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Pubblichiamo alcune riflessioni sul “confinement” scritte dagli studenti della Sezione italiana del Collège Balzac di Parigi, coordinati dalla Prof.ssa Lorenza Gelmi. Un punto di vista originale sulla quarantena, così come è stata vissuta da adolescenti di lingua e cultura italiana a Parigi. LESSICO DELL’ISOLAMENTO Emilio CHIERICI IL CONFINAMENTO Il confinamento, situazione nella quale si trova quasi il mondo intero, è quello che ci fa sentire isolati: non possiamo uscire da casa e non siamo in contatto fisico con le nostre famiglie né coi nostri amici né col nostro lavoro o la nostra scuola. L’unica via di scampo è il supermercato o il fruttivendolo : non si può andare al ristorante o a passeggiare ai giardini. Il sentimento che mi abita di più in questo periodo di confinamento è la frustrazione : la natura rinasce, il cielo è chiaro e il sole è caldo e sta a lungo ma siamo chiusi in casa. LA PAURA La paura è il perché di questo isolamento. È esistito perché si temeva che troppe persone muoiano per causa di questo virus e tanta gente lo ha accettato perché temeva che lei o un essere caro ai suoi occhi sia una delle vittime di questo virus. Gli altri, anche non temendo che il virus faccia male a loro stessi, appartengono a questa categoria, capirono la paura provata da altri e accettarono le condizioni di questo confinamento in un movimento di solidarietà nazionale. L’ISOLA Isola e isolamento hanno una radice comune che secondo me dà il senso concreto di « isolamento » : essere bloccato su un isola… Ma spesso essere su un’isola è piacevole. Invece in questo periodo le nostre case sono diventate le nostre isole perse in un oceano LA CREATIVITÀ In questo periodo di confinamento la gente si è divisa in due categorie: quelli che si sono lasciati prendere da una routine e quelli che hanno messo il loro tempo libero a profitto per essere più creativi che mai. Certi hanno fatto filmini per divertire il

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Pubblichiamo alcune riflessioni sul “confinement” scritte dagli studenti della Sezione italiana del Collège Balzac di Parigi, coordinati dalla Prof.ssa Lorenza Gelmi. Un punto di vista originale sulla quarantena, così come è stata vissuta da adolescenti di lingua e cultura italiana a Parigi.

LESSICO DELL’ISOLAMENTO

Emilio CHIERICI

IL CONFINAMENTOIl confinamento, situazione nella quale si trova quasi il mondo intero, è quello che ci fa sentire isolati: non possiamo uscire da casa e non siamo in contatto fisico con le nostre famiglie né coi nostri amici né col nostro lavoro o la nostra scuola. L’unica via di scampo è il supermercato o il fruttivendolo : non si può andare al ristorante o a passeggiare ai giardini. Il sentimento che mi abita di più in questo periodo di confinamento è la frustrazione : la natura rinasce, il cielo è chiaro e il sole è caldo e sta a lungo ma siamo chiusi in casa.LA PAURALa paura è il perché di questo isolamento. È esistito perché si temeva che troppe persone muoiano per causa di questo virus e tanta gente lo ha accettato perché temeva che lei o un essere caro ai suoi occhi sia una delle vittime di questo virus. Gli altri, anche non temendo che il virus faccia male a loro stessi, appartengono a questa categoria, capirono la paura provata da altri e accettarono le condizioni di questo confinamento in un movimento di solidarietà nazionale.L’ISOLAIsola e isolamento hanno una radice comune che secondo me dà il senso concreto di « isolamento » : essere bloccato su un isola… Ma spesso essere su un’isola è piacevole. Invece in questo periodo le nostre case sono diventate le nostre isole perse in un oceanoLA CREATIVITÀIn questo periodo di confinamento la gente si è divisa in due categorie: quelli che si sono lasciati prendere da una routine e quelli che hanno messo il loro tempo libero a profitto per essere più creativi che mai. Certi hanno fatto filmini per divertire il mondo intero via internet, certi hanno fatto lavori in casa per renderla adatta a uno sport o si sono dedicati a una passione come il disegno, la musica, certi sport…Altra gente ha dedicato il suo tempo agli altri : nel mio palazzo certa gente ha cucito e offerto maschere ai vicini : un altro esempio di solidarietà. Durante le prime tre settimane di confinamento, io stavo in campagna dove ho costruito sulla strada di fronte a casa mia uno spazio per fare skateboard.IL SENSOAnche se è lungo e noioso, questo confinamento è utile. Per accettarlo meglio e per capirlo, bisogna cercarne il senso. Ci ho impiegato un po’ perché all’inizio vedevo solo che non potevo più vedere i miei amici, la mia famiglia o muovermi ovunque liberamente invece di riflettere sul senso di questo confinamento. Il confinamento esiste per proteggere le persone più fragili e evitare che contamini sempre più persone e che passi oltre tutte le frontiere uccidendo sempre più gente in tutto il mondo. Questo confinamento serve anche ad anticipare un risveglio del virus che potrebbe provocare una « seconda onda ». Anche se non è direttamente l’obbiettivo del confinamento, una delle conseguenze

