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Giornalini della Parrocchia: 1999-2009 Don Eugenio Verga

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  • 2002

    "Quel giorno Ges usc di casa e si sedette in riva al mare" (Mt 13,1 )una frase che si pu leggere tra le tante, senza farci caso. Altre volte magari si daimportanza ( un po' una deformazione di noi preti, ma anche di altri, vedi per

    esempio i giuristi) a un termine o ad una virgola per avere una conferma o scrivere untrattato dicendo tutto e il contrario di tutto. Qui, sufficiente rimanere in superficie percogliere tutta l'importanza del gesto compiuto da Ges.

    Si sa che Ges non ha solo parlato per manifestare il suo pensiero, ma soprattutto haagito, aveva uno stile di vita talmente evidente ed eloquente che non ci sarebbe biso-gno di nessun commento. Da sottolineare un particolare non marginale e cio cheGes era consapevole che la sua era preziosa, che era tanta la gente che voleva in-contrare, che tante erano le cose che voleva comunicare, che problemi di ogni genereli incontrava ogni giorno. Si legge nel Vangelo che era sempre attorniato dalla folla,che quasi non aveva il tempo per mangiare e dormire, per pregare doveva prendersiuna parte della notte. Eppure anche lui era fatto di carne, anche lui aveva bisogno di"staccare" ed ecco questa scena pulita, semplice.Normalmente (giustamente) abbiamo sott'occhio l'immagine di una croce sulla qualelui inchiodato. Ebbene, all'inizio di questo tempo estivo vale la pena avere davantiquesta immagine di Ges che, tra le tante cose da fare, tra le tante persone da incon-trare quel giorno, ha pensato di sedersi tutto solo davanti al mare di Tiberiade.Se non un comando, senz'altro un esempio per noi sempre indaffarati, semprepresi da mille cose, come se lavorare, fare, guadagnare siano i verbi (le azioni) piimportanti della vita. Ges stesso ha "tirato le orecchie" a una Santa, Marta, che si la-mentava con la sorella Maria; ha raccontato una parabola, quella famosa del signorot-to che aveva lavorato tutta una vita ma non si era accorto degli altri.Anche ai suoi discepoli, di ritorno da un viaggio, comanda di "mettersi in disparte e diriposare un poco" (neanche a farlo apposta, questi episodi vengono presentati dai treevangeli sinottici nel periodo estivo).Tutto questo per augurare una BUONA ESTATE, un BUON RIPOSO, unaVERA RI-CREAZIONE: ne abbiamo bisogno tutti, sia sotto l'aspetto fisico che psichi-co. Lo stress dicono che sia la malattia pi diffusa in questo tempo e purtroppo sia an-che la causa di diverse disgrazie.Buona estate e buone vacanze, carissimi: un riconoscere i nostri limiti, anche unfarci carico delle nostre responsabilit oltre che apprezzare tutto il bene e il bello chec' attorno, da quello umano a quello artistico e naturale.

  • S. Vittore martireL'8 maggio abbiamo ricordato uno dei nostri Patroni: S. Vittore. Crediamo di farecosa utile e gradita pubblicando la sua breve e intensa biografia. Leggendola, tutti(vecchi e nuovi ronaghesi) possiamo far tesoro dell'eroica testimonianza di questomartire, sentendolo veramente patrono e intercessore nella vita di tutti i giorni.

    an Vittore il Moro (attributo che indicail colore bruno della pelle degli Africa-

    ni e significa "mauro", cio nativo dellaMaureta-nia, un'antica regione dell'Africacorrispondente alla zona dell'odierno Ma-rocco) era soldato ai tempi di Massimiano,imperatore d'occidente, e si trovava a Mi-lano. Proprio Massimiano diede inizio auna delle ultime persecuzioni prima che,nel 313, sempre a Milano, Costantino pro-mulgasse il famoso editto che riconoscevaai cristiani completa libert di culto. Il gio-vane Vittore aveva sempre seguito fedel-mente il suo imperatore, ma ancor pi fe-delmente seguiva gli insegnamenti diGes. Sottoposto ad interrogatorio, con-fess la sua fede, riaffermando al tempo

    S stesso la fedelt all'imperatore per tuttoci che riguardava la sua vita civile e la di-sciplina militare. Anche minacciato di tor-tura, tenne fede al suo impegno e nellemani di feroci persecutori mantenne un at-teggiamento chiaro e lineare, pur subendoi pi duri tormenti. Fustigato e bastonato,fu infine ricoperto di rovente piombo fuso;sopravvissuto a questi duri supplizi, vennedecapitato nell'anno 303.Vittore il Moro diventato presto uno deisanti pi popolari e venerati di Milano;sant'Ambrogio scriveva che Vittore erauno dei principali patroni della citt e sanGregorio di Tours riporta molti miracoli chesono avvenuti presso la tomba del martiremauretano..........

    LA MESSA NELLE FRAZIONIl mese di maggio si svolto semplicemente e bene, con la S. Messa nelle frazioni, acoronamento della benedizione delle famiglie di Via Ambrosoli e di Via Serafino.I

    Molto efficace stato il commento di Don Eugenio durante la messa conclusiva allagrotta del campo sportivo. Si chiedeva cio se fossimo stati noi ad accompagnare laMadonna nelle varie frazioni di Ronago, oppure se l'avessimo inseguita. Accompagna-re e inseguire hanno significati ben diversi ma, per quanto riguarda il nostro rapportocon Maria, vanno benissimo entrambi. Infatti, Lei c'era a Ronaghino - nella corte vec-chia, in via Serafino, presso la famiglia Vanotti, alla Fornace, antico "cuore" della Val-mulini. Tre incontri suggestivi e belli, per la cura con cui sono stati preparati dagli abi-tanti della zona, per la presenza di tanti bambini, per il cielo minaccioso o per la tiepidasera di maggio. Maria c'era, e noi l'abbiamo nel contempo accompagnata ed inseguita.Accompagnata come suoi figli, per dimostrarle il nostro affetto e la nostra devozione.Inseguita per invocarla, ringraziarla, affidarle le nostre angustie. bello ritrovarsi ac-canto e attorno a Lei, che non smette mai di insegnarci silenziosamente la strada cheporta a Ges.

    Anna B.4

  • Don Costantino per noi:una rotta da seguire

    uando Dio si fa particolarmente pre-sente in mezzo a noi, dovremmo

    accorgercene subito. Ma ogni volta arri-viamo a scoprire che Lui a batterci sultempo. Noi capiamo sempre "dopo" an-che se - nel cuore - i sentimenti ci sonogi.

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    Cos stato con Don Costantino Stefa-netti, nostro compaesano, Sacerdote,Monsignore, Direttore Nazionaledell'Apostolato del Mare e dell'Ufficiodella Pastorale di "Migrantes", la Fonda-zione della CEI.Da sempre eravamo abituati a vederlocome uno di noi e come lui del resto pre-feriva: semplicemente Don Costantino.Quando gli imbarchi e gli impegni glieloconsentivano, tornava a Ronago per ac-compagnare e condividere le celebrazio-ni della festa della nostra Madonna, o inqualche occasione speciale, come il 25di sacerdozio di P. Giuseppe Ambrosoli(1980) o l'avvicendarsi dei parroci.Proprio l'anno scorso gli abbiamo ricam-biato la visita a Genova, con il pellegri-naggio parrocchiale, constatando unavolta di pi che - grazie al suo sorriso -l'atmosfera di famiglia non cambiava, nsui nostri colli di frontiera, n in riva almare.Lui arrivava discreto ed era di nuovo qui,come un vecchio amico: sereno e affabi-le, tanto imponente nell'aspetto quanto

    schivo nell'animo, compagno ed "inviato"di tutta la Comunit.Parlava poco di s e del suo operato: siinteressava piuttosto di noi e delle nostrefamiglie. Sapevamo che era cappellanosulle navi, senza aver per capito fino infondo che lui di fatto era un "missionariogalleggiante". Quante persone, di qualirazze, nazionalit, culture e religioni avrconosciuto, avvicinato, aiutato?E come mai alcuni di loro, trovandosianni dopo in Italia, non hanno esitato aprendere treni e bus, venire fino a Rona-go e chiedere dove abitassero i suoi pa-renti per poterli salutare e ringraziare?E cos come ci ha raccontato il Rappre-sentante della Diocesi di Genova duran-te il funerale, che cosa ha spinto l'autistadi un TIR a fermarsi in mezzo alla strada"solo" per chiedere sue notizie, sapendoche era malato?E per quali motivi l'Universit di NewYork gli ha conferito una laurea HonorisCausa nel settembre 2001, laurea "sco-perta" solo in seguito dai parenti ignarifra le sue carte a Genova?E perch ci veniva cos spontaneo voler-gli bene?Semplicemente per quello che egli era. Ilsuo messaggio sta tutto in quel modo diessere e di donare: pur carico di respon-sabilit pastorali, umane e anche ammi-nistrative, riusciva a non farlo notare,

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  • Don Costantino per noi: una rotta da seguire

    a non farlo pesare, per essere fratello eprossimo di tutti.La via che egli ci indica perci sempli-ce e solenne - come lui - quando siamoandati a rendergli omaggio. Sull'abito daMonsignore (che qui non gli avevamomai visto indossare) spiccava la sua sto-la bianca, con un simbolo e una scritta:"Apostolatus Maris". Una stola e unascritta in cui racchiusa tutta una vita,dentro la vita di moltissime persone edelle loro famiglie. Gente che lavora lon-tano da casa, con tutto il disagio e i pro-blemi che ne derivano. Gente che maga-ri viaggia per diletto, ma che a voltedeve fare i conti con ben altre solitudini emiserie. E lui era l, pronto ad ascoltare,comprendere e sostenere tutti quanti.Il mare grande e oggi pi che mai sap-piamo come ci possa interpellare perso-

    nalmente, giungendo a lambire anche lanostra vita quotidiana di famiglia - di pic-colo paese - di mondo globale, ambitoapprodo di tanti profughi e migranti. Staquindi anche a noi, nel nostro piccolo,essere scialuppe e fari, come Don Co-stantino.E come stato per lui, pu essere cheall'orizzonte, fra le onde, appaia - repen-tina e ineluttabile - la croce.Ma, avendolo visto portare la Speranzae la Croce, sappiamo che ora dal CieloDon Costantino continuer a proteggerei marittimi, gli aeroportuali, i suoi confra-telli e che, insieme a tutti i nostri parrocie religiosi defunti, sar anche custodeperenne della nostra Comunit.

