Voltana On Line n.9-2012

8
www.voltanaonline.it Voltana On Line 9 2012 Sentinella, quanto resta della notte? di Mario Paganini infatti, che quella che stiamo viven- do non è la solita crisi. C’è qualche cosa di ben più grave e profondo. L’efficienza individuale è cresciu- ta. La produttività individuale è cre- sciuta. Non è, invece, cresciuto il reddito percepito individualmente. Eppure, con “artifizi” si è lasciato crescere il debito dei singoli, dei gruppi e degli Stati. Ora abbiamo, da una parte tanti “debiti” e, dall’altra, in poche mani, tanta ric- chezza. Dunque, qualche cosa non va in questo modello di sviluppo, di cre- scita economica e di libero mercato! È questo che ci “rode”: fare inusi- tati sacrifici per … tornare al punto di partenza. Anzi (chiamiamo le cose con il loro nome!) ci trovere- mo presto con meno servizi, diritti e tutele. Siamo nella “euro zona” e abbia- mo la “globalizzazione”, non pos- siamo prescinderne. Con realismo non possiamo … deviare eccessivamente dalla rotta da altri tracciata per noi e per tutto l’Occidente. Però possiamo prenderne co- scienza e ragionarci sopra. Possiamo avanzare proposte, con- frontare le nostre esperienze ed idee con quelle di altri. Occorre seguire, con attenzione, sia i movi- menti (es. occupy wall street), sia quanto avviene in: Islanda, Grecia o Spagna. Tempo fa, oltre Atlantico, lo slo- gan “we can” (possiamo farlo) ali- mentò tante speranze. Ora ci giun- ge, di buon auspicio: “il futuro non è ancora stato scritto”. Tra la rasse- gnazione e l’illusione c’è il nostro futuro. Con realismo, buona volontà e rimboccandoci le maniche qual- che cosa faremo! La medicina che ci è toccata in sorte è amara. Ma forse, inaspettatamente, può esser- ne trovata un’altra. Sono passati pochi mesi e sono tanti che, solamente ora, realizzano quanto profondo fosse l’abisso nel quale noi italiani eravamo precipita- ti. Stiamo anche riscoprendo l’amor proprio, il rispetto, la dignità che ciascuno deve a se stesso e gli uni riconoscere e chiedere agli altri. L’urgenza di regole chiare, certe e definite, che estirpino il malaffare e la corruzione, è un altro segno che si vuole cambiar pagina e, soprat- tutto, si vuole cambiare il ritmo per stare al passo con gli altri popoli e con i tempi. Dovremmo, dunque, essere soddi- sfatti. No, non è così. Avvertiamo, Basta pensare che a risolvere i problemi del Paese siano sufficienti gli aumenti delle tasse! Al primo posto deve esserci la riduzione del- la spesa pubblica! Come? Vendita del patrimonio mobiliare ed immo- biliare, riduzione dei costi della po- litica e della burocrazia; meno del deficit fiscale e spesa per pensioni e privatizzazione del rapporto lavora- tivo pubblico. E da subito. Editoriale di Michele Boldrin pubblicato nel sito www.linkiesta.it Monti affonda l’Italia spesa pubblica Senza tagli alla

description

news, politics

Transcript of Voltana On Line n.9-2012

www.voltanaonline.it

Voltana On Line 9

2012

Sentinella, quanto resta della notte? di Mario Paganini infatti, che quella che stiamo viven-

do non è la solita crisi. C’è qualche

cosa di ben più grave e profondo.

L’efficienza individuale è cresciu-

ta. La produttività individuale è cre-

sciuta. Non è, invece, cresciuto il

reddito percepito individualmente.

Eppure, con “artifizi” si è lasciato

crescere il debito dei singoli, dei

gruppi e degli Stati. Ora abbiamo,

da una parte tanti “debiti” e,

dall’altra, in poche mani, tanta ric-chezza.

Dunque, qualche cosa non va in

questo modello di sviluppo, di cre-

scita economica e di libero mercato!

È questo che ci “rode”: fare inusi-

tati sacrifici per … tornare al punto

di partenza. Anzi (chiamiamo le

cose con il loro nome!) ci trovere-

mo presto con meno servizi, diritti

e tutele.

Siamo nella “euro zona” e abbia-

mo la “globalizzazione”, non pos-

siamo prescinderne.

Con realismo non possiamo …

deviare eccessivamente dalla rotta

da altri tracciata per noi e per tutto

l’Occidente.

Però possiamo prenderne co-

scienza e ragionarci sopra.

Possiamo avanzare proposte, con-

frontare le nostre esperienze ed

idee con quelle di altri. Occorre

seguire, con attenzione, sia i movi-

menti (es. occupy wall street), sia

quanto avviene in: Islanda, Grecia o

Spagna.

Tempo fa, oltre Atlantico, lo slo-

gan “we can” (possiamo farlo) ali-

mentò tante speranze. Ora ci giun-

ge, di buon auspicio: “il futuro non

è ancora stato scritto”. Tra la rasse-

gnazione e l’illusione c’è il nostro

futuro. Con realismo, buona volontà

e rimboccandoci le maniche qual-

che cosa faremo! La medicina che ci è toccata in sorte è amara. Ma

forse, inaspettatamente, può esser-

ne trovata un’altra.

