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Inchiesta L’agonia di teatri e musei foggiani Politica Intervista ad Antonio Pepe Benessere Giovani con la “Facercise” Itinerari archeologici Manaccora: il Grottone degli dei Maurizio Ricci Nuovo Rettore dell’Università

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InchiestaL’agonia di teatri e musei foggiani

PoliticaIntervista ad Antonio Pepe

BenessereGiovani con la “Facercise”

Itinerari archeologiciManaccora:

il Grottone degli dei

Maurizio RicciNuovo Rettore dell’Università

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2 m a g g i o duemilatredici sommario

ditoriale

Basta… quante volte loleggeremo ancora sui giornalio lo sentiremo ripetere dallavoce straziata di una madrea cui qualcuno, in una nor-male giornata di gennaio,marzo, giugno o dicem-bre, ha ucciso la figliaperché la “amavatroppo”, o perché“non voleva divi-derla con nessun altro”? Basta èl’urlo che risuona nell’animo diogni donna, perché potrebbeessere lei la prossima. Vittimadell’aggressione di uno sco-nosciuto o picchiata dal par-tner a cui ogni volta decidedi dare un’altra possibilità.O massacrata di botte opresa a pistolettate o pu-gnalata da quell’ex compa-gno a cui coraggiosamenteha detto basta, ma che quel ri-fiuto non l’ha accettato.

La donna si indegna. Ladonna ha paura. E non puòdifendersi da sola. Qualcuno“deve” agire in suo conto. Ècompito delle istituzioni far-lo. Con leggi chiare, consentenze dure, con applica-zioni delle pene certe edesemplari. Le istituzioni devonoagire difendendo la donna che co-raggiosamente dice basta, assi-curandole la protezione necessa-ria per sottrarla alle grinfie del suopersecutore. Darle la possibilità diricominciare a vivere e a sorride-re senza avere più paura.

E se è vero il detto che dice“l’unione fa la forza”, allora benvenga l’idea lanciata dal neomi-nistro per le Pari Opportunità Jo-sefa Idem di una task force checoinvolga più ministri, tutti attor-no ad un tavolo, per trovare ilmodo migliore per mettere un fre-no al fenomeno dilagante dellaviolenza di genere. Serve unosforzo comune. Lo sa il ministroIdem, lo sanno le donne italianeper le quali il problema dellaviolenza riguarda l’intera societàcivile. Le associazioni in loro di-fesa chiedono l’aumento dellecase di accoglienza e dei centri diaiuto e di ascolto; una maggioreattenzione per i minori che assi-stono alle violenze in famiglia euna giustizia più rapida. È ne-cessaria, lo dico sempre, una ri-voluzione culturale che debbapartire dall’alto. La strada giusta,o almeno un buon inizio, è quel-lo segnato dalla presidente dellacamera Laura Boldrini che chie-de di puntare sulla scuola perchésa che l’educazione e il rispettopartono da lì. E punta l’indice,contemporaneamente, sugli spotche usano l’immagine della don-na per pubblicizzare qualsiasiprodotto, fosse anche del lucidoper scarpe. In altri Paesi d’Euro-pa esistono leggi che limitanoquesto tipo di pubblicità. In Italiainvece passa il messaggio che ladonna è un oggetto con il qualefare quello che si vuole. Per que-sto le grandi multinazionali mer-cificano da noi.

È ora di dire basta.

di ANNA RUSSO

4 Personaggio del mese

• Maurizio Ricci, buona la terza

5 Politica

• Ricomincio da notaio

6 Inchiesta

• Attacco alla cultura

8 Foggia notes

• I “Diari di Umberto Giordano”

• Nuova legge contro il femminicidio

• Attiva la “Banca del Bimbo”

10 Fashion

• Parola d’ordine: osare

12 Benessere

• Facercise, giovinezza al naturale

13 Moda

• A ciascuna la sua... scarpa

14 Architetto

• Cambio casa? Cambio pittura!

17 Rubriche

21 In libreria

• Cinzia Tani presenta

“Mia per sempre”

23 Conoscere il territorio

• La grotta degli dei di Manaccora

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3m a g g i o duemilatredici

Colorati, raffinati e soprattutto gourmand. La col-lezione estiva dei bijoux “Dudu” si lascia contamina-re dalle sfumature dei celebri Macarons francesi. Pi-stacchio, vaniglia e fragola sono le nuance per eccel-lenza che campeggiano sui grandi orecchini gitani. An-che quest’anno il viso sarà incorniciato da pendenti inpizzo con trama floreale oppure da pendenti rotondia tema arabesco. La pasticceria francese è evocata nonsolo nei colori, ma anche nelle forme.

Le più romantiche, poi, potranno far ricadere la pro-pria scelta sui cuori in tessuto. Stelle e cavallucci ma-rini invece mettono a nudo la voglia di mare. Non man-cano i protagonisti della natura come i fiori, le farfal-le e le stelle del cielo. Ogni forma è realizzata con i co-lori più appetitosi della stagione. Le collane invecesi presentano con ganci ovali e bombati che crea-no catene lucide per uno stile invitante per occhie palato. Ma Dudù non è solo bijoux. I colori froufrou dei pasticcini di Laudrée si sposano bene an-che con abiti, scarpe e altri accessori. Pashminefragranti proprio come il biscotto dei Macaronspotranno dare un tocco di classe a scollatureariose; disponibili in tinta unita e profilo con

perline oppure con più colori che stanno bene insie-me proprio come un impasto dolce. Gli abiti sono rea-lizzati in tessuti leggeri e voluminosi senza farsi man-care un dolce vezzo come un grande fiocco. Le scar-pe sono un invito ad assaporare una cremosa como-dità. La collezione estiva infatti punta tutto su zeppee sandali ultraflat. In entrambi i modelli ci sono det-tagli in oro, il colore del lusso per eccellenza, nonchédella firma della patisserie parigina.

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4 m a g g i o duemilatredici personaggio del mese

Maurizio Ricci, buona la terzaDal dipartimento di Giurisprudenza al Rettorato. Entrerà in carica il primo novembre

Maurizio Ricci, 61 anni, marchi-giano, direttore del dipartimento diGiurisprudenza. Dal primo novem-bre, data in cui scadrà il mandato diGiuliano Volpe, e sino al 2019, saràrettore dell’Università di Foggia. Col-po messo a segno al terzo tentativo,dopo le candidature infruttuose del2005 e del 2008.

Finalmente ci siamo, buona laterza?

Direi sicuramente di sì (ride,ndr).

Come l’ha vissuta?L’ho vissuta con molta soddisfa-

zione perché ritengo che sulla miacandidatura siano convogliate in mo-do trasversale tutte e tre le compo-nenti: studenti, personale tecnico-amministrativo e docenti. Questo èun segnale di forza e coesione.

Tra le priorità del suo program-ma c’è la ricerca scientifica, maquanto è concretamente realizzabi-le oggi una ricerca di qualità, con-siderati i fondi sempre più esigui adisposizione delle università?

Dobbiamo viaggiare in più dire-zioni, innanzitutto ad avere maggio-re percentuale di fondo di finanzia-mento ordinario (già di per séfortemente ridotto dal 2008) puntan-do su quegli aspetti relativi alla va-lutazione della ricerca per cui dob-biamo far sì che i nostri docenti sianoautori di prodotti scientifici ben va-

lutati, in modo da avere una mag-giorazione nella quota premiale de-stinata all’università. Bisogna dal-l’altro verso cercare nuove fonti difinanziamento, partecipando a ban-di di ricerca a livello internazionale,nazionale o regionale. È necessariopoi migliorare l’attività diformazione post laurea,aumentarla e diversificar-la, attivando nuove meto-dologie di didattica comela e-learning, la formazionea distanza, che permette diattrarre nuove categorie diutenti. Dobbiamo anche ri-pensare criticamente unaltro punto nodale che èquello degli studenti esen-tasse, circa 3.000 su11.000, una percentuale alume di naso un po’ alta. Seriusciremo a fare tutto que-sto sulla base di una forteunità di intenti e di unacondivisione delle sceltestrategiche, penso che nonavremo grandi difficoltà né nel man-tenere l’autonomia, né nel consoli-dare il nostro Ateneo.

Tra le problematiche che lei in-tende affrontare c’è sicuramentequella degli abbandoni e dei trasfe-rimenti verso altre università. Per-ché accade e come ovviare?

Il tasso di abbandoni è abba-

stanza diffuso ovunque e Giurispru-denza presenta percentuali alte. Pur-troppo abbiamo una tabella ministe-riale che prevede un piano di studifortemente pesante e che imponeuna serie di vincoli forti ai diparti-menti. Sarebbe auspicabile una mo-

difica della tabella ministeriale a li-vello nazionale per cercare diridimensionare questi fenomeni. Fat-ta questa premessa, è chiaro che ognistruttura è perfettibile.

C’è chi si trasferisce però versoaltre sedi universitarie… troppa se-verità a Foggia?

È un luogo comune più che altro.

Poi, che i nostri docenti facciano esa-mi seri è di interesse degli stessi stu-denti: conseguire un titolo di studiosenza l’effettiva preparazione nonporta da nessuna parte perché nelconfronto con altri colleghi in sede diconcorsi o colloqui chi ha una prepa-

razione minore soccom-be. Ci sono da conside-rare invece due fattorinon secondari: la mino-re attrattività della no-stra città rispetto ad altrecome Bologna e il desi-derio diffuso tra i giova-ni di forte autonomia edallontanamento dai ge-nitori.

Il Lavoro è il suo pa-ne quotidiano. Comegiudica la situazionenazionale attuale e qua-le ritiene sia la stradamigliore per rilanciarel’economia?

In molti Paesi occi-dentali la scelta fatta per

opporsi alla crisi è stata investire su ri-cerca e sviluppo, nell’ambito dellauniversità pubblica, privata, nel si-stema della ricerca privata, nelle im-prese industriali, negli enti no profit.L’Italia non ha seguito lo stesso per-corso e questo è il nocciolo della que-stione. Noi investiamo tra il 30 e il60% in meno rispetto a Paesi come

Germania, Francia, Gran Bretagna,Giappone e Stati Uniti. Il mancato in-vestimento ha determinato un bloc-co della produttività. E la strada del-la riduzione delle retribuzioni non ècerto quella giusta per ottenere unaripresa del sistema economico per-ché, se confrontiamo le retribuzionidegli italiani con quelle degli altriPaesi dell’OCSE emerge un dato in-controvertibile: che le nostre sono lepiù basse. Con una riduzione delleretribuzioni si riduce anche il consu-mo ed è chiaro che nessuna ripresapuò esserci se questo manca.

Rispetto all’operato dei prece-denti due rettori cosa prende e cosalascia?

Io prendo l’università così com’è,è negativo fare una pagella nei con-fronti dei predecessori, io amo guar-dare il futuro e dove andare ad inci-dere: ricerca di qualità, didattica diqualità, creazione di una nuova e ca-pace classe dirigente che incida sul-lo sviluppo socioeconomico del ter-ritorio.

Un rettorato ancora un po’ af-follato… come vi organizzerete si-no a novembre lei e Volpe?

Nessun affollamento. Il rettorerimane Volpe. Nell’interesse del-l’Ateneo auspico una condivisione,è indubbio. Ci sarà sicuramente mo-do di collaborare.

Anna Russo

Ricerca e didattica di qualità per la creazione di una nuova e capace classe dirigente

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“Ancora non sento la mancan-za dell’impegno politico in prima li-nea. Ma, in fondo, si può fare poli-tica in tante maniere, nelle attivitàdi ogni giorno, non necessariamen-te a Montecitorio”. Antonio Pepe a67 anni ha scelto di rinunciare a duetitoli, quello di “onorevole” e quel-lo di “presidente” e di ricominciaredalla sua professione di notaio, dopol’ingresso in parlamento (più volterinviato, respinti al mittente a lungoi tanti inviti) nel gennaio ’96, alle ele-zioni suppletive che gli hanno ste-so un tappeto rosso fino a Monteci-torio. Mandati ininterrotti nono-stante le metamorfosi del suo parti-to d’origine, Alleanza nazionale, enessuna discussione sulle sue ri-candidature, anche dopo la storicavittoria nelle elezioni provincialidel 2008 e la conquista di un forti-no del centrosinistra che parevainattaccabile, Palazzo Dogana. Nonha aspettato (e forse accettato) il ver-bo ‘rottamare’ che prima o poi sa-rebbe arrivato anche dalle sue par-ti e ha preferito farsi da parte al mo-mento giusto, senza clamore, nel suostile. E, in un clima di sfiducia e di-sistima sempre più diffuso verso laclasse politica tout court, lascia die-tro sé ricordi e non veleni.

Nessun rimpianto? Proprio si-curo?

“Sinceramente no. Mi sembra-va giusto, dopo 15 anni, tornare a de-dicarsi alla propria professione,dopo una parentesi così intensa eimportante, impegnativa ma senti-ta come doverosa, se vissuta con lanecessaria partecipazione e unapassione che non ammette cali ditensione e attenzione”.

Ma oggi la politica è vista dagran parte dell’opinione pubblica

come il Regno di una Casta voracee barricata in una realtà ovattata,lontanissima dai bisogni e dalleemergenze del Paese reale. Quan-to c’è di vero, in questa percezione?

“Io vedo invece molta esagera-zione nell’antipolitica che oggi di-laga. Molti problemi non dipendo-no solo dai politici attuali, ma sonouna pesante eredità del passato op-pure derivanti da vincoli europei chehanno il loro peso. La colpa della po-litica è stata non aver avvertitoun’esigenza forte di rinnovamento,di ricambio generazionale, che haprodotto un fenomeno come il Mo-vimento 5 Stelle che ha alterato il bi-polarismo, del quale continuo ad es-sere un convinto sostenitore. Un fe-nomeno destinato a rientrare se siriusciranno a dare le giuste rispostealla voglia di aprire una nuova fase,partendo dalle riforme istituzionalie dalle modifiche alla seconda par-te della Costituzione, cambiando lalegge elettorale per restituire ai cit-tadini il rapporto privilegiato conl’eletto e mettendoli in condizione discegliere veramente e consapevol-mente, e provvedendo alla riduzio-ne del numero dei parlamentari, percitare solo alcuni passaggi che pos-sono essere determinanti in questa

fase storica così delicata”.Lei ha vissuto, dalle barricate

del centrodestra, una lunghissimastagione di contrapposizione fron-tale (anche se per alcuni – MarcoTravaglio, in primis- solo appa-rente). Si aspettava un governocon insieme il Pd e il Pdl?

“Era l’unica soluzione possibileper affrontare la crisi del Paese. Miauguro che il buonsenso prevalga,che alle divisioni vengano antepo-ste per un paio di anni almeno leproposte comuni tra i due schiera-menti, per ridurre una pressione fi-scale diventata insostenibile, far ri-partire l’economia e uscire da unostallo sempre più preoccupante”.

Sente di aver fatto abbastanza,da parlamentare?

