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1 Akhtamar on line WWW.COMUNITAARMENA.IT Anno 12 Numero 249 1 ottobre 2017 — CII M.Y. Akhtamar on line Guidata dall'imperativo del consolidamento del potenziale di tutti gli armeni, in un clima di dialo- go continuo e di un impegno a più livelli teso al rafforzamento del triumvirato Armenia-Artsakh- Diaspora, si è tenuta dal 18 al 20 settembre 2017, nella capitale armena Yerevan, la 6° Conferenza pan-armena Armenia Diaspora, con il titolo "Fiducia reciproca, unità e responsabilità". L’evento è stato organizzato in preparazione del centenario della dichiarazione della prima Re- pubblica d'Armenia del 1918 e del 2800 anniversario della fondazione della città di Erebouni- Yerevan, che saranno celebrati nel 2018. All’iniziativa, promossa dal Ministero della Diaspora Armena, hanno partecipato più di 1600 dele- gati provenienti da più di 70 Paesi del mondo, in rappresentanza delle varie istituzioni e strutture religiose, culturali, politiche e della società civile, nonché giornalisti e operatori della comunicazio- ne. L’Assemblea di tre giorni è stata inaugurata in seduta plenaria il 18 settembre con gli interventi del Catholicos di tutti gli armeni SS Karekin II, del Presidente della Repubblica d’Armenia Serj Sarkis- sian e del Presidente della Repubblica dell’Artsakh Pago Sahakian nonché del Catholicos della Grande Casa di Cilicia SS Aram I, per poi proseguire con sedute tematiche divise in quattro sessio- ni, ognuna delle quali era divisa a sua volta in vari temi in cui sono stati affrontati questioni relative a: Problemi dello sviluppo in Armenia; Le peculiarità della politica di difesa dell'Armenia alla luce delle sfide moderne; L’ agenda politica estera; I problemi della conservazione dell'identità armena. Martedì 19 settembre i partecipanti hanno visitato la Fortezza delle Rondini, il mausoleo dedicato alle vittime del Genocidio degli armeni dove hanno pregato e depositato una corona di alloro per poi spostarsi nel giardino della memoria adiacente, dove hanno piantato un albero in memoria delle vittime, quale segno di rinascita e di vita nuova. (segue in ultima) Fiducia reciproca, unità,… 1 Discorso di S.E. Bagdassarian 2 Profili: Vighen Avetis 3 La voce dell’Artsakh 4 Armenia e Artsakh ancora più vicini 5 Qui Armenia 5 Sommario Fiducia reciproca, unità, responsabilità Bollettino interno di azione armena

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1 ottobre 2017 — CII M.Y. Akhtamar on line

Guidata dall'imperativo del consolidamento del potenziale di tutti gli armeni, in un clima di dialo-go continuo e di un impegno a più livelli teso al rafforzamento del triumvirato Armenia-Artsakh-Diaspora, si è tenuta dal 18 al 20 settembre 2017, nella capitale armena Yerevan, la 6° Conferenza pan-armena Armenia Diaspora, con il titolo "Fiducia reciproca, unità e responsabilità".

L’evento è stato organizzato in preparazione del centenario della dichiarazione della prima Re-pubblica d'Armenia del 1918 e del 2800 anniversario della fondazione della città di Erebouni-Yerevan, che saranno celebrati nel 2018.

All’iniziativa, promossa dal Ministero della Diaspora Armena, hanno partecipato più di 1600 dele-gati provenienti da più di 70 Paesi del mondo, in rappresentanza delle varie istituzioni e strutture religiose, culturali, politiche e della società civile, nonché giornalisti e operatori della comunicazio-ne.

L’Assemblea di tre giorni è stata inaugurata in seduta plenaria il 18 settembre con gli interventi del Catholicos di tutti gli armeni SS Karekin II, del Presidente della Repubblica d’Armenia Serj Sarkis-sian e del Presidente della Repubblica dell’Artsakh Pago Sahakian nonché del Catholicos della Grande Casa di Cilicia SS Aram I, per poi proseguire con sedute tematiche divise in quattro sessio-ni, ognuna delle quali era divisa a sua volta in vari temi in cui sono stati affrontati questioni relative a: Problemi dello sviluppo in Armenia; Le peculiarità della politica di difesa dell'Armenia alla luce delle sfide moderne; L’ agenda politica estera; I problemi della conservazione dell'identità armena.

