VOLTO VISIBILE DEL PADRE - donboscoparrocchia.pcn.net · Di questo secondo Qualcuno si dice che è...

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VOLTO VISIBILE DEL PADRE L’evento dell’incarnazione del Verbo è la rivelazione perfetta e insuperabile del mistero di Dio. È nella “storia del Verbo” (san Bernardo) che l’uomo può vedere la gloria di Dio e così la vita eterna è già donata all’uomo, mentre ancora vive nel tempo. Il disegno misterioso di Dio sull’umanità ora è pienamente svelato: a chi accoglie il Verbo fatto carne viene donato il potere di diventare figlio di Dio. L’uomo è chiamato a divenire partecipe della stessa filiazione divina del Verbo: ad essere nel Verbo Incarnato figlio del Padre. E il Padre genera nel Verbo Incarnato anche ogni uomo e in lui vede e ama ogni persona umana. È la suprema rivelazione della dignità di ogni persona umana, della singolare preziosità di ogni uomo Dal sorgere del sole s'irradi sulla terra il canto della lode. Il creatore dei secoli prende forma mortale per redimere gli uomini.

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VOLTO VISIBILE DEL PADRE L’evento dell’incarnazione del Verbo è la rivelazione perfetta e insuperabile del mistero di Dio. È nella “storia del Verbo” (san Bernardo) che l’uomo può vedere la gloria di Dio e così la vita eterna è già donata all’uomo, mentre ancora vive nel tempo. Il disegno misterioso di Dio sull’umanità ora è pienamente svelato: a chi accoglie il Verbo fatto carne viene donato il potere di diventare figlio di Dio. L’uomo è chiamato a divenire partecipe della stessa filiazione divina del Verbo: ad essere nel Verbo Incarnato figlio del Padre. E il Padre genera nel Verbo Incarnato anche ogni uomo e in lui vede e ama ogni persona umana. È la suprema rivelazione della dignità di ogni persona umana, della singolare preziosità di ogni uomo

Dal sorgere del sole s'irradi sulla terra il canto della lode. Il creatore dei secoli prende forma mortale per redimere gli uomini.

Maria Vergine Madre porta un segreto arcano nell'ombra dello Spirito; dimora pura e santa, tempio del Dio vivente, concepisce il Figlio.

Nasce il Cristo Signore, come predisse l'angelo e Giovanni dal grembo. Giace povero ed umile colui che regge il mondo, nella stalla di Betlem. Lo annunziano ai pastori schiere di angeli in festa, cantando gloria e pace. A te sia lode, o Cristo,

al Padre e al Santo Spirito nei secoli dei secoli. Amen

( Inno lodi 2 Natale)

Marana thà, vieni Signore Gesù!

Verbo fatto carne

2 Domenica di Natale

Dio è sempre presente nella storia degli uomini amati e scelti prima della creazione del mondo. La sua sapienza è in mezzo all’umanità, la sua gloria abita tra noi. Nella pienezza dei tempi poi il suo Verbo

si è fatto uomo e “ha posto la tenda” tra gli uomini. In Lui siamo tutti benedetti con ogni benedizione. “il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio”

LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)

PRIMA LETTURA SIRACIDE 24, 1-2 . 8-12 La sapienza di Dio si manifesta in tutta la creazione e splende nel popolo eletto, dove Dio

si incontra in un modo particolare con l'uomo.

La sapienza fa il proprio elogio, in Dio trova il proprio vanto, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria. Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria, in mezzo al suo popolo viene esaltata, nella santa assemblea viene ammirata, nella moltitudine degli eletti trova la sua lode e tra i benedetti è benedetta, mentre dice: «Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: "Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele, affonda le tue radici tra i miei eletti". Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creata, per tutta l'eternità non verrò meno. Nella tenda santa davanti a lui ho officiato e cosi mi sono stabilita in Sion. Nella città che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme è il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità, nell'assemblea dei santi ho preso dimora».

SALMO RESPONSORIALE SALMO 147

La sicurezza data a Gerusalemme è segno della protezione potente riservata al nuovo

popolo di Dio, delle benedizioni elargite e della sua presenza in mezzo a noi nel suo Verbo.

Rit. Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi.