“Voler fare di più è sempre unobiettivo e una speranza per chiun-que, ma il mio bilancio è positivo, an-che se non sono certo io la personaalla ricerca di medagliette sul pettoda appuntare. Ho lavorato molto suemendamenti in materia economi-ca e fiscale, e sono soddisfatto per i9 miliardi di finanziamenti arrivatidopo il crollo del palazzo in vialeGiotto, per l’interessamento mio edell’on. Francesco Bonito; per i fon-di per il restauro della cattedrale diFoggia, per i 51 milioni di euro difondi Fas da destinare alla provinciadi Foggia per realizzare infrastrut-ture importanti come la superstradaper collegare il nuovo casello auto-stradale al capoluogo, le bretelle peravvicinare i paesi del Subappenni-no alla città, per l’insediamento del-la Commissione tributaria di secon-do grado, per citare solo alcuni ri-sultati che spero lascino il segno an-che e soprattutto nei prossimi anni”.

La sua avventura politica è ini-ziata con una marcata connotazio-ne all’interno di Alleanza Nazio-

nale: un’identità sempre più sfu-mata nel corso degli anni, e la de-stra sempre più marginale in ter-mini elettorali e polverizzata inpartiti da prefisso telefonico.

“Sono dispiaciuto, e tanto, per ilsostanziale fallimento di un grandecontenitore della moderna destra ita-liana, determinato dall’uscita di Finie da altri fattori. Ma resto un soste-nitore del bipolarismo, nonostante igrillini che oggi sono il simbolo diuna protesta generalizzata e di unmalcontento dilagante, ma col tem-

po verranno ridimensionati, se si la-vorerà nell’interesse del Paese”.

Il bilancio della sua Ammini-strazione Provinciale le regala se-renità oppure amarezza?

“I minori trasferimenti di risor-se dal Governo centrale agli enti lo-cali, i pesanti tagli hanno avuto illoro peso innegabile, così come lacrisi europea, e non solo del nostroterritorio. Ma nonostante tutto ab-biamo rilanciato l’agricoltura (unsettore trainante per la nostra eco-

nomia), battuto per numero di pre-senze il Salento, realizzato numerosieventi di carattere culturale, avvia-to diversi progetti grazie all’impegnocostante e alla bravura di una squa-dra che si è rivelata non solo all’al-tezza delle sfide raccolte, e alla col-laborazione di tantissime persone divalore, che hanno operato bene eche rappresentano una risorsa per laCapitanata negli anni a venire”.

Di questa squadra faceva par-te il suo ex delfino Leonardo DiGioia, che tanto deve a lei nella suaascesa e che oggi è assessore al Bi-lancio della giunta Vendola. Che ef-fetto le fa?

(Rimane in silenzio per attimi in-terminabili) “Eravamo su schiera-menti diversi e contrapposti, Ven-dola e noi. Personalmente non hocondiviso il posizionamento nell’at-tuale giunta regionale, e sono e ri-mango perplesso per la sua scelta”.

La Provincia retrocessa ad entedi secondo grado è un controsen-so o una necessità?

“Inutile soffermarsi su questoaspetto, vista la volontà di decreta-re la fine dell’esperienza delle am-ministrazioni provinciali così comele abbiamo vissute finora. Indietronon si torna e non si tornerà: e la no-mina a Commissario straordinariodell’ente del dott. Fabio Costantini,un uomo che conosce la Capitana-ta e che la ama, permetterà di gestireal meglio questa fase di transizione,senza ricadute per il territorio”.

Claudio Botta

5m a g g i o duemilatredicipolitica

EditorePublicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.

Direttore ResponsabileAnna Russo

Direzione commercialeAngela Dalicco

In redazioneDalila CampanileIrma MeccaMariangela MarianiMaria Grazia FrisaldiSimona Donatelli

Rubricheavv. Palma Rubanodott.ssa Floredana Arnòdott.ssa Maria Francesca Di Micheledott.ssa Rosangela Lorisodott.ssa Teresa Priscodott.ssa Tiziana Celestedott.ssa Ines Panessadott.ssa Anna Leporearch. Simona Campanelladott.ssa Anna Nunzia Polito

CollaboratoriClaudio Botta

RedazioneFoggiaVia Tressanti, I trav. (vill. Artig.)Tel. 0881.56.33.95 - Fax [email protected] internetwww.6donna.com

Impaginazione e stampaPublicentro Graphic

Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia

n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

“Esagerato il dilagante sentimento anticasta. Ma è stato un grave errore non avvertire a livello nazionale l’esigenza di rinnovamento”

L’INTERVISTA Il bilancio di Antonio Pepe dopo la lunga esperienza politica

Ricomincio da notaio

Il taglio delle Province, rite-nute inutili e costose, è ormai datempo il cavallo di battaglia dipartiti e schieramenti contrap-posti ma arroccati al tempo stes-so, costretti ad arginare la va-langa di polemiche, proteste einsulti dopo la pubblicazionedel libro choc dei giornalistiGian Antonio Stella e SergioRizzo ‘La Casta’: promesse cheandavano regolarmente a in-frangersi contro le necessità dipreservare i feudi elettorali, at-traverso il giochino dei veti con-trapposti e degli aut aut. Ma conl’insediamento del GovernoMonti, la ‘spending review’ èdiventata una priorità e non so-

lo uno slogan di facciata, e mol-te amministrazione provincialisono state costrette a una forza-ta eutanasia. La Provincia diFoggia si è salvata con un ac-corpamento che in altri tempiavrebbe fatto ergere barricatesu barricate, ma la caduta del-l’esecutivo tecnico e le nuoveelezioni politiche hanno conge-lato un processo contradditto-rio e accidentato. Niente rinno-vo delle cariche per via elettiva,

declassamento a ente di secon-do livello e nomina di un com-missario, al termine del man-dato dell’esecutivo guidato daAntonio Pepe, per gestire unatransizione che durerà fino al-l’approvazione di una legge de-finitiva, che ne determinerà(queste le intenzioni annuncia-te da destra a sinistra) la scom-parsa definitiva con deleghe,compiti, funzioni e personaledistribuiti tra Regioni e Comuni.

Buon lavoro intanto a Fabio Co-stantini, già prefetto di Foggiache torna dalle nostre parti nelPalazzo Dogana che ben cono-sce (per ragioni di vicinato) nel-le vesti di Commissario straor-dinario. Una nomina che hasedato i malumori interni allacoalizione di centrodestra esmorzato (temporaneamente)le ambizioni di tanti esponentiin rampa di lancio verso Bari oRoma.

Col fiato sospeso il personale della Provinciache verrà distribuito tra Comuni e Regione

Antonio Pepe

Leo Di Gioia

Presente incerto,futuro nebuloso

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6 m a g g i o duemilatredici inchiesta

INTERVISTA A LUCIANA STELLA, DELLO STAFF PROGETTAZIONE EDUCATIVA DEL MUSEO DI STORIA NATURALE

Se i teatri di Foggia non vivonouna situazione chiara e felice, il futu-ro non promette certezze neppure aimusei foggiani, tutti di pertinenzaprovinciale: il Museo Interattivo del-le Scienze, quello di Storia Naturale eil Museo del Territorio, la cui sorte, an-che in questo caso, sembra essere le-gata ad un filo. Così come quella deitrentatré dipendenti della Diomede,società in house, cioè interamente diproprietà provinciale, che attualmen-te si occupa della loro gestione. Il primo è da po-che settimane chiuso a causa, neanche a dirlo, diproblemi di sicurezza alla struttura. Con le nuovevicende politiche e con la spending review, con lasoppressione delle province da un lato e delle so-cietà in house dall’altro, i musei nel complesso ri-schiano un destino di abbandono. Ne abbiamo par-lato con Luciana Stella, dello staff progettazioneeducativa del museo di Storia Naturale, un luogostraordinario per la vastità delle collezioni, la par-ticolarità delle sale e l’accoglienza del personale.

“Il museo nasce nel 1995. Le attività princi-pali sono: le visite guidate, i laboratori tematiciorganizzati a seconda dell’età dei visitatori, la ri-cerca e la conservazione. Il fulcro del Museo èrappresentato dalle attività educative: essendo,infatti, per numero di collezioni e attività didat-tiche il primo museo del meridione dopo la di-struzione, haimè, della Città della scienza di Na-poli, è diventato il punto di riferimento per le scuo-le non solo della nostra provincia, ma di tutto il

Sud Italia. Si rivolge però anche allefamiglie, che passano di qui per ilsemplice gusto di osservare un ani-male e finendo per scoprire, magari,una nuova passione. È il luogo idea-le per conoscere ma anche per pas-sare del tempo diversamente. Io amocoinvolgere i nostri visitatori, porredomande, stimolarli, appassionarli etrasmettere loro un messaggio, e cioèche è possibile divertirsi anche in unluogo culturale. Chi viene da noi, si-

curamente non corre il rischio di annoiarsi”.Cosa si può vedere?“Il museo è organizzato in sale, distribuite al-

l’interno di due palazzine. La prima riproduce gliambienti di Capitanata attraverso diversi diorami,ambientazioni in scala ridotta che ricreano scenenaturali del territorio. Abbiamo quello del Lago Sal-so, dove si possono osservare le più importanti spe-cie ornitologiche della zona umida; poi c’èquello della Foresta Umbra, popolato dallupo, dal capriolo e dal gatto selvatico, finoai diorami degli ambienti della fascia pe-degarganica o dei boschi planiziali con i loroanimali caratteristici quali il tasso, la volpe,la faina. Nella seconda palazzina abbiamola sala paleontologica con riproduzioni di di-nosauri, di uno pterodattilo e di fossili (tri-lobiti e ammoniti), che raccontano la storiadella vita da 4 miliardi e mezzo di anni faad oggi. Questa storia si completa ideal-mente con l’evoluzione della specie umana

dell’uomo sapiens sapiens con il diorama della grot-ta di Manaccora. La sala speciale è quella del marecon la collezione di conchiglie donata dal dott. BepiMartucci. Nella sala del mare ci sono anche sche-letri di tre specie diverse di delfini e, attrazione as-soluta per i bambini, un calco di uno squalo elefanteritrovato morto sulle spiagge di Punta Pietre Nere(Marina di Lesina) nel 2000, ucciso da ignoti”.

Che rischio corre il museo?“L’abbandono, che forse è una sorte peggio-

re della chiusura. In questo momento non cono-sciamo il nostro nemico, perché è tutto così vago.La nostra sensazione però è che nessuno abbia vo-glia di aiutare i musei e fornire loro nuovo ossige-no per continuare e vivere. Noi chiediamo anchealla collettività una risposta. Per questo faremo par-tire iniziative, petizioni per salvare i nostri musei,che rappresentano il passato e il futuro della no-stra cultura”.

Angela Dalicco

L’agonia dei musei provinciali

Mentre tiene banco la diatriba tra teatri pubblici e associazioni di promozione

Controlli a raffica sulla sicurezza. Una spada di Damocle sui centri di

Attacco alla cultura. Affidato ad una serieGli spazi deputati a rinnovare,

custodire e salvaguardare la culturaa Foggia sono sempre più a rischio.Uno dopo l’altro stanno cadendo, chia colpi di controlli sulla sicurezza(teatri pubblici e associazioni cultu-rali), altri sotto la scure di un nemicooscuro chiamato spend review (mu-sei provinciali), chi offeso da grosso-lani errori di progettazione (TeatroGiordano) e chi ferito da inspiegabi-li e gratuiti atti di vandalismo (TeatroMediterraneo). Per i teatri, in parti-colare, è scoppiata una guerra, gio-cata sulla distinzione (in realtà affat-to chiara) tra teatri pubblici eassociazioni di promozione culturale:queste dovrebbero rispondere a re-quisiti di sicurezza meno severi ri-spetto ai primi. Così però, non sem-bra essere stato, tant’è vero che negliultimi tempi si è adottata la politicadella tolleranza zero nei confronti ditutti. Della decina di strutture pre-senti a Foggia, poche quelle rimasteaperte. Da noi interpellati, poliziaamministrativa e vigili del fuoco han-no preferito non rilasciare dichiara-zioni “trattandosi– è la giustificazio-ne adottata – di una attività ancora incorso”. Qualche informazione, piùche altro una opinione assolutamen-te personale, ci è stata fornita dal-l’assessore comunale alla valoriz-zazione del Patrimonio PippoCavaliere che, contestualmente, ciha dato un parere tecnico sullo statoattuale dei Teatri Giordano e Medi-terraneo di cui è diretto responsabile.

Perché ci si è così accaniti tantocon questi controlli, tutti insieme eproprio ora?

Premettiamo che l’azione porta-ta avanti da polizia e vigili del fuocoè assolutamente legittima: è in giocola sicurezza di un teatro e di chi lo fre-quenta.

Questo è chiaro, ma viene ancheda chiedersi fino a ieri cosa acca-desse…

Io faccio questo ragionamento…forse si è arrivati a questa situazionedopo che ci sono state una serie disollecitazioni da parte dei vigili delfuoco e delle autorità competenti aivari responsabili delle strutture inquestione per le quali non c’è statoalcun riscontro. Capisco che il citta-dino possa chiedersi perché tutti in-sieme e con tanta determinazione,ma bisogna anche vedere da quan-to tempo le autorità competenti chie-dessero che la situazione venisse re-golarizzata. Poi, ho la sensazione checi sia stata anche una lotta interna trai vari gestori dopo i primi controlli.

Cosa serve per ottenere l’agibi-lità di un teatro?

Per poter avere l’agibilità biso-gna fare un progetto che preveda larealizzazione di un’opera risponden-te alle norme di sicurezza sotto ognipunto di vista. Fatto questo, la com-missione di vigilanza prima e i vigilidel fuoco dopo esaminano il progettoe lo approvano. Eseguiti i lavori lacommissione di vigilanza confrontaprogetto e opera realizzata e, se sono

conformi, concede l’autorizzazione.Per esempio anche il teatro del fuo-co all’inizio dei controlli è risultatomancante di un documento, una pic-cola formalità, subito sanata.

Passiamo al Giordano: a chepunto siamo?

Abbiamo verificato una serie diviolazioni di natura penale da partedell’impresa appaltatrice per le qua-li la magistraturaha aperto una in-chiesta. C’è inoltreun grosso conten-zioso, sempre conl’impresa appalta-trice, la quale ab-biamo contestatol’esecuzione di al-cune categorie dilavori non a regolad’arte, cosa chepreclude la possi-bilità di avere ilnulla osta da partedei vigili del fuoco. Un altro aspet-to, grottesco a mio parere, di cui misono reso conto dalla lettura degliatti e dai sopralluoghi effettuati, èche, a fronte di un grosso impiantodi spegnimento incendi, il teatronon ha la potenza adeguata. Perquesto è stato necessario progetta-

re una cabina di trasformazione.Abbiamo avuto in questi giorni ilnulla osta da parte della Soprin-tendenza a realizzarla nel par-cheggio retrostante. L’obiettivo èchiudere il 2013 ponendo fine allaquestione e riaprendo finalmenteil teatro.

Il Mediterraneo invece?Anche il Mediterraneo non ha il

certificato di prevenzione incendi.Avevamo fatto un progetto per lamessa a norma di circa 500.000 euro.Date le condizioni delle finanze co-munali, il bando prevedeva, sullabase di un progetto culturale, l’affi-damento in concessione per un pe-riodo di 15 anni e chi si aggiudicaval’appalto doveva sobbarcarsi il co-

sto delle opere. Quale è stato l’in-ghippo? Mentre stavamo per pro-cedere con la gara ci sono stati altrigravissimi atti vandalici, per cui l’im-porto dei lavori è lievitato. Stiamopreparando nuovamente il proget-to per mandarlo in gara. Non è pos-sibile oggi stabilire i tempi necessa-ri, ma saranno più lunghi rispetto aquelli del Giordano.