Sono passati pochi mesi e sono

tanti che, solamente ora, realizzano

quanto profondo fosse l’abisso nel

quale noi italiani eravamo precipita-

ti. Stiamo anche riscoprendo l’amor

proprio, il rispetto, la dignità che

ciascuno deve a se stesso e gli uni

riconoscere e chiedere agli altri.

L’urgenza di regole chiare, certe e

definite, che estirpino il malaffare e

la corruzione, è un altro segno che

si vuole cambiar pagina e, soprat-

tutto, si vuole cambiare il ritmo per

stare al passo con gli altri popoli e

con i tempi.

Dovremmo, dunque, essere soddi-

sfatti. No, non è così. Avvertiamo,

Basta pensare che a risolvere i

problemi del Paese siano sufficienti

gli aumenti delle tasse! Al primo

posto deve esserci la riduzione del-

la spesa pubblica! Come? Vendita

del patrimonio mobiliare ed immo-

biliare, riduzione dei costi della po-

litica e della burocrazia; meno del

deficit fiscale e spesa per pensioni e

privatizzazione del rapporto lavora-

tivo pubblico. E da subito.

Editoriale di Michele Boldrin pubblicato

nel sito www.linkiesta.it

Monti affonda l’Italia spesa pubblica Senza tagli alla

Pagina 2 www.voltanaonline.it

della personalità

muni per installare sul territorio gli

speciali raccoglitori per le 'cicche'.

Nel riprendere l'esame del provve-

dimento, il presidente della com-

missione Ambiente, Angelo Ales-

sandri, lo ha abbinato ad un'altra

proposta presentata dal deputato

del Pdl Simeone Di Cagno Abbre-

scia, che invece punta alla raccolta

differenziata delle gomme da masti-

care e ad una campagna di informa-

zione sull'inquinamento ambientale

e sui danni economici derivanti dal-

la loro dispersione nel suolo. […]

E i sindaci non hanno appunto per-

so tempo, emettendo ordinanze

anti-mozziconi come a Trento, Vare-

se, Erba e Parma, dove la sanzione

pecuniaria per i fumatori incivili o

distratti si aggira sui 300 euro, men-

tre un solo Comune, quello di Polli-

ca Acciaroli nel salernitano, ha scel-

to il pugno di ferro fissando la pe-

“Non solo i sindaci impegnati in pri-

ma linea contro chi getta i mozziconi

di sigarette per strada. Anche il Par-

lamento si mobilita contro questa

abitudine così poco ecologica, con

una proposta di legge presentata

esattamente due anni fa, il 19 marzo

del 2010, e tornata d'attualità proprio

giovedì scorso, quando la commis-

sione Ambiente ne ha ripreso l'esa-

me.

Autrice dell'iniziativa la deputata del

Pdl Giulia Cosenza, che insieme ad

altri 34 colleghi del centrodestra e

del centrosinistra prevede la raccol-

ta differenziata in speciali contenitori

dei mozziconi, classificati come rifiuti

speciali, e la creazione presso il mi-

nistero dell'Ambiente di un Fondo

con una dotazione di 5 milioni di eu-

ro da finanziare attraverso l'aumento

del prezzo del pacchetto di 'bionde'.

Dal Fondo potranno attingere i Co-

nale anti-mozziconi proprio in mille

euro.

I pacchetti di sigarette, inoltre, po-

tranno essere venduti solo se con-

trassegnati ''in modo visibile, leggi-

bile e indelebile'' con un simbolo

che indichi chiaramente il divieto di

disperdere nell'ambiente i mozzico-

ni e l'obbligo di gettarli negli spe-

ciali raccoglitori per la raccolta dif-

ferenziata. Un avviso che dovrà es-

sere esposto in modo altrettanto

visibile anche dai rivenditori di arti-

coli per fumatori, accanto a quello

sugli effetti nocivi per l'ambiente e

la salute derivanti dalle sostanze

chimiche presenti nei mozziconi dei

prodotti da fumo. Le multinazionali

del tabacco, infine, dovranno colla-

borare con il ministero dell'Ambien-

te per realizzare campagne di infor-

mazione e di sensibilizzazione dei

fumatori sui danni prodotti dalle

'cicche' disperse sul suolo e in mare

e sull'obbligo della raccolta diffe-

renziata per i mozziconi.

Mille euro son proprio una cicca dal sito www.liberoquotidiano.it/

dell'emergenza freddo di febbraio,

sia in una visione prospettica.

Per il gas, l'aumento della materia

prima, i cui prezzi sono ancora lega-

ti alle quotazioni del petrolio e la

crescita degli oneri di distribuzione

avrebbero comportato un aumento

dei prezzi del 2,2%. Tuttavia,

l'autorità' ha potuto contenere l'in-

cremento all'1,8% per effetto del

nuovo metodo di aggiornamento

che tiene conto anche del decreto

'cresci-Italia', che include tra i para-

metri utilizzati per determinare i

corrispettivi a copertura dei costi

della materia prima, il riferimento a

una quota gradualmente crescente

ai prezzi che si formano sui mercati

europei.

Non solo: a partire dal prossimo

mese di maggio, la bolletta della

luce aumenterà di un ulteriore 4% a

causa dell'aggiornamento per gli

incentivi diretti alle fonti rinnovabi-

li. L'Autorità dell'Energia, spiega

che la decisione punta a dare un

segnale ai "decisori" delle politiche

energetiche impegnati a scrivere le

nuove norme in materia di rinnova-

bili.

Lancio di Agenzia

(AGI) - Roma, 30 mar. - Rincari in

vista a partire dal primo aprile per

le bollette della luce e del gas, con una stangata da 50 euro a famiglia.

