6Donna #1 89

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InchiestaMedoto Stamina,

tra illusione e speranza

IntervistaFabio Porreca

nuovo presidente CCIAA

Speciale San Valentino

Un romantico 14 febbraio

InchiestaMedoto Stamina,

tra illusione e speranza

IntervistaFabio Porreca

nuovo presidente CCIAA

Speciale San Valentino

Un romantico 14 febbraio

InchiestaMedoto Stamina,

tra illusione e speranza

IntervistaFabio Porreca

nuovo presidente CCIAA

Speciale San Valentino

Un romantico 14 febbraio

Nuove Tendenze Paesaggi da indossare Per la foto in copertina si ringrazia:

PARRUCCHIERE ANGELO Viale I Maggio, 27 - Foggia

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2 g e n n a i o duemilaquattordici sommario

ditoriale

Alzi la mano chi, nel passaggiotra vecchio e nuovo anno, non hadedicato un po’ del suo tempo aprogettare – o forse solo immagi-nare ad occhi ad aperti - l’anno cheverrà.

Anno nuovo, speranze nuo-ve: è sempre stato così.Come se, allo scoccaredella mezzanotte, la vitavolesse concederci –ogni anno, ogni volta – una nuovachance, una nuova opportunità per ri-partire. Nuovi progetti e aspettative,volti e responsabilità diverse. E daquesto punto di vista, il primo nu-mero del 2014 del magazine 6Don-na sembra incarnare appieno que-sto spirito. E ve ne accorgeretesubito, appena inizierete a sfo-gliare il giornale. E’ proprio lasperanza, infatti, il sentimento che at-traversa variamente, in lungo e inlargo, le pagine di questo numero.A partire dall’inchiesta dedicataalla controversa vicenda legata alMetodo Stamina. Osannato o con-dannato (in entrambi i casi, pre-ventivamente), la vicenda mette inluce le debolezza e le precarietàdel sistema-paese. Speranza o il-lusione, ovviamente, secondo dif-ferenti punti di vista. Proprio comequelli di Savino Ivano Romagnuolo (vi-cepresidente dell’associazione Viva laVita Onlus Italia) e di Angelo Vescovi(professore di Biologia cellulare) chehanno espresso i loro pareri, opposti especulari, sulla vicenda. Speranze easpettative sono anche quelle cheemergono, in filigrana, nella pagina dipolitica, in vista delle prossime elezio-ni amministrative, proprio mentre ipartiti scaldano i motori per l’inizio del-la campagna elettorale. Volti nuovi, in-vece, sono quelli del neopresidente del-la Camera di Commercio di Foggia, Fa-bio Porreca, e del nuovo questore,Piernicola Silvis che vi aiuteremo a co-noscere – almeno per quelle che sonole loro priorità segnate in agenda – nel-la pagina loro dedicata.

Tanti spunti e tante occasioni di ri-flessione come quelle lanciate, conironia e intelligenza, dal nostro perso-naggio del mese, Serena Dandini, re-duce dell’appagante esperienza di“Ferite a Morte”, progetto teatralecontro il femminicidio che da Palermoè approdato a New York, passando an-che per Foggia, dove ha fatto il pienodi applausi. Da non perdere anche ilprimo appuntamento con la rubrica se-miseria “Heroides”, lettere di quoti-diana (in)sofferenza: sfoghi e lamenteledel sesso femminile, in pena (nel nostrocaso benevolmente) a causa dei propriuomini.

In ultimo, concedetemi una pa-rentesi del tutto personale in questo vo-stro spazio di lettura. Tra le tante novitàche sembrano caratterizzare questoprimo numero del 2014 di 6Donna cen’è una sostanziale, che mi riguarda di-rettamente. Il numero di gennaio è an-che il primo che vede me al timone diquesta redazione. Permettetemi, dun-que, di ringraziare l’editore e tutto lostaff della Publicentro per la fiducia ac-cordatami e permettetemi di ringra-ziare, soprattutto, Anna Russo che miha preceduto in questa avventura e dal-la quale ho raccolto il testimone.

Buona lettura!

di MARIA GRAZIA FRISALDI

Se vuoi segnalare alla redazione di 6Donna eventi

o iniziative riguardanti la donna e la famiglia

invia una mail all’indirizzo [email protected]

o contattaci al numero 0881.563326

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6Donna

4 Personaggio del mese

• Serena Dandini: “La mia Spoon River”

5 Attualità

• Fabio Porreca, neo-presidente Camera di Commercio

• Foggia, ecco il nuovo questore: Piernicola Silvis

6 Inchiesta

• Nel ginepraio del “Metodo Stamina”

• La profezia di Angelo Vescovi

8 Politica

• Centrodestra, una corazzata senza leader

• “Governance Poll”: Mongelli 73esimo

10 Speciale San Valentino

• Un romanticissimo 14 febbraio

11 Moda

• Paesaggi da indossare

12 Bellezza

• Make up a prova di lente

13 Mondo bimbi

• A Foggia la scuola è “Smart”

14 Benessere

• L’alga che viene da lontano...

17 Rubriche

21 Ambiente casa

• Il futuro è nelle onde

22 Società

• Caos Calmo, come le donne

riprogettano la città

23 Tempo libero

• La grotta sacra di San Michele

sul tetto del mondo

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3g e n n a i o duemilaquattordici

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4 g e n n a i o duemilaquattordici personaggio del mese

La definizione più bella, coe-rente e aderente dello spetta-colo “Ferite a morte” di e con

Serena Dandini è quella data dallacritica: “una Spoon River del fem-minicidio”. Un’etichetta in gradodi fermare in un’istantanea quel-l’esercito di “anime in pena” - don-ne vittime della mano violenta dimariti, fidanzati, ex e familiari - chel’autrice e conduttrice televisiva havoluto prima raccogliere in un libroe poi portare a staffetta nei teatri ditutt’Italia; donne pronte a rivivere- con ironia o con poesia, con rasse-gnazione o meno - l’attimo primadella fine con il relativo fardello diinsensatezza o tara culturale. Di“Ferite a morte” - che ha riempito direcente il Teatro del Fuoco di Fog-gia, facendo il pieno di applausi -ne abbiamo parlato con SerenaDandini, front-woman di un pro-getto ormai virale.

Partiamo dalla fine: si aspetta-va un tale successo?

No, affatto. Avevo iniziato ascrivere i monologhi di “Ferite amorte” nel 2012 sull’onda di unagrande rabbia: volevo liberare ledonne vittime di femminicidio, al-meno da morte. Non avevo ancora

finito di scrivere i mo-nologhi che dal centroantiviolenza di Paler-mo mi hanno propostodi metterli in scena. Daallora è stato un suc-cesso in crescendo: 15reading nelle areneitaliane con tante don-ne dello spettacolo, delgiornalismo e dellacultura, poi al Parla-mento europeo a Bru-xelles e la tournée neiteatri italiani con LellaCosta, Orsetta de’ Ros-si, Rita Pelusio e Gior-gia Cardaci. Infine latournée internazionalecon tappa al Palazzo diVetro delle NazioniUnite a New York e al-la Trust Women Conference di Lon-dra. Se me l’avessero detto solo unanno fa non ci avrei mai creduto…

Come è stato mettersi nei pan-ni di queste donne? Restituire lo-ro vita, colore e, addirittura, l’ac-cento?

La mia idea era quella di far ar-rivare al cuore e alla coscienza del-le persone una serie di cose che da-

gli articoli o dai servizi in tv nonsempre arrivano. Per questo hopuntato sulla drammaturgia, che èfatta di pianto, riso e immedesima-zione. Ho cercato di farlo metten-doci anche dell’autoironia nelle vo-ci delle protagoniste perché, si sa,l’autoironia è tipica delle donne.

E’ stata questa, quindi, la chia-ve del successo? Ovvero non trat-

tare queste “protagoniste lo-ro malgrado” come numeridi un fenomeno, ma resti-tuendo loro voce e dignità?

Senza dubbio volevo su-perare la dimensione dei nu-meri, arrivare alle storie. Manon solo: di solito si parla del-le vittime in modo obitoriale, siparla di dna, di tracce di sper-ma, per non dire delle tra-smissioni in cui i loro drammivengono riprodotti con un pla-stico. Io, invece, volevo dar lo-ro la voce che avevano primadi morire. Una parola viva,che può arrivare a tutte ledonne che sono ancora in vitae ci vogliono restare.

Stiamo parlando, però,della punta dell’iceberg di un

fenomeno che affonda le sueradici in problematiche-altre, dimatrice sessista e culturale…

Sembra incredibile, ma nono-stante da un lato c’è più attenzio-ne, dall’altro sembra esserci quasiun’intensificazione del fenomeno.Forse siamo noi che siamo più sen-sibili sull’argomento: nel mio libro,infatti, c’è una parte scritta insiemea Maura Misiti che dimostra - ahimè

- come i dati, i numeri, sono più omeno sempre gli stessi. Ciò non to-glie che la situazione in Italia sia de-vastante: il femminicido è la puntadell’iceberg di una quotidiana, dif-fusissima, terribile piaga di violen-za domestica.

Qualcosa, però, sta lentamen-te cambiando…

È importante che ci siano le leg-gi e un inasprimento delle pene, eda questo punto di vista il decretolegge sul femminicidio è un primopasso. Ma senza la prevenzione euna seria rieducazione culturalenon si va da nessuna parte. È ne-cessario aumentare i centri anti-violenza e incrementare il lavoronelle scuole sugli stereotipi di ge-nere. Ma soprattutto è importanteche si lavori tutti insieme per argi-nare il fenomeno, uomini e donne:non si può continuare a considera-re il femminicidio come se parlas-simo di mestruazioni o menopau-sa. E’ una cosa folle! È un problemache riguarda la società tutta, non èun “argomento femminile”: biso-gna iniziare ad abbattere questimuri se si vogliono cambiare dav-vero le cose.

Maria Grazia Frisaldi

“Ferite a morte”, Serena Dandini contro il femminicidio

“Punto sulla drammaturgia, che è fatta di pianto, riso e immedesimazione. Ma senza leggi adeguate e attività di prevenzione non si va da nessuna parte”

Serena Dandini a Washington, all’OsaOrganization of American States

Liberare le donne a teatro: “La mia Spoon River”

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Con 29 voti sui 30 espressi, ilneo-presidente della Came-ra di Commercio di Foggia è

riuscito a far convergere sul suo no-me la quasi totalità dei consiglieri-elettori, che hanno deciso di affidar-gli le redini dell’Ente di via Dante.Stiamo parlando di Fabio Porreca,attorno al quale si è venuta a creareun’ampia convergenza che, di fatto,costituisce la base per la tanto au-spicata ripartenza dell’economia lo-cale. Bocconiano, 44 anni alle spallee una laurea con lode in Economia eCommercio in tasca, Porreca è nati-vo di Fabriano, nell’Anconetano. Sisente, però, a tutti gli effetti foggianoe viene indicato, al momento, comela migliore interfaccia possibile tral’Ente di via Dante e gli operatori del-l’economia. L’esperienza sul campo,infatti, non gli manca (è a capo dellasocietà che gestisce il centro com-merciale “Mongolfiera” di viale de-gli Aviatori), la conoscenza del tes-suto economico e lo sguardod’insieme sul territorio nemmeno (èstato vicepresidente di Confcom-mercio).

Presidente, quali saranno iprincipi-cardine di questo nuovoquinquennio?

La Camera di Commercio deve

rappresentare un riferi-mento credibile e affida-bile per le imprese cosìcome per i lavoratori, iconsumatori, i professio-nisti. Legalità e traspa-renza, condivisione ecollegialità, efficienza edeconomicità: sono que-sti i cardini del mio man-dato.

Dopo un inizio fre-netico ha avuto modo dianalizzare problemati-che, criticità e “man-canze” del territorio?Qual è lo ‘stato di salu-te’ delle realtà impren-ditoriali locali?

La nostra economiaè stata tristemente se-gnata dalla congiunturadi questi ultimi anni.Oc-corre uno sforzo collettivo e straor-dinario per recuperare il nostro gapinfrastrutturale, per sostenere le im-prese nei processi di aggregazione,nella ricerca e nell’innovazione tec-nologica, nelle relazioni con il siste-ma creditizio, nel posizionamento dimercato, soprattutto internazionale,nel creare - come condizione preli-minare - un clima di sicurezza indi-

spensabile alle relazioni sociali eproduttive.

Una delle parole-chiave del suomandato sarà “Legalità”. Ma quan-to influisce, nel quadro tracciato, lamicro e macro criminalità che sap-piamo essere ben radicata nel ter-ritorio?

Purtroppo oggi in maniera im-portante. Ed è proprio per questo che

ho assunto la Legalità comepriorità assoluta: la Cameradovrà assumere un ruolo at-tivo e centrale nella diffusionedella cultura della legalità nelsistema delle imprese e più ingenerale nella nostra comu-nità. Su questo dovremo es-sere intransigenti.

In che posizione si collo-cherà la sua presidenza: con-tinuità o rottura con la ge-stione precedente?

Non intendo misurare mestesso ed il mio programma inun confronto con il passato,ma proiettare la Camera nelfuturo in una prospettiva dicrescita e di rafforzamento. Inquesto senso daremo conti-nuità alle azioni ed ai proget-ti (e ve ne sono diversi, utili eproficui), alle imprese ed alla

comunità. Allo stesso tempo avvie-

remo nuove iniziative orientate allapromozione del “Sistema Capitana-ta”, inteso come aggregazione e rac-cordo dei singoli sistemi provincialisettoriali (agricoltura, turismo, arti-gianato, trasporti...) e territoriali e co-me declinazione locale di sistemi piùampi (Sistema Puglia, Sistema Ita-lia).

Quali sono le priorità segnatenella sua agenda?

Ho indicato alcune linee di azio-ne che assumono una valenza stra-tegica e rappresentano quindi unapriorità. Penso all’internazionaliz-zazione, allo sviluppo del marketingterritoriale, alle reti d’impresa e alladiffusione dell’innovazione tecnolo-gica. Ma per fare questo, serve chetutti si sentano partecipi del proget-to comune. Serve unione, serve chele energie siano tutte dedicate allacausa: lo sviluppo del nostro territo-rio.

5g e n n a i o duemilaquattordiciattualità

“Punto tutto sulla cultura della legalità”Fabio Porreca, neo-presidente della Camera di Commercio di Foggia

Ecco l’agenda delle priorità per l’Ente di via Dante: “Intransigenti sulla sicurezza,ma aperti a nuove iniziative orientate alla promozione del Sistema Capitanata”

“Torno a casa, ma non farò figli e figliastri”:sicurezza e prevenzione le priorità di Foggia

Cambio al vertice della questura: arriva Piernicola Silvis

“Questa non è fiction!” E alla squadra mobile arriva un nuovo funzionario…

Fabio Porreca, Presidente Camera di Commercio di Foggia

Agricoltura: Raffaele Carrabba,Giorgio Donninie Pietro Salcuni (vicepresidente)Artigianato: Salvatore AntonioTrombetta

Commercio: Lucia Rosa La Torre

Cooperazione: Giorgio Mercuri

Industria: Luigi Angelillis

Turismo: Paolo Rosiello.

GLI OTTO COMPONENTI DELLA ‘GIUNTA PORRECA’

Voce ferma e sicura, pugnodi ferro. Si è mostrato così,alla sua prima uscita pub-

blica, Piernicola Silvis, il nuovoquestore di Foggia. Da poche set-timane negli uffici di via Gramsci,Silvis lascia la tranquilla realtà diOristano (prima città d’Italia perminore densità di criminalità) pertornare nella sua città natale (ma-glia nera di tutte le classifiche).

Sì, perché il 58enne Silvis, ap-passionato di narrativa e autore dinumerosi romanzi, è nato proprioqui, a Foggia. E per lui, succederea Maria Rosaria Maiorino – primoquestore donna di Palermo - ècome tornare alle origini. “Mi è sta-ta assegnata quella che, dal nostropunto di vista, è una sede presti-giosa – precisa – pur consapevoledelle sue tante criticità”. Poi, per fu-gare ogni dubbio in merito al suoritorno precisa: “Tornare a lavora-re nella mia città natale mi inor-goglisce e mi riempie di gioia, manon mi distrae da quelli che sonoi miei obblighi e doveri istituzioni.Non faremo ‘figli e figliastri’ con

nessuno: si applica la leg-ge, punto e basta”. Ed ènella filigrana di questeparole, al suo primo in-contro con la stampa loca-le, che si percepisce latempra e la forma mentis diSilvis.

“Se è pur vero che lacittà presenta numerosecriticità - a livello delin-quenziale, sociale e di il-legalità diffusa - è pur veroche la città può contaresul lavoro di un’ottima que-stura, che esprime perso-nalità e professionalità dav-vero elevate, sia a livellopreventivo che investiga-tivo”, tranquillizza. Il qua-dro generale della città, infondo, non gli era del tut-to nuovo avendo sempre seguito,anche se a distanza, le evoluzio-ni/involuzioni della sua città d’ori-gine. Consapevole di affrontareuna “sfida”, a livello personale eprofessionale, Silvis sa di dover ge-stire un territorio difficile e dai

“mille volti”: quello della mafiagarganica, sul Promontorio, e quel-lo della mafia delle estorsioni nelTavoliere; quello violento delle ra-pine e assalti a portavalori sull’as-se ofantino e quello della crimina-lità detta minore e dell’illegalità dif-

fusa che quotidianamenteferiscono il territorio di Ca-pitanata.

Dopo Caserta e Casal diPrincipe, infatti, è il capo-luogo dauno con il suo hin-terland la realtà maggior-mente attenzionata dal Ser-vizio Centrale Operativo. Equesto non è certo un risul-tato di cui essere fieri. “Cer-cherò di fare quello che hosempre fatto: comportarmicon equilibrio e con equità,gestire con il Prefetto Latel-la l’ordine pubblico e la si-curezza, cercando e pro-muovendo una collabora-zione e un coordinamentoproficuo con tutte le altre for-ze attive sul territorio”.

L’obiettivo-principe daperseguire è quindi l’aumento del-la sicurezza, reale e percepita.“Sto ancora studiando la situazio-ne - spiega - ma sono convinto chele priorità si concentrino tutte nelbisogno di attività preventiva: icontrolli sono necessari ma in ma-

niera ‘democratica’ per evitare chel’eccesso degli stessi possa crimi-nalizzare o, al contrario, militariz-zare il territorio. Priorità è anche losviluppo ulteriore dell’attività in-vestigativa: la squadra mobile diFoggia, già di elevata caratura in-vestigativa, è stata potenziata conl’arrivo di un terzo funzionario,proveniente dalle analoghe realtàdi Bari e Napoli”. E’ questa, infat-ti, la prima innovazione concretadell’Era Silvis.

“Il fronte è molto ampio e noinon siamo sul set di una fiction po-liziesca: siamo uomini e i colpi discena non ci appartengono. Peròsiamo anche professionisti e cer-cheremo di fare al meglio il nostrolavoro. Dopotutto, come ripeteva ilgiudice Falcone, anche le orga-nizzazione criminali sono fatte dauomini. Non sono delle icone, del-le entità superiori: arrestati gli uo-mini e disarticolato il gruppo, lamafia non esiste più. Ecco il nostroobiettivo”. Come dicevamo in aper-tura, appunto: voce ferma e sicura,pugno di ferro.