Celebra il Signore, Gerusalemme, loda il tuo Dio, Sion, perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,

in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli mette pace nei tuoi confini e ti sazia con fiore di frumento. Manda sulla terra il suo messaggio: la sua parola corre veloce.

Annuncia a Giacobbe la sua parola, i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele. Cosi non ha fatto con nessun'altra nazione, non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

SECONDA LETTURA EFESINI 1, 3-6. 15-18 In Cristo Dio ci ha scelti da sempre ad essere santi e immacolati nell’amore.

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. Perciò anch'io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell'amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinchè il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.

VANGELO GIOVANNI 1, 1-18 Il Verbo di Dio, riflesso della Maestà divina, vita e luce degli uomini, rivelatore del Padre, è

venuto nel mondo. Coloro che lo hanno accolto hanno avuto "potere di diventare figli di

Dio”.

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la Luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.

MEDITAZIONE ( = meditare con attenzione e ascoltare con amore)

DIO VICINO AD OGNI UOMO Le tre letture convergono oggi verso un unico annunzio: Dio, in Gesù di Nazaret, si è fatto

vicino ad ogni uomo. Da sempre il Dio d'Israele è stato il Dio “vicino”, un Dio che pone la sua dimora in mezzo al suo popolo. Con Cristo Egli è entrato direttamente nella storia e nella vita di ogni uomo. Chi si è fatto uno di noi è la Sapienza nata dall'Altissimo, il Verbo, la Parola eterna che era "presso Dio": immissione definitiva del divino nel mondo, dell'eterno nel tempo. Quindi consacrazione di ogni realtà e sua apertura a una durata indefettibile. Il fine dell'incarnazione è rendere l'uomo figlio di Dio, mostrargli in Dio la sua origine, restituirgli la vita che procede da lui. (Arrigo Chieregatti)

IN PRINCIPIO ERA IL VERBO All’inizio del quarto Vangelo si parla di Dio. Con Lui c’è Qualcuno, presso Dio, rivolto a Dio, come dice il greco , che è detto il Verbo; ciò in cui quel Primo esprime la sua essenza, la plenitudine , il suo senso. Anche Questi è Dio, né più né meno di Colui che pronunzia la Parola, eppure è un solo Dio. Di questo secondo Qualcuno si dice che è venuto nella sua

proprietà, eretta da Lui, il mondo. Bisogna badare attentamente a quello che qui si dice: ossia, non soltanto che Egli, onnipresente e onnipotente Creatore, regge l'universo con il suo operare, ma che in un preciso momento, se è permesso dire così, valicò una frontiera che nessun pensiero sa afferrare. Egli, l'Eterno, Infinito, il Santo Inaccessibile, entrò personalmente nella storia. Secondo il dato rivelato, Dio entrò nel tempo in una maniera tutta propria: per sovrano consiglio, in libertà assoluta. (Romano Guardini: Il Signore )

VISIONE OTTIMISTICA La contrapposizione fra la luce e le tenebre, fra chi accoglie il Verbo incarnato, Cristo Signore, e chi lo rifiuta è evidente. Eppure l'atteggiamento di fondo di Giovanni è ottimista. Le parole: "la luce brilla nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno afferrata”, nel testo originale hanno un significato più complesso: le tenebre, cioè il mondo, non capiscono la manifestazione della luce, non l’accolgono, ma non riescono a sopraffarla, a vincerla. Così Giovanni non soltanto ci indica il dramma tra luce e tenebre, ma ce ne anticipa l’esito: la vittoria, a dispetto di tutto, è della luce. ( Giovanni Nervo )

SI E’ INCARNATA LA PAROLA DI DIO Dio si è rivelato. Ha parlato distintamente e chiaramente. Ciò è avvenuto in Gesù di Nazaret. Gesù è la Parola che ha rotto il relativo silenzio di Dio. Il contenuto di questa Parola è Dio stesso. Un Dio diverso da come lo pensavano gli uomini: è un Dio Trinità d'amore, è un padre misericordioso che ama l'uomo e lo vuole salvo. Gesù a tutti i credenti indica la via della verità ed è venuto per rivelarci quel Dio che l'uomo di ogni tempo attende e invoca.