Lo ha stabilito l'Autorita' dell'Ener-

gia nel consueto aggiornamento trimestrale delle tariffe.

Intanto dal Tesoro viene fotografa-

ta la situazione dei redditi: la me-dia per italiano e' di 19.250 euro,

mentre la meta' degli italiani e'

sotto i 15.000 euro e piu' di 10 mi-lioni non pagano l'Irpef.

Infine l'Istat annuncia che la forbi-

ce tra salari e prezzi e' ai massimi da

17 anni.

Sul fronte delle tariffe nel dettaglio

la luce aumenterà del 5,8% mentre

il gas dell'1,8%. Tali incrementi

comporteranno una maggiore spesa

annua, per una famiglia-tipo, di 27

euro per l'elettricità, e di 22 euro

per il gas. Per l'energia elettrica,

l'aumento del +5,8% in vigore da

aprile, deriva sostanzialmente dagli

incrementi del petrolio, dai maggio-

ri costi per il mantenimento in equi-

librio del sistema e dall'andamento

della Borsa elettrica sia per effetto

Irpef, metà italiani sotto 15mila euro. Da aprile aumentano luce e gas. News AGI

Dalle dichiarazioni dei redditi

2011 emerge che un terzo dei con-tribuenti (circa 14 milioni) non su-

pera un reddito complessivo lordo

di 10.000 euro e circa la metà (49%,

pari a 20,2 milioni) non supera i

15.000 euro. Il 30% dei contribuenti

dichiara redditi compresi tra i

15.000 ed i 26.000 euro, il 20% di-

chiara redditi compresi tra i 26.000

e i 100.000 euro. Solo l'1% dei con-

tribuenti dichiara redditi superiori

ai 100.000 euro. Il reddito medio

degli italiani e' di 19.250 euro. A

livello nazionale il reddito comples-

sivo totale dichiarato e' pari 792

miliardi di euro. Entrambi i valori

sono in aumento rispetto all'anno

precedente (+1,2 per cento). Inol-

tre circa 10,7 milioni di contribuenti

hanno un'imposta netta Irpef pari a

zero. Si tratta, spiega il ministero,

"prevalentemente di contribuenti

con livelli reddituali compresi nelle

soglie di esenzione, ovvero di con-

tribuenti la cui imposta lorda si az-

zera con le numerose detrazioni

riconosciute dal nostro ordinamen-

to". (AGI) .

dal sito www.agi.it/

Pagina 3 www.voltanaonline.it

La vignetta di Giannelli sul Corriere

della Sera del 03 04 2012 .

Notizie di agenzia commentate da Chiara Lanotizia

* La notizia: Assunti diecimila

nuovi docenti!

Inesatto. Sono passati a ruolo, ossia

saranno pagati per tutti e dodici i

mesi dell’anno. Sono principalmente

maestri di scuola elementare, già con

incarichi temporanei e contratti rin-

novati anno per anno (ex-precari,

insomma). Domanda: dove hanno

ricavato le risorse per poterli ora pa-

gare? Da ritocchi, ovviamente al rial-

zo, sui tabacchi e sugli alcolici …

Verrebbe da dire: “Bambini se volete

studiare, mi raccomando: … dovete

fumate e bere !”

* La notizia: “Più vacanze per tut-

ti? No, grazie!”. Il 66,48% degli svizzeri ha bocciato la proposta che

puntava a portare da 4 a 6 le setti-

mane annue di ferie per i lavora-

tori. L’iniziativa, oggetto di referen-dum, era sostenuta da: sindacati,

partiti della sinistra e organizzazioni

giovanili, ma è stata respinta in tutti

i cantoni elvetici. In svizzera i citta-

dini hanno invece deciso di ascolta-

re il parere negativo espresso dal

Consiglio federale e dal Parlamento

(organi che si esprimono su ogni

iniziativa popolare), secondo cui

assenze più lunghe per vacanza a-

vrebbero dovuto essere compensa-

te in seno all’impresa: “O le aziende

assumono personale supplementare

oppure i dipendenti devono esegui-

re il loro lavoro in meno tempo”,

una considerazione che è stata con-

divisa dalla gran parte della popola-

zione, che ha concordato nel ritene-

re che l’iniziativa non avrebbe ga-

rantito uno sgravio dei lavoratori,

rischiando di comportare costi sala-

riali più elevati per il mercato sviz-

zero del lavoro. […] Il Consiglio

federale, invece, si è detto consape-

vole che “soltanto lavoratori sani

e riposati sono in grado di fornire buone prestazioni”, dicendosi favo-

revole a “normative che garantisca-

no il riposo e il benessere”, ritenen-

do però consolidata l’attuale regola-

mentazione in materia di vacanze, in

quanto “lascia alle parti contraenti e

ai partner sociali un sufficiente mar-

gine di manovra per determinare in

maniera flessibile le condizioni di

lavoro”. Condizioni che non riguar-

dano soltanto le vacanze ma anche

aumenti di stipendio, riduzioni

del tempo di lavoro o altri miglio-

ramenti come posti a tempo par-

ziale, tempo di lavoro flessibile o

contributi per la custodia dei fi-

gli. La proposta è stata bocciata anche nel più italiano dei cantoni

svizzeri, il Canton Ticino, dove a

votare No è stato il 54,14% dei vo-tanti.

