Voltana On Line n.15-2012
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15
2012 Voltana On Line www.voltanaonline.it
sembra in grado di reperirli sui
mercati. Le responsabilità dei go-
verni spagnoli sono serie ma im-
pallidiscono di fronte a quelle del
governo tedesco che si ostina a
dire no a qualunque risposta col-
lettiva europea nei confronti della crisi. Dopo i no agli Eurobond, agli
interventi della BCE a sostegno dei
Paesi in difficoltà, adesso è arriva-
to il no nei confronti della proposta
di Draghi di costruire un sistema di
tutela dei depositi a livello europe-
o in cambio di una centralizzazione
della vigilanza. Per ora l’Italia non
è nell’occhio del ciclone, ha subìto
soltanto un innalzamento del livello
dei tassi di interesse e una fuga
degli investitori esteri dai titoli di
Stato, ma è difficile pensare che ne
rimarrà fuori a lungo: gli elevati
tassi e la recessione rischiano di
mettere in dubbio l’obiettivo del
pareggio di bilancio, se la Grecia
uscisse dall’euro o la Spagna do-
vesse accettare un piano di aiuti
internazionali il giorno dopo toc-
cherebbe a noi. Il tutto potrebbe
concretizzarsi entro la fine
dell’anno e arriveremmo al com-
missariamento in piena campa-
gna elettorale.
Quello che sorprende è che
non ce ne è affatto la consapevo-
lezza nelle parole dei
nostri leader politici. Al governo Monti va dato atto
di fare il possibile per por-
tare la Merkel su posizioni
più ragionevoli ma i risul-
tati sembrano deludenti.
Non c’è da meravigliarsi,
del resto anche le aspetta-
tive riposte nella novità
Hollande sono state segui-te da ben pochi risultati.
Forse si sopravvalutava la
rilevanza del direttorio
franco-tedesco, la Germa-
nia è sì rimasta sola ma
può sempre contare sul
sostegno più o meno silen-
zioso di molti Paesi del
centro e del nord Europa. Esaurite le risposte predisposte dai tecnici
occorre che la politica batta un col-
po. L’Italia deve fare ancora una
volta i compiti a casa. A dicembre
non siamo andati a votare perché
i mercati non ce lo avrebbero per-
messo. A sei mesi di distanza lo
scenario appare immutato: lo spi-rito di responsabilità richiamato dal
Presidente della Repubblica a fine
anno si è perso per strada, il gover-
no appare avere esaurito la spinta
propulsiva, gli schieramenti sem-
brano ben lontani dall’assumere i
contorni definiti che potrebbero
portare ad una sana competizione.
Rischiamo di dover affrontare la
crisi dell’euro con un governo
debole e partiti alla ricerca di una strada per loro stessi senza una ri-
cetta per affrontare la situazione.
Rischiamo di aver perso sei mesi
fatali. I partiti mostrano di non aver neppure imparato la lezione delle
elezioni amministrative. I cittadini
italiani sono in attesa di risposte
chiare e di fatti dai loro rappresen-
tanti. In un momento così grave il
senso di responsabilità non si può
soltanto evocare, occorre coltivarlo
giorno per giorno. Soltanto così la
politica recupererà credibilità.
In poche parole, piuttosto che
occuparsi di tatticismi, sarebbe
bene che un leader politico dices-
se cosa vuol fare per affrontare la
crisi dell’euro e che agisse dav-
vero per scongiurare lo scenario
greco.
Articolo di Emilio Barucci
pubblicato nel sito
http://giacomosalerno.wordpress.com/20
12/06/03/e-allora-a-che-e-servito-monti/
con il titolo La crisi dell’Euro non può
fungere soltanto da sfondo
info: [email protected]
La crisi dell’euro non può fungere
soltanto da sfondo per il teatrino
della politica nostrana, deve richia-
mare tutte le forze politiche al senso
di responsabilità del dicembre
2011. Altro che antipolitica, allean-
ze, primarie o riforma elettorale, la
crisi dell’euro dovrebbe essere il
tema numero uno. È oramai convin-
zione di molti che siamo arrivati alla
resa dei conti. Le elezioni in Grecia e la crisi del sistema bancario spa-
gnolo stanno facendo precipitare
la situazione. Il summit europeo di fine giugno assomiglia sempre di
più alla pistola dello starter che po-
trebbe segnare l’inizio di una corsa
alla disintegrazione dell’euro. Occorre agire presto, le istituzioni
europee sembrano aver finito le
cartucce a loro disposizione e, co-
me ha osservato Draghi, le risposte
ortodosse non bastano più, la rispo-
sta deve essere politica e l’Italia
deve fare la sua parte. Il summit
europeo non sembra nascere sotto i
migliori auspici. Le novità di questa
settimana sono almeno due. In pri-
mo luogo il problema di Bankia in
Spagna è molto serio: occorrono subito venti miliardi di euro e pro-
babilmente molti di più per le altre
banche piene di mutui oramai dete-
riorati e il governo spagnolo non
E allora a che cosa è servito Mario Monti ? di Emilio Barucci
formate all’estero sulla base delle
leggi locali. Negare il riconosci-
mento alle coppie omosessuali im-
pedisce a molte persone di godere
di tutta una serie di diritti, necessari
per l’autorealizzazione, e alimenta
ulteriormente la stigmatizzazione, la
discriminazione e gli abusi nei con-
fronti delle persone Lgbti.
