16 CRONACHE tipiitaliani - stefanolorenzetto.it · deve concentrare sul terzo gruppo. Ma per il...

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16 CRONACHE il Giornale Domenica 9 novembre 2008 È il medico più pagato del mondo: 400.000 dollari per 45 minuti di visite. È specializzato in nefro- logia e malattie infetti- ve, ma lo conoscono soprattutto per l’abili- tà diagnostica: riesce sempre a scoprire che accidente hai. È scontro- so, misantropo, tagliente, cinico: «Ho fatto il me- dico per curare la malattie, non i malati». È scian- cato, cammina col bastone, si rade quando ca- pita, non ride mai. Il suo nome è Gregory Hou- se e in televisione - è lì che compare da quattro anni - ha la faccia dell’attore Hugh Laurie. Sono in pochi però a sapere che anche l’onni- sciente clinico americano ha bisogno di un col- lega, e per di più italiano, che talvolta gli inse- gni il mestiere. Bisogna avere la pazienza di scorrere i titoli di coda del serial Dr. House - Medical Division per accorgersene. «Consulen- za medica: professor Massimo Codacci Pisanel- li», si legge alla fine di ogni puntata. Ed eccolo qui, l’esatto opposto del dottor House. Sbarba- to, affabile, educato, segaligno, tanto da sem- brare, con i suoi 84 chili su un metro e 90 di statura, la controfigura giovanile di Pio XII. Il Policlinico Umberto I di Roma non ha niente del modernissimo Princeton Plainsboro tea- ching hospital inventato dalla Tv, benché fino a qualche anno fa fosse considerato il più grande ospedale del mondo per numero di posti letto, primato che oggi ha ceduto al Chris Hani Bara- gwanath hospital di Soweto, Sudafrica. Nella sala d’aspetto del dipartimento di chirurgia ci sono le panche di legno come sui treni di terza classe. Codacci Pisanelli, docente alla Sapien- za, ha la stessa età del reparto in cui lavora, fondato nel 1958 dal professor Pietro Valdoni, il primario che fu chiamato a occuparsi del tu- more allo stomaco di Giovanni XXIII, della pro- stata di Paolo VI e della nuca e del petto di Pal- miro Togliatti trafitti dai colpi di pistola dell’at- tentatore Antonio Pallante, «però l’aneddoto della salatissima parcella presentata al segreta- rio del Pci, con questi che dice al grande chirur- go: “Eccole il saldo, ma è denaro rubato”, e l’al- tro che gli risponde: “Grazie per l’assegno, la provenienza non m’interessa”, è una leggenda metropolitana, me lo assicurò il professor San- dro Tagliacozzo, braccio destro di Valdoni», ci tiene a precisare l’allievo. Il mite professore ha preso dal padre, l’onore- vole Giuseppe Codacci Pisanelli, un deputato morto vent’anni fa, che fece parte dell’Assemblea costi- tuente e fu più volte mini- stro, al quale i governi di ieri e di oggi devono sempiterna riconoscenza per aver inven- tato l’istituto del decreto leg- ge. «Papà aveva studiato ad Oxford. Quando divenne mi- nistro della Difesa nell’ulti- mo governo De Gasperi, To- gliatti tuonò: “Avete scelto uno che conosce l’inglese perché così può prendere or- dini dagli americani”. Al che lo statista trentino replicò: “L’onorevole Codacci Pisa- nelli ha combattuto contro gli americani. Invece lei, ono- revole Togliatti, conosce il russo ma non ha mai combat- tuto contro i russi”». Il padre del chirurgo cono- sceva bene anche il tedesco. In Africa, durante la seconda guerra mondiale, era l’interlocutore del generale Erwin Rommel: per l’eroismo di- mostrato, fu insignito della croce di ferro. Il che non gli impedì, concluso il conflitto, di presen- ziare al processo di Norimberga come osserva- tore del governo italiano. Anche suo figlio, specializzato in anestesia, ria- nimazione e chirurgia generale, conosce bene il tedesco, ma più ancora l’inglese e questo spie- ga perché l’abbiano arruolato come consulente scientifico del serial. Ha lavorato al St. Mark’s