Anna Russo

Una petizione per salvare il destino della cultura foggiana

Accanto l’assessore comunale Pippo Cavaliere.In alto il teatro Giordano

Luciana Stella

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7m a g g i o duemilatrediciinchiesta

culturale, i musei provinciali rischiano l’abbandono a causa della spending review

aggregazione cittadini. Mediterraneo e Giordano chiedono vendetta

di petizioni il futuro di teatri e musei foggianiCONART TEATRO

Verso il prossimo anno socialeÈ stato il primo con-

tenitore culturale, a Fog-gia, a doversi confronta-re con i controlli diPolizia Amministrativae Vigili Del Fuoco. Dopoil Conart Teatro, però,anche altre strutture so-no state oggetto di veri-fiche, restrizioni e chiu-sure. Al centro di tutto,vi è la “questione sicurezza” – argomento ca-pitale, per carità – ma che sta decretando, difatto, la fine del teatro in città. Ne abbiamoparlato con Rosaria Prencipe, direttore arti-stico del Conart Teatro, al Villaggio Artigiani.

Dopo la “batosta” ricevuta a febbraio,la stagione del Conart è stata, di fatto, inter-rotta…

Il Conart Teatro si è auto-sospeso per cau-tela, visto l’accanimento, a mio avviso spro-porzionato, delle dichiarazioni e informazio-ni rilasciate dalla Polizia Amministrativa. Adoggi il Conart Teatro non ha subìto nessun se-questro, quindi sto già pensando al prossimoanno sociale.

Non si possono considerare le associa-zioni culturali alla stregua dei teatri pubbli-ci: è questa la “battaglia” che state portan-

do avanti con i vo-stri legali. Con qua-li risultati?

Nessuna batta-glia, è un dato di fat-to. Noi abbiamo su-bìto una proceduradi controlli aggres-siva e per questo cisiamo difesi. I risul-tati non tarderanno

ad arrivare. Le associazioni culturali sono so-stenute dai soci, che sottoscrivono volonta-riamente l’adesione. La sopravvivenza dellefamiglie dei fondatori del Conart non dipen-de dall’associazione perché tutti hanno un la-voro stabile. Noi impegniamo il nostro tem-po libero coltivando passioni e realizzandoprogetti, usando risorse personali e autofi-nanziandoci. Come possiamo essere parago-nati a teatri pubblici?

Il sostegno ricevuto dagli affezionati delConart è stato più volte evidenziato. Hai ri-cevuto altrettanto da colleghi e istituzioni?

Le associazioni che abbiamo ospitato ne-gli anni hanno manifestato solidarietà e vici-nanza. Le istituzioni? Troppo indaffarate inaltre faccende…

m.g.f.

PICCOLO TEATRO

In attesa che passi la tempestaIn via Delli Carri

non li seppellirà certouna risata. Il maestroEnzo Marchetti, fonda-tore della CompagniaPalcoscenico e direttoreartistico del suo PiccoloTeatro, serafico, aspettache passi la tempesta. Ivigili del fuoco hannofatto le loro osservazio-ni. “Sono venuti a tro-varci. Abbiamo avutoun controllo, ci hannodetto quello che possia-mo fare e quello chenon possiamo fare”. Hal’amaro in bocca, lo ammette: dopo tanti sa-crifici, per non chiudere deve ancora di-mostrare che la sua è un’associazioneculturale. “Quando non esisteva il teatrodel fuoco, quando non c’erano l’Oda e tut-te le altre compagnie, quando il Giordanoha chiuso, noi c’eravamo, grazie ai nostrisacrifici, senza l’aiuto di nessuno - politi-camente parlando - perché siamo andatiavanti sempre con il contributo dei nostrisoci. C’è stato un momento in cui eravamol’unico punto di riferimento per il teatro,

che sia buono o cattivo lolasciamo dire alla gente,alla critica”. Il teatro è lasua vita, si diverte e fa di-vertire, ma soprattutto ilsuo è un piccolo conteni-tore di cultura. Enzo Mar-chetti, tra i pionieri dellacommedia in vernacolofoggiano, non vuole capi-tolare. “Malgrado l’ama-rezza, ho la testa dura. Cibatteremo nelle sedi op-portune per far valere lenostre ragioni. Sperandoche ci lascino continuare,come è successo già ven-

t’anni fa, quando ci fu un altro controllo.Noi siamo un’associazione privata. Affer-mano il contrario. È una vecchia diatriba”.Non crede affatto che i controlli siano frut-to di piccole rivalità. “È una voce che gi-rava. Mi rifiuto di credere ad una cosa delgenere. Sarebbe da imbecilli. Che faccia-mo una guerra tra poveri? Anche perchéio sono tra quelli che hanno sempre so-stenuto che più ne siamo, meglio è. E aFoggia siamo ancora pochi”.

Mariangela Mariani

PICCOLO TEATRO IMPERTINENTE

Una “sfida” tutta foggianaCinquanta posti, un

palcoscenico pensato peresigenze laboratoriali eun’ampia zona di “intrat-tenimento” culturale. È ilPiccolo teatro impertinen-te di via Castiglione, spa-zio-off che ha da poco ta-gliato il traguardo dellaprima stagione teatrale.Nonostante le difficoltà ele chiusure registrate ne-gli ultimi mesi, a Foggiac’è chi ha il coraggio di in-vestire nella ‘cultura’. Come Pierluigi Be-vilacqua, direttore artistico della Piccolacompagnia impertinente.

In un periodo così difficile per gli spa-zi teatrali, cosa chiede il pubblico a real-tà come la PCI?

“Il desiderio del nostro pubblico èchiaro: vedere spettacoli di qualità, assi-stere ad eventi capaci di stimolare, attra-verso l’originalità e il rischio artistico, unamaggiore volontà di frequentare posticome il nostro”.

Sulla questione sicurezza, però, nonsi può prescindere…

“La legalità è sicuramente un princi-pio su cui fondare tutto il Paese, che su que-sto punto è sempre caduto e malamente.

Nel caso dei teatri, credosi debba attuare una po-litica capace di garantirela prosecuzione dell’atti-vità senza dimenticarela necessità di sicurezza.Non voglio certo dire chesi debbano avere menocontrolli e più privilegi,ma sicuramente la pre-carietà dell’impresa cul-turale, vessata da regoleopinabili e incapaci dicurare i propri talenti,

merita un occhio di riguardo”.Preoccupazione e sfiducia sono i sen-

timenti oggi dominanti. Cosa teme possaaccadere dopo la pausa estiva?

Il timore che altri teatri possano ave-re problemi è reale. Ci siamo di mezzo an-che noi e stiamo facendo l’impossibile perevitare che questo accada. Vorremmo“positivamente” temere che la città possagodere di tutte le strutture presenti, per sce-gliere per gusto, genere e accoglienza. Cosìsi darebbe uno “schiaffo” a chi non vuo-le proteggere realtà culturali, le fonda-menta di una rinascita civile laddove la ne-cessità della stessa appare un’emergenzada risolvere al più presto.

m.g.f.

ODA TEATRO

Verso l’ok per spettacoli all'apertoGli attori del

Cerchio di Gessovivono di teatro,ma non possono la-vorare nell’ex ca-pannone industria-le nella secondatraversa di Corsodel Mezzogiorno.La struttura, di pro-prietà della Provin-cia e da dieci annigestita dalla com-pagnia, era sprovvista del certificato di ido-neità statica. Il sipario è calato su venti fa-miglie. Prima ancora che potessero gio-carsela alla pubblicazione del nuovo ban-do per la gestione del teatro. Sono piom-bati in un limbo. “Sappiamo che gli ufficitecnici stanno lavorando per trovare le som-me necessarie ai lavori - racconta il diret-tore artistico Mario Pierrotti -. Dopo l’in-sediamento del commissario della Pro-vincia, attendiamo di per poter parlare conlui e capire se, come definito dalla Giun-ta Pepe, la situazione sarà risolta”. Votatialla causa, nonostante l’imminente sca-denza dell’appalto, a Fabio Costantini, chegestisce provvisoriamente l’ente di Palaz-zo Dogana, porteranno quasi 5mila firmeraccolte con una petizione. “Ci serviranno

per mostrare alcommissario chec’è tanta gente, tan-ta passione intornoa quella struttura”.Gli attori dell’Odavogliono tornare inscena, all’aperto.“Siamo in attesadell’autorizzazionedella Commissionedi vigilanza per loSpettacolo per fare

delle attività all’esterno. Aspettiamo che ilComune si decida, ci auguriamo in manieracelere, a darci l’autorizzazione e, in casocontrario, a comunicarci che non si puòfare. Altrimenti non potremo cercare nem-meno altre soluzioni”. Tentano di farsi co-raggio ed essere fiduciosi. Non intendonomollare: l’alternativa sarebbe gettare laspugna per l’Oda e diventare una com-pagnia itinerante. “Oltre a questo si ag-giunge anche la difficoltà che stiamo vi-vendo con la Regione per il blocco del pat-to di stabilità che non permette le asse-gnazioni. C’è una congiunzione sfavorevolenell’intero settore dello spettacolo, però -conclude Pierrotti - in questo momento èd’obbligo essere positivi”.

m.m.

Rosaria Prencipe

Pierluigi Bevilacqua

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8 m a g g i o duemilatredici foggia notes

Dal 5 giugno, in libreria, il primo volume

I “Diari di Umberto Giordano”

Promossa da “Mamme Arcobaleno”

Una rete di auto-aiuto perfamiglie indigenti, un presidiodi solidarietà, una mano tesaa favore della genitorialità. E’la “Banca del Bimbo”, unospazio virtuale di sostegno re-ciproco che nasce per andareincontro alle esigenze di fa-miglie e giovani coppie indi-genti che si ritrovano quoti-dianamente tra l’incudine deibisogni e delle necessità cor-relate all’arrivo di un figlio edil martello della crisi econo-mica.

Il progetto - promosso aFoggia dall’associazione “Mamme Arcoba-leno”, che ha beneficiato del finanziamentodel Centro Servizi per il Volontariato di Ca-pitanata, nell’ambito del Bando Promozione2013 - si propone come un punto di contattotra famiglie alle prese con le medesime pro-blematiche e necessità: dal bisogno di con-fronto e ascolto (che può interessare tanto legiovani madri quanto i giovani padri dinan-zi alla rivoluzione che porta con sé un nuovoarrivato in famiglia), a necessità più concre-te come sterilizzatori, passeggini, vestiti.

Attiva dal 12 maggio, la Banca del Bim-bo “intercetta” donatori di oggetti e stru-menti per la puericultura che non vengonopiù utilizzati e li mette a disposizione dellefamiglie bisognose che ne facciano richiesta.In questo modo è possibile crescere e svezzarebambini quasi a “costo zero”, riutilizzandomateriali che ad altri non servono più. Anco-ra, questa iniziativa strizza l’occhio alla so-stenibilità ambientale spezzando la catena

del business del “nuovo nato”, riciclando eriutilizzando strumenti e oggetti ancora validie in buono stato.“L’iniziativa è stata accoltacon grande interesse in città”, spiega PatriziaPalmieri, presidentessa di Mamme Arcoba-leno. “In pochi giorni di attività abbiamo giàportato a compimento numerosi scambi equesto ci riempie di orgoglio. La Banca delBimbo, infatti, funziona come un’interfacciavirtuale: il nostro compito è mettere in con-tatto le famiglie (chi chiede e chi offre aiuto)che successivamente si incontreranno per ef-fettuare lo scambio dei prodotti. In questomodo – continua - si scambino anche espe-rienze, si evitano sprechi inutili e si tesse una‘rete’ fra genitori”. Le locandine e le brochu-re dell’iniziativa sono state già affisse e di-stribuite nelle parrocchie, nelle case-fami-glia e nei consultori della città per arrivaredirettamente ai destinatari del progetto. Percontattare la Banca del Bimbo: [email protected]. m.g.f.

I numeri sono quelli di una lot-ta impari. Oltre 15mila prodotticommerciali sequestrati ogni an-no, abilmente contraffatti e im-messi sul mercato. A snocciolare idati di questa deriva emergenzia-le è il comandante della PoliziaMunicipale, Romeo Delle Noci, te-stimone– insieme all’assessore co-munale alla Sicurezza, Franco Ar-curi – dell’insolito matrimoniocelebrato tra l’amministrazione co-munale e la Confcommercio diFoggia. Un protocollo d’intesa, unnuovo giro di vite nel contrasto alla venditadi prodotti contraffatti. “Non si tratta solo unatto formale – tiene subito a precisare il sin-daco, Gianni Mongelli - ma di un’azione con-creta con i risultati che saranno verificati conun report mensile”, ovvero una relazione che,puntualmente, fotograferà la situazione deireati di alterazione, contraffazione e imita-zione di prodotti e la relativa vendita abusivanei vari settori commerciali. Poi precisa subi-to, quasi a voler smorzare sul nascere ogni ti-po di polemica, che le verifiche non riguar-deranno solo gli ambulanti, ovvero gli abusivitout court, ma anche le attività commercialifisse. I cardini dell’accordo - sottoscritto daMongelli e dal presidente Confcommercio,Damiano Gelsomino - mettono nero su bian-co gli impegni e le responsabilità delle parti:il Comune (per il tramite della Polizia Muni-cipale), si impegnerà ad intensificare l’azio-ne di contrasto, mentre la Confcommercio ad

avviare una specifica campagna di sensibi-lizzazione verso i commercianti e gli acqui-renti, finalizzata a rendere partecipi i cittadi-ni sia dei rischi per la salute, sia delleconseguenze cui potrebbero andare incon-tro (non tutti, infatti, sanno che per l’acquistodi prodotti contraffatti si rischia una sanzionefino a 1.000 euro). In evidenza, quindi, vi è“un problema di approccio culturale al feno-meno”, che – complice la crisi economica –sta assumendo dimensioni preoccupanti, la-vorando ai fianchi delle normali attività com-merciali che ne subiscono la concorrenzasleale. Insomma, dal comune di Foggia si pre-annuncia una stagione di “tolleranza zero”:questo protocollo d’intesa, infatti, segue aruota quello di poche settimane fa sottoscrit-to con la Confederazione nazionale dell’Ar-tigianato per contrastare l’abusivismo nel set-tore dei parrucchieri ed acconciatori.

m.g.f.

Diciassette diari, duelettere inviate all’amicoe collega Ruggero Leon-cavallo, vari frammentiautografi, 22 fogli sparsi eappunti vari. È questo iltesoretto giordanianoche, nel 1996, l’ammini-strazione comunale del-l’epoca acquisì al termi-ne di una combattutaasta telefonica con il bat-titore della celebre casa Christie’s di Londra,con il progetto di (ri)scoprire e valorizzare unGiordano “inedito” e “privato”, di riallaccia-re i fili di un rapporto – quello tra il Maestro ela sua città –ormai logoro e deteriorato. Almaestro Carmen Battiante, direttrice d’or-chestra e profonda conoscitrice ed estimatri-ce del compositore di Fedora e Andrea Ché-nier,è stato affidato il compito - importante edimponente, per la mole di lavoro - di curare ilprogetto editoriale promosso dalla Fondazio-ne Siniscalco Ceci, di una trilogia di volumiche riprende fedelmente idiari privati di Giordano (dal1926 al 1947), corredati danote critiche e inquadra-mento storico-culturale.

