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Speciale Moda mare Il glamour non va in vacanza Per la foto in copertina si ringrazia: SANITARIA PHARMAMEDICAL viale Giotto 36/38 Foggia Personaggio Franco Landella Sindaco di Foggia Inchiesta Foggia città ‘Animal friendly’? Bellezza Acqua, elisir di benessere

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Speciale Moda mareIl glamour non va in vacanza

Per la foto in copertina si ringrazia:

SANITARIA PHARMAMEDICALviale Giotto 36/38

Foggia

PersonaggioFranco Landella

Sindaco di Foggia

InchiestaFoggia città ‘Animal friendly’?

BellezzaAcqua, elisir di benessere

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2 g i u g n o duemilaquattordici sommario

ditoriale

Il dado è tratto. Inizia unanuova era per Foggia. Ventiset-temila ottocento trentanove fog-giani - un quarto della città -hanno eletto il proprio sinda-co. Una croce su una sche-da azzurra per sceglierea chi affidare, per iprossimi cinque anni,una città malconcia, sofferente, ago-nizzante. Foggia cambia rotta, in-somma, e dopo 10 anni decide perl’alternanza politica in Corso Ga-ribaldi eleggendo una ammini-strazione di centrodestra.

Una croce, quella sullascheda azzurra, che mezzacittà non ha voluto apporre.Né per l’uno, né per l’altro deicandidati il lizza per la poltrona disindaco di Foggia (al ballottag-gio c’erano Franco Landella,espressione del centrodestra edAugusto Marasco, per il centro-sinistra). E’ mancata la volontà discelta, a Foggia. E’ mancato il co-raggio di decidere, di prendereparte, di esercitare un propriodiritto.

Volendo rimanere attaccati ainumeri, freddi e sterili, è stato l’asten-sionismo a vincere, a Foggia. Il 45%degli aventi diritto al voto si è recatoalle urne per scegliere a chi affidarele chiavi della città. E questa è unarealtà, un dato di fatto, sul quale do-vremmo tutti - la politica in primis -interrogarci. In questi mesi, 6Donnaha seguito tutta la campagna eletto-rale, vi ha presentato i candidati sin-daco ed i loro programmi; li ha mes-si l’uno di fronte all’altro perinterrogarli, durante una pacata ta-vola rotonda, sulle problematichepatite quotidianamente dai cittadi-ni. Tra gli assenti a quella tavola ro-tonda, c’era Franco Landella. E’ lui ilnuovo sindaco di Foggia e oggi, conla fascia tricolore sul petto, rimediaa quell’assenza con una lunga inter-vista che troverete nella pagina de IlPersonaggio.

Ancora spazio al comune di Fog-gia, nella pagine di Approfondi-mento Politico con un bilancio sugliesiti della doppia preferenza e unapresentazione del trentatreesimoconsigliere: è Carine Bizimana, laprima consigliera dei migranti.

Animalisti&Vegani è invece il te-ma della nostra Inchiesta del mese.Un tema importante, che meritereb-be ancora ampi margini di appro-fondimento. Per il momento ci siamofermati alla voce autorevole di CarlaRocchi, presidentessa nazionale del-l’Enpa, e a quelle di alcune animali-ste foggiane. Non solo Bianca e Ga-briella, pronte a protestare control’istituzione Circo Orfei. Ma anchequella di Terry Marangelli, presi-dente dell’associazione VolontariProtezione Animali.

A seguire, ampio spazio agli ap-puntamenti e alle news tratte dalmondo Cultura e Spettacolo e tanterubriche in materia di Moda, Salutee Benessere. Insomma, come sem-pre, abbiamo provato a confeziona-re per voi un numero ricco di spunti diriflessione per leggere insieme la cit-tà e i suoi cambiamenti. 6Donna tor-nerà nelle vostre case, dopo la pausaestiva, con il numero di Settembre.Buona lettura!

di MARIA GRAZIA FRISALDI

4 Personaggio del mese• “Mr Preferenze”, Franco Landella

nuovo sindaco di Foggia

5 Politica• Doppia preferenza, un mezzo flop• Carine Bizimana, la Consigliera dei migranti

6 InchiestaTra animalisti, vegani e amanti degli animali• Animal friendly, in Puglia la maglia nera• Circo, lo spettacolo che non s’ha da fare• L’esperto: dieta ‘Vegan’, cosa c’è da sapere• Animalisti col cane di razza:

quando Fido è uno status symbol

8 Attualità• Michele Placido, direttore artistico:

“Il Giordano come una chiesa laica”• Patch Adams: “Nulla è più serio di un sorriso”

11 Bellezza • Acqua, elisir di benessere:

una guida alla “bottiglia” giusta• La carta delle acque

12 Sociale • Griffe e solidarietà, ecco il Mercatino della Moda• “Fianco a fianco” dalla parte degli ultimi

13 Moda• Diva da spiaggia: i diktat dell’estate 2014

14 Lui&lei• Io, te e gli altri: i rischi dello scambio di coppia

17 Rubriche• Rubriche

21 Cucina• Sfiziosità ‘Vegan’ per l’estate

23 Cultura & Spettacolo• A Foggia il ‘Gran Prix del Teatro’• Danza orientale, Storie di Ordinaria Aritmia• Sotto la stella di Apulia felix: il nuovo S. Chiara

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Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia

n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

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3g i u g n o duemilaquattordici

Nel cuore della ‘vecchia’ Foggia, nasce un nuovoluogo di ritrovo per gli amanti del buon cibo e del-le memorie cittadine, con quel pizzico di origina-

lità che non guasta mai.Come nasce la “Taverna Divina” è presto detto:

prendi un’antica cantina, situata in Via Manzoni 59, i cuiarchi portanti sono stati costruiti, durante la secondagrande guerra, con i blocchi di pietra di una chiesa del-la città, e fanne un’antipasteria, braceria e locale perdegustazione di vini. Oggi, la Taverna Divina offre unacucina improntata sulla regionalità e sui prodotti di pri-ma scelta a chilometro zero.

Tra le specialità, oltre al-l’alta e grande qualità dei sa-lumi tutti senza conservanti,glutine e lattosio, sono in me-nù la tagliata da 300grammi el’hamburger di tagliata da250grammi per gli amantidella carne, e per i vegeta-riani le minestre e il pancot-to della casa, con pane loca-le abbrustolito.

A corredo della cucina,una ricca cantina che propo-ne vini da tutta la Puglia, tra bianchi, rossi e bollicineche vengono serviti al tavolo in bottiglia, ma l’enote-ca effettua anche la vendita diretta al pubblico, con-sentendo ai clienti di poter gustare anche a casaun’etichetta pregiata applicandovi un ulteriore scon-

to del 10%. Per gli amanti della birra, invece, sonodisponibili dalla Weiss alla Pils, alle bionde doppiomalto sempre rigorosamente in abbinamento a tut-te le pietanze proposte da la Taverna Divina. Per fi-nire in bellezza la cena ci sono, con i dolci della ca-sa, tre tipi di grappe, passiti, whisky e rum.

Taverna Divina è uno spazio che non si può defi-nire semplicemente “locale”, perché nella semplicitàelegante dei suoi arredi, nella professionalità del‘fuochista’ Donato Guerrera e nella cortesia e com-petenza del proprietario Luigi La Gala, si ritrova la

voglia di portare qualcosa dinuovo a Foggia. La voglia dicrescere di un giovane im-prenditore nel settore del-l’enogastronomico, “il desi-derio di andare contro la‘crisi’, combattendola conl’uso dei prodotti nostrani -afferma il giovane imprendi-tore La Gala - un tesoro dascoprire e da portare avanti,per rilanciare il nostro mer-cato e tutti i piccoli produtto-ri”. Infine, con l’arrivo della

bella stagione, la Taverna Divina è pronta per accogliervinel giardino esterno con le sue serate a tema o ancheper le vostre feste e ricorrenze, lontano dai umori del-la città, deliziandovi con gustosi piatti freschi e buffetcreativi.

Antipasteria - Braceria - DegustazioneVia Manzoni, 59 - FOGGIA

Per info e prenotazioni: 327.8865950.

Pagina di Facebook /Taverna Divina.

La qualità a km zeroDegustazioni, serate a tema e apericena con i prodotti migliori della nostra Puglia

“Gli italiani dovrebbero ca-pire che la loro lingua si

parla solo in Italia”. Lorenzo Al-bano, manager del Centro StudiUniversitari di Foggia, davantialla carta linguistica demolisce lecertezze degli italiani pizza, spa-ghetti e mandolino. Lo stuporeper le macchie di colore sullamappa cede il posto alla delusio-ne se non trascuri la legenda: ca-tegoria “altre lingue”. Te la mo-strano in un open day al secondopiano del Palazzo Enaip. Chi var-ca quella soglia l’italiano se lo de-ve scordare. In classe come neicorridoi si parla solo ed esclusi-vamente la lingua del docente.

Riccardo studia inglese, spa-gnolo e cinese: da grande vuolefare il doppiatore. Federico spe-ra di lavorare in Germania, maper gli amici è già un futuro par-lamentare. Sta imparando il te-desco, l’inglese e lo spagnolo.Non serve andare lontano. Sulweb circola il loro video-selfie.Sono studenti del primo anno delCorso di Laurea in MediazioneLinguistica del Centro Studi Uni-versitari E-Learning, polo dellaScuola Superiore per MediatoriLinguistici “San Pellegrino” diMisano Adriatico, ente accredi-

tato al MIUR e con-venzionato con pre-stigiosi atenei.

In un ambiente“friendly”, in via Ro-velli 48, diventi inter-prete e traduttore.“La Facoltà di Lingueè un percorso validoper chi volesse intra-prendere una carrie-ra universitaria o sco-lastica, mercato che oggi a mioparere è saturo.

Invece, il Corso di laurea inScienze della mediazione lin-guistica è finalizzato ad unaformazione professionaliz-zante, più “job oriented”. Ticonsente di fare pratica e di la-vorare immediatamente. Ciarrivano diverse offerte di la-voro da inoltrare ai nostri stu-denti e spesso ci chiedonocompetenze linguistiche unpo’ particolari: l’arabo, il ci-nese, il russo, oltre all’inglesedi base“.

L’ing. Lorenzo Albano, è unimprenditore con lo sguardo co-stantemente rivolto al territorio.Sta organizzando due cicli di le-

zioni “outdoor”. Il primo percor-so parte a settembre e prevedeuscite nei luoghi simbolo di Fog-

gia e della provincia: gli studentidescriveranno i monumenti nellealtre lingue.

Acquisiti gli skills, le compe-tenze, potrebbero scegliere - per-ché no - di lavorare come guide.“L’altro percorso di outdoor acti-vities è orientato a conoscere leimprese del territorio. Prima di vi-sitarle, in aula, prepareremo ilglossario, con un’attività didatti-ca propedeutica”. Lorenzo Alba-no conosce bene le esigenze del-le aziende: nel settore ricettivo,per esempio, i titolari impiegano

quasi un mese per formare un re-ceptionist, tra software da ap-prendere ed etichetta.

“Faremo un corso per for-mare gli addetti alla receptioncon uno stage finale. Sono at-tività che bisogna fare duran-te il percorso di studi perchésolo così si riduce il tempo diimmissione nel mondo del la-voro che dobbiamo puntare adazzerare”.

Vuole sfornare talenti chenon fuggano da Foggia. “Dicosempre ai ragazzi di non pensa-re subito ad andare via. È utile fa-re un’esperienza fuori perché tor-ni arricchito e puoi investire sulterritorio, ma se continuano a fug-gire talenti e intelligenze questaterra si impoverirà, perché nontorneranno più”.

SSML Foggia: gli studenti varcano la soglia e dimenticano l’italiano

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4 g i u g n o duemilaquattordici personaggio

“Mr preferenze”, Franco Lan-della, è il nuovo sindaco diFoggia. Questa volta il con-

senso popolare non gli ha regalato un ampiovantaggio (appena 366 i voti di scarto), ma lacoalizione alle sue spalle, con sette liste com-patte e convinte, lo ha portato nel palazzo diCorso Garibaldi dalla porta principale. Qua-rantotto anni, laureato in Scienze politiche,funzionario dell’Asl di Foggia, ora FrancoLandella indossa la fascia tricolore e prepa-ra la sua agenda quinquennale. Il neoelettoprimo cittadino, sposato con Daniela e padredi due figli (Massimiliano e Simona), ha in-cassato il 50,33% delle preferenze. 27.839voti, una vittoria non propriamente schiac-ciante: scarsa l’affluenza alle urne, risicato ilmargine di vittoria. Fatto sta che Landella in-terrompe la supremazia del centrosinistra inComune; una supremazia durata dieci annicon Orazio Ciliberti prima e Gianni Mongel-li poi.

Landella sindaco di Foggia. Certo, nonc’è stata la vittoria schiacciante al primo tur-no, ma la sua squadra di lavoro - con lo slo-gan “Il primo cittadino sei tu” - ci aveva vi-sto giusto…

Il claim della nostra campagna elettora-

le ricalca fedelmente quello che è il nostroconcetto di politica. Che è e deve essere ser-vizio alla collettività, difesa dei più deboli e de-gli interessi della società. Non a caso la no-stra proposta è stata premiata nei quartieripopolari della città. Per questo vorrei essereil primo cittadino della Foggia Bene; Ma nonquella dei colletti bianchi, delle lobby, delletangenti, degli affari e delle speculazioni. Maquella città composta da tante persone perbene che ogni giorno si svegliano presto almattino e si recano al lavoro, di quelli che ren-dono questa città accogliente agli occhi deipiù bisognosi e di chi è costretto a consuma-re un pasto caldo nelle mense delle parrocchieperché non è abituato a protestare.

Di certo, è stata una campagna elettora-le faticosa e “parecchio animata”. Qual èstata la prima cosa che ha fatto/pensato su-bito dopo il risultato elettorale. Ha qualche“sassolino nella scarpa” che vorrebbe to-gliersi?

I sentimenti di odio e rancore, fortunata-mente, non mi appartengono. La prima que-stione di cui mi sto occupando riguarda il fu-turo delle 27 famiglie coinvolte nella tragediadi via Edmondo De Amicis, che ancora nonsanno se e quando potranno tornare nelle lo-

ro abitazioni, parzial-mente danneggiatedall’esplosione. As-sieme al Prefetto La-tella ci siamo attivatiper cercare la soluzio-ne più idonea in atte-sa dei riscontri sulla staticità dello stabile.

Un ritornello ricorrente nei suoi incon-tri pubblici faceva riferimento agli ultimi“disastrosi 10 anni di amministrazione delcentrosinistra”. Bene, cosa ha imparato daquesto decennio?

Le difficoltà vissute dalla città a partiredal 2004 sono sotto gli occhi di tutti; dal falli-mento dell’Amica, che ha portato all’emer-genza rifiuti, ai teatri chiusi, dalle buche perstrade all’aumento delle tasse dovuto al-l’adesione al decreto Salva Città per salvareil Comune di Foggia dal dissesto finanziario.Palazzo di Città non deve più essere visto co-me una azienda che elargisce posti di lavoro,ma solo come strumento di sviluppo per il no-stro territorio.

Trasparenza nella gestione della cosapubblica, rotazione dei dirigenti comunali,sicurezza e differenziata sono alcuni deipunti del suo programma. Quali sono lepriorità segnate nella sua agenda quin-quennale?

Partiremo dall’adesione alla Stazioneunica appaltante, in cui saranno la Prefettu-ra e l’Amministrazione provinciale di Foggiaa gestire gli appalti, ed in cui l’Amministra-zione comunale dovrà verificare solo lo statodei lavori, non chi li esegue. La riorganizza-zione amministrativa non può non passareanche per un riordino logistico degli uffici,con una loro nuova allocazione che venga in-contro alle richieste e ai bisogni dei cittadi-ni, restituendo centralità all’Ufficio Relazio-ni Pubbliche. Sul tema della Sicurezza ciimpegneremo ad istituire un presidio fisso diPolizia Municipale nelle varie zone della cit-tà, a partire dal quartiere Ferrovia. Foggianon può più vivere in una condizione di pe-renne emergenza sul fronte ambientale. Do-po il fallimento di Dauniambiente e di Ami-ca, oggi le prospettive che si aprono perl’Amministrazione comunale impongonoscelte strategiche e di prospettiva. Serve ave-re uno sguardo lungo e innovativo, soprat-tutto sul fronte della chiusura del ciclo dei ri-fiuti e su quello parimenti importante dellaraccolta differenziata.

Lei si è definito “l’ultimo dei Mohicanidi Forza Italia”, l’amministrazione nascen-te si presenta come “quella del cambia-mento”. Un bel carico di responsabilità. Dadove deve ripartire il centrodestra?

Daremo maggiore attenzione a tuttequelle questioni messe nel dimenticatoio, perun motivo o per l’altro, in questi ultimi anni,a partire dal tema delle Politiche Sociali. Ilcentrodestra riparte dalla legalità e dalla pro-grammazione a costo zero come il Piano Ur-banistico Generale ed il Piano del commercio.Intendiamo, invece, mantenere alta l’atten-zione sul costituendo Centro servizi del di-stretto agroalimentare affidato al Cnr e con-tinuare ad investire sul Festival degli artisti distrada affinché diventi un appuntamento na-zionale.