A CURA DI MARIA GRAZIA FRISALDI

Il nuovo questore Piernicola Silvis

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Quando contatto Savino IvanoRomagnuolo per avere il suo puntodi vista sul polverone alzato in me-rito al Metodo Stamina, mi dimo-stra subito la sua disponibilità esembra quasi scherzarci su. “Sonofin troppo informato”, mi scrive. Esubito dopo chiude queste pocheparole con uno smile sorridente.Quando, però, fissiamo l’intervista,il tono della nostra conversazioneè ben altro: Savino è serio e rigoro-so e correda ogni informazione condate e riferimenti utili, numeri diprotocolli, agenzie e organi com-petenti. Insomma, sull’argomentonon sono ammesse leggerezze.“Preferirei che l’intervista fosse re-gistrata”, precisa. Ed è in questa ri-chiesta che emerge uno degli

aspetti che lega a doppio filo Savi-no al ginepraio di Stamina: da unaparte il ruolo istituzionale (è vice-presidente dell’associazione Vivala Vita Onlus), dall’altra la sua vi-cenda personale.

Insomma, l’antifona è chiara:non sono ammesse leggerezze, néperdite di tempo. Perché si diventasubito seri e il tempo sfugge tra ledita quando si parla di malattieneurodegenerative come la Scle-rosi Laterale Amiotrofica. Venti-settenne manfredoniano, da circadue anni, Savino convive con la Slae prova a combatterla. “La peggio-re malattia al mondo”, la etichettasenza troppi giri di parole. Una lau-rea in Economia e Commercio euna etichetta discografica digitaletutta sua, i sogni coltivati fino al-l’altro ieri. Fino a quando l’unicapriorità è diventata quella di lotta-re e battersi per il diritto alla cura.

Savino, il Metodo Stamina ènel mezzo di una fitta bufera… Chio cosa è responsabile di tutto ciò?

Qualcuno, certamente, dovràrisponderne. Stiamo parlando di untrattamento che è stato introdottodue anni fa in una struttura pub-blica, sottoposta al controllo del Mi-nistero Della Salute, dell’IstitutoSuperiore della Sanita e dell’Aifa(agenzia italiana del farmaco). Al-lora perché dopo due an-ni viene fuori che questometodo è una burla? Oggipiù che mai i giornalisti siaffrontano sulla cartastampata tra chi è pro e chiè contro stamina. E, para-dossalmente, in questa vi-cenda i più moderati sia-mo noi malati, che alla finevogliamo solo chiarezza.

Insomma: oltre al danno, labeffa. Qual è adesso la vostra sen-sazione?

Noi malati non siamo convintiche il metodo funzioni. Però ci sono36 famiglie che hanno reso pubbli-che cartelle cliniche che registra-no piccoli o grandi miglioramentinello stato di salute dei relativi pa-renti sottoposti a questo tratta-mento. E’ ovvio che un malato ter-minale, senza nessuna speranza, sichieda: perché non posso provarloanch’io?

Appunto. Allora cosa lo impe-disce?

Lo impedisce il fatto che moltimedici hanno voluto giudicare unmetodo ancora prima di conoscer-lo. Ed è questo che mi preoccupa dipiù, soprattutto alla luce di quello

che succede ogni giorno negliospedali pubblici italiani dove a noimalati terminali somministrano pe-riodicamente farmaci sperimenta-li che non hanno mai portato alcunbeneficio. Io, ad esempio, in un an-no ho provato oltre 10 farmaci di-versi, senza alcun risultato. Allora lamia domanda si fa legittima: per-ché non dovrei provare Stamina?

Insomma, mi stai parlando diuna tesi preconcetta sul metodo edi un rallentamento in un proces-so nel quale il tempo è tutto…

Basta pensare che sono morteotto persone, otto malati in listad’attesa che avevano avuto il “Sì”dal giudice e che quindi, ad oggi,dovevano per legge essere statesottoposte ad almeno una infusio-ne. Il problema per noi è proprio

questo: è il tempo. Erastata avviata una speri-mentazione questaestate e noi avevamochiesto al Ministero del-la Salute che venisseroinserite nel Comitato

Etico persone super partes o che,quantomeno, non avessero espres-so parere pregiudizievole sul me-todo in questione. Ma ci ha dovutopoi sbattere la testa nel dicembrescorso, con quasi 8 mesi di ritardo,davanti al Tar del Lazio…

In questi contesti il metodo e ilvigore vigono su tutto. Cosa nonha funzionato nella vicenda Sta-mina?

Stamina è una di quelle situa-zioni nelle quali viene fuori come ilsistema italiano tutto sia profonda-mente malato. È pieno di buchi. Nelcomunicato del Ministero della Sa-lute n°123 del 2012 si può leggereche il metodo è valido. Poi, doponemmeno un anno, Ministero, Aifae Istituto Superiore della Sanità lobloccano. Allora l’incoerenza di chiè di noi malati o di chi ci dovrebbe

tutelare?Diritto alle cure compassione-

voli. Cosa rappresenta Staminaper te e per quanti vivono la tuastessa situazione: speranza o illu-sione?

Noi non abbiamo la certezzache questo metodo funzioni e sia-mo i primi a cercare risposte. Amaggior ragione se vediamo che cisono 36 pazienti, in una strutturapubblica, che tramite cartelle clini-che dimostrano piccoli migliora-menti. Per una persona immobileritornare a respirare usando la ma-scherina invece che un tubo nellagola è un passo grandioso. Lo stes-so dicasi per quanti trovano beneficinell’utilizzo della cannabis, e quin-di della marijuana, a scopo tera-peutico (vedi focus nella pagina ac-

canto). Allora perché nonsperimentare? Qui non si tratta disdoganare le cure e dare tutto perscontato. Qui si tratta di fare ricer-ca, cosa che evidentemente in Ita-lia non si vuole fare.

Speranza o illusione, diceva-mo. Quanto vale un’aspettativa?

La speranza vale tanto per noicondannati a morte. Un malato nondeve mai essere abbandonato alsuo destino, perché non ha nessunacolpa se non quella di dover com-battere contro un male incurabile. E’dovere di tutta la società far sì che imalati non si sentano abbandonati.E se c’è una speranza bisogna farein modo che non risulti né presun-ta, né dubbia. Per questo motivochiediamo che si abbassino i toni,che si faccia meno polemica e che siportino delle informazioni concre-te ai malati. Che hanno bisogno ditante risposte…

Ritieni che venga leso ancheun certo diritto all’autodetermi-nazione?

Ti voglio portare un esempio.L’associazione Viva La Vita Onlus

Italia aveva predisposto una raccol-ta fondi per pagare uno studio di ca-ratterizzazione cellulare che dovevaessere avviata il 15 gennaio 2014 nelCentro Staminali di Miami Beach,in Florida, dove il prof. Camillo Ri-cordi si era proposto di lavorare pervalutare le cellule trattate con il Me-todo Stamina. L’Aifa, il 9 gennaio,ha però diramato una lettera di dif-fida al trasferimento di campioni cel-lulari prelevati dall’azienda ospe-daliera di Brescia, relativi al metodoin questione. A questo punto, capi-sci bene che a noi malati ci sono ca-dute la braccia. Eravamo talmentedisperati da pagare noi stessi unostudio che permettesse di capire sequesto metodo funziona o no, e met-terci l’anima in pace. Ma non ce lohanno permesso…

Qual è stato il ruolo giocatodai mezzi d’informazione in que-sta vicenda?

Credo sia un dato di fatto. Mol-ti giornali hanno attaccato Vanno-ni, ma sul piano personale. Non ilmetodo che rappresenta, ma lohanno attaccato nella vita privata.Cosa che a me, malato di Sla, noninteressa. A me interessano gli stu-di biologici dietro Stamina (che tral’altro non è stato “inventato” daVannoni, come molti erroneamen-te riportano). In questo modo è sta-to sollevato un polverone inutile,che ha rallentato e messo i bastonitra le ruote a tutta la carovana. Nes-suno dei giornali però ha volutoparlare con le famiglie di quanti so-no in cura a Brescia; gli stessi che il28 dicembre hanno presentato inuna conferenza stampa le cartellecliniche. Che per noi, al momento,costituiscono l’unica fonte di infor-mazione attendibile.

Oggi qual è il tuo incubo ri-corrente?

E’ la chiusura di confronto traistituzioni e malati. La burocrazia ètroppo lenta e noi tutto questo tem-po non ce l’abbiamo. Pensa che dal-la creazione di un farmaco alla suaeffettiva messa in commercio pos-sono passare anche 20 anni. Oggiho timore per me e per le genera-zioni future che, di questo passo,non avranno vita facile. La salute èil bene più prezioso, ma la sanitàdeve basarsi sull’efficienza, sullacompetitività e, a questo punto, an-che sulla continuità. Io, nel mio pic-colo, continuerò a combattere finoa quando ne avrò la forza. E fino aquando potrò, esprimerò il mio pa-rere affinché vengano sempre ga-rantiti tutti i diritti dei malati.

6 g e n n a i o duemilaquattordici inchiesta

Tic-tac, tic-tac: quando la sperimentazione è una lotta contro il tempo

Nel ginepraio del “Metodo Stamina”Nella crociata tra favorevoli e contrari, i più moderati sono proprio i malati

EditorePublicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.

Direttore ResponsabileMaria Grazia Frisaldi

Direzione commercialeAngela Dalicco

In redazioneDalila CampanileIrma MeccaMariangela MarianiSimona Donatelli

Rubrichearch. Simona Campanelladott.ssa Marilena Tomaiuolodott.ssa Valentina La Ricciadott.ssa Maria Nobilidott.ssa Ines Panessadott.ssa Anna Leporedott.ssa Maria Francesca Di Micheledott.ssa Giovanna Brunodott.ssa Rosangela Loriso

CollaboratoriClaudio Botta

RedazioneFoggiaVia Tressanti, I trav. (vill. Artig.)Tel. 0881.56.33.95 - Fax [email protected] internetwww.6donna.com

Impaginazione e stampaPublicentro Graphic

Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia

n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

A CURA DI MARIA GRAZIA FRISALDI

Illusione o speranza, speranza o illusione? Due facce della stessa medaglia, due punti di-versi ma speculari, per approcciarsi alla controversa realtà del Metodo Stamina, il tratta-mento terapeutico che, ad oggi, risponde al nome di Davide Vannoni. Osannato o condan-nato (in entrambi i casi, preventivamente), la vicenda mette in luce le tante falle delSistema-Paese. E mentre sull’argomento si delineano le fazioni opposte dei favorevoli e con-trari, anche stampa e tv ci mettono il carico da novanta, creando in molti casi più occasionidi confusione che di informazione. Due punti di vista opposti e speculari, si diceva, comequello di Savino Ivano Romagnuolo, vicepresidente dell’associazione Viva la Vita OnlusItalia, e quello di Angelo Vescovi (nella pagina accanto), professore di Biologia cellulare cheda anni sostiene che non c’è da fidarsi del metodo Stamina.

Savino Romagnuolo

Metodo Stamina, Savino Romagnuolo al presidio a Roma

A sinistra Davide Vannoni

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Nell’ospedale di Padre Pio, unprofessore di Biologia cellulare daanni predica che non c’è da fidarsidel metodo Stamina. Angelo Vesco-vi è considerato un luminare della ri-cerca sulle staminali. È il direttorescientifico di Casa Sollievo dellaSofferenza, a San Giovanni Rotondo.Con la sua equipe, all’ospedale diTerni, ha effettuato il primo trapian-to al mondo di cellule staminali ce-rebrali in pazienti affetti da sclerosilaterale amiotrofica, la SLA, una ter-ribile malattia neurodegenerativa. Lecellule provengono da feti abortitispontaneamente. Sta conducendouna sperimentazione su diciotto ma-lati. I giornalisti lo interpellano piùper chiedergli di Vannoni che del suostudio. Oramai ci ha fatto il callo. Ascanso di equivoci, però, chiarisceche il suo è un contributo scientifico.“Non ho alcuna intenzione di usarela mia ricerca per fare carriera poli-tica. Vorrei che altri potessero dire lastesa cosa”. Racconta il dolore deisuoi pazienti con estrema sensibili-tà, più di un qualunque scienziato.Ma non si lascia sopraffare dalleemozioni se in ballo c’è il rigorescientifico.

Stamina finisce nella bufera.Lei, a distanza di tempo, può affer-mare “l’avevo detto”.

Dio mi scampi dal dire una cosadel genere. So solo come si fa un la-voro e secondo me in quel metodonon si rispecchiano quelle che sonole necessità di una tecnica di questogenere. Nel momento in cui si fa untrapianto cellulare bisogna saperecosa si trapianta. Per ‘metodo’ si in-tende una sequenza di passaggi tec-nico-scientifici documentati, docu-mentabili e riproducibili. Quandoquesto manca non si parla di meto-do. Quindi per quanto mi riguarda ioil metodo Stamina non lo conosco.Ma non riconosco il metodo in ge-nerale, non è che ce l’abbia conVannoni. Io ci ho messo 24 anni amettere in una siringa per iniettarlenei pazienti SLA delle cellule stami-nali del cervello e per quanto ampiapossa essere la mia conoscenza - per-ché le ho scoperte insieme ai cana-desi - ho ancora dei dubbi su alcuniaspetti della loro biologia che mi ren-dono un po’ insicuro, ma ho fatto ilmassimo per garantire la sicurezzadel paziente. Non riesco a capire

come si possa parlare di metodo nelmomento in cui non sai come si fa,prima c’era un brevetto e un brevettonon c’è, poi “non lo faccio vedere per-ché sennò mi copiano”. Io faccio sta-minali cerebrali, lei sa quant’è com-plicato? Si figuri se devo andare a co-piare il metodo del dottor Vannoni.

Il ministro della Salute BeatriceLorenzin ha parlato addirittura di ri-svolti inquietanti nella vicenda Sta-mina. La preoccupazione sale. Se-condo lei quel metodo può essereconsiderato persino pericoloso?

Tutti i metodi di terapia cellula-re possono essere pericolosi. Il gra-do di pericolo dipende da quantocontrolli il materiale che trapianti. Inaltre parole, non esiste la certezza dinon far male al paziente. Esiste unaragionevole probabilità che questonon avvenga. Tutte quelle regole chequesti signori si rifiutano di rispetta-re sono state costruite negli anni pro-prio per ridurre al minimo le possi-bilità che queste cellule possanofare del male. Nel momento in cuinessuna di queste regole viene ri-spettata il rischio è massimo, perchénon viene controllato il tipo di cellu-la, che potrebbe impazzire, ma so-prattutto il metodo di coltivazionenon garantisce la sterilità, la pulizia,perché addirittura i reagenti utilizzatiper far crescere le cellule non sono te-stati per ridurre il rischio al minimo.Faccio un esempio emblematico: iouso una tecnica più raffinata quindinella coltura delle cellule del cervellonoi non usiamo materiale di siero bo-

vino, estratto dal sanguedelle mucche per intender-ci, ma questo componente ècomune in quasi tutte lealtre colture, compreso ilmetodo Stamina. Allora, leisa che c’è il morbo dellamucca pazza, che in Euro-pa ha viaggiato, e non esi-ste una tecnica per identifi-carlo in maniera inequivo-ca. Quando si fanno dellecolture cellulari che impie-gano del siero di mucca,quel siero di mucca o di vi-

tello deve venire da allevamenti chesono sicuramente privi del rischio diprione (l’agente infettivo, ndr) - que-sti allevamenti si trovano in Austra-lia, perché lì il prione non è mai ar-rivato - altrimenti c’è il rischio di bec-carsi il morbo della mucca pazza.

Loro non lo hanno fatto arrivare da lì.Sul fatto che non ci siano stati effet-ti collaterali - prima di tutto vorrei ve-derlo documentato, perché a me lastoria risulta un po’ diversa, però nonavendo avuto accesso a tutti gli atti,mettiamo che sia così - io le possogarantire che se lei prende un pa-ziente e gli fa un’iniezione di fisio-logica sterile, cioè praticamenteacqua fresca, non ce li ha gli effet-ti collaterali. Questo giustifica chelei spenda 3 milioni di denaro pub-blico per iniettarmi tutti i pazientiche hanno la malattia? La fisiologi-ca non cura la malattia. Detto que-sto, io i miei pazienti li ho trapian-tati e ancora oggi di notte non dor-mo per la paura che possa succe-dere loro qualcosa a causa delle miecellule che, dopo 24 anni di lavoro,

io certifico nei modi più rigorosi.Parliamo della sua sperimenta-

zione. Come sta andando e a chepunto siete?

Noi abbiamo una sperimenta-zione di fase 1 per un totale di 18 pa-zienti. E siamo esattamente a metà,quindi contiamo di finire, se non cisono problemi, entro la fine dell’an-no, plausibilmente alla fine del-l’estate completeremo tutta la fase 1.Al momento le cose vanno bene. Peril primo gruppo il trapianto è stato ef-fettuato nelle regioni midollari, per ilsecondo gruppo il trapianto è più dif-ficile, quello del midollo cervicale: ab-biamo anche eliminato l’unico effet-to collaterale che dispiaceva ma eraprevisto, cioè il dolore post operato-rio. Non abbiamo più neanche quel-lo. Per i risultati sugli effetti neuro-logici, mi deve scusare ma io houn’etica e una professionalità e nonposso divulgare risultati che nonsono conclusivi. Poi solo su tre pa-zienti, anche se vedessi degli effettifantasmagorici non potrei riportarlequello che potrebbe essere banal-mente un caso. Però le posso dire chein generale andiamo piuttosto bene.

Come ci si fa a fidare di una spe-rimentazione piuttosto che dell’al-tra se anche il Parlamento ne auto-rizza una che si rivela piena di om-bre.

Cosa facciamo confondiamo learance con le acciughe, neanchepiù con le mele? La nostra non è unaricerca, è una sperimentazione clinicadi fase 1 approvata rispettando tut-te le regole più stringenti degli or-ganismi di sorveglianza non italiani,non europei, ma mondiali. Dall’altraparte non c’è assolutamente niente ditutto questo. Se lei vuole può para-gonare una bicicletta ad un aero-plano, uno ha il carrello d’atterraggiol’altra ha le ruote. Tutte e due hannole ruote. Se uno vuol vedere solo leruote lo può fare.

Dal primo momento lei ha ca-pito cosa stava accadendo. Qual èstata la falla nel sistema? Perché nonaccada più quello che è successo conStamina, che cosa deve cambiare?

Questo è un Paese strano. Ab-biamo 59 milioni di allenatori di cal-cio. Ho sentito delle cose inverecon-de. Se ti alzi e dici “siete impazziti”,ti prendi pure le minacce. La logicaè morta. Bisognava soltanto rispettarele regole che quarant’anni di ricercascientifica documentata ci hannoimposto di adottare a protezione deipazienti e non metterle subito indubbio sull’onda dell’emozione po-polare. Io i pazienti li incontro. So checos’è un paziente con un bambinomalato. È una cosa devastante. Sonofragili psicologicamente e fanno di-ventare più fragile psicologicamen-te anche te. È proprio per questo cheè nata la normativa: non ci si muovesull’onda di un’emozione, perchél’emozione ti fa vedere ciò che tu vuoivedere, e fare delle cose che non do-vresti fare. Dobbiamo seguire le re-gole, perché possono essere indagi-nose - sono d’accordo che vadano ve-locizzate - ma sono sacrosante. Sul-l’onda di un’emozione popolare edietro una pressione indebita di al-cuni media sì è ceduto. Io non faccioil piaggiatore, non intendo fare car-riera politica, a me interessano i pa-zienti ma per una buona volta il mi-nistro Lorenzin si è alzata e ha det-to: “Le cose si fanno come devono es-sere fatte”.

Professore, lei la trova la curaper la SLA?

Ci spero veramente. Non so sesarà la cura ma se riesco anche soloa rallentarla avrò vissuto per qual-cosa. E mi creda, quella sarebbeuna grande cosa. Sono trentadueanni che faccio questo lavoro, venti-quattro che mi dedico a questo stu-dio. Ho promesso che sarei arrivatoa farlo e l’ho fatto, spero solo di nonfare del male a nessuno. Non mollofinché ho un anelito di vita. Quellanon è una malattia, è veramente peg-gio di qualsiasi cosa un essere uma-no possa immaginare e mi creda cene sono tante altre. Possono conti-nuare a tagliarmi i finanziamenti, nonapprovarmi i progetti per migliorareil trial clinico - recentemente ci han-no bocciato una richiesta di finan-ziamento per migliorare la speri-mentazione - non molliamo, andia-mo avanti. I bergamaschi hanno unpessimo carattere, e io sono uno diquelli.

