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Abito in copertina si ringrazia: Castellabate Via P. Fuiani, 21/21A - Foggia

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Castellabate Via P. Fuiani, 21/21A- Foggia Abito in copertina si ringrazia:

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Abito in copertina si ringrazia:

Castellabate Via P. Fuiani, 21/21A - Foggia

2 d i c e m b r eduemilaundici sommario

ditoriale

Crisi economica, instabilitàpolitica, conflitti internaziona-li, violenze di ogni genere.

Pedofilia, corruzione, in-quinamento. Sarah, Yara, Me-lania.

Stop. Se si potesse avere

un telecomando checi permettesse dibloccare le immagi-ni di quel filmato che è la nostravita di tutti i giorni, questo sa-rebbe il momento più adatto perfarlo. Non per cancellare e di-menticare, ma per differire iltriste e costante impatto chequotidianamente abbiamocon la realtà.

Solo per goderci ilNatale. Sembra poco? Ana-cronistico? Affatto.

Egoistico? E anche se fosse? Per una volta penso che il

mondo continuerebbe comun-que il suo corso e, di sicuro, ri-troveremmo tutto esattamenteingarbugliato così come lo ab-biamo lasciato.

E allora perché no? E forseè il Natale l’occasione giustaper dare sfogo ad un sano, maattivo egoismo, che ci porti a con-centrarci su noi stessi, sulla no-stra vita, sugli affetti che ci cir-condano, su ciò che diamo e ciòche siamo.

E’ il tema della nostra in-chiesta che, in modo specifico,tratta il Natale, visto dalla pro-spettiva delle nuove famiglie al-largate. Una immagine messapoi a confronto con quella dellefamiglie tradizionali.

Un tema che sembrava al-l’inizio di facile approccio, mache così non è stato.

Lo dimostra la difficoltà chegli stessi parroci, don AntonioMenichella escluso, hanno tro-vato nell’affrontare l’argomento.Sì, perché come spesso capita,prima nasce un fenomeno e poinon si riesce a dargli una facilecollocazione e giustificazione.

Quella delle famiglie allar-gate è ormai una realtà il cui im-patto nella vita quotidiana deisuoi protagonisti è molto forte espesso conflittuale.

Abbiamo così cercato, con inostri articoli e le interviste (la-sciate in anonimato), di esami-nare il tema a monte, senza de-monizzare il fenomeno, ma, anzi,guardandolo attraverso una di-versa prospettiva.

Abbiamo, in pratica, deli-neato il quadro generale della vi-ta quotidiana nell’ambito di unafamiglia allargata, per poi scen-dere a quello particolare del Na-tale vissuto in questa nuova re-altà.

Una sconfitta per qualcuno,una scommessa per altri, coloroche hanno compreso che “fami-glia”, anche quando è stratifica-ta, indica sempre un nucleo cheinclude senza mai escludere.

Buon Natale da tutta la reda-zione dei 6Donna e… buona ri-flessione.

di ANNA RUSSO

5 Storie al femminile• E-School, tutto il mondo-scuola

in una App• Ivana Calabrese, da Altamura

a Foggia. Una strada lunga un secolo

6 Inchiesta• “Natale con i tuoi...”

un detto vero a metà. A quale tavola sedere se le famiglie sono due?

8 Attualità• La “Capitanata coraggiosa”

delle pari opportunità

10Speciale Natale• Quando il pensiero non basta

12Moda• Maglieria... che passione!

13Sentimenti• Ma Babbo Natale esiste davvero?

14Interior Design• Casa di Fata

15Ambienti• Ceramica e resina,

il vecchio che si rinnova

16Alimentazione• Tutti a tavola. Ma al posto giusto

• Buona compagnia e cibo sano per unNatale biologico

17Rubriche

22Iniziative sociali• Oasi Bianca: cure e assistenza

per una senilità a 5 stelle

3d i c e m b r eduemilaundici

4 d i c e m b r eduemilaundici iniziative sociali

5d i c e m b r eduemilaundicistorie al femminile

Non sempre per un giornalistaè possibile scegliere la storia da rac-contare, ma qualora potesse, sicu-ramente sceglierebbe quella chesegue. Una storia di coraggio, ca-parbietà, voglia di indipendenzache ha origini all’inizio dei primi del‘900 ad Altamura e che arriva finoalla Foggia dei nostri giorni. Unastoria che non racconta di grandiamori o vendette, ma di lavoro e tra-dizioni.

Primi protagonisti sono Gio-vanni Calabrese e sua moglie Ma-ria, che proprio in terra altamura-na aprirono la prima attivitàcommerciale di famiglia, un nego-zio di tessuti e abiti da sposa.

Nonno Giovanni, capogestoredelle Ferrovie dello Stato e sinda-calista ideologicamente schieratoa favore dei lavoratori in difesa deiloro diritti, durante il ventennio fa-scista è stato oggetto di angheriepolitiche a causa delle quali fuspesso trasferito. Ultima meta deisuoi trasferimenti fu Foggia, intor-no al 1930. Qui la tradizione degliabiti da sposa è continuata per ope-ra delle figlia di Giovanni e Maria,le famose “sorelle Calabrese”: tracui la signora Arcangela. Dopo

molti anni il testimone è poi passa-to alla figlia, Giovanna, da tuttichiamata Ivana, nome “impostole”affettuosamente dal nonno fin dabambina, che ha perpetrato l’atti-vità conservando la ragione socia-le: “Abiti da sposa - Calabrese Ate-lier”.

“All’inizio non pensavo affattoche questa sarebbe stata la miastrada. Infatti mi sono laureata ingiurisprudenza, ho intrapreso lacarriera di avvocato nello studio le-gale di famiglia, ma poi, quando lamamma ha deciso di ampliare l’at-tività e mi ha chiesto di affiancarlanella conduzione dell’impresa fa-miliare, non ho saputo dire di no”.Nessuna difficoltà per Ivana nel-l’affrontare il nuovo lavoro, anzi unpassaggio naturale a cui forse erapreparata inconsapevolmente finda ragazza. “Quando finivo di stu-diare scendevo in negozio per aiu-tare. Mi piaceva intrattenermi conle clienti, le sarte e mi dilettavo acucire, ricamare. In tutti quegli an-ni in cui studiavo e contempora-neamente frequentavo il negozioassimilavo le basi di quella che sa-rebbe stata la mia futura attività. Almomento dell’avvicendamento è

stato quindi per me naturale per-ché, me ne resi subito conto, eraqualcosa che avevo nel DNA”.Nessuna difficoltà, nessuna preoc-cupazione. “Gli studi conseguiti misono utili ogni giorno nel rapportocon i clienti, i fornitori e le banche...la cultura non è mai superflua. Si-curamente, poi, non ho rimpiantiper l’attività forense, all’epoca piut-tosto chiusa per una giovane pro-

curatrice. Questo invece è il lavoroideale per me, in quanto mi ha con-sentito di portare avanti la tradizio-ne di famiglia e mi ha permesso diessere moglie e madre, oltre a ga-rantirmi un’indipendenza econo-mica, una sicura autonomia gestio-nale e tanta soddisfazione. Avevavisto proprio giusto mia madre”.

Da allora sono trascorsi trenta-trè anni, durante i quali Ivana è sta-

ta affiancata sempre dalle stesse di-pendenti. “Questo per me è un mo-tivo d’orgoglio perché significa chein tanti anni trascorsi insieme han-no dimostrato che io sto bene conloro come loro stanno bene con me.Per me il primo principio è il rispet-to per gli altri e spero di averlo di-mostrato nei confronti delle mieamiche collaboratrici”.

Alla luce delle attuali vicendepolitiche ed economiche, Ivana hale idee precise sul perché le cose inItalia non vanno per il verso giusto.“Ahimé ci sono poche donne cheamministrano, poche che coman-dano e poche che decidono. Ledonne, a mio giudizio, sono più ca-paci di affrontare e gestire i periodidi crisi a partire dal ristretto ambitofamiliare sino a quello più ampiodel lavoro e dell’impresa abituatecome sono a far quadrare i conti”.

Salda di principi, Ivana sorridenel confessare il suo più grande di-fetto. “Sì lo confesso, forse a causadel mio lavoro di stilista e di atten-ta conoscitrice delle grandi colle-zioni nazionali ed estere, sono di-ventata una patita della moda, unavera fashion victim”.

Anna Russo

Storie e tradizioni familiari

Donna e imprenditrice: “le mie dipendenti, una grande famiglia”

Ivana Calabrese, da Altamura a FoggiaUna strada lunga un secolo

“Non ci aspettavamo di vincere il con-corso: dobbiamo ringraziare l’Università diFoggia ed il professor Calabrese per avercidato fiducia e sostenuto nell’ideazione delprogetto. Adesso entriamo nellafase operativa del Nokia Univer-sity Program, sperando che que-sto successo possa segnare in po-sitivo il nostro futuro lavorativo”.Nelle parole della ventiseienneElena Martiradonna c’è tutta l’emo-zione e l’incredulità delle tre inge-gnose studentesse dell’Universitàdi Foggia che si sono aggiudicate lavittoria dell’ottava edizione del No-kia University Program (N.U.P.), ilconcorso di idee promosso dal colos-so finlandese di telefonia mobile chedal 2003 chiama a raccolta gli uni-versitari italiani per una sfida di inge-gno e creatività: ideare una nuova ap-plicazione per smartphone – una“App”, appunto - completa di business planper sostenerne il lancio. Sul podio del N.U.P.l’ateneo dauno è arrivato al gradino più altocon il progetto E-School firmato da CarmenBonuomo, Maria Costantina Mormando edElena Martiradonna, coordinate dal ricerca-tore Giuseppe Calabrese. Si tratta di una ap-plicazione pensata per la scuola del futuro, in

grado di semplificare e rendere più efficacelo scambio di informazioni tra chi, a vario titolo,vive e lavora nel mondo della

scuola: docenti, dirigenti, studentie genitori. “L’idea è nata per caso – spiegaMaria Costantina Mormando – ritagliandociuno spazio in un settore non ancora moltoesplorato da altre applicazioni per smartpho-ne. Cercavamo una “App” che potesse sod-disfare le esigenze reali di quanti, per qual-siasi motivo, operano nel settore scolastico”.Obiettivo centrato, quindi: E-School è stata

selezionata tra oltre 200 idee progettuali pre-sentate da 50 atenei italiani e verrà presto rea-

lizzata e distribuita in esclusiva da No-kia. Le ideatrici della App, cheprovengono rispettivamente da De-liceto, Biccari e Cerignola, per il mo-mento sono concentrate nel portarea termine, e con successo, ognuna ilproprio percorso di studi universita-ri: provengono da diversi indirizzi distudio della facoltà di Economia, maal momento sono tutte iscritte al cor-so di laurea magistrale in Marke-ting Management. Pur essendo or-mai esperte del mondo delleapplicazioni, non si definiscono“App-dipendenti” e dichiarano diavere un buon rapporto con la tec-nologia. Con Carmen, Elena eMaria Costantina, è stata la “pri-

ma volta” al N.U.P. anche per l’Università diFoggia che, al suo debutto nella competizio-ne di talenti, ha centrato già un importantesuccesso.“E’ questa l’università che ci piace,in grado di dare spazio ai giovani e alle idee in-novative”, ha chiosato con entusiasmo il ret-tore dell’ateneo dauno, Giuliano Volpe, pre-sentando il progetto alla città. “Si tratta di unsuccesso che gratifica l’impegno di uno deinostri giovani ricercatori molto impegnato

nelladidattica - come GiuseppeCalabrese - e, naturalmente, che premia il la-voro di squadra, fondamentale nella forma-zione dei giovani, che è stato svolto con gran-de passione, inventiva e competenza”. Unprogetto assolutamente trasversale e che, pro-prio per questo, è stato apprezzato anche dal-l’esercito degli internauti, che hanno decretatoil progetto E-School, meritorio della “men-zione speciale” del sondaggio di Repubbli-ca.it ristretto ai 5 finalisti del concorso, ag-giudicandosi il 42% delle preferenze elasciandosi alle spalle i progetti avanzati, adesempio, dalle università “Bocconi” di Mila-no e “RomaTre”. “Ottenere questo risultatocosì importante è entusiasmante” - ha spie-gato il ricercatore Calabrese, tutor del pro-getto. “Questa esperienza ha motivato mol-to le studentesse perché essere scelti tra tanticolleghi, provenienti da tutt’Italia, ha resti-tuito loro la fiducia in se stesse e nelle loro ca-pacità, mantenendo vive le speranze per un fu-turo professionale di successo”.

Maria Grazia Frisaldi

Al N.U.P. la Nokia sceglie l’applicazione “Made in Capitanata”

E-School, tutto il mondo-scuola in una “App”Carmen Bonuomo, Maria Costantina Mormando ed Elena Martiradonnadell’Università di Foggia hanno ideato il progetto vincitore

Ivana Calabrese

Da sinistra: Carmen Bonuomo,

Maria Costantina Mormando

e Elena Martiradonna

6 d i c e m b r eduemilaundici inchiesta

Sono le festività natalizie un banco di prova per le famiglie. Ecco come le vivono i nuclei tradizionali e quelli allargati

Era del 1967 “L’immorale”, il film in cui un magistrale Ugo To-gnazzi, professore di violino, si divideva tra due famiglie parallele chelo assorbivano in modo completo, nei duplici impegni di padre e ma-rito. Oltre quarant’anni dopo “La banda dei babbi natale” riproponelo stesso clichè: Giovanni, veterinario milanese, ha due famiglie adentrambe le quali promette di essere pre-sente alla cena di Natale e trascorre la not-te in un tragicomico andirivieni tra Luganoe Milano, nel maldestro tentativo di man-tenere le promesse fatte.

Oggi, a seguito di separazioni, divorzi enuove relazioni (tradimenti e vite parallelea parte), la geografia delle mappe familia-ri si è notevolmente modificata per l’affer-marsi di un nuovo fenomeno: quello dellefamiglie allargate. E se il “modello Cesaro-ni” rimane un simpatico stereotipo televi-

sivo, sono i nuovi nuclei familiari a dover affrontare la difficile orga-nizzazione del “Natale con i tuoi”. A pagarne le spese, se i genitorinon si dimostrano capaci di mettere da parte nuove gelosie e vecchi ran-cori, sono i figli, a cui spesso si impone la “scelta”, vissuta con un for-te senso di colpa. Diverso è se si accompagnano i figli in un percorso

di comprensione della nuova situazione in cuiognuno trova il suo spazio e nessuno è escluso.

Il giusto banco di prova potrebbe essere pro-prio il prossimo Natale, nell’augurio che tutte lefamiglie allargate possano vivere un finale di-verso da quello toccato al Tognazzi professoredi violino, il cui desiderio di poter vedere, alme-no una volta, unite le sue famiglie, si è avveratosolo durante i suoi funerali.