Le autorità italiane hanno la re-
sponsabilità di proteggere e garan-
tire la realizzazione dei diritti umani
delle persone Lgbti affinché esse
non siano vittime di discriminazio-
ne, possano godere degli stessi di-
ritti di ogni individuo e possano e-
sprimere liberamente il loro orien-
tamento sessuale e identità di gene-
re senza il rischio di subire altre
violazioni e abusi dei loro diritti u-
mani.
Dal sito della sezione italiana di
Amnesty International
Per altre informazioni visita il sito
http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/Se
rveBLOB.php/L/IT/IDPagina/5727/P/513
0?utm_source=Newsletter&utm_medium
=Email&utm_campaign=Giugno2012
teggiamenti di intolleranza e violen-
za verso le persone Lgbti. Il princi-
pio di non discriminazione, sancito
dall’art. 21 della Carta dei diritti
fondamentali dell’Unione europea,
trattato vincolante per l’Italia, ga-
rantisce parità di trattamento tra le
persone e stabilisce il divieto di
qualsiasi forma di discriminazione
basata su sesso, razza o origine etni-
ca, lingua, religione o credo, disabi-
lità, età e orientamento sessuale.
Ciononostante, nel luglio 2011,
come già accaduto nel 2009, il par-
lamento italiano ha respinto propo-
ste di legge tese a colmare questa
lacuna.
Inoltre, nella legislazione italiana
manca qualsiasi riconoscimento del-
la rilevanza sociale delle famiglie
costituite da persone dello stesso
sesso - alle quali non viene consen-
tito di sposarsi - e dai loro figli. In
tutto il mondo, Amnesty Internatio-
nal si oppone alla discriminazione
fondata sull'orientamento sessuale o
sull'identità di genere nell’accesso
al matrimonio civile e chiede agli
stati che riconoscano diritti anche
alle famiglie di fatto e alle unioni
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Come accade purtroppo in diver-
se parti del mondo e dell’Europa,
anche in Italia i diritti delle persone
lesbiche, gay, bisessuali, transgen-
der e intersessuate (Lgbti) sono messi a rischio dalla discriminazio-
ne e da altri fattori, legislativi, so-
ciali e culturali. Le istituzioni hanno
l’obbligo di prevenire e contrasta-
re la discriminazione, perché qual-
siasi eccezione all’universalità dei
diritti umani è inaccettabile.
È necessario che le autorità italia-
ne assicurino alle persone Lgbti il
diritto a esprimere la loro identità
di genere e il loro orientamento
sessuale, il diritto a una vita affetti-
va e familiare libera da interferen-
ze e un equo accesso a tutti i diritti
umani riconosciuti dalle convenzio-
ni e dagli standard internazionali.
Negli ultimi anni, attacchi verbali
e fisici nei confronti delle persone
Lgbti si sono verificati con preoc-
cupante frequenza, mentre diversi
esponenti politici e istituzionali
hanno continuato a fomentare un
clima di intolleranza e di odio ver-
so le persone Lgbti con dichiara-
zioni palesemente discriminatorie.
La legge penale italiana antidi-
scriminazione prevede pene ag-
gravate per crimini di odio basati
sull’etnia, razza, nazionalità, lingua
o religione, ma non tratta allo stes-
so modo quelli motivati da finalità
di discriminazione per l’ orienta-
mento sessuale e l’identità di gene-
re (c.d. legge Mancino-Reale, n.
654 del 1975, come modificata e
integrata dal decreto legge n. 122
del 1993 e successive modificazio-
ni). A causa di questa lacuna, le
persone che subiscono discrimina-
zione, odio e violenza a causa del
loro orientamento sessuale e della
loro identità di genere non hanno
la stessa tutela garantita alle vittime
di reati motivati da altri fattori che
la legge identifica come discrimi-
natori; per lo stesso motivo, l’ inci-
tamento verbale all’ omofobia e
alla transfobia, i cui casi purtroppo
non sono mancati in questi anni,
non è perseguibile come crimine
motivato da odio.