Diamo merito al sito

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012

/03/12/vacanze-tutti-svizzeri-

bocciano-referendum/196671/

di avere dato la notizia. Ma contiene

alcune inesattezze. Come noto in

tutti i referendum votano i cittadini,

quindi i molti immigrati ed i fronta-

lieri italiani non hanno votato. Inoltre

la percentuale dei lavoratori dipen-

denti, sul totale della popolazione

(commercianti, professionisti, pen-

sionati, ecc.) non lasciava sperare un

risultato molto diverso da quello poi

conseguito.

Comunque almeno in Svizzera c’è

stato chi ha proposto di lavorare me-

no e di lavorare tutti e meglio …

Una curiosità sulle percentuali. In

Italia il 9 e 10 giugno del 1985 si

svolse il referendum abrogativo sulla

Scala Mobile. Con un'affluenza alle

urne del 77,9%, i SI’ all'abrogazione

della norma ottennero il 45,7% men-

tre i NO ottennero il 54,3% . Il taglio

dei punti di Scala Mobile rimase !

www.voltanaonline.it è un prodotto a-

matoriale al quale non può essere appli-

cato l'art. 5 della legge 8 Febbraio 1948 n.

47, poiché l'aggiornamento delle notizie

in esso contenute non ha periodicità rego-

lare (art. 1 comma 3, legge 7 Marzo 2001

n. 62).

www.voltanaonline.it non rappresenta

una testata giornalistica e i post editi han-

no lo scopo di stimolare la discussione e

l’approfondimento politico, la critica e la

libertà di espressione del pensiero, nei

modi e nei termini consentiti dalla legisla-

zione vigente.

www.voltanaonline.it non persegue

alcuno scopo di lucro. Tutto il materiale

pubblicato su Internet è di dominio pub-

blico. Tuttavia, se qualcuno riconoscesse

proprio materiale e non voleva che fosse

pubblicato, non ha che da darne avviso al

gestore e sarà immediatamente rimosso.

www.voltanaonline.it verificherà, per

quanto possibile, che tutto il materiale

inviato e riprodotto nel sito e nel PDF sia

conforme alle licenze Creative Commons

o non coperto da copyright.

info: [email protected]

Pagina 4 www.voltanaonline.it

essere alternativamente predomi-

nanti una sull'altra, in base all'anda-

mento del mercato dei capitali o,

meglio, in base all'interpretazione e

all'uso degli strumenti che le istitu-

zioni mettono in essere per regola-

re i mercati dei capitali e per con-

trastare la crisi economica che attra-

versa tutta l'economia.

Mentre in passato le aziende ave-

vano il problema di smaltire un ec-

cesso di produzione ed una sovra-

accumulazione di beni prodotti,

perché i clienti non avevano una

quantità di denaro sufficiente per

comprare tutti i beni prodotti (e

permettere quindi una completa

remunerazione della capacità pro-

duttiva espressa dalle imprese),

oggi questo problema viene affron-

tato in una maniera spettacolar-

mente diversa: non sono più sala-rio e risparmi che vengono utilizzati

per comprare, non è più la spesa

pubblica o l’indebitamento pubbli-

co che sostengono direttamente

l’economia.

Oggi esiste qualcosa di nuovo,

creato dal nulla : si sono creati degli

strumenti finanziari che permettono

ai cittadini di farsi carico di sostene-

re essi stessi l’economia.

Il cittadino è diventato un cliente

e, come insegnano le leggi del mar-

keting, nel cliente è stata insinuata

la necessità di comprare dei beni

illusori, di cui crede di aver bisogno

per accrescere la sua ricchezza. Si

sono creati dei bisogni fittizi per far

ripartire e crescere virtualmente

l’economia.

E quindi per far ripartire l'econo-

mia e stimolare i consumi, le Banche

hanno sovvenzionato i cittadini-

clienti con prestiti bancari concessi

senza troppo badare alla possibilità

di recuperare il debito. Questo è

ciò che è successo specificamente

in molti paesi del Sud e Nord Ame-

rica dove le banche, sulla base di

un valore degli immobili in continuo

aumento, finanziavano e rifinanzia-

vano mutui sulle abitazioni fino a

quando il valore del debito non

superava quello della garanzia.

Poi toglievano la proprietà al de-

bitore mentre il valore dell'immobi-

[…] Si era detto che nei prossimi

mesi il debito pubblico italiano su-

pererà i 2000 miliardi di euro e che

contemporaneamente il PIL si ridur-

rà per effetto della recessione e che

quindi la percentuale di incidenza

del debito pubblico sul PIL è desti-

nata a crescere e, comunque, a non

diminuire, pur contraendo ancora le

spese per servizi pubblici o aumen-

tando la pressione fiscale. Infatti

paradossalmente il debito pubblico

continua a crescere non per uno

sbilanciamento tra entrate e uscite,

ma per il progressivo aumento degli

interessi sul debito stesso che am-

montano a circa 70 miliardi l’anno,

cioè il 9% dell'intera spesa pubblica

italiana.

Per capirci meglio (parlando di

aritmetica e non di equità fiscale) se

dividiamo il debito pubblico per

tutti i cittadini italiani, ognuno vedrà

crescere ogni anno la propria quota

di debito (che oggi è di € 32mila) di

altri € 1.100 solo per gli interessi maturati.

Questa è una spirale da cui non si

può uscire se non cambieranno le

regole che governano il mercato e

le banche.

