione e iperattivitàConsulente aziendale: leader si nasce o si diventa?Psicologa: le emozioni nel paziente oncologico50&Più Enasco: indennizzo cessata attività

21 Televisione“Promossi Sposi”: vinci il tuo matrimonio

23 Teatro“Poena” d’amore, successo per il Cut FoggiaUn viaggio tra musica e teatro:al Piccolo Teatro è in scena il “Novecento europeo”

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3gennaio - duemilaquindici

“Nel centro di Foggia raccogliamo i pri-mi casi di successo”, spiega la biologa

embriologo Silvia Valletta. “Donne checredevano di essere senza speranza

di maternità e che hanno inveceavuto la gioia di intraprendere il

cammino della gravidanza”. La striscia positiva si at-

testa, per ora, nel44% di ca-si in donne fino ai 38 anni;percentuale che diminui-

sce all’aumentaredell’età. Tra i casi

di successo delcentro FertyGyndi Foggia, adesempio, vi è

quello di unadonna Over40, alla

quale “dopo avertrattato alcuni proble-

mi della cavità endome-triale, è stata praticata una

fecondazione eterologa con do-nazione di ovociti e che ora taglia il

nastro della 12° settimana di gravidanza”.Nel centro di Foggia, infatti, le coppie

possono sottoporsi a numerosi tipi di visite,esami ed indagini approfondite: dalle visiteginecologiche ai monitoraggi follicolari, dal-le consulenze per infertilità, ai tamponi va-ginali e valutazione della riserva ovarica.“Sempre più spesso registriamo remore etimori nell’approcciarsi ad indagini medi-che: tante coppie si affidano all’informazio-ne fai-da-te documentandosi su interneted ignorando le opportunità offerte dallascienza”, precisa. Come quelle che, inve-ce, ha colto in calcio d’angolo una 35ennecon amenorrea - ovvero assenza del cicloda quasi 10 mesi - ma che non aveva il co-raggio di farsi visitare da un ginecologo perindagare sulle cause del fenomeno.

“Sottoposta a visita, la situazione pur-troppo non era delle più rosee: a quell’etàe senza ciclo per un così lungo periodo, in-fatti, rischiava di entrare in menopausa pre-coce. Invece siamo riusciti a riattivare il ci-clo e abbiamo avviato, con successo, ilpercorso per fecondazione omologa (con

gameti maschili e femminili della coppia)”.Benché attivo già da alcuni mesi, il centroFertyGyn non ha ancora una campionatu-ra di casi in grado di fotografare l’incidenzadell’infertilità in terra di Capitanata. “Unapercentuale -spiega il prof. Cerusico - è dif-ficile da stimare. I casi sottoposti alla no-stra attenzione, infatti, si dividevano per il60% tra infertilità femminile e il 40% ma-schile, ma parliamo di donne dall’età avan-

zata, con fertilità limitata ad un 5 - 10%. Dai35 ai 45 anni, infatti, il picco della fertilità ini-zia a scendere inesorabilmente”.Oltre all’etàanagrafica, oggi, sono tanti gli ostacoli chesi frappongono tra le coppie ed il proprio de-siderio di genitorialità. “Innanzitutto ostacolidi tipo sociale e stili di vita che andrebberocorretti. Il sovrappeso, ad esempio, è ungrosso limite per le donne che vogliono ot-tenere una gravidanza. Poi c’è il fumo: noichiediamo a tutti i nostri pazienti di smet-tere”, precisa.

“Quello che abbiamo notato, purtrop-po, è che in materia di fecondazione assi-stita c’è davvero poca informazione e tantaconfusione”, spiega la dott.ssa Antinori.“Soprattutto in merito alla fecondazioneeterologa, che in Italia è possibile e legale:è una possibilità che una donna può conce-dersi per avere un figlio. Una donna che vuo-le diventare mamma può diventarlo con unadonazione di gameti e non c’è nulla di cuivergognarsi perché - conclude- una donnache porterà un bambino in grembo per no-ve mesi è una mamma a tutti gli effetti”.

I casi di studio trattati dai medici del centro FertyGyn, di via Mandara

Sulla strada della maternità

Da sinistra la dott.ssa Valletta, prof. Cerusico, dott.ssa Antinori

Due donne, altrettanti approcci di fecondazione medicalmente assistitaIl prof. Cerusico e la dott.ssa Valletta: “Risultati positivi nel 44% dei casi”

Per la letteratura scientifica sono semplicemente “casi di studio”, per chi li vive - sulla propria pelle, nella propria pancia, tra le proprie braccia - so-no veri e propri “miracoli” della scienza. Cartelle cliniche con nomi, cognomi e speranze che ripercorrono le tappe di nascite tanto cercate, quantodesiderate. In ogni caso, amate.

Nel centro FertyGyn di Foggia, attivo alcuni mesi in via Mandara, si lavora per raggiungere questi risultati. Di “casi di studio”, i medici del centro perl’infertilità della coppia ne hanno visti tanti, per questo il professore Fabrizio Cerusico, ginecologo esperto di fecondazione assistita, e le dottoresse Sil-via Valletta (biologa embriologo) e Monica Antinori (ginecologa e responsabile della P.M.A. del Centro Raprui di Roma) hanno creato una base operativain Capitanata, che opera in tandem con la clinica R.A.P.R.U.I. di Roma. In Puglia, infatti, c’è un alto tasso di infertilità, ma anche tante opzioni ancora da va-gliare per le coppie desiderose di avere un bambino, nonostante ostacoli fisici e anagrafici che sembravano insormontabili.

(con una tappa a Foggia)

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La voce è ferma, il sorriso è rassicurante. Il neo-prefetto di Foggia,Maria Tirone, si è catapultata nella realtà foggiana stretta in un tailleurblu e armata di buoni propositi e grandi speranze. La sua è una figura esi-le ed elegante, ma il suo curriculum racconta - tra le righe - di spalle am-pie e forti con le quali ha saputo affrontare la realtà calabrese (è stato pre-fetto a Crotone), portandone il peso di onori ed oneri; un bagaglio di espe-rienza che - spiega - saprà mettere a frutto in Capitanata.

Le sue prime settimane foggiane sono state intense, scandite da in-contri istituzionali e vertici-chiave (l’ultimo quello sulla sicurezza a SanSevero). In pochissimi giorni ha presieduto tre tavoli di coordinamento eha raccolto tutte le tessere necessarie a comporre il complesso quadrodi problematiche e specificità - sociali, culturali e geografiche - della pro-vincia di Foggia. Nonostante siaancora fresca di nomina, il pre-fetto Tirone ha mostrato di avereben chiaro il polso della situazio-ne.

La sua attenzione è dedicatatutta alla triade giovani, lavoro elegalità (quindi sicurezza). Il racket delle estorsioni si pone come ago del-la bilancia tra la criminalità diffusa e quella organizzata, entrambe pre-senti sul territorio. Il suo insediamento, ne è consapevole, avviene in unmomento delicatissimo per la città, ovvero all’indomani dell’istituzionedell’associazione antiracket di Foggia, un passaggio fondamentale nel pro-cesso di rinascita del territorio, ma che al tempo stesso tocca il nervo sco-perto di una criminalità che, messa spalle al muro, prova ad alzare il tiro.

Nel suo primo incontro con la stampa tocca ogni aspetto, ogni tastodolente della città capoluogo e dei comuni che vi gravitano attorno. Nonoffre “ricette” o soluzioni prêt-à-porter (“Nessuno ha la bacchetta ma-

gica”, sorride) ma indirizzi e strategie di lavoro condivise. In merito allanecessità di una maggiore presenza di forze dell’ordine in città taglia su-bito corto: “Lo Stato c’è. Le forze di polizia in città lavorano tanto e bene.Non si può pensare di risolvere problematiche sociali scrollando tutte leresponsabilità su di loro”. No alle città militarizzate, dunque, ma porteaperte alla collaborazione tra istituzioni, prefettura (momento preventi-

vo) e magistratura (momento repres-sivo). A Foggia porterà l’esperienzamaturata durante il suo precedentemandato. In Calabria - anche quella ter-ra difficile - ha avuto modo di testare irisultati di un lavoro congiunto con il ter-zo settore, una strategia che ha porta-

to risultati positivi in termini economici e in materia di occupazione. “Nonche ogni esperienza sia replicabile o trovi ricadute positive in qualunquecomune. Ma voglio sottolineare che esistono ancora margini su cui la-vorare e attraverso i quali provare a cambiare le cose”.

“Punterò tutto sui giovani affinché vengano formati all’educazione ci-vica, accompagnarli in un cammino di formazione responsabile e criti-ca, di cultura della legalità e di partecipazione. Uno dei grossi rischi oggiè il disimpegno”, puntualizza. “Se non c’è partecipazione – anche solo percontrollare l’operato di quanti hanno responsabilità pubbliche – è diffi-cile costruire qualcosa”.

il personaggio Il neo prefetto di Foggia e le sue strategie d’intervento condivise

Maria Tirone “Lo Stato c’è, ora tocca ai giovani”

“Senza partecipazione non si costruisce nulla”

Per favore, non chiamatela so-lo concessionaria. Perché“City Motors” è qualcosa di

più: è competenza, professionalitàe - soprattutto - passione per il va-sto mondo motori.

Da quasi sei anni, infatti, l’atti-vità che ora ha sede in via MichelePapa, a Foggia, si pone come inso-stituibile intermediario tra gli ac-quirenti e ogni casa automobilisti-cae motociclistica, permettendo achiunque di vedere il proprio sognofatto motore.

Nata dalla grande passione diGiuseppe Padalino e di sua moglieAdriana (in foto), l’attività pluri-marche City Motors è diventata inbreve tempo un valido punto di ri-

ferimento per la Capitanata, con-quistando ampie fette di mercatodi Foggia e provincia. City Motors,che è in grado di consegnare autoe moto in ogni parte d’Italia, segueuna filosofia di vendita alternativa.

Un lavoro quasi artigianale, conacquisti “cuciti” sulle esigenzedi ognuno: i consulenti sono ingrado di ordinare - tramite ca-nali professionali, garantiti econcorrenziali - l’autovetturadesiderata, con qualunque ca-ratteristica o personalizzazionerichiesta, sia dal punto di vistadegli accessori che dei rivesti-menti interni.

“Il rapporto con i clienti non siesaurisce con l’acquisto delmezzo, auto o moto che sia”,puntualizza Adriana. “Chiunqueha effettuato un acquisto CityMotors, infatti, sa di poter con-tare su un pooldi professionistiper risolvere qualunque pro-blema o disbrigo pratica. CityMotors, offre infatti:

• Assistenza nel tempo: dalsemplice tagliando alla sostituzio-ne di uno o più pezzi con l’ausilio diofficine specializzate e garantite

• Servizio di guida all’acqui-sto: un momento interlocutorio incui si raffrontano i desideri dell’ac-

quirente con le effettive necessità epotere economico. In questo mo-do si evitano acquisti “alla cieca” oavventati

• Mezzi a ‘Km 0’, ovvero soloimmatricolati

• Auto aziendali,con un chilo-metraggio irrisorio, che rappre-sentano ottime occasioni d’acqui-sto.

• Finanziamenti agevolati epersonalizzati

Tutto questo ha permesso difare breccia nel cuore di una clien-tela trasversale e variegata: dal-l’operaio al professionista, pene-trando anche nel circuito diappassionati deimotori.

AUTO E VECOLI COMMERCIALI PLURIMARCHE NUOVI E USATI

Foggia • Via M. Papa, 40/42 Tel./Fax [email protected]

Dove siamo

City Motors

L’auto (o la moto) dei sogni è a portata di click

la passione fatta motore

“City Motors - conclude - èanche punto di riferimentocontinuo e valido alleato pertante donne a corto di tempo oprive di una figura maschiledi riferimento cui affidare lagestione della propria auto,per un guasto tecnico o unsemplice tagliando. Affidandosi a noi, infatti, lenostre clienti sanno di poterrisolvere ogni problema inbreve tempo, a prezzi concor-renziali e in tutta serenità”.

Intermediario con tutte le case automobilistiche

4 gennaio - duemilaquindici

A CURA DI MARIA GRAZIA FRISALDI

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gennaio - duemilaquindici

foggia notes

La normalità, alle volte, è straor-dinaria. La quotidianità eclissa l’ecce-zione alla regola, fino a inghiottirel’esemplare. Donne modello passanoinosservate, erose da un sistema chele pretende multitasking.

Hanno voluto l’emancipazione, eche se la tengano. Nessuno oltre lorosa cosa stiano passando e cosa leaspetti a casa. Eppure non hannomancato un giorno di lavoro, non han-no abusato dei loro diritti acquisiti, conabnegazione e spirito di sacrificio sisono dedicate agli altri e non hanno fat-to mai mancare il proprio contributoalla comunità, responsabilmente han-no assolto ai loro compiti anche in con-dizioni non favorevoli. La redazione delmensile 6Donna, l’unico free-magazi-ne di genere in Puglia, dedicato alla fa-miglia, sceglie di premiare una perfettasconosciuta, un’eroina dei nostri gior-ni, che si è distinta per le sue capaci-tà, che fornisce alla comunità un con-tributo prezioso, che con altruismo sidedica al prossimo, nell’ombra.

Requisito indispensabile: non devericoprire alcun incarico dirigenziale oruolo di prestigio. E deve essere fog-giana, o comunque contribuire alla cre-scita della città di Foggia. Chiunque, uncollega, il capo, un amico, un utente,può inviare la candidatura di una don-na speciale, con tutti i riferimenti uti-

li per rintracciarla e la motivazione. La giuria verificherà di persona le

indicazioni pervenute, intervistandochi è a stretto contatto con la candidataed effettuando eventuali sopralluo-ghi. Il premio sarà assegnato, a Fog-gia, nella settimana dell’8 marzo, a ri-dosso della Giornata Internazionaledella Donna, nell’ambito di una sera-ta di riflessione, interventi e perfor-mance al femminile.

L’idea nasce dal desiderio di con-ferire un riconoscimento, dire graziealle donne che altrimenti resterebbe-ro nell’anonimato. La candidata idea-le non occupa posizioni di rilievo nel-la società, dedichiamo già le coperti-ne e la sezione riservata al personag-

gio del mese alle personalità che si di-stinguono in ogni settore. E questa vol-ta vogliamo raccontare una storia alfemminile diversa. Potrebbe essere l’in-tegerrima dipendente di un’azienda,una infermiera che si dedica anima ecorpo ai suoi pazienti, un’operaia,un’attivista che profonde il suo impe-gno per una buona causa, una volon-taria che si prende cura dei poveri e de-gli emarginati. O chiunque operi si-lenziosamente al servizio del prossimo.Sarà lei la donna dell’anno.

Inviate suggerimenti e segnalazionientro il 22 febbraio all’indirizzo [email protected] oppure contatta-te la redazione con un messaggio allapagina di Facebook.

PREMIO 6DONNASarà assegnato nella settimana che abbraccia l’8 marzo. Segnalazioni fino al 22 febbraio

Straordinaria “normalità”

La 22enne Roberta Liso ha trionfato al talent “Bake Off Italia”

“Dolce” RobertaEstro, creatività e tenacia, tutto mescolato ad

un palato sopraffino in materia di Dolci&Co.Sono queste le caratteristiche che hanno per-messo alla foggiana Roberta Liso di imporsi su 16concorrenti provenienti da tutta Italia ed aggiudi-carsi la vittoria della seconda edizione di “Bake OffItalia”, programma dedicato agli amanti dei dol-ci e ai pasticceri amatoriali.