Parliamo di numeri. La matematica spic-ciola dice che è stato eletto con il 50,33%

delle preferenze. Un quarto circa della città,visto che a recarsi alle urne è stato appena il45,55% degli aventi diritto al voto…

Se questa fetta di cittadinanza ha preso ledistanze dalla politica, un motivo ci sarà. An-zi, più di uno. E non è difficile immaginarli. Lapolitica, ed i partiti in generale, devono tor-nare ad acquisire quella fiducia e quella cre-dibilità che hanno smarrito negli ultimi an-ni. E lo potranno fare solo con azioni concretein favore della collettività e non di singolepersone.

Il suo avversario chiede di verificare leschede nulle e resta il punto di domanda suoltre 1300 schede che non risultano né bian-che né riconducibili ad un candidato. Cosarisponde?

Ognuno è libero di pensare e fare ciò checrede. A dire il vero sarebbe interessante an-che rivedere le schede del primo turno, an-che in considerazione del fatto che molti can-didati al Consiglio comunale presenterannoricorso. Al mio avversario ed al centrosini-

stra, tuttavia, chiedo di spendere energie perlavorare insieme e rimettere in piedi una cit-tà che negli ultimi anni ha sbandato pauro-samente sotto molti aspetti.

Generalmente, le promesse si fanno pri-ma di andare alle urne. Noi le chiediamo unimpegno da neo-eletto, da raggiungere en-tro i primi cento giorni. Con la promessa ditornare a verificare.

La storia politica locale recente ci inse-gna che le promesse fatte da qualcuno per i100 giorni non sono state rispettate. Tuttaviauno dei primi argomenti che la prossima Am-ministrazione comunale sarà chiamata a di-scutere è quello dell’adesione alla Stazioneunica appaltante, affinché il Comune di Fog-gia diventi una struttura di vetro e dove la le-galità possa regnare sovrana.

a cura di Maria Grazia Frisaldi

27.839 voti (50,33%) per ‘l’ultimo dei Mohicani’ di Forza Italia

“Mr Preferenze” Landella nuovo sindaco di FoggiaIl primo obiettivo? L’adesione alla Stazione Unica Appaltante:“Il Comune come una struttura di vetro, la casa della legalità”

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5g i u g n o duemilaquattordicipolitica

A Foggia nessun miracolo, premiate le campagne elettorali in stile ticket

Èbella di una bellezza disar-mante e semplice, che non lasai spiegare, quella delle

principesse d’ebano dei film d’ani-mazione. Chi ha incrociato, anchesolo per un una volta, la vita con lasua la racconta con la tenerezza eun sorriso che si distende. CarineBizimana l’hanno votata 150 mi-granti. E non solo per il colore del-la sua pelle. È la consigliera comu-nale aggiunta per i migranti, elettail 25 maggio, ma non all’interno deiseggi tradizionali. Gli stranieri, 243elettori, hanno votato nella VillaComunale. Dopo anni di ritardi, iFratelli della Stazione che insiemealle associazioni impegnate nelcampo dell’immigrazione organiz-zano la Giornata Interetnica hannodeciso di operare una forzatura:hanno indetto le elezioni prima an-cora che fosse istituzionalizzata la fi-gura del consigliere straniero ag-giunto. La chiedevano da anni:nella civilissima Lecce, che vanta ilprimato in Italia, esiste da più didieci. La rivoluzione porta il nome ditre donne, altro elemento sorpren-

dente: a contendersi la carica c’era-no anche Anelya Genova e Mihae-la Iliescu. E a votare sono stati so-prattutto gli uomini, 169. Hannoscelto l’erede spirituale di Colby,l’amico dei migranti, presidentedell’associazione Africa United, re-centemente scomparso. Carine Bi-zimana, mediatrice culturale da an-ni impegnata nel sociale conl’Associazione Vangelo della VitaOnlus, ora sarà la voce degli stra-nieri nel Palazzo di Corso Garibal-di. Non ha diritto di voto, ma allaparola sì. Viene dal Burundi ed è inItalia da 19 anni.

“Oltre che consigliera aggiun-ta sarò anche la portavoce dellaConsulta per l’immigrazione chesarà istituita secondo le norme del-lo Statuto comunale - così CarineBizimana si farà interprete dei bi-sogni delle comunità straniere - Ab-biamo due priorità: il mercato etni-co degli ambulanti e la residenzafittizia per i senza fissa dimora. Daanni i commercianti di Via Lanzalamentano il problema degli am-bulanti che sostano davanti ai loro

negozi e già tempo fa era stato indi-viduato un luogo per il mercato chesarà la prima cosa da fare”. Quan-do parla di ambulanti, chiarisce chesi riferisce ai venditori in regola,provvisti di permesso di soggiornoe di licenza che devono vendere deiprodotti autorizzati. Niente abusivi-smo. “L’altra urgenza - continua Ca-rine Bizimane - è l’istituzione dellavia per i senza dimora che verrebbeintitolata a Lassina Coulibaly. Ab-biamo fatto una raccolta firme e ab-

biamo raggiunto il numero neces-sario. È un’altra cosa prevista dallalegge che non è mai stata attivata.Gli stranieri che escono dal campoper richiedenti asilo di Borgo Mez-zanone rischiano di perdere il per-messo di soggiorno perché non han-no più un indirizzo. Per la leggeitaliana è fondamentale averne unoriconosciuto sia dal Comune chedalla Questura”.

Per le donne, e non potrebbeessere altrimenti, chiederà alla con-sulta un occhio di riguardo perché,a differenza degli uomini, ogni ori-gine, cultura e religione delle mi-granti porta con sé una specificitàdi problemi e richiede percorsi di-versi. “Le donne migranti devonoaprirsi a modelli diversi, nuovi, enoi dobbiamo accompagnarle inquesto percorso. Ci sono per esem-pio alcuni gruppi di donne che nonpossono partecipare a corsi di ita-liano perché ci sono anche gli uo-mini”.

Non intende fare gli interessisoltanto degli stranieri, ma intendeaffrontare anche le questioni sco-

mode che i foggiani sopportano eche rischiano di compromettere irapporti di convivenza. “L’immi-grazione non è assolutamente unproblema, ma se non è gestita in uncerto modo crea delle problemati-che che possono dare fastidio an-che agli italiani e quello diventa ilgerme dell’intolleranza. Noi dob-biamo prevenirlo. Per i nostri fra-telli stranieri ci sono le associazioni,i centri, i patronati, esistono tantiluoghi dove c’è uno sportello per lostraniero e seppure non dovesseroricevere una risposta saprebberodove andare a lamentare un pro-blema. Gli italiani non ce l’hanno. Iomi metto nei panni degli italiani, losono anche io d’adozione. Quandonon ricevono risposte nasce il pre-giudizio: ‘Vengono qua a portare ladelinquenza, pensano agli stranie-ri e a noi non ci pensano’, che nonsono cose vere. Se riusciremo a ri-solvere anche i problemi degli ita-liani che nascono da una cattiva ge-stione del fenomeno migratorioavremo fatto tantissimo”.

Mariangela Mariani

Doppia preferenza, un mezzo flopLe donne azzeccano un altro

terno secco. La doppia prefe-renza non ha fatto miracoli:

tre consigliere erano nel 2009 e trerestano. Ha seminato zizzania, tut-t’al più, per i tradimenti, nel Dna dicerti partner. L’unica accoppiatavincente è quella composta da Rai-mondo Ursitti (625 voti) e Gabriel-la Grilli (494 voti), che se non aves-se vinto Franco Landella, però,sarebbe rimasta fuori. Campagna

elettorale in perfetto stile ticket:hanno posato in coppia per i mani-festi, hanno distribuito santini con ildoppio cognome e si sono scam-biati l’elettorato. A trainare è unoscafato Ursitti che ha perso 240 vo-ti rispetto al 2009, e c’è chi è prontoa giurarci: la preside del LiceoScientifico Volta gli ha portato pu-re i suoi consensi. La premiata dit-ta di Forza Italia Ursitti-Grilli nonha paragoni.

In Consiglio Comunale entraanche Erminia Roberto del NuovoCentro Destra con 539 voti che ri-vendica uno per uno. “Quei voti so-no soltanto miei. Non ho viaggiato

in tandem con nessuno, nonho mai chiesto niente e sequalcuno ha fatto il mio no-me abbinandolo al suo lo hafatto di sua iniziativa. Se de-vo essere votata devono va-lutarmi per quello che sonoin grado di esprimere, per lemie capacità e per quelloche sono, non perché trai-nata da qualche uomo”. Ilsegreto? Le famiglie nume-rose, numerosissime, che haintercettato. Alle spallequattro anni da dirigente del movi-mento pari opportunità dell’Unio-ne di Capitanata.

Chapeau a Ilaria Mari per i suoi768 voti a 26 anni suonati. La “ros-sa” non si è abbinata neanche persogno e quantifica in 50 o 100 voti almassimo la quota di preferenzeascrivibili all’indicazione uomo-donna. “La doppia preferenza se-condo me non è servita ed è anche

offensiva nei confronti della donna,perché se vogliamo affermare la pa-rità dei sessi e se vogliamo consi-derarla effettivamente pari all’uo-mo non servono agevolazioni. Èindiscutibile che la donna abbiapreso dall’uomo e viceversa perchéio ricevevo quasi tutti i giorni chia-mate dai miei elettori che mi chie-devano di accostare al mio nomeanche quello di un uomo. Il fattoche si agevoli la donna più che l’uo-mo penso sia solo una trovata me-diatica. Può agevolare tanto l’uo-mo quanto la donna in base agliambiti in cui cercano i propri elet-tori. L’importante è saper pescare”.È arrivato il momento di sfatare ilmito della destra maschilista : “Perquanto la sinistra politicamente estoricamente abbia combattutomaggiormente per la parità dei ses-si, con questo risultato elettoralepossiamo constatare che anchel’uomo di destra è capace di valo-rizzare la donna”.

Incredibile quanto l’exploitdi Luigi Miranda il risultato diCarmela Catalano, che non rie-sce ad entrare in Consiglio maprende una barca di voti. A 26anni - pure lei - e con una listacivica, ne conta 520: “Ho corsocon il dottor Borrillo, personastimata, e abbiamo corso beneinsieme perché facendo io par-te del mondo dell’associazioni-smo nonché di un’associazionedi ragazzi diversamente abili,Le Ragioni del Cuore, ed es-

sendo lui un medico di famiglia cisiamo ritrovati spesso con un elet-torato comune. Però la doppia pre-ferenza ha influito marginalmenteperché ci siamo solo presentati vi-

cendevolmente al nostro elettora-to, abbiamo provato a scambiarce-lo senza alcuna pretesa, e la genteal seggio ha fatto la sua libera scel-ta. Anche se dati alla mano oggiposso dire che siamo stati forse unadelle pochissime se non uniche

coppie uomo-donna che sono riu-scite ad avere uno scarto minimo didodici voti”.

Beffata da tapiro d’oro Anna Ri-ta Palmieri: 849 voti, praticamenteil doppio del 2009, col sostegno diPasquale Pellegrino che le ha sca-ricato l’elettorato addosso, non ba-stano per entrare in Consiglio Co-munale causa sconfitta di AugustoMarasco. Destino che accomunaanche la più corteggiata del PD, LiaAzzarone, che si era sudata 650 vo-ti. Niente da fare pure per Rosa Ci-colella, la Presidente della Com-missione Pari Opportunità dellaRegione, candidata col Pd, che allavigilia della prima volta dell’appli-cazione della legge 215 era scettica.“Credo che la doppia preferenzanon abbia funzionato, secondo menon si è colto lo spirito. Lo dicono inumeri. È stata intesa come un par-tenariato, mentre la doppia prefe-renza è un equilibrio di genere: do-veva essere il cittadino a scegliereun uomo e una donna insieme. Cisi è preoccupati di più degli accop-piamenti e in alcune occasioni ab-biamo assistito all’esasperazionecon due nomi imposti come pac-chetti e lì il senso è saltato. Non èuna quota è un riequilibrio che par-te dalle liste: c’è una risposta se c’èuna rivoluzione culturale. E se poivogliamo guardare l’aspetto prati-co ognuno ha pensato a sé”.

Mariangela Mariani

La città riparte da tre donne del centrodestra: Gabriella Grilli, Ilaria Mari ed Erminia Roberto

L’hanno votata 150 migranti, nel “seggio” della Villa Comunale

Carine Bizimana, trentatreesimo consigliereDue gli obiettivi da centrare subito: il mercato etnico e la strada dei senza dimora

IL PROFILO

Ilaria Mari

Erminia Roberto

Gabriella Grilli

Carine Bizimana

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A distanza di settimane dall’ac-caduto, però, sono ancora centina-ia le email che ogni giorno giungo-no nelle caselle di posta elettronicadelle redazioni che hanno seguito ilcaso di cronaca. Tutte con lo stessooggetto - “Giustizia per Lucky” -svariati i mittenti, numerosi i timbripostali: dal Piemonte alle isole, maanche da Francia, Spagna e Ger-mania. Per tutti è un atto di crudeltàingiustificata che grida vendetta. Ilcaso del cane “giustiziato” nel Fog-giano, quindi, fa scuola, diventa pie-tra dello scandalo, bandiera senzacolore di una battaglia animalistache unisce sempre più paesi. Sui so-cial network, poi, ci si affanna a con-dividere e attaccare, a sensibilizza-

re o denunciare; si stracciano le ve-sti, si chiede la testa dell’esecu-tore di questo atto inqualificabi-le, si invoca giustizia. Insomma,ci si scopre tutti animalisti, sem-pre più animalisti. Ma fino a chepunto?

Carla Rocchi – antropologa,presidentessa nazionale dell’En-pa, Ente Nazionale Protezione Ani-mali, parlamentare in diverse legi-slature e più volte sottosegretario- ha bene il polso della situazione.Lei, animalista convinta, tratteg-gia la realtà di una regione - la Pu-glia - fanalino di coda d’Italia perla salvaguardia degli animali, e diun paese - l’Italia - in cui la coscien-za collettiva è decisamente piùavanti della legge.

“Quando con il decreto 281/91 siintervenne per la prima volta in ma-

teria di maltratta-

mento di animali, indubbiamente lalegge era più avanti del sentire co-mune”, spiega Rocchi. “Questo per-ché ci fu un momento d’oro nel Par-lamento italiano, nel quale c’era unaforte rispondenza sull’argomento”.

Ma il vero punto di snodo è arri-vato 10 anni fa, “quando il maltrat-

tamento di animali è stato consi-derato reato e non più

violazione amministrativa.Oggi, infatti, iniziamo adavere le prime condanne percose terribili che prima si ri-solvevano solo con una am-menda, più o meno onero-sa”. Qualcosa però sta

lentamente cambiando: “ilsentire comune è più avanti del-

la legge e, di fronte ad un caso dimaltrattamento, prende una posi-

zione netta, non fa sconti;c’è una reazione forte e di-retta perché si comprendel’orribile violenza fattacontro creature indifeseche, a differenza dell’ulti-ma delle persone, non puòdifendersi né denunciarené tutelarsi in altro modo”.

I risultati - un passo inavanti e due indietro - siinanellano a fatica. E forseoggi non è una buona gior-nata per parlarne. “Pensiche questa mattina (11giugno, ndr) è stata ap-

provata una condotta per laquale la comunità europea ci

condanna, e cioè l’utilizzo di ri-chiami vivi per la caccia. E su que-sto punto si è schierato il partito digoverno e la maggioranza”, tuonaRocchi. “Come vede, abbiamo an-cora tanta strada da fare: i parla-mentari sono infinitamente più in-dietro dei cittadini”. Ogni rileva-zione dimostra come i cittadini sia-no molto più sensibili alle questio-ni animaliste rispetto alla media deiparlamentari “che si fanno concul-care dai cacciatori, dalle lobby, da-gli interessi di partito, non rispec-chiando il volere dei cittadini”.

Dalle stesse rivelazioni, però,emerge anche come la Puglia siauna delle peggiori regioni d’Italiaper numero di maltrattamenti di ani-mali. “Nel caso di Lucky, Manfre-donia rappresenta un’isola felice,

dove addirittura il Comune si è co-stituito parte civile nel procedimen-to a carico dell’allevatore indagato.Un esempio di sensibilità istituzio-nale che altrove non abbiamo tro-vato”, spiega. “In Puglia, però, imaltrattamenti sono all’ordine delgiorno nella più totale indifferenzadelle istituzioni. Pensi che è l’unicaregione italiana oggetto di un ap-pello internazionale: le persone ri-nunciano a trascorrere le vacanze inquesti posti perché trovano cani in-vestiti, feriti, abbandonati e ammi-nistrazioni che non se ne occupano.Questo rende la Puglia maglia neranazionale”. Carla Rocchi non ri-sparmia un affondo al governatoreVendola: “con lui un incontro e tan-te parole. Tante promesse roboantisenza però mantenere una virgoladi quanto detto”. Le speranze, dun-que, sono riposte tutte nelle asso-ciazioni animaliste e nelle singolecoscienze ‘Animal Friendly’, “cheper fortuna ci sono”.

