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1 Akhtamar on line WWW.COMUNITAARMENA.IT Anno 13 Numero 266 15 giugno 2018 — CIV M.Y. Akhtamar on line Il ministro degli Affari esteri dell’Armenia, Zorhab Mnatsakanyan, ha recentemente solle- citato i Paesi dell’Unione europea a ratificare l’accordo di partenariato comprensivo e rafforzato (CEPA) siglato lo scorso 24 novembre a Bruxelles tra l’Armenia e l’Istituzione europea. L’accordo è provvisoriamente in vigore e i primi benefici - anche economici - si sono già visti nel corso dell’anno corrente. Tuttavia la piena applicazione è subordinata all’appro- vazione di tutti i Paesi membri. Per questo il titolare del dicastero di Yerevan ha “incoraggiato”, con toni ovviamente diplomatici, i colleghi europei a sensibilizzare i rispettivi parlamenti affinché accelerino l’iter legislativo di ratificazione. Rilanciamo anche noi l’appello e ci rivolgiamo al nuovo parlamento italiano insediatosi dopo le elezioni politiche di marzo e al nuovo governo appena varato affinché sia calen- darizzata l’approvazione dell’accordo europeo. Ci rendiamo conto che i problemi italiani sono tanti e anche di maggior criticità, ma il passaggio parlamentare (che non è in discussione, gli Stati membri difficilmente si tirano indietro di fronte ad accordi diplomatici di questo genere) è piuttosto semplice e sarebbe un bel segnale di efficienza parlamentare se il provvedimento non rimanesse chiuso in qualche cassetto per buona parte della legislatura. Aspettiamo allora. Sempre fiduciosi e consapevoli dei buoni rapporti tra Armenia e Italia. Italia, ratifica 1 I 170 anni della Congregazione delle suore 2 Cher, la voce trasgressiva del pop 3 La voce dell’Artsakh 4 Acque agitate sul lago Sevan 5 Qui Armenia 5 Foto 6 Sommario Italia, è tempo di ratifica Bollettino interno di azione armena

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Anno 13 Numero 266

15 giugno 2018 — CIV M.Y. Akhtamar on line

Il ministro degli Affari esteri dell’Armenia, Zorhab Mnatsakanyan, ha recentemente solle-citato i Paesi dell’Unione europea a ratificare l’accordo di partenariato comprensivo e rafforzato (CEPA) siglato lo scorso 24 novembre a Bruxelles tra l’Armenia e l’Istituzione europea. L’accordo è provvisoriamente in vigore e i primi benefici - anche economici - si sono già visti nel corso dell’anno corrente. Tuttavia la piena applicazione è subordinata all’appro-vazione di tutti i Paesi membri. Per questo il titolare del dicastero di Yerevan ha “incoraggiato”, con toni ovviamente diplomatici, i colleghi europei a sensibilizzare i rispettivi parlamenti affinché accelerino l’iter legislativo di ratificazione. Rilanciamo anche noi l’appello e ci rivolgiamo al nuovo parlamento italiano insediatosi dopo le elezioni politiche di marzo e al nuovo governo appena varato affinché sia calen-darizzata l’approvazione dell’accordo europeo. Ci rendiamo conto che i problemi italiani sono tanti e anche di maggior criticità, ma il passaggio parlamentare (che non è in discussione, gli Stati membri difficilmente si tirano indietro di fronte ad accordi diplomatici di questo genere) è piuttosto semplice e sarebbe un bel segnale di efficienza parlamentare se il provvedimento non rimanesse chiuso in qualche cassetto per buona parte della legislatura. Aspettiamo allora. Sempre fiduciosi e consapevoli dei buoni rapporti tra Armenia e Italia.

Italia, ratifica 1

I 170 anni della Congregazione delle suore 2

Cher, la voce trasgressiva del pop 3

La voce dell’Artsakh 4

Acque agitate sul lago Sevan 5

Qui Armenia 5

Foto 6

Sommario

Italia, è tempo di ratifica

Bollettino interno di

azione armena

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sguardi dei genitori che esprimevano la loro riconoscenza. L’innocenza dei bambini che grazie a loro e con loro hanno scoperto e maturato la loro fede cristiana. L’ingratitudi-ne, anche, la diffidenza a volte, perfino il sospetto. Fino al martirio.