Anna Russo

Terzo millennio, si rinnova la geografia delle mappe familiari:

PAROLA ALL’ESPERTO

“Sai, mamma, ho pensato che a Nata-le vado dai nonni con papà, a Capodannovengo con voi a sciare e all’Epifania stia-mo a casa a riposarci. Che ne dici?”.

Fino a qualche decennio fa sembravaimpossibile una propo-sta del genere da partedi una bambina alla pro-pria madre, ma ora ilquadro della famiglia-ti-po non solo prevede unatale organizzazione,bensì ne accetta e necondivide i termini, infunzione della rinnovata geografia dellemappe familiari. Sono le mappe delle “fa-miglie allargate”, neologismo coniato perindicare una struttura di famiglia alterna-tiva, che esula dai vecchi canoni.

Nuove famiglie, nuovi problemi: traquesti, come trascorrere le vecchie e ama-te festività natalizie. Il problema deve essereaffrontato e risolto da vari punti di vista.

I figli. Sono solitamente divisi tra duegrandi affetti, il padre e la madre, con tut-to quanto può relazionarsi a questi due emi-sferi emotivi. Entrambi i genitori potreb-bero essere affiancati da neo- compagni -meglio se simpatici, altrimenti le feste di-ventano un incubo - portatori di altre fami-glie, composte da nonni e da figli.

La madre. La mamma italiana, a Na-tale, diventa più chioccia che mai, proiettatacom’è a donare ai propri figli - ed in gene-re a tutti coloro che roteano nel suo emi-sfero- il massimo del benessere e dell’ar-monia familiare; vorrebbe tutti accanto asé, figli suoi, figli del nuovo marito, maga-ri anche l’ex marito con la nuova famiglia,nonni e cugini tutti ma, molto spesso, que-sto sogno si infrange su scogli giganteschi,quali le resistenze del neo – compagno odella neo- compagna dell’ex marito.

Il padre. Il papà, a Natale, acuisce ipropri sensi di colpa, soprattutto se i figlidella nuova compagna abitano con loro einvece non riesce a vedere spesso i propri.E’ probabile, quindi, che si indebiti per isuccessivi vent’anni per organizzare un

viaggio ad Eurodisney per tutti, cercando diattirare, con effetti speciali, quell’attenzio-ne affettiva che non sempre i padri lontanidai figli e dalle figlie riescono a mantenereviva.

Gli altri parenti. Noncapiscono, ma si adeguano.

Lo scenario raccontatosuggerisce molti spunti di ri-flessione. Suggerisce, peresempio, che le emozioniche circolano attorno ad unatavola imbandita con la to-vaglia rossa sono di altra na-

tura di quelle provate dalle famiglie dellepassate generazioni. Il Natale moderno puòessere carico di sentimenti positivi che de-rivano dall’aver costruito un nuovo per-corso di vita, costellato di nuove mete daraggiungere, ma può essere indicibilmen-te triste se non si è riusciti a disancorarsi daivecchi legami. Questo accade quando unacoppia si è asimmetricamente ricomposta,ossia ad una nuova famiglia dell’uno noncorrisponde una nuova famiglia dell’altra eviceversa; i sentimenti negativi diventanopiù forti; spesso si scaricano sui figli che po-trebbero diventare lo strumento di conte-sa tra i genitori. I figli e le figlie, dal canto lo-ro, vivono una vera scissione emotiva:scegliere con quale genitore trascorrere lafesta più sentita dell’anno è motivo distress; sembra quasi che si parteggi perl’uno, lasciando da solo qualcuno. Ma anchequeste sono opportunità che la vita ci offreper attivare i meccanismi della crescita per-sonale. E’ sicuramente più difficoltoso ge-stire due mondi paralleli con i vari satelliti,piuttosto che uno, classico, come si usavafino a qualche anno fa, ma vediamola in po-sitivo: è l’occasione per avere moltiplicatiper due i regali sotto l’albero! A parte que-sto, anche il Natale può essere vissuto comeun momento di bilancio, per sedersi alla fa-mosa tavola e chiedersi che cosa si deside-ra realmente, se il regalo che abbiamo chie-sto a Babbo Natale non sia già arrivato o seancora abbiamo la forza, la voglia e la cu-riosità di aspettarlo.

DOTT.SSA ANITA D’ATRIPSICOLOGA L’INVITO DI DON ANTONIO MENICHELLA

La tavola è imbandita, le luci dell’albe-ro e del presepe ricordano che è arrivato ilmomento più atteso dell’anno. Ma la ten-sione in casa è palpabile: gli sguardi imba-razzati evitano punti di contatto comune ecorrono più volte all’orologio. I commensa-li sono ingessati in rapporti formali, osta-colati dalla poca conoscenza o dalla scarsasimpatia; i sorrisi tirati cercano di creareun’atmosfera di serenità nell’estenuante ri-cerca di un nuovo equilibrio, men-tre con la mente qual-cuno vorrebbe esserealtrove: a casa del ge-nitore assente. E’ il Na-tale delle famiglie al-largate, conmaxi-tavolate che ac-colgono parti di famiglieche furono, portando indote ognuna i propri ad-dentellati: figli, generi onuore e nipoti. E se cenare tutti allo stessotavolo non è possibile, il problema è inca-strare momenti ed orari ad hoc, cercandodi mettere d’accordo le parti, provando adaccontentare la volontà dei figli. Insomma,un tour-de-force non sempre facile. E quan-do qualcosa va male, addio Sereno Natale.

“Innanzitutto è necessario fare chia-rezza sull’idea che ognuno ha del Natale”,esordisce dalla parrocchia dei Santi Gu-glielmo e Pellegrino don Antonio Meni-chella. ”Per noi credenti è e deve essere in-nanzitutto la festa dell’incontro, e celebrareil Natale significa aprire il cuore all’incon-tro con Gesù Cristo”. Una indiretta pre-messa metodologica che mette - giusta-mente - in secondo piano tavolate, regali efesteggiamenti vari. Eppure oggi, con unnumero sempre crescente di famiglie al-largate, anche vivere un momento pretta-mente laico come la cena della Vigilia puòessere un problema che tocca da vicino gliaffetti, tra presenze obbligate e assenzemaldigerite. “Sempre più spesso siamochiamati all’ascolto ed al dialogo con quan-ti, venuta meno l’unità della propria fami-

glia, sentono minata la propria serenità, col-pita nello spirito e nelle relazioni più care.A volte può sussistere un problema logisti-co, ma io vedo anche una grande voglia diorganizzarsi. Vivendo a stretto contatto coni miei parrocchiani, posso dire che non so-no molte le situazioni così esasperate”, ov-vero gravate da pesanti conflitti giocati sulpiano relazionale ed affettivo. “Al contrario,

spesso si fanno i salti morta-li per cercare di garantire eassecondare i desideri e lavolontà dei figli contesi albanchetto natalizio”. Manon tutte le situazioni so-no così pacifiche.

“Ciò che conta èmantenere rapporti civi-li e confrontarsi sul terre-no della verità perché

tutto ciò che è nella mancanzadi verità fa male, a noi e a chi ci è accanto”,continua perentorio don Antonio. Quindivia dalla tavola ipocrisia, inviti forzati e sor-risi di circostanza. Al contrario, bisogna in-terrogarsi sempre su “qual è il bene ogget-tivo, soprattutto per i propri ragazzi, ecercare di perseguirlo”. Anche se questosignifica rinunciare a qualcosa che per noiè importante, “e fare un passo indietro, sequesto è necessario per far trascorrere aipropri cari questo segmento di vita in sere-nità”. E se a Natale si fa pungente per mol-ti genitori il senso di colpa per il tempo nontrascorso con i propri figli si può “sfruttarequesto particolare stato d’animo per fareun esame di coscienza e per rivedere gliequilibri e i rapporti costruiti fino a questomomento”. In questo particolare periododi crisi (anche economica), infatti, “siamotutti costretti a guardare all’essenziale, al-le cose e ai rapporti veramente importanti.Bene, ritorniamo all’essenza degli affetti.Ci voleva la crisi economica per capirlo?Probabilmente - conclude don Antonio,conscio della provocazione appena lancia-ta - è un segno dei tempi anche questo”.

Maria Grazia Frisaldi

RISCOPRIRE L’ESSENZA DEGLI AFFETTI

Scissione emotiva o nuove opportunità?

“Natale con i tuoi…”, un detto vero a metà.

A sinistra una scena del film La Banda dei Babbi NataleA destra la locandina del film L’Immorale

7d i c e m b r eduemilaundiciinchiesta

imperversa il fenomeno delle famiglie allargate

“Natale per me vuol dire famiglia”Silvio, insegnante di materie scienti-

fiche, ha quarantasei anni, una moglie,un figlio, la famiglia d’origine. Entrambii genitori, settantenni, che passeggianoancora mano nella mano. I suoceri, a po-chi metri da casa sua. Il suo Natale sarà“sempre uguale e sempre diverso al tem-po stesso” racconta. “Mi dividerò tra i treappartamenti che racchiudono e rappre-sentano il mio mondo, tutti con l’alberoben illuminato, tutti densi di ricordi cheil tempo non appanna, ma rende ancorapiù preziosi”. Vivrà l’arrivo del Natale“come un ritorno alla mia infanzia in-nanzitutto. All’attesa del regalo. Allamessa di mezzanotte alla chiesa dell’Im-macolata. Ai giochi in casa al rientro, congli amici di palazzo e del quartiere cheancora oggi sono i miei migliori amici. Al-le partite interminabili a Risiko nei po-meriggi liberi, destinate a protrarsi finoa notte inoltrata. Ai giochi di società pre-feriti alle carte, con un’unica eccezione: ilpoker, ma con le fiches, per il gusto dellasfida e non della vincita economica”, rac-conta. “Mi divido da anni ormai tra casamia, quella dei miei genitori e quella deimiei suoceri” spiega. “Mi ritaglio un pic-colo spazio per incontrare i miei amicid’infanzia con i quali, in realtà, mi vedospesso per un caffè e quattro chiacchiere.A Natale rinnoviamo gli auguri e fermia-

mo ogni volta un tempo soltanto nostro.Ma se possono venire loro da me è anco-ra più bello, perché mio figlio può divi-dere i suoi giochi e la sua stanza colora-tissima con i loro figli, che non può vederecon la continuità con cui ci vedevamo noi,purtroppo”. Una sola parola per indica-re il ‘suo’ Natale: “Famiglia. La famigliadi mio padre e mia madre, sempre insie-me e sempre inseparabili, sempre uniti,sempre sorridenti, sempre innamorati,sempre complici, sempre giovani nel lo-ro sentimento rinnovato e alimentatogiorno dopo giorno. La famiglia dei geni-tori di mia moglie, figlia unica riempitadi affetto e attenzioni, educata con la giu-sta miscela di rispetto e sorrisi. La mia fa-miglia, il punto di riferimento imprescin-dibile, senza il quale mi sentirei perso enon riuscirei a vivere”. a.d.

“Natale? Per me equivale a tornare a ca-sa, nella mia casa, dalla mia famiglia, da miopadre e mia madre, un’immersione nel miopassato e in un presente che non mi lasceràmai e non mi farà sentire mai sola”. Miriamha 21 anni, è di Foggia ma vive a Roma dovecoltiva la sua grande passione e il suo sogno,la danza. “Un distacco inevitabile, ma per medoloroso, anche se quando posso esprimermisu un palcoscenico con il mio corpo e i mieimovimenti, cercando di trasmettere le vibra-zioni e le emozioni che la musica mi regala,sono la persona più felice del pianeta. Ma nonpotrei immaginare una mia giornata senzaascoltare la voce dei miei genitori e dei mieifratelli. Questo oggi è possibile grazie allenuove tecnologie, che permettono anche divedersi, e quindi di contenere la nostalgia elimitare le distanze che sono fisiche, certa-mente non affettive” racconta.

Ha gli occhi az-

zurri dei suoi genitori, che si sono conosciutida ragazzi in vacanza e fortemente desidera-ti nonostante le distanze e nonostante le per-plessità iniziali delle rispettive famiglie, pre-occupati per la possibile delusione in cui i duefidanzati sarebbero potuti incorrere. “Il loroamore continuamente alimentato e rinnova-to rappresenta per me un esempio e un sti-molo” continua. “Mi spinge a credere con tut-ta me stessa nella solidità dei sentimenti,anche se sono circondata da amiche costret-te a confrontarsi con la separazione dei lorogenitori. Per questo l’arrivo del Natale, annodopo anno, aumenta la felicità che provavoda ragazzina: mi fa sentire ancora più fortunataper essere nata e cresciuta circondata da amo-re vero, semplice nella sua espressione, con-tinuo nelle sue piccole attenzioni. Il sorrisodei miei è sempre il più bello dei regali, so-prattutto ora che sfumature grigie colorano iloro capelli. E nessun albero sarà mai più bel-

lo per me di quello, piccolo e sobrio, chemamma prepara e sistema in un angolodel salotto, lo stesso da sempre, che ap-pariva enorme ai miei occhi di bambina”spiega con gli occhi che acquistano unaluce abbagliante, proprio come quella delsuo albero.

Angela Dalicco

“Ho sempre inteso il Natale come unafesta che dovesse unire, ma in realtà nep-pure quando ero sposato è mai stato così”.Roberto, 55 anni, offre una lucida disami-na della propria situazione di genitore di-vorziato. Padre di Francesca, studentessaventiquattrenne e Luca, nato due anni fadalla sua nuova relazione, ricorda le diffi-coltà di gestire le festività natalizie già aitempi del matrimonio con la ex moglie acausa di problemi interni alla coppia e diincomprensioni tra i coniugi e le famiglied’origine. Con la separazione la situazionenon è migliorata, i conflitti vecchi sono sta-ti sostituiti da problematiche nuove. “Per-cepivo la difficoltà di Francesca nel deci-dere con chi trascorrere il Natale: conmamma o papà? E alla fine, magari, prefe-riva scegliere una terza soluzione, per nondeludere nessuno di noi genitori, se non sestessa. Di conseguenza anch’io vivevo ma-le, percepivo il suo disagio che diventavaanche mio. Così le feste comandate, primaper un motivo, poi per un altro, sono sem-pre state per me causa di sofferenza”.

