Ws floriana de santis_21giu12

46
Sviluppo di comunità e nuova partecipazione s Floriana Colombo, Giuseppe De Santi Pisa 21giugno 2012

description

Intervento di Floriana e G. De Santis Woprkshop 12 giugno 2012

Transcript of Ws floriana de santis_21giu12

Page 1: Ws floriana de santis_21giu12

Sviluppo di comunità e nuova partecipazione

s

Floriana Colombo, Giuseppe De Santi

Pisa 21giugno 2012

Page 2: Ws floriana de santis_21giu12

Anni ’80 e ’90: il ritiro dello stato e l’aggiustamento strutturale.

La necessità di governare i processi sociali, economici e politici, in particolare a livello locale ”decentramento”la”governance” e “la partecipazione”

Che cosa

Page 3: Ws floriana de santis_21giu12

Come

Stato -Sist. politico

Societàcivile

Mercato

Aree di convenienzaeconomica

Aree dellamarginalità

PrivatizzazioneDeregolazioneSussidiarietà forzosa

Page 4: Ws floriana de santis_21giu12

Le sfide

l principio dell’autonomia della società civile e il contributo alla costruzione di uno spazio pubblico condiviso ‘protagonista’La mediazione dei modelli esogeni (insufficienza del quadro concettuale ‘moderno’, e la difficile integrazione del panorama istituzionale tradizionale)La mediazione e l’inclusione: sul piano politico, economico, sociale ( versus partecipazione consultativa)La gestione della molteplicità, incoerenza e ridondanza, in termini di meccanismi pratici, cognitivi e valoriali (opposizione: il coordinamento)

Page 5: Ws floriana de santis_21giu12

Come

Ci sono due visioni alternative con cui la dottrina moderna intende identificare la società civile

La prima viene identificata dal non-mercato, ovvero le organizzazioni intermedie tra la famiglia e lo stato.

La seconda interpretazione intende tutto ciò che si colloca nello spazio - “l'agorà” della società civile,

Page 6: Ws floriana de santis_21giu12

Società civile: nuove funzioni

Spazio pubblico

Stato -Sist. politico

Societàcivile

Mercato

Un'arenaconsensuale

di ‘governance’

Il faciltatoredi rete

Page 7: Ws floriana de santis_21giu12

Modalità di lettura

Impresa privata

Organizz. di servizio

CooperativeOrganizzaz. di elezione

Governo locale

Amminist. Locale

Settore privatoAzione collettivaSettore pubblico

ProfitBeneficenzaAuto aiuto(risorse in comune)

Auto-aiuto(interessi comuni)

PoliticoBurocratico

Orientamento delle istituzioni locali

ClientiBeneficiariMembriMembriCittadiniElettore

Ruoli dei singoli con riferimento ai diversi tipi di istituzioni

Page 8: Ws floriana de santis_21giu12

Modalità di funzionamento

I II III

Meccanismo principale

Strutture burocratiche

Interazioni di mercato

Associazione volontaria

Decisori Amministratori ed esperti

Produttori, consumatori,

investitoriLeaders e

membri

Guide di comportamento

Regole Prezzi Accordo

Criteri di decisione Policy, ‘ottimo’tecnico

Efficienza Interesse

Sanzioni Autorità statale Perdita finanziaria Pressione sociale

Modo operativo Top-down Individualistico Bottom-up

Page 9: Ws floriana de santis_21giu12

Le componenti della SC

Uno spazio consensuale di

governance

Stato -Sist.politico

Mercato

Societàcivile

Esclusi!

• Organizzazioni private volontarie

• Organizzazioni comunitarie • Organizzazioni intermedie• Organizzazioni ‘criptate’ e

antagoniste ‘incivili’

Rappresentanza elevata

Sussidiarietàlocale

Pallottino 2006

Page 10: Ws floriana de santis_21giu12

Il ritiro/indebolimento dello statoLa necessità di governare i processi sociali, economici e politiciIl radicamento concreto dello sviluppo, delle sue condizioni, delle sue conseguenzeLa coscienza di una molteplicità di attori, e del loro ‘peso diseguale’La coscienza del ‘fallimento dello sviluppo

ricapitoliamo

Page 11: Ws floriana de santis_21giu12

Re-immaginare cittadinanza

Rafforzare la società civile

la costruzione diorganizzazioni locali

Un rinnovamento delle pratiche della partecipazione: Oltre la democrazia

PùIl senso comune

una opportunità disattesa

una farraginosità che impedisce il pieno realizzo di una amministrazione efficiente.