Ventidue anni, un grande senso di apparte-nenza e rispetto per le proprie radici e una lau-rea in Scienze infermieristiche conseguita pres-so l’Università di Foggia col voto finale di 105, Ro-berta ha trionfato alla seconda edizione del talentshow che l’emittente Real Time ha dedicato agliappassionati di bakery: pasticceria amatoriale enon.

“Sono orgogliosa del posto in cui vivo, in cam-pagna, di come vivo e delle passioni che coltivo”,ha spiegato Roberta nel suo breve filmato di pre-sentazione. “Così come sono orgogliosa della cit-tà in cui vivo e di questa passione per la pasticceriache mi ha portato a vivere questa avventura fan-tastica”. Roberta si è imposta su 16 agguerriti con-correnti provenienti da tutta Italia, uniti dalla pas-sione per la pasticceria che alcuni coltivano a li-vello amatoriale e altri invece anche con ambizioniprofessionali. A premiarla, durante la puntata chene ha sancito la vittoria, è stata la conduttrice Be-

nedetta Parodi complimentandosi “per l’estro maal tempo stesso anche per il temperamento”.

Il suo trionfo risale allo scorso novembre (unmese evidentemente memorabile per la studen-tessa foggiana, visto che si è anche laureata) maper ragioni contrattuali legate alla privacy e allatutela del programma stesso (che viene registrato)le poche notizie circolate sono filtrate attraversoil tam-tam dei social network che hanno via viaamplificato il successo di Roberta.

“Una notizia veramente incoraggiante - spie-gano dall’UniFg - che merita i complimenti di tut-ta l’Università di Foggia visto che uno dei suoi stu-denti è riuscito a imporsi in una trasmissione chefa del carattere, della tenacia oltre che del talen-to il suo princìpio ispiratore. In attesa del debut-to del corso di laurea triennale in Scienze ga-stronomiche dell’Università di Foggia, una au-tentica iniezione di fiducia, considerato che - comecommentato dai conduttori del programma (“evi-dentemente all’Università di Foggia hanno buongusto, a giudicare da quello che propone Rober-ta”) - l’Ateneo ha fatto “il pieno” su media e socialnetwork ma stavolta grazie alla cosa a cui i docentiUniFg tengono di più: la vita degli studenti dopola laurea, il loro percorso nel mondo dopo aver la-sciato il nostro Ateneo”.

Angela Dalicco

10 anni di storia,impegno e inchiostro

6Donna è prossimo a festeggiare i suoi primi 10anni di storia, un traguardo non da poco per un pro-getto quale è il nostro, l’unico free-press al femmi-nile “superstite” in Puglia. In questi 10 anni, graziealle firme e alle professionalità che si sono avvi-cendate nel tempo, abbiamo raccontato la città at-traverso le donne che vi operano ogni giorno, conun approccio a fatti e circostanze che fosse femmi-nilema non femminista. Abbiamo raccontato e sco-vato personaggi e tendenze, abbiamo intervistatocentinaia di donne straordinarie per ingegno e talentoo ordinariamente straordinarieper impegno e for-za di volontà, realizzato un centinaio di inchieste econfezionato campagne contro il femminicidio, laviolenza di genere e l’iniquo tetto di cristallo che in-combe sulla testa di tante professioniste, in ognisettore. Il Premio 6Donna costituisce un ulterioretassello di questo impegno, e si inserisce - in mododel tutto naturale - nel solco tracciato in questi an-ni di lavoro.

“Incoronata” da Benedetta Parodi, su Real Time EditorePublicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.

Direttore ResponsabileMaria Grazia Frisaldi

Direzione commercialeAngela Dalicco

In redazioneDalila CampanileIrma MeccaMariangela Mariani

Rubrichedott.ssa Tiziana Celestedott.ssa Dora Cucumazzidott.ssa Anna Leporedott.ssa Valentina La Ricciadott.ssa Ilenia Palmieridott.ssa Paola Telesedott.ssa Floredana Arnòdott.ssa Ines PanessaArch Nicoletta Ingelido

RedazioneFoggiaVia Tressanti, I trav. (vill. Artig.)Tel. 0881.56.33.95 - Fax [email protected] internetwww.6donna.com

Impaginazione e stampaPublicentro Graphic

Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia

n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

Roberta Liso e Benedetta Parodi

5

0881.563395

Requisito indispensabile: non deve ricoprire incarichi dirigenziali o ruoli di prestigio

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gennaio - duemilaquindici

focus

Foggia selfie…La foto più bella arriva dal cielo

Il Gargano visto dallo spazio grazie a S. Cristoforetti

“Se oggi l’Europa facesse un selfie, che immagine verrebbe fuori? Mostrerebbe il volto del-la noia”. L’efficace espressione 3.0 è del Premier Matteo Renzi, pronunciata a Strasburgo nelsuo discorso di apertura del semestre europeo. E se fosse Foggia a farsi un autoscatto? Non vale sorridere accanto alla statua del viaggiato-re nel piazzale della stazione. La domanda non evoca solo le diapositive della fontana del Se-le ghiacciata l’ultimo dell’anno, della città in abito bianco, delle luminarie sgargianti o delGiordano tutto imbellettato per la prima. A mettere a fuoco il panorama sono influencers, in-

tellettuali, attivisti e sognatori che hanno consegnato una riflessione, più social del solito(proprio come un post in bacheca). C’è una realtà in controluce, ma c’è soprattutto la speran-za. Una delle ultime immagini probabilmente più affascinanti della città è stata scattata a di-cembre, in orbita, da una donna, Samantha Cristoforetti, la prima italiana sulla Stazione Spa-ziale Internazionale. E no, non era un selfiema il più bel saluto a Foggia dall’altra metà del cielo.E forse è vero - come dice una canzone - “che per essere capaci di vedere cosa siamo dobbia-mo allontanarci e poi guardarci da lontano”.

Il time-lapse di MeglioFoggia ri-percorre dieci anni a rotta di collo finoal nero. Il 2013, l’ultimo della serie,è l’annus horribilis. Si contano 6.071imprese cessate e la qualità della vitafa registrare il dato peggiore. Scor-rono visi sempre più rugosi: la po-polazione over 65 aumenta del 17%,i giovani tra i 25 e i 34 anni se ne van-no (-20%). L’andamento dell’indica-tore della sicurezza, manco a dirlo,nell’ultimo biennio considerato calavertiginosamente. L’istantanea del-l’Osservatorio sulla Qualità della Vitaconfronta 163 indicatori in undiciaree tematiche. Il report è stato cu-rato da Michele Mazzone, esperto distatistica che se ne occupa dal lon-tano 1998, uno dei superstiti dellaprecedente esperienza ormai archi-viata (a capo dell’associazione c’eraLanfranco Tavasci). MeglioFoggiaconserva il nome ma non è più lastessa. Ha un nuovo direttivo a co-minciare dal presidente: è una don-na, Licia Centola, economista e im-prenditrice nel settore dell’agricol-tura.

Qual è la fotografia scattata dal-l’indagine?

Purtroppo non è una bella foto-grafia, perché parecchi degli indica-tori hanno fatto registrare risultati intendenza negativa. Soprattutto ri-spetto all’anno 2010, che in diversi set-tori evidenziava il picco migliore, nel-l’anno 2013 si è registrato il picco piùbasso per quanto riguarda il lavoro,la sicurezza, la salute, con qualcherara eccezione. Purtroppo, pensoche stiamo scontando gli effetti del-la crisi, esplosa nel 2008. Noi viviamoin una zona meno recettiva ai cam-biamenti che avvengono in ambitoeconomico, perché la nostra non èun’economia dinamica. E allora, cosìcome non abbiamo un beneficio im-mediato nei periodi di boom, in tem-po di crisi il peggioramento emergemolto lentamente. Ci sono diversi in-dicatori che ci fanno pensare e spe-rare che si sia raggiunto il fondo e chequando si andranno ad esaminare idati del 2014, soprattutto in determi-nati settori che riguardano la quali-tà della vita, ci dovrebbero esseremaggiori riscontri positivi.

Al di là dei dati statistici che co-nosceremo solo con la prossima in-dagine, dal 2014 qual è la tendenza?

In un certo senso, stiamo ini-ziando a vedere dei miglioramenti inalcuni ambiti, per esempio in quelloculturale. Dobbiamo tener presenteche ha riaperto il teatro e ci sono tan-te esperienze positive: il Cerchio diGesso, il Teatro dei Limoni, la Picco-la compagnia impertinente, una se-rie di attività culturali, più stagioni tea-trali e Musica Civica. Devo dire cheforse questo è l’ambito in cui vedo laprima e più grossa riscossa da par-te della nostra città. Da cittadinafoggiana, sono orgogliosa di pensa-re di poter usufruire di questa bel-la offerta culturale. Per la primavolta, ho fatto l’abbonamento siaalla prima che alla secondastagione di prosa del Giordano,per Musica Civica, ho vistoche ci sono altri sei spet-tacoli di prosa al Teatrodel Fuoco, e poi c’è ilMoody Cafè che fa deljazz di altissimo livello.C’è stato proprio un ri-

sveglio. Anche l’area tematica am-biente dovrebbe migliorare se si riu-scirà finalmente a organizzare laraccolta differenziata porta a portache ci ha promesso da tanto tempol’Amiu. Piano piano Foggia dovrebbeavere a disposizione maggiori fondi,avendo avuto accesso al salva città,e quindi dovrebbe avere maggiori ri-sorse da destinare alla manutenzio-ne delle strade. Insomma, secondome, per merito magari anche dei sa-crifici che sono stati fatti finora, for-se a partire dal 2014 potremo inizia-re a vedere un po’ di luce. Io ho si-curamente un’impressione positiva.

Rispetto alle politiche del welfa-re che interessano particolarmen-

te le donne, i servizi alla famigliaper esempio, qual è il quadro at-tuale?

È un po’ presto per dirlo, per-ché per quanto riguarda i ser-vizi alla famiglia siamo inattesa di vedere che cosafarà questa nuova ammini-strazione nel campo dellepolitiche sociali. Il fatto che

ci sia una donna come as-

sessore al ramo dovrebbe far sì checi sia da parte sua una maggiore sen-sibilità a quelle che sono le esigen-ze delle donne, almeno questo èquello che mi auguro.

Pensa ci sia la possibilità, in fu-turo, di fermare la fuga dei giovani?

Me lo auguro, perché ho dei figlianch’io, e vorrei che tornassero unavolta esaurito il ciclo di studi. Forseuna delle opportunità è rappresen-tata dall’e-commerce e dal fatto chegrazie a internet e alle nuove possi-bilità di comunicazione si possa tor-nare a stare anche in luoghi perife-rici, lontano da quelli che sono icentri nevralgici dell’economia e del-lo sviluppo, considerato che le di-stanze attraverso questi mezzi siaccorciano.

Se Foggia si facesse un selfie, al-lora, quale aggettivo le attribuirebbe?

Possiamo solo dire: aspettiamofiduciosi. È già qualcosa che ci sianodegli spiragli che ci fanno intravede-re una luce in fondo al tunnel.

Mariangela Mariani

DI LUANA SALVATORE

È una iniziativa un po’ bizzarra, ma mol-to musicale e mi piace proprio per questo. E’stata proposta da una mia carissima amica,Giovanna Russo, che lavora tutto l’anno in gi-ro per il Mondo, come cantante sulle navida crociera. Noi forse ci siamo un po’ trop-po abituati ad una Foggia “in declino”, alloscenario delle strade malandate, delle stri-sce pedonali inesistenti, dei cestini e bido-ni dei rifiuti distrutti e lo scempio delle di-scariche a cielo aperto... si chiudono gliocchi e si sopporta per spirito di sopravvi-venza, ma chi abita fuori sede le differenzele nota, soprattutto se magari vive all’este-ro.

Giovanna voleva chiedere alla cittadi-nanza attiva di farsi portavoce e “promuovere

il senso civico” attraverso un flashmob: far-si fotografare nell’attraversare le striscepedonali, esattamente come iBeatles nella copertina del lorofamosissimo album “Abbey Ro-ad” (con le dovute precauzioni disorta, facendo attenzione ad at-traversare con il semaforo pe-donale verde ed in assoluta si-curezza). Così, abbiamo decisodi far partire l’iniziativa attra-verso RioCarnival, che essendouna testata musicale poteva veicolare ilmessaggio anche in altre città e magari sti-molare qualche altro artista o musicista adaderire all’iniziativa e promuoverla a suavolta. È esattamente quello che stiamo fa-cendo anche noi. In questo momento lei sitrova alle isole Seychelles e ha già inviato

altre foto. Foggia è un po’ pigra sotto questopunto di vista e va spronata.

Abbiamo chiesto al sindacoLandella - il primo ad aver accet-tato di farsi la foto - ed alla sua giun-ta, nonché ai consiglieri comunali dipartecipare al flashmob. Il proget-to ha già avuto il patrocinio moraledel Comune, alcune scuole hannomanifestato interesse a partecipa-re con gli alunni e Giovanna ha da-to la sua disponibilità ad esibirsi in

un concerto in piazza quando tornerà adaprile a casa. Perché Foggia possa essere piùpropositiva, anche con iniziative come que-sta e magari guardare al futuro con po’ piùdi speranza e di ottimismo. Il futuro è nellenostre mani, proviamo a renderlo miglio-re. Anche con un piccolo selfie.

MeglioFoggia vede la luce: la riscossa parte dalla culturaI dati dell’Osservatorio qualità della vita e l’ottimismo di Licia Centola

Come i Beatles: l’iniziativa di Giovanna Russo, veicolata tramite RioCarnival

Uno “scatto” per il senso civico

Licia Centola

Luana Salvatore

Giovanna Russo

6

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7gennaio - duemilaquindici

focus

gennaio - duemilaquindici

I RAGAZZI DI MPAQuello che vediamo è una città che tende la mano, stanca a volte de-

pressa, ma che non ha mai perso la speranza e la voglia di futuro. Di passatoce n’è tanto, ma è arrivato il momento di guardare avanti con occhi nuovi. C’èbisogno di un po’ di stupore! Chi ha avuto la possibilità di vivere una serata diMangia Prega Ama sa di quello di cui parliamo, basta poco per immergersi insguardi pieni di speranza di giovani che non vogliono pensare la loro vita lon-tana da qui, di talenti che vorrebbero esprimere il loro valore su una terra ric-ca di potenzialità inespresse. La vita non chiede amici su Facebook che nonincontriamo mai o selfie che mascherano i nostri stati interiori, ma verità.Quella verità che genera la vera bellezza di noi stessi, non costruita; siamo co-sì come siamo e non siamo per niente sbagliati, anzi siamo il meglio, siamo noi.E con la verità il lamento muore, perché non trova alimento, e allora sì che sipuò far festa. Coltiviamo nei nostri cuori sogni di bellezza per la Capitanata, eci stiamo impegnando lasciando cadere nei solchi delle nostre vite semi come“Va Zapp” per coltivare sogni. Perché, in fondo, il futuro è di chi ha ilcoraggio di sognarlo con un pizzico di pazzia.