Mariangela Mariani

7g e n n a i o duemilaquattordiciinchiesta

LEGALIZACIÓN

“Sla: se riesco anche solo a rallentarla avrò vissuto per qualcosa”

“Dopo circa 24 anni di studi, non dormo la notteper paura che succeda qualcosa ai miei pazienti”

La profezia di Angelo Vescovi nel ‘Paese degli allenatori’

Lucia deve combattere con lasclerosi multipla, e con le poste. Ilpagamento dell’Asl per il Bedro-can, un farmaco a base di cannabis,non è mai arrivato in Olanda e, perun disguido, non le è rimasto che ri-volgersi al mercato nero, allo spac-cio. Perché ci si cura anche con lamarijuana, soprattutto per i suoi ef-fetti miorilassanti. Lucia Spiri è lapresidente del primo Cannabis So-cial Club in Italia LapianTiamo,un’associazione no profit con sedea Racale, in provincia di Lecce. Ilsegretario è un foggiano, AndreaTrisciuoglio. Lucia si era rivolta alui perché non riusciva ad avere un

dosaggio maggiore di canapa. An-drea l’ha portata dal suo medico, ea Foggia è riuscita ad avere quellaprescrizione. Si sono conosciuti co-sì, e ora è come una sorella per lui.Hanno deciso di prendere un ter-reno e coltivarsi la canapa da soli,in Salento. Intendono produrla in-door (al coperto), in modo da ridur-re il rischio di contaminazioni.

“Depositammo un anno fa unaproposta di legge in Parlamento,ma ci rendiamo conto che la politi-ca nazionale dorme, di conseguen-za ci siamo rivolti alle istituzioni re-gionali. Abbiamo parlato del nostroprogetto con il Presidente Vendola

e con l’assessore Elena Gentile esiamo convintissimi che voglianofare una proposta di legge nei pros-simi giorni”. La proposta di leggeregionale prevede l’approvvigio-namento della canapa a scopo te-rapeutico tramite LapianTiamo.“La produrremmo per fornirla al

servizio sanitario regionale puglie-se. La Regione Puglia farebbe daapripista. Non si tratta di buonismoverso i malati: i costi assurdi dellacanapa sono serviti a far prevalereil buonsenso”. A Foggia, in un con-vegno organizzato dai radicali del-l’associazione Mariateresa Di La-scia, sono stati analizzati gli aspettisanitari e normativi. “La battagliasulla cannabis terapeutica che vie-ne condotta in modo pionieristicodall’associazione LapianTiamo civede attivamente presenti - spiegaNorberto Guerriero, il segretariodell’associazione radicale di Fog-gia da sempre impegnata nelle bat-

taglie antiproibizioniste - La rispo-sta delle persone, numerose e inte-ressate, conferma come il tema del-la cannabis terapeutica e più ingenerale il diritto alla libertà di cu-ra siano di stringente attualità e ne-cessità”. A Torino, il consiglio co-munale ha pronunciato uno storicosì alla liberalizzazione della can-nabis per scopi terapeutici. L’asso-ciazione di Lucia e Andrea ha im-posto un ultimatum, i malati nonhanno più tempo: “Si tratta solo diregolamentarci. Se non dovessepartire la legge, abbiamo acquista-to un terreno e a marzo la piantia-mo”. m.m.

Cannabis terapeutica la cura proibita

Angelo Vescovi

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8 g e n n a i o duemilaquattordici politicaA CURA DI CLAUDIO BOTTA

E se lo stallo continuerà, via libera alle primarie. Intanto si lavora alla stesura del programma

Elezioni comunali/ La coalizione si è ricompattata e pesa il ruolo degli alfaniani

Centrodestra, una corazzata. Ma senza un leader riconosciuto

Raffaele Piemontese spinge per le primarie (e per sé), ma gli alleati nicchiano

Il sindaco in risalita nei consensi, secondo la classifica ‘Governance Poll’

Dal Sole 24 Ore una ‘ciambella di salvataggio’ per Mongelli

Stiamo entrando nelle setti-mane decisive, finalmente, per ilrinnovo dell’amministrazione co-munale e per cercare di voltare fi-nalmente pagina dopo le ultimestagioni certamente non esaltanti.In controtendenza con il recentepassato, dopo gli annunci forseprematuri delle autocandidature diLucia Lambresa e Luigi Miranda,l’attenzione si è spostata sulle coa-lizioni in campo, e si spera nei ri-spettivi programmi, prima ancorache sui candidati sindaci.

La novità destinata inevitabil-mente a incidere nell’esito finale èil compattamento del centrodestra- molto vicino a quel Polo delle Li-bertà che nel 1994 accompagnòPaolo Agostinacchio nella conqui-sta di Palazzo di Città - nonostan-te le diaspore e le tensioni interne.Può essere un vantaggio e al tem-

po stesso uno svantaggio, l’unionedi tante anime e personalità, maForza Italia e il Nuovo Centrodestra(nel quale è confluita in bloccol’Unione di Capitanata di Franco DiGiuseppe e Giannicola De Leo-nardis), quel che resta dell’Udc edella Puglia prima di tutto dell’exgovernatore e ministro RaffaeleFitto, le varie anime della destra, daFratelli d’Italia-Centrodestra Na-zionale al Movimento per Allean-za Nazionale, hanno un ampioventaglio di opzioni per i modera-ti o presunti tali che di votare a si-nistra non vogliono proprio saper-ne.

Il clamoroso autogol alle pre-cedenti elezioni amministrative,con la candidatura di Enrico San-taniello che si è dimostrata disa-strosa sia nel metodo che nel ri-sultato finale, ha indotto però i

big a un ribalta-mento del mododi procedere: lar-go alla collegiali-tà, e quindi allealleanze, alla ste-sura di un docu-mento program-matico condivisoe solo in ultimaistanza arriverà lascelta del candi-dato sindaco. At-traverso l’indivi-duazione di una

figura di spicco ma non più impo-sta o scelta in un summit per pochieletti, da sottoporre magari al pas-saggio delle primarie in mancanzadi un accordo. Diverse le opzioni fi-nora in campo: Franco Landellaparte in pole position per il ruolo ri-coperto e l’esperienza acquisita inanni di opposizione nella sala con-siliare, ma è inviso a parte del suostesso partito, e non convince finoin fondo gli alleati; Carmine Stal-lone e/o Antonio Pepe rappresen-tano una sorta di ‘usato sicuro’, mal’imperativo pare essere quello delrinnovamento; Billa Consiglio pia-ce solo al Nuovo Centrodestra, gliex An vorrebbero spazio per Bru-

no Longo dopo decenni di mani-festi, e così via. La vera sorpresa sa-rebbe Annamaria Fallucchi, pa-recchio impegnata nel sociale e tra-sversalmente apprezzata, ma ladiretta interessata – moglie delpresidente della Camera di Com-mercio Fabio Porreca - ha finora re-spinto al mittente qualsiasi cor-teggiamento. La sensazione, però,è che si giochi ancora a carte co-perte, fino al prossimo febbraioquando bisognerà rompere gli in-dugi e impegnarsi a fondo in unacampagna elettorale delicatissi-ma, condizionata anche dalle ele-zioni europee e dalle sorti finoratraballanti del Governo Letta in ca-

rica. Sullo sfondo, la figura di

Leonardo Di Gioia. A livello diincarichi un pezzo da novanta,dato il ruolo attuale di assesso-re regionale al Bilancio nellagiunta guidata da Nichi Ven-dola. Ma il suo passato nell’exAn e poi PdL, la sua candidatu-ra alla segreteria provincialedel partito, il suo ruolo a Palaz-zo di Città e poi a Palazzo Do-gana come potentissimo asses-sore durante il mandato di An-tonio Pepe e in consiglio regio-nale negli scranni dell’opposi-zione, nonché la candidaturaalla Camera nel partito di Ma-rio Monti e Mario Mauro, rap-presentano un biglietto da visi-

ta indigesto per chi dovrebbe vo-tarlo, visto che il principale spon-sor della sua candidatura è lo stes-so governatore e il suo fedele al-leato (in terra di Capitanata) PinoLonigro. La sua collocazione natu-rale -con relativo serbatoio eletto-rale - sarebbe nel centrodestra, mal’attuale carica lo porterebbe a in-filarsi in un vicolo cieco. Probabil-mente rimarrà sullo sfondo, in at-tesa di riprovarci alle prossimeelezioni politiche: ma un suo im-pegno, diretto o indiretto, sarà co-munque inevitabile ed è tutto davalutare, nonostante il perennependolarismo da una figura politi-ca e una tecnica.

73esimo su 102: un buon risul-tato? Un risultato eccezionale, sedodici mesi prima si era al 102esi-mo, cioè all’ultimo posto nella ‘Go-vernance Poll’ nell’analisi realizzatada Ipr Marketing per il quotidianoIl Sole 24 Ore, per sondare il gra-dimento dei sindaci d’Italia. Così lapensa il diretto interessato, il primocittadino di Foggia Gianni Mon-gelli, risalito in modo vertiginoso inuna classifica che lo ha sempre vi-sto stazionare al fondo della con-siderazione generale, nel corsodel suo travagliato mandato. Unaiuto insperato mentre il centrosi-nistra è alle prese col nodo spino-so legato alla sua riconferma, a unaseconda chance da concedere a chiha avuto il coraggio di metterci lafaccia e guidare la coalizione in di-sarmo dopo la disastrosa espe-rienza di Orazio Ciliberti, oppureun cambio in corsa dopo aver tira-to le somme di quanto fatto e

quanto non fatto in questi anni. Op-zione graditissima al cerchio ma-gico che ruota intorno al presidentedel Consiglio comunale RaffaelePiemontese, che punta perlomenoalla tappa delle primarie nella cer-tezza che la voglia di discontinui-tà sia prevalente rispetto a quella

di continuità, ma non agli alleati in-sofferenti per l’egemonia del Par-tito democratico e preferirebbero,al limite, ulteriori spiazzanti op-zioni, come Leo Di Gioia sponso-rizzato da Pino Lonigro e NichiVendola. Centro Democratico, Co-munisti Italiani, Italia del Valori,Partito Socialista Italiano, Rifon-dazione Comunista, Sinistra Eco-logia e Libertà, Socialismo Dauno:queste le sigle chiamate a concor-rere a una scelta delicata e tutt’al-tro che semplice, perché nel bi-lancio dell’esperienza che sta pervolgere al termine va calcolato ilpeso specifico (notevolissimo) del-la pesantissima situazione eredi-tata. Ma pesano altrettanto le in-certezze e la confusione sulle sor-ti del teatro Giordano ancora chiu-so (intorno alla quale Mongelliaveva legato la sua ricandidatura,è bene ricordarlo, e Piemonteseaveva richiesto un ‘rompete le ri-

ghe’ improbabile ai suoi amici ecompagni), sul degrado generalenon sufficientemente contrastato,sull’assenza di politiche e iniziati-ve culturali, sulla sostanziale ina-deguatezza delle risposte messe incampo davanti alle continue emer-genze, gli altissimi tributi richiestiai cittadini a fronte di servizi pes-

simi o peggio inesistenti. Anche inquesto schieramento, in mancan-za di un nome pienamente con-vincente, si è partiti dalla compo-sizione della coalizione, meno ete-rogenea soprattutto al centro, vistol’arrivederci e grazie della nutritapattuglia dell’Udc- poi confluitanell’Unione di Capitanata e quel-la rimasta fedele ad Angelo Cerae Pierferdinando Casini – e di Lu-cia Lambresa, che furono decisiviper la vittoria al secondo turno. Unastrada tutta in salita, insomma, mail continuo evolversi del quadro po-litico la rendono ancora percorri-bile. Con l’autocandidatura di Lo-renzo Frattarolo, giovane com-mercialista renziano che ha già at-taccato il locale gruppo dirigentecon l’autorevole sostegno di IvanScalfarotto, che rappresenta al mo-mento più un problema che una ri-sorsa per il Pd. Ma non per la cit-tà e per la coalizione.Raffaele Piemontese

Gianni Mongielli

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9g e n n a i o duemilaquattordiciSpeciale San Valentino

A proposito di San Valentino...

Fino a 50 euro: romanticissimo edenso di significato è il beads “Va-lentino” firmato Trollbeads. Un cer-chio iridescente sui toni del porporae del viola, acceso da un palpitantecuore rosso. Aggiunto al propriobracciale sta a significare “L’amorevince sempre”. Cuori a profusione,anche per la nuova collezione di gio-ielli in acciaio Morellato.

Da 100 a 200 euro – elegan-ti e raffinate, adatte per le donnedi tutte le età e di ogni genera-zione. Sono le perle, sfere pre-ziose e candide: ciondoli o brac-ciali, pendenti o orecchini: adognuna il suo regalo di stile. Trai marchi leader in vendita da“Gillet”, Yukiko e Marea Perle.

Dai 200 euro in su – dalla classica fedina al so-litario, quale occasione migliore del giorno di SanValentino per indicare, con un gioiello, una pro-messa d’amore? Nel campo del “per sempre” è ildiamante il regalo per eccellenza, sia esso un soli-tario o un punto luce. Ne esistono di vari tipi, cara-tura e incastonatura. Il modello con il castone ritor-to, in particolare, è detto “Valentine”, perché natoproprio in occasione della festa degli innamorati.Da “Gillet”, fedine e solitari Yukiko e Marea.

Da circa 30 anni protagonisti nella vendita di preziosi e orologi

E in vista di San Valentino, i consigli della gioielleria “Gillet”

L’apertura al cambiamento è la chiave del successo

Da quasi trent’anni nel settore della vendita di preziosi e orologi, conla cortesia e la professionalità di sempre. Nel mezzo, un cambio gene-razionale con il passaggio del testimone (e anchedi onori, oneri e responsabilità) tra padre e figlio.E la storia continua, fino ad oggi: un risultato lu-singhiero per ogni attività commerciale che si ri-spetti; un risultato che si amplifica ancor di più inun momento economico non particolarmente fa-vorevole.

Stiamo parlando della gioielleria “Gillet” (dapronunciare rigorosamente con accento francese)di corso Vittorio Emanuele, a Foggia. “Quandomio padre rilevò l’attività, nel 1986, volle dare al-la gioielleria il nome di sua moglie - Nicole Gillet,appunto - mia madre”, spiega Marco Delli Santi,che dal 2003 gestisce l’attività di famiglia, poten-do contare, nei primi anni di attività, anche sul pre-zioso ausilio e sulla collaborazione della consor-te, Giovanna de Vito.

Omen Nomen, si diceva una volta. E chissà sequesto “battesimo esterofilo” non abbia segnato l’attività nella sua ca-ratteristica predominante: l’apertura al cambiamento, alla novità.

Cosa abbia premiato l’attività di corso Vittorio Emanuele, infatti, èpresto detto: il coraggio di investire su nuovi marchi e nuove linee, re-

stando sempre al passo con i tempi. “Credo che oggi più che mai siaimportante cogliere i segnali di cambiamento e le variazioni che il mer-

cato richiede e, in un certo senso, impone”, continuaMarco. “Trollbeads (concept originale dei gioiellicomponibili di cui “Gillet” è rivenditore PremiumPlus, ndr), ad esempio, è solo l’ultimo dei tanti feno-meni sui quali abbiamo puntato”.

Sul mercato dagli anni Ottanta, infatti, la gioiel-leria di corso Vittorio Emanuele ha vissuto l’eraSwatch prima e l’era Cronotech, poi. E non ha disde-gnato la profusione dei gioielli in acciaio. “Oggi ilmercato impone un assortimento davvero vasto. Co-me dire: per tutte le età e per tutte le tasche, pur ri-spettando i criteri dello stile e delle qualità”. Tuttoquesto, ovviamente, insieme alla cortesia e alla ca-pacità di accogliere, insieme alla professionalità ga-rantita dalla longevità dell’attività.

“Cerchiamo di essere presenti anche nel post-vendita, mostrandoci sempre disponibili e solerti neldare consigli su cura e manutenzione dei gioielli ac-

quistati e garantendo assistenza per qualunque tipo di riparazione”. Per il resto, la dote-principe di ogni gioielliere resta sempre una:

entrare subito in sintonia con il cliente e accompagnarlo alla scelta delgioiello più vicino ai propri desideri.

Corso V. Emanuele 4/A Foggia - Tel. 0881 721695 www.gilletgioielli.it RIVENDITORE PREMIUM PLUS LAB

Consigli e idee regalo dalla gioielleria “Gillet” in vista della festa degli innamorati.

Marco Delli Santi, titolare “Gillet Gioielli”

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10 g e n n a i o duemilaquattordici Speciale San Valentino

Si avvicina il giorno di San Va-lentino. Il significato della festaavrebbe origini antiche e precri-stiane nei «lupercalia» romani ce-lebrati il 15 febbraio e dedicati allafertilità.

Un breve cenno storico.Leggenda vuole che a San Va-

lentino, vescovo e martire cristiano(176-273), siano stati attribuiti al-cuni “miracoli”, regalandogli la fa-ma di santo dell’amore.

Il giovane vescovo avrebbe in-contrato una coppia di innamoratiche stavano litigando. Lui li fece ri-conciliare facendo volare loro in-torno decine di coppie di piccioni.Da questo episodio deriverebbe an-che l’espressione «piccioncini» ri-ferita agli innamorati. Altri raccon-tano di amanti salvati dallepersecuzioni, dai veti dei genitori;altre fonti, ancora, riportano che ilmartire cristiano abbia ridato la vi-sta ad una ragazza cieca innamo-ratasi di lui. Nell’Ottocento, negliStati Uniti, si cominciarono a pro-durre biglietti su scala industrialedando un impulso decisivo allo svi-luppo della festa. Infatti, proprio inAmerica, si inviano «valentine», i

caratteristici bigliettini augurali,anche al papà, alla mamma, fratel-li, sorelle e amici, spesso accompa-gnati da scatole di cioccolatini. Leragazze olandesi, invece, ricevonospesso cuori di liquirizia. Negli ul-timi anni sono stati organizzati, indiverse parti del mondo, ancheeventi da guinness come il baciopiù lungo o matrimoni collettivi,con centinaia di coppie pronte adirsi “sì”.

Per molti innamorati, spesso, ilgiorno di San Valentino si riduce al-la classica cenetta a lume di can-dela. Ma, mai come in questo mo-mento storico, si potrebbe pensarea qualcosa di diverso, di meno mo-notono, accattivante e originale,per festeggiare il giorno di San Va-lentino. Vi propongo, quindi, alcu-

ne idee per trascorrere la festa de-gli innamorati.

Preparate la cena con le vostremani. E se ai fornelli vi definite del-le frane irrecuperabili trasformatequesto giorno nell’occasione pro-pizia per cimentarvi in menù conpiatti semplici, ma graditi dalla per-sona amata. Apparecchiate la ta-vola con particolare cura e atten-zione; per creare l’atmosfera giustautilizzate candele, musica e petali dirose. Cercate dei vasetti - anchequelli del miele o delle conserve -riempiteli di acqua e arricchiteli confiori. Potete optare per le classicherose rosse, certo, ma se volete di-stinguervi vi consiglio di scegliereviolette, primule o dei deliziosi tu-

lipani. Altrimenti potete utiliz-zare dei rami ai quali appen-dere dei cuori fai-da-te in cartao feltro, imbottiti, di cristallo.