Questa lacuna è in contrasto con
la legislazione internazionale ed
europea sulla discriminazione e
rischia di favorire l’aumento di at-
No all'omofobia, sì ai diritti umani delle persone lgbti in Italia
Manager per Legge di Mario Paganini
Forse mi sono perso qualche co-
sa... Dopo il decreto “Salva Italia”
sarebbe in arrivo il decreto
“Sviluppo e crescita Italia” (a firma
del ministro Corrado Passera).
Bisogna che ci intendiamo. Stare
nell’euro della Merkel significa che
non si può semplicemente lasciare
alle famiglie ed ai singoli un di più di
risorse economiche perché possano
fare delle spese, ossia sostenere i
consumi e la domanda di beni e ser-
vizi. Con la Merkel occorrono, inve-
ce: innovazione dal lato dell’offerta e
contenimento della spesa pubblica.
Ed è qui che debbo essermi perso
qualche cosa. Per spesa pubblica
non è da intendersi esclusivamente
tagliare le pensioni, la sanità e la
pubblica istruzione !
Occorre tagliare sulle inefficienze
della Pubblica Amministrazione, sul-
le clientele, sugli sprechi.
Poi occorre una seria politica indu-
striale.
La ricchezza va prodotta e va scam-
biata. Occorre essere capaci di ven-
dere all’estero dei beni e dei servizi.
Ci si è cullati nell’idea che anche il
nostro Paese potesse vivere di spe-
culazioni e di astratte intermediazio-
ni finanziarie.
Si pensava che la produzione dei
beni rappresentasse il passato. La
produzione dei beni doveva essere
assegnata ai Paesi in via di sviluppo
od a Paesi con individuate particola-
rità (Cina, Corea, India, ecc.).
Purtroppo la “city” è rimasta
dov’era, mentre la delocalizzazione
ha creato disoccupazione !
Proviamo a rilanciare l’economia
favorendo l’industria.
E proviamo a favorire l’industria
con interventi anche pubblici.
Studiamo che cosa hanno fatto in
Germania ed in Francia negli ultimi
vent’anni. O che cosa hanno fatto in
Brasile, Sud Africa e Turchia negli
ultimi dieci anni ...
Investiamo nella scuola, nella ri-
cerca e nella formazione.
Educhiamo allo spirito d’impresa.
Perché non si diventa imprenditori
per decreto Legge !
Per saperne di più visita il sito:
http://www.giampa.it/GCLugo/G
CLugo.asp
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Incontro mondiale di Milano: Epifania della famiglia Nel corso dell’incontro con le rap-
presentanze delle autorità istituzio-
nali, degli imprenditori e dei lavora-
tori, del mondo della cultura e
dell’educazione, il Papa ha sottoli-
neato "l’importanza che la legisla-
zione e l’opera delle istituzioni sta-
tali siano a servizio e a tutela della
persona nei suoi molteplici aspetti,
a cominciare dal diritto alla vita, di
cui non può mai essere consentita la
deliberata soppressione, e dal rico-
noscimento dell’identità propria
della famiglia, fondata sul matrimo-
nio tra un uomo e una donna".
Nella "Festa delle Testimonianza"
il Papa ha risposto alle domande di
alcune famiglie come "segno del
dialogo aperto esistente tra le fami-
glie e la Chiesa, tra il mondo e la
Chiesa. Sono stato molto colpito dal-
le testimonianze toccanti di coniugi
e figli di diversi Continenti, sui temi
scottanti dei nostri tempi: la crisi
economica, la difficoltà di conciliare
i tempi del lavoro con quelli della
famiglia, il diffondersi di separazio-
ni e divorzi, come anche interrogati-
vi esistenziali che toccano adulti,
giovani e bambini. Qui vorrei ricor-
dare quanto ho ribadito a difesa del
tempo della famiglia, minacciato da
una sorta di 'prepotenza' degli im-
pegni lavorativi: la domenica è il
giorno del Signore e dell’uomo, un
giorno in cui tutti devono poter es-
sere liberi, liberi per la famiglia e
liberi per Dio. Difendendo la dome-
nica, si difende la libertà
dell’uomo!"
Nella Santa Messa di domenica 3
giugno, conclusiva del VII Incontro
Mondiale delle Famiglie, celebrata
all'aeroporto di Bresso, "diventata
quasi una grande cattedrale a cielo
aperto", Benedetto XVI ha lanciato
un appello a edificare comunità ec-
clesiali che siano sempre più fami-
glia, capaci di riflettere la bellezza
della Santissima Trinità e di evange-
lizzare non solo con la parola, ma
per irradiazione, con la forza dell'a-
more vissuto, perché l'amore è l'uni-
ca forza che può trasformare il mon-
do".