Martedì 19 settembre i partecipanti hanno visitato la Fortezza delle Rondini, il mausoleo dedicato alle vittime del Genocidio degli armeni dove hanno pregato e depositato una corona di alloro per poi spostarsi nel giardino della memoria adiacente, dove hanno piantato un albero in memoria delle vittime, quale segno di rinascita e di vita nuova. (segue in ultima)

Fiducia reciproca, unità,… 1

Discorso di S.E. Bagdassarian 2

Profili: Vighen Avetis 3

La voce dell’Artsakh 4

Armenia e Artsakh ancora più vicini 5

Qui Armenia 5

Sommario

Fiducia reciproca, unità, responsabilità

Bollettino interno di

azione armena

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L’Armenia è profondamente preoccupata per la situazione in Medio Oriente e non è stata risparmiata dai nefasti sviluppi che ci sono stati nell’area. Noi condanniamo fermamente ogni tipo di terrorismo che minaccia la regione e i territori al di fuori di essa. Migliaia di armeni e di altre popolazioni sono stati e sono ancora costretti ad abbandonare le loro abitazio-ni. Basti pensare che l’Armenia ha dato rifugio a più di ventiduemila persone in fuga dalla Siria. L’Armenia affronta il processo negoziale con grande

responsabilità e si impegna per una soluzione pacifica del conflitto in Nagorno Karabakh nel quadro del Gruppo di Minsk dell’OSCE. Se per alcuni paesi, il conflitto in Nagorno Karabakh è un problema di “territorio”, per gli armeni è invece un problema di “sopravvivenza”. Siamo fiduciosi che l’imparzialità e il supporto al

formato dei co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’O-SCE saranno elementi cardine della presidenza italiana dell’OSCE nel 2018 . Cari amici, Le relazioni tra l’Armenia e l’Italia risalgono a più

di duemila anni fa. Già nel 60 avanti Cristo l’Arme-nia era stata proclamata “amica e alleata del popolo romano”. Oggi qui non possiamo riassumere secoli di storia

comune ma possiamo menzionare i concreti risultati dell’ultimo anno e mezzo di questa indissolubile amicizia e vicinanza di valori. C’è stata, l’8 novembre del 2016, la visita dell’allora

Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a Yerevan. Si sono così gettate le basi per un consolidamento del

bilaterale italo-armeno, partendo dalla cooperazione in ambito culturale con la firma di una dichiarazione congiunta per la creazione di un Centro Regionale per la conservazione del patrimonio storico, artistico e architettonico in Armenia con competenza regionale (Caucaso del Sud e Medio Oriente). Su tutto, però, si sono esplorate le potenzialità per rafforzare la coopera-zione economica e si è annunciata l'istituzione del primo Comitato Intergovernativo armeno-italiano in campo economico-commerciale. C’è stata, il 17 marzo 2017, la celebrazione dei 25

anni di relazioni diplomatiche tra l'Armenia e l'Ita-lia. Il 16 maggio 2017 al Senato si è svolto il convegno

"Armenia venticinque anni sfide e prospettive”. Espo-

Sono onorata di accogliervi in occasione del ventiseiesi-mo anniversario dell'indipendenza della Repubblica d’Armenia. Oggi, noi tutti in patria come in diaspora, celebriamo

questo giorno e siamo orgogliosi del nostro Stato. Nella sua storia millenaria, il popolo armeno ha

percorso un cammino complicato e faticoso. Sempre al centro di scontri, ha attraversato momenti

luminosi e altri più bui, ha avuto regni magnifici che purtroppo hanno dovuto arrendersi alla dominazione straniera. Ciò nonostante l’Armenia ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo della civiltà mondiale, alla creazione di forti valori culturali. Dopo la caduta nel 1375 dell’ultimo regno d’Arme-

nia, il regno di Cilicia, l’Armenia, la sua gente, ha vissuto per sei secoli sotto il giogo straniero, riuscendo tuttavia a conservare la sua anima, la sua identità. Non ha mai smesso di immaginare, creare, costruire. Ha conservato il sogno di riacquistare la propria indipendenza. Il Novecento ha visto il popolo armeno essere vittima