Poi, da animalista convinta, lan-cia una sua personalissima riflessio-ne: “Il più grande maltrattamento dianimali è mangiarseli: le sedi di ma-cellazione sono luoghi di crudeltàinaudita e di inquinamento ambien-tale senza eguali. Se non si man-giassero animali, o quantomeno sene limitasse il consumo, già si con-tribuirebbe in modo determinantealla limitazione di questi orrori. E’questa la madre di tutte le battaglie”.

m.g.f.

Animal friendly, in Puglia la maglia nera

“Ti diverti proprio a vederlo sof-frire?” L’interrogativo è semplice,chiaro e conciso. E ai tanti genitoridiretti al Circo Moira Orfei con bam-bini al seguito, è sembrato come unfendente, un dito puntato alla co-scienza di ognuno. Spalle al muro,sorriso smorzato.

Erano una trentina gli animalistifoggiani che hanno protestato in viaPaolo Telesforo, a Foggia, nei pres-si del tendone della regina del cir-co, in città per 12 giorni. Una prote-sta pacifica: solo volantini e striscionie - soprattutto - la voglia di sensibi-lizzare la città, spiegare cosa c’è die-tro il circo degli animali, cercare unconfronto per diffondere le buonepratiche “Cruelty Free”. Ne abbia-mo parlato con le animaliste foggia-ne Gabriella e Bianca.

Dopo la manifestazione per fer-mare la mattanza degli agnellininel periodo di Pasqua, ora la pro-testa pacifica dinanzi al Circo Or-fei. Foggia è una città ‘amica deglianimali’?

Gabriella: Tanti foggiani ama-no gli animali e molti lo dimostranonegli sforzi profusi nell’attività di vo-lontariato a favore di cani e gatti ran-dagi. Di contro, all’ordine del gior-no, ci sono anche episodi diabbandoni e maltrattamenti e l’in-differenza delle istituzioni. Bianca: Inoccasione di questi eventi ci capita diriscontrare spesso il favore dellagente, ma anche il disappunto di chiritiene ci siano questioni più impor-tanti per cui battersi…

A protestare, però, eravate intrenta o poco più. Quanto ancorac’è da fare per promuovere questotipo di cultura?

Gabriella: Tantissimo con gliadulti ma soprattutto con i bambini.Attraverso circhi, zoo o delfinari, ibambini imparano che l’animalenon ha una sua dignità, che non èdiverso da una cosa, che si può usa-re a proprio piacimento, e che que-sto uso è divertente. Lo spettacolodell’umiliazione di esseri viventistrappati dal loro ambiente, chiusi

in gabbie, costretti ad una vita in-naturale, addestrati con l’uso dellacoercizione al fine di assumere posee a compiere atti che non apparten-gono alla loro natura insegna ai no-stri figli che dominare, costringeregli altri ai propri ordini, è una cosapositiva, un comportamento accet-tabile, addirittura da applaudire.

Essere animalista significa, pe-rò, osservare anche altre pratiche“cruelty free” che vanno dall’ali-mentazione agli acquisti…

Gabriella: Essere animalisti si-gnifica anche chiedersi, utilizzandoil titolo di un libro di M. Joy, “Perchéamiamo i cani, mangiamo i maiali eindossiamo le mucche?”. Il rispettoper la vita al di là della specie, il ri-conoscimento di tutti gli animali co-me esseri senzienti dotati di diritti ela coerenza nelle scelte conduceinevitabilmente a uno stile di vitavegan: nessuna violenza e sfrutta-mento animale nell’alimentazionee nelle scelte d’acquisto come abbi-gliamento, prodotti per l’igiene del-la persona…

A quanti vi accusano di essere“estremisti” o “fondamentalisti”cosa rispondete?

Bianca: Se rifiutare di procuraresofferenza o uccidere forme di vitasenzienti differenti dalla nostra si-gnifica essere estremisti, allora sì, losiamo.

In cosa si può migliorare? C’èuna richiesta particolare da avan-zare alla nuova amministrazionecomunale?

Bianca: Alla nuova ammini-strazione chiediamo di istituire l’Uf-ficio dei diritti degli Animali, pre-visto dal “Regolamento per ilbenessere degli Animali” del 2007,ma a tutt’oggi inesistente; pratica-re una politica di sensibilizzazionee informazione della cittadinanzasul possesso responsabile, sui dirit-ti degli animali e sull’incentivazio-ne delle adozioni; promuovere unastretta collaborazione tra Asl vete-rinaria, forze dell’ordine (PoliziaMunicipale, Polizia e Carabinieri)- spesso latitanti o reticenti - e cit-tadini (e/o associazioni), affinchéalle segnalazioni di abusi, maltrat-tamenti o abbandoni, seguano sericontrolli e, nel caso di violazioni, lerelative pene.

Maria Grazia Frisaldi

6 g i u g n o duemilaquattordici inchiesta

Volantini e striscioni per sensibilizzare e promuovere pratiche “Cruelty Free”

Circo, lo spettacolo che non s’ha da fareGabriella e Bianca, due attiviste della protesta di via Paolo Telesforo

Al nuovo sindaco: “Quando l’Ufficio dei diritti degli Animali?”

C’è una strada, in pro-vincia di Foggia, cheper gli animalisti

d’Italia (e oltre) gronda san-gue e grida vendetta. E’ laprovinciale che collegaManfredonia a Zapponetadove alcune settimane fa unallevatore sipontino, neltentativo di sbarazzarsi delproprio cane, ha aggancia-to il meticcio nero di mediataglia al traino della sua au-tovettura trascinandolo perchilometri prima di esserebloccato da altri automobi-listi inorriditi. Il cucciolone,ironia della sorte, si chia-mava Lucky ma fortunatonon è stato affatto: nono-stante il tentativo di salva-taggio in extremis è mortopoche ore dopo il macabrorituale.

“Maltrattamenti all’ordine del giorno, istituzioni indifferenti:ecco perché c’è chi rifiuta di fare vacanza in questa regione”

L’analisi di Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa e parlamentare in diverse legislature

Carla Rocchi

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Gli animalisti da tastiera non le piac-ciono. E Terry Marangelli, la respon-sabile del canile municipale, ha l’oc-

chio clinico. Non è una fanatica, ma hadedicato una vita, anima e corpo, a cani e gat-ti, ed è intollerante agli amanti degli animali achiacchiere. Da anni, per randagi, abbandonie adozioni ti mandano da lei. È la presidentedell’associazione Volontari Protezione Ani-mali. Al chilometro uno di via Manfredoniac’è il suo quartier generale, il canile, apertotutti i giorni ma difficilmente fruibile, tanto daconsentire l’ingresso al pubblico solo perun’ora, al mattino. È a forma di “elle”, in unpaio di ettari: o tieni i cani liberi o fai entrare gliumani. È sovrappopolato quanto la casa cir-condariale, in linea d’aria la distanza di unguaito che riecheggia in tutto il Villaggio Ar-tigiani. Terry Marangelli conosce i cani diquartiere, li accudisce là, li sottopone ai trat-tamenti antiparassitari e, nel caso, li steriliz-za. Meglio che portarli in carcere.

Ad oggi quali sono le condizioni del ca-nile? Continua ad essere sovraffollato? Co-sa manca?

La situazione del canile è stabilmente tra-gica. Abbiamo una media di 440 cani quantoa presenze fisse. Il canile sarebbe tarato suuna presenza di 270 cani, ma è da anni cheabbiamo questa media. Ci siamo inventati luo-ghi dove tenere i cani, nelle stanze, tutti i po-sticini dove era possibile ricavare dei box piùo meno decenti li abbiamo occupati. L’annoscorso sono entrati 478 cani - oltre cento in piùdel 2012 - quindi, vengono movimentati al-l’incirca 900-950 cani all’anno. In questi nu-meri contiamo il “passaggio” dei randagi -non necessariamente quelli che entrano e re-stano nel canile - le cagne che sterilizziamo ereimmettiamo sul territorio, i cani che la gen-te trova e ci porta per perfezionare l’adozio-ne. Questa è una cosa fondamentale: quandotrovi un cane non te ne puoi appropriare, mabisogna darne notizia al canile comunale poi,nel caso lo si voglia adottare, si fa il microchipe una scheda di adozione. Se è femmina, inetà fertile avrà diritto anche alla sterilizzazio-ne gratuita. Le condizioni del canile non sonomai ottimali. È abbastanza vecchio e ha dellecarenze strutturali: manca la manutenzioneordinaria. Dovrebbe provvedere l’Ammini-

strazione ma, ovviamente, è inutile chiedereal Comune.

D’estate vi aspettate un aumento degli in-gressi?

Assolutamente no. Questa dell’abbando-no estivo è una leggenda metropolitana, anziparadossalmente a luglio e agosto le entrate deicani si dimezzano. Arriva l’estate e parliamo deicani abbandonati e poi trascuriamo che tuttol’anno ci sono decine e decine di cucciolate ecani ritrovati, perché quello che produce ran-dagismo sono le cucciolate indesiderate e illibero scambio.

Contro il maltrattamento degli animalic’è una grande mobilitazione, ma c’è davve-ro una maggiore sensibilità nei confronti de-gli animali?

Sicuramente c’è un’attenzione maggiorerispetto a prima ma è anche molto virtuale, nelsenso che la gente si sente in qualche modoaccomunata da questa passione per gli ani-mali, però poi concretamente le cose noncambiano molto. Insomma, alla fine il senti-mento dell’uomo verso il cane è identico. Siprende sull’onda di un desiderio però altret-tanto facilmente si lascia. Potenzialmente, seci sono mille adottanti ci saranno anche mille

persone che avranno dei problemi. Come si giustificano quando vi riportano

gli animali?Dicono che il bambino è allergico, che il

cane sporca in casa, sono le solite vecchie scu-se. La gente vuole il cucciolo, il giocattolo. Cul-turalmente siamo ancora molto arretrati: è unrapporto infantile che ci fa scegliere l’oggetto.L’approccio è come ad uno status: perché aFoggia abbiamo molti cani di razza, da quellidegli pseudo-allevatori a quelli che arrivanodai Paesi dell’Est? Non è un fenomeno scono-sciuto da noi la vendita clandestina. Noi an-diamo a casa, ci accertiamo che il cane sia vo-luto da tutta la famiglia, lo seguiamo nel

tempo, e nonostante tutto qualcuno riesce afarcela sotto il naso: torni in quella casa e il ca-ne non c’è più perché è stato dato ad un’altrapersona.

Il diario del canile di Foggia “cronacacittadina di adozioni, smarrimenti e ritrova-menti di animali di affezione” che avete aper-to su Facebook funziona?

Sì, anche se poi la gente segnala magari ca-ni di quartiere che stanno lì tranquilli. Tuttodiventa allarme perché pare che segnalarefaccia animalista. Purtroppo non è facebookche ti rende animalista. Dietro la tastiera sonotutti quanti bravi.

Mariangela Mariani

Imenù di pub e pizzerie devonoancora “attrezzarsi” pienamen-te per i clienti vegetariani, figu-

riamoci soddisfare le esigenze deiclienti vegani. Per questi ultimi, unnumero sempre crescente, cenarefuori con gli amici non deve esseresemplicissimo. Fortuna che esistonositi internet specializzati e App de-dicate per evitare una cena al buio.

Un esercito in continua crescita,quello vegan, in Italia: ilSole24Ore,tramite il rapporto Eurispes 2014,conta 4,2 milioni vegetariani (+15%in un anno), ma le associazioni han-no numeri più elevati: 7 milioni, dicui 700mila vegani. Tra questi ulti-mi, soprattutto donne: sono tuttianimalisti ferventi, puristi della ta-vola e scelgono deliberatamente dinon utilizzare nessun prodotto de-rivato dallo sfruttamento o dall’uc-cisione degli animali. Della VeganDiet, ne abbiamo parlato con labiologa nutrizionista Dora Cocu-mazzi, specialista in Scienze deglialimenti e nutrizione umana.

Innanzitutto chiariamo: qual èla differenza tra vegetariani e ve-gani? Due aspetti che vengono an-cora confusi o considerati erro-neamente equivalenti…

Spesso si fa confusione, ma ladifferenza è sostanziale. I vegeta-riani rifiutano la carne, ma consu-mano altri prodotti di origine ani-male e loro derivati, quali latte ouova, mentre i vegani non consu-mano alcun tipo di alimento di ori-gine animale. I vegani puri, per in-tenderci, non consumano neancheil miele, essendo un prodotto delleapi.

Nella sua esperienza lavorati-va ha notato, nell’ultimo periodo,una maggiore diffusione di questotipo di regime alimentare?

Indubbiamente c’è un maggio-re interesse. Sempre più personechiedono informazioni riguardo ipossibili benefici di un tipo di ali-mentazione rispetto ad un altro.C’è tanta curiosità, questo sì, ma al-meno a Foggia non è ancora un fe-

nomeno dilagante. In linea di mas-sima, posso dire che c’è una mag-giore attenzione a regimi alimenta-ri basati su un minore consumo dicarne.

Curiosità e attenzioni derivan-ti da questioni morali, di modadell’ultimo momento o attinentiall’ambito della salute?

Dipende. Ci sono casi diversi.Certamente l’aspetto etico è pre-ponderante. Molti vegani sono ani-malisti convinti che abbraccianoquesto stile di vita per rispetto ver-so il mondo animale. Boicottano iluoghi e le tecniche di allevamentointensivo e di macellazione, contrariai princìpi del benessere animale.Per abbracciare questo stile di vita,dopotutto, ci vuole una forte moti-vazione.

In che senso?E’ necessario un forte impe-

gno, sia dal punto di vista delle ri-nunce a tavola (per le quali ci vuo-le una fortissima motivazione) chedal punto di vista pratico: bisogna

preparare piatti con attenzione e de-dizione, pietanze adeguatamente bi-lanciate. Insomma, non è semplicecome cuocere una fettina di carne inpadella…

Quanto influisce l’informazio-ne fai-da-te?

Questa non è un’alimentazioneche si può improvvisare. E’ impor-tante seguire una dieta bilanciata,altrimenti si rischiano scompensi, enon va bene. Chi intende iniziarequesto percorso deve farlo in ma-niera consapevole, informata e cor-retta. Altrimenti è come leggere lediete sul giornale. Possono fare an-che male.

Ci sono benefici evidenti?Al riguardo ci sono pareri con-

troversi e contrastanti. Quello cheposso dire è che ci sono patologiecome l’ipercolesterolemia o il dia-bete di Tipo 2 che possono benefi-ciare da questo tipo di alimenta-zione. Ma va fatta in maniera cor-retta. Essendo quella vegana unadieta restrittiva, va integrata sotto

molteplici punti di vista: quellodegli acidi grassi, con il consumo difrutta secca, ad esempio. Bisognaintegrare la dieta con il consumo dialghe per l’apporto di amminoaci-di, con la giusta quantità e tipolo-gia di legumi per garantire il ne-cessario apporto proteico, con leverdure giuste che possono forni-re il calcio. Insomma, per assume-re tutto ciò che viene garantito dauna dieta onnivora. E’ una cosa se-ria, bisogna rivolgersi ad uno spe-cialista, informarsi ed evitare il faida te.

Maria Grazia Frisaldi

7g i u g n o duemilaquattordiciinchiesta

I consigli di Dora Cocumazzi, biologa nutrizionista

Dieta ‘Vegan’: cosa c’è da sapereUn esercito crescente, ma a tavola ci vuole consapevolezza

Terry Marangelli: “L’abbandono? Leggenda metropolitana”

Animalisti… col cane di razza:quando Fido è uno status symbol

Adottami: la scommessa estiva del temporary store in Piazza Cavour

E con 440 ospiti in media all’anno il canile comunale “scoppia”

L’INTERVISTA

L’ESPERTO

Polly è l’ultima arrivata.È stata sottratta a una coppiadi anziani che andavano ingiro al mercato del venerdìchiedendo chi la volesse.Pippi si era smarrita, maquando la sua padrona l’haritrovata ha deciso di nonpresentare la denuncia per-ché temeva una multa e non è tornata aprenderla. Al civico 6 di Piazza Cavour tifanno gli occhi dolci. Il primo giugno ha ria-perto il temporary store del canile: “Adot-tami”. Quest’inverno 94 cani hanno trova-to casa. Ma c’è pure chi ha pensato bene diliberarsi di qualche cucciolata e il canile

non si è svuotato. L’esta-te è una scommessa. Lagente si ferma e chiedeinformazioni e la sensi-bilizzazione val beneuna sfacchinata per ar-redare il negozio: l’ini-ziativa è interamenteautofinanziata. La pras-

si è la stessa del canile: sopralluogo a casadei volontari, colloqui con la famiglia, pra-tiche di adozione, microchip e controlli pe-riodici. Non si sfugge. Terry Marangelliporta qui i cuccioli dal canile, ne sceglie amalincuore qualcuno più piccolo e carino:“Io me li porterei tutti”. m.m.