L’Incontro mondiale di Milano, a
cui hanno partecipato più di un mi-
lione di persone, "è risultato così
un’eloquente 'epifania' della fami-
glia, che si è mostrata nella varietà
delle sue espressioni, ma anche
nell’unicità della sua identità so-
stanziale: quella di una comunione
d’amore, fondata sul matrimonio e
chiamata ad essere santuario della
vita, piccola Chiesa, cellula della
società. Da Milano è stato lanciato a
tutto il mondo un messaggio di spe-
ranza, sostanziato di esperienze
vissute: è possibile e gioioso, an-
che se impegnativo, vivere l’amore
fedele, 'per sempre', aperto alla
vita; è possibile partecipare come
famiglie alla missione della Chiesa
ed alla costruzione della società.
(...) L'esperienza vissuta a Milano -
ha concluso il Pontefice - sia ap-
portatrice di frutti abbondanti al
cammino della Chiesa, e sia auspi-
cio di una accresciuta attenzione
alla causa della famiglia, che è la
causa stessa dell’uomo e della civil-
tà".
Dal sito
http://www.news.va/it/news/incontro-
mondiale-milano-epifania-della-famiglia
Il Papa ha ricordato che nel primo
appuntamento della sua Visita, in
Piazza del Duomo, simbolo e cuore
di Milano, ha esortato le centinaia
di migliaia di persone presenti "a
vivere la fede nella loro esperienza
personale e comunitaria, privata e
pubblica, così da favorire un auten-
tico 'ben-essere', a partire dalla
famiglia, che va riscoperta quale
patrimonio principale dell'umanità"
Nel Teatro alla Scala il Santo Pa-
dre ha assistito ad un concerto in
suo onore durante il quale "le note
della Nona Sinfonia di Ludwig van
Beethoven hanno dato voce a
quell’istanza di universalità e di
fraternità, che la Chiesa ripropone
instancabilmente, annunciando il
Vangelo; fraternità che esplode nel
celebre 'Inno alla Gioia'. E proprio
al contrasto tra questo ideale e i
drammi della storia, e all’esigenza
di un Dio vicino, che condivida le
nostre sofferenze, ho fatto riferi-
mento alla fine del concerto, dedi-
candolo ai tanti fratelli e sorelle
provati dal terremoto". Benedetto
XVI si è rivolto anche alla famiglia
del terzo millennio "ricordando che
è in famiglia che si sperimenta per
la prima volta come la persona u-
mana non sia creata per vivere
chiusa in se stessa, ma in relazione
con gli altri; ed è in famiglia che si
inizia ad accendere nel cuore la
luce della pace perché illumini
questo nostro mondo".
Il sabato, nel Duomo di Milano,
gremito di sacerdoti, religiosi e
religiose, seminaristi e rappresen-
tanti della gerarchia ecclesiastica
di vari Paesi del mondo, il Papa ha
ribadito "il valore del celibato e
della verginità consacrata (...). Ce-
libato e verginità nella Chiesa sono
un segno luminoso dell’amore per
Dio e per i fratelli, che parte da un
rapporto sempre più intimo con
Cristo nella preghiera e si esprime
nel dono totale di se stessi".
Nello stadio Meazza, Benedetto
XVI ha rivolto un appello ai cresi-
mandi "a dire un 'sì' libero e consa-
pevole al Vangelo di Gesù, acco-
gliendo i doni dello Spirito Santo
che permettono di formarsi come
cristiani, di vivere il Vangelo e di
essere membri attivi della comuni-
tà"
Il medico e ricercatore italiano
Massimo Zeviani, 56 anni, non è mai riuscito a vincere una cattedra in
una Università italiana. Ora prende-
rà il posto del premio Nobel John Walker (oggi 71 enne) al Medical
Research Council di Cambridge !
In certe Università italiane le catte-
dre sono assegnate a mogli, mariti,
figli, cognati, amici e amici degli
amici ... E così può accadere che
tutti in famiglia sono degli illustri
cattedrattici !
“La vita non è … aspettare che pas-
si la tempesta, ma è … imparare a
ballare sotto la pioggia ! ”
Sisma in Emilia-Romagna. Differenza tra Pericolosità e Rischio.
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Si fa una grande confusione in questi giorni, anche
con le parole.