A quasi diciassette annidi distanza da quell’acquistolungimirante, la fondazionedi via Arpi celebra finalmen-te la pubblicazione del primovolume dei “Diari di Umber-to Giordano”. Il primo tomo– 478 pagine che raccolgonogli scritti degli anni1926-1934 – sarà in distribuzione

dal 5 giugno al costo di 20 euro e si proponedi portare alla conoscenza del grande pubbli-co l’aspetto più umano e privato del Maestro.“Pubblicare un diario è come guardare dalbuco di una serratura le vite altrui. Ma la pub-blicazione di questi ‘quaderni giornalieri’ hauna valenza assai particolare”, ha spiegato ilpatrondell’iniziativa, Francesco Andretta. “Inquesto modo intendiamo ricostruire quel rap-porto che è mancato tra Giordano e la sua cit-tà (che per un periodo di tempo è stata anche‘rinnegata’ dal maestro) perché è mancata

quella quotidianità, ricca dianeddoti, che rende una per-sona ‘propria’ di una città, par-te della storia locale”.

Dalla lettura “stratificata”di quelle pagine sarà possibi-le scoprire un Giordano sco-nosciuto alle biografie uffi-ciali, sedotto dal fascino delcinema, vessato dall’ipocon-dria e schiacciato dalle vicen-de di una famiglia moltochiacchierata. Insomma, l’uo-mo accanto al maestro.

Maria Grazia Frisaldi

Fortemente voluta dall’assessore regionale Gentile

Nuova legge contro il femminicidioUna base normativa solida, che contri-

buisca a supportare le strutture esistenti epotenziare l’offerta dei servizi attivati per laprevenzione e il contrasto della violenza digenere. è l’idea alla base dell’iniziativa del-la Regione Puglia che presto promulgheràuna nuova legge contro il femminicidio. Lalegge regionale, fortemente voluta dall’as-sessore al Welfare e alla sanità Elena Gen-tile con la collaborazione della consigliera re-gionale di parità, Serenella Molendini, faràin modo che l’azione della Regione Puglia di-venti ancor più strutturata, integrata, vin-colante. La legge3 prevede alcune tappeche partono dalla costituzione di un tavolotecnico all’interno dell’osservatorio sulla sa-lute di genere, che promuove un’azione dimonitoraggio capillare4 del fenomeno, losviluppo di programmi di sensibilizzazionee formazione del personale sanitario e so-ciosanitario, il consolidamento della rete deiservizi e la formazione di tutti gli operatori delsettore.

Con le sue 127 donne morte ammazza-te nel 2012 e 30 dall’inizio dell’anno (datoche rischia di aumentare nell’arco di tempoimpiegato a leggere questo articolo), l’Ita-lia è all’80 posto della classifica mondialestilata dall’ultimo rapporto 2012 “GlobalGender Gap” del World Economic Forum.“Un fenomeno atroce – ha dichiarato l’as-sessore Gentile – che ci impone di consoli-dare e potenziare le azioni e gli interventimessi in campo nell’ultimo quinquennio”.

Agire è dunque la parola d’ordine perogni istituzione, onde evitare azioni dram-matiche che, ricordiamo, non sono soloquelle estreme del femminicidio. È la pre-varicazione con la forza che va combattuta,

quella che porta all’omicidio, ma anche aviolenze sessuali o ad azioni altrettanto in-sopportabili dal punto di vista umano comelo sfigurare il volto di una donna con del-l’acido.

Episodi del genere, che si sono ripetutipiù volte nelle ultime settimane, hanno ungrande valore simbolico. Colpire il volto che,per un essere umano è il luogo dove si attuail primo livello di comunicazione (non solocon la parola, ma innanzitutto con lo sguar-do e le espressioni facciali), significa ferirequella persona nel profondo, inibirla, to-glierle persino la possibilità di interagire conil mondo stesso.

E questo è inaccettabile. Per una donnaè un po’ come morire.

Angela Dalicco

Accordo tra Comune e Confcommercio

Attiva la “Banca del Bimbo” Tolleranza zero sull’abusivismo

Elena Gentile, assessore regionale al Welfare

Un momento della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa

La firma del protocollo d’intesa contro l’abusivismo

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‘Non v’è in natura nulla di piùvariabile dell’acconciatura di una si-gnora’.

Lo aveva già intuito nel1700 il padre del giornali-smo inglese, Joseph Addi-son, che i capelli sono mol-to importanti per ognidonna. Ed è per questo checon l’arrivo di una nuovastagione il desiderio dicambiare look inizia pro-prio dai capelli.

I trend capelli per laprimavera-estate 2013 ve-dono in prima linea le lun-ghezze medio/lunghe, enfatizzatee sottolineate dal vero protagonistadella stagione: le frange/ciuffo, por-tate leggere all’altezza degli occhicon lievi scalature e un ciuffo che ac-carezza gli zigomi per un finish gla-mour. Tutto per enfatizzare al mas-simo lo sguardo.

L’ispirazione viene dallo stileBohemien, spensierato, creativo,con un tocco di couture: immersonegli Anni Settanta, riscopre il fa-scino di trecce o intrecci di cioccheunite da nodi, magari arricchite dalacci di cuoio, accessori-gioiello, fa-sce di ogni forma e colore, e gli at-tualissimi foulard.

Le acconciature sono più disin-volte rispetto alla stagione scorsa.Da adesso in poi, infatti, opteremoper acconciature facili, più sciolte e

un po’ spettinate. Ovviamente stia-mo parlando di capelli medio/lun-ghi la cui struttura sia curatissima.

Via libera quindi ad impacchi, ma-schere, oli dal forte potere nutrientea base di cheratina, hennèoppure olio d’oliva. Eper il finish usate pro-dotti contenenti filtri diprotezione solare, per-ché anche i capellihanno bisogno di es-sere protetti, non solodalle fonti di calore co-me piastra e phon, maanche dal sole.

I diktat, quindi, peri capelli lunghi sono:forti, nutriti e luminosi.

Ma se il caldo di-venta insopportabile esiete tra le molte chehanno il coraggio di‘darci un taglio netto’,

allora il trend perfetto per voi va dalclassico bob ‘corto’, che tra l’altroquest’anno viene dato come uno dei

tagli super cool, la cui struttura ele-gante permette uno styling facil-mente ricreabile. Oppure, per lepiù temerarie, c’è il taglio corto al-

la ‘maschietto’, più fresco e sba-razzino, che richiama il looksfoggiato da Anne Hathaway,alla recente notte degli Oscar.Perfetto per chi ha poco tempoper lo styling, risulta semplice ebrioso se lasciato al naturale per

il giorno, molto elegante e raffi-nato per la sera con un semplice

tocco di gel o con un accessorio lu-minoso.

Par l iamoora di colore.Perché tuttes a p p i a m oche il taglio

è solo il 50%dell’accon-ciatura diuna donna,l’altra metàsta nel colo-re. Il mustin fatto di

nuance siracchiudenella parola

‘osare’ a pat-to, però, discegliere la

tinta che preferiamo senza però stra-fare. Come in tutte le cose, la misu-ra è la chiave dell’eleganza. Duran-te le sfilate si sono visti in passerellacolori accesi, decisi, dai fucsia agliazzurri, ma non erano mai protago-nisti: completavano il look, lascian-do sempre trasparire il colore natu-rale alla base. Stiamo parlandoquindi di ciocche, frange, ciuffi epunte colorate, mai di intere chio-me. Lampi di luce che rendono an-che il più semplice chignon nuovo esbarazzino, senza però scadere nelvolgare. Scegliete quindi il coloreche più vi piace, che vi da allegria erenderete meno monotona la vostracapigliatura. Con l’accortezza peròdi usare poisia per il la-vaggio cheper lo sty-ling prodot-ti adatti percapelli co-lorati, in mo-da da pro-teggere lalucentezzae far duraremaggior-mente il co-lore. Unavolta che visarete stufa-te non ci sarà nulla di più facile cheriprendere il colore di base oppure

darsi un bel taglio per ricreare unnuovo look.

Anche se la bella stagione è ap-pena cominciata,

ecco con alcunechicche per l’au-

tunno/inverno2013, che riporterà

in auge i mustdelle scorse sta-gioni. Come, adesempio: i capel-li extra-long,non necessaria-mente lisci macomunque lun-ghissimi portati

con la riga latera-le; anni 40, capi-

gliature corte o lunghe e fluenti ca-ratterizzate da boccoli morbidi.

Simona Donatelli

10 m a g g i o duemilatredici fashion

PURCHÈ SIANO FORTI, NUTRITI E LUMINOSI Lunghi o cortissimi,

colorati o naturali, per la bella

stagione tutto è concesso.

A patto che il capello sia sano e curato

Parola d’ordine: osarePromotion

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11m a g g i o duemilatredicibenessere

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12 m a g g i o duemilatredici bellezza

Da Kate Winslet ad EmmaThompson fino a GwynethPaltrow e Amanda Seyfried:

sono alcune delle at-trici di Hollywood chesi sono schierate con-tro la chirurgia este-tica e i ritocchi al viso.Un’apologia dellabellezza naturale?Non solo: le belle delcinema sono a cono-scenza di un poten-ziale elisir di giovi-nezza senza silicone.Si tratta del metodo“Facercise”, nato aNew York grazie al-l’intuizione di CaroleMaggio, terapistaqualificata ed esperta in bellezza.Ancora poco conosciuto in Italia, Fa-cercise è il modo più naturale per ri-modellare i lineamenti del viso sen-za effetti collaterali,controindica-zioni e cicatrici, al contrario dellachirurgia tradizionale. Approvatoanche da medici e specialisti, ilmetodo consiste in esercizi per gin-nastica facciale con cui si rinforza-

no i muscoli del viso attraversocontrazioni isometriche, usando an-che i pollici e le dita. Proprio comei muscoli del corpo allenati in pa-lestra, anche il viso ha bisogno di es-sere allenato per contrastare i prin-cipali segni dell’invecchiamento. Iltempo che passa è il responsabiledel classico aspetto scavato: ven-

gono meno collage-ne ed elastina così lapelle appare menodistesa. Inoltre,l’esposizione ai rag-gi solari, l’inquina-mento, le abitudinialimentari e lo stile divita si ripercuotonoinevitabilmente sul-l’aspetto del voltoprovocando solchiprofondi come le ru-ghe d’espressione.

In seguito allasua esperienza, Ca-role Maggio ha mes-

so a punto quattordici esercizi vol-ti a neutralizzare le caratteristichepiù temute dalle donne come le ru-ghe, l’assottigliamento delle labbrae l’espressione inasprita, le soprac-ciglia basse, le palpebre cascanti, leguance piatte, il doppio mento, la li-nea delle mascella cascante e il col-lo raggrinzito. E non solo: il meto-do Facercise non sottovaluta il naso,

la cui punta tende ad allungarsi ver-so il basso con lo scorrere del tem-po. Il segreto di una pelle tonica eturgida sta nell’utilizzare circa tren-ta muscoli facciali, le cui piccole di-mensioni permettono di trionfare sulproprio destino genetico in brevetempo. Basta una sessione giorna-liera di venti minuti per cinquegiorni alla settimana: gli esercizipossono suddividersi nell’arco del-la giornata; una volta acquisito ilmetodo possono essere praticatianche durante altre attività come laguida, la lettura e così via. Il prin-cipio è il medesimo utilizzato per to-

nificare i muscoli del corpo: più unmuscolo viene fatto lavorare e con-trarre, maggiore sarà la sua cresci-ta. Gli effetti sul viso sono turgore,distensione e una pelle luminosa.Queste sollecitazioni facciali infat-ti sono basate anche sulla stimola-zione della circolazione sanguina: ilsangue ossigena la pelle e l’ossi-geno la rende luminosa e sana. Sepraticato con costanza, i risultatipossono essere visibili già dopodue settimane. Proprio come qual-siasi attività fisica, si può verificarel’efficacia dell’esercizio se si sento-no i muscoli tirare nonché una sor-

ta di bruciore durante l’esecuzione.Non può mancare tuttavia il giustoatteggiamento mentale: è preferi-bile concentrarsi sull’attività e sul-le vibrazioni dei muscoli in trazio-ne. Un altro supporto è fornito dal-la dieta: deve contenere il giusto ap-porto di proteine, alla base della cre-scita muscolare. I muscoli del visoovviamente non posso raggiunge-re lo stesso sviluppo di un muscolocorporeo: l’unico effetto possibilesarà quello un aspetto ringiovanitoe che, in base alle proprie esigen-ze, potrà sempre migliorare.

(Fonte: www.facercise.com)

Arriva da New York il nuovo segreto di bellezza delle starVolto giovane senza chirurgia con gli

esercizi di ginnasticafacciale di

Carole Maggio

GLI ESERCIZI Ecco alcuni esercizi facciali

semplificati da provare a secondadelle proprio esigenze.

Occhi a zampe di gallina: posi-zionate tre dita intorno all’angoloesterno dell’occhio. Tirate gentil-mente verso le tempie. Chiudete eaprite gli occhi. Ripetere venti volte.

Area tra le soprac-ciglia: posizionate ledita sulla protuberan-za del naso tra gli oc-chi. Premete con le di-ta e mantenete lapressione. Muovete lesopracciglia su e giù.Ripetere venti volte.

Guance: fate uscire in fuori lelabbra e formate una forma roton-da, sempre allungando in avanti,poi sorridete il più ampiamente pos-sibile. Tenete per un secondo e ri-prendete la forma rotonda. Ripete-re dieci volte.

Collo e mento: sporgete in fuo-ri il labbro inferiore il più possibile,

posizionate le ditasulle clavicole e pun-tate il mento il piùpossibile in alto; tira-te poi gli angoli dellabocca verso il basso.Tendete i muscoli delmento il più ferma-mente possibile spin-gendo il labbro infe-

riore in alto, e in fuori, come quandosi fa il broncio. Tendere il più possi-bile finché il mento sbianca e si in-crespa. Spingere verso l’alto.

Dalila Campanile

Facercise, giovinezza al naturale

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13m a g g i o duemilatredicimoda

Chi l’ha detto che per essere alla moda bi-sogna rinunciare alla comodità? Le cal-zature in vendita da “Rabò” sono la ri-sposta a tutte le esigenze. La nuova col-lezione femminile del negozio di via LaGreca è un concentrato di tendenza equalità al giusto prezzo. Le scarpe sonorigorosamente Made in Italy realizzate daartigiani specializzati, in grado di assicu-rare ottima manifattura e design innova-tivo. Così ogni donna non avrà difficoltàad assecondare il proprio stile e scoprirequalcosa in più della propria personalità.