170 anni di storia che sono stati celebrati a Roma lo scorso 3 giugno con una messa solenne presieduta dal Prefetto della Con-gregazione per le Chiese Orientali, Sua Emi-nenza Cardinal Leonardo Sandri, presso la chiesa armena di San Nicola da Tolentino e poi con un concerto, il successivo 5 giugno, nella Casa Madre della Congregazione a Monteverde, durante il quale il coro della casa di accoglienza delle Suore armene di Gyumri (Armenia) “Nostra Signora dell’Ar-menia”, sotto la direzione del Maestro Ro-bert Mlkeyan ha presentato un repertorio ricco di canti tradizionali armeni ed interna-zionali, spazzando tra Mozart, Sayat Nova, Gomidas, Brahms, Shubert e altri.

Un’ora e mezza di emozioni uniche che si sono manifestate nella standing ovation finale dei presenti dopo l’esecuzione del canto conclusivo “Yerevan-Erepouni” dedicato al 2800° Giubileo della fondazione della capi-tale armena, che ricorre proprio quest’anno.

Corale “Nostra Signora dell’Armenia”. La Corale Nostra Signora d’Armenia,

fondata nel 2005, a Gyumri in Armenia, è il frutto della nuova missione della Congrega-zione delle Suore Armene che dopo il deva-stante terremoto del 7 dicembre 1988 che sconvolse in alcuni istanti il Paese e tutta la Diaspora armena, hanno finalmente potuto far ritorno in Armenia e stabilire la loro nuova missione a Gyumri.

La missione d’Armenia comincia ufficial-mente l’8 settembre 1992. Nella terra storica delle loro antenate le religiose armene si rimboccano le maniche. Tutto è da fare. Innanzitutto prendersi cura ed aiutare i bambini, gli orfani, offrire loro cibo, acco-glienza, educazione e cure sanitarie.

Nel 1994, 150 bambini partono in colonia per Arkavan e l’anno seguente nel collegio l’istituto di Fisica di Buragan. Nel frattempo nella diaspora i benefattori si mobilitano. Nel 1997 la colonia si stabilisce a Tsaghka-tzor dove le suore festeggeranno quest’anno il venticinquesimo annoversario del centro vacanze, che ogni estate accoglie più di novecento orfani e bambini in difficoltà.

Nel 1998 viene creato a Gyumri il com-plesso “Notre Dame d’Arménie”, il centro Boghossian con un orfanotrofio a tempo pieno, nel 2009 si inaugura la scuola profes-sionale per i giovani in collaborazione con

Tutto ebbe inizio il 5 giugno del 1843 allorquando in un’anonima e semplice casa di Costantinopoli una giovane ragazza ar-mena che voleva consacrare la propria vita a Dio e alla preghiera, decise su richiesta del suo vescovo Monsignor Andon Hassou-nian, che diventerà poi patriarca e primo cardinale armeno, di accogliere in quella dimora dodici bambine bisognose armene, per prendersi cura di loro.

Quattro anni più tardi, il 9 dicembre del 1947, veniva ufficialmente fondata a Istan-bul la “Congregazione delle Suore Armene dell’Immacolata Concezione” con lo scopo di mettersi al servizio del popolo armeno e in particolare dei bisognosi, come recita l’articolo 13 della sua costituzione (“Il fine specifico della congregazione è di servire i bambini del popolo armeno, in particolare i poveri, per un’educazione di carattere reli-gioso, morale e nazionale”).

Dalla casetta di Costantinopoli la Congre-gazione cominciò a crescere ed espandere la sua missione anche nelle province occiden-tali dell’impero ottomano.