Con il passare del tempo, però, la si-tuazione è migliorata. “E’ ovvio che questomalessere è relativo al primo periodo, poile cose si chiariscono, le situazioni si apro-

no al nuovo, alla conoscenza, l’unica chepermette di fare scelte con cognizione”. Ilcambiamento, ne è convinto Roberto, è na-turalmente frutto di un lungo e delicatoprocesso, durante il quale i genitori hannoil compito di accompagnare i figli. “Ai fi-gli vanno spiegate le motivazioni della se-parazione per dar loro la possibilità, nel-l’ambito della propria autonomia, di capiree di trovare una forma di equilibrio tra ge-nitori e i nuovi nuclei venutisi a costitui-re”. E’ un cammino lungo e spesso insi-dioso. “E’ un percorso che va fatto con iltempo per trovare un equilibrio nella nuo-va composizione familiare. Io ho cercato difar capire a mia figlia che per me nullacambiava nei suoi riguardi, perché il nuo-vo non sostituisce il vecchio; ciò che arri-va, anche nel caso di una nuova relazionee di figli di secondo letto, non prende il po-sto di ciò che c’era”. In quest’ottica anchele festività natalizie possono essere visteda una prospettiva diversa. “Il Natale di-venta la festa nella quale figli e genitori de-vono trovare, compatibilmente con la nuo-va realtà allargata, lo spazio per tutto etutti. L’obiettivo finale è infatti includere,non escludere”.

Anna Russo

“Per quel che riesco a ricordare, non homai festeggiato il Natale con mio padre oero davvero troppo piccolo per conservarnericordi vivi”. C’è un velo di tristezza nelleparole di Filippo, 32enne foggiano, ma an-che la rassegnazione di chi ha imparato adaccettare come ordinaria una situazione fuo-ri dall’ordinario, soprattutto all’epoca deifatti, nei primi anni ‘80. E’ il più piccolo ditre fratelli ed è quello che ricorda meno ilmomento della separazione dei suoi geni-tori. “E’ accaduto quando ero ancora moltopiccolo – spiega Filippo – ed in fondo ho im-parato ad accettare questa situazione annodopo anno, con molta naturalezza, crean-domi equilibri nuovi”.

Descrive la sua adolescenza “piena diaffetto” e la sua vita “ricca di interessi e pas-sioni” che definisce “compensative: mi han-no aiutato moltissimo a superare alcuni mo-menti di tristezza”, confessa. “La notte diNatale però, nonostante il clima disteso esereno che ho sempre respirato a casa, mi ècapitato spesso di avvertire un ‘vuoto laten-te’, o di credere per un attimo che, in quellatavola ben apparecchiata, mancasse un po-

sto a sedere”. Archiviate le pratiche dellaseparazione, infatti, il padre di Filippo hacambiato città e, nonostante non si sia mai ri-fatto una vita, tanto meno un’altra famiglia,i rapporti tra loro si sono logorati: “riusciamoa vederci al massimo due volte all’anno, seva bene tre, e quando capita non è mai perle feste comandate”. La nota malinconica diquesta affermazione, però lascia subito lospazio ad un sorriso ed una battuta ‘smor-za-tensione’. “Guardo il lato positivo della si-tuazione: non ha mai avuto problemi ad or-ganizzare il cenone di Natale, scegliere tramamma e papà, tra dove andare a pranzo edove a cena, e poi dover incastrare questiimpegni con le tavolate ‘obbligate’ a casadei miei quasi-suoceri”. Pensando ad unasua futura famiglia, Filippo non ha dubbi:“Cercherò di dare ai figli che mi auguro diavere la solidità di una famiglia unita e feli-ce, non solo a Natale”. “D’altro canto, però– conclude – non voglio sbilanciarmi conpropositi e grandi proclami: sono ben con-sapevole che il ruolo del genitore (comequello del marito) è il ruolo più difficile delmondo”. Maria Grazia Frisaldi

“Il regalo più bello a Natale? Il sorriso dei mie genitori”

La difficile ricerca di un nuovo equilibrio

A quale tavola sedere se le famiglie sono due?

LA STORIA DI FILIPPO32ENNE FOGGIANO

SILVIO, FIGLIO E PADRE “TRADIZIONALE”

ROBERTO, PADRE SEPARATO

MIRIAM, 21ENNE, LONTANA PER INSEGUIRE UN SOGNO

Il ‘vuoto latente’ nel cuore della festa

8 d i c e m b r eduemilaundici attualità

EditorePublicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.

Direttore ResponsabileAnna Russo

CaporedattoreAngela Dalicco

Hanno collaboratoMaria Rosaria De LeonardisMaria Grazia FrisaldiMariangela MarianiDalila CampanileElisabetta CiavarellaIrma MeccaEmanuela CafaroGermana Zappatoredott.ssa Anita D’Atri

Rubricheavv. Rosangela Lorisoavv. Caterina Monopolidott.ssa Noemi Tizzanodott.ssa Marcella Bevilacquadott.ssa Ines Panessadott.ssa Anna Leporeprof.ssa Maria Santilloprof.ssa Rina Di Giorgio Cavaliere

Luigia De Vito

RedazioneFoggiaVia Tressanti, I trav. (vill. Artig.)Tel. 0881.56.33.26 - Fax [email protected] internetwww.6donna.com

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Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia

n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

FOGGIA, UN NOME, UNA STRADA...

Chi era Mario Pagano?Tra due importanti strade cittadine, Corso Pietro Giannone e Cor-

so Roma, scorre la via intitolata a Mario Pagano (Brienza 1748, Napoli1799), uomo di cultura, prosecutore ed erede dell’illuminismo, rifor-matore meridionale. Nato in una famiglia di notai, si trasferisce a Napoliove diviene allievo del filosofo Antonio Genovesi, per ultimare gli stu-di classici e iscriversi, in seguito, alla facoltà di Giurisprudenza. Ricoprela cattedra di Etica e quella di Diritto criminale all’Università; inoltre sidistingue come avvocato presso il Tribunale dell’Ammiragliato nelladifesa di alcuni congiurati antiborbonici della Società patriottica. Tra il1796 e il 1798 è incarcerato con l’accusa di essere un antimonarchico; li-berato, vive per un breve periodo a Roma e a Milano, poi rientra a Na-poli il 1° febbraio 1799, divenendo uno dei principali artefici della Re-pubblica Partenopea.

Difatti, il “Progetto di costituzione della Repubblica napoletana pre-sentato al governo provvisorio dal Comitato di legislazione”, pubbli-cato a Napoli il 1° aprile del 1799, porta una sua relazione introduttivadi grande rilievo, perché darà luogo a successivi commenti critici, tra cuiquello di Vincenzo Cuoco. Le modificazioni alla costituzione francesedell’anno III, presa anche a Napoli quale modello da imitare, mostranoche ha in considerazione le idee derivanti da Jean-Jacques Rousseau edal suo maestro Gaetano Filangieri. Interessante è soprattutto il suo im-pegno per creare una magistratura che “tenesse in mano la bilancia dei

poteri”ed evi-tasse unritorno al“potere arbi-trario”; in sintesi “forgiare una garanzia di giustizia, superiore alle cie-che lotte degli interessi e dei gruppi”.

Dell’autore dei “Saggi politici”, opera nella quale percorre le epo-che principali delle civiltà, analizzando le questioni sull’ordine natu-rale e politico, ricordiamo un discorso pronunziato a Roma a settembredel 1798 nel quale egli fa proprie le idee più avanzate delle riforme so-ciali, ponendosi il problema di tradurre in legge tali concetti. La magi-stratura, secondo il giurista, deva essere affidata a coloro che sono do-tati di un “moderato censo”, ricordando le parole di Cicerone: «l’ordineequestre, le di cui fortune erano moderate [...] formava la più solida ba-se della Repubblica».Nessuno mette in dubbio la grandezza di Fran-cesco Mario Pagano; ha incarnato il tratto più caratteristico di quel glo-rioso rivolgimento napoletano le cui guide non appartenevano a un cetosociale omogeneo, ma si sentivano essenzialmente unite dalla cultura:le idee, i progetti legislativi, i programmi ideologici, contano più dellamesse non mietuta e delle realizzazioni pratiche.

Rina Di Giorgio Cavaliere

Promuovere la conciliazionedei tempi vita-lavoro, attivare buo-ne prassi per favorire l’occupazionefemminile ed il reinserimento la-vorativo delle donne. Sono gliobiettivi di “Capitanata Coraggio-sa”, il progetto, di cui la Provinciadi Foggia è Ente capofila, finaliz-zato all’implementazione di mo-derne e innovative “politiche di ge-nere” sul territorio provinciale.Partner dell’iniziativa sono la Ca-mera di Commercio di Capitanata,l’Università degli Studi di Foggia –

Dipartimento di Scienze economi-che, matematiche e statistiche, leorganizzazioni sindacali e le asso-ciazioni datoriali. “Si tratta di unprimo passo verso una più forte as-sunzione di responsabilità socialee culturale circa l’importanza delruolo e della funzione della donna,che assieme alla famiglia rappre-senta una risorsa fondamentaledella società – ha affermato il pre-sidente della Provincia, AntonioPepe, presentando il progetto – Eche chiama ciascuno degli attori

che operano nel mer-cato del lavoro, dagliimprenditori alle istitu-zioni sino ai sindacati eai singoli lavoratori, aduna piena consapevo-lezza della strategicitàdi politiche che sianoautorevolmente e effi-cacemente in grado diconciliare i tempi di vi-ta”. L’obiettivo di “Ca-pitanata coraggiosa” –che può contare su un

finanziamento regionale di 165mi-la euro – è quello di realizzare unpatto sociale di genere per speri-mentare formule di organizzazio-ne del lavoro, possibili e attuabiliper rimuovere gli ostacoli, cultura-li, organizzativi ed economici chedeterminano marginalità o esclu-sione dal mondo del lavoro e dairuoli di responsabilità delle donnee impediscono l’applicazione del-l’ampia legislazione in materia dipari opportunità e conciliazione deitempi. Destinatari della progettua-lità sono i lavoratori di aziende conmeno di 15 dipendenti dei settoridel terziario, del commercio, del-l’artigianato e del manifatturiero,

oltre che i di-pendenti del-la pubblicaamministra-zione. Le azio-ni previste dalprogetto ri-g u a r d a n ol’analisi dellacondizione oc-cupazionaleattraverso in-dagini quali-tative delle la-voratrici, lacreazione diuna cultura

della conciliazione, la promozionedella corresponsabilità dei padrinella gestione dei tempi di cura e ladivulgazione degli strumenti diconciliazione esistenti. Previsteinoltre, in via sperimentale, azioniutili ad incentivare la flessibilità or-ganizzativa nel mondo del lavoro(con la creazione di una proceduraper la sostituibilità del lavoratore incaso di astensione dal lavoro, nel ri-spetto della continuità operativa,per la interscambiabilità e la con-divisione di un ruolo o mansione la-vorativa per favorire l’estensionedell’utilizzo del part-time), il rein-serimento del lavoratore dopo pe-riodi di astensione dal lavoro (con

percorsi formativi, aggiornamentoe coinvolgimento durante la sua as-senza), servizi aziendali per favo-rire la conciliazione dei tempi (conun supporto nelle procedure di ac-cesso alle misure economiche a so-stegno della genitorialità). Un per-corso che, secondo l’assessoreprovinciale alle Politiche del lavoroLallo, tra i promotori del progetto,“comincia a delineare una stradanuova, dando vita ad una reale si-nergia tra istituzioni, imprenditori,sindacati, lavoratori per la creazio-ne di buone prassi alle quali legareuna strategia di sviluppo che con-sideri il lavoro femminile una stra-ordinaria ricchezza, anche e so-prattutto per le imprese”. Allapresentazione del progetto ha par-tecipato anche l’assessore regiona-le al Welfare Elena Gentile che ha ri-cordato come i numeridell’occupazione femminile in Ca-pitanata siano i più bassi della Pu-glia nel raffronto con la situazionedelle altre province. “Serve un pas-so in avanti, uno scatto d’orgoglio.‘Capitanata coraggiosa’ – ha spie-gato – prova ad invertire questatendenza, cercando di costruireuna rete di protezione attorno alledonne, che sono le prime a pagarele conseguenze negative della cri-si economica sul piano lavorativo».

In programma azioni utili ad incentivare la flessibilità organizzativa

e la conciliazione dei tempi

La “Capitanata coraggiosa” delle pari opportunitàDonne e lavoro: in arrivo fondi per un patto sociale di genere

Creare un circuito virtuoso tra domanda e offerta di lavoro, valorizzandoin particolare le giovani generazioni. E’ la finalità del progetto ‘Giovani Fer-menti’, di cui la Provincia di Foggia è Ente capofila. Il progetto guarda aigiovani e al loro futuro, poiché orientato e rivolto a facilitare e accompa-gnare il loro ingresso nel mondo del lavoro attraverso scelte attive e con-sapevoli.

“Giovani Fermenti” intende promuovere una migliore e più consa-pevole partecipazione al mercato del lavoro da parte dei giovani resi-denti sul territorio provinciale. Il progetto prevede l’organizzazione ditour in 25 centri della provincia del “camper del lavoro”; informazionesul progetto, somministrazione di questionari, registrazione di video let-tere motivazionali di partecipazione alle attività, selezione di trenta stu-denti che parteciperanno a tutte le fasi del progetto; organizzazione del-

l’evento di lancio dell’iniziativa; organizzazione del “one day” – giorna-ta di conoscenza sulle idee d’impresa vincenti sviluppate dai giovani, an-che a livello nazionale, e divenuti una buona pratica. Testimonianze deigiovani che sono riusciti a raggiungere il loro obiettivo; costituzione diun’associazione giovanile provinciale che potrà gestire il sito del proget-to, la virtual community, e potrà divenire antenna locale del local point eu-rodesk; organizzazione del “Festival del lavoro che sarà”, con la selezio-ne di 5 idee vincenti e l’assegnazione di voucher o per l’avvio di un’attivitào per la formazione permanente; i 5 vincitori del “Festival” saranno gliambasciatori della provincia di Foggia presso la città europea della gio-ventù 2011. Sono beneficiari delle attività progettuali i giovani iscritti al-l’ultimo anno delle scuole secondarie di secondo grado della provinciadi Foggia.

Studenti: al via il progetto “Giovani fermenti”

9d i c e m b r eduemilaundici

10 d i c e m b r eduemilaundici speciale natale

Ogni Natale la stessa storia. L’albero èilluminato ed occhieggia da un angolo. Sem-bra tutto pronto e invece, mancano ancora iregali. Regali che, come ogni anno, finire-mo, è questo il rischio, per acquistare all’ul-timo minuto, privandoci così del piacere diandare in giro con il cuore festoso e la giu-sta concentrazione per scegliere i doni.

Purtroppo il tempo scarseggia e la fan-tasia pure e di nuovo il rischio è quello di ri-filare a vostro fratello o alla vostra miglioreamica il solito “pensiero utile” dello stessogenere di qualche Natale fa. Poi ci si metto-no i doni improvvisi: come ricambiare il ce-sto tipico del parente lontano o il centro tavoladella zia? Per questo Natale, sarà la nume-rologia a risolvere i vostri problemi. Questapratica fu ideata dal saggio Pitagora e con-siste nello studio della possibile relazioneesoterica tra i numeri e le caratteristiche dioggetti fisici o esseri viventi, qui semplifica-ta appositamente per voi. Di seguito unesempio pratico per utilizzarla: se la zia è na-ta il 19/01/1935, sommate tra loro tutte le ci-fre che compongono la sua data di nascita.