Un viaggio potrebbe esse-re un’altra possibilità per eva-dere da consumati clichè. Unweek-end romantico a due, percondividere la bellezza di nuo-vi posti, sarà sicuramente unregalo speciale per entrambi.Molto complicato è riuscire a

mantenere le stesse abitudiniquando ci sono bimbi. In questo ca-so, infatti, sarete costretti a rivede-re i vostri piani. Questo non vuol di-re, però, che dobbiate rinunciare acelebrare la festa degli innamorati;anzi avete l’occasione di condivi-dere questa ricorrenza con le per-sone che più amate al mondo (aparte il vostro compagno o la vostracompagna, s’intende). Se in casa cisono bimbi dai 3 ai 6 anni potrannocollaborare alla preparazione dellatavola di San Valentino, parteci-pando in modo attivo alla creazionedi segnaposti o lega tovaglioli.

Se i bimbi sono più grandi, in-vece, potrebbero avere piacere dicondividere la festa di San Valen-

tino non solo con mamma e papàma anche con gli amici o le amichedel cuore.

Dalle nostre parti, una grandefesta in onore di San Valentino vie-ne celebrata a Vico del Gargano (vedi focus in basso), paese che haeletto il santo degli innamorati a pa-trono della città a partire dal 1618.Infatti, il 14 febbraio il paese si ad-dobba di arance, limoni, mimose efoglie di alloro, offerti dagli agru-

micoltori di zona. Ogni angolo delpaese, balcone, bottega e negoziodel paese è ornato con agrumi perun piacere inebriante, per i sensi eper il cuore. San Valentino a Viconon è un giorno come gli altri: re-carsi nel piccolo centro garganico,infatti, è un privilegio vero, un co-gliere l’essenza della festa.

Milena Pizzo Tibollo

Paese che vai tradizioni che trovi: dagli agrumi del Gargano ai «valentine» statunitensi

Ispirazioni globetrotter per festeggiare gli innamorati

Un romanticissimoSan Valentino

Anche se le finanze nonpermettono grandi slanci e viag-gi verso mete più blasonate,nulla è perduto. Basta spostar-si di appena 90 km da casa per ritrovarsi ca-tapultati in una realtà senza tempo, dai sa-pori e dai profumi di una volta: Vico del Gar-gano, sulla Montagna del Sole.

Arance sui balconi e lungo i viali delpaese; ma, soprattutto, attorno alla statuadi San Valentino, che non lesinerà in be-nedizioni e benevolenza nei confronti del-le giovane coppie di innamorati che rag-giungeranno il Promontorio il 14 febbraio.Ecco una mini-guida per trasformare unafesta convenzionale in una piacevole gitafuori porta.

DA VISITARE: Il “Vicolo del Bacio” èuna tappa obbligata. E’ una stradina situata

nel centrostorico, neipressi dellaChiesa di SanG i u s e p p e .Larga nonpiù di 50 cen-timetri e lun-ga meno di30 metri èluogo-simbo-lo degli inna-morati, che sidavano appuntamento nel vicolo. Proprio inquella strettoia dove, a causa della ristret-

tezza di spazi, gli innamorati era-no costretti a sfiorarsi e scambiarsiteneri baci.

DA MANGIARE: la vera “pa-poscia”, l’unica riconosciuta pro-dotto tipico dal Ministero delle Po-litiche agricole. Originariamentesi trattava di una pizza povera cheil fornaio realizzava per testare latemperatura del forno. Oggi vie-ne condita a piacimento con iprodotti della tradizione e dellastagione. Da non perdere anche ildolce tradizionale degli innamo-rati: si tratta dei “sospiri” (cono-sciuti anche come “dolce dellasposa”). Uno strato di crema pa-sticcera, tra Pan di Spagna e glas-sa, per una dolcezza che arrivadritta al cuore.

GITA A VICO DEL GARGANO

Le arance dell’amore

LA CURIOSITA’

Papa Francesco incontra i fidanzati

Per la festa di San Valentino, Papa Francesco haannunciato che farà, personalmente, gli auguri a tut-ti i fidanzati. Il “come” è presto detto: il 14 febbra-io, il Santo Padre ha organizzato un mega-raduno dicoppie nell’Aula Paolo VI, in Vaticano. Un incontroorganizzato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia:all’incontro, infatti, sono invitati tutti i fidanzati chehanno già frequentato o stanno vivendo i percorsi dipreparazione al matri-monio. Per partecipare ènecessario iscriversi pres-so gli uffici famiglia del-le diocesi oppure scri-vendo a [email protected] e non oltre il pros-simo 30 gennaio.

Tradizione ed enogastronomia: chances dall’itinerario garganico

Vicolo del Bacio

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anche nel 2014 e i relativi consi-gli per sfruttare al massimo que-sto investimento modaiolo.

Perché acquistarlo?La fantasia paesaggio ha fat-

to capolino sulle passerelle inver-nali del 2013. Si è trattato di untimido accenno destinato a rie-cheggiare nelle collezioni pri-mavera/estate 2014: acquista-re un abito con questa fantasiasignifica essere già pronte perla moda che verrà. Non solo:anche l’inverno prossimo il te-ma paesaggio sarà ancora moltoin voga e gli accessori saranno gliunici dettagli da sostituire peradeguare un solo abito alle quat-tro stagioni. Generalmente poi gliabiti con questa fantasia predili-gono tessuti leggeri, lucidi e sati-nati come la seta e il jersey. Que-sto significa che basta un solotubino con un paesaggio onirico perpoter essere perfette in eventualiserate mondane o eventi come ma-trimoni & co: perché, diciamoci laverità, quando capitano queste oc-casioni non sappiamo mai cosa in-dossare e i saldi sono già troppo lon-tani.

Come si indossa?La regola basilare è sempre

quella di scegliere la forma del-l’abito adeguata alla propria silho-uette. In questo modo ci si potràsentire a proprio agio, consideran-do che un intero abito in fantasialandscape attira sicuramente deglisguardi. Dall’abito a trapezio al caf-

tano con le maniche a pipistrel-lo, fino al tubino con le ma-

niche a tre quarti: sce-gliete quello che fa

più al caso vostro.Vasta scelta an-

che per quantoriguarda i pae-saggi: dalle ci-me innevate,al bosco fata-to, dalla sava-na in fiore, al-l’acquerello di

Monet. Tuttaviase desiderate fare

un solo investimen-to di questo tipo op-

tate per pae-saggi onirici o

astratti che siano un passepar-tout per tutte le stagioni. In inver-no potrete riscaldare lo stagno dininfee di Monet con un bolerino dipelliccia e in primavera essere al-l’altezza del tempo incerto con uncardigan lungo.

Accessori e calzatureGli abiti landscape non hanno

bisogno di accessori: lasciate pureche il paesaggio scelto si lasci am-

mirare. Uniche concessione posso-no essere orecchini discreti e brac-ciali a tema, soprattutto se l’abitoscelto lascia libere le braccia. Se ilpaesaggio ritrae la savana via libe-ra ai bracciali bangle in legno, seinvece avete optato per una fanta-sia astratta richiamatela con brac-ciali in tessuto dal colore predomi-nante. Le borse le calzature devonoessere rigorosamente neutre: inquesto caso servono solo a comple-tare il look. E se in inverno, gli stili-sti sdrammatizzano l’alterità diquesta fantasia con ballerine e sti-valetti dal tacco quadrato, l’abitolandscape starà da favola con de-colleté a punta o sandali con cintu-rino alla caviglia, nel meravigliosocolor nudo, la nuova tonalità desti-nata a far parlare di sé nel 2014.

Dalila Campanile

11g e n n a i o duemilaquattordicimoda

Sarà l’imperativo della prossima stagione: abito landscape, il capo che non puoi farti scappare

Paesaggi da indossareC’è tempo fino al 28 febbraio per

accaparrarsi il capo sognato duran-te la stagione invernale senza sen-tirsi in colpa: i saldi hanno anche uneffetto liberatorio, ma in tempo dicrisi è sempre meglio pianificare gliacquisti. Infatti il rischio più ricor-rente è quello di farsi tentare daiprezzi stracciati per acquistare capid’abbigliamento inutili. Meglio da-re un’occhiata al proprio guardaro-ba, così da potersi divertire con unoshopping mirato. Tuttavia l’acqui-sto intelligente che non può manca-re è quello che verte su un capo ver-satile, in grado di anticipare già letendenze in voga per la bella sta-gione: ecco un buon motivo per nonlasciarsi scappare un abito in fanta-sia landscape. Dal tramonto di fuo-co, alla savana lussureggiante sino alcielo crepuscolare: ecco un focus suipaesaggi che ci terranno compagnia

Tempo di saldi? Acquista al futuro

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12 g e n n a i o duemilaquattordici bellezza

Chi l’ha detto che le donne congli occhiali devono rinunciare almake up?La giusta scelta dellamontatura e il trucco idoneo posso-no essere gli alleati per valorizzarela singolarità di ogni viso. L’impor-tante è sapere quali accorgimentiadottare a seconda del proprio di-fetto visivo. Il primo investimentoda fare è quello di scegliere sempre

delle lenti antiriflesso, di solito giàproposte dagli stessi ottici: sono leuniche lenti in grado di offrire unavisione nitida e senza aloni da ognilato. Non dimenticate, inoltre, dicurare le sopracciglia: si notano al disopra della lente per cui meglio darloro una forma definita, pettinarle,accorciarle e fissarle con un gel spe-cifico.

Concedetevi pure la matita pergli occhi ma procedete sempre conuna mano leggera e precisa: even-tuali sbavature infatti si notano su-

bito sotto la lente. Munitevi di ba-stoncini di cotone e pennelli di va-rie grandezze per poter eseguiregesti accurati e piccole correzioni;non disdegnate l’uso degli occhia-li da trucco: si trovano nei negozispecializzati e hanno delle lenti ap-posite che consentono di truccarsisenza errori, grazie alla possibilitàdi spostarsi e di ingrandire la visio-ne dell’altro occhio. Non trascuratele ciglia: via libera all’uso del pie-gaciglia e a varie passate di ma-scara fino alla stesura omogeneadel prodotto.

Attraverso queste accortezzepotrete avere uno sguardo curato eun make up naturale che si combi-na con tutte le tipologie di monta-ture. Per quanto riguarda invece lascelta dell’ombretto prediligete icolori caldi. Se avete una montatu-ra colorata preferite sempre tona-lità neutre; al contrario una monta-tura leggera e trasparente vipermette di osare con le diverse co-lorazioni. Il trucco non dovrebbemai oltrepassare la lente: preferiteinvece un punto luce con ombrettibianchi o avorio per enfatizzarel’arcata sopraccigliare. Meglio la-sciar perdere gli ombretti con i glit-ter e prediligere quelli opachi e sa-tinati. Infine, non trascurate

l’aspetto che il difetto visivo confe-risce al vostro occhio e usate il truc-co per correggerlo. Se soffrite dimiopia infatti le lenti degli occhia-li faranno apparire gli occhi più pic-coli: contrastate questo aspetto en-fatizzando la forma con l’eye-linernero e il volume delle ciglia con piùpassate di mascara e lo scovolinoper separare il cosmetico. Chi in-vece indossa gli occhiali per colpa di

difetti visivi come astig-matismo, ipermetropia opresbiopia avrà invecedelle lenti che ingrandi-scono lo sguardo: anchequi meglio non esagera-re con il trucco se non si ha una buo-na mano e sfumare il colore con ipennelli solo sulla palpebra mobi-le. Prendetevi del tempo per faredelle prove e verificare l’effetto del

vostro make up sotto le lenti, anchese una montatura in armonia con ilproprio volto a volte basta già da so-la a donare fascino.

Dalila Campanile

Porti gli occhiali? Non rinunciare al trucco: ecco tutti i consigli per valorizzare il tuo sguardo

Make up a prova di lente

Indecise sulla scelta dellamontatura? Lasciatevi ispirare dalcinema. Gli occhiali alla moda liabbiamo già visti in qualche pel-licola famosa. Si ispirano a “Co-lazione da Tiffany” lemontature laccate innero e arrotondate la-teralmente, dall’aspet-to retrò. Dalla formavintage e dalla lentestretta e allungata son,invece, gli occhiali davista da perfetta “Loli-ta”. Un colore brillantecome il rosso, il viola oil bordeaux accentuano

l’effetto giovanile. La montatura afarfalla di acetato madreperlato èadatta a tutte coloro che voglionosentirsi ironicamente come “Thel-ma & Louise”. Se siete delle ra-

dical-chic allora benvengano gli occhia-li nerd (ancora mol-to in voga) o le lentipiccole e tonde alla“Natural born kil-ler”. Accentuate l’ef-fetto sofisticato conuna lente dalla dop-pia funzione, corret-tiva e da sole, chemagari potrete sce-

gliere dello stesso colore del pro-tagonista del film. Si ispirano allavecchia pellicola “Una vita almassimo” le montature nei colo-ri più trendy e con le lenti gran-di per tutte coloro che non desi-derano passare inosservate. Infi-ne cercate di creare un equilibriotutto vostro, scegliendo una mon-tatura a contrasto con la forma delvolto: i visi ovali stanno megliocon le montature rettangolari,quelli rotondi ottengono incisivi-tà con montature squadrate ecosì via. d.c.

Occhiali da film

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In pedagogia si parla di “natividigitali”, facendo riferimento allegenerazioni nate e cresciute tra ap-parecchi informatici, interattivi, chehanno portato i bambini - enfantsprodige - a sviluppare una sorta di“corredo tecnologico” innato, ov-vero una predisposizione a com-prendere spontaneamente mecca-nismi e linguaggi digitali. Lasemplicità e la naturalezza con laquale i più piccoli si approcciano ainuovi linguaggi è nota e risaputa.Non sempre però quella che è laprincipale agenzia formativa, ov-vero la scuola, è in grado di stare alpasso con il galoppante processo didigitalizzazione in atto.

Per sostenere e potenziare que-sta naturale predisposizione (ren-dendola un punto di merito e nondi demerito) arriva anche a Foggia“Smart Future”, il progetto pro-mosso da Samsung per favorire losviluppo della digitalizzazione nel-l’istruzione delle scuole primarie esecondarie di primo grado; un pro-getto che vede coinvolti, nel capo-luogo dauno, gli alunni di una clas-se terza elementare della Scuola

Santa Chiara di Foggia. “Il proget-to consente di trasformare l’aula inun laboratorio del pensiero, in unambiente di apprendimento privi-legiato per realizzare l’approccio aisaperi digitali e la promozione del-la cultura della multimedialità”,spiega con orgoglio la dirigentescolastica Mariolina Goduto. “Ol-tre a consentire la sperimentazio-ne di nuove modalitàdi ‘fare lezione’, inol-tre, sono resi possibi-li scambi e interazio-ni, nuoveprospettive di crea-tività, di comunica-zione e di scritturacollettiva, espe-rienze di docu-mentazione e dicostruzione di nar-razioni digitali edi prodotti multimediali”.

Con il progetto “Smart Future”,in sostanza, alunni e docenti torne-ranno a parlare la stessa lingua e aseguire i medesimi paradigmi dipensiero: non più lineari ma retico-lari, ricchi di interconnessioni e for-

temente sostenute da unricco corredo iconografico.Insomma, il paradigma dipensiero tipico dei nativi di-gitali. Per la realizzazionedel progetto, quindi, ognialunno sarà dotato di tablet,mentre in ogni classe saràpresente una E-Board grazie

alla quale l’insegnante, attraversouna soluzione progettata da Sam-sung appositamente per il mondo-scuola, potrà caricare i contenutidelle lezioni, condividerli con glistudenti, realizzare attività di grup-

po, effettuare quiz e sondaggi perverificare la comprensione dei con-cetti. Il tutto garantendo all’inse-gnante monitoraggio e controllodelle attività, con la facoltà di bloc-care alcune funzionalità dei tablete addirittura di spegnere tutti i di-spositivi in automatico.

“Attraverso questo progetto –ha spiegato Manuele De Mattia,public relations manager di Sam-sung Italia - si vuole favorire lo svi-luppo di competenze che facilitino,a lungo termine, l’inserimento deigiovani in un contesto lavorativo

sempre più competitivo cercandodi offrire loro un supporto nell’ac-crescimento del sapere, strumentofondamentale per accedere a un fu-turo migliore”.

Nell’insieme, Smart Futureprevede non solo la dotazione tec-nologica delle classi ma anche larealizzazione di training specificirivolti agli insegnanti, con l’obiet-tivo di migliorare le modalità di in-segnamento (e quindi di apprendi-mento da parte degli studenti).Parte integrante del progetto è, in-fatti, l’Advisory Board costituito daesperti provenienti da diversi ambitiattinenti al mondo dell’educazionee della scuola. Il debutto di SmartFuture, inoltre, è coinciso con unostudio realizzato insieme al CRE-MIT (Centro Ricerca sull’Educa-zione ai media, all’Informazione ealla Tecnologia) dell’UniversitàCattolica e che vedrà coinvolte 25classi di altrettanti istituti com-prensivi appartenenti a 7 regioniitaliane. Tra queste, anche la classedigitale dell’istituto Santa Chiara,individuata da Samsung come unpunto di eccellenza per la città.

13g e n n a i o duemilaquattordicimondo bimbi Promotion

Alunni e docenti useranno lo stesso linguaggio: quello dei “nativi digitali”

Samsung sceglie l’istituto Santa Chiara per il progetto di digitalizzazione a scuola

A Foggia la scuola è “smart”arriva la prima classe digitale

Se i bambini potessero scegliere,come si vestirebbero? Secondo ilmarchio Plastisock Design, la ri-

sposta è nelle sue collezioni che preve-dono un abbigliamento comodo e va-riopinto, con stampe tipiche del mondodell’infanzia. Per l’azienda Katvig sce-glierebbero dei capi che stimolano lafantasia, come le sue collezioni ispira-te alle litografie dell’artista daneseHans Scherfig, raffigurantisuggestive scene ambien-tate nella giungla. Per leaziende del NordEuropa, infatti, lamoda bimbo do-vrebbe essere comequella che i bambinistessi disegnerebbero:multicolore, tenden-zialmente unisex econ un occhio di riguardo alla qualità;le collezioni infatti sono realizzate in co-tone 100% biologico con certificazionerilasciata dal GOTS, la maggiore isti-tuzione internazionale di certificazionedi cotone organico.

Non occorre andare molto lontanoper accaparrarsi lo stile dell’Eu-ropa settentrionale: “Baby Glam”è il nuovo negozio di abbiglia-mento da 0 a 36 mesi che da no-vembre ha spalancato i battenti del-la sua vetrina internazionale su viaArpi.

Si tratta di un “concept store” natodalla voglia di reinventarsi comedonna e dall’esperienza comemamma di Santina Francavilla,che ha sperimentato in primapersona la difficoltà di reperireun abbigliamento alternativo e

qualitativamente valido per i suoi bam-bini. Dopo accurate ricer-che la titolare ha sele-zionato i suoi forni-tori nell’ambito del-l’Europa per resta-re il più possibilea “chilometro li-mitato” e haprediletto azien-de che praticanola sostenibilità am-bientale, l’assenza di sfrut-tamento minorile e di colori tossici.

Inoltre, animata dall’idea di offrireprodotti introvabili in città, ha scel-to di investire nel centro storico.

Non solo abbigliamento del nordEuropa: da Baby Glam è presente an-che una linea di accessori come quel-

li della “Gumigem”, collane e braccia-li realizzati in silicone senza lattice,fatti per stimolare la dentizione e perpermettere alle donne di coniugarematernità e stile. E’ utile per i bambiniagitati il panno “Sweet Dreaming”,morbido antistress in grado di assorbi-re l’odore della mamma, composto daetichette di dimensioni e colori diversi.