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Design innovativo e ottima manifattura. Il segreto è nel made in ItalyA ciascuna la sua... scarpa

La grintosa La donna con una perso-nalità forte ed estrosa sarà conquistata da-gli stivali estivi corti alla caviglia con cin-ghia sul lato. Hanno la stessa grinta, ma lamanifestano con un tocco più delicato ledonne che scelgono i tronchetti con bordotraforato classico o floreale. Decise ma conspirito, quelle che preferiscono le sneakersclassiche ma nei colori di tendenza comeil verde, o le ballerine stampa di giornale.Risoluta e gotica la donna che calza slippersricoperte di borchie, l’evoluzione dellebabbucce sdoganate da Flavio Briatore.

La sognatrice Chi sceglie la ballerinaè una donna che vuole essere femminilee pratica in ogni momento della giornata.

Quelle della nuova collezionesono realizzate in pelle e con maxi fioccocentrale; disponibili nei colori pastellosono morbide e fresche, l’ideale per chivuole essere graziosa senza rinunciare allacomodità. Hanno un aspetto più classicoquelle con la punta in vernice e con taccoquadrato. Saranno calzate da donne chesognano solo in privato. Ai piedi di coleiche sceglie zeppe con suola in sughero im-preziosite da perle e listini a cavigliera, illato sognatore si unisce con eleganza alcomfort.

La seduttrice Userà tacco a spillo eplateau a vista sotto la suola. Generalmentein un colore a contrasto, è il segreto per

reggersi su tacchicosì acuminati. Ancora molto in voga an-che la spuntatura da cui la seduttrice lasciatrapelare dita con smalto impeccabile. Ilmodello Chanel è un altro grande alleatodella seduzione per colei che può sfoggiarecaviglie sottili.

La donna più matura invece può sce-gliere di affascinare con il classico decol-leté, adatto anche alle cerimonie. Infine, co-lei che conquista senza rinunciare alla sta-bilità, sceglierà sandali spuntati con listi-no alla caviglia nei colori più trendy (pel-le verde acido o vernice arancio) fino allezeppe che valorizzano lo scollo del piedecon pietre e coralli.

Sensuale o grintosa, elegante o pratica per assecondare ogni tipo di stile

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14 m a g g i o duemilatredici ambiente

Cambio casa?Cambio pittura!

Con l’arrivo della primavera esplode la vogliadi cambiamenti. Al cambio di stagione si associaspesso una imbiancata alle pareti, assieme al de-siderio di un nuovo colore per la camera della casain cui la famiglia trascorre più tempo. La sensazione,infatti, è che sia proprio l’ambiente che ci accogliea richiedere una trasformazione. Enon parliamo solo di arredamento.Probabilmente non parliamo nep-pure solo di colori. La cromoterapiaci insegna che i colori di cui ci cir-condiamo hanno la capacità di inci-dere sul nostro stato d’animo, dun-que sul nostro approccio con il mon-do. Perciò la scelta di un colore puòessere ben più significativa ed emo-zionale di quanto ci aspettiamo. Tut-tavia, non conta solo il rapporto delfruitore con il colore: l’aspetto prin-cipale di cui tenere conto è la voca-

zione, la suggestione che vogliamo dare all’am-biente su cui operiamo. Anche la sensazione di vi-brazione, di ombreggiatura, mista tattile-visiva, de-terminata dalla texture della finitura della pitturaè, di conseguenza, da tenere in grande conside-razione. È qui, infatti, la vera RIVOLUZIONE delcolore nello spazio della casa: cioè il benessere psi-cofisico che passa attraverso l’armonia tra materia,colore e luce. Questa è la ricerca d’avanguardia deimarchi che si rivolgono al mondo delle ristruttu-razioni edilizie e delle pitture decorative da inter-ni. Tra questi, leader del segmento pitture e verniciper l’edilizia professionale è Colorificio San Mar-co, il gruppo che vanta 8 stabilimenti produttivi e

ben 7 marchi, un labo-ratorio di ricerca sem-pre avanzato e grandequalità delle pitture aprezzi realmente com-petitivi. La “San Mar-co” permette di andareincontro alle esigenzedi ristrutturazione diinterni sia di ditte ediliche di privati. I pro-dotti San Marco, infat-ti, offrono pitture disemplice utilizzo ma di

IL BENESSERE PSICOFISICO PASSA ATTRAVERSO

Come liberare la fantasia, creando modernità in perfetto stile made in Italy

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DI SIMONA CAMPANELLAARCHITETTO

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15m a g g i o duemilatredicicasa

fortissimo impatto decorativo. La linea dipitture “Emozioni decorative”, per esem-pio, offre una gamma incredibilmente ric-ca di soluzioni preziose per la casa: Emo-zioni Decorative è la linea di finiture de-corative che libera la fantasia, crea mo-dernità in perfetto stile made in Italy.

La linea di prodotti “Dettagli d’Arte”,poi, con la sua vasta gamma cromatica ditonalità riproducibili e perfetti mix di ef-fetti decorativi accattivanti e facili darealizzare (insieme ad altri che richiedo-no la cura e la maestria dell’ar-tigiano), garantisce l’unicità e lapersonalizzazione di ogni sin-gola realizzazione. Le pareti vi-vono, il colore vibra sotto laluce e al tatto si veste di tridi-mensionalità, di matericità, di-venta perlato, spugnato, sab-biato o vellutato al tatto, o me-tallizzato e iridescente, prezio-so come l’oro veneziano chesprigiona luce, come rame, al-

luminio e bronzoper vestire lacasa di polveredi stelle. Le fini-

ture decorative, se di migliore qualità,sono capaci di ricreare atmosfere di me-moria o di innovativa tendenza e si pre-sentano in una gamma vastissima di so-luzioni e possibilità.

E allora basta aggiungere un tocco difantasia e attrezzature specifiche qualipennelli, spatole, tamponi e rulli, perrealizzare concretamente il progetto di rin-novamento delle pareti della nostra casa.Una casa nuova e unica, in armonia conil nostro essere.

L’ARMONIA TRA MATERIA, COLORE E LUCE

IN COLLABORAZIONE CON COLORSYSTEM

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16 m a g g i o duemilatredici

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17m a g g i o duemilatredici

Più dellozuccheroDalla stevia un dolcificante

naturale a zero calorie, sino a tre-cento volte più dolce dello zuc-chero. La dolce notizia è apparsasul portale della salute sul sito diRepubblica. I ricercatori del Di-partimento di Scienze agrarie,Alimentari e agro-ambientali del-l’Università di Pisa, in collabora-zione con il Laboratorio Utagri-Inn del Centro di Ricerche Eneadella Casaccia, stanno studiandola messa a punto di un metodo diestrazione, purificazione e for-mulazione degli steviol glicosidia partire da foglie di steviarebau-diana bertoni. Si aprono così pro-spettive per migliorare la dieta dipersone obese, diabetici o affetteda malattie cardio-vascolari.

La stevia è una pianta, prove-niente dal Sud America, conun’elevata presenza di saccaro-sio; è un vero e proprio dolcifican-te naturale privo di calorie, conmolte proprietà benefiche, chepermette la sostituzione di dolci-ficanti chimici come l’aspartame.Da tempo se ne parla per inserir-lo nelle diete, ma i ricercatori ita-liani sono sicuri di aver messo apunto per la prima volta una for-mulazione 300 volte più dolce del-lo zucchero.

“L’obiettivo - spiega LucianaAngelini, ordinario di Agronomiae coltivazioni erbacee dell’ateneopisano - è di ottenere un estrattoper il settore alimentare, ma an-che per quello farmaceutico, uti-lizzando tecnologie innovative inmodo che possa essere impiega-to anche per i prodotti biologici”.

Gli estratti attualmente com-mercializzati sono infatti perlopiùdi origine asiatica e non semprerispondono a criteri di qualità intermini di efficacia e sicurezza. Inun articolo in uscita sulla rivistainternazionale Journal of theScience of Food and Agricoltureè stato inoltre messo in evidenzacome gli estratti di stevia prodot-ti secondo le procedure messe apunto dai ricercatori dell’Ateneopisano siano caratterizzati non so-lo da un elevato contenuto di com-posti dolcificanti, ma anche da unelevato potere antiossidante.

Il gruppo di ricerca dell’Uni-versità di Pisa è stato il primo adintrodurre in Italia lo studio dellastevia negli anni ‘90. La pianta èinfatti originaria della regione diAmambay, nel nord-est del Para-guay, e per secoli è stata utilizza-ta dalle tribù locali dei Guarani co-me dolcificante e negli infusimedicinali.

“Gli estratti di stevia - ha com-mentato la professoressa Angeli-ni - rappresentano un’eccellentepossibilità per migliorare la dietadi soggetti affetti da varie patolo-gie quali obesità, diabete mellito,malattie cardio-vascolari e cariedentale, e sono un’alternativa na-turale ai dolcificanti artificiali co-me l’aspartame o la saccarina, i cuieffetti sulla salute hanno recente-mente sollevato molte preoccu-pazioni”.

Irma Mecca

in pocheparole

Nel nostro Paese soffrono di ma-lattie renali circa tredici milioni dipersone, di cui cinque milioni conMalattia Renale al IV-V stadioK/DOQI (Kidney Disease OutcomesQuality Initiative) con una riduzio-ne rilevante della funzione dei reni.Ipazienti in dialisi in Italia sono oltrequarantacinque mila, contro i tren-tasette mila di dieci anni fa (+22%).

La dialisi a domicilio potrebbeessere la soluzione del futuro, pergarantire una vita quasi“normale”ai nefropatici, senza essere costret-ti ad estenuanti viaggi da e per unOspedale, per essere sottoposti al-l’emodialisi periodica, in attesa di untrapianto di rene.

I vantaggi della dialisi a domici-lio sono diversi: permette di non af-follare le dialisi ospedaliere, mi-gliora la qualità della vita di chi sideve sottoporre a questa terapia, mi-gliora la sua riabilitazione, ed è so-prattutto più umanizzante, visto chetutto il processo avviene nelle muradomestiche. S’ipotizza, infatti, chela dialisi possa avvenire di sera, altermine della giornata lavorativa esenza disagi o viaggi per il malato.Così come sarà più facile, nei perio-di di vacanza, sottoporsi al tratta-mento anche durante il soggiorno inalbergo.

Il vantaggio clinico è assoluto: i

pazienti trattati con questo metodopossono recuperare gran parte del-la loro quotidianità, utilizzando unminore quantitativo di farmaci ri-spetto a chi effettua l’emodialisi inambiente ospedaliero, perché la dia-lisi è di 2/3 ore, secondo le necessità.A domicilio, inoltre, la dialisi po-trebbe essere effettuata con una fre-quenza di 5 o 6 sedute la settimana,assicurando all’organismo una de-purazione quasi continua.

Dobbiamo precisare che questosistema non è alternativo alla diali-si peritoneale domiciliare, ma al-l’emodialisi tri-settimanale ambula-toriale. La dialisi a domicilio non èun’idea nuova in termini di tempo: iprimi tentativi furono realizzati alla

fine degli anniSettanta ma poiabbandonati,soprattutto acausa dei costie della gran-dezza delle ap-parecchiaturemediche. Cherendevano dif-ficilmente pra-ticabile il loroutilizzo in unambiente nonospedaliero.

Oggi è sta-ta progettato un rene artificialegrande quanto un piccolo televisore,che permette di effettuare l’emo-dialisi direttamente a casa. Questamacchina è stata pensata appuntoper l’utilizzo domestico, l’idea di ba-se è rivoluzionare l’emodialisi do-miciliare.

Il sistema include (come ripor-tato dalla scheda tecnica e dichiara-to da più medici) un dispositivo por-tatile compatto elettromeccanicocontenente pompe, meccanismi dicontrollo, sensori di sicurezza e diacquisizione dati. La cartuccia in-corpora un sistema di gestione flui-do volumetrico con annesso dializ-zatore, e dializzato premiscelato perl’emodialisi in sacche sterili da cin-

que litri (20-25 litri per seduta, le sac-che sono consegnate e ritirate dalfornitore; il rene artificiale è conces-so in comodato d’uso) facile da uti-lizzare per i comandi ben visibili esemplificati posti sul frontale. Leconnessioni idrauliche e la presaelettrica sono semplici e standardper minimizzare l’impatto sulla casa.È custodito in un trolley da viaggio fa-cilmente trasportabile.

L’apparecchio è semplice da uti-lizzare anche senza la presenza dipersonale specializzato( ci sarà untraining di circa 2 mesi per impara-re l’utilizzo).

Non occorrono accessi vascola-ri particolari, se non una normale fi-stola, per facilitare l’accesso alla fi-stola si può utilizzare il sistemaBotton-hole (puntura ad occhiello)che riduce i tempi di apprendimen-to del partner per la puntura del-l’accesso vascolare e che è anchemeno dolorosa, ciò permette ancheun miglioramento della percezionedel dolore da parte di chi è soggettoalla cura.

L’ospedale a casa è sicuramen-te una prospettiva del futuro, per-ché vanta innumerevoli vantaggi,non per ultimo il risparmio econo-mico, e aiuta chi ha problemi di salutea risolverli a casa senza l’ansia del-l’ospedalizzazione.

Dall’ospedale a casa, è finalmente una realtà

La scorsa domenica 5 maggio èstata la Giornata Nazionale dell’Epi-lessia. In molte piazze italiane si sonoorganizzati incontri con esperti percercare di dare qualche spiegazionee utili indicazioni su tale argomento.A Foggia l’incontro con gli esperti inPiazza Cesare Battisti è stato orga-nizzato dal coordinatore regionaledella Lega Italiana contro Epilessiaprof. L. M. Specchio (Clinica delleMalattie del Sistema Nervoso, S.C.di Neurologia Universitaria di Fog-gia). Slogan della manifestazione èstato “Facciamo luce sull’epilessia”.

Parlare, spiegare cosa è l’ epiles-sia è ancora problematico anche pernoi esperti in quanto, pur essendo nelventunesimo secolo, l’espressioneepilessia è purtroppo “densa” di pre-giudizi.

La parola Epilessia deriva dalgreco epilambànein: “prendere so-pra”, “sorprendere”, “afferrare”; maanche “essere colti di sorpresa”, “es-sere sopraffatti”. Il significato del ter-mine si riferisce al modo improvvisoin cui la malattia si manifesta e, in-sieme, al senso di prostrazione cuisoggiace il soggetto che ne viene col-pito. Tale patologia ha goduto di di-versa considerazione nei secoli, tan-

to da essere considerata sa-cra ai tempi del padre dellamedicina, Ippocrate, perpoi, con il sopraggiungeredel Medioevo, diventare,per un curioso ribaltamento,“diabolica”, “demoniaca”.

Ritorniamo ai nostritempi: quando ricoveriamoqualcuno per un primo epi-sodio critico spiego subitoai genitori che non possia-mo parlare immediatamen-te di epilessia; solo qualoraal bambino si ripresenti un altro epi-sodio critico possiamo diagnosticarela patologia.