CUCCIOLI CERCA AMICI

Dora Cocumazzi

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“Il Teatro Giordano dovrà es-sere come una chiesa laica: un luo-go in cui si cerca di migliorare la so-cietà dal punto di vista etico emorale. E per fare questo c’è biso-gno di tanto rispetto e devozione”.Michele Placido, direttore artisticodel Teatro Giordano fresco di no-mina, ha visitato il teatro comuna-le di Foggia all’indomani del risul-tato elettorale, con il ballottaggioMarasco-Landella e l’elezione asindaco di quest’ultimo. In teatrosono in corso gli ultimi lavori ne-cessari per riaprire i battenti entrola data prevista: 9 agosto 2014. “Pertroppo tempo Foggia ha dovuto fa-re a meno di questo posto. Ora, lapolitica non deve entrare nel tea-

tro, come non deve entrare in chie-sa. Non è che il Padre Eterno chie-de ai fedeli se siano di destra o di si-nistra”, sorride. “E così deve essereanche a teatro”.

Prima di presentare la sua ideadi teatro come ‘chiesa laica’ ripren-dendo gli insegnamenti del mae-stro Strehler, l’attore di Ascoli Sa-triano ha attraversato la sala dellastruttura dedicata al maestro Gior-dano e con la memoria ha ripercor-so le sue performance sulle tavole diquel palco dove presto potrà porta-re il suo ‘Re Lear’, produzione che lovede nella doppia veste di attore eregista. Poi, però, sul divanetto do-rato della Sala Fedora mette subitole cose in chiaro: “E’ necessario cheil nuovo corso del Teatro Giordanoabbia una sua linea, chiara e rico-noscibile. Questo accade in tutti iteatri d’Italia, dove c’è un direttoreartistico che va rispettato”. Nessunatto di forza, assicura; nessun rife-rimento alle polemiche che hannofatto seguito, poche settimane fa, airumors sulla sua nomina: “Ho sa-puto di un certo malcontento, per-ché mi è stato riferito. Volutamentenon ho letto giornali al riguardo,perché voglio iniziare questa nuova

avventura con spirito sereno e nel-l’interesse della città”.

E, per essere ancora più chiari ediretti, specifica: “Da questa vi-cenda io né ci guadagno (non per-cepirà compensi dalle casse comu-

nali, ndr), né ci rimetto. Ma vogliomettermi in gioco in questa sfida af-fascinante. Se lavoriamo bene, ifrutti saranno solo per la città”. Eper farlo precisa: “Dobbiamo ri-portare la gente a teatro. Servonoabbonamenti e biglietti, basta invi-ti e omaggi. Io staccherò il bigliettoper ogni spettacolo, dopo di me an-che il sindaco neo-eletto”. Accan-to a Gianni Mongelli, infatti, lo scor-

so lunedì mattina c’era anche Fran-co Landella, nuovo sindaco di Fog-gia. “La mia presenza è il segno diuna progettualità condivisa e cheha trovato accordo sul nome di Pla-cido”, ha sottolineato Landella, pri-ma di rilanciare e promettere: “ognimia energia sarà spesa per rilan-ciare questo importante contenito-re culturale”.

L’obiettivo dichiarato è quellodi poter presentare entro i primi disettembre un cartellone teatrale colbotto. A breve, infatti, verrà avvia-ta la fase di programmazione con ilTeatro Pubblico Pugliese (che se-guirà la struttura per i prossimi treanni) per una stagione che possa ri-posizionare il teatro comunale fog-giano nel novero dei teatri italiani diimportante tradizione. Non una an-ticipazione sul programma. “E’ pre-maturo”, spiega Placido e gli fa su-bito eco Carmelo Grassi del TPP.Tuttavia, uno spettacolo che Placi-do vorrebbe portare presto a Fog-gia c’è: è Servo per due, una rivisi-tazione dell’Arlecchino servitore didue padroni di Goldoni, scritto daRichard Bean, riadattato e tradottoPierfrancesco Favino (attore prota-gonista) insieme a Paolo Sassanel-

li, con il quale cura anche la regia. Garantisce pluralità di generi

ed esperienze, per riportare nellaplatea del Giordano tutta la città.Soprattutto i più giovani, gli adole-scenti, ovvero quelli che non hannomai potuto varcare l’ingresso dellastruttura pensata da Oberty nel1828, costruita in appena tre anni eristrutturata con fatica in otto. Tan-to teatro ragazzi e teatro civile, manon mancherà la lirica. Tantomenoomaggi al compositore Giordano.Prima di avviare la macchina orga-nizzativa, però, Placido ha volutoincontrare le associazioni teatralidella città per un confrontarsi sulfuturo culturale di Foggia. L’obiet-tivo da centrare, infatti, non sarà so-lo quello di inaugurare presto il tea-tro e confezionare la stagione2014-2015. La sfida vera sarà quel-la di rendere il teatro vivo per tuttol’anno.

8 g i u g n o duemilaquattordici attualità

Il Giordano? “Sarà una chiesa laica”A settembre la presentazione di una stagione ‘col botto’

La promessa: “Foggia nei circuiti dei teatri che contano”

Michele Placido, direttore artistico “fresco di nomina” della struttura comunale

“Non c’è nulla di più serio di unsorriso”. Patch Adams ne è convin-to. Ci vuole coraggio, passione e de-dizione. Una vera e propria ‘mis-sione’ - scegliere di essere felici e do-nare la propria felicità agli altri - por-tata avanti giorno dopo giorno finoa tagliare il traguardo dei 40 anni diimpegno sociale.

Non c’è nulla di più serio di unsorriso, soprattutto quando nasce daldolore, per contrastare la malattia.E allora tolto l’abbigliamento estro-so, il naso rosso da clown e quella fa-scia di capelli blu stretti in unatreccia anche ‘Patch’ Adams, al se-colo Hunter Doherty, appare unuomo serissimo. Come il progettoche da porta avanti in tutto il mon-do. E’ il padre della ‘Terapia del Sor-riso’, sbrigativamente detta clow-nterapia. Un termine che a lui nonpiace affatto. Gli fa storcere il nasosotto il pomello rosso. Perché ilclowning è solo una condizione percreare un contatto e la terapia delsorriso è una cosa molto più com-plessa, profonda. Seria, appunto.Prova a spiegarla attraverso le tap-pe della sua vita, tra passaggi di luce

e ombre. Ombre dense come le te-nebre di un tentato suicidio e tre ri-coveri in un ospedale psichiatrico. Lasua storia è un viaggio dal nero alcolore reso possibile grazie all’au-tostima (“è di questo che oggi siamopiù poveri”, spiega), alla speranza dipoter cambiare le cose e all’amore,in tutte le sue forme. Ebbe la ‘gra-zia’ di assistere al celebre discorso“I have a dream” di Martin LutherKing che gli instillò il seme della ri-voluzione non violenta ed ebbe lafortuna di incontrare un gruppo dicolleghi e volontari che lo seguiro-no nel progetto di una casa-ospe-dale, una sorta di “fattoria organica,mescolata ad una comune di artisti”.

Insomma, una vita decisamen-

te più interessante e straordinaria(nel senso di extra-ordinaria) ri-spetto alla trasposizione cinemato-grafica del 1998, nella quale RobinWiliams veste i panni del Dottor Sor-riso. “Che poi, lui, non mi arrivanemmeno alla spalla”, ironizza. Unfilm che lo ha reso celebre in tutto ilmondo; una fama che oggi gli per-mette di rendere più concreto ilsuo sogno: un ospedale in cui pa-zienti e dottori vivono insieme, concure gratuite (“perché in Americanon c’è business più volgare diquello sulla salute”), sorrisi e di-sponibilità. “Appena laureato, pen-savo che avrei impiegato non più di5 anni per crearlo. Da allora ne sonopassati 40 e ho contattato 14mila fon-dazioni in tutto il mondo, ma nes-suno ha risposto”.

Tempo da dedicare ai pazienti,umana compassione, calore. E’ ciòche oggi manca ai medici, secondoPatch Adams. “Nei primi 12 annidella nostra casa-ospedale, ho visi-tato circa 15mila persone e non homai prescritto uno psicofarmaco.Ho dedicato loro il mio tempo, il mioaffetto, i miei abbracci”.

Insomma, prendersi cura deipazienti in senso stretto. E’ quelloche Patch Adams fa da anni ormai,accompagnato anche dai suoi due fi-gli di 38 e 27 anni. Con loro ha gi-rato il mondo, portando il sorriso neiluoghi più tristi: campi profughi,ospedali, orfanotrofi. Dopo il film, in-

fatti, le missioni clown sono au-mentate a dismisura e il suo ‘meto-do’ è diventato universale. A 69 annisuonati Patch Adams è un ciclone.E’ un trascinatore nato ed un rela-tore contagioso. Al punto da con-vincere una platea di circa 500 per-sone - quasi tutti adulti - a scatenarsiin un rock ‘n roll che “fa bene al fi-sico, fa bene all’animo, fa bene allasocializzazione. Se sono ancora cosìin forma e vitale devo ringraziareChuck Berry”, sorride. In lui è an-cora grande, visibile, la scintilla disana follia che ha mosso tutta la suavita, dedicata allo studio dell’esse-re umano sotto ogni aspetto e allacreazione di un sistema sanitario allaportata di tutti. Racconta le sue ‘vi-sioni’, parla di speranza e lo fa inmodo pragmatico. I suoi Credo sonodi una semplicità disarmante, per-ché le cose più semplici sono le piùdifficili da comprendere. Come, adesempio, “andare incontro al dolo-re portando amore e fare ciò che cirende liberi, dunque felici”.

A portare a Foggia PatchAdams è stata la Mediolanum Cor-porate University (MCU) nell’am-bito del programma “Centodieci èIspirazione”, il ciclo di incontri chel’istituto educativo di Banca Me-diolanum promuove con l’intento difavorire il contatto diretto con per-sonalità che incarnano modelli d’ec-cellenza in diversi settori profes-sionali.

A Foggia il tour della Mediolanum Corporate University

Patch Adams: “Non c’è nulla di più serio di un sorriso”Non chiamatelo clown. Da 40 anni al lavoro

per un sistema sanitario solidale

a cura di Maria Grazia Frisaldi

LA TESTIMONIANZA

Uno scatenato rock ‘n’roll

Michele Placido visita il Teatro Giordano

Patch Adams, al secolo Hunter Doherty

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9g i u g n o duemilaquattordici

La Strategia in Estetica risiede nel-l’apprendimento, un bene imma-teriale dal valore inestimabile:

la formazione. Gran parte ha inizio presso le Scuo-

le di Formazione Professionale dove, altimone, deve esserci personale quali-ficato con esperienza nel settore e congrande capacità di donare quello chesi è appreso durante il proprio percorsoformativo. Tutto questo è quello che da26 anni la Beauty School “Scuola diEstetica” di Foggia trasmette ai propriallievi.

CORSI, SEMINARI E WORKSHOPI corsi sono tenuti sotto la direzio-

ne dell’Estetologa Antonietta Ma-strangelo (docente di tecniche di mas-saggio Psicosomatica Essenziale,operatrice Shiatsu, operatrice Ayurve-da, massaggio al bambino tecnica TuiNa, Kinesiologa, operatrice di Tecni-che di Crescita Personale) che esegue ilsuo lavoro non solo in modo professio-nale sposandone l’ideologia ma facen-done uno stile di vita, in modo tale daapportare sempre innovazione e curio-sità per invogliare e spronare le proprieallieve.

Anche quest’anno l’estetologa Ma-

strangelo ha inserito nel suo istituto unvalore aggiunto, partendo sempre dalpresupposto che “il nostroaspetto estetico è il risul-tato dell’aspetto interio-re”, non scostandosi mai dalla pri-maria importanza da dare al poteremanuale e alla conoscenza del corpoumano.

Parallelamente al programma pro-vinciale, oltre ai vari seminari, alle al-lieve viene offerto un percorso com-plementare in cui alcuni casi specificidi studio - come ad esempio la cellulite- vengono esaminati secondo cause econcause.

Da 26 anni, la “Beauty School” di Foggia è leader nella formazione

Le allieve potranno seguire percorsi di studiocon approfondimenti tematici, accomunati dallastessa filosofia del METODODAFLAROS.

Questo metodo è orientato alla prevenzione ealla tutela dell’efficienza psico-fisica, agendo sul-l’espressione di un disagio o un conflitto interioreche si manifesta in uno dei sistemi fisiologici emo-tivi. Insomma, la logica del “Prevenire prima di cu-rare”.

A questo proposito, il 12 maggio scorso, pressol’Hotel Vigna Nocelli di Lucera, si è svolta la pre-sentazione del Metodo Daflaros e la formazionedei primi Operati di Lifting Daflaros, tecnica basa-ta sullo studio dei meridiani della medicina tradi-zionale cinese che sfrutta l’azione riflessa, stimo-lando a livello biologico il tessuto sottostante eossigenando i tessuti ed i muscoli facciali cancel-lando i segni del tempo donando luminosità esplendore, eliminando le rughe.

IMMERGITI NELL’ARMONIA RITROVA IL BENESSERE

PSICO-FISICO

Da 26 anni, la “Beauty School” di Foggia è leader nella formazione. In cattedra, Antonietta Mastrangelo: “Il nostro è uno stile di vita”

La strategia in Estetica: l’innovazione va a scuola

Foggia - Via Piave, 10Tel.0881/568576

www.beautyschool.itwww.Daflaros.it

In foto Antonietta Mastrangelo

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10 g i u g n o duemilaquattordici

A 25 km da Foggia , nella rigogliosa campagna Dauna dellatradizionale cittadina di Cerignola, lontano dai frastuoni , sorgela tenuta Villa Demetra. Una struttura immersa in un meraviglio-so parco di 30.000 mq, la magica scenografia naturale che rende-rà ogni cerimonia indimenticabile. Nel parco di Villa Demetra è pos-sibile gustare aperitivi deliziosi e ottimi buffet, celebrarematrimoni con rito civile o con rito religioso ed anche è realizza-re un ricevimento completamente all’esterno.

Villa Demetra riesce a creare magiche atmosfere sospese neltempo che prendono vita in due distinte sale dalla diversa perso-nalità.

La Sala Demetra, struttura in grado di garantire ampia como-dità anche ai matrimoni più numerosi, grazie ad una ricettivitàcapace di accogliere oltre 300 ospiti.

L’ampiezza della sala non pregiudica la sensazione di sentirsiin un luogo intimo e familiare. Una maestosa capriata in legnoche sovrasta la grande sala contribuisce a determinare quella sug-gestione calda e ricercata, sottolineata dalla luce di preziosi lam-padari che enfatizzano i toni dorati di quadri, mobili, specchi ecandelieri i cui riflessi si sposano in un connubio perfetto con l’ar-genteria che adorna ogni tavola.

La Sala Storica è arredata con toni pastello tendaggi dalle sfu-mature tenui e delicate, pavimentazioni in cotto spagnolo e ma-ioliche dipinte a mano. Il gioco di colori dall’affascinante cando-re che fonde arredamenti e allestimenti, rende ancor piùindimenticabile ogni ricevimento, avvolgendolo in una luce dasogno che farà sentire sia gli sposi che ogni ospite, coccolati nel mas-simo relax.

SS 16 N.18 - 71042 - CERIGNOLA (FOGGIA) - TEL. 0885.418988 WWW.VILLADEMETRA.IT

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11g i u g n o duemilaquattordicibellezza

La cartadelle acque

Perché non sfruttare la diversaconsistenza delle acque disponibili innatura per esaltare il sapore dei cibi,proprio come si fa con il vino? Nei ri-storanti più alla moda infatti è possibi-le chiedere anche La Carta delle Ac-que. Di seguito una versione sinteticaper i nostri lettori. L’acqua frizzante sisposa particolarmente con salumi, pe-corino e grana, carne di pollo e pizza.L’acqua lievemente frizzante invece èadatta a portate di mare come risotti epesce al cartoccio. La sua versione me-no mineralizzata si beve con carpacci,salumi delicati e prodotti dolciari daforno. Per un menù classico che pre-veda pasta all’uovo, carni alla grigliaoppure mozzarelle andrebbe sceltauna bottiglia di effervescente natura-le. L’acqua piatta si sorseggia agli an-tipasti (preferibilmente di verdure) e afine pasto, con i dolci a cucchiaio. Infi-ne, anche l’acqua va servita nel suobicchiere: un calice di vetro traspa-rente per poter osservare le bollicine enon alterare con il calore della mano, latemperatura dell’acqua. d.c.

Una guida alla “bottiglia” giusta

Acqua, elisir di benessere

Migliorare la diuresi è consigliabile sce-gliere un’acqua con uno scarso contenuto disali (acqua minimamente mineralizzata). E’ labottiglia ideale per chi pratica una dieta de-purativa in vista dell’estate. Problemi digesti-vi o fegato affaticato? E’ il momento di bereacqua solfata o bicarbonata nota anche perun alto contenuto di magnesio, importante perle donne che soffrono di sindrome preme-struale. Alle prese con sintomi quali gonfiore,ritenzione idrica e cellulite? L’acqua giusta èquella con poco sodio (oligominerale), facileda assimilare. Le acque clorurate invece svol-gono un’azione purgativa e sono consigliateper riequilibrare le funzioni intestinali. E’ adat-ta ad un vasto pubblico una bottiglia d’acquacalcica: è un tipo di acqua che andrebbe con-sumata regolarmente per il suo notevole ap-porto di calcio; particolarmente consigliata peri bambini, le donne in gravidanza e in meno-pausa e le persone anziane. Non solo: è l’acqua

che non dovrebbe mai mancare nella dieta iri-dica di chi non tollera il latte. Ulteriore sup-porto nell’osteoporosi può arrivare dall’as-sunzione di acqua fluorata. Chi non mangiacarne o soffre di carenza di ferro potrà trarregiovamento dall’acqua ferruginosa.

