Voltana On Line n.38-2011
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Voltana On Line 38
2011
La vignetta è di Giannelli .
Pubblicata sul Corriere della Sera
del 05/11/2011 e nel sito
www.corriere.it/
Informazione, propaganda, e cori da stadio. di Mario Paganini
anni di mass-media e di diseduca-
zione sportiva. Pomeriggi interi a
discutere sui “se” e sui “ma”. Notti
intere per professare la propria fe-
de senza voler vedere o voler ascol-
tare le immagini della moviola o comprendere le parole altrui. È una
recita che diventa spesso una farsa
e quando si trasferisce ad altri setto-
ri assume le connotazioni della tra-
gedia.
Fare e dare una informazione
“oggettiva” è cosa ardua. In Italia,
poi, può essere impossibile. C’è un
problema a monte e c’è pure un
problema a valle. Chi ha la
“proprietà” dei mass-media li vuole
asserviti, docili, disciplinati, ubbi-
dienti. Mentre chi fruisce del servi-
zio vuole un media sempre più me-
diocre. Non deve richiedere intelli-
genza, ma è sufficiente che assecon-
di altre pulsioni, curiosità, pruriti o morbose tensioni. C’è poco da ag-
giungere al gioco perverso della
privacy da una parte ed alle crona-
che mondane colme di particolari
piccanti sulla vita di V.I.P. , cantanti,
sportivi, businessman, ecc.
Non parliamo, poi, del gradimento
Forse è colpa della lingua italiana.
Forse è colpa degli usi e dei costu-
mi del popolo italiano. Di certo noi
italiani siamo passionali, tifosi, par-
tigiani, compari e complici. E, natu-
ralmente, sempre propensi o a fare
festa oppure a scatenare una rissa.
È facilissimo, per un politico, toc-
care le corde sensibili del “suo” po-
polo e trasformare un confronto in
un (inutile) scontro verbale e, tal-
volta, non solo verbale.
Le parole sono un veicolo fumoso
per sofismi audaci, funambolismi
logici e contorsionismi razionali.
Il resto lo hanno prodotto quaranta
(audience) per la cronaca nera, per
quella giudiziaria e per i raccapric-
cianti aspetti della criminalità comu-
ne ed organizzata.
Veniamo ai nostri giorni. La do-
manda è chiara e semplice:
“secondo te, negli ultimi dieci anni,
le cose sono andate migliorando op-
pure sono andate peggiorando ?”
Eppure è difficilissimo ottenere
una risposta. Una decina di parole
dovrebbero essere sufficienti. Inve-
ce non è così. Una gran parte degli
intervistati “percepisce” un secon-
do fine e scatta in difesa della
“squadra del cuore”. E, spesso, la
miglior difesa è l’attacco.
La realtà, allora, viene distorta,
manipolata. Scattano i pregiudizi. La
risposta si fa “furba” e/o “faziosa”.
In funzione della “squadra” di rife-
rimento avremo, allora, o persone
che affermano non ci sia assoluta-mente un periodo di crisi, anzi - a
loro dire - il benessere è certo e per
tutti, oppure troveremo persone
convinte che tutto il Paese sia allo
stremo, anzi alla fame !
Io penso che, in Italia, la tendenza
sia stata al peggioramento e che l’assenza di interventi politici (si è
lasciato tutto alle presunte capacità
e qualità del libero mercato) stia
aggravando la situazione.
Poi la propaganda delle opposte
fazioni darà, ai tanti attori di un lo-goro teatrino politico, l’occasione
per recitare un ruolo.
Resto, però, convinto che,
nell’insieme, l’opposizione sia mol-
to migliore di chi ora ci governa.
Italia commissariata anche dal
FMI, dopo la Bce. Attendiamo i
caschi blu Onu. Non male per
il Paese che dalla crisi doveva
uscirne "meglio di altri" !
Una sola delle 19 Maserati Quat-
troporte, comprate dal Ministero
della Difesa, costa nella versione
base 22.361 euro in più dell'inte-
ro stanziamento dato all'Accade-
mia della Crusca per l’anno 2011.
I ristoranti sono pieni. Anche la mensa
della Caritas di Roma (foto) è affollata.
Gli italiani non sono al ristorante, sono
ad acquistare l’ultimo gadget hi tech !
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“propaganda” voglia convincerci
diversamente.
Qualche giorno fa, una ventenne
di nome Silvia, nostra lettrice, ci ha
mandato una fotografia con delle
mollette rosse, bianche e verdi su
un filo e con questo titolo: “Il Paese
appeso a un filo”. “Ecco l’Italia di
oggi”, ha scritto, “dove i giovani
come me non sanno cosa aspettarsi
domani”. È vero. La politica nean-
che considera questi ragazzi, cui
stiamo rubando il futuro. Non li
ascolta. Non sente il loro dispera-
to grido d’aiuto. È solo pronta, a ogni accenno di manifestazione, a
sbarrare loro il passo coi blindati.