PREGHIERA (pregare la parola )

Padre di eterna gloria, che nel tuo unico Figlio ci hai scelti e amati prima della creazione del mondo e in lui, sapienza incarnata, sei venuto a piantare in mezzo a noi la tua tenda, illuminaci con il tuo Spirito, perché, accogliendo il mistero del tuo amore, pregustiamo la

gioia che ci attende, come figli e eredi del regno. ( Colletta 2 dopo Natale ) O Verbo eterno, Parola del mio Dio, voglio passare la vita ad ascoltarti, voglio rendermi perfettamente docile per apprendere tutto da te; poi, attraverso tutte le notti dello spirito, tutti i vuoti, tutte le impotenze, voglio fissarti sempre e rimanere nella tua luce immensa. O Astro mio amato, affascinami, così ch'io non possa più ritirarmi dal tuo chiarore. ( S.

Elisabetta della Trinità)

CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)

AZIONE ( assunzione di impegni concreti)

Accogliamo Cristo Signore e la nostra vita acquisterà senso.

2 Domenica di Natale Vangelo

Giovanni 1, 1Giovanni 1, 1Giovanni 1, 1Giovanni 1, 1----18181818

Divinità del Verbo

1In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo

era Dio. 2 Egli era, in principio, presso Dio: 3 tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. 4 In lui

era la vita e la vita era la luce degli uomini; 5 la Luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. 6 Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. 7 Egli venne come testimone per dare

testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. 8 Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. 9 Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. 10 Era nel

mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. 11 Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.

12 A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, 13 i quali, non da sangue ne da volere di carne ne da volere di uomo, ma da Dio sono stati

generati.14 E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio

unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. 15 Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». 16 Dalla

sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. 17 Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. 18 Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio

unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. ( Bibbia Cei : versione 2008 )

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l`hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce,

ma doveva render testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l`hanno accolto. A quanti però l`hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli rende testimonianza e grida: «Ecco l`uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno l`ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.

( Bibbia Cei : versione 1974 )

LETTURA ( = leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)

Il Vangelo di Giovanni inizia con una solenne introduzione, che è una delle

pagine più celebri di tutta la Bibbia. Nella composizione l’autore si è servito in modo particolare di ciò che la Scrittura diceva della Sapienza ( es. Proverbi 8, 22-31; Sapienza

24, 1-32 ), forse anche utilizzando un inno cristologico delle comunità cristiane dell’Asia Minore. Il prologo è una sorta di grande sinfonia iniziale, una composizione divisa in quattro strofe, che canta la preesistenza del Verbo, la sua presenza luminosa presso gli uomini, la sua venuta in mezzo al suo popolo e infine la sua incarnazione.

“Questa pagina, così breve è lo sguardo dell’aquila sull’infinito. Essa ha posto San Giovanni al vertice di coloro che hanno contemplato le cose di Dio”. ( G.B. Lacordaire ) “ E’ il più bello degli inni cristiani….L’unico oggetto suo è una verità che congiunge il tempo all’eternità, perché ci mostrain una sola visione lo stato eterno del Verbo e il fatto temporale della sua venuta, chiamata Incarnazione”. (L. Bouyer )

IN PRINCIPIO ERA (1 ) L’inizio del prologo rimanda ala prima pagina della Genesi: “ “In principio Dio

creò il cielo e la terra…” ( Gn 1.1-3 ) e fa capire subito che il Verbo preesisteva e ha

presieduto alla creazione. E’ anche un richiamo alla Sapienza: “Il Signore mi ha creato

dall’inizio…..dall’eternità sono stata costituita, fin dal principio, dagli inizi della terra”

(Prov 8, 22-23 ). La Sapienza però è creata, il Verbo invece “era”, non ha avuto principio, è eterno. Ripetendo per quattro volte il verbo essere all’imperfetto (“era”) l’autore vuole affermare l’eternità del Verbo.