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positive potrebbe essere una solidarietà più forte tra gli uomini e i paesi e una cooperazione facilitata per il futuro.LA FAMIGLIAQuesto lungo isolamento familiare sarà un’esperienza costruttiva per tante famiglie. Più di una volta i nervi dei suoi membri saranno provati ma alla fine i legami che li uniranno saranno più solidi che mai.Purtroppo in certe altre famiglie non avrà funzionato bene: dall’inizio del confinamento, il numero di violenze domestiche è aumentato.Nella mia famiglia si litiga ogni tanto ma il più spesso, passiamo dei belli momenti in famiglia. Malgrado questi momenti, il desiderio comune è che i bambini tornino a scuola e gli adulti a lavoro il più presto possibile…IL RITMOIn questo periodo avrei pensato che le mie giornate sarebbero state ritmate e sarei entrato in una routine di noia ogni tanto creativa, ma lo sono molto meno di prima. Infatti, prima del confinamento, le mie giornate erano ritmate dalla scuola questo mi ha anche permesso di valutare l’importanza della scuola ai miei occhi. Mi sono accorto che la scuola anche se mi sembra pesante nel quotidiano, è un sollievo : vedo i miei amici, mi riempio il cervello, ovviamente mi costruisco un futuro.La scuola è una motivazione ( certe volte lo vedo come un obbligo ) che mi fa alzare alla mattina e dormire alla sera e che mi permette di apprezzare veramente i week-end.L’IMPAZIENZAFin dall’inizio del confinamento, il sentimento che definisce meglio il mio stato attuale è l’impazienza.Sono impaziente di uscire dalla prigione che è diventata il mio appartamento e di tornare a scuola, impaziente di potere andare dove voglio quando voglio liberamente, impaziente di tornare a fare skate, impaziente di mangiare di nuovo in un ristorante, impaziente di rivedere i miei nonni, la mia famiglia in Italia, sono impaziente di tornare in Liguria al mare, ma soprattutto, sono impaziente di ritrovare finalmente i miei amici.L’AMBIENTEUn’altra delle conseguenze positive di questo confinamento che fa funzionare il mondo intero in slow-motion è che grazie alla diminuzione della produzione energetica, la natura riprende poco a poco i suoi diritti in certi posti: a Venezia sono stati visti delfini nel Canal Grande, in Francia, sulla costa Atlantica, nelle acque di Brest, è stato osservato un pescecane che non era stato visto in questa zona da anni. Nelle Calanques de Marseille, sono state viste delle balene per la prima volta da anni.Nella periferia parigina, sono stati visti dei cerbiatti nelle vie deserte di una città. Grazie a questo abbiamo un po’ più tempo da vivere su questo pianeta ma dobbiamo stare attenti a non rovinare quello che abbiamo ottenuto grazie al confinamento.IL CIBODurante questo isolamento preparare da mangiare è una delle cose di cui abbiamo parlato di più nella mia famiglia. Avendo molto tempo e molti pasti da preparare abbiamo fatto diverse esperienze culinarie. Per combattere la noia e per riempire le mie giornate e i nostri stomachi, ho spesso fatto due dolci al giorno o dei pasti completi. La nostra casa è sempre piena di merci italiane varie vendute da mio padre che è il capo di un azienda che vende a ristoranti e negozi cibi italiani da tutte le regioni d’Italia. Questo ci permette di continuare a cucinare e mangiare farinata, piadine, focaccia e altri cibi deliziosi.

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Agathe BELLANGER

ASSENZA Questa parola l'ha proposta lei ed è un termine di cui avevo bisogno per fare capire cosa provo. In questo periodo di isolamento, sono a casa con miei due fratelli e con i genitori. L'assenza, io lo descrivo in questo caso come un'assenza di vedere persone, principalmente, di vedere gli amici, la famiglia… Ma anche di fare shopping, di camminare con calma sotto il calore del sole splendente, di raccontare delle stupidaggini agli amici, di abbracciare la famiglia, di danzare e ascoltare musica, di riprendere deliri che sono stati quasi dimenticati, di ritrovare la sua babysitter che non hai potuto vedere da tanto, di guardare foto di se stesso ma giovane per poi fare il gioco delle differenze, di vestirsi bene per uscire la sera, di mangiare un gelato al mare, di preparare sorprese per il compleanno di un zio o della nonna… A casa, da sola, pensando a tutto questo, sento un'assenza di amore. (Anche se delle volte si telefona alle persone e si sa che loro pensano a te).DISTANZANon ero mai stata a casa mia più a lungo senza uscire che durante il confinamento. Sono a Parigi, nel mio appartamento, nella mia camera e vorrei essere in un altro posto. Ho scelto "distanza" come parola per diversi motivi. La prima è perché c'è della distanza da percorrere tra mia casa e quella di miei amici. E questa distanza, non la posso percorrere. Ho un'amica che non ho vista da tanto tempo, entrambi volevamo vederci, ma non possiamo, anche se lei abita a cinque minuti a piedi da me. È così, non posso vedere nessuno, le persone che abitano a cinque minuti, a quindici, a trenta- cinque, a un'ora… È lo stesso risultato. Il secondo motivo per cui ho scelto questa parola è che la distanza mi ha fatto pensare alle vacanze, e dunque al mare, alla piscina, ad un giardino… Avrei preferito passare il mio confinamento in una grande casa con un giardino e una piscina… Un posto dove si poteva uscire senza farsi controllare, ma un posto che controlliamo noi. E la distanza non la controlliamo.FINESTRAUna casa, un appartamento, un negozio… ci sono finestre. Le finestre permettono di far passare dell'aria nello spazio, un po' di freschezza, permette anche di fare passare la luce artificiale dei lampioni o la luce vitale del sole. Una finestra è veramente utile. In questi giorni di confinamento, dove non si può uscire, la finestra lo permette di mostrarlo. Infatti, penso che è vitale prendere una boccata d'aria. Esistono molti modelli di finestre, grandi, enormi, piccole… ma i Romani furono i primi a dotare le finestre di tamponamento in vetro, una tecnica che poi si perse per scarsità di materiali durante l'alto Medioevo. Questo per dire che la sera, alle 20:00, quando apro delicatamente la finestra per applaudire con i pochi vicini della strada, mi sento libera, perché è uno dei pochi momenti della giornata in cui prendo il tempo di respirare l'aria (della gente direbbe che l'aria è meno inquinata, ma io non lo dico, non so se è vero).GIOIA In questo momento difficile, si sta a casa da soli, non si può vedere le persone che si ama. È difficile, ma lo è ancora di più per le persone che hanno il virus o per quelle a loro vicine. Giustamente, siamo tutti una e sola squadra, dobbiamo resistere se vogliamo ritrovare la nostra vita che avevamo prima (anche se molti dicono che non ritorneremo alla norma prima di 2021). Questo avvenimento sarebbe un evento molto strano da raccontare alle generazioni future, ma per farlo si deve sopravvivere. Alcune persone si ritrovano circa cento anni prima, nelle trincee. Ma resistono comunque, e si potrebbe chiedere a causa di cosa o piuttosto grazie a cosa : alla gioia. Sì, la gioia, penso che anche se non vogliamo ammetterlo, nel più profondo di noi, risentiamo gioia, può essere nascosta, ma è gioia.