    La Comunit Parrocchiale

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  • una quaresimaspeciale

    Gli appuntamenti quaresimali di quest'anno sono stati molteplici e molto intensi. Nevogliamo quindi fare un breve riepilogo per far s che ritornino nella mente e nelcuore, risvegliando i propositi che ci hanno suscitato.

    n po' come quel bellissimo vassoio difrumento bianco (tutti l'abbiamo visto

    appoggiato alla balaustra) preparato da Eli-sa e Antonio Provenzano secondo una anti-ca tradizione della Calabria: i semi di fru-mento vengono messi su un fondo di coto-ne o di stoppa e poi riposti in un luogo buio,avendo cura di bagnarli periodicamente..Non ricevendo luce per circa 15-20 giorni, lepianticelle crescono di colore bianco e soloa Pasqua giunge anche per loro il momentodi uscire al sole, che le far diventare primaverdi e poi bionde spighe cariche di chicchi.

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    Anche per noi dunque la Quaresima il pe-riodo della riflessione e della penitenza, perpoter poi portare frutti di resurrezione.La Catechesi degli adultiSi svolta in cinque serate (una per setti-mana) con il sottofondo di un tema unico"Eucaristia: al centro della vita, fonte dellaMissione" affidato a cinque autorevoli rap-presentanti della realt laica e religiosa del-la nostra zona.Il primo incontro stato guidato dal "nostro"Dr. Enrico Rezzonico ed era articolatosull'essere famiglia, cellula civile con i suoidoveri ma anche con i suoi diritti, e cellulaecclesiale in cui - vivendo i valori della fede- si trasmette ai figli il messaggio evangeli-co.Prendendo spunto dall'Enciclica "FamiliarisConsortio" Enrico ci ha fatto camminare finoalle pi recenti esortazioni di Papa GiovanniPaolo II: "Famiglia, diventa ci che sei" e"Famiglia, credi in ci che sei". Non per tra-sformarci in nuclei chiusi e privilegiati ma, alcontrario, per essere veramente la prima

    porta che si spalanca verso il coniuge, ver-so i figli e verso tutta la societ vivendo e te-stimoniando il Vangelo, come pane vivo chequotidianamente spezziamo sulla tavola delnostro esistere.Il secondo incontro, reso suggestivo dal fil-mato che ci stato proiettato, stato con-dotto dal Dr. Piero Tettamanti, Presidentedel Centro di Aiuto alla Vita di Como.Le sue parole, seguite alla visione del filma-to che presentava testimonianze positive enegative di fronte alla "tentazione legale"dell'aborto, ci hanno testualmente indicatoche dobbiamo imparare a "chinarci" di fron-te alla vita - per contemplare e ringraziare -sia essa quella della natura, sia soprattuttoquella di un nuovo figlio della famiglia uma-na, o di un anziano, di un ammalato, di undisabile che fa fatica a viverla da solo. Il ver-bo "chinarsi" simboleggia molto benel'atteggiamento del vero cristiano che, se-guendo l'insegnamento di Ges trova,nell'andare incontro al prossimo, il senso elo scopo della propria vita.Al terzo appuntamento abbiamo trovato Ro-berto Bernasconi, diacono permanentedella nostra Diocesi. Dopo averci spiegato imotivi ed il cammino della sua scelta, si soffermato sulle attivit che un diacono(sposato e padre di famiglia) svolge nel suopaese o nel suo quartiere per condividere esostenere l'opera dei parroci . Nella sua ve-ste egli viene a contatto con drammi e diffi-colt individuali e familiari, cercando quindidi portare aiuto concreto, sia con le paroleche con i fatti. Gran parte del suo ministero- che coadiuva anche diverse attivit pasto-rali dei sacerdoti

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  • una quaresima speciale- comunque incentrata sulla carit checrea contatti, scopre i problemi e che, condelicatezza, ne cerca e le attua le soluzioni.Quarto incontro con l'unica donna relatrice:la Prof.ssa Gemma Tavasci, membro delCoordinamento Comasco per la Pace. Ab-binando magistralmente le sue vocazioni diinsegnante e di persona impegnata per lacostruzione di un mondo migliore, Gemmaha compiuto una carrellata sui tanti modi incui anche noi, nel nostro piccolo, possiamoessere costruttori di giustizia e di pace. Conl'atteggiamento e con l'esempio, innanzitut-to, ma anche con scelte di vita coerenti chedimostrino l'attenzione verso i pi poveri, lasobriet che condivide, la giustizia econo-mica e sociale che attenua il divario fra ilNord e il Sud del mondo, la pace che esclu-de le armi, il dialogo che avvicina i popoli. tuttavia necessario comunicare e scambiar-si le proprie esperienze, diffondere gesti eparole di pace, per poter crescere insiemeagli altri e conseguentemente far crescerela qualit del sostegno che tutti insiemepossiamo portare.L'ultima sera abbiamo ascoltato Don Mau-ro Giordano, docente di Sacra Scritturapresso il Seminario di Como. Il suo inter-vento era una preparazione alla SettimanaSanta. Ha semplicemente aperto e fattoleggere ad alta voce il Vangelo del GiovedSanto: l'ultima cena e l'orto dei Getsemani,spiegandoci con parole vive ed anche unpo' "nuove" l'umanit e la divinit di Ges difronte alla prova e al dono estremo. A voltea noi sembra scontato che Dio ce la facciasempre e non pensiamo che anch'egli -come noi - possa aver avuto i suoi dubbi,smarrimenti e angosce prima di mettersipienamente nelle mani del Padre. Il com-mento appassionato di Don Mauro ci hacome trasportati nel Cenacolo e nell'Orto,facendoci riflettere come se fossimo stati lpresenti a guardare Ges, a comprendernei gesti, ad ascoltarne le parole, a condivi-derne la paura e a coglierne la forza. Il tem-

    po trascorso troppo veloce e non siamoriusciti a seguire Ges al processo e sulCalvario, ma lo stile di questa meditazioneci ha comunque offerto una chiave nuovaper accostarci al Triduo Pasquale.Per i pi piccoliAnche la Quaresima dei piccoli ha segnatouna tappa importante. Nel cuore della Setti-mana Santa e precisamente mercoled 26marzo, la nostra chiesa ha ospitato unospecialissimo teatro di marionette.Nato dall'entusiasmo di Mario e dalla colla-borazione di sua moglie Linda (residenti aComo e genitori di cinque figli) il teatrino dei"Pigliapupazzi" gi positivamente noto aRonago, si esibito mettendo in scena ilbrano di Vangelo in cui Marco, allora bam-bino, ha vissuto il momento dell'arresto diGes nell'orto degli Ulivi, fino alla sua Re-surrezione. La passione vista dunque congli occhi di un bambino-evangelista e di unevangelista-bambino, per i nostri bambini.Ce n'erano tanti, con genitori e nonni, daipiccolissimi ai pi grandicelli, ma tutti attentied affascinati da quei pupazzi che si muo-vevano e parlavano sul palco. Commoventee spontaneo Marco, molto reale anche lasua mamma: laboriosa, severa, comprensi-va ed apprensiva, piena di premure e rac-comandazioni. Un po' "acciaccato" l'Angelodella Resurrezione ( ma, considerate lequasi duemila primavere....). E ... soprattut-to un Ges, che non abbiamo visto ma cheera pi che mai presente fuori campo: ecio nel cuore di chi ha lavorato e nel cuoredi chi ha visto questo bellissimo Vangeloanimato. Nel cuore dei bambini che - nesiamo certi - da grandi se ne ricorderanno.La Via Crucis dei giovaniI giovani potevano mancare? Certamenteno! La "loro" Via Crucis itinerante ormaidiventata una bellissima tradizione ed unimportante appuntamento per tutti coloroche desiderano prepararsi bene alla

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  • una quaresima speciale

    Pasqua. La sera del Venerd Santo, 29marzo, prendendo in prestito le splendideriflessioni della Via Crucis del Giubileo deiGiovani 2000 a Roma, tutti insieme e moltonumerosi abbiamo ripercorso alcune tappedella vita di Ges, leggendo il corrispon-dente brano del Vangelo, (ricostruito condei semplici simboli nelle varie soste delpercorso lungo le vie del paese), meditan-dolo alla luce delle tante realt che ognigiorno anche noi incontriamo in noi stessie nel prossimo ed assumendo anche degliimpegni concreti da realizzare. Fino ad ar-rivare alla Croce, che ci aspettava in piaz-za e davanti alla quale seguendo l'esempioe il bellissimo invito di Don Eugenio - tuttici siamo inginocchiati prima di entrare inchiesa. Una Via Crucis molto significativaed efficace per affiancare la parola di Dioal nostro vissuto di ogni giorno e per allar-gare gli orizzonti del cuore verso i problemie le sofferenze di tutta l'umanit.

    E per gli anziani?A dire la verit essi sono gi una catechesivivente, da cui tutti, adulti, ragazzi e bam-bini abbiamo da imparare.Sono i pilastri della Comunit che, malgra-do gli anni e gli acciacchi, ci bagnano vera-mente il naso. A loro ha pensato Don Eu-genio, riservando un'oretta la domenicapomeriggio per degli incontri di catechismo(peraltro assai frequentati e animati) desti-nati a spiegare gli orientamenti della Chie-sa e anche (perch no?) a raccogliere do-mande e testimonianze sulla loro esperien-za di fede. Una fede che, pur ancorata adantichi schemi e precetti, pi che maiviva e partecipe, anche perch ha saputoadeguarsi alle innovazioni del Conciliosenza nulla perdere di quei valori che sonostati il prezioso bagaglio dell'infanzia e del-la giovinezza. E di tutta la vita.

    Anna B.

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  • il punto su...a quasi un anno fa bella mostra di s, sullapiazza della Chiesa , il cassonetto giallo per

    la raccolta di indumenti, posizionato dalla CaritasDiocesana e che viene ormai effettuata in molticomuni o parrocchie della Diocesi e ha comescopo quello di recuperare ci che noi scartiamoin un'ottica di riutilizzo delle risorse, offrendocontemporaneamente uno sbocco lavorativo apersone in difficolt. lo sforzo di passare dauna carit puramente assistenziale, ad una cari-t rivolta ad un'autentica promozione della digni-t della persona, che passa anche dalla possibi-lit di poter svolgere un lavoro regolarmente re-tribuito.

