Voltana On Line n.38-2011

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www.voltanaonline.it Voltana On Line 38 2011 La vignetta è di Giannelli . Pubblicata sul Corriere della Sera del 05/11/2011 e nel sito www.corriere.it/ Informazione, propaganda, e cori da stadio. di Mario Paganini anni di mass-media e di diseduca- zione sportiva. Pomeriggi interi a discutere sui “se” e sui “ma”. Notti intere per professare la propria fe- de senza voler vedere o voler ascol- tare le immagini della moviola o comprendere le parole altrui. È una recita che diventa spesso una farsa e quando si trasferisce ad altri setto- ri assume le connotazioni della tra- gedia. Fare e dare una informazione “oggettiva” è cosa ardua. In Italia, poi, può essere impossibile. C’è un problema a monte e c’è pure un problema a valle. Chi ha la “proprietà” dei mass-media li vuole asserviti, docili, disciplinati, ubbi- dienti. Mentre chi fruisce del servi- zio vuole un media sempre più me- diocre. Non deve richiedere intelli- genza, ma è sufficiente che assecon- di altre pulsioni, curiosità, pruriti o morbose tensioni. C’è poco da ag- giungere al gioco perverso della privacy da una parte ed alle crona- che mondane colme di particolari piccanti sulla vita di V.I.P. , cantanti, sportivi, businessman, ecc. Non parliamo, poi, del gradimento Forse è colpa della lingua italiana. Forse è colpa degli usi e dei costu- mi del popolo italiano. Di certo noi italiani siamo passionali, tifosi, par- tigiani, compari e complici. E, natu- ralmente, sempre propensi o a fare festa oppure a scatenare una rissa. È facilissimo, per un politico, toc- care le corde sensibili del “suo” po- polo e trasformare un confronto in un (inutile) scontro verbale e, tal- volta, non solo verbale. Le parole sono un veicolo fumoso per sofismi audaci, funambolismi logici e contorsionismi razionali. Il resto lo hanno prodotto quaranta (audience) per la cronaca nera, per quella giudiziaria e per i raccapric- cianti aspetti della criminalità comu- ne ed organizzata. Veniamo ai nostri giorni. La do- manda è chiara e semplice: secondo te, negli ultimi dieci anni, le cose sono andate migliorando op- pure sono andate peggiorando ?” Eppure è difficilissimo ottenere una risposta. Una decina di parole dovrebbero essere sufficienti. Inve- ce non è così. Una gran parte degli intervistati “percepisce” un secon- do fine e scatta in difesa della “squadra del cuore”. E, spesso, la miglior difesa è l’attacco. La realtà, allora, viene distorta, manipolata. Scattano i pregiudizi. La risposta si fa “furba” e/o “faziosa”. In funzione della “squadra” di rife- rimento avremo, allora, o persone che affermano non ci sia assoluta- mente un periodo di crisi, anzi - a loro dire - il benessere è certo e per tutti, oppure troveremo persone convinte che tutto il Paese sia allo stremo, anzi alla fame ! Io penso che, in Italia, la tendenza sia stata al peggioramento e che l’assenza di interventi politici (si è lasciato tutto alle presunte capacità e qualità del libero mercato) stia aggravando la situazione. Poi la propaganda delle opposte fazioni darà, ai tanti attori di un lo- goro teatrino politico, l’occasione per recitare un ruolo. Resto, però, convinto che, nell’insieme, l’opposizione sia mol- to migliore di chi ora ci governa. Italia commissariata anche dal FMI, dopo la Bce. Attendiamo i caschi blu Onu. Non male per il Paese che dalla crisi doveva uscirne "meglio di altri" ! Una sola delle 19 Maserati Quat- troporte, comprate dal Ministero della Difesa, costa nella versione base 22.361 euro in più dell'inte- ro stanziamento dato all'Accade- mia della Crusca per l’anno 2011. I ristoranti sono pieni. Anche la mensa della Caritas di Roma (foto) è affollata. Gli italiani non sono al ristorante, sono ad acquistare l’ultimo gadget hi tech !

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Voltana On Line 38

2011

La vignetta è di Giannelli .

Pubblicata sul Corriere della Sera

del 05/11/2011 e nel sito

www.corriere.it/

Informazione, propaganda, e cori da stadio. di Mario Paganini

anni di mass-media e di diseduca-

zione sportiva. Pomeriggi interi a

discutere sui “se” e sui “ma”. Notti

intere per professare la propria fe-

de senza voler vedere o voler ascol-

tare le immagini della moviola o comprendere le parole altrui. È una

recita che diventa spesso una farsa

e quando si trasferisce ad altri setto-

ri assume le connotazioni della tra-

gedia.

Fare e dare una informazione

“oggettiva” è cosa ardua. In Italia,

poi, può essere impossibile. C’è un

problema a monte e c’è pure un

problema a valle. Chi ha la

“proprietà” dei mass-media li vuole

asserviti, docili, disciplinati, ubbi-

dienti. Mentre chi fruisce del servi-

zio vuole un media sempre più me-

diocre. Non deve richiedere intelli-

genza, ma è sufficiente che assecon-

di altre pulsioni, curiosità, pruriti o morbose tensioni. C’è poco da ag-

giungere al gioco perverso della

privacy da una parte ed alle crona-

che mondane colme di particolari

piccanti sulla vita di V.I.P. , cantanti,

sportivi, businessman, ecc.

Non parliamo, poi, del gradimento

Forse è colpa della lingua italiana.