di un genocidio: un milione e mezzo di armeni sono stati barbaramente uccisi nell’impero ottomano, l’Ar-menia storica ha perso la maggior parte dei suoi terri-tori e i sopravvissuti si sono sparsi per il mondo. Eppure il popolo armeno ha superato questa prova durissima e ha scritto una nuova pagina della sua storia e oggi qui, con tutti voi, celebra l’anniversario della sua indipendenza. La Repubblica d’Armenia è solida e in continua

crescita e lavora alacremente e con successo a piani strategici e di riforme negli ambiti più disparati. In questo breve lasso di tempo, un immane lavoro è stato compiuto e altro ancora dovrà essere fatto, per costruire solide istituzioni democratiche, un buon governo, uno stato di diritto e per realizzare serie riforme economi-che. Nel 2015, per garantire un governo efficiente e per

proseguire nel rafforzamento delle istituzioni democra-tiche, è stata attuata una riforma costituzionale che traghetta il sistema governativo verso il sistema parla-mentare. Una riforma che è stata possibile grazie alla stretta collaborazione e al contributo dei nostri colleghi dell’Unione Europea. In politica estera, l’Armenia indipendente ha sempre

avuto l’obiettivo di mantenere la pace e l’equilibrio nella regione, sviluppando relazioni efficaci con tutti i partner dell’area e costruendo rapporti sulla base di partnership sull’arena internazionale. L’Armenia è un partner strategico della Federazione Russa e dal 2015 è membro dell’Unione Economica Euroasiatica. Il 21 marzo 2017 l’Armenia e l’Unione Europea

hanno siglato un accordo di partenariato globale e rafforzato che sarà firmato nei prossimi giorni. Sempre con l’Unione Europea, inoltre, l’Armenia sta nego-ziando un accordo per uno spazio aereo comune. Ha stabilito strette collaborazioni con gli Stati Uniti,

i paesi dell’Europa e dell’Asia. È membro dell’Organizzazione del Trattato di

Sicurezza collettiva, ha partenariati attivi con la NATO ed è coinvolta in missioni internazionali di pace con la NATO e con le Nazioni Unite.

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nenti del mondo politico e culturale italiano, hanno contribuito a un’accurata riflessione sulla nuova giova-ne Armenia, sul consolidamento delle sue istituzioni democratiche, sul passaggio dal sistema semipresiden-ziale al sistema parlamentare (a cui l’Italia ha contri-buito con l’apporto scientifico dei suoi costituzionali-sti), sulla stabilità del suo sistema finanziario-bancario, sulle conclusioni delle trattative per un accordo con l’Unione Europea. Il 7 giugno 2017 alla Farnesina si è aperta la prima

sessione del “Comitato Intergovernativo Armenia-Italia”, alla presenza del Ministro degli Esteri arme-no Edward Nalbandian e del Ministro degli Esteri italiano Angelino Alfano. Sette i ministeri coinvolti, diversi gli accordi siglati, tanti i progetti messi in cantiere. Poi, sempre alla Farnesina, la prima presentazione

del “Sistema Paese Armenia: ponte per il mercato Eurasiatico e Iraniano” alla presenza del Sottosegre-tario agli Esteri Benedetto Della Vedova e del Mini-stro degli Esteri armeno Edward Nalbandian. L’ini-ziativa organizzata dal Ministero degli Affari Esteri italiano, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri armeno e l’Ambasciata Armena a Roma, ha fornito l’occasione per illustrare alle oltre 180 aziende italiane e armene presenti le prospettive di collaborazione e di investimento nei settori delle infrastrutture (energia, IT, trasporti), dei macchinari (per il tessile e l'agroindustria), dell’edilizia, dei servi-zi, del turismo, dell’agricoltura e dell’industria agroali-mentare. Confidiamo che le azioni che verranno intraprese dal

comitato intergovernativo e come risultato della presen-tazione del “Sistema Paese Armenia” diano grande impulso tanto ai reciproci investimenti economici quanto al rafforzamento dei legami internazionali. L’Armenia è la chiave d’accesso al mercato dell’Unio-ne Euroasiatica e al mercato iraniano, un mercato di 260 milioni di consumatori. E in tal senso abbiamo avuto già dei riscontri positivi. Infine vorrei ricordare la comunità armena in Italia