Io per prima fatico non poco a destreggiarmi nella
mole di dichiarazioni, articoli, esperti o sedicenti tali
sul terremoto, faglie, previsioni (profezie?), sismicità
alta - bassa - media …
In particolare piuttosto oscure e male interpretate
sono le mappe sismiche, che vengono utilizzate a pro-
fusione ma spesso chi le pubblica non sa esattamente
cosa sta riportando.
Un esempio che voglio fare notare è il seguente: la
differenza tra mappa di pericolosità sismica e mappa
di rischio sismico.
Quella che tutti stiamo vedendo in questi giorni è la
mappa di pericolosità.
Questa mappa ci dice qual è il valore dell'accelera-
zione del terreno che si ritiene probabile (almeno al
10%) nei prossimi 50 anni.
È quella che viene utilizzata per avere indicazioni
sulla sismicità di un territorio. Ci dice quanto è proba-
bile che un terremoto di una certa entità avvenga in
un territorio in un dato intervallo di tempo.
Non ci dice nulla però sulla distruttività che tale ter-
remoto potrà arrecare.
Mi spiego meglio: un terremoto potentissimo in una
zona scarsamente antropizzata o deserta avrebbe con-
seguenze di scarsa entità. In Giappone, dove costrui-
scono con tecnologie antisismiche all'avanguardia, i
sismi attorno al 6 (come il più potente avvenuto finora
in Emilia-Romagna) sono considerati avvenimenti nor-
mali e non producono alcuna conseguenza.
Quindi dove avviene un certo sisma è cruciale per
definire che conseguenze avrà, e lo stesso può essere
innocuo o trasformarsi in tragedia a seconda che av-
venga in Giappone o a L'Aquila.
Per valutare l'impatto dei terremoti occorre combi-
nare le informazioni relative alla pericolosità sismica
con dati di vulnerabilità degli edifici: nuovi o vecchi, a
norma o meno, in cemento armato o muratura, ecc. ... ;
e con la densità degli edifici: cioè quanti ( Segue a pag. 5 )
Lo spostamento del terreno dopo i terremoti del 29 maggio
Dalla elaborazione delle
immagini trasmesse dai
satelliti apprendiamo
che il suolo, dopo il ter-
remoto del 29 maggio, si
è alzato anche di dodici
centimetri (color rosso)
oppure è sprofondato di
quattro centimetri
(color blu).
Immagine tratta dal sito: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2012/06/08/pop_irea.shtml
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ce ne sono.
E si ottiene così la mappa di rischio che ci dice quante case possono subire danni seri o crollare a cau-
sa del terremoto.
Quella riportata qui a fianco è un esempio di mappa
di rischio (*), che considera quante case ci sono e co-me sono costruite. Non è l'unica in circolazione. E' trat-
ta da un lavoro del 2007, quindi piuttosto aggiornata.
La colorazione si riferisce al numero di edifici grave-
mente danneggiati o crollati causa sisma in un periodo
piuttosto lungo (T=475 anni).
Come si può vedere in prossimità delle grandi città il
rischio è molto alto, perché la densità abitativa è tale
che, a parità di tecnica costruttiva, si danneggino molti
più edifici.
Senza volere provocare allarmismi, questa mappa
sfata in parte la credenza piuttosto diffusa che la nostra
zona sia una zona al riparo da disastri provocati da ter-
remoti. I terremoti da noi sono rari, e sicuramente non
molto intensi (difficilmente potranno mai superare il 6
grado Richter), ma per qualità - raramente le costru-
zioni sono in linea con la recente normativa antisismica
entrata in vigore nel 2003 - e densità degli edifici - sia-
mo una zona ad altissima densità abitativa - i danni po-
trebbero essere ingenti.
Anche se i terremoti non si possono prevedere (e
diffidate di chiunque si propone come profeta - spesso
( Segue da pag. 4 )
lo è solo del passato), non dobbiamo neppure affidarci
al cieco fatalismo.
A rischio di diventare noiosa, ribadisco che la nostra
unica arma sta nella prevenzione, in costruzioni attente
alla normativa antisismica vigente e alla messa in sicu-
rezza dell'esistente. In materiali di qualità, nel rispetto
delle norme e nei piani regolatori, nel rispetto del no-
stro fragile territorio. Ciò vale per i terremoti, così co-
me per le alluvioni, le frane, …
D'altronde se un medico dice che siamo rischio infar-
to, mica pretendiamo di sapere ora, giorno e data in
cui capiterà e quante coronarie si occluderanno, no?
Ma discuteremo di fattori di rischio e prevenzione. La
stessa cosa dovremmo applicarla al nostro territorio e
alle nostre costruzioni.