Forse è colpa degli usi e dei costu-

mi del popolo italiano. Di certo noi

italiani siamo passionali, tifosi, par-

tigiani, compari e complici. E, natu-

ralmente, sempre propensi o a fare

festa oppure a scatenare una rissa.

È facilissimo, per un politico, toc-

care le corde sensibili del “suo” po-

polo e trasformare un confronto in

un (inutile) scontro verbale e, tal-

volta, non solo verbale.

Le parole sono un veicolo fumoso

per sofismi audaci, funambolismi

logici e contorsionismi razionali.

Il resto lo hanno prodotto quaranta

(audience) per la cronaca nera, per

quella giudiziaria e per i raccapric-

cianti aspetti della criminalità comu-

ne ed organizzata.

Veniamo ai nostri giorni. La do-

manda è chiara e semplice:

“secondo te, negli ultimi dieci anni,

le cose sono andate migliorando op-

pure sono andate peggiorando ?”

Eppure è difficilissimo ottenere

una risposta. Una decina di parole

dovrebbero essere sufficienti. Inve-

ce non è così. Una gran parte degli

intervistati “percepisce” un secon-

do fine e scatta in difesa della

“squadra del cuore”. E, spesso, la

miglior difesa è l’attacco.

La realtà, allora, viene distorta,

manipolata. Scattano i pregiudizi. La

risposta si fa “furba” e/o “faziosa”.

In funzione della “squadra” di rife-

rimento avremo, allora, o persone

che affermano non ci sia assoluta-mente un periodo di crisi, anzi - a

loro dire - il benessere è certo e per

tutti, oppure troveremo persone

convinte che tutto il Paese sia allo

stremo, anzi alla fame !

Io penso che, in Italia, la tendenza

sia stata al peggioramento e che l’assenza di interventi politici (si è

lasciato tutto alle presunte capacità

e qualità del libero mercato) stia

aggravando la situazione.

Poi la propaganda delle opposte

fazioni darà, ai tanti attori di un lo-goro teatrino politico, l’occasione

per recitare un ruolo.

Resto, però, convinto che,

nell’insieme, l’opposizione sia mol-

to migliore di chi ora ci governa.

Italia commissariata anche dal

FMI, dopo la Bce. Attendiamo i

caschi blu Onu. Non male per

il Paese che dalla crisi doveva

uscirne "meglio di altri" !

Una sola delle 19 Maserati Quat-

troporte, comprate dal Ministero

della Difesa, costa nella versione

base 22.361 euro in più dell'inte-

ro stanziamento dato all'Accade-

mia della Crusca per l’anno 2011.

I ristoranti sono pieni. Anche la mensa

della Caritas di Roma (foto) è affollata.

Gli italiani non sono al ristorante, sono

ad acquistare l’ultimo gadget hi tech !

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“propaganda” voglia convincerci

diversamente.

Qualche giorno fa, una ventenne

di nome Silvia, nostra lettrice, ci ha

mandato una fotografia con delle

mollette rosse, bianche e verdi su

un filo e con questo titolo: “Il Paese

appeso a un filo”. “Ecco l’Italia di

oggi”, ha scritto, “dove i giovani

come me non sanno cosa aspettarsi

domani”. È vero. La politica nean-

che considera questi ragazzi, cui

stiamo rubando il futuro. Non li

ascolta. Non sente il loro dispera-

to grido d’aiuto. È solo pronta, a ogni accenno di manifestazione, a

sbarrare loro il passo coi blindati.

O a spegnere la voce coi manga-

nelli. Eppure, sono il nostro futuro.

Il bene più prezioso della nazione.

L’Italia annaspa e muore. Come il

territorio che frana ad ogni pioggia.

Metafora di un Paese alla deriva.

Con una classe dirigente non

all’altezza. “La differenza tra un po-

litico e uno statista”, diceva De Ga-

speri, “sta nel fatto che il politico

pensa alle prossime elezioni, lo sta-

tista alle prossime generazioni-

Ognuno tiri le somme.

Primopiano da Famiglia Cristiana

n.46/2011

L’Italia appesa a un filo sull’orlo del precipizio

L’Italia è appesa a un filo. Pronto a

spezzarsi da un momento all’altro.

Alla gravità del momento non corri-

sponde la coesione nazionale. Pre-

vale la logica dell’interesse di parte.

O, peggio, personale. Litigiosi e

irresponsabili i politici non hanno a

cuore il “bene comune”. Che non è

la somma dei beni individuali. Ma il

“pavimento etico” che ci unisce. E

su cui si fonda la nazione.

Da una parte e dall’altra, si cer-

ca quel che conviene. Non ciò che

serve al Paese. Con bizantinismi

e alchimie elettorali di cui siamo

maestri nel mondo. Ma i risultati sono disastrosi per i cittadini. Indi-

gnati per una classe politica arro-

gante, che pensa solo a salvare sé

stessa. Con annessi benefici e privi-

legi.

Da più parti, per il bene dell’Italia

e dell’Europa, si richiede “un passo

indietro”. E lo si invoca anche “nel

nome di Dio”. Ma la drammatica

strategia della sopravvivenza ante-

pone gli interessi personali a quelli

nazionali. Ci resta solo la faccia

feroce dell’immobilismo: Poca

cosa per combattere la crisi. Il

Paese è prigioniero di una sorta di

tirannia dell’individuo. Anche i disperati tentativi del Capo dello

Stato non riescono a spronare la

classe politica a muoversi compatta.

Per tirare fuori l’Italia dalle secche.