che ha contribuito per secoli allo sviluppo economico e culturale prima delle città-stato italiane, poi del Regno d'Italia e infine della Repubblica Italiana. Non posso che sottolineare come tanto in Armenia

quanto in Italia siano evidenti e tangibili il desiderio, la volontà e la consapevolezza di un ulteriore sviluppo e di un approfondimento delle relazioni bilaterali. Questo è il nostro obiettivo per i prossimi anni. Oggi il popolo armeno sta lavorando alla costruzione

di un paese stabile, allo sviluppo di un sistema demo-cratico e guarda con certezza al proprio futuro. Come responsabile e membro attivo della comunità interna-zionale, l’Armenia continuerà a contribuire alla stabilizzazione della pace nella regione e alla sicurez-za internazionale. Ha detto il Presidente Sargsyan “Il nostro obiettivo è

quello di avere un'Armenia intellettuale: le generazio-ni istruite sono la garanzia del successo e alla base della prosperità del nostro Paese.” Grazie e buona serata.

Armenia, 26° anniversario indipendenza il discorso di S.E. Victoria Bagdassarian alla cerimonia romana del 20 settembre

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Vighen Avetis è nato a Yerevan il 25 gennaio 1968 e ha studiato nella capitale armena iniziando il suo percorso artistico nella nazionale Accademia di Belle Arti alla quale si è iscritto, sezione cultura, nel 1989. Già giovanissimo, d’altronde, dimostra talento artistico: a soli sedici anni espone due monumenti in legno nella citta-dina armena di Arzni, nel 1989 una sua opera (“Senza om-bra”) è esposta nella capitale, mentre l’anno successivo ha l’onore di coniare due medaglie commemorative per il settantacinquesimo anniversario del genocidio armeno. Ha proseguito il suo percorso di studi artistici all’Accade-mia di belle Arti di Poznam (Polonia) dove allestisce una sua personale (1993) e dove si laurea nel 1997. Trasferitosi in Italia l’anno successivo, ha proseguito i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Firenze. La produzione italiana è intensa con sculture in pietra e metallo, incursioni di scenografia nel campo teatrale. La toscana, invero, con la sua tradizione marmista, è terra di approdo e al tempo stesso di partenza per ogni scultore.

Avetis si stabilisce dunque nel cuore artistico d’Italia, ma il suo cuore armeno non dimentica certamente la terra natale. Quella che può essere considerata la sua opera più famosa è infatti “La madre Armenia”: una imponente statua in bronzo (metri 2,80 x 1,80, fonderei Ciglia e Carrai di Impruneta+), realizzata in occasione del centenario del genocidio, raffigura-zione intensa e non solo allegorica, di una Patria che protegge i suoi figli dispersi nei quattro punti cardinali del globo. Il vestito della madre è chiuso posteriormente da una spilla raffigurante la chiesa di Santa croce; proprio quella che domi-na l’isola di Akhtamar sul lago di Van, simbolo di una terra che è stata strappata ai figli d’Armenia, orgoglio di una cultu-ra e di una fede che nessun invasore o usurpatore mai pieghe-rà. Questo bronzo, un omaggio alla propria patria che è valso all’autore la massima onorificenza dell’Armenia per gli artisti viventi, è stato esposto sul sagrato della chiesa della Miseri-cordia a Firenze, in altre località toscane, a Marsiglia ed è destinato a fare tappa in giro per il mondo. Né Vighen poteva dimenticare l’Artsakh: è stato infatti uno dei promotori e curatori delle prime edizioni del Simposio internazionale di scultura tenutosi a Shushi e che ha visto raccolti nella capitale culturale della repubblica del Nagorno Karabakh numerosi artisti provenienti da varie nazioni. L’arte come strumento di valorizzazione e conoscenza di una terra che all’arte ha sempre dedicato molte risorse ed energie. Vigore creativo, tecnica raffinata sia nella scultura del marmo che del bronzo, Vighen Avetis è oggi molto quotato in tutto il mondo. Il suo percorso artistico gli ha permesso di aggiungere alle proprie doti personali la capacità di acquisire influenze d’arte di una terra che lo ha accolto a braccia aperte e a lui è grato per il suo contributo. Un armeno che rappresenta con orgo-glio la propria civiltà e la fa conoscere al mondo.