Infine le acque sodiche e acidule (effer-vescente naturale) sono consigliate rispetti-vamente a chi pratica sport e chi soffre di pro-blemi gastrici. La bottiglia andrebbe variataanche a seconda della stagione: in estate è

consigliabile per tutti un’acqua ricca di saliminerali, mentre durante il resto dell’anno sipuò optare per un’acqua meno ricca da questopunto di vista.

Dopo aver individuato l’acqua giusta, oc-corre fare attenzione anche alle modalità diassunzione: bere un bicchiere d’acqua a tem-peratura ambiente appena svegli, stimola ilfunzionamento dei reni. Bisogna bere spesso,anche lontano dai pasti, senza aspettare diavere sete. Portare sempre una bottiglietta damezzo litro con sé può essere la soluzione giu-sta, soprattutto in estate, per prevenire la di-sidratazione. Occorre però fare attenzione:mai lasciare una bottiglia d’acqua di plasticaesposta a fonti di colore e luce perché al suointerno potrebbero formarsi muffe e alghe. In-fine, meglio variare marca e tipologia d’acqua,così da garantire all’organismo un apportosempre diverso di sali minerali.

Dalila Campanile

Bere due litri d’acqua al giornoè un vero elisir di benessere:significa garantire bellezza e

salute al corpo senza assumere calo-rie. Con l’arrivo dell’estate però, bi-sognerebbe aumentare il consumodi acqua: perdere anche solo il 10%di liquidi significa comprometterel’organismo. Bisogna poi reintegrareil sodio e il potassio che si perdonocon la sudorazione e tenere contodelle diverse abitudini di vita. Quin-di, prima di acquistare una confe-zione d’acqua, meglio concentrarsisull’etichetta per fare una scelta con-sapevole e adatta alle proprie esi-genze.

A ciascuno la sua minerale: scopri quale fa al caso tuo

L’ACQUA GIUSTA

MEMORANDUM

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La moda strizza l’occhio alla solidarietà. Evecchi capi griffati - vintage o modernariato -possono uscire dagli armadi insieme agli ac-cessori più di tendenza; si aprono ad una nuo-va vita, diventando lo strumento per sostene-re le associazioni di volontariato attive sulterritorio.

E’ così che, a Foggia, nasce il Mercati-no della Moda a scopo benefico, che pro-pone abiti e accessori, tutti in ottimo stato,il cui ricavato di vendita sarà interamentedevoluto ad associazioni di volontariato oenti caritatevoli.

Un modo semplice per unire l’utile al di-lettevole, insomma: per chi vende, liberare gliarmadi e contribuire ad una buona causa; perchi acquista togliersi una piccola soddisfazio-ne e contribuire ad una giusta causa.

“Si tratta di un progetto nato quasi per ca-so”, spiega la promotrice di questa iniziativa.

Lei è Silvana Carrozzo (infoto), 48 anni, mamma emoglie a tempo pieno. Hacollaborato a lungo conl’Assori e ora è una volon-taria dell’Ail. L’idea disvuotare gli armadi per aiu-tare chi è in difficoltà è ar-rivata un mese fa: il primotest nel giardino di casa, con le amiche di sem-pre e compagne di avventura Concetta Min-chillo, Lisa Imhoff e Luisa Curcetti. In quel-l’occasione - un pomeriggio tra ‘amiche diamiche’ - hanno raccolto circa 200 euro desti-nate in beneficenza. Come funziona la vendi-ta è presto detto: “Non c’è una base d’asta. Adogni capo viene attribuito un prezzo popolare:dai 3 ai 15 euro”. Si tratta di valutazioni sim-boliche e forfettarie, che prescindono quindi dalmarchio prestigioso o dalla tenuta perfetta.

Adesso, il Mercatino della Moda si spo-sterà per quattro giorni nella Sala Atelier del-l’Assori, dal 18 al 21 giugno. Chi vuole con-tribuire al progetto con i propri abiti dismessipuò contattare le promotrici (è previsto un ser-vizio di ritiro a domicilio) o rivolgersi al CentroAssori nei giorni dell’iniziativa.

“Il nostro obiettivo è quello di racco-gliere denaro per le strutture o associazio-ni che vorranno ospitarci. Il primo ad averaccolto l’invito è il centro Assori e per que-sto - conclude - ringrazio, per la sensibilitàdimostrata la direttrice Pia Colabella e lasig.ra Rita D’angelo” Per info:328/6867257.

Angela Dalicco

Carrozzo: “Disponibili a sostenere anche altre realtà”

12 g i u g n o duemilaquattordici sociale

Griffe e solidarietà

Con Emmaus e Banca della Campania

“Fianco a Fianco” dalla parte degli ultimi

‘Fianco a fianco: dallaparte degli ultimi’. E’ questoil nome del progetto ideatodall’associazione ‘Comunitàsulla strada di Emmaus’ e fi-nalizzato ad assicurare un li-vello di vita dignitoso ai pa-zienti affetti da Aidssegnalati dal reparto MalattieInfettive degli OO.RR. diFoggia, privi di adeguato so-stegno.

E’ il progetto realizzato dalla Banca dellaCampania per il secondo trimestre 2014 nel-l’ambito dell’iniziativa di solidarietà, ‘Sottouna buona stella’, destinata ad enti ed asso-ciazioni del territorio campano e pugliese peruna migliore as-sistenza di tuttele persone por-tatrici di un disa-gio. I destinataridella misura,quindi, sono 3pazienti malatidi Aids per le at-tività di assisten-za domiciliare e 2 per le attività di accoglien-za e sostegno presso l’abitazione in via delleGrazie. Ogni paziente è affidato ad uno o piùoperatori di “Emmaus”, allo scopo di diver-sificare gli interventi da eseguire, perché al-cuni utenti oltre ad essere affetti da proble-

matiche di dipenden-za, devono affrontareanche serie complica-zioni di natura psi-chiatrica o medico sa-nitaria.

Emmaus nasce,nel 1978, da un’espe-rienza di Chiesa fattanello spirito di Don Bo-sco, da una piccola co-

munità di sacerdoti salesiani ed un gruppo digiovani della parrocchia Sacro Cuore. L’As-sociazione, costituita nel 1984, è un’organiz-zazione non lucrativa di utilità sociale, chesvolge una serie di attività come: comunità direcupero dalla tossicodipendenza, che acco-

glie, educa e cura 24 giovani conproblematiche di dipendenza percirca 14 mesi; la ‘Casa del giovaneEmmaus’, centro minorile in cui sioffrono servizi di accompagnamen-to scolastico e doposcuola, laborato-ri, attività sportive e consulenze psi-cologiche gratuite; infine, c’è ilVillaggio Don Bosco, sorge a pochichilometri da Foggia, ed accoglie al

suo interno minori svantaggiati fra gli 11 e i 14anni e comunità familiari.

Per sostenere il progetto è possibile versare un contributo al

IT3J0539215700000000005539Simona Donatelli

IL PROGETTO DI VOLONTARIATOIl Mercatino della Moda fino al 21 giugno all’Assori

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13g i u g n o duemilaquattordicimoda

Per sentirsi a proprio agioin spiaggia, la regola princi-

pale è sempre una: scegliere uncostume capace di valorizzare lanostra silhouette. Modello e colo-re infatti possono diventare gli

alleati con cui superare la pro-va costume anche per

quest’anno.

IL CONSIGLIO

Modelli fascianti, effetto vedo-non vedo, scollature: seduzione e fascino retrò per i nuovi costumi 2014

Diva da spiaggiaModa mare: per essere impeccabili sul bagnasciuga

IL CULT

Il costume intero è il nuovoprotagonista delle collezioni ma-

re 2014. E’ una scelta vincente perchémodella il corpo e seduce attraverso

appositi dettagli. Scollatura profondasulla schiena, oblò sul seno e listini per uneffetto vedo-non vedo. Il colore scuropoi conferisce il noto effetto ottico

snellente. Così il costume intero di-venta il nuovo baluardo del-

l’eleganza, anche inspiaggia.

Il fiocco dietro la schiena suggel-la una profonda scollatura oppure late-

ralmente dona un tocco di femminilità al duepezzi classico. Le fantasie geometriche e astrat-

tedistolgono l’occhio dai punti critici. Questi i det-tagli dei costumi più attuali che non dovranno man-care anche sul resto degli accessori: via libera acaftani fantasia e al capello stile sombrero maingentilito da maxi fiocchi. La borsa mare? Nei

colori fluo e in materiali come gomma o tes-suti impermeabili che strizzano l’oc-

chio alla praticità senza rinun-ciare allo stile.

I DETTAGLI

Chi non vuole passare inos-servata potrà optare per il due

pezzi retrò. Questo modello si ca-ratterizza per una fascia rigida a bal-concino e per lo slip a vita alta. E’ un co-stume indicato per donne burrose,ideale per camuffare qualche rotolino.I colori sono scuri con i bordi a con-

trasto (blu – nero) e il tessuto se-tificatoper sedurre con clas-

se.

STILE PIN UP

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14 g i u g n o duemilaquattordici lui&lei

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PSICOSESSUOLOGAUn gioco erotico “di rottura” rispetto al caposaldo della monogamiaDI MARIAPIA CONOSCITORE

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Tel. 0881.563326

Esperienze che possonorivelarsi spesso deludentie frustranti, lasciandoemergere gelosie represse einsicurezze distruttive

A volte capita anche che queste espe-rienze di scambio risultino deludenti efrustranti, perché non così eccitanti comeimmaginate ma fortemente imbarazzan-ti. Può anche accadere che, uno dei duepartner, possa provare sentimenti verso“l’altro/a”, disgregando la coppia. In altricasi, invece, lo scambio può diventare,per uno dei due, una pratica necessariaall’eccitazione (dipendenza), creando co-sì una situazione insostenibile per l’altropartner . E’ chiaro, quindi, che lo scambi-smo deve rimanere un gioco erotico e perquanto consensuale, non deve sconvol-gere la vita sessuale ed emotiva, non de-ve mai esser inteso come “curativo” ri-spetto ad una crisi di coppia e non devecreare dipendenza in uno dei partner.

Lo scambio di coppia(o Swinger) è unapratica sessuale pre-

sente già tra gli antichiegizi e molto diffusa oggigiorno (in Italia si stimanooltre 2milioni) che si ponetra il piacere e la trasgres-sione. Lo scambismo nonè una parafilia, cioè uncomportamento sessualedi per sé patologico ma èuna pratica sessuale vis-suta all’interno della cop-pia come “gioco erotico”.

Gli scambi possonoavvenire in case private,club privè o luoghi pub-blici come parcheggi (carparking sex), con coppiedi amici o di sconosciuticon cui il più delle volte cisi organizza tramite inter-net. Si tratta per lo più dicoppie cosiddette “nor-mali” che scelgono di vi-vere questa trasgressioneponendosi una regola fon-damentale: l’assenza diimplicazione emotiva coni partner della “serata”.

Io, te e gli altri: i rischidello scambio di coppia

Le motivazioni che spingono una coppia a pra-ticare lo scambismo sono numerose: spesso si rin-traccia il desiderio di sfuggire alla noia e alla routi-ne sessuale riaccendendo la fiamma della passioneattraverso la trasgressione. Altre volte invece, vipuò esser la voglia da parte dell’uomo di mettersialla prova come amatore o di realizzare una vec-chia fantasia, così come per la donna il soddisfare unproprio desiderio esibizionistico nel venir osserva-ta dal proprio uomo. Secondo chi pratica lo scam-

bismo, tale gioco erotico non ha nulla a che vederecon il tradimento. Gli scambisti non si tradisconopoiché il partner fa sesso con un altro/a consen-sualmente, senza nascondersi e senza istaurare unarelazione affettiva. In questo gioco erotico, tra-sgressivo e di rottura rispetto al caposaldo della mo-nogamia, non sono affatto rari i casi di coppie chehanno sopravvalutando la propria capacità di la-sciare libero il partner di esprimersi sessualmente conqualcun altro.

Perché si diventa scambisti

Quali rischi si corrono?

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15g i u g n o duemilaquattordici

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16 g i u g n o duemilaquattordici

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Il Mal di testa da sindrome pre-mestruale è una cefalea che si

manifesta subito prima del flussomestruale, in corrispondenza delbrusco calo dell’estradiolo circo-lante e del sopravvento delle pro-staglandine (che sono ormoni fem-minili in grado di influenzare lacircolazione sanguigna a livello ce-rebrale).

Ogni singolo attacco di emicra-nia si sviluppa attraverso 5 fasi: pro-dromo, aura, cefalea, risoluzione e

remissione. La durata dell’attaccovaria da poche ore ad alcuni giorni(4-72 ore). L’emicrania mestrualeinsorge in genere senza “aura”; ini-zia da una parte sola ed è accom-pagnata da nausea, vomito, iper-sensibilità alle luci e ai suoni e siassocia con altri sintomi come stan-chezza, acne, dolori alle articola-zioni e stipsi.

L’aura si manifesta nel 20% del-

le donne ed è caratterizzata dallacomparsa di sintomi neurologici se-condari della durata di 5-20 minu-ti (mai più di 60). I sintomi neurolo-gici focali sono: disturbi visivi,sensoriali o motori che precedonol’insorgenza del mal di testa. Lacausa sono gli estrogeni, gli ormo-ni femminili che regolano le flut-tuazioni del ciclo mestruale e che,non appena il flusso ha inizio, subi-scono un brusco calo.

Generalmente si distingue:• Emicrania mestruale pura: gli at-

tacchi compaiono da due giorniprima a tre giorni dopo il ciclo me-struale in almeno due cicli su tre esono assenti tra un ciclo e l’altro.

• Emicrania correlata alle mestrua-zioni (la forma più frequente): gliattacchi di mal di testa compaionosempre con la cadenza delle me-struazioni, ma si possono ve-rificare anche lontano dal ci-clo.

• Emicrania da contraccetti-vi orali: gli attacchi di maldi testa si manifestanoesclusivamente nella setti-mana di sospensione dellapillola.

Allora cosa fare per contra-stare il dolore ?

In primis bisogna annotare concura frequenza, durata, comparsae correlazione degli attacchi con ilciclo mestruale.

È opportuno annotare il nomee l’efficacia dei farmaci utilizzati.

Ai primi sintomi scegliere tra itriptani, gli analgesici, gli antin-fiammatori non steroidei, detti Fans(mai l’Aspirina, che aumental’emorragia) e, nelle forme inva-lidanti che non rispondonoad altri farmaci sinto-matici, i derivati del-l’ergotamina.

Per ridurre lafrequenza o l’in-tensità delle crisi èconsigliato in par-ticolare modo il fro-v a t r i p t a n ,

per la sua lunga durata d’azione.Vanno assunti due giorni prima del-l’inizio del ciclo mestruale per ladurata di sei-otto giorni.

Tra gli integratori è dimostratal’efficacia del magnesio nella tera-pia dell’emicrania e anche dei sin-tomi della sindrome premestruale.Vengono impiegati anche la vita-mina B2 o riboflavina e il coenzimaQ10, tuttavia per questi ultimi so-

no necessari ulteriori stu-di per confermare la lo-

ro efficacia. Quindi,cari mariti, non al-larmatevi ogni vol-ta che vostra mo-glie la sera si negaadducendo ascusante un im-provviso mal ditesta, perché ilciclo mestrualecomprende an-che questi re-troscena.

17g i u g n o duemilaquattordici

in pocheparole

Ad un certo punto non sentipiù la fatica e godi della tua cor-sa che si esprime per quello cheè: solo un piacere. Questa è la sen-sazione di euforia causata dal ri-lascio di endorfine nel nostro cor-po, un fenomeno chiamato Run-ner’s high. Effetti simili si riscon-trano grazie ad un benessere dif-fuso che lo sport e l’attività fisicain generale contribuiscono a ge-nerare.

Per quanto possa sembrareuna attività semplice, la corsa, omeglio il running, in realtà è unosport che richiede una buona ca-pacità sia atletica che mentale poi-ché impegna a fondo sia i muscoliche il cervello. Ed è proprio perquesto che i suoi benefici sonotanto consistenti.

Correre, specialmente perlunghi tratti, attiva aree del cer-vello in genere poco utilizzate eriequilibra i nostri livelli di stress,migliorando l’umore e scaricandola tensione.

Comunque, in quanto attivitàfisica, ci sono regole da seguire edaccorgimenti da adottare. A par-tire dall’abbigliamento da utiliz-zare: fondamentale è il ruolo del-le scarpe che sono la prima dife-sa tra il vostro corpo e l’asfalto.Vanno scelte accuratamente inbase al peso, al tipo di corsa, allavelocità cui siete soliti correre.Una scarpa sbagliata può vanifi-care gli effetti positivi della vostracorsa causando dolori e fastidi.Inoltre, maglie e pantaloni tecni-ci sono consigliabili perché ge-neralmente più leggeri e traspi-ranti dei capi di cotone e sono stu-diati per evitare i segni dovuto allosfregamento sulla pelle.

