ViaMare - N. 20 - Maggio '10

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Mensile di portualità, spiagge, sport, trasporti, viaggi e cultura mediterranea € 2,00 Anno VI N.20 2010 - Spedizione in Abb. Post. - 45% - Art. 2 comma 20/b legge 662/96 • C/C post. n. I7233099 N.20 SPECIALE SANT’EFISIO SUL MARE Magica SARDEGNA TRA MARE E MONTI Esclusiva IO UMBERTO PELIZZARI Tanta voglia DI SOLE, MARE E VACANZE ® Cagliari destination city

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Numero 20 del 2010. ViaMare, rivista di mare e...tanto altro. Nelle migliori edicole della Sardegna.

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Giornale di bordo

Giorgio AriuDirettore di Via Mare

QUANDO I RUSSI LANCIAVANO I 500 € APPALLOTTOLATIUn tempo neanche troppo lontano ar-rivavano i russi su in Costa Smeralda piuttosto che a Santa Margherita di Pula. A frotte e al Forte, valigie ricolme di rubli bollenti, si inebriavano di sole, gambelunghe e bollicine. Poi la notte si dilettavano con il lancio degli euro bigliettoni da 500 €., appallottolati e ubriachi, addosso ai camerieri acroba-ti: era il rito delle prime luci dell’alba allo Tsunami, la cool disco più trendy. Un’inondazione di soldi sull’isola fa-mosa dell’ospitalità. Ora gli indicatori la buttano sul pessimismo: meno ven-ti, trenta per cento. Chissà che con le prenotazioni dell’ultim’ora e il rilancio dei sette stelle di Arzachena o gli even-ti intelligenti di Castelsardo, Cagliari e Dorgali non si possa tornare agli anti-

chi fasti. Frattanto ci si organizza sui livelli alti dell’offerta, finalmente col Piano Casa la costa si fa più bella e la Regione rilancia la portualità diffusa e l’abbinamento mare e monti per inter-cettare bagnanti curiosi della nostra identità, delle tradizioni e della filiera dell’accoglienza.

DUE NAVIGATORI ECCELLENTIA PALAZZOSu a Stintino Pietrino Fois, re solo con i piedi nudi sul profumatissimo legno di quella vecchia barca da pesca ridisegnata per fare vela latina; giù, nell’isola di San Pietro Ugo Cappellacci a riabbracciare l’infanzia fatta di pic-cola pesca. Pietrino ha fatto innamo-rare delle sue vele Massimo D’Alema, Mariotto Segni e Claudio Abado, dopo avere collezionato trofei e maglie az-zurre nel globo; il presidente, dal molo di Carloforte, ripensa al water front cagliaritano, alla grande piazza sul mare, alla passeggiata lungomare via Roma-Sant’Elia e ai finanziamen-ti sulla Legge Obiettivo ottenuti da Assessore alle Finanze del capoluogo. Tutti e due, veri amanti del mare, pro-feti della Grande Risorsa in Consiglio Regionale e in Giunta dirottano i pro-fumi della salsedine nelle stanze dei Dibattiti e delle Decisioni per il lan-cio di un Parco Progetti che dia final-mente alla Sardegna i valori aggiunti

dell’insularità. Il macro impegno sulla Louis Vuitton Trophy con la grande vela che approda a La Maddalena, il grande piano “riformatore” sulla por-tualità diffusa, sulla scuola vela, sugli eventi e sulla cultura del mare rilan-ciano l’orgoglio della centralità medi-terranea della nostra terra e rivoltano lo sguardo del Palazzo sui campi rega-ta più fascinosi del mondo.

CAGLIARI, DALLE MILLE TERRAZZESINO A CALAMOSCACagliari pazzescamente bella appena il sole cerca varchi sul cielo più ampio che ci sia, sino al tramonto quando declina rossofuoco verso Santa Gilla accarezzando le piume dei fenicotteri in cricca. Cagliari che ti sballa se te la godi dalle Terrazze di Calamosca e ti sale alle narici il profumo delle rocce e dei ricci che ti intrigavano le gite della San Benedetto infantile. E pensi a tut-ti quei Beni, un tempo demaniali, ora alla disponibilità pubblica che posso-no davvero fare svoltare la città. Le stesse, vecchie caserme di Calamosca, attorno al faro: ne vogliamo parlare, attorno al Monumento degli Addii alla giovinezza, quando da tutta l’Isola i giovani con il foglio precetto approda-vano nella Capitale? Recentemente a Calamosca per un nostalgico ritorno ho accompagnato gli scudettati del Cagliari e le loro compagne. Occhi lu-cidi e nuovi riflessi sul mare.

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Da sinistra: Ugo Cappellacci, Pietrino Fois e Via Mare in sosta a La Guardiola di Castelsardo

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“Cagliari città di destinazione” è il titolo di uno dei recenti studi portati avanti da Confindustria con il supporto di un guru del

settore come Josep Ejarque, presidente della Fourtourism di Torino, una delle più importanti società europee di marketing turistico, nonché consulente del ministro del Turismo Brambilla. Via Mare ha incontrato per questo lo stesso pre-sidente dell’Associazione Industriali della Sarde-gna Meridionale, Alberto Scanu, per conoscere quali progetti e quali proposte sono emersi dagli studi e le ricerche non solo in merito al potenzia-mento dell’attività turistica nel capoluogo sardo, ma in relazione alla valorizzazione di tutto il wa-ter front cagliaritano.

L’incontro ha preso piede proprio dalla delinea-zione delle direzioni che oggi il comparto dovreb-be e sta intraprendendo in vista di un potenzia-mento nel breve e lungo termine. Noi abbiamo individuato quattro grandi aree di in-teresse in questo settore: quella del turismo “short break”, ovvero del fine settimana; quello relativo all’ambito universitario: oltre i target di oltre 19 mila studenti provenienti da tutta la regione, per i quali è necessario organizzare nuove forme di accoglienza come si sta facendo con il progetto del campus, vor-remmo far diventare Cagliari un polo universitario creando nuove opportunità di attrazione anche per chi viene da fuori. Questo sarebbe però l’obiettivo del lungo periodo, per ora sarebbe prima necessa-rio far fronte al primo di questi problemi, risolvendo

CAGLIARI CITTÀ DI DESTINAZIONE

C’È UNO STUDIO DAVVERO INTRIGANTE DELLA CONFINDUSTRIA

ECCO COME METTERE A RISORSA TUTTE LE STRAORDINARIE POTENZIALITÀ

DELLA CITTÀ MEDITERRANEA

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OSPITALITÀ IN TUTTI I SENSI

così anche quello degli affitti in nero. Un altro degli obiettivi è poi quello di sfruttare in misura sem-pre maggiore a Cagliari un’altra fetta del mercato immobiliare, quella costituita dalle persone della terza età del nord Europa che per lunghi periodi prendono residenza nel capoluogo sardo.Che cosa è emerso dagli studi relativi a “Caglia-ri città di destinazione”?Si tratta di uno studio portato alla luce nell’ottobre del 2009, recepito all’interno del piano strategico del capoluogo, attraverso cui abbiamo individua-to punti critici e punti di forza dell’area metropo-litana: far diventare Cagliari città di destinazione significa che i voli low cost non sono gli unici che possono aiutare la crescita del turismo, ma è sem-pre necessario partire da soluzioni di sistema. Un

esempio emblematico degli errori che si commetto-no in Sardegna è il discorso relativo agli aeroporti regionali. Davanti a un problema di Alghero con una compagnia come la Ryanair si sta cercando di farla eliminare anche dall’aeroporto di Caglia-ri, dimostrazione di come davanti alle difficoltà, in Sardegna, si reagisca sempre creandone di nuove. Ecco, noi vogliamo non solo limitare questo genere di iniziative, ma partire proprio dagli elementi di attrazione della nostra città.In che modo?Ciò che emerso con chiarezza è che sebbene Caglia-ri non possa contare su un bene-immagine quali la torre di Pisa o il Colosseo, essa ha quattro risorse di prima scelta: cittadella dei musei, area archeolo-gica di Nora, stagni di Molentargius e Santa Gilla, e

AGLIARI CITTÀ DI DESTINAZIONE

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una spiaggia urbana che non ha riva-li in Europa. Il capoluogo inoltre è da un anno di crisi per il turismo, e non solo, con un +20,5 % di passeggeri in transito nel suo aeroporto, primo per crescita percentuale in Italia. Sono aumentati i posti letto, grazie al boom dei bed and breakfast e all’apertura dell’ostello della gioventù. Potrebbe in questo piano inserirsi

una nuova proposta di utilizzo dei beni dismessi a Cagliari?Certamente. Noi reputiamo che questi beni possano essere destinati ad alcune finalità principali di cui la prima sarebbe proprio di valorizzazione turisti-ca. Sarebbe necessario, infatti, non solo la crescita in termini quantitativi dei servizi di ristorazione ed accoglienza, ma anche qualitativi, rivolta anche a quelli già attualmente esistenti. Naturalmente an-che qui si rivela necessario un piano generale, per-

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ché queste questioni non possono essere affrontate se non si rivedono altre problematiche ad esse stretta-mente legate come quelle del credito e dello snellimento burocratico, vol-te all’agevolazione di nuove attività. Una parte di questi beni deve essere senz’altro destinata, invece, a fina-lità residenziali, commerciali, dire-zionali. La Fiera, per esempio, per il momento ha tre funzioni, quella delle vere e proprie fiere, quella per i congressi, quella per gli eventi. Se ne dovrebbero pensare anche di nuove, per iniziative commerciali ad esempio: un modello valido è quello milanese.Altre due funzioni attribuibili a que-ste strutture sono quella culturale e universitaria: alcuni si potrebbero trasformare in poli universitari spe-cifici come nel settore dell’univer-sità del turismo, o per una facoltà dell’economia del mare. Quali proposte invece in merito al water front cagliaritano?Cagliari dovrebbe lanciare un pro-getto in tutto ciò che riguarda il fronte del mare perché ha una fascia di terra che è affacciata sul mare e che non è utilizzata o utilizzata in modo inappropriato. Mi riferisco a quella che va da Sant’Elia all’area industriale, che è solo parzialmente impegnata nell’economia del mare, intendendo con questo non solo tu-rismo o pesca. È una città che po-trebbe far vivere la gente guardando il mare ma non lo fa. La vista di Ca-gliari da Giorgino, ad esempio, po-trebbe essere sfruttata ma non lo è, così come l’area retroindustriale ri-masta libera. Se si decide che il set-tore logistico è importante si potreb-be predisporlo per l’arrivo di nuove imprese. Si pensi a Tangeri, in Afri-ca, un’area nata ben più tardi della nostra ma già divenuta più grande. Vi si stanno insediando industrie ci-nesi per le agevolazioni che vi tro-vano: il rischio che stiamo correndo è anche che, lasciando che le atti-vità si insedino in altri Paesi, come sta accadendo nel caso dell’Oriente, anche i prezzi delle risorse prodotte continuino ad aumentare a causa delle tasse per farle arrivare da noi.A proposito del settore industria-le, il polo chimico e petrolifero è un delle questioni per cui vi state

battendo maggiormente.Abbiamo individuato nel polo di Sar-roch e Macchiareddu uno dei quattro comparti che la Sardegna deve difen-dere: aziende come Saras, Polime-ri, Air Liquide rappresentano il solo settore in cui sono rimasti inalterati i livelli occupazionali. Altrettanto stia-mo dando rilievo anche al sistema produttivo e logistico dell’Area vasta di Cagliari, alla questione dell’area franca doganale, per la quale stiamo portando avanti una battaglia vicini all’autorità portuale. Ci siamo posti come obiettivo quello di far partire la zona franca entro il 2010. Natural-mente neppure questi sono problemi a sé, perché anche ad essi poi si le-gano altre questioni come il problema delle infrastrutture: sarebbe necessa-rio far capire una volta per tutte che non esiste solo la Sassari-Olbia ma anche la 195, di enorme importanza non solo per l’industria petrolchimica ma anche turistica in quell’area.Tornando al capoluogo, quali con-siderazioni riguardo alla piazza sul mare?Nonostante la contrarietà verso la metropolitana sotterranea - perché ritengo che non abbiamo il problema di un traffico di una simile densi-tà - reputo che sia invece necessaria quella di superficie, che indubbia-mente risolverebbe il problema del collegamento con l’area vasta e dei disagi generati dal pendolarismo. Concordo anche sul progetto della piazza sul mare e sulla realizzazione del tunnel finalizzato alla pedonaliz-zazione di via Roma, che indubbia-mente rappresenta un’alternativa valida alla metropolitana, che a mio avviso risponde più ad una politica del “fare progetti” che non ad un vero e proprio fare, che abbiamo già visto in situazioni come quella creatasi in-torno a La Maddalena, dove i proget-tisti sono stati utilizzati per fare cose che non avevano senso né a livello effettivo né per compatibilità col qua-dro economico.

* Alberto Scanu,Presidente Associazione Industriale

Sardegna Meridionale

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LE PIAZZE SUL MARE«Il tema di “Cagliari capitale del Medi-

terraneo” è un tema su cui ho parti-colarmente insistito si dall’inizio del mandato, affinché insieme alla sua

area vasta anche la nostra città si possa inserire in concorrenza con le città più avanzate che si affacciano sul bacino del Mediterraneo»: queste

le parole con cui il sindaco di Cagliari, Emilio Floris, introduce i recenti piani e progetti volti ad una ben precisa trasformazione del capoluogo sardo: «Il mutamento della città da terziario tradi-zionale a terziario avanzato è dal 2001 obiettivo dell’amministra-zione – ha affermato - mirante non solo alla nascita delle nuove imprese ma volta anche al turismo, per il quale tanto si è fatto in vista della realizzazione di quella Cagliari città turistica».

QUESTO IL PIANO “CAGLIARI CAPITALE NEL MEDITERRANEO”PROGETTATO DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

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SUL MARETanto si è fatto e tanto si continua a fare, vista la recente approvazio-ne all’unanimità dei due Piani inte-grati di sviluppo urbano, noti come PISU, proposti dagli assessori alla Programmazione e Finanze, Antonel-lo Melis, ai Lavori Pubblici, Raffaele Lorrai, e all’Urbanistica, Giovanni Campus: si tratta di Piani finalizza-

ti tanto a migliorare la qualità della vita degli stessi cagliaritani, quan-to ad una riqualificazione di alcune aree con particolare attenzione alla trasformazione turistico- diportistica delle zone portuali urbane e al colle-gamento con la città.“Due sono i Piani fondamentali fino-ra approvati – aggiunge Floris – ma ne esistono tre e forse diventeran-no quattro. Fanno seguito al Piano Strategico della città e rispondono ai piani di progettazione previsti dalla Regione: il concerto con la Regione auspichiamo faccia sì che nella pro-grammazione dei fondi europei ven-gano riservati finanziamenti su pro-getti compresi nel piano strategico. I disegno del grande piano strategico – ricorderei effettuato con l’intervento di 800 persone che hanno collabora-to dall’esterno - dà segno del metodo utilizzato per la Cagliari attuale e del futuro che certamente coinvolgerà la Regione e i suoi fondi per poterla at-tuare”.E già proiettate verso la Cagliari del futuro sono anche le modalità di rea-

lizzazione dei due Piani, soprattutto del secondo, riferito al “nuovo quar-tiere modello Su Stan-gioni”, la zona nord di Cagliari, ancora poco ur-banizzata, che andrà a costituire l’inizio del rap-porto con l’area vasta. Come ha specificato Flo-ris «sarà una zona dota-ta di verde e servizi che rappresenterà l’ingresso della città per chi viene dal nord e verrà costru-ita in maniera tecnolo-gica e molto attrezzata e innovativa soprattutto

per le fonti energetiche. Un quartiere verde ed ecologico insieme che dovrà dare risposta anche tramite l’edilizia agevolata per tutti coloro che vanno a vivere fuori città perché in città non trovano una situazione economica conveniente».Mentre il secondo Piano sembra pen-sato in funzione soprattutto dei più giovani, affinché non siano costretti a spostarsi ancora in periferia incre-mentando i disagi generati dal pen-dolarismo, e finalizzato a costituire un modello sovra-regionale, per il suo

nuovo modo di costruire, fortemente orientato al contenimento dei consu-mi energetici, il primo si rivolge invece ad una delle aree centrali di Cagliari, l’area tra il porto e Sant’Elia, zona nevralgica tanto per la vita cittadina, quanto come interfaccia per l’acco-glienza dei turisti. «Battezzato “Conti-nuità fronte mare tra il molo Ichnusa ed il colle Sant’Elia” sarà suddiviso a sua volta in due Piani: una parte riguarda il collegamento tra la chie-sa di Bonaria e il mare, che si può realizzare con una grande piazza che migliorerà la visibilità, generando un nuovo spazio verde, e risolverà i pro-blemi legati al parcheggio e al traffi-co nella zona dell’attuale piazza dei Centomila e di viale Colombo. Nello specifico, è prevista la rimodellazio-ne funzionale e infrastrutturale del-la piazza Paolo VI e delle aree con-tigue, per creare uno spazio urbano sul fronte mare, la realizzazione di un parcheggio interrato, scavalcamento di viale Colombo, la riqualificazione della pineta di Bonaria e un raccor-do con la grande passeggiata lungo-mare tra via Roma e Borgo Sant’Elia. Il secondo costituirà uno spazio di aggregazione fronte mare anche per poter ricevere imbarcazioni da dipor-to e altro. Da Su Siccu alla Basilica si estenderà un ampio spazio verde. Questo spazio dovrebbe giungere fino al Lazzaretto e realizzare la passeg-giata da Via Roma, dove oltre godere della città portuale si possano inse-rire le attività produttive per creare nuove occupazioni. Lo stesso porto, che sarà destinato a strutture com-merciali e industriali, oggi sta già as-sumendo un nuovo aspetto».È lo stesso sindaco a rimarcare come, per tutte queste ragioni, e per questa particolare proiezione di Cagliari ver-so il turismo e verso il cambiamento in funzione di esso, che anche l’As-sociazione Nazionale Comuni Italiani gli ha attribuito un ruolo di respon-sabilità e rilievo «Quando l’Anci mi ha proposto di interessarmi del turismo attraverso la delega dei Comuni d’Ita-lia ho accettato di buon grado, certo come sono e sono sempre stato che per lo sviluppo dell’Italia e dei sui co-muni il turismo abbia un ruolo pre-ponderante». E proprio in funzione di questo ruolo Emilio Floris ha parteci-pato accanto al ministro del Turismo

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Michele Vittoria Brambilla all’incontro sul tema di “tu-rismo accessibile” presso la Bit di Milano, occasione in cui la stessa Brambilla ha presentato i Manifesto per la promozione del turismo accessibile, volto all’attuazione della convenzione Onu sui diritti delle persone disabili. Per i suo ruolo di delegato Anci, anche Floris ha eviden-ziato come l’Associazione dei Comuni d’Italia sia forte-mente impegnata a sostegno dei principi che vi sono affermati, sostenendo tra l’altro che «l’accessibilità si realizza compiutamente non tanto offrendo alla persona diversamente abile servizi “dedicati” bensì rimuovendo tutti gli ostacoli che non le consentono di fruirne in con-dizioni di effettiva uguaglianza con gli altri turisti».Un’ulteriore conferma dell’impegno di Cagliari nell’am-bito di una cultura dello scambio e dell’ospitalità nel Mediterraneo, arriva anche dall’attività svolta in questi mesi dall’assessorato alla Cultura: anche quest’anno la partecipazione di Cagliari come unica ospite esterna all’appuntamento fieristico parigino “Les Maghreb des livres”, si inserisce pienamente in quel concetto di Ca-gliari capitale nel Mediterraneo portato avanti da Floris che sta portando sempre più il nostro capoluogo all’in-terno di contesti internazionali spiccatamente mediter-ranei. Oltre ai rapporti da sempre intrattenuti con la Corsica, la Francia e la Spagna la posizione geografica di Caglia-ri favorisce, infatti, grazie alla breve distanza, maggiori possibilità di relazione con Paesi del Maghreb, che vede la capitale dell’isola come possibile centro di attrazione, capace di una serie di potenziali e interessanti interlo-cuzioni con il nord Africa. Questo il senso di un’inizia-tiva come quella della Biblioteca Araba nella Mediateca del Mediterraneo, e questo il senso anche di un’altra ini-ziativa cagliaritana come la grande mostra “Vele, Tonni e Scimitarre. Avventure salgariane nel Mar di Sarde-gna”, dedicata ai due romanzi salgariani ambientati in Sardegna. Sarà l’emblematico luogo dell’allestimento, il Lazzaretto Sant’Elia, a creare una sinergia tematica grazie alla pre-senza del Museo delle Torri e dei castelli di Sardegna. Gli ambienti multimediali ispirati alla versione a fumetti del romanzo renderanno la fruizione ancora più coin-volgente per i visitatori, soprattutto in vista della sua funzione didattica, attenta alla “visione” del Mediterra-neo e dei rapporti e scontri tra popoli delle due sponde nell’Italia dei primi anni del Novecento.Un’operazione espositiva, questa, utile anche in riferi-mento al momento attuale, in cui davanti alla contrap-posizione tra il nord e il sud del Mediterraneo, sempre più necessario si rivela sfatare gli aspetti più deteriori di radicati luoghi comuni che ancora oggi ostacolano una pacifica convivenza tra i popoli rivieraschi del bacino.