Sono passati 175 anni dal quel 5 giugno iniziale e 170 da quel 9 dicembre del 1947. Nel frattempo la Casa Generalizia è stata trasferita a Roma e le missioni in terra ana-tolica sono quasi tutte chiuse mentre sono state aperte altre, in varie paesi e città del mondo, dopo che nel 1915 il Genocidio perpetrato dal governo dei Giovani Turchi spazzò via tutti gli armeni e costrinse i pochi sopravvissuti all’esilio. Insieme al loro po-polo anche i membri della Congregazione delle Suore armene conobbe le persecuzioni e le sofferenze, tredici di loro furono marti-rizzate per non rinnegare la loro fede men-tre altre quaranta furono costrette alla mar-cia della morte nei deserti della Siria e della Mesopotamia fino a giungere, moribonde, nella città di Aleppo, da dove poi si sono trasferite in altri paesi limitrofi come il Liba-no, l’Iraq e l’Iran, seguendo i passi ed il destino del loro popolo martoriato, raggiun-gendo anche l’Europa e gli Stati Uniti, pur di rimanere fedeli alla loro vocazione a ser-vizio del popolo armeno.

Una storia di 170 anni. Ricca, complessa, a volte incredibile, spesso magnifica, quella delle religiose armene dell’Immacolata Con-cezione. È una storia di impegno e di amo-re. L’amore di Dio e l’impegno a favore della nazione armena, accanto al popolo e soprattutto vicino ai più poveri.

170 anni di una storia che le religiose han-no scritto con gesti quotidiani, ripetuti con abnegazione e sostenuti dalla preghiera. Loro hanno conosciuto tutto. Il calore degli

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“Apprentis d’Auteuil” e nel 2010 apre le sue porte una casa per anziani di 40 posti. Nel 2015 si inaugura a Erevan, grazie al contri-buto della famiglia Alecco e Annie Bezikian, il centro “Annie Bezikian”, per le ragazze che vogliono proseguire i loro studi a uni-versitari a Yerevan.

Oltre a quanto sopra sono stati creati nel 1994 un centro di accoglienza diurno per aiutare i bambini dopo la scuola, a Dachir, vicino alla frontiera georgiana; e nel 1995 un centro di catechismo in Georgia a Heschdia, nel Djavach.

Nel suo messaggio conclusivo Madre Arousiag Sagionian, Superiora della Congre-gazione, asseriva: “Sono passati 175 anni dalla memoria dei nostri primi passi … ma noi abbiamo lo sguardo rivolto al futuro. Un futuro più umano, più fraterno più paci-fico, per la realizzazione del quale abbiamo bisogno di tutti voi ed abbiamo anche biso-gno delle Vostre preghiere, affinché ci siano sempre giovani donne, che non esitano a dedicare la loro vita agli altri, a Dio e al nostro benamato popolo”.

Auguri.

I 170 anni della Congregazione delle suore armene

Il futuro patriarca Monsignor Andon Hassounian, a cui premevano i bisogni del popolo armeno, rispose a madre Serpouhi Hadji Andonian che le chiedeva di trasferirsi a Roma per dedicarsi alla vita contemplativa: “Invece di andare a rinchiuderti, rimani tra i tuoi e dedica te stessa all’educazione dei figli della nazione”.

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di

LETIZIA LEONARDI

Ha ispirato celebrità come Oprah Win-frey, Cyndi Lauper, Tracy Chapman, Gene Simmons, Meryl Streep, Britney Spears, Beyonce, Lady Gaga e molte altre. È un’ico-na internazionale del pop, con oltre 50 anni di carriera. Ha venduto più di 100 milioni di dischi nel mondo. È cantautrice, attrice, presentatrice televisiva, ha vinto un oscar come migliore attrice, il Prix d'interprétation féminine al Festival di Cannes, un Grammy, un Emmy, tre Golden Globe Award e un People's Choice Award per i suoi contributi nel cinema, nella musica e nella televisione ed è di origine armena. Tutto questo ha un nome e cognome: Cherilyn Sarkisian La-Pierre, in arte Cher. Questa grande artista non ha dimenticato il suo cognome e le sue origini. Nel 1993 per la prima volta ha senti-to il richiamo della sua terra ed è volata in Armenia ma non da star, non da turista ma per conoscere la gente. Ha lasciato per alcu-ni giorni Santa Monica ed è arrivata a Yere-van con un aereo da carico con 45 tonnella-te di farmaci, libri, caramelle e giocattoli. Ha visitato un orfanotrofio e famiglie pove-re armene in quella piccola Repubblica di-strutta dal terribile terremoto del 1988, rovinata economicamente dalla disintegra-zione dell'Unione Sovietica e messa in gi-nocchio dalla sanguinosa guerra con l'Azer-baigian. Ha ridato il sorriso e la speranza ad una famiglia portando in America una bam-bina affetta da una grave malattia che i geni-tori non potevano permettersi di curare. E ha martellato la pietra, sotto la guida dei bravissimi artigiani delle croci di tufo, men-