DI GIANNI PELLEGRINI

Da pochi mesi io e la mia famiglia abbiamo la-sciato Foggia, per motivi di lavoro e personali. Cre-

do che Foggia abbia un unico grandeproblema: la non-consapevolezza di

moltissimi foggiani delle condizioni di-sperate in cui versa la città. E non miriferisco all’aspetto esteriore, chepure sarebbe sintomatico. Un gior-

no di circa un annetto fa ero inmacchina, in fila, semaforo rosso,

e con me c’era mio figlio

primo-genito,

8 anni. Davanti a noi,ferma, altra auto, altro

papà, altro bambino. Ad untratto si apre il finestrino di

quest’altra auto,il papà sporgeun braccio fuoridall’auto, svuotail posacenerestracolmo, ri-mette tutto inmacchina e,scattato il verde,riparte. Sono ri-masto allibito,non sapevo cosadire a mio figlio. Foggia è una tragica incoscienza.

Il non voler percepire marciapiede, stra-da, aiuole, e tutto il resto come “mio per-ché di tutti”, “di tutti perché mio”. È per

questo che la delinquenza, vero cancro della cit-tà, è ormai strutturata e potentissima: “il pro-blema non è mio” stop. Ecco perché nella can-zone “Luatamille”, canzone di protesta e amo-re per Foggia, ho scritto, tra l’altro: “vita di sten-ti / guglie di latta / Foggia somiglia ad un amo-re che non scatta”.

“Una tragica incoscienza”

DI DANIELA MARCONE

Io amo la mia città, questo è un fatto noto, e per questo sono rimasta pur po-tendo andare via. Negli ultimi anni ho imparato ad essere impietosa, a guarda-re Foggia con occhi ben aperti, senza velature sentimentali, questo non per ci-nismo ma per capire cosa proporre per migliorare la vivibilità in essa.

Oggi vedo una città che ascolta, molto più rispetto al passato. Una città chevuole alzare la testa. Durante le festività natalizie molti di noi hanno scattato fo-tografie della città addobbata a festa, con la magia delle luci natalizie che la av-volgevano dolcemente. Quelle fotografie, a mio parere, esprimono un bisogno pro-fondo di tornare a credere di poter vivere bene a Foggia. Non dimentichiamo chenei mesi precedenti avevamo vissuto paura e sconforto causati dalle deflagra-zioni delle bombe. La città ci era parsa buia, pericolosa, quasi nemica. Tanti di noisi sono detti che forse sarebbe stato meglio andare via. Poi le luci del Natale han-no modificato la visuale. Ora le luci sono spente ma non la speranza del cam-biamento. La speranza che dobbiamo avere non è quella forma passiva di atte-sa che accada l’impossibile, bensì un modo di essere cittadini vigili e partecipi.

Se fotografassimo Foggia oggi, vedremmo anche che la giunta comuna-le ha adottato la delibera “trasparenza a costo zero” proposta da Libera, un in-sieme di misure per garantire un’amministrazione libera dalla corruzione.Essere cittadini partecipi vuol dire prendersi il tempo di leggere l’attività del-l’amministrazione, per garantire l’intera comunità. Il nostro sguardo deve es-sere uno sguardo d’amore, che non perda però la consapevolezza delle bom-be. Questo sguardo ci accompagnerà nel cambiamento e tra qualche tempo,fotografando di nuovo Foggia, sono convinta che vedremo una città più lumi-nosa nonostante non sia più Natale.

Il cantautore (emigrato): Foggia “somiglia ad un amore che non scatta”

Cartoline dalla Città

Influencers, intellettuali,attivisti e sognatori a confronto:quattro diversi punti di vista

DI PIERLUIGI BEVILACQUA

Una sera, mentre mi incamminavo verso l’isolapedonale per assistere ad una rappresentazione diteatro danza, frutto di un laboratorio di qualche gior-no, sono passato dinanzi al Teatro Giordano. Sullafacciata, bianca e maestosa, veniva proiettato un vi-deo mapping: una serie di immagini del maestro Um-berto Giordano, alcune delle sue partiture e, con-temporaneamente, veniva trasmesso un passaggiodell’opera “Fedora”.

Il mio selfie2014 parte dall’immagine della gen-te che si raduna lì davanti, probabilmente senza sa-pere bene di cosa si trattasse, ma attratta da qual-cosa.

Per quanto la riapertura del Teatro Giordano ab-bia fatto dimenticare a molti dei politici locali che og-gi si affannano a fregiarsi dei meriti per quel teatrosimbolo della città, il grande lavoro svolto dalle pic-cole e validissime compagnie del territorio durantei sette anni di buio (durante i quali hanno garantito

spettacoli, cultura e ottimo teatro), vedere la gente at-tratta dalla bellezzaha significato molto, simbolica-mente.

Senza bellezza, senza rinascita culturale, nonc’è progresso né idea di futuro.

Nella bellezza c’è il futuroAttore e regista teatrale, ha fondato la Piccola compagnia impertinente

Mangia, Prega, Ama. E soprattutto sogna

E’ la referente provinciale di Libera

7

Ripartire dallo stupore

Accendete la speranza

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La sua Regione Puglia dovrebbe avere piùcuore che burocrazia. Non per altro, la dote cheforse apprezza di più del Presidente è l’uma-nità. Da cinque anni Anna Nuzziello (in foto) èl’unica donna foggiana in Consiglio Regionale.Eletta con La Puglia per Vendola, ha lavoratoall’istituzione del Garante dei detenuti e di quel-lo dei minori, e da ultimo alla propo-sta di un garante per le persone condifficoltà. Il suo cavallo di battaglia so-no le Zone franche urbane: grazie alsuo intervento piccole e medie im-prese hanno potuto beneficiare di unrisparmio su Irpef e imposte per qua-si cinque anni. Nel suo bilancio, oltreallo sguardo tipicamente femminile,c’è la sensibilità di chi ha dedicato unavita al sociale. Non risparmia frec-ciatine ai colleghi che cercano le luci della ribalta.Si guarda indietro, con la consiliatura agli sgoc-cioli, prima di un vorticoso gioco delle sedie: nerimarranno solo 50, venti in meno. Sempre piùdifficile.

Che tipo di regione lascia il presidente Ni-chi Vendola?

Una regione che finora non conosceva nes-suno. Adesso anche all’estero ci conoscono,per il turismo, l’agricoltura, per tutto quello cheè stato fatto in tanti anni di governo. Stimo mol-to il governatore Vendola, e ricordo ancoraquella piazza nel 2005, anche se io non sonostata eletta allora. Rappresentava un fenome-no di innovazione, culturale e di metodo. Credoche lui abbia dato il massimo per quello chepoteva fare, anche dal punto di vista umano.

La sanità ha rappresentato forse la que-stione più spinosa e complessa. Secondo lei laRegione è andata nella direzione giusta?

Il discorso della sanità va considerato a li-vello nazionale, non riguarda solo la RegionePuglia. Anche altre regioni hanno avuto un pro-blema molto serio con la sanità. Il rispetto del

paziente è essenziale ma non dobbiamo di-menticare che parliamo di economia, e che icosti per la sanità incidono nel bilancio in unamaniera incredibile. La gente probabilmentenon lo sa. Quando uno Stato non riesce a ga-rantire il welfare, il benessere comune, vuol di-re che tutte le belle teorie che si fanno non han-

no pertinenza logica sul pianoeconomico. La matematica non èun’opinione. Oggi vogliono fare tut-ti i bravi e belli: è facile scendere inpiazza e alzare la bandiera. Onlus,associazioni cooperative, si sonosostituite allo Stato per i doveri cuidovrebbe assolvere. Occorre cam-biare il metodo per il welfare. Non cisarà un mago, poi se c’è me lo fac-cia conoscere.

In questi anni si è trovata mai in difficoltàrispetto al suo ruolo in maggioranza per le que-stioni attinenti alla Capitanata?

Probabilmente essere eletti a volte è mol-to facile, entrare nei meandri dei palazzi percercare di poter collaborare diventa veramen-te difficile. A volte mi sento impotente nel nonpoter risolvere le questioni. Per me quello chesfugge di mano un po’ a tutti è la grande po-vertà che c’è intorno a noi. Ho lottato e lotto an-cora oggi per le persone che veramente hannobisogno. Se tanti anni fa scendevo in piazza conle bandiere s’immagini in Consiglio.

Un tema su tutti, il Gino Lisa. Sul Gino Lisa sinceramente non mi sono

mai voluta esprimere perché lì forse si peccain termini di ottimizzazione, di dialogo, di ri-sorse. È come le Zone franche urbane: comemai sono state lì per tanti anni sul tavolo a gia-cere? Erano state fatte nel 2001, quando go-vernavano altri. Come mai io inizio a lavorarcisu, vado a Roma, faccio incontri, cerco il dialo-go, e nel 2014, dopo oltre dieci anni, vengonoapprovate? Forse perché qualcuno non ha sa-

puto leggere?Forse perchéqualcuno non siprende la briga diandare a fare ilsuo lavoro invecedi fare vetrina?

Ritiene che voiconsiglieri regio-nali della Capita-nata siate riuscitia fare squadra inquesti anni per lequestioni crucialiche riguardano ilterritorio?

Io sono diquesto avviso: bi-sogna lavoraresulle materie dipropria competenza, bisogna fare squadraquando c’è la necessità di farlo, su fatti reali e chenon siano solo spotper campagne elet-torali. Laddove c’eral’impegno di tutti iconsiglieri, e nonc’entra niente il co-lore politico, è chiaroche ai colleghi hodato sempre la miadisponibilità. L’im-portante è che non cisia altro fine che ilbene comune.

Rispetto all’ere-dità cosa si può mi-gliorare nella regione del futuro?

C’è sempre da migliorare. Viviamo in unmomento di grave difficoltà, dei giovani che nonhanno lavoro, di gente che non può mettere ilpiatto a tavola. Sono figlia di operaio e sto vi-

vendo momenti veramente allucinanti del pas-sato. In questi anni ho fatto tante leggi e credoche tanta gente non sappia neanche che le ab-

biamo fatteperché si parlasempre dellecose negative,e diventa com-plicato quandopure le abbia-mo fatte e chideve applicarlenon le sa inter-pretare. Lad-dove ritenevoche ci fosseuna normativafatta bene non

mi andava di alzare il dito semplicemente perprendere voti da chi è debole. Bisogna cam-biare il metodo culturale: può essere una Pu-glia con una marcia in più, ma che metta al cen-tro il cittadino, non l’utente.

8 gennaio - duemilaquindici

politica

L’eredità di NichiIn via Capruzzi, a Bari, serve “più cuore, meno burocrazia”

Il bilancio di Anna Nuzziello, l’unica donna foggiana in Regione

Nel suo bilancio, oltre allo sguardo

tipicamente femminile, c’è la sensibilità di chi ha

dedicato una vita al sociale

A CURA DI MARIANGELA MARIANI

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9gennaio - duemilaquindici

mondo bimbi

IntelligenzaMUSICALE

Gli stimoli sonori sviluppano il cervellonella sua interezza

A CURA DEL MAESTRO CARMEN BATTIANTE

E’concezione comune nel nostro tempo che la musica costituiscanella vita dell’uomo una sorta di “abbellimento optionale”; la scien-za, invece, dimostra quanto la musica sia determinante nello sviluppo

mentale, corporeo e spirituale, offrendo al bambino un potenziale d’intelli-genza, un’emotività e una plasticità di movimento che altrimenti non po-trebbero essere raggiunti.

C’è da chiedersi perché la musica sia lo strumento formativo per ec-cellenza più efficace rispetto qualsiasi altra disciplina. Il motivo è davantiagli occhi di tutti: non esiste popolo, anche il più primitivo, che non abbia unasua musica. La spiegazione è in ciò che afferma l’antropologo John Blacking:

la musica non è qualcosa che l’uomo acquisisce a contatto con l’am-biente, ma è nel suo DNA sin dal concepimento. In sintesi l’uomo

“è” musica.Erroneamente, si pensa che studiare uno strumento

musicale sia finalizzato alla professione, come se studia-re il linguaggio abbia come unico obiettivo il creare poeti e laconoscenza delle regole matematiche sia necessaria perdiventare scienziati. Invece studi scientifici dimostrano chela musica è l’attività più completa per lo sviluppo del cer-velloin ogni sua sezione. Ciò vuol dire che la musica aiutal’operaio, l’avvocato, il medico a sviluppare maggiormen-te aree cerebrali fondamentali nella propria attività.

Per troppo tempo l’immagine che ci si è fatti del bam-bino corrispondeva ad un “esserino” protetto quasi come in

uno scrigno, isolato da ogni contatto col mondo esterno. Ta-le visione del mondo ha cominciato a modificarsi a partire dal-

lo sviluppo di strumenti e tecniche avanzate che hanno consenti-to di osservare come il bambino, ed ancor prima il feto, mette in atto

una serie di attività fisiche e psichiche, se sollecitato da stimoli percettivie sonori. Da alcuni decenni l’etologia, l’embriologia e la neurologia infantileci hanno permesso di stabilire che i processi che presiedono all’audizione,così come quelli che mettono in moto il linguaggio, sono in atto molto pri-ma della nascita e che la facoltà di ascolto, rappresenta il primo fattore diorganizzazione della vita dell’uomo.

L’orecchio non è limitato all’organo che noi conosciamo abitualmen-te: “ascoltare” significa mettere in gioco tutto il sistema nervoso attraver-so il quale è possibile assicurare una comunicazione del tutto internoconil tutto esterno. Quindi la fretta con cui il feto (già a partire dal quarto me-se) sviluppa l’orecchio sta proprio nella necessità naturale che l’essere

umano ha di poter ascoltare e quindi crescere, evolversi, comunicare conil mondo esterno.

Numerosi neurologi, pediatri, biologi e psicologi sono giunti alla con-clusione che la fase prenatale e la primissima infanzia sono caratterizzateda una serie di periodi nevralgici, durante i quali si registra un picco nellaformazione di connessioni sinaptiche. La natura fornisce al bambino (dai 18mesi fino ai 9 anni) una quantità sovrabbondante di cellule per realizzarequeste connessioni: se le cellule preposte non realizzano tali connessioni, que-ste vengono perse e non potranno più essere recuperate, riducendo le op-portunità di apprendimento del bambino nelle tappe fondamentali del suosviluppo.

Analogamente, se al bambino non viene data l’opportunità di elabora-re un proprio vocabolario d’ascolto musicale, le cellule preposte allo svilup-po del senso dell’udito saranno, nella migliore delle ipotesi, dirottate versoun altro sistema sensoriale.

Tutti gli uomini vengono dotati sin da prima della nascita di ben sette in-telligenze, tra queste, tutte tra loro collegate, vi è anche l’intelligenza musi-cale. Quindi tutti hanno un livello di attitudine in tutti gli ambiti. Ciò vuol significareche la differenza nello sviluppo delle diverse intelligenze sta nella stimola-zione proveniente dall’ambiente. Anche colui che è al di sopra della mediain un ambiente scarsamente ricco di stimolazioni può perdere il patrimoniodi cui è dotato. E cosa ancora più grave è che ciò che si perde nei primi 9 an-ni di vita, secondo questi studi, non potrà essere più recuperato.

Si aggiunga a tutto questo la pratica strumentale. Un musicista per suo-nare attiva contemporaneamente tantissime parti del cervello: la visiva, leg-gendo uno spartito e guardando lo strumento, un’area adibita alla decodi-fica del codice musicale, differenziato però tra le due mani, la motoria, perarticolare differentemente tutte le dita, per controllare ogni altra parte del cor-

po da utilizzare per suonare, op-pure per muovere le labbra percantare, per respirare, ma c’èanche l’area uditiva per ascol-

tare una base, ad esempio, e can-tare, per verificare che ciò che sista eseguendo sia corretto. A ciòsi aggiungano le zone talamiche

responsabili dell’attivazione di sta-ti emotivi e l’area di Wernicke de-putata all’interpretazione cogni-

tiva dei suoni. Insomma imparareuno strumento significa

rendere il proprio cer-vello davvero molto

plastico.