IL VERBO ( 1 ) “Verbo” compare solo negli scritti di Giovanni e traduce il termine greco Logos ( =

parola, in latino Verbum, Verbo ), che era usato dai filosofi stoici greci per indicare il principio non divino ordinatore dell’universo, una specie di anima del mondo. Ma l’autore usa il termine Logos nel significato attribuitogli dalla concezione ebraica che indicava

la Rivelazione di Dio e la sua azione creatrice attraverso la Parola (“dabar” in ebraico”,

“memra” in aramaico ). E il Logos non è la “ragione” come per i greci , ma una Persona

divina, la Persona del Verbo. Il termine “logos” è uguale, ma indica due realtà diverse. ERA PRESSO DIO ( 1 ) La traduzione migliore del greco ( pros ton teon ) è “Il Verbo era rivolto verso

Dio” e significa che il Verbo, prima di ogni altra attività, è intimamente unito al Padre in una costante comunione. La contemplazione e l’intimità con Dio precedono qualsiasi attività, sia pure utile e nobile come la creazione. E IL VERBO ERA DIO ( 2 ) La dichiarazione è chiara: il Verbo è Dio. Egli è ugualmente Dio come il Padre, non una sua emanazione, una sua creatura. Gesù stesso dirà “ Io e il Padre siamo una cosa sola “ ( Gv 10, 30 ). Fede in Cristo Dio proclama Tommaso quando asserisce “ Signore mio

e Dio mio”. (Gv 20, 28)

TUTTO…PER MEZZO DI LUI ( 3 ) Precisato chi è il Verbo, Giovanni passa a parlare della sua opera. E inizia con la creazione. In forma positiva e negativa viene sottolinea la creazione di tutto mediante il Verbo.. Il Verbo è il mediatore di tutta la creazione sia di quella visibile che di quella invisibile ( cf Col 1, 16 s; 1 Cor 8; Eb 1, 2 ). Il creatore è il Padre. Non è detto nulla del modo di questa mediazione. IN LUI ERA LA VITA ( 4 ) A questo punto il prologo concentra l’interesse sull’azione del Verbo in favore di quella parte della creazione che è l’umanità. Dal Verbo l’umanità ha la vita vera, la vita

divina, senza la quale l’umanità è esposta alla morte eterna. E la comunicazione di questa vita sarà il compito proprio del Verbo incarnato. ERA LA LUCE DEGLI UOMINI ( 4 ) La comunicazione della vita vera viene presentata come illuminazione. Certamente l’illuminazione è straordinaria con la venuta del Verbo, ma anche prima dal momento della creazione quel tanto di illuminazione che la creatura ha ricevuto l’ha avuta dal Verbo. LA LUCE SPLENDE ( 5 ) L’azione della luce è continua e permanente, risplende sempre. La “luce” è la rivelazione del Verbo. Ma non è chiaro di quale rivelazione qui si parli. Per alcuni è la rivelazione storica del Verbo incarnato, per altri è l’illuminazione perenne del Verbo alla ragione umana, prima, durante e dopo la rivelazione di Gesù. LE TENEBRE NON L’HANNO ACCOLTA ( 5 ) L’asserzione può esser letta nel modo seguente: le tenebre sono il miserevole stato morale in cui gli uomini sono finiti col peccato. Essi. piombati in una tale situazione tenebrosa, non si sono lasciati irradiare dalla luce del Verbo. Una seconda lettura traduce l’espressione greca . (e esotia auto ou catelaben ) con : “le tenebre non riuscirono a sopraffarla”. Il senso dell’espressione sarebbe allora il seguente: le potenze ostili a Dio, facenti capo a satana, non sono riuscite a sopraffare la luce che, nonostante tutto, sarà vincitrice.

VENNE UN UOMO ( 6 ) Dall’eternità di Dio si passa alla temporalità. Entra in campo uno che annunzia la luce. E’ “un uomo”, un “inviato” da Dio e ha un nome che ne proclama la misericordia: Giovanni, Dio fa grazia. VENNE COME TESTIMONE (7 ) L’autore del prologo fa qui una puntualizzazione: Giovanni non è la luce, ma solo

una lampada (5, 35 ). Il motivo di tale precisazione, per noi evidente, sta nel fatto che ai tempi della stesura del Vangelo c’era, in ambienti vicini alla Chiesa, chi riteneva Giovanni molto più di un testimone, quasi il Messia stesso. Lo scopo della missione di Giovanni sta nella testimonianza che egli deve dare alla luce, perché tutti credano in Cristo.