Per tentare di spiegare questi mec-

canismi e quali sono le relazioni esi-

stenti tra economia e finanza prove-

rò a sintetizzare alcuni dei concetti

esposti che ha espresso molto chia-

ramente l'economista Antonio Trica-

rico, durante la sua relazione del 24

marzo all'Università "La Sapienza” di

Roma.

L'analisi può iniziare osservando lo

stato dell'economia, in cui oggi si

contrappongono due teorie:

Bassi profitti generati dalle im-prese e debolezza del sistema

economico che provocano un

maggiore vantaggio nell’ inve-

stire denaro nei prodotti finan-

ziari.

Eccessiva espansione della fi-

nanza che ha reso più debole

una già debole economia.

Queste due affermazioni possono

Ma che colpa abbiamo noi ? ll Debito Pubblico sta per raggiungere i duemila miliardi.

le scendeva tanto da pretendere

oltre alle rate di mutuo, già incassa-

te, e alla proprietà dell'immobile

anche che il cliente pagasse una dif-

ferenza, perché il prezzo dell'immo-

bile era diventato inferiore al debi-

to residuo che si era accumulato.

Con questo sistema dei bisogni

fittizi è ripartito un processo finan-

ziario che richiede alle banche una

forte disponibilità di denaro di cui,

per l’insolvenza del mercato hanno

sempre meno disponibilità e, per

evitare un fallimento che potrebbe

trascinare con se anche i clienti-

creditori, gli Stati, con il pretesto di

sostenere l'economia, hanno sem-

pre più fatto ricorso a super-

banche, come il FMI o la BCE che

sono diventate prestatori di denaro

di ultima istanza.

Ma gli Stati, come dicevamo, anzi-

ché utilizzare i prestiti (ricevuti a

tassi di interesse ufficiale) per inve-

stire in infrastrutture, creare nuovi

posti di lavoro e quindi direttamen-

te nuova ricchezza, mettono in cir-

colazione il denaro tramite le ban-

che che li usano non per erogare

prestiti agevolati alle imprese, ma

per investire soprattutto nei merca-

ti finanziari che retribuiscono me-

glio il capitale (a interessi di mer-

cato) e permettono di incrementare

il loro accumulo di ricchezza.

Questo sistema neoliberista, quel-

lo che ci accompagna da quasi un

secolo, dimostrando che non c'è

nessun interesse a risolvere il pro-

blema del debito, anzi, qualsiasi

ostacolo che possa frapporre, chi

manovra il mercato, per creare

scarsità di un qualsiasi bene, ne

provoca un aumento del prezzo,

quindi serve a dare maggior vigore

al sistema di accumulo di ricchezza.

Stiamo assistendo ad una finanzia-

rizzazione dell’economia.

Cos’è la finanziarizzazione.

Se il lavoro e il benessere della

società non sono più il motivo per

cui deve crescere l’economia, si

può prendere atto che, oggi, com-

merciare la “merce denaro” e la

“merce rischio” procura un pro-

fitto maggiore che commerciare

altri beni, come co- (Segue a pag. 5 )

dall’articolo di Ernesto Celestini

nel sito www.peacelink.it

Pagina 5 www.voltanaonline.it

I dettagli dell’immagine li trovi nel sito

http://rivoltaildebito.globalist.it/

prezzo. La Finanza si astrae da qual-

siasi valorizzazione sociale e preve-

de che anche il costo di una pensio-

ne o di un bene naturale, debba di-

pendere dall’andamento del mercato

dei capitali, quindi - di fatto - si in-

nesta direttamente sulla base della

privatizzazione dei beni pubblici .

In questo modo si creano nuovi

Asset che quantificano in denaro il

valore dei beni o dei servizi e, con-

seguentemente, il valore dei beni

o dei servizi non deriva più dal

costo di produzione, ma dall’ an-

damento del mercato.

Il lavoro è diventato solo un fattore

della produzione, tanto che, grazie

al mercato globale, è più facile elu-

dere le regole o le leggi imposte da

un governo, per tutelare i propri

cittadini, e si può scegliere di porta-

re il lavoro in un altro Paese, se co-

sta meno.

Questa nuova situazione determi-

na tre effetti :

1. Imprese e multinazionali si rivol-

gono sempre meno al sistema del

credito Bancario, ma investono i

loro guadagni sul mercato dei capi-

tali, dove possono ricavare enormi

profitti finanziari, come risulta dalla

lettura dei bilanci delle maggiori

multinazionali (es.: la FIAT-Chrisler

pur non vendendo molte auto riesce

a mantenere buone quotazioni in

borsa).

2. Le banche, di fatto, sono sempre

meno interessate alle logiche tradi-

zionali del credito, sono sempre più

orientate ai mercati di capitali aper-

ti e guardano più che alle imprese

cui concedere prestiti, ai singoli

cittadini a cui offrono di collocare i

loro piccoli capitali nel mercato dei

derivati.

3. I singoli individui per vedere mi-

nimamente remunerati i propri ri-

sparmi, e non vederne scendere il

valore reale, si devono sempre più

adeguare ad investire nei mercati

di capitali.

Assistiamo quindi ad una lenta ma

progressiva finanziarizzazione di

noi stessi, delle imprese e delle banche che si adeguano sempre più

a questa gestione finanziaria. La

stessa esistenza delle Banche di-

struire grandi opere

o sviluppare la ricerca e creare oc-

cupazione, perché il profitto che

rendono queste imprese è inferiore

a quanto si ricava mettendo sempli-

cemente soldi in un fondo di investi-

menti.