Eppure, il precipizio è drammatica-

mente vicino.

Da padri fondatori dell’Europa,

siamo oggi considerati “a rischio”

per l’Unione. Messi ai margini. Vigi-

lati speciali. La nostra sovranità sot-

to osservazione. E le scelte dei go-

vernanti certificate dall’estero. Si-

tuazione imbarazzante. Umiliante.

Non c’è fiducia nei nostri confronti.

Considerati alla stregua di

“venditori di fumo”. Con program-

mi improvvisati in frenetici incontri

notturni. Dopo anni trascorsi a

“temporeggiare”, più che a gover-

nare. Per nascondere la gravità del-

la crisi. E spargere facile ottimismo.

A piene mani. Illudendo la gente su

cambiamenti epocali. Promesse mai

mantenute. Nonostante la

150

L'Italia "è un paese benestante", i

"consumi non sono diminuiti, i risto-

ranti sono pieni, sugli aerei a fatica

si trovano posti" e anche le mete

delle vacanze "sono piene". Lo ha

detto il presidente del Consiglio,

Silvio Berlusconi, nel corso della

conferenza stampa organizzata al

termine del G20 di Cannes. "Se an-

date in Italia non vi accorgerete che

il Paese sente qualcosa che possa

assomigliare a una grande crisi", ha

detto. Questo perché "siamo un'e-

conomia forte, la terza d'Europa e la

settima del mondo, la vita in Italia è

quella di un paese benestante".

Ma si rende conto di quello che

dice e di quali siano le probabili

reazioni o conseguenze ?

Perché i tedeschi dovrebbero

fare dei sacrifici a favore degli ita-

liani ?

Se le cose stanno come afferma

Mr. Berlusconi, ebbene: che le ci-

cale italiane si arrangino! Anzi, me-

glio ancora: che gli italiani paghino

spread sempre più alti, considerato

che possono permetterseli !

NOME BERLUSCONI UN “HANDICAP” DI

Nel 2009 a Porta a Porta, Berlusco-

ni si rivolse così al presidente del

Pd Rosy Bindi: "Lei è più bella che

intelligente" .

Un insulto che ha fatto scuola !

L’ espirit de finesse ha

un nome: Berlusconi.

Dal Corriere della Sera di venerdì 11 novembre 2011 sx e di sabato 15 ottobre 2011 dx

Le due vignette sono di Giannelli

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Non c’è dubbio che non bisogna

avere remore contro nessuna

“banda”. Nel nome della coerenza

evangelica. Noi non abbiamo scelto

una parte contro l’altra. Non ci ri-

guarda né ci interessa. Abbiamo

scelto di seguire il Vangelo e la dot-

trina sociale della Chiesa. Senza

pregiudizi o interessi da difendere.

Mi dispiace solo quando ci attribui-

scono schieramenti che non ci ap-

partengono. Come se la difesa

dell’etica privata e pubblica fosse

in alternativa all’etica della vita.

Non abbiamo mai ceduto a questa

separazione. Il Vangelo non

l’abbiamo mai fatto a pezzettini.

così Famiglia Cristiana del 29 ott. 2011

Il Guardian di Londra e il New

York Times ipotizzano nei prossimi

mesi un attacco all'Iran da parte di Stati Uniti e Gran Bretagna. Si pre-

vedono intensi bombardamenti

aerei, il lancio dalle portaerei di

missili Tomahawk, che colpiscono

un obiettivo nel raggio di 1.287 km,

e gruppi di intervento sul territorio. La Gran Bretagna avrebbe già dato

disponibilità di una base nell'Ocea-

no Indiano. L'urgenza dell'attacco

sarebbe dovuta al fatto che l'Iran

renderà presto impossibile di-

struggere i siti nucleari, trasferiti in bunker fortificati. Il programma

nucleare iraniano aveva subito un

forte rallentamento dopo il cyber

attacco via Rete effettuato sulle macchine presenti nei suoi labora-

tori dal virus Stuxnet, attribuito a

Israele e agli Stati Uniti. Metà delle

centrifughe fu messa fuori uso, ma,

dopo l'identificazione del virus, il

programma è ripreso a pieno rit-

mo. L'Iran dispone di uranio arric-

chito sufficiente per realizzare

quattro bombe nucleari. Nessuna

delegazione internazionale ha però

dimostrato che Teheran abbia altri

scopi per il nucleare che non siano

civili. Gli Stati Uniti stanno strin-

gendo i loro rapporti militari con i

governi "amici" nella regione: Ara-

bia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi,

Oman, Kuwait e Qatar.

Un attacco all'Iran equivale a una

dichiarazione di guerra alla Cina che questa volta non rimarrebbe

indifferente come in Libia, con cui

aveva preso accordi per il petrolio.

Nel 2007 il post "Petrolio e terrori-smo" del blog riportava: "Chi con-

trolla il Golfo Persico, dove sarà e-

stratto il 30% dell’intero fabbisogno

mondiale, controlla l’energia e chi

controlla l’energia controlla il piane-

ta. La richiesta crescente di energia

(la sola Cina passerà dagli attuali 7

milioni di barili al giorno a 16, 5 mi-

lioni nel 2030) coinciderà con la con-

centrazione dell'estrazione di petro-

lio nel Golfo Persico." L'attacco all'I-

Un intervento in Iran? A chi giova? Quali gli sviluppi e le conseguenze.

