Voltana On Line n.15-2012

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15 2012 Voltana On Line www.voltanaonline.it sembra in grado di reperirli sui mercati. Le responsabilità dei go- verni spagnoli sono serie ma im- pallidiscono di fronte a quelle del governo tedesco che si ostina a dire no a qualunque risposta col- lettiva europea nei confronti della crisi. Dopo i no agli Eurobond, agli interventi della BCE a sostegno dei Paesi in difficoltà, adesso è arriva- to il no nei confronti della proposta di Draghi di costruire un sistema di tutela dei depositi a livello europe- o in cambio di una centralizzazione della vigilanza. Per ora l’Italia non è nell’occhio del ciclone, ha subìto soltanto un innalzamento del livello dei tassi di interesse e una fuga degli investitori esteri dai titoli di Stato, ma è difficile pensare che ne rimarrà fuori a lungo: gli elevati tassi e la recessione rischiano di mettere in dubbio l’obiettivo del pareggio di bilancio, se la Grecia uscisse dall’euro o la Spagna do- vesse accettare un piano di aiuti internazionali il giorno dopo toc- cherebbe a noi. Il tutto potrebbe concretizzarsi entro la fine dell’anno e arriveremmo al com- missariamento in piena campa- gna elettorale. Quello che sorprende è che non ce ne è affatto la consapevo- lezza nelle parole dei nostri leader politici. Al governo Monti va dato atto di fare il possibile per por- tare la Merkel su posizioni più ragionevoli ma i risul- tati sembrano deludenti. Non c’è da meravigliarsi, del resto anche le aspetta- tive riposte nella novità Hollande sono state segui- te da ben pochi risultati. Forse si sopravvalutava la rilevanza del direttorio franco-tedesco, la Germa- nia è sì rimasta sola ma può sempre contare sul sostegno più o meno silen- zioso di molti Paesi del centro e del nord Europa. Esaurite le risposte predisposte dai tecnici occorre che la politica batta un col- po. L’Italia deve fare ancora una volta i compiti a casa. A dicembre non siamo andati a votare perché i mercati non ce lo avrebbero per- messo. A sei mesi di distanza lo scenario appare immutato: lo spi- rito di responsabilità richiamato dal Presidente della Repubblica a fine anno si è perso per strada, il gover- no appare avere esaurito la spinta propulsiva, gli schieramenti sem- brano ben lontani dall’assumere i contorni definiti che potrebbero portare ad una sana competizione. Rischiamo di dover affrontare la crisi dell’euro con un governo debole e partiti alla ricerca di una strada per loro stessi senza una ri- cetta per affrontare la situazione. Rischiamo di aver perso sei mesi fatali. I partiti mostrano di non aver neppure imparato la lezione delle elezioni amministrative. I cittadini italiani sono in attesa di risposte chiare e di fatti dai loro rappresen- tanti. In un momento così grave il senso di responsabilità non si può soltanto evocare, occorre coltivarlo giorno per giorno. Soltanto così la politica recupererà credibilità. In poche parole, piuttosto che occuparsi di tatticismi, sarebbe bene che un leader politico dices- se cosa vuol fare per affrontare la crisi dell’euro e che agisse dav- vero per scongiurare lo scenario greco. Articolo di Emilio Barucci pubblicato nel sito http://giacomosalerno.wordpress.com/20 12/06/03/e-allora-a-che-e-servito-monti/ con il titolo La crisi dell’Euro non può fungere soltanto da sfondo info: [email protected] La crisi dell’euro non può fungere soltanto da sfondo per il teatrino della politica nostrana, deve richia- mare tutte le forze politiche al senso di responsabilità del dicembre 2011. Altro che antipolitica, allean- ze, primarie o riforma elettorale, la crisi dell’euro dovrebbe essere il tema numero uno. È oramai convin- zione di molti che siamo arrivati alla resa dei conti. Le elezioni in Grecia e la crisi del sistema bancario spa- gnolo stanno facendo precipitare la situazione. Il summit europeo di fine giugno assomiglia sempre di più alla pistola dello starter che po- trebbe segnare l’inizio di una corsa alla disintegrazione dell’euro. Occorre agire presto, le istituzioni europee sembrano aver finito le cartucce a loro disposizione e, co- me ha osservato Draghi, le risposte ortodosse non bastano più, la rispo- sta deve essere politica e l’Italia deve fare la sua parte. Il summit europeo non sembra nascere sotto i migliori auspici. Le novità di questa settimana sono almeno due. In pri- mo luogo il problema di Bankia in Spagna è molto serio: occorrono subito venti miliardi di euro e pro- babilmente molti di più per le altre banche piene di mutui oramai dete- riorati e il governo spagnolo non E allora a che cosa è servito Mario Monti ? di Emilio Barucci

