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Inchiesta La notte “buia” dei ricercatori Società Contro il cancro vince il mangiar sano Benessere I rimedi alla meteoropatia Abito in copertina si ringrazia: VALE ROSE Via S. Altamura 9 - Foggia MODA: Colori d’autunno

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InchiestaLa notte “buia” dei ricercatori

SocietàContro il cancro

vince il mangiar sano

BenessereI rimedi alla meteoropatia

Abito in copertina si ringrazia:

VALE ROSE Via S. Altamura 9 - FoggiaMODA: Colori d’autunno

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2 o t t o b r eduemilaundici sommario

ditoriale

Niente “per caso”, niente im-provvisazione. Tutto, sembra, or-ganizzato. Ma cosa sta accadendomi chiedo? Siamo partiti da unacrisi economica e siamo finiti in unclima da guerra civile. Il governochiede ai cittadini sacrifici, la gen-te “indignata” vorrebbe risponde-re il suo “no” in modo pacifico e siritrova in strada in mezzo ad unamalgama di facinorosi che urla-no, picchiano, calpestano, spacca-no tutto, violano anche il terrenosacro di una chiesa e riducono inpezzi un Cristo in croce. Non unaprotesta improvvisata quella di Ro-ma, ma una spedizione con inten-ti punitivi organizzata con preci-sione. Sembra addirittura che gliestremisti abbiano partecipato alezioni di strategia militare in Gre-cia, Paese ormai collaudato sia sulfronte “crisi” che su quello delleproteste di strada.

Possibile che sia così difficiletrovare soluzioni concrete e im-mediate alla crisi economica e alcrollo delle borse, possibile che traottanta Paesi in cui “gli indignati”sono scesi in strada, solo su Romasi sia abbattuto questo tornado di-struttivo? Possibile che, nonostan-te si trattasse di un evento annun-ciato, non si sia riusciti ad evitare ilpeggio? L’unica consolazione sem-bra essere quella dell’ “almenonon ci è scappato il morto”. Pensoche sarebbe necessario che tutti ri-conquistassero un po’ di dignità, apartire dalla classe politica, nazio-nale e internazionale, di destra edi sinistra, di maggioranza o di op-posizione, ormai chiaramente in-capace di dare risposte concretealle richieste di maggiore e mi-gliore vivibilità da parte della co-munità. E pensare che la gentevorrebbe solo un po’ di tranquilli-tà, sicurezza, qualche certezza inpiù.

L’argomento crisi è entrato an-che nella nostra inchiesta: la cura almale della comunità internazio-nale trova spazio, secondo il retto-re dell’Università degli Studi diFoggia Giuliano Volpe, nell’incre-mento degli investimenti nel cam-po della ricerca e dell’innovazio-ne tecnologica. “Ricerca”,qualcosa di raro, sempre più raro,destinato tra le tante impellenzeed emergenze, ad essere rinviatoin attesa di tempi migliori. E in-tanto i nostri ricercatori, tra i mi-gliori di tutto il mondo, vanno al-l’estero “in cerca” di fortuna.Fortuna che trovano, se è vero cheda subito guadagnano quattro vol-te di più rispetto a quanto acca-drebbe in patria. E rispetto, più diquanto il precario, anche se uni-versitario, riceve in Italia.

Mi piace concludere con unaaffascinante immagine che ci haregalato proprio Volpe: il senso ve-ro della ricerca sta nel suo non ave-re un obiettivo preciso, e nel pro-cedere quasi “a caso”. Siimboccano strade diverse, spessosbagliate, ma quando ci si incam-mina per quella giusta, sarà quel-lo il momento che cambierà la no-stra vita.

4 Personaggio del mese• Anna Rita Venturino, quando

il marketing diventa mestiere

5 Società• Contro il cancro

vince il mangiar sano

6 Inchiesta• La notte “buia” dei ricercatori

italiani: tanta gavetta e a cinquant’anni ancora precari

8 Attualità• Nasce il Centro risorse per le famiglie

9 Nuove Iniziative• Sitterlandia

10Mondo Bimbi• E’ in Capitanata il nido della cicogna• Fatti per essere protagonisti

12Benessere• Quando il tempo si fa sentire

13Passerelle• Moda che ama reinventarsi

14Architetto• Rinnovare con il parquet

15Amiche piante• Ricordi di un breve viaggio

16Salute e alimentazione• Il piacere della tavola

è anche “gluten-free”• Zucca e cereali contro i primi freddi

17Rubriche

21Farmacia• Capricci intestinali

23Viaggi• Mekong

di ANNA RUSSO

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3o t t o b r eduemilaundici

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4 o t t o b r eduemilaundici personaggio del mese

La Know K. , azienda specializ-zata nella progettazione e eroga-zione della formazione professio-nale, nasce nel 1995 per opera delfratello Sergio che due anni dopole chiede di aiutarlo per una setti-mana a risolvere alcune questionilegali. A quei tempi la sede è in viaBari. Da allora passano quattordicianni, la sede cambia e con essa an-che l’evoluzione della società, maAnna Rita Venturino è ancora, econ soddisfazione, in Know K., do-ve ricopre l’incarico di direttore diMarketing e Comunicazione. Trale attività di cui va più fiera c’è loSchool Day, una manifestazioneche lei stessa organizza pressol’Università Europea di Roma or-mai da otto anni, una vetrina dovevengono esposte tutte le tecnolo-gie di ultima generazione del set-tore formativo. Proprio lei, che, sor-ride nel ricordarlo, ha sempre avutoun difficile rapporto con tutto ciòche è ‘tecnologia’, oggi è felice diessere un dirigente aziendale per-ché, confessa, un’azienda comeKnow K. non ha avuto bisogno solodi informatici ma anche di altro: de-

terminazione, pas-sione, personaleche portasseavanti la sua mis-sion con sacrificio.

“Noi credia-mo fermamentenella continuaevoluzione delletecnologie e dellepersone ad esse collegate. Abbia-mo voluto rappresentare questo no-stro credo con un collage di foto-grafie posizionato all’ingresso deinostri uffici che percorre tutti i tem-pi dell’evoluzione tecnologica ac-compagnati da chi li ha resi e li ren-derà possibili: c’è il passato con igrandi nomi della storia delle tec-nologie, c’è il presente con tutti noidi Know K. e c’è il futuro con tutti ivolti dei nostri figli, dipendenticompresi, coloro che ci auspichiamoporteranno avanti l’azienda”.

La passione sembra essere ilmotore delle sue azioni. Cosa si-gnifica avere una passione e col-tivarla?

“Passione significa dedicarsitotalmente ad un progetto senza

pensare a cosa si ha in cambio equesto vale nei rapporti umani co-me nel lavoro: solo così si può rea-lizzare qualcosa di importante”.

Il suo motto è entrare in ufficioe non guardare più l’orologio…passione ma anche dedizionecompleta?

“Quando ami tanto il tuo lavo-ro non ti accorgi del tempo che pas-sa e se bussa qualcuno per avvisar-ti che la giornata lavorativa è finitaquasi ti dispiace perché avresti vo-luto fare ancora tante altre cose. Iosono abituata al full time”.

Questo può farlo perché i suoifigli sono grandi ormai…

“Hanno entrambi una profes-sione e una famiglia, infatti, ho po-tuto dedicarmi al lavoro con questi

ritmi solo quando i miei figli sonocresciuti e hanno conquistato la lo-ro indipendenza”.

Ritiene quindi che una donnasia condizionata nelle sue sceltelavorative dalla famiglia?

“Sicuramente si, però io non homai pensato che la famiglia doves-se bloccare i miei ideali lavorativi.Per me la famiglia ha la stessa prio-rità rispetto al lavoro. Con un po’ diintelligenza, secondo me, si puòportare avanti tutto ciò in cui si cre-de e che si ama. Ai figli, oggi, non stodedicato il massimo del mio tempo,ma alle 13 del sabato sino alla do-menica sera scatta l’ora X, lascio levesti da manager e indosso quelle dimamma-nonna, mi dedico total-mente alla famiglia e tutti siamo fe-lici di ritrovarci”.

Si considera una donna rea-lizzata?

“Si, naturalmente; certo sareb-be potuta andare meglio ma anchepeggio, per cui mi sento soddisfat-ta così”.

C’è una vena di rimpiantonelle sue parole…

“In realtà c’è un desiderio ir-realizzato. Avrei voluto praticare lacarriera da magistrato ma avevo ifigli troppo piccoli per un impegnocosì gravoso. Non ho avuto il tempomateriale per prepararmi a affron-tare un concorso così importantequale quello di uditore giudiziario”.

Come si convive con un rim-

pianto?“Non lo definirei rimpianto

perché, considerato quanto oggi èdiscussa la figura del magistrato,preferisco essere un dirigented’azienda. Tutto sommato forse èandata meglio così. Sono felice esoddisfatta di tutto ciò che ho rea-lizzato fino a oggi”.

Quali sono le difficoltà chesecondo lei incontra una donnache lavora?

“La donna che lavora ha sicu-ramente una vita più dura rispettoall’uomo, sia perché deve divider-si tra impegni lavorativi e domesti-ci, sia perché, per far carriera, de-ve conquistarsi la considerazionealtrui più di quanto debba fare l’al-tro sesso. La lotta per una donna èancor più forte se la competizionelavorativa è con altre donne, pur-troppo, tra di loro, molto spesso nonc’è solidarietà. Insomma, una bat-taglia su più fronti. Ma questo hapoca importanza, anzi, la giustacompetizione permette di uscirne,comunque, rinvigorite. Dopo tuttoil sesso forte è quello femminile! Lodimostra il fatto che l’uomo ha co-munque, sempre, bisogno di unadonna. Un bisogno in realtà reci-proco, perché il rapporto sia pureturbolento fra i due sessi è sempreauspicabile, perché è sicuramentemotivo di crescita per entrambi.”

Anna Russo

“La donna che lavora combatte ogni giorno

una battaglia su più fronti”

Anna Rita Venturino, quando il marketing diventa mestiere

Risorse tecnologiche e umane in simbiosi: la grande sfida del secolo

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5o t t o b r eduemilaundicisocietà

EditorePublicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.

Direttore ResponsabileAnna Russo

CaporedattoreAngela Dalicco

Hanno collaboratoMaria Rosaria De LeonardisMaria Grazia FrisaldiMariangela MarianiDalila CampanileElisabetta CiavarellaIrma MeccaEmanuela Cafaro

Rubricheavv. Rosangela Lorisoavv. Caterina Monopolidott.ssa Marcella Bevilacquadott.ssa Marilena Tomaiuolodott.ssa Adelaide Leccesedott.ssa Noemi Tizzanodott.ssa Maria Grazia Bellantuonodott.ssa Ines Panessadott.ssa Anna Leporeprof.ssa Maria Santillo

RedazioneFoggiaVia Tressanti, I trav. (vill. Artig.)Tel. 0881.56.33.26 - Fax [email protected] internetwww.6donna.com

Impaginazione e stampaPublicentro Graphic

Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia

n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

Anche questo an-no ripartono i corsid’inglese presso lascuola di ingleseCHILDREN’S HOU-SE di Foggia. Il centrodi lingua, dopo i suc-cessi avuti lo scorsoanno accademico, ria-pre dedicando le pro-prie attività formativeai bambini. I corsi sonoinfatti rivolti ai bam-bini a partire dai treanni di età. L’insegnante italo scozzese Dota Maria Manuela ac-coglie i propri bambini in un ambiente familiare e accoglien-te. Il metodo praticato riprende lo stesso processo naturale at-traverso il quale i bambini apprendono la lingua italiana; giochie attività multisensoriali sono al centro delle attività linguisti-che mentre canzoni, rime, favole e fiabe animano la lingua in-glese. Il metodo vuole potenziare le abilità di apprendimentodelle lingue perché i bambini, a differenza degli adulti, sonomotivati all’apprendimento delle lingue straniere da un natu-rale interesse, una curiosità e un piacere spontanei liberi daaltre categorie linguistiche. Oltre ad offrire corsi per bambini,la scuola d’inglese ha attivato anche corsi di perfezionamen-to e recupero rivolti agli adulti.

Per visitare la struttura, il piccolo mondo CHILDREN’SHOUSE vi aspetta in via Miranda 8 nei pressi del centrocommerciale Mongolfiera - Tel.328 5539508.

Il Coro Polifonico “Jubilate Deo” indice audizioni per aspiranti canto-ri al fine di ampliare il proprio organico. Ai partecipanti non è richiesta alcu-na conoscenza musicale.

L’attività del Coro è aperta a chiunque - senza limiti di età - voglia ci-mentarsi nella pratica della musica corale, imparando a usare al meglio lapropria voce e venendo a contatto con i capolavori della musica sacra e pro-fana di tutti tempi.

Il Coro invita quanti fossero interessati alla “prova aperta”, che ha luo-go ogni venerdì alle ore 19,30 presso la sede dell’Accademia Musicale “A.Chénier”. In ogni momento dell’anno è comunque possibile richiedere un’au-dizione. Al fine di migliorare le proprie potenzialità, presso il Coro è attivo uncorso di tecnica vocale tenuto da insegnanti specializzati.

Il Coro Jubilate Deo, attivo già da 10 anni, ha superato il traguardo delcentesimo concerto e può vantare collaborazioni con formazioni orchestrali erealtà musicali di grande prestigio. E’ stato sempre diretto dal Maestro Car-men Battiante. La partecipazione all’attività corale è gratuita.

La lotta tra il bene e il male è una battaglia che si gioca a tavola

Non esistono tumori fulminanti: la loro origine par-te da lontano. E’ per questo che è possibile prevenirli

Contro il cancro vince il mangiar sanoVeronesi lo dice da tempo: la

prevenzione contro il tumore è unabattaglia che si gioca a tavola. C’èchi la chiama “dieta”, c’è chi con-sidera il termine troppo restrittivo,preferendo il più neutro “alimen-tazione”, fatto sta che quella medi-terranea sembra essere la migliorescelta che si possa fare, forchettaalla mano. Perché buona e perché fabene. Se ne è discusso nel corso diun convegno tenutosi presso la fa-coltà di Agraria di Foggia e che haavuto come tema la stretta correla-zione tra dieta mediterranea e pre-venzione dei tumori.

“La dieta mediterranea è enfa-tizzata, tutti ne parlano, ma nonmolti la conoscono realmente. E’ unprodotto della nostra terra, utilenelle malattie cardiache, nel dia-bete, in pratica in tutte le patologiecroniche tra cui anche il cancro”. E’stato Francesco Marinaccio, pre-sidente dell’Associazione italianaprevenzione nutrizionale dei tu-mori, a spiegare come si formano lecellule cancerogene e quanto ladieta mediterranea risulti utile nel-la lotta al cancro. “Con cancro si de-ve intendere quella cellula che, permutazioni del DNA, inizia a molti-plicarsi e in un lungo lasso di tempoinvade e si sviluppa in metastasipresentandosi come una malattiacronica. Il tumore, quindi, che vie-ne riscontrato in un paziente, in re-altà si è sviluppato vent’anni primadella diagnosi ed ha avuto tutto iltempo di dare manifestazioni seriedi sé”. Il fatto che sia una malattia

cronica è per noi dunque un beneperché ci permette di adottare deicomportamenti preventivi. Come?“Attraverso la dieta mediterranea– ha chiarito Marinaccio - che, seselezionata con l’aggiunta di ali-menti fitochimici, come il tè verde ola curcuma, va a distruggere quelcavaliere nero, quel mediatore chi-mico che il cancro, man mano checresce, emette e impedisce alle cel-lule difensive, che vengono “stor-dite”, di attuare le proprie difese.Noi dobbiamo far sì che questoesercito delle difese immunitarierinvigorisca e per farlo dobbiamoaffidarci ad una sana e proficua ali-mentazione come quella mediter-ranea. Questo deve essere uno sti-le di vita che va inculcatosoprattutto nei giovani. Noi, infatti,non sappiamo quando si è svilup-pata la prima cellula cancerogena,se io domani dovessi scoprire cheho un tumore, questo è chiaro che ènato dieci, venti anni fa. Se in que-

sto lungo periodo avessi adottatoun tipo di alimentazione, molto ve-rosimilmente avrei potuto rallen-tarne l’evoluzione e combatterlo.Una volta scoperto il tumore e dopoche si è intervenuti chirurgica-mente si è comunque sempre intempo a modificare il proprio stiledi vita, con una alimentazione ade-guata: non solo starò meglio ma an-che la mia aspettativa di vita au-menterà”.

Di fondamentale importanza èl’invito di Marinaccio a svolgere pe-riodicamente semplici esami di la-boratorio, quali l’Albuminemia e laPCR (la Proteina C Reattiva), cheevidenziano la presenza di infezio-ni: campanello d’allarme questoche deve indurre ad un cambia-mento dello stile di vita.