VENIVA NEL MONDO (9 ) Il Verbo era la luce vera che illumina ogni uomo. La luce “vera” del Verbo si differenzia da ogni altra luce, anche da quella di Giovanni e illumina interiormente ogni uomo a partire dalla creazione, gli dà la facoltà di conoscere, la comprensione di sé. Egli è l’unica fonte della divina rivelazione e tutti coloro che si trovano nella luce la ricevono da lui. EGLI ERA NEL MONDO (11 ) Il mondo di cui qui si parla è la massa degli uomini che non si lasciano penetrare

dalla luce della rivelazione. Sono stati creati “per mezzo di Lui” eppure lo hanno rifiutato. E questa è una terribile tragedia. VENNE TRA LA SUA GENTE (11 ) E’ ancora più sconcertante il fatto che la luce sia rifiutata anche dalla sua gente, ossia dal popolo ebraico, che per speciale vocazione era stato scelto per preparare la venuta del Verbo. Questo versetto però da alcuni è visto solo come il parallelo del precedente, che ripete in altro modo quanto detto prima. Il “suo popolo”, “i suoi” sarebbero l’insieme degli

uomini, sue creature. Il prologo infatti non fa cenno al popolo d’Israele. A QUANTI LO HANNO ACCOLTO ( 12 ) A quanto lo accolgono il Verbo dà il dono più prezioso che possa essere accordato ad un uomo, la figliolanza divina. Tutti gli uomini sono per natura creature di Dio e oggetto del suo amore, figli di Dio però essi diventano solo in seguito al dono della grazia. Per indicare la differenza col Verbo Figlio di Dio per natura e noi figli per grazia, l’autore usa vocaboli diversi. Il Verbo è “ uios tou Teou”, gli uomini “ tecna Teou”.

I QUALI NON DA SANGUE ( 12 ) Con tre negazioni l’autore esclude nel dono della figliolanza divina ogni fattore naturale: non dal sangue umano, non dalla sessualità, non da decisione di uomo. Nella

filiazione divina solo Dio è causa. IL VERBO SI E’ FATTO CARNE (14 ) Il Verbo “si fece” carne, non divenne, non si trasformò, ma , rimanendo Verbo, cominciò a vivere e a rivelarsi nella condizione debole e temporale dell’uomo. Nel Figlio di

Dio divinità e umanità si uniscono in unità reale.

E VENNE AD ABITARE ( 14 ) Il verbo greco “ eskenosen” significa “mettere la propria tenda”, “abitare sotto

una tenda” ed fa allusione alla tenda dell’alleanza nella quale era conservata l’arca. E NOI VEDEMMOLA SUA GLORIA ( 14 ) “Noi” sono i testimoni oculari della vita terrena di Gesù. Loro hanno visto con gli occhi del corpo la sua persona e la sua opera, ma è con la fede che hanno potuto contemplare la gloria che a lui compete in quanto Figlio unico del Padre. PIENO DI GRAZIA E DI VERITA’ ( 14 ) L’espressione si trova nel Vecchio Testamento ed esprime la bontà e la fedeltà di Dio verso il suo popolo, unito a lui mediante l’alleanza ( Es 34, 6 ). La “grazia” del Verbo è simile alla bontà divina che si china sugli uomini per colmarli dei suoi benefici. La “verità” è sinonimo di rivelazione, di mistero e piano di salvezza. GIOVANNI GLI RENDE TESTIMONIANZA ( 15 ) Fra quelli che hanno veduto la “gloria”, Giovanni è il primo che proclama ad alta voce il mistero di colui che non solo è prima di lui, ma si colloca al principio assoluto. Pur essendo cronologicamente dopo, .il Verbo Incarnato precede in dignità il Battista.

DALLA SUA GRAZIA ( 16 ) Tutti coloro che credono in Cristo ricevono dalla pienezza del Verbo una corrente ininterrotta di grazia. PERCHE’ LA LEGGE ( 17 ) La legge data per mezzo di Mosè e la grazia e verità di Cristo vengono messe a confronto per sottolineare la superiorità e le definitività della salvezza portata dalla

“grazia” e dalla “verità” , divenute realtà concreta per mezzo di Gesù Cristo. DIO NESSUNO ( 18 ) L’uomo non ha mai visto e non può vedere Dio. L’unico modo per vederlo è la rivelazione fatta da Gesù, unigenito Figlio di Dio, che “riposa nel seno del Padre”, ossia che è in intima unione personale con Lui.