hospital di Londra e al Fatebenefratelli di Vien- na; negli Stati Uniti ha frequentato il Roper St. Francis hospital di Charleston, Sud Carolina. La moglie Benedetta ha sangue americano nelle vene: il suo trisavolo era di Kansas City. «Si chia- mava Bertrand Rockwell e da allora tutti i di- scendenti maschi portano questo nome», spie- ga il professor Codacci Pisanelli, mentre fa scor- rere sul computer le foto dei figlioletti Bertran- do, 5 anni, e Martina, 2. «Non pensavo che mi avrebbero fatto rimbambire», mormora traso- gnato il tenerone. Lei non è come House, privo di affetti. «Vocazione di famiglia: siamo otto fratelli. Per la prima volta nessuno di noi fa il parlamentare. Mia bisnonna, Bianca Naldini di Firenze, rima- sta prematuramente vedova di Luigi Codacci, sposò in seconde nozze Giuseppe Pisanelli, mi- nistro di Grazia e Giustizia nei governi Farini e Minghet- ti. Io sono il quinto, ex aequo con Vito, avvocato, che è il mio doppione genetico: ge- mello monocoriale, stesso Dna. Solo le impronte digita- li sono diverse. Una volta che m’era scaduta la patente con- fesso d’aver usato la sua». Ma lei lo vede «Dr. House»? «Non guardo mai la Tv. Mi li- mito a visionare i Dvd col so- noro in inglese, che mi vengo- no mandati dalla casa di dop- piaggio. Controllo che Hou- se e gli altri medici non dica- no bestialità. Complicatissi- mo, perché le parole devono corrispondere al movimento delle labbra». Il dottor House toppa spesso? «Non direi. Una volta ha sbagliato il ciclo vitale della cisti da echinococco, che si trasmette dal- la pecora al cane e dal cane all’uomo mediante l’ingestione di verdure contaminate da feci. Una patologia a volte mortale, piuttosto diffusa in Sardegna. Allo stadio larvale il parassita si annida nel fegato, dando origine a delle specie di uova che possono arrivare a 15 centimetri». I suoi colleghi guardano il serial? «Buona parte. Una volta la settimana vado a ope- rare nell’ospedale di Spoleto e lì mi tocca discu- tere le scelte del dottor House col mio collega Enzo Ercolani, primario di anestesia e rianima- zione, un critico attento e severissimo». Ma che cosa capiranno i telespettatori di quei casi clinici ai limiti dell’assurdo? «Mi chieda piuttosto che cosa ne capiamo noi medici». Il lessico di «Dr. House» è inavvicinabile. «Super tecnologico anche per me, lo confesso. Mi serve come ripasso. Non approfondivo le varie onde degli elettroencefalogrammi dai tempi dell’esame di neurologia. Tenga presen- te che nel mondo anglosassone il chirurgo non ha diritto al titolo di dottore o di professore. Anche oggi che siamo laureati, restiamo solo mister. Come i cerusici-barbieri dei secoli bui». Ha mai suggerito di modificare i dialoghi? «Qualche battuta violenta l’ho fatta togliere. M’impressionò la lettera di protesta di una mala- ta di sclerosi multipla, inviata a Sorrisi e Canzo- ni Tv, perché il dottor House aveva esclamato di una paziente: “Certo che sta messa proprio male!”. È terribile togliere la speranza». Quanto la pagano per la sua consulenza? (Apre una busta). «Ecco qua: per i 16 episodi della stagione 2008 ho percepito questi». Appena 1.867 euro? Ma sono 116 euro a punta- ta! Niente. Per un solo episodio Hugh Laurie guadagna 313.000 euro, 2.698 volte tanto. «Non lo invidio. Magari li ha investiti male e con la crisi delle Borse chissà che giorni sta passan- do. Il mio stipendio in ospedale è di 3.300 euro mensili. Lo ritengo adeguato. I colleghi pensa- no che sia matto. Ma io non posso dimenticare che tra un operaio della Fiat e un dirigente il rapporto che prima era di 1 a 30 oggi è di 1 a 300. Non studi da medico per te stesso, per di- ventare ricco o potente. Studi per dare». Consiglierebbe a un malato di farsi curare dal dottor House? «No. Nemmeno io mi farei curare da lui. Di per sé la scienza medica