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2012 Voltana On Line www.voltanaonline.it

sembra in grado di reperirli sui

mercati. Le responsabilità dei go-

verni spagnoli sono serie ma im-

pallidiscono di fronte a quelle del

governo tedesco che si ostina a

dire no a qualunque risposta col-

lettiva europea nei confronti della crisi. Dopo i no agli Eurobond, agli

interventi della BCE a sostegno dei

Paesi in difficoltà, adesso è arriva-

to il no nei confronti della proposta

di Draghi di costruire un sistema di

tutela dei depositi a livello europe-

o in cambio di una centralizzazione

della vigilanza. Per ora l’Italia non

è nell’occhio del ciclone, ha subìto

soltanto un innalzamento del livello

dei tassi di interesse e una fuga

degli investitori esteri dai titoli di

Stato, ma è difficile pensare che ne

rimarrà fuori a lungo: gli elevati

tassi e la recessione rischiano di

mettere in dubbio l’obiettivo del

pareggio di bilancio, se la Grecia

uscisse dall’euro o la Spagna do-

vesse accettare un piano di aiuti

internazionali il giorno dopo toc-

cherebbe a noi. Il tutto potrebbe

concretizzarsi entro la fine

dell’anno e arriveremmo al com-

missariamento in piena campa-

gna elettorale.

Quello che sorprende è che

non ce ne è affatto la consapevo-

lezza nelle parole dei

nostri leader politici. Al governo Monti va dato atto

di fare il possibile per por-

tare la Merkel su posizioni

più ragionevoli ma i risul-

tati sembrano deludenti.

Non c’è da meravigliarsi,

del resto anche le aspetta-

tive riposte nella novità

Hollande sono state segui-te da ben pochi risultati.

Forse si sopravvalutava la

rilevanza del direttorio

franco-tedesco, la Germa-

nia è sì rimasta sola ma

può sempre contare sul

sostegno più o meno silen-

zioso di molti Paesi del

centro e del nord Europa. Esaurite le risposte predisposte dai tecnici

occorre che la politica batta un col-

po. L’Italia deve fare ancora una

volta i compiti a casa. A dicembre

non siamo andati a votare perché

i mercati non ce lo avrebbero per-

messo. A sei mesi di distanza lo

scenario appare immutato: lo spi-rito di responsabilità richiamato dal

Presidente della Repubblica a fine

anno si è perso per strada, il gover-

no appare avere esaurito la spinta

propulsiva, gli schieramenti sem-

brano ben lontani dall’assumere i

contorni definiti che potrebbero

portare ad una sana competizione.

Rischiamo di dover affrontare la

crisi dell’euro con un governo

debole e partiti alla ricerca di una strada per loro stessi senza una ri-

cetta per affrontare la situazione.

Rischiamo di aver perso sei mesi

fatali. I partiti mostrano di non aver neppure imparato la lezione delle

elezioni amministrative. I cittadini

italiani sono in attesa di risposte

chiare e di fatti dai loro rappresen-

tanti. In un momento così grave il

senso di responsabilità non si può

soltanto evocare, occorre coltivarlo

giorno per giorno. Soltanto così la

politica recupererà credibilità.

In poche parole, piuttosto che

occuparsi di tatticismi, sarebbe

bene che un leader politico dices-

se cosa vuol fare per affrontare la

crisi dell’euro e che agisse dav-

vero per scongiurare lo scenario

greco.

Articolo di Emilio Barucci

pubblicato nel sito

http://giacomosalerno.wordpress.com/20

12/06/03/e-allora-a-che-e-servito-monti/

con il titolo La crisi dell’Euro non può

fungere soltanto da sfondo

info: [email protected]

La crisi dell’euro non può fungere

soltanto da sfondo per il teatrino

della politica nostrana, deve richia-

mare tutte le forze politiche al senso

di responsabilità del dicembre

2011. Altro che antipolitica, allean-

ze, primarie o riforma elettorale, la

crisi dell’euro dovrebbe essere il

tema numero uno. È oramai convin-

zione di molti che siamo arrivati alla

resa dei conti. Le elezioni in Grecia e la crisi del sistema bancario spa-

gnolo stanno facendo precipitare

la situazione. Il summit europeo di fine giugno assomiglia sempre di

più alla pistola dello starter che po-

trebbe segnare l’inizio di una corsa

alla disintegrazione dell’euro. Occorre agire presto, le istituzioni

europee sembrano aver finito le

cartucce a loro disposizione e, co-

me ha osservato Draghi, le risposte

ortodosse non bastano più, la rispo-

sta deve essere politica e l’Italia

deve fare la sua parte. Il summit

europeo non sembra nascere sotto i

migliori auspici. Le novità di questa

settimana sono almeno due. In pri-

mo luogo il problema di Bankia in

Spagna è molto serio: occorrono subito venti miliardi di euro e pro-

babilmente molti di più per le altre

banche piene di mutui oramai dete-

riorati e il governo spagnolo non

E allora a che cosa è servito Mario Monti ? di Emilio Barucci

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formate all’estero sulla base delle

leggi locali. Negare il riconosci-

mento alle coppie omosessuali im-

pedisce a molte persone di godere

di tutta una serie di diritti, necessari

per l’autorealizzazione, e alimenta

ulteriormente la stigmatizzazione, la

discriminazione e gli abusi nei con-

fronti delle persone Lgbti.

Le autorità italiane hanno la re-

sponsabilità di proteggere e garan-

tire la realizzazione dei diritti umani

delle persone Lgbti affinché esse

non siano vittime di discriminazio-

ne, possano godere degli stessi di-

ritti di ogni individuo e possano e-

sprimere liberamente il loro orien-

tamento sessuale e identità di gene-

re senza il rischio di subire altre

violazioni e abusi dei loro diritti u-

mani.