Ha scritto Ilvo Diamanti:
«Siamo il Paese delle tragedie annunciate. E sempre
inattese. D'altronde, il nostro territorio è instabile e pre-
cario. Ad alto rischio sismico e idrogeologico. Ma ce ne
dimentichiamo spesso. Fra una tragedia e l'altra, ripren-
diamo le antiche abitudini. Anzi, non le smettiamo mai,
visto come abbiamo ridotto questo povero paese. Ce-
mentificato. Una plaga di mostri immobiliari che si sono
insinuati ovunque. Così ogni episodio "naturale" anoma-
lo rischia di degenerare in tragedia. E ogni volta ci sor-
prendiamo, a disastro avvenuto. E ogni volta ri-
scopriamo la nostra vulnerabilità. Denunciamo i nostri
vizi. Per poi virare, rapidamente, sulle virtù sociali e u-
mane».
Ecco, io vorrei che la nostra generosità si manifestas-
se PRIMA: quando decidiamo di sfruttare selvaggia-
mente il territorio, quando risparmiamo sul ferro delle
armature, sulla qualità del cemento, quando aggiriamo
norme costose, quando disboschiamo monti, quando
costruiamo abusivamente sulle pendici di vulcani o
nell'alveo di fiumi, quando concediamo deroghe ai
piani regolatori …
Quando ci renderemo conto - tutti quanti - che essere
generosi significa prendersi cura di noi stessi e della
nostra casa comune prima che accadano tragedie, non
potremo definirci un popolo solidale.
(*) Mappa e informazioni dal Prof. Marco Mucciarelli, fisico. Insegna Sismologia Applicata presso la Facoltà
di Ingegneria dell'Università della Basilicata.
http://tersiscio.blogspot.it/2012_06_03_archive.html
di Serena Fagnocchi
Dal Blog - Eppur si muove
di Serena Fagnocchi
Scienza, l’altra faccia della cultura
Leggi tutto nel sito
http://www.ravennaedintorni.it/blog-ravenna-e-dintorni/72/eppur-si-muove/32769/differenza-
tra-pericolosita-e-rischio.html
Sisma in Emilia-Romagna. Differenza tra Pericolosità e Rischio.
Orario ambulatorio medico
c/o Centro Anziani - Voltana
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Washington. Casa Bianca. Sul cartello
è scritto:
“Io non sono contro il sistema, è il
sistema che è contro di me.”
Democrazia, partitocrazia e movimenti anti sistema di Mario Paganini dale o sotto le Signorie, ora ci sono
tanti principi o padroni. Molti partiti
sono, semplicemente, “di Berlusco-
ni”, “di Casini”, “di Fini”, “di Pan-
nella”.
Vecchio e nuovo, destra e sini-
stra, sistema e antisistema si asso-
migliano moltissimo. La Lega è sta-ta una creazione di Bossi. L’Italia
Dei Valori è inimmaginabile senza
Di Pietro. Qualche cosa di simile
anche per Sinistra Ecologia e Liber-
tà o per il Movimento 5 Stelle con le
figure carismatiche di Vendola e di
Beppe Grillo.
Ma la crisi economica sta metten-
do in crisi anche il sistema.
I sacrifici, sempre a carico dei
soliti noti, già sono e saranno cor-
rettamente e fortemente percepiti.
Questo poterà a qualche reazione.
Resta da vedere se “qualcuno”
saprà canalizzare il cambiamento.
I “partiti” esistono quando perso-
ne, accomunate da idee ed interes-
si, decidono di darsi uno strumento
organizzativo. Ossia il movimento
di protesta si istituzionalizza in un insieme di proposte e di strategie.
In qualche modo la Lega, l’Italia Dei Valori e il Movimento 5 Stelle
hanno saputo, meglio e prima di
altri, interpretare la volontà di mol-
ti. Accanto ai Partiti esplicitamente
comitato d’affari (o di interessi in-
confessabili) od ai Partiti orfani di
ideologie, di radici sociali, religio-
se, ecc. c’è chi ha saputo fare delle
sintesi su tematiche semplici, su
campanilismi, su bisogni e paure.
Accanto a chi camminava tentan-
do di usare la testa, ha raccolto sim-
patie e consensi chi camminava
usando esclusivamente le gambe e
la pancia! Si può discutere sul per-
ché ciò sia accaduto, ma è un dato di fatto !
Non credo la soluzione alla crisi economica sia questione di mesi.
Le “cure” che si stanno applicando
non sono facili, indolori e … sconta-
te nei risultati.
L’esito delle consultazioni eletto-
rali in Francia ed in Grecia ci fa ca-
pire che sono in atto dei cambia-
menti profondi.
In Italia siamo ancora nella fase
della individuazione dei soggetti
capaci di essere riferimento e pro-
motori di un cambiamento.