La megliocrazia di Massimo Gramellini Mai come in queste drammatiche

ore ci sentiamo di dar ragione

all’economista Luigi Zingales quan-

do dice che l’Italia è una peggiocra-

zia, il governo dei peggiori. La pre-

valenza del cretino, o comunque del

mediocre, raggiunge la sua apoteo-

si in quella caricatura di democrazia

che è diventata la nostra democrazi-a. Oggi qualsiasi persona di buon-

senso, di destra o di sinistra, ricono-

sce che questa politica svilita dai

clown e dalle caste dovrebbe affi-

darsi ai seri e ai competenti. Figure

alla Mario Monti, per intenderci. E

ce ne sono tante. Ma qualsiasi per-

sona di buonsenso sa anche che, se

i Mario Monti si presentassero alle

elezioni, le perderebbero. Perché non sono istrionici né seducenti.

Verrebbero surclassati da chi cono-

sce l’arte della promessa facile e

dello slogan accattivante, in quanto

una parte non piccola degli elettori

è così immatura da privilegiare i

peggiori: per ignoranza, corruzio-

ne, menefreghismo.

Dirò una cosa aristocratica solo in

apparenza. Neppure le sacrosante

primarie bastano a garantire la se-

lezione dei migliori. Per realizzare

una democrazia compiuta occorre

avere il coraggio di rimettere in

discussione il diritto di voto. Non posso guidare un aeroplano appel-

landomi al principio di uguaglianza:

devo prima superare un esame di

volo. Perché quindi il voto, attività

non meno affascinante e pericolosa,

dovrebbe essere sottratta a un esa-

me preventivo di educazione civica

e di conoscenza minima della Costi-

tuzione? E adesso lapidatemi pure.

al sito www.lastampa.it/

ran, per molti osservatori, può esse-

re la premessa alla Terza Guerra

Mondiale. La Cina, grazie a un ac-

cordo con Islamabad, è presente

dal 2011 nella base militare paki-

stana di Gwadar che si aggiunge alle basi nell'Oceano Indiano in

Bangladesh, Birmania e Sri Lanka.

Gwadar permette alla Cina di presi-

diare le rotte del Golfo Persico per-

corse dalle sue petroliere. Sia la

Cina che il Pakistan sono potenze

nucleari. Attaccare l'Iran è come

gettare un fiammifero in un pozzo di

petrolio. Dio non gioca a dadi, ma

Obama forse sì. Con la nostra pelle.

dal sito www.beppegrillo.it

Si discute, ormai quotidianamente,

del debito pubblico e del suo enor-me peso per l'economia italiana. È

una valanga che rotola a valle e che

travolge pensioni, diritti acquisiti,

posti di lavoro. È una valanga che

cancella il futuro di una o due gene-

razioni. Però, non si è ancora discus-

so sul COME e sul perché questo debito sia stato generato e/o sulla

destinazione finale dei 1.900 miliar-

di accumulati dai vari Governi, da Craxi a Berlusconi. Ma soprattutto

nessuno sa CHI ha preso tutti quei soldi e per farne che cosa !

Oggi, la tua quota di debito pub-

blico è pari a 32 mila euro (per la precisione: alcune decine di euro in

più).

Ma che cosa hai fatto per accumu-

lare così tanti debiti?

Che cosa hai acquistato?

Qual è stato il tuo tenore di vita?

Come hai fatto ha consumare e/o

sprecare così tanto e/o così alla

grande?

Oppure ti stai facendo fregare ...

Voci dal Web ...

Azione politica e condotta personale.

Morale pubblica e morale privata.

Quale “banda” appoggiare ?

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La crisi economica attuale co-

me conseguenza dell'obbedienza

a dogmi di speculazione e cresci-

ta infinita.

[…] La crisi finanziaria, economi-

ca, ecologica e morale, che ha tra-

volto il mondo occidentale, sta por-

tando al crepuscolo i dogmi domi-

nanti in questi anni e ai quali abbia-

mo obbedito ciecamente.

Abbiamo sostenuto un sistema

che premia il vizio, il gioco d'azzar-

do degli speculatori, degli acrobati

della finanza, arricchitisi in modo

osceno. Ci hanno detto:

«Arricchitevi e siate avidi, perché

solo così riuscirete a conquistare la

felicità in terra». Ci hanno convinto

che l'unico modo per lavorare

nell'era della globalizzazione era

accettare lo sfruttamento, la cancel-

lazione dei diritti. Così, abbiamo

sostituito il cittadino con il consu-

matore, per poi accorgerci che so-

lo a poche sanguisughe è concesso

il privilegio di consumare e sper-

perare in abbondanza. Abbiamo

costruito un modello di sviluppo

iniquo e socialmente ed ecologica-

mente insostenibile, quasi fossimo

in grado di produrre e consumare

all'infinito. E chi per anni ha punta-

to il dito contro questa verità adul-

terata è stato battezzato una

"Cassandra" da una classe dirigen-

te (politica, economica, intellettua-

le) senza valori, che non siano

quelli quotati in Borsa.

Ma il bubbone doveva scoppiare.

Per quanto tempo ancora, infatti, si

poteva sopportare una struttura

sociale in cui un manager guada-

gna in un mese lo stipendio che un

suo dipendente guadagna in 27

anni? Come si può accettare che

l'1% della popolazione italiana (per

restare a casa nostra) detenga la

stessa percentuale di ricchezza che

è ripartita fra il 60% della popola-

zione che è chiamato ogni giorno a

tirare la cinghia? A questo 60%,

anche oggi, i tecnocrati di Roma

stringono forte il cappio al collo

per strizzargli le ultime risorse utili

a risanare un bilancio pubblico a-

noressico.