è la cosa più noiosa di que- sto mondo. Ci vuole anche l’umanità. Un com- puter legge l’elettrocardiogramma meglio di un cardiologo eppure non ti sa guarire. Il diffici- le è stare accanto al paziente, non al corpo del paziente». Qual è il caso clinico più arduo che le è capitato nel corso della sua carriera? «Donna, classe 1922, polipo nel colon. L’esame istologico evidenziava la presenza di cellule tu- morali, ma il peduncolo del polipo ne era inden- ne. Asportarle o no un tratto d’intestino? A Lon- dra mi avevano insegnato che in questi casi non si opera. Sconsigliai l’intervento. Era il 1989. La paziente è ancora viva. Il medico deve prender- si le sue responsabilità, altrimenti diventa un passacarte». Quando perde un malato per errore, presumo che non vada a dirlo ai parenti. «Fa parte dei limiti umani. Non è per autodifesa. Perché dare un dolore aggiuntivo? “Chi pecca contro il proprio creatore cada nelle mani del medico”. Siracide, 38-15. Abbiamo una missio- ne divina. Non ve la potete prendere con noi: siamo gli artefici di una giustizia». Colleghi che assomigliano ad House ne ha? «Eeeeh... C’è quello che ha operato in una clini- ca privata una signora con perforazione intesti- nale, alla quale avevo sconsigliato la chirurgia laparoscopica, salvo doverla rioperare per complicazioni due giorni do- po col metodo tradizionale. C’è quello che ha operato per sospetto cancro al pan- creas e all’esame estempora- neo non voleva ammettere che si trattasse di pancreati- te, per cui ha proceduto a un intervento demolitivo: il pa- ziente è morto, il tumore non c’era». Avranno cercato di fare del loro meglio. «Ma questa è la strada che porta dritto al dottor Menge- le! Anche l’angelo stermina- tore di Auschwitz in fin dei conti avrebbe potuto difen- dersi affermando d’aver solo tentato di fare esperimenti crudeli allo scopo di salvare molte vite umane. E infatti mio padre mi raccon- tava che al processo di Norimberga gli america- ni fecero impiccare i medici dei lager, i Brandt, i Gebhardt, gli Hoven, soltanto un anno dopo la sentenza, proprio per dar loro modo di trascri- vere i risultati gli esperimenti aberranti che ave- vano condotto sui prigionieri, dall’immersione nell’acqua ghiacciata per studiare gli effetti del- l’assideramento alle ferite infettate di proposi- to per procurare il tetano o la cancrena». House è odioso, eppure il pubblico televisivo lo adora. Come si spiega? «Perché a volte ha veramente ragione. Ci sono malati che non vanno dal medico per sentire la sua opinione bensì cercano un medico che ab- bia la loro stessa opinione. Fanno indagini stati- stiche». Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, ha detto che in momenti come questi, di crisi profonda, non si dovrebbe produrre una serie ansiogena come il «Dr. House». «Ma è solo un gioco, per il telespettatore, che dopotutto dispone del telecomando e può cam- biare canale. L’audience elevato dimostra che è una valvola di scarico». Terza serie, terza puntata. Il ricercatore Ezra Powell, affetto da amiloidosi in fase terminale, chiede di morire e viene accontentato con un’iniezione letale di morfina. «Questa è eutanasia attiva, una forma di omici- dio: sono contrario. Se invece per eutanasia passiva si intende la sospensione di cure straor- dinarie, in alcuni casi sono d’accordo. Non pra- ticare l’emodialisi a un malato terminale con metastasi cerebrale, appena operato per aneu- risma aortico, è eutanasia? In questo caso il re- ne artificiale è una cura straordinaria. Però an- che una semplice flebo può diventarlo». Nel caso di Eluana Englaro i giudici hanno repu- tato cure straordinarie l’alimentazione e l’idra- tazione col sondino nasogastrico. «Queste sono cure ordinarie, non sono atti tera- peutici, esattamente come imboccare un mala- to con le braccia