È così che è cambiato l’approccio

al mondo del profitto, che non tende

più prevalentemente al lavoro, ma

solo ad un maggior guadagno.

Si sta instaurando una logica di-

versa nella quale tutto può avere un

pende ormai da questo nuovo mer-

cato dei capitali; tanto che le ban-

che stanno uscendo a questa crisi

con una nuova struttura, meno rigi-

da, che permette di navigare tran-

quillamente in questo nuovo merca-

to che finora sembra senza limiti,

per il progressivo ritiro degli Stati

da molti settori del welfare, dei ser-

vizi e dei beni pubblici che vengo-

no affidati al privato, per ridurre la

spesa pubblica.

Queste rinunce dello Stato, alla

gestione diretta di molte delle sue

prerogative politiche, possono fa-

cilmente indurre in confusione e far

ritenere questo riposizionamento

come una perdita di potere dello

Stato stesso. Ma così non è perché

queste situazioni neo-liberiste ri-

chiedono uno Stato forte che sia

pronto ad intervenire, a sostenere e

garantire, nei momenti di crisi, la

tenuta del mercato internazionale.

Il neo-liberismo, il potere della

finanza, vuole che gli Stati siano

forti e capaci di rispondere decisa-

mente alle sue sollecitazioni per

intervenire e prendere le decisioni

necessarie a garantire i loro utili,

anche se, di solito, risultano contra-

rie agli interessi della popolazione.

Ma questo stesso sistema può es-

sere replicato, creando mercati

finanziari paralleli in tutti i campi;

infatti oltre alla risposta alla crisi

del debito privato è stato avviato

anche un processo pubblico di fi-

nanziarizzazione della stessa fi-

nanza pubblica, trasformandola

per renderla subordinata all’ an-

damento dei mercati.

Si sono creati nuovi Asset finan-

ziari che offrono denaro agli Stati,

facendoli indebitare ulteriormente

emettendo nuovo debito pubblico

e quindi nuove obbligazioni, nor-

malmente per rinnovare obbligazio-

ni in scadenza con nuove obbligazio-

ni ad un tasso più remunerativo del-

le precedenti. Ciò purché il nuovo

debito sia emesso e gestito in un

mercato secondario che permetta

un maggior accumulo di denaro,

lucrando sul differenziale tra interes-

si attivi e passivi.

Il debitore è lo Stato,

(Segue da pag. 4 )

(Segue a pag. 6 )

Ma che colpa abbiamo noi ? ll Debito Pubblico sta per raggiungere i duemila miliardi.

Pagina 6 www.voltanaonline.it

ma chi paga sono i

cittadini.

Come abbiamo già detto nella ri-

cerca di nuovi Asset, cioè di nuovi

prodotti finanziari, si sta arrivando

alla “finanziarizzazione” dei beni

comuni, di quelle cose cioè che

nessuna economia non aveva mai

attribuito a qualcuno. Infatti lenta-mente si sta convincendo la popola-

zione che non c’è niente si male se si

ottiene maggior efficienza affidando

alcuni servizi pubblici al privato,

che già da decenni controlla tutti i

prodotti del sottosuolo, il legname

di molte foreste, l’energia idroelet-

trica, le comunicazioni, i trasporti e

poi si parla di speculazioni sulle ac-

que potabili, sulla distribuzione delle

merci e del cibo, sugli eco-sistemi e

sui brevetti farmaceutici: tutto può

essere sfruttato per diventare una

“commodity”(prodotto virtuale) del quale si può, artificiosamente,

creare penuria e manovrarne il

prezzo influenzando, con i media,

l’andamento del mercato. Non ha nessuna importanza se l’acqua,

l’aria o i beni della terra siano sem-

pre stati considerati beni comuni,

cioè di tutti gli uomini, o se uno Sta-

to civile deve garantire il benessere

dei suoi cittadini.

Basta averne il controllo per dare

un prezzo a ogni cosa.

Se non ci sarà una forte presa di

coscienza delle popolazioni, sui

danni sociali che producono le re-

gole di mercato che tutti i governi

stanno accettando e onorando, gli

Stati, o meglio i loro cittadini, saran-

no sempre più poveri e indebitati,

pur di garantire il rispetto di quelle

regole dei mercati dei capitali che

prevedono che il denaro debba

sempre essere usato solo per creare

altro denaro.

A questo punto vediamo che un

problema originalmente amministra-

tivo, provocato da un debito troppo

alto, si è trasformato in un problema

sociale e filosofico perché mette il

denaro al centro dell'economia, superando, per la prima volta nella

storia, il motivo per cui il denaro è

stato creato: dare un maggior be-

nessere all'uomo.

Un uomo che ha sempre lavorato

per vivere e dare dignità alla sua

famiglia e che nei tempi della storia

è stato padrone o servo, suddito o

sovrano, ma sempre parte di una

scala gerarchica umana, mai, fino

ad oggi, era stato dipendente e sog-

getto di uno strumento virtuale, la

finanza, che all'origine fu pensata

per rendere più facile la strada da

seguire per raggiungere un mag-

gior benessere dell'uomo stesso.

Ma prima di cominciare una dispu-

ta politica sull'opportunità di far

tornare il controllo dei servizi so-

ciali e dei beni naturali sotto il con-

trollo degli Stati, l'opinione pubbli-

ca tutta deve essere informata e

prendere coscienza che in passato

situazioni di eccessiva onerosità del debito pubblico sono già avve-

nute e sono sempre state superate

non pagando il debito.