A questo punto cerco di spiegareche quando qualcuno è affetto daepilessia, questo non significa nulla didefinito! È come quando si va dal pe-diatra e si dice che il bambino ha lafebbre. Il pediatra fa tante domandeper poi capire e spiegare se è una feb-bre da raffreddore, da bronchite o davaricella e pertanto, dopo un’ atten-ta anamnesi familiare e personale,dopo un attento esame obiettivo, pre-scrive i dovuti e specifici esami perpoi potere diagnosticare quale èl’agente patogeno e dare le cure spe-cifiche che cambiano da caso a caso;

infatti la febbre da raffreddore nonha bisogno di farmaci ma verosimil-mente dei metodi della nonna, le fa-mose 3 L: latte, letto e lana, inveceper una febbre da bronchite è neces-saria la terapia con l’antibiotico, lostesso dicasi per la varicella in cui po-trebbe essere utile la prescrizionedella terapia con antivirale. In tal ma-niera il pediatra può dare soprattuttole giuste risposte ai genitori: da cosail loro figlio è affetto. Perché pensoche quando un genitore ha le risposteadeguate, non dico che può sopras-sedere, ma, almeno potrebbe staretranquillo ed essere meno carico diansia.

Sono queste risposte che i nostri

pazienti e nel mio caso soprattutto igenitori dei pazienti vogliono sape-re. Quindi anche noi, come il pedia-tra, dopo una attenta anamnesi fa-miliare, personale, dopo un esameobiettivo generale e neuropsichiatri-co, prescriviamo degli esami stru-mentali per poter dire da quale for-ma di epilessia il nostro assistito èaffetto; in quanto nella grande fami-glia dell’epilessia ci sono delle formesecondarie a patologie sottostanti enon guaribili e forme che possono an-dare a guarigione e di conseguenzanon pregiudicano il futuro del bam-bino.

Comunque non sempre è tuttocosì facile, ma, solo i controlli clinicilongitudinali e la risposta personaleterapeutica possono svelarci di qua-le forma di epilessia si tratti e dare lelegittime riposte che i genitori giu-stamente vogliono sapere.

È opportuno, come dice il tor-mentone di questi giorni: “Devi staremolto calmo”. La calma aiuta non so-lo i genitori ma soprattutto i bambi-ni, che crescono con le nostre parole,con i nostri sguardi, emozioni, ansie.

E se posso dirlo aiuta anche noimedici cui sta a cuore il benessere deinostri pazienti.

Una patologia complessa

Facciamo luce sull’epilessiaDI ANNA NUNZIA POLITO

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

NEUROPSICHIATRA INFANTILE

Solo i controlli clinici longitudinali e la risposta personale terapeutica possono svelare di quale forma si tratti

DI TERESA A. PRISCO

NEFROLOGA

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326La dialisi a domicilioAiuta chi ha problemi di salute a risolverli senza l’ansia dell’ospedalizzazione

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Con la pubblicazione del decre-to legislativo del 23 maggio 2011 n.79 entra in vigore il Codice del Turi-smo e viene modificato il Codice delConsumo nella parte relativa ai con-tratti di multiproprietà ed ai contrat-ti relativi ai prodotti per le vacanze dilungo termine.

In particolare l’intera disciplinadei servizi turistici passa dal Codicedel Consumo al Codice del Turismo.

Le ragioni di tale modifica sonoda rinvenirsi nella ormai consolida-ta convinzione che il turista sia daconsiderarsi un “consumatore spe-ciale” e, quindi, debba essere desti-natario di una tutela autonoma ri-spetto a quella contenuta nel Codicedel Consumo.

Così facendo il nostro ordina-mento si è adeguato a quanto detta-to dalla direttiva 2008/122/CE suicontratti di multiproprietà, sui con-tratti relativi ai prodotti per le va-canze di lungo termine e sui contrattidi rivendita o scambio di proprietà.

Ma vediamo più da vicino le im-portanti ed interessanti novità ap-portate dal decreto n. 79/2011.

La nuova normativa regola leforme di contratto nate nel corso de-gli anni e prive di tutela legislativa,come il contratto di scambio di pro-prietà o di rivendita, e dà una defi-nizione unitaria del contratto di mul-tiproprietà. Inoltre, con riguardo al

contratto di multipro-prietà la nuova discipli-na regola anche i “con-tratti accessori” alcontratto di multipro-prietà, vale a dire queicontratti con cui il con-sumatore acquista servi-zi accessori collegati alcontratto principale (so-lo per fare un esempio sipensi ai contratti relativiai servizi di pulizia);

Il decreto n. 79, inol-tre, amplia la definizio-ne di pacchetto turistico,includendo in esso an-che le crociere, i viaggisu misura e i contratti dipacchetto turistico on li-ne; codifica il principiodella risarcibilità del danno da va-canza rovinata recependo consoli-dati orientamenti giurisprudenzialioltre che nazionali, anche europei.In Particolare con riguardo al risar-cimento del danno la normativa in-dividua ed esplicita chiaramente ipresupposti minimi per la richiesta dirisarcimento del danno da vacanzarovinata, facendo salva in ogni casola discrezionalità inevitabile del giu-dice in materia.

Per tutti questi contratti, poi, lanormativa introduce un diritto di re-cesso esercitabile dal consumatore

entro 14 giorni dalla conclusione delcontratto, anziché 10 giorni come inpassato. Introduce modalità di eser-cizio del recesso alquanto semplifi-cate mettendo a disposizione delconsumatore un formulario allegatoall’accordo da compilare e conse-gnare. Nel momento in cui il consu-matore esercita il diritto di recessoriconosciutogli, ad esempio relati-vamente ad un contratto di multi-proprietà, è bene chiarire che insie-me ad esso si risolveranno, comeconseguenza immediata e diretta,anche tutti i contratti accessori even-

tualmente stipulati. In mancanza diinformazioni precontrattuali il dirit-to di recesso passa da 14 giorni a tremesi.

Infine, nell’ottica, ormai nota, digarantire una più incisiva tutela delturista - consumatore speciale - la sumenzionata disciplina introducel’obbligo di fornire al consumatoreinformazioni maggiori e più detta-gliate. A tal uopo la normativa in-troduce formulari informativi perciascuna tipologia contrattuale damettere a disposizione del consu-matore.

Multiproprietà e vacanza a lungo termine DI ROSANGELA LORISO

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Tel. 0881.563326

MOVIMENTO CONSUMATORI

Decreto n. 79/2011: come cambia la tutela del “consumatore speciale”Codice del turismo

18 m a g g i o duemilatredici

Maschio ofemmina?

in pocheparole

Che i bambini possano na-scere maschi o femmine già si sada cosa dipende: la differenza ènei cromosomi sessuali, che pre-sentano una doppia X nel casodelle femminucce e una X e una Ynel caso dei maschietti. E che a fa-re la differenza sia quindi l`uomo,che è l`unico a poter trasmettere laY e quindi a poter determinare lanascita di un maschio, anche que-sto già è noto. E’ apparsa però sulportale della salute sul sito ilso-le24ore.com, una recente ricercadell`University of Newcastle, gui-data da Corry Gellatly e pubbli-cata sulla rivista Evolutionary-Biology, sulla quale è emersoanche che alcuni uomini eredite-rebbero maggiormente di altri latendenza a generare prole più in“azzurro” che in “rosa”, e vice-versa. In particolare, dalla ricer-ca è emerso che un uomo con tan-ti fratelli è portato geneticamentead avere figli maschi, mentre unuomo con molte sorelle ha piùpossibilità di avere figlie femmine.La ricerca ha coinvolto lo studiodi 927 alberi genealogici, dal 1600a oggi, contenente informazionisu 556.387 persone provenientidal Nord America e Europa. “Lostudio degli alberi genealogici hadimostrato che la possibilità diavere figli maschi o femmine èereditaria. Ora sappiamo che gliuomini hanno maggiori probabi-lità di avere figli se hanno fratellimaschi, ed è più probabile che ab-biano delle femmine se hanno piùsorelle. Per le donne, però, que-sta stessa predizione non può es-sere fatta”, spiega Gellatly.

Sono gli uomini a determina-re il sesso di un bambino, spiega ilricercatore, a seconda che tra-mandino la loro X (che combi-nandosi con la X materna dà vitaa una bimba) o la Y (che con la Xtrasmessa dalla mamma dà vita aun bimbo). Lo studio dell`Univer-sity of Newcastle, però, suggerisceche un gene, il cui funzionamen-to è in parte ancora da scoprire,determina la predisposizione ge-netica di ogni uomo ad avere figlimaschi o femmine. Gellatly ha di-mostrato che ogni uomo può ave-re tre differenti combinazioni nelgene che controlla la trasmissione,da parte dell`uomo nei confrontidella prole, del cromosoma ses-suale X o di quello Y. Dalla ricer-ca è emerso che quindi alcuni uo-mini sono più portati ad averefiglie femmine, altri più portati adavere figli maschi ed altri ancora,indifferentemente, potrebberogeneticamente dar vita a prole almaschile o al femminile.

Fiocco rosa o azzurro? A farela differenza, quindi, è sempre ilpapà. Adesso più di prima.

Irma Mecca

L’età pensionabile per il conseguimento dellapensione di vecchiaia da parte dei lavoratori iscrit-ti al soppresso Fondo di previdenza per il persona-le addetto ai pubblici servizi di trasporto con qua-lifica di “personale viaggiante”, è fissata in 60 anniper gli uomini e in 55 anni per le donne.

Peraltro, ai sensi dell’art. 12, comma 12 quater,della legge n. 122/2010, questi requisiti di età deb-bono essere adeguati all’ incremento per la speranzadi vita; tale adeguamento, tuttavia, non opera neiconfronti dei lavoratori per i quali viene meno il ti-tolo abilitante allo svolgimento della particolare at-tività lavorativa per il raggiungimento dei predettilimiti di età.

IN PARTICOLARE:i lavoratori che perdono il titolo abilitante allo

svolgimento della specifica attività lavorativa ac-cedono alla pensione di vecchiaia in base al regimedelle decorrenze di cui alla legge n. 247/2007 e cioè:• dal 1° luglio e dal 1° ottobre del medesimo anno

se i requisiti risultano perfezionati rispettiva-mente entro il 1° o il 2° trimestre dell’anno;

• dal 1° gennaio e dal 1° aprile dell’anno succes-sivo se i requisiti risultano maturati rispettiva-mente entro il 3° o il 4° trimestre dell’anno.I lavoratori per i quali non viene meno il tito-

lo abilitante allo svolgimento della specifica attivi-tà lavorativa per il raggiungimento dei limiti di età,accedono alla pensione di vecchiaia trascorsi 12 mesidalla maturazione dei requisiti e con l’applicazionedel meccanismo dell’incremento della “speranza divita”.

Con messaggio n. 6340 del 16 aprile scorso,l’Inps ha fornito gli opportuni chiarimenti in meri-

to alla perdita del titolo abilitante per il raggiungi-mento dei limiti di età da parte dei lavoratori di cuitrattasi.

L’Istituto ha precisato che il venir meno del ti-tolo abilitante si verifica solo nell’ipotesi in cui, peruna specifica attività lavorativa, è espressamente pre-visto, per legge, un limite massimo di età. Tale limitedi età nei confronti di coloro che guidino veicoli amotore, fissato dal decreto legislativo n. 285/1992 (co-dice della strada) in 60 anni per la guida di autobus,autotreni, autocarri ecc. , è elevabile fino a 68 anniqualora il conducente, a seguito di visita medica spe-cialistica, consegua un attestato di idoneità psico-fisica.

In sintesi il titolo abilitante viene meno solo se:• l’autista di autobus o il conducente di tram ha

compiuto i 60 anni di età e non ha chiesto l’ele-vazione del limite di età;

• l’autista di autobus o il conducente di tram, sot-

toposto a visita al compimento dei 60 anni dietà, non ha ottenuto tale elevazione.

In tali situazioni l’accesso alla pensioneanticipata di vecchiaia si consegue al rag-giungimento del limite di età di 60 anni + lafinestra di cui alla legge n°247/2007 e alla do-manda di pensione dovrà essere allegata unadichiarazione di responsabilità in cui il la-voratore dichiara di non aver richiesto/nonessere stato sottoposto ad accertamento sa-nitario per l’elevazione del limite di età, ov-vero documentazione attestante l’esito ne-gativo dei prescritti accertamenti medico-le-gali per l’elevazione del limite di età.

L’Inps ha ulteriormente precisato che nelcaso in cui la perdita del titolo abilitante avvenga suc-cessivamente al compimento del 60° anno di età, l’ac-cesso al pensionamento avverrà con l’applicazionedella “finestra” di 12 mesi e dell’incremento del-l’aspettativa di vita.

Il titolo abilitante, invece, non viene meno:• nell’ipotesi in cui l’autista di autobus o il con-

ducente di tram al compimento di 60 anni ha ot-tenuto l’elevazione del limite di età (anche nelcaso in cui la risoluzione del rapporto di lavorointervenga prima della maturazione delle con-dizioni di seguito precisate);

• tutti gli altri profili appartenenti alla qualifica dipersonale viaggiante (macchinista, capotreno,controllore, ecc.). In tali situazioni l’accesso al trattamento pen-

sionistico si consegue a 60 anni + incremento perl’adeguamento alla speranza di vita + finestra di cuialla legge n° 122/2010.

Accesso alla pensione di vecchiaia

Il limite è fissato in 60 anni per gli uominie in 55 anni per le donne

Personale viaggianteDI FLOREDANA ARNÒ

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

50&PIÙ ENASCO

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19m a g g i o duemilatredici

L’ordinamento giu-ridico tutela il diritto anascere, seppur malati.Non tutela a contrario ildiritto a non nascere:del resto il diritto a nonnascere non esiste vistoche la capacità giuridi-ca si acquista solamen-te al momento della na-scita e i diritti che lalegge riconosce a favo-re del concepito sono subordinati al-l’evento della nascita, ma appuntoesistenti dopo la nascita, sicché il co-siddetto diritto di “non nascere” nonavrebbe alcun titolare appunto finoal momento della nascita, in co-stanza della quale proprio esso ri-sulterebbe peraltro non esisterepiù.

Ne deriva che un’eventuale ri-chiesta di risarcimento del dannopotrà essere avanzata dal nascitu-ro (tramite la rappresentanza lega-le dei propri genitori) esclusiva-mente se le malformazioni sonostate determinate dalla condottacolposa/dolosa (attiva od omissiva)del medico; viceversa, qualora nonrisulti provato tale nesso eziologicotra condotta del medico e verifica-zione delle patologie del nascituro,il minore non potrà dolersi del fat-to di essere nato.

La questione è stata posta al-l’attenzione della Suprema Corteche ha ribadito il principio in baseal quale non esiste nel nostro ordi-namento un diritto a “non nascere”o un diritto a “non nascere se nonsano”, in quanto l’esistenza di mal-formazioni o malattie del feto noncomporta, sic et simpliciter, la pos-sibilità per la gestante diinterrompere la gravi-danza.

In altri termini nonè ammissibile, alla lucedell’art. 6 lett. b) dellalegge n. 194 del 1978,un “aborto praticatoperché il feto presentadelle malformazioni: in-fatti, la norma innanzidetta consente l’inter-ruzione volontaria del-la gravidanza (dopo i

primi novanta giorni) solo se lemalformazioni del nascituro deter-minino un grave pericolo per la sa-lute psichica e fisica della donna.

Della sussistenza di malforma-zioni del feto, di cui non sia statatempestivamente informata, potrà,piuttosto, dolersene la madre, nel-la misura in cui sia stato leso il suodiritto di autodeterminarsi circa lascelta di interrompere la gravidan-za, sempre che sussistano i pre-supposti dagli artt. 6 e 7 L. n. 194 del1978, e sempre che tale lesione si siain concreto verificata.