utilizzare di metodi specifici per espandere deliberazione democratica e di inclusione di tutti i soggetti e tutte

le generazioni

assicurare la circolazione delle informazioni attraverso le reti informative

community-based

nutrire la "cittadinanza" piena e consapevole

Page 12: Ws floriana de santis_21giu12

Re-immaginare cittadinanza

Rafforzare la società civile

la costruzione diorganizzazioni locali

Un rinnovamento delle pratiche della partecipazione: Oltre la democrazia

utilizzare di metodi specifici per espandere deliberazione democratica e di inclusione di tutti i soggetti e tutte

le generazioni

assicurare la circolazione delle informazioni attraverso le reti informative

community-based

nutrire la "cittadinanza" piena e consapevole

.ripensare ad una nuova cittadinanza un compito prima di tutto politico e solo successivamente tecnico

assumersi l'onere di discutere problemi specifici e concreti

coinvolgere in maniera continuativa le persone le persone coinvolte dai problemi

accettando lo sviluppo deliberativo (anche se non corrisponde all'agenda politica),

Page 13: Ws floriana de santis_21giu12

Re-immaginare cittadinanza

Rafforzare la società civile

la costruzione diorganizzazioni locali;

Un rinnovamento delle pratiche della partecipazione: Oltre la democrazia

Pianificare insieme ; Attori della società civile enti governativi lavorano nella progettazione fornitura di beni e servizi

• Cambiare le forme di responsabilizzazione nel governo delle cose pubbliche

• Rafforzare della rappresentanza inclusiva modificando le regole

utilizzare di metodi specifici per espandere deliberazione democratica e di inclusione di tutti i soggetti e tuttele generazioni; gli strumenti e i luoghi

istituzionali esercitare la partecipazionepermanente

assicurare la circolazione delle informazioni attraverso le reti informative

community-based

nutrire la "cittadinanza" piena e consapevole

Page 14: Ws floriana de santis_21giu12

In media il coinvolgimento della cittadinanza avviene nella sfera politica, nelle forme della democrazia rappresentativa, raramente nelle altre sfere in cui si esprime la persona. Di qui l’affievolirsi dell’abitudine alla partecipazione o quantomeno al dibattito criticamente informato sulla cosa pubblica e sui beni comuni.

Promuovere nuova partecipazione nelle comunità locali significa spesso ricucire le condizioni relazionali-organizzative per l’effettivo esercizio della cittadinanza delle tante diversità, e ‘‘poli-identità’’ .

L’attenzione si sposta sugli aspetti di processo che rimettono in moto la soggettività e l’intersoggettività dei vari attori del territorio sui temi di rilevanza comunitaria.

Page 15: Ws floriana de santis_21giu12

Così come in fisica noi non vediamo la luce, ma vediamo con la luce, così nel campo sociale noi “vediamo” con le relazioni. Come nel campo fisico il colore non è una proprietà delle cose, ma è una proprietà del rapporto tra realtà e osservatore, nel campo psicologico sociale ‘‘il colore’’ della realtà è una proprietàrelazionale tra attori diversi

Ma a differenza che nel campo fisico, in cui il rapporto è meccanico, nel campo sociale il rapporto è comunicativo e interpretativo.

Page 16: Ws floriana de santis_21giu12

Se si intende promuovere la partecipazione nell’elaborazione di un progetto comunitario, occorre distinguere la concertazione(come accordo interistituzionale o con gruppi d’interesse organizzati) dalla partecipazione (come percorso aperto fra soggetti diversi).

In una democrazia rappresentativa ciò non implica in generale una restituzione della “delega” ai cittadini, ma implica che il processo di costruzione delle decisioni tenga esplicitamente conto di quanto emerge nella relazione con almeno una parte dei cittadini destinatari.

Ciò comporta, tra l’altro, mutamenti nelle relazioni di ruolo tra le persone e i tecnici nonché tra le persone, i gruppi sociali e le istituzioni politiche, e viceversa.