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Sulla scia del lavoro già avviato dall’assessore Roberto Fron-gia tra il 2000 e il 2004, i tre esponenti del gruppo dei Ri-

formatori, Massimo Fantola, Michele Cossa Pierpaolo Vargiu, hanno scelto di riprendere quel piano per lo svilup-po della portualità turistica troppo a lungo trascurato.Maggiore importanza andrebbe infat-ti riservata a un settore in cui i vicini nel Mediterraneo propongono soluzio-ni sempre più all’avanguardia e che in Sardegna sta invece procurando la perdita di numerose chances in ter-mini di turismo: in ballo vi sarebbe non solo la possibilità di incrementare il turismo estivo e di miglioramento qualitativo, ma anche quella di creare un forte input per il settore della por-tualità fuori stagione. Di grande peso indubbiamente quest’ultima possi-bilità, tanto auspicata per garantire nuova vitalità alle attività industriali e commerciali nei periodi in cui l’im-patto delle presenze sull’isola è ridotto al minimo.Tra le altre ragioni, spicca inoltre la possibilità di un maggiore collega-

mento tra le località di impianto dei nuovi porti e le zone interne, volto a generare sempre nuove possibilità di sviluppo anche per quelle aree non direttamente coinvolte dal l turismo nautico ma alle quali si rivolgerebbe l’opportunità non solo di convogliare nuove risorse, ma anche di maggiore sviluppo per le attività. La scelta degli interventi è prevista na-turalmente intorno a zone strategiche quali quelle di maggiore sofferenza economica, o nelle quali l’imminente dismissione o declino delle attività in-dustriali rende prevedibile la richiesta di nuove sbocchi occupazionali.Anche la Regione all’interno di que-ste prospettive dovrebbe ricoprire un ruolo ben differente dal solito: spet-terà a lei, infatti, l’esame dei progetti presentati dalle varie comunità, e a lei il controllo dell’uso che verrà fatto del territorio, dai sistemi di progettazione delle nuove infrastrutture ai fattori di carattere tecnico, ambientale e pae-saggistico.In riposta alle nuove esigenze del turi-sta sempre più abituato a viaggiare e con sempre maggiori richieste soprat-

RANDE PIANO RIFORMATORE SUI POSTI BARCAGUNtutto nel settore del turismo nautico, il cui status economico e sociale del turista tipo è solitamente medio-alto, la nuova proposta di legge intende creare sotto ogni aspetto le condizio-ni per cui ogni genere di turista possa reperire sull’isola un’offerta di livello elevato in termini tanto quantitativi ( numero di porti, opportuna disloca-zione dei porti, numero di posti barca) quanto qualitativi (attrezzature por-tuali, servizi, esercizi commerciali).Per queste ragioni tra gli obiettivi più immediati emerge quello di incremen-tare l’assistenza tecnica, la presen-za di servizi ricettivi e commerciali a breve distanza dai porti, per andare incontro proprio alla difficoltà di spo-stamento di chi raggiunge l’isola con la propria barca. Il bel clima che ren-de vivibile la Sardegna e il suo mare per la quasi totalità dell’anno, la forte attrazione esercitata dai suoi prodot-ti tipici che ne hanno esteso la fama a livello internazionale farebbero poi tutto il resto. Due gli ordini di inter-vento previsti: il primo finalizzato a recuperare fino a 5000 posti barca grazie alla riqualificazione della nauti-

Pietrino Fois, consigliere regionalee campionissimo anche nella vle latina

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RANDE PIANO RIFORMATORE SUI POSTI BARCAca da diporto, il secondo volto ad istituire fino a 4000 posti barca con la realizzazione di 10 nuove strutture di limitate dimensioni (circa 300-400 posti ciascuna).Il risultato finale sarebbe un si-stema per la nautica da dipor-to costituito da 66 impianti tra pubblici e privati con distanzia media 20 miglia gli uni dagli al-tri: una vera e propria rete capa-ce di garantire quei servizi am-piamente richiesti dal turismo, ma soprattutto capace di costi-tuire il primo concreto contribu-to per quel piano di rinascita che l’isola attende.

CRESCONO LA PARTECIPAZIONEED IL CONFRONTO DI PROGETTI

ATTORNO ALLO SVILUPPO DELLE IMMENSEPOTENZIALITÀ TURISTICHE SULLA PORTUALITÀ

Pietrino Fois, consigliere regionalee campionissimo anche nella vle latina

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LA FIERA SI RIPRENDE IL MARETecnici, economisti, urbanisti

esperti e architetti. Ma non solo. Politici e dirigenti, iso-lani e non. Tutti insieme per

discutere il futuro della Fiera. Il tema? Un restyling completo che permetta a questo quartiere di vivere la sua vici-nanza al mare in maniera più forte. Dal mare, compagno di sempre, i sar-di possono pescare nuove opportunità di lavoro, di crescita e di sviluppo. I progetti? Tre, quelli vincitori, e sen-tendo le loro idee, è impossibile non fantasticare. Lorenzo Cagnoni, pre-sidente della fiera di Rimini esorta i presidenti ad investire senza timore, con la certezza che gli investimenti di oggi si tramuteranno in guadagni futuri. E Raffaele Cercola, presiden-te Associazione Esposizioni e Fiere Italiane, sottolinea l’importanza di mantenere una posizione geografica così centrale e strategica per la vita dell’intera struttura, a dispetto di chi

ha proposto un trasloco.Parla l’architetto Eduard Mijic di Ri-mini, primo classificato.«La nostra Fiera è ampia e spaziosa. Sette padi-glioni, 39 mila metri quadri destina-ti all’esposizione e 1400 parcheggi. Il waterfront riqualificato con la costru-zione di un ponte, che permette l’ac-cesso all’area antistante il mare, e nu-merosi spazi verdi e pubblici, perché la gente abbia la possibilità di stare insieme e una nuova darsena adiacen-te al capannone Verdi». La palla passa a Aldo Vanini, portavoce dei Professio-nisti Associati, primo posto ex aequo, : «Una Fiera da utilizzarsi a 360°, che si colleghi con il mare, attraverso una darsena sottopassante l’asse mediano di scorrimento, che instauri un rap-porto più stretto con la popolazione residente, inserendo spazi pubblici dedicati allo sport e all’università e che sia capace di ospitare numero-si eventi espositivi. Abbiamo pensato

di creare anche un polo congressuale con annesso un ‘albergo, così da mo-vimentare l’economia turistica. L’ab-biamo voluta immaginare con colori allegri e vivaci, anche l’occhio vuole la sua parte».«Una passerella pedonale per arrivare al waterfront, edifici bassi per incenti-vare la vicinanza al mare, una coper-tura in vetro e metallo che ospita cel-lule fotovoltaiche capaci di sviluppare energia ed un fabbricato di uffici in viale Diaz immersi nel verde: questo è l’aspetto pragmatico e moderno che vogliamo dare alla fiera. Gli spazi ver-

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A FIERA SI RIPRENDE IL MARELA CAGLIARI CHE VUOLE CAMBIARE

di ospiteranno specie floreali tipiche di questo territorio, i materiali utiliz-zati saranno prevalentemente trachite e granito e le vetrate, dei led a basso consumo, capaci di ospitare messaggi per la città e colorare il quartiere a se-conda della manifestazione. Moderna e biocompatibile», così descrivono il loro progetto Bernardini e il suo grup-po. Tante ancora le idee e le opinioni autorevoli, tutti hanno voluto dire la loro durante il dibattito. Primo della lista Emilio Floris, sindaco di Cagliari, «La Fiera è Cagliari, è la Sardegna e per il suo territorio deve poter offrire

crescita economica e creare posti di lavoro per i giovani». «Da bambino an-dare alla Fiera era l’occasione per sco-prire cosa ci fosse di nuovo nel mon-do. Oggi la Fiera deve offrire risposte valide alla crisi. I collegamenti con i porti barcellonesi, possono essere un primo passo», apre il dibattito così, Graziano Milia, presidente della Pro-vincia di Cagliari. «La Sardegna deve potersi inserire nei flussi commerciali del mediterraneo. Dobbiamo collabo-rare per creare una rete fieristica effi-ciente e funzionale», riprende Adolfo Urso, viceministro dello sviluppo eco-

nomico, «Ed ancora incentivare il turi-smo, che non può ridursi a pochi mesi all’anno. Tra i progetti deve esserci la volontà di integrare il tessuto cultura-le ed economico della nostra regione con quello di realtà diverse. L’apertu-ra al mare della Fiera in questo sen-so può essere prezioso». Mauro Conti, dirigente dell’autorità portuale di Ca-gliari, dichiara di trovarsi in armonia con l’idea di una Fiera del e nel Medi-terraneo: «Anche noi pensiamo che il quartiere fieristico e il mare debbano collaborare». Gianni Campus, asses-sore all’urbanistica invece paragona

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il quartiere ad un coltellino svizzero: «Un laboratorio, capace di racchiu-dere interessi multipli. Dev’essere un luogo di affari, di commercio di in-contro, di divertimento e perché no di relazioni amorose». «La multifunzio-nalità è vantaggiosa anche in termini di finanziabilità del progetto stesso», specifica Giancarlo Carnelli, project manager bancario,«le diverse struttu-re, come l’albergo, i padiglioni o il cen-tro congressi, possono essere gestite da operatori specializzati che valoriz-

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zandole, facciano piovere sul territo-rio anche flussi economici».«La Fiera non è una struttura di Cagliari, ma dell’intera regione. Questo è un punto di partenza importante anche per ri-uscire a trovare fondi e risorse finan-ziare necessarie al progetto», aggiun-ge Antonio Tilocca, presidente SFIRS . «Sono idee importanti e coraggiose, ora dobbiamo agire senza perdere troppo tempo» esorta Alberto Scanu presidente Confindustria, chiudendo la tavola rotonda. Massimo Fantola,

leader dei Riformatori, ha voluto porre l’accento sulla forte esigenza di cresci-ta della cittadina cagliaritana prima ancora del quartiere fieristico: «La Fie-ra deve potersi inserire in una grande Cagliari, che possa vantare una nuova identità economica, capace di mettere in moto lo sviluppo di un’intera isola». «La Fiera mi piace pensarla così, un luogo dove i sardi si possano conosce-re e riconoscere», spiega Lucia Bayre, assessore ai beni culturali, «Un patri-monio collettivo che si proponga come

luogo di aggregazione e cultura nel rispetto della nostre specificità terri-toriali». Un concerto di idee, alcune azzardate, altre rivoluzionarie ma tut-te immaginano la Fiera come un’oasi di progresso e condivisione, di unione tra terra e mare e di apertura verso civiltà diverse da noi, una Fiera di col-legamento con il resto del mondo.

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L’EROSIONE DEGLI ARENILI DEL SUD-EST

È divenuta ormai familiare, per chiunque percorra la costa sud-orientale da Cagliari, quell’immagine delle onde che si infrangono sul cemento dei muri di re-cinzione delle ville. Così familiare, da dimenticare che

quelle spiagge non sono sempre state così. Anzi, che quelle spiagge un tempo esistevano davvero, perché di vere e proprie spiagge non si può più parlare. Naturalmente a rimetterci non è stato solo il godimento estetico per passanti e bagnanti, ma l’intero equilibrio ambientale di un lungo tratto di terra, ormai preda esclusivamente dell’erosione.Il riferimento, implicito, ma ben noto, è a tutto il percorso che da Margine Rosso conduce a Geremeas, Torre delle Stelle, Vil-lasimius.Basti pensare a Is Mortorius e Capitana, per restare nella zona di Quartu, dove i garage e i rimessaggi di barche sempre più spesso si allagano, perché presi d’assalto dalle onde che un tempo non si avvicinavano minimamente alle ville.Frutto di scelte sbagliate, di una gestione scorretta da parte dei Comuni interessati in quest’area, per questo fenomeno non esistono ancora studi puntuali o piani specifici. L’unica misura – a scapito dei bagnanti – sarà il ricorso al nu-mero chiuso: questo è ciò che si prospetta per Mari Pintau e So-lanas, ma gli stessi problemi stanno iniziando a sorgere anche per Punta Molentis e Porto Sa Ruxi. «Sono aree delicate che non possono più sopportare troppi bagnanti – ha detto il sindaco

VILLASIMIUS IN OVER BOOKING:NUMERO CHIUSO

di Villasimius Tore Sanna – Per questo se non da quest’estate, dal 2011 sceglieremo il numero chiuso».Non è diversa la situazione per la Spiaggia del Riso, un altro tesoro naturale che prima il ma-estrale poi le scelte sbagliate hanno colpito gra-vemente. In questo caso un progetto esiste già e verrà attuato in due fasi: come ha spiegato Franco Vigna, l’ingegnere che ha elaborato il piano, certo «le spiagge, come le ha fatte il buon Dio, gli uomini non sapranno mai farle. Posso-no, però, porre rimedi ai loro stessi errori e ai danni che hanno creato», ed è per questo che le due fasi prevedono prima la sistemazione di barriere subacquee generate con la stessa sab-bia poi quella del rimodella mento della spiaggia «Verrà recuperata una gran parte dei sedimenti che appartenevano alla Spiaggia del Riso che si sono depositati non soltanto sott’acqua a ridos-so del molo di sottoflutto, ma anche e soprat-tutto mischiati all’altra spiaggia confinante con il porto turistico».Si spera che questi rimedi siano solo i primi di una lunga serie e che possano offrire un mo-dello valido per combattere situazioni analoghe.

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ERSO UNA QUOTIDIANITÀ A PIÙ STELLEVCagliari si affaccia sul Medi-

terraneo con lo sguardo de-ciso di chi vuole superare la crisi, forse non solo econo-

mica. Tra chi lavora per fare un passo in avanti c’è anche Ada Lai, Dirigente dell’”Area Servizi al Cittadino” del Co-mune di Cagliari. Capelli biondi, par-lantina veloce e tanta voglia di fare, un’agenda colma di impegni e una tabella di marcia da seguire, minuto per minuto, ecco come Ada organizza il suo lavoro.Cagliari cerca di diventare una città turistica, qual è l’ostacolo più gran-de da superare?«La mentalità. Cagliari, prima di tut-to, deve imparare a sentirsi una città turistica. I cittadini, i commercianti e tutti gli operatori sociali devono acqui-sire una diversa gestione della propria attività commerciale. È stato difficile convincere i commercianti a tenere aperto all’ora di pranzo o far posizio-nare i tavolini dei bar sotto i portici cosicché i turisti si possano godersi lo splendido panorama».L’Area Servizi al Cittadino cosa fa per incentivare il turismo?«Cerchiamo di valorizzare un turi-smo che copra più o meno tutto l’an-no, e non ricada solo ei mesi estivi. Quest’anno abbiamo organizzato di-versi eventi, come il Capodanno, il Carnevale, Pasqua, Sant’Efisio, l’au-tunno del libro e del Jazz, con l’esplici-

to scopo di rendere Cagliari una meta turistica in ogni periodo dell’anno».Il molo Ichnusa è sede di un ter-minal per le crociere. Il turismo da crociera è il futuro di Cagliari?«Oggi il terminal è solo una tappa, ma ci auguriamo che in futuro possa di-ventare un punto di partenza e di ar-rivo. Cagliari accoglie più o meno 100 crociere all’anno, con un flusso turi-stico di rilevanza. Abbiamo raggiunto un accordo con l’Autorità portuale e l’Agenzia delle crociere, impegnando-ci ad offrire un servizio adeguato per i crocieristi. A questo scopo abbiamo concesso nuove autorizzazioni ai pub-blici esercizi, alberghi e B&B, attivato numerosi Infopoint e prolungato gli orari di apertura di musei e negozi».L’ambiente influisce sul turismo? Il connubio tra architettura e turismo quanto conta?«È fondamentale, direi. Stiamo por-tando avanti numerose opere di re-stauro architettoniche,San Remy o il parco “Monte Urpinu” ne sono un esempio, per poter rendere la città più vivibile. Una città restaurata, pulita, dal’aspetto curato e ordinato attira molti più turisti di quanto possa fare un luogo degradato. Ci sono molte cose belle da vedere a Cagliari, ma bi-sogna prendersene cura».La metropolitana leggera, il porto turistico, la passeggiata lungomare, sono tutte idee che cercano di riav-

vicinare Cagliari al suo mare. Che voto da all’operato dell’amministra-zione?«Nove, per le idee, le motivazioni e pro-gettazioni. Sette, per l’informazione e la comunicazione, e sei per la veloci-tà e il decisionismo: dovremmo essere più rapidi».Progetti futuri?«Il lungo mare, la via Roma, il porto, il restauro dei palazzi in centro storico, l’accessibilità di castello e la conver-sione di alcuni edifici, come caserme o carceri, in strutture alberghiere ed ancora la creazione di nuovi centri sportivi. Le idee sono tante: stiamo cercando di costruire una città miglio-re, dove poter vivere una quotidianità qualitativamente superiore».