Ma, in definitiva, cosa è chenon dovrebbe mancare sulle nostretavole e cosa andrebbe, invece, evi-tato? Lo ha spiegato Alessandro

Notaro, presidente dell’Associa-zione per la dieta mediterranea. “E’assolutamente da preferire un’ali-mentazione vegetale: verdure, le-gumi, riso integrale, pane integra-le, pasta, olio extravergine di olivain quantità moderate, vino rosso,anche questo con moderazione. Bi-sogna poi tornare al sano consumodi pesce azzurro, proprio quello cheun tempo veniva bistrattato, a par-tire dalle alici, la palamite, il tonno,lo sgombro, tutti ricchi di Omega 3,principio antiossidante fondamen-tale contenuto anche e in notevoliquantità nel più rinomato salmonenordico. Con l’aggiunta di frutta ilquadro della dieta mediterranea ècompleto. Esistono, poi, quegli ali-menti che vanno consumati inquantità ridotte come le carni rosse,a cui vanno preferite quelle bian-che (pollo, coniglio, tacchino). Unno perentorio va al consumo di sa-le, causa di ipertensione e conse-guente ictus, oltre che di asmabronchiale e osteoporosi. Oggi èdifficile dire ad un soggetto di man-giare senza sale perché è contenu-to in tutti gli alimenti a partire dal-l’acqua minerale (bicarbonato disodio). Eppure il sale può essere so-

stituito dalle spezie, come il pepe-roncino (utile alla salute perchè va-sodilatatore); sulle verdure si pos-sono usare il limone o l’acetobalsamico. Se poi nella nostra pie-tanza ci sono zucchine o fagioli, nonè necessario aggiungere il sale per-ché si tratta di alimenti già dotati diun sapore accentuato. Anche il sa-le è un vizio come il fumo, se ci ri-nunci, pian piano il palato si abituaai sapori originali”. Altro cartellinogiallo va a dolci e latticini: i secon-di, in particolare, nonostante sianoutili apportatori di calcio, sono ric-chi di grassi per cui “sono da pre-ferire quelli meno grassi come ri-cotte (la migliore è quella di capraperché ha una bassa quantità di co-lesterolo) e mozzarelle”.

A tavola per star bene dunque.Parola di esperti e cuochi made inItaly. Elisabetta Ciavarella

Dott.ssa M. Manuela Dota Titolare Children’s House

Parlare Inglese allaChildren’s House

MUSICA: Audizioni per il coropolifonico “Jubilate Deo”

Un momento del convegno

Dott. Francesco Marinaccio

Dott. Alessandro Notaro

“Nulla c’è più nobile del canto, virtù salvatrice di umanità. Per questo quando un popolo canta c’è da sperare ancora. Nulla fonde animi e caratteri quanto un coro, quando è vero coro; quanto sentirsi componenti di un coro, allora l’appuntamento, il ritrovarsi e il sentirsi presenza necessaria a cantare, è come un convenire di innamorati. Allora il sacrificio diventa spontanea gioia e stima per vivere!”

David Maria Turoldo

PER INFO:www. accademiamusicalechenier.ite-mail: [email protected]. Tel. : 335.1374132

Sede operativa Accademia: c/o Pia Fondazione “L. Scillitani”, Via L. Scillitani, 17 - Foggia

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6 o t t o b r eduemilaundici inchiesta

In tre anni la crisi ha colpito anche le università. La “scure

Lo dice il presidente Giorgio Napoletano, lo ribadisce il rettore Giuliano Volpe:

“Senza ricerca e innovazione l’economia non riparte”

E’ nata come un’iniziativa pro-mossa dalla commissione europea,una notte all’insegna della curiosi-tà, del dibattito scientifico con as-saggi di scienza, esperimenti, gio-chi, test, spettacoli. Ma se è veroche la “notte” porta alla mentel’idea di “oscurità”, allora non po-teva essere scelta un’immagine mi-gliore per rappresentare la situa-zione della Ricerca in Italia dove,dati alla mano, negli ultimi tre anniè stato registrato un crollo del nu-mero di pubblicazioni scientifiche:una perdita di migliaia di lavori cheha danneggiato la stessa capacitàdi ripresa del Paese. A spiegare neldettaglio la forte correlazione tra ri-cerca, innovazione e crescita eco-nomica è il Rettore dell’Università diFoggia Giuliano Volpe.

“La produzione scientifica è un

indicatore importante perché, perpubblicare un lavoro su una rivistainternazionale, bisogna che ci sianoalla base delle ricerche. Per fare lericerche servono fondi. Come si-stema universitario, quello italianoè settimo per produzione scientifi-ca, pur ricevendo un finanziamen-to statale che lo colloca al penultimoposto tra i Paesi più sviluppati del-la zona OCSE”. Ciò significa che i ri-cercatori italiani, fanno una ricercamigliore nonostante siano in nu-mero inferiore ed abbiano menofondi a disposizione. “L’unico checomprende le ragioni del sistema èil presidente della Repubblica Gior-gio Napolitano. Proprio in questeore sostiene che, per superare la cri-si, c’è un’unica ricetta: investire in ri-cerca e innovazione. Del resto lostanno facendo con successo altriPaesi come la Germania, la Franciae stati emergenti come l’India e laCina. L’errore dell’Italia è statoquello di puntare ad una riduzionedei tagli senza un efficace piano diinvestimenti: tagli indiscriminati enessun investimento hanno portatoalla situazione attuale, in pratica adun tasso di crescita pari allo zero”.

L’università italiana ha regi-strato nel corso di questi ultimi an-ni una riduzione dei finanziamentistatali di oltre un miliardo di euro.La ripartizione di questi fondi tra levarie sedi italiane non sembra ri-sultare del tutto equa. “I tagli han-no colpito molto più pesantemente

le università meridionali innanzi-tutto per un sistema sperequato cheè andato consolidandosi nel tempoper cui ci sono università (soprat-tutto del nord) che ricevono 6.500euro all’anno per studente, altreche ne ricevono 2.200. Quella diFoggia ne riceve 3.500, mentre lamedia nazionale è di 4.500 euro: ci-fre che si trasformano in 7 milioniin meno all’anno nel bilancio. Que-sto accade, anche perché, per sta-

bilire gli importi del finanziamen-to, si utilizzano criteri non oggettivi.Una legge del 2009 del MinistroGelmini ha introdotto il meccani-smo cosiddetto “premiale” che pre-vede che una parte dei finanzia-menti (il 13%) venga distribuita aseconda di determinati parametrisulla didattica e sulla ricerca, rea-lizzati su misura dei politecnici delnord: questi parametri premiano,per esempio, la possibilità dioccupabilità dei laureati, cheovviamente è maggiore alnord per un sistema del la-voro più funzionante e risul-ta naturalmente superioreper alcuni settori quale quel-lo degli ingegneri, a scapitodelle aree umanistiche”.

LA SITUAZIONE A FOGGIA

Negli ultimi tre annil’università degli Studi diFoggia ha perso il 9,2% delfinanziamento statale, il chesignifica, in soldoni, che èpassata da 39 milioni di eu-ro a 35 in due anni. “Nonostantetutto – chiarisce il rettore GiulianoVolpe - riusciamo a chiudere il bi-lancio in pareggio”. I fondi stataliservono, oltre che per la finanziarela ricerca, per i servizi agli studen-ti, per il miglioramento della didat-tica, per garantire gli stipendi alpersonale docente ed amministra-tivo e per le spese fisse, bollette, te-

lefoni, utenze che pure sono stateridotte drasticamente. “Oggi, cer-to, la situazione è tragica perché ab-biamo problemi di funzionamentoordinario: vigilanza, pulizia, ma-nutenzione e questo si avverte. Ep-pure, attualmente, per le spese cor-renti spendiamo meno della metàdi quanto accadeva cinque anni fa.Il personale che, per trasferimentio comandi, si è trasferito altrove èstato riequilibrato da giovani ricer-catori. In questi tre anni ne abbia-mo assunti 48. Questo perché cre-diamo molto in loro”.

Naturalmente, la drastica ridu-zione dei fondi statali ha provoca-to a Foggia gravi ripercussioni sul-la ricerca che hanno colpito anchequi soprattutto i settori umanisticie quelli delle scienze fondamenta-li, meno quelli orientati verso l’in-novazione tecnologica e le impre-se, per i quali si è potuto accedere adiversi fondi esterni, non statali. “Il30% del nostro bilancio, attual-mente, è costituito da altri fondi,pubblici e privati. Il problema è chesi tratta di fondi finalizzati a deter-minati progetti. Quando questi fi-niscono si rimane bloccati. Serve in-vece un finanziamento per laricerca ordinaria. Mi spiego meglio:se faccio ricerca applicata per risol-vere una determinata esigenza perconto di una azienda, utilizzo co-noscenze che già ho. La vera ricer-ca è quella che non si pone l’imme-diato obiettivo del risultato, ma cheimbocca dieci strade di cui, maga-ri, nove si rivelano infruttuose, ma sela decima risulta giusta, sarà quel-la che farà fare grandi scoperte. Seil Paese non finanzia questo tipo di

attività, viene meno il concetto stes-so di ricerca. I più adatti a praticar-la sono, poi, i giovani perché un uo-mo offre il meglio della ricerca tra iventi e i quarant’anni, per un fatto dienergia, capacità e motivazioni. Cisono ricercatori eccellenti anche asettant’anni, ma non è con le ecce-zioni che si costruiscono i sistemi”.

Anna Russo

La notte “buia” dei ricercatori italiani: tanta

Una premessa doverosa da fa-re prima di parlare della lungastrada da percorrere per diventa-re ricercatore e docente universi-tario è che all’estero il ricercatoreguadagna quattro volte di più chenelle università italiane e riceveuna grande considerazione so-ciale, a differenza di quanto ac-cade in Italia dove “ricercatore”equivale a “precario”, “ideali-sta”, “disperato”.

Può aspirare a diventare ri-cercatore ogni laureato di qualitàche abbia passione e consapevo-lezza dell’impegno a cui va in-contro.

Primo step: il dottorato di ri-cerca. E primo punto dolente, idottorati sono pochissimi. A Fog-gia attualmente ne sono stati ban-diti 14, qualche anno fa si arriva-va anche a 90-100. il dottorato diricerca dura tre anni e termina conla realizzazione di una tesi, già ti-tolo scientifico, e pubblicazioni

scientifi-che. Poile stradesono tan-te, mal’indirizzoè uno:tanto pre-cariato.

S e -c o n d ostep: l’as-segno dir i cerca .Anche inq u e s t ocaso sia c c e d e

tramite concorso. E’ finanziato dafondi di enti o aziende private(che avrebbero ingenti agevola-zioni fiscali sostenendo progettidi ricerca).

Terzo step: i concorsi da ri-cercatore a tempo determinato.Con la nuova legge Gelmini sonostati eliminati i ricercatori a tempoindeterminato, contratto sostitui-

to da quello di durata triennale acui può aggiungersi un ulteriorebiennio. Si accede sempre perconcorso. In questo periodo il ri-cercatore dovrebbe già aver pub-blicato dei lavori scientifici che glipermettano di partecipare a con-corsi annuali in ambito nazionaleper passare al passo successivo.

Quarto step: l’abilitazioneda ricercatore associato. Si trat-ta di un concorso nazionale.

Quinto step: docente asso-ciato. Nel momento in cui un ri-cercatore ha acquisito l’abilita-zione viene chiamato comedocente associato a tempo inde-terminato, sempre se l’universitàha i fondi necessari per assumerepersonale.

In teoria, seguendo questopercorso, si inizia a venticinqueanni (al momento della laurea) e siarriva al quarto step a trentadue-trentatrè anni, ma questo non ac-cade quasi mai. “Ho visto cin-quantenni fare concorsi daricercatori – conferma GiulianoVolpe, rettore dell’Ateneo fog-giano -. La certezza è che si tra-scorrono anni e anni di precariato,di lavoretti e di sacrifici. Questoriduce la capacità di ricerca, la ca-rica interiore, le possibilità di co-stituire famiglia propria. Posso te-stimoniare per esperienza direttail caso di tante ricercatrici che,proprio per aver atteso troppo alungo un lavoro più stabile, nonsono state più in grado di avere unfiglio e questo è assolutamente in-giusto”.

Ma quanto si guadagna conla carriera universitaria? I ricer-catori cominciano con uno sti-pendio di 1.200 euro al mese, unabuona fetta dei quali va spesa peril continuo aggiornamento, ancheall’estero. Un docente associatoguadagna intorno ai 2.200 euro almese. Un ordinario circa 3.500 eu-ro mensili. Un rettore, rispetto al-l’ordinario, guadagna in più 1.200euro al mese. a.r.

Il percorso della carriera universitaria

Prof. Giuliano Volpe

Rettore Università di Foggia

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Gelmini” ha ridotto drasticamente i fondi per la ricerca

Competitività. Il suo volto è finito suimanifesti, testimonial della Facoltà diAgraria.

Con una fetta di anguria e uno sloganche vale anche la sua sfida dietro ad unospettrofotometro o ad un rifrattometro –roba da scienziati – nell’attesa dell’esito diun altro esperimento. Maria Lucia deChiara, dottoranda di ricerca. A 25 anni ecol massimo dei voti ha indossato il ca-mice. Lei ha fatto la sua scelta. Fa la ga-vetta nel mondo della ricerca.

“Il dottorato di ricerca è l’ultimo stepdella carriera universitaria e il primo del-la carriera da ricercatore. L’obiettivo è ri-manere nella ricerca ed intraprendere lacarriera universitaria, nonostante il pe-riodo non sia dei migliori visti i tagli aifondi pubblici destinati all’università”.

Così la ricerca si autofinanzia tra ban-di e progetti transfrontalieri ed è cacciaalle borse di studio. Le più ambite sonoquelle che finanziano i periodi di studio ericerca all’estero del giovane ricercato-re. Lì non sarà una passeggiata, ma se ilGoverno ci investe le prospettive potreb-bero essere più rosee.

Pullula di donne la Facoltà di Via Na-poli: “Nel nostro laboratorio – racconta -

su 4 dottorandi 3 sono donne, e questo va-le più o meno anche per gli altri gruppi dilavoro”.

È laureata in Scienze e TecnologieAlimentari e specializzata in Scienze de-gli Alimenti e Nutrizione Umana con unatesi di laurea in microbiologia degli ali-menti. “Ci occupiamo principalmente difrutta e verdura fresche, che spesso ven-gono raccolte da noi in campo e portatein laboratorio per le varie analisi, da quel-le di routine, a quelle fatte con strumentidi ultima generazione come lo spectralscanner, che mirano a sviluppare delle ci-netiche di degradazione delle principalisostanze nutritive contenute in frutta everdura attraverso l’analisi d’immagine,quindi con metodiche non distruttive edunque utilizzabili in azienda senza per-dite di prodotto.

L’obiettivo è valutare la shelf-life delprodotto fresco intero o tagliato e confe-zionato in buste o vaschette per determi-nare quale fosse il sistema di conserva-zione che ne permettesse la vitacommerciale più lunga”.

Mariangela Mariani

Siede dietro una scrivania. Davanti il pc,una pila di biglietti da visita e progetti. Nonindossa il camice e tra quelle carte sembra piùun’intellettuale che una donna di scienzadietro la lente di un microscopio. In cima alsuo badge c’è una sigla, PriMe, che sta perProduzione, Innovazione e Mediterraneo.Lei è Maria Luisa Amodio, Ricercatrice inMeccanica Agraria - meglio, Macchine e Im-pianti per le Operazioni Postraccolta - del-l’Università degli Studi di Foggia. È Phd, chesta per Doctor of Philosophy, il più alto tito-lo accademico riconosciuto internazional-mente.

Nel suo ufficio della vecchia palazzinadella Facoltà di Agraria, butta giù progetti esi arrovella in quelle cartelle, tra metodi eobiettivi. Senza un’idea vincente la ricercaè un esercizio accademico. I progetti appro-vati fanno entrare denaro e partner. “Con glianni si sta meno in laboratorio e più dietro lascrivania, ma io cerco di seguire e avviare leprove insieme ai nostri collaboratori e aglistudenti di dottorato”. È esperta in tecnolo-gie a basso impatto per la conservazione deiprodotti ortofrutticoli e nello studio delle ca-ratteristiche qualitative attraverso metodi dianalisi non distruttive come analisi di imma-gine e immagine multispettrale.

“In questi anni abbiamo sviluppato il fi-

lone di ricerca sulle tecnologie per i prodot-ti cosiddetti di quarta gamma (prodotti comele insalate in busta, ndr). Ci occupiamo diqualità e sicurezza, messa a punto di nuoviprodotti, innovativi, ciò che non è in com-mercio”.

I tagli e la riforma pesano come un ma-cigno: “In tempi economici non molto faciliper l’Università si risponde ai bandi per au-tofinanziarci. La ricerca può essere richiestadirettamente dal cliente. Noi stiamo per fir-mare un progetto europeo che abbiamo co-ordinato come gruppo di ricerca, con 14 par-tner che includono altri enti di ricerca masoprattutto altre aziende interessate al risul-tato finale”.