Quest’anno vietato ridursi all’ultimo minuto. Affi-datevi pure a Pitagora: ecco nove profili in cui potretetrovare i doni giusti per tutte le persone che amate

Quando il I consigli per gli acquisti

11d i c e m b r eduemilaundicispeciale natale

pensiero non basta arrivano dalla numerologia

Otterrete un numero, nel nostro caso, 29.Sommate ora le cifre del numero ottenuto, fi-no a raggiungerne una: 2+9=11, 1+1= 2. Leg-gete il profilo corrispondente ed il gioco èfatto. Il tocco in più con cui presentare il vo-stro regalo può essere un sacchetto musica-le, un elegante biglietto d’accompagna-mento o stelle di natale e pigne sotto lacoccarda. Nel caso in cui Pitagora facesseforfait, serviranno a dimostrare che è il pen-siero quello che conta!

Il profilo numero uno corrispondead una persona che ha la tenden-za a mettersi in evidenza e ad af-fermare le proprie idee: risulterà

di alto gradimento un gioiello per-sonalizzato valido anche per lui; una collanacon la chiusura fatta con l’iniziale del nome,un anello con la pietra preferita. Basterà ri-volgersi ad un orafo specializzato per realiz-zare un dono unico e personale.

A questo profilo appartengono co-loro che amano la creatività in tut-te le sue espressioni: stupiteli con

oggetti fatti a mano, magari conmateriali come il vetro e la stoffa. Nei nego-zi specializzati infatti potrete trovare tanteidee regalo insolite e raffinate, come angio-letti, campanelle e palle natalizie, da donareper aggiungere un tocco di classe agli ad-dobbi dell’albero.

Vogliono vivere la vita al 100%quelli del profilo numero tre: unportafogli multitasche, un cellulare

di ultima generazione, una borsa ca-piente sono i regali adatti. Li farete felici an-che con un week end già prenotato in qualchelocalità a cui non hanno mai pensato.

Piuttosto seriose e concrete le per-sone del profilo numero quattro:assecondatele regalando il libro

che sta in vetta alle classifiche o unorologio. Se poi volete rendere confortevolel’ambiente in cui passano più tempo, ripie-gate pure su una pianta d’appartamento o uncd di musica lounge.

Ha energia da vendere e una granvoglia di consumarla: chi appar-tiene al profilo numero cinque sa-

rà felice di ricevere un lettore mp3

(magari già caricato da voi con brani movi-mentati), attrezzi per fare ginnastica a casao giochi interattivi come quelli per adulti del-la console Wii.

La persona di questo profilo amaprendersi cura di sé: farete sicura-mente centro con un pacchetto che

le permetterà di sottoporsi ai tratta-menti più innovativi dal parrucchiere o dal-l’estetista. Manicure e pedicure, trattamen-ti anticellulite o per la bellezza dei capelli. Ese fosse già in splendida forma in vista dellefestività, potete sempre regalargli un tratta-mento benessere in una spa.

Amano circondarsi di atmosfere ri-cercate, i soggetti del profilo nu-mero sette. Assecondate questo bi-

sogno con un pigiama dai toni elegantie delicati in fibra naturale, un profumo perambiente dalle noti dolci, ma energiche o del-le candele con portacandele in tema.

Chi appartiene invece al profilonumero otto è attratto dai dettaglie dall’utilità degli oggetti: saranno

di suo gradimento un paio di ge-melli per camicia, un accappatoio in microfi-bra, un ombrello ripiegabile e dal manicoparticolare e infine custodie eleganti per ri-porre le tecnologie di cui dispone.

Chi si ritrova nel profilo numeronove ama viaggiare, anche con lamente: un oggetto d’antiquariato,

una lampada etnica, un romanzod’amore ambientato in un’altra epoca dallacopertina rilegata gli permetteranno di spie-gare le ali della fantasia. Altrimenti fate viag-giare anche il palato con una cena in un ri-storante esotico o delle confezioni di thè ocioccolata aromatizzati.

Dalila Campanaro

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Morbida, calda e avvolgente. È la lana ilfilato invernale per eccellenza e in lana è lamaglieria che la moda propone per le prossimefestività natalizie. Tanti sono gli stilisti e leaziende del settore che assecondano ed esal-tano il fascino discreto, ma soprattutto versati-le, della maglieria che bensi adatta non solo allamoda comoda e praticadello stile urban esportswear, ma an-che alle occasionipiù eleganti chesicuramentenon man-cherannodurante ilprossimo fi-ne anno.

La ma-glieria piùalla modadella sta-gione è de-clinata inuna vastagamma di fi-lati e volumi ecosì non c’èche l’imbaraz-zo della scelta:molto cachemi-re, alpaca e mo-hair, ma anche

tanti filati meno pregiati sono sapientemente in-trecciati per cardigan, maglioncini aderentianni ’50, gilet e classicissimi pullover per rea-lizzare una maglieria dai volumi inaspettati edalle superfici molto ricche. Infatti, attualissi-ma è la lana lavorata a effetto bouclé, arioso epaffuto che arricchisce colli, polsi e spalle: ilcontrasto e la differenza in volume crea degli

effetti davvero creativi e gioiosi. Per essere davvero “in”, gli stilisti sugge-

riscono di non dimenticare la regola dei “volumiinvertiti”. Dunque, se indossate un maglionevoluminoso, abbinatelo con leggins di granmoda anche per l’inverno, con pantaloni slimfit oppure con una gonna a tubino. Consiglio:provate per il veglione di capodanno ad abbi-

nare un morbido maxi cardigan ad un abitinoda sera oppure ad un top con paillettes. Il ri-sultato è davvero glamour.

I colori della maglieria sono naturalmen-te il sempre attuale nero, ma anche tutte le cal-de sfumature del beige, del marrone, del grigioe del verde, spesso mischiati tra loro per otte-nere nuove tonalità. Emanuela Cafaro

12 d i c e m b r eduemilaundici moda

Abbinata a top con paillettes o abitini da sera, sarà il must delle prossime festività

Oggi la cura che ogni donna riserva al proprio look è più chemai minuziosa e sicuramente non banale. Ecco perché la donna po-ne grande attenzione non solo a quello che tutti possono vedere eammirare, ma anche all’abbigliamento intimo. Scelto con curaper rispondere al meglio alle esigenze di un vivere dinamico, co-modo in ogni momento della giornata, è lo strumento più adatto nonsolo per sedurre, ma innanzitutto per piacersi.

La scelta che il settore propone è davvero vasta. E così di gior-no e per l’attività sportiva la richiesta delle donne è la praticità,

dunque sì alla lingerie di cotone elasticizzato che garantisceun’aderenza perfetta e lascia piena scioltezza di movimento.Stesso suggerimento per le giovanissime che amano la sem-plicità, ma non rinunciano allo stile e alla moda che una lin-gerie di cotone leggera e coloratissima può garantire.

Le donne che amano essere seducenti, possono scegliere unintimo più sofisticato e romanticamente chic, per un’immagine ed

una sensualità dolce e maliziosa: reggisenia balconcino coordinati a culottes di cre-pe di seta e pizzo rifiniti con merletto.Per quante invece vogliono osare di piùin un’occasione speciale come saran-no le prossime festività natalizie o perchi ama la lingerie più sexy e spregiudi-cata, nel cassetto non possono mancarebody, guepiere e babydoll, magari ispi-rati alle atmosfere burlesque che sonocosì tanto di tendenza ultimamente.

I colori sono infiniti come i model-li: classicissimo bianco, ma anche ne-ro… e non dimentichiamo il rosso, co-sì adatto alle festività natalizie esempre di buon augurio. E.C.

Sotto il vestito…tutto!

Maglieria…che passione!

Per sedurre o per piacersi, ogni giorno come l’ultimo dell’anno

13d i c e m b r eduemilaundicisentimenti

PERCHÉ È BELLO CREDERCIBabbo Natale, la Befana… i do-

ni non sarebbero così speciali se aportarli non fossero questi perso-naggi fantastici. Ma perché anco-ra oggi, in una società ipertecnolo-gica e spesso frenetica, èimportante credere nel simpaticovecchietto con la barba bianca chela notte della vigilia porta la felici-tà con la sua slitta trainata dalle ren-ne? Recenti studi hanno evidenzia-to come, soprattutto nell’etàprescolare, i bambini amano moltoquesta tradizione che si inserisceperfettamente nella loro mentalitàmagica. A riprova di questo, ci sonostati bimbi che, pur sapendo che so-no i genitori a comprare i regali, do-po aver “scoperto” Babbo Natalealla scuola materna, sono tornati a

casa a raccontarlo a mamma e papà,spiegando loro che era proprio luia portare i doni.

Alcuni genitori si chiedono, pe-rò, se la scoperta della verità suBabbo Natale non sia una delusio-ne che possa minare la fiducia dei fi-gli nei grandi.

Dagli stessi studi è emerso che,di solito, il bambino capisce gra-dualmente da una serie di indizi,qual è la verità, cominciando a por-re delle domande precise ai geni-tori. A quel punto, per mitigare ladelusione, si potrà spiegare che tut-ti hanno creduto in Babbo Natale.E poi, in fondo, Babbo Natale in uncerto senso esiste. Sì, perché, pre-cisano gli studiosi, ci sono due tipi di“realtà”: quella concreta e quelladell’immaginazione, delle favole,

del gioco. Quello dell’infanzia è unmondo magico, che gradualmentecede il posto al pensiero logico-ra-zionale verso i 7-8 anni. Alcuni bim-bi, infatti, pur attraversando una fa-se intermedia in cui hanno deisospetti, non chiedono conferme:per loro continua a essere impor-tante questa dimensione magica,questa illusione intesa come spaziodelle possibilità da condividere congli adulti. L’idea di essere “compli-ce” del genitore piace molto albambino. È come se mettesse lapunta di un piede nel mondo deigrandi, ma potesse ancora restarein quello dei piccoli.

La letterina per il Polo NordA volte cominciano a pensarci

addirittura prima che arrivi dicem-bre. E ogni anno, mamma e papà sitrovano alle prese con i soliti dubbi:quali regali per il proprio piccino?E quanti? Meglio accontentare ognirichiesta o puntare sull’effetto sor-presa? Ecco alcuni consigli.

QUANTI DONI?Consiglia a tuo figlio di mette-

re in cima alla lista dei desideriquelli a cui tiene di più: servirà aBabbo Natale o ai genitori (se sitratta di un bambino più grandicel-lo) quando dovranno scegliere qua-li regali portare. In questo modo re-sterà spazio per un po’ di sorpresa enon si trasmetterà il messaggio chesi può ottenere qualunque cosa. Im-parerà così ad aspettare, dato chequalche richiesta verrà soddisfattaforse l’anno successivo. Quando iregali sono troppi, i bambini passa-no da una cosa all’altra senza ave-re tempo e modo di apprezzarla esoprattutto i più piccini possono es-serne frastornati, con il rischio dicredere di poter avere tutto quelloche si vuole.

QUALI DONI?Spesso, quelli espressi sono in

realtà desideri indotti, soprattuttodalla pubblicità. A volte, quello di

cui il bambino ha davvero bisognoè di poter stare con i genitori, ditempi e spazi da condividere conloro, con i parenti e gli amici di fa-miglia più cari. Il Natale, infine, puòessere l’occasione per coinvolgereil bambino nella preparazione deiregali per parenti e amici, trasmet-tendogli la gioia che si prova fa-cendo un dono. Al di là dei doni sot-to l’albero quello che piace albambino è l’atmosfera speciale delNatale. Se i genitori sapranno crea-re le condizioni perché i bimbi pos-sano vivere con serenità queste si-tuazioni e trarne gioia, l’attesa, lamagia, il clima natalizio resteran-no nel loro cuore, diventando unpatrimonio prezioso che li accom-pagnerà anche nell’età adulta.

Angela Dalicco

Atmosfere magiche da vivere ogni anno

Crescere non significa

rinunciare allafantasia.

L’immagine del generoso vecchietto

barbuto è quellache più felicemente

rimane nel cuoredei bimbi

che crescono

Ma Babbo Nataleesiste davvero?

Chi non ricorda l’incredibile emozione della notte della vigilia? L’attesa,il dubbio (sarò stato abbastanza bravo?) e poi finalmente, la mattina del25 dicembre, la conferma: Babbo Natale è arrivato e ha portato i doni tan-to desiderati. L’abbiamo vissuto tante volte da bambini e, ora che siamogenitori, abbiamo la fortuna di riassaporare quelle sensazioni. E ancorarestiamo incantati di fronte allo sguardo dei nostri figli pieno di aspettati-ve, quando all’alba corrono in salotto a controllare sotto l’albero. Sono at-timi carichi di magia, e davvero quelli delle festività natalizie si rivelano igiorni più belli dell’anno per grandi e piccini.

Natale è ormai alle porte e in tut-to il mondo è già partita la folle corsaper celebrarlo nel modo più emozio-nante possibile. Sono milioni le abi-tudini e le attività natalizie: regali, fe-ste religiose, pranzi speciali edecorazioni.

Quale arredo natalizio scegliere?I materiali da usare per addobbare lapropria casa sono tantissimi, dal vetroalla carta, dai tessuti all’oro e all’ar-gento. Sotto nuvole luminose qualilampade e lampadari, si aprono mon-di fatti di decorazioni natalizie, fioc-chi di neve, addobbi a spirale, cerchi,intrecci di fil di ferro, addirittura per-line, tutto rigorosamente catalogatosotto la parola d’ordine “bianco”. Pro-prio così, il bianco entra prepotente-mente tra i colori moda per le decora-zioni di questo anno.

L’alternativa al total-white preve-de l’accostamento a tonalità calde co-me l’arancio e il marrone. Non mancail cristallo, per cui via libera a decori invetro per ricreare magiche atmosfere.Ovviamente non passa mai di moda ilrosso, tonalità tradizionale del Natale,per cui va bene rispolverare le vecchiedecorazioni, ma accoppiandole al can-dido bianco. Anche le ghirlande subi-scono un restailing, i classici rami diabete lasciano il posto alla sempre-verde edera che, intrecciata a luci e cri-stalli, mette in evidenza il riflesso di candele e angioletti dora-ti. Importante ricordare che di una candela non è la qualitàdella cera che ci deve interessare, ma la luce che riesce a spri-gionare. Nella realizzazione di decori contemporanei è il“naturale” a guidare ogni scelta: rami freschi, pigne, stec-che di cannella, elementi organici propri per chi ama il Na-tale vero, quello che profuma di mandarini e panettone.