tre la polvere rosa ricopriva sui suoi vestiti neri. In quell’istante Malibù e Aspen erano lontani. “Avrei potuto rimanere lì per giorni – ha detto più tardi, poco prima di salire sull'aereo per tornare a casa - Ho incontrato un uomo e mi ha insegnato a scolpire sulla pietra. In quel momento ho iniziato a sentir-mi armena”. E a chi le ha chiesto perché avesse intrapreso quel viaggio Cher ha ri-sposto: “È per ricordare che dietro i costu-mi in pelle e pizzo e la vita agiata, io sono ancora Cherilyn Sarkisian”. Ma tornando alla sua sfavillante carriera, Cher è stata l’unica cantante che dagli anni ’60 fino agli anni 2000 ha sempre avuto una sua canzone nella top ten americana Billboard. Due figli, due matrimoni alle spalle e molte love story.

Cherilyn è nata il 20 maggio del 1946 a El Centro in California. Suo padre, John Sarki-sian, camionista, era un rifugiato armeno. Sua madre, Jakie Jean Crouch (in arte Geor-gia Holt) era un'aspirante attrice e modella di origini irlandesi, francesi e inglesi. A se-guito della separazione dei genitori Cher, viene affidata alla madre e vive un periodo di ristrettezze economiche e anche di scon-volgimenti emotivi a seguito dei vari matri-moni e delle numerose relazioni della ma-dre. In particolare dall’unione di Jakie Jean Crounh con John Southall nasce Georgan-ne che, come Cher, sarà adottata dal succes-sivo marito, Gilbert LaPierre, un banchiere da cui Cher e la sorella acquisiranno il se-condo cognome. Per una grave dislessia, a 16 anni, Cher è costretta a lasciare la Fresno Higt School e, grazie all’incontro con il ventisettenne Sonny Bono, che lavorava per Phil Spector ai Gold Star Studios di Hol-lywood, inizia a cantare come corista.

La popolarità arriva inizialmente in cop-pia con Sonny Bono. Nel 1970 al duo Sonny & Cher viene proposto il primo speciale televisivo The Nitty Gritty Hour fatto di sketch, canzoni e musica dal vivo. Segue, nel 1971, The Merv Griffin Show sulla CBS-TV, The Sonny & Cher Comedy Hour che è stato uno dei programmi più seguiti fino al 1974. Nello stesso periodo escono gli album All I Ever Need Is You, Gypsys, Tramps & Thieves, Half-Breed e Dark Lady. Anche dopo il divorzio da Bono, Cher proseguirà da solista con una carriera ricca di successi: da Bang Bang a If I could turn back time, passando per i pezzi dance fine anni '90 fino ad arri-vare al suo ultimo album Closer to the truth (2013). Un totale di 26 dischi e 7 tour mondiali, di cui l'ultimo Dressed to kill iniziato a 68 anni. L’apice del successo lo raggiunge con Believe (1998): numero uno