L'ascensore sociale, sul quale ci

avevano promesso che tutti sarem-

mo saliti, è in discesa da tempo. Per

questo, cresce la sfiducia della po-

polazione. Aumenta l'insoddisfazio-

ne sorda. La ripartizione iniqua dei

costi della crisi e dei provvedimen-

ti di austerity rischia di generare

forti tensioni sociali. Gli indignados,

la cui giornata internazionale di

mobilitazione contro il neoliberi-

smo è stata fissata per il 15 ottobre,

aumentano di rabbia e di numero.

Capiscono che il default - termine

dotto per dire fallimento - del pae-

se ricadrebbe principalmente e

ancora una volta sulle loro spalle.

La soluzione sarebbe un'uscita

"dolce" dal capitalismo. Ma, come

ha scritto Serge Latouche, il teorico

della decrescita, implicherebbe

«un cambiamento di civiltà, né più

né meno ». Non è possibile in tempi

stretti? Si adottino, allora, misure

che vadano ad accorciare, non ad

allungare, le distanze tra gli ultimi e

i primi della società. Gli stessi su-

perricchi si sono accorti che, per

continuare a fare affari, serve loro

una società intatta e con una buona

e stabile coesione. Quindi, meglio

tasse più alte per loro, secondo la

ricetta del miliardario Buffet, che

disordini e moti sociali.

Sul tavolo politico italiano ci sono

da tempo alcune proposte ragione-

voli, come, ad esempio, una tassa

sui grandi patrimoni al di sopra del

milione di euro; oppure il dimezza-

mento delle spese militari. Pochi

sanno che con il costo di un caccia-

bombardiere F-35 si potrebbero

realizzare 183 asili nido per settanta

bimbi ciascuno, stipendi per inse-

gnanti compresi. Ogni giorno con-

sumiamo 80 milioni di euro in spese

militari, pari a 500 dollari pro capi-

te l'anno, in base ai dati forniti in un

dossier dalla Federazione dei Ver-

di. E non vale la critica di chi dice

che smantellare l'industria militare

implicherebbe una perdita dei po-

sti di lavoro. Secondo Gianni Alioti,

responsabile Ufficio internazionale

Fim-Cisl, «con gli stessi soldi con

cui si crea un posto di lavoro

nell'industria militare, se ne creano

10-20 nella green economy o nei

settori della microelettronica,

dell'automazione industriale, dei

mezzi di trasporto. La più importan-

te realtà eolica in Italia - con oltre

700 occupati - controllata dalla da-

nese Vestas, è nata da un progetto

di riconversione nel civile di Aeri-

talia (l'attuale Alenia Aeronautica)».

Si può ragionare su questo? Si

può ipotizzare che mantenere un

livello di welfare decente, prele-

vando dalle casseforti ancora gon-

fie, possa essere uno strumento per

calmierare un sistema di inegua-

glianze, "strutturalmente ingiusto",

pronto, altrimenti, a esplodere?

O la Borsa o la vita dall’Editoriale del numero di ottobre 2011 di Nigrizia

“Dicono tutti che c’è la crisi ma i ri-

storanti sono pieni” è un classico

dell’uomo della strada. Lo dice il

tassista, lo dice l’avventore del bar,

probabile che lo abbia detto ciascu-

no di noi in uno di quei momenti di

spensierata dabbenaggine che co-

stellano la vita di ogni persona qua-

lunque. Sentire per la prima volta

pronunciare quella frase al G20, da

un capo di governo, è una svolta sto-

rica: vuoi dire che l’uomo della stra-

da, con tutta la sua spensierata dab-

benaggine, è arrivato al vertice. Ci

ritroviamo dunque a essere gover-

nati da uno qualunque, che quando

pensa una fesseria qualunque la di-

ce a tutti. Probabile che alcuni italia-

ni ne siano soddisfatti: “che bello,

finalmente un pirla come me è al

potere, questa sì che è democrazia”.

Ma è probabile, anche, che altri ita-

liani, tra i quali mi annovero, ne sia-

no invece desolati. Forse suggestio-

nati da vecchie letture scolastiche

(Pericle, per esempio) pensavano

che la democrazia fosse una selezio-

ne dei migliori. Aperta a tutti, ma

destinata a individuare i migliori. Il

vecchio concetto di classe dirigente,

insomma. Ritrovarsi rappresentati

nel mondo da uno che pensa e parla

come l’ultimo di noi è un bruciante

fallimento. Votare per uno “come

noi” significa sprecare il voto e spre-

care la democrazia. Vogliamo votare

per uno che sia migliore di noi.

Una riflessione di Michele Serra

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unico obiettivo quello di svendere

il territorio e di fare cassa con gli oneri di urbanizzazione.

Non avete nessun diritto di pian-

gere! Voi che, con l’arroganza di

chi non ha argomenti, denigrate

chiunque si opponga alla vostra

furia predatoria di saccheggiatori

del territorio. Voi che, con il risoli-

no di chi è sicuro del potere che

detiene, ridicolizzate tutti i giorni i

comitati, gli ambientalisti, le asso-

ciazioni, i cittadini, che mettono in

guardia dai pericoli e dal dissesto

idrogeologico creati dalle vostre previsioni edificatorie.