Dal 2002 collabora con il Prof. GiancarloColelli. Dal 2008 è in servizio come ricerca-trice a tempo indeterminato. Un contrattoche presto scomparirà “perché – ci spiega -con la riforma Gelmini vedremo solo ricer-catori a tempo determinato, con l’obiettivodi farli diventare direttamente professori as-sociati o ordinari”. È dura per i Phd del futu-ro. “Io mi ritengo fortunata - conclude - mirendo conto di quanto sia difficile oggi. Ma achi vuole intraprendere questa carriera dicodi lavorare su progetti interessanti e idee vin-centi. Torneranno tempi migliori”.

m.m.

“L’indagine scientifica è un presuppo-sto fondamentale del progresso civile, po-litico e culturale; un elemento essenzialeper l’affermazione di una coscienza ed unimpegno democratico del singolo indivi-duo”.

Definisce così l’importanza della ri-cerca universitaria in ambito giuridico Va-leria Torre, 40enne foggiana, da 5 anni ri-cercatrice di Diritto Penale nelDipartimento di Scienze Giuridiche Pub-blicistiche della facoltà di Giurisprudenzadell’ateneo dauno.

“L’utilità della ricerca scientifica inquesto settore - continua - mi sembra evi-dente: un sistema giuridico “oscuro”, i cuimeccanismi di funzionamento sono igno-ti e del tutto arbitrari, diventa strumento disopraffazione di chi detiene il potere. Vi-ceversa, la conoscenza e la costruzionescientifica di un “sistema giuridico” con-sentono di controllare la correttezza e la le-gittimità del funzionamento di un ordina-mento, sollecitando, inoltre, un’evoluzionee un affinamento degli strumenti giuridicia tutela del cittadino. Solo in questo sensoil concetto di diritto esprime quello di giu-stizia”.Compito fondamentale della ricer-

ca giuridica è quindi vagliare, attraversoun dialogo costruttivo, ma anche critico,l’operato del sistema legislativo e del si-stema giurisprudenziale, al fine di “favorireun progresso sociale verso un ideale (e for-se utopico) sistema di giustizia”.

Gli studi della dottoressa Torre rac-contano un impegno preciso ed uno spe-cifico indirizzo di indagine. “In questo mo-mento - spiega - mi sto occupando deiprofili penali delle attività produttive: si-curezza del lavoro, tutela ambientale, tuteladel consumatore”. Per lei, l’università siidentifica con la ricerca, un binomio chenon si può scindere “senza che l’istituzio-ne accademica smarrisca la sua identità.E’ nostro compito sviluppare un sistema diricerca all’altezza della prestigiosa realtàaccademica italiana per garantire agli stu-denti una formazione in grado di compe-tere a livello nazionale”. E di fronte all’op-portunità di credere ancora alla ricercacome ad una concreta possibilità per il fu-turo lavorativo, Valeria Torre ammette consicurezza: “Certo. Temo, tra l’altro, che lealtre possibili alternative lavorative nonsiano poi così concrete e rassicuranti”.

m.g.f.

“È difficile sfatare lo stereotipo del ri-cercatore chino soltanto su vetrini e micro-scopio. Eppure dobbiamo parlare di ricercascientifica anche quando oggetto di studiosono le ‘scienze umanistiche’. Quanto allaloro importanza, basti un argomento fra tan-ti: la necessità di mantenere viva la memo-ria su temi che permeano ancora oggi la no-stra identità. In assenza di memoria, senza isaperi umanistici, la barbarie è dietro l’an-golo”. A parlare è Tiziana Ragno, ricerca-trice del Dipartimento di Tradizione e For-tuna dell’Antico della Facoltà di Lettere eFilosofia. “L’Ateneo dauno ha i requisiti percoltivare ambiti di studio che, accanto aquelli istituzionali, sperimentino formule in-novative sia nei metodi che nei contenuti”,continua, rilevando come il dipartimento alquale afferisce contiene già nel nome unavisione nuova delle discipline che vi fannoparte, “un luogo in cui si studiano le forme disopravvivenza di quelle culture (antiche,cristiane e medievali) che hanno condizio-nato le letterature, le arti visive, la musica eil cinema”.

AI centro dei suoi studi, la fortuna dellacultura latina nelle letterature e nelle arti di

età moderna e contemporanea. “Con il prof.Giovanni Cipriani, mi sto dedicando allo stu-dio di ‘Giove a Pompei’, un libretto musica-to da Giordano e Franchetti: il libretto, chegià nell’argomento (l’eruzione vesuvianadel 79 d.C.) evidenzia una matrice classica,godette, in più, della mano di un classicistad’eccezione come Romagnoli”. Per spiega-re l’utilità del suo lavoro, la ricercatrice par-te dalla recente tesi di M.C. Nussbaum, se-condo cui la cultura umanistica può giovarealla cultura aziendale, formando managercòlti e lungimiranti, o al senso civico, edu-cando al pensiero critico. “In realtà, accet-tando tout court tale approccio, releghe-remmo le Humanities ad un ruolo ancillare,facendone un hobby per benpensanti: lacultura umanistica, invece, ha un valore in sé,dato dalla necessità di ri-scoprire espres-sioni del pensiero che hanno contribuito al-la crescita dei singoli e delle società. Lo stu-dio del passato può e deve innescare, nelpresente, processi di produzione creativi evirtuosi, che possano salvarci dalla banalitàche dilaga nell’odierno panorama della co-municazione”.

Maria Grazia Frisaldi

Maria Lucia De Chiara

Valeria Torre

Valeria TorreQuando il senso della giustizia passa per la ricerca scientifica

Tiziana Ragno“Senza memoria la barbarie è dietro l’angolo”

Tiziana Ragno

Maria Luisa AmodioPer sconfiggere la precarietàoccorre un’idea vincente

Maria Luisa Amodio

Maria Lucia De ChiaraLa dura gavetta dal campo alla tavola

gavetta e a cinquant’anni ancora precari

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Dialogo, confronto, aiuto, so-stegno. E’ con questa finalità che ilServizio Politiche Sociali della Pro-vincia di Foggia ha istituito il Cen-tro Risorse per le Famiglie con sedepresso la Biblioteca dei Ragazzi de“La Magna Capitana”.

Il Centro si inserisce nel con-testo degli interventi attuatividel Piano d’Azione per le fami-glie di Puglia e nasce come luo-go di elaborazione, informazio-ne, sostegno e aiuto “per e tra” lefamiglie, per affronta-re i problemi della vi-ta familiare, delladifficoltà di conciliareimpegni e tempo di lavo-ro e di cura, per sostene-re le giovani coppie, lefamiglie numerose,quelle monoparentali, i genito-ri temporaneamente in diffi-coltà, le famiglie immigrate.

«Il “Centro Risorseper le Famiglie” – spie-ga l’assessore provinciale alle Po-litiche Sociali, Antonio Montanino– è istituito con la finalità di realiz-zare un luogo nel e attraverso ilquale lavorare per migliorare lacondizione di benessere dei mem-bri della famiglia, promuovendo e

sostenendo la genitorialità; un luo-go di accoglienza per la famiglia co-me prima forma di aggregazionesociale e di risorsa preziosa per isingoli e la comunità. La famiglia –evidenzia Montanino – ha rappre-sentato e continua a rappresentare

la prima agenziaeducativa e illuogo dove si

realizza la genito-rialità, ma in uncontesto cambia-

to e inconti-nuo di-

venire,appare va-riegata esfugge afacili ti-

pizzazioni ri-specchiando leattuali trasforma-

zioni de-mograf i -

che e culturali”.All’interno della struttura si

erogano servizi completamentegratuiti attraverso l’attività diesperti. Il Centro offre uno sportel-lo informativo, uno spazio di ascol-to e un servizio di mediazione civi-

le e penale. Il primo ha il compitodi fornire informazioni su associa-zioni e servizi del territorio a soste-gno della famiglia, sui servizi terri-toriali istituzionali e informali eorientare la scelta della persona infunzione della richiesta.

Lo Spazio di Ascolto è un luogoper la consulenza psicologica el’orientamento rivolti ai singoli, al-le coppie, in particolare nel lororuolo di genitori, e alle famiglie. Unluogo dunque dove dare voce eprestare ascolto ai bisogni della fa-miglia o di un suo membro che sitrovi in difficoltà di fronte ai mo-menti critici della vita familiare: lanascita di un figlio, l’adolescenza,la malattia di un membro della fa-miglia. Insomma un luogo dovepromuovere la competenza geni-toriale per rispondere in modo suf-ficientemente adeguato ai bisognidei figli e alla tutela del minorequalora subentrassero conflitti tragenitori. Il centro infatti fa da so-

stegno anche alle famiglie affida-tarie e adottive che devono far fron-te a delicate dinamiche dell’affido eadozione.

Tra i compiti più innovativi fi-gura poi un’attività culturale “Spa-zio genitori- Coccole e libri”, cheoffrirà consulenza e sostegno allemamme e ai loro bambini nel pri-mo anno di vita. Per i ragazzi piùgrandi restano a disposizione tuttele sezioni della biblioteca, così co-me prevede la mission della “pub-blic library” che ha il compito di of-frire spazi socializzanti, diaggregazione e di crescita della co-munità. Oltre ad incontrare profes-sionisti del settore, le mamme po-tranno così conoscersi e scambiarele proprie esperienze. Importante,da questo punto di vista, il ruolo chesarà svolto dal progetto “Nati perLeggere”, al quale sarà demanda-ta la promozione della lettura nellefamiglie.

Irma Mecca

Arriva dal Comunedi Foggia una boccatad’ossigeno per le fami-glie foggiane in condi-zioni di maggiore diffi-coltà economica. LaGiunta comunale, suproposta dell’assessoreall’Urbanistica e alle Po-litiche abitative, LuigiFiore, infatti, ha approvato l’avviso pubbli-co per il contributo ai fitti per l’anno 2010: fi-no a massimo 3.098,74 euro annui per i nu-clei familiari inseriti nella Fascia “A” e amassimo 324,06 euro annui per quelli inse-riti nella Fascia “B”. Gli aventi diritto do-vranno presentare domanda entro mezzo-giorno di venerdì 4 novembre.

Per semplificare. Le due fasce corri-spondono al reddito annuo complessivo delnucleo familiare. Nella fascia “A” rientranoi nuclei con un reddito non superiore a11.985,22 euro annui, pari a due pensioniminime INPS, rispetto al quale l’incidenzadel canone di locazione risulti non inferio-re al 14%. Nella fascia “B” i nuclei con red-dito annuo complessivo non superiore a14.000,00 euro, rispetto al quale l’inciden-za del canone risulti non inferiore al 24%.

Ulteriori criteri. Fra i criteri per l’asse-gnazione del contributo, oltre al reddito eall’importo annuo della locazione, sono va-lutati anche la presenza di persone di età

superiore ai 65 anni, lapresenza di disabili con ungrado di invalidità supe-riore al 66%, la presenzadi più di due figli minori, ilfato che il nucleo sia com-posto da un solo genitoree figli minori o disoccupa-ti, il fatto che il nucleo siaaffidato ai Servizi Sociali a

seguito di provvedimento dell’Autorità Giu-diziaria Minorile.

In base alle domande ritenute formal-mente regolari, saranno stilate due distintegraduatorie, con punteggi elaborati in mo-do da favorire i nuclei familiari più bisognosidel contributo.

Le domande vanno presentate su cartasemplice utilizzando solo la modulistica ap-positamente predisposta dal Servizio Poli-tiche presso la sede in Via Gramsci, 17 opresso le sedi delle circoscrizioni comuna-li. In alternativa potrà essere utilizzata lamodulistica prelevata dal sito web“www.comune.foggia.it”, “Bandi Gare eAppalti”, “Bandi attivi”, “Contributo loca-tivo”.

Gli elenchi provvisori, approvati da unaCommissione appositamente costituita, sa-ranno pubblicati all’Albo Pretorio e sul sitoweb del Comune di Foggia per un periododi 15 giorni entro il quale gli interessati po-tranno presentare opposizione.

8 o t t o b r eduemilaundici attualità

A disposizione dei cittadini uno sportello informativo, uno spazio di ascolto e un servizio di mediazione

Promosso dai Servizi sociali della Provincia di Foggia

Nasce il Centro risorse per le famiglie

Disponibile a breve il contributo per i fitti

FOGGIA, UN NOME, UNA STRADA...FAMIGLIE: POLITICHE ABITATIVE

Chi era Virgilio?

Se un albero dovesse scrivere la propria autobiografia, questa non sarebbe troppo dissimile da quella di una famiglia umana.

Khalil Gibran“ ”

All’illustre poeta latinoPublio Virgilio Marone(Andes, Pietole – Mantova70 – Brindisi 19 a. C.) la cit-tà ha dedicato un bel viale,che parte dall’incrocio divia A. Gramsci con vialeJ.F. Kennedy e termina invia G. Parini.

Vero maestro nella de-scrizione della notte è Vir-gilio. Vari notturni si trova-no nell’Eneide (29 – 19 a. C.), uno deimassimi capolavori della letteratura clas-sica: celebrazione della grandezza di Ro-ma e della gens Julia, nella persona diOttaviano Augusto, discendente da Ju-lius, figlio di Enea, mitico eroe troiano.Vissuto in un periodo storico che vedeconsumarsi le istituzioni repubblicane elo svolgersi di numerose guerre civili, Vir-gilio auspica il ritorno alla pace e all’or-dine. Il tema della notte entra nella lette-ratura latina attraverso la versione delleArgonautiche del poeta ellenistico Apol-lonio Rodio prodotta dal poeta neotericoVarrone Atacino. Fonte virgiliana può es-sere stato anche l’inizio del XV epodo diOrazio, si erano conosciuti a Napoli pres-so la scuola dei filosofi Sirone e Filode-mo, per approfondire i precetti di Epicu-ro. Un altro notturno, che pure si collocain un contesto completamente diverso,merita di essere richiamato, quello di Ta-cito (Annales XIV 5).

Punto di riferimento immediato èsempre il terzo libro di Apollonio, ma lospirito che anima Virgilio è completa-

mente diverso. Egli, senzarinunciare a quelle caratte-ristiche di eleganza ancheformale e che sono uno deitratti peculiari della suapoesia, descrive la notte co-me un momento di sospen-sione in cui si placano lepassioni e gli affanni. Alrealismo alessandrino su-bentra l’afflato universali-stico, che, come già Varrone

Atacino, pare risentire anche di Alcmane,perché come lui non descrive, contem-pla, ed è egli stesso affascinato, come daun grande mistero della natura, nel qua-le si nota la quasi assenza dell’uomo.Quella natura da lui precedentementecantata nelle Bucoliche (42 – 39 a. C.),una raccolta di dieci egloghe di stile idil-lico - pastorale secondo il modello delpoeta siciliano Teocrito, composta dopol’evento dell’esproprio delle cospicue ter-re paterne a favore dei veterani della bat-taglia di Filippi (42 a. C.). In virtù di que-st’opera, per l’immediato successo cheottiene, entra nel circolo di Mecenate suinvito del quale compone le Georgiche:poema didascalico in quattro libri sullavita agreste (il secondo contiene un elo-gio all’Italia), l’unica in grado di assicu-rare, secondo il poeta, felicità e pace al-l’umanità. Da segnalare tra le opereminori: Moretum (Focaccia), Priapea(Canti a Priapo), Catalepton (Alla spic-ciolata), Epigrammata (Epigrammi), Ci-ris (Airone), Aetna (Etna).

Rina Di Giorgio Cavaliere

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9o t t o b r eduemilaundicinuove iniziative

Un’intuizione semplice e ge-niale al tempo stesso, nata una se-ra in un locale, ascoltando la con-versazione a un tavolo vicino di ungruppo di amiche, alle prese col

problema del reperimento di unababy sitter affidabile per potersiconcedere qualche ora di staccodalla routine familiare. Qualchemese dopo, l’idea è diventata un

portale, www.sitterlan-dia.it, operativo dalloscorso mese di genna-io, che da subito si èimposto con migliaia dicontatti, in particolarenelle regioni del nord edel centro Italia e in fa-se di decollo nel meri-dione dove, commentail suo fondatore AndreaApollonio, foggiano re-sidente a Padova “sipreferisce ancora affi-darsi al passaparola at-traverso il giro di ami-ci/parenti/conoscenti,senza accertarsi delle

capacità delle persone alle quali af-fidiamo i nostri bambini”. Si trattainfatti di un servizio personalizzatoche permette di mettersi in contat-to con migliaia di sitter dalla quali-tà e professionalità riconosciute, or-dinati/e per qualifica professionale,disponibilità, distanza ed espe-rienze. Con modalità di accesso enavigazione decisamente alla por-tata di tutti, data la semplicità: unamamma o un papà, dopo la regi-strazione, possono infatti pubbli-care un annuncio di ricerca e cosìricevere a breve distanza di tempole varie candidature in risposta, poi-ché i e le sitter in zona presenti nel-la banca dati vengono tempestiva-

mente informati/e, senza però potervedere i recapiti di chi ha postatol’annuncio.