fratturate. Quand’ero ufficiale medico dell’Aeronautica, mi hanno insegnato che in tempo di guerra bisogna distinguere tre gruppi di pazienti: quelli che moriranno anche se curati, quelli che guariranno anche se non curati, quelli che vivranno solo se curati. Ci si deve concentrare sul terzo gruppo. Ma per il medico è una tragedia». Va riconosciuto il diritto di ciascuno a porre termine ai propri giorni? «La vita è un bene che non rientra nella disponi- bilità dell’individuo». Ha mai avuto pazienti che le hanno chiesto di farli morire? «Mai». Terza serie, dodicesima puntata. Eve è stata violentata e il dottor House la convince ad abor- tire. «Non credo che un medico debba assegnarsi questo compito. Dopo uno stupro l’interruzio- ne di gravidanza può diventare il prezzo che la virtù paga al vizio. Sono contrario all’aborto, ma ogni caso fa storia a sé. E comunque non mi sentirei di condannare Eve». Il termine «malasanità» che reazione provoca in lei? «Qualche volta c’è del vero. Ma chi lo pronuncia dovrebbe prima andare a vedere che cosa acca- de in civilissime nazioni come l’Austria. Al Fate- benefratelli di Vienna arrivò un polacco col pol- so distrutto: era stato rifiutato dal pronto soc- corso dell’ospedale centrale solo perché non aveva i documenti in regola. Lo ingessammo noi. Qui all’Umberto I abbiamo messo il pace- maker a una filippina con un disturbo cardiaco anche se era clandestina. In Italia la macchina cuore-polmone si può staccare solo quando l’elettroencefalogramma è piatto. Negli Usa, co- me si vede in Dr. House, per contenere i costi la spengono anche ai cardiopatici che stentano a riprendersi. Michael Moore nel film Sicko ha mostrato che farsi riattaccare il dito medio ne- gli ospedali americani costa 60.000 dollari, 12.000 l’indice. Se ti amputi entrambi i diti e non hai l’assicurazione, ti tocca scegliere quel- lo che costa meno. Qui in Italia il solo dirlo pro- voca ribrezzo». Fanno bene i malati italiani che vanno a curarsi al Memo- rial Sloan-Kettering di New York o alla Mayo Clinic di Ro- chester? «No, offendono la scienza e l’impegno di tantissimi colle- ghi che non hanno nulla da imparare dal dottor House. Dovrebbero andare nel pic- colo ospedale di Spoleto, un gioiello della sanità, dove ci sono reparti d’eccellenza co- me quello che cura la leuce- mia e le patologie del midol- lo osseo, fondato dal profes- sor Franco Mandelli, un ema- tologo che tutto il mondo c’in- vidia». «Preferisci un medico che ti tiene la mano mentre muori o uno che ti ignora mentre migliori?», è la frase tipica di House. Lei quale dei due preferisce? «Il secondo. Ma il primo non è meno bravo». Che cosa dice ai malati che non hanno più spe- ranze? (Si prende la testa fra le mani, abbassa lo sguardo, si schiarisce la voce, pensa a lungo. Quando rialza lo sguardo, gli occhi sono pie- ni di lacrime). «Niente. Posso solo accompa- gnarli, passo dopo passo. Nessuno di noi cono- sce il giorno e l’ora». (428. Continua) [email protected] È figlio del ministro che inventò il decreto legge Lavora nel dipartimento fondato da Valdoni, il chirurgo che salvò Togliatti, e fa il consulente del famoso serial Di per sé è la cosa più noiosa del mondo. Serve anche l’umanità. Mai avuto malati che mi hanno chiesto di morire Andate in Austria, dove chi non ha i documenti è rifiutato dal pronto soccorso. All’Umberto I operiamo i clandestini di Stefano Lorenzetto tipi italiani LA MEDICINA MASSIMO CODACCI PISANELLI LA MALASANITÀ ATTENTI AL DOTTOR MENGELE Massimo Codacci Pisanelli con la locandina di «Dr. House». Il padre rappresentò l’Italia al processo di Norimberga Il medico che dà ripetizioni al dottor House «Non mi farei curare da lui» «Difficile è stare vicino al paziente, non al corpo del paziente In Tv guadagna 400mila dollari a puntata? Io appena 116 euro»