Non mancano infine innovativeidee regalo che combinano l’utilità e laqualità dei prodotti con un packaging in-

novativo: dai calzini contenutinelle confezioni delle

uova, all’intimonel cartone dellatte fino ai ba-vaglini stampafrutta da dona-

re in inaspettatevasetti da omoge-

neizzato. E non finiscequi: è possibile richiede-

re la realizzazione di simpa-tiche torte di pannolini per

dare il benvenuto ad una neo mammae alternative bomboniere in pannolen-ci raffiguranti animali e mostri: bom-boniere che sicuramente ogni bambinoavrebbe scelto!

Lo stile vistocon gli occhi di un bambino

Da Baby Glam la moda incontral’arte, l’allegria del colore e la qualità dei tessuti certificati

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14 g e n n a i o duemilaquattordici benessere

Per una completa depurazione dell’organismo

L’alga che viene dal freddo…

Assorbe i metalli pesanti, come piombo emercurio, impedendone l’assorbimento

da parte dell’organismoA cura del dott. D’Alessandro

La Durvillea Antartica, come indica ilnome, è un’alga bruna che vive nell’Antar-tico aggrappata alle sponde rocciose, e pertutto il periodo più freddo dell’anno vive sot-to la calotta glaciale. È la sua composizio-ne, ricca di zuccheri e polisaccaridi, a con-ferirle la sua straordinaria capacità diresistenza in particolare nei confronti delfreddo. Quest’alga ha delle strabilianti pro-prietà depurative per il nostro organismoed è in grado di apportare notevoli beneficialla nostra salute.

Uno dei principali responsabili delle pro-prietà salutari di quest’alga è l’acido alginicoche è contenuto nella parete cellulare dellealghe brune. L’acido alginico ha due pro-prietà importanti: innanzi tutto non viene as-sorbito dal nostro organismo, inoltre ha pro-prietà gelificanti. Questa molecola formadelle masse gelatinose in grado di assorbiremetalli pesanti tra cui piombo, cadmio, mer-curio ed altre sostanze tossi-che, impedendone l’assorbi-mento da partedell’organismo. Per questoviene impiegato come validodepurativo. L’alga non pre-senta tossicità.

L’acido alginico e i suoisali (di sodio, potassio, ma-gnesio) sono noti per l’ele-vata capacità di scambio e leproprietà chelanti in grado di eliminaredall’organismo i metalli pesanti e nume-rose altre sostanze tossiche. L’alginato so-dico solubile, reagendo con il piombo o conaltri metalli pesanti, forma dei chelati in-solubili destinati ad essere espulsi dall’or-ganismo attraverso le feci. Quest’ultimasorprendente proprietà fa’ delle alghe unalimento indispensabile nella dieta di tut-ti coloro che sono costretti a vivere in am-bienti particolarmente contaminati. E’ pos-sibile assumere questo prezioso alimentoattraverso integratori specifici per la de-purazione del nostro organismo.

PER SAPERNE DI PIÙ.Nell’agosto del 1945 la seconda bomba

atomica statunitense, dopo quella di Hiro-

shima, fu sganciata sulla città di Nagasaki. IlDr. Akizuki, che lavorava in un ospedale adappena un miglio dal centro dell’esplosione,raccolse tutti i pazienti sopravvissuti nei sot-terranei del fabbricato distrutto e, con mezzidi fortuna, li nutrì con una strettissima dieta abase di riso integrale ed alghe.

A differenza dei degenti di altri ospedaliche perirono nei giorni susseguenti a causadelle radiazioni, quelli del Dr. Akizuki, in-cluso egli stesso ed i suoi collaboratori, si sal-varono tutti. Alcuni scienziati condussero del-le ricerche sul meccanismo tramite il qualealcuni alimenti o sostanze potessero proteg-gere dalle radiazioni ionizzanti dei tumori.Nel 1964 ricercatori del Gastro-Intestinal La-boratory della McGill University di Montre-al dimostrarono che gli alginati contenuti nel-le alghe riducevano fino all’80% la quantitàdi stronzio assorbito dall’intestino. Si osser-vò che l’alginato di sodio contenuto nelle al-ghe brune “agganciava” il composto radio-attivo che veniva successivamente espulso

dal corpo. In suc-cessivi esperi-menti, compiutinegli anni ‘70,scienziati giap-ponesi verifica-rono che, intro-d u c e n d oalginato di sodioestratto da alghein cavie assieme

a calcio e stronzio, si constatava una riduzio-ne dell’assorbimento dello stronzio a livello os-seo fino all’80%, senza che ciò interferissecon quello del calcio.

In un suo libro, nel quale comparava edelaborava vari studi sia statunitensi sia giap-ponesi, Steven Schecter afferma: “Non esi-ste nessun altro gruppo di alimenti maggior-mente protettivo nei confronti di elementiradioattivi e di altri contaminanti ambienta-li delle alghe. Esse possono prevenire l’assi-milazione di diversi radionuclidi e metalli pe-santi come cadmio, bario, zinco ed altrepericolose sostanze presenti nell’ambiente”.Recentemente alcuni studi sulle microalghehanno individuato nuove sostanze, le fito-chelatine, con importanti proprietà disintos-sicanti dai metalli pesanti.

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15g e n n a i o duemilaquattordici

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Le mandorle, consumate tra un pasto el’altro, sono un’ottima fonte di acidi grassimonoinsaturi, vitamine antiossidanti, pro-teine e fibra. Inoltre eliminano il senso di fa-me e non fanno aumentare il peso corporeo.Ad annunciare a tutti questa sana e gustosanotizia sono i colleghi della pagina “Salute”de La Stampa, mentre lo studio è stato pub-blicato recentemente sul Journal of ClinicalNutrition che indica la dose di circa 45 gram-mi di mandorle tostate come un ottimo me-todo per ridurre il senso di fame e aumenta-re il proprio stato di benessere. Infatti, lafrutta secca in particolar modo le mandorle,oltre a contenere preziose vitamine, come lavitamina E ed acidi grassi monoinsaturi, of-frono diversi benefici per la salute. La ricer-ca è stata motivata dal fatto che negli StatiUniti, come in Italia, gli snacks sono diven-tati quasi una moda, con il 97% dei consu-matori che ne mangia almeno uno al giorno.

Tutto ciò, unito probabilmente a un regi-me dietetico poco consono, ha portato a unelevato tasso di obesità unito a carenze nu-trizionali.

Uno studio clinico randomizzato condot-to dai ricercatori della Purdue University haperciò scelto di analizzare gli effetti sulla sa-lute e sul peso dei classici spuntini già pron-ti. Sono stati reclutati 137 partecipanti ad al-to rischio diabete di tipo 2, poi suddivisi incinque gruppi, e tutti i volontari, potevanoseguire la loro dieta normale senza preoccu-parsi dello stile di vita o dell’attività fisica. Lavalutazione è stata compiuta sia in merito al

tipo di alimentazione seguita, sia analizzan-do a digiuno i livelli nell’organismo di vita-mina E.

Dai risultati è emerso che, nonostante sia-no state assunte oltre 250 calorie in più at-traverso le mandorle, non vi è stato alcun au-mento di peso nelle successive quattrosettimane.

“Questa ricerca suggerisce che le man-dorle possono essere una buona opzione perla merenda, specialmente per le persone in-teressate al peso corporeo”, spiega RichardMattes, professore di Scienze della Nutrizio-ne presso la Purdue e ricercatore principale.“In questo modo l’assunzione giornaliera dienergia non è aumentata e sono stati segna-lati livelli di fame e desiderio di mangiare aipasti successivi notevolmente ridotti, in par-ticolare quando le mandorle sono state con-sumate come spuntino”. Irma Mecca

16 g e n n a i o duemilaquattordici salute

Voglia di mandorle?

Snack sano per tuttiUn’ottima fonte di vitamine antiossidanti

Ci ritroviamo a gestire un‘pacchetto’ di chili in più,bagaglio indesiderato che,

associato allo stress post-abbuffa-te, rende la quotidianità più lentae faticosa. E così, oltre al fisico an-che l’animo appare più pesante efiacco. Ma è questo il momentogiusto per correre ai ripari, perchéil prossimo step da affrontare è la‘prova costume’ e non ci si può ri-durre sempre solo all’ultimo meseutile. Per arrivare preparati allabella stagione è bene rivolgersi aspecialisti. Proprio come fa da cir-ca 20 anni, presso lo studio ‘Sphae-ra’ la dottoressa Orsola Viola, svol-gendo lezioni di GinnasticaEstetica Psicocorporea.

Utilizzando la GEP si da’ im-portanza fondamentale ai criteri diMézières, che consiste nel disten-dere i dorsali per tonificare i mu-scoli profondi anteriori e ristabili-re il giusto equilibrio dell’energia.

“Il perno fondamentale di questatecnica è la schiena - afferma ladottoressa Viola - lavorando sulcorpo e allungando i muscoli, in-fatti, andiamo a sbloccare quelleche Reich chiamava ‘le corazze’(ovvero lo scudo sia fisico che men-tale dietro il quale la personalità sinasconde per proteggere l’indivi-duo) aiutando così la persona ad

accogliere e migliorare ilsuo disagio”. GinnasticaEstetica Psicocorporea è,quindi, un’educazionecomportamentale e fisica,ovvero andiamo a sciogliere i gras-si, tonifichiamo, rassodiamo, ridia-mo elasticità ai tessuti muscolari,eliminiamo dolori articolari, osseie psicosomatici, ma soprattuttoriacquistiamo il benessere psicofi-sico. Tutto questo si ottiene miglio-rando la postura, che di conse-guenza migliora anche il nostrorapporto con gli altri.

Il corso di Ginnastica EsteticaPsicocorporea prevede tre sedutea settimana, la durata è di 1 ora e15minuti ognuna, ed è rivolto a tut-ti uomini e donne di qualsiasi età.La lezione si suddivide in 45 minu-ti di esercizi di ginnastica a corpolibero: si lavora su tutte le fasce mu-scolari come pettorali, addominalie gambe: tutti esercizi legati all’al-lungamento della schiena, inter-

vallati da esercizi di stretching se-guendo sempre il criterio Méziè-res. Infine, gli ultimi 15 minuti del-l’incontro sono dedicati alla tecnicadi rilassamento (mediazione psi-cocorporea, nonché l’Antiginna-stica, con mezzo intermediario sfe-re di gommapiuma) che scarica illavoro fisico decontraendo il corpoe la mente, e comprende: trainingautogeno, training induttivo, tec-niche immaginative. Il tutto avvie-ne in un luogo confortevole, con laparticolarità della mancanza dispecchi, perché la ginnastica comequalsiasi movimento corporeo, nonsi fa guardandosi ma sentendosi:solo in questo modo, infatti, è pos-sibile affinare l’ascolto, “sintoniz-zandoci” su noi stessi, imparandocosì a vivere e a prestare at-

tenzione ai segnali del corpo,per capire la differenza tra di-re ‘sto bene’ dal ‘mi sento be-ne’.

La GEP, come tutte le al-tre tecniche che vengono ef-fettuate nello studio della dot-toressa Viola, viene svolta infunzione della vita sul pre-sente, quindi “dell’Esserci”cercando di trovare e mante-nere un equilibrio tra corpo e

mente e comprende: movimenti diallungamento, training autogenoed induttivo e tecniche immagina-tive. Infatti, lavorando sulla postu-ra oltre che a ridurre la sofferenzadella fibra muscolare, si va anchea operare sul ‘come ci poniamo nelmondo’, superando quei blocchipsicologici o quei dolori che sono irisultati della separazione del cor-po dalla mente.

Per chi volesse provare e testa-re i reali benefici della GinnasticaEstetica Psicocorporea, o una qual-siasi altra attività di gruppo, può ri-volgersi allo studio della dottores-sa Viola per prenotare una lezionedi prova gratuita.

Parola d’ordine: mi “sento” bene!Dopo gli eccessi delle festività come tornare in forma con corpo e mente

Via C. Galiani, 26FOGGIA

Tel. 0881.744687393.36136663687490885

Dr.ssa Orsola ViolaPedagogista Clinico - Psicosomatista Terapista Rieducazione Posturale (metodo Mézières-Bertelè)

TERAPIE PROPOSTE• Trattamento terapeutico

Mézières-Bertelè• Mediazione psicocorporea• Risveglio muscolare • Ginnastica estetica

psicocorporea e posturale• Counseling psico-pedagogico cli-

nico• Massaggio antistress• Brain Gym• Touch For Health• Percorsi di gruppo secondo speci-

fiche tematiche

Le opportunità della “Ginnastica estetica psicocorporea”: segue i critieri diMézières per un benessere totalizzante

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Dieta e fertilitàMangiare ‘a colori’ aiuta la

fertilità maschile. Pomodori, zuc-che, agrumi, carote, cocomeri,ananas, salmone e alcuni tipi dicrostacei sono, infatti, cibi ricchidi carotenoidi che possono mi-gliorare la qualità del liquido se-minale. Lo sostiene un recentestudio dell’Harvard School of Pu-blic Health di Boston pubblicatosulla rivista Fertility and Sterility.

L’obiettivo dello studio eraquello di stabilire l’effetto dellevitamine dei gruppi A, C ed Esulla qualità dello sperma. I ri-cercatori hanno reclutato 389giovani universitari dello stato diNew York, chiedendogli di com-pilare un questionario sul tipo dialimentazione adottato e sul-l’apporto calorico totale giorna-liero e ha poi fornito un campio-ne di seme, analizzato nel giro dimezz’ora: è stato misurato il vo-lume dello sperma e la conta de-gli spermatozoi, oltre alla loro

concentrazio-ne, motili-tà e mor-fologia.

“Ab-b i a m o

visto cheun’aumen-

tata motilità èdirettamente cor-

relata a un maggiorecontenuto di beta-carotene nel-la dieta, mentre l’assunzione dilicopene, un altro carotenoide,migliora la morfologia deglispermatozoi”, spiega sulla pagi-na ‘Salute’ di Repubblica PiotrZareba, primo firmatario dellostudio, il quale suggerisce peral-tro un legame meno significati-vo fra vitamina C e concentra-zione degli spermatozoi.

I risultati finali dell’indagi-ne, dunque, suggeriscono che icarotenoidi giocano un ruolo fon-damentale ed hanno un impattopositivo sulla qualità e motilitàdel seme maschile. Risultati si-mili si sono riscontrati in chi man-giava alimenti ricchi di luteina(che si trova in spinaci, insalataverde, porri e piselli) e licopenecontenuto nei pomodori.

Secondo gli ultimi dati del-l’Istituto Superiore di Sanità, inItalia la fertilità è in forte calo: incirca il 35% delle coppie inferti-li si riconosce un fattore maschi-le. Purtroppo, anche la fertilitàdegli adulti di domani sembra arischio e questo può dipendereda fattori di rischio comporta-mentali, tra cui l’abuso di dro-ghe, alcol e fumo sembrano iprincipali determinanti. Secon-do gli studiosi, i dati dimostranoper la prima volta quanto lo stiledi vita errato durante l’adole-scenza possa influenzare la sa-lute riproduttiva delle future ge-nerazioni. Il declino della fertilitàè, quindi, un problema sanitarioemergente che colpisce in Italiacirca il 15% delle coppie chestanno cercando di avere unbambino.

Irma Mecca

in pocheparole

17g e n n a i o duemilaquattordici

La parola stomatite indica unprocesso infiammatorio del cavoorale, cioe’ di quella parte dellabocca che comprende: le gengive, leguance, il palato, la faccia internadelle labbra e la lingua. Facilitano ilprocesso degenerativo della stoma-tite le carie, le gengiviti, le intossi-cazioni, l’uso di alcuni farmaci, le di-sfunzioni di vario genere, comequelle ormonali, metaboliche o lecompromissioni della flora batterica,la carenza vitaminica, il tabagismo,l’alcool, i cibi piccanti ed una scar-sa igiene orale.

Le afte appaiono di norma comepiaghe dolorose rossastre all’inizioche possono essere estese comples-sivamente da 2,5 a 4 centimetri, an-che se la maggior parte di essesono molto più piccole. Talvoltal’area della mucosa inizia a formi-colare o si infiamma prima che com-paia l’afta vera e propria, l’ulcera-zione appare in circa 24 ore. Le ul-cere aperte possono avere un rive-stimento bianco o giallo, oltre ad un“alone” che le circonda. Nella mag-gior parte dei casi, le ulcere orali sipresentano da sole, ma non è raro ri-scontrarne anche in piccoli gruppi.

Saltuariamente le stomatiti pos-sono essere accompagnate da sin-tomi quali febbre, gonfiore dei lin-

fonodi e un po’ di sonnolenza o sin-tomi dell’influenza.

La stomatite è una malattia in-fiammatoria piuttosto comune, conuna prevalenza nella popolazioneche varia dal 2 al 66% nei varigruppi esaminati, di cui esistono va-rie tipologie. Fra queste si ricorda-no la stomatite aftosa ricorrente,la stomatite gangrenosa, la stoma-tite erpetica, la stomatite di Vincent ela stomatite da nicotina. Tipologieparticolari di stomatite sono quelleche si verificano in seguito ad av-velenamento da particolari sostan-ze; è il caso, per esempio, della sto-matite da arsenico, da bismuto e dapiombo.

La stomatite aftosa ricorrente(SAR) viene considerata come la pa-tologia ulcerativa della mucosa ora-le che si riscontra con maggiore

frequenza. I soggetti maggiormen-te colpiti sono i bambini e dai dati di-sponibili in letteratura risulta ancheche è il sesso femminile quello mag-giormente interessato dal proble-ma. Benchè la patogenesi non siaancora del tutto chiarita esistono evi-denti rilievi che indirizzano versouna alterazione immulogica, conattivazione cellulare dei T linfociti edei neutrofili.

Una forma particolare è la sto-matite di Vincent, chiamata an-che “bocca di trincea” poiché con-tratta da molti militari durante la Se-conda Guerra Mondiale. Può esse-re causata dalla cattiva igiene ora-le, dalla malnutrizione, ma anchedallo stress e dalla privazione delsonno. Questo tipo di infiammazio-ne può portare gravi sintomi, comela necrosi delle parti interessate,

alitosi, forti dolori, emorragie, au-mento delle ghiandole linfonodali,forti febbri e una pericolosa infiam-mazione delle tonsille chiamata an-gina di Plaut – Vincent.

Per raggiungere risultati tera-peutici soddisfacenti nella gestionedi questa patologia occorre eviden-ziare il problema principale come lacarenza vitaminica, la presenza dipatologie croniche sistemiche sot-tostanti, consigliare un buona igie-ne orale, evitare i traumatismi anchedentari, evitare cibi o bevande fa-vorenti.

Il trattamento farmacologicoprevede l’uso di farmaci locali e si-stemici. Localmente la clorexidinagluconato allo 1% in gel, l’acido ia-luronico, le tetracicline ei cortico-steroidi topici, la catalasi topica in gele il sucralfato, che riducono i tempidi guarigione e alleviano la sinto-matologia. I farmaci sistemici vannoriservati ai casi più resistenti, tra que-sti ricordiamo: ioduro di potassio, col-chicina, pentossifillina, talidomide,ciclofosfamide o azatioprina in as-sociazione a steroidi. In sperimen-tazione anche l’uso di interferone.Tuttavia a causa dei numerosi effetticollaterali questi farmaci vanno uti-lizzati solo in forme recidivanti cro-niche sotto stretto controllo medico.

In uno dei precedenti articoli abbiamo giàparlato della disfonia, ovvero il disturbo dellavoce parlata, caratterizzato principalmente dal-la modificazione di uno o più parametri della vo-ce, quali timbro, altezza e intensità (voce rauca,frequenti abbassamenti della voce, ecc), con-centrandoci maggiormente però sul disturbonell’età adulta. I disturbi vocali nei bambini pos-sono essere congeniti (presenti alla nascita) oacquisiti e sostanzialmente pos-sono essere classificati nelle stes-se categorie della disfonia degliadulti, considerando però che sipresentano e sono gestiti in mo-do diverso perché avvengono inun momento di sviluppo e cam-biamento anatomico dei vari or-gani deputati alla fonazione.