Quindi la richiesta di congelare

una parte del debito, quella gene-

rata da formule finanziarie e accor-

di politici non trasparenti, è una

richiesta molto moderata e dovrà

essere presa in seria considerazio-

ne.

Poi si dovrà sdoganare il concetto

che un debito iniquo e provocato

da formule finanziarie ingiuste

non sarà pagato e solo questa pro-spettiva (minaccia di un minor ac-

cumulo di ricchezza o perdita del

capitale) potrà fermare una ulte-

riore spinta incontrollata verso la

privatizzazione e la monetizza-

zione di qualsiasi bene comune di cui il privato si potrà appropria-

re, con la complicità di governi

conniventi, per trasformarlo in be-

ne virtuale e poter mettere un car-

tellino con il prezzo.

Dall’articolo di Ernesto Celestini

pubblicato nel sito www.peacelink.it

C’ERA C’ERA C’ERA UNAUNAUNA VOLTAVOLTAVOLTA LALALA LEGA LEGA LEGA OOO CCC'''ÈÈÈ ANCORAANCORAANCORA???

(Segue da pag. 5 )

Ma che colpa abbiamo noi ? ll Debito Pubblico sta per raggiungere i duemila miliardi.

Pagina 7 www.voltanaonline.it

civile.

Io non ho la ricetta per salvare la ri-

cerca scientifica italiana, ma proprio

come “emigrato della ricerca” posso

dire che i modelli ci sono, anche vici-

no ai nostri confini.

Basterebbe iniziare a riflettere”

Saluti cari,

Serena Fagnocchi Responsabile Scuola, Università e ricerca

Pd provincia di Ravenna

Le e-mail ricevute. Integrale.

ricerca nel nostro Paese.

A questo link trovate un post su

Dulbecco, che vi invito a leggere,

commentare e nel caso, a diffonde-

re:

http://www.ravennaedintorni.it/blo

g-ravenna-e-dintorni/72/eppur-si-

muove/31403/renato-dulbecco-una-

vita-spesa-per-la-ricerca-e-l-

impegno-civile.html

Credo che sia utile ricordare que-

sto grande scienziato e grande ita-

liano, e farci carico delle sue preoc-

cupazioni e del suo impegno per la

ricerca ed i ricercatori nel nostro

Paese.

Come partito e come cittadini.

Queste le sue parole contenute in

una lettera inviata a Umberto Vero-

nesi nel 2008:

“Ciò che mi dispiace profonda-

mente è toccare con mano l'immobi-

lismo di un'Italia che sembra non

curarsi della ricerca scientifica, esat-

tamente come nel dopoguerra.

Oggi mi fa male vedere che, dopo

oltre 60 anni, la situazione di crisi

della ricerca scientifica in Italia non è

cambiata, anzi.

L'Italia rischia, molto di più che negli

anni '50, di rimanere esclusa definiti-

vamente dal gruppo di Paesi che

concorrono al progresso scientifico e

Carissimi,

vorrei approfittare di questa mail

per ricordare un grande scienziato

da poco scomparso e spronarci a

ricordare che la ricerca scientifica è

una risorsa fondamentale di un Pae-

se, anche e soprattutto in fase di cri-

si economica. Un settore strategico

per ogni paese avanzato che voglia

puntare su qualità ed eccellenza,

invece di rincorrere al ribasso mo-

delli di sviluppo di sfruttamento del

lavoro e della manodopera.

Il 20 febbraio 2012 moriva Rena-

to Dulbecco, scienziato italiano di fama mondiale, Premio Nobel per

la medicina nel 1975, che è sempre

rimasto molto legato all'Italia nono-

stante abbia trascorso gran parte

della sua vita negli USA.

Tanti lo conoscono come nome,

dopo il Nobel e soprattutto dopo il

Sanremo cui partecipò, ma pochi

sanno del suo lavoro immenso e

del suo impegno per l'Italia e la

Le e-mail ricevute. Commento.

L’allineamento Venere Giove del

mese scorso: 1 bellissimo ; 2 è un

segno ; 3 monito divino, poiché è lo

stesso evento astronomico della na-

scita di Cristo.

1 Concordo: nella seconda decade di marzo c’è stato uno spettacolo

naturale, facilmente visibile e molto bello;

2 propendo per la parola “evento astronomico”, molte riserve, inve-

ce, per l’uso del termine “un se-

gno”;

3 assolutamente contrario al “monito divino” , quanto alla nascita

di Cristo ed alla stella cometa

(rammenta: la “stella” è un punto

luminoso, piccolo e fisso, mentre la

“cometa” è un oggetto luminoso, di

grandi dimensioni e mobile): molto

probabilmente si trattò di un alline-

amento, ma di Giove con Saturno.

Fu visibile per ben quattro mesi (dai primi giorni di Settembre agli ultimi

di Dicembre) di 2009 anni or sono

(2008 per chi valorizza l’anno zero).

Quindi se la nascita di Gesù Cristo è

avvenuta il 30 settembre e la visita

dei Re Magi (partiti da quello che è

l’odierno Iraq) è avvenuta il 7 Di-

cembre, il testo dell’evangelista

Matteo ne risulterebbe rafforzato,

poiché - dal punto di vista scientifi-co ed astronomico - corretto e rigo-

roso.