Come la musicacambia la vita,

a partire da quella

in utero

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benessere

10 gennaio - duemilaquindici

A CURA DEL DOTT. D’ALESSANDRO

Anticamente, per le sue proprietà medi-cinali ed alimentari, veniva consideratoun prodotto benedetto da Dio e fu per

questo chiamato “oro verde”. E’ il nome concui i berberi, gli abitanti del nord-africa, chia-mavano l’olio di Argan. Ottenuto dai frutti del-l’albero di Argania Spinosa, per ottenerne 1 li-tro ci vogliono 100 chilogrammi di frutto e 12 oredi lavoro. Se prendiamo anche in considera-zione che quest’albero cresce soltanto in Ma-rocco e in un’area dell’Algeria, quindi una zo-na di produzione abbastanza limitata, capiamol’elevato costo di questo prezioso prodotto.

L’olio di Argan nasce dalla spremitura afreddo dei frutti della pianta di Argan, è di faci-le assorbimento e non lascia tracce di unto. E’molto utile per il ringiovanimento cutaneo,contiene il doppio di vitamina E rispetto all’oliodi oliva, e agisce da antiossidante per la pelle,per cui il suo utilizzo riduce drasticamente laformazione delle rughe. Usato dopo il bagnoo la doccia nutre la pelle del corpo; applicatosulle labbra evita che queste possano screpo-larsi a causa dell’eccessivo freddo. Se poi loaddizioniamo al sale allora otteniamo un pro-dotto che può essere utilizzato per fare il pee-linge quindi eliminare le cellule morte.

Le donne incinte utilizzando regolarmen-te questo prodotto possono ridurre o even-tualmente prevenire le smagliature che soli-tamente appaiono sulla superficie della pellein questo periodo. Per le sue meravigliose vir-tù idratanti può dare notevoli benefici ancheper le placche psoriasiche o per le allergie chescatenano i sintomi dell’eczema.

Oltre che sulla pelle del corpo l’olio di Ar-gan può essere applicato anche sul cuoio ca-pelluto, distribuendolo ciocca per ciocca, man-tenendo le radici dei capelli idratate e protette.In questo caso va tenuto sui capelli per un’orae poi si può procedere con il solito lavaggio.Alimentando le fibre capillari conferisce ai ca-pelli brillantezza e flessibilità combattendo ledoppie punte e l’inaridimento.

Oltre che pelle e capelli lo possiamo ap-plicare anche sulle unghie, rendendole piùmorbide e resistenti. Utilizzando l’olio di Ar-gan ci renderemo conto che è un idratante me-raviglioso, la sua efficacia è nettamente su-periore a moltissime creme idratanti. Oltreche per le proprietà cosmetiche, può essereimpiegato anche per curare ferite e lesioniavendo proprietà antimicrobiche. Ecco, quin-di, i mille usi e proprietà di quello che viene de-finito “Oro verde”.

oro verdeUso cosmetico e curativo

ARGAN

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11gennaio - duemilaquindici

Le prime a sfoggiarlo furono ledonne egizie. Oggi è tornato al-la ribalta grazie alle passerelle.

In realtà, lo‘Smoky Eyes’ - letteral-mente occhi fumosi - non è mai pas-sato di moda. E’ considerato emble-ma di un trucco sofisticato, in grado diconferire un seducente mistero allosguardo. Se non correttamente ese-guito rischia invece di conferire al vol-to una allure da vampira, sicura-mente poco glamour e indicata perla quotidianità.

I segreti di questa tecnica ce li ha svelatiAnna Biccari, titolare del salone ‘Biagio eAnna Biccari Parrucchieri’: “Per comin-

ciare usate la polvere di riso perproteggere l’occhio dai

granelli del-

l’ombretto che vienesuccessivamente fissato -spiega la make up arist - poi conuna matita tratteggiate la palpe-bra mobile; la matita andrà sfu-mata con un pennello a puntastretta”. Gli ombretti per lo SmokyEyes devono essere in polvere eopachi: procurateveli nei colori delnero, grigio chiaro e grigio scuro

per le sfumature; non dimenticate un ombrettocolor crema per il punto luce finale. “L’ombretto ne-ro andrà applicato nella parte più bassa della pal-pebra, sulla parte più esterna invece applichere-te un ombretto grigio scuro - continua AnnaBiccari, che nei prossimi mesi sarà anche la pro-tagonista della rubrica “Make Up Artist by Anna

Biccari e Francesco Molinaro” su Telefoggia -mentre l’ombretto grigio chiaro andrà appli-cato nel rientro dell’occhio e tutto intorno al-la palpebra mobile”. Per l’applicazione fina-le usate un pennello morbido medio.

Completate il trucco con il punto luce sull’ar-cata sopraccigliare per un effetto naturale ma in-trigante. Dalila Campanile

è tempo di

Ombretti opachi in polvere per ungioco di fascino e sfumature: da sempre, emblema di untrucco sofisticato edenso di mistero

Sfoggialo con i consigli della make up artist Anna Biccari

Allora partecipa a “Fotomodelladell’Anno Puglia”, il concorso di av-viamento professionale per fotomo-delle e indossatrici. Il salone “Biagioe Anna Biccari Parrucchieri” è losponsor ufficiale: il primo casting peraspiranti modelle si svolgerà dome-nica 8 febbraio presso il salone deiconiugi Biccari in via Saseo, 13. Lapartecipazione è gratuita: il concor-so offre concreti sbocchi professio-nali nel mondo dello spettacolo gra-zie alla partecipazione dell’agenzia“FreeStyle Diva Managment”. AnnaBiccari, affiancata dal manager Giu-seppe Caggeggi, sarà la coordinatri-ce di zona per Foggia. Sono aperteanche le iscrizioni per il “Corso diPortamento” per le aspiranti model-le e indossatrici: tra le materie di in-segnamento anche lezioni di truccoimpartite dalla stessa Anna Biccari.

Per info: 3911389737

Sogni una carriera nel mondo dello spettacolo?

Intrigante e seducente: Smoky Eyes

bellezza

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12 gennaio - duemilaquindici

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13gennaio - duemilaquindici

saluteA CURA DELLA DOTT.SSAMARIA NAICHE MARAUCCIOSTETRICAPRELEVATRICE PRESSO ILLABORATORIOANALISI CLINICHE “S.RITA.”TEL. 328.7717798

In PISCINAcol pancione

I corsi di acquaticità come strumento di prevenzione:come mantenere il corpo sanodurante la gravidanza

Il moto favorisce il benessere psicologico

La gravidanza ed il parto sono tragli eventi più profondi della vitadi una donna in quanto compor-

tano cambiamenti a tutti i livelli: fisico,fisiologico, emotivo, relazionale, co-gnitivo ma anche sociale ed economi-co. Cambiamenti totalizzanti che por-tano la donna ad affrontareun’importante tappa evolutiva dellapropria vita, comportando una parti-colare apertura verso la vita ma an-che una naturale regressione, un sen-so di perdita e stress che portano adattivare potenzialità e risorse sia in-terne che esterne alla coppia.

Apertura con emozioni ambiva-lenti: che vanno dall’euforia fino al pa-nico; naturale regressione perché inuno stato di così totale apertura è fa-cile rimescolare memorie ed espe-rienze del passato più o meno elabo-rate. Tuttavia nonostante lagravidanza sia un percorso fisiologi-co, i cambiamenti fisici che avvengo-no sono i più incredibili che il corpopossa affrontare. Molti di essi (produ-zione di particolari ormoni, modifica-zioni del sistema muscolo-scheletri-co, del sistema cardio-circolatorio e

di quello metabolico) influenzano lostato fisico, le cui alterazioni più evi-denti sono la postura, il peso, l’equi-librio, la flessibilità ed il tono musco-lare.

Per questo l’EBM (Evidence Ba-sed Medicine) ha classificato il movi-mento in gravidanza di primaria im-portanza, quindi da incoraggiareattivamente. E’ stato dimostrato cheil movimento in gravidanza riduce isintomi somatici (ansia ed insonnia)e promuove un buon livello di benes-sere psicologico; riduce in modo si-gnificativo l’intensità dei mal di schie-na ed il rischio di diabete gestazionale;aumenta il tono muscolare e migliorale competenze di gestione del trava-glio (riducendo il tempo del travaglioe la percezione dolorosa), con conse-guente riduzione del numero di donneche partoriscono ricorrendo a tagliocesareo . Se ai benefici del movimen-to aggiungiamo quelli dell’acqua vie-ne fuori un connubio perfetto, in quan-to l’acquaticità in gravidanza agevolail rilassamento (che facilita il riposonotturno) e migliora la circolazionesanguigna, rendendo più elastici i tes-

suti e favorendo il contatto con la nuo-va vita che sta crescendo.

In particolar modo i benefici delmovimento in acqua sono: aumentodel rilascio di endorfine; sostegno delpeso corporeo con conseguente ridu-zione della pressione sulle articola-zioni; distensione delle catene mu-scolari; ridistribuzione dei liquidicorporei; aumento della diuresi fino a4 ore dopo la lezione; miglioramentodel ritorno venoso; riduzione del-l’edema agli arti inferiori; migliora-mento del tono cardiovascolare e del-la capacità respiratoria. Per questo,quello che propongo nel “mio” corsodi Acquaticità non è nuoto o solo gin-nastica, ma soprattutto un momen-to in cui incontrare altre donne chestanno vivendo la stessa esperienzaed un modo per divulgare suggeri-menti per vivere al meglio la gravi-danza ed il parto. Nel post-parto, pernon interrompere il rapporto creato-si nei mesi precedenti, per affrontaremeglio l’arrivo del neonato e per tor-nare alla forma fisica pre-gravidicaavranno inizio i corsi di acquaticità perle neo-mamme.

(e dopo)

Nessuno può toglierci il sor-riso, nemmeno la pauradel dentista: basta affidar-

si ai professionisti dello studio ‘Den-tal Solutions’ di Piazza SiniscalcoCeci, a Foggia. Situato nel centrostorico della città, lo studio odon-toiatrico annovera tra i suoi punti diforza la sinergia tra professionalità,le attrezzature all’avanguardia e lachirurgia specialistica e indolore.

Nella struttura, infatti, operanootto specialisti: ognuno è compe-tente in una determinata brancaodontoiatrica. Presso la Dental So-lutions il paziente, può contare sul-la garanzia del lavoro d’equipe, ba-sato su confronti tra professionistidel settore. In studio, inoltre, sono presenti tre medici specializzati nellacura odontoiatrica dei bambinicome il pedodontista,l’ortodontista e lo gnatologo, specialista nella cura del disfunzionamento mandibolare.L’implantologia dentale mira nonsolo a ripristinare le funzioni ma-sticatorie della bocca, ma anche amigliorare l’estetica del sorriso (co-lore e forma), migliorare la foneti-ca e il compito masticatorio di ognisingolo dente per una digestione ealimentazione corretta.Staff medico competente e prepa-rato alla riabilitazione funzionale edestetica

NELLA STESSA SEDUTA, perdare il massimo comfort ed effi-cienza al paziente.

L’implantologia dentale è adat-ta a tutte l’età, il paziente vieneseguito prima dell’interventoeffettuando un check-up com-pleto dello stato di salute, dovevengono valutati i valori del-l’osso e pianificato l’intervento;e in seguito vengono effettualicontrolli periodici, anche a la-voro ultimato in quanto un’ac-

curata igiene e esami scrupolosipossono garantire un lavoro dura-turo.

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SERVIZIO NAVETTAPer agevolare i pazienti anzia-

ni o con difficoltà di movimento èstato inaugurato un nuovo servizio.Si tratta del “Servizio Navetta” messo gra-tuitamente a disposizione di quanti ne faranno richiesta. Unautista e un mezzo della Dental Solutions garantiranno ilservizio navetta per il percorso casa-studio e studio-casa. Siail mezzo messo a disposizione (una Toyota IQ) che l’autista sa-ranno immediatamente riconoscibili, per affidarsi alla Den-tal Solutions in tutta sicurezza.

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gennaio - duemilaquindici14

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• Indagine alimentare con rilevazione dei gusti edelle abitudini

• BIA (valutazione della composizione corporea)

• Piani alimentari su misura• Diet coaching

DIETISTA E NUTRIZIONISTA

◗ FOGGIA,c.so del Mezzogiorno, 8/b

◗ ORTA NOVA,interno c.so matteotti, 31(Residence Torraco)

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◗ obesità e sovrappeso◗ malattie metaboliche e del

ricambio (es. dislipidemie,diabete, gotta, ecc),

◗ ipertensione arteriosa, ◗ ipercolesterolemia, ◗ malattie cardiovascolari, ◗ magrezza e disturbi del

comportamento alimentare, ◗ programmi alimentari per

sportivi ed atleti, ◗ diete per bambini

ed adolescenti, ◗ per gravidanza

ed allattamento, ◗ per allergie ed intolleranze

alimentari.

Elaboro diete per:

15gennaio - duemilaquindici

Ricette d’amore è il suo film preferito. Enon potrebbe essere altrimenti. Ma nonè algida quanto la protagonista, anche

lei cuoca professionista. Tutt’altro. Sbarazzi-na, nelle calze a righe e con una rasatura ver-de petrolio, Cristina Bowerman di punto in bian-co ha mollato una promettente carriera daavvocato e ha cambiato vita. Da chef.

Con una laurea in tasca della Culinary Aca-demy di Austin, in Texas, è tornata in Italia perdiventare una star. Nel2010 è stata l’unica don-na italiana dell’anno de-corata con la Stella Mi-chelin. A dispetto delcognome, quello dell’exmarito col quale è rima-sta in ottimi rapporti e alquale ha chiesto dimantenerlo per non su-bire discriminazioni inAmerica - avrebberopensato che fosse unamessicana che avevavarcato il confine - è originaria di Cerignola.Non nomina spesso la sua città, ma è in cima al-le sue dieci regole per osare: “Ricordati da do-ve vieni”.

E i luoghi dove è nata e cresciuta sono unagrande fonte di ispirazione, insieme alla suafamiglia. “Sono una di quelle persone che nonavrebbe dovuto essere qui, che ha sconfittoqualsiasi tipo di pregiudizio ci sia nell’Italia mo-derna. Quando sono ritornata ho trovato deigiovani sfiancati, degli adulti ormai rassegna-ti. C’è una specie di rassegnazione di fondo chemolto spesso è oggettivamente vera, altre vol-te invece è utilizzata come una sorta di giusti-ficazione alla propria inettitudine o passività.Io sono andata via, sono ritornata, ho un co-gnome straniero (quindi avrebbero potutoodiarmi nella cucina italiana), non conoscevoassolutamente le personalità che venivano acenare e tutt’oggi vengono a cenare da me, da-gli attori ai politici, sono donna e ho un risto-rante assolutamente diverso rispetto alla tra-

dizione francese o alla trattoria romana, e fac-cio una cucina che non è italiana. Quindi in re-altà sarei dovuta scomparire esattamente seimesi dopo aver iniziato. Eppure, ora mi ritrovoad essere probabilmente una delle chef più invista in Italia, a dover essere una leader nei con-fronti delle donne che decidono di intrapren-dere questa carriera, ad aver scritto un libro, ea guidare la cucina di due ristoranti”.