O a spegnere la voce coi manga-
nelli. Eppure, sono il nostro futuro.
Il bene più prezioso della nazione.
L’Italia annaspa e muore. Come il
territorio che frana ad ogni pioggia.
Metafora di un Paese alla deriva.
Con una classe dirigente non
all’altezza. “La differenza tra un po-
litico e uno statista”, diceva De Ga-
speri, “sta nel fatto che il politico
pensa alle prossime elezioni, lo sta-
tista alle prossime generazioni-
Ognuno tiri le somme.
Primopiano da Famiglia Cristiana
n.46/2011
L’Italia appesa a un filo sull’orlo del precipizio
L’Italia è appesa a un filo. Pronto a
spezzarsi da un momento all’altro.
Alla gravità del momento non corri-
sponde la coesione nazionale. Pre-
vale la logica dell’interesse di parte.
O, peggio, personale. Litigiosi e
irresponsabili i politici non hanno a
cuore il “bene comune”. Che non è
la somma dei beni individuali. Ma il
“pavimento etico” che ci unisce. E
su cui si fonda la nazione.
Da una parte e dall’altra, si cer-
ca quel che conviene. Non ciò che
serve al Paese. Con bizantinismi
e alchimie elettorali di cui siamo
maestri nel mondo. Ma i risultati sono disastrosi per i cittadini. Indi-
gnati per una classe politica arro-
gante, che pensa solo a salvare sé
stessa. Con annessi benefici e privi-
legi.
Da più parti, per il bene dell’Italia
e dell’Europa, si richiede “un passo
indietro”. E lo si invoca anche “nel
nome di Dio”. Ma la drammatica
strategia della sopravvivenza ante-
pone gli interessi personali a quelli
nazionali. Ci resta solo la faccia
feroce dell’immobilismo: Poca
cosa per combattere la crisi. Il
Paese è prigioniero di una sorta di
tirannia dell’individuo. Anche i disperati tentativi del Capo dello
Stato non riescono a spronare la
classe politica a muoversi compatta.
Per tirare fuori l’Italia dalle secche.
Eppure, il precipizio è drammatica-
mente vicino.
Da padri fondatori dell’Europa,
siamo oggi considerati “a rischio”
per l’Unione. Messi ai margini. Vigi-
lati speciali. La nostra sovranità sot-
to osservazione. E le scelte dei go-
vernanti certificate dall’estero. Si-
tuazione imbarazzante. Umiliante.
Non c’è fiducia nei nostri confronti.
Considerati alla stregua di
“venditori di fumo”. Con program-
mi improvvisati in frenetici incontri
notturni. Dopo anni trascorsi a
“temporeggiare”, più che a gover-
nare. Per nascondere la gravità del-
la crisi. E spargere facile ottimismo.
A piene mani. Illudendo la gente su
cambiamenti epocali. Promesse mai
mantenute. Nonostante la
150
L'Italia "è un paese benestante", i
"consumi non sono diminuiti, i risto-
ranti sono pieni, sugli aerei a fatica
si trovano posti" e anche le mete
delle vacanze "sono piene". Lo ha
detto il presidente del Consiglio,
Silvio Berlusconi, nel corso della
conferenza stampa organizzata al
termine del G20 di Cannes. "Se an-
date in Italia non vi accorgerete che
il Paese sente qualcosa che possa
assomigliare a una grande crisi", ha
detto. Questo perché "siamo un'e-
conomia forte, la terza d'Europa e la
settima del mondo, la vita in Italia è
quella di un paese benestante".
Ma si rende conto di quello che
dice e di quali siano le probabili
reazioni o conseguenze ?
Perché i tedeschi dovrebbero
fare dei sacrifici a favore degli ita-
liani ?
Se le cose stanno come afferma
Mr. Berlusconi, ebbene: che le ci-
cale italiane si arrangino! Anzi, me-
glio ancora: che gli italiani paghino
spread sempre più alti, considerato
che possono permetterseli !
NOME BERLUSCONI UN “HANDICAP” DI
Nel 2009 a Porta a Porta, Berlusco-
ni si rivolse così al presidente del
Pd Rosy Bindi: "Lei è più bella che
intelligente" .
Un insulto che ha fatto scuola !
L’ espirit de finesse ha
un nome: Berlusconi.
Dal Corriere della Sera di venerdì 11 novembre 2011 sx e di sabato 15 ottobre 2011 dx
Le due vignette sono di Giannelli
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Non c’è dubbio che non bisogna
avere remore contro nessuna
“banda”. Nel nome della coerenza
evangelica. Noi non abbiamo scelto
una parte contro l’altra. Non ci ri-
guarda né ci interessa. Abbiamo
scelto di seguire il Vangelo e la dot-
trina sociale della Chiesa. Senza
pregiudizi o interessi da difendere.
Mi dispiace solo quando ci attribui-
scono schieramenti che non ci ap-
partengono. Come se la difesa
dell’etica privata e pubblica fosse
in alternativa all’etica della vita.