Dal sito della sezione italiana di

Amnesty International

Per altre informazioni visita il sito

http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/Se

rveBLOB.php/L/IT/IDPagina/5727/P/513

0?utm_source=Newsletter&utm_medium

=Email&utm_campaign=Giugno2012

teggiamenti di intolleranza e violen-

za verso le persone Lgbti. Il princi-

pio di non discriminazione, sancito

dall’art. 21 della Carta dei diritti

fondamentali dell’Unione europea,

trattato vincolante per l’Italia, ga-

rantisce parità di trattamento tra le

persone e stabilisce il divieto di

qualsiasi forma di discriminazione

basata su sesso, razza o origine etni-

ca, lingua, religione o credo, disabi-

lità, età e orientamento sessuale.

Ciononostante, nel luglio 2011,

come già accaduto nel 2009, il par-

lamento italiano ha respinto propo-

ste di legge tese a colmare questa

lacuna.

Inoltre, nella legislazione italiana

manca qualsiasi riconoscimento del-

la rilevanza sociale delle famiglie

costituite da persone dello stesso

sesso - alle quali non viene consen-

tito di sposarsi - e dai loro figli. In

tutto il mondo, Amnesty Internatio-

nal si oppone alla discriminazione

fondata sull'orientamento sessuale o

sull'identità di genere nell’accesso

al matrimonio civile e chiede agli

stati che riconoscano diritti anche

alle famiglie di fatto e alle unioni

Pagina 2 www.voltanaonline.it n. 15 - 2012

Come accade purtroppo in diver-

se parti del mondo e dell’Europa,

anche in Italia i diritti delle persone

lesbiche, gay, bisessuali, transgen-

der e intersessuate (Lgbti) sono messi a rischio dalla discriminazio-

ne e da altri fattori, legislativi, so-

ciali e culturali. Le istituzioni hanno

l’obbligo di prevenire e contrasta-

re la discriminazione, perché qual-

siasi eccezione all’universalità dei

diritti umani è inaccettabile.

È necessario che le autorità italia-

ne assicurino alle persone Lgbti il

diritto a esprimere la loro identità

di genere e il loro orientamento

sessuale, il diritto a una vita affetti-

va e familiare libera da interferen-

ze e un equo accesso a tutti i diritti

umani riconosciuti dalle convenzio-

ni e dagli standard internazionali.

Negli ultimi anni, attacchi verbali

e fisici nei confronti delle persone

Lgbti si sono verificati con preoc-

cupante frequenza, mentre diversi

esponenti politici e istituzionali

hanno continuato a fomentare un

clima di intolleranza e di odio ver-

so le persone Lgbti con dichiara-

zioni palesemente discriminatorie.

La legge penale italiana antidi-

scriminazione prevede pene ag-

gravate per crimini di odio basati

sull’etnia, razza, nazionalità, lingua

o religione, ma non tratta allo stes-

so modo quelli motivati da finalità

di discriminazione per l’ orienta-

mento sessuale e l’identità di gene-

re (c.d. legge Mancino-Reale, n.

654 del 1975, come modificata e

integrata dal decreto legge n. 122

del 1993 e successive modificazio-

ni). A causa di questa lacuna, le

persone che subiscono discrimina-

zione, odio e violenza a causa del

loro orientamento sessuale e della

loro identità di genere non hanno

la stessa tutela garantita alle vittime

di reati motivati da altri fattori che

la legge identifica come discrimi-

natori; per lo stesso motivo, l’ inci-

tamento verbale all’ omofobia e

alla transfobia, i cui casi purtroppo

non sono mancati in questi anni,

non è perseguibile come crimine

motivato da odio.

Questa lacuna è in contrasto con

la legislazione internazionale ed

europea sulla discriminazione e

rischia di favorire l’aumento di at-

No all'omofobia, sì ai diritti umani delle persone lgbti in Italia

Manager per Legge di Mario Paganini

Forse mi sono perso qualche co-

sa... Dopo il decreto “Salva Italia”

sarebbe in arrivo il decreto

“Sviluppo e crescita Italia” (a firma

del ministro Corrado Passera).

Bisogna che ci intendiamo. Stare

nell’euro della Merkel significa che

non si può semplicemente lasciare

alle famiglie ed ai singoli un di più di

risorse economiche perché possano

fare delle spese, ossia sostenere i

consumi e la domanda di beni e ser-

vizi. Con la Merkel occorrono, inve-

ce: innovazione dal lato dell’offerta e

contenimento della spesa pubblica.

Ed è qui che debbo essermi perso

qualche cosa. Per spesa pubblica

non è da intendersi esclusivamente

tagliare le pensioni, la sanità e la

pubblica istruzione !

Occorre tagliare sulle inefficienze

della Pubblica Amministrazione, sul-

le clientele, sugli sprechi.

Poi occorre una seria politica indu-

striale.

La ricchezza va prodotta e va scam-

biata. Occorre essere capaci di ven-

dere all’estero dei beni e dei servizi.

Ci si è cullati nell’idea che anche il

nostro Paese potesse vivere di spe-

culazioni e di astratte intermediazio-

ni finanziarie.