L’analisi e la valutazione dei disturbi dellavoce dei bambini prevedono la visita del medi-co specialista, gli esami strumentali da lui pre-scritti e un’accurata anamnesi per capire se ilbambino ha avuto o no una voce anormale dal-la nascita e quindi se i sintomi attuali sono con-geniti o acquisiti. Una corretta anamnesi puòsuggerire se c’è un problema di tipo organico(noduli, polipi, cisti congenite, ecc) o se l’abusovocale è dovuto a cattive abitudini quali: pro-lungati accessi d’ira, lunghi periodi di pianto,imitazione di cattivi modelli vocali (ad esempioil bambino prova ad imitare voci e rumori di car-toni animati), tentativi di sopraffare il rumoreambientale.

Questi comportamenti tendono a ripropor-si, anche combinati tra loro, nelle comunità do-ve i bambini passano molte ore al giorno (asili,scuole, famiglie numerose e rumorose). Dopoaver effettuato una buona valutazione del caso,

si procede con il trattamento logopedi-co. Ovviamente sia la valutazione che il tratta-mento devono avvenire in un ambiente rilassa-to, informale e soprattutto in un contesto ludico.L’obiettivo del trattamento è rappresentato dal-l’attuazione di quelle condizioni necessarie peruna corretta respirazione ed un buon utilizzodella voce e del flusso verbale. Una buona re-spirazione sta alla base di una buona voce, quin-

di il logopedista dovrà pri-ma di tutto impostare larespirazione costo-diafram-matica, attraverso consiglidi una buona igiene vocale,attività di motricità fine eglobale, e tutto questo sem-pre sottoforma di attività lu-diche per mantenere alta la

motivazione e la concentrazione del bambino.Molto spesso il trattamento logopedico delle di-sfonie infantili può essere effettuato anche ingruppo (2-3 persone) per quanto riguarda tutti gliesercizi che sono alla base del trattamento e so-no uguali per tutti i bambini come: gli esercizi diriscaldamento, esercizi di memorizzazione, gio-chi per la respirazione e la coordinazione pneu-mofonica (accordo tra respirazione e voce), fila-strocche e giochi di drammatizzazione, esercizispecifici, sempre sotto forma di gioco. Dopo que-sta prima parte, il trattamento diventa indivi-dualizzato con esercizi specifici e mirati, che va-riano in base all’esigenze e alle caratteristichedel bambino. Molto spesso è d’aiuto se i genito-ri o un altro adulto vicino al bambino, assistonoed eventualmente interagiscono a tratti in se-duta, per poi continuare a lavorare in manieracorretta a casa ed ottenere dei buoni risultati il piùvelocemente possibile.

Quando i bambini hanno la voce bassa e rauca

DI MARILENA TOMAIUOLO

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L’OTORINODisturbi e infiammazioni del cavo orale

Stomatite aftosaPuò essere accompagna da sintomi quali febbre e gonfiore dei linfonodi

La presa in caricologopedica delbambino con

disturbi della voce

Le disfonie infantiliDI MARIA FRANCESCA

DI MICHELE

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LOGOPEDISTA

Page 18: 6Donna #1 89

Il bruxismo è una parafunzio-ne, ossia un’attività non finalizzataal raggiungimento di alcuno scopo,che consiste in un’iperattività mu-scolare cui consegue o un serra-mento o un digrignamento: serra-re i denti significa stringereripetutamente i denti inferiori con-tro i superiori per non oltre 10 se-condi per ogni atto, esercitando so-lamente forze compressive; se alserramento si associa il movimen-to in protrusione e/o in lateralità, siparla di digrignamento.

Quest’ultimo tipo di movimen-to è più pericoloso perché si svilup-pano non solo forze compressivema anche tensive (di taglio), che siscaricano sul parodonto e che sonopotenzialmente in grado di dan-neggiarlo. Durante il giorno preva-le il serramento; durante la notte, ildigrignamento. Il motivo di tale di-stribuzione è che il digrignamentoproduce un rumore di cui il pazien-te si rende facilmente conto duran-te lo stato di veglia, interrompendo

il movimento; dinotte, invece, tale parafunzionenon tende a limitarsi poiché il pa-ziente è in uno stato di incoscienza.In tal caso, la persona che dorme in-sieme al paziente potrà fornire al-l’odontoiatra informazioni utili performulare la diagnosi di bruxismonotturno. Anche la forma diurna dibruxismo, essendo questa un’atti-vità esercitata prevalentemente inmodo inconsapevole, può esserediagnosticata avvalendosi della

collaborazione dei conviventi, iquali possono riferire spasmi ripe-tuti di masseteri e temporali del pa-ziente.

Il bruxismo è tipicamente cor-relato allo stress (bruxismo primario)ma può manifestarsi anche a se-guito dell’assunzione di antipsico-tici, antidepressivi o psicostimolanti(bruxismo secondario). È stata do-cumentata familiarità. Tra le para-funzioni, questa è la più diffusa ol-tre che la più dannosa: il 20% dellapopolazione serra i denti da sveglio;il 10% li serra durante la notte; l’8%digrigna i denti durante il sonno. Ilbruxismo in dentizione deciduanon deve destare allarme anzi è fa-vorevole, infatti aiuta a modellarele ossa temporali e favorisce l’ade-guamento dell’occlusione negli an-ni della permuta, poiché provoca lafisiologica usura dei denti da latte.Se però non si autolimita nell’etàadulta, ciò può comportare diversiproblemi, che diventano sempre

più evidenti col passare del tempo:faccette di usura, aumento dellasensibilità dentale, fratture, mobilitào riassorbimenti dentali (dovuti altrauma occlusale), dolenzia e con-trazione dei muscoli masticatori inmomenti diversi da quelli in cui sieffettua la masticazione, mal di te-sta localizzati alla regione delletempie, difficoltà nei movimentimandibolari e problemi all’artico-lazione temporo-mandibolare(ATM).

L’odontoiatra, verificando lapresenza dei marcatori intraorali-extraorali e raccogliendo le infor-mazioni anamnestiche dai convi-venti, può formulare la diagnosi dibruxismo ed il relativo piano di trat-tamento. Per le forme primarie èopportuno consigliare al pazientetecniche di rilassamento, utili perridurre i livelli di stress foriero, co-me è risaputo, di diversi altri pro-blemi. Il piano terapeutico preve-de inoltre l’utilizzo di un bite inresina o in resina e acciaio, utile an-che nelle forme di bruxismo secon-dario: protegge i denti e promuoveil rilassamento muscolare. È im-portante che il bite venga confe-zionato su misura a partire dalle im-pronte delle arcate del paziente, inmodo che vi si adatti perfettamen-te. Meglio non fare uso di bite pre-confezionati: rischiano di causarepiù danni che benefici.

18 g e n n a i o duemilaquattordici

Sinus pilonidalis o cisti sacro-coccigea è una cavità pseudo- ci-stica sviluppatasi nel tessuto sotto-cutaneo della regionesacro-coccigea. I follicoli piliferidella linea mediana sono il sito diorigine del processo infiammatorio.Nel 1880 fu definita “malattia pilo-nidale”, per il riscontro costante dipeli all’interno della cisti. E’ una pa-tologia tipica dell’adolescente (12-16 anni), anche se la massima inci-denza si ha intorno ai 20-25 anni. E’più frequente nei maschi con unrapporto di circa 3 a 1 rispetto al ses-so femminile.

Le cisti si formano in regione sa-crale tra lo strato adiposo sottocu-taneo e la fascia muscolare. Nellaquasi totalità dei casi contengonopeli formati, ma possono contene-re anche abbozzi dentari e tessutotegumentario. Questo fatto, così co-me la possibilità che il sinus piloni-dalis si riformi anche dopo esserestato completamente asportato chi-rurgicamente, ha fatto ipotizzareche nel meccanismo patogeneticosia determinante una azione di sfre-gamento dei glutei con conseguen-te intrappolamento dei peli. Le ci-sti, sottoposte a microtraumicontinui come nella posizione se-duta o la vicinanza con il canaleanale, finiscono con l’andare in-

contro ad una infiammazione checomincia dalla cute, si diffonde altessuto adiposo sottocutaneo circo-stante e forma un ascesso. Fattoripredisponenti sono obesità, pre-senza di solco intergluteo profon-do, irsutismo e acne.

Sintomi: variano dallapresenza di un piccolo av-vallamento ad una grandetumefazione dolorosa.Spesso l’area interessatasecerne del liquido che puòessere chiaro (sieroso), cor-puscolato (purulento) odematico. Con l’infezione, lazona diventa arrossata, sof-fice al tatto, ed il materialedrenato (pus) avrà un catti-vo odore. L’infezione puòanche causare febbre e ma-lessere generale. Quasi tutti i pa-zienti hanno un episodio di asces-so acuto che prende originedall’infezione della cisti pilonidale.Dopo la risoluzione dell’ascesso, dasolo o con terapia medica, molti pa-zienti sviluppano un sinus piloni-dalis. Il seno è una cavità al di sottodella superficie della pelle che sicollega alla superficie con uno o piùpiccole aperture o tragitti (fistole).Anche se alcune di queste fistolepossono guarire spontaneamente,la maggior parte dei pazienti ha bi-

sogno di un intervento per elimi-narle.

Diagnosi: si effettua con la sem-plice visita chirurgica, la presenza diuno o più orifizi nel solco intergluteo(a volte con fuoriuscita di ciuffi dipeli, associati a secrezione), la pal-

pazione di un’area di infiltrazionesottocutanea, premendo sulla qua-le può aumentare la fuoriuscita disiero, pus o sangue, sono segni ine-quivocabili di malattia pilonidale.A completamento per stabilirel’estensione della malattia è suffi-ciente l’esplorazione del tramitecon uno specillo (piccolo ago botto-nuto).

Trattamento: dipende dalla ti-pologia della malattia. Un ascessoacuto è trattato con incisione dellalesione e drenaggio della raccolta,

il lavaggio. il curettage della cavitàed il posizionamento di uno zaffo digarza con antibiotico per ridurrel’infiammazione e il dolore. Questaprocedura può essere eseguita nor-malmente in ambulatorio o in DayHospital con anestesia locale. Il pa-ziente, in questo caso, assumeràuna terapia antibiotica e verrà sot-toposto a medicazioni a giorni al-terni fino alla guarigione che ri-

chiede 4-6 settimane. In unapercentuale ridotta di casi taletrattamento può essere risolutivo.In genere, passata la fase di in-fiammazione acuta, il seno pilo-nidale cronico con i suoi tramiti fi-stolosi, dovrà essere asportatochirurgicamente.

Vi sono diverse possibilitàchirurgiche: exeresi completa,un’incisione a losanga com-prendente tutti i tramiti fistolosi,andando in profondità fino alla

fascia presacrale; marsupializza-zione, un’incisione longitudinale,l’apertura della cisti e la fissazioneai bordi cutanei (è una procedurapoco adottata); exeresi, rimozionedel sinus e guarigione mediantemedicazioni quotidiane fino alla ci-catrizzazione. Dopo la guarigione,la pelle nella piega delle natichedeve essere tenuta pulita e priva dipeli. Questo si ottiene con la rasa-tura o mediante applicazione di unagente che rimuove i peli ogni dueo tre settimane.

Colpiti di più gli uomini, con un rapporto 3 a 1

Tra i fattori predisponenti: obesità, irsutismo e acne

Serramento e digrignamento dei denti

Disturbo tipicamente correlato allo stress,

ne soffre dall’8 al 20%della popolazione

Quando il secondo

figlio?

in pocheparole

Le ragioni per cui una cop-pia decide di ripetere l'espe-rienza di avere un figlio posso-no essere tante, tra queste sicu-ramente rivivere l'emozione im-mensa della nascita, dare unfratellino o una sorellina al pri-mogenito, ripercorrere la tene-rezza delle tappe tipiche deiprimi mesi di vita.

É chiaro che la scelta di ave-re un altro bambino non va pre-sa alla leggera ma deve essere ilfrutto di una profonda riflessio-ne. A volte però il desiderio diuna seconda maternità si scon-tra con problemi pratici ed eco-nomici con cui le famiglie ita-liane, soprattutto le coppie gio-vani, troppo spesso devono farei conti. Questo è quello che vie-ne riportato sul sito di pianeta-mamma.it. Non è sempre faciledefinire una distanza ideale trauna gravidanza e un'altra perchéle variabili che entrano in giocosono molteplici. Tuttavia c'è datener conto del fatto che la na-scita di un secondo figlio puòcomportare delle modifiche an-che di un certo peso nella cre-scita e nella gestione del primo-genito. Un fattore da mettere inconto in ogni caso quando si de-cide di avere un altro figlio è lagelosia, sentimento da cui nonsono immuni i bambini più gran-di. Quando la differenza d'età èdi circa un anno il problemadella gelosia spesso non si pone,almeno quando i bimbi sonoancora piccoli. Per i genitori,soprattutto per le madri, cre-scere due bambini piccoli puòessere un impegno molto gra-voso, specie se non si può con-tare sull'aiuto di nonni o altri pa-renti. Invece un’eccessiva diffe-renza di età tra i fratelli comportasituazioni diverse: il fratello mag-giore spesso finisce per farsi ca-rico della gestione del più pic-colo, assumendo una responsa-bilità che non gli compete. An-che se considerato il più grande,è pur sempre un bambino pic-colo che ha bisogno di sentirsiunico e le cui esigenze vanno ri-spettate. Fermo restando il con-cetto che non esiste una regolafissa, alla luce di queste rifles-sioni, l'intervallo migliore permettere in cantiere un secondofiglio, quando è possibile, sem-bra essere l'età compresa tra idue anni e mezzo e i tre del pri-mogenito. Tra l'altro, anche perquanto riguarda la mamma, dueanni sono il periodo l'intervallominimo perché l'utero possa tor-nare nelle condizioni ideali peraffrontare una nuova gravidan-za.

In definitiva, al di là dei cal-coli, una troppo piccola, o alcontrario, troppo grande diffe-renza d'età comporta delle dif-ficoltà diverse che vanno af-frontate con serenità e buon-senso.

Irma Mecca

DI VALENTINA LA RICCIA

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DENTISTA

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CHIRURGO PEDIATRICODI MARIA NOBILI

Cisti e fistole sacro coccigee

Attenzione al Bruxismo

Page 19: 6Donna #1 89

19g e n n a i o duemilaquattordici

Superato con non poche diffi-coltà il periodo delle festività, trapranzi e cenoni abbondanti e suc-culenti, è bene continuare a presta-re attenzione a semplici regole chepossono preservarci da brutte sor-prese. Al Centro Antiveleni attivoH/24 sono già pervenute diverseconsulenze telefoniche in merito al-la cattiva preparazione o consuma-zione di conserve, in merito alla pre-senza di “strane patine” che si

formano nei contenitori non chiusibene o in merito a parecchi “mal dipancia”, conseguenze poco graditedovute alla consumazione di cibinon adeguatamente trattati e pre-parati. Allora cerchiamo di proteg-gerci conoscendo meglio e preve-nendo queste problematiche,affinché i nostri pranzi e le nostre ce-ne, feste e tavolate tra amici non ab-biano conseguenze poco piacevoli,se non pericolose per la nostra salu-te. Esistono oggi al mondo più di 250tossinfezioni alimentari che si ma-nifestano con differenti sintomi e so-no causate da diversi agenti pato-geni, perlopiù batteri, virus eparassiti. Con il passare degli anni,vengono identificati continuamen-te nuovi patogeni (i cosiddetti pato-geni emergenti, come Campilobac-ter jejuni, Escherichia coli 157:H7,Listeria monocytogenes, Yersiniaenterocolitica…), alcuni dei quali sidiffondono anche per effetto del-l’incremento di scambi commercia-li, di ricorso alla ristorazione collet-tiva, di grandi allevamenti intensivie di viaggi. Le infezioni possono es-sere trasmesse al cibo, da parte de-gli operatori, anche durante la fase dimanipolazione e preparazione de-gli alimenti (è il caso del batterio Shi-gella, del virus dell’epatite A, e di

molti altri patogeni) sia per contattocon le mani che con gli strumentidella cucina, utilizzati ad esempionella preparazione di diversi ali-menti e non disinfettati a dovere. Uncibo cotto (e quindi sicuro: la mag-gior parte dei microrganismi non re-siste a temperature superiori ai 60-70gradi) può contaminarsi per contat-to con cibi crudi. Inoltre, grande im-portanza rivestono le condizioni incui i cibi sono mantenuti durante levarie fasi di conservazione: la cate-na del freddo, ad esempio, previenelo sviluppo e la moltiplicazione di al-cuni microrganismi, che per esseretossici necessitano di una popola-zione molto numerosa.

Sintomi e diagnosiNormalmente, l’apparato inte-

ressato dalle tossinfezioni alimenta-ri è quello gastrointestinale con ma-nifestazione di nausea, vomito,crampi addominali e diarrea, e conuna insorgenza dei sintomi in un ar-co di tempo relativamente breve (daore a giorni). Nel caso di ingestionedi alimenti contaminati, viene soli-tamente colpita la prima parte del-l’apparato gastroenterico e i sinto-mi (nausea e vomito più che diarreae molto più raramente febbre e bri-vidi) si manifestano in tempi più bre-vi. Nel caso invece di tossinfezioni

causate da microrganismi che ten-dono a diffondersi anche nel siste-ma sanguigno, i tempi di manifesta-zione possono essere più lunghi e ilsintomo più frequente è la diarrea,accompagnata da febbre e brividi.Tuttavia, vi sono casi in cui i sintomiinteressano altri apparati corporei eil decorso della malattia è molto di-verso.

Regole generaliEvitate di conservare gli ali-

menti a temperatura ambiente;quando si trasportano gli alimentifuori casa, anche se utilizzate borserefrigeranti, consumateli dopo pocotempo; fate attenzione agli sportellidel ghiaccio o refrigeratori, non so-no veri e propri congelatori, infatti,aprendo lo sportello noterete la pre-senza di 1 o 2 stelle, che indicanouna temperatura più alta dei -18°Cdel congelatore. Questi spazi pos-sono essere usati per fare del ghiac-cio, o per conservare alimenti per unperiodo che va dai 3 giorni (1 stella)ad un mese (2 stelle).

(segue nel colonnino)

Al mondo esistono più di 250 tossinfezioni alimentari

La conoscenzadelle corretteprassi alimentari è l’unico modo per prevenirle e per difendersi

MEDICO CAVDI ANNA LEPORE

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Calorie? Superate. Oggi l’inte-resse dei nutrizionisti, come anchedi alcuni chef e di molte persone co-muni, è concentrato sui cibi saluta-ri e sui loro principi attivi; perché,come è dimostrato da innumerevo-li studi, sono un’arma efficace peraiutarci a prevenire molte malattie.Ma se un tempo quello che facevabene raramente era anche buono,oggi le cose sono cambiate. Graziea nuovi libri di ricette, corsi peradulti e bambini, trasmissioni tele-visive, negozi e ristoranti biologici,la cucina sana è diventata molto più

golosa di una volta. Ci sono piattisemplici e gustosi che si possonopreparare tutti i giorni senza disco-starsi troppo dalle proprie abitudi-ni culinarie. Ma si può andare an-che oltre.

È molto importante saper tra-sformare i piatti quotidiani in elisirdi lunga vita, aggiungendo ingre-

dienti salutari. Infatti, per fare il pie-no di sostanze preziose, si possonoprivilegiare alcuni alimenti, i co-siddetti “supercibi”, che sono unascorta di medicina naturale. Grazieal contenuto di vitamine, mineralie composti antiossidanti, aiutano aprevenire l’invecchiamento e lemalattie.