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    Per questo il prelievo degli indumenti dai casso-netti stato affidato alla cooperativa sociale " LaVilletta" di Lomazzo e costituita qualche anno fada una famiglia che, aprendosi all'accoglienza,offre ospitalit nella propria casa e nella propriavita a persone in difficolt e che, attraverso que-sto ed altri servizi, offre anche opportunit di la-voro a chi si avvicina loro per un aiuto.Il materiale raccolto viene poi consegnato aduna ditta di Prato, attiva in questo settore che lorivende, secondo la normativa vigente, ad unaditta in Tunisia, dove 300 persone lo recuperanoo lo trasformano per immetterlo sui mercatidell'usato del Terzo mondo, evitando quindi chetanti debbano emigrare in un paese straniero perpoter mantenere la propria famiglia. Primadell'invio in Tunisia, per, la ditta di Prato provve-de ad una selezione, per inviare al macero ciche davvero non potr servire pi a nulla, men-tre una quantit sufficiente di sacchi viene con-segnata dalla cooperativa "La Villetta" presso ilmagazzino della Caritas, dove un gruppo di don-ne seleziona e prepara gli indumenti che servo-no ai vari "guardaroba dei poveri" che sonoaperti sul territorio, per uomini, donne e bambini,cos che non siano mai senza indumenti da distri-buire alle tante persone che ne hanno bisogno.Alla Caritas inoltre corrisposta una percentua-le, in base alla quantit di vestiti prelevati, cheviene poi utilizzata per i vari servizi a favore deipoveri.Da un piccolo gesto iniziale come l'inserire un

    sacchetto, nasce quindi una grande catena disolidariet....Su questa linea la Caritas ha voluto anche ri-strutturare il servizio di raccolta e distribuzionemobili e suppellettili da cucina cos da garantire,anche attraverso di esso altri posti di lavoro perpersone in difficolt e che, per il tipo di proble-matiche che portano con s, il mercato del lavo-ro tradizionale non accoglie. Per questo il servi-zio stato affidato alla cooperativa sociale "Dimano in mano", nata dall'associazione di fami-glie creata dai coniugi Volpi e ormai diffusa intutta la Lombardia. Sono famiglie che vivono incomunit e che al loro interno accolgono perso-ne in difficolt e che, anche nella zona di Como,stanno cercando di aprire una comunit e perquesto un gruppo di famiglie del nostro territoriosta compiendo il cammino di preparazione. Duecapifamiglia hanno perci lasciato il loro lavoro,per gestire il servizio e cominciare cos questaesperienza, attraverso il quale vari ragazzi han-no potuto essere inseriti eseguiti in un'attivit la-vorativa.Le cifre che chiedono per gli eventuali sgomberio traslochi che sono chiamati a fare, servonoquindi per garantire uno stipendio dignitoso allepersone in difficolt che vi lavorano, garantendocontemporaneamente la possibilit a chi poi pre-lever i mobili dal magazzino, di poterli averecorrispondendo un modesto contributo economi-co, spesso richiesto solo a scopo educativo.Un'occasione, quindi, di trasformare una pur si-gnificativa opera di volontariato, in un reale per-corso di reinserimento per persone che altrimentinon avrebbero altre possibilit di accoglienza edi lavoro.Anche cos, possiamo contribuire a costruirequella societ pi attenta ai deboli e agli ultimiche tutti auspichiamo... a volte basta solo un pic-colo gesto!Per chi volesse usufruire del servizio il numeroda chiamare 1780-304330, oppure si possonoportare direttamente i mobili e tutto ci che servein cucina, presso il magazzino situato ad Albatein Via Canturina,190 (presso la ditta FREY).

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  • Dopo la prima faseXI SINODOSi appena conclusa la prima fase di preparazione al Sinodo Diocesano, convoca-to dal nostro Vescovo al fine di prendere in esame la pastorale locale, nel suo in-sieme o in alcuni aspetti rilevanti, e stabilire orientamenti e norme comuni. Questafase stata chiamata consultazione previa, in quanto si tratta di una premessaall'avvio del cammino che porter la nostra diocesi, con l'aiuto di Dio, al Sinodo. At-traverso alcune domande, ogni parrocchia stata chiamata ad interrogarsi sullaqualit della sua vita cristiana e sulla disponibilit a rinnovarsi come comunit, maanche a fornire al Vescovo alcune indicazioni per poter scegliere al meglio le pro-

    spettive e gli argomen-ti del Sinodo.Riportiamo qui di se-guito le domande po-ste e le risposte che ilnostro Consiglio Pa-storale Parrocchialeha elaborato; si trattadi una verifica e, cometale, ha permesso diesprimere tanto gliaspetti positivi quantole difficolt che, comecomunit, abbiamo in-contrato nel nostrocammino.

    1) ESSERE CHIESA"Da questo tutti sapranno che siete mieidiscepoli, se avrete amore gli uni per glialtri" (Gv, 13, 35)"Fare della chiesa la casa e la scuoladella comunione: impegno prioritario, sevogliamo essere fedeli al disegno di Dioe rispondere anche alle attese del mon-do" (Novo Millennio Ineunte, 43)Come la nostra comunit, nel rapportocon Dio e tra noi, rende visibile questovolto di chiesa? In quali aspetti, in con-creto, lo esprime? In quali altri aspetti,invece, se ne allontana?E perch?

    La Messa domenicale uno dei momen-ti di maggior "visibilit" della comunioneall'interno della nostra parrocchia. Sipunta sul coinvolgimento di tutte le per-sone, dai ragazzi agli anziani, nell'ani-mazione della liturgia e se ne sottolinea-no alcuni aspetti, soprattutto nei periodiforti dell'anno liturgico. Si cerca di viverela comunione anche con i malati che sitrovano in ospedale, che la domenicavengono visitati da alcune persone anome della comunit. Il fare comunione sentito anche a livello personale, attra-verso la testimonianza della propria fedenella quotidianit, nell'accoglienza e neldialogo con le persone che incontriamo.

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    A livello comunitario questa testimonianza di-venta pi difficoltosa; a questo proposito, ab-biamo individuato alcuni aspetti da vivere conmaggiore attenzione quali: la conoscenza piapprofondita fra i membri della comunit;creare maggiore comunicazione fra i vari set-tori della parrocchia, individuando un cammi-no con medesimi obiettivi concreti; calaremaggiormente la vita nella liturgia, in modoche l'Eucaristia domenicale sia sempre pi le-gata alla realt e alla vita delle singole perso-ne, delle famiglie, del mondo intero; potenzia-re il C.P.P. come luogo di comunione e comu-nicazione.2) NEL MONDOCome cristiani, oggi, siamo provocati a "ren-dere ragione della nostra speranza" (1 Pietro3,15) in un quadro di mentalit e costumispesso lontani dal Vangelo, proprio su que-stioni essenziali della esistenza umana.Quali reazioni nascono in noi di fronte alleprovocazioni che ci vengono dalla so-ciet? Ci sforziamo di giudicare la realtsecondo i criteri del Vangelo?Quali espressioni della tradizione cristianasono ancora apprezzate e vissute intornoa noi? Quali tendenze e modelli di vita, in-vece, destano maggiori preoccupazioneed esigono oggi una particolare vigilanza?Per poter "giudicare la realt secondo i criteridel Vangelo" necessario innanzitutto cono-scerla, quindi individuarne potenzialit e pro-blematiche per poi interrogarsi sul modo dirapportarci ad essa come comunit cristiana.Si sottolinea spesso l'importanza di testimo-niare apertura e accoglienza, valori che sonovissuti per soprattutto a livello individuale.Come comunit spesso fatichiamo a confron-tarci in termini progettuali sui "temi essenzialidell'esistenza umana", talvolta anche all'inter-no del C.P.P. questo un aspetto da migliora-re, per poterci porre in modo propositivo ri-spetto ad alcune problematiche emergenti(educazione alla fede, ruolo educativo della

    famiglia, rapporti con il mondo giovanile...),sostenendo e qualificando il lavoro di quellestrutture che, all'interno della parrocchia, gisono a contatto con queste realt (es.: l'orato-rio, che ha un'attivit continuativa durantel'anno e un'attenzione costante ai ragazzi eche pu diventare un valido luogo di aggrega-zione giovanile; catechesi dei ragazzi e deigiovani, che sebbene siano cammini consoli-dati hanno sempre bisogno di essere rinnova-ti e adeguati alle esigenze e alle situazioni...).3) QUALE PRIMO PASSOPER UNA "NUOVA MISSIONARIETA"Nel guardare al futuro, spesso siamo tentatidalla paura di affrontare tempi ignoti che, dauna parte, aprono varchi alla speranza;dall'altra, sembrano sempre pi aridi ed estra-nei al Signore. Eppure il Papa ci esorta a una"nuova missionariet... a un nuovo slancioapostolico che sia vissuto dalle comunit edai gruppi cristiani" (Novo Millennio Ineunte,40).Con quali scelte e su quali percorsi te no-stre comunit possono incominciare, o ri-prendere, un nuovo slancio nella vita cri-stiana? Di quali risorse o strumenti pos-siamo gi disporre?In diverse occasioni ci siamo confrontati conla necessit di coinvolgere con costanza epazienza le famiglie, soprattutto quelle giova-ni, nella vita parrocchiale. La famiglia rivesteun ruolo fondamentale nell'educazione allafede. I catechisti sentono forte l'esigenza diimpostare un cammino costante di formazio-ne dei genitori, che dovrebbero essere i primieducatori alla fede e che invece spesso dele-gano questo ruolo alla parrocchia. Il coinvolgi-mento delle famiglie deve anche tradursi inattenzione e vicinanza alle situazioni di disa-gio, a supporto del loro compito educativo,non solo a livello di fede. Le risorse e gli stru-menti in parte esistono gi, ma come