Gli studi, come rivela il portaledi Benessere.com, dimostrano checorrere fa bene all’apparato car-diocircolatorio: migliora l’effi-cienza cardiaca, combatte l’iper-tensione e aiuta a tenere sottocontrollo il colesterolo. A seguitodello sforzo compiuto correndo,infatti, vengono immesse in cir-colo delle sostanze a funzionevasodilatatrice. Il risultato è un ab-bassamento dei valori della pres-sione arteriosa. Effetti positivisono rilevabili anche su coleste-rolo: aumenta quello “buono”HDL e cala drasticamente quello“cattivo” LDL, liberando i vasisanguigni dalle ostruzioni con unsignificativo calo dei rischi alte-razioni come ipercolesterolemia earteriosclerosi.

Uscire 3-4 volte a settimanaper almeno 45 minuti può rap-presentare un tangibile migliora-mento della salute generale delvostro corpo. Dedicarsi a questaattività con passione e costanza viproietterà in una nuova dimen-sione di benessere fisico e men-tale.

Irma Mecca

Benesserein corsa

La cefalea mestruale è su base ormonalecolpisce il 27% delle donne su scala mondiale

Peggiora nel periodo premenopausale

Il “capriccio” del bambino è una prova di forzache va combattuta con fermezza e coerenza

Figli, imparare a dire di noConoscere la “pedagogia del limite”

DI VERA ELEONORA

PEDAGOGISTA

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

DI TIZIANA CELESTE

GINECOLOGA

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

Affrontare i “capricci” del bam-bino rappresenta una delle si-

tuazioni più faticose e impegnati-ve per genitori alle prese con figlisempre più dominanti e esigenti.La fase del “No”, che va dai due aitre anni, è un passaggio obbligatodella emancipazione del bambino.Solo dopo i cinque anni si passeràalla fase della ragionevolezza, unmomento delicatissimo in cui tem-peramento del bambino e atteg-giamenti dei genitori interferisco-no a vicenda, determinandopersonalità e relazioni familiari dif-ferenti. I bambini “sperimentano ilcapriccio” come prova di forza e ri-mangono sconcertati di fronte allafermezza e alla coerenza dei geni-tori. Fermezza, poche regole, coe-renza e coesione dei genitori, sonoi paletti su cui fondare una genito-rialità efficace.

Sicuramente i ritmi di vita del-le famiglie hanno subito negli ulti-mi tempi delle accelerazioni ano-male e i genitori non hanno piùtempi distesi da dedicare alle rela-zioni familiari. Le ansie e le preoc-cupazioni per il presente e il futu-ro, rendono i rapporti familiarifrettolosi, tesi e sempre meno in-tensi. Molto spesso i genitori, presidai sensi di colpa, assumono in-

consapevolmente atteggiamentiiperprotettivi, destinandosi a soc-combere di fronte a richieste semprepiù difficili da evadere. Di riman-do, la società trasmette un modellodi genitori permissivi e tolleranti,che si rifugiano nel ruolo di “ami-ci” in cerca di complicità e di rela-zioni compensatorie.

Se è vero che per il bambino sfi-dare l’adulto è un segnale di indi-pendenza, andare oltre il limite af-frontando le paure e i pericoli èsegnale di intraprendenza che vacanalizzata positivamente.

Riconoscere il limite, accettareil “No”, è un esercizio che aiuta ilbambino e l’adolescente a trasfor-mare l’ostacolo in una nuova occa-sione di crescita. Ovviamente siparla di sperimentare il diniego“giustificato” da semplici spiega-zioni che aiuteranno il bambino, el’adolescente poi, a comprenderneil significato.

Accade tuttavia anche a noiadulti, genitori e insegnanti, di ave-re sfide e dilemmi non risolti in gio-ventù, che proiettiamo sui nostri fi-gli e alunni. Ciò comporta chegenitori e insegnanti per primi, fac-ciano chiarezza con se stessi e uti-lizzino le proprie esperienze comerisorse educative significative; è

importante “ascoltare” il bisognodel bambino e “comprendere” ciòche egli intende comunicare, libe-ri da ogni condizionamento perso-nale.

Studi accreditati hanno dimo-strato che persino il pianto del neo-nato può essere interpretato e che lemamme possono esercitarsi nel ri-conoscerlo nelle diverse situazioni;una abilità che sarà utile anche nel-l’età successiva. Il problema è la di-sponibilità all’ascolto, l’attenzioneper il figlio, il prendersi “cura”, in-tesa soprattutto come capacità diascolto dell’altro; una reciprocità dicui entrambi i soggetti possono be-

neficiare. La pedagogia permissivista

sembra ormai superata dalla esi-genza, emergente dalle riflessionisull’infanzia e sulla adolescenza, dirivedere il modello culturale ededucativo e di ristabilire un nuovodialogo formativo tra scuola e fa-miglie.

Leggevo un articolo interes-santissimo del filosofo Umberto Ga-limberti in cui sottolinea quanto siadeleterio difendere i propri figli daiprofessori esigenti; e quanto sia in-vece indispensabile riconoscere ericonoscersi alleati all’azione for-mativa della scuola.

L’insegnamento, l’apprendi-mento e l’educazione sono occa-sioni per creare quella trama di vis-suti che unisce realtà e fantasia,“ragione e follia”, in un atto di me-diazione tra bisogni e soddisfaci-mento degli stessi; per questo mo-tivo gli insegnanti e i genitori“insieme”, dovrebbero essere ingrado di intercettare e selezionarei segnali, le richieste, dando spazioe coltivando quelle significative. Èintorno a queste ultime che si co-struisce una personalità positiva epropositiva, disponibile e capace diorientarsi tra difficoltà e opportu-nità.

A proposito di mal di testa

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18 g i u g n o duemilaquattordici

Se si prova a ripercorrere con lamemoria il proprio vissuto di stu-

denti, molti ricorderanno la sensa-zione di attrazione o di disagio, senon di vera e propria repulsione,provata verso le diverse aree del-l’apprendimento scolastico: i senti-menti più ambivalenti si riscontra-no da sempre soprattutto neiconfronti della matematica .Quan-te volte si sente dire “non ci capisconiente con i numeri”, oppure “sono

negato in matematica”?Perché alcuni studenti reagi-

scono alle difficolta considerandolecome una sfida, come un’opportu-nità per imparare cose nuove, men-tre altri le vivono come una doloro-sa condanna al fallimento o comeuna dimostrazione di mancanza sta-bile di abilita?

Secondo alcune ricerche gli stu-denti generalmente si pongono duetipi di obiettivi nella loro attività distudio: uno centrato soprattutto sul-l’ottenere giudizi positivi e vincentisulle proprie abilita ed evitare quel-

li negativi (obiettivo di pre-stazione), l’altro orien-tato al miglioramentoattraverso l’acquisizionedi nuove conoscenze ecompetenze (obiettivodi padronanza).

Quando nell’inse-gnamento/apprendi-mento della matemati-ca facciamo prevalere comeinsegnanti o come studenti l’obiet-tivo di prestazione su quello dellapadronanza lo studente, molto pre-occupato di dimostrare le proprieabilita e che incorra in una serie difallimenti, può convincersi di nonavere le capacita necessarie per farfronte a tali situazioni e che qualsia-si cosa faccia sia inutile, portandoloprogressivamente a rinunciare aqualsiasi tentativo di controllo sullasituazione. Tale condizione vienedefinita “impotenza appresa”, per-ché si caratterizza per un senso diincapacità (impotenza) acquisito pereffetto di ripetute esperienze di fal-limento (appresa). Questo atteggia-mento si sviluppa più facilmente inpersone che sono solite attribuire ipropri insuccessi alla mancanza sta-bile di abilita, cioè a una causa in-terna alla persona poco modificabi-

le, che riduce enormemente leaspettative di successo.

Gli studi psicologici con-dotti da Martin Seligman,esperto di impotenza appre-sa, ci dicono che le persone inuna o più situazioni possono

apprendere di non aver con-trollo su ciò che accade loro

.Tale sentimento di impotenza ap-presa produce conseguenze a voltedevastanti a livello cognitivo, moti-vazionale ed emozionale. Dopo unaserie di insuccessi il nostro cervellosi blocca “Apprende di essere im-potente” traducendo questo ap-prendimento in un imperativo: “èmeglio lasciar perdere perché nonfunziona!”. Naufraga così definiti-vamente la speranza che possa mi-gliorare la situazione. A volte ba-stano solo pochi eventi negativi percostruire, nella mente, una situazio-ne di negatività permanente.

Nell’ambito della matematica sie chiamati a risolvere dei compitiche sono associati al livello intellet-tivo del soggetto: saper eseguire piùo meno rapidamente un calcolo o sa-per risolvere o meno un problema erispettivamente indice di un buon oscarso livello intellettivo. Riuscire adaffrontare con successo questi com-piti implica potersi dare forti motividi gratificazione e soddisfazione, fal-lire, invece, comporta spesso sfidu-cia, senso di impotenza e scarsa sti-ma di se.

Gli insegnanti dovrebbero po-ter assicurare agli studenti corsi dimatematica adeguati alle loro ca-pacita insegnando l’importanza diobiettivi di padronanza piuttosto chedi prestazione. Bisognerebbe darepiù enfasi ai processi di compren-sione e meno peso alla correzionedelle risposte, cosi da ridurre il dra-stico impatto del feedback negativoper ciascuna risposta sbagliata. Ta-le atteggiamento incoraggerebbeun comportamento più rischioso daparte degli studenti, cioè più predi-sposto alla prova e alla sfida senzaeccessivo timore per i possibili erro-ri e potrebbe ridurre gli abbandoni eil rifiuto di questa importante disci-plina.

Un “dramma” per molti studenti

Difficoltà scolastiche vissute come mancanza di abilità:analisi psicologiche da Martin Seligman ai giorni d’oggi

La prevenzione inizia a tavola

La carie è la patologia più diffusaal mondo: essa è dovuta ad al-

cune specie batteriche pre-senti nella placca, capa-ci di fermentare glizuccheri e di produrreacido lattico, il qualeprovoca dapprima lademineralizzazione deltessuto duro dei denti esuccessivamente la forma-zione della cavità. Il LactobacillusAcidophilus e soprattutto lo Strep-tococcus Mutans sono i batteri ca-riogeni più pericolosi. Tuttavia è ne-cessario che essi trovino unambiente favorevole, pertanto al-cune condizioni individuali (adesempio la scarsa cura per l’igieneorale, la peculiare anatomia denta-le favorente l’instaurarsi della ca-rie etc.), l’alimentazione (ad esem-pio ricca di carboidrati fermentabili)ed il tempo sono i fattori responsa-bili dell’eziopatogenesi della carie,insieme ai batteri. Il tempo è un ele-mento importante, perché i battericariogeni sono in grado di svilup-pare la loro patogenicità solo in unambiente acido che si forma in boc-ca ogni volta che mangiamo; dopo ipasti è necessario un certo lasso ditempo, circa 30 minuti, affinchè ilpH si normalizzi. Se ad esempiomangiassimo un boccone ogni 30

minuti, il pH della bocca re-sterebbe acido più a lungo,

e questa sarebbe unacondizione ottimale per

i batteri, che avreb-bero così tutto iltempo di agire.

L’igiene oraleaccurata e frequente,

la fluoroprofilassi, lasigillatura dei solchi dei

denti permanenti al momentodella loro eruzione, le visite perio-diche e una dieta sana sono utili aprevenire l’insorgenza del-la carie. Nell’ultimo collegiodei docenti di Odontoiatriatenutosi in aprile a Roma, èstato stilato un elenco di ci-bi che aiuterebbero a tene-re lontana la carie: mirtilliricchi di sostanze antibatte-riche, yogurt che contienefermenti lattici in grado di ri-durre la proliferazione delMutans, formaggio, funghi,cicoria e verdure crude chefungono da spazzolino dadenti naturale perché ricchidi fibre. La scoperta più gradita aigolosi è che anche il cacao amaro èstato promosso tra i cibi “amici delsorriso”, infatti, mangiare un cu-betto di fondente (20 g al giorno),preferibilmente non in associazione

ai carboidrati, oltre ad avere effettiprotettivi sul sistema cardio-circo-latorio, grazie agli antibatterici na-turali impedisce al Mutans di pro-durre glucani, che sostengono ilprocesso carioso perché favorisco-no l’adesione tra i batteri. Anchecaffè e vino rosso (un bicchiere perlui e mezzo bicchiere per lei al gior-no) sono tra i cibi anticarie, perchéricchi di sostanze antibatteriche.Tra i chewing-gum, preferite quel-li allo xilitolo perché questo zuc-chero è in grado di ridurre la proli-

ferazione dei batteri. Bandite dallavostra dieta le sostanze acide o zuc-cherate come le bevande gassate:non fanno bene né ai denti né allasalute generale. Altri cibi acidifi-canti come succhi di frutta o mele,

vanno accompagnati con cibi ingrado di tamponarne l’acidità co-me il formaggio, ricco di calcio cheprotegge lo smalto. Inoltre le melecontengono polifenoli, antiossi-danti capaci di inibire la prolifera-zione dei batteri cariogeni.

Anche i più piccoli possono be-neficiare della dieta salva sorriso,perché non è mai troppo presto periniziare ad avere cura dei denti: sinda quando è nel pancione la dietadeve essere sana e varia, per pro-teggere la salute del piccolo e dei

suoi denti; non date mai al vo-stro bebè il ciuccio o il bibe-ron dolcificato da miele o daaltre sostanze zuccherate e sei bimbi non sono allattati na-turalmente, scegliete del lat-te artificiale contenente pro-biotici. Non dimenticate cheanche la bocca dei bambinideve essere pulita quotidia-namente (non solo denti maanche gengive e lingua), dap-prima con una garza umida epoi, quando eromperannotutti i denti, con spazzolino e

dentifricio privo di fluoro se già as-sume questa sostanza da altre fon-ti come le pastiglie. Abbiate curaanche dei denti “da latte”: assicu-reranno lo sviluppo sano della den-tizione permanente.

Cacao amaro e yogurt tra i cibi amici del sorriso

Bambini evacanze

in pocheparole

Viaggiare con “cucciolo alseguito” è una delle esperienzepiù belle da vivere in famiglia e,al contrario di quello che solita-mente si è portati a pensare, nonrappresenta una limitazione apatto che il viaggio venga intesocome conoscenza, cultura e go-dimento della natura e della di-versità e piacere di stare insie-me.

Programmare un viaggio conun bimbo piccolo può essere mo-tivo di ansia per i genitori che te-mono di trovarsi impreparati nelcaso in cui accada qualcosa diimprevisto. Prima di partire è fi-siologico avere un po’ di pauraed apprensione, soprattutto se sitratta del primo viaggio, ma al dilà di questi comprensibili timoribasta un po’ di organizzazioneper superare gli eventuali picco-li inconvenienti.

Una delle prime cose da fareper organizzare un viaggio con inostri figli è preparare i docu-menti necessari a seconda delladestinazione prescelta. Sul sitoPoliziadistato.it, ci sono informa-zioni utili per il cittadino in cui sisegnala che l’iscrizione del mi-nore sul passaporto del genitorenon è più valida dal 27.06.2012.Infatti da questa data il minorepuò viaggiare in Europa e al-l’estero solo con un documentodi viaggio individuale. Al con-tempo i passaporti dei genitoricon iscrizioni di figli minori ri-mangono validi per il solo titola-re fino alla naturale scadenza.Tutti i minori di cittadinanza ita-liana per viaggiare devono esse-re in possesso di un documentopersonale valido per l’espatrioovvero passaporto, o per i PaesiUE, anche di carta di identità va-lida per l’espatrio.

Fino al compimento dei 14anni, i minori italiani possonoespatriare solo se accompagnatida almeno un genitore o con chine fa le veci (come ad esempioun tutore, un esercente la pote-stà genitoriale). Il passaporto delminore riporta (fatta salva diver-sa volontà, espressa all’atto del-la richiesta del passaporto) i no-mi di almeno uno dei genitori inqualità di accompagnatore.

Se il dato del genitore non èriportato sul passaporto del mi-nore, al momento dell’espatrio lostesso genitore deve poter dimo-strare il rapporto di parentela at-traverso, ad esempio, l’esibizionedello stato di famiglia o del-l’estratto di nascita del minore.Per gli esercenti la potestà geni-toriale occorre munirsi di docu-mentazione della nomina a tuto-re o dell’atto di affido.

Tutto ciò è necessario per im-pedire espatri illegali di minoriper conto di terzi. Compiuti i 14anni, invece, i bambini - ormaiadolescenti - possono viaggiaresenza accompagnatori sia in am-bito UE che per destinazioni ex-tra UE.