Non abbiamo mai ceduto a questa
separazione. Il Vangelo non
l’abbiamo mai fatto a pezzettini.
così Famiglia Cristiana del 29 ott. 2011
Il Guardian di Londra e il New
York Times ipotizzano nei prossimi
mesi un attacco all'Iran da parte di Stati Uniti e Gran Bretagna. Si pre-
vedono intensi bombardamenti
aerei, il lancio dalle portaerei di
missili Tomahawk, che colpiscono
un obiettivo nel raggio di 1.287 km,
e gruppi di intervento sul territorio. La Gran Bretagna avrebbe già dato
disponibilità di una base nell'Ocea-
no Indiano. L'urgenza dell'attacco
sarebbe dovuta al fatto che l'Iran
renderà presto impossibile di-
struggere i siti nucleari, trasferiti in bunker fortificati. Il programma
nucleare iraniano aveva subito un
forte rallentamento dopo il cyber
attacco via Rete effettuato sulle macchine presenti nei suoi labora-
tori dal virus Stuxnet, attribuito a
Israele e agli Stati Uniti. Metà delle
centrifughe fu messa fuori uso, ma,
dopo l'identificazione del virus, il
programma è ripreso a pieno rit-
mo. L'Iran dispone di uranio arric-
chito sufficiente per realizzare
quattro bombe nucleari. Nessuna
delegazione internazionale ha però
dimostrato che Teheran abbia altri
scopi per il nucleare che non siano
civili. Gli Stati Uniti stanno strin-
gendo i loro rapporti militari con i
governi "amici" nella regione: Ara-
bia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi,
Oman, Kuwait e Qatar.
Un attacco all'Iran equivale a una
dichiarazione di guerra alla Cina che questa volta non rimarrebbe
indifferente come in Libia, con cui
aveva preso accordi per il petrolio.
Nel 2007 il post "Petrolio e terrori-smo" del blog riportava: "Chi con-
trolla il Golfo Persico, dove sarà e-
stratto il 30% dell’intero fabbisogno
mondiale, controlla l’energia e chi
controlla l’energia controlla il piane-
ta. La richiesta crescente di energia
(la sola Cina passerà dagli attuali 7
milioni di barili al giorno a 16, 5 mi-
lioni nel 2030) coinciderà con la con-
centrazione dell'estrazione di petro-
lio nel Golfo Persico." L'attacco all'I-
Un intervento in Iran? A chi giova? Quali gli sviluppi e le conseguenze.
La megliocrazia di Massimo Gramellini Mai come in queste drammatiche
ore ci sentiamo di dar ragione
all’economista Luigi Zingales quan-
do dice che l’Italia è una peggiocra-
zia, il governo dei peggiori. La pre-
valenza del cretino, o comunque del
mediocre, raggiunge la sua apoteo-
si in quella caricatura di democrazia
che è diventata la nostra democrazi-a. Oggi qualsiasi persona di buon-
senso, di destra o di sinistra, ricono-
sce che questa politica svilita dai
clown e dalle caste dovrebbe affi-
darsi ai seri e ai competenti. Figure
alla Mario Monti, per intenderci. E
ce ne sono tante. Ma qualsiasi per-
sona di buonsenso sa anche che, se
i Mario Monti si presentassero alle
elezioni, le perderebbero. Perché non sono istrionici né seducenti.
Verrebbero surclassati da chi cono-
sce l’arte della promessa facile e
dello slogan accattivante, in quanto
una parte non piccola degli elettori
è così immatura da privilegiare i
peggiori: per ignoranza, corruzio-
ne, menefreghismo.
Dirò una cosa aristocratica solo in
apparenza. Neppure le sacrosante
primarie bastano a garantire la se-
lezione dei migliori. Per realizzare
una democrazia compiuta occorre
avere il coraggio di rimettere in
discussione il diritto di voto. Non posso guidare un aeroplano appel-
landomi al principio di uguaglianza:
devo prima superare un esame di
volo. Perché quindi il voto, attività
non meno affascinante e pericolosa,
dovrebbe essere sottratta a un esa-
me preventivo di educazione civica
e di conoscenza minima della Costi-
tuzione? E adesso lapidatemi pure.
al sito www.lastampa.it/
ran, per molti osservatori, può esse-
re la premessa alla Terza Guerra
Mondiale. La Cina, grazie a un ac-
cordo con Islamabad, è presente
dal 2011 nella base militare paki-
stana di Gwadar che si aggiunge alle basi nell'Oceano Indiano in
Bangladesh, Birmania e Sri Lanka.