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  • XI Sinodo

    comunit dovremmo imparare ad apprezzarlimaggiormente, per evitare di chiuderci nel no-stro piccolo. Una piccola parrocchia come lanostra non pu essere autosufficiente; do-vremmo essere pi attenti e partecipare alleiniziative zonali, che ci possono essere di aiu-to, oltre che di stimolo. Un'altra risorsa da va-lorizzare quella del ruolo dei laici all'internodella pastorale e nella partecipazione corre-sponsabile nelle scelte della comunit, ancoramolto delegate al clero. fondamentale an-che l'ambito della formazione, ma ci sembrache una revisione della catechesi non possaprescindere da una riflessione pi ampia a li-vello di chiesa, in un ripensamento generalerispetto alla preparazione e all'ammissione aisacramenti.4) UNA TESTIMONIANZA DA RACCONTA-RENelle comunit descritte negli Atti degli Apo-stoli ci si poneva in ascolto dello Spirito, met-tendo in comune le meraviglie da Lui operate.Fu cos anche per il primo "sinodo" di Gerusa-lemme.Raccontiamo in breve una esperienza ouna iniziativa pastorale, vissute recente-mente dalla nostra comunit, che su ri-velata particolarmente valida per l'annun-cio e la testimonianza del Vangelo.Vorremmo citare tre esperienze:I centri di ascolto vissuti qualche anno fa du-rante il mese di maggio, improntati sugli Attidegli Apostoli. I diversi gruppi si incontravanocontemporaneamente, quindi per la prima vol-ta abbiamo sperimentato la catechesi senzala presenza del parroco, che ha potuto parte-cipare solo ad un incontro per ogni zona.Questo ha comportato sicuramente qualchedifficolt, ma ha anche favorito la condivisioneed il confronto fra i partecipanti, chiamati a ri-flettere sull'esperienza di vita cristiana, comesingoli e come comunit.Le iniziative di carit, anche a livello formati-

    vo, portate avanti in questi ultimi anni: alcunemostre, la raccolta di firme in occasione di al-cune petizioni, il locale di accoglienza parroc-chiale, la vendita di prodotti equo-solidali, leadozioni a distanza, il fondo di solidariet par-rocchiale che raccoglie offerte e prestiti senzail pagamento di interessi e concede anticipa-zioni, anch'esse gratuite, a persone e famigliecon difficolt economiche.La recente catechesi quaresimale durante laquale siamo stati aiutati a riflettere su temicome la famiglia, l'accoglienza e l'aperturaalla vita, la condivisione e l'impegno per unacomunit pi viva ed un mondo pi giusto...per saper mettere sempre l'Eucaristia al cen-tro della nostra vita.5) ATTESE SUL SINODOChe cosa suggerite per la preparazione ela realizzazione del Sinodo? Quali temi, oprospettive, vorreste che fossero prese inconsiderazione?Sentiamo forte la necessit di nuovi percorsidi formazione, sia per gli adulti, che spesso osono indifferenti alla vita cristiana oppure, purfrequentando, non sentono la necessit dellacatechesi, sia per i giovani. I percorsi di pa-storale giovanile, forse troppo ideali e poco in-carnati nella realt quotidiana dei giovani, do-vrebbero a nostro avviso prevedere delle pro-poste concrete di servizio, perch la formazio-ne si pu ottenere anche partendo daun'esperienza. Riteniamo inoltre importanteuna riflessione sui temi di fronte ai quali sia-mo chiamati a rendere la nostra testimonian-za da cristiani, come quello della pace, dellagiustizia, delle vecchie e nuove povert,dell'immigrazione e del sociale, affinch il Si-nodo possa arrivare a mettere a disposizionedelle comunit indicazioni concrete per riusci-re ad incidere nella realt come chiesa, par-tendo dal Vangelo.

    Il Consiglio Pastorale Parrocchiale13

  • Bentornata!opo ben quattro anni, l'Africa ci ha riportato un velo bianco, fra i banchidella chiesa e nei paraggi del "Foia". Un velo comboniano, che ci rende

    orgogliosi, che ci fa compagnia e che rimarr con noi fino al prossimo set-tembre. Sotto, c' lo sguardo luminoso e sereno di SUOR AMELIADe nel dirle il nostro pi sentito BENTORNATA!ci auguriamo di poter veramente essere per lei una "boccata" d'aria di fami-glia, di calore umano, di sostegno, di affetto, di preghiera, di giusto e merita-to ristoro nel paese natio.Quando sar il momento di tornare in Africa, sono anche queste le cose cheSuor Amelia metter in valigia, mentre da parte nostra dovremo cercare difar tesoro di tutto quello che lei ci porta, con l'esempio e con il sorriso.

    La Comunit Parrocchiale

    TESTIMONE E MAESTROLeggendo il foglio informativo (n. 2) della Causa di Canonizzazione di PadreGiuseppe Ambrosoli, ci siamo soffermati su queste parole del padre postu-lato-re Arnaldo Baritussio: Un ulteriore aspetto sento ancora di dover pro-porre all'attenzione dei lettori, nonostante ci possa sembrare banale. Chi si maggiormente distinto nel sostenere le spese che la Causa comporta stato P. Egidio Tocalli assieme ai suoi amici. Certamente significativo chetale interesse sia stato manifestato da chi opera in continuit con il lascito diP. Giuseppe. Tuttavia tale partecipazione dovrebbe significativamente allar-garsi a tutti coloro a cui sta a cuore l'avanzamento della Causa stessa. In talsenso la Diocesi di Como, abbuonando alla Postulazione la totalit dellespese inerenti alle ricerche e alla catalogazione dei documenti, si distintaper un gesto di non indifferente valenza economica. Spero che questoesempio possa essere seguito dai molti amici di P. Giuseppe, che so parti-colarmente impegnati sul fronte della missione, e dalla Parrocchia di Rona-go, sempre presente nei momenti celebrativi di questo illustre suo figlio".

    Alla luce di questo invito, il GAM ha devoluto 500 euro per sostenere la Cau-sa di Beatificazione, inviando l'importo al ccp 83961003 dei padri combonia-ni.

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  • terza parteRonago in AfricaProseguono, come promesso, le puntate di Ronago in Africa, ancheperch la "materia prima" non manca, grazie alle persone che hannovissuto questa esperienza e che hanno voluto condividerla con tutti noi.Pubblichiamo in questo numero la seconda testimonianza di MarcoRiggi e quella di Erminia Grisoni

    opo l'esperienza del 2000 in Costad'Avorio, ho conosciuto Davide Franzi:

    un giovane di Vedano Olona che ha vissutoparecchie esperienze di volontariato in Africa.Dapprima alla sequela di Don Vittorione edattualmente con il gruppo "Vivere l'Africa", dicui vi accenner pi avanti.

    DDavide ha scritto un bellissimo libro in cui tra-smette con estrema freschezza la sua testi-monianza. Esperienze che hanno riempito lasua vita di ragazzo "viziato" facendogli trovareproprio tutto se, come si desume dal titolo dellibro, l'unica cosa di cui sente la mancanzasono i fumetti di Topolino.Cominciai a frequentare il gruppo di Davide escatur cos l'intento di partire per il Nord-Uganda, con il progetto di aiutare a costruireun centro destinato alla socializzazione eall'incontro dei giovani locali con i numerosicoetanei profughi dal Sudan.L'idea di questo centro nata dalla Diocesi lo-cale ed il nostro gruppo ha contribuito a finan-ziarlo a distanza, tramite le conferenze di Da-vide, i banchi-vendita, le mostre fotografichee... chi pi ne ha, pi ne metta.Siamo partiti in sei, lo scorso mese di agosto,per approdare alla missione comboniana diKochoa, dove ci hanno calorosamente accol-to Padre Gianni e Fratel Mario.Da l ci hanno poi accompagnati ad ADJUMA-NI, sede del centro in costruzione. La nostraesperienza - durata tre settimane - stata pa-rimenti intensa ma anche molto diversa daquella trascorsa in Costa d'Avorio. Qui aveva-mo un compito diretto sul cantiere, dandocida fare come muratori, manovali, carrozzieri,imbianchini, fabbricanti di mattoni e condivi-devamo la giornata di lavoro con gli uominiMadi (la trib del luogo).Oltre al contatto umano della vita di cantiere(pur con orari e metodi tipicamente africani)

    abbiamo avuto la possibilit di seguire i mis-sionari nelle loro attivit quotidiane nei campiprofughi. Quindi, un impegno "concreto" edun incontro "ravvicinato" che ci hanno moltocolpiti, facendoci toccare con mano drammi emiserie di un popolo stremato dalla povert edalla guerriglia.Il proposito quello di continuare. Il nostrogruppo ha la sede legale a Piacenza, mentrele sedi operative sono a Varese, Brescia, Trie-ste, Roma e Napoli.Un particolare "ugando-ronaghese": in Ugan-da diverse persone ci chiedevano la nostraprovenienza. Roma, Varese, Napoli e Rona-go. Non ho avuto bisogno di spiegare dovefosse Ronago. A loro era gi ben noto, sinoni-mo di Father Joseph Ambrosoli!Seppure con orme meno totali e meno sante, bello che qualcuno di noi ripercorra i suoipassi, almeno per un piccolo tratto di strada.

    Marco R..........9 Luglio - 16 Agosto 2001.... sono questele date di arrivo e di partenza per e da un

    mondo lontano e cos diverso dal nostro, inun paese che sulla cartina geografica quasinon si vede: il Rwanda , che nel 1994 balzalla cronaca per un violento genocidio chefece circa 800.000 morti in soli quindici giorni,ma che molti di noi hanno forse gi dimentica-to.

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    Dopo l'emozione e la gara di solidariet delmomento, ormai questa orribile tragedia stata gi ricondotta negli angoli pi bui dellanostra mente, forse perch abbiamo decisoche, come troppe volte accade, non ci riguar-da. In fondo che cosa abbiamo a che fare noi,con gli Hutu o i Tutsi?