nelle classifiche di 23 Paesi. Con i suoi capelli neri lunghi e lisci e i pantaloni a zampa d’elefante, Cher, diventa un'icona per la generazione hippy e per la cultura ameri-cana. Molti artisti, da Dalida a I Corvi, il gruppo Equipe 84 e Milena Cantù ripropon-gono la canzone-simbolo degli anni ‘60 Bang Bang. Nel 1975 la cantante si sposa con il musicista rock Gregg Allman. Dal loro breve matrimonio, finito per problemi di droga di lui, nasce, nel 1976, Elijah Blue Allman. È solo dopo il secondo divorzio, nel 1979 che Cherilyn fa cancellare all'anagrafe i suoi cog-nomi, Bono e Allman, diventando semplice-mente Cher. Alla fine degli anni ’70 firma un contratto quadriennale con il Caesars Palace di Las Vegas che si concluderà nel 1982 con lo show A Celebration at Caesar's Place. Gli anni ’80 iniziano con la nascita di una band rock punk-new wave i Black Rose con il chi-tarrista Les Dudek ma il progetto si rivela un flop e nel 1982 si scioglie. Nel 1989, nel video musicale di If I Could Turn Back Time (tra i primi censurati da Mtv), indossa un perizoma, calze a rete e un giubbotto jeans che la lanciano come testimonial del nude-look. La carriera cinematografica comincia in Jimmy Dean Jimmy Dean negli anni '80. Tra i film più amati dal pubblico: Dietro la maschera (1985) che le ha fatto avere il premio per la migliore interpretazione femminile al Festi-val di Cannes e una nomina ai Golden Globe; Stregata dalla luna (1987) con il quale vince l’Oscar per l'interpretazione al fianco di Nicholas Cage; Le streghe di Eastwick (1987); Sirene (1990) e Burlesque (2010) con Christina Aguilera. È stata inoltre diretta da Franco Zeffirelli in Un tè con Mussolini. Alla fine del 2010 le viene assegnato il premio Glamour's Woman of the Year Lifetime Achievement award e mette le sue impronte nel cemento di fronte al Grauman's Chinese Theatre di Hollywood. A 72 anni Cher è la dimostrazione che tutto è possibile: da co-rista è diventata una delle cantanti più celebri al mondo, ha vinto un Oscar anche se non nasce attrice, ha avuto compagni molto più giovani di lei quando il toy boy non era ancora una moda, è stata la prima a mostrare l'ombelico e con la chirurgia estetica è anche riuscita a farsi beffe dell’età anagrafica. Nel 2017 ha ricevuto il premio alla carriera ed è partito il suo nuovo Residency Show in collaborazione con AEG Live intitolato Classic Cher che la vedrà esibirsi in 30 concerti fino a novembre 2018.

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Cher, la star trasgressiva del pop di origine armena

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A Stepanakert è stato inaugurato il primo magazzino interamente dedicato a prodotti fabbricati o confezionati in Artsakh.

Il ministro dell'Economia e dell'infra-struttura industriale dell’Artsakh, Levon Grigoryan, si è dichiarato favorevole a tali iniziative che consentono la presen-tazione di prodotti esclusivamente loca-li.

«Non c'è dubbio che la produzione locale è preferibile. È la base dello sviluppo socio-economico dell'economia.

Mi congratulo con gli autori dell'iniziativa. Il governo di Artsakh e le autorità del paese tengono costantemente traccia del normale funzionamento dei programmi esistenti e li supportano. Inoltre, partecipano all'attuazione di nuovi programmi», ha affermato Levon Grigoryan.

Il presidente dell'associazione per lo sviluppo delle piccole e medie imprese dell’Artsakh e direttore dello stabili-mento di Artsakh Berry (azienda spe-cializzata nella produzione di confetture e marmellate), Erik Mkrtumyan, ha detto che l'idea è nata negli incontri con i membri dell'associazione che spinge-vano per creare un punto di vendita dove poter rendere disponibili i prodot-

ti del territorio. «L'obiettivo è quello di unire i produt-

tori e creare le condizioni per la vendita dei loro prodotti. Il negozio ha anche lo scopo di consentire ai turisti di acqui-stare i prodotti Artsakh di cui hanno bisogno in un negozio», ha aggiunto il presidente dell'associazione.

Il nuovo spazio espositivo presenta al momento i prodotti di trentacinque aziende della repubblica.

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TALISH RINASCE

La strada che collega Talish a Mataghis sarà riammodernata e risistemata grazie anche ai contributi di un filantropo armeno-iraniano che ha deciso di donare un milione e trecentomila dollari per l’intervento di manutenzione. Le due località erano state duramente colpite dall’attacco azero dell’aprile 2016 e anche l’arteria di collegamento aveva subito molti danni. Le opere di restauro rappresentano l’ennesimo passaggio che testimonia la volontà di ricostruire un futuro per l’area e dimenticare l’orrore dei missili azeri.

Made in Artsakh

la voce dell’Artsakh Cosa è accaduto una sera a Stepanakert?