E’ solo la persona che pubblicala richiesta, quindi, che poi potrà li-beramente decidere chi contatta-re, in base alle proprie personalis-sime valutazioni, dopo avervagliato i vari profili e le relativeschede professionali. Il servizio ègratuito per gli/le aspiranti sitter(sono oltre 10mila i profili inseriti fi-nora nella banca dati), costa invece20 euro al mese per i genitori (conpossibilità di abbonamenti trime-strali ed annuali). Oltre 1600 gliiscritti, un numero certamente de-stinato a crescere anche e soprat-

tutto dopo l’ultima iniziativa pro-mossa da Apollonio e dalla compa-gna Martina Monaco: l’organizza-zione di corsi di formazioneintensiva per chi si propone cometata o babysitter, tenuti da psicolo-gi esperti nel campo della genito-rialità e della famiglia, per aumen-tare ancora il livello diprofessionalità e permettere anchea chi non ha la sufficiente espe-rienza ma soltanto buona volontà(per esempio studentesse deside-rose di entrate per sostenersi du-rante il percorso universitario) diavere maggiori opportunità anchein questo ambito.

Angela Dalicco

9o t t o b r eduemilaundici

Un portale di successo a livello nazionalecreato dal foggiano Andrea Apollonio

Il web per affidarsi alla tata giusta

Sitterlandia

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10 o t t o b r eduemilaundici mondo bimbi

E’ in Capitanata il nido della cicogna

Foggia in controtendenza: la crisi è forte ma non cala la natalità

Gli incentivi a disposizione di chi decide di avere un figlioCrisi economica, disoccupazione e pre-

cariato, non si parla d’altro ormai, soprattut-to nel Mezzogiorno, e quando si riesce a so-pravvivere ad una non facile situazionefinanziaria, il dictat è: non osare!

E’ inevitabile quindi che la situazioneeconomica del Paese si rifletta sulla crescitademografica, perché se oggi come oggi spo-sarsi è un lusso, mettere al mondo un figlio èdavvero un azzardo.

I dati Istat del 2009 e del 2010 conferma-no che è nuovamente in atto una fase di calodelle nascite: in Italia i nati nel 2009 eranostati 568.857, nel 2010 sono scesi a 561.944. Ilnumero medio di figli per donna fa registra-re una battuta d’arresto negli ultimi due an-ni rispetto al lento, ma progressivo, recuperoavviatosi dalla metà degli anni ‘90 (il 1995 ful’anno di minimo della fecondità con 1,19 fi-gli per donna). Secondo le stime più recenti ledonne residenti in Italia hanno in media 1,41figli, con valori pari a 1,31 figli per le cittadi-ne italiane e a 2,23 per quelle straniere (Da-ti Istat).

Per quanto riguarda il territorio di Capi-tanata, dall’Analisi demografica dei Comunidell’ASL FG, che rientra nel Piano AttuativoLocale 2009-2011 (Documento di pianifica-zione strategica aziendale), emerge che in

un anno il numero di abitanti della provinciadi Foggia è aumentato di 705 unità (saldoanagrafico, valore assoluto), +0,11% (saldoanagrafico, valore percentuale); il saldo ana-grafico positivo (+705) è dovuto al saldo na-turale positivo (+640, nati 6.181, morti 5.541)ed al saldo migratorio positivo (+65). In 27Comuni il numero degli abitanti è aumenta-to, in 34 è diminuito. Nel periodo di osserva-zione, nell’ASL FG il tasso di natalità è statodi 9,6 nati per 1.000 abitanti.

Insomma, rispetto al resto d’Italia il tasso

di natalità in Capitanata è incontrotendenza, sarà forse me-rito anche delle iniziative av-viate dalle istituzioni a livelloprovinciale e regionale.

E’ il caso ad esempio della“Prima dote per i nuovi nati”,un contributo di 200 € mensilia sostegno della crescita delneonato fino a 36 mesi, in so-stanza su 350.000 € stanziatidalla Regione Puglia, 120.000 €sono stati destinati a 167 bam-bini della provincia di Foggia,in base alla graduatoria redat-ta dalla Regione Puglia e adot-tata dalla giunta comunale di

Foggia, sulla base dell’Indicatore della si-tuazione economica equivalente (ModelloISEE), che prevedeva un reddito familiarenon superiore ai 7.500 € annui.

Ad occuparsi di tutte le pratiche è stato ilpersonale dell’assessorato alle Politiche So-ciali. “In questi giorni il personale sta con-tattando telefonicamente tutte le famiglieche sono in graduatoria per ridurre i tempi diliquidazione dei contributi - ha spiegato Pa-squale Pellegrino assessore alle Politiche So-ciali del Comune di Foggia. - Con le famiglie

stiamo intervenendo anche dove ci sono co-sti più pesanti da sostenere”.

L’iter dunque non è terminato ma è aglisgoccioli, le risorse saranno disponibili a bre-ve per gli aventi diritto, l’assessorato ha la-vorato non stop anche nel periodo di agostoper accelerare i tempi.

Ma tra le iniziative poste in essere per an-dare incontro alle esigenze di chi decide dimettere al mondo un figlio c’è anche l’assegnodi maternità, ovvero il contributo economicodestinato alle cittadine italiane, comunitarieo extra-comunitarie, che hanno partorito,adottato o ricevuto in affidamento preadot-tivo, un bambino. In genere viene richiestoquando la madre non ha diritto ad altri trat-tamenti previdenziali o questi sono di im-porto inferiore. Il contributo viene erogatodirettamente dall’INPS.

Infine dal nuovo Piano Sociale di Zona2010-2012 sono previsti interventi di soste-gno economico rivolti alle famiglie numero-se attraverso l’utilizzo di bonus e convenzio-ni con esercizi commerciali.

Insomma, tra tante incertezze, pensaredi mettere al mondo un bambino non è poicosì impossibile, perché tra incentivi e aiuti c’èancora la speranza di poter godere di questagioia. Maria Rosaria De Leonardis

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11o t t o b r eduemilaundicimondo bimbi

Le bambine hanno la possibilità di avereil Mondo di Patty letteralmente ai propri pie-di: in virtù del successo ottenuto è nata an-che la prima linea di calzature ispirata allasuddetta telenovela. Decorazioni estrose, ri-cami e paillettes impreziosiscono scarpe ostivali dal design sportivo o collegiale. La suo-la in gomma sagomata assicura un’ottimaaderenza al terreno, riducendo il ri-schio di scivolare nelle giornate dipioggia. Per creare uno stile daprincipessa del palcoscenico ci sipuò orientare anche verso altrimarchi. Da sempre sinonimo difemminilità e qualità per i pie-di delle piccole donne, le“Lelly Kelly” propongono leclassiche ballerine flat ma incolori più accattivanti come ilporpora e il bordeaux suede.La medesima versione esisteanche con un accenno di tacco: ideale per lepiù vanitose che hanno fretta di diventaredonne. Dal design più sportivo ma dalla co-modità assicurata sono le Lelly Kelly con latomaia bicolore elasticizzata. Questa carat-

teristica consen-te di poter in-filare la scar-pa anche

senzaslacciarla. Una scelta ido-

nea per le mamme che vanno sempredi fretta e per tutte le bambine che

amano i musical e la danza, a cui potran-no sentirsi più vicine grazie allo scaldamu-

scolo fucsia incorporato. Anche i maschietticonquistano il proprio posto oltre il sipario. La

Balducci presenta polacchini classici con ilacci in contrasto o nella versione a strap-

po fino alle vere e proprie scarpe da trek-king. Il tutto realizzato nelle linee primi e se-condi passi, per adeguarsi all’anatomia delpiede in tutte le fasi della crescita. Così ci sipuò assicurare libertà di movimento e comfortdel nostro bambino anche nel ballo più sca-tenato. d.l.

L’ispirazione arriva dalla TV dei piccoli

Pronti a calcare il palcoscenico della lo-ro vita quotidiana. Sono i bambini della nuo-va generazione, i piccoli telespettatori dellasoap opera argentina “Il mondo di Patty”,trasmessa in Italia dal 2009. Il motivo del suosuccesso può attribuirsi sopratutto alla pre-senza dei musical. Con le loro allegre sce-nografie e le loro canzoni orecchiabili sonoriusciti a far sognare i più piccoli e far balla-re i più grandi. Giungendo poi allo stesso ri-sultato: la voglia di essere un po’ come i pro-tagonisti. Dalla combinazione del fenomenotelevisivo con la volontà di assecondare que-sta esigenza nasce la filosofia su cui sono sta-te realizzate le nuove collezioni dedicate aibambini.

L’imperativo è quello di renderli prota-gonisti, proprio come se fossero sempre pron-ti a debuttare sul palco. Maquesto non si traduce in abi-ti poco pratici e a volte fuoriluogo, anzi. I loghi del pro-gramma del cuore – presentisulle scarpe e sul vestiario –aggiungono un tocco di per-sonalità e grinta allo stile. Co-me l’abbigliamento propostoda “Sarabanda”, tagliato sumisura per la giornata tipicadi un bambino.

Colori, fantasie e tessutisi sposano alla perfezionecon comodità e resistenza.Lasciando ai bambini la cosapiù importante: la possibilitàdi continuare a sognare. Da0 a 12 mesi si può osare con

gilè o giacchettine bicolore da fissare con ac-cessori glamour come il papillon per lui o unmaxi fiocco per lei; per neonati dall’aspettoborghese e bon ton.

Da 6 a 36 mesi si può puntare sullo stile damusicista di band: pullover a righe con sciar-pa coordinata, pantaloni di velluto e felpeunisex. Dai 2 ai 16 anni è possibile invece ri-creare il look collegiale, altro stile tanto usa-to dagli attori della telenovela; precedenzaallora a cappellini morbidi o coppole, giub-betti aderenti multicolor con sotto t-shirt fan-tasia e bicolore per lui. Vestitini di lana, col-lant con disegni, fantasie tartan per legonnelline vaporose da abbinare a maglie adolce vita: un look per una lei pronta a soste-nere le luci della ribalta.

Dalila Campanile

Fatti per rendereProtagonistiSono i vestiti e le scarpe chericalcano lo stile musical della soap e che piacciono a tutte le età

CON LE ALIAI PIEDI

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Il vostro umore cambia quando cambia iltempo? Diventate irritabili, ansiosi, non riu-scite a concentrarvi sul lavoro o soffrite di do-lori diffusi poco prima di una buia giornata dipioggia o di un repentino sbalzo di tempera-tura? Se la risposta è sì, con mol-ta probabilità fate parte dei 10milioni di italiani colpiti da me-teoropatia, una sindrome (cioèun insieme di sintomi) scatena-ta proprio dal variare delle con-dizioni del tempo e del clima.

Non si tratta di problemiimmaginari dovuti semplice-mente al cattivo umore per l’ar-rivo del brutto tempo, ma di di-sagi reali che in alcune personesi scatenano prima dell’arrivodelle perturbazioni atmosferi-che, con il repentino cambia-

mento delle condizioni climatiche o quandopersistono per più giorni caldo o freddo fuoristagione. La maggior parte delle persone che“sente il tempo” avverte soltanto un lieve di-sagio con il cambiare delle condizioni atmo-

sferiche. In alcuni casi invece ilproblema è così accentuato da tra-sformarsi in una vera e propriamalattia. Esistono diverse formedel disturbo. Nella maggior par-te dei casi compaiono debolezza,insonnia, mal di testa, ansia, dif-ficoltà di concentrazione, sintomiche caratterizzano la cosiddetta“meteoropatia principale”, quel-la che colpisce le persone nor-malmente sane in corrispondenzadell’arrivo del brutto tempo. Altricasi, invece, sono quelli che inte-ressano chi soffre di malattie cro-

niche, in particolare i disturbi alle ossa o lacefalea: si parla allora di “meteoropatia se-condaria” e si manifesta con un netto peg-gioramento dei dolori già presenti.

Perché, di fronte ai cambiamenti del tem-po, alcune persone reagiscono manifestandodisturbi di vario tipo e altre no? La teoria piùaccreditata è che ci si trovi di fronte ad alte-razioni del sistema di termoregolazione delcorpo. L’organismo ha una temperatura in-terna di 36,5-37 gradi, che deve rimanere co-stante per garantirne il benessere. Perché ciòsia possibile, nell’ipotalamo (una ghiandolaposta alla base del cervello) si trova un centrodi regolazione della temperatura corporea:se la temperatura interna sale troppo fa in mo-do che si disperda attraverso il sudore, sescende la riporta in equilibrio con i brividi,una sorta di ginnastica involontaria dei muscoliche produce calore nel corpo. Se questa cen-

tralina interna non funziona correttamentel’organismo non riesce ad adattarsi bene allevariazioni della temperatura e hanno inizio idisturbi. La meteoropatia si manifesta conmaggiore frequenza nelle persone che vivo-no situazioni di forte stress oppure malate edanche in coloro che vivono nelle grandi città,dove le micropolveri inquinanti presenti nel-l’aria mettono sotto stress tutto l’organismo.

Come si curaLa medicina allopatica (quella ufficiale)

non è purtroppo di grande aiuto in questi ca-si, mentre molto di più possono le cure natu-rali.Per rafforzare il sistema di termoregola-zione del corpo e cercare di ridurre lasensibilità ai cambiamenti del tempo sonomolto utili la fitoterapia e l’idroterapia, mahanno mostrato la loro efficacia anche l’ago-puntura e l’omeopatia.

Elisabetta Ciavarella

Chi soffre di meteoropatia non è un malato immaginario

Quando il tempo si fa sentireLa medicina tradizionale non è di grande aiuto. Le soluzioni più efficaci sono quelle naturali

12 o t t o b r eduemilaundici benessere

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Calda. Morbida. Avvolgente. Lalana è in grado di proteggerci dalfreddo invernale regalandoci un out-fit dall’aria tenera e casual. O alme-

no questo è il risultato, quando si ri-pescano dagli armadi sciarpe e ma-glioni vintage da cui proprio non ci sivuole separare. Oggi però si assistead una nuova tendenza: una molti-tudine di capi di abbigliamento vie-ne realizzata interamente con questafibra tessile naturale.

Per l’autunno/inverno 2011,“Suerte”, marchio italiano di recen-te nascita, ha realizzato un’intera li-nea in lana, dedicata a donne che vo-gliono sentirsi protette senzarinunciare alla classe e all’eleganza.Un clima incerto può essere affron-tato con una giacca in lana dalla tra-ma classica. Provvista di cappuc-cio, può essere indossata suqualcosa di leggero e ricercato,da far intravedere lasciando lagiacca aperta. Può trasformarsi inun’alleata di seduzione la giacca inlana grigia che si incrocia comeuna mantella e si ferma con un uni-co prezioso bottone nei pressi dellaspalla. In questo modo potrete usa-re il drappeggio che si crea per ad-dolcire le vostre curve. Ideale per chidesidera assumere un’aria sofistica-ta è il cappotto dal design classico,ma ricercato nelle decorazioni. Unfondo di lana chiara su cui si dira-mano fino al collo steli e fiori nel co-lore del blu.

In linea con il revival anni ‘80della stagione sono i maxi maglioni

con il collo a ciambella da indossareproprio come un vestito. L’attualitàsi vede nella presenza del bicolore:così l’idea in più può essere quella diabbinare la tinta del leggings a unadelle due tonalità. Sulla medesimascia anche le maglie monospalla chefavoriscono il vedo non vedo con lapresenza dei trafori nella lavorazio-ne. Comodi fascianti e semplice-mente deliziosi sono i vestitini di la-na, il vero capo passpartuot dellastagione. Nella collezione di “JuliaGarnett” l’innovazione siv e d e

nel colo-re e nelle forme: blu, fucsia,

verde per abiti vaporosi, con arric-ciature strategiche ad esempio sulcollo al posto del solito dolce vita.Ampio spazio anche a fantasie fio-rate o astratte nei toni caldi e a tona-lità classiche ma sempre di gran ef-

fetto come il grigio, il cammello e ilpanna. I drappeggi, le forme acampana o le gonne dritte sonotutti dettagli da considerare per va-lorizzare il nostro corpo. Il lato gla-mour della lana ce lo insegna By-blos: è una donna stilosa e sicuradi sé quella che indossa giacchestrizzate; maglie a pipistrello conle maniche a tre quarti in contra-sto con guanti di lana fino al gomi-to; parigine o gambaletti di lanasotto la gonna; scollature a barca

e bicolore panna e caffè. Com-pletate i look con cappellinimorbidi e sciarpe grandi,magari della stessa tinta ofantasia del maglione. Chiè attenta alla moda ma nonrinuncia all’ottimo rap-porto qualità prezzo potràrecarsi a Foggia dal ne-gozio Vale Rose. La di-sponibilità delle colle-zioni anche nelle tagliecomode vi permetterà

di avere ampia scelta sen-za dover rinunciare alle mi-

se più innovative. L’esperienzatrentennale della titolare, poi, po-trà tornare utile a tutte coloro chedesiderano vestirsi con cura nellavita di ogni giorno, destreggian-dosi tra i diktat della moda e lo sti-le personale.