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Vogliamo tutti ritrovare la nostra vita e direi che stiamo affrontando questo evento con la gioia, perché vogliamo ritornare sulle nostre solide basi. Personalmente, la forma di gioia che mi fa lottare, è di pensare alle vacanze d'estate (il problema è che forse non ci saranno vacanze estive, ma questo non si deve dire, è segreto, è una forza interna che ci alza ogni mattina e che ci fa sopravvivere).LAVOROSe non c'era il confinamento, saremmo a scuola, durante una lezione, una lezione di italiano, di matematica, di francese… Non importa, ma saremmo a scuola ad imparare cose. Non siamo in vacanze, allora si deve lavorare. Trascorro tutte le mie giornate nella mia camera, sulla mia scrivania, a cambiare fogli, quaderni, prendere foto di compiti per inviarli a professori… Lavoro quasi tutta la giornata, e le settimane non fanno pause, ma continuano ad andare veloci senza badare a niente. Devo continuare a lavorare velocemente ed efficacemente, soprattutto efficacemente. Ed è qui che realizzo una cosa : ho l'impressione di lavorare più che quando vado a scuola, ma imparo meno cose. Il punto essenziale è che mi sono resa conto dell'importanza della scuola, quando si va ha scuola si lavora più efficacemente e si impara velocemente. Ma la casa non è la scuola, non posso fare come a scuola, perché non è a livello. Almeno l'importante è che imparo un nuovo modo di lavorare, di stare, di essere, di vivere.PAURAAbbiamo tutti paura. Ma la paura non è un'emozione nuova, è un'emozione primaria, sia per gli uomini, sia per gli animali. Ma questa paura che tutti i giorni risentiamo anche nel più profondo di noi, è molto più dilagante, pervasiva, non è la stessa paura di quando vediamo un film horror, di quando scherziamo a farci paura, di quando vediamo un'ombra di mostro, di quando hai di fronte a te un serpente… No ! È una vera paura, è vivente, una paura dove l'ansia è molto presente. Il protagonista di questa paura è forse l'amore. Senza amore la paura non esisterebbe, soprattutto in questo caso. Tutti telefonano alle persone della loro famiglia, le persone le più vecchie o quelle che hanno problemi. Ma la gente che non hanno famiglia ? Che non risentano amore ? Forse hanno paura per loro stessi ? Non si sa. Ma la paura è un'emozione che ci unisce tutti, perché quando parleremo di "paura" tutti saranno cosa pensare, come reagire, cosa è successo.IMPRIGIONATALa prima settimana di confinamento uscivo tutti i giorni con mio padre. Uscivo da casa perché sentivo che avevo bisogno d'aria, di sole, di freschezza, avevo la necessità di camminare tra le strade. Volevo essere libera, fare come se non c'era questo virus. Ma mio padre mi obbligava a mettere una maschera per proteggermi. Sono uscita con questa maschera tre o quattro volte, ma c'era un problema. Non mi sentivo me stessa. Avevo l'impressione di essere coperta da qualche cosa, come se nessuno doveva sapere che dietro questo ero "Agathe Bellanger". Ma ero obbligata a subire questa maschera (anche se era per la mia sicurezza) se volevo uscire. Un giorno, siamo usciti per fare dello sport, per correre, e appena usciti da casa ci siamo fatti controllare (mio padre, miei due fratelli e me stessa) da poliziotti. Volevano vedere se tutto era apposto. Da quel momento mi sono sentita imprigionata: non avevo fatto niente di male, tutto era in ordine, non mi si poteva biasimare, ma mi sentivo comunque imprigionata. Allora a quest'istante ero sicura di una cosa: essere imprigionata a casa sua o nella strada, era meglio esserlo in un posto dove mi sentivo in sicurezza, allora ho saputo che non sarei più uscita durante il confinamento.