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Profili VIGHEN AVETIS

Con questo numero diamo il via a una nuova rubrica - “Profili” - dedicata ad artisti contemporanei di origine armena, con particolare

attenzione a quelli che vivono in Italia. Al riguardo, sono ben accette le segnalazioni al nostro indirizzo di posta elettronica.

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Gagik Petrosyan, 38 anni, gravemente ferito du-rante la guerra dei 4 giorni, è il settimo soldato dell’Artsakh a beneficiare dell’iniziativa della “Tufenkian Foundation” che ristruttura le case dei soldati armeni. La cerimonia di consegna, lo scorso 31 agosto, è stata tenuta alla presenza anche della scrittrice Antonia Arslan. Gagik era assente, in quanto nonostante la sua menomazione continua a prestare servizio nell’esercito di difesa dell’Artsakh.. Moglie e figlie hanno fatto gli onori di casa; eccolo qui sotto brindare con Antonia.

Ci pare doveroso soffermare l’attenzione dei nostri lettori e di tutti gli amici dell’Artsakh su una votazione del Parlamento europeo che la scorsa estate (la pausa estiva e l’impaginazione non ci ha consentito di trattare prima la vicenda) ha riguarda-to il Nagorno Karabakh. Il 5 luglio, l’assise di Strasburgo ha adottato (457 voti favorevoli, 124 contrari e 66 astensioni) una risoluzione intitolata "Raccomandazione del Parla-mento europeo del 5 luglio 2017 per il Consiglio sulla sessantaduesima sessione dell'Assemblea Generale Nazioni Unite", in cui il punto “Pace e la sicurezza” nella sua lettera a) fa riferimento alla Repubblica di Nagorno-Karabakh, in questi termi-ni: «Continuare a promuovere il pieno ri-spetto della sovranità dei confini inter-nazionalmente riconosciuti e l'integrità territoriale dei paesi dell'Europa orien-tale e del Caucaso meridionale, tra cui la Georgia, la Moldova e l'Ucraina, per le violazioni del diritto internazionale com-messe in queste regioni; sostenere e rilanciare gli sforzi diplomatici per rag-giungere una soluzione pacifica e dura-tura dei conflitti in corso e lungo termi-

ne, così come il conflitto che colpisce la regione del Nagorno-Karabakh, e di far rispettare i diritti dell'uomo, l'integrità territoriale, non uso della forza e la pari-tà di diritti dei popoli e il loro diritto all'autodeterminazione; sollecitare la comunità internazionale ad attuare pie-namente la politica di non riconosci-mento dell'annessione illegale di Crime-a; rafforzare attivamente la pressione sulla Russia, membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per risolvere il conflitto in Ucraina in conformità con gli accordi di Minsk e il problema occupazione delle regioni georgiane dell'Abkhazia e dell'Ossezia Sud; cercare un equilibrio politico che rifiuta tutte le aspirazioni di sfere d'in-fluenza esclusive». Anche a una lettura veloce non sfugge la circostanza che il tema dell’integrità territoriale - su cui batte costantemente l’Azerbaigian nel tentativo di rivendi-care suoi presunti diritti - non ha interessato il Nagorno Karabakh. Si parla infatti solo di Georgia (con chiaro riferi-mento ad Abkhazia e Sud Ossezia), di Moldova