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  • Ronago in AfricaSono problemi loro... C' per chi non si dimenti-ca e io ho avuto la fortuna di conoscere, nel bre-ve periodo della mia permanenza, tante personeche ancora oggi in quella terra non vogliono enon possono dimenticare, per evitare che si ripe-ta di nuovo e per costruire insieme un futuro mi-gliore per tutti. Tramite una piccola ONG mi sonorecata l, semplicemente per conoscere e valuta-re se alcuni progetti che la stessa sta portandoavanti possono essere sostenibili ed eventual-mente finanziabili.Ed proprio cos che ho avuto modo di avvicina-re un mondo fatto di persone che, pur con negliocchi e nel cuore una grande sofferenza, hannoancora voglia di credere e di lottare.Laici, suore, sacerdoti, che in modi diversi (per-ch i bisogni sono tanti), lavorano nel silenzioperch la riconciliazione e il perdono siano dav-vero una conquista. E se per chi viene da unpaese europeo difficile lottare per questo, hoprovato davvero grande stupore e ammirazionenel vedere che chi ha perso familiari o amici oggi in grado, seppur timidamente, di pronuncia-re parole di perdono. Forse questo ci che pimi rimasto impresso nel cuore: la fede di tantagente che crede davvero che un mondo diversosar possibile, pur nella consapevolezza delledifficolt che dovranno affrontare. E fin da subitotutto ci mi stato chiaro, quando sono arrivatanella parrocchia che ci ha ospitati e in cui due sa-cerdoti vivono in comunit pur essendo uno di et-nia Hutu e l'altro di etnia Tutsi, cos come moltidei loro parrocchiani. Mugombwa , infatti unaparrocchia di circa 80.000 abitanti, al confine conil Burundi, dove la gente vive in un'estrema, sep-pur dignitosa, povert. Essendo una parrocchiadi campagna, ognuno cerca di sopravvivere conci che un'economia di sussistenza pu garanti-re:qualche patata o un po' di manioca, un pugnodi fagioli o una banana; quanto basta per soprav-vivere, rimediando magari un solo pasto al gior-no.E proprio fra queste persone ho visto ci che pimi rimarr nel cuore: il tentativo di vivere davverola comunione fraterna nella vita di tutti i giorni etra le famiglie, che a gruppi di 20 si riunisconoformando una comunit di base. Per questo si ra-dunano durante la settimana per la liturgia dellaParola e la catechesi, mettendo in comune il rica-

    vato del raccolto, che viene suddiviso a secondadelle necessit. Ci che non strettamente indi-spensabile per i bisogni, viene invece messo nel-la cassa comune, da cui chi ha bisogno pu attin-gere in un momento di emergenza per poi resti-tuirlo quando potr. E se nessuno ha urgenzeparticolari, la cifra viene destinata a favore deipi poveri della comunit, per costruire la casa aun profugo o per sostenere chi il marito in carce-re o ha accolto in casa un orfano. Poi una volta lasettimana si recano alla messa nella cappella pivicina, spesso distante molti chilometri, che ven-gono percorsi a piedi.E se la quantit di Battesimi, Comunioni o Cresi-me mi ha impressionata, ancora di pi lo ha fattoil trovarmi in una chiesa con 2.500 persone cheinsieme cantano, ballano e pregano, condividen-do la stessa fede che far germogliare frutti dipace e concordia.E tutti quei sorrisi e l'accoglienza riservataci dicerto non li scorder, se penso di averli goduti inun luogo dove un paio di scarpe o una pennasono un sogno proibito, dove si muore giornal-mente per mancanza di medicinali e dove l'unicofurgone nel raggio di molti km. quello della par-rocchia e dove le donne per lo pi vedove dopola guerra, coltivano i campi, crescono i loro figli one adottano altri rimasti orfani, quando non devo-no accudire anche ai familiari che sono in carce-re in attesa di giudizio a distanza di 7 anni dallaguerra. Vedere il loro viso segnato dalla fatica, icampi profughi, i tanti ragazzi di strada che ele-mosinano in citt, mi ha ricondotto ad una realttragica che per ha in s una volont di riscatto,proprio per tutto l'amore che tanti vi stanno im-mettendo. L'importante davvero non dimentica-re, forse anche le colpe di una civilt occidentalee consumistica che abbandona i pi poveri a sestessi, dopo aver fomentato guerre e violenze,per sfruttare a proprio vantaggio le risorse natu-rali che in Rwanda sono innumerevoli e poi sfog-giare tanta ricchezza anche nei palazzi della ca-pitale, dove accanto ai ragazzi di strada o allebaby prostitute, si vedono persone arricchite esenza scrupoli. Una societ, quindi, ricca di con-traddizioni e di disuguaglianze sociali, che chiededi non essere dimenticata per poter continuare asperare...

    Erminia G..........

    Queste due testimonianze diventano un ulteriore invito a riflettere sulle vacanze ormai alle porte e, senon ci fosse possibile andare di persona, a condividere almeno con il cuore e con un atteggiamentoresponsabile queste scelte che "portano lontano" la nostra Comunit. Il vostro GAM

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  • la postaDai South Africa, in occasione della Pasqua, ci scriveva padre Philip Zema. Con unpo' di ritardo pubblichiamo la sua lettera.

    arissimi, un carissimo saluto di pace-dono delCristo Risorto!C

    Il nostro anno sabbatico sta andando molto bene.Posso dire che stato per me un anno veramenteparticolare per quanto riguarda il mio cammino spiri-tuale. Ho avuto abbastanza tempo per rifletteresull'esperienza missionaria fatta fino ad oggi e misento preparato per l'avvenire. Sono contento che mihanno dato questa occasione preziosa. Spero di ri-tornare in missione rinnovato. Qui nei dintorni di Jo-hannesburg, nonostante il fatto di non sapere le lin-gue zul e sutho della popolazione nera, cerchiamodi essere di aiuto nelle parrocchie senza sacerdoti,soprattutto per le confessioni. Il desiderio di riconci-liarsi con Dio cos forte che non posso rimanere in-differente come sacerdote.Come vi ho fatto sapere nella mia lettera precedente,sar qui fino alla fine del mese di maggio. Intanto sa-luto tutti quanti. La pace del Cristo Risorto sia contutti voi!

    P. Philip Zema

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    AVVISO PER TUTTI, INPARTICOLARE PER I

    GAMITIVisto il calendario diquesto periodo, gi fit-to di impegni liturgici enon, si deciso di ri-mandare ai primi disettembre la GIORNA-TA ANNUALE delG.A.M., con la tradi-zionale camminata econ le nuove proposte"missionarie" che stia-mo valutando e chepotremo portare avantisolo con l'aiuto di tutti

  • un ricordoche dona vita

    ormai un anno che il nostrocoetaneo Franco Bernasconi halasciato questo mondo per rispon-dere alla improvvisa chiamata delSignore. Tutti lo ricordano con af-fetto; noi, i suoi coscritti, abbiamovoluto che la memoria della suagenerosit non fosse uno sterilerimpianto, ma diventasse vita. Perquesto ci siamo messi in contattocon la nostra coscritta suor Ame-lia e cos, nella lontana Africa, c'un bambino, nato proprio nel2001, che stato battezzato nellanotte di Natale col suo nome:Franco. Ecco la sua foto: inbraccio alla sua mamma sorridente che ci saluta. Auguri di ogni bene a tutti e due! Noi, co-scritti, li seguiremo per un tratto del loro cammino sulla strada della vita insieme a tutti gli altribimbi Pokot che la missione di suor Amelia educa anche con il contributo delle adozioni a di-stanza.

    RosannaSecondo avviso

    AAA CERCASIembra uno dei soliti annunci di lavoro, ed in effetti lo . Non offre uno stipendio, masolo i contributi per una pensione che non di questo mondo.S

    Parlando seriamente: OCCORRONO PERSONE DI BUONA VOLONT' che affianchinola Gioconda, la Teresina, l'Annamaria, la Chiara, la Carla e la Pinuccia per FARE LE PU-LIZIE DELLA CHIESA! un servizio costante e umile, che da anni loro (e alcune sonogi pluri-nonne a tempo pieno!) effettuano ogni venerd pomeriggio e che offre a Dio e atutta la Comunit una "casa" sempre bella e in ordine. A loro va, anche a nome di tutti, ilmio sentito GRAZIE.Rivolgo tuttavia anche un SERIO INVITO a chiunque si sentisse disponibile ad aggiun-gersi, per dare quella preziosa mano che alleggerirebbe i tempi e la fatica di questo lavo-ro.Ringrazio anche, sempre a nome di tutti, la Renata, la Mariangela e la Viviana che si oc-cupano di pulire la "dpendance" e cio il Centro Parrocchiale, punto di molteplici attivited incontri per bambini, ragazzi, giovani e adulti. Aspetto con fiducia la risposta pronta egenerosa da parte di tutte le nuove leve che sentissero propria questa chiamata!Grazie fin da ora!

    don Eugenio18

  • ANDIAMO INSIEMEALLA FESTA

    bello quando veniamo perdonati, ed ancora pi bello quando incontriamo unamico nuovo e sincero che ci mostra tutta la sua amicizia.Con questo entusiasmo e forse con un po' (tanta) emozione i bambini di terzaelementare la domenica delle Palme (24 marzo) hanno celebrato la FESTA DELPERDONO.E i bambini di quarta elementare il 28 aprile hanno ricevuto per la prima voltaGES EUCARISTIA. Lasciamo loro la parola, sicuri che nel loro cuore c' tantavoglia di continuare a conoscerlo con tutto t'entusiasmo di cui sono capaci.

    Le Catechiste stata una cosa che mi ha fatto riflettere,mi ha fatto capire l'importanza di ricevereGes nel pane e nel vino.

    FrancescaNel momento che ho ricevuto Ges allamia Prima Comunione ho pensato ai mieigenitori ed ero molto emozionata perchho ricevuto il corpo e il sangue di Cristo

    Desiree C.La cosa che mi piaciuta di pi statoquando il Don Eugenio mi ha dato il panee il vino. Quello stato il giorno pi bello.

    JonathaEro emozionato e il cuore mi batteva amille, non sapevo cosa fare dalla gioia

    SimoneMi sentivo emozionato ed ero felice quan-do ho ricevuto la comunione

    StefanoMi sono sentito emozionato e poi miamamma e mio pap mi hanno detto chesono stato bravo. Siamo usciti tutti felici econtenti

    Daniel M.

    stato davvero emozionante ricevereGes per la prima volta, mi impegner acontinuare questo cammino con il suo aiu-to

    Desiree D.La comunione incontrare Ges, il suoamore, la sua amicizia, perci per me stata una grande emozione.

    Michael stata una cosa significativa che mi hafatto riflettere su chi ho ricevuto in me.Con tutto il mio cuore ho ricevuto Ges, ioero emozionato e contento

    Andrea B.Quando sono entrato in chiesa ero emo-zionato e quando ho ricevuto l'ostia intintanel vino ero molto felice

    AndreasMi sono sentito emozionato e la cosa chemi piaciuta di pi stato ricevere l'ostiapensando che era un bel giorno perch ri-cevere Ges nel cuore una cosa fanta-stica

    Fabio19

  • andiamo insieme alla festaFESTA DEL PERDONO MESSA DI PRIMA COMUNIONEALESSANDRO CANU ANDREA BERTOLINIALESSANDRO GATTI ANDREA SOMAINIASIA CHIARAVALLOTTI ANDREAS BECCHIOCHIARA TETTAMANTI DANIEL MERLODAMIANO GRISONI DANIEL SALAELISA MORANDI DESIREE DI MARIAERMINIO RIPAMONTI DESIREE GRISONIJHONNY STRAZZERA FRANCESCA RUSSOIVAN MASCARO JONATHA DE MARIALORENZO BERNASCONI FABIO FALCHILUCA IZZO MICHAEL RIGAMONTILUIGI ABASTANTE NADIA GRISONIMOIRA REGINATO NICOLE MANUNTASARA BELLATTI RICCARDO AMBROSOLISARA REGINATO ROBERTA MONTALBANOPIVA ANDREA STEFANO BELLATTICHRISTIAN CERABONA SIMONE CALLARI

    Sono stata contenta di aver fatto la primaconfessione perch Dio mi ha perdonato,come mi perdona sempre.