Per chi predilige rispettare le tradizioni, niente di me-glio dei decori tradizionali, tutti da accarezzare, come le mor-bide e felpate decorazioni che si ispirano ai classici motivi nor-vegesi e austriaci, dove il simbolo indiscusso del rinnovato“stile chalet” è la renna, l’immagine natalizia più attuale e

più classica allo stesso tempo. I fiocchi di neve sono sempre digrande effetto, come le decorazioni ovali con stampati orsetti

ed abeti. Per tutte le amanti dello stile “cor-

tinese” infine, il verde loden e il bian-co ghiaccio sono le due tinte scelte perrealizzare i decori sulle cornici in legnogrezzo. In conclusione, il Natale è l’uni-ca festa per tutti e cinque i sensi: ascol-tare, respirare, gustare, toccare conmano le tradizioni, vivere il clima di fe-sta che avvolge e riscalda.

Tavolain festa

E’ facile rendere unici gli ambienti. Basta sceglierecon cura i materiali e dare libero sfogo alla fantasia

DI LUCIA CASTRIOTTA

Per i vostri quesiti:[email protected]

Tel. 0881.563324

A Natale anche la tavolasi veste a festa: via libera ai to-vagliati ereditati, che diven-tano il punto forza dell’ambiente destinato alle grandi e festo-se tavolate, dove la sapiente combinazione tra antico e nuovo,ricamato e sofisticato nel tessuto, sottolinea un’atmosfera gio-iosa, tipica di questi giorni festivi. Eleganti le posate inserite neltovagliolo al lato del piatto, piegato e legato con un nastrino ocon una foglia di pungitopo. Sofisticate poi le stoviglie borda-te d’oro che, su porcellana bianca e sul vetro traslucido, esal-tano la tavola. Chic inoltre la scelta dei segnaposto, dalle tor-tine realizzate in glassa per le più abili, alle semplici candelesulle nuance del rosso e del bianco con accanto una piccolasfera zincata ed una targhetta da personalizzare per quellemeno abili. Tocco décor il panettoncino vestito a festa con na-stro verde e bacche rosse, o il classico cartoncino verde e oro conil nome dell’ospite, legato con un nastrino rosso e un ramettoverde. Come centrotavola vasetti in vetro con composizioni diagrifoglio, rami di alloro beneauguranti e l’edera. Un filo dilucine a correre ed ecco l’effetto scintillante.

Per tutte le inguaribili romantiche che aspettano ancoraBabbo Natale, la tavola continuerà ad essere vestita di rosso,arricchita di particolari festosi come campanelli, vassoi e ar-redi realizzati con la tecnica del découpage. I biglietti di au-guri ricevuti dagli amici lontani, come nella tradizione an-glossassone, si tengono in bella mostra magari sulla consolleall’ingresso che accoglie gli invitati con bagliori scintillanti e tra-sparenze di cristallo. Particolare l’uso dei canovacci in tessu-to per impacchettare i regali: oltre ad essere originali, creanol’effetto del dono nel dono magari con alcuni metri di fettucciasu cui abbiamo ricamato a punto erba un messaggio augura-le o il nome della persona a cui è destinato il regalo.

CASA DI FATAArt decor per magiche atmosfere natalizie

14 d i c e m b r eduemilaundici interior design

15d i c e m b r eduemilaundiciambienti

Quando tradizione e innovazione si intrecciano in un connubio di funzionalità ed estetica

Pavimenti che suscitano sensazioni di morbidezza vellutata e pareti che invitano a farsi toccare

Ceramica e resina, il vecchio si rinnovaLa piastrella italiana, con la sua

eleganza, la capacità di applicazio-ne in ogni ambiente, la facilità dimanutenzione e pulizia è da sem-pre la protagonista indiscussa dellecucine e dei bagni delle nostre ca-se. Negli ultimi dieci anni, grazie al-le ricerche e ai vari studi delle azien-de del settore, questo materiale èentrato di prepotenza anche negliambienti “nobili” come gli spazi ditransizione, le sale da pranzo e le ca-mere da letto.

Questo nuovo metodo rivolu-ziona la vita domestica e suggeriscenuove tendenze stilistiche nell’ar-redamento.

I risultati di questa evoluzione so-no la monocottura, classica e intra-montabile; la bicottura, una tipolo-gia di ceramica ottenuta cocendo indue tempi il supporto e la smaltatura(che offre un’ampia varietà di colorie decori ed è adatta per le pareti); ilmosaico, particolarmente indicatoper il bagno, a cui conferisce ele-ganza e fascino, in un richiamo agliantichi bagni turchi o allle modernespa; e infine, il grès porcellanato, an-che nelle versioni fino e smaltato, dilargo impiego grazie alle ecceziona-li caratteristiche di resistenza, dura-ta e brillantezza cromatica che ne

fanno un materiale utile sia per gliesterni che gli interni.

Recentemente sono stati im-messi sul mercato anche formati ex-tralarge che permettono un rivesti-mento omogeneo, senza fughe esenza l’effetto reticolato tipico del-le pavimentazione classiche pia-strellate; riproducono l’effetto pie-tra, tessuto, metallo e cuoio, hannotonalità artistiche che riescono adesprimere un “calore” fino a qual-che anno fa sconosciuto, e un sensodi vissuto adatto ad ogni ambiente.

Pavimenti che suscitano sensa-zioni di morbidezza vellutata e paretiche invitano a farsi toccare o cheevocano, grazie a particolari effettidella luce, del colore e della deco-razione, i mondi della moda, del-l’arte, dei nostri sogni.

Questo nuovo modo di vedere ecreare la piastrella in ceramica hasuscitato l’interesse degli archi starpiù importanti della nostra genera-zione come Gio Ponti, Ettore Sott-sass, ma anche di grandi stilisti del-la moda come Versace, Valentino,

Krizia, Trussardi, da sempre alla ri-cerca di un equilibrio tra funzionalitàed estetica.

Un altro materiale usato oggiper i rivestimenti di interni è la resi-na. In origine era il pavimento dei“poveri”, usato soprattutto negli sta-bilimenti industriali. Quando que-sti si sono evoluti in vere e proprieabitazioni, pensiamo ai ben noti loftamericani, le resine sono diventatemateriali da rivestimento.

La resina è resistente all’usura,impermeabile e facile da manutene-re. Ha anche un altro grande van-taggio, si può stendere su pavimen-ti già esistenti senza dover modificarel’altezza delle porte, grazie allo spes-sore ridotto di circa 2-3 mm.

Si presenta sotto forma di unmanto continuo in grado di nascon-dere e appianare le fughe tra le pia-strelle così da ottenere superficiomogenee. Considerate le doti di re-sistenza all’umidità, le resine sonoindicate anche in cucina e in bagno;inoltre, sono una buona scelta per lecamerette perché del tutto atossiche.

Grazie alle numerose rifiniture èpossibile trovare soluzioni che siadattano a stili e contesti abitatividiversi. Non solo come pavimenti,ma anche per ricoprire le pareti. In-

fatti è possibile utilizzare la resinanelle tonalità classiche: lucida èideale per pavimenti neutri; per chiama soluzioni molto appariscentiesistono invece in commercio resi-ne con miscele metalliche che ri-chiamano l’oro e l’argento; con l’ag-giunta di terre dai colori naturaliinfine, possiamo ottenere resine contonalità rustiche da impiegare nelletavernette o nelle case di montagna.

Le soluzioni per ottenere qua-lità e bellezza nei rivestimenti del-le proprie case sono dunque infi-nite, l’importante è rivolgersi arivenditori e showroom, sempreattenti al design e alla qualità deiprodotti.

DI ANGELICA RUBERTOARCHITETTO

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Dall’aperitivo al dolce per...

Un Natale BioSe le leggi della disposizione e le regole

della comunicazione non verbale ci permet-tono di ottenere una perfetta integrazione deicommensali e un’atmosfera di armonia, allo-ra deve essere dello stesso tono anche il me-nù del cenone. Senza discostarsi dalla prepa-razione delle pietanze tradizionali, lasoluzione idonea può essere quella di acqui-stare prodotti ed ingredienti biologici. Si trat-ta quindi di effettuare una scelta altruista, per-f e t t a m e n t ecoerente con lospirito del Nata-le: i suddetti ali-menti infatti so-no privi disostanze nociveper la nostra sa-lute, rispettanol’ambiente e cipermettono di realizzare portate ge-nuine e fresche, grazie alla loro sta-gionalità. Presupposti, che già di persè costituiscono un vero dono che unapadrona di casa può offrire ai suoiospiti. La vasta gamma di prodotti bioinoltre lascia la possibilità di cimen-tarsi in qualsiasi ricetta: pettole e piz-ze fritte accompagnano spesso unosfizioso aperitivo e possono esserepreparate con olio e farina biologica.Un antipasto più ricco si può realiz-zare con il classico tagliere di salumie formaggi, anche questi reperibilinella loro versione bio in quanto pro-dotti da animali allevati in modo sano e natu-rale. Per il primo piatto basta l’acquisto delformato di pasta prescelto nella sua versione

biologica, disponibile anche integrale o sen-za glutine. Il condimento può assecondarequalsiasi gusto, grazie alla vasta gamma disughi pronti e spezie di origine naturale. Al-trettanto libera la scelta per il secondo: lad-dove vogliate cospargere il tutto con del bro-do ricordatevi dell’esistenza del dado senzaglutammato. Non possono mancare frutta fre-sca e frutta secca: il loro sapore non alteratopermetterà a tutti i commensali di assaporareil vero gusto dei prodotti offerti spontanea-mente dalla terra con il volgere delle stagioni.Conclude ogni cenone il dolce tradizionale: ilpanettone bio, un peccato di gola che potretegustare finalmente a cuore leggero; disponi-bile anche nella versione vegetale con uvettae al kamut e o al farro con gocce di cioccolato.Il tutto può essere sapientemente accompa-gnato da vini e spumanti di produzione bio-logica. E, considerando la vasta gamma di in-

gredienti bio sfusi,non dovrete nemme-no rinunciare allapreparazione del vo-stro liquore casalin-go.

Un cenone diquesto tipo potrebbefar nascere nei vostricommensali nuove esane abitudini ali-mentari. Invogliateliulteriormente conquella che può esse-re un’utile e gradita

idea regalo: il cesto bio che, a questo punto,non avrete sicuramente difficoltà a realizzare.

d.c.

16 d i c e m b r eduemilaundici alimentazione

La comunicazione non verbale può trasformare il cenone in una serata da ricordare

Tutti a tavola. Ma al posto giustoGrazie ad alcune strategie ogni invitato potrà sentirsi a suo agio. Anche il più timido.

Come ogni Natale, il desiderio diriunire al nostro tavolo tutte le perso-ne a noi care chiede di essere esaudi-to. D’altra parte, lo spirito stesso dellafestività, lo rende decisamente legit-timo. Tuttavia, la scena che prende vi-ta la maggior parte delle volte è quel-la di una padrona di casa stressata chenon ha la più pallida idea di “chi met-tere vicino chi, onde evitare che…”. Edopo l’asociale capitato tra due checercano di parlare ignorando la suapresenza, appare evidente che, anchequesta volta, non c’è stata un’integra-zione degli ospiti. Per mettere fine unavolta per tutte a spiacevoli situazioni diquesto genere può essere utile la co-municazione non verbale. Mettendoin atto piccole astuzie e delicate ac-cortezze, il prossimo cenone potreb-be diventare una serata da ricordare.E questa volta non sarà solo meritodelle pietanze. Scegliere un tavolo ro-tondo può essere l’ideale affinché sicrei un’atmosfera rilassata, informalee venga favorito il dialogo; inoltre viconsente di far rientrare tutti gli ospi-ti nella vostra visuale. Se volete ini-ziare la conversazione, immaginateche il vostro posto sia il vertice di untriangolo e rivolgetevi ai due ospiti chesi trovano nella posizione delle basi:per la legge della disposizione, saràpiù facile per voi mantenere vivo ildialogo semplicemente guardandoli.

Ma soprattutto dare l’impressione chela partecipazione di ognuno sia con-siderata con il giusto peso. Ricordateche la persona che siede alla vostradestra è quella che sarà più incline al-la collaborazione, mentre quella chesta a sinistra, per un meccanismo in-conscio, tenderà a restare in ombra.Basterà orientare un po’ la sedia versodi lei, affinché questa si senta al centrodalla vostra attenzione. Esiste ancheun metodo per sbloccare gli estrema-mente timidi: poneteli nel posto piùlontano dalla porta e a capotavola, conla schiena rivolta alla parete (e nel ca-so di tavole non rotonde). Resteretestupiti nel vedere come questa posi-zione lo renderà magicamente più lo-quace. Attenzione invece a chi dispo-nete esattamente di fronte a voi.Questa posizione è ritenuta competi-tiva/difensiva e per scoprire se sia ilmomento di interagire con questa per-sona fate prima un piccolo esperi-mento: usate qualsiasi oggetto ci siasul tavolo fra lei e voi e spingetelo nel-la sua direzione. Se tende a rimetterlodov’era, non c’è da aspettarsi una pia-cevole chiacchierata.

Ultima perla di saggezza: se vole-te discutere di qualche argomento se-rio, è preferibile introdurlo prima chela cena sia servita e riservare chiac-chiere più soft mentre si consumano ipasti. Dalila Campanile

17d i c e m b r eduemilaundici

Risparmioo salute?

Risparmiare sul consumo dienergia elettrica è possibile, masarà davvero conveniente ancheper la nostra salute? Non sonoconcordi gli studiosi che hannoaperto una diatriba di cui parla ilCorriere della sera.

Si parte dal consiglio di uti-lizzare durante le ore giornalieredei cicli di lavaggio a bassa tem-peratura, cercando invece di ef-fettuare durante le ore serali enotturne quelli a carico pieno econ temperature non superiori ai60°. Infatti il ciclo a 60 gradi o ilprogramma economico consu-mano dal 30 al 40% di correntein meno rispetto al ciclo a 90 gra-di, e questo senza ridurre la qua-lità del lavaggio. Purtroppo, se-condo uno studio della LondonSchool of Hygiene and TropicalMedicine da poco presentato al-l’International Scientific Forumon Home Hygiene di Londra,questo modo di lavare i panni èpotenzialmente pericoloso, inquanto i batteri nocivi vengonosconfitti a partire dai 60° in su. Èstato lanciato un allarme diEscherichia Coli anche in GranBretagna dove ai sudditi, per di-minuire il consumo di energiaelettrica, viene raccomandato diutilizzare le lavatrici con tempe-rature dell’acqua di appena 15°.Ma tale abitudine potrebbe con iltempo far sì che i ceppi dei batteridiventino farmaco resistenti congravi conseguenze per le fami-glie. Da sapere che un carico dilavatrice in media contiene 100milioni di E.Coli, oltre a Norovi-rus, Salmonella o Staphylococ-cus aureus. Per sradicarli è con-sigliabile quindi utilizzaretemperature di almeno 40°, an-che se sarebbe ancora meglio ar-rivare ai 60°, tanto da avvicinar-si alla vecchia usanza di farbollire i panni a 100°. Ma anco-ra un altro studio pubblicato sulBritish Journal of Dermatology,nel prendere in esame il rischiodei danni alla pelle da parte deidetergenti da lavatrice, biologi-ci e non, rassicura le massaie. Es-si infatti possono essere tran-quillamente usati per aiutarel’acqua calda a distruggere gliagenti patogeni. Gli studiosiinoltre suggeriscono che, quan-do si lavano i panni dei bambinipiccoli o quelli particolarmentesporchi, sarebbe utile aggiunge-re dei disinfettanti adatti, tenen-do sempre presente che è megliofar partire la lavatrice quando ilcestello è pieno, evitando di met-terla in moto per pochi indu-menti.