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SILENZIONon so se il silenzio sia una buona cosa, ma durante tutto il giorno, c'é un silenzio quasi assoluto nelle strade. Per me che vivo accanto ad una grande strada dove normalmente c'è molto rumore ma poco traffico, non c'è neanche un piccolo fruscio. Il momento della giornata dove c'è un po' di chiasso, è la sera alle 20:00, l'ora alla quale applaudiamo i dottori e gli infermieri, un piccolo gesto di solidarietà è benvenuto. Quando nei film c'è del silenzio, è che : o c'è un problema sul film, o è un momento di suspense, che dura dunque qualche secondi, perché subito dopo un grande momento di azione accadrà e un frastuono sarà presente. Ma non è lo stesso in questa situazione molto complessa, io aspetto questo frastuono da tanto, ma non arriva. Il silenzio ha assorbito la città, fa un mese e due settimane che il rumore non esiste quasi più. Saremmo pronti ad uno scoppio violente di fracasso ? Sinceramente, penso di sì, perché è la nostra vita, era il nostro quotidiano.SOLITUDINELa solitudine è presente in me. È presente perché fa tanto tempo (più esattamente un mese e due settimane, se conto giusto) che non ho visto del mondo, le persone che voglio vedere, che non ho visto vita nelle strade e nei negozi (gli ultimi che sono aperti). A casa sono confinata con mio padre, mia madre, mio grande fratello e mio piccolo fratello che ha otto anni. Con un bambino di otto anni, non ci si dovrebbe annoiare, e normalmente c'è sempre qualcosa da fare con lui. Però fa troppo tempo che siamo tutti rinchiusi, e dobbiamo fare attenzione agli altri perché dobbiamo condividere l'appartamento. Ma la solitudine è sempre qua, non è perché abbiamo famiglia che non ci sentiamo da soli. Effettivamente, ne approfitto per riflettere. Riflettere principalmente sul futuro, sui licei. E mi è servito, perché ora so in quale liceo vorrei andare l'hanno prossimo. Ma questo non è l'importante, dico questo solo per concludere che la solitudine può alcune volte essere beneficente.Speranza : Penso che è importante di avere speranza, anche se ne abbiamo solo poco è comunque importante. La speranza ci fa vivere, ogni sera quando andiamo a dormire il nostro corpo spera che la mattina quando ci svegliamo siamo in buona forma e di buon umore, nella vita si sperano molte cose.Attualmente, durante questo periodo, spero di ritrovare il più presto i miei amici, la mia famiglia e riprendere le mie abitudini. Guardo spesso foto di momenti passati con le persone che amo e mi rimemoro tutto della giornata passata sulla foto, insieme alla persona, dunque sorrido. Può sembrare stupido o sciocco ma, mi sento in compagnia. Delle volte mi immagino come vivevano le persone che andavano in guerra e che ritrovavano i loro compagni malati o morti. Ma non siamo in guerra (anche se il presidente Macron a detto che era la guerre contro il coronavirus), ma non è lo stesso, perché attualmente, tutti sperano ritrovare le persone che hanno lasciato in fretta e con cui non hanno avuto il tempo di dire veramente "addio".

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Clara POUYES

L’ANGOSCIAL’avevo già sentita nominare e ne sapevo la sua esistenza ma non l’avevo mai provata. Invece da quando questa quarantena è cominciata ho cominciato a risentirla un po’ ogni tanto. Il mio primo stato di angoscia è stato a riguardo del virus e la paura continua di prenderlo. Che angoscia uscire e vedere tutte quelle maschere sui volti e fare tanta attenzione a tutto ciò che si tocca: mi sembra di vivere in un film di fantascienza! Poi la seconda ragione d’angoscia è la solitudine. Infatti anche se sono circondata dalla mia famiglia a volte mi sento sola, come se ci fosse un vuoto attorno me perché è come se tutta la mia vita da un giorno all’altro fosse scomparsa. All’ inizio ho provato molta angoscia per questo, poi pian piano ho cominciato a creare nuove abitudini, nuovi ritmi e mi sono ricreata una specie di nuova vita altrettanto rassicurante. Per sconfiggerla pienamente mi ha aiutato anche la speranza che tutto ritorni come prima …più la speranza cresce e meno angoscia provoIl CIBO, ma quanto lo amo! Credo che sia diventato il mio migliore amico durante questa quarantena. Infatti prima ero una ragazza che non mangiava molto ma adesso per fare passare il tempo mangio, mangio e mangio ancora…. (per fortuna che faccio molto sport in casa senno sarei già ingrassata da un po’…) Ho pure cominciato a cucinarlo in tutti modi, facendo delle torte (consiglio quella alle carote oppure il crumble alle mele: mi sono davvero venute molto bene tutte due), ma pure facendo qualsiasi tipo di pasta, di verdura e di pesce …. Cosi facendo passare il tempo ho scoperto una nuova attività piuttosto carina e piacevole per tutti i palati della mia famiglia.La COMUNICAZIONEPer fortuna che esistono ad oggi mille modi per comunicare ed essere sempre informati anche da casa. Ad esempio grazie all’applicazione House-party riesco a comunicare con i miei amici ed è sempre molto piacevole vederli e sentirli vicini anche a distanza. Ammetto che senza Internet io sarei già morta dalla noia e dalla solitudine perché riesco non solo a comunicare come ho appena detto prima, ma posso pure guardare qualsiasi film o serie tv, posso guardare dei video su Youtube, posso assistere alle video lezioni, e tantissime altre cose… Ed è proprio in questa situazione che ringrazio la tecnologia di esistere e di essere sempre più potente perché so bene, da come mi raccontano i miei nonni o addirittura i miei genitori, che prima non era affatto cosi e che loro non avevano quasi niente: solo il telefono fisso! Per cui ringrazio di tutto cuore di essere nata in questa epoca!! La COSTRIZIONENon l’ho mai vissuta perché da quando sono nata non c’è mai stata la guerra o una problematica sociale come quella che viviamo ora. Essere obbligati a stare in casa ci fa un po’ paura e ci angoscia perché è una privazione totale della nostra liberta (anche se a fin di bene…). Non si può più uscire da casa, se non per fare la spesa, lavorare o fare una piccola passeggiata in un raggio di un solo kilometro. Mi sembra proprio di essere in una dittatura o ancora peggio in prigione. Ma a dire il vero questa costrizione non ha solo effetti negativi: ad esempio mi ha permesso di ritrovare il legame con la mia famiglia che avevo un po’ perso perché prima nella mia vita normale non ci vedevamo cosi tanto praticamente solo la sera e per cena. Infatti da quando sono in quarantena abbiamo cominciato a passare più tempo insieme e condividere delle cose come giocare a tanti giochi in scatola (soprattutto burraco), ma anche a guardarci un film dopo cena o una serie tv tutti insieme. NOIA