Page 17: Ws floriana de santis_21giu12

La progettazione partecipata ha dunque lo scopo di democratizzare i rapporti sociali-comunitari, nella relazione tra saperi “comuni” e saperi “esperti”: si basa sulla comunicazione tra diverse conoscenze e competenze, per così dire tra saperi “differentemente esperti” .Seguendo la nota definizione di Lewin (che descrive la metodologia generale della ricerca-azione), occorre di volta in volta una ricerca comparata sulle condizioni e sugli effetti delle varie forme di comunicazione sociale (ricerca, conoscenza), che a loro volta tendono a promuovere l’azione sociale stessa (partecip-azione).

Page 18: Ws floriana de santis_21giu12

L’ottica partecipativa prevede il coinvolgimento degli attori territoriali in ogni fase del processo di elaborazione, confronto e decisione, nella convinzione che le progettualità nate dalla collaborazione e dall’interazione con e tra almeno una parte dei soggetti del territorio sono più facilmente accolte dalla comunità e motivano più efficacemente il cambiamento. I soggetti coinvolti sono in un primo tempo “portatori di informazioni”, successivamente diventano essi stessi soggetti della ricerca.

Spesso questo richiede la realizzazione di una spirale di parecchi cicli di attività che sollecitano progressivamente livelli diversi di partecipazione.

Page 19: Ws floriana de santis_21giu12

Se la promozione della partecipazione si caratterizza come processo per riconoscere/legittimare soggettività e istanze diverse (coinvolgimento dei soggetti implicati rispetto all’area di intervento, raccolta delle diverse istanze e percezioni sui problemi, con prime micro-azioni conoscitive in partnership con almeno alcuni di questi soggetti),

nell’attivazione particolare importanza rivestono le interazioni fra i diversi attori, volte a focalizzare gli scenari di azione possibili da trasformare in progett-azione come risposta ad alcune fra le situazioni-problema sentite come più importanti (prioritarie) in relazione all’idea progettuale.

Page 20: Ws floriana de santis_21giu12
Page 21: Ws floriana de santis_21giu12

PROMOZIONE: coinvolgimento di persone-gruppi (“Esisti per…”)

CONNESSIONE: fra le diversità per riconoscere e progettare scenari di attivazione possibili e desiderabili (“Esisti nella relazione con e fra…”)

ATTIVAZIONE: partecipazione attiva alla definizione/realizzazione dei piani di azione (“esisti e conti nelle decisioni”)

Page 22: Ws floriana de santis_21giu12

• Il coinvolgimento può assumere il significato di un processo che fornisce l'opportunità ai diversi soggetti del territorio di riconoscersi e di essere legittimati nei loro problemi e nelle loro potenzialità.

• In questo senso il coinvolgimento assume la valenza di una condizione necessaria perpromuovere la partecipazione come azione di influenzamento e di decisione collettiva fra i soggetti della comunità, per soddisfare i bisogni e risolvere i problemi nella comunità.

Page 23: Ws floriana de santis_21giu12

Aspetto cruciale del passaggio dal coinvolgimento alla partecipazione: si crea attraverso setting alternativi dialogici (come gli eventi e i processi di p.p.) e si nutre del riconoscimento di interessi e bisogni comuni o complementari.

La connessione, nell’agevolare la conoscenza interattiva del territorio e la produzione relazionale di conoscenza e progettualità, promuove lo sviluppo del senso di comunità.

Ridefinire un problema per connessione, significa comprenderlo ad un livello di analisi della relazionesociale oltre che parziale/particolare, individuando i modi in cui i problemi di parte sono collegati alle tematiche comuni.

Page 24: Ws floriana de santis_21giu12

Il passaggio dal coinvolgimento alla partecipazione si basa sulla possibilità di promuovere percorsi di interazione fra gruppi, che in questo modo possono entrare in un rapporto dialettico entro quelle micro-decisioni di percorso, propedeutiche a processi di un piùampio cambiamento sociale-comunitario.

La partecipazione attiva implica infatti un reale esercizio del potere di influenzamento delle decisioni nella relazione fra soggetti, e nel controllo su ciò che hanno prodotto coloro che hanno ricevuto/accettato deleghe

Page 25: Ws floriana de santis_21giu12

Ciò che caratterizza la progettazione partecipata di un evento non si esaurisce in questi tre processi, ma si concretizza nel senso di responsabilitàsociale: un apprendimento per consapevolezza condivisa, che le condizioni di vita della collettività e i problemi che in essa si verificano chiamano in causa tutti.