Gwadar permette alla Cina di presi-
diare le rotte del Golfo Persico per-
corse dalle sue petroliere. Sia la
Cina che il Pakistan sono potenze
nucleari. Attaccare l'Iran è come
gettare un fiammifero in un pozzo di
petrolio. Dio non gioca a dadi, ma
Obama forse sì. Con la nostra pelle.
dal sito www.beppegrillo.it
Si discute, ormai quotidianamente,
del debito pubblico e del suo enor-me peso per l'economia italiana. È
una valanga che rotola a valle e che
travolge pensioni, diritti acquisiti,
posti di lavoro. È una valanga che
cancella il futuro di una o due gene-
razioni. Però, non si è ancora discus-
so sul COME e sul perché questo debito sia stato generato e/o sulla
destinazione finale dei 1.900 miliar-
di accumulati dai vari Governi, da Craxi a Berlusconi. Ma soprattutto
nessuno sa CHI ha preso tutti quei soldi e per farne che cosa !
Oggi, la tua quota di debito pub-
blico è pari a 32 mila euro (per la precisione: alcune decine di euro in
più).
Ma che cosa hai fatto per accumu-
lare così tanti debiti?
Che cosa hai acquistato?
Qual è stato il tuo tenore di vita?
Come hai fatto ha consumare e/o
sprecare così tanto e/o così alla
grande?
Oppure ti stai facendo fregare ...
Voci dal Web ...
Azione politica e condotta personale.
Morale pubblica e morale privata.
Quale “banda” appoggiare ?
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La crisi economica attuale co-
me conseguenza dell'obbedienza
a dogmi di speculazione e cresci-
ta infinita.
[…] La crisi finanziaria, economi-
ca, ecologica e morale, che ha tra-
volto il mondo occidentale, sta por-
tando al crepuscolo i dogmi domi-
nanti in questi anni e ai quali abbia-
mo obbedito ciecamente.
Abbiamo sostenuto un sistema
che premia il vizio, il gioco d'azzar-
do degli speculatori, degli acrobati
della finanza, arricchitisi in modo
osceno. Ci hanno detto:
«Arricchitevi e siate avidi, perché
solo così riuscirete a conquistare la
felicità in terra». Ci hanno convinto
che l'unico modo per lavorare
nell'era della globalizzazione era
accettare lo sfruttamento, la cancel-
lazione dei diritti. Così, abbiamo
sostituito il cittadino con il consu-
matore, per poi accorgerci che so-
lo a poche sanguisughe è concesso
il privilegio di consumare e sper-
perare in abbondanza. Abbiamo
costruito un modello di sviluppo
iniquo e socialmente ed ecologica-
mente insostenibile, quasi fossimo
in grado di produrre e consumare
all'infinito. E chi per anni ha punta-
to il dito contro questa verità adul-
terata è stato battezzato una
"Cassandra" da una classe dirigen-
te (politica, economica, intellettua-
le) senza valori, che non siano
quelli quotati in Borsa.
Ma il bubbone doveva scoppiare.
Per quanto tempo ancora, infatti, si
poteva sopportare una struttura
sociale in cui un manager guada-
gna in un mese lo stipendio che un
suo dipendente guadagna in 27
anni? Come si può accettare che
l'1% della popolazione italiana (per
restare a casa nostra) detenga la
stessa percentuale di ricchezza che
è ripartita fra il 60% della popola-
zione che è chiamato ogni giorno a
tirare la cinghia? A questo 60%,
anche oggi, i tecnocrati di Roma
stringono forte il cappio al collo
per strizzargli le ultime risorse utili
a risanare un bilancio pubblico a-
noressico.
L'ascensore sociale, sul quale ci
avevano promesso che tutti sarem-
mo saliti, è in discesa da tempo. Per
questo, cresce la sfiducia della po-
polazione. Aumenta l'insoddisfazio-
ne sorda. La ripartizione iniqua dei
costi della crisi e dei provvedimen-
ti di austerity rischia di generare
forti tensioni sociali. Gli indignados,
la cui giornata internazionale di
mobilitazione contro il neoliberi-
smo è stata fissata per il 15 ottobre,
aumentano di rabbia e di numero.
Capiscono che il default - termine
dotto per dire fallimento - del pae-
se ricadrebbe principalmente e
ancora una volta sulle loro spalle.
La soluzione sarebbe un'uscita
"dolce" dal capitalismo. Ma, come
ha scritto Serge Latouche, il teorico
della decrescita, implicherebbe
«un cambiamento di civiltà, né più
né meno ». Non è possibile in tempi
stretti? Si adottino, allora, misure
che vadano ad accorciare, non ad
allungare, le distanze tra gli ultimi e
i primi della società. Gli stessi su-
perricchi si sono accorti che, per
continuare a fare affari, serve loro
una società intatta e con una buona
e stabile coesione. Quindi, meglio
tasse più alte per loro, secondo la
ricetta del miliardario Buffet, che
disordini e moti sociali.