CAGLIARI MEDITERRANEAL’AREA SERVIZI AL CITTADINO PER UNA CITTÀ PIÙ DINAMICA E ACCOGLIENTE

Ada Lai

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L’OMAGGIO DEL MAREA SANT’EFISIO

L’EMOZIONE ALLE STELLE AL PASSAGGIO DEL COCCHIOAL PORTO POI DA GIORGINO A NORA

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Dal porto riecheggiano le sirene delle navi. È il primo mag-gio, sono circa l’una e mezza del pomeriggio, e questo è il riconoscibile suono delle imbarcazioni che salutano il san-to mentre lascia la città. Più raccolta, e rivolta ai fedeli, è

forse questa seconda parte del corteo che accompagna il cocchio del santo, quella che facendosi itinerante, cede il passo anche alla bellezza del paesaggio costiero e ci conduce agli altri due paesini che a questo santo hanno intitolato le loro chiese: Capoterra e Pula.A partire da Cagliari fino a Giorgino, attraverso la Sulcitana che con-duce alle due cittadine, lo scenario che attende i visitatori è mutevole e suggestivo. La stessa strada che si percorre, nel suo primo tratto, separa due lembi di enorme fascino: da una parte il mare cristallino e le spiagge bianche, dall’altra le colonie di fenicotteri rosa che dipin-

gono lo stagno e le imponenti montagne che lo sovrastano. Non è un caso che la laguna sia diventata, in ogni mese dell’anno, meta privilegiata da numerosissimi appassionati di ornitologia, che armati di binocoli e macchine fotografiche percorrono le pas-seggiate appositamente pensate e si gustano questo panorama piuttosto raro nel resto d’Europa. Dirigendosi verso Sarroch e Pula, i passanti costeggiano le cime di calcari bianchi, scisti, graniti e anditi, e i fitti boschi di sugherete, olivastri, ginepri, e macchia mediterranea varia e colorata, di corbezzoli, lentischi, cisti, asfodeli, ginestre e oleandri, lasciano il posto pian piano ad un paesaggio collinare, caratterizzato da ulivi, viti, barriere di eucalipti e cipressi. Un cammino, quello del corteo del primo maggio, che percorre luoghi emblematici della nostra terra non

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In alto, l’Alter Nos Giorgio Adamo,in alto a destra Francesco Ballero;

sotto, l’Alter Nos Giandomenico Sabiue Stefano Schirru Alter Nos 2010

con il sindaco Emilio Floris

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solo da un punto di vista paesaggistico, ma anche storico per tutta la costa sud-occidentale: testimonianze archeologiche ci suggeriscono la presenza di civiltà in queste zone sin dalle epo-che più antiche, ma soprattutto fanno di queste aree luogo privi-legiato di scambi e incontri con popoli stranieri. Dai ritrovamenti nuragici a quelli punici, fenici e romani, il percorso alle radici della storia isolana raggiunge il suo apice alla tappa conclusiva del cammino del santo, presso la chiesa di Sant’Efisio sulla baia di Nora. Proprio qui, all’arte sacra in stile protoromantico della suggestiva chiesetta risalente all’XI secolo, si accosta quella pa-gana del sito archeologico fondato dai fenici nel IX secolo a.C. che i romani hanno provveduto ad arricchire di mosaici, terme, abitazioni e, soprattutto, col rinomato anfiteatro. Sebbene meno noti, altrettanto degni di menzione risultano i siti incontrati nella precedente sosta del santo. A Capoterra, paesino di origine me-dievale sorto sotto il giudicato cagliaritano, sono presenti due luoghi di particolare interesse storico-artistico: oltre la stessa chiesa campestre di Sant’Efisio, dove si svolgono la messa e i festeggiamenti nel pomeriggio del primo maggio, va ricordata la stessa chiesa di Santa Barbara, ultimata alla fine del XIII secolo, situata tre le omonime montagne ed il torrente. Anche questa è divenuta ormai meta di notevole interesse paesaggistico per

gli amanti del trekking e delle escursioni naturalistiche, vista anche la vicina presenza del sito protetto del WWF, che da anni attira visitatori di tutte le età.Ritornando giù verso il mare, con il passaggio del sa to, si incontrano a ridosso della costa luoghi carichi di fascino come Villa d’Orri, dove ancora troviamo la resi-denza estiva dei Savoia, Sarroch, i cui nuraghi ci sugge-riscono radici piuttosto indietro nel tempo, insieme con le varie tracce di matrice medievale.È qui che, in tarda serata, avviene la tappa conclusiva di questa prima giornata, è qui che bande musicali e devoti accolgono il cocchio per condurlo alla pittoresca chiesa di Santa Vittoria dove il santo trascorre la notte. Solo l’indomani, dopo la tappa di Villa San Pietro, il cammino prosegue per concludersi a Nora, dove le strade inondate di pe-tali di rosa e di devoti attendono i simulacro da deporre nell’omonima chiesa.

Claudia Cao

Il rientro del Santo da Nora

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Antonello Angioni

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Desde el 1657, el primero de mayo se lleva a cabo en la ciudad de Cagliari la feria de san Efisio: un evento extra-

ordinario que reúne a la gente isleña para cumplir un antiguo voto hecho por parte de la Municipalidad al Santo protector.Para entender el significado histórico y religioso de este evento espectacular se necesita ir hacia atrás en el tiem-po, hasta el 1652, cuando en Cerdeña, después de la invasión procedente de Africa, se extendió una devastadora y mortal epidemia: la peste.Se trata de la peste descrita por Man-zoni en “Promessi Sposi” y que, así como cualquier otra cosa, llegó con re-traso a la Isla: probablemente, a través de un barco procediente de Cataluña a Puerto Conte, cerca de Alghero. La enfermedad se extendió como mancha de aceite desde el Norte de la Isla hasta las zonas meridionales, y se calculaba un centenar de muertos al día. Du-rante 4 años, desde el 1652 hasta el 1656, la enfermedad diezmó la pobla-ción. La peste se introdujo en Cagliari en 1655 haciendo del Arzobispo Mon-señor Bernardo La Cabra su primera y más ilustre víctima, y su muerte se mantuvo secreta. La peste siguió deva-stando completamente la ciudad en el verano de 1656, y se calculaban hasta 200 muertos al día. A esta situación tan trágica se contestó con la oración, la única arma que que-daba a la población de Cagliari, venci-da por una enfermedad tan difícil de curar.Así se pidió la intercesión del Santo Mártir Efisio, y se cuenta que su esta-tua quedó expuesta en el altar mayor de la Catedral para la adoración de los fieles desde el comienzo de la trágica aparición de la peste en 1652. Se hizo un voto el 11 de julio de 1652, cuando la ciudad todavía no había sufrido la enfermedad a diferencia de otras zonas de la isla: mejor prevenir que remediar. Cagliari fue declarada oficialmente “in-fectada” el 6 de marzo de 1656.Seguramente la ciudad tenía muy buena relación con el Santo, porque ya en 1548 la administración munici-pal, reconociéndose deudora del San-to, decidió instituir un censo para la celebración de la misa en la iglesia de Stampace: la misma iglesia por donde empieza la procesión5. Todo esto ocur-ría aunque Efisio no estuviera entre

los Santos “reconocidos” por la Iglesia, puesto que algunos dudaron de su hi-storicidad y otros deseaban vehemente conseguir “pruebas”.Pero todo esto resulta inútil porque para aquellos que creen, ninguna prueba es necesaria y para aquéllos que no creen, ninguna cantidad de pruebas es suficiente. Entonces, se toma o se deja.De todas formas, aunque el hecho de remontar la fama de un santo y la de-voción popular pueda fortalecer y ali-mentar el recuerdo, no permite con-seguir la certidumbre de la existencia histórica y tampoco de la antigüedad del culto.No es importante que la tradición sea realidad o leyenda, lo importante es que haya podido llegar hasta nosotros, a lo largo de los siglos, desde que por primera vez el simulacro del santo-guerrillero (que lleva la espada, la co-raza y la palma del martirio) congregó a personas de toda la isla para ofrecer oraciones y agradecer al Santo. Corría el año 1657.Según la tradición Efisio nació en Elia, ciudad de Siria. Se alistó en las tropas del emperador Diocleciano y tras viajar a Italia meridional y a Cerdeña, se con-virtió al cristianismo.Efisio fue llamado a renunciar a la fe cristiana, cosa que se rehusó hacer y fue condenado a muerte. Encerrado en una carcel de la ciudad, una conca-vidad profunda en el barrio de Stam-pace, fue martirizado en Nora, locali-dad en las afueras de Cagliari . Esto ocurrió en el mes de enero del 303.Hay certidumbre de la existencia de una iglesia en Nora dedicada a San Efisio porque en 1089 Costantino, juez de Cagliari, hizo una donación al Mo-nasterio de San Vittore en Marsiglia.Hace justo un año, los pisanos roba-ron las reliquias de San Efisio y de San Potito de la iglesia: asì que podemos comprobar la existencia de un culto relevante.Se menciona a San Efisio en la rela-ción del viaje a Cerdeña del arzobispo de Pisa Federico Visconti en 1263, y también representan al Santo los fre-scos realizados por Spinello Aretino en el Cementerio Monumental de Pisa.Por lo tanto, podemos entender la razón por la cual la población de Ca-gliari, desesperada por la peste, se diri-gió al Santo llena de esperanza.

Se hizo un voto a San Efisio, por par-te de la municipalidad que se confió completamente al Santo desde el co-mienzo de la pestilencia en 1652, de honorar todos los años la gracia que por la intercesión del santo fue donada a la ciudad de Cagliari y a toda Cer-deña, con una solemne procesión que tenía que recorrer, y aún hoy recorre, todas las étapas del martirio del Santo de Cagliari: desde la “cárcel” (que se in-dividuó en la caverna debajo de la igle-sia en Stampace) hasta el lugar de su martirio (la playa en Nora), para volver a su iglesia de Stampace. En mayo de 1657, Efisio liberó de la peste no sólo a la ciudad de Cagliari, sino al resto de Cerdeña también. Por eso, todos los años, diversos pueblos llegan de todas partes de Cerdeña para honrar el voto hecho al Santo.Únicamente en 1917 no se celebró la feria por decisión de la Autoridad en relación a la seguridad pública.El año siguiente, en lugar de los bue-yes para trainar la carroza del Santo estuvieron los veteranos de la primera guerra mundial como agradecimiento al Santo protector.En 1794 se elogió al Santo en junio para evitar tumultos por parte de los ánimos que estaban todavía caldeados después de la expulsión de los genove-ses en el mes de abril.En 1907 a causa de una inundación que provocó un hundimiento en los puentes de la “Scaffa”, la procesión cumplió su recorrido pasando por las orillas de la laguna de Santa Gilla.Esta Procesión se mantuvo incluso de-spués del bombardeo largo y violento en 1943, cuando un puñado de fieles renovaron el voto llevando el simula-cro hasta Nora en una camioneta sin adornos.La ciudad estaba totalmente vacía y parecía un desierto donde el acre olor a muerte y destrucción se confundía con un silencio espectral.Los devotos pusieron la estatua del Santo con la corona y una capa de da-masco rojo en la furgoneta. Y luego, en esta situación tan trágica, algunos fieles pidieron la intercesión del Santo protector de Cagliari, manteniendo la lealtad a aquel voto, (en ese tiempo) re-alizado tres siglos atrás.Desde un punto de vista psicológico y social es muy interesante cuanto Cer-deña, y especialmente Cagliari, en su tradición y en su historia religiosa han

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visto, venerado y amado a San Efisio y en él han reconocido al más meritorio Benefactor, la más bella y fúlgida figu-ra de su historia social y religiosa. Es un culto antiguo pero que sigue siempre renovándose gracias a las emociones colectivas populares.No se considera el Santo una divini-dad, sino parte de la comunidad re-lacionándose con los problemas de la ciudad a través de un diálogo directo. Por eso, la gente de Cagliari le llama simplemente “Efisio”, o mejor, Efixed-du.Para entender mejor el significado de la feria, tenemos que evidenciar el hecho de que después de la segunda guerra mundial, en Cerdeña floreció la literatura popular sobre la figura del Santo. De toda la producción literaria son muy importantes los “is goccius”,

versos en honor de los Santos que se cantan durante algunas manifestacio-nes religiosas.Estos versos, no solo tienen un valor literario, también han permitido tran-smitir los prodigios y la memoria de in-numerables mártires a lo largo de los siglos.“Is goccius” de Efisio, que han llegado hasta nosotros solo en lengua sarda, cuentan toda la vida del Santo y son una representación sagrada de su exi-stencia terrenal.La tradición popular atribuye a San Efisio muchos prodigios.En 1721 corría el rumor de que algu-nos de los partisanos de España (Cer-deña acababa de pasar a manos de los

Savoia) tenían el plan de envenenar pozos y cisternas.El santo se le apareció al virrey para avisarle del peligro. En febrero del 1793, mientras que la flota coman-dada por el almirante Truguet estaba bombardeando Cagliari, Efisio provo-có una tormenta marina que culminó con la derrota de los invasores.Por eso, la municipalidad hizo otro voto al Santo, así que todos los años en Cagliari se tiene otra procesión el Lunes de Pascua. Se lleva por la maña-na el venerado Simulacro de la iglesia de Stampace a la Catedral donde se colocan cuatro velas a su alrededor.Lo que queda del estado de sitio del 1793 son los recuerdos en la memoria ciudadana y una lápida puesta en la iglesia de San Efisio en Stampace que

reza: “Gallici furoris specimina adver-sus Calarim, divanae opis monumenta Sancto Efisio tutelari sacra”.Hoy en día la procesión en mayo es el testimonio de una gracia fuerte y viva, probablemente la más interesante y sugestiva festividad popular de Italia. Durante el mes de mayo, en Cagliari se celebran también los ritos paganos que propician la primavera. En Cer-deña hay una mezcla de elementos mágicos y paganos junto a los símbo-los, ritualidades y creencias de la fe cristiana.En los preciosos vestidos femeninos, rosarios, amuletos, relicarios, ex voto y talismanes conviven y se mezclan ele-mentos significativos de continuidad.

La gente de la isla tiene un sentido religioso profundo y antiguo, cargado de varias sugestiones, una espirituali-dad cristiana pagana que trae origen de las culturas diferentes de los do-minadores del pasado de la isla: feni-cios, romanos, vándalos, bizantinos y españoles. Todas las poblaciones que llegaron a la isla, no sólo llevaron ar-mas y deseos de hegemonía, sino tam-bién costumbres y creencias religiosas.La feria es un evento maravilloso y au-téntico. La procesión es el momento más importante. Desde hace tres siglos expresa la cre-atividad y espiritualidad de la isla y de su gente.El cortejo se abre con las característi-cas “is traccas”, es decir los carros de-corados que caracterizan la ceremonia:

los carros (algunos todavía a rueda llena) tirados por bueyes que se utili-zaban unos cuarenta años atrás como medio de transporte o para las labo-res agrícolas. Proceden de diferentes zonas del Campidano de Cagliari y re-presentan la economía tradicional y la cultura, decorados con mantas hechas a mano, alfombras, flores, productos de la tierra y herramientas.Is traccas son lo que nos queda de una civilidad nómada y representan una especie de “museo viviente” de las tra-diciones agro-pastorales de Cerdeña. Siguen los grupos folclóricos y los ca-balleros que escoltan el simulacro del Santo. Miles de personas desfilan ve-stidas con trajes sardos, y miles de co-

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lores hacen de escenográfico contorno para elogiar el folclore sardo.Los trajes masculinos son muy anti-guos (probablemente resalen a la pre-historia de Cerdeña) y presentan una cierta uniformidad; lo trajes femenino son bastante variados, se diferencian por la zona de procedencia y tal vez por la época y la persona que los lleva.La joyas preciosas que adornan sobre-todo los trajes femeninos tienen origen distinto. En general la joyería de plata es la más antigua.Generosa y entusiástica, unánime y emocionante es la adhesión del pueblo sardo a su más importante y maravil-losa festividad anual, evidenciando la profunda devoción al Santo y el valor étnico y cultural en el ámbito mediter-ráneo.

Efisio (y no solo las cenizas como oc-curió en el Seiciento), volvieron desde Pisa recibiendo en Cerdeña un baño de multitudes.Siguen orgullosos y maravillosos los milicianos vistiendo el uniforme rojo vivo y llevando un arcabuz y un sa-ble. En la procesión no desempeñaban un papel coreográfico, sino tenían que escoltar el Santo hasta llegar a Nora y protegerlo de los peregrinos y de los ataques de piratas y saqueadores.Hoy todavía los milicianos visten la uniforme del seiciento con el gorro y chaleco rojo con los botones dorados, cinturón de piel con decoraciones de seda, pantalones anchos blancos, fal-da y polainas negras.La escolta siguiente se compone de hombre vestidos en frac que recuerdan

partir del 1848 ( después de la unifica-ción), se abolió el virreinato.El alcalde perpetua el voto hizo al san-to por parte de la Municipalidad en 1652.Desfila escoltado por hombres con maza vestidos de librea del Seiciento, y participa en todas las manifestacio-nes desde del 1 de majo hasta el día 4 cuando la carroza del Santo vuelve a su iglesia de Stampace.El Alter Nos viene escoltado por los co-frades de la Guardianía, cuya elección se hace exclusivamente entre los hom-bres de la Archicofradía bajo la invoca-ción de San Efisio Mártir.Los cofrades, vestidos en frac negro, llevan un sombrero de copa y una ven-da azul que rodea la parte de las cade-ras y acompañan al Santo durante los

El etnógrafo Francesco Alziator, dijo en la entrevista: “La armonía de las faldas, de los corsés y de los chales, re-cuerdan una granada abierta. Toda la historia de la Isla está allí, en las cofias naranjas de las prioras de Desulo, en los corsés llenos de oro que llevan las mujeres de Quartu S. Elena, en el rojo vivo de las faldas nupciales, en los pies descalzos de los pescadores de Cabras y más en la noble elegancia de las jo-venes de Tempio que llevan un vestido negro y el griñon de encaje blanco”.La procesión comienza con los caballe-ros del Campidano, delante del Santo, montados a caballo ornados con flores y desfilan desde la solemne edición de 1886, cuando los relicarios de San

los representantes de la Municipalidad que hizo el voto que instituyó la pro-cesión.Después de ellos, sigue el Alter-Nos que lleva una cadena, el toisón de oro: símbolo que fue donado a la ciudad de Cagliari en 1679 por parte de Carlo II rey de España.Después que Cerdeña pasó a manos de los Saboya, el toisón fue sustitui-do por un medallón con la incisión de Vittorio Amedeo II y el símbolo de la Casa Saboya.El Alter Nos era en origen representa-das sobre los dos lados del medallón y tenían una simbología diferente de la actual, antes representaba el vir-rey; hoy representa el alcalde porque a

días del peregrinaje.Entre los de la Guardianía destaca el Tercer Guardián, que tiene la respon-sabilidad de todas las celebraciones del 1° Mayo.En la víspera de la ceremonia, al fi-nal de la misa solemne en la iglesia de Stampace que se celebra el 30 de abril, coloca la estatua del Santo dentro de la carroza. Durante la procesión el Tercer Guardián lleva la bandera de la Archi-cofradía.En la actualidad los miembros de la Archicofradía del Gonfalone son unos cien cincuentas.El primero de majo los cofrades de-sfilan con el traje penitencial, capa blanca , saco de tela azul y el cíngulo

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del que piende el rosario blanco; las cohermanas participan en la procesión vestidas de negro, llevan un velo que cubre la cabeza y el rosario blanco que ciñe las caderas.Junto a ellos, los tocadores de launed-das, los representantes de las Fuerzas Armadas y toda la población.La elegante carroza del XII siglo donde está colocado el Santo, sale de la igle-sia de Stampace a las doce en pun-to del primero de majo, al tocar de las campanas de la iglesia y bajo una llu-via interminable de pétalos. Así empie-za el recorrido del Santo, respaldado por sus fieles hasta el lugar de su mar-tirio en Nora.El momento de la ceremonia de mayor carga emotiva es cuando el simulacro del Santo pasa por la calle Roma, en frente al Palacio del Ayuntamiento, que se convierte por “sa ramadura” (ritual de tirar pétalos en homenaje al Santo) en una alfombra de pétalos colorados.Mientras tanto las launeddas siguen tocando, la música es cada vez más penetrante y se oye el fuerte sonido de la sirenas de los barcos en el puerto.Detrás el yugo de los bueyes, una ma-rea de gente , aunque sea un rato, in-tenta tocar el Santo, pedirle una gracia o rendirle homenaje regalandole una joya preciosa.Ésto es el apoteosis. El significado verdadero de la ceremo-nia es cuando la carroza llega a Giorgi-no, a la iglesia dedicada al Santo, don-de la carroza se sostituye con un carro de campo, más sencillo y sin orpeles accesorios.