I partiti tradizionali hanno difficol-
tà evidenti. La “Lega” è stata travol-
ta da vicende giudiziarie.
Nessuno è perfetto e non vorrei
che qualche cosa finisse con l’ es-
sere scoperto, gonfiato ad arte e poi enfatizzato dai mass media, an-
che per Antonio Di Pietro e per
Beppe Grillo. Nel qual caso avrem-
mo - nell’immediato - che tutto con-
tinuerà a rimanere cristallizzato,
mentre - negli anni a venire - che il
malcontento potrebbe sfociare (o
sfogarsi) in azioni violente.
Non resta che attendere il prossi-
mo scandalo !
La vignetta è di ALFIO KRANCIC
La democrazia italiana deve molto
al sistema dei Partiti. È, però, sotto
gli occhi di tutti la degenerazione
dei giorni nostri di molti sistemi
parlamentari e di alcuni partiti più
di altri. A ragione si può dire che, negli ultimi tempi, la partitocrazia è
diventata … indecente. Ora, molto
spesso, il consenso raccolto è la
risultante di clientele, di corruzio-
ne, di malaffare, perfino di convi-
venza o di patteggiamenti con la
piccola e la grande criminalità.
Non esiste alcun ricambio né ge-
nerazionale, né funzionale e neppu-
re dei ruoli. Anzi, come nell’età feu-
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L’italiano medio è un delinquente che vota delinquenti di Giacomo Salerno Solo per fare chiarezza, vorrei
soffermarmi su una frase che, ulti-
mamente, scrivo spesso. Che gli
italiani siano “Delinquenti che vota-
no delinquenti”. Detta da uno che
combatte il qualunquismo da una
vita sembra una frase contradditto-
ria. Ma il mio non è qualunquismo.
È l’osservazione della società italia-
na degli ultimi sessant’anni.
È chiaro che non mi riferisco a
tutti gli italiani, ci mancherebbe! Mi
riferisco alla MAGGIORANZA degli
italiani. Sarò pessimista? Forse. Ma
è la storia di questo lercio Paese a
dimostrarlo. Noi non rappresentia-
mo l’italiano-medio. Possiamo illu-
derci di farlo. Ma resta solo un’ illu-
sione. Un modo per avere speranza
nel futuro. Speranza che non deve
mai morire. Ma siamo e resteremo
sempre MINORANZA. Basta pren-
derne atto.
L’italiano-medio è quello che va
in chiesa la mattina e a puttane la
sera. È quello che non ha mai letto
un libro in vita sua e se ne vanta. È
quello che ammira l’evasore fisca-
le. Ma è anche quello che – pur non
pagando le tasse – porta i figli negli
ospedali e nelle scuole pubbliche.
E s’incazza pure se deve aspettare
il suo turno. È quello che è “furbo”
e si vanta di avere “santi in paradi-
so” e chiama “fesso” chi è onesto. È
quello che posteggia il SUV – rego-
larmente comprato in barba al fisco
– in terza fila e s’incazza col vigile
che gli prende la multa … devo
continuare ?
Ecco, Berlusconi ha rappresentato
tutto questo. Ha rappresentato i so-
gni e gli “ideali” di questi delin-
quenti. E la sinistra – invece di
combattere questo sistema – pian
piano ci è caduta dentro come un
animale nella rete. Non considero
nemmeno più Berlusconi il mio
principale nemico, se non per quel-
lo che rappresenta ai miei occhi. E
non me la prendo più neanche con i
politici. Loro sono solo il “prodotto
finito” dell’italiano-medio. Sono la
“punta dell’icerberg”, la parte e-
mersa. Il novanta per cento
dell’iceberg, quello sott’acqua, è
formato dagli italiani delinquenti.
Sono loro che hanno sempre deciso
i delinquenti da mandare in Parla-
mento. Abbattiamo i politici attuali?
Gli italiani sapranno come sostituir-
li. Voteranno altri delinquenti al
posto di questi delinquenti.
L’italiano-medio non ha nessuna
intenzione di combattere il malaffa-
re. Ci sguazza dentro da una vita. È
nel suo dna. L’italiano-medio è
“furbo” e noi – minoranza da una
vita – siamo i “fessi”. L’italiano-
medio non vuole combattere i delin-
quenti al potere. Sogna solo di imi-
tarli e di poter, un giorno, prendere
il loro posto.
Come spieghereste altrimenti la
storia dei governi italiani dal dopo-
guerra in poi? La DC di Andreotti e
La formula per uscire dalla crisi è:
“Rigore, austerità, giustizia sociale”.