Di per sé la richiesta di accer-tamenti diagnostici non costituisceprova dell’intenzione di abortirenel caso in cui emergano delle ano-malie al feto, ben potendo essere di-verse le ragioni “che possono spin-

gere la donna ad esigere gli accer-tamenti ed il medico a prescriverli.

Ciò che deve, invece, ritenersifondamentale è il rispetto del prin-cipio secondo cui chi è in attesa diun figlio ha diritto di essere infor-mato dal medico circa le condizio-ni del feto.

Sussiste, infatti, il diritto della fu-tura madre ad essere informata cir-ca le condizioni di salute del nasci-turo e della esistenza di malforma-zioni del feto, a prescindere dallasua volontà o meno di abortire.

Quindi il medico che viola il di-ritto dei genitori ad essere informatisarà inadempiente atteso che que-sti con il suo comportamento non of-fre la possibilità alla coppia di pre-pararsi psicologicamente, ove ne ri-corrano i presupposti, all’arrivo di un

figlio menomato, oltreche eventualmente dar-le al possibilità di sce-gliere se interrompere omeno la gravidanza.

Tale inadempimen-to legittima la richiestadi risarcimento dei dan-ni derivanti dalla na-scita che in sè ricom-prende il danno biolo-gico ed il danno econo-mico derivante dal-l’evento.

Unghie al gel

“Le donne che usano con fre-quenza la ricostruzione con il geldovrebbero valutare il rischio dicancro della pelle” è quanto so-stiene Chris Adigun, autore di unrecente studio dedicato all’im-patto della ricostruzione delle un-ghie riproposto sul sito del Cor-riere della Sera.

Il processo di ricostruzionedelle unghie consiste nella lima-tura e lucidatura dell’unghia, cheviene poi irruvidita con uno sme-rigliatore per spalmare il primostrato di gel, al quale ne segue unocolorato e uno ulteriore con fun-zione di fissatore. Tra uno strato el’altro di gel le mani vengono in-serite sotto una sorta di fornetto(che poi è una lampada UVA) percuocere il gel, ma il procedimen-to è più rischioso di quanto si cre-da, almeno a quanto sostiene il re-cente studio della School ofMedicine di New York, in cui l’au-tore non va per il sottile citando lecontroindicazioni e nomina addi-rittura il tumore alla pelle comepossibile effetto collaterale.

Sono i fornetti utilizzati perasciugare e cristallizzare il gel aessere messi dai medici sul ban-co degli imputati, rei di emettereraggi forti quanto quelli delle lam-pade solari, con l’aggravante dinon essere nemmeno regolabili.Chris Adigun sostiene che questaabitudine allo smalto permanen-te non è sana e i prodotti chimicinon ben identificati a base di ace-tone indeboliscono eccessiva-mente le unghie. Inoltre i fornettifissatori sarebbero ad alto rischioper i tumori dermatologici, anchese ovviamente non si può ancorastabilire in che misura. L’uso diuna crema protettiva ad ampiospettro potrebbe essere un utilestrumento preventivo, ma in tuttii casi secondo Adigun sarebbe be-ne che il gentil sesso usasse in mo-do un po’ più parsimonioso la tec-nica della manicure con gel. Nontutti i ricercatori però sono così in-transigenti. Secondo l’opinione diNicola Mozzillo, direttore Dipar-timento Melanoma dell’IstitutoNazionale dei Tumori di Napoli,il fascio di raggi UVA utilizzatonella cristallizzazione del gel perle unghie è simile a quello impie-gato anche nello sbiancamentodei denti e non è il caso di alimen-tare troppi allarmismi. “La notiziadovrebbe riguardare esclusiva-mente una piccola fetta di utenti- tranquillizza l’oncologo - consi-derato che nella normalità l’espo-sizione ai raggi ultravioletti non ècosì significativa da giustificare diper sé l’insorgere di una patolo-gia tumorale”. E ancora una voltail buon senso si conferma un’otti-ma guida verso comportamentisalutari e corretti. Irma Mecca

in pocheparole

DI PALMA RUBANO

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AVVOCATO

Che bello sentire quei profumi co-sì piacevoli, vedere quei colori rilassantinelle boccettine di tante forme e gran-dezza, ma queste sensazioni ci fannosempre bene?

Il Centro Antiveleni di Foggia haaffrontato vari casi di intossicazione daoli essenziali. Da ciò si può dedurre chepotrebbero dare non solo l’effetto desi-derato ma creare anche più di qualcheproblema. È chiaro, non ne stiamosconsigliando l’uso, ma consigliamosemplicemente di conoscerne non soloi pregi ma anche i difetti. Per l’utilizzotramite diffusore non ci sono né con-troindicazioni né effetti collaterali. Nor-malmente non ci sono problemi nem-

meno per un utilizzo sulla pelle o a con-tatto con la pelle, a patto che non si esa-geri con la quantità. Tuttavia, ci posso-no essere persone con allergia aqualche olio essenziale o ad un suocomponente, cosa che potrebbe porta-re ad un’irritazione locale. Alcuni oli es-senziali possono avere addiritturaun’azione abortiva e le donne gravideper precauzione non dovrebbero usar-li. L’assunzione degli oli essenziali pervia orale può comportare qualche ri-schio, principalmente legato o a rea-zioni allergiche o alla tossicità deglistessi oli essenziali. Quindi, prima di as-sumere un olio essenziale per via oralebisogna metterne 1-2 gocce sulla pelle

per verificareche non ci sia-no reazioniallergiche. Latossicità deglioli essenzialidipende, co-me per ogniprodotto, dal-la quantitàassunta. Siccome sono molto concen-trati, le quantità massime sono gene-ralmente di poche gocce al dì. Se uti-lizzate l’aromaterapia assicuratevi diusare veramente oli essenziali puri. Èpiù facile trovare essenze sinteticheche oli essenziali. Le essenze sintetiche

non hanno effetti curativi epossono risultare dannose.Purtroppo esiste una granconfusione in questo campo.Chi non è molto esperto ri-schia di acquistare un’essen-za sintetica invece di un olioessenziale ed è abbastanzafrequente trovare oli essen-ziali diluiti con essenze sin-

tetiche. Perciò alla fine, a proteggercidalle sofisticazioni resta solo il nostronaso e la fiducia nel fornitore. Esiste ungruppo di oli essenziali che, se sommi-nistrati ad alte dosi, da 10 a 20 ml, pos-sono causare l’insorgenza di un avve-lenamento acuto anche letale, consintomi che interessano generalmenteil sistema neuromuscolare (spasmi,convulsioni, ecc.) e alcuni dei più im-portanti organi interni (fegato, reni, pol-moni ecc.). Diversi costituenti degli oliessenziali possiedono delle proprietàche impongono sempre un loro usocontrollato nelle dosi: i fenoli sono più omeno caustici e possono alterare la fun-zionalità renale e provocare lesioni al-le mucose del tubo digerente; alcunichetoni si caratterizzano per uno spic-cato neurotropismo e per una loro ten-denza ad accumularsi nell’organismo,perché difficilmente eliminabili; i ter-peni sono irritanti per la pelle e le mu-cose; alcuni esteri (anetolo) sono stu-pefacenti a dosi molto elevate.

MEDICO CAVDI ANNA LEPORE

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La Corte Suprema lo ha sancito come diritto

Oli essenziali: che buon profumo, ma...

È dovere del medico informare i futuri genitori delle malformazioni del fetoNon nascere se non sano

Cosa c’è da sapereSintomi da avvelenamento e le principali osservazioni tos-

sicologiche relative agli oli essenziali più comuni• Anice, Badiana e Finocchio (anetolo): a dosi elevate provoca tor-

pori muscolari, diminuzione della frequenza respiratoria, analgesiacon senso di euforia.

• Assenzio (tujone): a dosi elevate può provocare danni a carico delsistema nervoso con la comparsa di tremore e insensibilità e po-trebbe provocare aborto.

• Bergamotto (bergaptene): può essere la causa di fenomeni di iper-pigmentazione cutanea (melanosi).

• Canfora: è un eccitante del S.N.C. Ad alte dosi può determinareconvulsioni;

• Cedro: a dosi elevate potrebbe risultare abortivo.• Garofano (eugenolo): a dosi elevate è caustico delle mucose.• Ginepro: controindicato in caso di infiammazioni renali o in testinali.• Guaiaco: a dosi elevate può provocare gastroenteriti e mestrua-

zioni abbondanti.• Menta (mentolo): a alte dosi è stupefacente.• Noce moscata: a alte dosi è stupefacente.• Prezzemolo (apiolo): a dosi elevate è tossico e abortivo perché mol-

to attivo sulla musculatura uterina.• Ruta (metilnonilchetone): a dosi elevate può provocare avvele-

namenti mortali e risultare abortivo; • Sabina: è vescicatorio e provoca vomito, coliche e diarrea. Può es-

sere lesivo per i reni e abortivo.• Salvia (tujone): a dosi elevate provoca convulsioni.• Senape: a dosi elevate è caustica e può portare ad asfissia per

soffocamento. • Tanaceto (tujone): a dosi elevate è convulsivante e abortivo.• Thuja (tujone): a dosi elevate può provocare spasmi clonici e con-

vulsioni di tipo epilettico. Abortivo per il suo tropismo verso le fi-bre muscolari dell'utero.

Attenzione alle sofisticazioniÈ bene controllare che non si tratti di sostanze sintetiche

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20 m a g g i o duemilatredici

È un disturbo acquisito del linguaggio

Afasia e lesioni cerebrali

Per afasia si intende un disturbo“acquisito” del linguaggio conse-guente a una lesione che interessale aree specifiche del cervello chesono primariamente implicate nel-l’elaborazione delle varie capacitàlinguistiche. Le cause dell’afasia so-no molteplici: disturbi vascolari(emorragie cerebrali, trombosi,ischemie , embolie); tumori cerebra-li; traumi cranici; malattie infiam-matorie e degenerative ecc.

Tali eventi morbosi provocanopiù o meno estese in diverse zone,che a seconda della localizzazione,possono produrre oltre all’afasia, al-tre espressioni patologiche (per es.emiparesi).

In base alle aree cerebrali colpi-te esistono diversi tipi di afasia, chepossono essere però raggruppateprincipalmente in due categorie, inbase alla fluenza del-l’eloquio (cioè quan-tità di parole dette,lunghezza e com-plessità della frase,deficit dell’intona-zione e/o dell’artico-lazione):

Afasie nonfluenti: afasia globa-le, afasia di Broca,

afasia transcorticale motoria;Afasie fluenti: afasia di Wernic-

ke; afasia transcorticale sensoriale,afasia di conduzione, afasia anomi-ca.

Per esempio ciò che permette didistinguere un afasico di Broca daun afasico di Wernicke è la grande“fatica” che caratterizza il linguag-gio del primo e l’estrema “fluidità”che caratterizza quello del secondo.

Per una corretta diagnosi e ria-bilitazione è necessaria un’attentavalutazione, con test specifici, nonsolo dell’eloquio, ma anche di tutte lealtre capacità linguistiche che pos-sono essere o meno compromessecome: la ripetizione, la comprensio-ne del linguaggio, la scrittura e la let-tura. L’obiettivo che si propone la te-rapia logopedica dell’afasia consistenel riportare quanto più è possibile il

paziente a comunicare intenzional-mente con gli altri. Il cervello di que-sti pazienti deve affrontare un nuo-vo e particolare processo diapprendimento. Inoltre la riabilita-zione logopedica deve tener conto:del quadro clinico globale; del tipoe grado di compromissione dei ver-santi del linguaggio; dell’attività la-vorativa precedente la malattia e dellivello culturale; dell’ambiente fa-miliare, che variano da paziente apaziente.

Ovviamente nel caso in cui il ti-po di afasia presenti un deficit dellacomprensione, sarà necessario co-minciare la riabilitazione proprio daquesto versante attraverso:

-classificazioni di oggetti, foto,disegni, parole scritte;

-seriazioni (es. dal più grande alpiù piccolo);

-“scegliere il..” (es. più pesante,più feroce ecc);

-togliere il diverso da un gruppo(es. capra, leone, cane, casa: casa è la

parola sbagliata perchénon fa parte della catego-ria animali);

- comprensione di co-mandi semplici e doppi;

-associazioni di og-getti secondo uso e rela-zioni varie (es. uso forbici,cappello ecc.).

Successivamente ver-ranno riabilitate lettura escrittura. Nel caso in cui

l’afasia interessi principalmente ilversante articolatorio del linguag-gio, il compito del logopedista saràquello di impostare una corretta co-ordinazione pneumo-fonica e suc-cessivamente migliorare la musco-latura coinvolta nella fonazione enell’articolazione, attraverso eserci-zi bucco-linguo-facciali, per l’impo-stazione dei vari fonemi. Come nel-la maggior parte delle patologieneurologiche, è fondamentale chesia presente un lavoro d’equipe trale varie figure sanitarie coinvolte ela collaborazione della famiglia.

In questo articolo si è voluto da-re una visione globale dell’afasia edella sua riabilitazione, ma la com-plessità dell’argomento richiede-rebbe ben più spazio e approfondi-mento, per maggiori informazioni ècomunque preferibile rivolgersi al-lo specialista e al logopedista di fi-ducia.

DI MARIA FRANCESCADI MICHELE

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LOGOPEDISTA

DietaDukan

in pocheparole

Una delle diete più in voga inquesto momento è la famosa“dieta Dukan”, l’ennesima va-riante di dieta iperproteica pro-posta dal dottor Pierre Dukan.

Questa dieta consta di variefasi in cui è previsto il consumoquasi esclusivo di alimenti pro-teici di origine animale, con il di-vieto di assumere verdure, frutta,cereali e legumi.

Questo tipo di alimentazionepermette una rapida diminuzio-ne del peso corporeo, con grandegratificazione da parte della per-sona che vede un risultato in bre-ve tempo. Ma l’opinione dei nu-trizionisti riportata sul sitobenessereesalutedilei.it mette inguardia da possibili e seri rischiper la salute.

Problemi ai reni, problemi di-gestivi, problemi cardiaci. La li-sta delle controindicazioni delladieta Dukan non si ferma qui, ep-pure nemmeno di fronte all’elen-co dei pericoli per la salute asso-ciati al regime alimentareproposto dal dottor Pierre Dukanil dibattito fra i detrattori e i so-stenitori riesce a trovare pace.

Ma quali sono, di preciso, lecontroindicazioni che rendereb-bero la dieta Dukan pericolosa perla salute? L’apporto di 2,5 grammidi proteine per chilo al giorno vie-ne considerato dalla maggior par-te degli esperti come potenzial-mente dannoso. Gli esperti, infatti,sostengono che il regime alimen-tare proposto da Dukan può au-mentare il rischio di malattie car-diovascolari, in particolareipertensione, diabete di tipo 2 esindrome metabolica. A queste siaggiunge l’aumento dell’inciden-za di malattie al fegato, apnee not-turne, osteoporosi, stanchezza esbalzi d’umore, stitichezza e com-plicazioni renali.