Si pensava che la produzione dei

beni rappresentasse il passato. La

produzione dei beni doveva essere

assegnata ai Paesi in via di sviluppo

od a Paesi con individuate particola-

rità (Cina, Corea, India, ecc.).

Purtroppo la “city” è rimasta

dov’era, mentre la delocalizzazione

ha creato disoccupazione !

Proviamo a rilanciare l’economia

favorendo l’industria.

E proviamo a favorire l’industria

con interventi anche pubblici.

Studiamo che cosa hanno fatto in

Germania ed in Francia negli ultimi

vent’anni. O che cosa hanno fatto in

Brasile, Sud Africa e Turchia negli

ultimi dieci anni ...

Investiamo nella scuola, nella ri-

cerca e nella formazione.

Educhiamo allo spirito d’impresa.

Perché non si diventa imprenditori

per decreto Legge !

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Per saperne di più visita il sito:

http://www.giampa.it/GCLugo/G

CLugo.asp

Pagina 3 www.voltanaonline.it n. 15 - 2012

Incontro mondiale di Milano: Epifania della famiglia Nel corso dell’incontro con le rap-

presentanze delle autorità istituzio-

nali, degli imprenditori e dei lavora-

tori, del mondo della cultura e

dell’educazione, il Papa ha sottoli-

neato "l’importanza che la legisla-

zione e l’opera delle istituzioni sta-

tali siano a servizio e a tutela della

persona nei suoi molteplici aspetti,

a cominciare dal diritto alla vita, di

cui non può mai essere consentita la

deliberata soppressione, e dal rico-

noscimento dell’identità propria

della famiglia, fondata sul matrimo-

nio tra un uomo e una donna".

Nella "Festa delle Testimonianza"

il Papa ha risposto alle domande di

alcune famiglie come "segno del

dialogo aperto esistente tra le fami-

glie e la Chiesa, tra il mondo e la

Chiesa. Sono stato molto colpito dal-

le testimonianze toccanti di coniugi

e figli di diversi Continenti, sui temi

scottanti dei nostri tempi: la crisi

economica, la difficoltà di conciliare

i tempi del lavoro con quelli della

famiglia, il diffondersi di separazio-

ni e divorzi, come anche interrogati-

vi esistenziali che toccano adulti,

giovani e bambini. Qui vorrei ricor-

dare quanto ho ribadito a difesa del

tempo della famiglia, minacciato da

una sorta di 'prepotenza' degli im-

pegni lavorativi: la domenica è il

giorno del Signore e dell’uomo, un

giorno in cui tutti devono poter es-

sere liberi, liberi per la famiglia e

liberi per Dio. Difendendo la dome-

nica, si difende la libertà

dell’uomo!"

Nella Santa Messa di domenica 3

giugno, conclusiva del VII Incontro

Mondiale delle Famiglie, celebrata

all'aeroporto di Bresso, "diventata

quasi una grande cattedrale a cielo

aperto", Benedetto XVI ha lanciato

un appello a edificare comunità ec-

clesiali che siano sempre più fami-

glia, capaci di riflettere la bellezza

della Santissima Trinità e di evange-

lizzare non solo con la parola, ma

per irradiazione, con la forza dell'a-

more vissuto, perché l'amore è l'uni-

ca forza che può trasformare il mon-

do".

L’Incontro mondiale di Milano, a

cui hanno partecipato più di un mi-

lione di persone, "è risultato così

un’eloquente 'epifania' della fami-

glia, che si è mostrata nella varietà

delle sue espressioni, ma anche

nell’unicità della sua identità so-

stanziale: quella di una comunione

d’amore, fondata sul matrimonio e

chiamata ad essere santuario della

vita, piccola Chiesa, cellula della

società. Da Milano è stato lanciato a

tutto il mondo un messaggio di spe-

ranza, sostanziato di esperienze

vissute: è possibile e gioioso, an-

che se impegnativo, vivere l’amore

fedele, 'per sempre', aperto alla

vita; è possibile partecipare come

famiglie alla missione della Chiesa

ed alla costruzione della società.

(...) L'esperienza vissuta a Milano -

ha concluso il Pontefice - sia ap-

portatrice di frutti abbondanti al

cammino della Chiesa, e sia auspi-

cio di una accresciuta attenzione

alla causa della famiglia, che è la

causa stessa dell’uomo e della civil-

tà".

Dal sito

http://www.news.va/it/news/incontro-

mondiale-milano-epifania-della-famiglia

Il Papa ha ricordato che nel primo

appuntamento della sua Visita, in

Piazza del Duomo, simbolo e cuore

di Milano, ha esortato le centinaia

di migliaia di persone presenti "a

vivere la fede nella loro esperienza

personale e comunitaria, privata e

pubblica, così da favorire un auten-

tico 'ben-essere', a partire dalla

famiglia, che va riscoperta quale

patrimonio principale dell'umanità"

Nel Teatro alla Scala il Santo Pa-

dre ha assistito ad un concerto in

suo onore durante il quale "le note

della Nona Sinfonia di Ludwig van

Beethoven hanno dato voce a

quell’istanza di universalità e di

fraternità, che la Chiesa ripropone

instancabilmente, annunciando il

Vangelo; fraternità che esplode nel

celebre 'Inno alla Gioia'. E proprio

al contrasto tra questo ideale e i

drammi della storia, e all’esigenza

di un Dio vicino, che condivida le

nostre sofferenze, ho fatto riferi-

mento alla fine del concerto, dedi-

candolo ai tanti fratelli e sorelle

provati dal terremoto". Benedetto

XVI si è rivolto anche alla famiglia

del terzo millennio "ricordando che

è in famiglia che si sperimenta per

la prima volta come la persona u-

mana non sia creata per vivere

chiusa in se stessa, ma in relazione

con gli altri; ed è in famiglia che si

inizia ad accendere nel cuore la

luce della pace perché illumini

questo nostro mondo".