Sul tavolo politico italiano ci sono
da tempo alcune proposte ragione-
voli, come, ad esempio, una tassa
sui grandi patrimoni al di sopra del
milione di euro; oppure il dimezza-
mento delle spese militari. Pochi
sanno che con il costo di un caccia-
bombardiere F-35 si potrebbero
realizzare 183 asili nido per settanta
bimbi ciascuno, stipendi per inse-
gnanti compresi. Ogni giorno con-
sumiamo 80 milioni di euro in spese
militari, pari a 500 dollari pro capi-
te l'anno, in base ai dati forniti in un
dossier dalla Federazione dei Ver-
di. E non vale la critica di chi dice
che smantellare l'industria militare
implicherebbe una perdita dei po-
sti di lavoro. Secondo Gianni Alioti,
responsabile Ufficio internazionale
Fim-Cisl, «con gli stessi soldi con
cui si crea un posto di lavoro
nell'industria militare, se ne creano
10-20 nella green economy o nei
settori della microelettronica,
dell'automazione industriale, dei
mezzi di trasporto. La più importan-
te realtà eolica in Italia - con oltre
700 occupati - controllata dalla da-
nese Vestas, è nata da un progetto
di riconversione nel civile di Aeri-
talia (l'attuale Alenia Aeronautica)».
Si può ragionare su questo? Si
può ipotizzare che mantenere un
livello di welfare decente, prele-
vando dalle casseforti ancora gon-
fie, possa essere uno strumento per
calmierare un sistema di inegua-
glianze, "strutturalmente ingiusto",
pronto, altrimenti, a esplodere?
O la Borsa o la vita dall’Editoriale del numero di ottobre 2011 di Nigrizia
“Dicono tutti che c’è la crisi ma i ri-
storanti sono pieni” è un classico
dell’uomo della strada. Lo dice il
tassista, lo dice l’avventore del bar,
probabile che lo abbia detto ciascu-
no di noi in uno di quei momenti di
spensierata dabbenaggine che co-
stellano la vita di ogni persona qua-
lunque. Sentire per la prima volta
pronunciare quella frase al G20, da
un capo di governo, è una svolta sto-
rica: vuoi dire che l’uomo della stra-
da, con tutta la sua spensierata dab-
benaggine, è arrivato al vertice. Ci
ritroviamo dunque a essere gover-
nati da uno qualunque, che quando
pensa una fesseria qualunque la di-
ce a tutti. Probabile che alcuni italia-
ni ne siano soddisfatti: “che bello,
finalmente un pirla come me è al
potere, questa sì che è democrazia”.
Ma è probabile, anche, che altri ita-
liani, tra i quali mi annovero, ne sia-
no invece desolati. Forse suggestio-
nati da vecchie letture scolastiche
(Pericle, per esempio) pensavano
che la democrazia fosse una selezio-
ne dei migliori. Aperta a tutti, ma
destinata a individuare i migliori. Il
vecchio concetto di classe dirigente,
insomma. Ritrovarsi rappresentati
nel mondo da uno che pensa e parla
come l’ultimo di noi è un bruciante
fallimento. Votare per uno “come
noi” significa sprecare il voto e spre-
care la democrazia. Vogliamo votare
per uno che sia migliore di noi.
Una riflessione di Michele Serra
Pagina 5 www.voltanaonline.it
unico obiettivo quello di svendere
il territorio e di fare cassa con gli oneri di urbanizzazione.
Non avete nessun diritto di pian-
gere! Voi che, con l’arroganza di
chi non ha argomenti, denigrate
chiunque si opponga alla vostra
furia predatoria di saccheggiatori
del territorio. Voi che, con il risoli-
no di chi è sicuro del potere che
detiene, ridicolizzate tutti i giorni i
comitati, gli ambientalisti, le asso-
ciazioni, i cittadini, che mettono in
guardia dai pericoli e dal dissesto
idrogeologico creati dalle vostre previsioni edificatorie.
Non avete nessun diritto di pian-
gere! Voi che siete la concausa del-
le catastrofi alluvionali, dovute alla sigillatura e all’ impermeabiliz-
zazione della terra operate dalle
vostre espansioni urbanistiche, dai
vostri centri commerciali, dai vostri
svincoli autostradali. Voi che avete
costruito il vostro consenso grazie
alle grandi speculazioni edilizie, ai grandi eventi, alle grandi opere
o anche alla sola promessa di rea-
lizzarle.
Non avete nessun diritto di piange-
re. Nessun diritto di piangere le
dieci vittime dell’ennesima allu-vione ligure. Né le vittime di tutte
le precedenti catastrofi causate
Nessun uomo è un'isola,
completo in se stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.
Se anche solo una zolla
venisse lavata via dal mare,
l'Europa ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare
una dimora di amici tuoi,
o la tua stessa casa.
La morte di qualsiasi uomo mi sminui-
sce,
perché io sono parte dell'umanità.
E dunque non chiedere mai
per chi suona la campana:
suona per te.
John Donne - Meditation XVII
Per chi suona a morto la campana ?
Foss’anche per tua suocera, per il tuo cap’ufficio o per il tuo peggior nemico
non gioire !
La sua quota, di oltre 32 mila euro di debito pubblico, dalle sue spalle
ora graverà
sulle spalle tue e su quelle dei tuoi cari .
Per chi suona a festa la campana ?
Foss’anche tuo figlio o tuo nipote
non gioire !