Scendendo nel dettaglio delproblema, è il consumo eccessivodi proteine a causare la maggiorparte dei problemi. “L’eccesso diproteine - spiega il prof. AlbertoBattezzati, associato di fisiologiapresso l’Università degli Studi diMilano, direttore del Centro Icansper lo studio della composizionecorporea - mette a rischio la fun-zionalità renale ed epatica, so-prattutto se il regime alimentareè seguito per lungo tempo, comeaccade per coloro che cercano undimagrimento molto rapido op-pure un aumento della massa mu-scolare. Si tratta comunque di ef-fetti non duraturi. Per nonritornare alla situazione di par-tenza, o addirittura peggiore, nonsi può fare a meno di instaurareun corretto stile di vita compostoda una dieta equilibrata e da unacorretta attività fisica”. L’unicomodo efficace per perdere peso,combattere l’obesità e mantenereil dimagrimento nel tempo, con-sigliano gli esperti, è di abituarsi aun regime alimentare equilibra-to che preveda assunzioni di sa-ne abitudini alimentari sostenibi-li per tutta la vita.

Irma Mecca

La riabilitazione parte dalla comprensione e prosegue con lettura e scrittura

DI INES PANESSA

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PSICOLOGA

I nostri comportamenti comuni-cano dei messaggi a chi ci sta intor-no, anche se noi non ce ne accorgia-mo o non lo desideriamo. Qualsiasicomportamento è comunicazione.L’attività o l’inattività, le parole o ilsilenzio, hanno tutti valore di mes-saggio: influenzano gli altri e gli altri,a loro volta, non possono non ri-spondere a queste comunicazioni e,in tal modo, comunicano anche loro.Lo studio della comunicazione nonsi limita agli aspetti verbali (alle pa-role), ma si allarga a comprenderegli oggetti di cui l’emittente è cir-condato (abbigliamento, arreda-mento della stanza, ecc.), l’ambien-te, il modo di gesticolare, diguardare, di alzare o abbassare la vo-ce e così via.

Di fatto, la comunicazione non èmai ad una solo via, ogni comporta-mento produce un comportamentosugli interlocutori, per cui occorretrattare la comunicazione come unprocesso circolare che parte da unsoggetto, giunge ad un altro e tornanuovamente al soggetto di partenza(feedback).

Mai come in questo periodo sto-rico, sembra impellente la necessitàdi discutere circa i numerosi proble-mi che una comunicazione erratapuò provocare in ambito familiare,lavorativo o di coppia.

Un primo passo per produrreuna comunicazione fruttuosa e po-sitiva è sapere cosa è bene evitare ecosa è bene impara-re e comprendere.

Il dialogo può es-sere fallimentare egli elementi che lorendono tale sono:• il puntualizzare,

quando cioè unpartner tende apuntualizzare con-dizioni, sensazioni,emozioni del rap-porto di coppia indicando all’altrocome dovrebbe essere la relazio-ne; è probabile che in lui/lei nascala voglia di trasgredire alle regoledella relazione;

• il recriminare, ovvero il protestarein maniera energica puntualizzan-do le colpe del partner; ciò tende acreare, nella persona che si senteaccusata, una reazione emotiva diribellione;

• il rinfacciare, inteso come il vitti-

mismo da parte di uno dei partner;favorisce l’esasperazione dei con-flitti senza modifiche nel compor-tamento dell’altro che anzi si indi-spone;

• il predicare, ovvero criticare e giu-dicare il partner indicando ciò cheè giusto e cosa non lo è a livello mo-rale; la reazione dell’altro è quelladi suscitare la voglia di trasgredirele regole morali impostegli;

• il “biasi-mare”, ov-vero il con-d a n n a r eaffermandoche l’altroavrebbe po-tuto fare dimeglio.

T u t t emodalità chestabiliscono

una comunicazione fallimentare, ri-dondante e che spesso, nonostantele buone intenzioni, provocano ef-fetti indesiderati peggiori di quellipresenti prima dell’inizio della con-versazione.

Di contro, esistono quattro “in-gredienti magici” che possono aiu-tare chiunque a instaurare una rela-zione proficua:

Domandare piuttosto che affer-mare: domande strategicamente co-

struite che propongono al loro inter-no le alternative di risposta verso cuivogliamo guidare il nostro partner,così si arriverebbe ad una congiun-zione di vedute;

Chiedere verifica piuttosto chesentenziare: parafrasare due o piùrisposte ricevute è un modo per raf-forzare ciò che si sta costruendo, ren-dendo più rapido il processo verso ilcambiamento costruttivo della si-tuazione problematica;

Evocare piuttosto che spiegare:saper toccare le corde emotive delnostro interlocutore ancor prima cheinfluenzare le sue capacità cogniti-ve, poiché la capacità di evocare sen-sazioni ed emozioni intense è unostrumento persuasivo molto più po-tente di qualunque forma logica e ra-zionale dell’argomentare;

Agire piuttosto che pensare: perottenere un cambiamento reale è in-dispensabile non solo capire ma es-sere in grado di agire diversamente.

E’ utile riflettere su come nellanostra quotidianità siamo abituati ainteragire con gli altri, su ciò che in-volontariamente sbagliamo e su co-sa dovremmo migliorare. L’arte deldialogo non è solo una tecnica percomunicare efficacemente, ma è an-che e soprattutto, una maniera permigliorare se stessi e il mondo che cicirconda.

Le strategie di comunicazione efficace

L’arte del dialogo per migliorare se stessi e il mondo che ci circonda

Problemi di coppia

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21m a g g i o duemilatredici

Nel corso degli anni, ha sapu-to penetrare, con sensibilità e tat-to, fin dentro le pieghe dei più ef-ferati crimini commessi negli ultimidecenni e passarli sotto la lented’ingrandimento di contingenzesociali o “nevrosi” figlie dei tempi.Cinzia Tani – giornalista, scrittriceeconduttrice televisiva– è una chedi “nera” se ne intende. Nella suaventennale carriera, infatti, ha per-corso più voltei sentieri della cro-naca, raggruppando i “cold case”passati in rassegna in macro-aree d’interesse (idelitti delle donne, delle coppie e dei giovani)per restituirli, ogni volta, secondo un punto di vi-sta diverso, ma sempre - giornalisticamente par-lando - aderente ai fatti.

Come nel caso della sua ultima fatica lette-raria, “Mia per sempre” edita da Mondadori perla collana “Ingrandimenti”. Un testo che affron-ta una delle più drammatiche “emergenze” delnostro tempo: il femminicidio, ovvero, gli “omicidifigli del possesso”. Dopo un nutrito calendario diappuntamenti in tutto lo Stivale, la “signora del-la cronaca”, Cinzia Tani presenterà il suo libroanche a Foggia, dove è attesa il prossimo 31 mag-gio, alle 18, nella sala conferenze della LibreriaMondadori di via Oberdan (la “Dante”).In 186pagine, la scrittrice romana prova a scavare finoalle radici del problema, nel tentativo di sfatare -con l’aiuto di criminologi, psicologi e magistrati- i tanti luoghi comuni con i quali si tende a ma-scherare il fatto che le donne devono ancora mi-

surarsi con quella “violenza di ge-nere” che le conquiste sociali nonsono riuscite a superare. Un lavorod’inchiesta che questa volta ab-braccia anche i crimini del vecchiocontinente: separazione, gelosiapatologica (e spesso ingiustificata),mancato controllo dell’aggressivi-tà sono i “ceppi” principali nei qua-li Cinzia Tani raggruppa i casi pas-sati in rassegna. Omicidi moltospesso istintivi, raptus improvvisiche trasformano anche oggetti di

uso comune - un coltello da cucina o un martellopiuttosto che un cavetto del pc o un accendino -nell’arma di un delitto (im)perfetto. Purtroppo,però, l’omicidio all’interno della coppia non è unfenomeno nuovo; al contrario si assiste ad unapericolosa escalation per numero di casi e per fe-rocia: solo nel 2012, infatti, l’Italia ha contato 124donne uccise dalla mano variamente armata di exmariti, amanti e fidanzati.“Chiamare questi de-litti passionali o della gelosia, frutto di un ecces-so di rabbia o di un momento di black-out - so-stiene l’autrice - significa solo cercare alibi pergli assassini. Invece, di solito l’uccisione delladonna avviene dopo un lungo periodo di minac-ce, intimidazioni, violenze psicologiche e fisiche,e la furia omicida si scatena quando, verificata laloro inutilità, l’uomo avverte il pericolo di essereabbandonato”. Per questo, un’ampia parte delvolume è dedicata alla prevenzione, riflessione esensibilizzazione sul tema, rivolgendosi soprat-tutto ai più giovani. m.g.f.

Appuntamento il 31 maggio, alla libreria Mondadori di via Oberdan

Cinzia Tani presenta“Mia per sempre”

Cinzia Tani, scrittrice

Una riflessione condivisa sul “femminicidio”, fenomeno in crescita

in libreria

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22 m a g g i o duemilatredici

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Chi dice che il Gargano è mare, natura, nonsi inganna. Eppure, al di là dei paesaggi moz-zafiato e dei caratteristici paesini caratteristi-ci arroccati sulla roccia c’è di più. Esistono trac-ce di una storia antica di migliaia e migliaia dianni, per molto tempo trascurata, ancora oggipoco conosciuta, ma dall’immenso valore ar-cheologico e culturale. Un esempio è la Grot-

ta degli Dei di Manaccora, o il Grottone, comesi è solito chiamarla, situata nell’omonimabaia di Peschici, vicino a baia Zaiana.

La Grotta, che al visitatore appare comeuna bocca gigantescanella roccia prospi-ciente il mare, è lungaun centinaio di metri.La sua storia ha avutoinizio nel XVIII sec.a.C., durante le primefasi della media etàdel Bronzo, quandol’uomo preistorico av-vertì la necessità direalizzare luoghi ido-nei al culto, come ipo-gei all’interno di cavi-tà naturali. Dopo unperiodo di disuso al-cune cavità del Grottone

furono utilizzate comeluoghi di sepoltura: icorredi funebri, ricca-mente adorni, comprendevano gioielli inbronzo, ambra e pasta vitrea, vasellamein ceramica, spilloni, pugnali e spade inbronzo che hanno fatto ipotizzare l’esi-stenza di un ricco ceto sociale di artigia-ni appartenenti, addirittura, ai grandiproduttori di metalli di cultura micenea ecentroeuropea approdati sulle coste gar-ganiche nei secoli precedenti.

All’interno della grotta sono stati tro-vati anche svariati dolii (vasi funerari) uti-lizzati in riti e cerimonie funebri o cometombe per bambini appena nati. In tardaetà del Bronzo (XI-X sec. a. C.) la grottaassunse carattere prevalentemente resi-denziale con la realizzazione di svariatecapanne, nelle quali sono state trovate te-stimonianze di metallurgia, di filatura etessitura (matrici di fusione, fusaiole, pesida telaio, rocchetti e utensili in osso percardare la lana), nonché oggetti ricon-ducesti ad attività di lavorazione del lat-te (bollitoi forati per ottenere il caglio).Nella zona sovrastante il Grottone, sul pia-noro di Punta Manaccora, sono stati rin-venuti, inoltre, circa una sessantina di fon-di di capanne, resti abitati riferibili a va-rie fasi dell’età del Bronzo.

La storia attuale del Grottone degliDei ha conosciuto momenti alterni carat-

terizzati, spesso,da degrado e ab-bandono. Dal2010 la gestionedel sito è stata af-fidata all’associa-zione di Promo-zione socialeMIRA le cui socie,operanti nell’areaumanistica, stori-co-archeologica enaturalistica, sonorisultati vincitoridi una delle ini-

ziative del programma regionale “Bollentispiriti”. Giuliana Cisternino, LucianaStella Mariella Granatieri e Daniela Dan-za e Sara Rotundi: donne intraprenden-ti, giovanissime e ricche dell’entusiasmonecessario per trasformare una passionein lavoro. “Dopo aver tenuto negli anniscorsi lezioni in aula a 2.500 studenti del-

le scuole primariee secondarie –racconta Sara Ro-tundi, presidenteMIRA - li abbia-mo guidati all’in-terno del Grotto-ne dove i piccoliarcheologi in erbahanno potutomettere in praticaquanto appreso inclasse, diretta-mente sul campo,in laboratori di-dattici di pitturarupestre, scavo ar-

cheologico, ceramica e tessitura preistorica tan-ti”. Il successo dell’esperimento ha spinto il co-mune di Peschici a rinnovare la convenzionecon Mira. Da giugno il Grottone riaprirà a sco-laresche e turisti che potranno visitarne l’internodove è possibile seguire un percorso interno do-

tato di pannelli illustrativi e vedere le ripro-duzioni di una capanna, di uno scheletro uma-no, dei rituali della sepoltura, in pratica comeviveva l’uomo 4.000 anni fa. a.r.

23m a g g i o duemilatrediciconoscere il territorio

Itinerari archeologici: alla scoperta dei gioielli del Gargano

Dopo un tuffo nel mare cristallino, un altro nella preistoria. Così viveva l’uomo 4 mila anni fa

La Grotta degli Dei di Manaccora

Orari e apertureGIUGNO-LUGLIO-SETTEMBREsabato e domenica: ore 16.00-19.00dal lunedì al venerdì: su prenotazione

AGOSTOmercoledì, venerdì e domenica: ore 16.00-19.00lunedì, martedì, giovedì e sabato: su prenota-zione

LABORATORI DIDATTICIRagazzi dai 7 ai 13 anni possono partecipare, suprenotazione nei giorni di apertura, a laborato-ri didattici di archeologia sperimentale.

LA SALATA E MONTE PUCCI

Il fascino del passato

A pochi chilometri da Manaccora, 7 Km anord di Vieste (litoranea verso Peschici), sorgeuna piccola oasi chiamata La Salata, preser-vata dai volontari del WWF. Si tratta di un com-plesso sepolcrale, databile intorno al III – IVsec. d.C., considerato tra i più interessanti del-l’intero bacino mediterraneo. Una piacevolepasseggiata indietro nel tempo in un luogo pro-babilmente già frequentato dall’uomo primi-tivo e poi usato come necropoli dai primi cri-stiani della zona. Il tutto immerso in un vero eproprio orto botanico caratterizzato da mera-vigliosi fiori di cappero, piante aromatiche eda un laghetto generato dalla confluenza traun torrente o sorgente proveniente dalla Fore-sta Umbra e dall’acqua del mare (da qui il no-me “La Salata”).

Il sito è a ridosso del mare. A circa 500mdalla Salata in direzione Vieste è possibile vi-sitare il santuario di S.Maria Nerino dove sor-ge l’antica villa romana Nerinum.

Lungo la litoranea che conduce da RodiGarganico a Pe-schici, invece, siinnalza quasi apicco sul mareuna collina tufa-cea anticamentenota come“Monte Porcio”(o Orcio, cioè se-polcrale), oggiMonte Pucci, se-de di una necro-poli paleocristia-na. La necropoli,compresa nelterritorio del comune di Vico del Gargano, sicompone di circa un migliaio di loculi organiz-zati attorno ad almeno 26 ipogei, articolati inuna serie di intrigate gallerie che sfociano inambienti più vasti, destinati al culto dei morti.

Fonti: www.italiaitinerari.it e www.spe-leoclubsperone.it)

A sinistra: Sara Rotundi, presidente Associazione Mira.Nelle altre foto: alcuni particolari del Grottone di Manaccora

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24 m a g g i o duemilatredici