Il sabato, nel Duomo di Milano,

gremito di sacerdoti, religiosi e

religiose, seminaristi e rappresen-

tanti della gerarchia ecclesiastica

di vari Paesi del mondo, il Papa ha

ribadito "il valore del celibato e

della verginità consacrata (...). Ce-

libato e verginità nella Chiesa sono

un segno luminoso dell’amore per

Dio e per i fratelli, che parte da un

rapporto sempre più intimo con

Cristo nella preghiera e si esprime

nel dono totale di se stessi".

Nello stadio Meazza, Benedetto

XVI ha rivolto un appello ai cresi-

mandi "a dire un 'sì' libero e consa-

pevole al Vangelo di Gesù, acco-

gliendo i doni dello Spirito Santo

che permettono di formarsi come

cristiani, di vivere il Vangelo e di

essere membri attivi della comuni-

tà"

Il medico e ricercatore italiano

Massimo Zeviani, 56 anni, non è mai riuscito a vincere una cattedra in

una Università italiana. Ora prende-

rà il posto del premio Nobel John Walker (oggi 71 enne) al Medical

Research Council di Cambridge !

In certe Università italiane le catte-

dre sono assegnate a mogli, mariti,

figli, cognati, amici e amici degli

amici ... E così può accadere che

tutti in famiglia sono degli illustri

cattedrattici !

“La vita non è … aspettare che pas-

si la tempesta, ma è … imparare a

ballare sotto la pioggia ! ”

Page 4: Voltana On Line n.15-2012

Sisma in Emilia-Romagna. Differenza tra Pericolosità e Rischio.

Pagina 4 www.voltanaonline.it n. 15 - 2012

Si fa una grande confusione in questi giorni, anche

con le parole.

Io per prima fatico non poco a destreggiarmi nella

mole di dichiarazioni, articoli, esperti o sedicenti tali

sul terremoto, faglie, previsioni (profezie?), sismicità

alta - bassa - media …

In particolare piuttosto oscure e male interpretate

sono le mappe sismiche, che vengono utilizzate a pro-

fusione ma spesso chi le pubblica non sa esattamente

cosa sta riportando.

Un esempio che voglio fare notare è il seguente: la

differenza tra mappa di pericolosità sismica e mappa

di rischio sismico.

Quella che tutti stiamo vedendo in questi giorni è la

mappa di pericolosità.

Questa mappa ci dice qual è il valore dell'accelera-

zione del terreno che si ritiene probabile (almeno al

10%) nei prossimi 50 anni.

È quella che viene utilizzata per avere indicazioni

sulla sismicità di un territorio. Ci dice quanto è proba-

bile che un terremoto di una certa entità avvenga in

un territorio in un dato intervallo di tempo.

Non ci dice nulla però sulla distruttività che tale ter-

remoto potrà arrecare.

Mi spiego meglio: un terremoto potentissimo in una

zona scarsamente antropizzata o deserta avrebbe con-

seguenze di scarsa entità. In Giappone, dove costrui-

scono con tecnologie antisismiche all'avanguardia, i

sismi attorno al 6 (come il più potente avvenuto finora

in Emilia-Romagna) sono considerati avvenimenti nor-

mali e non producono alcuna conseguenza.

Quindi dove avviene un certo sisma è cruciale per

definire che conseguenze avrà, e lo stesso può essere

innocuo o trasformarsi in tragedia a seconda che av-

venga in Giappone o a L'Aquila.

Per valutare l'impatto dei terremoti occorre combi-

nare le informazioni relative alla pericolosità sismica

con dati di vulnerabilità degli edifici: nuovi o vecchi, a

norma o meno, in cemento armato o muratura, ecc. ... ;

e con la densità degli edifici: cioè quanti ( Segue a pag. 5 )

Lo spostamento del terreno dopo i terremoti del 29 maggio

Dalla elaborazione delle

immagini trasmesse dai

satelliti apprendiamo

che il suolo, dopo il ter-

remoto del 29 maggio, si

è alzato anche di dodici

centimetri (color rosso)

oppure è sprofondato di

quattro centimetri

(color blu).

Immagine tratta dal sito: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2012/06/08/pop_irea.shtml

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Pagina 5 www.voltanaonline.it n. 15 - 2012

ce ne sono.

E si ottiene così la mappa di rischio che ci dice quante case possono subire danni seri o crollare a cau-

sa del terremoto.

Quella riportata qui a fianco è un esempio di mappa

di rischio (*), che considera quante case ci sono e co-me sono costruite. Non è l'unica in circolazione. E' trat-

ta da un lavoro del 2007, quindi piuttosto aggiornata.