Fra questi, asparagi e carcio-fi, ricchi di vitamine B che riduco-no il rischio cardiovascolare; le al-ghe che sonoun’ottima fonte diminerali come iodio,ferro, calcio, potassio,fosforo e fibre insolubili; icereali integrali che abbondano difibre, i legumi ricchi in proteine.

Ancora, le spezie, come la cur-cuma, sono potenti antiossidantiche contrastano l’invecchiamentoe hanno un’azione antinfiammato-ria; l’avocado che contiene acidigrassi buoni ed è ricchissimo di po-tassio e fibre. Gli acidi grassi es-senziali sono presenti in numerosiolii, frutta secca e semi: semi di li-no, mandorle, anacardi, noci pecan,semi di zucca e noci sono ricchissi-mi di grassi buoni (omega 3). Inoltreabbiamo una vasta gamma di bac-che antiossidanti, come le açai e ilmaqui, importantissime nel preve-nire l’invecchiamento e l’infiam-

mazione cellulare. Una bella riscoperta sono tutti

i cereali germogliati che aiutano ilnostro intestino. Il processo di ger-mogliazione rilascia una quantitàelevata di sostanze nutritive, inol-tre tutti questi prodotti “vivi” svi-

luppano una serie di batteri buo-ni nello stomaco. Infatti

quando i cereali germoglia-no, il loro amido si trasformain zuccheri semplici chenon hanno effetti negativi

sul tratto digestivo. Se man-giar sano è importante pergli adulti, ancora di più lo

è per i bambini. Abituia-mo i nostri figli al cibo sano e

buono, alle quantità giuste per leloro esigenze e alla pratica sporti-

va. Tutto questo aiuterà loro stessi asaper scegliere ciò che sarà adattoe ciò che non andrà bene all’orga-nismo.

Certo, qualche rinuncia è d’ob-bligo: meni cibi animali (carne ros-sa ma anche latticini e uova) e piùcereali integrali, legumi, frutta everdura. Attenzione anche alle cot-ture ad alte temperature (fritture egrigliate) che possono produrre so-stanze nocive; da evitare, inoltre, lebevande zuccherate e le carni con-servate.

Una particolare attenzione an-che a tutti gli integratori alimenta-ri che con molta leggerezza consu-miamo ogni giorno e in manierainutile per la maggior parte dei ca-si. Di solito comprati senza un giu-sto consiglio o addirittura non adat-ti alle reali esigenze del nostroorganismo, gli integratori -consi-derata la mia formazione come far-macista specializzata in farmacolo-gia - sono degli ottimi aiuti solo severamente idonei e adatti alla rea-le esigenza e al reale fabbisogno.Ecco qui alcune regole d’oro che ciarrivano dal fondo mondiale per laricerca sul cancro: mantenersi sem-pre snelli, fare moto tutti i giorni, li-mitare il consumo di cibi calorici,preferire i cibi vegetali, limitare ilconsumo di carni rosse, limitare ilconsumo di alcolici, limitare il con-sumo di sale, seguire una dieta va-riata e allattare i bambini al senoper almeno sei mesi.

Per mantenersi sani e vivere più a lungoDI GIOVANNA

BRUNO

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ESPERTA IN NUTRIZIONE

Il cibo che fa beneL’aiuto concreto che viene dalla tavola. Ecco come fare senza troppi sacrifici

Prima di sedersi a tavola o diposizionarsi ai fornelli è beneprestare attenzione ai cibi daacquistare. Basterà, infatti, se-guire poche regole di caratteregenerale per evitare di deterio-rare cibi e materie prime.

CARNE - Evitate di acqui-stare carni fuori dagli esercizi au-torizzati alla vendita; infatti, se lamacellazione non viene esegui-ta secondo le norme igieniche, èpiù probabile che le carni pos-sano essere contaminate. La car-ne deve essere ben cotta, inquanto le alte temperature ucci-dono la maggior parte dei germiresponsabili delle infezioni. Lacottura delle carni deve esseretale da permettere che al centrovenga raggiunta la temperaturadi 69°C. Attenzione, quindi, acotture incomplete, come quellaal barbecue che non semprepermette il raggiungimento “acuore” delle temperature ne-cessarie.

PESCE E FRUTTI DI MARE- Preferite i pesci ben cotti e con-sumate pesce acquistato pressoesercizi commerciali sicuri. Sevolete mangiare pesce crudo, opoco cotto, tutti i ristoranti che loservono, per legge, debbonoaverlo preventivamente passatoin un abbattitore di temperaturaper 24 ore a -20°C. Con l’abbat-timento i batteri e parassiti mol-to pericolosi per la salute (comel’anisakis purtroppo diffuso neipesci di molti mari) vengononeutralizzati. I frutti di mare senon sono certificati non vannomangiati crudi e ricordate chenon è vero che il limone abbia ilpotere di eliminare gli eventua-li batteri o virus presenti.

VERDURE E FRUTTA - Scar-tate il prodotto deteriorato anchesolo parzialmente. Inoltre deveessere sempre lavato accurata-mente, indipendentemente dadove è stato acquistato. È sempremeglio procedere al lavaggioaggiungendo all’acqua bicarbo-nato o altri disinfettanti alimen-tari.

UOVA - Da consumare bencotte e da acquistare presso eser-cizi commerciali autorizzati, la-varle bene prima di romperle sul-le preparazioni in quanto po-trebbero essere contaminate conpiccolissime ed invisibili partidi feci della gallina; il pericolopiù grande che si corre con leuova è la contrazione della sal-monellosi. Non lavatele, però,appena acquistate, perché inquesto modo rimuovereste lapatina esterna che ne garantiscemigliore conservazione.

DOLCI E GELATI - Sonoalimenti sensibili e facili alleculture batteriche. Non tenetelifuori dal frigo se non per consu-marli, ed in ogni caso non con-servate per più di 1-2 giorni i dol-ci a base di creme e uova. I ge-lati devono essere conservati infreezer, ma se sono stati in tavo-la fino a diventare quasi liquidinon ricongelateli.

in pocheparole

Pranzi e tavolate tra amici:attenzione alle tossinfezioni

Spesa in sicurezza

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20 g e n n a i o duemilaquattordici

DI INES PANESSA

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Tel. 0881.563326

PSICOLOGA

Le aste online rappresentanoad oggi una delle più recenti novi-tà con cui il consumatore può pro-curarsi in rete, a prezzi di assolutofavore, beni e prodotti di qualsivo-glia genere, dagli alimenti ai tec-nologici e così via.

A norma dell’art. 18 del Decre-to 114 del 1998, sono vietate dal-l’ordinamento italiano le aste onli-ne da dettagliante a consumatore,ovvero le cosiddette aste online bu-siness to consumer, ove un im-prenditore - ovvero un commer-ciante - utilizza i servizi offerti dalsito d’asta per vendere al pubblicodei consumatori beni acquistati daterzi. Tale divieto, invece, non si ap-plica ai grossisti che per loro natu-ra non effettuano vendita diretta alconsumatore.

La ragione dell’esclusione deidettaglianti dal sistema di venditaonline risiede nell’ovvia esigenzadi tutelare il consumatore, parte de-

bole del rapporto, daeventuali tentativi di con-dizionamento delle asteda parte degli stessi ven-ditori, intenzionati a de-terminare aumenti ingiu-stificati del prezzo divendita.

In tale ottica di tutelasi inserisce anche l’obbli-go di strutturare i siti del-le aste online in modo dagarantire il consumatore da errori,truffe e raggiri. In particolare il sitodeve indicare una serie dettaglia-ta di informazioni per identificarel’operatore che bandisce l’asta, adesempio il numero di iscrizione alregistro delle imprese ed ulterioridati che permettono al consumato-re di entrare in contatto diretto conlui.

La gestione del sito dovrà ga-rantire la tutela dei dati personaliforniti, in particolare la protezioneda eventuali accessi non autorizza-ti. Inoltre a venditori ed acquirentidovranno essere fornite tutte le in-formazioni sulle modalità di svolgi-mento dell’asta, sul prezzo di ac-quisto e di vendita, sulle modalitàdi consegna e pagamento dei beni.

Pur nell’ammirevole ed ap-

prezzabile tentativo del legislatoredi tutelare il consumatore, la real-tà, è spesso ben diversa.

Numerose sono le aste orga-nizzate dagli stessi dettaglianti conla conseguenza che la vendita ri-sulta illegale. Ma non finisce qui.

Se per loro stessa natura le ven-dite in asta online dovrebbero es-sere ricomprese nella categoria del-le vendite a distanza e quinditrovare disciplina nell’art. 50 e se-guenti del Codice del Consumo del2005,è pur vero che la realtà dei fat-ti è ben diversa.

Le aste online, infatti, sonoescluse dalla disciplina di tutela delconsumatore prevista dal codicedel consumo del 2005. Una esclu-sione assolutamente ingiustificatache non trova ragion d’essere e che

determina un chiaro squili-brio ed una palese violazio-ne dei diritti dei consumato-ri.

A porre rimedio a tale in-cresciosa situazione è inter-venuta la Direttiva Europea2011/83/UE che ha introdot-to una regolamentazioneuniforme dei contratti nego-ziati fuori dai locali commer-ciali e di quelli on line.

Le maggiori novità a tutela delconsumatore riguardano:- il divieto di spese e costi nascosti;- la trasparenza dei prezzi;- l’introduzione del nuovo diritto direcesso (sale a 14 giorni di calen-dario)

- la decorrenza del diritto di reces-so (i 14 giorni previsti per far valeil proprio diritto di ripensamentodecorrono dal ricevimento delprodotto, ovvero del bene a casa);

- diritto di rimborso (i venditori so-no tenuti al rimborso entro 14 gior-ni dal recesso coprendo anche lespese di consegna);

- introduzione di un formulario e dinorme uniformi in tutto il territo-rio europeo al fine di agevolare gliscambi all’interno della zona Eu-ropa.

Aste on-line, recesso e rimborsi

Tutto per la tutela del consumatore

Imparare a “conoscerci” e a riservarci tempo e spazio

Ogni cosa che il mondo propo-ne viene passata attraverso il mes-saggio “Comprami-mangiami-usa-mi-provami. Se lo fai, ti prendi curadi te!”. Si è arrivati a sovrapporre lacura di sé con l’estetica, il marke-ting e lo shopping; in questa conti-nua e affannosa ricerca del benes-sere abbiamo dimenticato il nucleocentrale, il motore che dovrebbemuoverla: l’amore per sé. Di solito sicolloca l’autostima alla base delprendersi cura di sé: ma cos’è que-sta se non una conseguenza del-l’amore per sé? Oscar Wildeha detto: “Amare se stessi èl’inizio di un idillio che durauna vita”. Ed aveva ragione.

Come si può pensare diriuscire a prendersi cura disé quando non ci si ama? Sevogliamo possiamo illudercidi riuscire ad amarci quandoogni tanto ci regaliamo unacura estetica, un tè con l’ami-ca o quella camicia nuovache tanto ci piaceva. Certo,

queste cose servono se ci fanno sta-re bene. Ma amare se stessi parteda uno spazio interno che lasciamolibero per noi, uno spazio nel qualetroviamo il nutrimento di cui ab-biamo bisogno, uno spazio liberodal “dover fare” e all’insegna del“lo voglio fare perché mi piace”.Uno spazio che ci permette in ognimomento di sapere ciò che è giustoo non è giusto per noi, ciò che ci fabene e ciò che ci potrebbe ledere.

E se non si conosce l’amore persé, come si può amare? I greci già

parlavano della cura si sé: ogniazione dell’uomo doveva essere al-l’insegna dell’amore per se stessi.Si partiva con il “Conosci te stesso”scritto sul tempio dell’oracolo diDelfi e diventato precetto socrati-co: conoscere sé per conoscere ilproprio modo di funzionare ener-getico, fisico e mentale, per cono-scere il modo giusto di amarsi. Pren-dersi cura di sé e amarsi è piacere,è ristabilire la capacità pulsativadell’essere umano di cui parlano al-cuni filosofi, che altro non è se nonil movimento della vita stessa.

Per Donald Winnicott prender-si cura significa abbracciare, con-tenere, come sanno fare solo lebraccia di una madre amorevole.Noi dobbiamo poter imparare ad

abbracciarci, ad accoglierci con ca-lore, a dedicarci uno spazio e untempo per ogni cosa che facciamo.Non possiamo nemmeno fare yoga,il cui principio fondamentale èprendere coscienza di sé per cerca-re l’equilibrio e l’armonia, se nonpartiamo da noi stessi e dall’amoreper noi stessi. Solo all’interno diquesta visione, in un’ottica che par-te da noi stessi, un tè con l’amica,un massaggio, lo yoga, una cremaidratante stesa con attenzione, unadieta che seguiamo con amore otutto quello che vogliamo, assumeveramente il significato del pren-derci cura di noi.

Quindi, non accontentiamoci dicose che danno solo l’illusione del-l’amore per sé e del prendersi curadi sé: impariamo a conoscerci, adamarci, a dedicarci e a riservarci untempo e uno spazio solo nostro, contenerezza, uno spazio che sia pri-ma di tutto uno spazio interno. Solocosì potremmo imparare a stare inquello che facciamo, a trovare il mi-glior modo “per noi” di prendercicura “di noi”.

Pratiche errate fanno coincidere la cura di sé con l’estetica e

lo shopping: nulla di più effimero

Occhio allabilanciaDopo le feste, ritrovarsi qual-

che chilo in più è normale, ma sesi decide di smettere di fumare bi-sogna mettere in conto che i chilipotrebbero aumentare in modoesponenziale. A dare una spie-gazione scientifica al fenomeno,individuando la causa di questo“effetto avverso” sono alcuni ri-cercatori svizzeri. Il dito puntato ècontro i batteri intestinali. Secon-do uno studio dell’Università diZurigo pubblicato sulla rivistaPlos One, alla base dell’aumentodi peso che spesso segue l’addioalle ‘bionde’, ci sarebbero cam-biamenti nella composizione del-la flora intestinale che conduco-no ad assimilare di più i cibi,specie i grassi, e quindi a metter supeso. Smettere di fumare è im-portante per la salute, ma atten-zione dunque ai chili di troppo.Gli studiosi – riporta sull’argo-mento l’Ansa - spiegano chequando si smette di fumare, l’or-ganismo risponde con un radica-le cambiamento della flora inte-stinale. Si ingrassa, insomma, aseguito di una migliore assimila-zione degli alimenti dovuta al-l’aumento di alcune tipologie dibatteri.

Da test condotti su decine diex fumatori osservati per 10 set-timane dall’ultima sigaretta spen-ta, i ricercatori svizzeri hanno os-servato un aumento notevole deibatteri Firmicutes e Actonobac-teria. Questo cambiamento, cheavviene nell’intestino, porta allagraduale scomparsa dei batteriBacterioidetes e Proteobacteria.A livello pratico, nel nostro orga-nismo avviene un sostanziale mi-glioramento dell’assimilazionedegli alimenti, con conseguenteaumento di peso nelle settimanein cui l’organismo riesce a man-tenere l’astinenza da nicotina.

Ma per chi decide comunquedi eliminare le sigarette dalla pro-pria vita ed optare per una salutemigliore, nulla è perduto da unpunto di vista puramente esteti-co: prevenire i chili di troppo infattisi può. I ricercatori, consigliano diseguire un modello alimentarepreciso soprattutto nella fase incui ci si sente definitivamente nonpiù dipendenti dal fumo. Moltoindicato, ad esempio, un proces-so disintossicante per eliminarele tossine che nel tempo il fumoha depositato nell’organismo. Re-centi studi condotti negli StatiUniti, infatti, hanno rivelato che icibi alcalinizzanti come capperi,pomodori, broccoli, peperoni eagrumi aiutano a controllare l’im-pulso di fumare nei primissimigiorni di astinenza. L’eccesso difumo provoca un aumento dei ra-dicali liberi nel sangue, la perdi-ta di sali minerali e vitamine, non-ché squilibri di vario genere alivello cellulare. Molto importan-te è bere molta acqua e assumerecibi molto ricchi di vitamine percontrastare i danni del fumo.

Irma Mecca

in pocheparole

Il benessere passa per l’amore per sé

DI ROSANGELA LORISO

MOVIMENTO CONSUMATORI

Ci sono regole specifiche per le aste on line?Come barcamenarsi tra le tante offerte sul web

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Page 21: 6Donna #1 89

21g e n n a i o duemilaquattordiciambiente casa

Per i vostri quesiti:[email protected]. 0881.563395

DI SIMONA CAMPANELLAARCHITETTOCasa “calda” casa: riscaldarsi con i raggi a infrarossi

I mesi più freddi dell’anno sonoalle porte e si pensa con ansia allamanutenzione della vecchia, cara,caldaia di casa. Questa modalità tra-dizionale di riscaldamento del-l’ambiente domestico usa l’ariacome mezzo di trasferimento di ca-lore. Tuttavia, sono stati recente-mente messi a punto dei pannelli araggi infrarossi che, usando l’ir-raggiamento come metodo alter-nativo a quello tradizionale, sono ingrado di riscaldare la nostra casagrazie alla generazione di calore tracorpi. Infatti, grazie ai pannelli, il ca-lore si diffonde direttamente suglioggetti e le persone irraggiate, cioèattraversate da raggi infrarossi, equeste onde elettromagnetiche,non appena a contatto col corpo ir-raggiato, si trasformano in calore.

Gli infrarossi sono radiazionimolto elementari e diffuse: infatti,sono radiazioni elettromagnetichecon banda di frequenza inferiore ri-spetto a quella dello spettro visibi-le e sono le stesse che ogni giornoviviamo nella quotidianità espo-nendoci alla luce scaldante delsole. Sono onde del tutto “sponta-nee” in quando vengono natural-mente emesseda ciascun corpoo oggetto aventetemperatura su-periore allo zeroassoluto (in pra-tica qualsiasi og-getto reale). Lavocazione deipannelli a infra-rossi è quella diriscaldare locali molto ampi, anchecon altezze molto elevate (ad esem-

pio musei o uffici in palazzi storici)in quanto vi è elevato risparmioenergetico anzitutto per la velocitàdi azione riscaldante, in più poichégli infrarossi riscaldano solo il vo-lume di aria ad altezza uomo, inclusi

persone e ogget-ti, evitando di ri-scaldare anchel’aria soprastan-te, concentrandol’efficienza sola-mente lì doveserve ed evitan-do la dissipazio-ne di calore nel-l’aria. Se messi,

poi, a sistema con dispositivi di ac-cumulo di energia elettrica da fon-

te rinnovabile, tagliano i consumi digas a zero mentre i costi effettivivengono completamente ammor-tizzati, rendendo la casa ecososte-nibile e autonoma quasi al 100%.Inoltre, diversamente da quantosaremmo portati a pensare, gli in-frarossi dei pannelli riscaldanti nonsono nocivi. Anzi. Esistono com-provati vantaggi per la salute: an-zitutto, i raggi portano al riscalda-mento del 20% dell’aria (che signi-fica che non viene consumato ossi-geno nell’aria alterando eccessi-

vamente il comfort dell’ambiente),mentre riscaldano all’80% gli og-getti e le persone, portandone latemperatura a livelli ottimali per iprocessi fisiologici e biologici.