    Moira R.Sono contenta di aver fatto la confessio-ne, mi piaciuto tanto quando sono stataperdonata e il mio cuore era pieno di gio-ia.

    ChiaraQuesto avvenimento mi ha reso felice peraver ricevuto il perdono

    DamianoII giorno della mia prima confessione eromolto emozionata , ma anche molto feliceperch Ges mi ha perdonato! GrazieGes che mi vuoi tanto bene.

    ElisaSono soddisfatto di aver tolto i miei pecca-ti. Ho tolto un peccato bruttissimo ed orasono felice: Mi piaciuto molto.

    Alessandro

    Mi piaciuta molto la confessione. Sonostato felice che Ges mi ha perdonato.

    LucaGrazie Ges per la bella festa del perdo-no. Grazie per averci perdonato

    LorenzoLa confessione mi piaciuta molto perchsono andata dal sacerdote e mi ha perdo-nata

    AsiaMi sento senza peccati, ora che mi sonoconfessata; dopo aver messo il mio fogliodei peccati nella bacinella dove sono statibruciati ho pensato: "Devo fare comeGes ed essere buona con gli altri"

    Sara RSono stato molto contento di aver ricevutoil perdono. Appena tornato al posto hodetto grazie a Ges

    JhonnyTi ringrazio Ges per avermi perdonato,adesso sono molto contenta

    Sara B.20

  • "Ha preso moglie?E pensare che l'avevo lasciato inbuona salute!"

    (ARISTOFANE)difficile scegliere di sposarsi ed anco-ra pi difficile portare avanti questa con-

    vinzione. Quello che diventato normale convivere, e la separazione sembra preven-tivata. Ormai "anormali" sono le coppie spo-sate da tanti anni. Fidanzato ideale uncalciatore e fidanzata ideale una letterinaamica di Jerry Scotti. Che poi lui non sappiasostituire una lampadina e lei far funzionarela lavatrice... beh, coi soldi paghi chi lavoraper te! Basta partire da una buona baseeconomica per comprare una casa doveconvivere, con tanti optional, colf e

    souvenir dalle vacanze."Se tornassi indietro non mi risposerei!Ascoltami, convivi: molto meglio! Hai latua libert e quando vuoi puoi andare via. Epoi ti serve un periodo di prova per saperecon chi avrai a che fare, e conoscerlo a fon-do ..." sono parole dette seriamente da per-sone da poco sposate.Mio padre, invece, mi dice che per venderela mamma dovrebbe pagare lui qualcunoche se la porti via... Ma finge di lamentarsicon tono bonario e schiacciandole l'occhioli-no.A dare coraggio ed entusiasmo ai giovani"promessi sposi" l'esempio di coppie uni-te, che affrontano sacrifici veri, che condivi-dono i problemi di ogni giorno, legate daideali pi profondi del denaro, come la fedee l'amore nell'educare i figli. Vale la pena diriscoprire il segreto che sta nella semplicitdei genitori e dei nonni, aprire gli occhi edapprezzare le nostre famiglie perch hannosaputo trasmetterci valori, ispirarci ad essiper salvare la loro eredit. Un aiuto non vie-ne certamente dai problemi finti, quelli chele riviste ci vendono per distoglierci dallevere preoccupazioni, come se l'unico malecontro cui dovessero lottare le giovani don-ne fosse la cellulite, o al massimo la preven-zione delle rughe."Non hai bisogno di un prete per sapere chevuoi bene ad una persona", ti dicono molti: vero. Sei tu infatti che prendi quella perso-na come tuo sposa/o, nessuno ti obbliga osceglie al tuo posto."Il matrimonio solo una grande spesa, seconvivi risparmi!"... Ma il matrimonio non un vestito o un pranzo di nozze regale. Ci sipu sposare con semplicit e senza fronzo-li. Il fulcro la celebrazione e per quella

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  • gruppo famiglie

    basta aver voce per partecipare, orecchieper ascoltare e spirito per pregare. Comun-que, a chi decide di non sposarsi, nessunod in omaggio un appartamento o le stovi-glie! Chi si preoccupa seriamente delle futu-re famiglie, offrendo ai ragazzi un supporto,una preparazione, un momento di dialogo eun luogo per riflettere?I Corsi Fidanzati sono un aiuto validissimo,non certo un obbligo, n un vaccino chescagioni dai dispiaceri e dalle incomprensio-ni. Si ha la possibilit di pensare seriamenteal proprio futuro, ascoltando gli interventi diesperti (psicologo, medico, giudice), sacer-doti e soprattutto persone sposate che par-lano della propria esperienza. La concretez-za del loro amore un forte stimolo ad op-porsi alla cultura anti-matrimoniale. Raccon-ti di una casa costruita piano piano con unmutuo, le preoccupazioni per i figli semprenominati col sorriso, la passione per l'ortopiuttosto che per la cucina, i limiti, le rinun-ce, ma in primo luogo senso di soddisfazio-ne e realizzazione per aver costruito qual-cosa di stabile.

    Il matrimonio un sacramento ed occorreavvicinarsi ad esso con preparazione e con-sapevolezza. La consapevolezza che mini-stri del matrimonio sono gli sposi, davanti alsacerdote che benedice la loro unione.Da quest'anno iniziato un nuovo modulo,un Percorso Fidanzati, pi impegnativo, madiluito nel tempo (un incontro al mese): siinizia con una preghiera, poi l'argomentodella serata introdotto dal relatore. Seguela testimonianza di una coppia di sposi, unmomento di riflessione personale con spuntie domande, la cena nel salone dell'oratorio,la condivisione dei propri pensieri e la con-segna del "compito" da svolgere per l'incon-tro successivo.Alla chiesa spetta questo servizio di suppor-to e supplenza. Per aiutare i giovani a crea-re una famiglia. un ruolo difficile e controcorrente, ma importantissimo perch c' bi-sogno di un punto d'appoggio, di un modelloe di uno spazio in cui affrontare certe que-stioni

    Una coppia iscritta al Corso Fidanzati

    appena trascorsa la Festa della Mamma e ci sembra bello dedicarle questapoesia, regalataci dalla memoria di una delle nostre nonne, che l'ha imparata alleelementari... circa ottant'anni fa! Le parole dettate dal cuore li rimangono e nonhanno et. Lo dimostrano infatti il "sapore" e il significato, che ci giungono intatti.

    l'angeloQuando mi sveglio, un angelo viene a baciarmi il viso,

    ma non ha le ali d'oro e non vien dal Paradiso.Brillano di speranza quegli occhi tutto amor

    di gioia con un fremito mi stringe sempre al cuor.Mi insegna ad esser buona, sorregge i passi mieima chi sar quell'angelo? O madre mia, tu sei!

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  • Il primo sacerdoteche fu a Ronago

    Premessauando qualche anno fa ho effettuatola ricerca storica su Ronago, sfociata

    nella pubblicazione del volume a cura delComune, non mi era bastato il tempo di in-dagare in modo pi approfondito sulla sto-ria della parrocchia. Ma la ricerca, si sa,non ha mai fine: le notizie si possonosempre allargare; la verit si pu, semprearricchire di nuove tessere, che impongo-no rettifiche o integrazioni delle conoscen-ze, che in campo storico restano sempreprovvisorie, comunque relative.

    Q

    Cos, nel prosieguo dell'attivit di ricerca,mi sono imbattuto in altri documenti anti-chi, riferiti a Ronago e al suo territorio.Tanto per fare degli esempi, ho trovato nu-merose carte che parlano di Merlina, diRonco, di Campersico, della Ressiga, delMolinazzo (mulino che c'era alla Cartiera)e del Maglio (il Galletto) risalenti al secoloXV, cio di qualche centinaio d'anni piantiche, rispetto a quelle trovate prece-dentemente, di cui ho dato notizia nel vo-lume citato. Ed ho anche trovato qualcheatto di dote di quel tempo, e perfino un te-stamento del 1523 con cui un certo Ga-sparino detto Parino Lambertenghi, coma-sco, ma abitante a Ronago, lascia 16 lirealla fabbrica del Duomo e 4 lire alla chiesadi Ronago per le spese di manutenzione eriparazione e 25 lire ai suoi massari di Ro-nago. Altre notizie interessanti ci vengonoda numerosissime altre carte: da un atto

    del 1511, ad esempio, sappiamo che aRonago gi si coltivava il "frumento carlo-ne", ossia il granoturco. A meno divent'anni dalla scoperta dell'America essoera gi arrivato a Ronago. Questo fattosmentisce la credenza diffusa che il gra-noturco si chiami "carlone" perch diffusoda san Carlo Borromeo, come hanno an-che scritto autorevoli studiosi. Nel 1511 ilBorromeo non era ancora venuto al mon-do, essendo nato ad Arona nel 1538. Percui, dobbiamo pensare che il nome "carlo-ne" dato al granoturco significhi semplice-mente frumento "grosso", ossia "frumento-ne", come viene anche chiamato in certezone. Probabilmente perch fu portato quida qualche tedesco, che veniva alla fieradi Chiasso per vendere i cavalli: nell'anticotedesco Karl significava appunto grosso.Ma non posso attardarmi qui a dare rela-zione di tutte le nuove scoperte documen-tarie che ho fatto su Ronago in generale,dopo la pubblicazione del libro.Lo scopo di questo articolo, in quattropuntate, quello di rendere note le nuoveacquisizioni sulla storia della parrocchia,con riferimento particolare al periodo pre-cedente il 1558: anno da cui avevo fattopartire la serie dei cappellani allora noti.Ebbene, sono ora in grado di presentareai ronaghesi alcuni sacerdoti, che sonostati a Ronago ancor prima; anzi, presumi-bilmente, tutti i sacerdoti che sono risiedutia Ronago come cappellani o rettori dellachiesa, a partire dal 1470 circa.