Non avete nessun diritto di pian-

gere! Voi che siete la concausa del-

le catastrofi alluvionali, dovute alla sigillatura e all’ impermeabiliz-

zazione della terra operate dalle

vostre espansioni urbanistiche, dai

vostri centri commerciali, dai vostri

svincoli autostradali. Voi che avete

costruito il vostro consenso grazie

alle grandi speculazioni edilizie, ai grandi eventi, alle grandi opere

o anche alla sola promessa di rea-

lizzarle.

Non avete nessun diritto di piange-

re. Nessun diritto di piangere le

dieci vittime dell’ennesima allu-vione ligure. Né le vittime di tutte

le precedenti catastrofi causate

Nessun uomo è un'isola,

completo in se stesso;

ogni uomo è un pezzo del continente,

una parte del tutto.

Se anche solo una zolla

venisse lavata via dal mare,

l'Europa ne sarebbe diminuita,

come se le mancasse un promontorio,

come se venisse a mancare

una dimora di amici tuoi,

o la tua stessa casa.

La morte di qualsiasi uomo mi sminui-

sce,

perché io sono parte dell'umanità.

E dunque non chiedere mai

per chi suona la campana:

suona per te.

John Donne - Meditation XVII

Per chi suona a morto la campana ?

Foss’anche per tua suocera, per il tuo cap’ufficio o per il tuo peggior nemico

non gioire !

La sua quota, di oltre 32 mila euro di debito pubblico, dalle sue spalle

ora graverà

sulle spalle tue e su quelle dei tuoi cari .

Per chi suona a festa la campana ?

Foss’anche tuo figlio o tuo nipote

non gioire !

Quando ti chiederà conto della sua quota, dei 1.900 miliardi complessivi di

debito pubblico accumulati dai vari Governi italiani,

e tu

non avrai una spiegazione o non troverai una giustificazione,

non ti resterà che abbassare lo sguardo

per la vergogna .

Per chi suona la campana ?

anche dalla vostra ideologia. Perché

voi, iscritti e dirigenti del Partito del

Cemento, siete i veri estremisti di questo paese.

Siete i veri barbari di questo nostro

paese. Siete la vera causa del de-

grado ambientale, della violenza al

paesaggio e dello sprofondamento

del paese nel fango.

No. Non avete nessun diritto di

piangere.

E gli italiani dovrebbero comin-ciare a fischiarvi e cacciarvi dai fu-

nerali. E gli italiani dovrebbero

smettere di pregare davanti alle

vostre altissime gru, totem di un mo-

dello di sviluppo decotto e deca-

dente, che prima di collassare, ri-

schia di annientare i beni comuni di

questi Paese, di questo pianeta.

http://domenicofiniguerra.it

Voi che vi riempite la bocca di

parole trite e ritrite: “crescita, svi-

luppo, competitività”. Ripetute co-

me un mantra per nascondere il

vuoto delle vostre idee. Dogmi im-parati come scolaretti per essere

promossi dalle maestrine di Confin-

dustria e dei mercati finanziari.

Non avete nessun diritto di pian-

gere! Voi che quando siete seduti

sulle comode poltrone a Porta a Por-

ta vi lanciate, l’uno contro l’altro le

medesime ricette stantie: “Dobbiamo rilanciare le grandi ope-

re, dobbiamo far ripartire l’edilizia,

ci vuole un nuovo piano casa, forse

anche un nuovo condono”.

Non avete nessun diritto di pian-

gere! Voi che con il fazzoletto verde

nel taschino avete chiesto il voto

per difendere la pianura padana da

invasioni di ogni genere e poi dagli

assessorati comunali, provinciali e

regionali avete vomitato sulle cam-

pagne padane la vostra porzione di

metri cubi di cemento, insieme a tutti gli altri.

Non avete nessun diritto di pian-

gere! Voi che avete giurato fedeltà

alla Costituzione ma poi non ne ri-

spettate l’art. 9: “La Repubblica tute-

la il paesaggio e il patrimonio storico

e artistico della nazione”, e approva-

te piani regolatori che hanno come

Per un'altra Italia, per un altro mondo, come la pensa

DOMENICO FINIGUERRA Sindaco di Cassinetta di Lugagnano

L’informatica ed il computer

... un’occasione sprecata.

Dovevano servire per lavo-

rare meglio. Sono stati utiliz-

zati esclusivamente per lavo-

rare di più !

Page 6: Voltana On Line n.38-2011

Pagina 6 www.voltanaonline.it

di Massimo Gramellini

“Questo Paese non si

salverà, la stagione dei

diritti e della libertà si

rivelerà effimera, se non

nascerà in noi un nuovo

senso del dovere.”

Aldo Moro

info: [email protected]

Tutti i PDF di Voltana On Line

sono disponibili nel sito

www.voltanaonline.it ,

nel sito

http://issuu.com/voltanaonline/docs

e anche su facebook come foto .

Nella Rete una domanda è proposta

con insistenza: “il popolo, cioè i cit-

tadini, debitamente informati sono

in grado di partecipare con i tecni-

ci al governo o ritenete che i politi-

ci con i tecnici debbano governare

il popolo?”

Ecco, ad esempio, dal sito

http://www.byoblu.com/post/201

1/11/08/Il-Grande-Golpe.aspx […]

Sta succedendo qualcosa. Qualcosa

che va oltre la crisi economica: sem-

bra più che altro una crisi di sovrani-

tà. E non è la questione di lana capri-

na che tanto sembra preoccupare i

nostri editorialisti di punta, ovvero se

sia giusto o meno farsi commissariare

dalla UE e dall'FMI rinunciando così -

formalmente e pro-tempore - al pos-

sesso delle nostre stesse chiavi di ca-

sa. E' qualcosa di più profondo, una

trama nella trama che si può provare

a spiegare in molti modi diversi, ma

che non è prudente lasciare che si

dipani mentre l'attenzione generale si

concentra su alcuni personaggi e non

su altri.