Irma Mecca

DI VALENTINA LA RICCIA

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DENTISTA

Cibi anticarie: ecco quali sono

“L’impotenza” in matematicaPSICOLOGA DELL’APPRENDIMENTO

DI ANNA MARIA ANTONUCCI

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19g i u g n o duemilaquattordici

DI GIOVANNA BRUNO

ESPERTA IN NUTRIZIONE

“Qui i bambini non possonoentrare”. Prende piede la tenden-za “No Kids” e ad annunciarequesta discriminante, nonché of-fensiva moda attuale è il portale diRepubblica. Alcuni ristoranti, ho-tel, voli aerei, stabilimenti balnearidiventano vietati ai minori. Pian-gono, corrono avanti e indietro,giocano, sono rumorosi. Per carità.Meglio tener lontani i bambini dapizzerie, negozi, aerei, e godersi iltempo libero in santa pace. La “NoKids Zone” è ormai una tendenzasempre più diffusa a livello globa-le. Nato in Usa ed esportato in Eu-ropa, il fenomeno ha contagiatoanche i Paesi del nord, notoria-mente molto attenti alle esigenzedella famiglia. E in Italia sono sem-pre più numerosi i luoghi che spo-sano questa idea. I colossi dell’im-prenditoria, che sulle esigenze deipotenziali clienti costruiscono flo-ride strategie di marketing, nonpotevano lasciarsi sfuggire un’op-portunità del genere, e non è uncaso che esistano anche voli “chil-dfree”, come quelli per Creta eGran Canaria organizzati dallacompagnia inglese Thomas CookAirlines, per lo più diretti verso vil-laggi e hotel che condividono lastessa filosofia. Negli Stati Uniti,infine, la National TransportationSafety Board, agenzia che si oc-cupa di sicurezza sugli aeroplani,ha scritto alla Federal Aviation Ad-ministration per far introdurre laregola “un passeggero-un posto”,vero e proprio dissuasore di mobi-lità infantile. La “moda” si staespandendo a macchia d’olio an-che tra resort e ristoranti e persinonei Paesi notoriamente “childrenfriendly” del nord Europa. NelBelpaese, pur non vigendo alcundivieto ufficiale, un target adultoè infatti preferito da tanti resortesclusivi, come l’hotel Mont Blancin Valle d’Aosta, l’Alpin Garden inVal Gardena, il Palazzo Hedone aScicli, provincia di Ragusa, l’An-tico Casale di San Gimignano o laScalinatella di Capri, piccolo edelegantissimo cinque stelle ar-rampicato su via Tragara e consi-derato uno dei luoghi più sugge-stivi in cui soggiornare.

Posti bellissimi, che con la po-stilla “No Kids” garantiscono aiclienti il valore aggiunto di un sog-giorno all’insegna della pace e delrelax. “E’ una regola che abbiamoadottato sette anni fa e i nostriclienti sono felici così: quelli a cuinon piace possono andare daqualche altra parte”, fanno sape-re dal ristorante-pizzeria-pastic-ceria Sirani a Bagnolo Mella, nelbresciano, dove i bambini sotto idieci anni possono entrare soloprima delle 21. Eppure, comespiega Barbara Casillo, direttoredi Confindustria Alberghi, “non èpossibile vietare l’ingresso ai bam-bini, lo proibisce la legge. Un al-bergatore è tenuto a respingere uncliente soltanto se non ha con séun documento di identità”.

Irma Mecca

in pocheparole

Accesso vietato

...ai bambini?

Ogni volta che si usa l’olio sale ilsenso di colpa? Sbagliato. Per-

ché, anche se è un condimento riccodi calorie, contiene alcuni grassi,detti “essenziali”, indispensabili perla nostra salute. Parliamo degli aci-di grassi Omega 3 e 6, che,

Infatti, proteggono il cuore e lemalattie cardiovascolari mantenen-do le arterie pulite, combattono lostress perché garantiscono il buonfunzionamento delle cellule del si-stema nervoso, rendono bella la pel-le perché contribuiscono alla for-mazione del film idrolipidico da

parte delle ghiandole sebacee a li-vello della cute e del cuoio capellu-to.

Non fanno ingrassare e nellegiuste dosi hanno la capacità di mo-dulare l’azione dell’insulina, che re-gola la concentrazione di zuccherinel sangue.

Pertanto la ricchezza di “grassi

buoni” è importante nella scelta diun condimento, ma conta anche lapercentuale di grassi “cattivi” (sa-turi), ecco perché l’olio di oliva vapreferito al burro.

Il fabbisogno di acidi grassi es-senziali Omega 3 varia da 1 a 4,5grammi al giorno e può essere co-perto in parte con gli olii, ma anchecon il pesce, la frutta a guscio e i se-mi.

I condimenti ricchi di Omega 6sono presenti in molti cibi di produ-zione industriale, pertanto il fabbi-sogno giornaliero, che dovrebbe es-sere di 5 grammi al giorno, vieneraggiunto più facilmente rispetto aquello degli Omega 3.

Per iniziare a fare il pieno diOmega 3, magari evitando un’inte-grazione alla dieta, potremmo ini-ziare a condire i nostri piatti con lagiusta quantità di grassi buoni. In-fatti potremmo iniziare ad usare uncucchiaino di olio di semi di lino algiorno, rigorosamente a crudo percondire le verdure, oppure mesco-larlo ad un po’ di lievito in scaglie espalmarlo sul pane. Con 5 grammidi questo condimento si assumonocirca 2 grammi di Omega 3. L’olioextravergine di oliva non è il più ric-co di Omega 3 ma è ricco di antios-

sidanti naturali.Per variare i con-dimenti potremmoanche fare uso di olio di soia o dinoci, mescolandoli all’aceto di me-le e alla senape.

Mangiare pesce almeno tre vol-te alla settimana, mangiare tre nocial giorno, aggiungere i semi di lino al-le insalate o al muesli della prima co-lazione contribuisce a fare il pienodi Omega 3. Carne di tacchino, ri-cotta di pecora sono altre fonti, an-che se minori, di Omega 3. Per non ri-schiare di esagerare con gli Omega6, invece, basterebbe variare l’ali-mentazione scegliendo il più possi-bile cibi freschi e riducendo il con-sumo di snack e prodotti da fornoindustriali.

Diverse idee a tavolapossono aiutarci amantenere cor-retto il rap-

porto Omega 3/Omega 6. Pesto aisemi di lino, finta maionese, salse diricotta e olio di noci sono dei perfet-

ti esempi dicome una tavola

salutare diventa anchegustosa e ricercata.Attenzione al burro e alla mar-

garina. Il burro contiene acidi gras-si essenziali ma è altrettanto ricco diacidi grassi saturi, dannosi per la sa-lute delle arterie. La margarina puòessere usata ogni tanto purché nonsia prodotta con un procedimentochimico di idrogenazione ma comeemulsione di olii vegetali e acqua afreddo, seguendo quindi un proces-so fisico. In questo modo i grassi nonsi alterano e non diventano pericolosiper la salute e gli Omega 3 presentinaturalmente negli olii utilizzati simantengono integri. Per essere cer-ti, invece, che l’olio contenga grassi

buoni, la spremitura deve esse-re effettuata a freddo, ossia sen-

za usare sostanze chimiche e sen-za scaldare il prodotto.Questo perché le alte tem-perature ossidano gli acidi

grassi. Meglio se il prodotto vie-ne conservato in una bottiglia

scura, perché la luce tende adegradarlo. Attenzione al tempo mi-nimo di conservazione e alla sca-denza per godere al meglio delle sueproprietà.

L’olio è ricco di “grassi essenziali”

Condimenti, cosa c’è da sapereAlcune idee per portare in tavola Omega 3 e 6:nelle giuste dosi, regalano benefici a cascata

E’arrivata l’estate e finalmentesi respira aria di vacanze, di

mare, di lunghe passeggiate nei bo-schi e si corre all’acquisto di cremesolari. Durante il periodo estivo nonmancano richieste al Centro Anti-veleni inerenti la sicurezza delle cre-me solari o olii autoabbronzanti ma-gari acquistati in mercatini o bazar apochi euro (spesso esposti anche alsole). Non mancano richieste di in-terventi per eventuali reazione av-verse in seguito all’utilizzo di questiprodotti quali rashcutanei, dermatitie altri “problemini” che vedonocoinvolti soprattutto i più piccoli egli anziani. Infatti, semprepiù spesso si assiste ad unuso non idoneo delle cremesolari. Esporsi ai raggi sola-ri, infatti, è dannoso per lapelle e può provocare ru-ghe, invecchiamento dellapelle, ed altro. Ma nessunovuole rinunciare alla tinta-rella che, spesso e volentieri, si de-sidera prendere rapidamente. E’proprio l’abuso a provocare proble-mi alla pelle, ad incidere in modo de-terminante sull’intero organismo edessere fonte di inquinamento am-bientale. Il motivo? Le creme solaricontengono filtri chimici. In praticaesporsi eccessivamente ai raggi so-lari fa male, nello stesso modo l’uso

inconsiderevole di creme solari po-trebbe essere fonte di pericolo per ibambini, creando un effetto boome-rang, quel simpatico giochino chetorna indietro.

Allora l’abuso di creme solarifa male?

Fino a poco tempo fa si pensavache questi prodotti fossero utili e nonavessero alcuna tossicità. Sono, in-vece, aumentate le segnalazioni diintolleranze ai filtri solari, di derma-titi e, più recentemente, di assorbi-mento dei filtri chimici con effetticollaterali sull’intero organismo. Lemamme che scrupolosamente rico-

prono di cremasolare i bambini,allora sbaglia-no? “Nì”, perchéil problemamaggiore puòessere l’utilizzodi prodotti didubbia prove-

nienza. E ancor più e perché espon-gono i propri piccoli all’assorbimen-to dei filtri chimici e lasciano loro alsole troppo a lungo. Nel portale del-la salute della Comunità Europea èraccomandato di non usare cremesolari sui bambini fino ai 4 anni dietà.

I consigli da seguire• “SI” Utilizziamo creme solari, ma

acquist iamoprodotti di buo-na qualità e im-pariamo a leg-gere l’etichetta.La Commissio-ne Europea haraccomandato che in etichetta nondeve comparire la dicitura “scher-mo totale” o “prevenzione per tut-to il giorno”;

• Le creme solari hanno una sca-denza: i residui dell’anno prece-dente non hanno più alcuna effi-cacia protettiva;

• I bambini non andrebbero espostial sole diretto, ma protetti con gliappositi costumi coprenti, e sareb-be meglio con maglietta, cappelloe occhiali. Solo le poche aree noncoperte vanno spalmate con cre-ma solare. La protezione ideale èquella molto alta fattore di prote-zione 50+;

• Utilizziamo la crema solare olio oquant’altro in maniera attentaquindi due o tre volte al massimoe subito dopo non andiamo a fare ilbagno in mare;

• Evitiamo le ore più calde del gior-no e questo è consigliabile per tut-ti, grandi e piccoli;

Un altro quesito è se si prende ilsole coperti, non si rischia di svilup-pare poca vitamina D e, quindi, ma-

nifestare osteoporosi? No. La poten-zialità di sviluppare vitamina D è in-dividuale e non è vero che se ci siespone di più al sole se ne attiva dipiù. Inoltre, è sufficiente la luce delgiorno che arriva nelle aree scoper-te (volto, braccia, gambe) per il fab-bisogno di vitamina D. Potrebbe ri-sultare una cosa di poco conto, mavogliamo accennarvi anche a quan-to danno possono provocare gliagenti chimici che poi immancabil-mente portiamo in mare. Gli ecolo-gisti hanno considerato questo com-portamento l’unico esempio dipermesso di scaricare sostanze chi-miche tossiche direttamente in ma-re. In effetti i filtri solari sono certa-mente inquinanti per l’ecosistemadelle acque così come lo sono moltieccipienti attualmente in uso nellecreme come, per esempio, i siliconi egli acrilati.

La conclusione: non compria-mo più creme?

No, non è questo il nostro consi-glio. Anzi, andiamo a comprarla maimpariamo a moderarci. La mode-razione nel consumo di tanti pro-dotti, sostanze ed altro comporteràuno stato di benessere non solo pernoi ma anche per chi ci sta accantoe per l’ambiente dove viviamo. IlCAV è disponibile a fornire qualsi-voglia informazione per evitare eprevenire inconvenienti poco pia-cevoli che possono o potrebbero di-ventare pericolosi.

I rischi degli “abusi” di protezione solare

Cosa c’è da sapere per una sana “tintarella”

Filtri chimiche e creme solari

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MEDICO CAVDI ANNA LEPORE

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Il 19 maggio scorso è entrata in vi-gore la direttiva UE 3 aprile 2014,

n. 40, sul ravvicinamento delle di-sposizioni legislative, regolamen-tari e amministrative degli Statimembri relative alla lavorazione,alla presentazione e alla venditadei prodotti del tabacco e dei pro-dotti correlati. Definita dal Com-missario Europeo per la salute“una conquista per la politica inmateria di salute pubblica del-l’Ue”, la nuova Direttiva ha abro-gato e sostituito la direttiva2001/37/CE.

Nell’intento di agevolare ilbuon funzionamento del mercatointerno dei prodotti del tabacco edei prodotti correlati, sulla base diun livello elevato di protezio-ne della salute umana,soprattutto per i giovani,e adempiere agli obblighidell’Unione previsti dallaconvenzione quadro del-l’OMS per la lotta al tabagi-smo (FCTC), la direttiva hal’obiettivo di ravvicinare le di-sposizioni normative degli Sta-ti membri riguardanti, in par-ticolare:

a)gli ingredienti e le emissioni deiprodotti del tabacco e i relativiobblighi di segnalazione, com-presi i livelli massimi di emissio-ni di catrame, nicotina e monos-sido di carbonio delle sigarette;

b)alcuni aspetti dell’etichettaturae del confezionamento dei pro-dotti del tabacco;

c) il divieto di immissione sul mer-cato del tabacco per uso orale;

d)l’immissione sul mercato e l’eti-chettatura di alcuni prodotti cor-relati ai prodotti del tabacco, os-sia le sigarette elettroniche e icontenitori di liquido di ricaricae i prodotti da fumo a base di er-

be.Le nuove regole assicure-ranno che il tabacco e i

prodotti ad esso correla-

ti e venduti sul mercato europeoabbiano l’aspetto e il gusto di ta-bacco. Il tutto con l’intento di ri-durre il numero di chi inizia a fu-mare.

Trattasi di vere e proprie stra-tegie per dissuadere i più giovani,categoria più a rischio, se si consi-dera che il 70% dei fumatori iniziaa fumare ancora minorenne, dallatentazione del fumo.

In che modo? Aumentandol’area del pacchetto di sigarette (o

di tabacco) coperta dalle avver-tenze per la salute, davanti e dietro,fino al 65%, facendo ricorso ad im-magini shock, sicuramente piùd’impatto rispetto alle scritte (checomunque, troveranno posto suilati), bandendo dalla circolazione ipacchetti con meno di 20 sigaret-

te, meno costosi e quindi più ac-cessibili ai giovani, vietando l’usodi aromi profumati come mentolo,vaniglia o frutta.

Il tabacco, infatti, dovrà saperedi tabacco, e non essere reso piùappetibile con aggiunte di aromi eprofumi.

Con riguardo, invece alla com-mercializzazione delle sigaretteelettroniche, due le opzioni per re-golamentare il mercato delle me-desime. Gli Stati membri potran-no decidere se commercializzarlecome prodotti per aiutare a smet-tere di fumare e in questo caso, sa-ranno regolamentate come medi-cinali, ovvero se commercializzarlecome prodotti da tabacco, con tut-ta un serie di limiti quali, solo per fa-re un esempio, la concentrazionemassima di nicotina potrà esseredi 20mg/ml, la taglia massima del-la cartuccia interna ricaricabile sa-rà di 2ml, e quella del flaconcino diricarica di 10ml.

Queste le novità della Direttivasul tabacco; spetterà ora agli Statimembri, entro 2 anni, recepire laDirettiva e implementarla nella le-gislazione nazionale.

Nuove norme a tutela dei consumatoriDI ROSANGELA LORISO

MOVIMENTO CONSUMATORI

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20 g i u g n o duemilaquattordici

DI FLOREDANA ARNÒ

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50&PIÙ ENASCO

Serotonina?Aiuta

l’intimitàL’ormone dell’amore roman-

tico: la serotonina, un neurotra-smettitore prodotto nel cervello apartire dall’amminoacido tripto-fano. Secondo uno studio con-dotto dall’Università di Oxford epubblicato sulla rivista BiologicalPsychiatry, questa sostanza po-trebbe influenzare il modo in cuiviene percepita, e quindi anchevissuta, una love story. Questo èquanto viene riportato su Gali-leo.net. I ricercatori hanno sotto-posto due gruppi di volontari auna dieta a basso contenuto pro-teico per un giorno (meno di 20grammi di proteine). Successiva-mente, al primo gruppo è statoservito un drink a base di tripto-fano, essenziale nella sintesi del-la serotonina. Al secondo grup-po, invece, è stata data unabevanda priva dell’amminoacidoin questione. Poi, a cinque ore didistanza dal drink, a tutti sono sta-te mostrate delle fotografie dicoppie: le persone che avevanobevuto il cocktail al triptofano, lacui attività serotoninica era dun-que aumentata, hanno conside-rato le relazioni mostrate nelleimmagini come più “intime” e“romantiche” rispetto al gruppo dicontrollo, i cui livelli di serotoninaerano rimasti invariati. “La sero-tonina è fondamentale per i com-portamenti sociali”, ha spiegatoRobert Rogers, professore di Neu-roscienze Cognitive ad Oxford.Inoltre, svolge un ruolo significa-tivo in disordini psicologici comela depressione. “Il nostro obietti-vo – ha aggiunto – era quello diosservare se l’attività serotonini-ca fosse o meno in grado di in-fluenzare i nostri giudizi sulle re-lazioni personali degli altri. Dairisultati è emerso che sì, variazio-ni nell’attività di questo neuro-trasmettitore possono influire sucome ci appare l’intimità”.