MEDITAZIONE ( = meditare con attenzione e ascoltare con amore)

IL NATALE

Nel giorno di Natale, la Chiesa commemora tutto ciò che è avvenuto a Betlemme, ma non si limita al lato esteriore degli avvenimenti. Contempla il mistero del Figlio di Dio, che

«nato dal Padre prima di tutti i secoli, Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero», per «noi uomini e per la nostra salvezza» discese dal cielo. Dio, che in modo meraviglioso ha creato l`uomo, in modo ancora più meraviglioso inizia l`opera della sua salvezza. Cristo diventa l`uomo simile a noi in tutto eccetto il peccato. Si giunge ad un «meraviglioso scambio»: Cristo accolse la nostra natura umana, debole e limitata, per farci partecipare alla sua natura divina. Che cos`è la venuta di Cristo per l`uomo? L`uomo ha visto Dio in forma visibile, Cristo ha portato agli uomini la nuova vita, li ripristina nella dignità di figli di Dio, introduce l`uomo mortale nella vita eterna, libera l`umanità dalla vecchia schiavitù del peccato e le dona la libertà. Il Natale, così concepito, si collega

inseparabilmente con il mistero della Morte e della Risurrezione di Cristo. Benché allora per molti cristiani il Natale è un gioioso ricordo della venuta di Cristo che porta la pace e la fraternità, la Chiesa vede questa festa in stretta relazione con la sua futura morte; Gesù deposto nella mangiatoia viene chiamato nelle preghiere il Redentore. Celebrare il Natale significa esprimere nella vita la nuova realtà dell`uomo, rendersi

simile al Figlio di Dio, aprirsi all`azione della grazia, cercare le cose di lassù, crescere nell`amore fraterno. Lodiamo Dio perché in questi ultimi tempi ha parlato a noi per mezzo

del Figlio, assumendo la fatica della nuova vita. …..Cristo nasce, cantate gloria…di nuovo

si dissipano le tenebre, di nuovo viene creata la luce, di nuovo l`Egitto è tormentato dalle tenebre (cf. Es 10,21), di nuovo Israele è illuminato per mezzo della colonna (cf. Es 13,21). Il popolo che è nelle tenebre dell`ignoranza veda la grande luce della conoscenza (cf. Is

9,1). Le cose vecchie sono passate, ecco, ne sono nate di nuove (2Cor 5,17). La lettera cede, lo spirito vince, le ombre passano, entra la verità. Melchisedech si ricapitola: chi era senza madre, è generato senza padre; prima senza madre e poi senza padre. Le leggi della natura sono rovesciate... Applaudite, popoli tutti (Sal 46,1), poiché un bambino è nato per noi, ci è

stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità (con la croce infatti viene innalzato) ed è chiamato Consigliere ammirabile, cioè del Padre, l`Angelo (Is 9,5). Gridi Giovanni: Preparat e la via del Signore (Mt 3,3). Anch`io proclamerò la forza e la potenza di questo giorno; colui che non è stato generato dalla carne si incarna; il Verbo

prende consistenza; l`invisibile diventa visibile; l`intangibile si può toccare; colui che è senza tempo comincia ad esistere nel tempo; il Figlio di Dio diventa Figlio

dell`uomo, Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre! (Eb 13,8)... (Gregorio di

Nazianzo, Oratio 38, 1 s. 4)

LA VENUTA DI DIO TRA GLI UOMINI

La festa che noi oggi celebriamo è la venuta di Dio tra gli uomini, perché noi possiamo accedere a Dio o (per meglio dire) ritornare a Dio, affinché, abbandonato l`uomo vecchio, ci rivestiamo del nuovo; e come siamo morti nel vecchio Adamo, così viviamo in Cristo; infatti con Cristo nasciamo, siamo messi in croce, veniamo sepolti e risorgiamo...Perciò celebriamola in modo divino e non come si suol fare nelle feste pubbliche; non con spirito mondano ma oltremondano; celebriamo non ciò che è nostro, ma di lui che è nostro o, per meglio dire, di lui che è il Signore; celebriamo non ciò che arreca infermità, ma ciò che cura; non ciò che riguarda la creazione, ma la rigenerazione. (Gregorio di Nazianzo, Oratio

38, 1 s. 4)