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16 CRONACHE il Giornale Domenica 9 novembre 2008

Èil medicopiù pagatodel mondo:4 0 0 . 0 0 0dollari per

45 minuti di visite. Èspecializzato in nefro-logia emalattie infetti-ve, ma lo conosconosoprattutto per l’abili-tà diagnostica: riesce

semprea scoprire cheaccidentehai. È scontro-so,misantropo, tagliente,cinico: «Hofatto ilme-dicopercurare lamalattie,nonimalati».Èscian-cato, cammina col bastone, si rade quando ca-pita, non ride mai. Il suo nome è Gregory Hou-se e in televisione - è lì che compare da quattroanni - ha la faccia dell’attore Hugh Laurie.Sono in pochi però a sapere che anche l’onni-sciente clinico americano habisogno di un col-lega, e per di più italiano, che talvolta gli inse-gni il mestiere. Bisogna avere la pazienza discorrere i titoli di coda del serial Dr. House -MedicalDivisionperaccorgersene. «Consulen-zamedica:professorMassimoCodacciPisanel-li», si legge alla fine di ogni puntata. Ed eccoloqui, l’esatto opposto del dottor House. Sbarba-to, affabile, educato, segaligno, tanto da sem-brare, con i suoi 84 chili su un metro e 90 distatura, la controfigura giovanile di Pio XII.Il Policlinico Umberto I di Roma non ha nientedel modernissimo Princeton Plainsboro tea-chinghospital inventatodallaTv,benché finoaqualcheanno fa fosse considerato ilpiùgrandeospedale del mondo per numero di posti letto,primato che oggi ha ceduto al Chris Hani Bara-gwanath hospital di Soweto, Sudafrica. Nellasala d’aspetto del dipartimento di chirurgia cisono le panche di legno come sui treni di terzaclasse. Codacci Pisanelli, docente alla Sapien-za, ha la stessa età del reparto in cui lavora,fondato nel 1958 dal professor Pietro Valdoni,il primario che fu chiamato a occuparsi del tu-moreallostomacodiGiovanniXXIII,dellapro-stata di Paolo VI e della nuca e del petto di Pal-miro Togliatti trafitti dai colpi di pistola dell’at-tentatore Antonio Pallante, «però l’aneddotodella salatissimaparcellapresentata al segreta-riodelPci, conquesti chediceal grandechirur-go: “Eccole il saldo, ma è denaro rubato”, e l’al-tro che gli risponde: “Grazie per l’assegno, laprovenienza non m’interessa”, è una leggendametropolitana, me lo assicurò il professor San-dro Tagliacozzo, braccio destro di Valdoni», citiene a precisare l’allievo.Il mite professore ha preso dal padre, l’onore-vole Giuseppe Codacci Pisanelli, un deputatomorto vent’anni fa, che feceparte dell’Assemblea costi-tuente e fu più volte mini-stro, al quale i governi di ierie di oggi devono sempiternariconoscenzaperaver inven-tato l’istituto del decreto leg-ge. «Papà aveva studiato adOxford.Quandodivennemi-nistro della Difesa nell’ulti-mo governo De Gasperi, To-gliatti tuonò: “Avete sceltouno che conosce l’ingleseperchécosìpuòprendereor-dini dagli americani”. Al chelo statista trentino replicò:“L’onorevole Codacci Pisa-nelli ha combattuto controgliamericani. Invece lei,ono-revole Togliatti, conosce ilrussomanonhamaicombat-tutocontro i russi”». Il padredel chirurgo cono-sceva bene anche il tedesco. In Africa, durantela secondaguerramondiale, era l’interlocutoredel generale Erwin Rommel: per l’eroismo di-mostrato, fu insignitodellacrocedi ferro. Il chenon gli impedì, concluso il conflitto, di presen-ziare al processo di Norimberga come osserva-tore del governo italiano.Anchesuofiglio, specializzato inanestesia, ria-nimazione e chirurgia generale, conosce beneil tedesco,mapiùancora l’ingleseequestospie-gaperchél’abbianoarruolatocomeconsulentescientifico del serial. Ha lavorato al St. Mark’shospital di Londra e al Fatebenefratelli di Vien-na; negli Stati Uniti ha frequentato il Roper St.