Secondo i ricercatori, lo stu-dio dimostra come le relazioni sia-no influenzate da processi chevanno oltre la consapevolezza eil controllo. La serotonina, in par-ticolare, è spesso soprannomina-ta “ormone del buonumore”. Di-versi studi, infatti, hanno mostratoche gli episodi di depressione so-no spesso associati a una funzio-ne diminuita della serotonina.“Quando si è depressi – ha preci-sato Rogers – diminuisce la capa-cità di stabilire rapporti con gli al-tri. Si tratta di un sintomovessante, comune anche ad altridisordini psichiatrici”.

L’ipotesi di Rogers è che acausare il peggioramento dellerelazioni personali che di solito siaccompagna alla depressionepossa essere, almeno in parte, unabbassamento dell’attività sero-toninica. “Lo studio è ancora mar-ginale, ma lo stesso pattern cheabbiamo osservato per la valuta-zione delle immagini potrebbebenissimo essere esteso al modoin cui percepiamo i nostri stessirapporti”. Irma Mecca

in pocheparole

Sono in salvo anche quest’anno lepensioni agli invalidi civili. Ai fi-

ni della loro concessione, infatti, sitiene conto del solo reddito del be-neficiario della prestazione, conesclusione di quelli eventualmentepercepiti dagli altri componenti delnucleo familiare a cominciare dal co-niuge.

Con il decreto legge n. 76 del2013 è stata posta la parola fine allaquerelle scoppiata tra gli invalidi el’Inps, a seguito di un intervento del-la Corte di Cassazione che aveva sta-bilito che le prestazioni di invaliditàdovessero esser erogate in confor-mità ai limiti reddituali riferiti nonsolo all’invalido ma anche al nucleofamiliare compreso il coniuge.

Sulla questione, grazie anche al-la dura posizione delle associazionidei pensionati, compresa la 50&Più,tutto si è risolto al meglio. Gli invali-di, dunque, potranno ottenere i trat-tamenti di invalidità in base solo alproprio reddito e senza tener contodi eventuali redditi familiari. Perquanto riguarda, invece, le soluzio-ni di lavoro adottate dall’Inps, tra-mite le procedure informatiche, le li-quidazioni di queste prestazionisono decisamente migliorate, contempi più rapidi. Quanto ai requisi-ti per il diritto all’invalidità e l’assegnodi accompagno nulla è cambiato eallo stato attuale sono considerati in-validi tutti coloro affetti da minora-

zioni di vario tiponon riconducibili acausa di guerra, diservizio e di lavoro,ovvero: i cittadinidi età compresa trai 18 e i 65 anni af-fetti da menoma-zioni congenite oacquisite che com-portano una ridu-zione della capaci-tà di lavoro noninferiore ad 1/3; iminori di 18 annicon difficoltà per-sistenti a svolgerecompiti e funzioniproprie dell’età; icittadini con più di 65 anni non au-tosufficienti.

In base al grado d’invalidità, sipossono ottenere i seguenti benefi-ci: il 33,33% è la soglia minima peressere considerato invalido ed ave-re diritto alle prestazioni protesichee ortopediche; il 46% consente al-l’invalido di ottenere l’iscrizione nel-le liste speciali del collocamento ob-bligatorio; il 74% è la soglia inveceper ottenere l’assegno economicomensile di assistenza.

L’assegno di assistenzaAgli invalidi con età tra i 18 e 65

anni ed un grado di invalidità com-preso tra il 74 e il 99%, spetta un as-segno mensile di assistenza per 13

mensilità. Per fruire dell’assegno -pari a € 279,19 mensili - l’invalidodeve essere disoccupato, residentein Italia e avere un reddito annuopersonale che non superi un deter-minato limite (€4.795,57 per il 2014).La dichiarazione va inviata all’INPSentro il 20 giugno.

La pensione di inabilitàSpetta agli invalidi ai quali sia

stata riconosciuta un’inabilità lavo-rativa totale e permanente del 100%.L’importo è pari a quello stabilito perl’assegno di assistenza, ma le condi-zioni di accesso anche se al momen-to restano più facili, in quanto il li-mite di reddito annuo personale èmolto più elevato (€ 16.449,85 per il

2014), c’è da augurar-si che detto limite red-dituale non vengamodificato dalla leg-ge e resti riferito soloal titolare della pen-sione non anche alconiuge.

L’indennità di ac-compagno

E’ un sostegnoeconomico che vieneerogato a quanti nonsono in grado di cam-minare o compiereautonomamente gliatti della quotidiani-tà. L’importo dell’in-dennità è pari a €

504,07 mensili, per 12 mensilità. Det-ta prestazione viene erogata a pre-scindere dall’età e dalle condizionieconomiche dell’interessato. Non èlegata alla composizione del nucleofamiliare, non è reversibile e non èincompatibile con lo svolgimento diattività lavorative. E’ cumulabile conla pensione d’inabilità e con altreprestazioni spettanti per altre mino-razioni civili ai ciechi e ai sordomuti.Sono esclusi dal beneficio gli invali-di ricoverati gratuitamente pressostrutture pubbliche (anche lungo-degenza o riabilitazione). Per qua-lunque informazione ci si può rivol-gere agli uffici del Patronato 50&PiùEnasco e del Caf.

Soglie e documenti per l’istanza da presentare

E per l’erogazione, tempi rapidi grazie alle procedure on-line

Invalidità civile in primo piano

Stop alle aromatizzate, le strategie per dissuadere i più giovani

Nuova direttiva sul tabacco: Addio ai pacchetti da dieci

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21g i u g n o duemilaquattordicicucina

L’arrivo dell’estate significa maggioretempo libero da trascorrere con gli ami-ci, magari gustando gelati e aperitivi.

Ogni sfiziosità però è un attentato alla pro-va costume: al posto di fare rinunce in nomedella linea, si può provare la cucina vegana.

Le regole base. Versione ristretta delladieta vegetariana, i piatti di questa alimen-tazione sono preparati escludendo l’uso diprodotti animali e i loro derivati: carne, pe-sce, latticini, uova, miele e pappa reale. Gli in-gredienti concessi invece sono biologici o co-munque di stagione. Le modalità di cotturapiù utilizzate sono il vapore, la griglia, la bol-litura e il forno; i condimenti sono ridotti: po-co olio, magari diluito con l’acqua e utilizzodi sale marino quando serve. Altrimenti vialibera alle spezie. Chi decide di adottare que-sto regime alimentare dovrebbe però assu-mere integratori o cibi vegan con sostanzenutritive analoghe a quelle dei cibi esclusi,per una dieta equilibrata.

Aperitivo vegan. Questi segreti della cu-cina vegan possono essere usati per preparareun aperitivo dietetico e sano. Patatine e sa-latini? Sostituiscili con frutta secca, dispo-nibile in commercio anche già pulita esgusciata. Ospiti sazi e felici? Nonfar mancare una portata di insa-lata condita con ortaggi di sta-gione o legumi. I legumi sonoun altro piatto forte della cu-cina vegan: servili lessi in mo-noporzioni al posto di pasta o

rustici. Offri pure piadine con ripieno vege-tariano e insaporisci i tuoi piatti con i semicome quelli di sesamo e di girasole. Proponipure i tramezzini ma sostituisci il pane clas-sico con quello integrale o di riso.

Stupisci con il finger food di patate: faibollire le patate piccole e tagliale a metà,usando la base per appoggiare peperoni ecipollotti cosi da poterli gustare in un soloboccone. Le zucchine sono un altro ortaggiotipico dell’estate: tagliate a rondelle e svuo-tate della polpa, possono essere riempite conpangrattato, sedano, cipolla, pomodori sec-chi e quanto suggerisce la fantasia, dopo unpassaggio nel mixer degli ingredienti. Il ri-sultato sarà una portata di zushi, un sushi diverdure crude alternativo. Voglia di carnegrigliata? Sorprendi i tuoi ospiti con spiedi-ni vegetariani (vedi la ricetta). Infine non ca-dere sulle bibite: prepara colorati centrifu-gati di frutta o verdura e decora come icocktail, bastano anche degli ombrellini in-filzati in una fetta di limone per un puro sor-so di estate.

Dalila Campanile

Spiedini sorpresaIngredienti (per 2 spiedini): 1 carota, 1 zucchina, 4 fo-

glie di cappuccio, 1/2 confezione di lenticchie cotte, 2 C dimaionese vegana, 2 C di pangrattato, spezie e aromi a pia-cere (es. erbe secche per arrosti, rosmarino secco, paprikae sale), olio

Preparazione: Lessare in acqua salata carota e zucchi-na tagliate a tocchetti. Scottare appena le foglie di cappuccio.A parte, preparare il ripieno degli involtini schiacciando le len-ticchie con spezie, maionese e pangrattato. Formare delle palline e avvolgerle nelle fo-glie di cappuccio. Comporre gli spiedini alternando involtini e verdure. Scaldare una gri-glia, ungerne il fondo passandoci una carta assorbente e mettere gli spiedini a grigliare,rigirandoli il più possibile, in modo che cuociano in maniera uniforme. Appena saranno bengrigliati servirli, accompagnandoli con un’insalatina mista e patate arrosto.

Idee semplici e veloci per stupire gli ospiti

Sfiziosità

L’aperitivo da gustare senza sensi di colpa

‘VEGAN’per l’estate

Ricette gustose

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22 g i u g n o duemilaquattordici

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23g i u g n o duemilaquattordicicultura&spettacolo

Anticipando sulle colonne di 6Donna ilprogetto musicale ‘La fantasiosissima

Nullastopoli’, Virginia Barrett - attrice e mu-sicista di origini foggiane - aveva promessoche sarebbe presto tornata in città, con nuo-ve iniziative e progettualità culturali. E così sa-rà. Dopo la tappa foggiana del musical cheha ideato e diretto, Virginia tornerà a Foggiaper la serata finale della prima edizione del‘Grand Prix del Teatro’, primo concorso iti-nerante nazionale organizzato dall’associa-zione Naschira ed ideato dalla stessa Barrettper scoprire e valorizzare autori, attori e ca-barettisti.

Le prove di qualifica hanno interessatonumerose città d’Italia, dal Piemonte alla Si-cilia, con una tappa anche a Foggia, alla “Ta-verna del Gufo”, storica fucina di talenti. Edè proprio nel capoluogo dauno che il prossi-mo 18 giugno si terrà la fase finale del con-corso con le Semifinali ospitate negli spazidel Cineporto dell’Apulia Film Commission ele Finali nazionali in una Serata di Gala pre-vista al Tennis Club.

Al concorso hanno partecipato attori e ca-barettisti dai 14 anni in su, iscritti nelle se-zioni del teatro classico, o contemporaneo;teatro della tradizione popolare o cabaret,con particolare attenzione ai testi degli auto-ri in gara. Inoltre nella categoria Baby sonoammessi bambini di età compresa tra i 6 ed i13 anni. “Nel ‘Grand Prix del Teatro’ - sotto-linea Virginia Barrett - siamo noi che ci muo-viamo e raggiungiamo gli artisti, autori o in-terpreti, nelle sedi dove studiano o lavorano

con sacrificio, offrendo loro opportunità di in-serimento in progetti teatrali, cinematogra-fici e televisivi”.

La giuria d’eccezione, nella fase finale,sarà composta da Giuseppe Pambieri e PippoFranco in qualità di presidenti, e da EnricoBernard (autore e regista teatrale e cinema-tografico) e Daniele Giakketta (autore di pro-grammi radiofonici e televisivi) come diret-tori artistici del concorso.

Il 19 giugno, sempre a Foggia, tutti i con-correnti ammessi alla Fase Finale potrannopartecipare allo Stage - Dibattito Interattivotenuto dai membri della giuria. Un ulterioreregalo offerto dal direttivo del concorso a tut-ti i semifinalisti.

‘Grand Prix del Teatro’A Foggia la fase finale con Virginia Barrett

Concorso per autori, attori e cabarettisti

straOrdinaria AritmiaLa danza orientale conquista lo ‘Scurìa’

Nasce il Fronte Danzatrici Foggiane

Le aspettative sono state realizzate, gli au-spici concretizzati, il cammino già traccia-

to. La buona stella sotto la quale (ri)nasce l’Au-ditorium Santa Chiara, a Foggia, grazie alprezioso lavoro di recupero e valorizzazionead opera della Fondazione Apulia felix, segnauna nuova strada, illu-mina il centro storicocittadino. A pochi gior-ni dall’inaugurazionedel nuovo corso dellastruttura di via Arpi,chiesa chiusa al cultodal 1932, il cartellone“Cultura felix - Le ar-ti in festa” ha offertouna settimana di ini-ziative culturali, tuttead ingresso libero.Un piccolo assaggiodel progetto – benpiù ampio - da realizzare attorno all’Audi-torium Santa Chiara. “Ovvero - spiega Giu-liano Volpe, presidente della Fondazione - tra-sformare la struttura in un centro culturalepolifunzionale e di produzione di eventi, ca-talizzatore e moltiplicatore di opportunità, ri-sorse, energie e idee innovative”.

L’obiettivo della Fondazione - creata e so-stenuta da un gruppo di privati, una sorta diimprenditori-mecenati - è quello di “dare nuo-vi impulsi alla crescita del territorio legando il

futuro agli investimenti in formazione e cul-tura”, spiega ancora Volpe. “L’auspicio è chel’Auditorium possa diventare, in breve tem-po, una nuova casa per la cultura nel cuore delcentro storico cittadino con un’ampia offertadi eventi di altissimo spessore artistico”.

Un luogo, dunque,aperto: di incontro, diconfronto e di elaborazio-ne di idee e progetti per laCapitanata. “Desideria-mo sperimentare una mo-dalità nuova di gestione,che contribuisca a rende-re l’Auditorium un luogodella progettualità diffusa,in grado di valorizzare e sti-molare il ricco patrimonioumano e creativo del nostroterritorio”.

Un progetto reso possi-bile grazie allo sforzo eco-

nomico di imprenditori e aziende private, gra-zie all’Amministrazione comunale che haconcesso, con una convenzione ventennale,la gestione della struttura ad Apulia felix e gra-zie alla Diocesi di Foggia, proprietaria del mo-numento, che ne ha approvato la destinazio-ne d’uso. A tenere a battesimo la nuova vitadella struttura di via Arpi è stato il sottosegre-tario ai Beni e le Attività e Culturali, Ilaria Bor-letti Buitoni

Sotto la stella di Apulia felix

Volpe: “Sarà una casa per la cultura”

(Ri)nasce l’Auditorium Santa Chiara

Undici danzatrici, altrettanti sguardi sul-le diverse declinazioni della danza

orientale; un unico percorso che va dal po-polare al contemporaneo, transitando per iltribale e per il classico stile “oriental”. Tuttoquesto è ‘Storie di ordinaria aritmìa’, lo spet-tacolo presentato negli spazi del Centro So-ciale Scurìa di Foggia dal Fronte DanzatriciFoggiane. “Un nome collettivo e condiviso,sotto il quale, per la prima volta, le danzatri-ci orientali foggiane si sono riunite per con-tribuire e sostenere con la danza la ragiond’essere del centro sociale”, spiega Ada San-tamaria. Insieme a lei, nel Fdf ci sono SaraDe Vita (in arte Sahara Amira), Marianna DiVito, Antonella Inicorbaf, Anna Muscatiello(in arte Anya Sahar), Daniela Speranza, Da-niela Tibollo e Francesca Trisciuoglio Ca-pozzi.

‘Storie di ordinaria aritmìa’ è stato unospettacolo nato e vissuto dal basso, in un luo-go nato e vissuto dal basso. Interpretazioni, di-scorsi sincopati, proposte, sperimentazioniche accomunano le danzatrici ed il luogo chepercorreranno con i loro passi. Storie aritmi-che, appunto, che escono dagli ingranaggidel precostituito, che nascono dall’incontrodi stili diversi e non sempre si fondono. “Sia-mo riuscite, com’era nel nostro intento, a farconoscere lo Scurìa ai tanti che vi si sono av-vicinati per la prima volta, ammirando quan-to svolto nelle settimane di occupazione dalCollettivo 0881, e abbiamo mostrato al pub-blico presente la varietà di stili della danzaorientale, attraverso esibizioni singole, di

gruppo, ed un gran finale che ci ha viste tut-te coinvolte in una performance molto sug-gestiva in cui abbiamo utilizzato come stru-menti i veli”. Di fatto, con la serata del 7giugno, si è venuto a creare un nuovo con-tatto, uno spin-off culturale. “Ci auguriamo dicontinuare a diffondere la danza orientale inuna città che ha fortemente bisogno di nuo-vi stimoli culturali e di lasciarsi alle spalle unagrettezza che non deve appartenerle. Nellenostre intenzioni c’è voglia di promozioneculturale, c’è il desiderio di continuare a so-stenere con azioni di protesta pacifica – at-traverso la danza, appunto – realtà territorialiche vivono stati di profondo disagio. Il nostroprossimo obiettivo - conclude Ada - è una rac-colta fondi per le spese di gestione del loca-le “Adottami”: siamo già al lavoro per unnuovo spettacolo”.

a cura di Maria Grazia Frisaldi

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