E questo è un primo passo per convertire un progetto territoriale in bisogno di cambiamento e in forza pro-motrice di cambiamento, non solo in termini di capacità di controllo di parte ma anche di controllo collettivo rispetto ad uno scopo condiviso.

Page 26: Ws floriana de santis_21giu12

In prima istanza i ricercatori-operatori e i soggetti-destinatari, in un’ottica promozionale, collaborano nell’identificare i problemi o i bisogni da affrontare (azione per conoscere/definire «cosa cambiare con»).Quindi, a partire da ciò, ipotizzano e vagliano le possibili alternative di intervento (azione per riconoscere/progettare);successivamente collaborano all’intervento o alla verifica del suo impatto (organizzazione dell’azione: azione per cambiare).

Page 27: Ws floriana de santis_21giu12
Page 28: Ws floriana de santis_21giu12

• Nella fase di avvio di un progetto è di vitale importanza chiedersi quanto il progetto ipotizzato promuova o congeli le possibilità di partecipazione per i soggetti della comunitàlocale.

• In altri termini: le ipotesi di programma ideate, in relazione alla situazione territoriale di partenza, quale qualità della partecipazione favoriscono? Inoltre qual è il livello di partecipazione auspicabile, possibile e realizzabile da parte dei soggetti diversi implicabili?

Page 29: Ws floriana de santis_21giu12

IL CAMPO DI FORZELa comunità locale può essere guardata

come un campo di forze, da scoprire o ridefinire, animare nelle sue potenzialità, e sostenere nelle sue capacità di perseguire una progettualità.

All'inizio di un percorso occorre interrogarsi a tavolino (metaprogettare) su com'èconfigurato il campo di forze degli attori noti per poter essere poi più efficace nell'approcciarlo e ampliarlo

Page 30: Ws floriana de santis_21giu12

I GATE KEEPERSIl riferimento generale può essere una

metodologia di ricerca-azione che si chiama Gate-keepers, che aiuta a costruire una mappatura degli attori intesa come mappa delle leadership già note e delle partnership che possono rivelarsi promozionali se opportunamente agganciate: una mappatura non statica ma dinamica, che viene a precisarsi man mano nel corso dell'azione progettuale.

Page 31: Ws floriana de santis_21giu12

COME SI FA UNA MAPPATURA?

I metodi di lavoro sono almeno tre, che possono essere utilizzati in sequenza FRA ATTIVITA' A TAVOLINO E USCITE SUL CAMPO:

1- “catalogare” gli attori noti con una tecnica indiretta proiettiva (Il "se fossi"):

“Se fossi il tal attore o il tal altro… cosa penserei?”

aspetti dai quali mi sentirei attratto aspetti che sentirei poco chiarii problemi che prevederei

Page 32: Ws floriana de santis_21giu12

2- Interrogarsi sul quadro ipotetico che si prefigura e ulteriori aspetti da esplorare nella relazione con i diversi soggetti:

“Di fronte a questa situazione che domande mi vengono in mente?”

“Quali risposte a tali domande sono intanto plausibili? Quali aspetti devo invece esplorare andando a contattare i vari attori?”

"che strumenti uso (es. intervista di gruppo, individuale, questionario...) per andare a capire questi aspetti cui non so dare risposta a tavolino?"

Page 33: Ws floriana de santis_21giu12

…E DOPO L’USCITA SUL CAMPO…3- Effettuato un primo contatto con gli attori, fare

l'analisi del campo di forze: “ricatalogare”l’esistente (soggetti, bisogni, problemi...) evidenziando le possibili valenze presenti nel campo di forze

Il termine " valenza" può avere infatti due significati: la valenza delle disponibilità dimostrate:

DIREZIONALE o PROMOZIONALE dei singoli attori (esprimono spinte individualistiche o proposte esplicite o implicite di collaborazione e dialogo);

la valenza situazionale che un attore può esprimere per VICINANZA con altri soggetti.

Page 34: Ws floriana de santis_21giu12

LA PRIMA MAPPATURA a tavolino Serve ad analizzare la configurazione del campo di forze

mobilitabile o il profilo degli attori di una rete potenziale

Permette di trovare delle prime risposte ad alcune domande che è bene porsi per essere efficaci nell'avvio del progetto: Quali soggetti hanno potenzialità promozionali nel breve periodo?Chi vado a trovare per primo fra gli attori presenti nel campo di forze?Passo da un soggetto ad un altro in maniera sequenziale o vado per primi dai soggetti che mi pare possano avere una valenza promozionale?come faccio a intercettarne altri meno noti o vicini?