Ma non può funzionare se indica la
sequenza temporale degli interven-
ti. O tutti e tre simultaneamente op-
pure occorre iniziare subito dalla
equità sociale !
In Italia, i comici riescono ad esse-
re credibili come leader politici …
mentre i politici, con i loro teatrini,
al più stanno facendo ridere !
(Luca Cordero di) Montezemolo
sul Il Corriere della Sera prima in-
voca il ricambio generazionale,
poi ci rifila la stessa politica di
questi anni: tagli alla spesa pubbli-ca; Stato Sociale al minimo; privatiz-
zazioni; risposte individuale ai pro-
blemi della mobilità sociale ... Evi-
dentemente c’è in giro tanta gente che utilizza la questione generazio-
nale come leva per non mettere in
discussione lo status quo sociale !
Salvo Lima, poi il PSI di Craxi e Ma-
rio Chiesa, e – dulcis in fundo –
l’accoppiata Berlusconi-Bossi con
Dell’Utri e Mangano, Cosentino e
Papa ? E nel mezzo – per non farci
mancare niente – la mafia e il Vati-
cano ?
PER CONCLUDERE dico solo che
la mia NON È UNA RESA, né RASSE-
GNAZIONE, ci mancherebbe altro!
O rinuncia a combattere fino alla
morte COL COLTELLO FRA I DENTI.
Basta, però, sapere che il nostro
avversario non è il politico di turno.
Il nostro avversario è sempre stato
e sempre sarà il nostro VICINO DI
CASA !
di Giacomo Salerno
pubblicato il 22 maggio 2012 nel sito
http://giacomosalerno.wordpress.com/20
12/05/22/ecco-in-cosa-credo/
All’estero la Pubblica Amministra-
zione è al servizio del cittadino
In Italia, invece, è il cittadino che
deve essere al servizio della Pubbli-
ca Amministrazione !
I bookmaker di Londra non accet-
tano più scommesse sull’uscita della
Grecia dall’euro.
Viene data pressoché per certa!
Due giornate di solidarietà a Voltana per la seconda festa di Bubulina
Pagina 8 www.voltanaonline.it n. 15 - 2012
dei bambini di Bubulina e tre di lo-
ro, Cosmin, Alexandra e Petronela,
che erano in periodo di pausa fra un
ciclo di chemioterapia e l’altro, so-
no arrivati a Voltana alla festa, pro-
venienti dal nosocomio S. Matteo di
Pavia grazie all’aiuto di alcuni vo-
lontari che hanno dedicato il loro
tempo ed i loro mezzi. Un'altra pre-
senza che ha caratterizzato la serata
e dato testimonianza dell’ operato
dell’associazione è stata quella di
Oana proveniente dalla Romania e
madre di Maryem, una ragazzina di
Bubulina purtroppo mancata lo
scorso anno a soli 15 anni. I piccoli
sono poi stati ospitati per la notte
nelle case dei soci e il giorno suc-
cessivo hanno passato l’intera gior-
nata al parco di Mirabilandia dove
hanno provato tutte le attrazioni,
mentre invece qualche accompa-
gnatore non ne ha avuto il corag-
gio !
Tutto è terminato con il rientro
notturno a Pavia e la promessa di
cercare di ripetere l’esperienza nel
più breve tempo possibile.
Chiunque voglia aiutare e parteci-
pare attivamente ci può contattare
o al n. 3485306865.
Donazioni con bollettino postale C/c
Postale 7929922 oppure con Bonifico
Bancario IBAN: IT 03 L 03127 23800
000000001742.
Per dedicare il 5x1000 indicare il co-
dice fiscale 91018610393
Molte altre informazioni sul sito
www.associazionebubulina.org o su
facebook Associazionebubulina Volta-
na
Oltre 100 le persone, provenienti
da tutte le parti della regione, che
hanno preso parte alla cena di rac-
colta fondi per aiutare i bambini
malati di Leucemia e malattie onco-
logiche che l’associazione Bubulina
assiste. Dopo una serie di ricercate
portate, proposte dallo chef Ga-
briele Bellettini e realizzate assie-
me ai volontari, i bambini si sono
spostati nel parco della Ca vecchia
per il tradizionale lancio dei pallon-
cini e delle spettacolari lanterne
cinesi volanti, mentre nella piazzet-
ta centrale è iniziato il concerto che
ha coinvolto molti artisti Voltanesi
quali M. Danesi al piano, F. Ferri
alla voce, Il gruppo rock Soul Mates
e naturalmente l’amico di Bubulina,
il cantautore Michele Fenati accom-
pagnato dal chitarrista G. Roma-
gnesi. Tutto ciò, appunto, a favore