Più garbati i mass-media, soprattut-

to quelli con una proprietà. Tuttavia

anche da questi provengono ester-

nazioni senza tante reticenze.

Ecco, ad esempio, quanto ha scritto

Piergiorgio Odifreddi ( Fonte:

http://odifreddi.blogautore.repub

blica.it Piergiorgio Odifreddi ) .

[…] Napolitano ha effettuato la sua

prima nomina, continuando nell’ an-

dazzo dei suoi predecessori. Dimenti-

cando che in Italia abbiamo almeno

un premio Nobel della letteratura

(Dario Fo) e due di fisica (Carlo Rub-

bia e Riccardo Giacconi), oltre a una

medaglia Fields di matematica

(Enrico Bombieri) , un intellettuale

come Umberto Eco, un architetto co-

me Renzo Piano, un direttore d’ or-

chestra come Riccardo Muti o un atto-

re come Roberto Benigni, il presiden-

te della Repubblica ha nominato

l’economista Mario Monti.

L’altissimo merito di quest’ultimo è

di essere stato Commissario Europeo

con deleghe economiche, dal 1994 al

1999 per nomina del primo governo

Berlusconi, e dal 1999 al 2004 per

nomina del primo governo D’Alema.

Oltre che di essere stato presidente

della famigerata Commissione Trila-

terale, una specie di massoneria ul-

traliberista statunitense, europea e

nipponica ispirata da David Rockefel-

ler e Henry Kissinger.

Ci voleva un ex sedicente comuni-

sta dell’area migliorista, per formaliz-

zare attraverso la persona di Monti il

ruolo extraparlamentare dell’ econo-

mia liberista che sta condizionando

l’Europa intera attraverso le politiche

della Banca Centrale (oggi presiedu-

ta da Mario Draghi, ex collega di

Monti come consulente della Gol-

dman Sachs), del Fondo Monetario

Internazionale e delle borse.

È probabile che la nomina di Monti

sia un giochetto da Prima Repubbli-

ca, per poter presentare a giorni la

sua promozione a primo ministro co-

me “istituzionale”. Quando invece si

tratterà di un esautoramento della

volontà popolare, visto che Monti

avrà anche ricevuto nomine governa-

tive e presidenziali, ma certo non è

mai stato eletto dagli elettori.

Quegli stessi elettori che tutti dico-

no di ritenere sovrani, ma che nessu-

no si degna di interpellare per do-

mandar loro come intendano supera-

re la crisi. Se svuotando le proprie

tasche, come ha già mal iniziato a

fare il governo Berlusconi, e come

peggio continuerà a fare il governo

Monti. O se invece attingendo ai por-

tafogli delle banche e degli industria-

li, alla faccia dei Monti, dei Draghi e

dei Berlusconi.

COMMENTO. O.K. quanto accade

non è … entusiasmante, però: final-

mente siamo usciti dall’impasse nella

quale l’Italia era precipitata; in Italia,

di fatto, ci sono stati almeno 17 anni di

… libero mercato (o di rinuncia della

politica a indirizzare l’economia) con

esiti rovinosi; la maggioranza degli

Italiani ha subito democraticamente il

… fascino di Mr. B e la minoranza non

si è opposta con vigore.

Un Paese tutto mari e … Monti !

Per l'anno 2012 a favore di Radio

Radicale è stata autorizzata la spesa

di 3 milioni di euro. Lo prevede

l'ultimo emendamento del relatore

al ddl di stabilità, che è stato pre-

sentato in commissione Bilancio al

Senato e che attende l'approvazio-

ne.

Insomma, no al finanziamento

pubblico ai partiti, ma un chiaro

“sì” e “tante grazie” per i rimborsi

elettorali, per i finanziamenti alle

strutture fiancheggiatrici e per i

soldi versati a tutti i prestatori di

servizi in generale ed ai partiti in

particolare.

La coerenza è un vizio e non una

virtù. Che diamine, siamo o non

siamo in Italia !

La vignetta è di Vauro . Pubblicata

su Il Manifesto del 04/11/2011 e

nel sito www.ilmanifesto.it/

Radical Chic

Page 7: Voltana On Line n.38-2011

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mi di oggi. Inoltre non rappresenta

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We are all on the Freedom Flotilla 2 - News da www.facebook.com

(all'interno dell'articolo, il video di un

momento dell'abbordaggio)

Marisa Conte

per “We are all on the Freedom

Flotilla 2”

Catturati in acque internazionali

sulla via di Gaza: il racconto di

una testimone oculare.

di Lina Attalah

su Al-Masry Al-Youm – edizione

inglese del 5 settembre 2011

È stata catturata in mare dalle forze

di sicurezza israeliane venerdì, insie-

me agli altri passeggeri, 27 attivisti e

giornalisti da tutto il mondo.

È tornata sana e salva in Egitto sa-

bato. Le due barche, una irlandese e

una canadese, hanno costituito un

tentativo di attirare l'attenzione del

mondo sul blocco israeliano imposto

a Gaza dal 2007.

Il canadese che ha cercato di in-

frangere il blocco di Gaza è stato

picchiato dai militari, secondo gli

organizzatori.

DIANA MEHTA per The Canadian

Press, 5 novembre 2011

“NoamChomski -The mass media is not only harmful, it is a weapon

used by the rich to wipe out the

minds and visions of their enemy

class: us, the people!