Page 35: Ws floriana de santis_21giu12

Gate keepers: la mappa delle leasdership

Si costruisce SOLO uscendo sul campo, è una metodologia di lavoro utile a:

Riconoscere la "fertilità" potenziale delle valenze dei diversi attori in relazione alla proposta progettuale

Riconoscere le criticità potenziali legate a problemi o bisogni o interessi diversi che potrebbero esprimere, e che se non considerati potrebbero frenare la collaborazione

Page 36: Ws floriana de santis_21giu12

Essa ci permette di trovare risposte alle seguenti domande:i soggetti noti esprimono una leadership potenzialmente direttiva (volta a convincere gli altri della legittimità delle proprie aspettative e bisogni) o potenzialmente promozionale (volta al cambiamento partecipato a partire dal riconoscimento dei nodi critici e dei diversi punti di vista)?il campo di forze ingaggiabile è sufficiente?è meglio partire dal coinvolgimento contemporaneo di piùsoggetti o concentrarsi solo su alcuni?qual è il soggetto o la situazione "di sottogruppo" potenzialmente più orientabile alla partecipazione nel breve periodo?fra i soggetti mappati c’è qualcuno disponibile a mettersi in discussione e a rivedere il respiro e il significato della propria attività di elezione in funzione della nostra proposta progettuale?

Page 37: Ws floriana de santis_21giu12

Esistono infatti almeno tre aree di inferenza nella progettazione partecipata:

A. il modello relazionale-organizzativo : “chi promuove”, “chi decide”, “chi sostiene/dà risonanza”, “chi valuta” e quale relazione fra queste funzioni/soggetti;

B. Gli elementi in ingresso (contenuti) : le priorità fra problemi, i valori che sostengono l’azione per il cambiamento;

C. La misurazione degli sviluppi (evaluation): ossia la direzione del cambiamento, la connessione fra problemi, obiettivi, risorse, vincoli nella realizzazione delle azioni che in progressione sviluppano e consolidano il cambiamento partecipato.

Page 38: Ws floriana de santis_21giu12

È la relazione fra processi partecipativi e il modello organizzativo fra i soggetti implicati in una azione territoriale.

Il modello organizzativo di base infatti ha il compito fondamentale di fornire sostegno alle modalità con cui lo sviluppo del progetto viene man mano influenzato o modificata dagli attori partecipanti.

Ed è essenziale per favorire lo strutturarsi progressivo di competenze partecipative da parte dei soggetti-oggetti dell’intervento.

Lo sviluppo di comunità ha che fare infatti con lo sviluppo di un sentimento di comunità e con la crescita della comunità come soggetto competente.

Page 39: Ws floriana de santis_21giu12

Il modello organizzativo dell’intervento in particolare richiede, per permettere la dialettica e il confronto fra le parti in azione, alcuni luoghi e momenti collettivi specifici che rispondono all’esigenza di differenziare e integrare le funzioni consultive e decisorie all’interno del sistema progettuale complessivo.

La domanda generatrice del passaggio dalla macro-fase promozionale a quella dell’attivazione, è la seguente:

quali condizioni permettono la nascita di una progettualità integrata fra soggetti (ponte fra presente e futuro e fra persone-gruppi-istituzioni…) in un contesto di comunità?

Page 40: Ws floriana de santis_21giu12

Gli elementi di ingresso all’avvio della progettazione partecipata sono:

I problemi attribuiti o sentiti a seconda che ci sia la partecipazione di almeno una parte dei soggetti-oggetti dell’intervento alla loro definizione

Accanto ad essi si individuano due componenti: una relativa ai soggetti-oggetti dell’intervento, ossia alla domanda che emerge in relazione a bisogni o valori sentiti, e alle attese che alimentano tale domanda;

l’altra relativa alla committenza istituzionale, riferita alle risorse e ai vincoli (operatori, tempi, mezzi, vincoli burocratici o amministrativi) che possono coadiuvare o limitare dall’esterno il respiro della progettazione.