Elisabetta Ciavarella

in pocheparole

DI LUIGIA DE VITO

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DERMOESTETISTA

Questa che stiamo vivendo è lastagione più critica per il corpo. Il pri-mo passo per affrontare i rigori del-l’inverno, fare un pieno di energiae benessere , è detossinare il corpo,neutralizzando e rimuovendo letossine dall'organismo per consen-tire l'efficiente funzionamento degliorgani vitali. In questo periodo sonoi cosiddetti “organi bersaglio” pol-moni, intestino crasso , reni e fegatoa farne maggiormente le spese pre-giudicando il nostro stato di salute.

Ma quali sono le mosse giusteper farlo?

• Scegliere un programma cor-po che provveda a disintossicare l'or-ganismo, proteggere gli organi ber-saglio, lenire dolori muscolari earticolari, rivitalizzare la pelle;

•Seguire un'adeguata alimen-tazione ricca di alimenti con beta ca-rotene e tanta vitamina C capaci dicontrastare la formazione dei radi-cali liberi;

• Praticare una regolare attivi-tà fisica che preveda tanto street-ching consentendo una migliore di-stensione muscolare.

In questo modo ne trarrà van-taggio non solo l'estetica, ma tutto

l'organismo, in quanto presentarsiagli altri nella forma migliore è moti-vo di gratificazione per ogni essereumano aumentando la sicurezza inse stessi e nell'essere più produttivi,il cambio di stagione, rappresenteràcosi', una nuova opportunità di be-nessere.

Un percorso di trattamenti viso ecorpo che prevede l'utilizzo di Oli Es-senziali, selezionati in base alla spe-cifica azione da svolgere, permettedi riportare la persona in uno statoequilibrio per affrontare al meglioquesto periodo e d esaltare la bel-

lezza delle pelle.

PER IL CORPO:•Decontratturazione corpo:

Sali caldi, Arnica e Artiglio del Dia-volo e olio essenziale di Chiodi di Ga-rofano e Ginepro per riattivarel'energia di polmoni e reni, preveni-re dolori e raffreddamenti stagiona-li. Pelle morbida e setosa;

• Drenaggio e leggerezza: Pol-vere di Carciofo e Oli essenziali diSalvia, Cipresso e Mandarino per sti-molare il fegato, riequilibrare l'inte-stino, eliminare gonfiori e drenare i li-quidi in eccesso. Scioglie e distendeil corpo;

• Energia e movimento: Polve-re di Equiseto e Oli essenziali di Sal-via, Camomilla e Cipresso, un verotoccasana per il sistema ormonalecontro vampate e malumori. Stimolatono e circolazione per un corpo vitalee una pelle luminosa.

PER IL VISO:• Pulizia e rinnovamento: pee-

ling ristrutturante con preziose es-senze per una sferzata di energia,maschere assorbenti e rivitalizzantiper una pelle fresca e libera da ogniimpurità;

•Freschezza ed equilibrio:nuova luce per le pelli sensibili, fer-menti lattici e mirtillo per deconge-stionare la pelle, migliorare la mi-crocircolazione e prevenire le rughe.

Emolliente, rinfrescante ad effettoantistress;

• Nutrimento e vitamine: prin-cipi attivi multi-vitaminici ed acidoialuronico per restituire tonicità emorbidezza alla pelle rendendolapiù giovane .

Una attenzione particolare varivolta alle donne in menopausa

La menopausa non è una malat-tia ma per il corpo rappresenta unmomento impegnativo perché devegestire un cambiamento dovutoprincipalmente all’alterazione dellacircolazione degli ormoni. per pren-dersi cura del corpo rilassandolo sti-molandolo e riportarlo in uno statodi salute, bellezza e vitalità è neces-sario scegliere un percorso specificoper:

• Riequilibrio del sistema or-monale;

• Ringiovanimento dei tessuti;• Eliminazione di stanchezza e

malinconia.Care lettrici mantenete quella

euforia ed energia che l'estate ci do-na, perchè se vi abbandonate al-l'inerzia autunnale, entrerete nel le-targo invernale dal qualedifficilmente si esce per affrontareuna nuova “remise en forme” in vistadella prossima estate, l'organismo siadatta lentamente ai cambiamenticiò comporta un lavoro più costantee duraturo.

L’inverno è alle porte...

Proteggere gli organi bersaglioattraverso percorsi benessere

Riparti alla grande

DI NOEMI TIZZANO

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FISIOTERAPISTA

L’osteoporosi è una malattia ca-ratterizzata dalla diminuzione dellamassa ossea, a cui si accompagnanoanomalie a livello di struttura deltessuto osseo. L’osteoporosi può es-sere primitiva, senile e presenile, osecondaria a squilibri endocrini emetabolici, a malattie dell’apparatodigerente, all’immobilizzazione.L’osteoporosi primitiva viene deno-minata presenile quando si manife-sta tra i 55 e i 65 anni di età, mentreè denominata senile quando si ma-nifesta dopo i 65 anni e colpisce pre-valentemente la donna. I segni cli-nici caratteristici sono dolori di tipomeccanico aggravati dallo sforzocon conseguenti dorsalgie e lom-balgie o dolori acuti in concomitan-za con episodi di cedimenti verte-brali; deformazioni vertebrali, inparticolar modo cifosi, fratture cau-sate da piccoli sforzi o traumi, loca-lizzate principalmente al polso, col-lo dell’omero, collo del femore evertebre. Se consideriamo l’impattodell’osteoporosi dal punto di vistasociale, ed i suoi effetti negativi sul-

l’efficienza a livello motorio e ma-nuale del paziente, e quindi sullasua capacità di svolgere attività la-vorative, vediamo che la fisiotera-pia assume grande rilevanza so-prattutto dal punto di vistapreventivo.

L’obiettivo della prevenzionenell’osteoporosi è quello di non farscendere la massa ossea sotto la “so-glia di frattura”. Sebbene fattori ge-netici determinano le caratteristi-che dell’osso, lo stile di vita gioca unruolo rilevante. Una dieta adeguatae l’attività fisica sono elementi fon-damentali per mantenere una ap-propriata densità ossea. Un pro-gramma di attività fisica mirata,infatti, può migliorare il picco dimassa ossea al termine dell’età evo-lutiva; in età adulta, aiuta a mante-nere il più a lungo il patrimonio dimassa ossea raggiunto; in età an-ziana, limitando demineralizzazio-ne e rischio di frattura, determina alcontempo il miglioramento di forza,resistenza, coordinazione ed equi-librio. Il carico è quindi l’elemento

essenziale per mantenere l’osso nel-le migliori condizioni strutturali,poiché il corpo reagisce ad ogni etàaggiungendo nuove cellule che aiu-tano a mantenere l’osso forte. Duetipi di esercizi sono importanti perstimolare e mantenere la massa e ladensità ossea: gli esercizi in caricoe gli esercizi di rinforzo muscolare.

Gli esercizi in carico sono quel-li in cui le ossa ed i muscoli lavoranocontro la gravità: in base alle diver-se condizioni individuali dei sog-getti, si consiglia fare jogging, pas-

seggiate, salire e scendere le scale,alzarsi dalla sedia e ballare, tuttiesercizi sotto carico che devonosempre essere consigliati dallo spe-

cialista.Gli esercizi di rinforzo sono in-

vece importanti perché la perdita diforza muscolare diminuisce le forzenaturali che agiscono sull’osso. Leattività che aumentano la massamuscolare e quindi il potenziamen-to osseo sono essenzialmente gliesercizi controresistenza, basati sul-l’utilizzo di pesi liberi o macchina-ri. Di particolare importanza sonogli esercizi in estensione e quelli peril rinforzo dei muscoli della schienaper diminuire le fratture vertebralida compressione. Inoltre vi è la ne-cessità di aggiungere la riabilita-zione propriocettiva e la correzionedell’ipercifosi per prevenire il ri-schio di cadute. La correzione po-sturale dovrebbe quindi essere sem-pre ricercata per la salute delledonne, dall’adolescenza alla meno-pausa. Non va però sottovalutata lacosiddetta “reversibilità degli ef-fetti”, cioè che i benefici del movi-mento e dell’allenamento sull’ossoscompaiano se non c’è continuitànella esecuzione degli esercizi.

Primitiva, senile, presenile o secondaria

Osteoporosi la prevenzione come riabilitazioneFattori genetici determinano le caratteristiche dell’osso

Tuttavia lo stile di vita gioca un ruolo rilevante

Ovulo malefico rossoFungo molto velenoso presente inboschi di conifere e latifoglie. Sintomi:disturbi del ritmo cardiaco,occlusione intestinale, stati confu-sionali,disturbi motori.

Cortinario cangianteFungo estremamente velenoso.Cresce su legno marcio. Sintomi:nausea, vomito,diarrea dopo 12-24ore; provoca gravi danni al fegato eai reni.

18 d i c e m b r eduemilaundici

Lo sapevate che....Se mangiati in grande quantità

Aglio Principio tossico: solfuro, dimetilsolfuro e sol-furo di allile. Parti velenose: bulbi, germogli, fiori egambi. Determina disturbi gastrointestinali, debo-lezza, anemia.Cipolla Principio tossico: solfuro e disolfuro di allile.Parti velenose: i bulbi, piccoli bulbi, fiori e steli. Può da-re disturbi gastrointestinali,debolezza, anemia e dan-ni epatici.Prezzemolo È tossica l’intera pianta (semi compresi),l’intossicazione è caratterizzata da una sindrome emo-litica con danno epato-renale e neuro-tossico. Il nor-male uso del prezzemolo nelle preparazioni alimentarinon provoca alcun problema. La quantità consigliataè non più di 10 grammi.Mais L’abuso può provocare una sintomatologia ga-

strointestinale (vomito e diarrea). Potrebbe interferi-re con una contemporanea terapia ipoglicemizzante.Vengono segnalate reazioni allergiche, comprese der-matiti da contatto e orticaria. Evitare un uso eccessi-vo in gravidanza e allattamento.Ginseng E’ controindicato negli stati emorragici, nel-le fasi acute della trombosi coronaria; non va sommi-nistrato agli ansiosi e in tutti coloro che prendono far-maci antipsicotici e ormoni. È controindicato inipertesi; in caso di somministrazione prolungata sipossono avere effetti indesiderati che sono simili aquelli di una elevata dose di corticosteroidi. L’abusoprovoca numerosi disturbi: insonnia, tremore, cefa-lea, prurito, palpitazioni cardiache; si ricordi la sin-drome da abuso di ginseng. Sconsigliato in gravi-

Nuova pillola anticoncezionale

in pocheparole

La Repubblica, nel suo spaziodedicato alla salute, ci informache dopo una lunga attesa trascontri, stop del Ministero e pa-letti del Consiglio Superiore del-la Sanità, sta per arrivare nellefarmacie la pillola dei cinquegiorni dopo.

L’Agenzia del farmaco, l’Ai-fa, ha impiegato ben due anni etre mesi per firmare un’approva-zione, ricordando il lungo iter giàverificatosi per il via libera allaRu486. Ma quest’ultima è un far-maco abortivo, mentre ellaOne,nome commerciale dell’ulipristalacetato, è un anticoncezionale,come la pillola del giorno dopo, eagisce fino a 120 ore dopo il rap-porto a rischio. EllaOne è un con-traccettivo femminile d’emer-genza che va assunto entrocinque giorni da un rapporto nonprotetto o dal fallimento di un al-tro contraccettivo (ad esempiorottura del preservativo duranteil rapporto). Un medicinale chepuò essere ottenuto soltanto conprescrizione medica. Ma se nelfrattempo la fecondazione è giàavvenuta non funziona. Anche ilnuovo medicinale (approvatodall’Emea già nel maggio 2009)in Italia è al centro di polemicheancora in corso. Come è stato ri-chiesto dal Consiglio Superioredi Sanità all’Aifa, prima di pren-dere questa pillola sarà necessa-rio effettuare un test di gravi-danza. Regola inesistente innessuno dei 21 Paesi europei neiquali sono già state vendute400mila confezioni di ellaOne eche non convince i medici che laritengono solo un modo per sco-raggiare le donne. La pillola sa-rà a carico delle pazienti, propriocome la pillola del giorno dopo emolte altre anticoncezionali. Co-sterà 35 euro, più che in Francia(24 euro) e in Gran Bretagna (17sterline).

Secondo l’azienda produttri-ce Hra Pharma la regola del testnon è chiara. Il Consiglio Supe-riore di Sanità nell’introduzioneal suo parere parla di esame delsangue, un accertamento che ri-chiede tempo perché va fatto inlaboratorio. Secondo invece i re-sponsabili di Hra Pharma Italia, imedici legali e i ginecologi po-trebbero essere sufficienti anchei test di gravidanza sull’urina chesi acquistano in farmacia. Il ti-more di molti è che, con il defini-tivo via libera alla pillola dei cin-que giorni dopo, si assistaall’ultimo atto di una progressi-va banalizzazione dell’aborto.Ne resta un dibattito acceso dif-ficile da risolvere che potrebbefinire in tribunale.

Elisabetta Ciavarella

Infortuni domestici e assicurazioniCasalinghe: la polizza è obbligatoria tra i 18 e i 65 anni

Divertenti da cercare, sfiziosi da mangiare

Tra i boschi a caccia di funghiAttenzione alle raccolte “ fai da te”. Molte specie sono altamente velenose

Dal 2005 sono sanzionabili tutte coloro che, pur avendo i requisiti, non pagano il premio

MEDICO CAVDI ANNA LEPORE

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Tel. 0881.563326

Con l’autunno parte la caccia ai funghi, prelibatezza dei boschi edelle nostre tavole. Attenzione però alle raccolte “fai da te”:molti funghi, infatti, possono risultare altamente velenosi. Ve-diamo nel dettaglio la tossicità di alcuni di essi e di quelle piantein cui facilmente ci si imbatte passeggiando tra i boschi.