DIO E UOMO

La natura umana gli apparteneva, perché Dio è padrone di tutto, e perciò sta scritto: Venne a

casa sua (Gv 1,11). Nella sua natura divina ci stava, prima dei tempi, nella nostra ci

venne in un`epoca della nostra storia. Perciò, se colui che è eterno, si fa nostro compagno nel tempo, possiamo dire che viene in un campo che gli è estraneo…….Guardiamo allora, fratelli, che non ci sporchi una qualche immondizia, poiché nell`eterna prescienza siamo cittadini di Dio e uguali ai suoi angeli. Riportiamo nei costumi la nostra dignità, nessuna lussuria ci macchi, nessun pensiero turpe ci accusi, la malizia non morda la nostra mente la ruggine dell`invidia non ci roda, non ci gonfi l`orgoglio, non ci dilanii la concupiscenza dei piaceri terreni, non c`infiammi l`ira. Gli

uomini sono stati chiamati dèi. Difendi, dunque, o uomo, l`onore di Dio, poiché per te s`è fatto uomo quel Dio, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. (Gregorio Magno,

Hom., 1, 8)

Ciò che egli era, rimase, ciò che non aveva, lo assunse. Al principio era senza causa. Quale causa, infatti, di Dio si potrebbe apportare? Ma anche dopo, nacque da una causa certa. Era quella, di fare acquistare la salvezza a te, insolente e ostinato, che disprezzi, perciò, la divinità, poiché egli ricevette la tua ignoranza, unito alla carne con una intenzione frapposta, e questo uomo Dio, resosi inferiore, dopo che crebbe insieme con Dio, superando la parte più nobile, divenne uno, affinché io stesso tanto diventi anche Dio, quanto egli uomo. Egli invero nacque, ma anche era stato generato: da una donna, invero, ma anche vergine. Quello fu un modo umano, questo divino. Qui fu privo di Padre, lì di madre. L`uno e l`altro di questi due fatti è proprio della divinità. Fu portato proprio nel seno materno, e fu riconosciuto veramente dal Profeta (cf. Lc 1,41) e mentre ancora esisteva nel seno [materno] esultava davanti al Verbo, a causa del quale era stato procreato. Fu avvolto con pannolini, e tornato vivo rigettò le fasce della sepoltura. Fu adagiato, è vero, nella mangiatoia, ma poi fu celebrato dagli angeli (cf. Lc 2,7) ed indicato dalla stella e adorato dai Magi (cf. Mt 2,2). Perché ti meravigli di quello che è visto cogli occhi, mentre non osservi

quello che è percepito con la mente e col cuore? (Gregorio di Nazianzo, Oratio, 29, 19-

20)

PROGRESSO

Il Signore nostro Dio è un solo Dio. Non può variare, non può cambiare, come dice David: Tu sei sempre uguale e i tuoi anni non vengono mai meno. Dunque questo Dio

nostro eterno, fuori del tempo, immutabile, s`è fatto nella nostra natura mutabile e temporale, per aprire alle cose mutabili una via alla sua eternità e stabilità, e questa via è proprio la mutabilità ch`egli ha preso per noi, in modo che in un solo e medesimo

Salvatore noi troviamo la via per cui salire, la via cui giungere e la verità da possedere, poiché egli disse: Io sono la via, la verità e la vita. Perciò il nostro grande Signore, rimanendo nella sua natura, nacque bambino secondo la carne, crebbe in determinati tempi e si sviluppò secondo la carne, perché noi piccoli nello spirito, o quasi niente, nascessimo spiritualmente e crescessimo secondo la successione e il progresso delle età spirituali. Così il suo progresso corporale è il nostro progresso spirituale; e tutte le cose, ch`egli ha fatto in diverse età (coloro che sono avanti nella perfezione lo capiscono), si

realizzano in noi attraverso i singoli gradi del progresso. La sua nascita corporale, dunque, sia il modello della nostra nascita spirituale, cioè della santa conversione; la persecuzione, ch`egli subì da parte di Erode, è un simbolo delle tentazioni che subiamo dal diavolo al principio della nostra conversione; la sua crescita a Nazareth rappresenti il nostro progresso nella virtù. (Aelredo di Rievaulx, De Iesu duodec., 2)