Page 41: Ws floriana de santis_21giu12

All’avvio della progettazione infatti spesso è presente e attiva solo la committenza istituzionale

le risorse iniziali per la promozione e la realizzazione dell’idea progettuale stessa è un equipe di operatori o tecnici; mentre è assente la committenza territoriale.

sono presenti nell’intenzionalità politico-pedagogica degli operatori alcuni aspetti legati ai problemi, alle aspettative e ai bisogni attribuiti ai soggetti territoriali.

La contraddizione fra la presenza della committenza istituzionale e l’assenza come soggetto di quella territoriale (oggetto-destinatario dell’intervento) rappresenta l’elemento che istituisce il modello organizzativo della fase promozionale.

Page 42: Ws floriana de santis_21giu12

Come costruire un sistema organizzativo che permette in itinere di ampliare gli attori decisionali e rendere accessibili ed efficaci i processi negoziali nelle diverse fasi della ricerca-azione?

La risposta a queste domande dovrebbe permettere il passaggio da un’organizzazione dove predomina il government ad un’altra in cui si instaura la governance :

ai soggetti sociali deve essere riconosciuta progressivamente la funzione e il potere di:Definire i propri problemi e i bisogni;Scegliere “i compagni di strada” con cui collaborare per ridefinirli collettivamente, individuare le priorità condivisibili, e costruire soluzioni partecipateAccedere a un sistema organizzativo che supporti processi di partecipazione, collaborazione, negoziazioneControllare i cambiamenti in corso: la relazione fra processi e risultati attesi o contenuti dell’intervento

Page 43: Ws floriana de santis_21giu12

Parallelamente agli amministratori/politici deve essere riconosciuta nelle diverse fasi di sviluppo della ricerca-azione la funzione di:Decidere se e quanto allocare risorse in relazione ai bisogni/problemi emersi come sentiti dalla comunitàStabilire la direzione generale dell’intervento coerentemente con la loro intenzionalità politico-pedagogica Valutare i cambiamenti nella relazione processi-risultatiPromuovere, sostenere e valorizzare un’organizzazione che legittima le diverse funzioni e offre la possibilità di utilizzare la diversità di soggettività come spinta che nutre lo sviluppo di comunità

Page 44: Ws floriana de santis_21giu12

Durante l’attivazione della ricerca-azione si costituiscono nuovi soggetti collettivi che entrano a rendere maggiormente partecipato il modello organizzativo dell’intervento: infatti uno degli indicatori di attivazione della ricerca-azione è proprio l’arretramento/cambiamento del ruolo e delle funzioni degli attori istituzionali,tecnici e politici presenti all’avvio, e il relativo connesso avanzamento/cambiamento del ruolo e delle funzioni degli attori territoriali.

Page 45: Ws floriana de santis_21giu12

Durante l’attivazione della ricerca-azione si costituiscono nuovi soggetti collettivi che entrano a rendere maggiormente partecipato il piano di intervento: infatti uno degli indicatori di attivazione della ricerca-azione è proprio l’arretramento/cambiamento del ruolo e delle funzioni degli attori istituzionali, tecnici e politici presenti all’avvio, e il relativo connesso avanzamento/cambiamento del ruolo e delle funzioni degli attori sociali.

Come costruire un sistema organizzativo che permette in itinere di ampliare gli attori decisionali e rendere accessibili ed efficaci i processi negoziali nelle diverse fasi della ricerca-azione?

Page 46: Ws floriana de santis_21giu12

BibliografiaSul modello organizzativo: Piergiulio Branca, Floriana Colombo, “Il lavoro nella

comunità locale:percorsi per una cittadinanza attiva”, in AA.VV. La ricerca-azione di comunità- Quaderni di Animazione Sociale, EGA Torino -2008

Sull’evaluation: Floriana Colombo in AA.VV. Territorio e lavoro di Comunità, CLEUP Editrice - Padova - 2000

Sulle fasi della R-A: La ricerca-azione fra conoscenza e trasformazione della realtà”, in Animazione Sociale, n. 1/2003

Sui percorsi partecipativi: Branca P., Colombo F., (2005) ‘‘La pianificazione di strategie partecipative nel territorio’’ in Bertoncin M., Pase A. , (2005) Logiche Territoriali e progettualità locale,Angeli, Milano

Colombo F., (2006) La consapevolezza del territorio come valore: metodologie per l’attivazione di processi partecipativi in Bertoncin M., Pase A. Il Territorio non èun asino. Voci di attori deboli, Angeli , Milano