Stepanakert, venerdì 1 giugno. Sera. Tre uomini discutono animatamente in una strada del centro: sono due cittadini e un membro delle Forze di sicu-rezza nazionale. La lite degenera in rissa; a supporto dell’uno e degli altri intervengono altri agenti e altri cittadini. Al termine il bilancio è di una quindicina di fermi. Non sappiamo quale sia stata la causa scatenante della contesa, ma dal giorno seguente si forma un presidio di cittadini che chiedono giustizia. La protesta non si ferma neppure dopo il rilascio dei fermati; i manifestanti chiedono le dimissioni e prov-vedimenti punitivi nei confronti di coloro che hanno abusato dei poteri conferiti e fatto valere con la forza le proprie ragioni. Alcune centinaia di persone creano un presidio fisso, la tensione monta, le massime autorità dello Stato sono sotto accusa, a nulla valgono i tentativi di bonario componimento operati anche dal Presidente della repubblica Sahakyan. A Stepanakert e a Yereva c’è paura: l’Artsakh non è uno Stato qualsiasi, è un Paese sotto assedio da parte di un nemico potente e agguerrito che non aspet-ta occasione migliore. Se il potere vacilla gli azeri possono approfittarne. Pashinyan, da Yerevan, invita a fermare ogni mani-festazione di dissenso; il Catholikos Karekin II si unisce al coro di coloro che invitano alla moderazione. Dopo tre giorni, il Capo della Polizia e quello delle Forze di Sicurezza rassegnano le proprie dimissioni. Anche il Ministro di Stato (già premier) Haroutyun-yan lascia anche se motiva diversamente la scelta. Il buon senso ha vinto. La democrazia in Artsakh è ancora più salda, nessun atto di forza immotivato può essere compiuto sui cittadini. L’Artsakh è ancora più Stato.

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NUOVI GOVERNATORI Nove delle dieci provincie (marz) dell’Armenia (oltre al distretto della capitale) hanno cambiato il proprio governatore (marzpet). Si tratta delle provincie di Aragatsotn, Ararat, Kotayk, Shi-rak e Gegharkunik, Vayots Dzor, Lori e Ta-vush. I governatori sono di nomina governativa e i cambi sono frutto ovviamente della mutata situazione politica. Il governatore di Syunik verrà nominato in un secondo momento. STRADE Lo stato di manutenzione delle strade che collega-no l’Armenia alla Georgia non è dei migliori anche a causa delle temperature molto basse che si registrano durante l’inverno e del passaggio di molti mezzi pesanti. Una delle situazioni peggio-ri si registra sul collegamento (invero periferico) tra Norambeyan e Ijevan. Il ministro competente ha deciso di intervenire e promesso lavori di riam-modernamento a breve termine. UNIONE EUROPEA Grazie all’accordo di partenariato comprensivo e rafforzato (CEPA), entrato provvisoriamente in vigore il primo giugno, l’Unione europea fornirà aiuti economici per 176 milioni di dollari fino al 2020 per sostenere le riforme in corso, che copri-ranno una vasta gamma di settori, dai trasporti alla protezione dei diritti umani e alla governance efficace. Per il 2018 è previsto un contributo di 36 milioni di dollari.

Acque agitate sul lago Sevan Il capo del Comitato idrico statale dell'Armenia, Arsen Harutyunyan, ha rasse-gnato ad inizio giugno le proprie dimissioni dopo la pubblicazione di un’inchiesta del quotidiano "Zhamanak" (Tempo) nella quale venivano avanzati sospetti di pratiche amministrative illecite che avrebbero fruttato ad Harutyunya insieme all'ex Primo Ministro Karen Karapetyan circa tredici milioni di dollari Harutyunyan, nel corso di una conferenza stampa, ha seccamente respinto le accuse e chiesto le scuse ufficiali del giornale. Il quotidiano Zhamanak ha criticato Arsen Harutyunyan per le sue affermazioni nel corso di un’audizione al parlamento armeno che indicavano che dall'inizio dell'anno il livello dell'acqua nel lago Sevan era aumentato di trenta centimetri. Il quotidiano scrive invece che nella realtà il livello del lago, se confrontato con lo stesso lasso di tempo dell'anno scorso, sarebbe diminuito di 13 centimetri. Il quotidiano afferma che l'acqua è stata effettivamente utilizzata per generare elettricità a basso costo dalla cascata di centrali idroelettriche sul fiume Hrazdan, e poi venduta ai consumatori armeni a caro prezzo. Secondo il quotidiano, un centimetro nel livello dell'acqua nel lago ha un valore di circa un milione di dollari e che pertanto, in virtù del riferito calo delle acque, i tredici centimetri in meno equivalgono a circa tredici milioni di dollari. Zhamanak sostiene che il denaro è stato intascato da Karen Karapetyan e Arsen