VERSO BETLEMME

Betlemme ha riaperto l`Eden, vedremo come. Abbiamo trovato le delizie in un luogo nascosto, nella grotta riprenderemo i beni del Paradiso. Là, è apparsa la radice da nessuno innaffiata da cui è fiorito il perdono. Là, si è rinvenuto il pozzo da nessuno scavato, dove un tempo David ebbe desiderio di bere. Là, una vergine, con il suo parto, ha subito estinto la sete di Adamo e la sete di David. Affrettiamoci dunque verso quel luogo dove è nato, piccolo bambino, il Dio che è prima dei secoli. Il padre della madre è, per sua libera scelta, divenuto suo figlio; il salvatore dei neonati è un neonato egli stesso, coricato in una mangiatoia. (Romano il Melode, Carmen X, Proimion, 1, 2)

PREGHIERA (=pregare la parola)

• Esaudisci, Signore, questa famiglia a te …. Dona ai prigionieri la liberazione, la vista ai ciechi, la remissione ai peccatori, poiché è per offrire loro la salvezza che tu sei venuto. Riguarda dal tuo santo Cielo, o Salvatore del mondo, il tuo popolo e donagli la tua luce, il loro animo si rivolge a te in devota fiducia. ( Messale Gotico 1961)) • Cristo nasce, cantate gloria, Cristo scende dal cielo, andategli incontro; Cristo è in terra, alzatevi. Cantate al Signore da tutta la terra (Sal 95,1). E per riassumere queste due

cose in una sola: Gioiscano i cieli, esulti la terra (ibid. 11), poiché colui che è del cielo è ora in terra. Cristo si è fatto carne, tremate e gioite; tremate per il peccato; gioite per la speranza. Cristo nasce dalla Vergine; donne, abbiate cura della verginità perché possiate essere madri di Cristo. Chi non adora colui che è il principio? Chi non loda e non glorifica colui che è la fine? (Gregorio di Nazianzo, Oratio 38, 1 s. 4)

• O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine, e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti, fa che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio, che oggi

ha voluto assumere la nostra natura umana. ( Colletta Messa natalizia del giorno ) • Padre di eterna gloria, che nel tuo unico Figlio ci hai scelti e amati prima della creazione del mondo e in lui, sapienza increata. Sei venuto a piantare in mezzo a noi la tua

tenda, illuminaci con il tuo Spirito, perché accogliendo il mistero del tuo amore, pregustiamo la gioia che ci attende, come figli ed eredi del regno. ( Colletta II di Natale )

• Nel mistero odorabile del natale egli, Verbo invisibile, apparve visibilmente nella nostra carne, per assumere in sé tutto il creato e sollevarlo dalla sua caduta. Generato prima

dei secoli, cominciò ad esistere nel tempo, per reintegrare l’universo nel tuo disegno, o Padre, e ricondurre a te l’umanità dispersa. ( II prefazio di Natale )

• Nel mistero del Verbo incarnato è apparsa agli occhi della nostra mente la luce nuova del tuo fulgore, perché conoscendo Dio visibilmente, per mezzo suo siamo rapiti all’amore delle cose invisibili . ( I° prefazio di Natale )

• O Gesù Salvatore, immagine del Padre, re immortale dei secoli, luce d’eterna

luce, speranza inestinguibile, ascolta la preghiera. Tu che da Maria Vergine prendi

forma mortale, ricordati di noi! Nel gaudio del Natale ti salutiamo, o Cristo, redentore del mondo. La terra, il cielo, il mare acclamano al tuo avvento, o Figlio dell’Altissimo. Redenti dal tuo sangue, adoriamo il tuo nome, cantiamo un canto nuovo. ( dall’inno di Vespri del

periodo natalizio )

• Dal sorgere del sole s’irradi sulla terra il canto della lode. Il creatore dei secoli prende forma mortale per redimere gli uomini. Maria Vergine Madre porta un segreto

arcano nell’ombra dello Spirito; dimora pura e santa. Tempio del Dio vivente, concepisce il Figlio. Nasce il Cristo Signore, come predisse l’angelo e Giovanni dal grembo. Giace povero ed umile colui che regge il mondo nella stalla di Betlem. Lo annunziano i pastori schiere di angeli in festa, cantando gloria e pace. ( Inno di Lodi del tempo di Natale )

CONTEMPLAZIONE (=silenziosa accoglienza della Parola di Dio)

AZIONE (=assunzione di impegni concreti) Accogliamo sempre il Signore nella nostra vita.