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Non era affatto presente nella mia vita e quando è iniziato il confinamento ho avuto molto paura di provare tantissima noia. Nella mia vita di “prima” siccome questa parola mi ha sempre fatto paura, perché quando mi annoio mi sento sola e io odio la solitudine, ho sempre cercato di fare qualcosa. Ho così iniziato a comportami nello stesso modo e ne sono abbastanza orgogliosa perché dall’inizio di questa quarantena ho cominciato a fare cose che non avrei mai immaginato di fare prima. Ad esempio odiavo disegnare, dipingere e tutte le cose manuali perché non sono per niente portata. Poi un pomeriggio mi ci sono messa e devo dire che in realtà è stata un’attività piuttosto carina, che mi ha rilassata, ma soprattutto mi ha fatto passare del tempo. Mi sono pure messa a fare le pulizie, a cucinare, a fare sport in casa tutte le mattine, a leggere molto di più, a cucire, a suonare più spesso il piano, prendere il sole alla finestra ascoltando la musica e tante altre cose. Alla fine cara noia non mi fai più paura!La MANCANZAE’ il sentimento che provo di più in questo periodo. Non l’avrei mai detto ma mi manca assolutamente tutto, anche le cose più banali e stupide. Le persone che mi mancano di più sono tutte le persone che amo e soprattutto i miei amici, i loro sorrisi, i loro abbracci, i nostri scherzi, ma pure i nostri litigi. Mi manca moltissimo la libertà, la libertà di andare in giro per le vie di Parigi da sola o con i miei amici. Mi mancano tutte le mie attività ad esempio il tennis che è una mia passione, ma pure il teatro che facevo il mercoledì pomeriggio… Poi che strano chi l’avrebbe mai detto, ma mi manca pure la scuola, la metropolitana, semplicemente la mia vita normale, quella che ho vissuto per quattordici anni e spero con tutto il mio cuore di ritrovarla. Però nonostante questo sentimento molto brutto che provo ogni giorno, questa quarantena mi ha fatto riflettere e mi ha permesso di capire chi amo davvero e che voglio tenermi al mio fianco per ancora molto tempo. Ovviamente l’altra riflessione che mi sono fatta è che d’ora in poi devo approfittare di ogni singolo secondo della mia vita perché il tempo passa veloce e la vita va vissuta fino in fondo senza dover rimpiangere nessun momento e neppure risentire della nostalgiaRINGRAZIAREUn atto che spesso nella nostra società scordiamo di fare perché tutto ci sembra dovuto o normale. Infatti per molti ringraziare è un atto di cortesia automatico: come ad esempio quando si riceve un regalo oppure quando una persona fa un atto gentile, ma spesso quel grazie non è sincero e non proviene dal profondo del cuore. Ed è un vero peccato perché solo un grazie sincero fa davvero bene e può ridare della forza alla gente soprattutto in questo periodo. Ma le cose stanno un po’ cambiando e proprio in questo periodo ci rendiamo conto dell’importanza del ringraziamento ed è per questo, e anche per un atto di solidarietà che alle 20h si applaude. In effetti, in quindici anni della mia vita non avrei mai pensato un giorno di applaudire a dei medici, delle cassiere, degli spazzini, dei farmacisti e tantissima altra gente ringraziandoli di mettersi in pericolo per noi tutti i giorni e di mantenere vivi i nostri paesi. Questo momento trovo che sia molto emozionante e bello, ma soprattutto piacevole per tutti, perché finalmente si vede altra gente oltre alla nostra famiglia e mi sembra per qualche minuto di ritrovare la mia vita normale!!La SOLIDARIETÀChe bella parola. A dire il vero fino a poco tempo fa, poca gente la conosceva e l’applicava, perché sfortunatamente la nostra società è molto individualista e la gente pensa sole a sé stessa, agli affari, ai soldi e alla sua piccola vita. Ma ci siamo resi conto che difronte a questa malattia che colpisce qualsiasi paese e chiunque, dai più ricchi ai più poveri, che ci dobbiamo unire tutti e essere solidali gli uni con gli altri: è solo con il principio “l’unione fa la forza” che riusciremo a combattere il virus come qualsiasi altra minaccia sociale. Un bel esempio di solidarietà, è alla sera, alle 20h, quando sono con i

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miei genitori alla finestra del mio salotto con tutto il quartiere ad applaudire tutti quelli che lavorano per mantenere il nostro paese ma pure noi in vita.La SPERANZAIl sentimento che tutti provano in questi giorni e in quelli che verranno. Spero per tantissime cose soprattutto che tutto ritorni alla normalità anche se sfortunatamente so che questa normalità non la ritroveremo mai perché questo virus ci ha cambiato come individui e come società. Niente sarà più come prima: ci dovremo abituare a dei cambiamenti nelle nostre abitudini in società. Spero di poter ritrovare i miei amici, di allungare il braccio e poterli toccare, di abbracciarli, di sentire la loro voce senza il filtro del computer … Spero di rivedere la mia famiglia in Italia, giocare e ridere con i miei cugini/e, mangiare le lasagne di mia nonna … Spero di potere al più presto viaggiare, di continuare a scoprire il mondo e tutte le sue culture …. Ma spero anche che da questa situazione drammatica, mai conosciuta prima, ne usciremo tutti cresciuti e migliorati e che smetteremo di fare guerre, di pensare solo a noi stessi …. Spero anche di prendere un bel voto con questo compito….Il TEMPODa quando siamo in quarantena, questa nozione mi è completamente sparita: non so mai che giorno è né che ora sia, ma sono anche completamente sregolata rispetto alla mia solita routine: ad esempio mi sveglio tardissimo e ovviamente vado anche a letto più tardi …. E questo è un grande cambiamento, perché prima quando si andava ancora a scuola questa nozione ce l’avevo eccome. Tutto era scandito da un ritmo frenetico e preciso. Ora è come se il tempo si fosse dilatato, ogni evento dura tanto, ma nello stesso tempo, essendo ogni giornata scandita da eventi cosi ripetitivi, mi sembra di riviverlo sempre uguale ogni giorno. È come se in pochi minuti mi ritrovassi a rivivere ogni giorno lo stesso evento e le giornate diventano così tutte uguali e cosi ‘mi perdo …non so più che giorno è…che ora sia … Il TEMPO, da quando siamo in quarantena, questa nozione…upss ecco un bell’esempio J