Harutyunyan. Quest’ultimo ha, come detto, respinto le accuse e dichiarato che si è dimes-so soltanto perché non può più lavorare con il nuovo governo del primo ministro Nikol Pashinyan. La vicenda è destinata ad avere successivi sviluppi politici e giudiziari.

HAYASTAN HOTEL I lavori di ristrutturazione dell’hotel Dvin saran-no completati entro la fine dell’anno e al termine di essi l’hotel, che verrà ribattezzato “Hayastan” sarà il cinque stelle più lussuoso della capitale armena. L’investimento sui lavori ammonta a più di ottanta milioni di dollari e occupa circa quat-trocento lavoratori. PISTACCHI ARMENI La società iraniana ‘Tana Partez’ sta pianifican-do coltivazioni intensive di pistacchi nella provin-cia di Armavir. un accordo a tal fine è stato raggiunto in occasione di un incontro tra il mini-stro dell'Agricoltura armeno Artur Khachatryan e il capo della società Beyazda Eslaichi. La compagnia iraniana ha acquistato 600 ettari di terreni agricoli nelle comunità di Artamet e Baghramyan della regione di Armavir. Un siste-ma di irrigazione a goccia sarà costruito per circa 400 ettari di questa terra. Prima della piantumazione verranno condotti una serie di studi per selezionare le varietà di pistacchi più adatte alle condizioni climatiche locali. Inoltre, verranno creati serbatoi di stoccag-gio e una via d'acqua separata per l'irrigazione dei giardini. L'uomo d'affari iraniano ha dichia-rato che l'azienda sta cercando di espandere le proprie attività in Armenia e vuole creare un essiccatoio e un laboratorio di confezionamento di pistacchi per i quali si aspetta assistenza dal Ministero dell'Agricoltura.

PRESIDENTE SARKISSIAN IN AMBASCIATA ITALIANA

Il presidente della repubblica, Armen Sarkis-sian, ha fatto una visita istituzionale all’amba-sciata italiana in Armenia in occasione della festa della repubblica. Ha salutato il personale presente e si è poi intrattenuto a colloquio con l’ambasciatore italiano Vincenzo del Monaco. Il Presidente e l'Ambasciatore hanno convenuto che i legami intergovernativi armeno-italiani si stanno sviluppando su solidi motivi storici e sulla base del patrimonio culturale dei due popoli. Entrambe le parti sono state liete di sottolineare la natura collegiale delle relazioni e l'alto livello di mutua collaborazione, e al tempo stesso hanno menzionato che il potenziale di cooperazione è estremamente grande e il compito è di scoprirlo costantemente. È stata anche discussa la partnership Armenia-Unione europea, che è anche una direzione im-portante del programma di partenariato armeno-italiano.

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Qui Armenia

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Bollettino interno edito da

comunitaarmena.it

Contatti: [email protected]

La splendida corale “Nostra Signora dell’Armenia” , trentuno elementi, che si è esibita

a Roma nei giorni scorsi guidata dal Maestro Robert Mlkeyan. Fondata nel 2005 a

Gyumri è formata da ragazze ospiti del centro educativo Boghossian

QUESTA PUBBLICAZIONE E’ EDITA CON IL FAVORE DEL

MINISTERO DELLA DIASPORA

il numero 267 esce il

1 luglio 2018

La pagina dedicata a l Nagorno Kara-bakh è real izzata in col laborazione

con:

www.karabakh. i t

Informazione quotidiana

in ital iano sul l ’Artsakh

Gli hamburger del Presidente

In occasione della Giornata dei bambini (1 giugno) il Presidente dell’Armenia Armen Sarkissian ha smesso i panni istituzionali per indossare quelli di cuoco e preparare hamburger per i più piccini durante un evento di beneficienza. Parannanza presidenziale e griglia a tutto calore...

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