FrancishospitaldiCharleston,SudCarolina.Lamoglie Benedetta ha sangue americano nellevene: il suo trisavoloeradiKansasCity. «Sichia-mava Bertrand Rockwell e da allora tutti i di-scendenti maschi portano questo nome», spie-gailprofessorCodacciPisanelli,mentrefascor-rere sul computer le foto dei figlioletti Bertran-do, 5 anni, e Martina, 2. «Non pensavo che miavrebbero fatto rimbambire», mormora traso-gnato il tenerone.

Lei non è come House, privo di affetti.«Vocazione di famiglia: siamo otto fratelli. Perlaprimavoltanessunodinoi fa ilparlamentare.Mia bisnonna, Bianca Naldini di Firenze, rima-sta prematuramente vedova di Luigi Codacci,sposòinsecondenozzeGiuseppePisanelli,mi-

nistro di Grazia e Giustizianei governi Farini eMinghet-ti. Io sono il quinto, ex aequocon Vito, avvocato, che è ilmio doppione genetico: ge-mello monocoriale, stessoDna. Solo le impronte digita-li sonodiverse.Unavolta chem’erascaduta lapatente con-fesso d’aver usato la sua».

Ma lei lo vede «Dr. House»?«Non guardo mai la Tv. Mi li-mito a visionare i Dvd col so-noroininglese,chemivengo-nomandati dalla casadidop-piaggio. Controllo che Hou-se e gli altri medici non dica-no bestialità. Complicatissi-mo, perché le parole devonocorrispondere al movimentodelle labbra».

Il dottor House toppa spesso?«Non direi. Una volta ha sbagliato il ciclo vitaledella cisti da echinococco, che si trasmette dal-la pecora al cane e dal cane all’uomo mediantel’ingestione di verdure contaminate da feci.Unapatologiaavoltemortale,piuttostodiffusain Sardegna. Allo stadio larvale il parassita siannida nel fegato, dando origine a delle speciedi uova che possono arrivare a 15 centimetri».

I suoi colleghi guardano il serial?«Buonaparte.Unavolta lasettimanavadoaope-rarenell’ospedaledi Spoletoe lìmi toccadiscu-tere le scelte del dottor House col mio collegaEnzo Ercolani, primario di anestesia e rianima-zione, un critico attento e severissimo».

Ma che cosa capiranno i telespettatori di queicasi clinici ai limiti dell’assurdo?

«Mi chieda piuttosto che cosa ne capiamo noimedici».

Il lessico di «Dr. House» è inavvicinabile.«Super tecnologico anche per me, lo confesso.Mi serve come ripasso. Non approfondivo levarie onde degli elettroencefalogrammi daitempi dell’esame di neurologia. Tenga presen-te chenel mondo anglosassone il chirurgo nonha diritto al titolo di dottore o di professore.Anche oggi che siamo laureati, restiamo solomister. Come i cerusici-barbieri dei secoli bui».

Ha mai suggerito di modificare i dialoghi?«Qualche battuta violenta l’ho fatta togliere.M’impressionòla letteradiprotestadiunamala-tadi sclerosimultipla, inviata aSorrisi eCanzo-ni Tv, perché il dottor House aveva esclamatodi una paziente: “Certo che sta messa propriomale!”. È terribile togliere la speranza».

Quanto la pagano per la sua consulenza?(Apre una busta). «Ecco qua: per i 16 episodi

della stagione 2008 ho percepito questi».Appena 1.867 euro? Ma sono 116 euro a punta-ta! Niente. Per un solo episodio Hugh Laurieguadagna 313.000 euro, 2.698 volte tanto.

«Nonlo invidio.Magari li ha investitimaleeconla crisi delle Borse chissà chegiorni sta passan-do. Il mio stipendio in ospedale è di 3.300 euromensili. Lo ritengo adeguato. I colleghi pensa-no che sia matto. Ma io non posso dimenticareche tra un operaio della Fiat e un dirigente ilrapporto che prima era di 1 a 30 oggi è di 1 a300. Non studi da medico per te stesso, per di-ventare ricco o potente. Studi per dare».

Consiglierebbe a un malato di farsi curare daldottor House?