Dalila Campanile

Cappotti, maglioni, vestiti e accessori tra morbidezza e fantasia

Moda che ama reinventarsiNaturale, traspirante, calda. Ma anche sofisticata eglamour. Ecco i must della stagione

13o t t o b r eduemilaundicipasserelle

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14 o t t o b r eduemilaundici architetto

Il parquet è un tipo di pavimen-tazione sempre più diffuso e sem-pre più economicamente accessibi-le, amato per la sua capacità di dareai locali calore e quell’aria “di vis-suto” dal fascino intramontabile.

Per essso esiste una terminolo-gia tecnica, regolata da norme eu-ropee , relative alla pavimentazioniin legno: la definizione parquet èapplicata a elementi in legno mas-siccio o a quelli in cui lo strato su-periore di legno nobile non è infe-riore a 2,5 mm.

Quando si opta per una pavi-mentazione a parquet è fondamen-tale, per la grande varietà di pro-dotti presenti sul mercato, rivolgersi

a ditte specializzate, capaci di indi-rizzare il cliente verso la scelta mi-gliore in base alle sue esigenze.

In commercio infatti si trovanodiversi tipi di essenza. I legni chia-ri (abete, acero francese e canadese,rovere, faggio, frassino, larice, ro-vere naturale e sbiancato), i bruni(iroko, afrormosia, teak, cabreuva,olio, noce nazionale, acacia, rovereantidato), i rossi (acero rosa, cilie-gio) e gli scuri (rovere di Slavonia,wengè-panga, larice europeo scu-ro). Bisogna sapere che, indipen-dentemente dalla tonalità, i vari ti-

pi di legni reagiscono in modo di-verso alla luce, cambiando con iltempo. Il parquet prefinito è peròpiù stabile. Se si sceglie il parquettradizionale, è importante conside-rare che il legno grezzo ha un colo-re differente da quello finito in ope-ra. Pertanto, prima dell’acquisto, èimportante chiedere di visionare uncampione di parquet “finito”.

Anche le geometrie di posa in-tese come i disegni che nascono ac-costando i singoli elementi checompongono un pavimento di le-gno possono essere di diverse tipo-logie. Tra le più usate c’è lo schemaa spina di pesce, centrale o diago-nale o con fascia e bindello: questometodo consente di correggere leirregolarità geometriche del locale.Tolda di nave o cassero è una tecni-ca che può essere irregolare o re-golare, dritta o diagonale. Queste

due geometrie, molto semplice e li-neari, vengono usate maggiormen-te in ambienti come la cucina e lecamera da letto. Nello schema ascacchiera gli elementi vengono as-semblati in modo da formare unquadrato che costituisce l’unità diposa. Nel Mosaicogli elementi ven-gono accostati e premontati in mo-do da formare dei quadrati, nonmolto grandi.

La scacchiera e il mosaico sonomaggiormente indicati per gli spa-zi ampi, per i saloni e la loro geo-metria può seguire l’andamento deimobili o di una parete.

Recentemente il parquet vie-ne usato anche per cucine e ba-gni, soprattutto grazie a dei par-ticolari trattamenti che rendonola sua superficie molto più resi-stente a due suoi acerrimi nemi-ci: le macchie e l’acqua. I legni più

adatti per questi ambienti, dove ov-viamente l’umidità è maggiore, so-no quelli più stabili.

Alcuni tipi di legno vengono de-stinati anche all’aperto come pavi-mentazione di bordo piscina e nelcampo navale per le coperte delleimbarcazioni a diretto contatto console ed acqua marina, proprio inconsiderazione della loro resistenzaalle intemperie.

M anutenzione quotidiana e straordinariaL’uso dell’aspirapolvere assicura una puli-

zia quotidiana ottimale. Solo in caso di sporcizia più ostinata, si con-

siglia una pulizia “umida” utilizzando un appo-sito straccio ben strizzato con aggiunta nell’ac-qua di un detergente neutro (non usare mai

acqua abbondante sul parquet).Ogni 6-8 mesi si potrà ravvivare il parquet

utilizzando un polisch ecologico idoneo a base diacqua ed autolucidanti da non versare mai di-rettamente sul pavimento. Evitare tassativa-mente di adoperare elettrodomestici a vapore.

Rinnovare con il PARQUETI tipi, i formati e le essenze per il pavimento in legno

Come sceglierlo, posarlo e farlo durare nel tempo. Attenzione alla manutenzione

DI ANGELICA RUBERTO

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15o t t o b r eduemilaundiciamiche piante

Dai boschi di faggio alle querce, dalla bouganville alla verbena

Alla scoperta della natura rigogliosa del Gargano: uno spettacolo imperdibileDELLA DOTT.SSAMARIA SANTILLO

Come ogni anno, anche questaestate, per le tradizionali vacanze,ci siamo orientati verso le localitàmarine del nostro promontorio. Per-correndo la litoranea, abbiamo ri-trovato e salutato i fitti insediamentidi conifere, i boschi di faggi e diquerce, i familiari cespugli di cap-peri, il verde sottobosco e, purtrop-po, anche zone brulle, dall’acre co-lore marrone, punteggiate dallesagome scheletrite degli alberi, te-stimonianza silenziosa e dolorosadei ripetuti incendi. Giunti, infine,alla nostra meta, l’amarezza pro-vata per il triste spettacolo ha la-sciato il posto alla gioia e alla spe-ranza poiché siamo stati accolti daun tripudio di bouganville fucsia,rosa, rosse, da bignonie dal bril-lante fogliame illuminato da cam-panule arancione, da tralci diplumbago attraversati da delicatecorolle azzurro intenso, da solaricuscini vegetali ricoprenti bordi eaiuole e da solitari cespugli multi-colori simili a giganteschi bouquetdi fiori. Questi due ultimi elementi,appartenenti al genere Lantana,hanno trovato, nel recente quin-

quennio, larga diffusione, sono im-piegati, infatti, sempre più fre-quentemente, nell’arredo verde diparchi e giardini per l’ indubbiabellezza della loro veste e per la lo-ro resistenza, qualità decisamentenon trascurabile. Questa piantavanta origini antichissime, vide laluce, infatti, molti milioni di anni fa,nelle lontane regioni tropicali del-l’America come ci raccontano ireperti fossili ritrovati inCile ed in Argentina.In seguito aglisconvolgimentiche colpirono leterre emerse delnostro pianeta,la Lantana hacolonizzato pae-si remoti giun-gendo fino alle no-stre latitudini e quiha radicato, sviluppan-dosi rigogliosamente. Fu stu-diata e descritta dal naturalista sve-dese Carlo Linneo che la inserìnella Botanica sistematica collo-candola nella famiglia delle Ver-benaceae. La specie più conosciu-ta è la L. camara, imponentecespuglio alto fino a 2 metri. I par-ticolari rami a sezione quadrata so-

no ricoperti da epi-telio ruvido e pun-gente, le foglie, diun bel verde in-tenso, sono ova-li o rotonde e amargine dentato,

alla loro ascellaspuntano esili pe-

duncoli che sosten-gono un insieme di fiori

tubulari i cui colori spazianodal bianco, al rosa, al giallo, al-l’arancio, al rosso. Quando i più ma-turi sono fecondati, sulla stessa in-fiorescenza compaiono anche ifrutti, piccole palline blu o nere checoncorrono a formare un’ allegra evivace policromia. Richiede curesemplici, ma costanti: irrigazioni

giornaliere nelperiodo estivo,concimazioni bi-settimanali pertutto l’arco vege-tativo (dalla pri-mavera ai primifreddi autunna-li), esposizionein pieno sole perottenere indivi-dui rigogliosi elungamente fio-

riti, riparo dalle gelate e dai ventifreddi invernali. La L.selloana omontevidens è una stretta parentedella precedente e, pur mantenen-do le stesse necessità colturali, haun andamento di crescita comple-tamente diverso. Si estende, infat-ti, in larghezza e lunghezza for-mando, con l’intreccio dei ramettisottili ed elastici, soffici cuscini ri-cadenti, ricoperti da una fitta fiori-tura prevalentemente gialla o lilla.Questi due colori, alternati o solita-ri, adornano egregiamente muret-ti, richiudono diradamenti del pra-to, e soprattutto sono utilizzati inestese bordure che formano unaimponente e piacevole massa, at-trattiva di molti centri vacanza.Un‘altra componente di questa fa-

miglia è la Verbena vera e propria.Cresce in climi caldi e miti e sul no-stro promontorio si trovano innu-merevoli esemplari spontanei. Co-nosciuta fin dall’antichità per le sueproprietà medicamentose, era usa-ta, dalle popolazioni mediterranee,come antidolorifico ed espulsivonelle calcolosi renali, come cica-trizzante e, secondo leggende tut-tora narrate, come filtro magico edafrodisiaco. La sua resistenza, il te-nue profumo dei suoi fiori, i delica-ti ma tenaci fusti prismatici hannoispirato scrittori e musicisti; nellacultura popolare e contadina, il pa-ragone con il “..fior di Verbena..”, ri-torna ripetutamente negli stornelliche l’innamorato dedica all’amata,ma la vera consacrazione è statasancita dall’opera di Puccini, laMadama Butterfly: “..olezzo diVerbena..” canta dolcemente l’uf-ficiale Pinkerton rivolto alla suaCho Cho San. Parole semplici, ma,davvero immortali.

Ricordi di un breve viaggio

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16 o t t o b r eduemilaundici salute e alimentazione

Un marketpensato esclusi-vamente per ce-liaci, diabetici eper chi soffre diintolleranze spe-cifiche. E’ il colo-ratissimo “Ce-liac Food”,primo puntovendita del ca-poluogo daunoin grado di soddisfare appieno le esigenze diquanti, per patologie o intolleranze concla-mate, devono ricorrere ad una alimentazionespeciale.

Aperto da pochissimi giorni in via Dome-nico Cirillo 43, il market è gestito dalla fog-giana Ylenia Leoce: “Tutto è partito dalla vo-lontà di dotare la città di un punto vendita diprodotti gluten free che fosse “neutro”, ov-vero non una farmacia”, spiega Ylenia, “equesto per affrancare quanti sono costretti aduna dieta speciale dal fare la spesa in farma-cia con quella sgradevole sensazione che por-ta inconsciamente a sentirsi ‘malati”.

Un’esigenza sentita da un numero sem-pre maggiore di persone, considerato che la ce-liachia è un’intolleranza permanente che col-pisce il 10% della popolazione, senzadistinzione di genere o età; nel foggiano, adesempio, si contano oltre 700 celiaci.

Da “Celiac Food” sarà possibile trovareun vasto assortimento di prodotti senza glu-

tine o aproteici,dietetici (perdiabetici) o perintolleranti allattosio e alle uo-va. Pane e suoisostituti, snack,pasta, bevandee surgelati: tuttiprodotti prove-nienti dalle filie-re di oltre 20

marchi leader del settore che garantisconoquindi altissimi standard qualitativi e con-trolli rigorosi sulle materie prime utilizzate.

“Ogni mese – continua Ylenia – organiz-zeremo degli eventi per i nostri clienti con pre-sentazione e degustazione delle novità ali-mentari in questo campo: tutto ciò che sarà ingrado di rendere i momenti del pranzo e del-la cena meno monotoni, permettendo a celia-ci ed intolleranti di riappropriarsi del piaceredella tavola”. L’attività, inoltre, è conven-zionata con l’azienda sanitaria locale e per-tanto è autorizzata al ritiro dei buoni, i tic-ket erogati mensilmente dall’Asl perl’acquisto dei prodotti senza glutine. Inoltre, so-no partiti anche i servizi di vendita a domi-cilio e vendita on-line dei prodotti attra-verso il sito internet dell’attività. A breveinvece, il punto “Celiac Food” sarà presentecon una propria pagina anche su Facebookper accogliere nuovi “amici” e clienti.

Ormai è un fatto risaputo: la salutepassa (sopratutto) dalla tavola. Ed è pro-prio dai fornelli che bisogna partire perequipaggiare al meglio il proprio orga-nismo ed affrontare l’imminente cambiodi stagione rinforzando dall’interno il pro-prio sistema immunitario senza rinun-ciare ai piaceri del palato.

Per difenderci dai primi freddi è ne-cessario, quindi, “fare il pieno” di vita-mine, sali minerali, proteine e sostanzeantiossidanti, in grado di alzare la difesasui repentini sbalzi di temperature checaratterizzano la stagione autunnale. Tut-to ciò è possibile facendo una spesa con-sapevole, scegliendo gli alimenti che,contro i malanni di stagione, si schiera-no dalla nostra parte, ravvivando la ta-vola con colori e sapori nuovi.

Un tocco di originalità a pranzo o ce-na è sempre gradito, quindi, basta servi-re solo pasta e riso: alimenti irrinunciabi-li, in questo periodo, infatti, sono i cereali.Orzo perlato, farro, avena e segale, soloper citarne alcuni, sono ricchissimi di fi-bre, sali minerali e vitamine del gruppo Be PP e, se consumati in gustose zuppe eminestre insieme a verdure di stagione o

legumi, contribuiscono notevolmente arinforzare il sistema immunitario. Mi-niere pret-à-manger di sali minerali, in-vece, sono le zucche, i cavolfiori ed il ra-dicchio. Per quanto riguarda zucca eradicchio (la prima è ricca di vitamine delgruppo A e C ed oligoelementi, il secon-do di antiossidanti come bioflavonoidi,polifenoli e antociani), le preparazionimigliori sono risotti, zuppe e vellutate:l’apporto calorico è ridotto ed il gusto ègarantito. Consigliabili, ma con una cer-ta moderazione, sono anche i frutti olea-ginosi come noci, mandorle, nocciole, pi-noli o semi di zucca che, insieme agli altriconsimili, costituiscono una fonte straor-dinaria di omega 3 e sali minerali comeferro, magnesio e potassio. Melograni earance a volontà, invece, per una imme-diata sferzata di energia e vigore, graziealle vitamine del gruppo A e C ed an-tiossidanti. E per aggiungere ad ognipiatto un carattere più deciso basta uni-re la fantasia alle spezie: curry, zenzero,zafferano e peperoncino, infatti, esaltanoin modo naturale il sapore di ogni pie-tanza svolgendo un’azione disinfettan-te e antimicrobica.

Il piacere della tavola èanche “gluten-free”

A Foggia il primo market per celiaci

Un vasto assortimento di prodotti leader nel settore

Originalità e colore in tavola

Vellutate, minestre e zuppe contribuisconoa rinforzare il sistema immunitario senza rinunciare ai piaceri del palato

Zucca e cereali per combattere i primi freddi

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17o t t o b r eduemilaundici

Farmaci e cefaleaNei cefalalgici che abusano

dei farmaci per alleviare il mal ditesta i sistemi cerebrali di con-trollo del dolore si alterano; que-sto provoca il fenomeno per cui ifarmaci a un certo punto, in de-terminati soggetti, non funzio-nano più e cominciano, in un cir-colo vizioso paradossale, adalimentare il mal di testa, che di-venta una “cefalea da abuso far-macologico”.

E’ questo il frutto dello stu-dio di alcuni ricercatori milanesii quali hanno scoperto che l’abu-so dei farmaci contro il mal di te-sta riduce il funzionamento del-le cellule nervose, che tornanoalla normalità con l’eliminazio-ne dei farmaci dannosi.

L’annuncio della scoperta èstato dato a un pubblico di ad-detti ai lavori riuniti al terzo in-contro lombardo dell’Anircef,l’Associazione dei neurologi ita-liani per la ricerca nelle cefalee.I dati della ricerca, condotta perdue anni insieme con i colleghidell’Università di Memphis(Usa), saranno pubblicati dallarivista scientifica Headache.

Una conferma clinica a que-sta scoperta arriva da un altrostudio pubblicato sul Journal ofHeadache Pain dai ricercatoridel Centro Cefalee del Policlini-co Universitario di Modena dalquale è emerso che sono propriogli abusatori di farmaci quelli chepiù soffrono di allodinia, un fe-nomeno che si aggiunge al maldi testa per cui stimoli innocui,come pettinarsi o radersi, scate-nano dolore.

Se l’allodinia si fa più fre-quente, peggiora o compare perla prima volta è segno che la so-glia del dolore si sta alterando.La prolungata esposizione al-l’abuso di farmaci, infatti, inter-ferisce con la percezione del do-lore, la cui soglia si riduce. Ciòfacilita l’insorgenza di nuovi at-tacchi e questo porta alla croni-cizzazione della malattia.