(per la Trasnistria) e dell’Ucraina (per il contenzio-so sulla Crimea); ma non dell’Azerbaigian per la regione contesa del Nagorno Karabakh. Segnale, questo, che per i deputati europei il conten-zioso sulla regione ha ben altra natura rispetto agli altri; senza voler entrare minimamente nelle dispute di cui sopra, possiamo però affermare che gli euro-parlamentari non hanno classificato l’Artsakh come il frutto di un’arbitraria “conquista” di territori a danno di uno Stato che ne ha il legittimo possesso ma si limitano a incoraggiare il rilancio degli sforzi diplomatici per la soluzione pacifica del conflitto, citando al riguardo i cosiddetti “Principi di Ma-drid” (elaborati nel 2007) che prevedono tra l’altro il diritto all’autodeterminazione. Laddove il documento votato parla di “annessione illegale della Crimea” e del “problema delle occupa-zioni delle regioni georgiane””, per la questione sul Nagorno Karabakh si usa altra terminologia, facendo chiaramente capire che non vi potrà essere alcuna soluzione senza l’acquisito consenso della popolazione armena locale. Si tratta di un voto importante, che riflette la politi-ca dell’Europa e del Gruppo di Minsk dell’Osce; e che sconfessa, ancora una volta, l’atteggiamento non conciliante e aggressivo dell’Azerbaigian.

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Una casa per Gagik

Una riflessione sul voto del Parlamento europeo dello scorso luglio

la voce dell’Artsakh

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IMMIGRATI Due cittadini afghani sono stati arrestati e pro-cessati per essere entrati illegalmente nel territorio dell’Armenia. Per portare a termine la loro azione hanno pensato bene di attraversare il confine tra la regione autonoma del Nakhichevan e l’Armenia; ignoravano evidentemente che si tratta di una frontiere estremamente controllata come quasi tutte quelle armene. EMIGRATI Secondo una ricerca sociologica pubblicata poche settimane or sono, circa il 72,1% degli armeni che sono andati a lavorare in Russia non hanno pianificato un ritorno in patria. Il 11,9% vuole viaggiare costantemente tra Russia e Armenia non appena possibile, il 5,2% desidera lavorare in Russia per molti anni e poi ritornare a casa, il 3,3% vuole guadagnare denaro e tornare dopo alcuni mesi mentre l’1,4% vuole vivere in Russia e poi trasferirsi in altro Stato. ORNELLA MUTI IN ARMENIA È arrivata anche la celebre attrice italiana a Yerevan in occasione dei festeggiamenti per l’an-niversario dell’indipendenza. Presente tra gli altri anche Franco Nero. TRUMP Le associazioni armeno americane sono convinte che Donald Trump non pronuncerà alcun discor-so di riconoscimento del genocidio armeno nella

Armenia e Artsakh ancora più vicini

ricorrenza del prossimo 24 aprile anche in ragio-ne dei troppi interessi personali di natura econo-mica e finanziaria con Turchia e Azerbaigian. A CASA DEL NEMICO Il vicepresidente del partito repubblicano di Armenia Armen Ashotyan, che è anche presidente della commissione permanente per le relazioni esterne dell'Assemblea nazionale e capo della delegazione all'Assemblea parlamentare di EuroNest, è a Baku per partecipare ai lavori dell'assemblea parla-mentare EuroNest. Nel suo intervento al meeting ha innanzitutto osservato che la decisione della delegazione arme-na di venire a Baku è dovuta in gran parte al fatto che l'Armenia si considera titolare del siste-ma europeo di valori e di famiglia e quindi non può astenersi dalla partecipazione a un forum così importante. Inoltre, Ashotyan ha riflettuto su alcuni tentativi di relatori azeri di trasformare questa conferenza in una propaganda anti-armena e ha affermato che la delegazione armena è a Baku per discutere i principali argomenti di questo evento, non il conflitto del Nagorno Karabakh. RELAZIONI DIPLOMATICHE Il 21 settembre l’Armenia ha ufficializzato l’avvio di relazioni diplomatiche con gli stati di Micronesia, Saint Kitts & Navis e Palau. Il ministro degli Esteri Nalbandian ha firmato a New York i relativi protocolli d’intesa.

COMMERCIO ESTERO Il volume del commercio con l’estero dell’Armenia nei primi cinque mesi del 2017 è aumentato del 23,1% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Complessivamente si tratta di 2,28 miliardi di dollari. L esportazioni hanno segnato un + 20,9% mentre le importazioni sono cre-sciute del 24,4%. AEROPORTO DI GYUMRI Continuano i lavori di ammodernamento dello scalo “Shirak”, il secondo del Paese. Negli ulti-mi mesi sono stati spesi circa due milioni di dollari per miglioramenti e funzionalità. RICONOSCIMENTI Il Ministero della Diaspora della RA ha pre-miato l’Arch. Arà Zarian con la medaglia “Arshil Gorky” per la ricerca, lo studio e i restauri conservativi di cicli affrescati nelle chiese in Armenia. (foto)