También se cambia el traje de San Efi-sio quitando todas las joyas que lleva-ba antes, y la familia Ballero guarda-rà las vestimentas del Santo hasta su vuelta.Llegados a este punto, los pies de-scalzos de las mujeres anónimas, las cuales han hecho voto al Santo para librarse de las secretas angustias, las lágrimas de los viejos artesanos de Stampace y de los pescadores de la Marina se sustituyen a los colores, a los trajes, a los cantos. Estas personas , rezan en silencio con profunda gra-titud.Después de la parada en la iglesia del Giorgino, la procesión sigue adelante: el carro es lo de campo y la estatua del Santo es sin adornos. La razón históri-ca de este “cambio” depende del hecho de que se tenía miedo de los ataques de saqueadores al simulacro y a la car-roza durante el recorrido a lo largo de la costa.La procesión sigue hasta la localidad Su Loi (Capoterra) y en Villa de Orri, donde en la capilla de la familia Manca de Villahermosa se celebra la Misa y se besa el relicario.Después de la bendición se llega a Sar-roch, lugar donde el Santo pasa la no-che en la casa Cossu- Tiddia.Mientras tanto en la parroquía se cele-bra la Misa solemne.El 2 de mayo segundo día de fiesta, la primera parada es en Villa San Pietro donde las calles engalanadas parecen una alfombra de pétalos.A mediodía, el simulacro llega a Pula donde tiene lugar una feria en minia-

tura. Por la tarde la procesión llega a Pula, lugar del martirio.El 3 de mayo sigue el apoteosis: por la mañana se celebran misas solemnes, y luego a través del Tercer Guardían y del Alter-Nos se entrega la limosna y se ofrece el almuerzo a los pobres; por la tarde la procesión sigue a lo largo de la costa y luego vuelve a Pula.El 4 de mayo el itinerario es el mismo y con las mismas paradas hasta la igle-sia en Giorgino, pero en sentido con-trario.Aquí se pone el traje originario al Santo para volver a Cagliari, en frente de la iglesia de Stampace, donde le esperan miles de personas.La feria, después de cuatro días termi-na con la solemne bendición:Efisio se encuentra en Cagliari otra vez.Los cofrades y las cohermanas estan pensando ya en la próxima edición, para que el voto se renove con inmu-table fe.Francesco Alziator, uno de los máxi-mos intérpretes de las tradiciones de Cagliari y de Cerdeña, considera que la feria de San Efisio “es el convenio más folclórico del Mediterráneo”.Efectivamente, la procesión es inigua-lable por el número de las personas y de los pueblos participantes y por la duración.En los últimos años, más de cinco mil personas vestidas en traje sardo pro-cedientes de casi cien localidades de la Isla, participan al evento que repre-senta una ocasión religiosa y folclóri-ca de extraordinaria intensidad : una increible mezcla de siglos y gente que

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encierra en sí misma la identidad etno-histórica de la población sarda.Cerdeña es una tierra donde los cultos antiguo no desaparecen sino que su-fren procesos de adaptación que con-firman la continuidad de las práticas religiosas y de las creencias existentes entre populaciones.Se puede notar la misma continuidad en la vasta producción artesanal: los mismos motivos ornamentales geo-métricos de las cerámicas del período aproximadamente desde el VI milenio a.C. hasta la colonización romana se pueden encontrar en los vasos de As-semini y Oristano, pero también en las alfombras de Mogoro, Samugheo, Uras, Nule , Isili y en otros centros de la Isla.También se encuentran en las arcones de Desulo, Tonara y Aritzo.Estas producciones artesanales son partes integrantes de la feria de San Efisio, y le confieren un importante va-lor etnográfico.El artesanía sarda, en las varias expre-siones , refleja la índole de las popula-ciones, el entorno natural y los aconte-cimientos histórico-culturales.Los sardos aunque acogiendo impul-sos nuevos, son conservadores.Por eso, las técnicas de producción y los estilos de las manufacturas siguen siendo tradicionales y revelan una ex-traordinaria riqueza de fantasía que se expresa en objetos de excepcional bel-leza y originalidad.Cerdeña es una tierra que encierra en los productos de artesanía los signos de una civilidad milenaria y expresa

con naturalidad los lenguajes de for-mas y colores.La identidad cultural ha sido deter-minada a lo largo de los siglos por la continuidad, que tiene connotaciones etnohistóricas y se relaciona con una elevada calidad ambiental.A veces, sobretodo en el interior de la isla, las actividades humanas forman parte del paesaje, entendido como el conjunto de elementos naturales y an-trópicos.La diversidad de Cerdeña destaca también por la extraordenaria varie-dad de cantos y bailes populares.A través del canto percibimos lo que es autóctono, misterioso y oculto y que diferencia a Cerdeña de las otras tier-ras.En la tradición musical sarda destaca uno de los instrumentos más antiguos y folclórico de todo el Mediterráneo, “is launeddas”, que expresa a través de su sonido misterioso el alma de esta tierra y de su gente.La difusión de este instrumento que, como hemos dicho anteriormente, es muy importante en la feria de San Efi-sio, se remonta a la colonización pú-nica como testimonia el bronce del to-cador (estatuillas de bronce), que se encontró en el campo de Ittiri, actual-mente custodiado por el Museo Arque-ológico Nacional de Cagliari.La feria de San Efisio, representa una síntesis maravillosa de la cultura sar-da, y al mismo tiempo es una herencia del pasado, un patrimonio que se ha de preservar para las generaciones fu-turas.

A través de la feria, la espiritualidad de los sardos puede cruzar las barre-ras del tiempo y llega a lo profundo de las cosas, donde la certeza del hombre moderno deja espacio a los miedos an-cestrales de los progenitores.La feria es una herencia importante dejada por los que han vivido en Cer-deña durante estos últimos 352 años: una herencia que no pertenece sólo a los sardos de hoy, sino que merece ser preservada y transmitida, siendo un patrimonio inmortal de la humanidad entera.

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TRE ECCEZIONALI ESPOSIZIONI, PROVENIENTI DALLE COLLEZIONI D’ARTE CAMÙ, CHE ANALIZZANO IL TEMA DEL SACRO. DALLE AFFASCINANTI 130 ILLUSTRAZIONI DEL VECCHIO TESTAMENTO CHE MARC CHAGALL REALIZZÒ FRA IL 1931 E 1966, AL GIGANTE DELL’INCISIONE ALBRECHT DÜRER DI CUI È ESPOSTA LA DOPPIA SERIE DELLA PICCOLA E GRANDE PASSIONE.

ARTESACRAin mostra

IL VEGGENTE DI VITEBSK“MARK CHAGALLE L’ANTICO TESTAMENTO”Cagliari, Centro Comunale d’arte e cultura Il Ghetto

31 marzo - 30 maggio 2010Comune di Cagliari

Assessorato Alla Cultura

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ALBRECH DÜRER“PICCOLA PASSIONE INCISAGRANDE PASSIONE” XILOGRAFICACagliari, Centro Comunale d’arte e cultura Exmà

31 marzo - 30 maggio 2010

FINO A QUELLO CHE È CONSIDERATO IL MAGGIORE ARTISTA RELIGIOSO DEL ‘900 GEORGE ROUAULT CHE NEL MISERERE ET GUERRE AFFRONTA IN MODO PROFONDO E MEDITATO LA TRAGEDIA DELLA GRANDE GUERRA.IN COLLABORAZIONE CON L’ASSESSORATO ALLA CULTURA DEL COMUNE DI CAGLIARI

GEORGES ROUAULT“MISERERE ET GUERRE”Cagliari, Centro Comunale d’arte e cultura Exmà

31 marzo - 30 maggio 2010

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LA MADONNAVENUTA DAL MARE Nessuno ha mai saputo da

dove arrivasse il meravi-glioso Simulacro racchiuso in quella cassa misteriosa,

ma il suo arrivo, nel Marzo del 1370, consacrò la piccola chiesa di Don Al-fonso nella casa di Maria, santuario di Cagliari e della Sardegna intera. “Ha il capo scoperto con la lunga chioma. L’angelico sembiante è di color natu-rale tendente al bruno, di esatte pro-porzioni, maestosa ad un tempo ed amorevole. Dal collo fino ai piedi ve-ste un’ampia e lunga tunica cremisi. Sporge dal manto la mano destra col braccio alquanto disteso; ed il polli-ce è ravvicinato alle altre dita riunite quasi in atto di sostenere una cande-la. Colla sinistra sostiene il Bambino di pari bellezza e nudo, il quale ha i capelli alquanto ricciuti e discrimina-ti sulla fronte, porta nella sinistra un globo, e colla destra è in atto di be-nedire”, così si presenta agli occhi dei cagliaritani, ogni giorno, così l’hanno ammirata in Spagna, in occasione del pellegrinaggio della Madonna a Bar-cellona, sua terra natia, e allo stes-so modo la potranno contemplare a Roma, dove in occasione del capitolo Generale, si recherà in pellegrinaggio con la Comunità dei Padri Mercenari. Un viaggio, che porta il sapore della fede, della tradizione, di un culto mil-

lenario e profondo, sotto le ali protet-trici della sua patrona. L’itinerario è lungo, una settimana, e i fedeli po-tranno partecipare numerosi, la nave traghetto “Moby Aky”, messa a dispo-sizione dall’armatore Vincenzo Onora-to, può contenere a bordo più di due-mila persone. La Moby, che già l’anno scorso in occasione del pellegrinaggio della Madonna verso Barcellona, ave-va partecipato all’organizzazione del tour, quest’anno grazie ad Onorato si ripropone come guida, mettendo a disposizione il mezzo di trasporto e curando il servizio ristorante con le numerose colazioni, pranzi e cene a bordo. Lunedì 3 Maggio, è previsto l’imbarco al porto di Cagliari per le 18:00. Verso le 21:00 la nave lascerà il porto con a bordo i fedeli, il simulacro e tutta l’emozione di un viaggio verso la capitale, come ulteriore ringrazia-mento a Papa Benedetto XIV per esse-re venuto a Cagliari in occasione della chiusura del centenario della procla-mazione della Madonna di Bonaria a Patrona Massima della Sardegna.Martedì 4 Maggio, dopo lo sbarco a Ci-vitavecchia, ci si sposterà ad Ostia. La mattina sarà dedicata al gemellaggio con una chiesa intitolata a N.S di Bo-naria, e nel pomeriggio si incontreran-no la comunità dei sardi residenti nel Lazio. Mercoledì 5 Maggio il simulacro

della Madonna di Bonaria, parteci-perà alla udienza generale con Papa Benedetto XVI, alla quale sarà pre-sente anche l’arcivescovo di Cagliari S.E.Mons. Giuseppe Mani. Giovedì 6 Maggio, Festa del fondatore dell’Or-dine Mercedario, Pietro Nolasco, sarà celebrata la S.Messa presso la basili-ca di San Pietro con i padri mercedari provenienti da tutto il mondo riuniti nel Capitolo Generale e presieduta da S.Sm. Card. Angelo Comastri. Non mancheranno le occasioni di visita-re la città, e ai suoi numerosi luoghi di culto, come la Parrocchia custodi-ta dei Padri Mercedari. Nella notte è prevista la partenza per Olbia, dove la processione del simulacro di chiuderà con la celebrazione della Santa Messa, presieduta da S.E.Mons. Sanguinetti. Sabato 8 Maggio, è il tempo dei saluti, lo sbarco nel porto di Cagliari, chiude-rà il pellegrinaggio, riportando a casi i passeggeri, probabilmente uguali nell’aspetto ma arricchiti nello spiri-to. La fede, lo principio dello scambio, della condivisione e dello stare insie-me saranno il filo conduttore dell’in-tero itinerario, tra il ricordo del pelle-grinaggio in Spagna e l’emozione per una nuova avventura. La Madonna di Bonaria unisce tutti i fedeli sotto un unico abbraccio. L.B.

ANCORA VIA MARE IL TOUR DELLA PATRONA MASSIMA DELLA SARDEGNA

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LA MADONNAVENUTA DAL MARE

“L’uomo e il mare” e questo il tema del prossimo Concorso Foto-grafico 2010, organizzato dalla Wilmar Sailing Center. I requisiti di partecipazione sono semplici: basta una macchina fotografica e una posta elettronica per inviare il proprio elaborato, nessun versamento o contributo, la partecipazione è totalmente gratuita. Le immagini, che dovranno contenere titolo e anno di realizzazione, devono esse-re spedite a Wilmar Charter, tramite messaggistica face book, entro il 31 Luglio 2010. Il premio? Il primo classificato, passerà un’intera giornata sull’imbarcazione “Penny Wil”, con altre tre persone da lui scelte, all inclusive: skipper, hostess e pranzo a buffet. Parte la sele-zione, all’istantanea migliore.

Chi pensa che il mare non può essere chic, di certo non ha mai sen-tito parlare di “Miss and Mister Yacht Club”, quest’anno nell’edizione 2010: il più esclusivo concorso internazionale di bellezza in Europa, l’unico dedicato alla nautica internazionale. La prima tappa a Roma, la prossima? Fano, ma il calendario è lungo e può comprendere qualsiasi località. La manifestazione è davvero imponente, così come il numero dei partecipanti: presentatori, fonici, fotografi, coreo-grafi, responsabili backstage, testimonial tv e, ovviamente le ragazze partecipanti. E per ogni serata, manifesti, cartoline , fasce per titoli nazionali o locali. “Miss and Mister Yacht Club” vive il mare in modo insolito, con una spettacolare uscita a bordo di imbarcazioni magni-fiche, con un rinfresco sul molo davanti al tramonto, un dopocena tra scenari naturali e sfilate di moda. Alcuni lo etichettano come frivolo, altri come glamour, a voi la scelta: ma il nostro mare di Sardegna, potrebbe essere una tappa perfetta. Prende il via la V edizione della settimana velica “1000 Vele per Garibaldi”, edizione 2010.Il 29 Maggio è la data prevista per la prima gara che si svolgerà a

MISS E MISTER YACHT CLUB

MILLE VELE PER GARIBALDIRoma Caprera nello specchio d’acqua tra Fiumara Grande e Fiumicino. La manifestazione è articolata nella regata transtirrenica da Roma a Caprera e in due regate costiere nell’Arcipelago di La Maddalena. Ogni regata avrà una sua classifica e la somma delle tre regate porterà alla classifica in overall. Il premio in overall sarà dedicato alla memoria di Giorgio Casti, fondatore della rivista Bolina e grande appassionato del mondo marino. Inoltre è previsto un premio per l’equipaggio con il miglior piazzamento, in tempo reale, per la transtirrenica Roma Caprera, e quest’ultimo premio sarà invece alla Città di Maddalena. Le notizie relative al bando di regata e alle iscrizioni saranno pubblicate sul sito www.1000velepergaribaldi.it. Roma e La Maddalena unite dalle boe di un campo da regata.

DISEGNARE LA VELALa F.I.V. bandisce per il 2010 un concorso riservato agli alunni della III - IV - V elementare e I - II - III media sulla realizzazione grafica di elaborati aventi per oggetto una delle due Classi veliche ammesse al...la Coppa Primavela : Optimist - Techno 293 . I ragazzi interessati dovranno far pervenire, tramite la propria Scuola, gli elaborati alla FIV - Settore Promozione Immagine Comunicazione - Corte Lambru-schini - Piazza Borgo Pila 40 - 16129 Genova - entro il 30 Aprile 2010. Gli elaborati su fogli da disegno del formato cm 35 x 50, su retro dovranno contenere, il nome e cognome dell’alunno, l’indiriz-zo e telefono e la classe frequentata. Un’apposita Commissione nominata dalla F.I.V., sceglierà fra gli elaborati ricevuti quello che, opportunamente impaginato, sarà adottato come Poster ufficiale della manifestazione.Ai vincitori, che oltre a vedere pubblicato l’elaborato grafico che riporterà il loro nome e quello della Scuola di appartenenza, verrà of-ferto una coppa o targa premio, il viaggio e soggiorno presso l’alber-go indicato dalla FIV, durante lo svolgimento della manifestazione, con i genitori ed un rappresentante della Scuola.Una Targa ricordo sarà anche offerta alla Scuola dell’allievo pre-miato.

TURISMO PORTO-CITTÀCON RAIL TRAVELNasce un nuovo modo di esplorare i tesori delle più belle città italia-ne: sono i pacchetti Rail Travel Italy, pensati su misura per tutti coloro che vogliono mantenere un elevato livello di qualità e di comfort partendo dal porto di Livorno e di Civitavecchia. A bordo delle stesse navi da crociera delle principali compagnie, infatti, i passeggeri possono acquistare un tour sui due treni d’ec-cellenza della Arenaways, il Michelangelo (che percorre la tratta Livorno – Firenze) e il Giulio Cesare (Civitavecchia-Roma) sceglien-do sulla base dei propri interessi quale tipo di percorso effettuare. I pacchetti sono, infatti, svariati e pensati sulla base delle varie facce che queste città possono acquisire: da quello sacro a quello storico fino a quello artistico. Anche i porti di Messina e Palermo saranno inclusi dalla prossima stagione croceristica. Come ha spiegato il Presidente del Gruppo Cambiaso & Risso, Paolo Risso, «In oltre sessant’anni i grandi cambiamenti che hanno portato alla globalizzazione hanno mutato radicalmente anche il mondo dello shipping e di tutti i servizi che ruotano intorno ad esso. In un momento in cui i riflettori sono puntati sul settore dei trasporti sui rotaia – ha aggiunto - sull’alta velocità e sulla cura del passeggero a bordo e a terra per puntare al traffico- business, con gli esclusivi pacchetti Rail Travel Italiy, puntiamo ad estendere un’offerta innova-tiva di qualità e comfort al traffico turistico».