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Sofia ROUVIERE

APRILETutto il mese di aprile lo stiamo passando in quarantena. Secondo me, aprile è uno dei mesi più belli dell’anno, la primavera è una stagione stupenda, non fa freddo, non fa caldo, fioriscono gli alberi. Purtroppo, questa situazione ci impedisce di approfittare di questo piacevole mese. Mi piace aprile anche perché c’è Pasqua, e tutti lo sanno, a Pasqua si mangia tanto cioccolato. Quest’anno, il giorno di Pasqua era il mio compleanno ( questa è un’altra ragione per cui mi piace aprile). È stato un po’ triste passare il compleanno isolati ma nonché avessimo la scelta. Immagino che ormai quando penseremo ad aprile, ci ricorderemo dell’isolamento.CASALa casa in questo periodo rappresenta una sorta di « prigione » (certo molto più piacevole). Prima della quarantena, la casa era il posto di cui sognavamo in fine pomeriggio dopo una lunga giornata di scuola. Per quanto mi riguarda, uscivo poco durante il week-end perché la settimana era faticosa e mi potevo riposare per due giorni si seguito prima di tornare a scuola. Adesso che ci restiamo tutta la giornata e tutti i giorni, sogniamo di una sola cosa : uscire. La casa è diventato l’unico posto in cui ci si può rimanere e diventa un po’ soffocante. Il termine di prigione è sicuramente molto esagerato ma in realtà la percepisco un po’ così.CUCINAREQuando non si ha niente da fare durante le giornata, è necessario trovare delle occupazioni. Una cosa che faccio spesso è la cucina. Faccio torte, dolci e a volte preparo anche il pranzo. Mi piace cucinare perché trovo che sia divertente da fare, fa passare il tempo e soprattutto alla fine si mangia e il cibo fatto in casa è sempre più buono di quello confezionato. Non è la mia unica occupazione però mi sembra una delle più divertenti e il bello è che spesso devo uscire per fare la spesa, allora ne approfitto per fare un giretto e prendere un po’ d’aria.

MANCANZAIn questo periodo, essendo confinati, provo tante sensazioni di mancanza. Ci sono tante cose che per causa della situazione che viviamo sono proibite. Penso che la cosa che mi manchi di più siano i miei amici nel senso che mi manca proprio la vita sociale, mi mancano tutti i ristoranti dove mangiavo spesso, mi mancano i miei nonni che purtroppo posso soltanto chiamare, mi manca anche un po’ la scuola e quasi alcuni professori. Mi mancano soprattutto le mie lezioni di danza e forse mi fermo qui perché se dovessi enumerare tutte le cose che mi mancano ci vorrebbero dieci pagine. Comunque penso che questa sia la parola che definisca di più l’isolamento per me.MUSICALa musica è per me un arte indispensabile, da quando ho sei anni suono il pianoforte e non ho mai smesso. La musica è un modo di esprimere le sue emozioni e di affermare il proprio carattere. Si può ascoltare in ogni situazione : quando si è felici, tristi, eccitati, annoiati, arrabbiati… È molto benefica per il cervello perché stimola la vista (leggere la partizione e guardare cosa si fa con le mani), il ritmo, la coordinazione e l’udito e se si canta si usa anche la voce. Con il mio prof facciamo delle videoconferenze per imparare altri pezzi di musica che dopo posso suonare durante le lunghe giornate d’isolamento.NOIA

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Secondo me questa situazione è noiosa, non nel senso che non trovo niente da fare (al contrario ci sono tante cose che mi occupano le giornate come leggere, cucinare, guardare serie tv… e poi ci sono i compiti) ma perché non siamo liberi di fare tutto quello che vogliamo, non possiamo uscire più di un’ora al giorno, se usciamo dobbiamo assolutamente avere una ragione valida e un’attestazione e se mai i carabinieri decidono che non abbiamo il diritto di uscire dobbiamo pagare una multa (e questo è davvero noioso perché la maggior parte della gente oltre a non guadagnare deve anche pagare). Trovo l’isolamento fastidioso e noioso.PAZIENZAAnche se la quarantena sta diventando sempre più lunga si deve essere paziente e aspettare tranquillamente rispettando le leggi. La pazienza è fondamentale per non diventare matti essendo confinati in casa. La pazienza è anche un modo di esprimere rispetto nei confronti delle persone che ci chiedono di rimanere a casa ed è un modo di ringraziare le persone che tutti i giorni rischiano di ammalarsi per proteggerci. Se perdiamo la pazienza e che cominciamo ad uscire quando vogliamo, senza il rispetto delle regole, mettiamo in pericolo tutti e diventiamo la prima causa del prolungamento dell’isolamento. Penso che sia davvero importante essere pazienti, io stessa mi riconosco in questa parola.PENSIERITutto questo tempo inutile da libero sfogo alla nostra immaginazione e i nostri pensieri. Mi è capitato spesso di stare seduta o sdraiata a pensare, di tutto e di niente, di rifugiarmi in sogni ad occhi aperti e così possono passare ore. Mi sembra utile perché durante le giornate non succede niente di palpitante allora quando mi metto ad immaginarmi situazioni inventate mi posso immergere in altri mondi avventurosi e farmi dimenticare per un po’ la situazione che stiamo vivendo.PROGETTIIn questo periodo si ha bisogno di fare progetti e nello stesso tempo si ne annullano molti, come le vacanze appena trascorse a casa, anziché in Italia con gli amici. Fare progetti è essenziale perché ci fa sognare e perché ci stimola ad andare avanti. Ho voglia di progettare le vacanze. Il « dopo confinamento », quello che accadrà. Ho voglia di fare progetti sul futuro, sulle attività che mi mancano, sui concorsi di danza che farò l’anno prossimo, ai quali ho dovuto rinunciare. Insomma progettare da speranza.VIRUSNon si parla d’altro. È incredibile che qualcosa di così microscopico abbia preso così tanto spazio nel nostro quotidiano, un unico virus che si infiltra nei corpi di ciascuno senza nemmeno una difficoltà, che poi si installa dove gli pare e danneggi la salute del suo ospite fino ad ucciderlo in certi casi. Mi sembra incredibile anche come gli infettati reagiscano a questo virus, com’è possibile che una persona non si renda neanche conto di essere ammalata mentre un’altra sta agonizzando e sa che li restano pochi giorni da vivere ? Perché non agisce nello stesso modo in ogni corpo ? Mi sembra incredibile di pensare che cinque mesi fa, non conoscevamo neanche la parola coronavirus, nessuno sapeva cosa fosse e adesso ci ritroviamo tutti confinati e con più di 20 000 morti in Francia per colpa sua senza nemmeno sapere se questa pandemia si fermerà. Questo virus resta per me un mistero.