Si divide tra il Glass Hostaria, a Trasteve-re, e Romeo chef&baker. Dorme poche ore anotte. Vita e lavoro sono la stessa cosa, si trat-ta solo di cercare un equilibrio, e lo ha trovato.È una stakanovista da sempre, anche nella suavita precedente, quella di avvocato, che non rin-nega. “Ho studiato Lingue straniere e poi Giu-risprudenza. Sono cresciuta in una famigliamedio-alta borghese, quindi in realtà la laureaera quasi necessaria, tanto è vero che prima diintraprendere la carriera di professionista cuo-

co ho dovuto aspettareche aprisse un’univer-sità di arti culinarie,perché nella mia testanon potevo essere al-tro che una professio-nista. Molti pensanoche io ad un certo pun-to abbia cambiato me-stiere perché non mipiaceva quello che fa-cevo prima. E inveceno. A me è piaciuto tut-to quello che ho fatto”.

La folgorazione culinaria è arrivata men-tre era ai fornelli. “Era tanto tempo che ci pen-savo. Comunque è successo una sera mentrestavo cucinando. Ero a casa da sola e pensavo:nella mia vita ci vuole qualcosa. Penso sempreche l’autostimolazione sia una delle cose piùimportanti sin da piccoli. Dobbiamo doman-darci cos’è che ci rende felici, cosa vogliamo fa-re, qual è il nostro sogno”. Sta tutto lì, secondolei, il segreto del suo successo. “Il mio vecchiolavoro mi piaceva, certo, però non avevo più ilmordente di una volta. Guadagnavo bene, ave-vo una bella carriera avviata ma mi sono dettache dovevo provarci. Proprio come quando misono trasferita negli Stati Uniti: ho pensato “senon lo faccio ora non lo faccio più”. Altrimentiavrei rischiato di guardarmi indietro a 50 anni echiedermi perché non lo avevo fatto”.

Nel suo decalogo ci sono i tre ingredientiper farsi valere contro gli stereotipi della don-na in cucina: grinta, determinazione e allena-mento. Quanto basta per azzerare le differen-

Lei ha osato davvero in cucina: di punto in bianco ha cambiato vita

ze di genere in cucina. Uno dei suoi piatti preferitiparla foggiano: gli gnocchi assoluti di cime dirapa. “Li condisco esattamente come farem-mo noi: si fanno con le alici, il pan grattato e conle foglie fritte di cime di rapa e quando le man-gio sembra di mangiare le nostre”. Nel suo li-bro “Da Cerignola a San Francisco e ritorno. Lamia vita da chef controcorrente” sono raccolteanche 35 ricette, riportate sul sito cristinabo-werman.com con tutti gli step fotografici. “Iounisco culture, non ingredienti”: è questa la sua

filosofia in cucina. “Spero che almeno una per-sona, una giovane cuoca un giorno si alzi, leg-ga questo libro e pensi: se ce l’ha fatta lei ce laposso fare pure io”. Sembra quel “libro di cuci-na anche per la vita, con tutte le ricette che tidicono come affrontarla nel modo giusto” checercava la protagonista di “Sapori e dissapo-ri”, remake del suo film preferito. Memorabilela risposta dello psicanalista: “Sono le ricette cheuno si inventa che funzionano meglio”.

Mariangela Mariani

cucinaÈ originaria di Cerignola: “Io unisco culture, non ingredienti”

“Stelle” da chefCristina Bowerman:estro e creativitàsono il segretodel suo successo

Cristina Bowerman (foto FB)

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16 gennaio - duemilaquindici

Le normative europee UNI EN 1176 eUNI EN 1177 prevedono i requisiti necessa-ri per la sicurezza delle attrezzature per iparchi gioco ed i rivestimenti delle superfi-ci delle aree gioco. E’ quindi opportuno, infase di progettazione di un parco giochi, te-nere conto di almeno due presupposti fon-damentali:• che i giochi siano omologati e conformi al-

la norma europea EN1176, e fa riferimentoal sistema di fissag-gio degli elementi, al-la riverniciatura e altrattamento delle su-perfici, alla lubrifica-zione dei giunti, allapulizia, alla rimozio-

ne di vetri rotti o altri detriti o contaminan-ti;

• che la superficie, ovvero la pavimentazio-ne, dove verranno installati i giochi sia con-

forme alla norma europea EN1177 che indica i requisiti peri rivestimenti di superfici diaree da gioco ad assorbi-mento d’impatto. E’ indi-spensabile che la pavimen-tazione dell’area d’impattoabbia specifiche caratteristiche antitrau-ma di assorbimento d’urto come prato,corteccia di legno, sabbia, ghiaietta, oppu-re mattonella in fibre di gomma e poliure-tano sempre accuratamente mantenuti;

Inoltre per i consumatori, i genitori, gli in-segnanti, gli educatori è importante sapereche• tra un’attrezzatura e un’altra devono essere

rispettate distanze minime per permette-re al bambino di muoversi senza pericolo;

• tutte le attrezzature dotate di superfici ele-vate, come le piattaforme o le rampe, de-vono essere dotate di adeguate sponde diprotezione;

• non ci devonoessere punti, an-goli taglienti eparti di legnoscheggiate sullasuperficie del-l’attrezzatura;

• nell’area adibita al gioco non ci devono es-sere corpi estranei come rocce, radici dipiante, o cemento delle stesse fondazionidelle attrezzature.

La norma UNI EN 1176-1177 - messa apunto dai fabbricanti di attrezzature, pro-gettisti, acquirenti, gestori di spazi pubbli-ci/privati e rappresentanti dei consumatori– in caso di contestazioni o incidenti può co-stituire un valido riferimento per verificare laconformità delle attrezzature e quindi re-sponsabilità. Il nostro auspicio è quindi quel-lo di vivere ore serene all’aria aperta con inostri bambini in aree gioco che siano dav-vero sicure.

ambienti S.O.S. Parco Giochi

Una guida per genitori, educatori e consumatori per godere momenti gioco e relax in luoghi sicuri

DI NICOLETTAINGELIDO

ARCHITETTOicurezzaL’area giochi pubblica è,

per i bambini, il primo esempioche la città è di tutti e che, senon si corrono pericoli, il giocoè un grandioso strumento dicrescita nonché il primo esem-pio per i cittadini di domani dicome si cura un bene comune.

Piste di pattinaggio, cam-petti per giocare a calcio, a ba-sket o a pallavolo, piste per cor-rere o andare in bicicletta,piccole giostre girevoli in ferrocorredate da scivoli e assi oscil-lanti: è tutto ciò che si può tro-vare in un parco giochi.

Queste piccole oasi di ver-de attrezzate consentono aibambini di giocare in libertà eai genitori di concedersi un po’di relax su una panchina?

Purtroppo no, non c’è dastare tranquilli. Lo stato di fat-to dei parchi gioco della nostra

città non è del tutto rassicu-rante né per i genitori né per ibambini che spesso sono a ri-schio cadute, urti e contusioni.

I pericoli principali nei par-chi gioco derivano dalle attrez-zature che, nella maggior par-te dei casi, sono installate noncorrettamente oppure abban-donate a sé stesse e prive di unaseria manutenzione.

Nei par-chi gioco, poi,basta verifi-care che lepiste ciclabi-li e le stradi-ne internesono comepiste del“Camel Trophy”. La scarsa el’inadeguata illuminazione nonconsentono poi l’utilizzo nelleore serali.

GUIDA ALLA NORMATIVA

a portata di bimboS

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L’osteoporosi è una patologiache si caratterizza per un gra-

duale indebolimento della robu-stezza ossea e si accompagnaalla comparsa di fratture provocatedalla fragilità ossea. Nella donnaanziana vi sono fattori aggiuntiviche contribuiscono significativa-mente all’aumentata frequenzadi frattura, quali le cadute associatea scarse reazioni protettive.

L’osteoporosi postmenopau-sale si definisce di Tipo1, è asso-ciata alla ridotta secrezione diestrogeni e colpisce il 5-29% del-le donne dopo la menopausa. Laperdita ossea, molto accelerata nelperiodo perimenopausale, puòraggiungere una perdita del 5%della massa ossea totale all’anno.Le fratture vertebrali rappresen-tano la situazione clinica più co-mune in questi casi.

Il Tipo2 corrisponde all’osteo-porosi senile. Può colpire entrambii sessi dopo i 70 anni di età ed in-teressa fino al 6% della popola-zione anziana. Le fratture posso-no interessare non solo la colon-na vertebrale, ma anche le ossalunghe, il bacino e altre sedi. Il rias-sorbimento dell’osso è particolar-

mente evidente nelle donne subi-to dopo la menopausa, ma l’osteo-porosi si sviluppa con maggioreprobabilità quando il picco di mas-sa ossea, raggiunto entro i primi20-25 anni di vita, non è ottimale.

Si è osservato che esiste un li-vello di densità ossea sopra ilquale non si verificano fratture esotto il quale invece l’incidenza dieventi fratturativi aumenta pro-gressivamente.

Questo valore di massa osseaviene denominato “soglia di frat-tura”. Determinare e conoscere ivalori che precedono la “soglia difrattura” è l’obiettivo essenziale perindirizzare verso l’utilizzo di tera-pie che riducono il riassorbimen-to di calcio dalle ossa, ritardandoe talora, impedendo il raggiungi-mento della soglia stessa. Una vol-ta raggiunto e superato il valore li-

mite, le terapie che riducono ilriassorbimento non saranno piùsufficienti e diventerà necessariaanche l’applicazione di misureche stimolino la formazione diosso.

Ecco la ragione per cui, oltrealla prevenzione secondaria (os-sia diagnosi precoce), apparefondamentale la prevenzione pri-maria dell’osteoporosi, che do-vrebbe attuarsi fin dall’infanziacon stili di vita ed alimentari cor-retti.

Ci sono condizioni a più altorischio di malattia (quali assun-zione di cortisonici, menopausaprecoce, predisposizione geneti-ca e/o precedenti fratture non do-vute a ‘traumi efficienti’), che ri-chiedono di iniziare le indagini pri-ma dei 65 anni.

La massa ossea può esserevalutata con metodiche non in-vasive (densitometria ossea) ap-plicabili sia in fase di prevenzio-ne, sia per monitorare l’effetto diuna eventuale terapia. Inoltre,esiste una serie di dosaggi bio-chimici su plasma e urine ingrado di fornire informazioni sul-la velocità del turnover osseo.

rubriche rubriche rubriche rubriche rubriche 17gennaio - duemilaquindici

Vengono assunti praticamen-te tutti i giorni dal nostro or-ganismo e fanno parte della

nostra alimentazione, ma moltinon sanno che in quantità elevatedistruggono silenziosamente lanostra salute. Zucchero, sale, fari-na e latte sono i 4 killer bianchi con-siderati veleni. Lo studio della nu-trizionista Benedetta Soldano diPisa spiega cosa comportano.

Il cloruro di sodio, cioè il co-mune sale da cucina, è già presentein modo naturale in diversi cibi. Do-vremmo assumere 1 kg di sale al-l’anno, ma in realtà ne assumiamoben 10 kg. Questo perché è so-vrabbondante in moltissimi ali-menti confezionati, come snack,fritti e patatine. L’assunzione ec-cessiva e duratura provoca pres-sione alta, cattiva digestione, in-sonnia, tic nervosi, stanchezza cro-nica, perdita di calcio nelle ossa.

Lo zucchero: nessun adultoha bisogno di assumere zuccheroextra per la propria alimentazione,ma la verità è che fin da piccoli sia-mo abituati ad associare lo zuc-chero alla felicità. Alimenti ricchi dizucchero innescano un processoche produce insulina, che affaticamoltissimo l’organismo e generasenso di affaticamento, ridotta ca-pacità di concentrazione, poca lu-cidità mentale, stanchezza cronica,picchi e cali repentini di energia du-rante la giornata e nel lungo pe-riodo la possibilità del diabete. At-tenzione anche ad aspartame, al-tamente tossico per la nostra sa-lute. Meglio adoperare miele, ste-via oppure zucchero di canna per-ché non raffinato con sostanzechimiche.

La farina bianca rappresenta ilterzo veleno, insieme a tutti glialimenti che la contengono: nel no-stro organismo forma una massaglutinosa che causa sonnolenza ecostipazione. Sarebbe meglio as-sumere prodotti integrali che con-tengono grandi quantità di vitami-ne e proteine e soddisfano il nostroappetito.

Infine il latte: superati i due annid’età, nel nostro organismo si ri-duce l’attività del ‘lattasi’, un enzi-ma che permette l’assimilazionedel latte: nell’età adulta questoenzima è praticamente inesisten-te. Tutto sfocia in un’intolleranzagrave che può generare gonfiori, ir-ritazione del tratto intestinale, co-liche e allergie.

Irma Mecca

in poche parole

Velenibianchi

GINECOLOGA DI TIZIANA CELESTEPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.563326

Fragilità e indebolimento osseo

La sindrome dell’intestino irritabi-le o IBS (Irritable Bowel Syndro-

me) è considerata una patologia fun-zionale, ossia una patologia nellaquale non è presente un danno d’or-gano, ma nella quale si ha un’ano-malia funzionale del colon che portacome conseguenza a tutta una seriedi disturbi come: dolore addomina-le, gonfiore, flatulenza, alvo irregola-re (stipsi, diarrea o loro alternanza), va-riazioni nella consistenza delle feci,stimolo urgente, sensazione di eva-cuazione incompleta; è possibile ri-scontrare anche sintomi extrainte-stinali come mal di testa eastenia.

La sindrome dell’in-testino irritabile è croni-ca ed è caratterizzata daun’alternanza di fasi consintomatologia acuta efasi di quiescenza; la pato-logia ha decorso benigno e, ge-neralmente, non comporta com-promissione delle condizionigenerali. Si stima che l’IBS colpiscacirca il 10-20% della popolazione, conuna prevalenza che raggiunge il suopicco tra i 30 e i 50 anni e che interes-sa principalmente la popolazionefemminile, che è colpita in misura

doppia rispetto a quella maschile.Nonostante l’IBS sia il disturbo fun-zionale gastrointestinale più studia-to, non sono ancora note le cause chelo determinano, inoltre, è difficile siada diagnosticare sia da curare, poi-ché non sono attualmente disponi-bili cure specifiche.

Si pensa che alla base nell’in-sorgenza della malattia ci sia un’al-terazione della motilità intestinale euna ipersensibilità viscerale, cioè chei soggetti con intestino irritabile ab-biano dei recettori di sensibilità vi-

scerale moltonumerosi e conuna soglia di

attivazionepiù bassa ri-spetto al

normale; po-trebbe avere

un ruolo impor-tante anche un’al-

terazione del micro-ambiente intestinale.

Recenti studi, inoltre, ipotizzano che,in circa un terzo dei pazienti che nesoffrono, questa sindrome possa es-sere stata causata da un’infezione ga-strointestinale acuta. Per alleviare idisturbi può essere prescritta una te-

rapia farmacologia, in ogni ca-so, poiché questa non può es-sere seguita per periodi pro-lungati, è importante adottaredelle abitudini alimentari e unostile di vita tali da tenere sottocontrollo la sintomatologia e che pos-sano essere mantenuti nel tempo.