La colorazione si riferisce al numero di edifici grave-

mente danneggiati o crollati causa sisma in un periodo

piuttosto lungo (T=475 anni).

Come si può vedere in prossimità delle grandi città il

rischio è molto alto, perché la densità abitativa è tale

che, a parità di tecnica costruttiva, si danneggino molti

più edifici.

Senza volere provocare allarmismi, questa mappa

sfata in parte la credenza piuttosto diffusa che la nostra

zona sia una zona al riparo da disastri provocati da ter-

remoti. I terremoti da noi sono rari, e sicuramente non

molto intensi (difficilmente potranno mai superare il 6

grado Richter), ma per qualità - raramente le costru-

zioni sono in linea con la recente normativa antisismica

entrata in vigore nel 2003 - e densità degli edifici - sia-

mo una zona ad altissima densità abitativa - i danni po-

trebbero essere ingenti.

Anche se i terremoti non si possono prevedere (e

diffidate di chiunque si propone come profeta - spesso

( Segue da pag. 4 )

lo è solo del passato), non dobbiamo neppure affidarci

al cieco fatalismo.

A rischio di diventare noiosa, ribadisco che la nostra

unica arma sta nella prevenzione, in costruzioni attente

alla normativa antisismica vigente e alla messa in sicu-

rezza dell'esistente. In materiali di qualità, nel rispetto

delle norme e nei piani regolatori, nel rispetto del no-

stro fragile territorio. Ciò vale per i terremoti, così co-

me per le alluvioni, le frane, …

D'altronde se un medico dice che siamo rischio infar-

to, mica pretendiamo di sapere ora, giorno e data in

cui capiterà e quante coronarie si occluderanno, no?

Ma discuteremo di fattori di rischio e prevenzione. La

stessa cosa dovremmo applicarla al nostro territorio e

alle nostre costruzioni.

Ha scritto Ilvo Diamanti:

«Siamo il Paese delle tragedie annunciate. E sempre

inattese. D'altronde, il nostro territorio è instabile e pre-

cario. Ad alto rischio sismico e idrogeologico. Ma ce ne

dimentichiamo spesso. Fra una tragedia e l'altra, ripren-

diamo le antiche abitudini. Anzi, non le smettiamo mai,

visto come abbiamo ridotto questo povero paese. Ce-

mentificato. Una plaga di mostri immobiliari che si sono

insinuati ovunque. Così ogni episodio "naturale" anoma-

lo rischia di degenerare in tragedia. E ogni volta ci sor-

prendiamo, a disastro avvenuto. E ogni volta ri-

scopriamo la nostra vulnerabilità. Denunciamo i nostri

vizi. Per poi virare, rapidamente, sulle virtù sociali e u-

mane».

Ecco, io vorrei che la nostra generosità si manifestas-

se PRIMA: quando decidiamo di sfruttare selvaggia-

mente il territorio, quando risparmiamo sul ferro delle

armature, sulla qualità del cemento, quando aggiriamo

norme costose, quando disboschiamo monti, quando

costruiamo abusivamente sulle pendici di vulcani o

nell'alveo di fiumi, quando concediamo deroghe ai

piani regolatori …

Quando ci renderemo conto - tutti quanti - che essere

generosi significa prendersi cura di noi stessi e della

nostra casa comune prima che accadano tragedie, non

potremo definirci un popolo solidale.

(*) Mappa e informazioni dal Prof. Marco Mucciarelli, fisico. Insegna Sismologia Applicata presso la Facoltà

di Ingegneria dell'Università della Basilicata.

http://tersiscio.blogspot.it/2012_06_03_archive.html

di Serena Fagnocchi

Dal Blog - Eppur si muove

di Serena Fagnocchi

Scienza, l’altra faccia della cultura

Leggi tutto nel sito

http://www.ravennaedintorni.it/blog-ravenna-e-dintorni/72/eppur-si-muove/32769/differenza-

tra-pericolosita-e-rischio.html

Sisma in Emilia-Romagna. Differenza tra Pericolosità e Rischio.

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Orario ambulatorio medico

c/o Centro Anziani - Voltana

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Washington. Casa Bianca. Sul cartello

è scritto:

“Io non sono contro il sistema, è il

sistema che è contro di me.”

Democrazia, partitocrazia e movimenti anti sistema di Mario Paganini dale o sotto le Signorie, ora ci sono

tanti principi o padroni. Molti partiti

sono, semplicemente, “di Berlusco-

ni”, “di Casini”, “di Fini”, “di Pan-

nella”.

Vecchio e nuovo, destra e sini-

stra, sistema e antisistema si asso-

migliano moltissimo. La Lega è sta-ta una creazione di Bossi. L’Italia

Dei Valori è inimmaginabile senza

Di Pietro. Qualche cosa di simile

anche per Sinistra Ecologia e Liber-

tà o per il Movimento 5 Stelle con le

figure carismatiche di Vendola e di

Beppe Grillo.

Ma la crisi economica sta metten-

do in crisi anche il sistema.

I sacrifici, sempre a carico dei

soliti noti, già sono e saranno cor-

rettamente e fortemente percepiti.

Questo poterà a qualche reazione.

Resta da vedere se “qualcuno”

saprà canalizzare il cambiamento.