Nel corpo umano in particolarele onde elettromagnetiche stimola-no positivamente la circolazionesanguigna e la traspirazione cellu-lare proprio perché inducono mag-giore ossigenazione del volume disangue corporeo, accelerando cosìil processo di purificazione dell’or-ganismo dalle scorie metaboliche.Inoltre, il riscaldamento a infraros-si elimina totalmente il movimentodi particelle dell’aria (e con esso an-che il moto delle polveri, sempre piùdi frequente causa di allergie e

asma), oltre a proteggere le paretida muffe e batteri. Inoltre, i pannellia raggi infrarossi presentano degli

interessanti ri-svolti estetici, ol-tre che funzio-nali: infatti, gra-zie alla opportu-nità di decorarea piacimento lasuperficie delpannello, essiriescono a essereinstallati in modo

elegante e integrato nell’arreda-mento, con stampe di design di vol-

ta in volta personalizzate. Quindipossiamo trovare installazioni a pa-rete che sembrano quadri oppure si-stemi radianti a pavimento, comeuna calda superficie di calpestio.Vanno comunque segnalati i limitie gli svantaggi del riscaldamento apannelli radianti: primo tra tutti il li-mite di riscaldare solo le zone a di-retto contatto coi raggi infrarossi.Inoltre bisogna ammettere che ilmaggior svantaggio attualmente èil costo, ancora considerevolmenteelevato rispetto ai metodi tradizio-nali di riscaldamento proprio per lascarsa diffusione del prodotto.

Il futuro è nelle ondeDalla ricerca sulle soluzioni energetiche ecosostenibili:bassissima dispersione, comfort abitativo e technodesign

Il pannello radiante a infrarossi, graziealle numerose declinazioni anche grafichedei suoi supporti, così ricchi di soluzioni siaestetiche che funzionali, può senz’altro sug-gerire numerosi altri modi per operare un rin-novamento dell’immagine della propria ca-sa, con il risultato di un miglioramentofunzionale generale e senza rinunciare siaalla totale personalizzazione sia all’econo-mia complessiva di questo intervento.

Tra le diverse soluzioni e i materiali edi-

li a disposizione, la massima snellezza di uti-lizzo e la molteplicità delle forme è possibileottenerle grazie alle realizzazioni fatte in unmateriale economico e funzionale: il carton-gesso.

Si tratta di un materiale edile sempre piùdiffuso, data la sua velocità di applicazionee le sue particolari doti termoacustiche, igni-fughe e anche idrorepellenti. E possibile sa-gomarlo a piacimento, infatti è sempre pre-ferito nelle soluzioni di pareti curve, e si mette

in opera in infiniti modi diversi. Ilcartongesso risulta in grado di co-niugare l’esigenza funzionale conquella meramente estetica, quindisi può trovare applicato in abbassa-menti del soffitto, atti a ospitare illu-minazione o semplice schermatura,nella creazione di setti, di finti pila-stri e finte travi, nella realizzazionedi pareti divisorie, o librerie, nicchie,mensole, soppalchi rinforzati, ar-madi, cabine armadio, camini, de-corazioni artistiche per soffitti e pa-reti. In merito a questo ultimo

elemento, infat-ti, c’è da dire chela superficie delcartongesso puòesser trattataesattamente co-me una paretequalsiasi in mu-ratura e dunquepuò esser tinteg-giata, rivestitacon carta da pa-rati o altro. Infat-ti, è facile trova-re applicate alle pareti vere e propriecomposizioni di elementi “grafici” in car-tongesso, cioè due o tre pannelli disposti insequenza, trattati in modo esteticamente stu-diato come fossero “composizioni di teled’autore” unitarie, in modo da garantire sen-za dubbio un intento estetico. Ma non solo:dall’altro canto, fornendo l’alloggiamento na-scosto per farettature e illuminazioni neon oled, l’intervento risponderà anche all’esi-genza della più idonea illuminazione di quel-

l’ambiente specifico in modo estremamenteelegante e completo. Aggiungiamo che laversatilità del cartongesso e del ventagliodelle soluzioni applicative ne fa la scelta mi-gliore quando, in un appartamento giovanee dinamico, si vogliono operare piccole tra-sformazioni che non siano troppo vincolantie che permettano una facile ridistribuzionedegli spazi e la ricerca di nuove soluzioni nelcaso dovessero cambiare le esigenze abitativeall’interno della casa.

Pannelli: estetici e funzionaliLe mille vite (e i mille usi) del cartongesso

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Cara Foggia, ogni giorno sentoparlare male di te. Qui ci sono nato,ho vissuto gli anni più belli, ma nonposso dire di essere orgoglioso del-la mia città “. A scrivere è Matteo,19 anni. Chiede ai foggiani di amar-la di più. Sono sufficienti impegno evoglia di cambiare mentalità. “Vor-rei la raccolta differenziata e piùmulte per chi non conferisce i rifiutinegli appositi contenitori”. Lo scriveuna foggiana, di 56 anni. Ha qual-che anno in meno, sulla soglia deicinquanta, la donna che si limita adue parole: “Politici adeguati”. Equalche anno in più la signora chesi rivolge al primo cittadino con un“carissimo sindaco” ma poi, quasispazientita, conclude le sue pocherighe con un interrogativo: “quan-do si muove?”. A rifare le strade,perché pochi giorni prima è cadutaper una buca e ne porta ancora i se-gni addosso.

I foggiani hanno infilato 680 bi-gliettini in un’urna. A leggere i mes-saggi uno per uno sono state le don-ne di Caos Calmo. Loro un’idea cel’hanno: trasformare Piazza Pugliain uno skatepark. Ai foggiani, sottoun gazebo nell’isola pedonale, a di-cembre, hanno chiesto cosa ne pen-

sassero del loro progetto e qualun-que cosa passasse per la loro testa,purché la mettessero nero su bianco,anche in forma del tutto anonima.Non hanno trovato nemmeno unaparolaccia. A scrivere sono state so-prattutto le donne, adulte, “eviden-temente mamme più sensibili ai bi-sogni degli adolescenti”, osservaFlavia Rizzi, presidente dell’asso-ciazione alla sua prima uscita uffi-ciale dopo un anno di vita. Ma tra gliuomini è risultata più alta la per-centuale dei giovani. Prima di Na-tale, le donne di Caos Calmo si so-

no presentate dal sindaco GianniMongelli col loro faldone di letteri-ne. Lui ha chiesto di fare qualche fo-tocopia. Hanno concordato pure difare un sopralluogo in Piazza Pugliacon l’assessore ai Lavori Pubblici

Leonardo Pietrocola. Una commis-sione consiliare valuterà il progettoe la sua fattibilità. “Quella piazza,abbandonata al degrado, che sorgetra la Facoltà di Ingegneria, l’istitu-to Altamura e l’ispettorato del lavo-ro potrebbe essere fruita dai giova-ni, luogo di ritrovo per gli anziani.Di giorno c’è chi bivacca, la sera i no-stri figli ci raccontano che lì c’è lospaccio”.

Accanto a Flavia Rizzi c’è LinaLongo, la tesoriera. Suo figlio, tor-nato da New York, entusiasta, le ha

aiutate a fare una ricerca su Inter-net, e hanno trovato uno skateparka Molfetta. Non contente, hannocercato le aziende che realizzano gliaccessori, in Trentino. Stanno lavo-rando all’idea con gli studenti del-l’istituto tecnico per Geometri. E co-sì i sopralluoghi diventano didattica.Tocca al Comune smantellare lavecchia piazza. La tesoriera sa chene passerà di tempo: “Magari se lagodranno i nostri nipoti”. Loro non siperdono d’animo.

Sono partite come un gruppo di

amiche, meno di dieci, sono diven-tate una trentina. Nessuna di loro haun incarico pubblico: sono commer-cianti, insegnanti, casalinghe, av-vocati, farmaciste. Ma soprattuttomamme, “tutte intorno al mezzo se-colo, chi più chi meno” sorridono, difigli che non devono più accudire.La loro forza è il passaparola. In can-tiere hanno un seminario sull’ar-chetipo femminile, proposto al-l’Università di Foggia. Sulla lorostrada, cercano quelle persone chevorrebbero dire con orgoglio che ifigli rimangono a Foggia perché nonse ne vogliono andare. Intendonostimolare i cittadini, affinché contri-buiscano a migliorare la città. Sulmodello di Salerno, magari, “che èdiventata un fiore all’occhiello ep-pure era messa peggio di noi. Nontocca solo al sindaco, all’assessore oal politico di turno. Il cittadino ci de-ve mettere del suo”. Sognano unacittà bella a vedersi e a sentirsi, nonfatta solo di ristoranti e pizzerie, do-ve la cultura sia fruibile, non certoelitaria. “Una città in cui se vienequalcuno da fuori non ti devi vergo-gnare”. E almeno cento bigliettinidicono che basta metterci il cuore.

Mariangela Mariani

22 g e n n a i o duemilaquattordici società

“Sono un bambi-no pluriminorato. Nonparlo, non sento, noncammino. Ma voltesorrido! Non com-prendo con la ragione,ma con il cuore. Allo-ra, parlate al mio cuo-re: io esisto!”. Questesemplici parole, scrit-te da una mamma,riassumono perfetta-mente l’amore incon-dizionato che è il perno de ‘Le Ragioni delCuore Onlus’.

Quest’associazione di volontariato fog-giana, nata nel 2011 ed impegnata a favoredelle persone con disabilità, è composta dagenitori con figli disabili. I volontari sono im-pegnati nell’informazione e sensibilizzazio-ne sui temi della disabilità e nell’assistenzadomiciliare a persone allettate, sole o non au-tosufficienti ed alle loro famiglie.

Lo scopo primario de ‘Le Ragioni delCuore Onlus’ è quello di dare voce a chi nonne ha, prefiggendosi il compito di far uscirequeste persone dall’ombra che le avvolge eche molte volte si trasforma in difficoltà e so-litudine. La finalità dell’associazione è quel-la di far conoscere alla società i bisogni e leesigenze dei diversamente abili al di là di bar-riere morali al fine di favorire l’abbattimen-

to di tale diversità pergiungere ad una tota-le e completa inclu-sione di queste per-sone nella collettività.Per far si che questoaccada ‘Le Ragionidel Cuore Onlus’ fa-vorisce l’incontro e lasocializzazione trami-te diversi progetti edattività come: unacommissione scuola,

barriere architettoniche e vita indipendente,inserimento lavorativo con connessa assi-stenza legale, riabilitazione ausili e sostegnopsicologico.

In quest’opera di grande responsabilità,l’associazione sarà anche di supporto alle fa-miglie che con amore e con grande forza siprendono cura dei loro cari; una forza che èdata proprio dalle ragioni del cuore che an-che questa associazione vuole fare proprie,per portarle alla luce, non più come voce sola,ma come coro. Per avere altre informazionisulle attività de ‘Le Ragioni del Cuore Onlus’è possibile chiamare i numeri 0881.748509 –328.2772524; oppure ci si può recare, a Fog-gia, nella sede operativa in viale Candelaro,88 e a Lucera in via Amerigo Marrone, 53.Tutti i contatti sul sito: www.leragionidel-cuore.com. Simona Donatelli

A Foggia il volontariato ha il nome di…

Le ragioni del cuore onlus

L’associazione, nata un anno fa, ha raccolto le proposte per migliorare Foggia

Presto un sopralluogo in Piazza Puglia per verificare la fattibilità del progetto

La forza dell’amore contro la diversità

La città delle donne di Caos Calmo:uno “skatepark” e un po’ d’amore…

società

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Da Penelope a UlisseIo lo chiamo “Effetto Masterchef”. Sarà

che in tempi di crisi l’unica gratificazionespesso possibile è caratterizzata da un lautopranzo o da una cena succulenta; sarà che ilbombardamento continuo cui ci sottopone latv, con il suo proliferare di programmi sullacucina, non ci lascia davvero scampo. Fatto stache chef, cuochi e osti - più o meno telegeni-ci, più o meno capaci - mi hanno messo let-teralmente spalle al muro. Chiusa in un vi-colo cieco, se ogni volta che guardo il miocompagno mi aspetto che tiri fuori da un mo-mento all’altro l’acciaino per affilare gli at-trezzi del mestiere.

Proprio lui che quando si impegna riesce apreparare a malapena un caffè, bruciando la mo-ka e seminando polvere nera su tutto il piano del-la cucina. Perché diciamo la verità: non basta unpo’ di barba per diventare Carlo Cracco. E tro-varsi accanto uno chef stellato non è una fortunaper tutte. Ma a volte, una coccola a tavola, un di-versivo non guasterebbe. Anche solo un piattomodesto, della tradizione, andrebbe bene. Pur-ché preparato con amore. Sogni ad occhi aperti,lo ammetto. Ma credo che questo accada perché

– devo confessarlo – gli uomini in cucina appaio-no estremamente affascinanti. E sembrano taliperché loro non lo fanno per dovere (come le don-ne, ogni santo giorno), ma per puro piacere. E’come se dovessero andare in scena: indossato ilgrembiule, aperto il sipario, inizia il concerto permusicista solo.

Certo, perché se un uomo è ai fornelli non ècontemplata la presenza di alcun essere viventenel raggio di almeno 30 metri. Mica come noi don-ne, abituate a cucinare nelle situazioni più estre-

me, in tempi sempre più ridotti e pronte a su-bire lamentele collettive - suocera e figli com-presi - se la pasta non è proprio al dente, se ilragù è troppo salato o se il secondo è un po’abbronzato.

Poi, svanito l’incanto della preparazio-ne, Paganini non si ripete. E rassettare la cu-cina è un onere a carico nostro. Ed è proprio

allora, mentre sgrassi i fornelli e asciughi schizzidi sugo e olio in angoli della casa che prima nem-meno conoscevi, che capisci che in fondo, l’uo-mo ai fornelli poi tanto sexy non è. Capisci che igrandi chef, dopotutto, vivono male (troppa rab-bia, troppa competizione tra quei tegami!), e ca-pisci soprattutto che se il tuo compagno non saràmai un cuoco provetto, di certo è e sarà sempreuna buona forchetta. E che, in fondo, non ti ba-sta altro.

Che Ovidio ci perdoni, se abbiamo impune-

mente preso in prestito il titolo della sua raccol-

ta di epistole per inaugurare questa nuova ru-

brica di 6Donna. Ma anche sulle colonne di questo magazine –

oggi proprio come allora - le “Heroides” rappre-

sentano una raccolta di lettere aventi come og-

getto sfoghi e lamentele del sesso femminile, in pe-

na (nel nostro caso benevolmente) a causa dei

propri uomini. Su ogni numero, dunque, una eroina moderna

- sia essa una lettrice o una nostra redattrice -rac-

conterà piccole e grandi (in)sofferenze tratte dal-

la quotidianità. Con ironia e un pizzico di pepe!

23g e n n a i o duemilaquattordiciViaggi

Restyling

A volte non c’è bisogno di at-traversare gli oceani e arrivareall’altro capo del globo per sco-prire, visitare ed entrare in contattocon le bellezze del mondo. Nono-stante sia risaputo che l’Italia ab-bia un’altissima concentrazionedi ricchezze storiche, artistiche enaturalistiche, in molti ignoranocome alcune di queste siano, di fat-to, concentrate proprio nello spe-rone d’Italia, a due passi da casanostra. Al contrario, ce ne accor-giamo solo quando sono gli altri afarcelo notare.

E’ il caso recente della SacraGrotta di Monte Sant’Angelo,quella dedicata all’Arcangelo Mi-chele, entrata – diremmo, di dirit-to - nella schiera delle 10 GrotteSacre più belle del mondo, secon-do l’autorevole rivista americanaNational Geographic, pubblicatain moltissimi paesi del mondo etradotta in 31 lingue diverse, con-tando ben cinquanta milioni di let-tori.

Sacralità e mistero sono i ca-ratteri della grotta di San Miche-le che da secoli affascinano e con-quistano credenti e non. “Terribi-lis est locus iste. Hic domus dei estet porta coeli”, ovvero “Impres-sionante è questo luogo: qui è lacasa di Dio e la porta del cielo”.Questa l’iscrizione che troneggiaall’ingresso dell’imponente San-

tuario: un luogo unico al mondo,da custodire e valorizzare senzaperò negarlo alla fruizione dei vi-sitatori, siano essi fedeli, storici osemplicemente turisti e curiosi.Più di 1500 anni di storia per unSantuario che negli anni è statometa ininterrotta di pellegrinaggie luogo visitato da papi, re e im-peratori. L’ultima, la visita di PapaGiovanni Paolo II, nel 1987. E’ que-sto l’unico luogo di culto al mon-do non consacrato da mano d’uo-mo: fu insignito, del titolo di “Ce-leste Basilica” perché secondo lafede cattolica fu benedetto dal-l’intervento diretto dell’Arcange-

lo, che è l’unico santo menziona-to dalla Bibbia. L’ingresso del san-

tuario è collegato all’atrio internodella struttura attraverso gli 86 gra-dini della Scalinata Angioina: daqui - attraverso le Porte in Bronzorealizzate nel 1707 a Costantino-poli - si entra nella basilica costi-tuita quasi per intero dall’anticagrotta, una suggestiva cavità cal-carea e luogo in cui, secondo la tra-dizione, l’Arcangelo Michele ap-parve al vescovo di Siponto. Al-l’interno, vi è l’altare con la statuadi San Michele fatta realizzarenel 1507. La basilica santuario diSan Michele Arcangelo, inoltre,dal giugno 2011 è iscritta nella li-sta dei beni patrimonio mondialedell’umanità tutelati dall’Unesco,nell’ambito del sito seriale “I Lon-gobardi in Italia, i luoghi del potere(568-774 d.C.)”.

Angela Dalicco

Sacralità e mistero rendono unica la sacra grotta dell’Arcangelo Michele

“La porta del cielo” sul tetto del mondo:parola della National Geographic Society

La Sacra GrottaLa tradizione fa risalire l’arrivo del

culto micaelico sulla montagna gargani-ca all’ultimo decennio del V secolo, fis-sando al 490, 492 e 493 le tre apparizionidell’Arcangelo Michele, due delle qualial vescovo di Siponto. La ricostruzionedella storia del Santuario e del culto del-l’Arcangelo sul Gargano si fonda preva-lentemente sul Liber de apparitione san-cti Michaelis in monte Gargano(Apparitio), una operetta agiografica va-riamente datata dal V all’VIII secolo e ric-ca di elementi miracolistici. Il racconto èconosciuto da tre episodi: l’episodio deltoro (490), l’episodio della vittoria (492),l’episodio della dedicazione (493). Inol-tre, vi è anche una quarta apparizione,quella del 1656, quando l’Arcangelo li-berò la città garganica dalla peste.

HEROIDESLettere di quotidiana (in)sofferenza

Gli uomini ai fornelli sono davvero un buon affare?

“Effetto Masterchef”

COSTUME E SOCIETA’

Il Museo Civico di Foggia sirifà il look. E questo per esserepiù funzionale e fruibile dai vi-sitatori, grazie ad un finanzia-mento di 500mila euro. L’inter-vento principale riguarda la‘musealizzazione’ della Sala delMosaico dei grifi e delle pante-re destinata ad ospitare duemosaici di pregio provenientidall’antica Arpi. Al suo internosarà realizzato un allestimentodi luci e suoni capace di stimo-lare la curiosità dei visitatori at-traverso la creazione di un’at-mosfera coinvolgente. Parte delfondo sarà investito nella rea-lizzazione di video e file audiodestinati ad essere riprodotti suI-Pad forniti all’entrata per for-nire informazioni sui periodistorici, i luoghi di provenienza,i materiali utilizzati ed il signi-ficato dei reperti. Prevista an-che la redazione di guide e ma-teriali didattici per bambini.

Il fondo rientra nel POIN“Attrattori culturali, naturali eturismo FESR 2007-2013”, atti-vato dal servizio Beni Cultura-li della Regione Puglia a segui-to dell’accordo con il ministerodei Beni e delle Attività Cultu-rali.

La Basilica Celeste è l’unico luogo non consacrato da mano d’uomo: secondo la fede cattolica fu legittimata dall’intervento dell’Arcangelo

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