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SU PORTU E IS CASTEDDAIUSCULTURA MEDITERRANEALO STORICO RAPPORTO DEI CAGLIARITANI CON IL PORTO

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SU PORTU E IS CASTEDDAIUSCULTURA MEDITERRANEALO STORICO RAPPORTO DEI CAGLIARITANI CON IL PORTO

S’atra dì m’est acucau de andai a passillai in su portu, chi est sempri istetiu unu logu aggradessiu meda a is casteddaius chi una borta ci andànt po biri e si gosai su movimentu de is navis, de is istrangius e de su muntoni de is novidadis in arribbu. Is

prus fitianus fiant is casteddaius de sa Marina chi biviant propiu acan-ta de su mari; su portu fiat una parti importanti de issus etotu. Fiant medas cussus chi in is dìs bonas de beranu o de s’istadi, prus de totu su dominigu a mengianu, apustis de sa Missa, andànt a pigai s’aria de mari e a ci passai s’ora prim’‘e prandi. Deu chi seu nasciu e biviu in Marina, apu connotu beni custa bella abbitudini; m’arregordu chi su dominigu in su portu ci fiat un’asseliu casi de no crei. Totu si firmàt: is ominis, is gruis, is carrus. E dogna cosa fiat a su postu suu; totu fiat allichidiu. Immoi parit d’essi sempri dominigu. Su portu est totu unu giardinu fro-riu e asseliau, cun pramitzus e atras bellas matisceddas, ma cun pagu movimentu. Is fainas de una borta, a pagu a pagu, funt istetias spe-sadas sempri prus atesu de bia Roma; innoi no arribbat prus ni partit peruna navi, nimancu cussas de sa Tirrenia. Cun is navis funt spares-sius is gruis puru, artas e mannas, is autocarrus sempri carrigus, is atrupeglius sentz’‘e pasidu de sa mech’‘e genti chi donnia dì traballàt ingunis. De diora fiant sparessius is carrus a cuaddu o a molenti e prus de totu is bastascius chi teniant palas ladas e fortis e tanta simpatia. Su portu est cambiau meda e iat a parri chi in su tempus benidori at a tenni po destinatzioni, a su mancu sa parti prus acanta a sa tzita-di, sceti su turismu. S’annu passau c’est istetia un’amosta de barcas mannas e piticas chi ant fatu sonnai sa surr’‘e genti chi est andada a dda visitai. In su tempus passau su portu fiat tot’atra cosa. Fiat ancora permitiu de fai is bagnus e is acabussonis. Su mellus logu fiat su mollu de levanti. Is prus atrivius acabussànt a deretura de apitzus de su faru, aundi su fundali fiat artu meda. Is atrus s’acuntentànt de sa banchina. Medas donànt sa preferentzia a is iscollius, a foras de su mollu. Calincunu s’arriscàt de nadai partendi de su mollu de levanti po arribbai a cussu de ponenti. Ci fiant puru is piscadoris de cotzas e de indàtili de mari chi andànt a ddus pigai in fund’‘e su mari. Una presentzia chi non mancàt mai in su portu casteddaiu est sempr’ istetia cussa de is piscadoris cun sa lentza, setzius in sa banchina. Te-niant acanta su botixeddu cun s’esca pronta, prus de totu sa tremulig-gia, e in d’unu cadineddu poniant su pisci piscau. Aturànt ingunis oras i oras aguantendi cun is didus sa lentza e prontus a dda tirai de pressi candu intendiant chi su pisci iat bicau. No boliant nemus in mesu a is peis. Si calincunu po curiosidadi s’acostàt ddis pigàt su nervosu, arre-spundiant sceti a zunchius. Agguai, apoi, si ddis domandast comenti fiat andendi sa pisca. Intzandus, mancai candu sa domanda dd’ iat posta unu meda prus giovunu de issus, ddu stesiànt a fueddus malus i a izterrius, comenti nai “baidindi, no mi seghis sa matza”. Candu is Romanus fiant is meris de Casteddu e in s’ Edad‘’e mesu puru, s’incontrada acant’ ‘e su portu aundi s’est formau s’apenditziu de sa Marina, teniat po nomini Bagnaria. Custu est unu nomini chi torrat

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medas bortas in is tzitadis de mari; benit de su fueddu latinu balnearius chi boliat nai logu in s’aqua aundi fiat possibili nadai. Doncas is casteddaius de cuddu tempus antigu faiant is bagnus ingunis. Is Romanus iant postu su portu in d’un’atra parti, a Sant’Igia. Apoi, in su 1257, funt arribbaus is Pisanus chi iant sculau donnia cosa. Iant sciusciau Sant’Igia, costruiu sa tzitadi noa aundi oi s’agatat Ca-stedd’‘e susu e spostau su portu a Bagnaria. Ma a pagu a pagu su fueddu Bagnaria est sparessiu; cuddu logu dd’ant tzerriau La Pola chi bolit nai palitzada, a defensa de su por-tu. E propiu ingunis is Pisanus iant costruiu is muraglionis, chi no permitiant prus a is casteddaius de fai is bagnus. Sceti candu, in sa segunda metadi de s’Otuxentus, ant sdor-rocau cuddus muraglionis poita no serbiant prus a defendi sa tzitadi, is casteddaius ant pigau torra s’abbitudini de fai is bagnus in su portu. Intzandus Giorginu e su Poettu no ddus connosciat ancora nemus. Custa usant-zia est abarrada fintzas a is annus Cincanta e Sessanta de su seculu passau, candu i ba-gnus aintr’‘e su portu funt istetius proibius po sempri. C’est una bella poesia de Luiginu Cocco, in-titulada “Su Portu”, chi contat su tempus de is annus Dexi e Binti. Intzandus fiat per-mitiu acabussai in su portu, totu a ingiriu de is mollus e de is banchinas. Is piciocheddus fiant bravus nadadoris e si spassiànt a andai a fundu meda e a ndi torrai a bessiri a pil-lu prexaus e cuntentus. Sa genti si firmàt po ddus castiai e is izzius de is biddas ghettanta a s’aqua soddus e arrialeddus po biri cussus piciocheddus chi ddus arregolliant cun is dentis. Issus, a bucc’ oberta castiendi, is de-monius de mari si narànta. Apustis, comenti arrgordat sempri Luiginu Cocco in sa poesia etotu, po mori de sa gherra e po no permiti a is ladronis de furai sa papin’ americana e is atras cosas, ci anti fattu cussu serrallieddu. Iant serrau su portu casi fessit unu campu de cuncentramentu. Is casteddaius po meda tempus funt bivius cun su disigiu de torrai a biri a su mancus sa banchina. Luiginu, chi fiat beffianu ma unu pagheddu sfaciu puru, ponit in claru chi in su mentris chi su port’ obertu si dd’ anti serrau, ant obertu is portas de…casinu!Immoi in su portu ci podis intrai comenti e candu bolis poita mancumalis ant bogau de mesu cussu serrallieddu chi fiat legiu sceti a ddu biri. Ma no est prus permitiu de ci acabus-sai a mari; s’aqua est bruta e povintzas is pi-scis si nd’aturant a largu. E puru a cumentzai de is primus annus de su Noixentus e fintzas a is annus Cincanta, candu, po si cumprendi mellus, no ci fiant ancora is piscinas de oi, is nadadoris teniant su campu a mari po is ga-ras propiu aintr’e su portu: a primu in sa ban-

china de sa Sanidadi e agoa in sa darsana, aund’ immoi c’est sa sotziedadi de is pilotus. Meda genti acurriat po ddus biri andai a tri-vas de pari. De cuddu tempus funt abarradas is fotografias povintzas de is partidas in mari cun sa bocia e de is acabussadoris cirdinus in is bolidus de ispantu. In su 1921 c’est iste-tia sa prima Cagliari-Poetto cun sa partentzia in su mollu de levanti, sempri aintr’e su portu, e s’arribbu a su Lido. Dd’iat bincia Luigi Bar-gone unu bastasciu ’e portu chi po lompi c’iat postu tresi oras e tresi cuartus. In su portu ci fiant puru atras atividadis isportivas comenti cudda de andai a vela e cussa de tocai de arremu cun is barchitas lebias; oi funt totus a

Su Siccu e a Marina Piccola.M’arregordu is brullas puru: intr’‘e amigus ci fiat sa moda de pigai a sa fidada is manus e is peis de calincunu e de ddi fai sa valigia, est a nai de ci ddu ghetai a mari cartzau e bistiu. Unu merì c’iant fuliau a mari povintzas sa pulima chi fiat nendi cosa a una pariga de piciocheddus sbregungius chi ci fiant acabus-

saus totus spollincus. Atra brulla timia meda fiat cussa de fai sparessi a chini fiat fendi su bagnu in mari is cartzonis e is butinus las-saus in sa banchina. A custu no abarrat atr’ iscera de torrai a domu in mudandas e scurt-zu e de ci perdi sa faci cun totu su bixinau. Su spassiu mannu po chini giogàt sa brulla fiat de intendi cussu poberitu aboxinendi e frastimendi contras a totus, mamas e sorris is primas.Ma in su portu is casteddaius amostant an-cora oi sa fidi insoru. Donnia annu s’istatua de N. S. de Bonaria nci calat a mari cun duas processionis: su 24 de arbili e su primu domi-nigu de su mesi de argiolas. Bessit de sa cre-

sia i arribbat in su portu aundi una navi dda portat a fai unu giru aintr’‘e su portu etotu. Atras barcas e navixeddas dda sighint fendi una filera longa. Apoi passat un’ariopranu chi ghetat in mari una corona de lau po arregor-dai totus cussus chi, scedaus, funt mortus in su mari. Sa processioni, intzandus, torrat agoa, a terra. S’istatua est iscarrigada de sa

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navi e torrada a sa cresia. Sa processioni de s’istadi dd’iant bofia, in su 1866, is sordaus sardus po ringratziai N. S. de Bonaria de ddus essi torraus sanus e salvus de sa tertza gher-ra de s’Indipendentzia. Su segundu domini-gu de maiu bessit in mari s’istatua de Santu Franciscu de Paola puru, cun d’un’atra bella processioni de medas barchitas e pren’‘e genti.Su portu de Casteddu est sempr’ istetiu, e aici at a essi, una genna manna oberta in su mari. Custu podit fai cumprendi poita is ca-steddaius donant grandu atentzioni a is arrib-bus importantis, de dogna calidadi. Ant pre-nu su portu po biri is rechiglias de Sant’Efis

torrendi de Pisa, su rei d’Italia e is fillus, sa reina Elisabetta, su Presidenti de sa Reprub-bica Gronchi, is bicicletas de su Giru d’Italia, is alpinus, su Circu Togni, s’Amerigu Vespuc-ci, is navis militaris e in atras medas bortas. In su tempus benidori su portu turisticu e bia Roma ant a essi tot’una pratza: de seguru unu schissiu stravanau po is casteddaius.

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Il mio mondoIl mio mondoTRA CALAGONONE E VILLASIMIUSTRA CALAGONONE E VILLASIMIUS

Se dovessimo scegliere un colore per descriver-lo, il blu sarebbe quello più adatto. Blu come l’oceano, come i profondi abissi da cui riemer-ge dopo ogni immersione, «Non si scende in ap-

nea per vedere, ma per guardarsi dentro», ecco la filoso-fia di Umberto Pelizzari, recordman al mondo. Un metro e ottantanove di altezza, 7,9 litri di capacità polmonare e 84 kg di peso, si divide tra Parma, dove vive con la mo-glie, S. Teresa di Gallura, dove ha la residenza, e Roma dove attualmente registra le nuove puntate dello Show dei Record, tra un impegno e l’altro Umberto trova qual-che minuti per raccontarsi.Sembra che stare fuori dall’acqua per te non sia faci-le. Cosa ricordi della tua prima volta in vasca? «Sono nato a Busto Arsizio, in provincia di Varese e lì il mare non si vedeva tanto spesso. Mi divertivo a fare una

vasca, poi una vasca e mezza, a trattenere il respiro sott’acqua, ma quella disciplina non mi rappresen-tava. Dopo aver discusso la tesi, sono andato a Li-vorno, dove ho potuto coltivare la mia passione per l’apnea: gli allenamenti e la precedente preparazio-ne sono stati di grande aiuto. Un passaggio quasi naturale».Fisico, respirazione e allenamenti sono importanti. Ma la testa quanto conta in uno sport come questo?«Tanto, quasi tutto. Quando sei a 150 metri di profon-dità devi imparare a gestire il tuo corpo, assecondar-ne le reazioni e sconfiggere le paure. In piscina basta voltare il viso per poter respirare, in mare aperto non è la stessa cosa, e il tuo corpo lo sente. Io mi alleno utilizzando tecniche di respirazione yoga e di training autogeno per restare concentrato».

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Il mio mondoIl mio mondoTRA CALAGONONE E VILLASIMIUSTRA CALAGONONE E VILLASIMIUS

Fuori dall’acqua sei sempre così cal-mo?«Diciamo che certi allenamenti plasma-no il tuo carattere a prescindere di dove ti trovi. Ma capita anche a me di arrab-biarmi o perdere le staffe».La Sardegna è stata lo scenario di numerosi successi personali. Che rap-porto conservi con la nostra isola?«A Cala Gonone, ho conquistato il re-cord mondiale di immersione in apnea e a Villasimius, ho ottenuto quattro re-cord mondiali, in due anni diversi: un periodo indimenticabile. Così ho cono-sciuto la Sardegna, con le sue coste, con le sue condizioni meteo marine

buone, ma anche con il suo clima tanto ostile da rendere impossibile ogni tipo di allenamento, e poi con la sua gente a riva a fare il tifo per me. Mi ha col-pito e ci sono rimasto attaccato, prima trascorrevo l’intero inverno a S. Teresa di Gallura, ma oggi la mia famiglia è a Parma». A proposito di famiglia. Tua moglie come vive i suoi continui viaggi?«Bene, è sempre stata consapevole della vita frenetica e dei continui spo-stamenti che devo fare per lavoro. Del resto quando l’ho incontrata, il mare faceva già parte della mia vita. Cerco di tornare più spesso, e quando sono a

casa, mi dedico solo a mia moglie e a i miei figli». Da record Man a Show Man. Mi rac-conti il tuo ingresso in tv?«Sono stato contattato dalla direzione di Rai Due, per condurre Sai Perché, poi nel 2002 la Mediaset mi ha proposto Lo Show dei Record. Quest’anno affian-cherò Paola Perego in sette puntate. Ho sempre collaborato a produzioni televi-sive, con documentari e piccoli corto-metraggi. Mi diverte stare davanti alle telecamere, soprattutto in programmi all’aperto, dove posso stare a contatto con la natura e scendere sott’ acqua, il mio elemento naturale».

ESCLUSIVAINCONTRO CON UMBERTO PELIZZARI

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UNA VITA SENZA LIMITIFin da ragazzo, la mia grande passione per il mare e per la

pesca subacquea aveva un solo mito: Raimondo Bucher. Seguivo sulla stampa specializzata le sue avventurose im-prese e mai avrei pensato di arrivare a conoscerlo e con-

quistare la sua amicizia.Lo conobbi in occasione del suo ricovero nella camera iperbarica della Marina Militare di Cagliari nel 1971, per curare la sua prima e unica embolia. Ci salutammo con grande gioia quando, ristabi-litosi, lasciò l’ospedale militare con la promessa che sarei andato a trovarlo per immergermi con lui nel mare di Santa Teresa di Gal-lura.È, per me, difficile scrivere di lui, scomparso all’età di 96 anni, sen-za correre il rischio di scadere nello scontato e senza formulare giudizi, in ogni caso riduttivi della sua personalità. Quando penso a lui, scorrono nella mia memoria – giacché molte sono state vissute da me direttamente – le immagini legate ai suoi incredibili e nume-rosi successi, che spaziano negli elementi della Natura. Un uomo eccelle in una particolare attività, ma generalmente solo in quella. Raimondo è stato l’eccezione che conferma la regola: scalatore (parete est del Thurvieser mt. 3648), pilota d’aerei da

caccia e comandante della pattuglia acrobatica, medaglia d’oro al valore atletico, medaglia d’argen-to e di bronzo al valor militare, recordman d’immer-sione in apnea (titolo mondiale mt.- 39 nel 1952) allorquando i medici asserivano che non avrebbe potuto superare il limite di 30 metri oltre il quale sarebbe andato incontro a sicura morte per schiac-ciamento. Affascinato dalla natura in tutti i suoi elementi, coltivò la passione per la fotografia e la cinematografia raccogliendo un numero enorme di immagini e di filmati di eccezionale bellezza e di interesse scientifico. scompare lui un uomo con la maiuscola, un grande sportivo nella accezione più autentica dell’espressione, un gentiluomo dallo sguardo burbero, ma solo in apparenza che sape-va offrire di sé un’immagine della coerenza contro ogni compromesso, animato, in ogni sua azione compiuta, da irreprensibili principi tra i quali signifi-cativamente il valore della vita, della natura e delle sue leggi e di tutti gli esseri viventi che rappresen-tano la vera armonia dell’universo. Grazie Raimon-do per essere nato e per avermi dato il privilegio di conoscerti e di frequentarti. Citare al termine di queste mie poche righe, la sua amata Luciana non solo per me è d’obbligo ma anche piacere, giacché ella rappresenta ancor oggi e sempre più, l’attesta-to d’amore, di condivisione delle stesse passioni che hanno contraddistinto la loro lunga esistenza, sia nei momenti di gioia che di dolore, con i qua-li hanno convissuto, felice di essere insieme e di amarsi, accompagnandolo nel su lungo cammino sino al termine della sua avventura terrena.