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  • Il nostro passatoI "custodi frati e governatori" della chie-sa:Martino de Lezia (.... - 1436),Giovannino Bernasconi (1436 - ....)e Tomaso da Livo (...1452 - 1466)

    a pi antica notizia, cui sono riuscito perora a risalire, relativamente alla chiesa di

    San Vittore, del 1436. Un atto datato il 10marzo di quell'anno ci fa sapere che un certoMartino de Lezia rimette nelle mani del vica-rio generale diocesano il suo incarico di "cu-stode, frate e governatore" della chiesa diSan Vittore di Ronago. I ronaghesi, perci.,eleggono per sostituirlo tal Giovannino Ber-nasconi di Uggiate, giovane intenzionato aconsacrarsi al servizio del Signore. Egli non dunque un sacerdote, e nemmeno un chie-rico, solo un laico, disposto a occuparsi dellachiesa ronaghese e ad amministrarne gli in-teressi.

    L

    Da altri atti, infatti, sappiamo che la chiesaaveva gi alcuni beni a Bizzarone, oltre chea Ronago. Secondo le consuetudini, eglidopo l'elezione da parte dei ronaghesi, fupresentato per la conferma al canonico Mar-co de Cottis, in rappresentanza del capitolodi Uggiate, cui la chiesa di Ronago era sotto-posta ed a cui spettava appunto la conferma.Per il momento, dunque, sembra di doverconcludere che a Ronago non risiedeva an-cora un sacerdote, ma le celebrazioni religio-se e la cura d'anime erano affidate ancora alprevosto ed ai canonici di Uggiate. Prevostoin quegli anni era don Francesco Besozzo.Nel 1452 la situazione era ancora simile.Prevosto di Uggiate era frattanto divenutodon Primo Besozzo, gi canonico a Uggiatealmeno dal 1423, successo nella prevosturaallo zio Francesco tra il 1442 e il 1443.Fu proprio don Primo che con un atto del1452 autorizza la permuta di alcuni beni dellachiesa con altri offerti da tal Michele de Co-quis. La chiesa di Ronago rappresentataappunto dal suo "custode, frate e governato-re" Tomaso da Livo. Il quale per, nel 1466

    prende in affitto dei beni a Seseglio e se neva, lasciando scoperti gli interessi della chie-sa ronaghese.A quel punto i rappresentanti di Ronagoesposero la situazione al vicario generale,che impose a Tomaso da Livo di provvederealla indennit della chiesa di San Vittore, pre-occupandosi di trovare un successore, laicoo sacerdote che fosse. Non sappiamo conquanta solerzia Tomaso si sia mosso. Fattosta che, sia pure con documenti che datanoda quattro anni dopo, finalmente a Ronagotroviamo a reggere la chiesa di San Vittoreun sacerdote, che inizia la lunga serie giunta,praticamente senza interruzione, fino ai gior-ni nostri.// primo sacerdote: don Giacomo Pozzi(....1470-1478) beneficiale e rettoreAlmeno dal 1470 (ma doveva gi essere pre-sente dal 1466 o 1467), troviamo documen-tato a Ronago un sacerdote, nella persona didon Giacomo de Putheo, ossia Pozzi, cheviene qualificato come "beneficiale e rettore"della chiesa di San Vittore. Una qualifica deltutto nuova per Ronago, che sottintende duefatti molto importanti: l'erezione di un benefi-cio ecclesiastico annesso alla chiesa di SanVittore e l'assegnazione di un sacerdote tito-lare per l'amministrazione del beneficio e ret-tore della chiesa, che certamente risiedeva inluogo. Ovvio che egli fosse anche delegatodal prevosto alla cura d'anime: in pratica unvice-parroco stabile.Sembra che si possa affermare cos, conbuona sicurezza, perch don Giacomo gode-va certamente della fiducia dell'anziano pre-vosto don Primo Besozzo, che appunto nelmarzo 1470 delega, in sua vece don Giaco-mo, rettore di Ronago, a immettere in pos-sesso della chiesa di Santa Maria a Drezzo ilneo-eletto don Cassiano de Bregia. Si pu,in certo modo considerare don GiacomoPozzi come il primo parroco di fatto del no-stro paese.

    Mario Mascetti(1/4- continua)

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  • raccontoil barattoloTutti abbiamo un barattolo da riempire. Il tempo dell'estate propizio. Voglia-mo provarci con l'aiuto di questa riflessione?

    i racconta che un esperto inse-gnante - per colpire nel segno il

    suo uditorio di menti eccellenti - propo-se un quiz, poggiando sulla cattedra difronte a s un barattolo di vetro, diquelli solitamente usati per la conservadi pomodoro.

    SChinatosi sotto la cattedra, tir fuoriuna decina di pietre, di forma irregola-re, grandi circa un pugno, e con atten-zione, una alla volta, le infil nel barat-tolo.Quando il barattolo fu riempito comple-tamente e nessun'altra pietra potevaessere aggiunta, chiese alla classe: "IIbarattolo pieno?".Tutti risposero di s."Davvero?".Si chin di nuovo sotto il tavolo e tirfuori un secchiello di ghiaia. Vers laghiaia agitando leggermente il baratto-lo, di modo che i sassolini scivolasseronegli spazi tra le pietre.Chiese di nuovo, "Adesso il barattolo pieno?".A questo punto, la classe aveva capito."Probabilmente no" rispose uno."Bene" replic l'insegnante.Si chin sotto il tavolo e prese un sec-chiello di sabbia, la vers nel barattolo,riempiendo tutto lo spazio rimastolibero.Di nuovo: "il barattolo pieno?"."No!", rispose in coro la classe."Bene!" riprese l'insegnante. Tirata fuori

    una brocca d'acqua, la vers nel barat-tolo, riempiendolo fino all'orlo."Qual la morale della storia?", chiesea questo punto.Una mano si lev all'istante "La morale: non importa quanto fitta di impegnisia la tua agenda, se lavori sodo, cisar sempre un buco per aggiungerequalcos'altro!""No, il punto non questo". "La veritche questa illustrazione ci insegna :se non metti dentro prima le pietre, nonce le metterai mai".Quali sono le "pietre" della tua vita?I tuoi figli, i tuoi cari, il tuo grado diistruzione, i tuoi sogni, una giusta cau-sa. Insegnare o investire nelle vite dialtri, fare altre cose che ami, averetempo per te stesso, la tua salute, lapersona della tua vita.Ricorda di mettere queste "pietre" pri-ma, altrimenti non entreranno mai.Se ti esaurisci per le piccole cose (laghiaia, la sabbia), allora riempirai la tuavita con cose minori di cui ti preoccupe-rai non dando mai veramente qualit etempo alle cose grandi e importanti (lepietre).Questa sera, o domani mattina, quan-do rifletterai su questa storiella, chiediti"quali sono le pietre nella mia vita?"Metti nel barattolo prima quelle.

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  • qualit...non quantit

    ella nostra epoca sembra che l'uni-co indicatore con il quale misurare il

    benessere di una societ debba essereil Prodotto Interno Lordo (P.I.L.), ciol'insieme dei beni e dei servizi prodotti inuna determinata Nazione nell'arco di unanno.

    NEd pur vero, come ci insegnano glieconomisti, che tale indicatore il piidoneo a segnalare lo stato di salute del-le societ avanzate, che ne fotografa lasituazione economica e che viene identi-ficato un po' come il "padre" degli altriaspetti importanti per la vita delle perso-ne, come il tasso di occupazione, il red-dito disponibile, la capacit di risparmioecc.Dopo la tragica giornata dell' 11 settem-bre, poi, non passa giorno che i massmedia non ci informino sulle variazionipreviste, anche minime, del P.I.L., nellaspasmodica attesa che si avvii finalmen-te una fase di ripresa produttiva in Ame-rica ed in Europa. lecito per chiedersi se davvero que-sto importante indicatore sia il solo ingrado di misurare, in una societ com-plessa come l'attuale, il suo livello di be-nessere, facendo del P.I.L. quasi un ido-lo da sacrificare ad altri aspetti nonmeno essenziali per la nostra vita.Il P.I.L. non ci dice, per esempio, quasiniente dell'educazione, della cultura, del-la salute, della sicurezza, della parteci-pazione politica dei cittadini di uno Stato.Anzi, paradossalmente, pu avvenire (equalche preoccupante segnale si avver-

    te gi con chiarezza) una divaricazionetra l'abbondanza economica e l'impoveri-mento culturale, tra la disponibilit finan-ziaria e la maleducazione, tra il posses-so di beni materiali e la disattenzioneverso le numerose forme del disagio so-ciale.Il P.I.L. reticente sulle diseguaglianze,sulle emarginazioni e sulle sue conse-guenze in termini di coesione ed armo-nia sociale.Il P.I.L. ci dice poco sullo statodell'ambiente, che una politica schiaccia-ta sullo sviluppo spesso dimentica, ricor-dandosene solo in occasione di qualcheemergenza (inquinamento dell'aria edell'acqua, siccit, dissestiidrogeologici).Si avverte, insomma, quasi una fratturatra l'uomo economico e l'uomo sociale esi assiste al prevalere del primo sul se-condo, dimenticando che siamo fatti an-che di interessi, di passioni, di speranzee di tensioni ideali.Se dovesse allargarsi il fossato tra cre-scita economica e qualit sociale, po-tremmo dire di avere conseguito i nostriobiettivi?In una fase storica caratterizzata dallacrisi delle ideologie e, qualche volta, dal-la debolezza delle idee, dovremmo ave-re il coraggio di fermarci e di guardarciallo specchio per capire se il mondo chestiamo costruendo in questo nuovo mil-lennio possa essere sempre, superficial-mente, definito progresso.