DI CATERINA MONOPOLI

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AVVOCATO

Lia, fresca sposa e casalinga,vorrebbe saperne di più in meri-to alla legge sugli infortuni do-mestici e sulla sua obbligatorietà.

Cara Lia, in considerazione delfatto che gli infortuni domestici so-no stati stimati, nel nostro Paese, incirca tre milioni l’anno, oltre allecampagne informative sulla pre-venzione, è stata introdotta la leggedel 3 dicembre 1999, n. 493 recan-te le “Norme per la tutela della sa-lute nelle abitazioni e istituzionedell’assicurazione contro gli infor-tuni domestici”.

La polizza è obbligatoria, conassicurazione presso l’INAIL, pertutti coloro che hanno tra i 18 e i 65anni compiuti e che svolgono in ca-sa “attività in via esclusiva”, neiconfronti di persone del proprio nu-cleo familiare.

Secondo la norma, l’attività do-mestica deve essere svolta “in vianon occasionale” e “finalizzata al-la cura delle persone che compon-gono il proprio nucleo familiare”.

L’accezione di nucleo familiareè molto ampia e comprende anchele coppie di fatto e le unioni omo-sessuali. Il nucleo familiare “può es-

sere costituito anche da una solapersona”.

Inoltre, possono assicurarsi:• i pensionati che non hanno su-

perato i 65 anni; • chi ha già compiuto 18 anni e

lavora esclusivamente in casa perla cura dei componenti della fami-glia (magari in attesa di prima oc-cupazione);

• gli studenti che svolgono atti-vità in ambito domestico;

• i cittadini stranieri che sog-giornano regolarmente in Italia.

L’INAIL, precisa che, per i pe-riodi in cui non svolgono attività la-vorativa, possono assicurarsi anchei lavoratori in cassa integrazioneguadagni, in mobilità, gli stagiona-li, i temporanei e quelli a tempo de-terminato.

In tali casi la copertura assicu-rativa opera solo nei periodi in cui ilsoggetto non svolge attività lavora-tiva. Sono invece esclusi dall’obbli-go coloro che svolgono altra attivi-tà che comporti l’iscrizione a formeobbligatorie di previdenza sociale.

L’assicurazione per il lavoro do-mestico garantisce una prestazio-ne, sia in caso di inabilità perma-nente al lavoro non inferiore al 27

per cento, siain caso di mor-te, purché talieventi derivi-no da un inci-dente avvenu-to nell’ambitodomestico.

La perso-na assicurata èinoltre tutelatain caso di incidenti legati alla tenu-ta ed allevamento di animali do-mestici, nonché di incidenti avve-nuti nell’ambito delle “pertinenze”degli immobili adibiti ad uso di civileabitazione, intendendo tali “le cosedestinate in modo durevole a servi-zio o ad ornamento di un’altra co-sa”, ex art. 817 del Codice civile.

Al fine di raggiungere la sogliaminima del 27% di inabilità risarci-bile, si possono cumulare diverseinvalidità.

L’importo della polizza è di12,91 euro, da versarsi entro il 31gennaio di ogni anno a mezzo di ap-positi bollettini presso le Poste e lebanche, oppure si possono pagareon line, sul sito internet dell’INAIL.

Le persone che hanno un red-dito lordo annuo al di sotto di

€4.648,11 ed il cui nucleo familiarenon supera i 9.296,22 euro l’anno direddito complessivo lordo, sonoesentate dal versamento del pre-mio, che sarà a carico dello Stato.

Dal 2005 sono sanzionabili tut-ti coloro che, pur avendo i requisitidi assicurabilità previsti dalla leg-ge n. 493/99, non pagano il premio.

La sanzione, prevista dalla leg-ge, è graduata in relazione al pe-riodo di inadempimento e, comun-que, in misura non superiore alpremio stesso, pari, come detto, ad€12,91.

Dunque, cara Lia, ricorrendo,nel tuo caso, le condizioni per l’iscri-zione obbligatoria, non ti resta cheprovvedere con l’avvento del nuo-vo anno.

Felice Natale.

Tignosa verdognolaFungo estrema-mente velenosopresente in boschi diconifere. Sintomi: nausea,vomi-to, diarrea dopo 12-24ore, gravi danni al fe-gato e ai reni.

SpunginoCresce in pinete dalterreno sabbioso. L’in-tero fungo è velenoso.Sintomi: nausea, coli-che, vomito, diarrea.Provoca collasso rena-le e circolatorio, emor-ragie.

19d i c e m b r eduemilaundici

Candele o aromaterapia?

Secondo uno studio fruttodel lavoro di un gruppo di ricer-catori di Taiwan e pubblicato dalsito web staibene.libero.it, l’aro-materapia irrita gli occhi e le vierespiratorie. Altro che rilassare,distendere, inebriare, le essen-ze e gli aromi così sfruttati in ba-se ai principi dell’aromaterapiaavrebbero effetti opposti, tutt’al-tro che benefici. Quei profumiche in centri benessere e beau-ty-farm sono così frequenti, che lemode del momento ci invitano ausare in casa per allontanarestress e tensioni della vita quoti-diana, farebbero male alla salu-te. Le fragranze e gli oli essen-ziali rilasciano nell’aria particelleultrasottili e composti volatili or-ganici: questi ultimi, reagendocon l’ozono, danno origine ai co-siddetti “aerosol organici secon-dari” (SOA) che irriterebbero gliocchi e le vie respiratorie. Gli au-tori della ricerca hanno analiz-zato la produzione di SOA a par-tire sia da fragranze, sia da oliessenziali ottenuti da erbe cine-si. Gli esperimenti sono stati con-dotti all’interno di camere in cuil’ambiente era controllato, e so-no stati testati in diverse condi-zioni. Non solo. Lo studio ha pre-visto anche lo svolgimento dianalisi su campioni prelevati dacentri benessere in cui l’aroma-terapia viene praticata. I ricer-catori hanno così concluso chel’architettura e la ventilazionedei centri benessere possono in-fluenzare il livello di inquinantiprodotti dall’aromaterapia nel-l’aria all’interno della struttura.

Meglio orientarsi dunquesulla scelta di candele profuma-te e “mangiaodori”, romantiche,rilassanti e naturali al 100%.

Le candele possono essererealizzate con i grassi vegetali,come le comuni candeline dacompleanno, oppure con la cerad’api, più brillanti e facili da mo-dellare e lavorare.

E’ sufficiente una sola can-dela per profumare una camerae coprirne gli eventuali cattiviodori.

Alla verbena, alla citronella oalla rosa vanno bene per gli am-bienti piccoli (il bagno o una ca-meretta); per gli ambienti piùgrandi (il salotto o la camera ma-trimoniale), è meglio scegliereuna candela al pino o alla mentaper una sensazione di freschezza.Ma come sostengono gli esper-ti, occhio però alle allergie: an-che un profumo delicato e natu-rale come quello di una candelapuò generare intolleranze. Di so-lito un’allergia di questo tipo simanifesta con colpi di tosse estarnuti ogni volta che si entranella stanza dove è accesa.

Irma Mecca

in pocheparoleI casi di risarcibilità

Danno biologico, esistenziale e moraleDagli incidenti stradali a quelli sul lavoro sino al wrongful life

Lo stile di vita improntato allasedentarietà, molto diffuso nei Pae-si industrializzati, sta determinan-do, assieme al progressivo invec-chiamento della nostra popolazione,un vertiginoso aumento delle pato-logie cronico-degenerative, tra cui ildiabete mellito (secondo i dati delMinistero della Salute su 150 milio-ni di persone che ne sono affette, cir-ca 3 milioni vivono in Italia).

Dal punto di vista medico il dia-bete è una sindrome caratterizzatada iperglicemia dovuta a una ca-renza di insulina o a dinamiche chene inibiscono l’azione (insulino-re-sistenza).

Schematicamente si possono di-stinguere due principali forme didiabete: il diabete di tipo 1 (da ca-renza insulinica), più frequente inetà giovanile, e il diabete di tipo 2(con gradi variabili di deficit di in-sulina e insulino-resistenza) che,nella maggior parte dei casi, si ma-nifesta in età adulta ed è spesso as-sociato all’obesità o quantomeno alsoprappeso. Le complicanze di talepatologia (renali, cardiache, vasco-lari, ecc.) compromettono grave-mente lo stato di salute ed espon-gono al rischio di morte o didisabilità.

Pochi sanno che il diabete puòessere contrastato con due semplici,buone regole: condurre una dietaadeguata e fare sport in modo rego-lare.

La letteratura scientifica ha di-mostrato ampiamente che il rischiodi sviluppare questa malattia risul-ta dimezzato nelle persone che si al-lenano abitualmente rispetto ai sog-getti sedentari.

Secondo recenti risultati otte-nuti dal Finish Diabetes PreventionStudy è stato dimostrato che il ri-schio di patologia diabetica può es-sere ridotto del 58% mediante pro-

grammi mirati cheincludono anchel’esercizio fisico e losport.

Un altro studioapparso sulla rivistaArchives of InternalMedicine, condottosu 4883 soggetti perun periodo di 10 an-ni, ha evidenziatoche un buon livellodi training fisico ab-binato alle opportu-ne modifiche diete-tiche riduce di circal’80% il rischio di

contrarre il diabete. L’esercizio fisi-co e lo sport infatti ritardano e forseevitano l’intolleranza al glucosioche si trasforma in diabete. Mal’adesione a lungo termine a un pro-gramma di attività fisica rivesteun’importanza cruciale soprattuttoper le persone a cui la patologia ègià stata diagnosticata.

Le linee guida dell’Internatio-nal Diabete Federation, redatte inbase ai risultati dei massimi studi incampo medico, segnalano infattiche l’esercizio fisico regolare è ingrado, da solo, di rallentare l’evol-versi della malattia. A conferma di

ciò, uno studio apparso sul New En-gland of Journal Medicine evidenziache un programma di allenamentomirato della durata di 8 settimaneriduce drasticamente i valori glice-mici e accresce la sensibilità all’in-sulina in virtù di un aumento dellamassa magra, del numero di mole-cole che trasportano il glucosio e so-prattutto grazie alla riduzione digrasso viscerale.

Ma non è tutto: mediante l’atti-vità fisica il paziente diabetico ac-quisisce dei benefici aggiuntivi –quali l’abbassamento della pressio-ne arteriosa e il miglioramento del-l’assetto lipidico (calo di colestero-lo e trigliceridi) - che limitano lecomplicanze croniche connesse al-la patologia.

Questi ed altri straordinari datiscientifici confermano una volta dipiù che la sedentarietà non è affat-to una condizione “naturale” per ilnostro organismo, come molti sonoabituati a pensare, bensì è una del-le cause comprovate che determi-nano diverse malattie.

Scegliere di andare in palestrasignifica quindi decidere non solodi migliorare il proprio stile di vita,ma anche e soprattutto di fare pre-venzione attiva in modo semplice.

DI MARCELLA BEVILACQUA

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ESPERTA IN SCIENZE MOTORIEPrevenzione attiva

Armi contro il diabeteAttività fisica e alimentazione sana riducono i rischi del 58%

DI INES PANESSA

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PSICOLOGA GIURIDICA

Completiamo il discorso avvia-to nel numero di ottobre di 6donnasul risarcimento del danno trattan-do gli ulteriori ambiti in cui può es-sere chiesto un risarcimento perdanno biologico o danno esisten-ziale, oltre che per il noto dannomorale.

Infortunistica Stradale La dot-trina legislativa in materia di dannoalla persona è applicabile a tuttequelle situazioni in cui la lesionedell’integrità psicofisica di un indi-viduo derivi da fatto ingiusto altruia seguito di incidenti stradali. Il co-dice delle Assicurazioni prevede ilrisarcimento del danno biologico.Esistono delle apposite tabelle perla valutazione ed il risarcimento ditale danno. Recentemente, anchela figura del danno esistenziale haavuto un riconoscimento nell’in-fortunistica stradale, in quanto èstato osservato che esistono unapluralità di situazioni negative dicarattere psico-fisico, oggettiva-mente accertabili, che non rientra-no né nella categoria del danno mo-rale soggettivo, né nella figura deldanno biologico, ma che alteranogravemente le abitudini e gli assettirelazionali propri ad un individuo.

Infortunistica professionaleL’art. 2087 c.c. obbliga il datore di

lavoro a tutelare l’integrità fisica ela personalità morale dei propri di-pendenti. Tale norma pone a cari-co del datore di lavoro precisi ob-blighi di garanzia e protezione aifini individuali, aggravando quindiil reato, rendendolo perseguibiled’ufficio. Il D.Lgs. 38 del 2000 “Di-sposizioni in materia di assicura-zione contro infortuni sul lavoro emalattie professionali”, riporta del-le tabelle di valutazione degli in-fortuni e delle malattie professio-nali, tenendo conto per la primavolta nella storia di tale materia, ol-tre alla perdita della capacità lavo-rativa, anche del danno biologicodi natura psichica.

Danno da colpa professionaleIl Danno da colpa professionale èun danno causato da errore profes-sionale, da comportamenti di im-perizia, imprudenza negligenza daparte di un professionista nei ri-guardi di un cliente, o dalla man-cata o parziale applicazione di pro-

cedure o regolamenti riconosciutidalla comunità scientifica. Nel casoin cui tale errore professionale,commissivo o omissivo, dovesseprovocare una menomazione del-l’integrità psico-fisica della personao un’alterazione della personalitànel mondo esterno è possibile chie-dere un risarcimento per dannobiologico, danno esistenziale, o en-trambi, a seconda delle conse-guenze subite. In caso di morte, ildanno va riconosciuto ai congiunti,e prevede il risarcimento secondo i

criteri del danno da lutto. Danno da wrongful life Con

questo termine si intende il dannoderivante da interferenza avvenu-ta nella vita fetale, sia esso dannopsichico che dovesse determinarsi

nel nascituro, ovvero danno esi-stenziale. E’ opportuno distingue-re ulteriormente tra: wrongful life,richiesta di risarcimento di un sog-getto nato malformato, o con altracondizione di svantaggio esisten-ziale, nei confronti di genitori o ter-zi (tale danno può essere conse-guenza di un fatto anteriore alconcepimento, o della malattia diuno o di entrambi i genitori, o con-seguenza di una diagnosi errataprenatale che non abbia consentitoalla madre di interrompere la gra-

vidanza. Solo in que-st’ultimo caso, indivi-duato il fatto ingiusto, ilrisarcimento spetta nonsolo ai genitori, comedanno psichico o esi-stenziale, ma anche albambino stesso); wron-gful birth, richiesta di ri-sarcimento dei genitorinei confronti di sanitariper atti di imperizia, im-prudenza o negligenzaavvenuti durante il par-

to; wrongful pregnancy, richiestadi risarcimento relativa alla nascitanon programmata di un bambinodovuta ad errori in pratiche con-traccettive, di sterilizzazione o diinterruzione della gravidanza.