Quando ti chiederà conto della sua quota, dei 1.900 miliardi complessivi di
debito pubblico accumulati dai vari Governi italiani,
e tu
non avrai una spiegazione o non troverai una giustificazione,
non ti resterà che abbassare lo sguardo
per la vergogna .
Per chi suona la campana ?
anche dalla vostra ideologia. Perché
voi, iscritti e dirigenti del Partito del
Cemento, siete i veri estremisti di questo paese.
Siete i veri barbari di questo nostro
paese. Siete la vera causa del de-
grado ambientale, della violenza al
paesaggio e dello sprofondamento
del paese nel fango.
No. Non avete nessun diritto di
piangere.
E gli italiani dovrebbero comin-ciare a fischiarvi e cacciarvi dai fu-
nerali. E gli italiani dovrebbero
smettere di pregare davanti alle
vostre altissime gru, totem di un mo-
dello di sviluppo decotto e deca-
dente, che prima di collassare, ri-
schia di annientare i beni comuni di
questi Paese, di questo pianeta.
http://domenicofiniguerra.it
Voi che vi riempite la bocca di
parole trite e ritrite: “crescita, svi-
luppo, competitività”. Ripetute co-
me un mantra per nascondere il
vuoto delle vostre idee. Dogmi im-parati come scolaretti per essere
promossi dalle maestrine di Confin-
dustria e dei mercati finanziari.
Non avete nessun diritto di pian-
gere! Voi che quando siete seduti
sulle comode poltrone a Porta a Por-
ta vi lanciate, l’uno contro l’altro le
medesime ricette stantie: “Dobbiamo rilanciare le grandi ope-
re, dobbiamo far ripartire l’edilizia,
ci vuole un nuovo piano casa, forse
anche un nuovo condono”.
Non avete nessun diritto di pian-
gere! Voi che con il fazzoletto verde
nel taschino avete chiesto il voto
per difendere la pianura padana da
invasioni di ogni genere e poi dagli
assessorati comunali, provinciali e
regionali avete vomitato sulle cam-
pagne padane la vostra porzione di
metri cubi di cemento, insieme a tutti gli altri.
Non avete nessun diritto di pian-
gere! Voi che avete giurato fedeltà
alla Costituzione ma poi non ne ri-
spettate l’art. 9: “La Repubblica tute-
la il paesaggio e il patrimonio storico
e artistico della nazione”, e approva-
te piani regolatori che hanno come
Per un'altra Italia, per un altro mondo, come la pensa
DOMENICO FINIGUERRA Sindaco di Cassinetta di Lugagnano
L’informatica ed il computer
... un’occasione sprecata.
Dovevano servire per lavo-
rare meglio. Sono stati utiliz-
zati esclusivamente per lavo-
rare di più !
Pagina 6 www.voltanaonline.it
di Massimo Gramellini
“Questo Paese non si
salverà, la stagione dei
diritti e della libertà si
rivelerà effimera, se non
nascerà in noi un nuovo
senso del dovere.”
Aldo Moro
info: [email protected]
Tutti i PDF di Voltana On Line
sono disponibili nel sito
www.voltanaonline.it ,
nel sito
http://issuu.com/voltanaonline/docs
e anche su facebook come foto .
Nella Rete una domanda è proposta
con insistenza: “il popolo, cioè i cit-
tadini, debitamente informati sono
in grado di partecipare con i tecni-
ci al governo o ritenete che i politi-
ci con i tecnici debbano governare
il popolo?”
Ecco, ad esempio, dal sito
http://www.byoblu.com/post/201
1/11/08/Il-Grande-Golpe.aspx […]
Sta succedendo qualcosa. Qualcosa
che va oltre la crisi economica: sem-
bra più che altro una crisi di sovrani-
tà. E non è la questione di lana capri-
na che tanto sembra preoccupare i
nostri editorialisti di punta, ovvero se
sia giusto o meno farsi commissariare
dalla UE e dall'FMI rinunciando così -
formalmente e pro-tempore - al pos-
sesso delle nostre stesse chiavi di ca-
sa. E' qualcosa di più profondo, una
trama nella trama che si può provare
a spiegare in molti modi diversi, ma
che non è prudente lasciare che si
dipani mentre l'attenzione generale si
concentra su alcuni personaggi e non
su altri.
Più garbati i mass-media, soprattut-
to quelli con una proprietà. Tuttavia
anche da questi provengono ester-
nazioni senza tante reticenze.
Ecco, ad esempio, quanto ha scritto
Piergiorgio Odifreddi ( Fonte:
http://odifreddi.blogautore.repub
blica.it Piergiorgio Odifreddi ) .
[…] Napolitano ha effettuato la sua
prima nomina, continuando nell’ an-
dazzo dei suoi predecessori. Dimenti-
cando che in Italia abbiamo almeno
un premio Nobel della letteratura
(Dario Fo) e due di fisica (Carlo Rub-
bia e Riccardo Giacconi), oltre a una
medaglia Fields di matematica
(Enrico Bombieri) , un intellettuale
come Umberto Eco, un architetto co-
me Renzo Piano, un direttore d’ or-
chestra come Riccardo Muti o un atto-
re come Roberto Benigni, il presiden-
te della Repubblica ha nominato
l’economista Mario Monti.