Prestando attenzione alla dietaè possibile avere un regresso dei sin-tomi. Purtroppo gli alimenti che de-terminano un peggioramento dei di-sturbi non sono comuni a tutti ipazienti, per cui, per poterli indivi-duare, è necessario eseguire un la-voro di eliminazione e reinserimentodalla dieta che permetta di stabilire icibi che effettivamente determinanola loro comparsa. Tra gli alimentimaggiormente a rischio troviamo:latte, fritture, dolcificanti (sorbitolo,maltitolo, fruttosio, ecc.), frutta sec-ca, cavoli, carciofi, legumi, spezie, caf-fè e bevande contenenti caffeina, al-colici e bibite gassate.

Una dieta bilanciata, con un con-tenuto fisso di fibre e di liquidi, puòessere utile per alleviare i sintomi poi-ché favorisce la regolarizzazione deltransito intestinale, inoltre la fibracontribuisce al riequilibrio della florabatterica intestinale fungendo da nu-

trimento per i cosiddetti “batteri buo-ni”. Anche l’assunzione di probioticie prebiotici può essere d’aiuto a chisoffre di sindrome dell’intestino irri-tabile. I probiotici sono microrgani-smi vivi e vitali che possono ridurre lafermentazione e quindi la produzionedi gas intestinale, inoltre aiutano lanormalizzazione della flora microbi-ca intestinale.

I prebiotici sono, invece, ingre-dienti alimentari diversi, tra i quali ifruttoligosaccaridi, che sono fer-mentati dai batteri intestinali crean-do condizioni ambientali favorevoliallo sviluppo della microflora benefi-ca, e ostili per lo sviluppo di batteripatogeni.Per favorire la motilità in-testinale è consigliabile, inoltre, farepasti leggeri, poco abbondanti e fre-quenti, introdurre adeguate quantitàdi acqua (1,5-2 litri) per migliorare laconsistenza delle feci, mangiare len-tamente. Anche una moderata e re-golare attività fisica può contribuireall’attenuazione dei sintomi.

Una dieta bilanciata aiuta ad alleviare i sintomi

Colpisce il 10-20% della popolazione

Stile di vita protettivo: aiuta a man-tenere in salute il corpo in generale, os-sa comprese, prevenendo le complica-zioni delle scheletro tipiche degli annid’argento. Sono tre i capisaldi del viveresano: non fumare (anticipa la menopau-sa e amplifica i disturbi connessi), man-tenere una attività fisica regolare e adot-tare una alimentazione corretta chefavorisca il mantenimento del peso e lasalute dell’osso.

Dieta contro l’osteoporosi: consu-mare alimenti ricchi di calcio e vitaminaD, fondamentali per prevenire e com-battere l’osteoporosi. La nostra dieta èspesso povera di calcio: secondo quantoraccomandato dagli esperti, per favori-re il raggiungimento dei livelli consigliatisulla tavola dovremmo privilegiare for-maggi a lunga e media stagionatura, le-gumi, pesce azzurro, frutta secca e lattefresco. Per un migliore assorbimento delcalcio, non esagerare con proteine, ali-menti integrali o ricchi di fibre e ridurreil consumo di sale (fa aumentare l’elimi-nazione del calcio con l’urina).Anche l’ac-qua contribuisce alla copertura del fab-bisogno quotidiano di questo preziosominerale. Privilegiate, quindi, le acquecon contenuto di calcio superiore ai 300mg/lt.

Osteoporosi in menopausaLA PREVENZIONE PRIMARIA PREVEDE:Tra prevenzione e difesa: cosa c’è da sapere

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Sindrome dell’intestino irritabile

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18 gennaio - duemilaquindici

Le feste natalizie sono volte or-mai al termine ma le tempe-rature rigide soprattutto ad

alta quota permettono qualchegita sulla la neve per la gioia digrandi e piccini. Il portale di Geni-tori.it ci offre alcune risposte alletante domande che si pongono lefuture e neo mamme. Sicura-mente andare in montagna con ipiccoli va bene, ma occorrono al-cune accortezze. E’ ovviamenteda rimandare la gita in cima aimonti per i giovanissimi affetti damalattie virali respiratorie che in-correrebbero inutilmente in rischigravissimi, mentre per tutti i nuo-vi nati, prima del compimento del-l’anno di età, è bene che i genitorinon commettano l’imprudenza diportarli sopra ai 2500 mt. A quotemolto elevate, infatti, è facile che larespirazione sia differente ma inmolti meno sanno che le perma-nenze durature a questi livelli au-mentano notevolmente il rischiodelle morti in culla, detta SIDS.

Se proprio ci fosse la necessi-tà di soffermarsi ad una tale alti-tudine, caso molto raro, è fonda-mentale contattare il pediatra pertempo.

Per i bimbi un pochino piùgrandi, sotto i 10 anni circa, il pro-blema più diffuso appena arrivatiin montagna, riscontrabile entro le12 ore dall’arrivo, è un malesseregenerale del piccolo: mal di testa,nausea, insonnia e irritabilità. Ilmetodo migliore per prevenire ilmalessere è una salita graduale elenta dando così il tempo neces-sario ai piccoli per ambientarsi.

Inoltre, se si vuole raggiunge-re un’altitudine superiore ai 2500metri, è necessario non salire piùdi 300 metri al giorno, prendendosiun giorno di pausa per le quote su-periori ai mille metri.

Per quanto riguarda le futuremamme, soprattutto quelle chehanno superato la ventesima set-timana, la montagna non è certa-mente il posto ideale dove passa-re il tempo. Per prima cosa per unfattore del tutto organizzativo:spesso gli ospedali circostantisono difficilmente raggiungibili enon attrezzati particolarmente perquesti casi.

In secondo luogo perché lemedicine legate al malessere del-la montagna possono essere mol-to nocive soprattutto nelle prime edultime settimane di gestazione,le più esposte a rischio di aborto.

Irma Mecca

in poche parole

Gite adalta quota

rubriche rubriche rubriche rubriche rubriche

Ifarmaci sono sicuramente un grande aiuto e permettono di risolvere, oquasi, i malanni fisici, ma sappiamo anche di quanto possano essere no-

civi. Abbiamo già parlato dei farmaci che possono essere usati in gra-vidanza, di quanti miti e poca conoscenza ci sia al riguardo e dellapaura che subentra quando bisogna assumere necessariamente unmedicinale. Ora - guardando oltre la gravidanza - inizia quella fa-se meravigliosa nella vita di una donna che rinsaldail legame instaurato durante la gravidanza e che pro-segue con l’allattamento.

Anche in questa fase, però, sorgono dubbi e in-certezze quando, per una esigenza di salute, si è co-

strette ad assumere determinati farmaci. Infatti, in rela-zione a ciò, riceviamo tante consulenze al Cav - l Centro anti-

veleni, tutte incentrate sulla possibile assunzione difarmaci. L’invito, ovviamente, è sempre quello dirivolgersi al proprio medico curante, che sapràconsigliarvi per il meglio, oppure presso il Cav, chepuò supportarvi come già avviene; ad ogni mo-do, ecco di seguito alcuni esempi di farmaci, trai più comuni, da evitare, da utilizzare con caute-

la (ossia sotto stretto controllo medico) o - se necessario– da prendere con maggiore tranquillità.

Curarsi durante l’allattamentoQuando i medicinali fanno male al bambino

Nella letteratura scientifica, si de-finisce Obstructive Sleep Apnea

Syndrome(OSAS), ovvero Sindromedelle apnee ostruttive del sonno, cheimpedisce il normale flusso di ariaverso i polmoni quando si dorme.

I pazienti adulti che soffrono ditale sindrome sono solitamente per-sone che presentano alterazionicranio-facciali le quali possonocomportare un restringimento del-le vie aeree, patologie otorinolarin-goiatriche che impediscono unabuona respirazione nasale (come ladeviazione del setto), alterazioni deitessuti molli perifaringei e peritra-cheali (ad esempio, con macroglos-sia, con rinofaringe stretto) od obe-sità.

Invece, i bambini che soffrono diOSAS sono magri, possono presen-tare ritardi di crescita e ipersonniadiurna o, al contrario, iperattività.Cerchiamo di capire come si svilup-pa tale sindrome: noi inspiriamo dalnaso ma anche dalla bocca; l’ariapassa quindi attraverso la faringe,la trachea e i bronchi per giungereagli alveoli polmonari.

Le nostre vie aeree sono comedei tubi: se ostruiti, l’aria non passa,configurando lo stato di apnea, e lecellule del nostro organismo inizia-no a soffrire a causa della carenza diossigeno.

L’evento può essere riconosciu-to dai conviventi del paziente, chepossono avvertire i rumori tipici delrussamento interrotti da brevi mo-menti di silenzio in cui il respiro si ar-resta.

In queste condizioni i muscolirespiratori si affaticano per cercaredi far passare l’aria, alterando laqualità del sonno e quindi anche laqualità della vita diurna (sonnolen-za, colpi di sonno, deficitdell’atten-zione, scarsa concentrazione, stan-chezza, irritabilità, cefalea,depressione).

Inoltre, durante le apnee, i livel-li di ossigeno nel sangue si abbas-sano rapidamente e il sistema car-diovascolare cerca di compensare

aumentando la pressione sangui-gna e l’attività cardiaca: ciò potrebbecomportare eventuali aritmie. Inconseguenza di questo stato apnoi-co, durante la notte si possono veri-ficare microrisvegli: si tratta dellareazione del nostro organismo chepercepisce una situazione di peri-colo, cioè l’anossia, e si attiva per ri-stabilire l’equilibrio.

Il numero di eventi di apnea oipopnea all’ora per notte definisce lagravità della sindrome: se è inferio-re a 5 si parla di russamento sem-plice; quando è compreso tra 5 e 15si tratta di OSAS lieve, tra 16 e 30 diOSAS moderata, quando supera i 30eventi si tratta di casi gravi.

La diagnosi si basa innanzituttosulla raccolta dei dati anamnesticima anche sul grande aiuto dei con-viventi del paziente e su indaginistrumentali come la fibroendosco-pia delle vie aeree superiori e la po-lisonnografia.

La terapia si attua su diversifronti e dipende dalla gravità dellacondizione: è previsto il calo ponde-rale se il paziente è sovrappeso odobeso, la riduzione dell’assunzione

di sostanze con azione miorilassan-te (es. alcolici, benzodiazepine, bar-biturici) o l’abbandono della posi-zione supina di notte. Inoltre, per icasi di OSAS di grado lieve o mode-rato, si possono impiegare appa-recchi ortodontici mobili confezio-nati su prescrizione del medico delsonno e dell’odontoiatra: essi ser-vono a mantenere la lingua in posi-zione avanzata, evitando che collas-si posteriormente sui tessuti mollie allargando lo spazio aereo poste-riore.

Per i casi moderati e severi diOSAS, invece, è indicata la CPAP(continuous positive airway pressu-re) ossia la somministrazione di unflusso d’aria a pressione costanteche evita il collabimento dei tessuti,attraverso una mascherina faccialeda indossare tutta la notte collegataad una macchina che si poggia sulcomodino.

Si ricorre alla roncochirurgia sevi è un’ipertrofia dei tessuti: soprat-tutto nei pazienti più giovani, infatti,la sindrome può essere provocatada un ingrossamento delle tonsilleo delle adenoidi.

Altera anche la qualità della vita diurna

MEDICO CAV DI ANNA LEPOREPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.563326

DA EVITARE:• Ergotamina e derivati: nel neonato può de-terminare vomito, diarrea, convulsioni.• Diclofenac, Voltaren: l’allattamento è pos-sibile se il dosaggio è basso e la durata dellaterapia breve.• Salicinati, Aspirina Vivin C: vita lunga nellatte se la madre assume le dosi terapeuticheindicate per l’artrite reumatoide (3-5 g/die);minime esposizioni con l’assunzione del far-maco dopo la poppata. In relazione alla dose,possibili effetti sulla funzione piastrinica,rash, acidosi metabolica.

DA IMPIEGARE:• Codeina: non riportati effetti collaterali,presente nel latte materno solo in tracce.• Indometacina e Piroxcam: nessun effetto.

DA EVITARE:• Idrossiclorochina: potenzialmente tossicaper il midollo osseo e la retina. Passaggiodi quantità sostanziali al bambino.

DA USARE CON CAUTELA:• Tetracicline: possono determinare pig-mentazioni dentarie, arresto di crescita eipertensione fontanellare. Segnalati effettigastroenterici nel neonato.

DA IMPIEGARE:• Ceftazidime: non riportati effetti collaterali;possibili alterazioni della flora batterica in-testinale.• Ceftriaxone: poco assorbita per via orale,come tutti gli aminoglicosidi.

DA USARE CON CAUTELA:• Antistaminici: determinano agitazione se as-sociati ai decongestionanti (bromfenilamina-isoefedrina). Se possibile usarli per breve tem-po.• Chetotifene: sonnolenza.• Betaclometasone: alcuni autori ne controin-dicano l’assunzione durante l’allattamento.

DA IMPIEGARE:• Mucolitici: nessun effetto collaterale.• Antipiretici: non riportati effetti collaterali.

ANALGESICI E ANTINFIAMMATORI ANTIBIOTICI

SIMPATICOMIMETICI, ANTISTAMINICI, ANTIPIRETICI, BRONCODILATATORI,

DECONGESTIONANTI, MUCOLICI

L’elenco dei farmaci da evitare o da assumere con cautela

Sindrome delle apnee notturne

DENTISTA DI VALENTINA LA RICCIAPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.563326

Il rapporto numero di apnee/ora ne definisce la gravità:tra 5 e 15 è lieve, tra 16 e 30 moderata, oltre i 30 grave

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19gennaio - duemilaquindici

“Il boom dei vegani d’Italiaora arriva anche in far-macia”. Questa notizia, ap-

parsa sul portale de La Repub-blica, ci fa notare il cambiamen-to di abitudini non solo alimenta-ri ma anche scelte di vita etiche.Sono infatti ormai 700mila le per-sone e il loro numero aumenta aun ritmo del 10-15% all’anno. Sitratta di consumatori, molto con-sapevoli ed esigenti, ma pur sem-pre consumatori. Se i vegetaria-ni non mangiano carne e pesce, ivegani scelgono di non mangia-re anche latte, uova e derivati edora in commercio esistono addi-rittura medicinali su misura.

Sono già conclusi infatti i pri-mi corsi per farmacisti che vo-gliono diventare vegano, ma an-che vegetariano, friendly, cioè ingrado di dare suggerimenti a chisceglie non solo di non mangia-re animali ma anche di non con-sumare prodotti che prevedano illoro sfruttamento. Il mercato c’è,e sempre più dottori farmacistichiedono di fare la formazione ne-cessaria ad ottenere l’attestato cheassicura questo tipo di clienti.

“Tutto parte da un gruppo difarmacisti – spiegano da Phar-mavegana - Ci hanno chiesto lorodi dargli una mano per impararea confrontarsi con queste perso-ne, che hanno una serie di ri-chiesta salutistiche di vario tipo.Così abbiamo messo in piedi il no-stro programma di formazione”.Anche integratori e prodotti fito-terapici o erboristici possono nonandare bene per questo tipo diclienti, perché alcuni contengonolattosio, propoli o miele ma anchegelatine o grassi di origine ani-male. I vegani, infatti, non posso-no prenderli e hanno bisogno diqualcuno che li consigli consape-volmente riguardo a possibili al-ternative per curarsi o per sup-portare la loro alimentazione.Tutti i prodotti in vendita, anche lar-ga parte di quelli omeopatici,sono testati su animali e cosìsono tutti inadatti per i vegani. Maun farmacista consapevole delleesigenze di quel tipo di cliente puòanche fargli capire che se ha unamalattia importante, per guariredeve per forza prendere un far-maco.