Secondo alcuni ricercatorifrancesi sarebbe in particolare ilricorso a barbiturici e oppiacei afar aumentare il rischio di “cefa-lea da abuso farmacologico”.

Infatti, è soprattutto di op-piacei, barbiturici o benzodiaze-pine che le Linee guida europeeper l’abuso dei farmaci nelle ce-falee, appena pubblicate sul-l’European Journal of Neurolo-gy, raccomandano lasospensione, immediata o gra-duale, instaurando subito una te-rapia di profilassi per la quale unsolo farmaco sembra avere lecarte in regola: il neuromodula-tore topiramato. Il paziente vapoi seguito per prevenire recidi-ve e nuovi rischi di abuso.

(Fonte: corriere.it)

in pocheparoleDI MARILENA TOMAIUOLO

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L’OTORINO

DI ADELAIDE LECCESE

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LOGOPEDISTA

Cura dell’acufene. Arriva il laser

L’acufene viene definito comela percezione di un suono in assen-za di una stimolazione sonora. Si sti-ma che circa il 15% della popola-zione adulta ne sia affetta, che nel5% dei casi questo sintomo viene ri-ferito come particolarmente fasti-dioso, mentre nell’1% la sua pre-senza la sua presenza ha un impattoparticolarmente negativo sulla qua-lità della vita. L’acufene può essereoggettivo, cioè percepibile anchedall’esaminatore, provocato da ru-mori provenienti dal nostro corpo(pulsazioni vascolari, mioclono deimuscoli dell’orecchio, rumori del-l’articolazione temporo-mandibo-lare, ecc.) oppure più frequente-mente soggettivo, cioè rilevabilesoltanto dal paziente. Le cause piùfrequentemente associate alla com-parsa di acufeni permanenti o dilunga durata sono i traumi acustici(20%), i traumi cranici (9%), i pro-cessi patologici che colpisconol’orecchio interno inclusa la malattiadi Ménière (7%) e l’assunzione difarmaci ototossici (2%). Nel rima-nente 60% dei casi non è possibileindividuare uno specifico fattore re-sponsabile della loro comparsa.

Le più recenti teoriecollocano l’acufene co-me il “segnale” di pato-logie che si possono ma-nifestare in distrettianche molto lontani dall’apparatouditivo. Da queste considerazioni sicomprende perché la diagnosticadell’acufene sia complessa e artico-lata e richieda l’accurata indaginedi tutte quelle componenti organi-che possibili cause di acufene: dalsistema nervoso centrale, alle strut-ture osteo-articolari e muscolari deldistretto cervico-facciale sino allepatologie del distretto cardiovasco-lare e dell’apparato endocrino.

Queste considerazioni si tradu-cono, sul versante terapeutico nella

necessità di coinvolgere più specia-listi nel trattamento dell’acufene ed

è nostra convinzione, dopo anni di“battaglia” nei confronti dell’acufe-ne, che l’approccio terapeutico otti-male possa essere unicamente mul-tidisciplinare.

Poichè le cause di acufene diffe-riscono da persona a persona, nonesiste un approccio unico alla cura.La terapia farmacologica, oggi, si av-vale dell’uso di numerosi farmaci,soprattutto vasoattivi, diuretici, gli-cani, e di altrettanto vari parafarma-ci o integratori a base di ginko bilo-ba, citicolina, minerali, rusco evitamine con la funzione di miglio-rare il microcircolo dell’orecchio in-terno. Anche l’uso di mascheratoridell’acufene o di terapie posturalicome il bite notturno sono mezzi lar-gamente impiegati.

Un approccio non farmacologicoal sintomo acufene, può essere ef-fettuato con laser; si utilizza un La-ser Diodo ad uso ambulatoriale se-condo il seguente protocollo: 6sedute bisettimanali con irradiazio-ne per 4 minuti sulla mastoide e per

4 minuti nel condotto uditivo esterno;sospensione per 3 mesi durante iquali la terapia proseguirà a domi-cilio con laser freddo (Medic LaserTinniTool®) con una seduta giorna-liera nel condotto uditivo esterno per3 mesi; seguirà ulteriore ciclo am-bulatoriale di 4 sedute bisettimana-li. Il meccanismo d’azione del laser abassa frequenza è biofisiologicopiuttosto che termico (Rochkind etal 1988). Il raggio laser penetra neglistrati ipodermici più profondi, agen-do sotto forma di biostimolazione cu-rativa direttamente sul metabolismonel tessuto connettivo. Questo com-porta un rapidissimo recupero dellecellule acustiche sofferenti, la sti-molazione del sistema immunitario,l’accelerazione della divisione cel-lulare e l’attivazione di determinatemolecole immunitarie.

Il sito primario di assorbimentoneuronale è rappresentato dai mito-condri con conseguente rilascio ci-toplasmatico di protoni H+. La per-meabilità di membrana per gli ioniNa e K verrebbe soppressa con il ri-sultato della riduzione del potenzia-le d’azione (Karu 1988). Un altromeccanismo è l’aumento del flussoematico (Schaffer et al 2000) conse-guente all’inibizione del sistemanervoso simpatico e l’incrementodella sintesi di ATP, la cui insuffi-cienza conduce a un danno e infinealla morte delle cellule.

Con il termine “disfonia” siidentifica una vasta gamma di pato-logie riconducibili sinteticamente adun disturbo della voce, una voce al-terata nelle sue caratteristiche fisi-che: altezza tonale, intensità e tim-bro. La disfonia può colpire l’uomosia in età infantile che in quella adul-ta. Le cause possono essere diverse,come: patologie endocrine (iper/ipo-tiroidismo,diabete); neurologiche(morbo di Parkinson, paralisi corda-li); complicanza di un intervento chi-rurgico (tiroidectomia); lesioni cor-dali organiche (papilloma, noduli,polipo, cordectomie); laringectomiasub o totale; inadeguato uso della vo-ce, c.d. disfonie disfunzionali.

La disfonia disfunzionale è unapatologia che colpisce i soggetti cheutilizzano la voce a fini professiona-li come insegnanti, avvocati, giorna-listi, cantanti, ma anche gente co-mune che, abitualmentenell’eloquio, utilizza un’ altezza to-nale elevata (malmenage) o parla ve-

locemente o abusa della propria vo-ce in intensità. Cattive abitudini vo-cali, che protraendosi nel tempo,possono dare origine a orme di la-ringopatie organiche.

E’ frequente, sia in età scolareche prescolare ( verso i 3-4 anni,) ri-scontrare la presenza di bambini conproblemi di voce (“raucedine”). Pro-blematiche che possono essere con-genite -cisti epidermoide, sulcuscordale - o acquisite. n un’alta per-centuale di casi questi disturbi pos-sono essere risolti - evitando il trat-tamento chirurgico - con adeguati,congrui ed efficaci interventi logo-pedici.

Quando sopraggiungono pro-blematiche vocali che si ripetono opersistono nel tempo risulta indi-spensabile consultare un medicospecialista (foniatra, otorinolaringo-iatra) ed un logopedista. La gestionedella patologia vocale può coinvol-gere anche altre figure professiona-li (neurologo, fisioterapista, maestri

di canto, insegnanti, etc.). E’ il me-dico specialista che accerta le condi-zioni laringee (morfologiche-anato-miche e funzionali).

Diversa ed interagente con ladiagnosi medica è l’accurata valuta-zione logopedica, che precede lapresa in carico del disfonico. Il logo-pedista si avvale di una modulisticaspecifica, la cartella logopedia, in cuiè contenuto un minimo standardd’informazioni (come dati anamne-stici - ad esempio nell’ipotesi di bim-bi disfonici è utile sapere il tipo dipianto del bambino alla nascita, laqualità vocale nei primi anni di vita;quanti-qualificazione della perce-zione, da parte del paziente, del pro-prio handicap vocale; parametri vo-cali -frequenza fondamentale,intensità, etc.-, ottenuti con l’ausiliodi appositi software; abilità e para-metri comunicativi -meccanica re-spiratoria, struttura tonica generale,posizione della laringe, postura ge-nerale, corretto allineamento tron-

co/spalle/collo/testa, etc.- ). L’inter-vento logopedico non costituisce unqualcosa di standardizzato e appli-cato indistintamente a tutti i disfoni-ci, ma va necessariamente calibratosecondo la tipologia di disfonia datrattare, le caratteristiche soggettivedel paziente, nonché la formazionedel logopedista; il protocollo propo-nibile è assai vario, può prevedereproposte riassumibili in esercizi di:rilassamento, ginnastica respira-toria, ginnastica laringea, ginna-stica articolatoria, manipolazio-ne laringea.

Non sempre la disfonia vienetrattata con la terapia logopediaesclusiva, a volte è necessario asso-ciare, al trattamento logopedico, l’in-tervento di fono-chirurgia.

Il trattamento in genere (esclu-dendo quei casi come quelli di chi-rurgia laringea demolitivi, per i qua-li ci si prefiggono altri obiettivi) siconclude con la riconquista di unabella e sana voce, ma non sempreciò è possibile per tutta una serie diconcause. Tuttavia, a termine del ci-clo terapeutico, per obiettivare quan-to già riscontrabile percettivamentee soggettivamente dal paziente stes-so, questi viene inviato a controllodal medico specialista, con il quale illogopedista - in stretta collaborazio-ne - espleta il suo compito, nell’otti-ca del miglior benessere psico-fisicodel soggetto in questione.

NUOVE TECNOLOGIE

L’approccio terapeutico è multidisciplinare

Alterazione della voce: disfoniaE’ frequente, sia in età scolare che prescolare

L’approccio logopedico non costituisce un intervento standardizzato, ma va personalizzato

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18 o t t o b r eduemilaundici

DI MARCELLA BEVILACQUA

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ESPERTA IN SCIENZE MOTORIE

Imprese eIVA al 21%

in pocheparole DI ROSANGELA LORISO

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MOVIMENTO CONSUMATORI

L’ipertensione arteriosa è tra lemalattie più diffuse nei Paesi indu-strializzati: in Italia ne soffrono circa12 milioni di persone, di cui un terzoa loro insaputa. Essa è caratterizzatada un aumento della pressione sisto-lica o massima e della pressione dia-stolica o minima.. Nello specifico sidice che una persona è ipertesa, o hala pressione alta, quando la pressio-ne arteriosa minima (ipertensionediastolica) supera costantemente ilvalore di 90 millimetri di mercurio ola pressione massima (ipertensionesistolica) supera il valore di 140 mil-limetri di mercurio.

Nel corso dell’ultimo ventenniole istituzioni sanitarie di tutto il mon-do si sono poste come obiettivo l’in-dividuazione e la cura dei soggettiafflitti da pressione alta per ridurre glienormi costi legati alle conseguenzecliniche del disturbo, che rappre-senta una delle cause principali dieventi anche mortali come l’infarto,l’ictus e l’insufficienza renale. Ma lascarsità dei risultati ottenuti e le in-dicazioni provenienti dal settore del-la ricerca hanno determinato unasvolta, per cui oggi si punta a preve-nire la malattia prima della sua com-parsa, incoraggiando alcuni sempli-

ci ma fondamentali cambiamentinello stile di vita delle persone. Laprobabilità di diventare ipertesi èconnessa a vari fattori di rischio,quali il fumo, lo stress, l’alimenta-zione scorretta e soprattutto la se-dentarietà. I ricercatori hanno di-mostrato da tempo che esiste unrapporto inverso tra pratica sportivae livelli pressori: ciò significa che peruna persona che pratica l’attività fi-sica il rischio di sviluppare l’iper-tensione si riduce del 35-52% ri-spetto a una persona sedentaria.Una ricerca pubblicata nel 2007 sul-la rivista American Journal of Public

Health sottolinea che l’atti-vità fisica praticata sin daiprimi anni dell’età adultaaiuta a prevenire l’iperten-sione. Se molti studi clinicidimostrano l’efficacia pre-ventiva dell’esercizio fisico,un numero altrettanto co-spicuo di ricerche ne evi-denzia gli effetti altamente

benefici nella cura dell’ipertensio-ne. Questi risultati confermano l’im-portanza dell’attività fisica per la sa-lute, ma al contempo fanno capireche basta poco per ottenere un be-neficio reale. E’ infatti sufficiente unallenamento aerobico assiduo delladurata non inferiore ai 20 minuti perfavorire un calo del valore pressoriosia sistolico che diastolico pari a 8-10 mm/Hg. Uno studio americanosvolto dai ricercatori del Università diDurham dimostra che un programmastrutturato di attività motoria asso-ciato a un corretto regime alimenta-re, oltre a combattere l’ipertensione

rimodella il ventricolo sinistro, ridu-cendone la massa e lo spessore. L’at-tività fisica produce effetti ipotensi-vi dovuti a vari meccanismifisiologici, come l’aumento delladensità capillare a livello muscola-re e cardiaco, la riduzione delle re-sistenze vascolari e dello stress. In-fluisce inoltre in modo positivo sualcuni fattori che determinano il pro-filo di rischio cardiovascolare, comel’obesità addominale, le dislipide-mie (ipercolesterolemia, ipetriglice-ridemia) e il diabete. A fronte di que-ste ed altre evidenze scientifiche, lapromozione dell’attività fisica do-vrebbe costituire uno degli obietti-vi primari delle nostre istituzioni sa-nitarie. Per quanto non facilmenteottenibili a causa del frenetico ritmoquotidiano a cui siamo sottoposti, glispazi minimi di tempo da dedicareall’esercizio fisico sono infatti il re-quisito indispensabile di un’effica-ce strategia preventiva dell’iperten-sione.

Basta poco per ottenere un beneficio reale

Prevenire la malattia incoraggiando alcuni semplici cambiamenti nello stile di vita

L’aumento dell’aliquota IVAordinaria, oltre a mettere in diffi-coltà le famiglie, rischia di farcrollare i consumi, soprattutto severrà messa in atto un’ opera dispeculazione sui prezzi.

Tra le misure più controversedella manovrafinanziaria va-rata dal Gover-no c’è sicura-m e n t el ’ a u m e n t odell’aliquotaIva che passadal 20 al 21%,aumento che ri-schia di depri-mere ulterior-mente iconsumi, visto

che i redditi delle famiglie sono datempo ormai stagnanti.

I primi a farne le spese, pertan-to, saranno i piccoli consumatori at-teso che con l’aumento dell’IVA iprezzi al consumo di beni e servizipotrebbero salire ben oltre l’1% pereffetto di arrotondamenti specula-tivi. Necessario sarà, pertanto, vigi-lare affinchè l’aumento dell’Iva nondiventi l’occasione per speculare

con aumenti di prezzo ingiustifica-ti su beni indispensabili per i citta-dini e le imprese, dalla benzina adalcuni tipi di alimenti e bevande.

Ma vediamo quali prodotti eservizi subiranno l’aumento del-l’IVA.

In particolare, la nuova aliquo-ta scatta su calzature, abbiglia-mento, accessori, gioielli, orologe-ria, prodotti farmaceutici, materialielettrici, giocattoli, articoli sportivi,elettrodomestici (frigoriferi, tv, la-vatrici, hi-fi etc.) automobili, motoe scooter, bici, telefonini, apparec-chiature elettroniche, metalli co-muni, materie plastiche e prodottiper la casa, mobili per la casa. Oltreche sulle prestazioni professionali(avvocati, architetti, ingegneri,commercialisti) e sui servizi fornitidagli artigiani (idraulici, meccani-ci, calzolai, sarti, parrucchieri etc.).Non viene previsto invece l’au-mento dell’imposta relativa ai benicon aliquota ridotta del 4% (beni diprima necessità) e del 10% (risto-ranti, alberghi, bar, utenze private).

La maggioranza degli alimentisono esclusi dall’aumento dell’Ivache però colpisce altri importantiprodotti di largo consumo, certa-

mente non definibili di lusso, comel’acqua minerale, la birra, il vino, lebevande gassate ed i succhi di frut-ta, bevanda a base di acqua aro-matizzata e zuccherata, integrato-ri alimentari in forma liquida.

In poche parole, gli aumentinon riguardano ad esempio pane,latte e pomo-dori. Invariatoanche il caffèal bar, mentresale il costodella confe-zione di caffèal supermer-cato.

C o m u n -que, in estre-ma sintesi,esc ludendoalimentari, bar, ristoranti e prodot-ti editoriali, i prezzi aumenterannoun pò per tutti i prodotti. Con que-sto incremento l’Italia diventa unodei paesi con la maggior aliquotaordinaria praticata. La Spagna è al18%, la Germania al 19%, la Fran-cia al 19,6% e la Gran Bretagna al20%”.

Il peso più forte sulle tasche de-gli italiani potrebbe, però, arrivare

dai prezzi dei carburanti, già a li-velli altissimi, e dai trasporti, con-siderato che la maggior parte del-le merci si sposta su gomma.