RAIMONDO BUCHERTRA TERRA CIELO E MARE

Sassari 100.700 - Cagliari 103.400 - Oristano 102.600 - Olbia 103.40042

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UNA VITA SENZA LIMITI

Sassari 100.700 - Cagliari 103.400 - Oristano 102.600 - Olbia 103.400

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IL MONDOin una tavolaPiero Sacchetto, classe 1963, parlantina sciolta,

viso abbronzato e in testa un solo amore: quel-lo per la tavola da surf. Lui la passione per le onde, da domare con la tavola l’ha conosciuta

da giovane. La prima volta in acqua? A San Teodoro. Reo fu Toto Pilursu, che con la sua scuola di windsurfing, lo ha seguito sin dai primi passi, e da allora non ha più smesso, correva il 1980. La Sardegna ha questo potere, quello di affascinare il visitatore con i suoi flutti regolari, con il suo vento perfetto per stare in acqua, con le sue numerose spot (in gergo spiagge dove si può pratica-re il surf). «Facciamo parte di una tribù», mi dice Piero, «non importa se ci ritroviamo in Polinesia, Brasile o nelle Barbados, alla fine ci conosciamo tutti, e come stare in una grande famiglia. Il bello del Surf è proprio questo: conoscere altri surfisti, capire cosa ci lega e scoprire un

mondo totalmente diverso da quello a cui sei abituato». Il ricordo più emozionante che ti lega la surf?«Hawaii, 1989, primo raduno da surfista nell’Isola di Maui. Il primo vero viaggio da surfista, mi sono sentito parte di un nuo-vo mondo. È come il musulmano che visita per la prima volta la Mecca: ti senti speciale».Come mai ti sei fermato a Cagliari?«Qui ho la mia famiglia e sono affiliato al Winsursing Club di Cagliari. Dopo aver girato tanto posso affermare che Cagliari è una fra le città che meglio si adatta a questo tipo di sport: il vento è buono, le strutture adatte numerose, e il comune e la Regione si dimostrano interessate a questo tipo di sport. Pur-troppo le condizioni atmosferiche fuori dall’acqua non sempre sono amene e gli spettatori di conseguenza non sono mol-to numerosi, stare a riva al freddo non è l’ideale per gustare un’esibizione».

MAUI, BARBADOS, BRASILE, POLINESIA, POETTOP

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IL MONDOin una tavola

Che tipo di preparazione serve per stare sulla tavola?«La pratica è la cosa migliore, uscire in mare tutti i giorni, conoscerlo a fon-do ed avere confidenza con la tavola. Non ci sono dei veri e propri allena-menti, per stare in forma dal punto di vista atletico ogni surfista sceglie uno sport di nicchia come il nuoto o la pa-lestra. Il discorso cambia, se si pratica la Formula, una particolare categoria, che ti mette a confronto con una vela di 12 metri quadri, qui la preparazio-ne deve essere costante e seria». E quella mentale? Quale caratteri-stica spicca nel surf più delle altre?

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«Lo spirito di sacrificio, in tutti i sensi. Stare in acqua con la neve, con il vento tanto gelido da non sentire più le mani, non è sempre piacevole. E anche dal punto di vista economico è uno sport abbastanza dispendioso, l’aiuto dei genitori soprattutto quando sei giovane diventa fondamentale». Dopo il surf è nata la passione per la fotografia. Quale scatto in particolare ti è rimasto impresso?«All’inizio era solo un modo per guadagnare qualche soldo, un mezzo per viaggiare, poi è diventata una vera passione. Ho foto-grafato atleti come Alessandra Sensini e Roberto Tavazzi, e tanti altri di livello mondiale, così mi sono creato una certa fama. Ogni foto ha una storia: alcune mi costano fatica e ore di attesa, come quella scattata in sud Africa a Sergio Cantagalli. Un tede-sco mi ha travolto in mare procurandomi una lacerazione, sono rimasto ad aspettare la mossa giusta per ore mentre perdevo sangue, un rischio non indifferente in un mare infestato dagli squali. Il mio obbiettivo è quello di comunicare a chi guarda,

la stessa emozione di quando scatto la foto, ogni immagine è un ricordo, una storia, un pezzo di vita».Se dovessi scegliere tra surf e obbiet-tivo, cosa preferiresti?«Non c’è dubbio: il surf. Fotografare gli altri richiede un sacrificio troppo grande per me, quello di stare fuori dall’acqua con un obbiettivo in mano. Esco tutti i giorni in mare, mi sento parte di questo mondo ,in un modo quasi viscerale e non potrei rinunciarvi. Starò sul surf fin quando potrò farlo».Sacrificio, sentimento e spirito di adat-tamento ecco le tre “S” della tribù dei surfisti. L.B.

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quella voltache in spagnaC’è, invece, chi il surf l’ha visto prima in

famiglia, magari dal papà che ha se-guito da sempre nei vari raduni, con-test e manifestazioni. È il caso di Ni-

colò Begalli, che ha seguito le orme del padre Marco Begalli e ora, a soli 12 anni, si affaccia a questo nuovo mondo. Occhietto visto e capelli biondi, Nicolò racconta i suoi recenti esordi tra le onde, i suoi primi allenamenti, la sua passio-ne per il mare. «Ero in Spagna, a Santa Pola, per seguire la regata a cui partecipava mio pa-dre e mentre ammiravo la gara dalla spiaggia, ho capito che quello sport doveva essere an-che il mio. Tornato in Italia, ho iniziato subito gli allenamenti, a Ladispoli. Prima a riva ho impa-rato a stare in equilibrio sulla tavola, poi in ac-qua le prime mosse, virare, poggiare (virare a favore del vento), orzare (virare contro il vento)ed infine piano piano ho preso confidenza con

la tavola ma soprattutto con il vento e con il mare. Oggi mi alleno regolarmen-te, nonostante tutti gli impegni scolasti-ci ma non solo, riesco a trovare sempre un po’ di tempo per entrare in acqua. Farti trasportare dal vento, sentire la brezza fra i capelli quando sei sulla ta-vola è una sensazione troppo forte per poterla descrivere a parole. Il periodo di pasqua mi sono allenato anche al Po-etto, lì un po’ di vento lo trovi sempre, quindi puoi uscire in mare spesso. Inol-tre il Winsurfing Club di Cagliari mette a disposizione un gommone per chi de-cide di uscire in mare, offrendogli così la sicurezza di non trovarsi mai solo in caso di difficoltà. La sicurezza è molto importante». Il futuro, sembra colorarsi di azzurro mare anche per Nicolò.

NICOLÒ BEGALLI DA LADISPOLI AL POETTOP

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gli under15del windsurfingChi pensa che il Windsurfing, classe 293, sia uno sport da

adulti non ha conosciuto Marta Maggetti (già campionessa europea), Michele Cittadini, Mattia Onali, Andrea Schirru ed Elena Vacca, atleti della categoria Under 15. Le condizio-

ne meteo, difficili per mettersi in barca, hanno annullato sette del-le nove prove previste, ma nulla hanno potuto contro il loro talento. Vento molto, forse troppo, leggero nella prima regata e vento forte, quasi al limite,nella seconda, hanno messo a dura prova le abilità dei ragazzi: le virate diventano problematiche quando il vento non ti è amico. E possiamo solo immaginare quanto contino, in questo sport, la velocità e la rapidità nella lotta contro lo scorrere incessante

del tempo: se il parziale di un secondo e un quarto, vale un quarto posto per Mattia, quelli di Marta, che porta a casa il primo e Miche-le che esce dall’acqua con un secondo e terzo posto, non devono essere molto alti. E poi c’è Mattia Camboni, campione europeo, che si classifica nei primi sei, insieme ad Andrea, che svantaggiato dal vento forte, conquista il quinto posto. Elena, grande amica di Marta, arriva sesta, ma seconda delle donne. Così il team guidato da Mauro Covre, continua la serie positiva iniziata nel 2009. «Stiamo costruen-do le basi di una squadra che possa regatare nella classe olimpica», confessa il coach. Qualche volta i giovani ci ricordano che l’impegno e la fatica trovano ricompensa, e questa volta è una di quelle.

LA BANDA COVRE

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gli under15

TIRRENIA, TROPPI DEBITIAncora tanta la perplessità in merito all’acquisto della Tirrenia: i sindacati richiedono scelte lungimiranti per l’occupazione e non con-dividono appieno la possibilità dell’acquisto da parte di una singola azienda. La data conclusiva delle procedure è prevista per il 30 settembre e sono ancora tante le questioni aperte. A cominciare dai numeri: 650 sono i milioni di debiti e 850 milioni il valore della com-pagnia. Dati che rendono auspicabile «che ad aggiudicarsi l’acquisto sia uno dei fondi di investimento anche internazionali che hanno presentato interesse» come ha sottolineato il segretario nazionale della Uil Trasporti, Giuseppe Caronia.Un’altra delle preoccupazioni è che le altre compagnie ammesse alla procedura non abbiano un vero intendimento a comprare ma solo di «controllare lo stato della compagnia pubblica», ha aggiun-to Caronia, che inoltre mette in evidenza il peso del confronto tra sindacato e azienda in merito ai livelli occupazionali: «Sui tagli al personale sono ottimista: la convenzione prevista è lunga e con un accordo con le regionali si potrebbe trovare la soluzione».

Che la Costa Smeralda sia la zona più rinomata e conosciuta di tutta l’isola è ormai una certezza. Ma che anche tutte le altre aree ancora poco note stiano iniziando a diffondere la propria fama all’estero è una recente novità: questo è ciò che hanno voluto realizzare, infatti, le delegazioni di Oristano e dell’Ogliastra attraverso un incontro in Svezia, in cui hanno messo in luce le molteplici possibilità di viaggio e di vacanza offerte anche dalle realtà isolane di minore notorietà. «Nelle nostre province – ha spiegato Mario Matta, l’assessore al Turismo di Oristano - ci sono angoli di territorio altrettanto incante-voli, ma spesso ignorati anche dai tour operator. A colpire gli ope-ratori turistici svedesi le ipotesi di viaggio incentrate sulla scoperta dell’ambiente e del territorio, con uno sguardo alla storia, alla cultura e - perché no? - anche alla cucina».Ed è proprio così: «gli appassionati di storia e tradizioni non hanno che l’imbarazzo della scelta in queste zone – come ha sottolinea-to Matta – e altrettanto si può dire per quanti amano la natura e l’ambiente». Da non trascurare come questa promozione, che indubbiamente si è

ORISTANO E L’OGLIASTRACONQUISTANO LA SVEZIA

rivelata proficua per le collaborazioni estere, abbia potuto corrobora-re anche quelle interne, dal momento che due realtà per tanti aspetti distanti come le due province isolane hanno saputo coniugare le proprie risorse in vista di questo progetto.

È alle porte la borsa nazionale per il Turismo: approdata per la prima volta nella nostra isola, la Borsa prevede un mese e mezzo di in-contri e manifestazioni che spazieranno dal turismo alla cultura, allo sport, la pesca, l’ambiente. Tra i momenti salienti, il servizio “Area Marina Protetta Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre: la natura di un territorio” collocato in apertura, ma anche le due conferenze nazionali sul tema delle Aree Marine Protette in generale, svolte alla presenza dell’asses-sore all’Ambiente Giuliano Uras, quello sui bed and breakfast e sugli agriturismo in cui interverrà l’assessore dell’Agricoltura Andrea Prato, il convegno sul turismo a Cabras che prevede la conclusione di Sebastiano Sannittu, assessore al Turismo.In programma anche convegni alla valorizzazione delle aree archeologiche, sport e natura, di pari passo ai grandi eventi ricreativi come la ciclopedata nel Sinis, il torneo regionale di tennis, l’ecomaratonina.

AREE PROTETTENEL SINIS

Un processo inverso rispetto a quello di molte spiagge sarde, si sta verificando a Bosa: se spesso infatti si sente parlare di erosio-ne, qui è invece l’insabbiamento ad avere un peso significativo sul mutamento di questa zona. Dove fino a quarant’anni fa esistevano più di due metri d’acqua di fondale, oggi ci si stende a prendere il sole. La spiaggia sta continuando a crescere verso nord, e come per tutte le cose stanno emergendo i pro e i contro: c’è chi propone di prendere la sabbia dal tratto di spiaggia inutilizzato per svilupparla in lunghezza anziché larghezza, estendendolo lungo tutto il litorale di Turas. Situazione opposta nella spiaggia di Tresnuraghes dove ogni anno il mare si sta mangiando in media un metro di costa, o a Is Arutas dove, probabilmente a causa dell’eccessiva presenza dell’uomo, in un quarantennio si sono peri circa trenta metri di mare.E dal momento che è soprattutto l’uomo ad essere causa di questi danni, non è un caso che gli esperti abbiano stilato un vero e proprio decalogo, che parte dai ben noti “no raccogliere sabbia e conchiglie” fino ad arrivare al rispetto per i fondali, le alghe, la diffusione della pulizia senza mezzi meccanici e una costante prevenzione e ricerca in questo senso.

E chi avrebbe mai pensato di poter vivere un faccia a faccia con le balene proprio il giorno di Pasqua e proprio a Cala Gonone? La persona che più di tutti ha vissuto con stupore questo pome-riggio di Pasqua è stato Paolo Insolera, pescatore subacqueo, che proprio qualche mese prima per un’immersione tra i cetacei aveva trascorso svariati giorni in Africa, ma inutilmente, e al quale è ba-stato affacciarsi alla propria finestra sul mare di Cala Gonne per notare quegli sbuffi in lontananza. Solo uno dei quattro esemplari si è lasciato avvicinare quando è andato a tuffarsi: si trattava dei cosiddetti “levrieri del mare”, noti proprio per la loro velocità e per la spietata caccia cui per secoli sono stati sottoposti, tanto da ridurre notevolmente il numero della popolazione attuale.Ci si chiede come mai si trovassero proprio qui, e tra le ipotesi, dati gli altri avvistamenti nelle coste sarde, spicca soprattutto la possibilità che questi esemplari si siano diretti a sud seguendo gli spostamenti del plancton.Possiamo solo immaginare la grande emozione e l’euforia inattesa che ha animato la cittadina, regalando un ricordo speciale in occa-sione di questa Pasqua.

BOSA MARINATROPPA SABBIA

TOH! UNA BALENA

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che passionemare

Sergio RossiPresidente Lega Navale Italiana: «Cagliari, la mia città. Ho la doppia cittadi-nanza, italiana e francese. Abito in una bel-lissima zona della Francia, ma non posso di-menticare questa terra e non la lascerò mai».

Marco BrancaPresidente Società Sportiva Esperia

«Palau e tutte le isolette della Maddalena. Da bambino uscivo spesso in barca, lì il mare a seconda dell’ora e della posizione del sole as-sume tonalità di colori particolari».

Ada LaiDirigente dell’Area Servizi al Cittadino del Co-mune di Cagliari:

«Il bastione di San Remy, è un luogo magico. La vista del mare e della città bianca ti regala un’emozione unica».

Liliana LorettuAssessore ai trasporti: «Stintino, ho trascorso l’intera infanzia con la mia famiglia in quei luoghi. Ho ancora in mente le immagini di una volta, era un posto molto bello, e ci sono ancora molto affezio-nata».

I LUOGHI DELCUORE

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tiche, le grotte sono scenari sempre vividi nella mia memoria».

Sandro MurruDeejay, speaker, compone e produce musica:

«Un po’ banale forse. Ma la città che amo più di tutte è Cagliari. Mi piace tutto: il clima, il cibo, la gente».

Svletana Lisichonak Traduttrice madrelingua russa e mo-della in esclusiva per la Gia:

Roberto NeroniDirettore generale assessorato ai tra-sporti:

«Le spiagge di la Pelosa, sono qual-cosa di indimenticabile, la fine del mondo».

Enrica TuveriCampionessa sarda di vela nella clas-se 470:

«La mia Cagliari, uno dei pochi posti che sa unire una bella città al mare, che trovi lì a due passi».

Angela La SalaCampionessa sarda di vela nella clas-se 470:

«L’ogliastra. La parte più interna e selvaggia di tutta la Sardegna. La tro-vo molto suggestiva».

Don Mario CugusiSacerdote della chiesa di Sant’Eula-lia:

«Sadali. Mi è rimasta impressa l’escursione per il paese e nelle cam-pagne. Quel paesaggio, le rose selva-

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«Il mare di Barisardo. È un posto qua-si fiabesco: la torre,la vista del mare limpido e tutt’intono la tranquillità. Ti senti immersa in un tempo lonta-no dal tuo».

Valentina Caruso: modella e studentessa di archeologia classica, testimonial regionale ,dal fa-scino mediterraneo, a livello nazionale e internazionale: «Torralba. Ed in particolare il suo più famoso monumento, emblema della perfetta arte nuragica sarda, il Nura-

ghe di Santu Antine. Al tramonto la luce della luna, filtra dalle pareti, creando effetti luminosi particolarissimi».

Erika Parducci:laureata in Design della Moda e del Prodotto, ideatrice di una linea di gioielli alternativi della moda milanese: «In Sardegna torno spesso in vacanza, per trovare i miei amici. Le gite a Sant’Antioco e Carlofor-te, mi sono rimaste impresse più di tutte le altre. Acqua cristallina, casette colorate e panorami unici, impossibile non rimanerne affa-scinate».

Antonio E

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Cala Mariolu

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voglia di relaxvoglia di vacanze

Voglia di sole, di relax, di sfuggire alla solita routine, voglia di vacanze al mare. E’ appena iniziata la primavera, le giornate si allungano e il sole, più deciso, inizia a rendere più calde le giornate. I cagliaritani che fanno? Spinti da que-sto splendido clima organizzano gite al mare, e iniziano a progettare le loro

vacanze estive, naturalmente al mare e, per la maggior parte di loro, naturalmente in Sardegna. Non è necessario per i sardi, infatti, dover per forza organizzare una vacanza nelle diverse località esotiche, la nostra isola, poi, riesce ad accontentare ve-ramente tutti con le sue acque tropicali e cristalline, chilometri di spiagge con sabbia finissima e bianca, ma anche rosa come a Budelli, scogliere e grotte e un clima par-ticolarmente gradevole durante tutto l’anno. Località alla moda e ricche di attrazioni ed eventi meta di tanti giovani in cerca di divertimento ma anche spiagge appartate e incontaminate più adatte ai meno giovani, alle famiglie o a chiunque sia in cer-

ca di relax e vacanze rigeneranti all’insegna della natura. Terra del mito e della tradizione, misteriosa e affascinante che si distingue da sempre per l’ospitalità e la benevolenza della sua popolazione, per i suoi gustosi piatti tipici e che lascia un’impronta indelebile nei ricordi dei suoi visitatori che quasi sempre ritornano come se sentissero il richiamo delle sirene. Le spiagge più gettonate nel nord sono da sempre quelle della Costa Smeralda, Porto Cervo e Porto Rotondo per il turismo d’elitè, con il solito via vai di personaggi dello spet-

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voglia di vacanze

tacolo, sportivi, politici e reali e per numerosi giovani che ogni anno or-ganizzano i loro raduni universitari all’insegna della vacanza scintillante, fetsaiola, del glamour del mondo dorato e degli sfarzi, ed ancora, Stintino, Alghero, La Maddalena, Caprera. Il sud della Sardegna non è da meno, con le rinomate località di Villasimius, Costa Rei, Pula, Chia è scelta da migliaia di turisti che ogni anno affollano le numerose località balneari, facendo registrare già da questo periodo il tutto esaurito per l’intera stagione. Gli appassionati di surf possono invece contare sulla ventosa costa orientale, bagnata dal Canale di Sardegna, Piscinas con le sue spettacolari dune, Ma-sua contornata dai pittoreschi faraglioni di Pan di Zucchero, Tharros, incor-niciata dalle magiche rovine sul mare della gloriosa civiltà punica. Per chi desidera invece una natura più selvaggia e incontaminata, meta ideale è

la costa occidentale dell’isola con le incantevoli località di Dorgali, Cala Luna, Cala Goloritzè, Cala Gonone con la Grotta del Bue Marino e le spettacolari rocce rosse, dove ogni estate si svolge il famoso festival del blues, località in cui tra l’altro si organizzano giri in battello tra le grotte marine, con a bordo degustazione di prodotti tipici. E per chi resta in città? Nessun problema, la voglia di mare verrà subito appagata con tuffo nelle trasparen-ti acque del Poetto durante la pausa pranzo del lavoro, e un gustoso pasto a base di pesce nei numerosi chio-schetti e ristorantini del meraviglioso Golfo degli Angeli. C’è tutto qui, cosa si vorrebbe di più?