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Furio GUIRAUD

COMPITIDurante l’isolamento, i miei genitori ed io ci si siamo messi d’accordo che faccio i compiti solo alla mattina. Ma qualche volta, quando non lavoro bene, li continuo anche al pomeriggio se non sono troppo stanco. Mio padre mi fa fare delle redazioni scritte in francese in più dei compiti che ho già da fare. Visto che non ha tanta pazienza, mi faccio sgridare una volta su due. I compiti d’italiano sono i miei preferiti. Qualche volta, ascolto della musica classica quando faccio i compiti. La mia postazione preferita sarebbe sul canapé, ma è stata vietata dai miei genitori. Quindi mi sono trovato un tavolo grande, nella veranda, con vista su tutto il giardino e soprattutto sul cesto da basket. Guardo spesso fuori: ogni mattina c’è un gatto nero che passa lontano, è selvaggio. Non sappiamo a chi appartenga.CUCINAIn questo periodo di isolamento, tante persone si annoiano. Io no. Nella mia famiglia, sono tutti dei cuochi fantastici. Anche mia sorella di 5 anni. A me non è mai piaciuto cucinare. Però, degli amici mi hanno mandato delle foto di dolci che fanno e ho voluto provare. Ho cominciato semplicemente con il Pain perdu. Era buonissimo. Poi, un’amica mi ha mandato una foto del suo Napolitain. Le ho chiesto la ricetta ma non m’è l’ha mandata. Quindi sono andata a cercarla su internet. Era buonissimo. Mia sorella mi ha chiesto di farle dei donuts ma non abbiamo tutti gli ingredienti. La farina scarseggia, abbiamo difficoltà a trovarla nel negozio vicino a casa. Abbiamo passato la settimana scorsa a cercare dei dolci da fare senza farina. Le meringhe e la mousse al cioccolato sono le nostre migliori “trovate”! Oggi facciamo dei pasticcini alla crema, saranno una delizia!DISEGNIMia madre è architetto e mio padre fotografo. Fanno dei progetti di land art insieme. Mia sorella di cinque anni disegna tantissimo: una famiglia di artisti.Ma a me non era mai piaciuto disegnare o l’arte in generale. All’inizio dell’isolamento ho cominciato a disegnare delle scarpe da ginnastica alla moda e adesso ne disegno una ogni giorno. Mia sorella si diverte a colorarle. Mia madre ha anche letto il libro che lei ci ha dato, “Per questo mi chiamo Giovanni”. Poi ha disegnato nel nostro quaderno d’isolamento le parte le più importanti: la strage di Capaci, l’albero Falcone. Con il disegno, certe cose rimangono più in mente.