    Maurizio

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  • G.S. Ronago

    Esordienti:i piccoli campioni del G.S. Ronago

    opo tanti sforzi e tentativi per realizzare una formazione di giovanissime leve,a Ronago abbiamo una squadra di Esordienti. Si tratta di una ventina di bam-

    bini d'et compresa tra i 10 e i 12 anni. 1 ragazzi hanno disputato un bel campiona-to, classificandosi al quinto posto.DAl di l del risultato, di per s positivo che i bambini abbiano a disposizione unluogo sano di crescita. Non solo perch lo sport fa bene a tutti, ma per la seriet diun ambiente in cui imparano a collaborare nel gioco di squadra, il rispetto perl'avversario, la lealt e l'amicizia. Un legame che cresce con un divertimento costrut-tivo, una validissima alternativa alla televisione o ai videogiochi.La vivacit portata da questa nuova squadra, tanto attesa, completa un anno di sod-disfazioni per il G.S. Ronago, con la Prima Squadra vicina al salto di categoria,giunta al terzo posto, ad un punto dai play-off.Unica preoccupazione la difficolt nel reperire persone disponibili a collaborareper le iniziative del Gruppo Sportivo, che approfitta di questo spazio per far cono-scere i volti degli Esordienti ( vedi foto) e per chiedere di farsi avanti a chi sia interes-sato a partecipare all'organizzazione dell'attivit sportiva, del torneo estivo o dellefeste dell'Associazione.

    Anna M.27

  • Pro loco RonagheseLa PRO-LOCO RONAGHESE vuole ringraziare tutti coloro che hanno rinnovato la propriafiducia e simpatia, sottoscrivendosi alla campagna soci 2002, ed anche i benvenuti nuoviiscritti!Questa dimostrazione di solidariet la spinta fondamentale per tutti noi del ConsiglioDirettivo e collaboratori, a continuare con sempre maggior entusiasmo.Il Carnevale ha confermato di essere momento di grande aggregazione ed allegria, con-siderata la folta partecipazione. Desideriamo anche ringraziare tutti coloro che "pazien-temente" hanno dovuto sopportare l'inevitabile "inquinamento acustico".Anche il primo exploit della Rassegna Teatrale ha registrato un buon successo di pubbli-co, specialmente nell'ultima serata dedicata ai nostri splendidi "Barlafs". C'era un po'meno gente per le due precedenti compagnie di Bulgorello e di Par, che ci hannoanch'esse regalato momenti di grande professionalit, divertimento e riflessione.L'appuntamento per il prossimo anno gi nei nostri propositi.Lo scorso 18 maggio, dopo aver partecipato all'Assemblea Intercomunale dedicataall'UNICEF - che ci ha molto scossi - abbiamo deciso, nel nostro piccolo, di aiutare eco-nomicamente questa grande associazione benefica, devolvendo il 5% del ricavato diogni nostra iniziativa. Pensiamo di aver interpretato la volont di tutti i soci.Ringraziando infine la Parrocchia per questo spazio concesso, vogliamo augurare a tuttiuna splendida estate e ricordarvi i prossimi appuntamentiASPETTANDOVI NUMEROSISSIMI!

    Il Consiglio Direttivo

    14-15- 16 GIUGNO SAGRA DEI GNOCCHI19-20 LUGLIO FESTA DELLA BIRRA14- 15 SETTEMBRE 2 ~ SAGRA DELL'UVA E ARTIGIANATO05 OTTOBRE SERATA A SORPRESA

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  • www.provalmulini.it ASSOCIAZIONE 'PRO VAL MULINI' ONLUS

    Perch l'Associazione Pro Val Mulini ONLUS?eri mattina, 26 maggio, mi trovavo in Vallein occasione delle celebrazioni del 25^ della

    U.S. Mulini. Giornata stupenda, con un solesplendente che ti scaldava le ossa, ma an-che fresca, piacevole da gustare. La S. Mes-sa, celebrata all'aperto, aveva come corniceun grande dono del nostro buon Dio, ILCREATO, con le infinite colline dipinte delverde intenso di fine primavera e con il cieloche regalava un immesso azzurro, punteg-giato solo da qualche piccola nube; i voli del-le rondini, giunte da poco, passavano sopradi noi ed i loro stridii si mescolavano in armo-niosa unione ai semplici canti della corale.

    I

    Fin quando tutto questo? Oppure fra qualcheanno la Valle sar anch'essa un anonimoquartiere, con tante villette a schiera e rigo-gliose palazzine, dove strade trafficateavranno preso il posto dei sentieri e dellecarrarecce? Ci sar il parrucchiere, la farma-cia, la banca, il Centro Commerciale con pa-recchi servizi, tante rotonde e magari qual-che semaforo, ma il suo bene pi prezioso,la NATURA, diverr un ricordo da cartolina! una visione catastrofica? Se rileggo i libridel Prof. Mescetti e del Prof. Cavadini, o al-cuni passi delle 'Passeggiate Lariane', se os-servo attentamente alcune vecchie mappe,dove una ventina di mulini facevano bellamostra delle loro ruote lungo le rogge muli-nare, come una grossa famiglia di anatrocco-li a spasso sul fiume; se scorro gli elenchi del'catasto Teresiano', e poi mi guardo attorno,non trovo quasi nulla e mi rendo conto che lacatastrofe gi stata consumata in questi ul-timi decenni.Ed allora perch la Pro Val Mulini? CAM-PERSIC, il RONCACCIO, il LAGHETTO, ilFAUSTINO, il RESEGOTT, il mulino delCARLO MURNEE, il PEVERELL sono anco-ra esistenti; alcuni tratti di ROGGE, i pendiiricchi di boschi e di fresche vallette, i prati delfondovalle, fanno ancora bella mostra di s.

    Questo 'poco' rimasto merita, oggi pi chemai, attenzione e cura: ecco il perch dellaPro Val Mulini!La nostra attenzione per l'intera Valle, com-presa nei Comuni di Ronago, Uggiate Treva-no, Faloppio, Drezzo e Par e la nostra azio-ne avviene tramite studi mirati, sensibilizza-zione della popolazione, iniziative culturali edopere concrete. Tra quest'ultime, oggi, vo-gliamo spiegare l'intervento rivolto al 'Re-stauro dei dipinti di Arte Sacra Popolare' pre-senti in Valle. Anche queste testimonianze,un tempo, erano pi numerose, frutto d'unadevozione semplice, ma sincera, che avevaportato artisti di passaggio, per lo pi scono-sciuti, ad abbellire in questo modo le corti edi mulini. Ora, per quelli rimasti urgente unricupero ed un restauro, onde evitare che va-dano persi per sempre, e a tale scopo abbia-mo fatto domanda di contributi all'Ammini-strazione Provinciale di Como. Questo Enteha destinato alla nostra Associazione la som-ma di 2.813.-, pari al 50% dei costi preven-tivati. Con questi soldi e con altri fondi si in-tende restaurare 4 dipinti: 'MADONNA INTRONO' in localit Cant (Uggiate Tr.),'CROCIFISSIONE' in localit Petla (UggiateTr.), 'MADONNA CON BAMBINO' al Zeppet(Drezzo) e 'SACRA FAMIGLIA' in localitFaustino (Drezzo) (maggiori dettaglio li potre-te trovate sul nostro sito WWW.Provalmuli-ni.it). Si tratta di un primo intervento, al qualene seguiranno altri per arrivare a trattare tuttii dipinti presenti in Valle e salvare cos unapreziosa testimonianza della vita dei nostriantenati. I lavori si svolgeranno questa estatee saranno terminati in un paio di mesi.Nelle prossime pubblicazioni parleremo del'Roncaccio', del 'Sentiero Val Faloppia', del'Resegott' e di altre nostre iniziative.

    Guerrino A.

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  • Idea estate 2002Le "antenne" della redazione hanno captato un interessantissi-mo volantino del Comune, che ben si integra con le iniziativeparrocchiali a favore dei giovani. Eccone il testo:

    uest'anno, per la prima volta, l'Ammi-nistrazione Comunale di Ronago in-

    tende proporre una iniziativa denominataIDEA ESTATE 2002 che, a partire dal 17giugno e fino al 12 luglio, ha l'obiettivo dipermettere, ai ragazzi delle elementari edelle medie, un percorso di aggregazionee di socializzazione, attraverso una seriedi contenitori che andranno dal gioco allosport, dai compiti a laboratori di tipoespressivo.

    Q

    IDEA ESTATE 2002, che si sviluppa nelleore del mattino (dalle 9.00 alle 12.00) sipone come un servizio per i nostri ragazzie vuole innestarsi a completamento dellegi abituali iniziative parrocchiali: nelmese di luglio, infatti, proseguir nelle orepomeridiane con l'abituale GREST propo-sto dall'oratorio.Per offrire un servizio qualificato, l'Ammini-strazione ha chiamato a progettare e ge-stire IDEA ESTATE 2002, la CooperativaSociale ITInERA che da tempo opera inservizi a favore dell'infanzia, dell'adole-scenza e della famiglia. La scelta cadutasu ITInERA per il taglio educativo e nonsolo animativo e aggregativo della suaproposta, con le attivit che saranno gesti-te e coordinate da una educatrice che, in-sieme ad una pedagogista, curer anchela formazione di un gruppo di giovani ani-matori ed animatrici di Ronago che, in se-guito, potranno gestire attivit ed iniziativea carattere animativo e ricreativo anche inproprio.Luned 13 maggio questo bellissimo pro-

    getto stato ampiamente presentato dalnostro Sindaco, Agostino Grisoni, dal ViceSindaco, Maurizio Russo, e dall'assessoreVittore Varsalona, nel corso di un'assem-blea tenutasi in Comune ed alla qualehanno partecipato numerosi genitori.Molto positive sono state le motivazioniche hanno spinto i nostri Amministratori apromuovere questa proposta a favore deibambini e dei ragazzi. In pratica un inve-stimento su di loro, che sono il futuro dellanostra Comunit assieme ai sette giovanidelle superiori che hanno dato la propriadisponibilit a collaborare, affiancandol'educatrice ITInERA dopo aver frequenta-to il corso di preparazione e ... avendo gisul curriculum il rodaggio di animatoridell'oratorio.Anche le parole della responsabile peda-gogista di ITInERA - Dott.ssa Consolaro -che ha illustrato in modo semplice e chia-ro metodologie e finalit di questo lavoro,ci hanno fatto comprendere che - conl'aiuto di persone motivate e qualificate -questa idea lascer la sua traccia.Anche perch valorizza le nostre risorsegiovanili e potr quindi consentire al pae-se di continuare un domani anche autono-mamente questo cammino.La speranza che questo Grest col "dop-pio fiocco" del Comune e della Parrocchiasi riempia di bambini e ragazzi, di gioia edi impegno attivo, cos da poterlo trasfor-mare in futuro in un appuntamento fisso econtinuativo che crei ponti e porti sicuriper gli "anni verdi" e per le loro famiglie.

    Anna B.30

  • Ciclostilato in proprio