I “partiti” esistono quando perso-

ne, accomunate da idee ed interes-

si, decidono di darsi uno strumento

organizzativo. Ossia il movimento

di protesta si istituzionalizza in un insieme di proposte e di strategie.

In qualche modo la Lega, l’Italia Dei Valori e il Movimento 5 Stelle

hanno saputo, meglio e prima di

altri, interpretare la volontà di mol-

ti. Accanto ai Partiti esplicitamente

comitato d’affari (o di interessi in-

confessabili) od ai Partiti orfani di

ideologie, di radici sociali, religio-

se, ecc. c’è chi ha saputo fare delle

sintesi su tematiche semplici, su

campanilismi, su bisogni e paure.

Accanto a chi camminava tentan-

do di usare la testa, ha raccolto sim-

patie e consensi chi camminava

usando esclusivamente le gambe e

la pancia! Si può discutere sul per-

ché ciò sia accaduto, ma è un dato di fatto !

Non credo la soluzione alla crisi economica sia questione di mesi.

Le “cure” che si stanno applicando

non sono facili, indolori e … sconta-

te nei risultati.

L’esito delle consultazioni eletto-

rali in Francia ed in Grecia ci fa ca-

pire che sono in atto dei cambia-

menti profondi.

In Italia siamo ancora nella fase

della individuazione dei soggetti

capaci di essere riferimento e pro-

motori di un cambiamento.

I partiti tradizionali hanno difficol-

tà evidenti. La “Lega” è stata travol-

ta da vicende giudiziarie.

Nessuno è perfetto e non vorrei

che qualche cosa finisse con l’ es-

sere scoperto, gonfiato ad arte e poi enfatizzato dai mass media, an-

che per Antonio Di Pietro e per

Beppe Grillo. Nel qual caso avrem-

mo - nell’immediato - che tutto con-

tinuerà a rimanere cristallizzato,

mentre - negli anni a venire - che il

malcontento potrebbe sfociare (o

sfogarsi) in azioni violente.

Non resta che attendere il prossi-

mo scandalo !

La vignetta è di ALFIO KRANCIC

La democrazia italiana deve molto

al sistema dei Partiti. È, però, sotto

gli occhi di tutti la degenerazione

dei giorni nostri di molti sistemi

parlamentari e di alcuni partiti più

di altri. A ragione si può dire che, negli ultimi tempi, la partitocrazia è

diventata … indecente. Ora, molto

spesso, il consenso raccolto è la

risultante di clientele, di corruzio-

ne, di malaffare, perfino di convi-

venza o di patteggiamenti con la

piccola e la grande criminalità.

Non esiste alcun ricambio né ge-

nerazionale, né funzionale e neppu-

re dei ruoli. Anzi, come nell’età feu-

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L’italiano medio è un delinquente che vota delinquenti di Giacomo Salerno Solo per fare chiarezza, vorrei

soffermarmi su una frase che, ulti-

mamente, scrivo spesso. Che gli

italiani siano “Delinquenti che vota-

no delinquenti”. Detta da uno che

combatte il qualunquismo da una

vita sembra una frase contradditto-

ria. Ma il mio non è qualunquismo.

È l’osservazione della società italia-

na degli ultimi sessant’anni.

È chiaro che non mi riferisco a

tutti gli italiani, ci mancherebbe! Mi

riferisco alla MAGGIORANZA degli

italiani. Sarò pessimista? Forse. Ma

è la storia di questo lercio Paese a

dimostrarlo. Noi non rappresentia-

mo l’italiano-medio. Possiamo illu-

derci di farlo. Ma resta solo un’ illu-

sione. Un modo per avere speranza

nel futuro. Speranza che non deve

mai morire. Ma siamo e resteremo

sempre MINORANZA. Basta pren-

derne atto.

L’italiano-medio è quello che va

in chiesa la mattina e a puttane la

sera. È quello che non ha mai letto

un libro in vita sua e se ne vanta. È

quello che ammira l’evasore fisca-

le. Ma è anche quello che – pur non

pagando le tasse – porta i figli negli

ospedali e nelle scuole pubbliche.

E s’incazza pure se deve aspettare

il suo turno. È quello che è “furbo”

e si vanta di avere “santi in paradi-

so” e chiama “fesso” chi è onesto. È

quello che posteggia il SUV – rego-

larmente comprato in barba al fisco

– in terza fila e s’incazza col vigile

che gli prende la multa … devo

continuare ?

Ecco, Berlusconi ha rappresentato

tutto questo. Ha rappresentato i so-

gni e gli “ideali” di questi delin-

quenti. E la sinistra – invece di

combattere questo sistema – pian

piano ci è caduta dentro come un

animale nella rete. Non considero

nemmeno più Berlusconi il mio

principale nemico, se non per quel-

lo che rappresenta ai miei occhi. E

non me la prendo più neanche con i

politici. Loro sono solo il “prodotto

finito” dell’italiano-medio. Sono la

“punta dell’icerberg”, la parte e-

mersa. Il novanta per cento

dell’iceberg, quello sott’acqua, è

formato dagli italiani delinquenti.

Sono loro che hanno sempre deciso

i delinquenti da mandare in Parla-

mento. Abbattiamo i politici attuali?

Gli italiani sapranno come sostituir-

li. Voteranno altri delinquenti al

posto di questi delinquenti.