L’altissimo merito di quest’ultimo è
di essere stato Commissario Europeo
con deleghe economiche, dal 1994 al
1999 per nomina del primo governo
Berlusconi, e dal 1999 al 2004 per
nomina del primo governo D’Alema.
Oltre che di essere stato presidente
della famigerata Commissione Trila-
terale, una specie di massoneria ul-
traliberista statunitense, europea e
nipponica ispirata da David Rockefel-
ler e Henry Kissinger.
Ci voleva un ex sedicente comuni-
sta dell’area migliorista, per formaliz-
zare attraverso la persona di Monti il
ruolo extraparlamentare dell’ econo-
mia liberista che sta condizionando
l’Europa intera attraverso le politiche
della Banca Centrale (oggi presiedu-
ta da Mario Draghi, ex collega di
Monti come consulente della Gol-
dman Sachs), del Fondo Monetario
Internazionale e delle borse.
È probabile che la nomina di Monti
sia un giochetto da Prima Repubbli-
ca, per poter presentare a giorni la
sua promozione a primo ministro co-
me “istituzionale”. Quando invece si
tratterà di un esautoramento della
volontà popolare, visto che Monti
avrà anche ricevuto nomine governa-
tive e presidenziali, ma certo non è
mai stato eletto dagli elettori.
Quegli stessi elettori che tutti dico-
no di ritenere sovrani, ma che nessu-
no si degna di interpellare per do-
mandar loro come intendano supera-
re la crisi. Se svuotando le proprie
tasche, come ha già mal iniziato a
fare il governo Berlusconi, e come
peggio continuerà a fare il governo
Monti. O se invece attingendo ai por-
tafogli delle banche e degli industria-
li, alla faccia dei Monti, dei Draghi e
dei Berlusconi.
COMMENTO. O.K. quanto accade
non è … entusiasmante, però: final-
mente siamo usciti dall’impasse nella
quale l’Italia era precipitata; in Italia,
di fatto, ci sono stati almeno 17 anni di
… libero mercato (o di rinuncia della
politica a indirizzare l’economia) con
esiti rovinosi; la maggioranza degli
Italiani ha subito democraticamente il
… fascino di Mr. B e la minoranza non
si è opposta con vigore.
Un Paese tutto mari e … Monti !
Per l'anno 2012 a favore di Radio
Radicale è stata autorizzata la spesa
di 3 milioni di euro. Lo prevede
l'ultimo emendamento del relatore
al ddl di stabilità, che è stato pre-
sentato in commissione Bilancio al
Senato e che attende l'approvazio-
ne.
Insomma, no al finanziamento
pubblico ai partiti, ma un chiaro
“sì” e “tante grazie” per i rimborsi
elettorali, per i finanziamenti alle
strutture fiancheggiatrici e per i
soldi versati a tutti i prestatori di
servizi in generale ed ai partiti in
particolare.
La coerenza è un vizio e non una
virtù. Che diamine, siamo o non
siamo in Italia !
La vignetta è di Vauro . Pubblicata
su Il Manifesto del 04/11/2011 e
nel sito www.ilmanifesto.it/
Radical Chic
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mi di oggi. Inoltre non rappresenta
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We are all on the Freedom Flotilla 2 - News da www.facebook.com
(all'interno dell'articolo, il video di un
momento dell'abbordaggio)
Marisa Conte
per “We are all on the Freedom
Flotilla 2”
Catturati in acque internazionali
sulla via di Gaza: il racconto di
una testimone oculare.
di Lina Attalah
su Al-Masry Al-Youm – edizione
inglese del 5 settembre 2011
È stata catturata in mare dalle forze
di sicurezza israeliane venerdì, insie-
me agli altri passeggeri, 27 attivisti e
giornalisti da tutto il mondo.
È tornata sana e salva in Egitto sa-
bato. Le due barche, una irlandese e
una canadese, hanno costituito un
tentativo di attirare l'attenzione del
mondo sul blocco israeliano imposto
a Gaza dal 2007.
Il canadese che ha cercato di in-
frangere il blocco di Gaza è stato
picchiato dai militari, secondo gli
organizzatori.
DIANA MEHTA per The Canadian
Press, 5 novembre 2011
“NoamChomski -The mass media is not only harmful, it is a weapon
used by the rich to wipe out the
minds and visions of their enemy
class: us, the people!
I mass media non sono soltanto
potenti, sono un’arma usata dai ric-
chi per cancellare le menti e i punti
di vista dei loro nemici: noi, la gen-
te!”
Sono arrivate le testimonianze di tre dei sei passeggeri delle due
barche che hanno tentato di rompe-
re il blocco israeliano di Gaza, rila-
sciati dopo che erano stati trasferiti
alla prigione di Givon, in Israele.