I mass media non sono soltanto

potenti, sono un’arma usata dai ric-

chi per cancellare le menti e i punti

di vista dei loro nemici: noi, la gen-

te!”

Sono arrivate le testimonianze di tre dei sei passeggeri delle due

barche che hanno tentato di rompe-

re il blocco israeliano di Gaza, rila-

sciati dopo che erano stati trasferiti

alla prigione di Givon, in Israele.

Altri 21 sono ancora detenuti e in

attesa di essere deportati, probabil-

mente martedì, quando scadranno

le 72 ore previste dalla legge israe-

liana.

Gli attivisti non hanno ancora avu-

to il permesso di incontrare i loro

avvocati né di telefonare ai familia-

ri. Alcuni di loro hanno potuto rice-

vere la visita dei rispettivi funziona-

ri consolari.

Dall’organizzazione della missione

arriva l’appello a contattare le istitu-

zioni, le ambasciate israeliane nel

proprio Paese e direttamente il cen-

tro di detenzione di Givon, telefo-

nando al numero +972-8-978-7531,

per chiederne l’immediato rilascio.

Le testimonianze dei tre attivisti

rilasciati sconfessano le dichiarazio-

ni giunte da parte israeliana sulle

precauzioni prese per salvaguarda-

re l’incolumità degli attivisti e ripor-

tate, senza alcuna verifica, da tutti i

media mainstream. Verifica niente

affatto difficile, come risulta eviden-

te, leggendole.

Riportiamo anche l’articolo di

Diana Mehta, del Canadian Post, a

dimostrazione di quanta

“prudenza” usino le grandi testate

giornalistiche quando si tratta di

mettere in discussione le asserzioni

dei Governi di Israele.

Nessuna meraviglia, quindi, che

Israele continui a dettare legge

anche in acque internazionali e su

cittadini non sottomessi alla sua

giurisdizione.

p.s.: nel momento in cui scrivo, Al

Jazeera pubblica un articolo in cui

riporta le parole di CaseyKauffman,

un suo giornalista che era a bordo

di "FreedomWaves":"I primi due o

tre (del personale della Marina i-

sraeliana) che sono saliti a bordo

erano molto aggressivi. Sono stati

usati i taser e i cannoni ad acqua

ma, una volta a bordo hanno capito

che c'erano attivisti non violenti e

che la barca era sotto il loro con-

trollo. A quel punto, la situazione si

è calmata."

http://english.aljazeera.net/news/middl

eeast/2011/11/2011115446073214.html

La vignetta è di Giannelli . Pubblicata sul Corriere della Sera del

06/11/2011 e nel sito www.corriere.it/

Page 8: Voltana On Line n.38-2011

Non so per i ristoranti, ma -

effettivamente - le pizzerie ed i

supermercati sono strapieni.

Morale: la crisi non è di tutti,

ma di alcuni.

Non per questo è meno gra-

ve, solo che è più diseguale,

complicata e sfuggente.

Per questo il "che fare" è me-

no ovvio di quanto appaia a Mr.

Berlusconi & Co.

Pagina 8 www.voltanaonline.it

di Paolo Gagliardi

LASCIA CHE DICANO

© Paolo Gagliardi 2011 Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vie-

tata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.

Il mondo è un posto perico-

loso, non a causa di quelli

che fanno male, ma a causa

di coloro che guardare senza

fare niente.

Albert Einstein

LAS CH’I DEGA

I m’à dét “peinsi do volt,

t’an fëga e’ quaioun.

E pu, ’s’a’t venl in bisaca?”

E me invézi, tra murì d’inpì

o andér aventi in ẓnöc,

a j ò las dezidr a la mi scheina.

Mi hanno detto “pensaci due volte,

non fare lo stupido.

E poi, cosa ci guadagni?”

Ed io invece, tra morire in piedi

o andare avanti in ginocchio,

ho lasciato decidere alla mia schiena.

ROMA 5 novembre 2011 Piazza S. Giovanni Alla manifestazione del Partito Democratico non

potevano mancare dei Voltanesi, qui con Rosy Bindi.

Foto di Carlo MONTI

Elena Garberi e Marianna Valenti,

attiviste No TAV in carcere dal 9 set-

tembre scorso, nonostante fossero

incensurate, sono tornate a casa. Lo

ha disposto il Tribunale del Riesame

respingendo la richiesta della Pro-

cura di Torino di carcerazione.

Nei caveau della Banca d'Italia ci so-no circa 2.500 tonnellate di lingotti

d'oro che si continuano a rivalutare e

il cui valore ha raggiunto i 100 mi-

liardi di euro. Siamo terzi al mondo

per depositi. Domanda: "Di chi è

l'oro della Banca d'Italia ?"

[…] Quando ci guarderemo indietro

dopo tutti questi anni, e vorremo ca-

pire che cos’è stata l’era che abbia-

mo attraversato, guarderemo e non

vedremo niente, cercheremo e non

troveremo niente, ci chiederemo che

cosa abbiamo pensato e non avremo

pensato niente, vorremo sapere che

cosa abbiamo provato e non avremo

provato niente, indagheremo l’ origi-

ne di questo niente e scopriremo che

era niente anch’essa, vorremo tocca-

re con mano e toccheremo niente,

finché dovremo ammettere che lì,

dove doveva esserci il dono straordi-

nario che ci avevano promesso, non

c’è mai stato niente.

Alessandro Carrera