L’italiano-medio non ha nessuna

intenzione di combattere il malaffa-

re. Ci sguazza dentro da una vita. È

nel suo dna. L’italiano-medio è

“furbo” e noi – minoranza da una

vita – siamo i “fessi”. L’italiano-

medio non vuole combattere i delin-

quenti al potere. Sogna solo di imi-

tarli e di poter, un giorno, prendere

il loro posto.

Come spieghereste altrimenti la

storia dei governi italiani dal dopo-

guerra in poi? La DC di Andreotti e

La formula per uscire dalla crisi è:

“Rigore, austerità, giustizia sociale”.

Ma non può funzionare se indica la

sequenza temporale degli interven-

ti. O tutti e tre simultaneamente op-

pure occorre iniziare subito dalla

equità sociale !

In Italia, i comici riescono ad esse-

re credibili come leader politici …

mentre i politici, con i loro teatrini,

al più stanno facendo ridere !

(Luca Cordero di) Montezemolo

sul Il Corriere della Sera prima in-

voca il ricambio generazionale,

poi ci rifila la stessa politica di

questi anni: tagli alla spesa pubbli-ca; Stato Sociale al minimo; privatiz-

zazioni; risposte individuale ai pro-

blemi della mobilità sociale ... Evi-

dentemente c’è in giro tanta gente che utilizza la questione generazio-

nale come leva per non mettere in

discussione lo status quo sociale !

Salvo Lima, poi il PSI di Craxi e Ma-

rio Chiesa, e – dulcis in fundo –

l’accoppiata Berlusconi-Bossi con

Dell’Utri e Mangano, Cosentino e

Papa ? E nel mezzo – per non farci

mancare niente – la mafia e il Vati-

cano ?

PER CONCLUDERE dico solo che

la mia NON È UNA RESA, né RASSE-

GNAZIONE, ci mancherebbe altro!

O rinuncia a combattere fino alla

morte COL COLTELLO FRA I DENTI.

Basta, però, sapere che il nostro

avversario non è il politico di turno.

Il nostro avversario è sempre stato

e sempre sarà il nostro VICINO DI

CASA !

di Giacomo Salerno

pubblicato il 22 maggio 2012 nel sito

http://giacomosalerno.wordpress.com/20

12/05/22/ecco-in-cosa-credo/

All’estero la Pubblica Amministra-

zione è al servizio del cittadino

In Italia, invece, è il cittadino che

deve essere al servizio della Pubbli-

ca Amministrazione !

I bookmaker di Londra non accet-

tano più scommesse sull’uscita della

Grecia dall’euro.

Viene data pressoché per certa!

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Due giornate di solidarietà a Voltana per la seconda festa di Bubulina

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dei bambini di Bubulina e tre di lo-

ro, Cosmin, Alexandra e Petronela,

che erano in periodo di pausa fra un

ciclo di chemioterapia e l’altro, so-

no arrivati a Voltana alla festa, pro-

venienti dal nosocomio S. Matteo di

Pavia grazie all’aiuto di alcuni vo-

lontari che hanno dedicato il loro

tempo ed i loro mezzi. Un'altra pre-

senza che ha caratterizzato la serata

e dato testimonianza dell’ operato

dell’associazione è stata quella di

Oana proveniente dalla Romania e

madre di Maryem, una ragazzina di

Bubulina purtroppo mancata lo

scorso anno a soli 15 anni. I piccoli

sono poi stati ospitati per la notte

nelle case dei soci e il giorno suc-

cessivo hanno passato l’intera gior-

nata al parco di Mirabilandia dove

hanno provato tutte le attrazioni,

mentre invece qualche accompa-

gnatore non ne ha avuto il corag-

gio !

Tutto è terminato con il rientro

notturno a Pavia e la promessa di

cercare di ripetere l’esperienza nel

più breve tempo possibile.

Chiunque voglia aiutare e parteci-

pare attivamente ci può contattare

ad [email protected]

o al n. 3485306865.

Donazioni con bollettino postale C/c

Postale 7929922 oppure con Bonifico

Bancario IBAN: IT 03 L 03127 23800

000000001742.

Per dedicare il 5x1000 indicare il co-

dice fiscale 91018610393

Molte altre informazioni sul sito

www.associazionebubulina.org o su

facebook Associazionebubulina Volta-

na

Oltre 100 le persone, provenienti

da tutte le parti della regione, che

hanno preso parte alla cena di rac-

colta fondi per aiutare i bambini

malati di Leucemia e malattie onco-

logiche che l’associazione Bubulina

assiste. Dopo una serie di ricercate

portate, proposte dallo chef Ga-

briele Bellettini e realizzate assie-

me ai volontari, i bambini si sono

spostati nel parco della Ca vecchia

per il tradizionale lancio dei pallon-

cini e delle spettacolari lanterne

cinesi volanti, mentre nella piazzet-

ta centrale è iniziato il concerto che

ha coinvolto molti artisti Voltanesi

quali M. Danesi al piano, F. Ferri

alla voce, Il gruppo rock Soul Mates

e naturalmente l’amico di Bubulina,

il cantautore Michele Fenati accom-

pagnato dal chitarrista G. Roma-

gnesi. Tutto ciò, appunto, a favore