«No. Nemmeno io mi farei curare da lui. Di persé la scienzamedicaè la cosapiùnoiosadi que-sto mondo. Ci vuole anche l’umanità. Un com-puter legge l’elettrocardiogramma meglio diuncardiologoeppurenontisaguarire. Ildiffici-le è stare accanto al paziente, non al corpo delpaziente».

Qual è il caso clinico più arduo che le è capitatonel corso della sua carriera?

«Donna, classe 1922, poliponel colon. L’esameistologicoevidenziava lapresenzadicellule tu-morali,mailpeduncolodelpoliponeera inden-ne.Asportarle onoun trattod’intestino?ALon-dramiavevanoinsegnatoche inquesticasinonsiopera. Sconsigliai l’intervento. Era il 1989. La

pazienteèancoraviva. Ilmedicodeveprender-si le sue responsabilità, altrimenti diventa unpassacarte».

Quando perde un malato per errore, presumoche non vada a dirlo ai parenti.

«Fapartedei limitiumani.Nonèperautodifesa.Perché dare un dolore aggiuntivo? “Chi peccacontro il proprio creatore cada nelle mani delmedico”. Siracide, 38-15. Abbiamo unamissio-ne divina. Non ve la potete prendere con noi:siamo gli artefici di una giustizia».

Colleghi che assomigliano ad House ne ha?«Eeeeh... C’è quello chehaoperato inuna clini-caprivataunasignoraconperforazione intesti-nale, alla quale avevo sconsigliato la chirurgialaparoscopica, salvo doverla rioperare percomplicazioniduegiornido-po col metodo tradizionale.C’è quello che ha operatoper sospetto cancro al pan-creas e all’esame estempora-neo non voleva ammettereche si trattasse di pancreati-te, per cui ha proceduto a unintervento demolitivo: il pa-zienteèmorto, il tumorenonc’era».

Avranno cercato di fare delloro meglio.

«Ma questa è la strada cheporta dritto al dottor Menge-le! Anche l’angelo stermina-tore di Auschwitz in fin deiconti avrebbe potuto difen-dersi affermandod’aver solotentato di fare esperimenticrudeli allo scopo di salvaremolteviteumane.Einfattimiopadremiraccon-tavachealprocessodiNorimbergagliamerica-ni fecero impiccare imedicidei lager, iBrandt, iGebhardt, gli Hoven, soltanto un anno dopo lasentenza, proprio per dar loro modo di trascri-verei risultatigliesperimentiaberranticheave-vanocondotto suiprigionieri, dall’immersionenell’acquaghiacciataperstudiareglieffettidel-l’assideramento alle ferite infettate di proposi-to per procurare il tetano o la cancrena».

House è odioso, eppure il pubblico televisivo loadora. Come si spiega?

«Perché a volte ha veramente ragione. Ci sonomalati che non vanno dal medico per sentire lasua opinione bensì cercano un medico che ab-

biala lorostessaopinione.Fannoindaginistati-stiche».

Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset,ha detto che in momenti come questi, di crisiprofonda, non si dovrebbe produrre una serieansiogena come il «Dr. House».

«Ma è solo un gioco, per il telespettatore, chedopotuttodisponedel telecomandoepuòcam-biarecanale. L’audienceelevatodimostracheèuna valvola di scarico».

Terza serie, terza puntata. Il ricercatore EzraPowell, affetto da amiloidosi in fase terminale,chiede di morire e viene accontentato conun’iniezione letale di morfina.

«Questa è eutanasia attiva, una forma di omici-dio: sono contrario. Se invece per eutanasiapassivasi intendelasospensionedicurestraor-dinarie, inalcuni casi sonod’accordo.Nonpra-ticare l’emodialisi a un malato terminale conmetastasi cerebrale, appena operato per aneu-risma aortico, è eutanasia? In questo caso il re-ne artificiale è una cura straordinaria. Però an-che una semplice flebo può diventarlo».

Nel caso di Eluana Englaro i giudici hanno repu-tato cure straordinarie l’alimentazione e l’idra-tazione col sondino nasogastrico.

«Questesonocureordinarie,nonsonoatti tera-peutici, esattamente come imboccare un mala-to con le braccia fratturate. Quand’eroufficialemedico dell’Aeronautica, mi hanno insegnatoche in tempo di guerra bisogna distinguere tregruppi di pazienti: quelli che moriranno anchese curati, quelli che guariranno anche se noncurati, quelli che vivranno solo se curati. Ci sideve concentrare sul terzo gruppo. Ma per ilmedico è una tragedia».