Si stima un aumento della ben-zina di circa 1,4 centesimi al litro,del diesel di circa di 1,3 centesimia litro e del Gpl di circa di 0,5 cen-tesimi a litro.

Le compagnie petrolifere han-no già inviato i listini aggiornati aigestori, molti dei quali con gli im-mancabili arrotondamenti specu-

lativi. E’ evidenteche il benesseredelle famiglie ita-liane, già fortemen-te compromessodall’inarrestabilecaduta del potere d’acquisto, rischia oradi essere ulterior-mente intaccato.Dauna parte il rialzodell’accisa sui car-buranti e dall’altra

l’aumento dell’IVA dal 20% al 21%:le famiglie italiane, si stima, subi-ranno un aumento della spesa an-nua di almeno 200 euro.

Ma a farne le spese non saran-no solo le famiglie; anche i consu-mi, già stagnanti, sono destinati asubire l’ennesimo inarrestabilecrollo. Il tutto a danno del commer-cio al dettaglio e delle piccole e me-die imprese.

Famiglie e consumi in crisiLa grande stangata dell’IVA

Tra rischi di speculazione e aumenti ingiustificati.Attenzione agli arrotondamenti speculativi

La manovra di ferragosto ègià legge dello Stato. Dalle tv alvino, dai giocattoli alle automo-bili, dalle scarpe ai detersivi,molti prodotti saranno più cariper il ritocco dell’aliquota Iva dal20 al 21%. Rincari in vista ancheper i pieni di carburante che, ol-tre alle accise, scontano l’impostasul valore aggiunto e le sigarette,il cui aumento dell’Iva porta a unrialzo di2 0 - 2 5centesimi.

A n -che se ap-parente-m e n t egravantisul consu-matore fi-nale, gliaument idi aliquo-ta ordina-ria sui prodotti ad essa soggetti,creano problematiche e preoc-cupazioni anche al mondo delleimprese.

In primo luogo occorre un re-pentino adattamento informaticodei gestionali contabili con per-dita di risorse temporali ed eco-nomiche (interventi a pagamen-to); stesso problema si pone perrimodulare l’IVA sui registratoridi cassa dei vari esercizi, consi-derando anche i più piccoli.

E’ assolutamente necessarioconsiderare il problema di inter-pretazione della norma, con ri-schio di incorrere in sanzioni,qualora non correttamente ap-plicata (es. l’acconto fatturato al20%, prima dell’entrata in vigo-re della legge, va compensato, ingergo tecnico stornato, nella fat-tura di consegna del materiale,con aliquota vecchia, sempre al20% e non al 21%).

Un’altra problematica daconsiderare è nella gestione deirapporti con la clientela che hafirmato una commissione/con-tratto di acquisto, con consegnadifferita, prima dell’entrata in vi-gore della legge, e si ritrova unimporto più alto da pagare dopol’entrata.

Da non dimenticare poi chedal punto di vista interno e prati-co dell’azienda, è necessario unrapido aggiornamento dei di-splay (sono i banchi dove la mer-ce viene esposta e con specificadel prezzo finale). Dunque la va-riazione si rende necessaria perevitare arrotondamenti sfavore-voli all’azienda e questo si veri-fica maggiormente in quelle at-tività che espongono il prezzofinito ovvero iva inclusa.

A livello generale, i rischi e idubbi sono legati ad un’even-tuale depressione economica, le-gata alla remora psicologica dieffettuare un acquisto in un pe-riodo in cui i prezzi risultano ine-vitabilmente in aumento. Dubbiche si ripercuotono tanto sul con-sumatore quanto sulle aziende.

Irma Mecca

Ipertensione I vantaggi dell’attività fisica

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“Che mal di schiena”. Quantedi noi hanno pronunciato questeparole al termine di una giornata!La lombalgia, infatti, è divenuta ne-gli ultimi anni una delle patologiepiù diffuse nei Paesi industrializza-ti. La sua incidenza annuale è mas-sima tra la terza e la quinta decadedi vita e costituisce una delle prin-cipali cause di assenza dal lavoro,di richiesta di visite mediche e di in-dagini diagnostiche. Nella mag-gioranza della popolazione la lom-balgia, se non è stata causata da unevento traumatico oppure daun pesante sovraccari-co, non è altro che unsegnale di allarme pro-veniente dal corpo, indi-ce di un utilizzo quotidia-no non corretto dellaschiena. Quello che faccia-mo tutti i giorni e come lofacciamo diventa la causa diquesto sovraccarico alla co-lonna la quale comincia amuoversi male, ad ir-ritarsi e a pro-durre un se-gnale di dolore.Tre elementi essenzia-li debbono essere considera-ti a tal proposito: l’alto tassodi remissione spontaneadel singolo episodio di lombalgia,la notevole tendenza alle recidivee la conseguente cronicizzazione

del problema che rischia di trasfor-marsi in lombosciatalgia con irra-diazione del dolore lungo la gam-ba. Molto importante per ilbenessere della nostra schiena è ilriposo notturno non solo attraversoil rilassamento della muscolatura ela riduzione del carico sulle verte-bre, ma soprattutto perchè duran-

te il riposo a letto siha una riduzionedella pressione sul-

la colonna che per-mette il passaggio del

nutrimento dalle strut-ture vertebrali al disco

intervertebrale. Il discointervertebrale, pro-prio come una spugna,

tende a perdere i li-qui-

di interni durante il giorno a causadella pressione proveniente dal pe-so corporeo. Al contrario, duranteil riposo a letto, sfrutta la riduzionedel carico per riassorbire liquidi enutrimento dalle vertebre adiacen-ti. Il riposo ottimale si ottiene quan-do la colonna vertebrale rimanenella sua posizione fisiologica, ciòsignifica utilizzare un materasso eun cuscino che permettano di man-tenere l’allineamento tra capo ecorpo. In linea generale, al di là diquelle che sono le attività svolte du-rante la giornata per salvaguarda-re la propria schiena, bisognereb-be evitare posizioni statiche perperiodi di tempo prolungati e mo-vimenti rapidi ed in torsione dellaschiena. E’ consigliabile inoltre,

evitare di piegarsi inavanti a ginocchia

estese e utilizzarepiuttosto la fles-sione delle anche

e delle ginocchia; effet-tuare attività fisica e in

particolar modo pren-dere coscienza dei

propri errori in modo dapotervi porre ri-

medio. Acquisire un buon control-lo del proprio corpo ed una buonapostura non è facile. Per modifica-re l’uso del nostro corpo è necessa-rio che impariamo a percepirlo, adosservarlo nei movimenti che soli-tamente facciamo e nelle postureche comunemente adottiamo. Datutti questi elementi risulta evi-dente l’importanza dell’interventorieducativo, che non soltanto si pro-porrà di intervenire sul sintomo do-lore, ma avrà l’obiettivo di modifi-care i fattori di automantenimentoe di aggravamento di questo pro-blema così diffuso. Per cambiare lapostura abbiamo pertanto bisognodi una ginnastica che aiuti una talepresa di coscienza e che più in ge-nerale migliori la percezione dellacolonna, degli arti superiori ed in-feriori e le posizioni che essi assu-mono nello spazio.

Una ginnastica quindi che por-ti ad acquisire la capacità di con-trollo del corpo e a migliorare l’usodello stesso.

Ogni anno c’e’ un insetto “kil-ler”. Zanzare geneticamente modi-ficate, pappataci, vespe, ragni, ci-mici, zecche che, oltre ad esserefastidiosi, possono essere anche pe-ricolosi per l’uomo per il rischio diShock anafilattico.

I calabroni La puntura del calabrone è mol-

to dolorosa. Nel caso di puntura sideve mantenere la calma ed evitarei “rimedi della nonna” (ad esempiol’ammoniaca) ed applicare inveceghiaccio localmente. In caso di in-sorgenza di difficoltà di respirazionee sudorazione si deve ricorrere sem-pre subito alle cure del medico.

Le vespe La loro puntura può essere mol-

to pericolosa se il veleno raggiungeun vaso sanguigno, o se viene pun-ta la bocca, il naso o il collo.

Trattamento :applicare ghiac-cio,creme corticosoniche o antista-miniche.

Le api Quando l’ape punge, provoca

dolore severo con eritema, edema,vescicole, prurito e, in casi rari (perfortuna), shock anafilattico.

Trattamento: rimozione pungi-glione attraverso un gentile sfrega-mento prodotto con una lama di col-tello o una chiave (non schiacciare il

pungiglione con le unghie o con unapinzetta), lavare l’area con acqua esapone, applicare ghiaccio, cremecorticosoniche o antistaminiche.

Gli scorpioniIn genere la puntura degli scor-

pioni provoca localmente dolore ebruciore immediato, talvolta flogo-si e parestesie. In Italia vivono spe-cie del genere Euscorpius, pratica-mente inoffensive per l’uomo.

Trattamento: disinfettare laparte colpita, non immergere l’estre-mità colpita nel ghiaccio,non effet-tuare incisioni.

I ragni Nel nostro paese si rinviene una

specie affine alla vedova nera, notacome “malmignatta”, che vive dipreferenza in campagna. I veleni deiragni sono tossine molto potenti, mala dose realmente iniettata è estre-mamente piccola. Le manifestazio-

ni cliniche sonovarie e possonocoinvolgere di-versi apparati.Si consiglia di

recarsi nell’ospedale più vicino.I centopiedi e millepiedi Alcuni dei centopiedi più gran-

di del genere Scolopendra possonoinfliggere un morso doloroso, congonfiore ed eritema localizzato. Latossina secreta può causare irrita-zione cutanea locale e, nei casi gra-vi, eritema marcato, formazione divescicole e necrosi.

Trattamento: lavare la cute conacqua e sapone (l’alcool non va usa-to). Applicare ghiaccio, crema cor-ticosonica.

Le processionarie La processionaria che può cau-

sare problemi all’uomo, è la fase lar-vale di una farfalla notturna. Il con-tatto con la processionaria, inparticolare con i suoi peli uncinatiurticanti, può causare una fastidio-sa dermatite con papule arrossatepruriginose. Più gravi conseguenze

si hanno quando il contatto è a livel-lo oculare, della mucosa nasale edelle vie respiratorie e digestive.

Trattamento:togliere gli indu-menti, fare una doccia, lavare i vestitia 60°C, applicare ghiaccio, cremecortisoniche.

Prevenire è possibile , adottando semplici regole di buon sensoQuando si sta all’aperto indos-

sare maglie a maniche lunghe, pan-taloni, non indumenti dai colorisgargianti, profumi dalle fragranzeintense. Usare prodotti repellentiper insetti. Evitare di lasciare espo-sti all’aperto cibi e bevande. Con-trollare bene che non vi siano api oaltri animali prima di sedersi e sdra-iarsi. Indossare guanti se si è in cer-ca di fiori o frutta ecc. Non tentaredi schiacciare vespe o api. Non uti-lizzare le braccia per allontanare gliinsetti e non compiere movimentiaffrettati che possono attirarli.

Per qualsiasi evenienza, perun consulto medico o una sempli-ce informazione, contattare il Cen-tro Antiveleni allo 0881732326

19o t t o b r eduemilaundici

Ovaie congelate:

incintaPer la prima volta in Italia

una donna è rimasta incinta gra-zie ad un autotrapianto di tessu-to ovarico.

Protagonista di questa gra-vidanza connubio di laboratorioe natura è una torinese di 28 an-ni, talassemica dalla nascita.Quando aveva 20 anni le aveva-no prelevato e congelato dueframmenti di ovaie prima di sot-toporla a un regime intensivo dichemioterapia che l’aveva in se-guito resa sterile. Un trattamen-to, questo, preliminare al tra-pianto di midollo eseguito alcentro onco-ematologico del Re-gina Margherita, estrema tera-pia che l’aveva salvata da unaforma grave forma di talassemiamajor che non rispondeva più al-le terapie tradizionali e chel’avrebbe condannata.

Dopo otto anni, nonostantela chemioterapia ne avesse com-promesso la capacità riprodutti-va, i medici l’hanno di nuovo re-sa fertile, reimpiantandole iframmenti di ovaie conservatiper tutto quel tempo nel conge-latore. Quei due lembi di ovaiocontenevano moltissimi follico-li, potenziali ovociti, che si sono“risvegliati”, consentendole direstare incinta. Il caso è presen-tato in tutti i convegni nazionalisulla fecondazione artificialeperché ha solo quattordici pre-cedenti nel mondo. La particola-rità del caso sta nel fatto che nel2003, quando le condizioni di sa-lute della ragazza precipitarono,non c’era il tempo per una tradi-zionale stimolazione ormonale eil conseguente prelievo degliovuli. Per garantirle la possibili-tà di diventare un giorno madre,c’era solo quella via, urgente maanche dagli esiti incerti: prele-vare direttamente una parte del-le ovaie, e congelarla.

Quando la giovane donna èstata considerata fuori pericolo econ il suo fidanzato ha desidera-to un figlio, in frigo da 90 mesil’attendevano quei due fram-menti della sua fertilità perduta.A quel punto, è stata “adottata”dagli specialisti del Sant’Anna diTorino (del Progetto Fertisavefondato nel 2001 dal professorMarco Massobrio) dove si con-gelano ovociti e tessuto ovaricodelle pazienti, in particolarebambine, che devono sottoporsia terapie che possono compro-metterne la fertilità futura. I me-dici hanno reimpiantato i fram-menti ovarici in due interventi inlaparascopia e dopo alcuni mesihanno attecchito. E con loro ètornata l’ovulazione.

E ora la coppia aspetta un fi-glio. (Fonte: repubblica.it)

in pocheparolePunture di insetti: cosa fare

I pericoli della campagnaUna telefonata non costa nulla, la vita vale di più

Un problema sempre più comune

E’ possibile modificare la propria postura,se sbagliata, attraverso la rieducazione

Lombalgia e lombosciatalgia

MEDICO CAVDI ANNA LEPORE

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CENTRO ANTIVELENIResponsabile: dottoressa Anna LeporeCordinatrice: Maria Rosaria MastrodonatoGruppo Operativo: Michele Santamaria

Moira MazzilliAntonio CarlucciRosanna Mendilicchio

DI NOEMI TIZZANO

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FISIOTERAPISTA

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20 o t t o b r eduemilaundici

Negli ultimi anni lo psicologoè stato sempre più spesso coinvol-to nella valutazione e nella com-prensione di eventi che riguarda-no l’universo giuridico e ilrisarcimento del danno alla perso-na.

Il danno psichico è costituitoda una o più disfunzioni provoca-te da un disagio psichico causato,a sua volta, da un evento trauma-tico. Il danno psichico è un dannolegato a un peggioramento dellaqualità della vita della persona chelo ha subìto, conseguente a unacompromissione dell’efficienza,dell’adattamento e dell’equilibriopersonale in seguito all’evento enon può essere considerato nei ter-mini puramente soggettivi (Pajar-di, 1995), in quanto non è ricondu-cibile alle emozioni provate, ma siriconosce negli effetti di un dannovero e proprio, capace di alterarele condizioni di vita della persona.

Possiamo cioè anche definireil danno psichico come ogni me-nomazione funzionale intra-psi-chica e relazionale, subìta da unsoggetto a seguito di un evento le-sivo, di natura fisica o psichica, dalui subìto passivamente. E’ chiaro,

ma questo non ha natura definito-ria quanto di inquadramento ri-sarcitorio, che l’evento lesivo, peressere risarcibile, deve avere na-tura di illecito, civile o penale; va-le a dire che il danno deve esseredefinibile come in rapporto di cau-sa-effetto con un atto ingiustoavente in tal senso rilievo giuridi-co.

Questa definizione racchiudein sé figure di danno preesistenti,come quelle riguardanti la capaci-tà lavorativa generica, l’aspettoestetico, la vita di relazione e la vi-ta sessuale e contiene in sé la ca-tegoria di danno psichico, postoche la sofferenza psichica incidesulla globalità della persona e in-ficia direttamente gli aspetti bio-logici, culturali, sociali ed estetici.

Il sistema giuridico italiano ob-bliga il responsabile di un dannoingiusto a risarcire il danneggiatoal fine di compensarlo per il tortosubito.

Tale obbligo deriva da un altrodovere giuridico, quello della re-sponsabilità del proprio compor-tamento che, sia esso commissivo(un fare) o omissivo (un non fare),non deve ledere direttamente, o

indirettamente (attraverso le sueconseguenze), l’altrui sfera giuri-dica, ossia i suoi diritti.

In questo senso ogni fatto do-loso (intenzionalmente voluto) ocolposo (anche se preveduto nonè direttamente voluto, si verifica acausa di imprudenza, negligenza oimperizia), che arrechi un dannoingiusto ad una persona obbligacolui che ha commesso il fatto a ri-sarcire il danno.

E’ possibile suddividere il dan-no in due grandi categorie: il dan-no patrimoniale e il danno non pa-trimoniale.