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Qui Armenia

Il primo settembre è stata inaugurata la nuova arteria di collegamento stra-dale tra Martakert (repubblica di Ar-tsakh) e Vardenis (Armenia). Centodieci chilometri che creano un secondo passante oltre a quello tradi-zionale di Goris. I lavori sono iniziati nel 2011 e sono costati circa trenta milioni di euro, più della metà finan-ziati da Stepanakert, il resto dal fondo “Hayastan” attraverso i Telethon. La strada, che si snoda attraverso il passo Sodk e permette di risparmiare alcune ore di viaggio rispetto al trac-ciato tradizionale, rappresenta anche un rafforzamento dell’armenità di quella regione e una risposta a chi ipotizza la consegna del territorio agli azeri.

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Akhtamar on line (segue dalla prima)

Significativa è stata la partecipazione del deputato armeno-turco, Garo Paylan il quale ha partecipato alle sedute inerenti l’agenda politica estera dell’Armenia intervenendo sulla questione del riconoscimento del Genocidio Armeno da parte della Turchia e concludendo che solo una Turchia moderna e civilizzata potrà compiere un passo del genere e che è dovere di tutti aiutare la popolazione turca a compiere quel passo, combattendo il regime che si sta instaurando nel paese, dove il Presidente rievoca il motto “un popolo, una religione” che più di cent’anni fa fu la causa scatenante dell’armenofobia e di quel che viene definito il primo genocidio del XX secolo.

Particolare attenzione è stata riservata dal parte del Ministro degli Esteri Nalbandian anche alla questione dell’Artsakh e alla linea adottata da parte dell’Armenia di percorrere la strada del dialogo e dei negoziati per una soluzione pacifica del conflitto in atto.

Interessante è stato anche l’intervento del Primo Ministro Garabedian che, sempre in seduta plenaria, insieme ad alcuni componenti della sua squadra ha presentato il program-ma del Governo in materia di sviluppo economico e le iniziative promosse in tal senso.

Il terzo e ultimo giorno sono stati presentati in seduta plenaria le conclusioni delle sessio-ni tematiche ed è stata adottata una dichiarazione finale con l’intervento conclusivo della Ministra della Diaspora la quale ha messo l’accento sull’imperativo della conservazione dell'identità armena, sia in madre patria che nella vasta diaspora, dove gli armeni sono pre-senti in più di 118 paesi con più di 829 comunità, 724 chiese, 1004 scuole, 300 redazioni giornalistiche, e migliaia di centri culturali.

Diffondere e rafforzare le qualità collettive dell'identità nazionale tra i giovani, rafforzare le scuole armene, formare generazioni di armeni con lo spirito di "armeni", introdurre tecnologie moderne nell'educazione armena, rafforzare all'interno degli armeni l'amore, la solidarietà, la tolleranza, la fiducia e l'unità, garantire un ambiente favorevole per gli armeni a vivere in sicurezza e a vivere una vita dignitosa; combinare gli sforzi per resistere e supe-rare le sfide che devono affrontare le comunità armene…. Questi sono solo alcuni degli impegni che i partecipanti alla 6° Conferenza pan-armena Armenia Diaspora hanno adot-tato nella dichiarazione finale garantendo che la stessa servirà come punto di riferimento per tutti gli armeni, le autorità statali della Repubblica di Armenia e della Repubblica di Artsakh, la Chiesa armena, nonché le strutture pan-armeni e le strutture e le organizzazioni comunitarie per essere coerenti con la realizzazione degli obiettivi pan-armeni.

Bollettino interno edito da comunitaarmena.it

Contatti:

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QUESTA P UBBLI CA Z ION E E’ ED I TA CON IL FA V ORE D EL

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il numero 250 esce il 15 ottobre 2017

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LE CASCATE SHAKI Si trovano nella regione meridionale di Syunik, sei chilometri a nord della città di Sisian. Sono alte diciotto metri e si gettano dal lato sinistro della gola del fiume Vorotan. L’acqua scorre su sedimenti basaltici di lava.

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