Irma Mecca

in poche parole

Farmacivegani

rubriche rubriche rubriche rubriche rubriche

Il DDAI, il Disturbo di Attenzione eIperattività, oADHD(Attention De-

ficit Hyperactivity Disorder) è un di-sordine dello sviluppo neuropsichi-co del bambino e dell’adolescente,caratterizzato da inattenzione e con-centrazione, difficoltà di controllo de-gli impulsi e del livello di attività, ge-nerati dall’incapacità del bambino diregolare il proprio comportamentoin funzione del trascorrere del tem-po, degli obiettivi da raggiungere edelle richieste dell’ambiente, ren-dendo difficoltosi, e talvolta impe-dendo, il normale sviluppo e l’inte-grazione.

Il bambino utilizza il propriocorpo come mezzo per esprimere sestesso e sperimentare il mondoutilizzando i sensi e il movimento:tocca e mette in bocca tutto, si ar-rampica, corre, salta. In alcuni bam-bini, però, il proprio corpo ha comeun motore interno difficile da con-trollare, un’irrequietezza che spes-so prende il sopravvento in qualsia-si momento o attività, piacevole e lu-dica come il gioco o l’interazione con

i coetanei, o più impegnativa comeil rispetto delle regole sportive o lostudio. E’ bene precisare che l’ADHDnon è una normale fase di crescitache ogni bambino deve superare,non è nemmeno il risultato di una di-sciplina educativa inefficace, e tan-to meno non è un problema dovutoalla “cattiveria” del bambino, sonobambini intelligenti, che hanno tut-tavia difficoltà nel controllare il pro-prio movimento e la propria irruen-za (iperattività e/o impulsività), oanche che hanno difficoltà nel por-re in maniera prolungata l’attenzio-ne e a mantenere laconcentrazionenelle varie attivi-tà, per lo più sco-lastiche, soprat-tutto quando que-ste siano ripeti-

tive, noiose oparticolarmen-te faticose.

Le maggiori difficoltà di ap-prendimento sono nelle aree verbali,specialmente nella lettura; mentrenelle materie come matematica,educazione fisica, arte e disegno sihanno i risultati migliori.Difficilmenteriescono a portare a termine com-piti, incarichi o giochi, dimenticandolo scopo di ciò che avevano iniziatoa fare.

Questi bambini si troverannoad affrontare tutta una serie di fru-strazioni e rimproveri, posti dagliadulti con l’obiettivo di stimolarli acalmarsi, controllarsi, concen-

trarsi, ma anche dai coetanei,che li richiameranno quandonon rispettano le regole dei gio-chi o disturbano in classe. Non è

da sottovalutare lostress, le frustra-zioni e il senso diimpotenza speri-mentati con dolo-

re e a volte rabbia

anche dai geni-tori e dagli edu-catori che con

questi bambini devono rapportarsi,per aiutarli a ritrovare un contatto piùnutriente ed equilibrato con il loromondo interno e relazionale. Inse-gnanti e genitori possono mettere inatto dei comportamenti che posso-no aiutare il bambino a contenerel’iperattività e l’impulsività: permet-tendogli di stare in piedi vicino al po-sto, incoraggiandolo a prendere ap-punti, a terminare un compito epremiarlo, insegnargli ad organizzareil lavoro, a rispettare i turni nelle at-tività e nella conversazione, sottoli-neare i successi minimizzando gli er-rori e riconoscere i successi raggiuntie i piccoli passi in avanti. Essenzia-li sono le terapie specifiche, in par-ticolare la terapia logopedia si occupadei disturbi del linguaggio presentiin bambini con ADHD, spesso infat-ti ai sintomi sopracitati si associa ilritardo severo nel linguaggio, nei casipiù lievi le dislalie e così via, sino aproblemi negli apprendimenti.

E’ un disordine dello sviluppo neuropsichico

Leader si nasce o si diventa? Tut-te e due le cose. Sicuramente la

componente genetica è importan-te, ma la buona notizia èche la leadership èun’arte che si puòimparare.

Chi è un Lea-der?Il termine “lea-der” deriva dal verboinglese “to lead”, ovveroguidare, condurre, dirigere. Lette-ralmente, quindi, il leaderè colui chesa guidare un gruppo di persone ver-so il raggiungimento di un obiettivo.Può essere il responsabile di una di-visione all’interno di un’azienda, unpoliziotto che assume il comando diun’operazione di emergenza o, piùsemplicemente, un bambino chedecide le regole del gioco. Il leaderè colui che incoraggia il proprio teamverso il raggiungimento di un risul-tato, è colui che viene seguito con or-goglio dalla propria squadra perchéè lui stesso a dare l’esempio; è unapersona attenta alle esigenze deipropri uomini. La maggior parte del-le persone possiede il potenziale perdiventare un leader capace maspesso si arrende davanti alle pri-me difficoltà.

Cos’è la Leadership? E’un concetto legato non alruolo che la persona ha,quindi non a cosa si fa ma acome lo si fa. La leadership

non è qualcosa di mistico odetereo, ma è data da una serie

apprendibile di pratiche che per svi-lupparsi richiedono tempo e vannoallenate proprio come i muscoli. Ec-co alcuni spunti per sviluppare lapropria leadership:

Studia e diventa bravo in quelloche fai. Per far vincere gli altri perprima cosa devi vincere tu: leggi, stu-dia, frequenta corsi di formazione,visita fiere ed eventi, sii assetato diconoscenza.

Incoraggia la creatività dei tuoiuomini: crea un ambiente di lavoro di-namico e positivo, nel quale tutti pos-sono esprimersi liberamente nelraggiungimento dei propri obiettivi.

Sii sinceramente interessato aiprogressi dei tuoi uomini: mostrasincero interesse verso il lavoro deituoi uomini e dove hanno difficoltà

assicurati che tu abbia fornito il giu-sto supporto per completare consuccesso ogni mansione.

Sii positivo. Il mondo è pieno dipersone che si prendono troppo sulserio, questo non vuol dire credereche sia tutto rose e fiori, ma bisogna

tornare a guardare le sfidein maniera positiva pertrasmettere ottimismoal gruppo, anche quan-do l’obiettivo da rag-giungere sembra lon-tano.

Offri premi e ri-conoscimenti: alraggiungimento de-gli obiettivi i tuoi uomi-

ni hanno bisogno di sentire che il lo-ro contributo è stato importante, nonlesinare complimenti davanti ad unlavoro fatto bene.

Accetta nuove sfide:in un mer-cato in continua evoluzione chi si fer-ma è perduto. Impara dagli errori del

passato ma osa e svi-luppa qualcosa difantastico per il tuobusiness: non c’ènulla che generapiù motivazionedell’accettare

nuove e impensa-bili sfide.

Tra genetica e arte: come portare un team al successoLe best practice da seguire e sviluppare. Come i muscoli

Gli spunti per potenziare la propria leadership

LOGOPEDISTA DI ILENIA PALMIERIPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.563326

CONSULENTE AZIENDALE DI PAOLA TELESEPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.563326

Non è un legato alla “cattiveria” del bambino:necessario il sostegno di genitori e insegnanti

Disturbo di attenzione e iperattività

Leader si nasce o si diventa?

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20 gennaio - duemilaquindici

Dilaga la moda del selfie, ovveroscattarsi fotografie da condi-videre sui social network,

sfruttando la moderna tecnologia.Nulla di artistico e niente di male seci si ritrae ad una festa in compagniadi amici, ma chi si fotografa e pub-blica di frequente la propria imma-gine tramite smartphone, potrebbenascondere un’indole antisociale.

“Di sicuro ha un’autostima squi-librata”. Ad affermarlo è un gruppodi ricercatori dell’Università del-l’Ohio, in uno studio riportato sul sitode La Stampa e pubblicato sulla ri-vista Personality and Individuality Dif-ferences. Dai risultati è emersa unaforte correlazione tra i livelli di nar-cisismo e autostima e il maggior nu-mero di autoscatti pubblicati suisocial network. Ovvero: più spicca-to appariva l’autocompiacimento,più autoscatti circolavano nella rete.

Ma è anche un comportamen-to che denota narcisismo, se nonproprio un disturbo di natura psico-logica. Secondo Jesse Fox, docentedi comunicazione e prima firmadella ricerca, “i risultati non ci dico-no che gli uomini che pubblicano unsacco di ‘selfie’ sono necessaria-mente narcisisti o psicopatici. Disicuro, però, hanno livelli medi diquesti atteggiamenti antisociali piùalti”. “La persona narcisa può essereidentificata dalla convinzione di es-sere più intelligente, più attraente epiù in gamba degli altri”, prosegueFox. “Ma è un atteggiamento di fac-ciata che nasconde un’insicurezza difondo”. Quanto alla psicopatia, in-vece, i ricercatori fanno riferimento“alla mancanza di empatia e ri-spetto nei confronti degli altri e allatendenza ad avere comportamentiimpulsivi”. Nel caso dei selfie, que-sti si manifestano con la volontà diimmortalarsi continuamente e direndere noti questi scatti alla propriarete di contatti in un ristretto arco ditempo.

Non irrilevante è apparsa anchel’abitudine a modificare le fotografie.Chi lo fa più spesso, è il dato emer-so dallo studio, vive anche a un livellodi auto-oggettivazione più alto. Va-lorizza, cioè, la propria persona perl’aspetto e non per altre peculiarità.“Sappiamo che l’auto-oggettivazio-ne porta a un rischio più alto di svi-luppare la depressione e i disturbi ali-mentari, almeno nelle donne”, hacommentato Fox.

Irma Mecca

in poche parole

Selfiemania

rubriche rubriche rubriche rubriche rubriche

Nonostante i progressi compiutidalla medicina, il cancro anco-

ra oggi suscita una grande paura.In passato veniva definito “il bruttomale”, a sottolineare quanto il no-me stesso di questa malattia fosseindicibile. Oggi i termini “cancro” o“tumore” sono maggiormente “no-minabili”, ma tuttora evocano ungrande timore della morte, sebbe-ne spesso dal cancro si possa gua-rire.

Il paziente che riceve la diagno-si di tumore sperimenta dei vissuti diforte angoscia. Il pericolo che in-combe riguarda innanzitutto la mi-naccia alla propria vita: la paura dimorire spesso persiste anchequando i medici forniscono infor-mazioni più realistiche riguardo al-le possibilità di guarigione. Inoltre, ilpaziente vive la minaccia relativa al-la propria integrità fisica: teme l’in-validità, la mutilazione, il dolore. Ta-le paura è particolarmente presentequando si rende necessario un in-tervento chirurgico radicale. Ancheil dolore è molto temuto: la paura diconfrontarsi con la sofferenza fisicae con un dolore cui magari i farma-ci analgesici non possono più di tan-to. Il cambiamento del corpo cau-sato dai trattamenti può diventare

uno stigma sociale: la perdita dei ca-pelli conseguente a certi tipi di che-mioterapia, per esempio, rende ri-conoscibile la malattia a tutti. Espesso i pazienti vogliono tenere al-

l’oscuro le altre persone, in quantovivono questa malattia come unavergogna, una colpa, una ferita allapropria identità. Questo può porta-re il paziente ad un isolamento so-ciale, proprio nel momento in cui piùavrebbe bisogno del sostegno e del-l’aiuto degli altri.

Del resto, il malato oncologicoteme anche le conseguenze socia-li del cancro che, come tutte le pa-tologie gravi e di lunga durata, è re-sponsabile di modificazioni del ruolo

sociale, familiare e professionale. Il senso di impotenza, la fru-

strazione, i cambiamenti che la ma-lattia comporta possono renderedifficoltoso il controllo delle proprieemozioni e, spesso, portare allo svi-luppo di veri e propri disturbi psi-chiatrici, come l’ansia o la depres-sione. E’ importante dunque, sia peril paziente che per i familiari, rico-noscere le prime avvisaglie di que-sti disturbi, che se subito trattatipossono non ricadere troppo pe-santemente sul già difficile percor-so della malattia oncologica.

L’impatto psicologico della ma-lattia oncologica e la relativa rea-zione psicologica varia in funzionedi diversi elementi. Innanzitutto va-ria a seconda del tipo di tumore edella fase (gravità) della malattia,della personalità del paziente, dal-l’età e dal momento storico-evolu-tivo della vita (immaginiamo unagiovane mamma che ha dei bambi-ni piccoli, un uomo che ha appenaottenuto un avanzamento di carrie-ra, un ragazzo iscritto all’universi-tà…), delle condizioni psicosociali e

culturali nelle quali tali elementievolvono. Il cancro, dunque, apreuna vera e propria crisi nella vitadella persona, crisi intesa comeevento di vita che richiede di reagi-re mettendo in campo delle risorsepsicologiche che non sempre sa tro-vare dentro di sé. In questi casi, l’aiu-to dello psicologo può risultare pre-zioso e fondamentale per trovare unadattamento alla malattia.

L’intervento psicologico si pro-pone di aiutare il paziente e i suoi fa-miliari a gestire lo stress che ne-cessariamente è associato ai varimomenti dell’iter terapeutico, dimantenere e/o ristabilire la qualitàdi vita antecedente la diagnosi, di at-tenuare l’ansia e la depressione, diaiutare il paziente a trovare un sen-so a ciò che sta vivendo e soprattut-to di aiutarlo ad attivare tutte le ri-sorse psichiche per far fronte allamalattia e ai trattamenti, di aiutarela famiglia da integrare la malattianella propria organizzazione quoti-diana, di sviluppare modalità piùfunzionali e positive per affrontarela malattia.

Il senso di impotenza può causare disturbi psichiatrici:l’intervento psicologico aiuta ad affrontare la malattia

Le emozioni nel paziente oncologicoVivono i cambiamenti fisici come stigma sociale

Se si cessa definitivamente l’attivi-tà commerciale e si resta in atte-

sa della pensione è previsto anchequest’anno la possibilità di ottenereun indennizzo pari a poco più di 502euro mensili. Il beneficio, già previ-sto dal 1996 e di cui la categoria ha po-tuto usufruire fino al 31 dicembre2011, è stato ripristinato con la leggedi stabilità 2014 (legge n. 147 del 2013,comma 490). Un atto fortemente vo-luto dalla Confcommercio, vista lapersistente crisi del settore. La pre-stazione funziona come un ammor-tizzatore sociale, per accompagnarefino alla pensione coloro che lascianodefinitivamente l’attività. L’opportu-nità è stata nuovamente prevista finoal 31 dicembre 2016 e le istanze pos-sono presentarsi fino al 31 gennaio2017. Non è assistenza a carico delloStato, ma autogestione. La conces-sione dell’indennizzo viene finanzia-ta - fino al 31 dicembre 2018 - con lamaggiorazione dello 0,09% dell’ali-quota contributiva prevista per i com-mercianti in attività iscritti all’Inps.

Destinatari: Sono tutti coloro cheesercitano, titolari o collaboratori, l’at-tività commerciale al minuto in sedefissa o ambulante, i gestori di bar e ri-storanti, gli agenti e rappresentantidi commercio.