Il danno non patrimoniale ri-guarda i danni subiti da un sog-getto a prescindere dalle conse-guenze economiche e non incidedirettamente sulla capacità di gua-dagno o patrimoniale dei soggettilesi, va ulteriormente suddiviso in:danno morale, biologico ed esi-stenziale.

Le tre tipologie di danno nonpatrimoniale appena descritte, ildanno morale, biologico ed esi-stenziale, comprendono in sé qual-siasi danno dovuto a comporta-mento ingiusto altrui che producauna sofferenza nella vita dell’indi-

viduo, o una lesione dell’integritàpsicofisica, o un peggioramentodella qualità della vita di un indi-viduo derivante dalla lesione di va-lori fondamentali alla persona. Gliambiti in cui può essere chiesto unrisarcimento per danno biologicoo danno esistenziale, oltre che peril noto danno morale, sono moltis-simi: Infortunistica Stradale, In-fortunistica professionale, Dannoda colpa professionale, Danno dawrongful life, Danno da Mobbinglavorativo, familiare e coniugale,Danno da Demansionamento .

Nel numero successivo di6Donna tratteremo nel dettagliotutti i tipi di settori nel risarcimen-to del danno alla persona.

Ricompensare un soggetto per un torto subito

Il sistema giuridico italiano

obbliga il responsabile

di un danno ingiusto a

risarcire il danneggiato

Regole control’obesità

La prevenzione del sovrap-peso e dell’obesità in 12 tappe. Èil dodecalogo realizzato da ungruppo di esperti nell’area dellapediatria, della nutrizione e del-la ginecologia. Proprio dalla con-vinzione che la prevenzionedebba partire dalla gravidanzaper giungere fino ai primi anni divita, nascono le regole per la pre-venzione del sovrappeso e del-l’obesità di cui si riassumono diseguito le indicazioni basilari.

Siccome oggi si ritiene cheun eccessivo aumento di peso ingravidanza sia correlato al so-vrappeso e all’obesità dei figli a2-4 anni di vita, durante la gra-vidanza la futura mamma nondeve ‘mangiare per due’, ma sce-gliere quantitativamente e qua-litativamente le sostanze ali-mentari adatte a sè e al bambino.Dovrà inoltre praticare un’attivi-tà fisica regolare.

Il latte materno è un alimen-to unico e inimitabile che pro-tegge dalle infezioni respirato-rie, migliora la vista e lo sviluppopsicomotorio, riduce il rischio disviluppare allergie, sovrappesoe obesità. Per questo, tutti i bam-bini dovrebbero essere esclusi-vamente allattati al seno per iprimi sei mesi di vita.

Nel successivo passaggio daun’alimentazione esclusiva-mente lattea a una più varia e ca-ratterizzata dall’introduzione dicibi solidi, gli esperti puntano iriflettori sull’importanza del-l’equilibrio nutrizionale e dellavarietà. Alcuni alimenti, non do-vrebbero mai essere proposti co-me premi o incentivi, o utilizzaticome ‘punizioni’ perchè, in que-sto modo, il bambino li assoceràa sensazioni negative e non ap-prezzerà le scelte salutari che so-no alla base della prevenzionedell’obesità.

Nella delicata fase dellosvezzamento è bene fare atten-zione ad alcuni pericolosi ecces-si nutrizionali, in particolare perquanto riguarda le proteine. Peresempio, in mancanza di lattematerno, è importante che al lat-tante sia somministrato un latteformulato, evitando l’introdu-zione di latte vaccino, troppo ric-co di proteine, nel primo anno divita.

Nel primo anno di età si in-staurano alcune abitudini ali-mentari che il bambino porteràcon sè nella sua crescita. Per ilbambino è naturale sperimenta-re nuovi alimenti e per i genitoriè bene approfittare di questa suanaturale tendenza prima che so-praggiunga il periodo fisiologi-co della cosiddetta ‘neofobia ali-mentare’, caratterizzato da unaminore disponibilità ad accetta-re nuovi alimenti e sapori. Pro-porre un alimento per volta, inpiccole quantità, può essere unostrumento per abituare i bambi-ni a nuovi gusti.

in pocheparole Separazione consensuale e divorzio

Assegnazione della casa coniugaleDI CATERINA MONOPOLI

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AVVOCATO

Ornella, separata da diversianni, ha ora intenzione di pro-cedere al divorzio.

La lettrice, a suo tempo, ri-nunziò alla casa coniugale per-ché era ubicata in campagna,alle porte della città e, pertan-to, risultava scomoda per glispostamenti del figlio, allora ra-gazzino.

Ora che il figlio è più grandee, quindi, più autonomo, Ornel-la chiede di sapere se ha ancorala possibilità di tornare a vive-re nella casa coniugale.

Cara Ornella,il fatto che, in sede di separa-

zione consensuale, tu abbia rinun-ciato ad abitare la casa coniugale,non preclude il tuo diritto a farne ri-chiesta successivamente, in sede didivorzio.

L’assegnazione della casa co-niugale in sede di separazione e didivorzio è regolata rispettivamentedagli articoli 155 quater codice ci-vile e 6, 6° comma della legge898/70 (legge sul divorzio).

Per quanto concerne i presup-posti per l’assegnazione della casafamiliare, il criterio preferenziale èrappresentato dall’interesse deifigli.

L’assegnazione della casa fa-miliare spetta di preferenza al co-

niuge affidatario dei fi-gli, o con il quale con-vivono quelli mag-giorenni, noneconomicamente in-dipendenti.

Infatti, come soste-nuto dalla giurispru-denza, “l’assegnazionedella casa familiare ri-sponde all’esigenza digarantire l’interesse dei fi-gli alla conservazione dell’am-biente domestico, inteso come cen-tro degli affetti, degli interessi edelle abitudini in cui si esprime e siarticola la vita familiare, al fine dievitare loro l’ulteriore trauma di unallontanamento dal luogo ove sisvolgeva la loro esistenza e di assi-curare una certezza e una prospet-tiva di stabilità in un momento diprecario equilibrio familiare.”(Cass. Civ. sez. I, 21.06.2002 n.9071).

Con Sentenza n. 1198 del 20gennaio 2006, la Suprema Corte hastabilito che: “al fine dell’assegna-zione ad uno dei coniugi separati odivorziati della casa familiare, nonbasta la mera constatazione dellaconvivenza con figli maggiorenni,ma occorre che si tratti della stes-

sa abitazione in cui si svolgeva lavita della famiglia finché era uni-ta e che i figli maggiorenni convi-venti versino, senza loro colpa, incondizioni di non autosufficienzaeconomica”. Con l’occasione laCorte ha anche definito la casa fa-miliare come “habitat domestico,luogo degli affetti, degli interes-si e delle consuetudini della fa-miglia durante la convivenza deisuoi membri”.

L’art. 6 della legge 1 dicembre1970, n. 898, come sostituito dal-l’art. 11, della legge 6 marzo 1987,n. 74, ha sancito il citato principiosecondo cui “l’abitazione della ca-sa familiare spetta di preferenza algenitore cui vengono affidati i figli

o con il quale i figli convivono oltrela maggiore età.”. Inoltre, aggiun-ge che “In ogni caso ai fini dell’as-segnazione il giudice dovrà valuta-re le condizioni economiche deiconiugi e le ragioni della decisionee favorire il coniuge più debole”.

Quindi, cara Ornella, sulla scor-ta di tali premesse, nel ricorso perdivorzio occorrerà fare esplicita ri-

chiesta al Presidente dell’asse-gnazione della casa coniugale, in

considerazione della convivenzacon figlio maggiorenne non econo-micamente autosufficiente; saràopportuno, all’uopo, evidenziare imotivi per cui fosti costretta a ri-nunciare all’assegnazione in sededi separazione consensuale e la tuaattuale precarietà abitativa datadall’assenza di un reddito congruo,contrariamente al tuo ex coniuge,titolare di una buona pensione. Sa-rà bene, inoltre, sottolineare che iltuo ex non abita la casa coniugaleormai da anni, dunque non ne habisogno.

Tutto ciò sarà sufficiente per ot-tenere l’assegnazione della tuavecchia abitazione, in linea con idettami della legge e della giuri-sprudenza.

In bocca al lupo!

I presupposti in base ai quali è possibile farne richiesta

DI INES PANESSA

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PSICOLOGA GIURIDICA

Distinzione tra danno fisico e psichico

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21o t t o b r eduemilaundicifarmacia 21o t t o b r eduemilaundici

Bimbi a rischio didisidratazione

Capricci intestinali

A CURA DELLAFARMACIA SANTA RITA

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Per diarrea si intende l’emissione fre-quente di feci poco formate, a volte comple-tamente liquide, maleodoranti, o con traccedi sangue o di muco. Attraverso la diarrea l’or-ganismo si libera di sostanze tossiche, di sco-rie alimentari non digerite, di germi patogenio di loro prodotti che ne hanno attaccato l’in-tegrità. La diarrea si può presentare con ca-ratteristiche diverse ed è molto importanteche i genitori le conoscano e sappiano, quan-do è necessario, riferirle al medico. Il tipo discariche, i sintomi che le accompagnano e laloro frequenza, sono in grado di orientare ladiagnosi. Ma ancor più che la frequenza e laconsistenza delle scariche semi-formate, semi-liquide, liquide, è importante la valutazionedella quantità di feci eliminate e, in partico-lare, della quantità di liquidi persi, attraver-so l’intestino, che causerà una perdita di pesoda tenere sotto controllo per la reidratazione.A seconda delle cause e della durata, la diar-rea si può considerare acuta o cronica. La diar-rea acuta viene principalmente causata da vi-rus (Rotavirus, Astrovirus, Adenovirus), o dabatteri (Salmonella), oppure dall’assunzionedi antibiotici, soprattutto se per lungo tempo,per alterazioni della microflora intestinale. Ladiarrea cronica può essere causata da aller-gie alimentari e si presenta come una diarreaintermittente, nella quale si alternano scari-che poco formate, contenenti residui di parti-celle alimentari, a scariche liquide. Altre cau-se di diarrea importante sono le tossinfezionialimentari, per ingestioni di cibi contaminati.

Tipica è la tossinfezione da Stafilococco dovele manifestazioni cliniche sono gravi, perchè,alla diarrea violenta, si associa il vomito, ed ilrischio di disidratazione è molto elevato.

Anche i viaggi e gli spostamenti tempo-ranei possono causare problemi gastrointe-stinali a causa della mutazione climatica, del-la trasmissione di infezioni virali tra i bimbi invacanza, tipica dei villaggi turistici, e la diar-rea del viaggiatore. In alcune condizioni par-ticolari al bambino con diarrea può essere ne-cessaria una cura specifica.

La quasi totalità dei casi di gastroenteriteacuta infettiva si risolve senza terapia farma-cologica e non necessita di antibiotici. La te-rapia antibiotica è invece fortemente indica-ta se il bambino è gravemente compromesso,con segni di infezione generalizzata e pro-gressiva perdita di peso e in particolari circo-stanze come nei neonati, nella immunodefi-cienza e nella grave malnutrizione. L’uso diantibiotici nei bambini in buone condizionivaria in relazione al microrganismo infettivoe deve essere prescritta dal pediatra. I Pro-biotici, sono substrati alimentari a base di zuc-cheri non digeribili con microrganismi viven-ti che migliorano l’equilibrio della florabatterica. Si associano a sostanze con effettoassorbente, come per esempio il caolino, lapectina, la diosmectite che hanno un’alta ca-pacità di legare microrganismi e i loro prodottitossici. E’ bene comunque chiedere consiglioal pediatra o al farmacista di fiducia sulla te-rapia da adottare.

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LA LUNGA STRADA D’ACQUALungo il “Potente fiume”,

dal Laos alla Cambogia fino alVietnam, un itinerario

tra paesaggi incantati, piccoli villaggi di pescatori e antichi

templi, alla scoperta di costumi e tradizioni millenarie

Viaggi

Il Mekong è il dodicesimofiume al mondo per lunghez-za. Nasce dall’altipiano Qin-ghai, in Cina, e scorre per4.220 km, attraverso il Tibet,Myanmar, Laos, Cambogia,Thailandia e Vietnam, dovesfocia nel Mare Cinese.

Oggi quasi tutto il corso delfiume è navigabile, anche gra-zie a un sistema di canali, di-ghe e impianti di irrigazione.

Per i turisti, nei percorsilunghi si utilizzano traghetti amotore, che offrono sistema-zione per la notte; per gli spo-stamenti brevi meglio prende-re i taxi fluviali o le lance.

Prima di partire è bene co-noscere alcune utili informa-zioni.

SANITÀ: nessuna vacci-nazione obbligatoria. Consi-gliate quelle contro la malaria,l’epatite A e B.

QUANDO ANDARE: cli-ma tropicale-monsonico, cal-do umido. Il periodo miglioreè tra novembre e aprile, quan-do le temperature sono piùpiacevoli.

COME COMPORTARSI:le popolazioni locali vestono inmodo casto, meglio adeguar-si. Nei templi si entra scalzi.Tutte le immagini e le statue diBuddha sono sacre: non biso-gna mai arrampicarsi o toccar-ne una. In segno di rispetto,mai voltare le spalle a un Bud-dha e tenere la testa più in bas-so rispetto a quella di un mo-naco. I monaci non possonoessere toccati né ricevere nien-te dalle donne. Per i locali es-sere abbracciati o baciati dauno straniero è un insulto.

Scenari ancora incontaminati e villaggi nei qualiè la natura a scandire i ritmi quotidiani: qui non si cer-cano monumenti ma si ammirano paesaggi dal saporeantico. Lasciatosi alle spalle le vicende degli anni Set-tanta, il Paese si va aprendo al turismo, grazie ai suoipaesaggi; il delta del Fiume Rosso a Nord, le risaie nel-le quali lavorano donne dal caratteristico cappello co-nico e il delta del Mekong a Sud.

Quella che un tempo si chiamava Saigon è una cit-tà che si va modernizzando velocemente e che si puòvisitare a partire dai suoi parchi e musei che ne riper-corrono la tormentata storia.

A un’ora da Saigon, si visita il Cu Chi Tunnel, retedi tunnel sotterranei su 3 li-velli sovrapposti che si svi-luppano per 250 chilometri,dichiarati monumento na-zionale.

Con un diametro chepuò variare da 50 centimetria un metro, i tunnel eranousati da guerriglieri viet-cong durante la guerracontro gli Stati Uniti, percontrollare la zona oltre le li-nee americane.

Dopo decenni di guerre, la Cambogia non incu-te più timore. Entrato in territorio cambogiano, il Me-kong attraversa paesaggi che infondono serenità, do-ve alle risaie si alternano villaggi.

Caratterizzata da una natura ancora intatta, concascate e fiumi che si diramano dal Mekong, la zonadi Stung Treng ospita Kratie, una piccola città dove an-

cora si possono ammirare le tra-dizionali abitazioni, delle pala-fitte di legno con tetto in lamiera.La citta di Angkor , cuore anticodel Paese, é uno dei luoghi piùsuggestivi al mondo, un sito ar-cheologico di rara suggestione,dichiarato dall’Unesco Patrimo-nio dell’umanità. Duecento chi-lometri quadrati, su cui sorgevaun vasto centro religioso e am-ministrativo con circa cento edi-fici sacri. Oggi rimangono soloalcuni templi. Irma Mecca

CAMBOGIA

LAOS: IL PAESE DELLA TRADIZIONE

VIETNAM

MEKONG

Il paesaggio del Laos sulle rive del Me-kong è affascinante, dominato dal contrastodella terra rossastra con il verde della fore-sta, dove si schiudono all’occhio i villaggi.

Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dal-l’Unesco nel 1995, l’antica città reale diLuang Prabang, sita alla confluenza del Me-kong con il fiume Khan suo affluente, con-serva dozzine di edifici religiosi, molti deiquali sono nel quartiere vecchio, su una sor-ta di penisola tra i due fiumi. Splendidi i tem-pli buddisti, le cui pareti sono decorate conlacche variopinte che rappresentano scene

del Buddha.Indimenticabi-

le la sensazione diquiete salendo i328 scalini cheportano al tempioWat Tham ChonSii, luogo sacro delbuddhismo laotia-no, sulla cima delmonte Phousi dacui si gode la vistadell’antico Palazzo Reale, trasformato nel Pa-lace Museum.

Vientiane, la capitaleVientiane è una città che riserva molte

sorprese, un luogo dove si alternano risaie,colture di ortaggi, templi buddhisti ed edifi-ci di architettura coloniale, ristrutturati e tra-sformati in uffici e hotel. Simbolo della città èil Pha That Luang, reliquiario e importanteluogo sacro. Da visitare il parco di Buddha.Cuore della città è il Talaat Sao, il mercatodove si trovano broccati e mat, tessuti daidisegni ispirati ai decori dei templi, otte-nuti annodando fili poi tinti con estratti diebano e tamarindo.

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