20 d i c e m b r eduemilaundici

FARMACIAA CURA DELLA

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Arriva dagli USA (e la ripro-pone il sito web staibene.libe-ro.it) una lista dei migliori ali-menti che fanno dimagrire eaiutano a restare giovani. A sti-larla gli esperti del ministero del-l’Agricoltura statunitensi insie-me all’Università di Boston chehanno misurato 100 alimenti, or-dinandoli in base alla concentra-zione di antiossidanti contenutae alla dose ottimale.

Tutto merito degli antiossi-danti, le sostanze cioè che con-trastano i radicali liberi (le “sco-rie” prodotte dall’organismo cheaccelerano l’invecchiamento).Queste sostanze si trovano in al-cune vitamine, come la C e la E;quindi in minerali come il sele-nio o i flavonoidi contenuti nel vi-no rosso o in alcuni tipi di tè. In-somma: per assicurarsi un giustoapporto di antiossidanti, bisognamangiare più legumi, verdura efrutta. Con il vantaggio che, ol-tre a rallentare il fisiologico pro-cesso di invecchiamento dell’or-ganismo, avremo degliinnegabili benefici anche sullabilancia.

Ai gradini più alti del podiotra i cibi dall’ottima azione an-tinvecchiamento troviamo: alprimo posto l’uva nera, al se-condo i mirtilli, al terzo il cavolo.All’uva nera spetta la medagliad’oro perché buccia e semi con-tengono tanti polifenoli (antios-sidanti per eccellenza) e perchéla polpa è ricca di sali minerali(che favoriscono l’eliminazionedelle scorie). Livelli di eccellen-za anche per il cavolo, grazie aun mix di vitamina C, antiossi-danti e aminoacidi, che rinforza ledifese immunitarie, previene di-verse malattie gravi e ha un’azio-ne depurativa. Gli spinaci fannobenissimo alla vista, le barba-bietole proteggono l’apparatourinario e quello cardiovascolare.Efficacia salvacuore anche per lemore, che in più contribuisconoa difendere l’organismo dalle in-fezioni. Le prugne secche sonoricchissime di antiossidanti, ilpompelmo contiene tanto lico-pene (tra i più importanti protet-tori della prostata) e dosi di vita-mina C inferiori solo al kiwi eall’arancia. Una sostanza conte-nuta nelle fragole molto fresche(l’acido ellagico) ha addiritturaproprietà antitumore. L’aranciadeve la sua meritata fama di ci-bo che fa restare giovani soprat-tutto alla vitamina C. Una tazza algiorno di mirtilli aiuta a contra-stare i sintomi della menopausa,rallenta l’invecchiamento dellapelle, cura le infezioni delle vieurinarie e protegge la retina. Epuò prevenire l’Alzheimer.

Irma Mecca

in pocheparole DI ROSANGELA LORISO

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MOVIMENTO CONSUMATORI

In tema di commercio dei pro-dotti alimentari il d. lgs. 206/2005,meglio conosciuto con il nome diCodice del Consumo, è destinato anon trovare applicazione in favoredella speciale disciplina contenutanel d.lgs. n. 109/1992 e s.m.i., chedi fatto ha riordinato in modo orga-nico e sistematico la fase dell’eti-chettatura, della presentazione edella pubblicità dei prodotti ali-mentari, correlandole alla materiadel commercio e alla connessa esi-genza di protezione e salvaguardiadel consumatore.

La ragione di tutto ciò è da rin-venirsi nella particolare rilevanzadei prodotti in questione per i qua-li l’informazione è fondamentalestante i molteplici fattori di rischioconnessi ai danni alla salute deri-vanti dalla presenza di eventualisostanze nocive nei cibi e nelle be-vande.

A tal proposito, il d.lgs.109/1992 e s.m.i. stabilisce che l’eti-chettatura e le relative modalità direalizzazione del prodotto alimen-

tare sono destinate ad assicuraretrasparenza ed adeguata informa-zione al consumatore durante tut-ta la fase di vendita dei prodotti.

Il tutto in un contesto nel qualei profili igienico-sanitari risultanoassorbiti nella finalità di protezio-ne del consumatore attraverso la di-sciplina del commercio.

L’obiettivo? Evitare di far cade-re in errore il consumatore-acqui-rente finale.

Il predetto obiettivo è raggiun-to ragguagliando il consumatorenella fase di vendita del prodotto inmoda da:

• non indurre in errore l’acqui-rente sulle caratteristiche del pro-dotto alimentare e precisamentesulla natura, sulla identità, sullaqualità, sulla composizione, sullaquantità, sulla conservazione, sul-l’origine o sulla provenienza, sulmodo di fabbricazione o di otteni-mento del prodotto stesso;

• non attribuire al prodotto ali-mentare effetti o proprietà che difatto non possiede;

• non riferire che il prodotto ali-mentare possiede caratteristicheparticolari, quando tutti i prodottialimentari analoghi possiedono ca-ratteristiche identiche;

• no attribuire al prodotto ali-mentare proprietà atte a preveni-re, curare o guarire malattie uma-ne, né tanto meno accennare a taliproprietà.

Tali divieti, ovviamente, valgo-no anche per la fase di presenta-zione e pubblicità dei prodotti ali-mentari stessi.

Tra le altre informazioni che de-vono essere offerte indichiamo inmodo esemplificativo ma non esau-stivo: la denominazione di vendita;gli ingredienti; la quantità netta onominale; il nome o la ragione so-ciale o il marchio o la sede del fab-

bricante, ovvero del con-fezionatore, ovvero delvenditore stabilito nell’UE;la sede dello stabilimento dproduzione o di confezio-namento; il contenuto al-colico; le istruzione perl’uso; le modalità di con-servazione e di utilizzazio-ne qualora sia necessarial’adozione di particolariaccorgimenti in funzionedella natura del prodotto;il luogo di origine o di pro-venienza.

Tute le informazioni,inoltre, devono essere fornite in ita-liano.

E’ ovvio, pertanto, che scopodell’informazione è ristabilire unaposizione di parità sostanziale traconsumatore e professionista, for-nendo al primo tutte le informazio-ni, ma anche e soprattutto fornen-dole in maniera chiara ecomprensibile.

E’ ciò che più tecnicamente vie-ne definita “educazione del Con-sumatore”, ossia quel processo me-diante il quale il consumatoreapprende il funzionamento delmercato e la cui finalità consisteproprio nel migliorare la capacitàdello stesso di agire in qualità di ac-quirente finale e/o di utente di be-ni e servizi.

Come acquistare informati

Può essere il primo sintomo di malattie più specifiche

Scopo dell’informazione è stabilireuna posizione di parità sostanzialetra consumatore e professionista

Se si presenta occasionalmente durante le feste si interviene sugli acidi gastrici

Educazione del consumatoreI migliori alimenti

Parliamo di indigestioneL’indigestione è un disturbo

molto più comune di quanto si pen-si e si presenta con una sintomato-logia legata alla parte alta dell’ad-dome.

Le causeUn pasto troppo ricco e abbon-

dante, l’assunzione di alimenti nuo-vi rispetto alle proprie abitudini,l’uso di bevande gassate o alcolici ingrandi quantità, il mangiare trop-po ed in fretta (soprattutto cibi gras-si in dosi massicce), il bere troppocaffè o troppo alcool, uno stressemotivo prolungato, il fumo di si-garetta, l’assunzione abituale di al-cuni farmaci che possono danneg-giare lo stomaco o l’intestinoprovocando problemi nella dige-stione.

La sintomatologiaI sintomi più comuni dell’indi-

gestione sono il dolore e la tensione

addominale, il senso di pienezza, ilrigurgito di cibo o di succhi gastri-ci acidi, il bruciore allo stomaco, lanausea e il vomito accompagnati dasudorazione fredda, un malesseregenerale ed un’eccessiva saliva-zione.

Come prevenirlaCertamente dedicando più

tempo al pasto e quindi mastican-do a lungo i cibi, evitando di man-giare in fretta o in piedi, evitandoanche di leggere o di telefonarementre si mangia.

Le complicazioniLa complicazione più frequen-

te è il vomito, ma se gli episodi diindigestione sono frequenti posso-no verificarsi perdite di peso rapi-de ed improvvise, con conseguen-ze anche rilevanti per l’organismo.

Cosa fare... anche perché l’in-digestione può es-sere il primo sinto-mo di malattie piùspecifiche

Se si tratta dieventi occasionali,magari durante le fe-ste, per alleviare isintomi sono utili ifarmaci antiacido

contenenti, ad esempio, sostanze abase di calcio carbonato e magnesiocarbonato che neutralizzano l’ec-cesso di acidi gastrici.

Se uno o più sintomi di cattivadigestione si ripetono frequente-mente o se gli episodi durano sem-pre più a lungo, è bene consultare ilmedico o il farmacista di fiducia. In-fatti, per contrastare le cause delleindigestioni più frequenti esistonofarmaci specifici, che il medico va-luterà a seconda dei casi e dopo idovuti accertamenti.

Se ai normali sintomi, si ag-giungono dolore addominale im-provviso e grave o presenza di san-

gue nel vomito o nelle feci, è op-portuno rivolgersi subito al medi-co.

L’indigestione può essere an-che il sintomo di malattie specifi-che, tra cui l’infiammazione dellacistifellea, la gastrite acuta o croni-ca, la pancreatite acuta o cronica,l’ulcera duodenale o gastrica.

Se i sintomi si accompagnano adolore alla mandibola, dolore tora-cico o alla schiena, sudorazioneprofusa, ansia o una sensazione digrave costrizione con difficoltà delrespiro è opportuno recarsi al pron-to soccorso più vicino. Potrebbetrattarsi di un problema cardiaco.

21d i c e m b r eduemilaundici

22 d i c e m b r eduemilaundici iniziative

1928 – 2011, un impegnoche dura da più di ottant’anni.Stiamo parlando della Fonda-zione “Marchese Filippode Piccolellis” che, sin dal-la sua nascita, si è sempredistinta per l’impegno sulfronte sociale, operando at-tivamente nel Foggiano.Nata come Pia Fondazione,la “de Piccolellis” ha muta-to la sua forma giuridica, por-tando a compimento, nel2009, il passaggio da Istitu-zione Pubblica di Assistenza eBeneficenza (Ipab) ad Azien-da di Servizi alla Persona(Asp). Non ha cambiato peròla sua mission, che resta - dastatuto - di ‘assistenza’ e siesplica attraverso la cura, la tu-tela e la valorizzazione dei mi-nori e degli anziani (autosuffi-cienti e non), tramite interventipersonalizzati, con adeguato li-vello assistenziale, nel pieno ri-spetto della dignità, dell’auto-nomia e della riservatezzapersonale.

La Fondazione è, oggi, ingrado di operare sul territoriocittadino con maggiore incisivi-tà, con progetti di più ampio re-spiro che vedono la Asp de Pic-

colellis inserita a tutti gli effettinel sistema locale integrato diinterventi e

servizisociali. Nelle liste dei fondi POR2007-2013 gestiti dalla RegionePuglia, la Asp foggiana è risul-tata al primo posto in tutte legraduatorie, aggiudicandosi treimportanti progetti per un tota-le di 8 milioni di euro. Il primoprogetto, già in corso d’opera (laposa della prima pietra è avve-nuta lo scorso 22 ottobre), ri-guarda un’avveniristica casa di

riposo per anziani, “immagina-ta e strutturata come un vero eproprio albergo ‘a 5 stelle’, do-tato di ogni confort e arredi lus-suosi: dal televisore al caminet-to in camera, per ricreareatmosfere accoglienti e familia-ri”, spiega la 31enne Maria DeLeo che, insieme all’architettoQuirino Perfetto, fa parte dellostaff della Asp presieduta daAntonio Tulino. “La strutturaospiterà 30 anziani autosuffi-cienti – chiarisce - sei dei quali(segnalati dal Comune tra quel-li maggiormente bisognosi) sa-ranno nostri ospiti”.

La struttura sorgerà alle por-te della città, in viale degli Avia-tori, e sarà all’avanguardia siadal punto di vista della sosteni-bilità ambientale (servita da un

imponente impianto fotovoltai-co) che nella scelta dei materia-li impiegati (come l’avveniristi-co ‘pavimento autopulente’). “Ilbenessere degli ospiti si tradur-rà anche attraverso la possibili-tà concreta di vivere esperien-ze culturali, sociali e sportive:siamo, infatti, al lavoro per strin-gere convenzioni con impor-tanti realtà culturali che giàoperano in questo senso sul ter-

ritorio”. La struttura sarà con-segnata alla città entro dicem-bre 2012. “Accanto a questoprogetto – continua De Leo –verrà realizzata anche unaRSSA (Residenza Socio Sanita-ria Assistenziale) che occuperàil corpo centrale dell’ex istitutoscolastico “Caggese”, i cui lo-cali verranno trasformati instruttura di accoglienza per per-sone non autosufficienti di etàcompresa tra i 18 ed i 65 anni edai 65 anni in su, per complessivi50 posti”. L’intero complesso sa-rà gestito dall’Azienda per i ser-vizi alla persona che fa capo al-la Fondazione. Le altreiniziative saranno realizzate aBorgo Mezzanone, dove la Fon-dazione possiede proprietà fon-diarie per oltre 1.000 ettari. Nelterritorio manfredoniano pren-

derà corpo invece il progetto“Borgo del Marchese”, ungrande centro diurno per mino-ri bisognosi con annesso centrodi riabilitazione equestre ed ip-poterapia, mentre da una anticamasseria del 1700 nascerà“Borgo Nuovo”, un centro di re-cupero per le donne vittime diviolenza. Sarà il secondo centrodi questo tipo in Italia e l’uniconel meridione. “Anche in questocaso – conclude De Leo – si trat-ta di progetti di più ampio re-spiro, motivati da un dupliceobiettivo: non solo tendere lamano ed accogliere chi, per va-ri motivi, vive in condizioni didisagio, ma anche recuperareuna zona, quale Borgo Mezza-none, che va risanata sia social-mente che economicamente”.

Maria Grazia Frisaldi

Una lussuosa ed avveniristica casa di riposo che sorgeràalle porte di Foggia. E’ il progetto promosso dalla Fondazione “de Piccolellis” in viale degli Aviatori

OASI BIANCA: cure e assistenza per una senilità a “5 stelle”

Ad ottobre la posa della prima pietra, la consegna dei lavori a dicembre 2012

Maria De Leo, Asp de Piccolellis

Progetto Oasi Bianca

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