Va riconosciuto il diritto di ciascuno a porretermine ai propri giorni?

«Lavita èunbenechenonrientranelladisponi-bilità dell’individuo».

Ha mai avuto pazienti che le hanno chiesto difarli morire?

«Mai».Terza serie, dodicesima puntata. Eve è stataviolentata e il dottor House la convince ad abor-tire.

«Non credo che un medico debba assegnarsiquesto compito. Dopo uno stupro l’interruzio-ne di gravidanza può diventare il prezzo che lavirtù paga al vizio. Sono contrario all’aborto,ma ogni caso fa storia a sé. E comunque non misentirei di condannare Eve».

Il termine «malasanità» che reazione provocain lei?

«Qualchevoltac’èdelvero.Machi lopronunciadovrebbeprimaandareavederechecosaacca-de incivilissimenazionicomel’Austria.AlFate-benefratellidiViennaarrivòunpolaccocolpol-so distrutto: era stato rifiutato dal pronto soc-corso dell’ospedale centrale solo perché nonaveva i documenti in regola. Lo ingessammonoi. Qui all’Umberto I abbiamo messo il pace-maker auna filippina con un disturbo cardiacoanche se era clandestina. In Italia la macchinacuore-polmone si può staccare solo quandol’elettroencefalogrammaèpiatto.NegliUsa,co-mesi vede inDr. House, per contenere i costi laspengono anche ai cardiopatici che stentano ariprendersi. Michael Moore nel film Sicko hamostrato che farsi riattaccare il dito medio ne-gli ospedali americani costa 60.000 dollari,12.000 l’indice. Se ti amputi entrambi i diti enon hai l’assicurazione, ti tocca scegliere quel-lo che costameno.Qui in Italia il solodirlopro-

voca ribrezzo».Fanno bene i malati italianiche vanno a curarsi al Memo-rial Sloan-Kettering di NewYork o alla Mayo Clinic di Ro-chester?

«No, offendono la scienza el’impegnodi tantissimi colle-ghi che non hanno nulla daimparare dal dottor House.Dovrebbero andare nel pic-colo ospedale di Spoleto, ungioiello della sanità, dove cisono reparti d’eccellenza co-me quello che cura la leuce-mia e le patologie del midol-lo osseo, fondato dal profes-sorFrancoMandelli, unema-tologochetuttoilmondoc’in-vidia».

«Preferisci un medico che titiene la mano mentre muori

o uno che ti ignora mentre migliori?», è la frasetipica di House. Lei quale dei due preferisce?

«Il secondo. Ma il primo non è meno bravo».Che cosa dice ai malati che non hanno più spe-ranze?(Si prende la testa fra le mani, abbassa losguardo, si schiarisce la voce, pensa a lungo.Quando rialza lo sguardo, gli occhi sono pie-ni di lacrime). «Niente. Posso solo accompa-

gnarli, passodopopasso.Nessunodinoi cono-sce il giorno e l’ora».

(428. Continua)

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È figlio del ministro cheinventò il decreto legge

Lavora nel dipartimentofondato da Valdoni,il chirurgo che salvò

Togliatti, e fa il consulentedel famoso serial

Di per sé è la cosa più

noiosa del mondo. Serve

anche l’umanità. Mai

avuto malati che mi

hanno chiesto di morire

Andate in Austria, dove

chi non ha i documenti

è rifiutato dal pronto

soccorso. All’Umberto I

operiamo i clandestini

di Stefano Lorenzetto

tipi italiani

LA MEDICINA

MASSIMO CODACCI PISANELLI

LA MALASANITÀ

ATTENTI AL DOTTOR MENGELE Massimo Codacci Pisanelli con la locandina di «Dr. House». Il padre rappresentò l’Italia al processo di Norimberga

Il medico che dà ripetizionial dottor House«Non mi farei curare da lui»«Difficile è stare vicino al paziente, non al corpo del pazienteIn Tv guadagna 400mila dollari a puntata? Io appena 116 euro»