Requisiti e condizioni: E’ neces-sario che gli interessati che hannocessato o cesseranno l’attività entroil 31 dicembre 2016, abbiano più di 62anni di età se uomini, o più di 57 annise donne, e vantino un’iscrizione almomento della cessazione dell’attivitàper almeno 5 anni, in qualità di titola-ri o collaboratori, nella gestione de-gli esercenti attività commerciali isti-tuita presso l’Inps.

Sono necessari altresì: la cessa-zione definitiva dell’attività; la ricon-segna dell’autorizzazione per l’attivi-tà di somministrazione al pubblico dialimenti e bevande (nel caso in cuiquest’ultima sia esercitata con l’atti-vità di commercio al minuto); la can-cellazione del titolare dell’attività dalRegistro delle Imprese; la cancella-zione del titolare dal Registro degli

Esercenti il Commercio per l’attivitàdi somministrazione al pubblico di ali-menti e bevande; la cancellazione dalruolo provinciale degli Agenti e Rap-presentanti di Commercio.

Incompatibilità del beneficio: L’in-dennizzo è incompatibile con attivitàdi lavoro autonomo o subordinato ela corresponsione del beneficio ter-mina dal primo giorno del mese suc-cessivo a quello in cui sia stata ripre-sa l’attività lavorativa, dipendente oautonoma. Il beneficiario deve co-municare all’Inps la ripresa dell’atti-vità entro 30 giorni dal suo verificarsi.A sua volta l’Inps deve effettuare i con-trolli sul rispetto della norma.

Misura, durata e modalità di ero-gazione: L’indennizzo compete dalprimo giorno del mese successivo aquello di presentazione della do-manda e fino al momento in cui si po-trà percepire la pensione di vecchia-ia. Ciò significa che, rispetto alpassato, l’indennizzo avrà una dura-ta superiore ai tre anni, visto che l’as-segno viene erogato fino al momen-

to di compimento della nuova etàpensionabile, adeguata agli incre-menti della speranza di vita.

L’importo– pari quest’anno a 502euro mensili – è identico al tratta-mento minimo di pensione concessodall’Inps ai commercianti iscritti allagestione. L’Istituto ritiene che la tito-larità di un trattamento pensionisti-co non impedisca la concessione del-l’indennizzo. In una situazione delgenere potrebbero trovarsi i titolari diassegno di invalidità, di pensione dianzianità, nonché le vedove ed i vedo-vi che hanno una rendita di reversibi-lità. Per ottenere la prestazione oc-corre inoltrare all’Inps un’appositadomanda. I periodi in cui viene ri-scosso l’assegno si considerano comelavorati ai fini della pensione. Si con-siglia, data la non semplice procedu-ra, di rivolgersi agli uffici del Patrona-to 50&Più Enasco i quali,gratuitamente, dopo un’attenta veri-fica dei requisiti, possono provvederealla predisposizione dell’apposita do-manda e all’inoltro presso l’Inps.

Viene ripristinato dalla legge di stabilità 2014

PSICOLOGA DI INES PANESSAPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.563326

50&PIÙ ENASCO DI FLOREDANA ARNÒPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.563326

Commercianti, l’indennizzo cessata attività

Un atto fortemente voluto dalla ConfcommercioLa prestazione funge da ammortizzatore sociale

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I premi in palio•Crociera MSC (Berti Viaggi)•Servizio fotografico (Ivan Cocco)•Fedi nuziali (Gillet Gioielli)•Bagno completo (Mondo Edile)•Abito da sposa (Rafyva)•Trucco e parrucco sposa (Raho Parucchieri)•Tenda camera da letto (Romano)•Partecipazioni di nozze (Più Pubblicità)•Bomboniere (Cose di Casa)•Auto di lusso per il matrimonio (Auto di Classe)•Una coppia di lenzuola (At Amedeo Tessuti)•Lume da tavolo (Centro Illuminotecnica)•Mongolfiera di coriandoli e palloncini (Fantasia Pirotecnica)

21gennaio - duemilaquindici

L’amore che sposa la competi-zione. Un matrimonio felice ce-lebrato dinanzi alle telecamere di

Teledauna per un nuovo formattv dedicato alle coppie inprocinto di compiere ilgrande passo. Tutto que-sto è “Promossi Sposi”:una gara, un vera e pro-pria competizione tracoppie di futuri coniugi; inpalio la possibilità di vincere ilricevimento nuziale, le bomboniere,il servizio fotografico o le fedi nuziali.

Insomma, altro che regalo di noz-ze: in palio c’è tutto il necessario perorganizzare il giorno del proprio sì, dal-le partecipazioni al viaggio di nozze.

Le coppie che intendono parteci-pare al programma - di cui il maga-zine ‘6Donna’ sarà media partner– do-vranno celebrare il proprio matri-monio nel periodo di tempo compre-so tra il 1° luglio 2015 ed il 31 dicem-bre 2016, e dovranno misurarsi in unaserie di prove per raggiungere la vit-toria finale. Un vero e proprio gioco apremi, quindi, che vede le coppie

iscritte affrontarsi in prove di abilità equiz per accumulare punti e scalare leposizioni della graduatoria finale: 14

“gradini”, altrettanti pre-mi da conquistare,

messi in palio da-gli sponsor. Lacoppia che siclassificherà al

primo posto siaggiudicherà il ri-

cevimento nuzialecompleto offerto dallo spon-

sor Villa Reale. I concorrenti avrannola possibilità di vincere una serie di pre-mi offerti dagli sponsor, tutte attivitàlegate a doppio filo con l’evento-ma-trimonio.

L’iniziativa sarà sviluppata al-l’interno del programma “Promossie bocciati” condotto da Lello Sca-rano, in onda ogni lunedì sera alle21,00 su Teledauna (canale 87 del di-gitale terrestre) e sul sito www.mi-ticochennel.com. Nel periodo dimessa in onda della trasmissione,sono previsti anche due eventi che sisvolgeranno nei locali di “Villa Rea-

le”, a Foggia. Per partecipare a “Pro-mossi Sposi”, formato firmato MediaEventi Srl, è necessario consultare ilsito internet dedicato www.promossi-sposi.como recarsi presso gli sponsordell’iniziativa.

L’iscrizione è gratuita e da dirit-to ad una forte scontistica presso leaziende partner.

“Promossi Sposi”,vinci il matrimonio

Il format in onda su Teledauna, 6Donna media partner

Una gara, tanti premi legati al “mondo nozze”

televisione

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22 gennaio - duemilaquindici

A 25 km da Foggia , nella rigogliosa campagna Dauna dellatradizionale cittadina di Cerignola, lontano dai frastuoni , sorgela tenuta Villa Demetra. Una struttura immersa in un meraviglio-so parco di 30.000 mq, la magica scenografia naturale che rende-rà ogni cerimonia indimenticabile. Nel parco di Villa Demetra è pos-sibile gustare aperitivi deliziosi e ottimi buffet, celebrarematrimoni con rito civile o con rito religioso ed anche è realizza-re un ricevimento completamente all’esterno.

Villa Demetra riesce a creare magiche atmosfere sospese neltempo che prendono vita in due distinte sale dalla diversa perso-nalità.

La Sala Demetra, struttura in grado di garantire ampia como-dità anche ai matrimoni più numerosi, grazie ad una ricettivitàcapace di accogliere oltre 300 ospiti.

L’ampiezza della sala non pregiudica la sensazione di sentirsiin un luogo intimo e familiare. Una maestosa capriata in legnoche sovrasta la grande sala contribuisce a determinare quella sug-gestione calda e ricercata, sottolineata dalla luce di preziosi lam-padari che enfatizzano i toni dorati di quadri, mobili, specchi ecandelieri i cui riflessi si sposano in un connubio perfetto con l’ar-genteria che adorna ogni tavola.

La Sala Storica è arredata con toni pastello tendaggi dalle sfu-mature tenui e delicate, pavimentazioni in cotto spagnolo e ma-ioliche dipinte a mano. Il gioco di colori dall’affascinante cando-re che fonde arredamenti e allestimenti, rende ancor piùindimenticabile ogni ricevimento, avvolgendolo in una luce dasogno che farà sentire sia gli sposi che ogni ospite, coccolati nel mas-simo relax.

SS 16 N.18 - 71042 - CERIGNOLA (FOGGIA) - TEL. 0885.418988 WWW.VILLADEMETRA.IT

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23gennaio - duemilaquindici

Spettacolo teatrale del CUT Foggia ispirato alle Heroides di Ovidio

Dal cabaret ai cafè chantant: latitudini musicali da (ri)scoprire

teatroIn un mare di lettere e parole,dove antico e nuovo si fondono in un unico messaggio di speranza

“Poena” d’amore

Sul palco la soprano Maria Gabriella Cianci e l’attrice Rosa D’Onofrio

Un viaggio tra musica e teatro

Un viaggio tra musica e parole; tre tappe previste nelpercorso artistico tracciato fino al prossimo marzo,

per (ri)scoprire le latitudini musicali del Novecento euro-peo: Germania, Francia e Spagna, le fermateannuncia-te. Sul palco, due donne e una scena essenziale, ma fun-zionale a ricreare le atmosfere dei cabaretberlinesi o deicafè chantant d’Oltralpe, con repertori originali e rara-mente eseguiti a Foggia. Sotto le luci della ribalta, ac-compagnate al pianoforte da Nunzio Aprile, da una partela voce potente di Maria Gabriella Cianci, soprano e do-cente del Conservatorio Umberto Giordano, dall’altra la sug-gestione della parola con l’attrice e performerRosa d’Ono-frio: un dialogo di musica e parole, continui rimandi econtrappunti per ricreare, nella cornice del Piccolo Teatrodi via Delli Carri, atmosfere e suggestioni del secolo appenatrascorso. Tutto questo è “Cantando il Novecento Europeo”il cartellone di tre serate inaugurato con “Der Blaue Engel”,conmusiche di Weill, Hollander e Gershwin e che prose-guirà, il prossimo 6 febbraio con la serata “La vie en rose,chanson d’amour”e le musiche di Satiè, Debussy, Faurèed Edith Piaf, prima della conclusione - prevista il 27 mar-zo - con la serata “Cantando a Sevilla” ed un repertoriomusicale che abbraccerà almeno un Trentennio di sto-ria: da Rodrigo a Turina, da Obrador a De Falla.

“Sicuramente un programma mai ascoltato, poco vi-sto e poco eseguito, soprattutto a Foggia”,precisa la so-prano Maria Gabriella Cianci, che degli spettacoli in car-

tellone cura anche laregia. “Ogni serata èstrutturata come unvero e proprio spetta-colo musicale-teatrale e non un recital vocale. La vocenarrante di Rosa D’Onofrio rappresenta un’anteprimasuggestiva ai brani eseguiti, un’anticipazione emotiva cheaiuta e predispone il pubblico all’ascolto in lingua origi-nale. Una preparazione all’aspetto sentimentale, emoti-vo e psicologico della parte cantata”. Sul palcoscenico,nulla viene lasciato al caso: dal trucco alle luci, passandoper gli abiti di scena.

“I costumi sono presi da una mia collezione persona-le, tutti abiti vintage dell’epoca. Fondamentale è l’atten-zione al trucco: una “maschera” che serviva a nasconde-re i sentimenti negativi, di paura e rassegnazione, rispettoal momento storico preso in considerazione; una ma-schera d’artista che cerca di regalare momenti di felici-tà, evasione dalla realtà al suo pubblico. Una serenità ap-parente, tratteggiata da una musica leggera ma intensa esentimentale, a tratti malinconica, che doveva portare in-terprete e pubblico a lasciare per una manciata di ore la sto-ria oltre la porta”.

Il cartellone degli eventi “Cantando il Novecento Eu-ropeo” arricchisce la stagione del Piccolo Teatro e dellaCompagnia Palcoscenico ed è organizzato in collaborazionecon l’Associazione Bel Canto. Per info: 0881.723454.

Rosa D’Onofrio

Mariangela Conte

La penanon è solo uno stato d’animo, la soffe-renzanon è solo la riga di una lacrima. Ma haun volto e una voce, ed un profilo sottile che si

staglia - bianco, immacolato, quasi evanescente -sulle pareti scure di una stanza senza tempo, via-tico per la libertà. La pena si fa carne, e si impos-sessa del cuore ferito di una giovane donna, trop-po fragile per accogliere i sospiri di generazioni didonne di ogni epoca e luogo, ma abbastanza forteper sciogliere i legacci che stringono ogni amanteferita al proprio tormento.

Tutto questo è “Poena”, nuova produzione delCentro Universitario Teatrale - CUT Foggia, un espe-rimento riuscito liberamente tratto dalle Heroidesdi Ovidio e presentato alla città sul palco del Picco-lo Teatro di Foggia, nell’ambito della stagione CUT“Cultura è passione”. In “Poena” tutto riverbera inuna stanza senza ingressi, né uscite. Una condizio-ne mentale, forse, una chambre d’échodi emozio-ni e ricordi fissati su fogli immacolati che li rendo-no eterni.

E’ in questo mare di lettere provenienti da luo-ghi e tempi lontani, che vive una ragazza dalla pel-le candida in attesa del suo René, un gatto o più sem-plicemente il ricordo di un amore perduto. In que-sto luogo onirico e inafferrabile- ben costruito da Ste-

fano Tornese, regista della piéce che ne ha curatoanche l’allestimento scenografico - l’inchiostro di mi-lioni di confessioni trasuda emozioni contrastanti, diamore e odio, ma soprattutto dolore.

Non importa il nome, la firmain calce, sia Me-dea, Ipsipile, Arianna o Saffo. Ogni storia è la storiadi questa giovane custode che lapervade fin dentro le ossa, fino atrascinarla al fondo, dalla cima diuna rupe. A dare consistenza aquesta donna evanescente, comedi filigrana, è Mariangela Conte, at-trice foggiana diplomata all’Acca-demia Teatrale “Sofia Amendolea”di Roma, capace di dare voce espessore al testo (originale), lacui trasposizione drammaturgicaè stata curata da Andrea G. Ca-striotta, altro talento foggiano cre-sciuto nel CUT ed ora approdatoalla Scuola Holden di Alessandro Baricco. “Rap-portarmi con le Heroides non è stato semplice”, spie-ga Castriotta. “Nel corso del lavoro, Poena ha su-bito vari cambiamenti, anche drastici. Fino a quan-do non è nato un personaggio - una donna - forteabbastanza da riuscire a portarmi dove voleva. A

metà dell’opera, non riuscivo più a seguire la strut-tura che avevo stabilito, poiché Poena se ne ribel-lava. Ho lasciato, allora, che agisse come avrebbefatto lei, e le sue parole sono venute fuori da sole”.

“Poena” è una produzione che incarna appie-no le peculiarità del CUT Foggia, da sempre spin-

to dalla volontà di affrontare lamateria teatrale come approfon-dimento di contenuti ed argomen-ti classici, scientifici e, più in gene-rale, di alto profilo culturale. Unospettacolo fortemente voluto dalpresidente del Cut Foggia, il pro-fessore Giovanni Cipriani, ordina-rio di Lingua e Letteratura Latinanonché Prorettore e Delegato allePolitiche culturali dell’Università diFoggia.

“Poena - conclude StefanoTornese - è un mondo intero in una

stanza, un affollamento di solitudini, un viaggio sen-za tempo ma con un percorso già tracciato: me-scolando le carte che custodiscono confessioni do-lorose di donne di ogni epoca, l’antico e il contem-poraneo si fondono in un unico messaggio di spe-ranza”.

A CURA DI MARIA GRAZIA FRISALDI

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24 gennaio - duemilaquindici