Emanuele Salce, attore romano, figlio del celebre regista Luciano Salce“Ho ricordi infinti della Sardegna. Ricordi che si perdono fin dal lontano 1968, anno in cui mio padre, assieme a pochi altri personaggi del mondo dello spettacolo, acquistò una casetta nel quartiere della Casbah a Porto Rotondo. Trentasei metri quadrati su due pia-ni (ma vista porto!). Lì tra-scorrevo le mie estati, che allora duravano da Giugno a Settembre. C’era solo un moletto di legno con po-che barche a quel tempo, e tre o quattro spiaggette interne al porto. Ed erano proprio quelle le mie preferi-te. Meravigliose, incontaminate. Ricordo le traversate in traghetto da Civitavecchia ad Olbia come fossero un’im-presa oceanica. E all’alba raggiungere casa attraverso delle stradine sterrate, a bordo di una 126 scassata e stracarica di valige, in mezzo ad una natura selvaggia ed infondo molto diversa dal resto del nostro stivale. E poi negli anni avventurarsi ed andare a scoprire ogni al-tro angolo di questa, ai più per gran parte ignota, terra. Ho smesso di andarci con regolarità negli anni ‘80, ma ho ancora quella casetta e ci torno spesso. Ma solo a Giugno o a Settembre. Quando Porto Rotondo non è an-cora affollata, o quando si è appena svuotata. Proprio per ricordarla ed a mio modo “celebrarla” così come la ricordo io: bella, sperduta ed inaccessibile. E poter rivi-vere serenamente i miei ricordi lontano dal chiasso e dagli schiamazzi... per potermi riappropriare di ciò che infondo per me è stata ed è la vera Sardegna. Tutto il resto, francamente è solo contorno.”

Sarha Lisa Sollami, foto-grafa torinese.Ho la Sardegna nel cuore, mia mamma è sarda,di Oristano e ho passato mol-te estati lì da bambina. Mel’ha fatta conoscere e Amare. I ricordi più belli li ho nella nostra spiaggia preferita: San Giovanni di Sinis. Adoro quel mare. E’

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un connubio di calma e potenza, ancora selvaggio, non contaminato. Onde immense e acqua splendida. E’ qual-cosa di sublime e affascinante. Mi piacerebbe visitare le “coste nord” dove non sono mai stata e che dicono es-sere ancora più paradisiache dei luoghi che conosco io. Ciao Sardegna!”

Franco Aicardi, manager romano.“Amo la Sardegna, il suo mare, il suo sole, la sua gente. Difficile trovare in altre parti d’Italia la stessa disponibili-tà, i miei ricordi - tutti bellis-simi- sono legati a Costa Rei, Villasimius, San Teodoro, Al-ghero, Capo Caccia, Stintino, Santa Teresa, Arzachena, Santa Margherita di Pula. Chi viene dal “continente” pren-de il mal di Sardegna, un’at-trazione fatale, non puoi non tornarci, sarà difficile dimen-ticare. Un difetto?Troppo cari transfert e villaggi turistici nell’alta stagione, ma la Sarde-gna si gode da aprile ad ottobre, per stare a contatto con la natura e con il profumo di libertà”

Maria Grazia Uras, stilista cagliaritana “gothictime”.“In Sardegna sono diverse le spiagge che si contendono il mio amore, in particolare a Villasimius, tra “Cala Sin-

zias” e “Punta Molenti”, ma credo che quest’ultima sia quella che più di tutte por-to dentro. E’ un luogo che spesso ricerco con la men-te per trovare la tranquillità nei lunghi periodi di stress invernale, come un rifugio. Nella mente riaffiora inten-samente un’immagine: una sera, non era ancora giunta l’estate, saltellando sulle

rocce che affiorano dalla superficie dell’acqua, osservan-do i colori e cercando chissà cosa, mi sono comparsi gli occhietti spalancati di un polpetto curioso che tirando tut-ta la testa fuori, mi osservava. E’ stata un’immagine bel-lissima, anche perché lui, accortosi che l’avevo visto, era talmente incuriosito che non riusciva a rientrare nel suo mondo. Questa estate alternerò le vacanze tra la zona di Villasimius e quella dell’iglesiente, senza stress e calca di bagnanti.”

Joni Scarpolini, giornalista mediaset.“La mia spiaggia sarda preferita non è il classico spiag-gione affollato che fa molto Riviera Adriatica in pieno agosto con la macroscopica differenza di un mare blu che nemmeno il cielo di Rino Gaetano. La mia spiaggia prediletta in realtà è un’isola, l’Isola Piana, che si trova nell’arcipelago di Tavolara, davanti a Tavolara stessa, zona Porto San Paolo, nord est della Sardegna. E’ uno strato di terra incantato, dove l’acqua è uno specchio e le rocce fanno da podio per i gabbiani. Vent’anni fa i miei genitori ed io ne raccogliemmo uno, infortunatosi alla

zampa, zoppicava sulla riva. Lo mettemmo sul gommone e lo portammo a casa per medicarlo. Dopo qualche giorno, una volta guarito, lo riportam-

mo sull’isola: lui, prima di spiccare il volo, ci salutò con un verso acuto e felice, come per ringraziarci. L’avevamo chiamato Sandy. Da quel giorno, per me, l’Isola Piana è l’Isola di Sandy. Dove tornerò la prossima estate? Be’, lì ovviamente: ho una villetta a Costa Coralli-na, da dove è possibile contemplare la ma-estosa Tavolara, il suo arcipelago selvaggio e la numerosa famiglia di Sandy, sparsa nel cielo di Rino Gaetano.”

voglia di relaxvoglia di vacanze

Pupo Porcu, patron de Le Terrazze di Calamosca a Cagliari

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dall’associazione “Wakenoarding Sardinia Association” di Cagliari in collaborazione con l’amministrazione comunale di Nurri e il Consorzio turistico dei Laghi. Non era lì per interpretare un film, ma semplice-mente accompagnava suo figlio Francesco alla gara. Tutto questo a dimostrazione delle enormi potenzialità turistiche, anche legate agli sport nautici, di una zona ancora poco conosciuta. «Siamo fieri di aver avuto tra i nostri ospiti una star di livello internazionale come Raul Bova», ha detto al termine della manifestazione il sindaco di Nurri, Antonio Atzeni.Sono proprio le amministrazioni del territorio le artefici di un ambizio-so progetto turistico, nato a metà degli anni Novanta, che finalmente ha imboccato la giusta strada trasformando in realtà alcuni sogni e speranze del passato. Laghi, cascate, grotte e altipiani. Natura in-contaminata e specchi d’acqua limpidissimi da far invidia ai fiordi norvegesi.

Da operaio-studente del quartiere popolare che al Lido di Genova non ci poteva mettere piede perché troppo costoso, a imprenditore esperto di marketing, che quel Lido non solo lo ha acquistato, ma lo sta per trasformare secondo il suo concetto di “accoglienza”, con un progetto che ammonta a 80 milioni di euro: questa la parabola ascendente della carriera di Mario Corica, e questa la storia di un simbolo della città di Genova che da stabilimento balneare elitario sta

Rafforza la Olbia Genova

Il Lido di Genova e la nuo-va promenade

per aprire le porte a tutta la popolazione. Certo, non mancano i più conservatori che hanno storto il naso davanti a questa proposta, ma il progetto può contare sull’appoggio di quasi tutta la maggioranza di centrosinistra e aspira a farsi modello per le altre coste della peniso-la. Dalla chic promenade costellata di caffè e ristorantini, al centro di talassoterapia, al centro velico internazionale, la parola d’ordine sarà la sostenibilità ambientale: il progetto potrà infatti contare sulla certificazione Leed, l’intera area verrà rinaturalizzata e decementifi-cata, verranno utilizzate solo fonti energetiche pulite e tutti materiali riciclabili e riciclati.

Il cavo elettrico di collegamento tra la Sardegna e la penisola italia-na è fiore all’occhiello dei collegamenti sottomarini. Permetterà alle centrali sarde di esprtare verso il continente la produzione termoelet-trica in eccesso, segnando una nuova era nella rete elettrica sarda. L’impresa ha numeri da guinness dei primati: 700 milioni di euro investiti, 420 chilometri di lunghezza, 1000 watt di capacità com-plessiva, è posizionato a 1600 metri di profondità, una profondità mai raggiunta al mondo per la posa di un cavo sottomarino. Oggi è in funzione solo il primo cavo, il completamento del secondo è pre-visto entro la fine del 2010 e metterà in collegamento la Sardegna con la Corsica, sostituendo l’allaccio attuale ormai obsoleto

Cavo Sapei tra Sardegna e Corsica

Più fondi per la pescaAmmonta a 15 milioni di euro la cifra prevista dal fondo dell’Unio-ne Europea destinata alla Sardegna. Flotta marina, acquacultura, imprese e valorizzazione di aree marginali sono tra i primi obiettivi di questi investimenti. Una Riforma della Politica della pesca è già in corso di pianificazione e la sua attuazione è prevista per il 2013.Come dichiarato anche dalla dirigente della Commissione Ue, Carla Montesi, il fine è “orientare una governance della spesa verso un adattamento e un’attuazione regionalizzati, mantenere stock sani, sostenibili e sfruttabili”.Nel caso della nostra Isola, una delle soluzioni maggiormente au-spicate è puntare sulla multifunzionalità e sulle attività connesse, come la pascatursimo e l’ittiturismo, partendo da modelli già esi-stenti come la cooperativa di Tortolì - che ha saputo divenire impresa facendo pesca, trasformazione, didattica e ristorazione – o quella di Cabras.Insomma, le opportunità non mancano per la nostra regione, non resta che sfruttare al meglio le risorse disponibili.

Moby: nuove tariffe

Ammonta a 15 milioni di euro la cifra prevista dal fondo dell’Unio-ne Europea destinata alla Sardegna. Flotta marina, acquacultura, imprese e valorizzazione di aree marginali sono tra i primi obiettivi di questi investimenti. Una Riforma della Politica della pesca è già in corso di pianificazione e la sua attuazione è prevista per il 2013.Come dichiarato anche dalla dirigente della Commissione Ue, Carla Montesi, il fine è “orientare una governance della spesa verso un adattamento e un’attuazione regionalizzati, mantenere stock sani, sostenibili e sfruttabili”.Nel caso della nostra Isola, una delle soluzioni maggiormente au-spicate è puntare sulla multifunzionalità e sulle attività connesse, come la pascatursimo e l’ittiturismo, partendo da modelli già esi-stenti come la cooperativa di Tortolì - che ha saputo divenire impresa facendo pesca, trasformazione, didattica e ristorazione – o quella di Cabras.Insomma, le opportunità non mancano per la nostra regione, non resta che sfruttare al meglio le risorse disponibili.

Tariffe agevolate per i residenti e nativi sardi: questa la novità pro-posta dall’armatore di Moby, Vincenzo Onorato. Due le possibilità al momento della prenotazione: o la selezione automatica dell’offerta più vantaggiosa o, nel caso la prima fosse esaurita, uno sconto del 30% sulla tariffa di listino.L’intento, come afferma Onorato, è “rinsaldare una volta di più il legame con la Sardegna” e dare un “segno tangibile del forte lega-me tra la Moby e la Sardegna, dove siamo l’unica compagnia ad occupare oltre 400 dipendenti”.

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Turismo subacqueoTre milioni di euro è la cifra che annualmente ruota intorno all’at-tività subacquea dell’isola, cento le scuole in attività nell’ultimo anno. Inutile sottolineare come per la Sardegna tutela ambientale e business siano costantemente in rima, ma forse non tutti sanno quanta attrazione eserciti rispetto a molte altre destinazioni del Me-diterraneo proprio la costa occidentale della nostra isola e tutta la zona dell’oristanese. “Abbiamo avuto molte richieste non solo per la subacquea ma tutto il nostro territorio – spiega Pier Panzalis, responsabile dell’ufficio Ambiente dell’Amp di Tavolara – Capo Coda Cavallo - in un’abbinata di natura, piatti tipici, archeologia e fondali”, dimostrazione di come questo giro d’affari non si concluda certo qui, ma come esso coinvolga svariati settori e ne necessiti un coordina-mento. Motivo in più per sottolineare l’assenza di cooperazione con Regione e province, come fa Patrizia Medda, del Centro sub Porto Rotondo, che sottolinea come “se vogliamo essere competitivi e ag-gredire il mercato deve essere presente la Regione che promuove il Sistema Sardegna”.

Pesca nel Golfo dell’AsinaraInterviene con un’apertura del dialogo con l’ente parco dell’Asinara, l’assessore dell’Agricoltura Andrea Prato, davanti alle nuove richieste delle rappresentanze dei pescatori. Il fine è raggiungere i consenso per la pesca nella fascia dei 150 metri, nel rispetto dell’ambiente e attraverso un sistema di rotazione per aree e per periodi a tempo determinati, ma anche la ricchezza di ricci dei fondali dell’Asinara fa già supporre la richiesta di una deroga per la pesca in questo settore.Gli operatori del comparto hanno evidenziato l’esigenza di un maggiore sostegno in termini di infrastrutture da parte degli enti pubblici e a tale fine l’assessore Prato ha proposto un’iniziativa congiunta tra Consiglio e Giunta per definire i contenuti della legge quadro sulla pesca. «La pesca- ha evidenziato – vive come l’agricoltura un momento di profonda crisi dovuto anche all’importante deficit rispetto ai consumi. La Regione però vuole sostenere attivamente il comparto, che può trovare il suo rilancio attraverso politiche mirate alla mufltifunzionalità e alla valorizzazione di comepdi oggi non adeguatamente sfruttati. Penso agli stagni vicino a Stintino e sono favorevole a una loro riscoperta produttiva e occupazionale».

Cappellacci su tutela costeÈ stata rinnovata dal Presidente Ugo Cappellacci la collaborazione tra la Regione e le direzioni marittime di Cagliari e Olbia. I due diret-tori, Giuseppe Mastroianni e Franco Giuseppe Persenda, hanno fir-mato il protocollo d’intesa che riconferma la cooperazione in materia di osservazione e protezione delle zone costiere, demanio marittimo, pesca e gestione dei rifiuti.Tra le attività previste: prevenzione e lotta contro l’inquinamento da traffico marittimo, controllo sulle opere marittime in fase di realizza-zione e su riutilizzo dei materiali sulla fascia costiera, monitoraggio della qualità delle acque, ma anche la scelta di linee guida per assicurare uniformità e semplificazione delle procedure nella regola-mentazione delle attività balneari.Lo stesso Cappellacci ha infatti affermato che «come dimostrano

anche le cronache recenti, l’attività delle Direzioni marittime è di vitale importanza per la sicurezza e la salvaguardia delle coste e di quel mare che un tempo era visto come fonte di pericolo e che oggi deve rappresentare un’opportunità per l’isola».

Via libera ai contributi a integrazione dei fondi dei Consorzi fidi, che operano a favore delle piccole e medie imprese, e a ulteriori fondi in aiuto degli investimenti produttivi nel settore dell’acquacoltura e della trasformazione e commercializzazione. Approvata anche la delibera che ridefinisce i criteri per il Piano di riconversione del piccolo strascico (in programma nuove risorse pari a 1 milione di euro). Lo stesso provvedimento prevede, inoltre, che la Regione concordi con il ministero delle Politiche agricole misure di salvaguardia per prevenire nei compartimenti marittimi della Sar-degna l’iscrizione di imbarcazioni che utilizzino il sistema a strascico ma provenienti da altre regioni, al fine di non vanificare gli effetti del Piano regionale di riconversione.

Delibere pesca

Andrea M

ura

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Sulla cresta dell’ondaGiuliano Uras e Andrea Prato, assessori regionali all’ambiente e agricoltura, in collaborazione con Alessio Satta, direttore dell’Agenzia conservatoria delle coste, presentano il progetto CAMP, sulle gestioni delle risorse ittiche integrate. Il piano che prevede la riqualificazione dei sistemi spiaggia-duna, dei litorali dinamici degradati, il consolida-mento e riqualificazione dei sistemi per la tutela e valorizzazione delle risorse ittiche,con particolare riferimento ai polpi, ricci ed astici e per garantire un reddito fisso ai pescatori, si avvale dal supporto scien-tifico della Com.Bio.Ma, coordinata dal docente universitario Angelo Cau. 400 mila euro i fondi destinati al progetto, innovativo e capace di affrontare tutti gli interessi strategici. «Queste azioni ci consentiranno di valorizzare il patrimonio ambientale e marino della Sardegna, se-condo le singole specificità. Con questo accordo miriamo soprattutto a sostenere l’integrazione della pesca nel tessuto socioeconomico locale», ha precisato Uras. Per il momento sono state selezionate 22 aree costiere pilota, ed i primi progetti si realizzeranno a Castel-sardo, Su Pallosu a San Vero MIlis e Buggerru. Ma Alessio Satta è fiducioso, nell’avvio di progetti futuri, «Dopo la fase sperimentale, gli obbiettivi principali potranno essere replicati su scala regionale assicurando anche il supporto sinergico alle dinamiche del turismo ambientale».«Rispetto al passato c’è una nuova voglia di collaborare. Una politica che porta maggiori risultati in tempi più veloci e a bene-ficio di tutti: il progetto CAMP va in questa direzione. Investire nella pesca è una grande occasione per tutelare il mare e rilanciando i consumi del prodotto interno lordo», chiude Andrea Prato.

Progetto CAMP

Mare Aperto 2010

Prende il largo la “Mare Aperto 2010”, la più importante manifesta-zione di attività addestrativa della Squadra Navale Italiana. L’evento che ha visto i oltre 2.500 militari impegnati per un intero mese, ha verificato le procedure tattiche nei principali scenari marittimi tra i

quali: la sorveglianza marittima, il controllo delle vie di comunica-zione, la difesa aerea di forze navali e le operazioni di proiezione di capacità del mare e sul mare. Nell’operazione sono stati coinvolti, 12 unità di superficie, 2 sommergibili, 18 aeromobili, il Reggimento Artiglieria a cavallo “Milano”, elementi del 17° Reggimento “Sforze-sca” di artiglieria contraerea dell’Esercito, fucilieri della marina del Reggimento San Marco e una nave ed un aereo da pattugliamento della Marina Francese, il tutto sotto l’esperta guida dell’Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli e Claudio Gaudiosi.