Mario Paganini

Giove e Venere nella foto di Marek

Nikodem, la sera del 9 Marzo 2012

Le e-mail ricevute. In sintesi.

Mi sai spiegare perché a Voltana

pare ci sia tanta attenzione per

l’inquinamento prodotto dai ripeti-tori telefonici mentre l’attenzione

per la discarica pare sia molto mo-

desta ?

I ripetitori possono essere rimossi

con poca spesa, mentre una discari-

ca non si è mai visto abbia … traslo-cato !

E perché Hera “paga”, per il

“disagio” prodotto dalla discarica

Riminese, agli abitanti dei terreni

limitrofi, fornendo loro servizi, men-tre nulla dà ai Voltanesi ?

I Voltanesi vedono i camion transi-

tare, ecc. […]

Poi ci sono le micro particelle di-

sperse nell’aria da altri opifici […]

Condivido queste osservazioni. Quelle

non documentate, molto meno.

Mario Paganini

Pagina 8 www.voltanaonline.it

(AGI) - Roma, 4 apr. - "Durante la

fase acuta della recessione, nel

2008-09, la caduta dei redditi fa-

miliari ha raggiunto in Italia il 4%, a fronte di una riduzione del Pil del

6%". Non solo, ma 480 mila fami-

glie hanno dovuto sostenere un fi-

glio senza lavoro. È quanto afferma-

to dal vice direttore generale della

Banca d'Italia, Anna Maria Tarantola

al convegno a Genova 'La famiglia

un pilastro per l'economia del Pae-

se', sottolineando che "nella mag-

gior parte degli altri Paesi avanzati,

il reddito disponibile lordo reale

delle famiglie è invece cresciuto,

nonostante la contrazione del pro-

dotto".

"Nella tarda primavera del 2009,

nel momento di massimo impatto

della crisi sul mercato del lavoro

italiano, circa 480 mila famiglie han-

no sostenuto almeno un figlio convi-

vente che aveva perso il lavoro nei

dodici mesi precedenti", spiega la

Tarantola. "Nel biennio 2008-10 la

quota di famiglie indebitate è dimi-

nuita dal 24 al 21%", ha aggiunto

Tarantola, secondo la quale "tale

andamento è dipeso non solo da

una minore domanda di prestiti, ma

anche da una maggiore selettività

nella concessione dei finanziamenti

da parte degli intermediari finanzia-

ri, che si è riflessa in un aumento

della quota di famiglie che non han-

Allarme di Bankitalia, "crollano i redditi delle famiglie"News AGI no ottenuto, in tutto o in parte, il cre-

dito richiesto (poco più di un quarto

nel 2010, oltre il doppio rispetto agli

anni precedenti la crisi)".

"La crisi ha ampliato il divario tra

la condizione economica e finanzia-

ria dei giovani e quella del resto

della popolazione", ha affermato il

vice direttore generale di Bankita-

lia, specificando che "tra il 2008 e il

2010 la quota di famiglie povere in

base al reddito e alla ricchezza è

cresciuta di di circa 1 punto percen-

tuale per il campione nel suo com-

plesso e di circa 5 punti per le fami-

glie dei giovani".

dal sito www.agi.it

Il paziente al dottore “Non ne posso

più ! Voglio andare in pensione !”

E lui: “Mi dispiace, ma non può

perché lei respira ancora ! ”

“È un ben strano sistema sociale il

nostro. Mancano i soldi per ospeda-

li, pensioni, ricerca, ecc. ma ci sono

per le spese militari !”

“La vita non è … aspettare che

passi la tempesta, ma è … imparare

a ballare sotto la pioggia !”

“Sii sempre come il mare che

infrangendosi contro le rocce trova

sempre la forza di riprovarci .”

Regala un libro alla Biblioteca.

Regala al Centro Sociale “Ca’ Vec-chia” di Voltana l’abbonamento, ad

un giornale o ad un periodico. Sono

...beni strumentali per un punto di

incontro di persone (e di idee) capaci

di dialogare e di lavorare insieme.

In Italia i 10 più ricchi posseg-

gono tanto quanto i 3 milioni di

poveri nostrani. I dati sono tratti da una ricerca di Banca d’Italia.

Milena

ci segnala questa immagine

trovata su Internet

La crisi pesa sui soliti noti che devono rinun-

ciare a pensioni, ammortizzatori sociali, diritti

sul lavoro. I soldi per "il militare" invece ci sono

e non c'è crisi economica che tenga. Un affare

per i privati e uno spreco per le casse pubbli-

che. Monti ha solo ridotto il numero dei caccia

da acquistare: da 131 a 90. Un bello sforzo. […]

Con il sostegno di uno schieramento bipartisan, il primo memorandum

d'intesa venne firmato al Pentagono nel 1998 dal governo D'Alema; il se-condo, nel 2002, dal governo Berlusconi; il terzo, nel 2007, dal governo

Prodi. E nel 2009 è stato di nuovo un governo Berlusconi a deliberare

l'acquisto di 131 caccia che, a onor del vero, era già stato deciso dal go-

verno Prodi. L'Italia partecipa al programma dell'F-35 come partner di

secondo livello, contribuendo allo sviluppo e alla costruzione del caccia.

dal sito www.ilmanifesto.it/

Via libera all’acquisto di 90 caccia F35 “Cristo è risorto ! ”

“Sì, Cristo è veramente risorto ! ”

Espressione di saluto diffusa in Oriente

nei giorni di Pasqua

costeranno 10 miliardi di euro