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In questo momento, mia sorella disegna delle ballerine e ogni volta che finisce il suo disegno viene a farmelo vedere. Francamente ogni tanto mi innervosisce ma mi ha salvato tante volte della grida di mio padre. Le sono molto riconoscente.FAMIGLIALa mia famiglia è essenziale (soprattutto per l’isolamento) ma qualche volta fastidiosa. A Parigi, non vedo tanto la mia famiglia. Durante la settimana ho tre allenamenti di basket la sera fino alle 20:30. Mia madre che è anche una professoressa in un’università americana a Parigi, torna ogni tanto alle 20:00. Quindi, la settimana non ci vediamo tantissimo. Il week-end ci vediamo un po’ di più anche se ho una partita tutti i sabati. Con l’isolamento, ci vediamo tutto il santo giorno. La sera, quando facciamo la cena, qualche volta non abbiamo niente da dirci perché siamo insieme sempre. Ma, fortunatamente, la mia sorella di cinque anni è una “radio a quattro zampe” e non smette mai di parlare. Qualche volta le diciamo anche di smettere perché non ne possiamo più. Mi piace essere con la mia famiglia, ma spero che potrò anche vedere i miei amici fra poco.GIARDINOFortunatamente, qui abbiamo un grande giardino. È un grande cambiamento. Mi piace tanto, anche se onestamente, non ci vado tanto. Quando mio padre mi chiede di aiutarlo, gli rispondo sempre, “Forse dopo papa”. A dire verità, solo la sua presenza mi fa del bene. Ma avere un giardino vuole dire occuparsene. Quando siamo arrivati, l’erba era altissima. Abbiamo cominciato a tagliarla. Non era facile, neanche con il tagliaerba. Dopo mia madre ha voluto fare un orto. Abbiamo dovuto togliere l’erba su 30 metri quadri. È stato faticoso ma la frutta e i legumi stanno crescendo. In questo momento, un rospo si mette sempre sulle barbabietole e le schiaccia tutte.LETTURAPer me leggere è molto importante, soprattutto in questo periodo di isolamento: è una porta di uscita, posso vedere della gente, viaggiare: fare tutto quello che non posso fare attualmente. Leggo più spesso nel mio letto con le porte chiuse. Per me, è un momento personale. Quando ero più piccolo leggevo tantissimo. Adesso con lo sport e i compiti non ho più tanto tempo ma provo di leggere perché mi piace tanto. Mia nonna mi leggeva la storia dei “I Cavalieri della Tavola Rotonda” e mi piaceva molto. Dopo mi travestivo da cavaliere. Leggo anche delle riviste di basket e dei fumetti (in particolare, Lucky Luke). La professoressa di francese ci ha dato “Les Misérables” da leggere ma non mi piace per niente, preferisco sicuramente il libro che ci ha dato lei. Quando ho letto “Per questo mi chiamo Giovanni”, mia sorella ascoltava e adesso conosce tutta la storia e ci fa un sacco di domande sulla mafia, sul maiale cattivo, i giudici, la lupara bianca… Le mie letture sono veramente eclettiche. Faccio un enorme spaccata quando cambio libro. MUSICAGià prima dell’isolamento ascoltavo tanta musica: quando ero nel metro, quando facevo i compiti, quando facevo dello sport. Ma adesso con questo virus ne ascolto dieci volte di più. Penso che anche il fatto che non guardo quasi mai il mio telefono e i schermi in generale, mi fa ascoltare più musica. Normalmente ascolto piuttosto del rap o dell’hip-hop, ma adesso comincio anche a ascoltare della musica classica per addormentarmi o per fare i compiti perché o mi fa concentrare e mi da delle idee o mi addormenta. Questo cambio di musica e sicuramente provocato dall’isolamento: perché quando sono a Parigi, sono in un ambiente dove le persone ascoltano quasi tutti del rap e non avrei mai avuto l’idea di ascoltare generi diversi. Quando ascolto della musica, la ascolto quasi sempre con dei auricolari perché, come la lettura, è un momento di solitudine. Qualche volta, ha anche il potere di mettermi di buon umore.

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SIESTALe sieste ed io è una grande storia d’amore. Quando ero piccolo adoravo le sieste. Poi non mi sono più piaciute, non so perché. Preferivo leggere che fare la siesta. In questo momento, siccome con l’isolamento non c’è granché da fare, mi sono riconciliato con le sieste. Ma in più, avendo preso il coronavirus ero ancora più stanco e le sieste sono immancabili. Faccio la siesta come mia sorella. Nostra madre viene a svegliarci per la merenda! A Parigi, non ne faccio più tante. Le rare sieste che faccio sono quando torno di una partita o il giorno dopo quando sono completamente esausto. SPAZIOFortunatamente, la mia famiglia ed io siamo riusciti a partire per la Bretagna, nella casa secondaria dei miei nonni. Essere in campagna cambia tutto. Abbiamo un grande giardino e una piscina. In più, dal momento che siamo arrivati, fa bello e caldo tutti i giorni. Tutte le sere, camminiamo 10 minuti per andare a vedere il mare. Ogni mattina, lavoro. Ma è strano perché, normalmente, ogni mattina i miei genitori ed io andiamo a lavorare a delle ore differenti e a dei posti differenti. Adesso, cominciamo a lavorare insieme nella stessa casa. In più quando faccio italiano, mi metto vicino a mia mamma, mentre sta dando lezione on line ai suoi studenti ripartiti in tutto il mondo. Mi piace perché posso vederli, senza che loro mi vedano.SPORTPer me lo sport è indispensabile. Se non faccio sport sono tanto fastidioso perché tutta l’energia che ho non posso consumarla ed è lei che mi consuma. Quando ho visto il compito che ci ha dato, ho subito pensato allo sport. Nella mia famiglia siamo tutti molto sportivi: mia madre corre (ha fatto delle maratone) e nuota, mio padre fa ginnastica e surf, mia sorella fa danza ed io faccio basket in club a un livello regionale, scio e vado a correre con mia madre. In questo momento, non posso ancora andare a correre a causa della mia storta. Sto facendo della rieducazione due volta al giorno: è un po’ fastidioso ma è importante. Quindi faccio piuttosto degli esercizi di ginnastica aspettando ancora qualche giorno per andare a correre. Fortunatamente abbiamo potuto partire nella casa dei miei nonni in Bretagna con una piscina. I miei nonni sono nel loro altro appartamento vicino a Parigi. Mio padre, che non può andare a fare surf perché le spiagge sono chiuse, ha attaccato un elastico a un gancio vicino alla piscina e alla sua tavola di surf. In questo modo, può remare sul posto. TEMPOIn questo periodo di isolamento, ho totalmente perso la nozione del tempo. Le giornate passano velocissimamente, sicuramente perché sono occupato e anche perché le mie giornate sono organizzate: la mattina mi alzo presto e faccio i compiti, poi arriva l’ora del pranzo. Il pomeriggio faccio una siesta e dello sport la sera, per alla fine della giornata finire a leggere delle storie a mia sorella. In questo modo, posso approfittare delle mie giornate e ancora più dei miei week-end dove posso alzarmi quando voglio. La sera, ceniamo molto più tardi del solito. Non riusciamo nemmeno a vedere un film! Mi fa ridere perché mia madre che da i suoi corsi on line dice “Good morning !” tutto il giorno perché i suoi studenti sono ripartiti da per tutto per il mondo su 15 ore di fuso orario.