Corso Nazionaleper Giudici di

classe Freestyle e Wave

Sono stati la Windsurf Nation, con il presidente Andrea Polloni a l’AICW, con il neo segretario Carlo Cottafavi, a volere con forza lo svolgimento del “Primo Corso Nazionale per Giudici di Classe Fre-eStyle e Wave”. La sede scelta: l’hotel Star Executive di Bologna, e sono stati venti i partecipanti, quasi tutti atleti già impegnati nell’at-tività di giudice, provenienti da ogni parte dell’Italia che per la prima volta hanno potuto arricchire le loro competenze con un disciplina nuova e originale. Il FreeStyle e il Wave, infatti, recentemente hanno conosciuto uno straordinario sviluppo e una sempre maggiore re-sponsabilizzazione del settore Acrobatico.

Prevenire incidenti in acqua, mettere in atto tecniche di salvataggio e primo soccorso, vegliare sul comportamento dei bagnanti ( di cui sono responsabili sia sotto il profilo penale che civile), far rispettare le ordinanze della capitaneria di Porto o il regolamento della piscina e verificare periodicamente la chimica delle acque e le condizioni ambientali: ecco i compiti degli assistenti bagnini che quest’estate vigileranno sull’incolumità di tutti i frequentatori delle spiagge sarde. Alla loro formazione ci pensa la Federazione Italiana Nuoto, che con un corso di due mesi, per un totale di duecento ore, rilascia il brevetto che abilita il bagnino a prestare servizio in una struttura balneare o in una piscina. “Sicurezza” diventa la parola d’ordine al Poetto, tutti sulla torretta binocolo alla mano, a vegliare sulle nostre nuotate estive.

I baywatch di casa nostra

Maurizio A

rtizzu

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Sulla cresta dell’ondaVa bene che i cagliaritani al mare ci sono abituati, circondati in continuazione dai suoi ritmici flutti, va bene che la spiaggia diventa lo scenario da sogno per una dichiarazione d’amore in perfetto stile romanzesco, e va bene che solo noi possiamo permetterci il lusso di un picnic primaverile al mare, ma poi le scatolette degli anelli di fidanzamento o i resti del cibo (con tanto di fornellino a gas da campeggio)bisogna lasciarli buttati dove capita? La lista dei rifiuti è ancora lunga e allora è tempo di dare il via alle pulizie di primavera. Gianni Giagoni, assessore comunale alla Pianificazione dei Servizi precisa: «La situazione tornerà alla normalità già prima della stagio-ne estiva. Fino al 15 Giugno la pulizia sarà trimestrale e per tutto il periodo estivo invece quotidiana. Torneranno i cestini per la raccolta differenziata e una squadra di cinque uomini che divisi in turni, ogni giorno si occuperanno di svuotare i cestini e setacciare la sabbia». La spiaggia è di tutti, e tutti sembrano prendersene cura, almeno a Badesi e alla Maddalena, oltre che a Cagliari, che hanno aderito

alle “iniziative Oceaniche” in collaborazione con l’Associazione di Volontariato “Il Consorzio Turistico Badesi” e sponsorizzate dall’asso-ciazione no profit “Surf Rider Foundation”. I 70 bambini dell’istituto comprensivo hanno dedicato un’intera mattinata a ripulire 8 kilo-metri di spiaggia, raccogliendo ogni sorta di rifiuti, «La bellezza di questa iniziativa è che avvicina i giovani alla tutela ambientale», ha detto Giuliano Uras, assessore regionale all’ambiente. E alle iniziati-ve oceaniche, grazie alla collaborazione dell’associazione “Ambien-te è Vita”, ha partecipato anche l’assessore regionale alla Sanità, Antonello Liori, «Ho aderito con piacere, perché avrò l’occasione di illustrare la qualità delle acque di balneazione del nostro mare», ha dichiarato. Così il Poetto si fa bello, anche se questa non è l’unica incombenza: i baretti, sembrano ancora avvolti dalla minaccia di demolizione, mentre i lavori di riqualificazione sono rinviati a dopo l’estate. Vedremo.

SOS POETTOI baywatch di casa nostra

I Riformatori partono dal turismo Ci provano ancora i Riformatori, e questa volta propongono un legge che mette in primo piano il turismo, nautico per la precisione offren-do posti di lavoro e movimento economico per l’intera isola. Ventidue milioni di euro da investire nella costruzione di dieci nuovi porticcioli e diecimila posti barca, una somma non troppo da capogiro per la Regione Sardegna che potrebbe ammortizzarla con gli introiti delle imposte che dovranno versare tutte le imprese chiamate ad esegui-re i lavori. La creazione di una flotta, che consenta di organizzare

viaggi charter avvicinando gli appassionati di nautica è il fiore all’oc-chiello della proposta. Così la ricoprirebbe un ruolo forte nel turismo nautico, così la Sardegna potrebbe fare un passo avanti. Il 2014, è l’anno previsto per la chiusura dei lavori, e per assicurare l’efficienza della macchina burocratica, i Riformatori nella proposta di legge, in-seriscono una clausola ben precisa, tutte le autorizzazioni dovranno essere firmate entro 270 giorni. «Questa è una della tre iniziative che i Riformatori hanno proposto per il rilancio dell’economia turistica»,

precisa il leader del partito Massimo Fantola, «le altre riguardano il turismo golfistico e la continuità aerea con tariffe agevolate anche per i non residenti». Chissà che l’isola diventi il punto di approdo pre-ferito dei maxi yacht che circolano nel Mediterraneo e dei diportisti che potranno trovare su ogni i scalo una borgata marina con tutti i migliori servizi.

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Il Nervi aspetta idee con più saleDue milioni di euro (più iva), il budget messo a disposizione dall’au-torità portuale per il recupero funzionale del capannone Nervi a Su Siccu. Il fabbricato, progettato nel 1954 da Pier Luigi Nervi, si trova nel margine sud orientale dell’area portuale di Cagliari, punto di snodo mercantile fondamentale. L’edificio , ormai in disuso, serviva come magazzino per i prodotti della saline, che qui venivano conser-vati prima del trasporto all’estero. I lavori, che dovranno terminare entro il 2011, mirano alla valorizzazione non solo dell’edificio ma di tutta la zona adiacente, tanti i progetti ipotizzati: un pala ghiaccio, un acquario del Mediterraneo, una piscina o un laboratorio multime-diale. A Cagliari qualcuna di queste cose, farebbe proprio comodo.

Ugo Cappellacci, presidente della Regione Sardegna, non lascia gli impegni a metà, almeno questa volta. Si è recato alla Maddalena, per l’incontro nell’ex arsenale militare con il sottosegretario Guido Bertolasi. Ordine del giorno?Le opere costruite sul territorio mad-dalenino in previsione del G8( deviato poi sull’Aquila) e che ora aspettano in attesa di un futuro migliore. «Queste opere sono un patrimonio di inestimabile valore», ha dichiarato Cappellacci, «Spet-ta a noi, ora, fare in modo che il territorio non rimanga spopolato ma che si faccia protagonista di quell’integrazione alla quale tutti guardiamo con positività. Dobbiamo saper creare uno sviluppo che possa davvero dare risultati stabili e assicurare garanzie alla nostra terra».La Maddalena sembra un ottimo punto di partenza, forse non tutti i mali vengono per nuocere.

Il futuro di La Maddalena

Louis Vuitton TrophyLa Maddalena, le isole Auckland, Dubai e Hong Kong, unite dal mare, unite dallo sport. L’isoletta sarda sarà la prima tappa del tour internazionale della Louis Vuitton Trophy che vedrà cimentarsi equi-paggi e imbarcazioni veliche di livello mondiale. «Questo è il primo di una serie di eventi che si svolgeranno nel territorio maddalenino. Eventi che hanno lo scopo di rilanciare l’immagine dell’isola e essere un veicolo per promuovere e diffondere l’immagine della Sardegna», ha dichiarato Ugo Cappellacci. Giorgio la Spisa, assessore alla pro-grammazione e Sebastiano Sannittu, assessore al turismo, concor-dano: appuntamento fissato per il prossimo maggio.

La Sardegna protegge il suo oro rosso e lo fa con una delibera (già approvata dalla Giunta) che regolamenta il prelievo dai fondali marini di questa importante e particolare risorsa naturale. Nuove norme per la pesca corallina isolana: una stagione di pesca più lunga di un mese (dal 1 Maggio al 15 Ottobre),da attuarsi ad una profondità non inferiore agli 80 metri ed un numero di autorizzazioni maggiori. Un esempio virtuoso di protezione del proprio patrimonio artistico-naturale, che ha fatto scuola oltre il Mediterraneo. Durante un vertice della Fao, i rappresentanti dell’organizzazione per l’ali-mentazione e l’agricoltura della Nazioni Unite, hanno commentato con entusiasmo la regolamentazione della Sardegna che consente di conciliare salvaguardia ed esigenze economiche. Soddisfatto si dice l’Assessore Andrea Prato, promotore dell’iniziativa.

Il corallo rosso sardoè in buona salute

Navalatex 2.0di UCINAÈ stato presentato il progetto Navaltex 2.0, sviluppato da UCINA-Confindustria Nautica, Unione Industriale Biellese, RINA, Confindu-stria Genova e Unione Industriale Pratese. Mentre prosegue la rete di contatti tra il settore nautico navale e le aziende del distretto tessile, promosso da “Navaltex 1.0”, i soggetti promotori guarda-no avanti, rilanciando un nuovo progetto. «Navaltex rappresenta un’eccellente esempio di aggregazione a livello nazionale tra filiere industriali, questi progetti sono utili all’innovazione e al reciproco sviluppo produttivo. », ha esordito Marina Stella, direttore generale UCINA,«Nello scenario economico attuale che vede incerto il pro-cesso della ripresa, le aggregazioni tra imprese a progetti industriali come questo può essere un punto di svolta». L’esperimento Na-valtex ha prodotto un’efficace collaborazione tra il settore tessile e delle costruzioni navali, a precisarlo è stato Mario Dogliani, Head Corporate Project Financing del RINA,« Ora Navaltex 2.0 darà un respiro nazionale all’iniziativa».« Questo progetto ha dimostrato alle aziende che è possibile lavorare in sinergia ed essere comunque al centro dello sviluppo», ha dichiarato Andrea Parolo, responsabile dell’Unione Industriale Biellese. Una rete che conserva l’autonomia d’impresa, ma favorisce la collaborazione: quando sinergia diventa sinonimo di crescita.

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Alberto Scanu, the President of The As-sociation of Sardinian Industrials, has showed Via Mare his plans and pro-

posals for the future. The aim is the growing of tourism in Cagliari and the development of the whole water front of our city. «We are trying to concentrate our interest on three big areas: the first one is the tourism “short break”, only for the week end; the second one is the in-terest for university students from other cities, and the last one is the interest for older people from the Northern Europe, that for long pe-riods rent a house in our city. Cagliari has also four important resources like the Cittadella dei Musei, the archeological zone, the ponds of Molentargius and Santa Gilla, and the famous urban beach, but we have to exploit them in the best way as possible. Un important project will be about the sea, because Cagliari is a city which could live with a marine economy, but it does not do it. The view from Giorgino, for example, should be exploited in a strategic way. I agree with the project concerning the “square on the sea” and the tunnel, that will permit to transform Via Roma in a pedestrian street. It is a good alternative than Subway. An other news is that low cost flights are increased and the number of beds too, thanks to new bed and breakfast and youth hostels. Cagliari must prepare for the future».

From the port we can listen the echoes of the hooters. Today is the first of May. It is about half past one p.m. and the

ships are saying goodbye to the Efisio’s chariot. He is the Sardinian patron and he starts his pilgrimage from Cagliari, a procession born in 1656 with a vow for free Cagliari from the plague. Until Giorgino through Sulcitana, that leads to the towns of Pula and Capoterra,

Cagliari destination city

Tribute of the sea to Sant’Efisio

the scenario is changing and fascinating, one hand, the crystal clear sea and white sandy beaches and other colonies of pink flamingos coloring the pond and towering mountains above it. Heading towards Sarroch and Pula, passers-by along the tops of white limestone, dense forests of cork, and large and colorful mediterranean scrub, gradually give way to an hilly landscape, characterized by olive trees and vines. A journey, that of the first of May, which runs emblematic places of our land, even from a archaeological point of view: evi-dence of lost civilizations bear witness to life in ancient times. The path to the roots of the island’s history reaches its peak at the final sta-ge of the journey of Holy Church at the Bay of Sant’Efisio Nora. Right here, sacred art st-yle evocative of proto-pagan church approa-ches to the archaeological site that the Romans decorated with mosaics, baths and homes. In Capoterra, a village of medieval origin, there are two places of special interest: the country church of Sant’Efisio, the place for Mass and celebration on the afternoon of May Day, and the church of Santa Barbara, located between the homonymous mountains. Along the coast, the processions meets other places of great charm, such as Villa d’Orri, where we still find the summer residence of Savoy, Sarroch, who-se our primitive buildings called “nuraghi”, suggest ancient roots. It is the final step of this first day. Only the next day, after the step of Villa San Pietro, the journey continues and fi-nally ends in Nora, where streets flooded with rose petals and devotees await their saint.

Cagliari capital in the Mediterranean Sea: this is the aim of Emilio Floris, the Mayor of Cagliari. We have done

a lot for the realization of a touristic city, and much more we will do. There are two main Plans approved (Piani integrati di sviluppo urbano), and other three or four shortly exist.

The ways of realization of these plans are al-ready projected towards the city of the future, in particular the second one, concerning the new district “Su Stangioni”, which will beco-me a rich zone of green areas and services. This district will be innovative and technologi-cal, a beautiful entrance for people who arrive from the North. The first Plan will point to a central area of Cagliari, between the port and Sant’Elia district, a nevralgic zone for the wel-come of tourists. Called “Continuity between Ichnusa dock and the hill Sant’Elia”, it will concerns the link between the Bonaria Church and the sea. The Plan includes a large square that will create a new urban space in front of the sea. The second Plan concerns the realiza-tion of a space for social aggregation in front of the port and, at the same time, a place to re-ceive pleasure crafts. Moreover, from Su Siccu to Bonaria there will be a big green zone which should finish at the Lazzaretto, and from Via Roma to Sant’Elia a seafront walk. Between intentions, there is the idea to make these are-as accessible to the disabled, without obstacles. Our geographic position has always permitted not only many contacts with Corsica, France and Spain, but also with Maghreb Countries. For this reason, is very important our exhibi-tion “Sails, Tunas, Scimitars - The Adventures of Salgari in Sardinian Sea”, dedicates to the two novels of Salgari set in Sardinia. Really interesting will be the exhibition in Lazzaretto Museum about Tours and Castels of Sardinia. In this way rises a new vision of the Mediterra-nean Sea, with more attention to the relation-ship with other people.

The squares on the sea

Via Mare in service of turist

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PIÚ BELLA LA SARDEGNATRA MARE E MONTAGNA

OPERAZIONE FORESTE APERTEPER VACANZE COMPLETE

La Sardegna, si sa, da sempre è la meta preferita dei turisti che accantonato lo stress lavorativo, decidono di oziare sotto il sole. Da sempre è l’isola della

tintarella, dei bikini all’ultima moda, dei gio-chi da spiaggia e del gelato in riva al mare. Il Poetto a Cagliari, ma qualsiasi spiaggia della costa sarda, per quattro mesi all’anno, risor-ge a nuova vita, diventando il centro d’attra-zione per 24 ore al giorno ed ospitando circa l’84% dei turisti. Ma ciò che rende la nostra terra così particolare, non sono solo le spiag-ge di sabbia finissima e candida, e neppure i mari cristallini e sconfinati, è il suo collega-mento, così profondo da creare un’osmosi, con l’interno del territorio, con quelle foreste secolari ed ombrose, sterminate e silenziose, con quei paesini, dove le tradizioni sono in-castonate nella quotidianità e dove si cono-sce ancora il gusto dell’ospitalità. Basta fare qualche passo in più per scoprire un mondo diverso, fatto di aria buona, di sport, di tran-quillità e di cultura, storica ed archeologica, è possibile infatti visitare numerosi reperti ar-cheologici ma anche cultura del vivere bene e sano. E questo patrimonio lo conoscono bene, Paolo Farina E Graziano Nudda, presi-dente e direttore dell’Ente Foreste della Sar-degna che in collaborazione con Sebastiano Sannittu e Giuliano Uras, assessori regionali al turismo e all’ambiente, hanno organizzato “Foreste Aperte 2010”. «La manifestazione include nelle 9 tappe i siti più rappresentativi, con lo scopo di creare una forte amicizia tra uomo e foresta. Abbiamo pensato a tutti, or-ganizzando attività di vario tipo: dal trekking alle escursioni, dalla mountain bike ai percor-si archeologici, ed anche i produttori locali

potranno esporre e vendere i loro manufatti. Ad ogni tappa saranno presenti 50 operatori del verde, che accoglieranno turisti e curiosi e li guideranno in ogni tipo di attività», spiega Farina. «La cultura dei sardi deve cambiare, bisogna cominciare a guardare al patrimo-nio boschivo come ad una risorsa importan-te capace di valorizzare la storia, la cultura della tavola e l’economia della nostra terra. In queste zone possiamo visitare nuraghe e numerosi reperti archeologici, si possono raccogliere funghi, pochi sanno che le nostre foreste possiedono tutte le varietà di tartufi, ed ancora il legnatico, opportunamente trat-tato può essere una risorsa economica di no-tevole valore», aggiunge Uras. L’obbiettivo di Sannitu è molto chiaro:«Dobbiamo costruire l’altra stagione, con un turismo attivo tutti i mesi dell’anno e non solo in quelli estivi. Dob-biamo sconfiggere la marcata stagionalità, offrendo al turista una strada alter-nativa al mare e coinvolgendo le popolazioni locali che non solo po-tranno trarne un vantaggio econo-mico, attivando il commercio dei prodotti locali, ma anche risco-prire la cultura dell’ospitalità». Il patrimonio bo-schivo potrebbe essere anche un’occasione per

incentivare l’economia locale, per produrre nuova resa economica preziosa in un mo-mento di forte crisi come quello odierno, così la pensa anche Mariano Contu, presidente della commissione regionale Agricoltura ed Ambiente, «Il bosco non è solo una macchia verde, ma deve diventare una preziosa risor-sa in grado di mettere in moto nuovi com-merci: il taglio del legnatico, la promozione degli agriturismi, la creazioni di itinerari turi-stici alternativi ai chioschi in spiaggia, sono solo degli esempi di come questa zone può diventare promotrice di crescita». Nove fine settimana per entrare a stretto contratto con specie faunistiche rare, luoghi incontaminati da sempre, ammirare panorami e assaporare aromi dimenticati. Un turismo nuovo perché la Sardegna sa offrire tanto per tutti.

Mariano Contu, Sebastiano Sannitu e Bobo Farina Presidente Ente Foreste

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Mensile di portualità, spiagge, sport, trasporti, viaggi e cultura mediterranea € 2,00

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