Altri 21 sono ancora detenuti e in
attesa di essere deportati, probabil-
mente martedì, quando scadranno
le 72 ore previste dalla legge israe-
liana.
Gli attivisti non hanno ancora avu-
to il permesso di incontrare i loro
avvocati né di telefonare ai familia-
ri. Alcuni di loro hanno potuto rice-
vere la visita dei rispettivi funziona-
ri consolari.
Dall’organizzazione della missione
arriva l’appello a contattare le istitu-
zioni, le ambasciate israeliane nel
proprio Paese e direttamente il cen-
tro di detenzione di Givon, telefo-
nando al numero +972-8-978-7531,
per chiederne l’immediato rilascio.
Le testimonianze dei tre attivisti
rilasciati sconfessano le dichiarazio-
ni giunte da parte israeliana sulle
precauzioni prese per salvaguarda-
re l’incolumità degli attivisti e ripor-
tate, senza alcuna verifica, da tutti i
media mainstream. Verifica niente
affatto difficile, come risulta eviden-
te, leggendole.
Riportiamo anche l’articolo di
Diana Mehta, del Canadian Post, a
dimostrazione di quanta
“prudenza” usino le grandi testate
giornalistiche quando si tratta di
mettere in discussione le asserzioni
dei Governi di Israele.
Nessuna meraviglia, quindi, che
Israele continui a dettare legge
anche in acque internazionali e su
cittadini non sottomessi alla sua
giurisdizione.
p.s.: nel momento in cui scrivo, Al
Jazeera pubblica un articolo in cui
riporta le parole di CaseyKauffman,
un suo giornalista che era a bordo
di "FreedomWaves":"I primi due o
tre (del personale della Marina i-
sraeliana) che sono saliti a bordo
erano molto aggressivi. Sono stati
usati i taser e i cannoni ad acqua
ma, una volta a bordo hanno capito
che c'erano attivisti non violenti e
che la barca era sotto il loro con-
trollo. A quel punto, la situazione si
è calmata."
http://english.aljazeera.net/news/middl
eeast/2011/11/2011115446073214.html
La vignetta è di Giannelli . Pubblicata sul Corriere della Sera del
06/11/2011 e nel sito www.corriere.it/
Non so per i ristoranti, ma -
effettivamente - le pizzerie ed i
supermercati sono strapieni.
Morale: la crisi non è di tutti,
ma di alcuni.
Non per questo è meno gra-
ve, solo che è più diseguale,
complicata e sfuggente.
Per questo il "che fare" è me-
no ovvio di quanto appaia a Mr.
Berlusconi & Co.
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di Paolo Gagliardi
LASCIA CHE DICANO
© Paolo Gagliardi 2011 Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vie-
tata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.
Il mondo è un posto perico-
loso, non a causa di quelli
che fanno male, ma a causa
di coloro che guardare senza
fare niente.
Albert Einstein
LAS CH’I DEGA
I m’à dét “peinsi do volt,
t’an fëga e’ quaioun.
E pu, ’s’a’t venl in bisaca?”
E me invézi, tra murì d’inpì
o andér aventi in ẓnöc,
a j ò las dezidr a la mi scheina.
Mi hanno detto “pensaci due volte,
non fare lo stupido.
E poi, cosa ci guadagni?”
Ed io invece, tra morire in piedi
o andare avanti in ginocchio,
ho lasciato decidere alla mia schiena.
ROMA 5 novembre 2011 Piazza S. Giovanni Alla manifestazione del Partito Democratico non
potevano mancare dei Voltanesi, qui con Rosy Bindi.
Foto di Carlo MONTI
Elena Garberi e Marianna Valenti,
attiviste No TAV in carcere dal 9 set-
tembre scorso, nonostante fossero
incensurate, sono tornate a casa. Lo
ha disposto il Tribunale del Riesame
respingendo la richiesta della Pro-
cura di Torino di carcerazione.
Nei caveau della Banca d'Italia ci so-no circa 2.500 tonnellate di lingotti
d'oro che si continuano a rivalutare e
il cui valore ha raggiunto i 100 mi-
liardi di euro. Siamo terzi al mondo
per depositi. Domanda: "Di chi è
l'oro della Banca d'Italia ?"
[…] Quando ci guarderemo indietro
dopo tutti questi anni, e vorremo ca-
pire che cos’è stata l’era che abbia-
mo attraversato, guarderemo e non
vedremo niente, cercheremo e non
troveremo niente, ci chiederemo che
cosa abbiamo pensato e non avremo
pensato niente, vorremo sapere che
cosa abbiamo provato e non avremo
provato niente, indagheremo l’ origi-
ne di questo niente e scopriremo che
era niente anch’essa, vorremo tocca-
re con mano e toccheremo niente,
finché dovremo ammettere che lì,
dove doveva esserci il dono straordi-
nario che ci avevano promesso, non
c’è mai stato niente.
Alessandro Carrera